Il 2021 è giunto al termine e come al solito è tempo di bilanci, classifiche e numeri. Abbiamo analizzato i trend delle startup innovative in Italia durante questo anno così complesso.
Osservando i dati del Rapporto, a quasi due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19, è interessante constatare il trend di crescita del settore sul territorio nazionale: infatti al termine del terzo trimestre del 2021, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese è pari a 14.032, con un aumento del 3,3% rispetto al trimestre precedente.
Vale a dire 540 società in più.
540 nuove idee che hanno preso vita tra luglio e settembre 2021. Una nascita media, nel periodo, di circa 6 startup innovative al giorno in Italia.
Di seguito un’analisi approfondita dei numeri del Report.
Qualche numero del Report
Il 75,2% delle startup innovative in Italia (numericamente 10.554) ha come “mission” la fornitura di servizi alle imprese: in modo particolare i servizi di consulenza informatica si attestano al 37,9%. Seguono il manifatturiero con il 16,4% e il commercio con il 3,1%.
Le startup innovative a prevalenza femminile “in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne” – riportando la dicitura interna al Report – sono il 12,9% del totale (1.810).
Il 18,5% del totale, 2600 startup, invece sono a prevalenza giovanile (under 35).
Riprendendo anche in questo caso la dicitura interna al Report: sono considerate ”a prevalenza giovanile” le società la cui partecipazione di persone di età non superiore ai 35 anni, calcolata mediando le quote di possesso e le cariche amministrative detenute, risulta complessivamente superiore al 50%.
La distribuzione geografica delle startup innovative in Italia
Altri dati interessanti emersi dall’osservazione del Report del Mise sono quelli relativi alla distribuzione geografica di questa tipologia di società.
Anche se la digitalizzazione ha inevitabilmente reso virtualmente globali le aziende, grandi o piccole che siano, è pur vero che ognuna di esse ha comunque una Regione “di residenza”. Ecco qualche numero sulla distribuzione geografica delle startup innovative sulla bella Penisola.
La Lombardia è senza dubbio la Regione italiana che detiene il primato di startup innovative: ben 3.755 startup innovative (il 26,8% del totale) sono nate sul territorio lombardo. Seguono in questa classifica Lazio e Campania, rispettivamente con l’11,6% e l’8,9%. Titoli di coda per il Molise con 79 startup innovative e la Valle d’Aosta con 19.
Zoomando sulla mappa ed aumentando il livello di dettaglio, si può osservare che la città che detiene il record positivo di startup innovative è Milano: nella città meneghina, infatti, ce ne sono ben 2.640. Il 18,8%.
Seguono poi con netto distacco Roma(10,48%) e Napoli (4,45%).
Completano la top ten delle città: Torino, Bologna, Bari, Padova, Brescia, Salerno, Bergamo.
Startup Innovative in Italia: cosa aspettarci nel 2022
É particolarmente complesso azzardare delle previsioni per il nuovo anno, dal momento che l’Italia, come buona parte del resto del globo, è alle prese con una storica campagna vaccinale per il contrasto di questa orribile pandemia.
Si può tuttavia dire che anche le startup innovative si sono dovute scontrare negli ultimi due anni con un rapidissimo processo di digitalizzazione dell’intera penisola: processo che ha senza alcun dubbio portato alla nascita di nuovi segmenti di consumer e di nuovissimi bisogni, a cui dare una risposta concreta rapidamente.
Ad esempio si vive molto di più l’ambiente domestico e quindi le case stanno diventando molto più smart e connesse.Per non parlare della crescita degli utenti dell’eCommerce!
Esperienze di acquisto ibrido, metaverso, 5G, sostenibilità: sono solo alcuni degli argomenti di cui tanto si è discusso durante questo anno appena trascorso.
Si tratta di fattori che rappresentano un’enorme opportunità ma allo stesso tempo una grande responsabilità anche per le startup innovative.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/startup-innovative-in-italia-2021-copertina.jpg537959Luca Maucionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maucione2022-01-14 12:00:502022-01-24 13:02:20Il contesto delle startup innovative in Italia: i numeri del 2021
TikTok non ha certo bisogno di presentazioni: la piattaforma cinese dei video brevi da oltre un miliardo di utenti si sta imponendo come social media protagonista dello scenario digitale globale.
Secondo il settimo report “Social Media Trends 2022” di Talkwalker, gli ultimi due anni pandemici hanno portato un’incredibile impennata della sua popolarità, e non solo tra la generazione Z.
Le ricerche Marketing Science Holiday Shopping Behaviour condotta da Walnut Unlimited del 2020 e Marketing Science EU Understanding Authenticity, Happiness and Joy del 2021 di Flamingo Group ci dicono che il 75% degli utenti la sceglie per l’intattenimento e il 78% dichiara di avere emozioni positive.
Anche nel caso dei brand il 56% degli utenti prova emozioni positive dopo aver guardato un loro contenuto su TikTok, in particolare quando questi ultimi sono più personali e meno elaborati (Marketing Science EU Understanding Authenticity, Happiness and Joy research 2021, condotta da Flamingo Group).
Le aziende stanno esplorando e sperimentando il potenziale creativo della piattaforma per dialogare con una community sempre più vasta.
“In Italia i brand ci hanno portato allegria e ci hanno incoraggiato ed essere più creativi. Ci hanno ricordato l’importanza di essere autentici quando entriamo in relazione con la community, coinvolgendo un ampio pubblico globale. Il 2021 è stato l’anno in cui TikTok è diventato un trampolino di lancio in grado di rendere marchi e prodotti veri e propri must, amati dalla community.
Sono oltre un miliardo al mese le persone che entrano in TikTok alla ricerca di intrattenimento e per i brand è essenziale soddisfare questa domanda con i loro contenuti. È entusiasmante vedere come i brand di qualsiasi dimensione riescano a ingaggiare la nostra community e non vedo l’ora di scoprire con quali altre modalità di grande impatto continueranno a entrare in relazione con la nostra community nel 2022.” ha dichiarato Adriano Accardo Managing Director, Global Business Solutions per il Sud Europa.
Vi raccontiamo l’anno appena trascorso con le cinque case study che abbiamo maggiormente apprezzato.
Il brand ha cavalcato un trend già virale per esordire in grande stile sulla piattaforma producendo una campagna originale e ingaggiante: la celebrazione del “Rigatoni Day”, la giornata dedicata agli amanti di questo iconico formato di pasta.
Tutto iniziò quando, il 15 gennaio 2020, l’utente @jimmyrules32 postò un video apparentemente senza senso che invitava i propri follower a mangiare un piatto di rigatoni il 24 maggio 2022, menzionando l’hashtag #eatabowlofrigatonipastaonmay242021 nella caption del video. Il tutto a ritmo del successo degli anni Ottanta Funkytown dei Lipps Inc.
Sebbene le persone non capissero il senso del contenuto, per i successivi cinque mesi continuarono a creare buzz nella community sullo strano appuntamento.
Così Barilla ne ha prontamente colto l’opportunità: rielaborando il testo di Funkytown in “Funky Rigatoni” e rendendolo disponibile tra i suoni di TikTok nella sua versione da 15” ha prodotto la perfetta colonna sonora per celebrare l’occasione.
Khaby Lame, primo influencer in Europa e secondo al mondo con oltre 123 milioni di follower, è stato ingaggiato per lanciare la campagna che ha generato oltre 8.900 video creati con la colonna sonora e oltre 27 milioni di visualizzazioni.
Il debutto di Valentino
Maison Valentino è approdata su TikTok con contenuti nativi, ironici e glamour, con protagoniste Rossy de Palma e sua figlia Luna Lionne, caratterizzati da autenticità nel linguaggio, celebrazione dell’individualità e della libertà di espressione. La campagna ha fatto leva sull’aspetto più umano del brand, rivelandone un aspetto più giocoso, con la volontà reale di intrattenere la community e divertire. Come sottofondo ai dialoghi del duo Rossy-Luna una musica travolgente e l’esclusiva partnership con l’account meme “I Deserve Couture”.
Il contenuto di lancio ha avuto un grande impatto sulla community generando 3.5 milioni di view.
Prada ha sfidato la community a mostrare il proprio stile personale creando contenuti con il capello realizzato nell’innovativo tessuto Re-Nylon divenuto simbolo iconico dell’immaginario estetico del brand. La #PradaBucketChallenge ha visto la partecipazione di alcuni tra i creatori più famosi su TikTok come Avani, Brent Rivera, Bella Poarch, Just Maiko.
La campagna si è rivelata di grande successo, con oltre 7 miliardi di visualizzazioni in soli 7 giorni dal lancio.
Amazon Prime Video Italia aveva l’obiettivo di generare attesa per la sua ultima produzione, LOL: Chi Ride è Fuori. L’unica regola? Se ridi, sei fuori. Ha lanciato quindi una Hashtag Challenge su TikTok, #theLOLchallenge, che invitava gli utenti a replicare il tema della serie: non ridere né sorridere.
Dal 10 al 15 aprile 2021, la campagna ha prodotto risultati impressionanti per un lasso di tempo così breve.
I video hanno totalizzato più di 350 milioni di visualizzazioni, accompagnate da oltre 40 milioni di interazioni.
L’edutainment di E.ON: ECO Jouer
E.ON ha lanciato “ECO Jouer: i passi della sostenibilità”, un progetto di edutainment focalizzato su musica e ballo che approfondisce temi green in chiave creativa e divertente. Una rivisitazione del Gioca Jouer, il celebre brano musicale degli anni Ottanta con l’obiettivo di ispirare e diffondere la cultura del consumo consapevole, del rispetto verso gli altri e verso il Pianeta, stimolando un’azione collettiva per un cambiamento concreto passo dopo passo sfidandosi, ballando, in una speciale Challenge: la #EcoJouerChallenge.
La campagna ha avuto un forte impatto sulla community generando 780 milioni di view.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/1_fabio_tiktok.jpg10801920Federica Bulegahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederica Bulega2022-01-13 09:00:532022-01-24 13:02:33Il 2021 su TikTok: l’anno appena trascorso in cinque memorabili campagne
Il Digital Marketing Specialist è un professionista che racchiude in sé un insieme diversificato di competenze. È il profilo più ricercato da aziende e recruiter per soddisfare le proprie esigenze di innovazione digitale.
Cosa fa un Digital Marketing Specialist?
