La Borsa del Cavolo di Esselunga è diventata subito un must have.
Dopo le coloratissime sneaker di Lidl e la capsule collection di Eurospin, la shoulder bag del concorso “Cavolo, che borsa!” ha fatto impazzire gli utenti di Instagram.
Lanciata dalla talent di Instagram, Camilla Boniardi, meglio conosciuta come Camihawke, la borsa con tracolla ha proprio la forma e l’aspetto di un ortaggio: il cavolo, appunto.
L’influencer ha immaginato e mostrato un outfit al quale abbinare l’ambito trofeo: una sorta di “insalata di vestiti”.
Le borse-cavolo esaurite in 3 minuti
Per aggiudicarsi uno dei 99 prodotti in edizione disponibili, Esselunga ha lanciato un contest su Instagram il 21 settembre. Era sufficiente seguire i pochi semplici passaggi indicati in questo form:
registrarsi al concorso nell’area dedicata, compilando in ogni sua parte i campi, indicati come obbligatori, presenti nell’apposita maschera elettronica (a titolo esemplificativo nome, cognome e indirizzo e-mail, etc…)
accettare la partecipazione al concorso mediante l’approvazione del regolamento e prendere visione dell’informativa per il trattamento dei dati, ultimando per intero la modalità di registrazione secondo quanto indicato sul sito.
Come accaparrarsi la Borsa del Cavolo di Esselunga
Non sei riuscito a essere tra i velocissimi e fortunati vincitori della borsa in edizione limitata di Esselunga? Non è il caso di disperarsi: c’è ancora una possibilità di sfoggiare l’ambito oggetto del desiderio agli aperitivi con le amiche.
Oltre al contest in cui i 99 prodotti disponibili sono andati immediatamente esauriti in soli tre minuti, è infatti prevista l’estrazione di una ulteriore Shoulder Bag del valore di € 286,88 + IVA, il 30 settembre, tra tutti coloro che si saranno registrati al servizio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/borsa-del-cavolo-di-Esselunga.jpg532991Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-09-23 08:32:302022-09-25 19:56:15La Borsa del Cavolo di Esselunga esaurita in pochi minuti
Pico, società controllata da ByteDance, ha presentato il suo ultimo headset per la realtà virtuale.
Il Pico 4 sarà inizialmente disponibile in Giappone, Corea del Sud, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia e altri otto Paesi europei.
Pico non ha ancora rivelato i piani di rilascio negli Stati Uniti, ma punta a portare il dispositivo a Singapore e in Malesia entro la fine dell’anno e in Cina in un secondo momento.
Gli headset, dotati di processore Qualcomm XR2, GPU Adreno 650 e 8 GB di RAM, possono essere utilizzati come dispositivo indipendente stand-alone. Pico sostiene che la batteria, che si trova nel cinturino posteriore per aiutare a mantenere l’equilibrio, garantisce circa tre ore di utilizzo con una singola carica, come rilevato da The Verge.
Il dispositivo pesa 295 grammi senza il cinturino e 586 grammi quando è collegato.
Pico è anche per il gaming
È anche possibile collegare il dispositivo a un PC da gaming per esperienze VR di livello superiore. Uno step necessario per sfruttare appieno i doppi display, che offrono una risoluzione superiore al 4K con 4.320 x 2.160 pixel per ciascun occhio. Secondo Pocket-lint, i display hanno un refresh rate di 90 Hz e un campo visivo di 105 gradi.
Pico 4 utilizza il tracking interno all’esterno senza bisogno di beacon esterni. Viene fornito con i controller di movimento Pico 4 (con la funzione di vibrazione incorporata) ed è dotato di quattro telecamere esterne, come sottolinea Road to VR. Secondo il sito web di Pico, il dispositivo offrirà un passthrough a colori – qualcosa su cui Meta sta lavorando per il suo headset Project Cambria.
Anche sport, concerti e TikTok in modalità immersiva
Dato che ByteDance possiede anche TikTok, non dovrebbe sorprendere la possibilità di visualizzare i video sul dispositivo e dal dispositivo. Sarà infatti possibile condividere esperienze VR anche su TikTok.
Pico sta lavorando per portare sulla piattaforma anche sport dal vivo e “concerti basati su avatar”.
Per quanto riguarda i giochi, ce ne sono già 165 nello store di Pico e ogni settimana se ne aggiungono altri. Gli headset supporteranno giochi del calibro di Peaky Blinders: The King’s Ransom, Demeo, The Walking Dead: Saints & Sinners, All-in-One Summer Sports VR e Just Dance VR (che arriverà nel 2023 come esclusiva Pico). È previsto anche il supporto per SteamVR.
Il suo Metaverso potrebbe arrivare prima di Horizon
Nel frattempo, l’anno prossimo è previsto il lancio di un’esperienza in stile metaverso chiamata Pico Worlds. A differenza di Horizon Worlds di Meta, gli avatar di Pico sembrano avere le gambe.
