Tag personas

Google Analytics 4

Google Analytics 4: configurazione passo passo ed esplorazione demo account

Google Analytics 4 (GA4) è l’ultima versione di Google Analytics, già disponibile, che andrà gradualmente a soppiantare l’attuale Universal Analytics (UA). Anche se la libreria “gtag.js” è la stessa usata per la versione precedente, i dati vengono misurati con un nuovo sistema basato unicamente sugli eventi.

Si tratta di una piccola rivoluzione, come è facile notare già dalla nuova interfaccia e dall’organizzazione dei dati. I report di Analytics cambiano quindi radicalmente, promettendo una maggiore flessibilità nel modo in cui vengono tracciate le azioni svolte su “sito Web” e “App”. Peraltro, non è più necessario scegliere tra questi due tipi di proprietà, perché ora lo standard è unico.

Le differenze di approccio tra GA3 a GA4

La terza versione di Analytics (GA3), denominata Universal Analytics, è basata sulle sessioni di navigazione e alle visualizzazioni di pagina (pageview), con la possibilità di configurare e monitorare altri tipi di interazioni (hit), secondo i modelli predefiniti. Questa categorizzazione rappresenta un limite per i tracciamenti, che spesso necessitano di interventi manuali per recuperare i dati e creare report significativi.

Google Analytics 4 è invece costruito attorno a una struttura molto flessibile per cui tutti i tipi di interazione degli utenti sono considerati eventi, e posti tutti sullo stesso piano.

HIT UA EVENTO GA4
Visualizzazione di pagina Evento
Evento Evento
eCommerce Evento
Interazioni social Evento
Tempo utente Evento
Eccezioni Evento
Visualizzazione schermata (app) Evento

Questa nuova modalità di raccogliere i dati si riflette in una reportistica più incentrata su una prospettiva di marketing. GA4 fa della personalizzazione dei report una delle sue caratteristiche più rilevanti, anche se questo significa che al momento è disponibile una selezione ridotta di rapporti preconfigurati, rispetto a UA.

Inoltre, molte interazioni ora non richiedono più modifiche al codice di monitoraggio per essere tracciate, come ad esempio i clic sui collegamenti in uscita, il download di file e altro ancora come il monitoraggio interdominio.

Questa semplificazione è una conseguenza di un approccio basato sugli eventi da una tecnologia di machine learning in grado di integrare i dati raccolti, colmare eventuali lacune e creare modelli predittivi.

A rendere questo cambiamento una necessità ha contribuito la rinnovata attenzione delle autorità in tema di privacy, e le conseguenti limitazioni. Per questo, al centro del nuovo modello non ci sono più gli utenti, ma i comportamenti (aggregati di eventi), che è possibile tracciare in modo più completo.

LEGGI ANCHE: Cookieless: possibili soluzioni per evitare la catastrofe

Tuttavia, GA4 è in fase di crescita e presenta ancora alcune limitazioni rispetto al predecessore, come per esempio nel filtraggio del traffico o nel collegamento con gli altri tool di Google.

GA4 è destinato a diventare il nuovo standard di Google Analytics, ma è ancora incompleto: per questo è consigliabile affiancare UA e GA4, beneficiando dei pregi di entrambe le versioni.

Come creare da zero una proprietà GA4 affiancandola a una UA

GA4-come-creare-due-proprietà-GA4-UA

Per chi vuole iniziare a tracciare i dati di un sito/app da zero con Google Analytics 4, senza partire da una proprietà Universal Analytics Esistente, è sufficiente entrare nell’amministrazione dell’account Analytics e selezionare “crea proprietà” in centro allo schermo.

La procedura guidata porterà automaticamente alla creazione di una proprietà GA4. Dopo aver inserito il nome della proprietà e selezionato “fuso orario” e “valuta” cliccare “mostra opzioni avanzate” e attivare lo switch “Crea una proprietà Universal Analytics”. Inserire poi l’URL del sito Web e cliccare “avanti”, senza modificare le scelte preimpostate.

Nella schermata successiva, apparirà un sondaggio facoltativo: è possibile cliccare direttamente su “crea” per creare una proprietà GA4 collegata a una UA. Per verificarlo, nella schermata successiva, andare alle “impostazioni aggiuntive” e selezionare “tag del sito collegati”, visualizzando così l’ID dell’account UA collegato.

Per implementare il codice sul sito, scegliere una delle “istruzioni di codifica”, fornendo al proprio webmaster il “Tag globale del sito (gtag.js)”, oppure chiedendogli di inserire nel contenitore Google Tag Manager legato al sito, un nuovo tag “Google Analytics: configurazione di GA4” legato all’ID di misurazione visualizzato in alto a destra.

Ora è possibile uscire dalla schermata. Nel si desideri accedere nuovamente a questa scheda, è possibile farlo selezionando la proprietà GA4 per poi accedere ad “amministrazione”, posizionarsi sulla seconda colonna, cliccare su “stream di dati” e infine sullo stream di dati che appare a centro schermo.

È possibile considerare l’ID dello stream di dati come l’equivalente dell’ID di tracciamento usato da Universal Analytics.

Come creare una proprietà GA4 affiancandola a una UA già esistente

GA4-nuova proprietà

Per creare una proprietà Google Analytics 4 collegata a una Universal Analytics già esistente c’è una procedura guidata.

Una premessa: se dovessero esserci dei dubbi sulla versione di Analytics presente nell’account, sarebbe sufficiente accedere all’ “amministrazione” e selezionare la proprietà interessata. Se vengono visualizzate tre colonne, allora si tratta di una Universal Analytics: infatti, Google Analytics 4 non usa le viste, per cui vengono visualizzate solo due colonne.

La procedura guidata sopra citata si avvia cliccando sulla prima voce della colonna relativa alla proprietà UA selezionata: “Assistente alla configurazione GA4”. Si aprirà quindi una schermata che evidenzia alcuni aspetti importanti della nuova proprietà GA4:

  • non conterrà dati storici
  • copierà solo le impostazioni di base escludendo, per esempio: conversioni, segmenti di pubblico, eventi e link ai prodotti
  • attiverà automaticamente la misurazione avanzata, che terrà traccia, tra gli altri, dei clic sui collegamenti in uscita, della visione di video incorporati, del download di file e dello scorrimento.

Infine, per chi ha implementato il tag globale gtag.js, c’è la possibilità di “attivare la raccolta dati utilizzando i tag esistenti”. Va sottolineato che questa integrazione funziona solo se il tag globale è implementato direttamente sul sito Web, e non, per esempio, tramite Google Tag Manager.

Cliccando “crea proprietà” verrà creata la proprietà GA4. Nella schermata successiva verrà indicata la proprietà collegata e sarà possibile cliccare su “visualizza la proprietà GA4” per visualizzare la schermata di configurazione dell’assistente.

Il passaggio fondamentale per chiudere la procedura è cliccare su “installazione tag” per accedere ai dettagli dello stream di dati e avviare la raccolta.

Come descritto nella sezione precedente, il dato fondamentale da passare al proprio webmaster è l’ID di misurazione presente in alto a destra. Sarà poi lui a decidere come implementarlo nel sito. C’è però un’alternativa: selezionando “utilizza il tag esistente sulla pagina” e seguendo le istruzioni, è possibile utilizzare il tag UA già presente sul sito per avviare la raccolta dati anche nella proprietà GA4.

È possibile ora passare all’esplorazione dell’interfaccia di Google Analytics 4.

GA4: una interfaccia focalizzata sul costumer lifecycle

Per esplorare l’interfaccia di Google Analytics 4, suddivisa in “report”, “esplora”, “pubblicità” e “configura”, è possibile accedere a un account di prova di Google, che presenta i dati relativi a un e-commerce:

GOOGLE DEMO ACCOUNT

Report

La reportistica di Google Analytics 4 cambia il focus, dai dati grezzi al marketing. Le informazioni vengono presentate proponendo un ciclo di vita dell’utente/cliente, con quattro sotto-sezioni che ne ricalcano le tappe: acquisizione, coinvolgimento, monetizzazione, fidelizzazione.

L’ “istantanea rapporti” fornisce una panoramica dello store con vari approfondimenti. In alto a sinistra sono presenti le classiche metriche con i relativi andamenti: numero complessivo di utenti, nuovi utenti, tempo medio di coinvolgimento e entrate totali.

Scendendo, sono presenti approfondimenti automatizzati basati sull’apprendimento automatico di Google, che identifica i diversi punti di interesse da esaminare.

In alto a destra è possibile regolare il lasso temporale in esame, confrontare diverse tipologie di pubblici (in base a dimensioni, che spaziano dai dati anagrafici alle azioni compiute), condividere il report e approfondire i dati con Analytics Intelligence.

Il rapporto “in tempo reale“, invece, mostra i dettagli delle persone che più recentemente hanno compiuto azioni sul sito Web. La mappa domina la prima parte della schermata, suddividendo territorialmente gli utenti connessisi negli ultimi 30 minuti. Tra i dati presenti nei vari box, poi, spiccano i dispositivi utilizzati, le fonti di traffico, le pagine visualizzate e gli eventi.

È possibile visualizzare i comportamenti di un singolo utente casuale selezionando “Visualizza l’istantanea utente” nell’angolo in alto a destra e cliccando sulle frecce nella parte superiore del rapporto per visualizzare un altro set di dati.

La sezioni “ciclo di vita” presenta i rapporti “acquisizione“, che fornisce dettagli su come le persone sono giunte al sito Web, con la possibilità di vedere conversioni ed entrare relative alla dimensione selezionata nella prima colonna (di default: “mezzo della prima interazione dell’utente”).

I rapporti sul “coinvolgimento” forniscono dettagli su ciò che le persone stanno facendo sul sito Web. In “pagine e schermate”, in particolare, è possibile visualizzare il titolo (title) delle pagine più visitate. Anche qui è possibile variare la dimensione (es. percorso pagina”), sebbene quella di default aiuti anche a organizzare i contenuti e correggere qualche svista di SEO onpage.

L’account demo di Google è un eCommerce, quindi visualizza i rapporti relativi alla “monetizzazione“, che includono i rapporti per gli acquisti in-app e gli annunci dei publisher.

La scheda “fidelizzazione” include invece i rapporti sulle coorti, gruppi di utenti con caratteristiche comuni che identificati da una dimensione di Analytics.

La sezione “utenti”, infine, presenta i “dati demografici” e la “tecnologia”, ossia i dettagli sui diversi dispositivi utilizzati dalle persone per visualizzare il sito Web.

Questi sono i rapporti standard che della sezione “rapporti” di Google Analytics 4, ma chi dispone dei permessi di modifica per la proprietà, può modificarli, inclusa la personalizzazione del menu.

Esplora

La sezione “Esplora” consente di creare rapporti e visualizzazioni personalizzati in GA4. Tra i modelli predefiniti sono presenti:

  • “forma libera”, che permette di comporre tabelle con dati a scelta
  • “esplorazione della canalizzazione”, che consente di creare un rapporto incentrato sulla canalizzazione
  • “esplorazione del percorso”, per vedere come le persone si muovono attraverso i contenuti
  • “sovrapposizione dei segmenti” per vedere se gli utenti sono inclusi in più segmenti di comportamento
  • “esplorazione della coorte” per visualizzare le informazioni ricavate dal comportamento delle coorti di utenti”
  • lifetime dell’utente” per cosultare le metriche più interessanti nel lungo periodo

Pubblicità

I rapporti sulla “pubblicità” si concentrano sull’attribuzione per i canali di marketing. Il rapporto “confronto modelli” consente di confrontare due diversi modelli di attribuzione per vedere in che modo il loro utilizzo avrebbe un impatto sulle conversioni e sulle entrate. “Percorsi di conversione”, invece mostra i punti di contatto che portano alle conversioni, evidenziando se le persone interagiscono più volte e con più canali di marketing prima di convertire.

Configura

In ultimo, la sezione “configura” raggruppa diverse opzioni di configurazione dei rapporti. “Eventi” mostra tutti gli eventi che sono stati raccolti nella proprietà GA4, ed è possibile contrassegnare singoli eventi come conversioni, in modo che vengano conteggiati come tali nei rapporti. “Conversioni” include per l’appunto solo gli eventi abilitati come tali. “Pubblico” permette la creazione di segmenti personalizzati da utilizzare nei rapporti: ciascuno di essi può essere utilizzato anche per il remarketing, purché Analytics sia collegato a Google Ads. “Definizioni personalizzate” consente di registrare e visualizzare le informazioni personalizzate raccolte in GA4, e “DebugView” lavora in sincronia con Google Tag Assistant.

cookie garante della privacy

Le nuove linee guida sui cookie del Garante Privacy

Il 10 luglio il Garante Privacy ha pubblicato le nuove Linee Guida sui cookie: un importante documento che spiega come siti web ed eCommerce devono gestire il tema dei cookie.

Il Garante, anche a seguito di una “consultazione pubblica” della prima bozza delle ormai approvate linee guida, non si è limitato a stabilire come non deve essere strutturato un banner cookie ma ne ha delineato in maniera precisa la struttura.