La sua figura è responsabile della promozione online di un sito web (per aziende o prodotti), di un particolare prodotto o servizio o dell’immagine e del posizionamento di un brand sul web.
Per fare questo, sfrutta tutti i canali di marketing digitale a sua disposizione per ottenere maggiore visibilità a coinvolgere più persone possibili attorno al brand.
Il Digital Marketing Specialist deve avere una buona conoscenza di tutte le discipline e gli strumenti che fanno parte del marketing digitale.
Le sue caratteristiche principali includono:
Progettazione, implementazione e monitoraggio di campagne SEO
Analisi e ottimizzazione delle campagne PPC
Supervisione delle campagne di content marketing
Utilizzo dei social network (per generare traffico, consapevolezza del brand e vendite)
Gestione dei membri del team di digital marketing
Coordinamento delle attività di tutte le campagne digitali
Definizione degli obiettivi e analisi delle prestazioni di tutti i canali digital
La differenza tra un Digital Marketing Specialist, un SEO Specialist o uno specialista PPC è che uno specialista di marketing digitale deve possedere conoscenze trasversali su più di un’area. E dimostrare di saper governare le principali forme di comunicazione del marketing digitale in generale, non solo di una singola disciplina.
Cosa serve per diventare Digital Marketing Specialist?
1. Assimila gli elementi essenziali del marketing digitale
Il primo passo per diventare uno specialista di marketing digitale è imparare davvero cosa s’intende con marketing digitale e come funziona.
Il marketing digitale non può essere considerato un’unica disciplina. È più un universo che racchiude al suo interno tante galassie, stelle e pianeti.
Ciascuno di essi rappresenta una tecnica, un metodo, un’attività da studiare, approfondire e mettere in pratica per la promozione di una campagna di brand, un sito web o un prodotto o servizio online.
Quali sono i canali di marketing digitale più importanti?
Sito web
Motori di ricerca
Content marketing
Email marketing
Affiliate marketing
Video marketing
Se sei un Digital Marketing Specialist, devi conoscere la funzione che ciascuno di questi canali assolve nella promozione di una campagna online e in che modo ti aiuta a raggiungere gli obiettivi di marketing e di business.
Quali sono, mediamente, i tempi di conversione per ciascun canale? Quali peculiarità differenziano una campagna pubblicata su un canale piuttosto che un altro? Quali leve di marketing vengono attivate e quali invece restano inattive a seconda del canale digitale scelto?
2. Approfondisci le basi della SEO
Una volta che hai un’idea generale su cosa sia il marketing digitale, il passo successivo è quello di padroneggiare la SEO.
Puoi evitare di diventare un esperto SEO a tutti gli effetti, ma non puoi fare a meno di apprendere la logica generale che regola i meccanismi dell’ottimizzazione delle pagine web per i motori di ricerca.
La SEO ha un ruolo fondamentale per il successo di una campagna di marketing digitale. Il motivo è molto semplice: le ricerche degli utenti online aumentano di giorno in giorno e poter far trovare il tuo brand, il tuo prodotto o i servizi per determinate parole chiave, è decisivo.
Anche se le tue fonti di traffico principale arrivano da sponsorizzazioni PPC a pagamento, un buon Digital Marketing Specialist lavora per raggiungere la massima visibilità anche quando le campagne PPC sono “spente”.
Sebbene è molto probabile che il tuo team di marketing digitale possa contare su esperti SEO dedicati, il ruolo del Digital Marketing Specialist è quello di supervisionare le attività di ottimizzazione.
Capire su quali argomenti il sito dovrà mostrarsi autorevole agli occhi dei motori di ricerca e comprendere quali pagine web sono adatte e pronte per essere posizionate in cima ai risultati di ricerca.
Sviluppare le tue abilità SEO renderà ancora più facile mescolare e integrare altre tecniche da applicare al marketing mix della tua azienda o del tuo prodotto.
3. Padroneggia la pubblicità PPC
Una parte considerevole del tuo tempo e del tuo budget potrebbe essere destinata alla gestione di campagne PPC su Google Ads o Facebook.
In qualità di Digital Marketing Specialist dovrai conoscere i diversi tipi di campagne che puoi progettare e lanciare. Ma soprattutto dovrai essere capace di misurare i risultati, analizzando correttamente i dati che le piattaforme di advertising ti mettono a disposizione.
Molto spesso, una corretta interpretazione delle metriche e dei KPI sono la vera chiave del successo di una campagna PPC. Poter implementare azioni di A / B testing ti aiuta a raggiungere il target con maggior precisione (risparmiando buona parte del budget che andrebbe sprecato).
A seconda delle dimensioni del tuo team, dell’azienda e del tuo settore di business, potrebbe essere consueto gestire campagne PPC in perenne pubblicazione. Questo per motivi di rilevanza e posizionamento del brand.
Per il Digital Marketing Specialist, padroneggiare il PPC è più un obbligo che una semplice scelta.
4. Sviluppa competenze di marketing sui Social Media
Oltre che creare e gestire annunci a pagamento su Facebook o Google Advertising, il Digital Marketing Specialist deve sapere come strutturare un piano di comunicazione sui social media.
A seconda del tipo di sito web o azienda da promuovere, potresti dover esplorare nuove piattaforme di social networking come TikTok, Pinterest, LinkedIn o Twitch. In modo da cavalcare nel più breve tempo possibile nuove possibilità di crescita con contenuti virali.
Restare aggiornati sugli ultimi trend comunicativi dei social media è una parte dell’attività del Digital Marketing Specialist da non sottovalutare.
5. Crea campagne di Content Marketing
Per alimentare le tue campagne di digital marketing avrai bisogno della giusta benzina. Come disse Bill Gates 25 anni fa, “Content is King“. Fornire informazioni e intrattenimento è il modo più diretto che ha oggi un’azienda per attrarre a sé utenti pronti ad entrare in contatto con il brand e spendere qualche soldino.
Come si fa Content Marketing?
Non tutti i contenuti sono adatti per essere inclusi in una strategia di marketing digitale. Un contenuto di successo deve possedere queste caratteristiche:
Soddisfa l’intento di ricerca dell’utente
È interessante da leggere o da fruire
È ottimizzato per le piattaforme in cui viene pubblicato (SEO, Facebook, Instagram, YouTube)
Genera posizionamento, lead e conversioni
Può prendere forma testuale, video, audio e può essere pubblicato in diversi formati come articolo blog, video su YouTube, una landing page, un podcast, ecc.
Un bravo Digital Marketing Specialist è capace di strutturare un piano strategico che prevede il content marketing al centro del suo calendario editoriale. Ciò significa sapere cosa produrre, quando e come misurare le prestazioni di ciascun tipo di contenuto.
In un team di marketing digitale ben organizzato, il tuo compito non sarà quello di fornire il contenuto (ci saranno scrittori e web writer completamente dedicati a questo). La tua responsabilità sarà quella di assicurarti che venga prodotto il giusto tipo di contenuto per le diverse campagne e i tipi di target a cui si rivolgono.
La posta elettronica resta ancora uno dei canali di comunicazione online più gettonati e performanti.
Nonostante la prepotente crescita dei social media, gli esperti di marketing utilizzano l’e-mail come strumento per generare fiducia sul target, consolidare il rapporto tra utente e brand, fidelizzare il consumatore e finalizzare lo user journey con l’acquisto.
Approfondire e sviluppare l’e-mail marketing di un’azienda è compito del Digital Marketing Specialist che dovrà lavorare per ottenere più contatti e interagire con i propri clienti.
L’e-mail marketing è solitamente l’ultimo passaggio di un funnel di vendita. La gran parte dei canali di marketing digitale (SEO, PPC, Content Marketing, Social Media Marketing) generano lead per l’e-mail marketing. E, di conseguenza, l’e-mail marketing dovrà concentrarsi per chiudere il ciclo con una vendita (o qualsiasi altra forma di conversione prevista dalla campagna).
Che si tratti di e-mail promozionali o newsletter, la logica è quella di proporre al lettore un’informazione o uno stimolo all’interazione con il brand. In modo da trasmettere una presenza costante dell’azienda o del prodotto, pronta a trasformarsi, nel momento opportuno, in un acquisto.
7. Abituati a usare strumenti di analisi / reporting dei dati
Oltre al monitoraggio e all’ottimizzazione delle campagne di marketing digitale, parte delle attività quotidiane di un professionista del marketing digitale consiste nell’analizzare i dati e sviluppare i report per i referenti o i clienti.
Il più grande vantaggio che ha portato il digitale nel mondo del marketing è proprio quello di poter misurare il ritorno (tangibile e intangibile) dell’investimento e delle attività messe in campo.
Perciò, sia che tu riporti al reparto marketing o direttamente al cliente, un Digital Marketing Specialist deve sapere come districarsi nell’uso dei diversi strumenti di reportistica disponibili per il marketing digitale.
I principali sono:
Google Analytics
Google Data Studio
Google Search Console
Facebook Business Suite
Semrush o altre piattaforme di gestione SEO e content (Ahrefs, Moz, HubSpot, SeoZoom ecc.)
8. Integra i canali tradizionali con le ultime novità online
Solo per fare un esempio, Google aggiorna una decina di volte all’anno gli algoritmi deputati alla scansione, l’indicizzazione e il posizionamento delle pagine web.
Facebook, Instagram e YouTube aggiungono / modificano continuamente nuove funzionalità e integrazioni alle loro applicazioni.
Google Advertising continua a promuovere evoluzioni legate all’Intelligenza Artificiale.
Per non parlare delle campagne di marketing online che si possono ideare grazie alla collaborazione di influencer e profili di grande rilevanza nel mondo del digitale.
I cambiamenti in atto nel marketing digitale sono continui e quotidiani. Per il Digital Marketing Specialist l’apprendimento non conosce punti d’arrivo.
L’aggiornamento e il test di nuove opportunità online è ciò che rende questa professione mai noiosa, stimolante e ricca di spunti creativi da poter sviluppare. Nel tempo si trovano sempre nuove tecniche o strategie da approfondire e testare per dare al brand o all’azienda un palcoscenico di visibilità vantaggioso.
Assicurati di rimanere informato su tutte le ultime tendenze e le risorse a tua disposizione. Mostrati curioso verso il mondo online, anche quando non è necessariamente legato al marketing e alla pubblicità. Molto spesso un fenomeno social che esplode sul web potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione di crescita e inaspettata promozione.
