Un progetto digitale e fisico vincente mette al centro del processo le persone e l’esperienza che vivono a contatto con il prodotto e il servizio.
Integrare marketing e User Experience Design è oggi fondamentale per affrontare le sfide del mercato e i cambiamenti sociali con diverse prospettive, una mentalità aperta, proattiva e non perdendo mai di vista le persone.
La Customer Journey Map è uno strumento grafico proveniente dal mondo UxD, particolarmente potente e trasversale. Aiuta a mappare i percorsi che le persone compiono verso un determinato obiettivo, a collaborare, elaborare strategie e nuovi modelli di business, fornire esperienze e contenuti di valore.
Human-centered, Omnichannel, Customer Journey Map
Vagare o essere guidati in un percorso?
Quando incontriamo un brand iniziamo un percorso che può portarci o meno al raggiungimento di un obiettivo, come l’acquisto.
Durante il percorso, quasi mai lineare, entriamo in contatto con il brand attraverso diversi punti (touchpoint) e canali, per esempio un volantino, una ricerca google, un articolo di blog, il passaparola, pagine social.
In un contesto, fisico e digitale i punti di contatto possibili sono innumerevoli ed è importante per le aziende, mettersi nei panni delle persone, comprendere il bisogno e creare esperienze fluide e coerenti, in una strategia omnichannel. Guidare insomma le persone in un percorso e un’esperienza di valore, senza lasciare nulla al caso.
Le customer journey map consentono di progettare sistemi integrati e coerenti con al centro le persone. Permettono infatti di mappare le azioni, le scelte, le emozioni e le conseguenze che le persone attuano per soddisfare un bisogno: dall’acquisto di un prodotto alla compilazione di un form.
Perché è fondamentale creare una Customer Journey Map
Sono almeno 5 i motivi per cui dovresti utilizzarle
1. Visualizzi e comunichi le motivazioni, i fattori trainanti e i punti deboli delle persone
Attraverso le Customer journey map puoi visualizzare con l’aiuto di un supporto grafico la complessità delle azioni, motivazioni e emozioni umane rispetto un prodotto e servizio. Ciò ti garantisce una visione di insieme e facilita l’allineamento e la condivisione con il resto dell’azienda.
Pensate a presentare al team sales, o al customer service, report pieni di dati su tendenze, analytics, tassi di apertura, pensate invece a comunicare con una mappa, evidenziando ciò che i clienti pensano, vogliono e fanno in ogni fase specifica del loro viaggio. Come questa qui in basso, che descrive l’esperienza di un utente dalla ricerca, all’acquisto, viaggio e post-viaggio di una azienda ferroviaria.
2. Aiuta a collaborare, strutturare processi trasversali e eliminare i silos in azienda
Le Customer Journey Map migliori sono progettate e utilizzate non solo dal team UX o dal team Marketing, anche se spesso partono da lì, ma sono collaborative e arricchite con il punto di vista di più reparti a diretto contatto con il cliente.
Inoltre aiutano a intervenire su logiche e processi, delineando responsabilità, obiettivi comuni e punti di contatto tra i vari reparti. che spesso nelle aziende sono poco chiari e causano non solo attriti nell’esperienza dell’utente, che magari viene rimbalzato come una pallina da ping pong nei reparti Marketing, Vendite, Customer Service, ma anche inefficienza e perdite di tempo.
3. Conosci meglio i tuoi clienti
Le customer journey Map, partono da un approccio human-centered. Le persone sono al centro del processo, con la loro sfera di azione ed emotiva. Per costruire una mappa, dobbiamo fare ricerca, conoscere chi sono i nostri clienti, quali azioni compiono sui nostri canali, quali contenuti stanno scaricando e quali percorsi compiono per soddisfare il proprio bisogno.
Questa conoscenza e ricerca vale anche nel monitoraggio del percorso verso l’obiettivo, in un processo di continua acquisizione di informazioni.
Tutto questo condiviso con i reparti coinvolti nel processo di acquisto e produzione, crea una conoscenza e un consenso condiviso per ridurre eventuali attriti e rendere più fluida l’esperienza.
4. Elimini i gap e converti più visitatori in clienti
Le Customer Journey Map evidenziano delle criticità con un approccio problem-solving. Mappando le esperienze delle persone, si individuano eventuali gap che condivisi con il resto dell’azienda, possono essere non solo colmati ma anche valorizzati.
La riduzione degli attriti, aiuta a creare esperienze più fluide e maggiori conversioni, perché facilitiamo il raggiungimento dell’obiettivo, ascoltando i bisogni delle persone.