In questo modo sono stati chiariti molti dubbi degli operatori del settore.

Questo non è il primo provvedimento normativo emanato dal Garante Privacy in tema di cookie, ma già nel 2014 erano state pubblicate Linee guida sull’uso dei cookie.

Molte delle indicazioni previste dalle precedenti Linee guida sono ancora valide, ma necessitavano di essere riviste e aggiornate in base sia al recente progresso tecnologico, sia alle novità del GDPR.

Di seguito analizzeremo le principali novità introdotte dalle nuove Linee guida sui cookie.

LEGGI ANCHE: Fermi tutti! Google posticipa il blocco dei cookie di terze parti

Premessa: Cosa sono i cookie e quando serve il consenso

Prima di entrare nel vivo dell’argomento è doveroso soffermarsi sulla definizione di cookie e sulla loro classificazione.

Cosa sono i cookie?

I cookie sono piccoli file che vengono installati sul terminale dell’utente da parte del sito o da terze parti (per il tramite del sito stesso). Questi file vengono installati quando l’utente visita un determinato sito.

I cookie possono quindi essere di prima parte (quelli rilasciati direttamente dal sito) oppure di terza parte (se rilasciati da società terze).

I terminali nei quali i cookie possono essere installati sono i computer, ma anche tablet e smartphone. In sostanza possono essere installati in ogni dispositivo che utilizziamo per visionare un sito web o un eCommerce.

Che funzioni hanno i cookie?

I cookie possono avere molteplici scopi.

Le nuove Linee guida sui cookie, confermando quanto già indicato dalle Autorità nelle precedenti Linee guida del 2014, suddividono i cookie in base alla loro finalità, ovvero:

  • Cookie tecnici.

Cookie che permettono al sito di funzionare correttamente. Come, ad esempio, quelli che mantengono le scelte effettuate dall’utente (es. lingua scelta e prodotto nel carrello)

  • Cookie di profilazione.

Tali cookie hanno la funzione di ricondurre a soggetti determinati, identificati o identificabili, specifiche azioni o schemi comportamentali al fine di raggrupparli in diversi profili.

I profili degli utenti possono essere utilizzati per finalità statistiche, elaborando i dati sulla navigazione del sito utili per il titolare dello stesso, oppure pubblicitarie, inviando messaggi pubblicitari mirati, in linea con le preferenze manifestate dall’utente nell’ambito della navigazione.

Quando serve il consenso?

Nelle Linee guida il Garante conferma che il rilascio dei cookie tecnici può avvenire senza il consenso dell’utente.

Questi cookie, infatti, sono necessari al sito per funzionare e quindi non ha senso richiedere il consenso dell’utente per prestare un servizio (la navigazione sul sito) richiesto dall’utente stesso.

Invece, i cookie di profilazione possono essere installati solo previo consenso dell’utente.

Il consenso al rilascio dei cookie di profilazione deve essere richiesto tramite il banner cookie.

Diversamente, se il sito web non rilascia cookie di profilazione non dovrà essere presentato all’utente alcun banner cookie.

LEGGI ANCHE: Cookieless: possibili soluzioni per evitare la catastrofe

Come non può essere richiesto il consenso dell’utente

Il Garante Privacy nelle nuove Linee Guida ha individuato alcune modalità che non possono essere utilizzate per ottenere un valido consenso al rilascio dei cookie di profilazione.

In questo modo il Garante Privacy ha confermato interpretazioni normative e giurisprudenziali che gli operatori del settore più esperti seguivano già da tempo.

Scroll della pagina

In primo luogo, è stato stabilito che il consenso non può essere rilasciato mediante “scrolling”.

Alcuni siti consentivano il rilascio dei cookie quando l’utente, una volta arrivato sul sito, scorreva la pagina muovendo la rotellina del mouse.

Il Garante Privacy è stato molto chiaro a riguardo, affermando che lo scrolling non è mai idoneo ad esprimere la manifestazione di volontà dell’interessato volta ad accettare il rilascio dei cookie.

Lo scroll non permette il rilascio di un consenso “espresso”. Infatti, tale azione costituisce un’abitudine che l’utente mette in atto quando accede ad un sito web o ad un eCommerce.

Cookie wall

Il cookie wall è una tecnica utilizzata in alcuni siti web ed eCommerce per negare l’accesso agli utenti che non acconsentano i cookie di profilazione.

Pertanto, con questo sistema, l’utente che voglia accedere al sito si vede obbligato ad accettare i cookie di profilazione.

Pare evidente che in questo caso il consenso dell’utente al rilascio dei cookie non è libero ma deriva dal fatto che senza tale consenso l’utente non può visionare il sito o l’eCommerce.

Proprio per tale ragione le nuove Linee guida sui cookie vietano l’uso dei cookie wall.

Legittimo interesse

Le Linee guida sui cookie confermano che i cookie non possono essere rilasciati sulla base del legittimo interesse.

Il legittimo interesse è una base giuridica che permette al titolare del sito di effettuare un bilanciamento tra il proprio interesse legittimo e quello degli utenti che navigano sul sito.

L’interesse legittimo può giustificare il trattamento dei dati dell’utente per rispondere alle richieste fatte da quest’ultimo tramite il form contatti presente sul sito. In questo caso, infatti, il titolare del sito ha interesse a rispondere alle richieste a lui effettuate e rispettivamente l’utente ha legittimo interesse ad ottenere risposta alle domande la lui stesso formulate.

Il Garante Privacy conferma che non può essere usato il “legittimo interesse” per rilasciare cookie di profilazione sui terminali degli utenti. L’unica base giuridica che permette il rilascio dei cookie di profilazione è il consenso.

LEGGI ANCHE: L’era cookieless è vicina: regole di base per non farsi prendere dal panico

Come deve essere strutturato il banner cookie

Il Garante Privacy nelle nuove Linee Guida non si è limitato a precisare come non deve essere richiesto il consenso al rilascio dei cookie ma si è soffermato molto nel definire come questo consenso deve essere richiesto, analizzando nel dettaglio gli elementi che devono costituire il banner cookie.

È stabilito infatti che i siti web e gli eCommerce dovranno presentare un banner con le seguenti caratteristiche:

  1. Una “X” in alto a destra, che se cliccata impedisce il rilascio di cookie di profilazione
  2. Tasto di accettazione
  3. Una “informativa breve” redatta in base alle indicazioni del Garante Privacy
  4. Link alla cookie policy
  5. Link ad “area dedicata” dove l’utente può selezionare/deselezionare i cookie di profilazione

Analizziamo ora nel dettaglio tali elementi che il banner deve contenere.

“X” in alto a destra

Il banner deve presentare una “X” in alto a destra che se selezionata non consenta il rilascio dei cookie.

Infatti, se l’utente clicca su quella “X”, che univocamente online (e non solo) ha il significato di chiusura, il banner deve chiudersi ed i cookie di profilazioni non potranno essere rilasciati dal sito.

Pertanto, con la chiusura del banner, l’utente esprime il suo rifiuto al rilascio dei cookie di profilazione.

Il banner, in maniera chiara e comprensibile, dovrà informare l’utente di tale funzionalità del tasto “X”.

Tasto di accettazione

Oltre al tasto di chiusura il banner dovrà contenere anche un tasto che permetta il rilascio dei cookie di profilazione.

Anche in questo caso il banner dovrà illustrare che, la selezione dell’apposito tasto, costituirà consenso al rilascio di tutti i cookie di profilazione presenti sul sito web o l’eCommerce.

Il tasto dovrà contenere una formulazione atta a far comprendere all’utente quanto sopra enunciato, come ad esempio “acconsento al rilascio dei cookie di profilazione”.

Informare l’utente utilizzando le giuste formulazioni è molto importante per evitare fraintendimenti con l’utente del sito.

Informativa minima da inserire nel banner

Il banner deve contenere una “mini” informativa atta ad informare l’utente che il sito web o l’eCommerce utilizza cookie tecnici e potrà, previo il consenso dell’utente, rilasciare cookie di profilazione.

Il Garante Privacy richiede quindi un’informativa snella e di facile comprensione per l’utente.

Indi per cui in un’informativa troppo lunga e scritta in un linguaggio pseudo “legalese” non sarebbe conforme a quanto indicato nelle Linee Guida.

Link alla cookie policy

Il banner dovrà contenere anche un link alla cookie policy.

Ovvero al documento che illustra all’utente la politica sull’uso dei cookie del sito web o l’eCommerce di rifermento.

Accedendo alla cookie policy l’utente potrà reperire maggiori informazioni relative ai cookie.

Link ad area dedicata ed il suo contenuto

Infine, il banner deve contenere anche un link ad una sezione dedicata dove l’utente potrà scegliere i cookie di profilazione che consente siano rilasciati.

In quest’area dedicata l’utente deve poter:

  • Selezionare/deselezionare i cookie di profilazione suddivisi per categoria. Dovranno essere indicate come categorie, quella di profilazione per fini pubblicitarie e quella per finalità statistiche.
  • Visionare i cookie di profilazione rilasciati dal sito. Dovranno inoltre essere indicati i link alla pagina del sito del fornitore del cookie di profilazione. In questa pagina l’utente potrà disabilitare tale cookie. Nel caso in cui tale link non fosse disponibile, l’utente dovrà essere informato che potrà disabilitare i cookie di profilazione usando le impostazioni del proprio browser.

Altri adempimenti

Di seguito analizzeremo altri adempimenti ai quali i titolari dei siti web ed eCommerce dovranno conformarsi.

Infatti, oltre alle indicazioni su cosa deve contenere il banner cookie le Linee guida prevedono che:

  1. L’utente del sito dovrà avere la possibilità di modificare le scelte sui cookie

Successivamente all’accettazione (totale o parziale) o al diniego del rilascio di cookie all’utente dovrà essere data la possibilità di modificare le proprie scelte.

Pertanto, nel footer del sito web dovrà essere indicato un link che indirizzi l’utente ad un’area dove potrà modificare le sue scelte.

  1. È vietata un’eccessiva reiterazione della richiesta del consenso al rilascio ai cookie

Il Garante Privacy ha notato che alcuni titolari di siti ripropongono il banner cookie ad ogni nuovo accesso dell’utente al medesimo sito, anche quando lo stesso utente abbia già effettuato una scelta acconsentendo o non acconsentendo al rilascio dei cookie.

Le Linee Guida condannano questa condotta, stabilendo che il banner cookie può essere riproposto solamente quando:

  • vi siano sostanziali modifiche sulla gestione dei cookie
  • siano trascorsi comunque almeno 6 mesi dall’ultima presentazione del banner.

Quanto entreranno in vigore le nuove Linee guida sui cookie?

Il Garante Privacy è consapevole che quanto richiesto nelle Linee Guida richiede importanti interventi ai titolari dei siti e degli eCommerce e alle società che gestiscono generatori di documenti e cookie plugin.

Proprio per questo motivo ha lasciato un lasso di tempo abbastanza lungo per conformarsi a quanto indicato nelle nuove Linee Guida.

Infatti, i siti hanno tempo 6 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Linee guida sui cookie per mettersi a norma, ovvero fino al 10 gennaio 2022.

Conclusioni sulle Linee guida sull’uso dei cookie

Attualmente nessun generatore di documenti legali e cookie plugin è conforme alle nuove disposizioni normative.

LegalBlink insieme a Polimeni.Legal, il 9 luglio, ha partecipato ad una Tavola rotonda con il Garante Privacy organizzata da 4eCom.

In questo evento LegalBlink ha avuto modo, tra le altre cose, di confrontarsi sulle nuove Linee Guida (che sono state poi pubblicate il giorno successivo).

Da questo incontro sono emersi importanti spunti su come le società che permettono la generazione dei cookie banner e delle informative cookie (tra cui figurano i tool di LegalBlink) devono implementare le nuove disposizioni.

Maggiori informazioni sulle nuove Linee Guida sono disponibili in questo webinar organizzato LegalBlink.

PINTEREST

Focus inclusività: a tu per tu con Jeremy King, SVP of Tech at Pinterest

Pinterest crede fermamente che il web possa essere un luogo più positivo ed inclusivo, motivo per cui lavora costantemente alla progettazione e al miglioramento della piattaforma.

Un ambiente più positivo per i consumatori si traduce anche in un ambiente migliore per i brand che intendono raggiungere il proprio target di pubblico.

Secondo uno studio di Pinterest, quando i brand appaiono in un contesto online più positivo, possono influire maggiormente su tutte le fasi del percorso d’acquisto. Negli ambienti in cui si respira negatività, le persone sono meno inclini a ricordare i brand, a fidarsi e ad acquistarne i prodotti.

Ninja Marketing ha intervistato Jeremy King, SVP of Technology at Pinterest, a proposito delle iniziative di Pinterest per aiutare le persone a rispecchiarsi di più nelle idee e nei prodotti che cercano e trovano sulla piattaforma.

pinterest interview

Quali impatti avete riscontrato come risultato degli sforzi di inclusività della piattaforma?