Considerando il prezzo e le specifiche, Pico sta cercando di competere con Meta Quest 2 (Meta ha recentemente aumentato il prezzo di ben 100 dollari).
Resta da vedere se il marchio potrà competere con Meta sul fronte dei contenuti. È improbabile che gli utenti possano giocare a Beat Saber, per esempio, uno dei giochi più popolari di Oculus, anche se Bytedance ha svelato il suo ultimo dispositivo poche settimane prima della presentazione di Meta del suo dispositivo di fascia alta al Connect: Project Cambria.
Quanto costa Pico
Pico 4 con 128 GB di memoria costa 429 euro (circa 422 dollari). Un modello con capacità di memoria doppia costerà 499 euro (circa 491 dollari). I preordini saranno aperti il mese prossimo e i prodotti saranno spediti il 18 ottobre.
L’azienda prevede anche di rilasciare alcuni accessori l’anno prossimo, tra cui un fitness tracker più preciso, un dongle wireless per la connessione al PC e una custodia per il trasporto.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/pico-visore-metaverso.jpg7961627Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-09-23 08:00:282022-09-23 08:25:46Bytedance sfida Meta e lancia un visore VR per il Metaverso
The Line Neom: la città verticale a impatto zero. Sua Maestà Mohammed Bin Salman, principe ereditario del Regno, ha deciso di dare una nuova immagine e un ulteriore slancio all’Arabia Saudita.
Nell’ambito del programma Vision 2030, infatti, prenderà vita la città verticale in linea. The Line, questo il nome del progetto, sarà lunga 170 chilometri e larga solo 200 metri.
Il progetto Neom si ergerà nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, a 500 metri sul livello del mare.
Qui vivranno molteplici comunità, per un totale di 9 milioni di residenti, occupando un’area costruita di soli 34 chilometri quadrati.
Un progetto, che fin dagli esordi, promette di abbattere l’incidenza infrastrutturale creando un’efficienza sbalorditiva.
Neom: la città verticale più lunga al mondo
“Neom è uno dei progetti più importanti di Saudi Vision 2030 e The Line è un’affermazione del nostro forte impegno nel presentare un progetto al mondo intero, Neom è un luogo per coloro che sognano un domani migliore”, questa è la dichiarazione che il principe ereditario ha espresso in conferenza stampa.
Il progetto, del valore di un trilione di dollari, pare dia la possibilità di affrontare i problemi che la vita urbana, oggi, impone.
Una sfida che il visionario Mohammed Bin Salam ha deciso di portare avanti affermando che “non possiamo ignorare la vivibilità e le crisi ambientali che affliggono le città del nostro mondo e Neom è in prima linea nel fornire soluzioni nuove e fantasiose per affrontare questi problemi”.
The Line: un nuovo concetto di design urbano
Il proscenio sembra davvero promettente. Così come sorprendente è il design proposto.
La facciata, interamente specchiata, consentirà alla struttura avveniristica di fondersi con la natura in modo del tutto invisibile.
Incarnando il modello di Zero Gravity Urbanism, abitazioni, luoghi pubblici, aree pedonali, scuole, luoghi di lavoro sono stratificati verticalmente, consentendo ai cittadini di muoversi senza sforzo e di spostarsi in maniera agevole senza necessità di mezzi di trasporto.
Neom, priva di strade e auto, sarà una città a impatto zero. La drastica riduzione di emissioni Co2 nell’atmosfera la renderà una città unica al mondo.
I residenti avranno accesso a tutte le strutture entro cinque minuti a piedi, oltre a un treno ad alta velocità con un transito end-to-end di 20 minuti.
Disporrà invece di sentieri mescolati con la natura e gli ecosistemi naturali.
In questo modo la città non sarà piatta e orizzontale come quelle tradizionali, con l’obiettivo di raggiungere l’armonia tra lo sviluppo urbano e la conservazione della natura.
The Line Neom: la rivoluzione dell’architettura urbana
La città verticale saudita si appresta a diventare, già nelle intenzioni progettuali, un ecosistema privo di effetti nocivi in cui ristorarsi e rintracciare scampoli di benessere fisico e mentale.
Insomma, la panacea allo stress quotidiano che ìmpera in contesti urbani old style.
Il complesso è il primo tassello di un immenso progetto di transizione energetica che si basa su pilastri fondamentali come la diversificazione economica, il progresso tecnologico e il miglioramento della qualità della vita.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/300034870_442904337881624_6471142458229908748_n.jpg6001579Luca Arlottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Arlotto2022-09-22 07:40:352022-09-22 07:40:52The Line Neom: la città verticale a impatto zero in Arabia Saudita
Durante la presentazione dell’attesissimo trailer del film La Sirenetta, in uscita nelle sale nel 2023, Disney ha rivelato che Ariel sarà interpretata dalla cantante e attrice afroamericana Halle Bailey.