9. Sviluppa capacità di coordinamento del team
Un professionista del marketing digitale deve avere buone capacità di gestione del team.
Gran parte delle tue responsabilità lavorative sarà quella di guidare e gestire un team di altri specialisti ed esperti che compongono una squadra di marketing digitale. Esattamente come una competizione sportiva.
Ciascuno sarà responsabile delle proprie attività specifiche, ma il Digital Marketing Specialist, come una sorta di allenatore, ha il polso della situazione e sa bene quale pedina muovere in campo per raggiungere la vittoria.
Non solo da un punto di vista tecnico e operativo. Gestire un team di persone, e sapersi relazionare in maniera strategica, è determinante. Saper lavorare con gli strumenti di gestione del progetto, stabilire obiettivi, KPI e target. Ma anche formare il team, tenerlo compatto e unito sui progetti o sulle attività di marketing digitale di un’azienda o un brand rientra tra le capacità di un ottimo Digital Marketing Specialist.
È probabile che per piccoli gruppi o esperti di marketing digitale che lavorano come freelance e liberi professionisti, potresti non dover gestire direttamente le persone. Ma dovrai comunque sapere come creare e coordinare piani di comunicazione online, così come impostare e monitorare l’avanzamento di un progetto.
10. Certificazione Digital Marketing Specialist, Sì o No?
Le aziende hanno sempre più bisogno di professionisti che sanno come agire e dove mettere le mani quando si tratta di comunicare sul web. Spesso il modo più semplice per valutare le capacità di un esperto di marketing digitale è quello di considerare eventuali certificazioni pubblicate sul curriculum.
Tuttavia questo sistema è molto discutibile.
È vero che un corso di marketing digitale insegna tutto ciò che c’è da sapere sul marketing digitale, evitando di dover leggere diverse guide e manuali o cercare risorse aggiuntive. Ma l’esperienza di un Digital Marketing Specialist, come tutti i mestieri di questo mondo, si acquisisce sul campo.
Ottenere una certificazione di Digital Marketing Specialist da una scuola o un fornitore affidabile e autorevole è un ottimo modo per certificare di aver intrapreso un percorso di formazione nel settore.
Ma come detto prima, la materia (o le materie) sono in continua evoluzione. Nonostante siano trascorsi diversi decenni dalla scoperta del world wide web, siamo ancora agli albori della comunicazione d’impresa fatta su canali digitali.
Perciò ottenere una certificazione non dimostra automaticamente che sei il miglior professionista di digital marketing, ma che possiedi una buona base di conoscenze necessarie per svolgere il tuo lavoro. E che da queste dovrai proseguire per sviluppare al meglio la tua figura professionale.
Digital Marketing Specialist, ora hai il potere del digital tra le tue mani
Vuoi davvero diventare un Digital Marketing Specialist? Metti in pratica i 10 punti visti sopra. In particolare fai attenzione a questi punti importantissimi:
impara ad utilizzare in maniera professionale e strategica ogni singolo canale di marketing digitale;
investi continuamente in formazione e aggiornamento come se fosse un’attività integrante della tua routine quotidiana;
non smettere mai di essere curioso verso nuove forme di comunicazione e approfondiscile in maniera tecnica e teorica con esperimenti e test.
Se sei disposto a mettere in gioco la tua creatività (e il tuo ingegno) per ideare e promuovere strategie di marketing online, niente ti impedirà di diventare un grande Digital Marketing Specialist.
La pandemia ha sconvolto completamente le nostre vite, ce lo sentiamo ripetere ogni giorno ma soprattutto ognuno di noi lo vive quotidianamente sulla propria pelle. Non stiamo parlando di un mistero, è reale ed è davanti ai nostri occhi. Tra le diverse realtà che si portano il peso di questi grandi cambiamenti ci sono proprio i piccoli business.
Man mano che la vita inizia a ritrovare un senso di normalità, stanno emergendo nuove tendenze e comprenderle può aiutare le piccole imprese a ritrovare il proprio equilibrio. In tutti i settori, le organizzazioni sono alle prese con una rapida trasformazione. Inoltre, ci sono enormi cambiamenti globali e sfide da affrontare, dal cambiamento climatico alla digitalizzazione.
Il nostro mondo sta evolvendo rapidamente, e le aziende, soprattutto le più piccole, devono imparare ad adattarsi di conseguenza. Ecco 10 trend che avranno un impatto maggiore sui piccoli business nel 2022.
1. Più spazio all’intelligenza emotiva e all’empatia
L’empatia svolge un ruolo fondamentale nelle relazioni in generale ma anche in quella che sussiste tra datore di lavoro-dipendente perché permette una comprensione più profonda delle sfide del lavoro e della vita di chi abbiamo di fronte. Ovviamente non è necessario conoscere ogni dettaglio della vita dei propri dipendenti, ma interessarsi del loro benessere fisico ed emotivo sarebbe significativo.
L’ascolto attivo senza giudizio, l’osservazione degli atteggiamenti e gli sforzi consapevoli per utilizzare un linguaggio verbale e non verbale appropriato sono vitali per lo sviluppo di relazioni empatiche in linea con i valori di vicinanza e autenticità. Questo è di certo uno dei trend che i piccoli business non possono farsi scappare.
2. Il potere dell’Influencer Marketing e dei Social Media
Una tendenza che le piccole imprese dovrebbero conoscere, se non lo fanno già, è il potere dell’influencer marketing. Le piattaforme online e i canali di social media come Instagram e TikTok possono aiutare le piccole imprese a raccontare le loro storie per aumentare la consapevolezza e l’entusiasmo dei clienti e futuri clienti. Questi 2 social media inoltre sono perfetti per parlare e avvicinare un pubblico più giovane. Ovviamente la scelta delle piattaforme social da utilizzare dipende anche dal tipo di business dell’azienda.
Gli influencer sia grandi che piccoli, specialmente i micro-influencer, rafforzano la realtà dei piccoli business fornendo pertinenza e conferme sull’efficacia dei propri prodotti e servizi.
3. Trend per piccoli business: tecnologie digitali e cloud
Le PMI devono investire nelle tecnologie digitali e cloud per prosperare e crescere nei prossimi anni. L’economia digitale di oggi ha costretto molte aziende a fare affidamento sull’uso efficace della tecnologia per supportare i processi in corso e sviluppare nuove fonti di differenziazione competitiva. Le innovazioni tecnologiche come l’apprendimento automatico, l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale e così via sono cresciute nel corso degli ultimi anni. Per soddisfare le esigenze dei clienti di oggi, ogni piccola azienda dovrebbe integrare alcune di queste tecnologie nella propria attività.
La trasformazione digitale offre ai piccoli business un modo per cambiare, mentre la tecnologia cloud fornisce la piattaforma per rendere questo cambiamento possibile e più sicuro.
4. Luoghi di lavoro ibridi
Anche prima della pandemia, molte aziende, soprattutto quelle più grandi, si affidavano sempre più a tecnologie di collaborazione remota come le videoconferenze e Slack. La pandemia ha accelerato l’adozione di questi strumenti e pratiche di lavoro in un modo senza precedenti.
Avere un ambiente di lavoro ibrido in cui i dipendenti possono scegliere il proprio modo di lavorare ottimale, nonché se lavorare a distanza o in sede, sarà una tendenza che anche i piccoli business dovranno cogliere al volo. Molti dipendenti hanno preferito lavorare da casa ottenendo così anche un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, riducendo il pendolarismo e dimostrandosi più ricettivi e produttivi.
Il lavoro ibrido però ha reso più difficile il processo di onboarding. I datori di lavoro dovrebbero garantire un processo d’inserimento efficace per i lavoratori ibridi, anche in modo che abbiano familiarità con la cultura e i valori aziendali e siano in grado di costruire relazioni con gli altri membri del team.
5. Salute mentale sul posto di lavoro: un trend che i piccoli business non possono trascurare
La tendenza del 2022 che ogni proprietario di piccola media impresa dovrebbe conoscere è che la salute mentale sul posto di lavoro è importante. Gli scricchiolii della catena di approvvigionamento, la mancanza di personale, il lavoro a distanza e i confini sempre più labili tra lavoro e vita privata stanno aggravando lo stress dei dipendenti a un ritmo record.
Sentirsi tranquilli e stimolati nel proprio lavoro ci aiuta a far fronte ai cambiamenti di ruoli e responsabilità. Per non parlare delle sfide difficili. Ci aiuta a prosperare nei nostri ruoli, a gestire lo stress e ad aumentare la nostra resilienza. In definitiva, ci permette di raggiungere il nostro massimo potenziale.
I manager che non aiutano a rimuovere gli ostacoli o a condividere le risorse con i dipendenti possono contribuire a farli sentire sopraffatti e demotivati. E infatti le aspettative dei dipendenti di lavorare costantemente ai massimi livelli esercitano su di loro una pressione irragionevole. Porta a un aumento del carico di lavoro e delle ore lavorative, stress aggiunto, ed esaurimento emotivo.
L’implementazione di politiche che aiutano a migliorare il benessere mentale sul posto di lavoro aumenterà il coinvolgimento, ridurrà l’assenteismo e migliorerà la produttività. Sostenere la salute mentale sul posto di lavoro è sempre più una necessità anche per le piccole imprese.
6. Coaching e tutoraggio dei dipendenti
Le piccole imprese devono essere creative e trovare modi innovativi per attrarre i talenti giusti e creare una forza lavoroche sia felice, motivata e in linea con la filosofia dell’azienda. Di conseguenza, le opportunità di coaching e mentoring per supportare la crescita e lo sviluppo dei dipendenti saranno molto preziose.
Gli approcci di coaching e mentoring stanno diventando sempre più popolari ed efficaci per lo sviluppo del personale. Molte aziende le stanno utilizzando per migliorare le prestazioni del loro team di lavoro e per raggiungere particolari abilità e obiettivi distinguendosi così dai propri competitors.
7. Video sincrono e asincrono
Il video sincrono e asincrono sarà la chiave di qualsiasi strategia di marketing del prossimo futuro e un trend che i piccoli business non possono assolutamente perdere. Gli ultimi 18 mesi hanno notevolmente accelerato l’uso dei video per ricercare, vendere, servire e incontrare persone in tutto il mondo. Pensateci, tutti hanno un telefono, un tablet o un laptop a portata di mano.