Siamo fermamente convinti che il web possa e debba essere uno spazio più ispirato. Ma per renderlo tale, è necessario progettarlo in modo adeguato.

Come piattaforma di contenuti visivi, è nostro preciso dovere considerare cosa significhi rispecchiarsi davvero in un prodotto, a prescindere dalla persona. L’obiettivo del nostro team è aiutare le persone a identificarsi in ciò che trovano sulla piattaforma, espandendo il nostro lavoro sull’IA inclusiva ed estendendolo a qualsiasi ambito della nostra attività.

Uno dei maggiori traguardi che abbiamo raggiunto negli ultimi anni è stata la diversificazione dei dati e l’allenamento dei modelli attraverso vari tipi di contenuti. Oggi siamo quindi in grado di offrire suggerimenti più vari, con un conseguente aumento del coinvolgimento e delle ricerche.

Abbiamo anche combinato Skin Tone Ranges con la nostra funzione Prova (Try On), integrando la realtà aumentata nella nostra piattaforma.

Ed è proprio il binomio di prodotti Prova (Try On) e Skin Tone Ranges che ci ha permesso di osservare come gli utenti siano 5 volte più inclini ad acquistare i Pin che integrano la realtà aumentata rispetto ai Pin standard.

pinterest function

Inoltre, oggi la realtà aumentata ha raggiunto livelli molto avanzati perché supporta diverse tipologie di filtri e modalità di ricerca. Per noi è prioritario continuare a lavorare su questi prodotti chiave per renderli ancora più inclusivi.

Garantire la diversità e la rappresentanza non è solo la cosa giusta da fare, ma è la cosa migliore per una realtà globale come la nostra.

Pinterest è sempre stata una piattaforma incentrata su positività, ispirazione e personalizzazione. Per aiutare le persone a sentirsi ispirate, dobbiamo fare in modo che la nostra tecnologia consolidi ulteriormente quell’atmosfera di positività che si respira sulla piattaforma.

Di recente, per esempio, abbiamo vietato la pubblicazione di annunci sulla perdita di peso e siamo orgogliosi di essere stati i primi a farlo nel nostro settore.

Quante persone usano la funzione di ricerca Skin Tone Ranges di Pinterest?

La funzione Skin Tone Ranges è stata lanciata a livello globale ed è ora disponibile in 14 paesi, tra cui l’Italia. Con il lancio globale, vogliamo essere sicuri che gli utenti di tutto il mondo che fanno ricerche e affinano i risultati nel campo della bellezza vedano apparire solo contenuti pertinenti.

Con oltre 80 milioni di persone che ogni mese cercano idee di bellezza, Pinterest è una delle piattaforme di riferimento a livello mondiale per il settore beauty. Nell’ultimo anno gli utenti che hanno usato Skin Tone Ranges per trovare idee di bellezza su Pinterest sono addirittura quintuplicati.

Come luogo per trarre ispirazione e pianificare i momenti della vita, su Pinterest si respira un’atmosfera di ottimismo e positività. Secondo 9 utenti settimanali su 10, infatti, è uno dei pochi angoli felici del web.

Con miliardi di Pin di bellezza salvati su Pinterest, vogliamo che sia ancora più facile trovare le idee più pertinenti in base alla propria tonalità di pelle, al proprio look e al proprio stile di vita. Questa funzione contribuisce a fare di Pinterest una piattaforma positiva non solo per gli utenti, ma anche per i brand.

In quali aree di Pinterest avete riscontrato la presenza dei cosiddetti bias o pregiudizi?

Lavoriamo alla creazione di feature inclusive fin dal 2018, anno in cui abbiamo lanciato la prima versione di Skin Tone Ranges. Da allora abbiamo continuato a investire nella tecnologia inclusiva su moltissimi fronti, tra cui quello della realtà aumentata.

Abbiamo ideato Skin Tone Ranges proprio perché ci siamo resi conto che i nostri risultati di ricerca erano contaminati da pregiudizi e quindi non erano sufficientemente personalizzati per le singole persone.

Analizzando i feedback dei nostri utenti, ci siamo resi conto che era difficile trovare risultati di ricerca adatti alle tonalità di pelle specifiche, dato che spesso era necessario digitare altre parole chiave per trovare idee più pertinenti. Essendo una piattaforma di contenuti visivi, la nostra soluzione è stata quella di filtrare le ricerche in base a una palette di colori che rispecchiasse una precisa gamma di tonalità di pelle. Continuando a perfezionare la tecnologia, i modelli e a diversificare i dati, siamo riusciti a mitigare i pregiudizi nei risultati.

Quali altre azioni sta intraprendendo Pinterest per eliminare i pregiudizi dall’esperienza di shopping?

Quando vogliamo fare qualcosa di innovativo, osserviamo il modo in cui le persone usano Pinterest e cerchiamo di ottimizzare la loro esperienza in termini di inclusività, ispirazione e fruibilità. Come? Per esempio rendendo più facile la scoperta di idee che rispondano meglio alle esigenze di una persona, offrendo consigli su come potrebbero funzionare e, semplificando l’esperienza d’acquisto.

Abbiamo voluto partire dal settore della bellezza con Skin Tone Ranges e successivamente con Prova (Try On) perché è una delle categorie più popolari su Pinterest, ma il nostro lavoro non finisce qui.

I creator e lo shopping continuano a essere al centro della nostra strategia. Vogliamo facilitare la scoperta di prodotti e idee di creator appartenenti a gruppi poco rappresentati. Vogliamo inoltre trarre vantaggio dalle intenzioni di acquisto dei nostri utenti per introdurre feature di acquisto che si integrino con la massima naturalezza all’interno della piattaforma.

Tutto questo senza mai perdere di vista l’inclusività e l’autenticità. Per esempio, nella funzione di realtà aumentata Prova (Try On), non ci sono filtri o effetti per rendere la pelle perfetta, il che rende i risultati molto più realistici.

pinterest image

Che consigli darebbe ai brand che vogliono adottare un approccio più inclusivo?

Per le piattaforme e per chiunque si occupi di gestire grandi quantità di dati è fondamentale diversificare tali dati. Per esempio, un dataset potrebbe essere compromesso da pregiudizi a causa della composizione della customer base e potrebbe essere necessario reperire nuovi dati.

Tale procedura può rivelarsi piuttosto costosa, quindi si arriva a un punto in cui bisogna valutare i costi e i benefici. Tuttavia, iniziando ora a diversificare i dati e mitigare i pregiudizi dell’intelligenza artificiale, si osserveranno ottimi risultati nel tempo. Questo consiglio vale per chiunque lavori nel settore dell’intelligenza artificiale.

Tutte le aziende, con i propri tecnici e ricercatori, devono adottare misure per promuovere la diversità e fare in modo che tutti, in futuro, possano trarre vantaggio dalla tecnologia. Sarebbe un disservizio enorme creare soluzioni tecnologiche innovative che giovino solo a una parte della popolazione.

Le tech company sono ancora lontane dal risolvere il problema dei pregiudizi nell’intelligenza artificiale ma, giorno dopo giorno, è possibile costruire una tecnologia fondata sulla comprensione e sull’inclusività.

Oltre ai dati, è importante diversificare anche i contenuti per garantire che i creator che rappresentano i brand siano equamente rappresentati. E poi collaborare con i focus group e i team di ricerca formati da community di persone di colore, bilanciandoli in modo adeguato, così che i prodotti e i servizi commercializzati siano realmente rappresentativi. Agevolare la scoperta delle attività gestite da persone appartenenti a gruppi poco rappresentati o minoranze etniche e semplificare le modalità per sostenerle.

Stabilire degli obiettivi e assumersene la responsabilità. Ad esempio, Pinterest si impegna a fare in modo che il 50% dei suoi contenuti provenga da creator che si identificano in gruppi poco rappresentati o minoranze etniche.

Comporre un team variegato di persone specializzate in inclusività, sia a livello aziendale che di prodotto. E come leader, è nostro dovere assicurare che i dipendenti trovino sostegno e ascolto.

Diciamo spesso che è difficile trovare l’ispirazione giusta se non ci si sente adeguatamente rappresentati.

I brand devono garantire che la propria community e la community che vogliono in futuro possa rispecchiarsi nella loro offerta.

instagram giveaway

Instagram 2021: tutte le novità dell’anno da non lasciarsi sfuggire

Le novità Instagram 2021 sono diverse e diverso è ciò che ogni persona vuole dalla propria esperienza sulla piattaforma perché le esigenze delle persone stanno cambiando nel corso del tempo.

In funzione di ciò, gli sviluppatori di Instagram sono continuamente a lavoro per andare incontro ai desideri degli utenti attraverso lo sviluppo di nuove funzionalità e per mantenere la community della piattaforma protetta dai pericoli di discriminazione, attraverso la realizzazione di prodotti sempre più equi.

Tra le novità Instagram 2021 troviamo infatti un mix di nuove opzioni che vanno incontro ai creator e generali miglioramenti per tutti gli utenti realizzati attraverso una maggiore attenzione all’inclusività eliminando pregiudizi razziali e puntando alla trasparenza.

LEGGI ANCHE: Presto potrai usare lo Swipe Up di Instagram senza avere 10.000 follower

Remix: tutte le funzionalità

Ispirandosi a TikTok e a funzionalità come Duetti e Stitch popolari su questa piattaforma, Instagram ad Aprile ha lanciato una nuova opzione per la piattaforma Reels

L’opzione si chiama Remix e consente agli utenti di creare video reaction in risposta ai filmati realizzati da altri utenti che abbiano profili pubblici.

Utilizzare l’opzione Remix è molto semplice. Una volta che ci si è assicurati che l’app sia aggiornata all’ultima release disponibile, è sufficiente seguire questi step:

  1. Trova un Reel giù pubblicato da un altro utente.
  2. Riproduci il video.
  3. Clicca sul menù a tre puntini.
  4. Tocca sulla voce “Crea un Remix”
  5. Registra un video Remix di risposta.
  6. Pubblicalo

Una volta avviata la registrazione, gli utenti possono:

  • aggiungere un audio
  • inserire effetti
  • modificare aspetti del filmato
  • regolare la velocità di riproduzione
  • aggiungere un timer
remix reels

Fonte foto: Instagram (Twitter)

Scheda audio su Esplora: al via i test

Prendendo sempre spunto dalle funzionalità offerte da Tik Tok che offre una sezione chiamata Suoni attraverso cui è possibile aprire un feed di clip una volta cliccato su traccia, anche su Instagram cercare brani ed effetti sonori nel feed Esplora potrebbe essere presto possibile grazie ai test già in corso da Aprile.

Conteggio dei like disattivato

Dopo aver iniziato a nascondere il conteggio dei like per alcuni utenti già nel 2019, Instagram ha successivamente bloccato questo progetto a causa della pandemia.

A maggio 2021 però, come annunciato in un tweet dal capo di Instagram Adam Mosseri, gli sviluppatori di instagram hanno scelto di continuare su un’altra strada che lasci la scelta di nascondere o no il conteggio dei like ai titolari degli account, in considerazione del fatto che non tutti i creators hanno accolto di buon grado questo nuovo aggiornamento.

Mosseri infatti in un video su Twitter afferma: “Alcune persone erano davvero coinvolte e alcune persone erano davvero frustrate. Quindi, dato questo, abbiamo pensato che la strada migliore da percorrere fosse quella di dare alle persone una scelta”.

Le schede modello

Nel settembre 2020 Instagram ha fondato un Equity Team, ovvero un gruppo di lavoro focalizzato sulla creazione di prodotti rispettosi nei confronti della community e sul contrastare gli utenti potenzialmente minacciosi e pericolosi per la community della piattaforma.

L’Equity Team si dedica a migliorare inclusività e integrazione e combattere i pregiudizi e le emarginazioni sui social media e per fare ciò si concentra su tre aree:

  • Aiutare ogni dipendente di Instagram a dare priorità alla creazione di prodotti e strumenti equi
  • Promuovere l’equità sulla piattaforma attraverso la nostra tecnologia e i nostri sistemi automatizzati
  • Usare Instagram per creare più opportunità di responsabilizzazione.

Nel merito dell’adozione di queste misure per eliminare pregiudizi e discrepanze razziali su Instagram, nel secondo aggiornamento dell’Equity Team sono state lanciate internamente, le schede modello di apprendimento automatico.

Come si legge dall’aggiornamento: “Le schede modello funzionano in modo simile a un questionario…” e “pongono una serie di domande e considerazioni orientate all’equità per aiutare a ridurre il potenziale di impatti indesiderati su comunità specifiche e ci consentono di rimediare a qualsiasi impatto prima di lanciare una nuova tecnologia”.