La scelta di una professionista nera ha da subito generato numerose polemiche sui social, animate prevalentemente da pregiudizi razziali.
I leoni da tastiera si sono appellati a numerose teorie: dall’impossibilità di una sirena nera all’ormai gettonatissimo e stucchevole “politicamente corretto” a tutti i costi.
Eppure, a fare da controcanto a queste critiche, ci sono le reazioni delle bambine e dei bambini afroamericani che si sono commossi ed emozionati vedendosi finalmente rappresentati sul grande schermo nel live action di uno dei cartoni animati più amati al mondo.
Cosa c’entra tutto questo con il marketing inclusivo? C’entra eccome
“Inclusione non significa combattere formalmente stereotipi triti e offensivi, ma significa offrire a personaggi di qualsiasi ambiente socioculturale l’opportunità di raccontare la propria storia, senza renderla la storia principale”.
Con poche e semplici parole Shonda Rhimes descrive perfettamente il senso della narrazione inclusiva: dare dignità ad ogni tipo di storia e ad ogni tipo di persona.
Ecco perché Ariel interpretata da un’attrice afroamericana ha un potere così forte, così come lo ebbe, con annesse polemiche, il ruolo nei panni di Lupin dell’attore senegalese Omar Sy.
In questo diverso approccio alla rappresentazione, la pubblicità gioca un ruolo fondamentale, sia per la sovraesposizione che ha il pubblico a questo genere di narrazione, sia per l’impatto che ha nell’influenzare i comportamenti delle persone.
Cos’è il marketing inclusivo
MJ De Palma, responsabile del marketing multiculturale e inclusivo per Microsoft Advertising, lo ha definito “come il marketing che può evidenziare o risolvere un aspetto della diversità dove si verifica l’esclusione”.
In altre parole le campagne di marketing inclusivo hanno l’obiettivo di parlare a tutte le persone, anche quelle emarginate o sottorappresentate, ma lo fa rompendo gli stereotipi e facendo arrivare a quei gruppi il messaggio che il brand li vede, li capisce e, di conseguenza, parla di loro e a loro.
Perché tutto questo diventa un valore aggiunto nella comunicazione di un brand? Perché il punto fondamentale di questa strategia sono proprio le persone.
KPI, dati, analisi, performance, investimenti. Spesso ci dimentichiamo che, al di là dei numeri, ci sono essere umani reali con esigenze reali.
Ecco allora che il marketing, per essere efficace, deve tenere in considerazione la diversità in ogni sua forma.
E quando parliamo di diversità ci riferiamo a 7 aree: genere e identità di genere, disabilità, età, etnia, orientamento sessuale e affettivo, status socio-economico, religione o credo.
L’esempio LGBTQIA+ friendly di IKEA
Quanto è potente il messaggio di un brand come IKEA che, nella giornata mondiale contro l’omolesbobitransafobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, decide di lanciare un messaggio contro la discriminazione delle persone LGBTQIA+. Casa Puoi Essere Tu, questo il claim della campagna, è l’invito a far sentire accolto chiunque, a prescindere dal proprio orientamento sessuale e dalla propria identità di genere.
I più maliziosi potrebbero pensare che sono solo belle parole. In realtà IKEA si impegna attivamente con veri e propri piani di inclusione a livello globale e, inoltre, supporta associazioni che ogni giorno si impegnano contro le discriminazioni della comunità, come ad esempio l’Associazione Quore, impegnata nel settore del co-housing per le persone LGBTQIA+ che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione in seguito al coming out.
Questo è un punto chiave, non basta fare una bella campagna se non è supportata da fatti veri, capaci di ridurre le distanze per i gruppi marginalizzati . A meno che ci si voglia imbattere nel tortuoso e anche abbastanza tossico mondo del woke washing, ossia della strumentalizzazione dell’inclusione a meri fini commerciali.
D’altra parte, l’inclusività non fa bene solo all’immagine di un brand ma anche alle sue economie. Infatti, secondo un sondaggio condotto da Microsoft, il 70% dei giovani si fida maggiormente delle aziende che rappresentano la diversità nella loro comunicazione. Addirittura il 54% dei millennial afferma di preferire un marchio inclusivo rispetto ad un concorrente. Il 49%, invece, ha smesso di acquistare prodotti di aziende che non rispettano i valori in cui crede.
Questi dati sono confermati anche da Salesforce, secondo cui il 90% dei clienti crede che le aziende debbano avere la responsabilità di guardare oltre il profitto e impegnarsi a costruire un mondo migliore.
Un recente studio globale sulla diversità nel marketing ha dimostrato che il 72% delle persone pensa che la maggior parte delle pubblicità non rispecchia il mondo che li circonda e il 63% non si vede proprio rappresentato.
Le pubblicità spesso promettono di risolvere i problemi dei consumatori, ma come può un’azienda essere credibile se neanche riesce a rappresentare il suo pubblico?