5. Migliori i tuoi prodotti e servizi
Mappare i percorsi delle persone ti aiuta a comprendere perché compiono determinate scelte e quale aspetto del tuo prodotto o servizio è più prezioso per loro.
Allo stesso modo, le customer journey map possono aiutarti a capire come e quando aggiornare il tuo prodotto/servizio o aggiungere nuove funzionalità. Da un customer journey possono venir fuori anche nuovi modelli di business.
6. Migliori il tuo Content Marketing
Quante volte capita di non sapere quale contenuto creare, non si hanno idee e se ne crea magari uno di tendenza “sperando” che faccia colpo sul pubblico. Un approccio che a volte può andare bene, ma tutte le altre rischia di disperdere risorse ed energie preziose per una manciata di visite.
Quando creiamo contenuti, produciamo materiale che i nostri prospect possono esaminare durante le loro ricerche. Li stiamo aiutando a prendere le loro decisioni di acquisto.
Con un processo di inbound Marketing, dove lo scopo è attirare il cliente sui nostri canali attraverso i contenuti organici è fondamentale conoscere il bisogno dell’utente, le azioni e le emozioni per creare contenuti e risorse di valore pertinenti al punto di contatto e al canale.
Mappare il percorso del cliente aiuta a migliorare la tua strategia di content marketing, perché il contenuto creato non è prezioso solo per te, ma soprattutto per i tuoi potenziali clienti. Pensiamo a un ebook gratuito nel momento giusto del percorso, una newsletter ben fatta, post social sulla tua pagina ufficiale.
Risorse per creare la tua Customer Journey map
In questo articolo non ci siamo soffermati a spiegare come realizzare una Customer Journey Map. Ti lasciamo delle risorse gratuite per iniziare a lavorarci su.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/customer-journey-1.jpg10801920Silvia Di Gennarohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSilvia Di Gennaro2021-08-27 12:27:492021-08-30 12:31:16Perché è fondamentale creare una customer journey map
Google Analytics 4 (GA4) è l’ultima versione di Google Analytics, già disponibile, che andrà gradualmente a soppiantare l’attuale Universal Analytics (UA). Anche se la libreria “gtag.js” è la stessa usata per la versione precedente, i dati vengono misurati con un nuovo sistema basato unicamente sugli eventi.
Si tratta di una piccola rivoluzione, come è facile notare già dalla nuova interfaccia e dall’organizzazione dei dati. I report di Analytics cambiano quindi radicalmente, promettendo una maggiore flessibilità nel modo in cui vengono tracciate le azioni svolte su “sito Web” e “App”. Peraltro, non è più necessario scegliere tra questi due tipi di proprietà, perché ora lo standard è unico.
Le differenze di approccio tra GA3 a GA4
La terza versione di Analytics (GA3), denominata Universal Analytics, è basata sulle sessioni di navigazione e alle visualizzazioni di pagina (pageview), con la possibilità di configurare e monitorare altri tipi di interazioni (hit), secondo i modelli predefiniti. Questa categorizzazione rappresenta un limite per i tracciamenti, che spesso necessitano di interventi manuali per recuperare i dati e creare report significativi.
Google Analytics 4 è invece costruito attorno a una struttura molto flessibile per cui tutti i tipi di interazione degli utenti sono considerati eventi, e posti tutti sullo stesso piano.
HIT UA
EVENTO GA4
Visualizzazione di pagina
Evento
Evento
Evento
eCommerce
Evento
Interazioni social
Evento
Tempo utente
Evento
Eccezioni
Evento
Visualizzazione schermata (app)
Evento
Questa nuova modalità di raccogliere i dati si riflette in una reportistica più incentrata su una prospettiva di marketing. GA4 fa della personalizzazione dei report una delle sue caratteristiche più rilevanti, anche se questo significa che al momento è disponibile una selezione ridotta di rapporti preconfigurati, rispetto a UA.
Inoltre, molte interazioni ora non richiedono più modifiche al codice di monitoraggio per essere tracciate, come ad esempio i clic sui collegamenti in uscita, il download di file e altro ancora come il monitoraggio interdominio.
Questa semplificazione è una conseguenza di un approccio basato sugli eventi da una tecnologia di machine learning in grado di integrare i dati raccolti, colmare eventuali lacune e creare modelli predittivi.
A rendere questo cambiamento una necessità ha contribuito la rinnovata attenzione delle autorità in tema di privacy, e le conseguenti limitazioni. Per questo, al centro del nuovo modello non ci sono più gli utenti, ma i comportamenti (aggregati di eventi), che è possibile tracciare in modo più completo.