Adesivo con sottotitoli automatici nelle storie

In linea con il concetto di inclusività portato avanti da Instagram, la piattaforma ha lanciato la possibilità di aggiungere didascalie alle loro storie con adesivi che trascrivono il discorso in testo al fine di rendere i contenuti video delle storie più accessibili per:

  • gli spettatori con problemi di udito
  • gli studenti di lingue
  • le persone che guardano senza audio

Questa funzionalità ancora disponibile solo in lingua inglese e soltanto in alcuni Paesi, sarà presto utilizzabile per più lingue e mercati.

Opzioni audio di Live Rooms

Instagram ha svelato una nuova funzionalità chiamata “Live Rooms”, che offre agli utenti la possibilità di andare in diretta sul social network con quattro persone contemporaneamente e non più due.

Inoltre prendendo spunto dal successo di Clubhouse, il social network che mette l’audio in primo piano nell’uso della piattaforma, Instagram aggiunge a questa opzione nuove funzionalità audio che permette ai partecipanti di disattivare l’audio o disattivare il video.

Nuovi limiti alla pubblicità su Facebook e Instagram

Secondo le nuove normative dal 26 Aprile con l‘aggiornamento di Apple iOS 14.5, adesso il proprietario del dispositivo è tenuto a fornire alle app il consenso per la raccolta e la condivisione dei propri dati tra app di terze parti per scopi di targeting degli annunci

Per supportare gli inserzionisti durante questo importante cambiamento, Facebook ha messo a disposizione una guida e dei webinar con tanti utili suggerimenti da sfruttare per la costruzione delle campagne pubblicitarie.

Analisi per Instagram Reels

Le analisi per Instagram Reels sono ora accessibili dai creatori e dagli account aziendali su Instagram, approfondimenti questi che saranno sempre maggiormente disponibili nel corso del tempo.

Instagram sta inoltre tentando di fornire metriche Reels condivise, per permettere alle persone di vedere l’intera portata dei propri Reels attraverso le app di Facebook.

Bonus Reels, abbonamenti e marketplace NFT

Portare abbonamenti e mance all’app sembrerebbe il prossimo passo in mente per Instagram al fine di offrire delle opzioni di monetizzazione per i creatori.

Riguardo agli NFT durante un’intervista rilasciata a The Information, Mosseri ha dichiarato: “per gli artisti NFT, Instagram è spesso la piattaforma preferita per mostrare il proprio lavoro. Mi piace l’idea di fare di più in quello spazio”.

L’interesse sul marketplace NFT da parte di Instagram è stata inoltre dimostrata da un tweet del pittore e fotografo Sean Williams attraverso cui l’artista ha raccontato di essere stato contattato da Instagram per ricevere informazioni su un potenziale mercato per NFT. 

API di Facebook Messenger aperta per Instagram

L’accesso all’API Messenger su Instagram è da tempo “una delle principali richieste di marchi e sviluppatori” come ha dichiarato  Marion Boiteux, Product Manager di Facebook.

Infatti attraverso questa nuova funzionalità, che da accesso agli sviluppatori e alle aziende all’API di Messanger per Instagram è ora possibile:

  • integrare la messaggistica con applicazioni e flussi di lavoro
  • automatizzare le risposte
  • gestire le comunicazioni con i clienti su larga scala
api messanger

Fonte foto: Instagram (Twitter)

Editore desktop

La più recente funzionalità di Instagram annunciata il 24 giugno dal consulente per i social media Matt Navarra riguarda un creatore ed editore di post desktop.

Matt Navarra Twitter

Fonte foto: Matt Navarra (Twitter)

L’editore del browser, aggiornamento per il quale non vi è stata ancora una dichiarazione ufficiale è attualmente disponibile su un numero di account limitati e consente di pubblicare utilizzando l’ icona + che ora si trova nell’angolo in alto a destra della home page di Instagram del browser.

gamification

Gamification trend: perché alle aziende piace farci giocare

Le app e i servizi di gamification sono in circolazione da diversi anni, ma hanno iniziato a suscitare un forte interesse nel mondo degli affari solo verso il 2010.

Molte aziende hanno implementato la ludicizzazione nel business come soluzione per aumentare l’efficacia della formazione dei dipendenti, dell’abilitazione alle vendite, dell’onboarding e della gestione dell’apprendimento. 

Secondo uno studio realizzato da Newzoo, si prevede che entro la fine di quest’anno il mercato della gamification genererà oltre 180 miliardi di euro con una crescita del 100%. Qual è il motivo di questa rapida crescita?

Perché le aziende sono così interessate alla gamification

La gamification è un insieme di attività e processi che viene impiegata per risolvere problemi applicando le caratteristiche degli elementi di gioco in un contesto non ludico. Il suo obiettivo è quello di coinvolgere consumatori o i dipendenti della propria azienda per ispirare la collaborazione, la condivisione e l’interazione raggiungendo degli obiettivi.

Prende elementi dal game design, principi e teorie generali che guidano il gameplay applicandoli ad altri contesti. Quando i dipendenti o i clienti interagiscono con un programma di gamification, ricevono un feedback immediato sulle prestazioni che guidano i passi successivi verso nuovi traguardi.

gamification

Lo scoppio della pandemia ha portato molte aziende a gestire a distanza sia i propri affari che in generale il rapporto con le persone. Stessa cosa per quanto riguarda il contatto con i propri dipendenti che per mesi sono stati costretti a lavorare da casa. Ogni azienda difatti ha dovuto procurarsi gli strumenti necessari per raggiungere online sia i dipendenti che i clienti.

E che ci piaccia o no, abbiamo fatto e ancora facciamo in gran parte, quasi tutto online, dagli incontri a certi tipi d’eventi, ma anche l’apprendimento si è spostato di più sul web. Ed ecco perché introducendo elementi di gioco in un lavoro, si può aiutare i dipendenti a monitorare le proprie prestazioni, fissare obiettivi e impegnarsi in una competizione amichevole che può migliorare l’ambiente di lavoro e le prestazioni aziendali.

La gamification può meglio coinvolgere e motivare digitalmente un pubblico target per raggiungere i propri obiettivi che si tratti del personale, dei clienti o dei dipendenti.

Uno sguardo ai dati

Le aziende che si servono della ludicizzazione nell’apprendimento per i propri dipendenti stanno riscontrando risultati incoraggianti.

È stato dimostrato che l’uso di applicazioni mobile giocate individualmente o come complemento a un LMS o a una piattaforma di eLearning migliora la produttività dei dipendenti del 50% e l’impegno del 60%.

Ciò che stupisce è che la gamification non è stata accettata solo dai membri più giovani. Uno studio di FinancesOnline rivela che il 97% dei dipendenti di età superiore ai 45 anni ritiene che la gamification aiuterebbe a migliorare il proprio lavoro. Inoltre l’85% dei dipendenti è ben disposto a dedicare più tempo a programmi di formazione ma con dinamiche ludiche.

LEGGI ANCHE: Learning trends e riqualificazione del lavoro: cosa è cambiato durante la pandemia

Trend e vantaggi della gamification per i brand

La gamification in ambito lavorativo può aumentare il coinvolgimento dei dipendenti per guidare le prestazioni dell’azienda.

Le meccaniche di gioco rendono il lavoro più trasparente mostrando obiettivi chiari e facili da seguire. Un dipendente è in grado di vedere i progressi sulle prestazioni, ricevere feedback immediati sui risultati e connettersi con i colleghi attraverso la collaborazione e la competizione.

Quali sono i trend e i vantaggi che ci aspettiamo nei prossimi mesi?

Gamification ed eventi digitali

Lo scorso anno ha sicuramente portato cambiamenti radicali in tutto il mondo. Una in particolare è stata la trasformazione improvvisa e globale di eventi e incontri, non più dal vivo ma online. Gli incontri faccia a faccia sono diventati schermo a schermo e il focus delle conversazioni è cambiato. Tutti hanno dovuto adattarsi alla “nuova normalità” e questo ha rappresentato una vera sfida, soprattutto per i settori in cui le vendite e gli eventi sono fondamentali.

A causa della diffusa cancellazione di conferenze ed eventi, molte aziende hanno deciso di passare al digitale e le tendenze del mercato suggeriscono che questo cambiamento è qualcosa che è desinato a restare. Con l’aumento di questi eventi online gli organizzatori hanno dovuto imbattersi in nuove sfide tra cui il ricreare l’atmosfera e le sensazioni che derivano da una conferenza di persona. Per distinguersi, le aziende si sono rivolte proprio alla gamification.

Qui, la gamification può aiutare ad affrontare il passaggio dal fisico al digitale, mantenendo il personale motivato. Un gioco per cellulare è un modo molto efficace per mantenere i partecipanti coinvolti, e aiutarli a imparare. È qualcosa di divertente oltre che facile.

Un aspetto da non sottovalutare è che possiamo misurare le conoscenze acquisite, consultare il ROI e quindi rafforzare eventuali messaggi chiave. Molte aziende che hanno partecipato e organizzato eventi hanno incorporato una soluzione ludica e questo è qualcosa che diventerà necessario nei prossimi mesi. 

Gamification per Millennials e gen-Z

Negli ultimi anni il progressivo e accentuato ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è cresciuto di pari passo con le nuove tecnologie. Diventa quindi necessario implementare i sistemi digitali e le applicazioni mobile all’interno delle imprese per coinvolgere i neoassunti. Ed è per questo che molte aziende stanno integrando la ludicizzazione tramite app mobili. Intranet, LMS e piattaforme di e-learning sono spesso obsolete o non aggiornate regolarmente come dovrebbero. Le applicazioni mobile offrono comodità e semplificano l’accesso alle informazioni.

È importante avere un’idea chiara di quali sono gli obiettivi aziendali e come determinarli. La gamification fornisce dati e report per aiutar a vedere cosa funziona bene e dove bisogna intervenire per migliorare le prestazioni.

Il potere della realtà virtuale e della realtà aumentata

Riuscite a immaginare di utilizzare la realtà virtuale e quella aumentata per la formazione aziendale? Sembra un futuro molto lontano, ma non è così. Non si tratta solo di applicazioni mobile innovative. In base a classificazioni o sfide, queste funzioni spingono i dipendenti a partecipare e a competere in modo sano, ma allo stesso tempo li portano ad acquisire le conoscenze necessarie per sviluppare la propria professione.

In questi mesi e nei prossimi anni la realtà virtuale la realtà aumentata saranno forze trainanti per migliorare l’esperienza dell’utente e portare la ludicizzazione a un livello superiore.

I giochi sono attraenti e spesso alimentano il desiderio del giocatore di completare un traguardo. Mantengono i giocatori concentrati e motivati ​​per ottenere successo.

Il gaming prende in prestito queste caratteristiche dai giochi e le sovrappone alle attività della vita reale. Questo tipo di tecnologia è ancora in fase di sviluppo, certo, ma il suo utilizzo si rafforzerà nel tempo per offrire all’utente un modo ancora più attrattivo di portare a termine le proprie sfide.

LEGGI ANCHE: Migliorare il business con la Realtà Aumentata, ecco come si fa

L’onboarding remoto diventa la normalità

Abbiamo visto aumentare notevolmente l’uso della gamification nel processo di onboarding nel corso di quest’anno con l’assunzione di manager e nuovi dipendenti che non hanno potuto iniziare il processo di apprendimento di persona.

Le aziende di diversi settori possono utilizzare un’app di onboarding mobile per aiutare i nuovi dipendenti ad apprendere subito e a visualizzare i contenuti della formazione a loro riservati. Rispondere a quesiti, sfidare i colleghi e avere una classifica del team favorisce quel forte senso di appartenenza sin dal primo giorno in cui un nuovo dipendente inizia il suo percorso lavorativo.

Tutte le informazioni chiave necessarie per ogni nuova assunzione sono disponibili in qualsiasi momento, basta un semplice clic. Anche lo screening del nuovo personale è semplificato. 

La gamification in campo medico

Il settore sanitario sta svolgendo un ruolo chiave in risposta alla pandemia. Allo stesso tempo il suo modello di business è messo a dura prova dall’impatto del COVID-19, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con le persone in generale e il personale.

La gamification è stata un sostegno importante per molti operatori sanitari ed è opinione diffusa che l’accesso dei pazienti agli ospedali e alle strutture sanitarie sarà limitato anche dopo il COVID-19. Ciò comporta la necessità di puntare e migliorare le relazioni virtuali ridisegnando i canali di contatto.

Alcuni pazienti possono essere gestiti in remoto tramite un’app nel tentativo di ridurre le visite ospedaliere e risparmiare tempo. Come soluzione gamificata c’è la possibilità di aiutare le persone tramite delle informazioni che sono sempre disponibili e consultabili in qualsiasi momento.

Bisogna portare l’industria sanitaria un passo avanti nella lotta contro la pandemia attraverso una nuova esperienza digitale, identificando la conoscenza e potenziando la comunicazione.

Personalizzazione dei contenuti

Il continuo progresso delle applicazioni mobile rende oggi possibile creare contenuti specifici per dipendenti o team, indipendentemente dal Paese o dalla regione in cui si trovano. In precedenza, lo stesso contenuto veniva offerto a tutti i dipendenti, senza distinzione. Grazie ai miglioramenti nei campi dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, è possibile per i lavoratori rivedere le domande o gli argomenti che non sono stati compresi per rafforzare e migliorare l’apprendimento.