I video sono perfetti per promuovere e raccontare alle persone i prodotti e i servizi offerti dalle piccole e medie imprese. Aiutano ad aumentare il coinvolgimento sui canali digital e consentono di raggiungere sempre più persone e, di conseguenza, acquistare più clienti. E infatti la chiave della loro popolarità risiede nella loro relativa facilità d’interagire con potenziali clienti su più piattaforme.
8. Curare il Personal Branding: un trend in espansione per i piccoli business
I proprietari di piccole imprese sono intimamente legati alle loro attività. Far conoscere non solo il proprio marchio aziendale, ma anche quello personale, facendo appunto personal branding, sarà fondamentale. I clienti di oggi cercano di creare connessioni più significative con i brand. Costruire un forte marchio personale è il modo in cui, le piccole realtà, possono far crescere la propria attività trasformandola in qualcosa di sostanziale, duraturo e d’impatto.
I proprietari di piccole e medie imprese che si nascondono dietro il marchio aziendale e scelgono di non mostrare chi sono o di mostrarsi vulnerabili e umani, stanno sprecando una grossa opportunità di crescita. L’unica lealtà che si può ottenere come figura chiave di un business è attraverso l’impegno emotivo, mostrando il lato umano dietro la propria attività e mettendo in mostra sé stessi e i propri dipendenti. La credibilità aiuta le aziende a promuovere le relazioni con i clienti poiché essi danno importanza alla fiducia, all’onestà e all’empatia.
I consumatori oggi vogliono che i marchi affrontino i problemi e offrano il supporto adeguato invece di concentrarsi solo sul profitto.
9. Erogazione del servizio agile e sviluppo del prodotto
Le piccole imprese possono facilmente creare marchi personali con un vantaggio competitivo quando continuano a essere proattive nella fornitura di prodotti e servizi. Sviluppando soluzioni diverse e apprezzando il loro impatto sui vari clienti, prospereranno fornendo creatività, innovazione diversificata e ponderata per ogni mercato. L’aumento della concorrenza nel mercato globale ha costretto le aziende a diversificare i propri prodotti per soddisfare le esigenze dei clienti in continua evoluzione e ad adottare strategie di sviluppo del prodotto sia per la produzione unica che per la personalizzazione di massa.
10. Networking e collaborazione tra imprenditori
Il networking è una dei grandi trend del 2022 che i piccoli business non devono assolutamente perdersi.
Le piccole imprese possono migliorare in modo esponenziale i loro sforzi e le loro strategie connettendosi e collaborando con altre imprese invece di condurre una campagna individuale. Aiuta inoltre a ottenere referenze di lead aziendali, ascoltare nuove prospettive di mercato, imparare dalle esperienze degli altri, affinare la propria strategia e tono, e fare squadra per creare relazioni che ispirano e alimentano la crescita reciproca.
Il networking e la collaborazione aiuteranno i proprietari di piccole imprese a ispirarsi a vicenda, costruendo nuove relazioni per guidare la crescita.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/trend-piccoli-business.jpg7211288Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2022-01-07 12:00:152022-01-24 13:06:2510 trend chiave che guideranno i piccoli business nel 2022
Giunta in Italia in attorno al VII secolo a.C., grazie agli scambi commerciali e culturali tra i popoli pre-romani e balcani, la canapa – Cannabis Sativa L. – è stata inizialmente “domesticata” dagli Etruschi, che l’hanno portata fino alle valli del Po, per sfruttarne le proprietà azoto-fissatrici durante l’antica pratica della rotazione colturale, alternando campi di grano e di canapa.
Agli inizi del 900’ l’Italia era fra i principali produttori di canapa al mondo
Eppure non sono state le conoscenze agricole del popolo etrusco a decretarne la diffusione su larga scala bensì la corretta intuizione dei Romani sul valore della fibra ricavata dal suo stelo.
A partire da quest’ultima, infatti, si otteneva un tessuto molto resistente, che trovava impiego in vari settori – in primis quello navale, dove veniva utilizzato per la realizzazione di corde, funi e reti da pesca.
La canapa si è adattata così bene alle caratteristiche pedoclimatiche della nostra Penisola che, fino agli inizi del 900’, eravamo tra i principali produttori a livello mondiale; un passato glorioso, il cui ricordo ancora vive all’interno di alcuni musei, con sede a Padova e Bologna.
Le leggi che hanno frenato la coltivazione della Cannabis Sativa L. nel nostro Paese
Il declino della canapicoltura in Italia iniziò nel 1961, quando il possibile contenuto di tetraidrocannabinolo – meglio noto come THC – portò all’inserimento della Cannabis Sativa nellaSingle Convention on Narcotic Drugs– un trattato internazionale che vieta la produzione e la fornitura di specifiche sostanze stupefacenti, eccetto che per determinati scopi (cure mediche e altri).
In particolare, in Italia, due leggi ne proibirono la coltivazione: la legge n. 412 del 05.06.1974 e la legge n. 685 del 22.12.1975. Un divieto che venne approvato dalla Camera dei Deputati e dal Parlamento, senza distinzioni di varietà.
Dall’abrogazione delle leggi di repressione, ad una parziale regolamentazione del mercato
E solo, in seguito, con la legge 162/1990 e DPR 309/1990 si arrivò ad una distinzione fra la canapa ad uso industriale e quella ad uso ricreativo, con livelli di THC > 2.
Si è passati, dunque, da un regime di totale repressione ad una regolamentazione parziale, a causa di una mancata armonizzazione delle normative internazionali per il commercio dei prodotti canapicoli – soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari, per cui non è ancora stato stabilito il livello ammissibile di THC.
Ed è proprio grazie a queste linee guida che, negli ultimi anni, la canapa è rifiorita legalmente anche in Italia, coinvolgendo circa una sessantina di canapicoltori – dato in costante aggiornamento su Federcanapa. Ad aver attirato l’attenzione degli agricoltori – al di là dell’affezione, in taluni casi, per la pianta – sono le incoraggianti prospettive di profitto, superiori a molte altre e comuni colture.
La canapa come coltura sostenibile
La canapa, infatti, è tra le poche piante utilizzabili al 100% – se ne utilizzano le inflorescenze, le sementi, le foglie e lo stelo, con uno spreco che è prossimo allo zero – e le risorse impiegate per la sua coltivazione sono minime, grazie alla sua rusticità e rapida capacità di propagazione, anche su terreni “difficili” – aridi e scheletro prevalenti; caratteristiche che la rendono adatta anche al ripristino – e alla valorizzazione – di aree rurali, in pianura così come in alta montagna.
Semi di canapa: tra i superfood più apprezzati del momento
In particolare, tra i prodotti canapicoli più richiesti dal mercato, figurano i semi di canapa: autentici superfood, il cui sapore gradevole e dolciastro ricorda quello delle nocciole.
Stando all’analisi chimico-nutritiva condotta dall’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria di Milano, i semi della Cannabis Sativa L. contengono proteine ad alto valore biologico – ovvero, facilmente assimilabili dal nostro corpo – e acidi grassi polinsaturi (65% del totale), come l’acido linoleico e quello oleico, utili alla “lubrificazione” delle membrane cellulari.
Il loro utilizzo, dunque, può riguardare sia la sfera animale – per la preparazione di mangimi – sia quella umana. I semi, infatti, possono essere consumati come tali – previa decorticazione – oppure sotto forma di farina, per arricchire impasti di focacce e pizze artigianali. Inoltre, dalla loro molitura si estrae l’olio di CBD che può essere adoperato come integratore alimentare, per sfruttarne le benefiche proprietà
Il mercato della canapa industriale potrebbe raggiungere i 27.7 miliardi di dollari entro il 2028
Attualmente, il mercato globale della canapa industriale – coinvolgente i settori alimentare, personal care, tessile e farmaceutico – ha abbondantemente superato i 5 miliardi di dollari in valore e, secondo il tasso composto di crescita annuale (CAGR) – valutato al 25,17% – potrebbe raggiungere i 27.7 miliardi di dollari entro il 2028, come sottolineato nel report recentemente pubblicato da Verified Market Research.
Nonostante l’impatto del covid, che ha avuto effetti devastanti sull’economia mondiale, la segmentazione dei settori e l’aumento della richiesta di prodotti sostenibili (anche dal lato del pack), il mercato continua a crescere, tanto che in Italia gli ettari coltivati a canapa sono aumentati del 200% dal 2014 ad oggi.
Un trend positivo che non accenna a fermarsi, anche grazie all’intensa attività di promozione – e di tutela – che le principali associazioni canapicole – FederCanapa, Assocanapa e ItalCanapa – stanno portando avanti, con l’obiettivo di offrire un contributo concreto alla regolamentazione nazionale del mercato della canapa.
Considerando dunque la versatilità d’impiego e la crescente domanda di prodotti canapicoli, soprattutto dal lato alimentare, la canapa continua a rappresentare una coltura interessante su cui investire, anche in ottica di sostenibilità.
E, in un futuro non molto lontano, l’Italia potrebbe tornare ad essere uno dei più importanti player mondiali nel mercato della canapa industriale – appurato che le resistenze, dettate perlopiù dall’ignorante consuetudine di associare la Cannabis Sativa L. alla droga, vengano definitivamente rimosse.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/canapa-alimentare.jpg6331130Kevin Feragottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKevin Feragotto2022-01-05 13:30:532022-01-24 13:06:40Canapa alimentare: il mercato italiano continua a crescere
Lo sapevi che trascorriamo circa 6 ore al giorno su internet e quasi 2 ore di esse sui social media? Un dato che ci impone di non sottovalutare le potenzialità dell’Instagram Marketing.
Il 67% degli utenti attivi online è iscritto a Instagram (dato, emerso in Digital 2021, l’ultimo report di WeAreSocial e Hootsuite) e ciò ne evidenzia il valore strategico che ha per il marketing aziendale.
Ogni giorno la piattaforma rilascia nuovi aggiornamenti e funzioni tanto da rendere il lavoro dei social media manager una sfida continua.
Con alcuni test, accorgimenti e costanza nell’analizzare la propria strategia, interagendo con la community e pubblicando contenuti nuovi e interessanti è possibile ottenere degli ottimi risultati in termini di business.
Ecco 16 consigli + 1 per usare al meglio l’Instagram Marketing
1. Usa un account business o creator
Può sembrare banale ma ci sono molte aziende che hanno profili non impostati correttamente. Per passare da un profilo personale a un account aziendale o di tipo creator, basta andare nelle impostazioni e alla voce accountcambiarne la tipologia.