Non si tratta solo di vezzi o di fronzoli, si tratta di arrivare al cuore delle persone, perché è questo che si aspettano oggi da un brand.
Le persone non comprano più solo ciò che gli piace, ma scelgono ciò in cui credono e che sostengono. Dovrebbero farlo anche le aziende.
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Vuoi saperne di più sul Marketing Inclusivo? Dai un’occhiata a questi articoli
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/marketing-inclusivo-la-sirenetta.jpg7201200Silvia Tassonehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSilvia Tassone2022-09-21 12:00:452022-09-22 09:16:42Marketing inclusivo, perché i brand non possono ignorarlo
Il podcast di Barbie arriva ad aumentare l’offerta dei contenuti audio.
L’amatissimo personaggio di casa Mattel, che ha ormai superato da tempo i suoi “limiti fisici” di fashion doll grazie a un intero ecosistema di storie, personaggi, ambientazioni, produzioni cinematografiche e per streaming, può contare ora su un appuntamento audio per accompagnare i fan anche mentre guidano per andare al lavoro o si rilassano in soggiorno.
Già, perché i fan della celebre creazione nata nel 1959 con il nome di Barbara Millicent Roberts non sono affatto solo bambini, ma un gruppo variegato di età in tutto il mondo.
Dal 1959 Barbie ha spesso rappresentato il mondo femminile (e maschile) con le sue evoluzioni, strizzando l’occhio ai cambiamenti della società e puntando a diventare un punto di riferimento capace di ispirare generazioni di bambine.
Non fa eccezione questa nuova avventura in chiave audio: Barbie, insieme alla sua amica Brooklyn e alla sua sorellina Chelsea, in ogni puntata racconterà la storia di una role model, una donna straordinaria che è riuscita a realizzare i propri sogni e a distinguersi in modo unico e speciale nella scienza, nella cucina, nello sport, nella moda o nell’imprenditoria.
Il messaggio di questa produzione è chiaro: contribuire a superare il Dream Gap, il fenomeno a causa del quale le bambine, già all’età di 5 anni, percepiscono la differenza di atteggiamento della società nei confronti dei coetanei maschietti e tendono a ridimensionare le proprie aspirazioni.
Infatti, la serie di sei appuntamenti audio, in onda a cadenza settimanale ogni giovedì, hanno il titolo “Con Barbie, Puoi essere tutto ciò che desideri“. Le puntate, di circa 8 minuti l’una, saranno disponibili su tutte le principali piattaforme (Spotify, Amazon Music, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcast).
Nel primo episodio, che puoi ascoltare qui, Barbie “Malibù” e Barbie “Brooklyn” raccontano la storia di una role model che fin da bambina aveva il grande sogno di andare alle Olimpiadi e che non si è fatta fermare dagli ostacoli della vita.
Si parte infatti con Bebe Vio, amatissima campionessa paralimpica che ha fatto incetta di medaglie nel campo della scherma, capace di ispirare schiere di fan, grandi e piccini, con il suo esempio positivo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/podcast-di-barbie.jpg7201200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-09-21 07:50:532022-09-21 12:13:26Parte il podcast di Barbie: racconterà storie di donne straordinarie
Anche Meta si sta preparando a gestire il flusso di informazioni e condivisioni di contenuti per le elezioni italiane di settembre.
In prossimità del giorno delle elezioni, l’azienda attiverà dei promemoria per informare le persone e reindirizzarle al sito web del Ministero dell’Interno.
Nel frattempo, sta collaborando con fact-checker indipendenti per aiutare le persone ad accedere a informazioni affidabili sulle elezioni e ridurre la diffusione di disinformazione e ha attivato un centro operativo virtuale al fine di identificare potenziali minacce in tempo reale e prendere provvedimenti in tempi rapidi.
“Negli ultimi anni, abbiamo aumentato i nostri sforzi per combattere la disinformazione investendo in team, tecnologie e partnership per garantire la sicurezza delle persone che utilizzano le piattaforme di Meta” si legge nel comunicato stampa ufficiale. “Questi sforzi si stanno intensificando con l’avvicinarsi delle elezioni e il nostro lavoro per proteggere l’integrità delle nostre piattaforme continuerà anche dopo il voto“.
Rimuovere contenuti che violano le policy della piattaforma sulla disincentivazione al voto, ad esempio post che scoraggiano le persone ad andare votare, è una delle numerose risposte contro
potenziali interferenze nel processo elettorale. Meta adotta anche diverse misure per prevenire i discorsi d’odio o l’incitamento alla violenza.
Attualmente, il 99,7% degli account falsi che Facebook rimuove vengono eliminati dall’intelligenza artificiale prima ancora che vengano segnalati dagli utenti. Inoltre, vengono bloccati network che utilizzano account falsi in modo coordinato per influenzare il dibattito pubblico.