Tuttavia, GA4 è in fase di crescita e presenta ancora alcune limitazioni rispetto al predecessore, come per esempio nel filtraggio del traffico o nel collegamento con gli altri tool di Google.
GA4 è destinato a diventare il nuovo standard di Google Analytics, ma è ancora incompleto: per questo è consigliabile affiancare UA e GA4, beneficiando dei pregi di entrambe le versioni.
Come creare da zero una proprietà GA4 affiancandola a una UA
Per chi vuole iniziare a tracciare i dati di un sito/app da zero con Google Analytics 4, senza partire da una proprietà Universal Analytics Esistente, è sufficiente entrare nell’amministrazione dell’account Analytics e selezionare “crea proprietà” in centro allo schermo.
La procedura guidata porterà automaticamente alla creazione di una proprietà GA4. Dopo aver inserito il nome della proprietà e selezionato “fuso orario” e “valuta” cliccare “mostra opzioni avanzate” e attivare lo switch “Crea una proprietà Universal Analytics”. Inserire poi l’URL del sito Web e cliccare “avanti”, senza modificare le scelte preimpostate.
Nella schermata successiva, apparirà un sondaggio facoltativo: è possibile cliccare direttamente su “crea” per creare una proprietà GA4 collegata a una UA. Per verificarlo, nella schermata successiva, andare alle “impostazioni aggiuntive” e selezionare “tag del sito collegati”, visualizzando così l’ID dell’account UA collegato.
Per implementare il codice sul sito, scegliere una delle “istruzioni di codifica”, fornendo al proprio webmaster il “Tag globale del sito (gtag.js)”, oppure chiedendogli di inserire nel contenitore Google Tag Manager legato al sito, un nuovo tag “Google Analytics: configurazione di GA4” legato all’ID di misurazione visualizzato in alto a destra.
Ora è possibile uscire dalla schermata. Nel si desideri accedere nuovamente a questa scheda, è possibile farlo selezionando la proprietà GA4 per poi accedere ad “amministrazione”, posizionarsi sulla seconda colonna, cliccare su “stream di dati” e infine sullo stream di dati che appare a centro schermo.
È possibile considerare l’ID dello stream di dati come l’equivalente dell’ID di tracciamento usato da Universal Analytics.
Come creare una proprietà GA4 affiancandola a una UA già esistente
Per creare una proprietà Google Analytics 4 collegata a una Universal Analytics già esistente c’è una procedura guidata.
Una premessa: se dovessero esserci dei dubbi sulla versione di Analytics presente nell’account, sarebbe sufficiente accedere all’ “amministrazione” e selezionare la proprietà interessata. Se vengono visualizzate tre colonne, allora si tratta di una Universal Analytics: infatti, Google Analytics 4 non usa le viste, per cui vengono visualizzate solo due colonne.
La procedura guidata sopra citata si avvia cliccando sulla prima voce della colonna relativa alla proprietà UA selezionata: “Assistente alla configurazione GA4”. Si aprirà quindi una schermata che evidenzia alcuni aspetti importanti della nuova proprietà GA4:
non conterrà dati storici
copierà solo le impostazioni di base escludendo, per esempio: conversioni, segmenti di pubblico, eventi e link ai prodotti
attiverà automaticamente la misurazione avanzata, che terrà traccia, tra gli altri, dei clic sui collegamenti in uscita, della visione di video incorporati, del download di file e dello scorrimento.
Infine, per chi ha implementato il tag globale gtag.js, c’è la possibilità di “attivare la raccolta dati utilizzando i tag esistenti”. Va sottolineato che questa integrazione funziona solo se il tag globale è implementato direttamente sul sito Web, e non, per esempio, tramite Google Tag Manager.
Cliccando “crea proprietà” verrà creata la proprietà GA4. Nella schermata successiva verrà indicata la proprietà collegata e sarà possibile cliccare su “visualizza la proprietà GA4” per visualizzare la schermata di configurazione dell’assistente.
Il passaggio fondamentale per chiudere la procedura è cliccare su “installazione tag” per accedere ai dettagli dello stream di dati e avviare la raccolta.
Come descritto nella sezione precedente, il dato fondamentale da passare al proprio webmaster è l’ID di misurazione presente in alto a destra. Sarà poi lui a decidere come implementarlo nel sito. C’è però un’alternativa: selezionando “utilizza il tag esistente sulla pagina” e seguendo le istruzioni, è possibile utilizzare il tag UA già presente sul sito per avviare la raccolta dati anche nella proprietà GA4.