I giocatori hanno la possibilità di creare i propri repository di contenuti che trovano più utili e necessari o di memorizzarli nella sezione “preferiti”.

Metriche di valutazione della conoscenza

Grazie ai big data acquista sempre più importanza la capacità di quantificare le azioni intraprese da un’azienda. Questo perché le aziende hanno bisogno di quantificare i risultati ottenuti in relazione all’investimento di capitale, oltre al tempo e alla fatica fatti. Per questo nel corso dei prossimi mesi si accentuerà la necessità di quantificare i risultati ottenuti attraverso la gamification in relazione agli obiettivi strategici di un’azienda o un brand al fine di confermare il ROI dei progetti realizzati.

La gamification come tattica aziendale “must-have”

L’anno in corso sarà caratterizzato dalla continua incertezza causata dalla pandemia ancora resistente. Le grandi aziende devono motivare e coinvolgere sia i dipendenti che i canali di distribuzione per aumentare le vendite e raggiungere gli obiettivi aziendali.

La gamification mobile offre l’opportunità di raggiungere sia i dipendenti che i distributori con contenuti di formazione specializzati. Questa è una delle tendenze di vendita più potenti da tenere in considerazione.

Gamification e previsioni per il prossimo futuro

Nell’ultimo anno abbiamo visto numerose organizzazioni aziendali passare a team di vendita completamente remoti. La gamification si sta rivelando una tattica necessaria anche per mantenere motivati ​​e coinvolti i dipendenti da remoto e in ufficio, ma non solo. Serve a sollevare il morale e la cultura aziendale e, naturalmente, a poter misurare tutti gli sforzi formativi.

La gamification è in aumento e si sta adattando alle esigenze di molti settori diversi. Assisteremo al suo utilizzo per migliorare la qualità delle esperienze di formazione e per raggiungere obiettivi aziendali strategici. Mantenere i dipendenti connessi e motivati ​​soprattutto durante i periodi di assenza dal posto di lavoro sarà un fattore chiave per il successo aziendale.

google featured snippet

Google features: cosa cambia con i testi degli snippet evidenziati in giallo

A partire dal 2020, Google ha colorato di giallo alcune porzioni di testo all’apertura di una pagina web. Questa feature introdotta dall’azienda di Montain View, serve per catalizzare subito l’attenzione del lettore proprio su quella parte di contenuto da cui il motore di ricerca va ad estrapolare i testi in anteprima nei featured snippet.

link-to-text-fragment

LEGGI ANCHE: Come apparire in cima ai risultati di ricerca, con i featured snippet di Google

Cosa sono i featured snippet

I featured snippet o snippet in primo piano sono quei riquadri messi in evidenza in cima alla SERP e che contengono le informazioni title, metadescription e URL in ordine invertito. Da non confondere con i rich snippet, che contengono anche elementi extra, come video, immagini, punti elenco.

featured-snippet

Questi snippet si trovano in una posizione di rilevanza rispetto agli altri risultati di ricerca e non vengono inseriti direttamente nei metadati, ma sono piuttosto il risultato di una serie di azioni per l’ottimizzazione svolte sulla pagina.

L’obiettivo è sempre quello di semplificare quanto più possibile la fruizione delle informazioni e agevolarne la ricerca: Google vuole dare all’utente una risposta sempre più rapida, anche incrementando le ricerche a zero clic, ovvero quelle in cui la risposta alla query viene visualizzata direttamente nella SERP.

Coerentemente con questo intento, anche il rollout della nuova funzione che pone in evidenza i testi degli snippet, evidenziandoli in giallo, punta a indirizzare l’utente quanto più possibile vicino a ciò che sta cercando.

LEGGI ANCHE: Come ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca vocale

Come funziona la nuova feature di Google

Il rilascio è stato annunciato in via ufficiale da Google a giugno del 2020, con un tweet sull’account @searchliaison, per informare gli utenti che cliccando sui featured snippet potranno atterrare direttamente sul risultato esatto della ricerca.

 

Come specificato da Google, non è necessario alcun markup per i webmaster, ma la funzione si attiva in modo automatico nel momento in cui il motore di ricerca è in grado di determinare esattamente dove si trova il testo in questione e se l’utente naviga attraverso un browser che supporta la tecnologia sottostante.

La tecnologia menzionata è Link To Text Fragment che, come ricorda Danny Sullivan, non è una novità, bensì un’estensione di Google Chrome introdotta a dicembre 2018.

Cos’è Link To The Text Fragment?

Installando l’estensione Link To Text Fragment è possibile creare dei collegamenti che rimandino direttamente al frammento di testo selezionato, grazie ad una serie di indicazioni che devono essere inserite dall’autore della pagina.

È necessario infatti selezionare la porzione di testo che ci interessa prima di creare il link, in modo che il collegamento punti direttamente lì.

Prima che Link To Text Fragment fosse introdotta, creare un collegamento che rimandasse ad un preciso estratto del testo, era una procedura decisamente più complessa, che richiedeva l’esecuzione manuale da parte dell’autore della pagina.

Con questa estensione di Google, chiunque può creare un collegamento in qualsiasi punto di una pagina web in pochi passaggi, semplicemente selezionando il testo tramite il menu contestuale.

Perché non tutti i testi vengono evidenziati

Attualmente, Google Chrome è l’unico browser che supporta Link To Text Fragment, il che significa che se il link verrà cliccato navigando da un altro browser, verrà aperto come un collegamento normale, e l’utente visualizzerà come al solito la parte superiore della pagina.

Questo si verifica anche nel caso in cui il motore di ricerca non riesce a definire precisamente dove indirizzare l’apertura.

Quali possono essere le cause? In cima alla lista c’è sicuramente una mancata ottimizzazione degli snippet: quando lo snippet aggrega semplicemente le informazioni inserite negli headers, il motore di ricerca non trova dei riferimenti precisi nel contenuto della pagina, quindi dovrebbe evidenziare l’intero testo, rendendo quindi inutile tutto il sistema.

Come trarre beneficio da questa feature

L’intento di Google è, ancora una volta, quello di creare un meccanismo che faciliti il più possibile la navigazione degli utenti, in questo caso mettendoli subito davanti l’informazione a cui sono interessati, senza dover scorrere l’intero testo e diminuendo, quindi, il tempo di permanenza sulla pagina.

Anche dal lato SEO, però, si può usare a proprio vantaggio questa feature, ad esempio sfruttando il testo evidenziato per far sì che l’attenzione degli utenti vada a concentrarsi sulle informazioni più rilevanti.

Inserire annunci importanti o call to action, andando a ottimizzare le parti di testo adiacenti a quelle dei featured snippet, può rivelarsi una mossa strategica. Infatti, in questo modo è più facile evitare che l’utente si concentri solo sulla porzione di testo evidenziata, perdendosi quindi altri elementi, cruciali nella tua content strategy.

cannabis industry

Il boom della Cannabis Industry nel 2021 (grazie anche alla pandemia)

L’industria della cannabis ha registrato una crescita significativa a causa della pandemia di Covid-19, a differenza di tantissimi altri settori merceologici. 

Il 2020 si è aggiudicato un anno da record per questo settore e secondo gli analisti, il mercato ha grandissime possibilità di continuare ad espandersi nei prossimi anni.

L’andamento del mercato della cannabis

Secondo un report di studi di Statista sono 8 fattori importanti che gli investitori di cannabis (principalmente negli Stati Uniti e nel Canada) devono sapere:

1. I titoli di cannabis sono in aumento

Anche se gli investitori di cannabis hanno sperimentato alcuni alti e bassi negli ultimi anni, il 2021 sembra più promettente.

2. COVID-19 e cannabis

La cannabis è diventata un’opzione allettante durante il lockdown e per le persone che trascorrono più tempo a casa, sia come mezzo di intrattenimento, sia per ridurre lo stress e l’ansia associati alla pandemia.

Di conseguenza, le vendite di cannabis sono arrivate a massimi storici: in Canada, le vendite mensili hanno raggiunto i 270 milioni di dollari nell’ottobre 2020 (rispetto ai 180 milioni di dollari dei sei mesi precedenti)

3. Il mercato nero della cannabis esisterà ancora?

Nei Paesi in cui la vendita di cannabis è illegale, il mercato illecito continua a essere l’unica opzione: questo conferma l’elevatissima richiesta del mercato. Parallelamente però, la crescente disponibilità di cannabis legale fa ipotizzare un cambio di rotta per i consumatori che la utilizzano a scopo terapeutico.

4. Il cambiamento politico guida la crescita del mercato

Quasi il 70% degli americani sostiene la piena legalizzazione della cannabis.

Gli Stati in cui la cannabis è legale stanno ora aprendo la strada alle vendite di cannabis, con la California che dovrebbe incassare oltre 6 miliardi di dollari entro il solo 2021. Se la legalizzazione si concretizzerà nei prossimi anni, il mercato della cannabis statunitense già in forte espansione potrebbe vedere un’ulteriore crescita. È di pochi giorni fa la notizia dell’introduzione di un disegno di legge teso a porre fine al divieto federale opposto al consumo della marijuana negli Stati Uniti.

5. Il mercato europeo della cannabis

Il mercato della cannabis europeo è stato nel radar degli investitori per diversi anni e con buone ragioni: è uno dei più grandi mercati di cannabis al mondo. Spinto principalmente dai medicinali, il mercato sarà valutato a oltre 39 miliardi di dollari entro il 2024, con paesi come la Germania, la più grande economia europea, in testa.

Alla fine del 2020, il mercato ha registrato la sua più grande svolta, con l’Unione Europea che ha stabilito che i prodotti contenenti CBD (uno degli ingredienti più attivi nella cannabis) non sono più elencati come narcotici.

6. Il mercato della cannabis in Messico

Il Messico è un altro mercato che sta suscitando l’interesse degli investitori e delle aziende produttrici di cannabis in tutto il mondo. Questo perché potrebbe presto essere il terzo paese al mondo a legalizzare la cannabis ricreativa per ordine del tribunale.

7. I prodotti CBD stanno entrando nel mainstream

oms e cbd

Sebbene il CBD un tempo fosse considerato un prodotto di nicchia, la crescente consapevolezza dei vantaggi e della sicurezza di questi prodotti sta portando le aziende che operano nel settore dei beni di consumo confezionati a prenderne atto.

Il composto di cannabis è una nuova aggiunta a una vasta gamma di prodotti cosmetici e di integratori che ora possono essere acquistati quasi ovunque, dai siti di e-commerce ai negozi di alimentari locali.

Di fatto moltissime persone utilizzano il CBD per limitare i disturbi di alcune patologie come tremori, rallentamento dello sviluppo del diabete o il suo effetto antidolorifico nell’infiammazione e nel dolore neuropatico.

8. La ricerca sui nuovi cannabinoidi

Oltre al CBD, gli scienziati hanno scoperto oltre 100 cannabinoidi rari o minori come CBG e CBN, che potrebbero avere benefici ancora più significativi rispetto alle loro controparti cannabinoidi principali.

Ad esempio, la ricerca preliminare mostra che il CBG potrebbe inibire la crescita del cancro, aiutare a curare il glaucoma, la disfunzione della vescica e uccidere i batteri resistenti ai farmaci.

Queste scoperte non stanno solo attirando un’enorme attenzione dall’industria della cannabis, ma anche dall’industria farmaceutica.

La situazione della cannabis in Italia

Gli imprenditori della cannabis legale in Italia sono stati trattati talvolta alla stregua di spacciatori per un’inesauribile aggiornamento di decreti poco chiari in merito, un’inseguimento rocambolesco sulla materia (che ha portato ad esempio lo scorso ottobre all’immediata chiusura di tantissimi negozi intimoriti e confusi), ma soprattutto di difficile comprensione che porta una buona fetta di consumatori ad essere timorosi. 

Eppure, le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 2017 hanno rimosso il Cbd dalle sostanze con azione stupefacente e psicotropa. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiedeva già nel 2019 la rimozione della pianta intera di marijuana e della resina di cannabis dall’elenco IV, la categoria più restrittiva di una convenzione sulla droga del 1961 firmata da paesi di tutto il mondo. 

Ma qual è la verità in Italia? 

La verità è che la legalizzazione della cannabis in Italia pare sia lontanissima dal trasformarsi in realtà e questo continua a lasciare grande spazio allo spaccio di sostanze senza controllo di alcun tipo di laboratorio, anche a minorenni. Lo spaccio pare sia un mondo parallelo in cui nessun politico voglia davvero metterci piede per eliminarlo. 

LEGGI ANCHE: Abbiamo visitato 4.20 Hemp Fest, la chiacchierata fiera dedicata alla cannabis legale a Milano

 

legalizzazione cannabis italia

Intanto, il progetto Meglio Legale che coinvolge parlamentari, medici, imprenditori, avvocati, giornalisti e semplici cittadini lotta per aprire un dibattito serio e responsabile sul tema. 