È stato anche attivato un centro operativo virtuale per le elezioni dedicato all’Italia, un’iniziativa implementata a partire dal 2018, che riunisce esperti di tutta l’azienda: persone
specializzate in intelligence, data science, ingegneria, ricerca, attività operative, policy e team legali. Questi team lavorano insieme per identificare in tempo reale potenziali minacce sulle piattaforme, accelerando i tempi di risposta.
Collaborare con le Istituzioni
Meta sta collaborando con il Ministero dell’Interno per informare le persone in vista delle prossime elezioni. Verranno pubblicati dei promemoria elettorali su Facebook che reindirizzeranno gli utenti al sito web del Ministero dell’Interno dove potranno trovare informazioni attendibili sulle elezioni.
Su Instagram gli utenti avranno invece a disposizione 3 nuovi adesivi creati dalla talentuosa illustratrice e artista multidisciplinare, Olimpia Zagnoli, per ricordare l’importanza del voto.
Facendo un clic sugli adesivi condivisi nelle Storie Instagram, le persone potranno accedere al sito web del Ministero dell’Interno e ottenere, ancora una volta, informazioni sulle elezioni.
“Ho contribuito a questo progetto nel tentativo di ricordare a tutti l’importanza del voto e l’ho fatto usando la forma che mi riesce meglio: il disegno. Le immagini che ho scelto sono vivaci e colorate e rappresentano un segno di speranza per il futuro”, ha spiegato Olimpia.
Combattere la disinformazione
Per verificare la veridicità dei post segnalati e assicurarci che non violino gli Standard della Comunità, Meta collabora con organizzazioni indipendenti di fact-checking: Pagella Politica, Facta e Open.
Quando i fact-checker segnalano un post come falso, viene ridottala visibilità su Facebook e Instagram e aggiunta un’etichetta con un link del fact-checker che offre alle persone maggiori informazioni sul contenuto analizzato.
Poiché i messaggi su WhatsApp utilizzano la crittografia end-to-end, la disinformazione su WhatsApp viene combattuta attraverso misure atte a ridurre la viralità dei messaggi.
I messaggi inoltrati su WhatsApp sono identificati da un tag. Dal 2020, i messaggi che sono stati inoltrati cinque o più volte possono essere inoltrati a una sola chat, e questo ha portato a una riduzione globale del 70% del numero di messaggi inoltrati di frequente.
Quest’anno, è stato introdotto un nuovo limite per inoltrare i messaggi su WhatsApp: adesso, ogni messaggio inoltrato può essere inoltrato nuovamente a un solo gruppo WhatsApp alla volta.
Trasparenza negli annunci pubblicitari
Nel 2018 sono stati lanciati diversi strumenti di trasparenza per le inserzioni su temi politici ed elezioni su Facebook e Instagram.
Dal 2019, viene infatti richiesto agli inserzionisti che desiderano pubblicare annunci su temi sociali, elezioni o politica in Italia di completare un processo di autorizzazione e includere il disclaimer “Finanziato da” su questi annunci.
Tutti i post con il disclaimer “Finanziato da” confluiscono nella Libreria delle Inserzioni, nella quale rimangono archiviati per sette anni. Questo strumento è accessibile a tutti e fornisce informazioni dettagliate sugli annunci politici, tra questi l’account che ha creato l’annuncio, i dati demografici del pubblico e una stima dell’investimento.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/adesivi-meta-elezioni-2022.jpg539850Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-09-20 13:57:122022-09-22 09:09:11Come Meta si sta preparando alle elezioni italiane del 2022
La nuova campagna autunno-inverno 2022-2023, Gucci Exquisite, è un omaggio al regista Stanley Kubrick (1928-1999), uno dei più noti cineasti della storia del cinema.
Diretta dai fotografi Met & Marcus e dall’art director Christopher Simmonds, la collezione rielabora, mescola e riassembla i capolavori dell’artista, creando un originale connubio tra moda e cinema, con un richiamo all’arte.
Gucci: l’influenza di Kubrick
Il direttore creativo della maison italiana, Alessandro Michele, ha definito la campagna un “atto d’amore” nei confronti del regista, fonte di ispirazione per le sue creazioni.
“Quello che ha prodotto fa parte dell’immaginario collettivo”, spiega Michele, “il suo essere un rabdomante della visione ha reso le sue opere riconoscibili al pari della Cappella Sistina, della Vergine delle Rocce o dei Simpson. Manipolarne le immagini rilanciandole all’interno di un inedito quadro semantico, assume lo stesso senso che può avere un hackeraggio della Gioconda. Con l’aggiunta dell’afflato e del coinvolgimento empatico che solo la macchina della finzione cinematografica riesce a produrre”.
L’obiettivo di mescolare il lusso e la moda every day life, espressione del consumo di massa, è stato colto in pieno: i capi risultano iconici e raffinati ma allo stesso tempo appartenenti alla cultura popolare.
Un’operazione alternativa per rendere il brand meno d’élite e più popolare.