È possibile ora passare all’esplorazione dell’interfaccia di Google Analytics 4.
GA4: una interfaccia focalizzata sul costumer lifecycle
Per esplorare l’interfaccia di Google Analytics 4, suddivisa in “report”, “esplora”, “pubblicità” e “configura”, è possibile accedere a un account di prova di Google, che presenta i dati relativi a un e-commerce:
La reportistica di Google Analytics 4 cambia il focus, dai dati grezzi al marketing. Le informazioni vengono presentate proponendo un ciclo di vita dell’utente/cliente, con quattro sotto-sezioni che ne ricalcano le tappe: acquisizione, coinvolgimento, monetizzazione, fidelizzazione.
L’ “istantanea rapporti” fornisce una panoramica dello store con vari approfondimenti. In alto a sinistra sono presenti le classiche metriche con i relativi andamenti: numero complessivo di utenti, nuovi utenti, tempo medio di coinvolgimento e entrate totali.
Scendendo, sono presenti approfondimenti automatizzati basati sull’apprendimento automatico di Google, che identifica i diversi punti di interesse da esaminare.
In alto a destra è possibile regolare il lasso temporale in esame, confrontare diverse tipologie di pubblici (in base a dimensioni, che spaziano dai dati anagrafici alle azioni compiute), condividere il report e approfondire i dati con Analytics Intelligence.
Il rapporto “in tempo reale“, invece, mostra i dettagli delle persone che più recentemente hanno compiuto azioni sul sito Web. La mappa domina la prima parte della schermata, suddividendo territorialmente gli utenti connessisi negli ultimi 30 minuti. Tra i dati presenti nei vari box, poi, spiccano i dispositivi utilizzati, le fonti di traffico, le pagine visualizzate e gli eventi.
È possibile visualizzare i comportamenti di un singolo utente casuale selezionando “Visualizza l’istantanea utente” nell’angolo in alto a destra e cliccando sulle frecce nella parte superiore del rapporto per visualizzare un altro set di dati.
La sezioni “ciclo di vita” presenta i rapporti “acquisizione“, che fornisce dettagli su come le persone sono giunte al sito Web, con la possibilità di vedere conversioni ed entrare relative alla dimensione selezionata nella prima colonna (di default: “mezzo della prima interazione dell’utente”).
I rapporti sul “coinvolgimento” forniscono dettagli su ciò che le persone stanno facendo sul sito Web. In “pagine e schermate”, in particolare, è possibile visualizzare il titolo (title) delle pagine più visitate. Anche qui è possibile variare la dimensione (es. percorso pagina”), sebbene quella di default aiuti anche a organizzare i contenuti e correggere qualche svista di SEO onpage.
L’account demo di Google è un eCommerce, quindi visualizza i rapporti relativi alla “monetizzazione“, che includono i rapporti per gli acquisti in-app e gli annunci dei publisher.
La scheda “fidelizzazione” include invece i rapporti sulle coorti, gruppi di utenti con caratteristiche comuni che identificati da una dimensione di Analytics.
La sezione “utenti”, infine, presenta i “dati demografici” e la “tecnologia”, ossia i dettagli sui diversi dispositivi utilizzati dalle persone per visualizzare il sito Web.
Questi sono i rapporti standard che della sezione “rapporti” di Google Analytics 4, ma chi dispone dei permessi di modifica per la proprietà, può modificarli, inclusa la personalizzazione del menu.
Esplora
La sezione “Esplora” consente di creare rapporti e visualizzazioni personalizzati in GA4. Tra i modelli predefiniti sono presenti:
“forma libera”, che permette di comporre tabelle con dati a scelta
“esplorazione della canalizzazione”, che consente di creare un rapporto incentrato sulla canalizzazione
“esplorazione del percorso”, per vedere come le persone si muovono attraverso i contenuti
“sovrapposizione dei segmenti” per vedere se gli utenti sono inclusi in più segmenti di comportamento
“esplorazione della coorte” per visualizzare le informazioni ricavate dal comportamento delle coorti di utenti”
lifetime dell’utente” per cosultare le metriche più interessanti nel lungo periodo
Pubblicità
I rapporti sulla “pubblicità” si concentrano sull’attribuzione per i canali di marketing. Il rapporto “confronto modelli” consente di confrontare due diversi modelli di attribuzione per vedere in che modo il loro utilizzo avrebbe un impatto sulle conversioni e sulle entrate. “Percorsi di conversione”, invece mostra i punti di contatto che portano alle conversioni, evidenziando se le persone interagiscono più volte e con più canali di marketing prima di convertire.