I vantaggi principali di questo tipo di profilo sono:
la possibilità di accedere a tutta una serie di statistiche che non può visualizzare un profilo personale standard
la possibilità di aggiungere le informazioni di contatto e una call to action
la possibilità di creare ads e configurare lo shopping sul social network.
2. Definisci degli obiettivi chiari
Stabilisci il motivo per cui utilizzi il social e quali risultati vuoi ottenere: awareness, stabilire una relazione con i tuoi clienti attuali, cercare clienti potenziali, migliorare la consapevolezza sul marchio, vendere prodotti.
Insomma, stabilisci quali sono le priorità e i motivi reali per cui vuoi utilizzare Instagram e assicurati che sia lo strumento giusto per ciò che vuoi ottenere.
3. Studia il tuo target
Studia il tuo cliente tipo e fai una ricerca preliminare per capire se puoi arrivare a quel pubblico attraverso la piattaforma. Ricorda che Instagram, come gli altri social network, sono strumenti e pertanto vanno implementati sulla base delle esigenze aziendali.
4. Ottimizza il profilo e la bio
La prima cosa che fa un utente quando arriva sul profilo della tua azienda è leggere la biografia.
Scrivi un testo interessante e ricordati di inserire una call to action. Inoltre la bio, al momento, è l’unico spazio di Instagram in cui è possibile inserire dei link. Sfrutta la cosa a tuo vantaggio inserendo un link che rimandi al sito web o al form di contatto.
Utilizza la bio per spiegare i motivi per cui una persona dovrebbe seguirti e ottimizza la descrizione usando delle parole chiave (famosa SEO di Instagram) relative al tuo brand.
Configura il profilo in modo che ci siano tutti i contatti aziendali e se ne hai uno o più di uno, scrivi qual è l’hashtag ufficiale del marchio.
5. Usa una foto profilo di impatto
Le dimensioni contano anche su IG. Utilizza un formato 320 x 320 pixel per salvare l’immagine di profilo. Se lavori all’instagram marketing di un brand, usa il logo per rendere la pagina riconoscibile, sicura ed affidabile.
6. Instagram Marketing: crea visual accattivanti
Benché Instagram, secondo il suo head Adam Mosseri, stia progressivamente diventando un’app di intrattenimento e attenta ai video, il social è nato come network di condivisione di foto istantenee. Usa il social per pubblicare contenuti visuali che siano utili, di valore e rilevanti per il tuo pubblico di riferimento.
La piattaforma predilige i contenuti che aumentano il tempo di permanenza degli utenti sul social pertanto pubblica video, caroselli, reel, foto e animazioni. Usa Instagram per creare interesse attorno al brand, raccontare i retroscena della tua attività e creare attesa attorno ai prodotti e/o ai servizi che intendi promuovere.
7. Usa tutti gli elementi che il social mette a tua disposizione
Ogni volta che rilascia una nuova funzione, Instagram tende a prediligerne le views, in parte per promuovere il nuovo contenuto, in parte perché non ha ancora in repertorio abbastanza materiale. Quindi sfrutta ogni aggiornamento dell’app per aumentare la visibilità dei tuoi content e raggiungere nuovi pubblici.
Usa le dirette, i reels, le storie e i post per condividere tutorial, aggiornamenti, news, collaborazioni e lancio di nuovi prodotti.
8. Sii riconoscibile. Crea il tuo stile unico
Definisci la palette di colori e usa sempre gli stessi font. Ricorda che l’immagine che il brand ha su Instagram deve essere coerente col resto della comunicazione online e offline del marchio.
9. Usa gli hashtag con parsimonia
L’era della serie infinite di hashtag è ormai superata. La piattaforma permette di utilizzare fino a un massimo di 30 hashtag ma si consiglia di usarne 5, massimo 9 poiché il social potrebbe intercettare il post come potenziale spam. Per la scelta delle parole chiave puoi utilizzare questi parametri: la rilevanza e la specificità per la tua nicchia di pubblico. Inoltre gli # non dovrebbero incoraggiare #like4like e altri cancelletti inseriti nella lista di quelli bannati dall’app.
10. Interagisci con la community
Ogni social è composto da una rete di persone. Pubblicare contenuti autoreferenziali senza interagire con la community non porterà il tuo business lontano.
Commenta i post degli altri utenti e rispondi sempre alle domande.
Crea sondaggi e votazioni da condividere con i tuoi follower per costruire e sedimentare la relazione.
11. Consigli di
Instagram Marketing: sfrutta le stories
Le storie sono un potente mezzo per promuovere i post appena pubblicati, interagire con la community e raccontare qualcosa sul marchio. Nelle stories è possibile inserire stickers, gif, countdown e altri elementi utili alla narrazione e all’interazione coi follower. Ad esempio puoi sfruttare le storie per far sondare le preferenze in merio al colore di un nuovo prodotto e/o rispondere a domande sui servizi che offri. Sfrutta le storie in evidenza (highlights) per salvare le storie più significative raggruppate in categorie utili. Se gestisci un ristorante, ad esempio, potrai inserire il menù tra gli highlights.
12. Conto alla rovescia
Utilizza il countdown per creare attesa rispetto a una diretta o generare interesse rispetto al lancio di un tutorial sull’utilizzo di un nuovo prodotto o presentare una live con un ospite importante. Insomma, sperimenta tutte le funzioni a tua disposizione per aumentare l’engagement col pubblico.
13. Scrivi lunghe caption e didascalie ottimizzate
L’obiettivo principale del social è di tenere le persone il più tempo possibile sulla piattaforma. Quindi utilizzare delle lunghe descrizioni nel post aumenta il tempo di permanenza dell’utente sul contenuto. Inserisci le informazioni più rilevanti nelle prime due righe di testo e sfrutta le emoji e gli spazi per dividere il copy in tanti piccoli paragrafi che abbiano un titolo.
Instagram si ritiene un social attento all’inclusione pertanto è bene ricordarsi di andare nelle impostazioni avanzate del profilo e scrivere un testo alternativo per rendere l’immagine comprensibile a chi non ha la possibilità di vederla.
14. Pubblica nel momento giusto
Utilizza gli insight per capire quali sono i momenti migliori per pubblicare i tuoi contenuti. Di solito coincidono con gli orari in cui la tua nicchia è più presente sul social network. Per ogni profilo questo dato è diverso, quindi il consiglio è di prevedere una prima fase di test in cui sperimenti diversi orari e giorni di pubblicazione e poi adatti il calendario editoriale in base a ciò che viene fuori dal test.
15. Usa le ads
Ebbene sì, i social network non sono gratuiti.
Bisogna acquistare spazi di visibilità che altrimenti non potresti raggiungere in organico. Pertanto si consiglia di “spingere” i post targettizzando gli annunci in base a:
dati demografici: sesso, età, lingua;
interessi specifici e comportamenti dentro e fuori l’app
geolocalizzazione: città, provincia, regione, stato.
Grazie alle ADS hai possibilità di mostrare i contenuti che posti a nuovi pubblici potenzialmente interessati.
16. Usa le partnership con influencer
Intercetta una rosa di potenziali influencer con cui collaborare e a cui far provare e recensire il tuo prodotto/servizio. Sono molti gli utenti che compiono un acquisto dopo aver visto un prodotto promosso da un influencer che seguono e di cui si fidano, quindi perché non sfruttare la cosa per aumentare le vendite?
Inoltre puoi utilizzare lo sticker (ex swipe up) per invitare l’influencer di turno a utilizzare un linkpersonalizzato per la vendita del prodotto promosso; in questo modo potrai monitorare le visite al sito web e gli acquisti generati da quella specifica campagna.
17. Parti dai numeri. Analizza il profilo, gli insight e calibra il tiro
Analizza sempre i tuoi post e rivedi di volta in volta la strategia alla luce di alcune considerazione: i dati estrapoli dagli insight, i numeri relativi alle collaborazioni, e i KPI specifici per gli obiettivi che ti sei prefissato.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/Instagram-Marketing-copertina.jpg6881231Flavia Alvihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFlavia Alvi2022-01-04 11:49:542022-01-24 13:06:55Instagram Marketing: 16+1 consigli per raggiungere il tuo pubblico
Chi lavora con i Social Media sa che non ci si annoia mai: appena abbiamo creduto di comprendere meglio l’algoritmo di Facebook o i contenuti più efficaci di Instagram o LinkedIn ecco che qualcosa cambia. E allora, di nuovo, a buttare giù nuovi piani editoriali, nuovi contenuti e nuovi brief con i clienti per fargli capire che bisogna cambiare per essere sempre ben visti dai “famosi” algoritmi dei vari social. In questo articolo abbiamo cercato di sintetizzare i Social Media Trend 2022.
Facebook, il social più popolare punta sulle nicchie
Il social network numero 1 al mondo, con i suoi 2,9 miliardi di utenti attivi mensili, è sempre pronto a stare al passo con i tempi. A volte viene bistrattato per lasciar spazio a social più “giovani” come Instagram e TikTok ma lui è sempre lì, con le sue specificità e i suoi miliardi di utenti pronti ad interagire e ad investire. Facebook per il prossimo anno è pronto a seguire la scia dei social più di tendenza e a premiare, quindi, contenuti più veloci, più brevi.
Questo è ormai un dato di fatto acquisito: i video sono i formati preferiti dagli utenti. I video, inoltre, devono essere brevi ed informativi. In poco tempo e in poche immagini gli utenti devo aver la possibilità di acquisire informazioni. Quindi basta post lunghi, basta link che riportano a siti o blog (già penalizzati da un bel po’ di tempo) e un grosso “si” ai video stile Reels. Una caratteristica di contenuto a cui si dovrà piegare anche Facebook (dopo il grande successo di TikTok e l’evoluzione di Instagram).
Evoluzione ancor più interessante per il 2022 è sicuramente l’importanza che verrà data dal principale social di Zuckemberg alle nicchie. Si avete capito bene, il social più popolare del pianeta punta forte sulle nicchie. E in che modo?
Semplice: Gruppi Facebook, Live Audio Room e Facebook Live. Tre strumenti che amplificano il concetto di vicinanza con l’utente, facilitano l’usabilità del contento (audio e video) e tendono a parlare con persone simili con gli stessi interessi e lo stesso linguaggio.