Il passato esplode nel presente
La storia e i vissuti si mescolano nelle fotografie di Gucci, realizzando un’esplosione del passato nel presente, come afferma la casa di moda, “Tutto può diventare qualcos’altro. Come in quella famosa scena del capolavoro di Kubrick in cui l’osso si trasforma in un’astronave. Come nella vita”.
I modelli del marchio esprimono il tentativo di rendere pop la cultura con una chiara attenzione alla creazione dell’esperienza per il consumatore, condizione prioritaria per le aziende del mercato contemporaneo, “nelle sequenze selezionate è come se Nietzsche, Kant e Freud dialogassero con la strada. Le più grandi domande sul senso della vita diventano immagini pop. Trasfigurazioni complesse sul piano del significato si trasformano in eccessi immediati sul piano dell’esperienza” aggiunge Michele.
Gli stessi paradossi del genere umano rappresentati dal genio di Kubrick nelle pellicole (come il distopico che diventa parodia e il dramma che si trasforma in commedia), vengono ripresi da Gucci nella creazione degli abiti. È lo stesso direttore creativo ad ammettere di essere affascinato dalla capacità del mondo del cinema di raccontare storie e scavare nel reale.
“Ho sempre pensato alle mie collezioni come a dei film capaci di restituire una cinematografia del presente, una partitura di storie, eclettiche e dissonanti, capaci di sacralizzare l’umano e la sua capacità metamorfica” sottolinea lo stilista.
L’abito è lo strumento con il quale narriamo chi decidiamo di essere e mette in forma i nostri desideri, come affermato già nei primi del ‘900 del sociologo Simmel, non è solo un pezzo di stoffa ma una forma di comunicazione.
I film che hanno ispirato Gucci
Alessandro Michele spiega di aver risemantizzato le pellicole del regista con i suoi vestiti, per creare dei “seducenti corto-circuiti”, ammirato dalla capacità di Kubrick di cimentarsi su temi sempre diversi.
Negli scatti della campagna il richiamo alla ricontestualizzazione di alcuni dei più celebri film di Kubrick è immediato: l’abito disegnato dalla designer Laura Whitcomb con cui Madonna si presentava negli anni ’90 è inserito nelle scene gotiche di Shining; il costume Adidas riadattato in un ampio abito vittoriano nella scena di Barry Lindon; una pelliccia con un filo di perle, dallo stampo borghese, compare nell’ambientazione di Eyes Wide Shut; in Arancia Meccanicavengono inserite delle scarpe dallo stile anni ’90, e ancora, un lussuoso vestito da sera, in tulle, compare nell’ambiente distopico di 2001: Odissea nello spazio.
Non è un caso che il direttore creativo di Gucci abbia voluto come compagna di lavoro per la collezione Exquisite, Milena Canonero, 4 volte Premio Oscar per i Costumi (il primo vinto nel 1976 proprio con Barry Lindon).
“Ha accolto il mio invito a ripercorrere alcune scene che l’hanno consacrata come astro indiscusso della storia del consumo cinematografico. La sua presenza in questo progetto è per me un dono commovente e preziosissimo” specifica Michele.
Gucci non è certo la prima casa di moda a collaborare con il cinema, il fortunato binomio prende vita già prima degli anni ’50, probabilmente con l’istituzione del Premio Oscar per i costumi nel 1948.
Pensiamo ad Audrey Hepburn musa di Givenchy o Marlene Dietrich vestita Dior, ma non solo.
Nel 2013, ad esempio, in occasione del film Il Grande Gatsby, il regista Baz Luhrmann, affidò i costumi della volubile Daisy Buchanan, alla stilista Miuccia Prada e la costumista Catherin Martin. Furono realizzati più di 40 look per l’attrice Carey Mulligan, ispirati ai ruggenti anni ’20 con un tocco di contemporaneità.
Alla Fahion Paris Week 2020, lo scomparso direttore creativo di Louis Vuitton, Virgil Abloh, omaggiò il film The Truman Show, riproponendo in passarella la scalinata percorsa nel film dall’attore Jim Carrey.
Non solo abiti però, Chopard ha recentemente lanciato l’occhiale da sole Cannes 2020 ispirato al celeberrimo film Colazione da Tiffany, che ricordano l’eleganza dell’affascinante Holly, protagonista della pellicola.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/foto-1.jpg453700Ilenia Vallerianihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIlenia Valleriani2022-09-20 09:30:202022-09-20 13:57:57Gucci omaggia il cinema di Stanley Kubrick nella nuova campagna Gucci Exquisite
Walmart sta offrendo un’esperienza di shopping online più intima grazie a uno strumento di prova virtuale che consente agli utenti di vedere come appaiono i vestiti sul proprio corpo. Si tratta di camerini virtuali che ti consentono di applicare gli abiti direttamente sulle tue foto.
La nuova funzione, lanciata per il momento solo per gli utenti iOS sull’app Walmart, arriva dopo che il gigante della vendita al dettaglio ha acquisito la startup di camerini virtuali Zeekit nel 2021.
