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  • Spiegare l’AI alle PMI (e fare 1 milione di views). Intervista al tiktoker Davide Reinecke

    Tutti possono pubblicare video su TikTok, ma in pochi “spaccano”

    20 Luglio 2021

    Man mano che l’Intelligenza Artificiale entra a far parte delle nostre vite, impariamo ad apprezzare come le potenzialità di questa tecnologia siano applicabili alle esigenze quotidiane. Ormai lontana l’idea di super computer onniscienti in grado di prendere il sopravvento sull’umanità, lo sviluppo di sistemi di apprendimento automatico e di algoritmi intelligenti consente di velocizzare e migliorare molti aspetti legati all’analisi e all’interpretazione dei dati e all’elaborazione di strategie predittive. Poter conoscere in anticipo l’impatto di alcune decisioni e individuare le possibili relazioni di causa-effetto diventano sempre più una possibilità reale e niente affatto fantascientifica. La cosa, assume un valore ancora più importante quando le conseguenze di una decisione sbagliata possono mettere a serio rischio un business. Nonostante l’argomento sia avvincente, riuscire a comunicare agli imprenditori le potenzialità di strumenti specificamente progettati per questi scopi può diventare arduo, anche perché, di solito, la comunicazione B2B viene associata a qualcosa di noioso e poco avvincente. La vera sfida è infatti riuscire a coinvolgere il pubblico su temi “complicati” con un messaggio semplice e diretto, che sia in grado di attirare l’attenzione e, perché no, di divertire e intrattenere.

    @davidereineckeSono tornato… #davidereinecke♬ Scary Sounds – Bobby Cole
    Davide Reinecke è sbarcato su TikTok nel 2020 e ha conquistato una community di oltre 800.000 followers con i suoi trickshot fatti in casa e il suo slogan “certo certo!” ed è anche l’Head of Social Media di Vedrai, startup innovativa fondata nel 2020 dal 26enne Michele Grazioli e specializzata nello sviluppo di piattaforme per il miglioramento dei processi decisionali. Con video sviluppati per lo più in format di 30 secondi che raccontano in maniera originale, pratica e curiosa le molteplici applicazioni dell’Intelligenza Artificiale e tutte le sfumature della tecnologia, Davide è riuscito a far raggiungere all’azienda per cui lavora 1 milione di visualizzazioni organiche con più di 150 mila interazioni in sei mesi. L’intento è quello di parlare non solo a un pubblico maturo, ma anche e soprattutto alle nuove generazioni, con un tone of voice fresco ma allo stesso tempo capace di comunicare temi complessi come quelli legati alle nuove tecnologie e all’AI. Gli abbiamo chiesto come si raggiungono questi numeri ma anche, per dirla con le sue parole, come si fa “a trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico“. LEGGI ANCHE: Artificial Mindset: cosa è cambiato (e cambierà ancora) con l’Intelligenza Artificiale

    Per cominciare, cosa c’entrano i trickshot con l’intelligenza artificiale?

    Come nei miei video io prevedo il numero che uscirà al lancio del dado, la riuscita di un bottle flip o l’entrata di un CD all’interno della console facendolo rimbalzare sul muro, così VEDRAI prevede l’impatto delle decisioni sul business. Dietro tutto questo non c’è magia, ma matematica avanzata. Un esempio può essere il format  #larubricadeldottorLelli che abbiamo ideato con il dottor Lelli, Data Scientist di Vedrai,  in cui diamo una spiegazione matematica e probabilistica dei miei video su TikTok.

    Quanta preparazione ci vuole per essere presenti con successo su un canale come TikTok? Come si arriva dall’ideazione alla pubblicazione di ogni video?

    Tutti possono pubblicare video su TikTok, ma in pochi “spaccano”. Secondo me ci sono tre aspetti fondamentali per avere successo:
    • avere un format proprio che ci differenzi dagli altri;
    • avere costanza, anche se la mia strategia di pubblicazione è differente rispetto alla maggior parte degli altri creator, perché pubblico pochi video ma efficaci: ogni video che faccio deve spaccare;
    • caratterizzarsi con uno slogan, un metodo super efficace per dare solidità al proprio personaggio. Molte persone, ad esempio, non sanno nemmeno come mi chiamo, ma mi gridano “certo certo!!” quando mi incontrano per strada.
    Certo (a proposito!), trovare un format per una azienda è sicuramente difficile e più complesso rispetto a trovarne uno per un creator. Qui in VEDRAI, per trovare il format più adatto a noi, ci sono voluti molto impegno e tempo: abbiamo iniziato a vedere i primi numeri dopo 2/3 mesi. Riguardo a me, ogni volta che mi viene un’idea, dal tipo di trickshot alle battute da dire, la scrivo nelle note del telefono e con il tempo cerco di elaborarla al meglio. Non pubblico mai un video se non sono soddisfatto del contenuto al 100%. Mentre, nel caso di VEDRAI, si cercano spunti leggendo articoli e notizie di intelligenza artificiale, da trasformare in video, che possano risultare interessanti anche per persone che non sanno niente di AI. Un esempio sono i video che descrivono il ruolo dell’AI in settori produttivi che sembrano  distanti, come quello della moda, oppure quelli che spiegano perché nei videogiochi è meglio non applicare troppo machine learning.

    Sempre più spesso sentiamo parlare di collab house di tiktokker. Tu credi in questo modello o pensi che si tratti di una estremizzazione?

    Appena si pensa a collab house viene in mente un’unione tra creator per creare un team invincibile. Il concetto è semplice ma la realizzazione davvero complessa, a mio parere. Mi è capitato di ricevere proposte di contratto da varie collab house in Italia. Credo che la maggior parte di questi progetti siano destinati a un flop totale, in quanto mancano organizzazione e mentalità adeguate. Tranne una in realtà, con la quale tra l’altro ho lavorato da dietro le quinte. Progetto molto figo, un sacco di sponsor e molto più internazionale rispetto alle altre house italiane. Sono forti.

    Da LinkedIn a TikTok, oltre al target, come dovrebbe cambiare la comunicazione per un brand?

    Noi di VEDRAI pubblichiamo gli stessi video sia su LinkedIn che su TikTok. Chiaramente, è fondamentale per la comunicazione di un brand, capire a che tipo di pubblico ti stai rivolgendo e il tipo di linguaggio adatto alle varie piattaforme social. Infatti, ad esempio, creiamo spesso dei contenuti extra per LinkedIn, leggermente più “seri”, in cui trattiamo argomenti adatti ad un pubblico più adulto. Uno dei nostri obiettivi su TikTok è rivolgerci ad un pubblico più giovane, cercando di trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico, in modo tale che il ragazzino possa andare a casa e raccontarlo ai propri genitori.

    Come nasce una collaborazione di influencer marketing? Bastano semplicemente i numeri?

    No, non bastano semplicemente i numeri. Il creator deve sempre avere quel lato di serietà che lo distingue, un brand si deve fidare del creator per poter attivare una collaborazione proficua. Ci sono creator che hanno numeri molto alti ma lavorano poco, mentre altri con un pubblico più ridotto, trattando argomenti di nicchia, hanno moltissime collaborazioni.

    Allora, ce lo spieghi il segreto di un perfetto bottle flip?

    Ovviamente il segreto ruota attorno ad una variabile… la parola “certo” . No, a parte gli scherzi… se volete la spiegazione fisica per fare un perfetto bottle flip, sul profilo di VEDRAI il dottor Lelli soddisferà al 100% la vostra sete di conoscenza!