Instagram, video video e ancora video
Il contenuto video è da anni che viene preferito dagli utenti Facebook perché ritenuto più efficace. Questo dato di fatto è stato accertato con ancor più forza con l’esplosione di social con target più giovani come TikTok.
Ed è proprio da Instagram che parte una svolta chiara e netta proveniente direttamente dalla bocca di Adam Mosseri, responsabile di Instagram che afferma come la piattaforma stia abbracciando un cambiamento di paradigma in cui gli utenti chiedono contenuti video più divertenti. Ciò significa che è fondamentale che le aziende inizino ad abbracciare questo cambiamento il prima possibile per commercializzare efficacemente sulla piattaforma entro il 2022.
Partendo da questo dato di fatto, ormai acquisito da tutti gli esperti di Social Media, andiamo a vedere quelli che saranno i Social Media Trends 2022 per Instagram. I video, innanzitutto, dovranno essere sempre più divertenti, informativi, utili e di contenuto.
Questo cercano gli utenti. A queste caratteristiche Instagram aggiungerà degli strumenti tecnici per poter facilitare la vendita di prodotti e rendere più immediato il rapporto tra influencer, video e acquisto on line da parte degli utenti.
La direzione è segnata e nel 2022 sarà una vera e propria esplosione. Questa ulteriore evoluzione di Instagram farà sì che piccole attività dovranno “investire” in questo cambiamento e adeguarsi ad un nuovo strumento di vendita dalle grandissime potenzialità di guadagno.
Tutta colpa di TikTok (o suo grande merito). Se i video brevi diventano di tendenza per gli altri social, se la leggerezza diventa una prerogativa e se i Reels diventano i contenuti chiavi anche per colossi come Instagram e Facebook questo vuol dire che TIK TOK sta facendo scuola. Nonostante ciò non si sente per nulla appagato e guarda al futuro.
Il 2022 TikTok riserva delle novità in controtendenza rispetto agli altri. Infatti una piccola evoluzione sui contenuti è la durata dei video stessi, che si allungano invece di accorciarsi. I video, infatti, adesso durano 3 minuti ed i Reels sono passati ad una durata massima di 60 secondi. Questi piccoli accorgimenti fanno intendere di come adesso TikTok abbia necessità di dare “più spazio” agli utenti che vogliono veicolare contenuti e non solo intrattenimento puro.
Oltre alla durata dei video TikTok nel 2022 riserverà due grandi novità per il suo miliardo di utenti nel mondo. La prima sarà quella di riservare sempre più spazio ai video in Diretta e la seconda nel dare nuovi ed efficaci strumenti per combinare l’intrattenimento alla vendita di prodotti.
Questa evoluzione è già stata possibile testarla in Gran Bretagna dove durante una live streaming è stato possibile selezionare un link per poter acquistare un prodotto. Uno strumento, questo, dalle grandissime potenzialità per aziende ed utenti.
Social Media Trend 2022 – YouTube: il re dei video cambia pelle
Di certo gli altri social non possono insegnare a YouTube come avere successo attraverso i video ma YouTube stesso non resta fermo, si evolve e cambia. La novità del 2021 che diventerà ancor più potente nel nuovo anno è sicuramente YouTube Shorts. Una evoluzione che consente a tutti gli utenti di creare video di soli 60 secondi utilizzando soltanto uno smartphone e la fotocamera Shorts dall’app di YouTube.
Se questa è stata la più grande novità del 2021, nel Social Media Trends 2022 ci si aspetta un cambiamento netto nell’algoritmo interno al social video più importante al mondo. Fino ad oggi, infatti, bastava scegliere bene i tag ed avere un buon titolo.
Nel 2022 molto probabilmente non sarà più così ma ci sarà una minore incidenza dei Tag ed una notevole peso rivolto al contenuto simile ad altri contenuti di successo. Anche YouTube premierà i contenuti e anche YouTube, come Facebook, inizierà a puntare sulle nicchie, a quel pubblico altamente profilati a cui poter fare vedere nuovi video, nuovi contenuti e nuovi prodotti interamente in target.
Social Media Trend 2022: LinkedIn diventa maggiorenne e si fa bello
Nel 2021 il social per “trovare lavoro” ha computo 18 anni ed in Italia ha toccato i 16milioni di iscritti.
Ad esser sinceri LinkedIn, a tutte le evoluzioni social, ha sempre avuto un approccio soft, attendista. Questa volta però ha introdotto una grande novità: la modalità Creator. Si tratta di dare maggiori strumenti ai singoli utenti dandogli la possibilità, tra le altre cose, di pubblicare delle newsletter con i propri contenuti, di poter passare su Linkedin Live senza fare il processo di candidatura e darà la possibilità di accedere ad un Creator Hub dove ci saranno nuove funzionalità.
LinkedIn, seguendo i Social Media Trends 2022, evolverà verso le nuove modalità video simili ai Reels di TikTok.
A queste modalità (anticipate e confermate dall’acquisto di un’app di video tutorial chiamata Jumprope) aggiungerà funzioni per commercializzare i prodotti delle aziende presenti su Linkedin andando avanti nella sua grande prerogativa: monetizzare sia sui singoli utenti (con abbonamenti business) sia sulle pagine aziendali.
Social media Trend 2022: Twitter crea nuovi spazi per i contenuti
Di certo Twitter non deve imparare da nessuno il valore della brevità e della velocità di informazione. Ma nel 2022 anche Twitter farà dei passi avanti dando sempre maggior spazio ai contenuti audio.
Dovremo essere sempre più pronti a contenuti veloci, immediati, di facile utilizzo. Nel mondo moderno e veloce di oggi anche i 280 caratteri di un tweet possono diventare troppi e allora ci si adegua ai tempi e si inizierà a spingere i contenuti audio.
Nuove tipologie di contenuti e nuovi spazi. Questa un’altra novità che potrebbe presto arrivare. Per chi ha una grossa community di follower sarà possibile creare delle stanze dove poter interagire direttamente con alcuni di essi, scambiandosi contenuti ed informazioni tra pochi. Una sorta di ClubHouse inserita dentro l’universo di Twitter.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/Social-Media-Trend-2022-1.jpg7751385Riccardo Angelo Colabattistahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRiccardo Angelo Colabattista2022-01-03 12:11:042023-05-12 18:26:27Social Media Trend 2022: come cambiano i contenuti social
Selezionare i 12 migliori annunci stampa del 2021 non è di certo un’impresa semplice: anche escludendo il criterio puramente discrezionale della scelta, in questo anno che sta per concludersi il ritorno in grande stile dell’Out of Home ci ha permesso di ammirare moltissimi esempi di creatività, ideati e diffusi dalle più grandi agenzie internazionali in tutto il mondo.
12 mesi, 365 giorni di pura arte e comunicazione hanno viaggiato dalla carta stampata agli schermi degli internauti, passando per le installazioni fisiche e le pagine dei giornali.
Ecco la nostra selezione degli annunci stampa del 2021, dalla quale (ahimè!) molti validissimi prodotti sono destinati a rimanere fuori. Ma se vuoi recuperarli tutti, questo è il posto giusto per farlo!
Si dice che il modo migliore di viaggiare sia con la fantasia. In effetti, in questo particolare momento storico condizionato dall’emergenza sanitaria, è probabilmente l’unico modo per farlo. D’altra parte, è anche il più economico: mete lontane, esotiche e suggestive diventano facilmente raggiungibili, grazie ai libri.
Sono moltissime le persone che vivono da sole e non hanno bisogno delle mega promozioni formato famiglia. Se anche tu sei “tutta la tua famiglia“, le mini confezioni e le confezioni mono porzione di Dandy fanno per te.
Federation of Quebec Alzheimer Societies – Loved ones forget themselves too
L’Alzheimer è una malattia sempre più frequente tra la popolazione anziana e, purtroppo, si stima che le persone affette da questo disordine cognitivo aumenteranno del 70% entro il 2031.
La campagna mette in evidenza quanto i caregiver, spesso parenti e famigliari degli ammalati, siano sovraccaricati dal compito di assistenza.
Advertising Agency: Cossette, Montréal, Canada Photographer: Christian Tremblay
Aprile
McDonald’s – Good moments don’t need to wait
ARCOS è una campagna regionale di McDonald’s creata da DDB Colombia, il cui obiettivo è rafforzare il segmento McDelivery.
La campagna si sviluppa nelle più grandi città del continente come Santiago del Cile, Bogotà, Buenos Aires e Città del Messico, tra le altre.
Le immagini comunicano in modo così diretto che non hanno bisogno dell’ausilio di parole.
La campagna di Greenpeace diffusa in Austria mostra il grande, grandissimo potere che si nasconde dietro un dito. Si può combattere contro l’estinzione delle specie, e lasciare il segno, contribuendo con un semplice SMS.
Gli animali in pericolo ci ameranno per questo.
Advertising Agency: DDB Wien, Vienna, Austria Executive Creative Director: Thomas Tatzl Executive Creative Director: Andreas Spielvogel Creative Director: Babette Brunner Art Director: Marina Mrvka Copywriter: Jakob Paulnsteiner
Giugno
Lovespace – It’s okay
“It’s okay” è la nuova campagna sulla consapevolezza sessuale di Lovespace, che illustra in modo abbastanza esplicito il tema delle fantasie sessuali. Queste sono spesso percepite come qualcosa di volgare e sporco, qualcosa di cui vergognarsi.
Patsany ha selezionato una rosa delle migliori foto e ha sviluppato un messaggio chiave per ognuna. “Desiderare è ok” “Condividere ciò che si vuole è ok” “Sperimentare insieme è ok” “Provare insieme è ok”.
Per celebrare i giochi olimpici di Toyko, l’agenzia di Zurigo Freundliche Grüsse ha ora creato un Out of Home molto speciale per la tradizionale marca giapponese: un semplice nastro di tessuto trasforma il logo Kikkoman in una medaglia d’oro. Tanto semplice che non ha bisogno di parole.
Advertising Agency: Freundliche Grüsse, Zürich, Switzerland Creative Director: Pascal Deville Creative Director: Samuel Textor Art Director / Concept: Norihito Iida Copywriter / Concept: Christian Stüdi
Agosto
Diamonds Factory – Insta-Queens
Ti sei mai chiesto che aspetto avrebbe il profilo Instagram della regina Elisabetta I o di Maria Antonietta?