Forse presto avremo delle novità: alcuni giorni fa è stata depositata alla Camera una legge  che consentirebbe la coltivazione di cannabis in casa per uso personale:  Sono consentite a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto“.

Mentre intanto continua la lotta all’informazione circa l’uso del CBD , che, ancora una volta da un rapporto dell’Oms, emerge come il CBD non sia pericoloso ma possieda invece un grandissimo potenziale da un punto di vista medico.

Il mercato della cannabis è in fortissima espansione ma saremo in grado di farne parte fornendo la giusta informazione e definendo una chiara linea politica?

Facebook 2021: tutte le novità dell’anno da non lasciarsi sfuggire

Siamo a poco più della metà dell’anno e su Facebook e gli altri social del network sono cambiati molti elementi.

Negli ultimi anni, Facebook si è evoluto, ha modificato il suo layout, la dashboard e le funzionalità.

Da semplice piattaforma social per rintracciare i vecchi amici del liceo e conoscere nuove persone all’università è diventato un vero e proprio ecosistema che integra Instagram, Messenger, WhatsApp e Oculus.

facebook 2021

Restare dietro ai cambi di rotta di Menlo Park non è semplice. Solo nella prima parte del 2021 ci sono stati molti aggiornamenti che hanno riguardato gli utenti, i creator e gli inserzionisti.

Per i pubblicitari, forse, il cambiamento più grande ha coinvolto le ads in seguito alle politiche della privacy legate agli aggiornamenti di iOS 14.5.

Ma vediamo insieme TUTTI gli aggiornamenti, le modifiche e i rollout effettuati dalla piattaforma nella prima parte dell’anno.

Recap con tutte le novità introdotte da Facebook nel 2021

GENNAIO

  • Facebook rilascia nuovi controlli per gli amministratori delle pagine per permettere ai membri del team di accedere solo a determinate risorse o avere il pieno controllo di tutti gli elementi.
  • Fonda un’organizzazione per i diritti civili. L’avvocato Roy L. Austin, Jr. è stato ingaggiato per stabilire una nuova organizzazione per frenare l’odio razziale e la violenza sul social.
  • Riprogetta le pagine adottando un nuovo layout, più semplice e intuitivo che rende chiara la visualizzazione di biografie, post e informazioni importanti.
  • Viene annunciato il cambio di rotta, ovvero l’abbondono dei “Mi piace” e l’assegnazione primaria al “Follower”. La navigazione tra i profili personali e le pagine diviene più simile in quanto le pagine avranno accesso a un vero e proprio feed dove potranno rispondere a domande e commenti.
  • Facebook semplifica l’accesso alle informazioni. Prima dell’aggiornamento, il social dava la possibilità di accedere a due tipi di informazioni: le tue informazioni e le informazioni su di te. Da questo aggiornamento è stato introdotto un nuovo modo di suddividere le informazioni in otto sottocategorie:
  1. La tua attività su Facebook
  2. Amici e follower
  3. Preferenze
  4. Informazione personale
  5. Informazioni registrate
  6. Informazioni sugli annunci
  7. App e siti Web fuori da Facebook
  8. Sicurezza e informazioni di accesso.

Inoltre, nel nuovo strumento “accedi alle tue informazioni”, Facebook informa circa l’utilizzo dei dati per personalizzare l’esperienza sul social.

FEBBRAIO

  • Facebook rilascia la funzione: stato dell’account che mostra se sono state operate restrizioni, attuali o precedenti al proprio account, alle proprie pagine o ai gruppi.
  • Le legislazioni e le politiche sulla privacy iniziano a cambiare e Facebook introduce una nuova API CONVERSIONS per estrarre dati direttamente dal server in ADS Manager per evitare interruzioni nel monitoraggio del pixel. Con l’introduzione di questa dinamica, i titolari delle attività commerciali avranno maggiore controllo sui dati e sulla condivisione degli stessi.
  • Viene migliorata la sezione descrizione delle foto per agevolare gli utenti ipovedenti. Grazie al lancio di un nuovo strumento di intelligenza artificiale, Facebook permette di creare descrizioni di foto e audio per rendere l’esperienza degli utenti maggiormente inclusiva.
  • Testa la possibilità di controllare ed escludere alcuni argomenti nelle inserzioni. Per evitare che alcuni annunci pubblicitari vengano mostrati acconto a video, foto o testi non pertinenti, il social ha rilasciato la possibilità, per gli inserzionisti, di escludere la diffusione del contenuto pubblicitario su argomenti non adatti, come ad esempio “Crimine e tragedie”.
  • La Pandemia è il periodo in cui gli abbracci ci sono mancati di più. Così l’app Messanger viene aggiunta ad Oculus per dare la possibilità di chattare tra amici tramite il proprio visore per la realtà aumentata. Grazie alla funzione “Oculus Party” non solo è possibile confrontarsi con gli amici in tempo reale ma anche abbracciarli virtualmente.

facebook

MARZO

  • Facebook rende disponibile la creazione di eventi online a pagamento a più mercato e paesi: Argentina, Austria, Bangladesh, Bolivia, Colombia, Danimarca, Ecuador, Egitto, Guatemala, Hong Kong, Indonesia, Irlanda, Malesia, Marocco, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Sud Africa, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Filippine, Turchia ed Emirati Arabi Uniti.
  • Lancia il programma “STARS” per consentire ai creator di monetizzare grazie all’interazione dei propri fan durante i live in streaming.
  • Nello stesso mese Facebook aggiunge nuovi modi per consentire ai creatori di monetizzare. Ora i creator possono monetizzare guadagnando dai video brevi di durata inferiore ai 2 minuti. Gli annunci che possono essere inseriti sono prima, a metà e dopo la proiezione di un video. Ovviamente per candidarsi bisogna avere dei requisiti tra cui almeno 600.000 minuti totali di visualizzazione dei video.

APRILE

  • Facebook introduce maggiore controllo sul feed delle notizie modificando il modo in cui puoi controllare ciò che pubblichi limitando i commenti. Al contempo puoi dare la priorità di visualizzazione di massimo 30 amici e pagine in modo da vedere maggiormente i loro contenuti. Inoltre viene introdotta la barra del filtro del feed che permette di passare da un feed organizzato algoritmicamente ad un uno ordinato in maniera cronologica.
  • Lancia nuovi obiettivi di ottimizzazione come Conversion Leads per campagne di reperimento lead. Questa feature permette di inviare annunci direttamente alle persone che hanno più probabilità di diventare lead. Inoltre sarà possibile integrare i propri dati CRM direttamente su Facebook. Per entrare in contatto con più clienti si potrà ottimizzare l’annuncio per chiamate. Nello stesso periodo viene rilasciata l’opzione per convertire i moduli di annunci Lead in modelli Messenger semplificando il follow-up.
  • Le pagine aziendali possono commentare a loro nome. 
  • Il social aggiorna la dashboard professionale con nuovi strumenti per trovare tutti gli Insight in un unico posto.
  • Facebook rende disponibili gli annunci dinamici per i produttori di contenuti in streaming. L’utente che visualizzerà l’annuncio avrà accesso all’intera libreria di video selezionati in base ai suoi interessi palesati su Instagram e Facebook.

MAGGIO

Maggio è stato forse il mese più denso di aggiornamenti.

  • Facebook sperimenta nuovi modi per per conoscersi. Lancia Neighborhoods in Canada, un nuovo modo per restare in contatto coi vicini di casa. Considerato un clone di Nextdoor, gli utenti maggiorenni sul social possono creare un profilo specifico per Neighborhoods inserendo una bio e i propri interessi.
  • La seconda novità del mese riguarda l’archiviazione delle chat di Messenger, un nuovo modo per organizzare le proprie cartelle di  posta molto simile al servizio di archiviazione di gmail.
  • Il social è da sempre impegnato nella lotta alle fake news. Il 10 maggio scorso, Facebook ha annunciato una nuova iniziativa per sensibilizzare la condivisione informata degli articoli, chiedendo ai suoi utenti di leggere prima di condividere una news.
  • Forse la novità più interessante dell’anno, quella che ha scosso i business manager di molti social media manager, è stato l’aggiornamento di Apple iOS 14.5. L’aggiornamento di sistema ha aggiunto limiti alla pubblicità su Facebook in quanto l’app ha richiesto l’esplicito consenso a raccogliere i dati tra app di terze parti per scopi di targeting. Ovviamente l’aggiornamento non ha interessato solo Facebook ma anche Instagram,  WhatsApp e Messenger.
  • Fare shopping online live? Una delle iniziative di maggio della piattaforma. Live Shopping Fridays è stata una seria di eventi di shopping dal vivo in collaborazione con marchi di moda e bellezza. L’obiettivo è – ovviamente-quello di incoraggiare le vendite tramite Facebook Shops.
  • Maggio è stato il mese in cui il social di Zuckerberg ha lanciato un programma per combattere la disinformazione circa i vaccini, i cambiamenti climatici, il COVID-19 e la politica. Se un account viene segnalato per aver condiviso contenuti falsi o fuorivanti, Facebook ridurrà la visibilità dei suoi contenuti nel feed di notizie della rete. All’utente segnalato verrà notificata la cosa e saranno avvisati tramite pop-up anche gli utenti a cui piace il contenuto e vogliono incoraggiarlo con un Like.
  • A proposito di Like, dopo un anno senza il numero di cuori sui post di Instagram, il social ha dato all’utente la possibilità di scegliere se visualizzare o meno il numero di like. Secondo Mosseri, senza i conteggi dei like alcune persone condividevano di più ma altre di meno.

like facebook

GIUGNO

  • Il mese di giugno è iniziato con la conferenza per gli sviluppatori F8 Refresh, tornata in auge dopo qualche anno dalle ultime edizioni. Si è parlato di novità circa le API di messaggistica, in particolare di Instagram che potrà essere integrarata con le varie piattaforme di programmazione e gestione dei contenuti.
  • Giugno è stato il mese del pride e una piattaforma inclusiva come Facebook non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di sensibilizzare gli utenti sulle tematiche LGBTIQ+. Per l’intero mese, il social ha supportato le ONG di Europa, Africa e Medio Oriente aiutandole a sviluppare conversazioni sul tema.
  • Le novità del mese riguardano anche gli annunci di realità aumentata su Oculus testando le sponsorizzazioni in cuffia.
  • Facebook non dimentica gli amministratori dei gruppi dedicando loro nuovi strumenti di moderazione: una dashboard con tutte le funzionalità del gruppo, uno strumento per personalizzare e moderare le discussioni, un sistema di AI per notificare l’escalation delle conversazioni e nuove funzionalità per applicare restrizioni temporanee e tracciare dei brevi recap sui membri del gruppo.
  • Sempre a giugno sono stati notificati i prossimi aggiornamenti che riguarderanno l’integrazione di Facebook Pay su Messenger.
  • Come di certo saprai, il social non ama restare indietro! Ispirato da Clabhouse, Facebook ha lanciato negli USA, Live Audio Rooms e sta reclutando partner per inserire i podcast e dare all’utente la possibilità di ascoltarli su miniplayer mentre continua a navigare sul social.

LUGLIO

  • Facebook lancia Bullettin, una piattaforma per scrittori indipendenti e creatori di audio come podcast che ha l’obiettivo di promuovere la piena indipendenza editoriale. La funzione sarà disponibile negli States e prevede strumenti quali la creazione di contenuti, la monetizzazione e la crescita del pubblico. Ogni creator avrà una landing page personalizzabile con varie opzioni di stile. La monetizzazione avverà attraverso le entrate degli abbonamenti. Saranno introdotti strumenti per l’analisi del pubblico e la distribuzione potrà avvenire anche su Facebook News. Si potranno combinare varie feature: gruppi, live streaming, live audio room e i creator saranno supportati sugli aspetti finanziari, tecnici e legali.
  • Uno degli annunci più recenti del social è l’investimento di 1 miliardo di dollati per i programmi di monetizzazione per i creator entro la fine del 2022. L’ispirazione, questa volta, viene da TikTok, la piattaforma di videobrevi che consente ai tiktoker di guardagnare entrare dalla pubblicazione dei contenuti.
  • Willow Park sarà il nome della città che Facebook sta progettando di costruire nella Silicon Valley.
  • L’ultima novità pubblicata dal social nel mese di luglio prevede la personalizzazione degli annunci.
  • Le imprese potranno inserire badge sulle inserzioni per incoraggiare le vendite.
  • Saranno introdotte nuove tecnologie per migliorare la privacy e ridurre al minimo la quantità di dati forniti alla piattaforma pur mostrando agli utenti annunci pertinenti con i loro profili.
  • Saranno rilasciate nuove funzionalità per scroprire prodotti e attività commerciali esplorando contenuti su bellezza, fitness e abbigliamento.
  • Facebook lancia le ‘Soundmoji’, brevi clip audio che integreranno le emoticon e saranno disponibili su Messenger.
  • Infine, per la gioia di tutti gi inserzionisti ci saranno nuovi strumenti di Business Suite e un moderno sistema di e-commerce per soddisfare la domanda di acquisto prodotti.