A marzo Walmart ha presentato la tecnologia “Choose My Model“, che consente ai clienti di scegliere tra 50 modelli di taglie diverse per vedere come i vestiti si adattano a un corpo simile al proprio.
Ora, nella fase successiva, “Be Your Own Model“, gli utenti potranno provare più di 270.000 articoli sul proprio corpo (ma dovranno prima spogliarsi della biancheria intima o degli indumenti aderenti perché la funzione funzioni con precisione).
“Questa esperienza consente ai clienti di utilizzare le proprie foto per visualizzare meglio l’aspetto dei capi d’abbigliamento e crea una possibilità molto interessante per i clienti“, ha dichiarato Denise Incandela, vicepresidente esecutivo di Walmart per l’abbigliamento.
Cosa cambia con i camerini virtuali di Walmart
A differenza delle tecnologie precedenti che sovrapponevano una foto a un’altra per la prova virtuale, Walmart afferma che “Be Your Own Model” utilizza algoritmi e apprendimento automatico per simulare una vestibilità più realistica.
“Walmart è il primo a offrire un’esperienza di prova virtuale per i marchi di abbigliamento su larga scala, ed è l’applicazione più realistica che abbia mai visto“, ha dichiarato Incandela.
Walmart è l’ultimo rivenditore a lanciarsi nella tendenza della prova virtuale.
Ad agosto, Amazon ha lanciato un servizio di realtà aumentata che consente ai clienti di provare virtualmente le scarpe, e altri rivenditori come Macy’s e Adidas hanno già collaborato con Zeekit per sperimentare la realtà virtuale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/camerini-virtuali-di-walmart-in-realta-aumentata.jpg561856Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-09-19 13:28:592022-09-20 09:50:36Diventi un modello con le tue foto: arrivano i camerini virtuali di Walmart
Zoom ha presentato un’identità nuova di zecca e alcuni aggiornamenti dei suoi prodotti digitali.
Quella che era nata come una semplice app per video meeting si è rapidamente trasformata negli ultimi anni. Complici la Pandemia globale e la necessità di connessione che hanno accelerato la crescita della piattaforma in maniera vertiginosa.
La trasformazione di Zoom è in pieno divenire. Oggi è possibile utilizzare i suoi servizi per connettere il proprio team online e offline, reinventare gli spazi di lavoro, coinvolgere nuovi pubblici, soddisfare i clienti e contribuire all’innovazione. Tutto dalla medesima piattaforma.
L’evoluzione è graduale ma perpetua, ci sono infatti ancora tante novità in arrivo. I primi segnali di cambiamento possiamo trovarli nel nuovo look e nell’innovazione dell’offerta prodotti.
Le aspettative dei professionisti sono cambiate, soprattutto con la diffusione del lavoro a distanza e l’avvento di quello ibrido. La comunicazione avviene attraverso più canali e la collaborazione naviga velocemente percorrendo gli oceani.
A rendere tutto più agile ci pensa Team Chat, ex Zoom Chat, il tool che consente alle persone di connettersi facilmente tra luoghi, spazi e dispositivi, migliorando ulteriormente il lavoro di squadra e la collaborazione.
TeamChat va oltre la messaggistica istantanea.
È un potente hub di collaborazione che sfrutta la comunicazione one-to-one e le chat di gruppo, nonché i canali per integrare flussi di lavoro, tenere traccia dei progetti e connettere le parti interessate.
La chat è la spina dorsale della collaborazione negli ambienti di lavoro ibridi e flessibili di oggi.
È qui che i team tengono traccia dei progetti, creano cultura e collaborano istantaneamente e in modo asincrono. Sempre in chat i team iniziano e finiscono le loro giornate lavorative. Le chat sono ormai radicate nel nostro quotidiano.
Secondo un sondaggio del 2022 condotto da Morning Consult per conto di Zoom:
Il 95% concorda che i servizi di messaggistica sono importanti per chi si trova in un ambiente remoto/ibrido
L’86% ha indicato che i servizi di messaggistica sono molto importanti per la propria organizzazione
Il 90% ha riferito di utilizzare quotidianamente un servizio di messaggistica
La collaborazione è al centro della creatività umana.
La nuova tecnologia aiuta i team dislocati a consolidare i flussi di lavoro e ad aumentare l’efficienza consentendo alle persone di lavorare meglio insieme.
Con un solo tocco è possibile accedere a riunioni virtuali, telefonate, lavagne interattive e altro ancora.
Team Chat riunisce messaggistica, condivisione di file, integrazioni di terze parti, video, chiamate e lavagna in un unico posto per semplificare il modo di collaborare.
Inoltre, è un prezioso strumento di comunicazione esterna con funzioni specifiche.
Fornisce un’esperienza di comunicazione continua e sicura per i contatti esterni, inclusi consulenti, fornitori, clienti e altro ancora.