Diamonds Factory ha re-immaginato i ritratti di alcuni dei personaggi più controversi e affascinanti della storia e riassunto le loro fantastiche storie in alcuni scatti.
Queste magiche ricostruzioni mostrano Maria Antonietta, la regina Elisabetta I, Cleopatra, Boudica, Wu Zeitan, Caterina la Grande e Maria Regina di Scozia sotto una nuova luce.
Credits: In-house
Settembre
Amnesty International – Seniors’ rights
Esiste un’età in cui è giusto rinunciare ai propri diritti? Si stima che 7 anziani su dieci siano vittime di pregiudizi a causa della loro età: il fenomeno è noto come “ageismo“, a causa del quale le persone più adulte vengono considerate inefficienti e lente.
È una violenza inaccettabile, per questo la campagna invita a non aspettare di diventare “vecchi” per difendere i diritti degli anziani.
Advertising Agency: Bonjour, Bruxelles, Belgium
Creative Director: Marine Vincent
Creative: Maxim Deliège
Designer: Pierre Jadot
Photographer: Phil Van Duynen
Annunci stampa del 2021: Ottobre
McDonald’s – McDonald’s Artworks
Quando un brand diventa iconico come McDonald’s non è inconsueto che i suoi prodotti vengano rappresentati da artisti e creativi, consacrando oggetti di largo consumo e spingendoli nell’olimpo dell’arte.
Ecco, queste opere d’arte possono costare svariate migliaia di dollari, ma puoi sempre aggiudicarti il gusto dei menu del brand con gli archi dorati per pochi spiccioli.
Prime Video promuove il lancio dell’epica serie fantasy The Wheel of Time con un’affissione in 3D in live-action creata da Amplify e con la star della serie Rosamund Pike.
È la prima volta che un cartellone anamorfico viene utilizzato da una società di intrattenimento per promuovere una serie.
Prime Video ha debuttato in Piccadilly Circus, a Londra, il 15 novembre, ma l’out of home apparirà anche in siti iconici nei mercati chiave, tra cui il Big Kahuna di New York City a Times Square e il Cross Shinjuku Vision di Tokyo.
Advertising Agency: Amplify, London, United Kingdom
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/annunci-stampa-2021.jpg538958Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-12-31 09:00:582022-01-24 13:07:17Amazon, Mc Donald's e Greenpeace: i migliori annunci stampa del 2021
Gli automotive trend per il 2022 riguardano principalmente i veicoli elettronici, autonomi, connessi, e di proprietà condivisa. Tutto in ottica sostenibile.
Siamo già pronti per la transizione?
La pandemia ha cambiato la quantità di persone che viaggiano, e questo ci lascia con una secondo grande quesito: in che modo il danno economico causato dal COVID ha avuto e avrà un impatto sull’industria automobilistica?
Per comprendere ulteriormente la posizione dei consumatori e come appare la ripresa economica del settore, kadence International ha esaminato cinque tendenze significative.
Plugged In: la rivoluzione dei veicoli elettronici è in corso, ma è ancora alimentata da sussidi
In Control: l’intelligenza artificiale migliora, non sostituisce, le capacità di guida umane.
Veicoli connessi
Autisti più anziani, conducenti più giovani
Un’industria maltrattata che attraversa un’enorme incertezza
Foto Kadence.com
Secondo gli analisti di Jato Dynamics, le vendite globali di auto nuove sono diminuite di oltre il 12% nel 2020, circa il doppio del calo registrato nei dati IEA per l’anno peggiore dell’ultima crisi finanziaria (2007-2008).
Mentre questo calo è stato solo del 2% in Cina, l’industria automobilistica ha subito un duro colpo a livello globale. Francia, Germania, Regno Unito e Brasile hanno registrato cali di oltre il 20%.
Il comportamento dei consumatori è cambiato drasticamente e, mentre le vendite di nuove auto sono diminuite a causa della pandemia, il mercato dei ricambi automobilistici è fiorito mentre le persone cercavano di preservare i loro veicoli esistenti. I consumatori hanno iniziato a rimandare gli acquisti di auto di lusso, ibride e veicoli elettrici.
La prima diffusione del COVID-19 ha portato con sé una nuova tendenza innovativa: gli show room virtuali, in cui i consumatori hanno potuto trasferire tutta o almeno una parte della loro esperienza di acquisto di auto online. In molte parti del mondo, le restrizioni COVID diventeranno parte della vita a tempo indeterminato e, pertanto, questa tendenza è destinata a rimanere.
La rivoluzione dei veicoli elettronici è in corso, ma è ancora alimentata da sussidi
Come per gran parte della rivoluzione dei veicoli elettronici (EV), potrebbero essere necessari sussidi e regolamenti per l’adozione di massa dei veicoli elettrici.
In Norvegia, sussidi e agevolazioni fiscali rendono il costo di un veicolo elettrico praticamente identico a quello di un’auto non elettrica. Il 74% delle nuove auto vendute in Norvegia sono veicoli elettrici, mentre negli Stati Uniti è solo il 2%. Negli Stati Uniti e in Cina, le vendite di veicoli elettrici si sono stabilizzate quando i sussidi sono stati ridotti o eliminati gradualmente.
Nel 2021, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto un passo avanti verso la riduzione delle emissioni di gas serra firmando un ordine esecutivo volto a rendere elettrica la metà di tutti i nuovi veicoli venduti nel 2030, una mossa fatta con il sostegno delle più grandi case automobilistiche statunitensi.
Amazon ha iniziato a testare i furgoni elettrici per le consegne nel 2021.
I veicoli sono stati sviluppati in collaborazione con la start-up Rivian, che ha raccolto 8 miliardi di dollari da investitori (incluso Amazon), attraverso il suo Climate Pledge Fund da 2 miliardi di dollari. Il fondo include un accordo per l’acquisto di 100.000 veicoli elettrici dalla startup come parte della sua ambiziosa spinta per far funzionare la flotta di Amazon interamente con energia rinnovabile. Ogni furgone ha un’autonomia di 150 miglia per carica.
Prima che i consumatori si uniscano alla rivoluzione dei veicoli elettrici, vogliono sapere che esiste un piano per l’infrastruttura per le stazioni di ricarica.
Uno studio di Deloitte ha mostrato che i consumatori stavano rimandando i piani per l’acquisto di veicoli elettrici a causa del prezzo e dell’autonomia.
Foto Deloitte
Con l’autonomia per i veicoli elettrici, ora, spesso ben oltre i 400 km, a livello di strada è tutto ok, ma deve esserci un’infrastruttura per veicoli elettrici visibile in termini di stazioni di ricarica. Pertanto, al momento, gli innovatori devono affrontare i due fattori più critici:
Prezzo
Infrastruttura
Le stazioni di ricarica wireless sono una soluzione essenziale. Sebbene la tecnologia esista, le aziende non vogliono costruire l’infrastruttura senza abbastanza auto e i produttori non vogliono creare opzioni wireless più costose senza tale rete.
A oggi, quindi, l’auto elettrica deve superare due ostacoli:
il costo, che al momento la vede svantaggiata rispetto alle proposte termiche e ibride;
la rete di ricarica
I governi devono investire nelle reti di ricarica, in particolare su quelle veloci, per spostare l’interesse dei consumatori verso la mobilità elettrica.
Una volontà non sempre lineare, e proprio i dubbi sulla capacità dei singoli paesi di essere pro attivi su questo tema ha frenato molti costruttori auto a firmare alla Cop 26 di Galsgow,il documento congiunto che limita al 2040 la vendita di veicoli a combustione interna a livello globale.
Qual è la situazione in Europa? Sintetizzando la risposta, potremmo dire che l’auto elettrica è pronta per l’Europa… Ma sono i Paesi europei che non sembrano pronti per le auto elettriche.
Foto Kadence.com
Anche se Tesla ha fatto passi da gigante con le sue auto a guida autonoma, l’adozione è ancora lenta a causa di problemi di fiducia dei consumatori.
Inoltre, le auto senza conducente pongono problemi di intelligenza artificiale, di leggi ed etica e di percezione pubblica.
In questo scenario, i veicoli autonomi con sistemi di assistenza alla guida stanno diventando la norma in molti mercati.
La Cadillac Escalade Platinum di fascia alta, lanciata nell’estate 2021, è il primo veicolo a vantare la tecnologia Super Cruise di GM. Il veicolo gestisce il percorso guidando sulle principali strade mappate. Tuttavia, l’auto monitora il conducente avvisandolo se smette di prestare attenzione alla strada per più di cinque secondi.
L’intelligenza artificiale è destinata a diventare più diffusa nei veicoli, ma non bisogna avere fretta.
Finora, l’innovazione automobilistica e infrastrutturale è avvenuta principalmente a livello delle singole auto. Tuttavia, gli ingorghi e le ore di punta si verificano a livello di rete quando tutte le singole auto interagiscono.
Vediamo un cambiamento in questa direzione poiché le aziende e i pianificatori dei trasporti riconoscono l’idea dell’ “ecosistema della mobilità”, in cui le piattaforme software possono connettere, gestire e mitigare le inefficienze a livello di rete tra i servizi di trasporto e i loro utenti.
Le app di navigazione che mostrano i dati sul traffico in tempo reale sono già ampiamente utilizzate e osserviamo anche una maggiore adozione di limiti di velocità intelligenti e sistemi di semafori smart.
La prossima generazione di veicoli connessi andrà più in profondità ampliandosi con strumenti che consentono a biciclette o scooter per la mobilità di connettersi agli stessi sistemi utilizzati dalle auto. Le auto connessi rendono anche più efficiente la gestione della flotta, di autobus o veicoli commerciali.
Quali sono le implicazioni per i singoli conducenti? Perché l’ecosistema della mobilità funzioni, ogni auto richiede un’identità digitale. Tuttavia, questo presenta il problema della privacy.
L’identità digitale dell’auto può anche essere collegata all’identità distinta di guidatore, il che rende l’auto più sicura con l’accesso senza chiavi utilizzando il riconoscimento facciale o vocale e i sensori biometrici.
I sono puntati su Foxconn, il gigante manifatturiero cinese che produce l’iPhone. Foxconn sta sviluppando una piattaforma EV che qualsiasi marchio può utilizzare per portare i veicoli sul mercato, allo stesso modo della piattaforma per telefoni Android. Foxconn scommette che il vero elemento di differenziazione nel futuro mercato dei veicoli elettrici non sarà l’aspetto o le prestazioni; sarà la gamma di funzionalità connesse e capacità di intelligenza artificiale che possiedono.