Queste sono tutte le novità introdotte da gennaio a luglio 2021, ma l’anno non è ancora finito. Quali altre novità e cambiamenti ci saranno?

Lo scopriremo nei prossimi mesi!

LEGGI ANCHE: Facebook, tutte le novità dal F8. Glovo chiude un round da 150 milioni

LEGGI ANCHE: Le novità di Instagram che non avresti dovuto perdere nell’ultimo anno

LEGGI ANCHE: Social Commerce: Facebook annuncia Shops su WhatsApp e altre novità

ambizione 3 microsoft

Ambizione Italia: 3 milioni di digitalizzati entro il 2023 con Microsoft

Quando si parla di ambizione, Microsoft continua a fare scuola. Ma questa volta non ha niente a che vedere con l’epica sfida tra giganti dell’high tech.

Già dal 2018, la corporation ha avviato il progetto Ambizione Italia #DigitalRestart. Offrire a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 29 anni un’opportunità di formazione specifica sulle nuove tecnologie. Un piano quinquennale che si presenta ancor più adatto per la ripartenza post pandemia delle imprese italiane. Sotto forma di educazione alla cultura digitale e alle nuove tecnologie, ma non solo.

Oltre che formare il giovane tessuto sociale, Microsoft offre concreto supporto alle startup, formazione su scaleup e accelerazione d’impresa rivolta a grandi corporate, ricerca applicata. Con una forte attenzione sia alla dimensione locale sia a quella internazionale.

Ambizione Italia Digital Restart Microsoft

Come si legge dal sito ufficiale di Microsoft Italia:

Ambizione Italia #DigitalRestart è il piano quinquennale di investimenti per l’Italia del valore di 1,5 miliardi di dollari annunciato lo scorso 8 maggio da Microsoft Italia. Un impegno concreto a supporto dell’innovazione e della crescita del Paese, che passa attraverso iniziative di formazione digitale, programmi per le imprese per incoraggiarne la trasformazione digitale, laboratori di Intelligenza Artificiale ed un impegno per la sostenibilità ambientale con la creazione di un ecosistema di open innovation sui temi green. Microsoft ha anche annunciato l’intento di avviare la prima Regione Data Center di Microsoft in Italia, a Milano, che permetterà alle aziende di ogni dimensione e settore di accedere a servizi cloud locali di livello enterprise con le massime garanzie di sicurezza.

Cosa prevede Ambizione Italia di Microsoft

L’attenzione è concentrata sulla formazione di circa 2 milioni di persone tra studenti, professionisti e disoccupati nel corso dei prossimi due anni. Un ammontare che si somma al milione già raggiunto dal 2018.

Ma dove è possibile aderire alla formazione di Microsoft Italia? Prima di tutto, i programmi educativi faranno leva su Microsoft Learn e il social network LinkedIn, per divulgare e far luce sulle competenze digitali richieste dal mercato del lavoro.

Per consolidare le nuove tecnologie quali alleati preziosi per ripensare le modalità di lavoro e i modelli di business, Microsoft ha annunciato la creazione di “AI Hub“. Centri esperienziali per aiutare le aziende ad utilizzare l’Intelligenza Artificiale.

Lo scopo è quello di promuovere la trasformazione digitale in cinque settori chiave (Made in Italy, manifatturiero, finanza, sanità e infrastrutture) con risorse messe a disposizione da Microsoft ai suoi partner e un’ampia rete di ricercatori tra cui le migliori università italiane, gli Innovation Center e le startup.

Il supporto alle aziende sarà fornito con specifici programmi dedicati alla diffusione di un nuovo modo di interagire e relazionarsi con le persone. Accompagnare le realtà economiche italiane nel percorso di Digital Transformation è l’imperativo categorico di Microsoft Italia.

LEGGI ANCHE: Microsoft presenta AI Hub, l’iniziativa parte del piano Ambizione Italia #DigitalRestart

PMI e Ambizione Italia, cosa fa Microsoft per il tessuto economico del Bel Paese?

Con l’obiettivo di promuovere la produttività e l’innovazione delle PMI italiane, Microsoft e alcuni partner selezionati hanno già ideato da tempo Alleanza per la Sostenibilità, una serie di programmi e soluzioni digitali dedicati a tutte le aziende italiane che vogliono adottare una nuova cultura del lavoro flessibile e innovativo.

In particolare, saranno avviate specifiche iniziative rivolte alle piccole e medie aziende con servizi in Cloud che coinvolgeranno circa 500.000 PMI e startup in Italia nei prossimi tre anni, anche grazie alla rete partner di Microsoft.

La multinational corporation e i suoi player locali selezionati, si sono posti l’obiettivo di offrire le giuste tecnologie per aiutare le organizzazioni pubbliche e private a creare nuove soluzioni a supporto della sostenibilità italiana.

B4i – Bocconi for Innovation, CDP – Cassa Depositi e Prestiti, Coop, Energy & Strategy, MIP – Politecnico di Milano, Flowe, growITup, Intesa Sanpaolo, Italgas e Snam sono le prime organizzazioni entrate a far parte del progetto di sviluppo di servizi e soluzioni green nei prossimi mesi.

È così che Alleanza per la Sostenibilità contribuirà al New Green Deal nazionale per favorire un ecosistema di open innovation e far fronte alle sfide climatiche e ambientali più urgenti. Se questo è il momento di rilanciare la produttività delle singole imprese e la stabilità economica dell’intero Paese, Microsoft Italia ha deciso di porsi come fanalino di testa nel cammino che porta a un futuro sostenibile.

Perché l’Italia ha bisogno di ambizioni digitali?

Insieme a capitale, risorse grezze e lavoro, la conoscenza è diventata il quarto fattore economico. Nel mondo digitalizzato e informatizzato – dove le sfide sono sempre più serrate e gli standard più elevati – il Capitale Umano è più che mai al centro del cambiamento.

Microsoft sa bene quanto sia necessario investire sul nuovo tessuto sociale per fare in modo che la formazione digitale sia parte integrante del bagaglio di abilità richieste per le professioni del futuro. Gli investimenti in Intelligenza artificiale in Europa sono progressivamente cresciuti negli ultimi dieci anni, con una particolare impennata nel 2017.

Ambizione Italia Digital Restart Microsoft investimenti IA

Da report Artificial Intelligence in Europe, Microsoft – EY, 2019

Francia, Germania e Regno Unito sono i primi tre Paesi per volume di investimento in IA nel 2018 e coprono quasi la metà della spesa Ue. A seguire, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Polonia. Ma considerando il valore pro-capite degli investimenti IA, la situazione si ribalta. I Paesi del Nord Europa (Danimarca e Finlandia) e Irlanda spendono più di 35 euro pro-capite, a differenza di Francia e Germania che investono rispettivamente circa 23 e 18 euro pro-capite. L’Italia addirittura spende poco più di 11 euro pro-capite.

Sono segnali di come l’economia digitale viva una prima fase alto-rischio / alta-crescita, rispetto alla quale le aziende mostrano ancora prudenza.

Digitale e Trasformazione Digitale: sono la stessa cosa?

Il sogno di Bill Gates si è ormai avverato. Nel mondo sviluppato, lì dove è presente una scrivania, c’è un computer posto a presidio.

Stando infatti a quanto dichiara Microsoft nel 2018, la quota totale di diffusione di Windows è intorno a un miliardo e mezzo di PC per un totale di oltre 7 miliardi di persone.

Ora che l’hardware è stato dunque installato, siamo sicuri di saper davvero interagire con il software? E soprattutto, oltre che mettere in relazione l’uomo con la macchina per ottenere un determinato risultato, siamo in grado di far collaborare le persone tra loro sfruttando piattaforme e infrastrutture che si basano prevalentemente sul digitale?

In poche parole: siamo in grado di fondare uno sviluppo economico basato su un’infrastruttura digitale? Si tratta di portare la società verso un avanzamento tecnologico il cui presupposto è che tutti conoscano le basi fondamentali del digitale. Perché non è poi così banale. Spesso confondiamo il mezzo con lo scopo.

Digitale e Trasformazione Digitale sono due argomenti separati dello stesso filone evolutivo. Abbattere barriere materiali insormontabili (o complesse da scalare), facendo ricorso a metodi di comunicazione e interazione che non si possono toccare con mano.

Il primo, il Digitale, non è altro che un sistema per creare – sotto forma di codice binario – qualcosa che prima aveva bisogno di un supporto analogico per poter semplicemente esistere. Oggi in formato digitale, esistono monete di scambio (con cui si può effettivamente acquistare), fotografie, sculture, esistono riproduzioni di mondi e universi paralleli al nostro, si scambiano informazioni private e pubbliche, dati sensibili, certificati e disposizioni amministrative.

La Trasformazione Digitale, comprende tutte quelle conseguenze socio-culturali derivate dall’impatto del digitale sul nostro mondo. Nuove professioni, nuove interazioni, nuove economie, nuove esigenze e bisogni sociali.

Un certificato di carta, potrebbe non esistere mai nella vita reale se non all’interno di un database virtuale. Questo pensiero, ancora oggi, metterebbe in crisi enti pubblici, istituzioni, organizzazioni, professionisti. Per dirla semplice, la maggior parte degli attori sociali attualmente impegnati nelle più consuete pratiche governative, commerciali, economiche, culturali e sociali.

O ancora, ottimizzare una specifica produzione in campo agricolo, relegando il lavoro manuale a macchine impostate secondo parametri e calcoli determinati a monte da processi automatizzati di Intelligenza Artificiale. Oggigiorno, quale agricoltore o azienda agricola affiderebbe la conduzione della propria impresa a robot semi-autonomi?

LEGGI ANCHE: Trasformazione digitale e PMI: un fattore culturale

Ecco questa è la sfida che porta avanti Microsoft in Italia. Diffondere quanto più possibile la consapevolezza sul Digitale. Soprattutto su ciò che oggi diamo per assodato nel digitale. Senza dimenticare che l’evoluzione tecnologica è un bullet train in piena corsa e che le buone pratiche sulla trasformazione in atto meritano di essere aggiornate nell’arco di mesi o settimane.

guida tiktok

TikTok Marketing per principianti: ecco da dove partire

Il nome TikTok non ha certo bisogno di presentazioni: in pochi anni è diventato uno dei social media con il più alto tasso di crescita e in grado di insidiare le aziende leader del settore Web Tech.

Anche la recente partnership con il campionato europeo di calcio Euro 2020 ha certamente contribuito a rendere popolare il marchio dell’app anche tra chi ne ignorava l’esistenza.

Se TikTok ha avuto il merito di aver lanciato per prima il concetto degli “short videos”, una feature imitata successivamente da Instagram e da altri social media, le sue caratteristiche e i possibili campi di applicazione in ambito marketing risultano ancora abbastanza inesplorati.

In questa breve guida cercheremo quindi di introdurre gli aspetti più importanti di questo social media in modo che tu disponga di tutti gli elementi per iniziare a elaborare una strategia marketing per TikTok:

  1. Cosa è TikTok
  2. Come si crea un video su TikTok?
  3. Quali sono le ragioni del successo di TikTok?
  4. Come utilizzare TikTok nel marketing

Cosa è TikTok

TikTok nasce nel 2014 in Cina, come evoluzione del precedente servizio Musical.ly, con la volontà di unire la passione per la musica con le logiche di un social media simile ad Instagram, ma focalizzato su brevi video invece che su immagini statiche.

La caratteristica che lo differenzia maggiormente da altri servizi è l’algoritmo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, che personalizza il feed di ogni utente in base ai suoi interessi personali.

Su TikTok, infatti, gli aspetti legati alla dimensione e alla estensione della rete sociale hanno un peso tutto sommato molto limitato: per un utente di TikTok non c’è bisogno di seguire nessuno sull’app, dal momento che nella sezione “Per Te” sono resi disponibili un numero praticamente illimitato di video.

Un altro punto di forza di TikTok è la ricca dotazione di strumenti che rendono semplice ed efficace per chiunque la produzione di video.

Grazie alle funzioni base di TikTok non è infatti necessario essere un video-maker professionista per creare e montare dei video con effetti speciali, filtri, duetti, doppiaggi di canzoni popolari, etc.

Come abbiamo detto, TikTok si basa interamente su video di breve durata: gli utenti caricano infatti video che possono avere una durata massima di 15 o 60 secondi.

Se inizialmente, con l’app Musical.ly, gli utenti caricavano in prevalenza video di se stessi intenti a cantare in playback (“lip-synching”) su video musicali popolari, ora è cambiata molto la tipologia dei video che possono creare su TikTok.

Oltre ai video di puro intrattenimento (mini-commedie o sketch comici, balletti, lip-sync, etc) si possono trovare anche tutorial con consigli sull’utilizzo di prodotti o spiegazioni di tecniche particolari.