Zoom continua ad evolvere le altre aree del suo portafoglio per soddisfare le esigenze attuali ed emergenti.
Solo quest’anno sono stati introdotti tre nuovi prodotti per migliorare la collaborazione visiva, l’esperienza cliente e i flussi di vendita:
Zoom Whiteboard: una tela digitale persistente su cui i team possono fare brainstorming e collaborare da più sedi e dispositivi
Zoom Contact Center: la piattaforma di contact center omnichannel ottimizzata per i video, che aiuta le aziende a fornire un’assistenza clienti rapida e altamente personalizzata
Zoom IQ for Sales: una soluzione di Conversation Intelligence per Zoom Meetings e Zoom Phone che utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare le conversazioni dei clienti, far emergere informazioni chiave e potenziare i team di vendita
La nuova identità
L’identità visiva di Zoom è in aggiornamento, inclusa la tavolozza dei colori, la tipografia, le icone dei prodotti e il resto.
In particolare, sono stati aggiornati il core blue di Zoom per migliorare la leggibilità e migliorare l’accessibilità sulla piattaforma.
Per l’occasione l’azienda ha creato una versione ampliata del suo logo in cui ogni “o” rappresenta un prodotto diverso: Team Chat, Rooms, Events, Meetings, ecc.
L’espansione del portafoglio di prodotti si riflette anche nel marchio. Nella nuova fase il brand Zoom spiegherà meglio ai clienti attuali e potenziali i vantaggi della piattaforma di comunicazione. A partire da questo mese la società può fare affidamento a una veste nuova grafica, che aiuta le persone a comprendere meglio tutto ciò che possono fare con la piattaforma.
Bring teams together, reimagine workspaces, engage new audiences, and delight your customers –– all on the Zoom platform you know and love. ?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/zoom-evolution-6.png473849Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-09-19 09:12:282022-09-20 08:03:17Il rebranding di Zoom: nuova identità visiva e nuovi prodotti
Adobe annuncia di aver stipulato un accordo di fusione, di circa 20 miliardi di dollari, per acquisire Figma, la piattaforma di progettazione collaborativa leader nel web design.
Si tratta di un’operazione finanziaria che passerà alla storia: la notizia ha difatti colto di sorpresa un intero comparto creativo.
La missione di Adobe è da sempre quella di cambiare il mondo attraverso le esperienze digitali. Oggi tutto il settore deve molto agli strumenti e alle piattaforme di Adobe.
Nel corso della storia le innovazioni della software house statunitense hanno toccato miliardi di vite in tutto il mondo: dall’editing creativo di Photoshop ai documenti elettronici all’avanguardia col formato PDF, passando per altre rivoluzionarie piattaforme.
Il mondo Adobe si è evoluto nel tempo e continua a cambiare.
La missione di Figma è aiutare i team a collaborare visivamente e a rendere il design accessibile a tutti.
Fondata da Dylan Field ed Evan Wallace nel 2012, l’azienda ha aperto la strada al design dei prodotti sul web.
Oggi consente a tutti coloro che progettano applicazioni web e mobile interattive di collaborare attraverso flussi di lavoro multiplayer, sofisticati sistemi di progettazione e un ricco ecosistema di sviluppatori.
“La combinazione di Adobe e Figma è trasformativa e accelererà la nostra visione per la creatività collaborativa” ha affermato Shantanu Narayen, presidente e CEO di Adobe.
Figma ha attratto una nuova generazione di designer, sviluppatori e studenti.
Insieme, Adobe e Figma re-immagineranno il futuro della creatività e della produttività, con l’obiettivo di accelerare la creatività nel web.
L’intenzione è anche quella di accrescere la progettazione dei prodotti e di ispirare le community globali di creator, designer e sviluppatori.
La società con il nuovo assetto avrà un’enorme opportunità di mercato e sarà capace di generare valore significativo a tutti i livelli: per i clienti, gli azionisti e l’industry.
Adobe e Figma condividono la passione di aiutare le persone e i team a essere più creativi e produttivi. Con l’ampio portafoglio di prodotti, la società combinata avrà una rara opportunità di alimentare il futuro del lavoro unendo capacità di brainstorming, condivisione, creatività e collaborazione.
Il web è diventato onnipresente e sta rendendo più facile la creazione congiunta dei team.
Le app digitali sono al centro della nostra vita personale e professionale, stanno creando una crescita esplosiva nell’ambito del product design. I creator sono chiamati quotidianamente a creare un volume crescente di contenuti in stretta collaborazione.
Le capacità multiplayer web-based di Figma accelererà la distribuzione delle tecnologie Creative Cloud di Adobe sul Web, rendendo il processo creativo più produttivo e accessibile a più persone.
Al termine della transazione, Dylan Field, co-fondatore e CEO di Figma, continuerà a guidare il suo team, riportando a David Wadhwani, Presidente Digital Media Business di Adobe.
Fino alla chiusura della transazione, ciascuna società continuerà ad operare in modo indipendente.