Un ecosistema di mobilità connessa è una delle tendenze emergenti nel settore dei trasporti e automobilistico.
Automotive trend 2022: il cambio generazionale
Le tendenze automobilistiche influenzate dall’invecchiamento della popolazione e le mutevoli aspettative della Generazione Z stanno creando cambiamenti significativi. Per le persone anziane, l’intelligenza artificiale può aiutare a prolungare la loro vita alla guida. Per i giovani, la grande domanda è se la proprietà diminuirà a favore della condivisione e della mobilità degli abbonamenti.
I consumatori del tardo millennio e della Generazione Z sono una generazione post-proprietà: preferiscono l’affitto all’acquisto di case o veicoli. Le case automobilistiche hanno cercato di introdurre l’idea di soluzioni Mobility-as-a-Service, che sostituiscono la proprietà dell’auto con offerte di car sharing o in abbonamento a un costo inferiore.
Tuttavia, mentre la formula Mobility-as-a-Service ha registrato alcuni successi nei settori delle biciclette e degli eScooter, specialmente nelle città trafficate, è stato più difficile l’affermazione per le auto.
I modelli più attesi del 2022
Suv e sportive. Auto termiche, ibride, elettriche, ma soprattutto tanti Sport Utility tra i modelli che arriveranno sul mercato il prossimo anno: design e tecnologia che atterrano in tutte le fasce di mercato.
Non è certo una novità, ma i modelli più importanti e attesi nel 2022 rimarcano una tendenza ormai consolidata. Complice la crisi legata alla pandemia, unita all’esigenza di centrare il target sulle emissioni, i costruttori sono andati sul sicuro presentando novità dove è più forte la domanda: Suv medi e compatti, nella stragrande maggioranza dei casi, siano essi termici (pochi), ibridi o 100% elettrici.
Basti pensare che nel 2022 arriverà, verosimilmente, un Suv firmato Ferrari, il brand che fino a poco tempo fa considerava quasi come fumo negli occhi le vetture ad assetto rialzato. Gli amanti delle berline o delle station-wagon devono accontentarsi di una proposta sempre più di nicchia, anche se non mancheranno le eccezioni.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/automotive-trends-2022.jpg7211289Daniele D'Amicohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaniele D'Amico2021-12-28 12:25:052022-01-24 13:11:315 automotive trend per il 2022: le nuove strade della sostenibilità
Ogni giorno che passa ci rendiamo conto di quanti cambiamenti la pandemia abbia portato con sé in un mondo che, in qualche modo, sta cercando di adattarsi a nuovi ritmi, e questo vale anche per le imprese.
Spesso, però, i periodi di crisi si trasformano in quelli più fecondi, punto di partenza per una nuova crescita.
D’altronde lo spiegava già l’economista Joseph A. Schumpeter agli inizi del ‘900, con l’espressione distruzione creatrice, per indicare l’importanza di una perturbazione che sposta l’equilibrio del mercato, eliminando le imprese incapaci di innovarsi, segnando così lo spartiacque da una fase recessiva a una fase di crescita.
Cosa accadrà nel settore: i trend media per il 2022
L’attuale periodo, definito di “Covid lungo”, individua lo sforzo di adattamento e sperimentazione in cui i brand tentano di adattarsi ai cambiamenti intercorsi. Un periodo nel quale trovare risposta al nuovo stile di vita, agli orari più flessibili, e alla nascita del lavoro ibrido.
Il colosso giapponese della pubblicità Dentsu International ha incaricato i propri specialisti di identificare le tendenze future dei media.
Peter Huijboom, global chief executive officer, media and global clients, di Dentsu International, ha dichiarato: “Abbiamo ritenuto che quest’anno, dopo essere stati così a lungo separati da uffici e colleghi, fosse il momento giusto per dimostrare come una collaborazione e una cooperazione radicali possano anche portare coesione intorno alle migliori idee, pensieri e intuizioni.
Con così tanti straordinari specialisti nella nostra rete di media, siamo stati in grado di approfondire l’argomento e valutare veramente ogni tendenza con un occhio imparziale, sulla base di tre punti di vista molto diversi da ciascuna delle prospettive del marchio della nostra agenzia“.
Google e Apple hanno comunicato che elimineranno i cookie di terze parti, e con loro, di conseguenza, la capacità degli inserzionisti di controllare le metriche chiave, come visualizzazione e conversioni.
La comprensione del comportamento del consumatore e l’interazione con esso saranno diversi, l’azienda dovrà individuare vie alternative per non farsi trovare impreparata. Il cambiamento riguarderà gli inserzionisti, gli utenti e gli editori.
La massima priorità su cui le imprese dovranno concentrarsi sarà la tutela della privacy degli utenti.
Cosa fare in questo periodo di limbo?
Durante il prossimo anno, quindi, i marchi dovranno cercare di mantenere la vicinanza con il pubblico, iniziando una necessaria revisione dei cookie, e iniziando a capire come riempire il vuoto lasciato dai cookie di terze parti.
Facebook e Twitter stanno già chiedendo agli utenti di selezionare gli argomenti a cui sono più interessati.
Il punto di partenza sarà sempre una profonda conoscenza del consumatore, dei desideri e dei bisogni, si potrebbe esaminare, ad esempio, i dati di Google Analytics, CRM, e posta elettronica, considerando la possibilità di adottare una piattaforma di dati clienti per unire i risultati e renderne più agevole la lettura.
Senza dubbio i periodi di lockdown hanno favorito la crescita del commercio online, costringendo così i brand a rivedere le modalità di vendita e di relazione con i clienti.
Netflix, gigante mondiale dello streaming, non ha perso tempo e ha lanciato il suo primo store online, Netflix.shop, al momento disponibile solo in USA.
Un negozio digitale dedicato alle vendite di prodotti di abbigliamento e lifestyle collegati alle serie TV, escogitato dalla piattaforma per tenere alta l’attenzione su un programma, in attesa di nuove stagioni o per placare la malinconia di una fine serie.
“Siamo entusiasti di offrire ai fan un nuovo modo di connettersi con le loro storie preferite e di introdurli alla prossima ondata di artisti e designer che abbracciano il potere della narrazione in tutte le sue forme”, sottolinea Josh Simon, vice-presidente dei prodotti di consumo a marchio Netflix.
La realtà virtuale sta mostrando la propria potenza in varia campi, primo fra tutti, ad esempio, il fitness. Anche in questo caso, la permanenza forzata a casa, ha portato alla consapevolezza della possibilità di fare sport, tra le mura domestiche, come se si fosse in palestra e in compagnia.
Nella difficoltà l’uomo si ingegna, e così si è determinata anche l’esplosione delle videochiamate, diventate strumento di socializzazione primaria, accontonate, o comunque poco diffuse, prima della pandemia, saranno rivoluzionate dalla creazione degli avatar nel Metaverso, l’evoluzione di Internet, in cui Mark Zuckerberg ci sta traghettando.
4- Il brand diventa un “cittadino”
La pandemia ha mostrato in modo violento le fragilità del nostro pianeta e incoraggiato nuove opportunità di impegno per le imprese.
Nel mese di agosto 2021, gli scienziati hanno pubblicato un rapporto sull’emergenza climatica, che il quotidiano britannico, The Guardian, ha definito come “il più forte avvertimento di cambiamenti climatici inevitabili e irreversibili”.
Alle aziende è richiesto di agire secondo una responsabilità civile, sia nella produzione che nel marketing.
Un atteggiamento definito di “corporate citizenship”, ossia all’impresa si richiede di comportarsi proprio come un cittadino ed agire per il bene della collettività, pensiero già espresso dall’economista Antonio Genovesi nel lontano ‘700, e oggi più che mai attuale.
Alcune aziende, tra le quali spiccano Samsung, Nike e Levi’s, stanno abbracciando concetti come riutilizzo, rivendita e riparazione, per aiutare i consumatori a vivere in modo sostenibile.
L’importante è non perdersi in un giro di parole non seguite dai fatti, non si può fingere, occorrono ricerche approfondite ed un impegno concreto e costante da parte delle imprese, che non si esaurisca in poche azioni circoscritte.
Non avere paura di prendere posizione e impegnarsi attivamente, è ciò che i consumatori-cittadini richiedono a gran voce.
Parola d’ordine: community
Secondo il ReportSocial Media Trends 2022 di Talkwalker e Hubspot, i consumatori, sempre più al centro dell’attenzione, vogliono essere coinvolti, per questo l’obiettivo del brand dovrà essere rivolto a creare una community quanto più possibile reale.
I social hanno ribaltato la visione tradizionale della pubblicazione di contenuti caricando di valore la produzione degli utilizzatori.
Primo fra tutti TikTok, nel cui imminente futuro, si prevede l’ampliamento delle funzionalità legate allo shopping.
Il primo passo da fare è quello di capire quale sia il social media più utilizzato dal proprio pubblico, e successivamente coinvolgerlo con contenuti co-creati e challenge, che al momento sembrano spopolare, soprattutto fra i più giovani.
L’influencer, continuerà ad essere una figura rilevante, in grado di raggiungere un livello di “influenza”, che da solo il brand non riuscirebbe ad eguagliare. Anche se si opera in una piccola realtà, il consiglio è di affidarsi comunque ad un influencer adatto alle dimensioni aziendali, che possa coinvolgere una nicchia di mercato importante. Attenzione che la figura prescelta rispecchi però i valori aziendali.
Tra il 2020 e il 2021 abbiamo assistito ad un repentino cambiamento nella produzione dei contenuti social, la necessaria distanza fisica ha fatto la fortuna di nuovi format, come i video live e gli audio, in particolare, il poadcast, è diventato il formato adatto anche allo studio e al lavoro, oltre che al tempo libero.
Se coinvolgere il pubblico sarà l’attività principale delle imprese, l’omnicanalità sarà la strada giusta da percorrere per il successo.
Il brand ha bisogno di creare connessione attraverso una comunicazione unica, coerente e sinergica, realizzata sui vari canali disponibili, secondo il pubblico di riferimento.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/12/Trend-media-2022-copertina.jpg7461324Ilenia Vallerianihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIlenia Valleriani2021-12-27 10:14:312022-01-24 13:34:25I trend media per il 2022: cosa devono sapere i brand
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