Di recente, TikTok ha ampliato le possibili aree di utilizzo dell’app rendendo possibile la creazione di video di durata sino a tre minuti ed entrando così in diretta concorrenza con altre piattaforme online come YouTube o IGTV.

LEGGI ANCHE: Manuale strategico per portare la tua azienda su TikTok

Come si crea un video su TikTok

Il primo passo, dopo aver scaricato e installato TikTok sul tuo dispositivo mobile (sia Android che iOS) è quello di creare un account, scegliendo un nome utente (@nomeutente) e il nome, cioè il nominativo che verrà visualizzato sul profilo.

Come su altri social media è importante che tu scelga il “nome utente” e il “nome” in modo che sia chiaro chi sei e cosa fai: entrambi contribuiscono alla tua rintracciabilità su TikTok.

Dopo aver arricchito il tuo profilo con una foto e una biografia accattivante, è il momento di passare alla creazione di un video, un’operazione piuttosto semplice su TikTok.

Se hai già pubblicato dei video su Instagram o Snapchat, troverai gli strumenti messi a disposizione da TikTok molto facili da usare, intuitivi ed allo stesso tempo efficaci.

La prima cosa da fare è cliccare sul tasto “+” nel menu di navigazione nella parte inferiore dello schermo. Così facendo aprirai la fotocamera del tuo dispositivo, e vedrai un tasto rosso per la registrazione.

Puoi creare un video corto fino a un massimo di 15 secondi o un video lungo di 60 secondi o 3 minuti.

Oltre alla fotocamera per registrare qualcosa in diretta tramite il tasto “Carica” (in basso a destra) puoi anche caricare un video dal rullino del tuo dispositivo.

Vediamo in maggior dettaglio le funzioni che hai disposizione.

 

Fig. 1 guida principianti TikTok

Fig. 1: schermata iniziale per la creazione video

Suoni

Incominciamo dall’opzione suoni che trovi in alto, al centro della schermata. Per aggiungere un brano musicale ad un tuo video ti basta cliccare l’icona “Suoni” nella schermata di registrazione.

Vedrai così un elenco di brani e artisti. L’elenco, che viene aggiornato in continuazione, mostra i brani consigliati e alcune playlist, i brani più ascoltati ed altri che vengono classificati in categorie (es.: TikTok Talent, ItaloDance, PopIT, InViaggio, etc).

Ricorda che i suoni e i brani musicali giocano un ruolo fondamentale su TikTok: i video possono infatti diventare virali sulla piattaforma anche solo per la traccia musicale scelta e, viceversa, una canzone può diventare famosa perché è stata utilizzata come suono in un video diventato virale.

Effetti

Sulla destra dello schermo trovi alcuni strumenti di TikTok che ti consentono di applicare diversi effetti speciali alla ripresa:

  • Ribalta, per alternare tra la fotocamera anteriore e quella posteriore del tuo smartphone;
  • Velocità, per velocizzare o rallentare il video;
  • Filtri, per cambiare il filtro colore del video (suddivisi secondo categorie specifiche quali Ritratto, Paesaggio, Cibo, Vibe);
  • Migliora, per migliorare il tuo volto (ad esempio nascondendo difetti della pelle o eliminando le occhiaie);
  • Timer, per registrare senza essere costretto a tenere premuto il tasto di registrazione per tutta la durata del video e senza dover tenere il telefono in mano;
  • Flash, per utilizzare il flash della fotocamera durante la ripresa del video.

Ci sono numerosi altri effetti speciali su TikTok e cliccando l’icona “Effetti” sul lato sinistro dello schermo potrai sfogliarli scorrendo lo schermo verso sinistra. TikTok rende disponibili nuovi effetti regolarmente ed è quindi impossibile farne qui una lista completa.

La cosa migliore da fare per capire le possibilità offerte dai vari effetti speciali di TikTok è di dedicargli un po’ del tuo tempo per provarli.

Pubblicazione

Dopo aver terminato di registrare il tuo video clicca su “Avanti”, premi il tasto rosso di spunta in basso a destra per proseguire oppure la “X” in alto a sinistra per annullare la registrazione e ricominciare da capo.

Se sei soddisfatto e hai deciso di proseguire, si visualizzerà un replay del video che hai registrato e avrai la possibilità di arricchirlo con altri strumenti che TikTok ti mette a disposizione, come “Regola Clip”, “Effetti vocali”, “Doppiaggio”, “Taglia”, “Volume”, “Testo”, Stickers.

Premendo il tasto “Avanti”, vedrai una pagina molto simile alla pagina di pubblicazione di Instagram e dove potrai arricchire il tuo video con una descrizione, una copertina per il tuo video, una o più menzioni delle persone che stai seguendo e una o più chiavi di ricerca (#hashtag).

A questo punto premi il tasto “Pubblica” per postare il tuo video su TikTok o, se vuoi invece pubblicare il contenuto in un secondo momento, clicca il tasto “Bozza” e ritorna in seguito su questa pagina.

 Ti segnaliamo infine che le icone nella parte inferiore dello schermo ti danno la possibilità di condividere il video su altri canali online (Facebook, Instagram, WhatsApp, etc).

LEGGI ANCHE: Spiegare l’AI alle PMI (e fare 1 milione di views). Intervista al tiktoker Davide Reinecke

Quali sono le ragioni del successo di TikTok

Oltre alla facilità di utilizzo e alla integrazione nativa di brani musicali, di cui abbiamo già parlato, ci sono altre ragioni che hanno contribuito al suo successo.

Il formato

Gli “short videos” a tutto schermo sono particolarmente adatti a catturare l’attenzione dell’utente mobile che ha una soglia di attenzione particolarmente bassa (circa 8 secondi).

Questo fenomeno è particolarmente marcato per la Generazione Z che costituisce al momento la fascia di utenza principale di TikTok.

Engagement superiore a quello di altre piattaforme

Le interazioni di un video TikTok sono sensibilmente superiori a quelle dei contenuti pubblicati su altri social media. Secondo i dati 2019 di Influencer Marketing Hub, il tasso di engagement di TikTok è superiore rispetto ai creator Instagram (5,3% contro 1,1%) con oltre 100.000 follower.

Le ragioni per questo engagement elevato sono da attribuire a tre elementi fondamentali: l’esperienza visuale “immersiva” creata da un contenuto a tutto schermo, l’audio sempre attivo e la scheda “Per Te”.

engagement TikTok

Semplicità di condivisione

Per gli utenti risulta elementare trovare contenuti da guardare, dal momento che i video sono riprodotti in sequenza immediatamente all’apertura dell’app.

Come potrai vedere tu stesso, non hai bisogno di seguire nessuno sull’app: TikTok visualizza nella scheda “Per Te” una selezione di video, scelti da un proprio algoritmo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, secondo la popolarità e le tue preferenze.

Inoltre l’app consente la condivisione di contenuti all’esterno della piattaforma: puoi infatti scaricare i contenuti in formato video e GIF, anche se il logo di TikTok rimarrà comunque impresso sul video.

Dal punto di vista marketing è una mossa molto efficace, in quanto aiuta a diffondere dei contenuti di un brand in modo completamente trasparente e organico.

Challenge

Come ultima, ma non per questo meno importante, ragione del successo di TikTok vi è l’utilizzo delle challenge, “sfide” lanciate sul social network che, associate ad un apposito hashtag, stimolano i creator a produrre contenuti su un tema specifico (bellezza, ballo, recitazione, etc.).

Una challenge fornisce infatti uno scopo agli utenti per creare nuovi video.

Inoltre le sfide migliorano la creatività e l’ispirazione, rafforzando al tempo stesso il concetto di community all’interno di TikTok.

Come utilizzarlo per il marketing

Ora che abbiamo visto le caratteristiche e il modo in cui può essere utilizzato TikTok, vogliamo evidenziare darti alcuni suggerimenti per utilizzarlo in maniera efficace nelle tue strategie marketing.

a) Ricordati che TikTok ha un bacino d’utenza molto giovane

La fascia di utenza più numerosa su TikTok appartiene alla Generazione Z, generazione sempre alla ricerca di intrattenimento e che desidera partecipare attivamente a tutto quello che vede.

Anche se con la crescita della piattaforma stiamo assistendo a un ampliamento della fascia di età nel pubblico, per ora dovrai dare particolare importanza alle generazioni più giovani e quindi rendi tutto semplice e divertente.

b) Usa sempre della musica

Gli utenti di TikTok si aspettano che ci sia della musica nei video, quindi per ogni tuo video dovrai scegliere un audio adeguato.

TikTok è suono: pensa subito alla colonna sonora del tuo video quando crei un contenuto.

c) Sfida il tuo pubblico

Gli utenti TikTok amano le sfide, come dimostra la popolarità guadagnata dalle Hashtag Challenge: crea quindi un hashtag facile da ricordare per la tua sfida, e rendila interessante aggiungendoci un certo livello di difficoltà.

d) Dai vita al tuo brand

Sia che si tratti di cantare, ballare, fare scherzi, tutorial o Hashtag Challenge, mantieni gli utenti coinvolti e interessati nella tua comunicazione come brand: sappi che in pratica stai dando vita ai loro brand e ai loro prodotti.

Alla Generazione Z piace essere coinvolti al massimo e in modo attivo: non è infatti un fan della TV, in quanto attività decisamente passiva. Gli utenti TikTok vogliono partecipare e prendere parte a ciò che vedono, e puoi dare loro quest’opportunità con il tuo brand.

e) Sii autentico

In generale, ti consigliamo di essere autentico su qualsiasi canale social, ma questo vale particolarmente su TikTok, canale non è ancora saturo di brand come lo sono Instagram, Facebook e altri social network.

Devi essere quindi creativo, autentico e audace, e non avere paura di mostrare un lato diverso della personalità del tuo brand.

Se non sarai sempre autentico su TikTok verrai emarginato dalla sua community. Evita di spingere semplicemente gli utenti all’acquisto dei tuoi prodotti o servizi, ma piuttosto punta sulla creatività e sulla creazione di una fan base.

f) Crea una community

Non andrai molto lontano su TikTok creando una sola challenge e promuovendola con un influencer: è fondamentale creare una community, e ovviamente dovrai crearla intorno al tuo brand e prodotto.

Cerca quindi di creare un’atmosfera piacevole su TikTok, in modo che gli altri utenti non vedano l’ora di farne parte.

g) Adotta un piano editoriale

Molto spesso, i video improvvisati possono ottenere ottimi risultati, e di tanto in tanto dovresti realizzarli, anche per sfruttare i suoni o gli hashtag in tendenza.

In generale però, è molto meglio pianificare i contenuti da pubblicare creando un calendario editoriale per i tuoi post.

Ricorda inoltre di controllare periodicamente le prestazioni dei tuoi post, utilizzando i dati statistici messi a disposizione dalla funzione Analitica: ti sarà più facile capire cosa funziona con il tuo pubblico ed avrai le idee più chiare su quale tipo di video ripetere nel tuo calendario editoriale.

h) Collabora con i creator

Anche dopo aver utilizzato ed approfondito le caratteristiche della piattaforma, non è detto che il tuo brand abbia al suo interno la creatività, la spontaneità e la conoscenza diretta di una specifica nicchia di mercato che può avere un creator o un influencer.

Come dice la stessa azienda, “i creator sono la linfa vitale di TikTok:

  • promuovono la diversità e stabiliscono nuove tendenze
  • non creano solo contenuti allegri e brevi
  • formano anche community forti, positive, inclusive e connesse che si sostengono reciprocamente collegando aree geografiche e culture.

Per questi motivi ti suggeriamo quindi di collaborare e coinvolgere il più possibile dei creator nelle tue campagne marketing su TikTok, così come hanno fatto aziende del calibro di Vodafone, Armani, Furla, e molte altre.

In questo ti viene in aiuto la stessa TikTok: a partire da fine aprile del 2020 è infatti disponibile su invito il TikTok Creator Marketplace, una piattaforma che permette ai brand, alle agenzie e ai professionisti del marketing di mettersi in contatto con i creator di TikTok più adatti alla loro campagna.

Un’opportunità da esplorare e da tenere presente per migliorare l’efficacia delle tue attività su TikTok!

i) Usa i TikTok Ads

Come brand potresti trovare molto efficace un investimento pubblicitario su TikTok, non solo per il vasto bacino di utenza dell’app ma anche perché la pubblicità vi è apparsa solo in tempi recenti.

Questo vuol dire che si tratta di un canale che non è ancora troppo saturo di annunci pubblicitari e dove gli utenti sono potenzialmente più ricettivi ad accogliere le promozioni delle aziende.

Come dice lo slogan dell’azienda, “Don’t make Ads, Make TikToks!”.

E con questo ultimo suggerimento, abbiamo completato questa breve guida alla scoperta di TikTok. Non ti resta che fare tesoro di quanto hai appreso in questo articolo e mettere in pratica i consigli che abbiamo voluto condividere con te.

Ora è il tuo turno!