Configura
In ultimo, la sezione “configura” raggruppa diverse opzioni di configurazione dei rapporti. “Eventi” mostra tutti gli eventi che sono stati raccolti nella proprietà GA4, ed è possibile contrassegnare singoli eventi come conversioni, in modo che vengano conteggiati come tali nei rapporti. “Conversioni” include per l’appunto solo gli eventi abilitati come tali. “Pubblico” permette la creazione di segmenti personalizzati da utilizzare nei rapporti: ciascuno di essi può essere utilizzato anche per il remarketing, purché Analytics sia collegato a Google Ads. “Definizioni personalizzate” consente di registrare e visualizzare le informazioni personalizzate raccolte in GA4, e “DebugView” lavora in sincronia con Google Tag Assistant.
Il 10 luglio il Garante Privacy ha pubblicato le nuove Linee Guida sui cookie: un importante documento che spiega come siti web ed eCommerce devono gestire il tema dei cookie.
Il Garante, anche a seguito di una “consultazione pubblica” della prima bozza delle ormai approvate linee guida, non si è limitato a stabilire come non deve essere strutturato un banner cookie ma ne ha delineato in maniera precisa la struttura.
In questo modo sono stati chiariti molti dubbi degli operatori del settore.
Questo non è il primo provvedimento normativo emanato dal Garante Privacy in tema di cookie, ma già nel 2014 erano state pubblicate Linee guida sull’uso dei cookie.
Molte delle indicazioni previste dalle precedenti Linee guida sono ancora valide, ma necessitavano di essere riviste e aggiornate in base sia al recente progresso tecnologico, sia alle novità del GDPR.
Di seguito analizzeremo le principali novità introdotte dalle nuove Linee guida sui cookie.
Premessa: Cosa sono i cookie e quando serve il consenso
Prima di entrare nel vivo dell’argomento è doveroso soffermarsi sulla definizione di cookie e sulla loro classificazione.
Cosa sono i cookie?
I cookie sono piccoli file che vengono installati sul terminale dell’utente da parte del sito o da terze parti (per il tramite del sito stesso). Questi file vengono installati quando l’utente visita un determinato sito.
I cookie possono quindi essere di prima parte (quelli rilasciati direttamente dal sito) oppure di terza parte (se rilasciati da società terze).
I terminali nei quali i cookie possono essere installati sono i computer, ma anche tablet e smartphone. In sostanza possono essere installati in ogni dispositivo che utilizziamo per visionare un sito web o un eCommerce.
Che funzioni hanno i cookie?
I cookie possono avere molteplici scopi.
Le nuove Linee guida sui cookie, confermando quanto già indicato dalle Autorità nelle precedenti Linee guida del 2014, suddividono i cookie in base alla loro finalità, ovvero:
Cookie tecnici.
Cookie che permettono al sito di funzionare correttamente. Come, ad esempio, quelli che mantengono le scelte effettuate dall’utente (es. lingua scelta e prodotto nel carrello)
Cookie di profilazione.
Tali cookie hanno la funzione di ricondurre a soggetti determinati, identificati o identificabili, specifiche azioni o schemi comportamentali al fine di raggrupparli in diversi profili.
I profili degli utenti possono essere utilizzati per finalità statistiche, elaborando i dati sulla navigazione del sito utili per il titolare dello stesso, oppure pubblicitarie, inviando messaggi pubblicitari mirati, in linea con le preferenze manifestate dall’utente nell’ambito della navigazione.
Quando serve il consenso?
Nelle Linee guida il Garante conferma che il rilascio dei cookie tecnici può avvenire senza il consenso dell’utente.
Questi cookie, infatti, sono necessari al sito per funzionare e quindi non ha senso richiedere il consenso dell’utente per prestare un servizio (la navigazione sul sito) richiesto dall’utente stesso.
Invece, i cookie di profilazione possono essere installati solo previo consenso dell’utente.
Il consenso al rilascio dei cookie di profilazione deve essere richiesto tramite il banner cookie.
Diversamente, se il sito web non rilascia cookie di profilazione non dovrà essere presentato all’utente alcun banner cookie.
Come non può essere richiesto il consenso dell’utente
Il Garante Privacy nelle nuove Linee Guida ha individuato alcune modalità che non possono essere utilizzate per ottenere un valido consenso al rilascio dei cookie di profilazione.
In questo modo il Garante Privacy ha confermato interpretazioni normative e giurisprudenziali che gli operatori del settore più esperti seguivano già da tempo.
Scroll della pagina
In primo luogo, è stato stabilito che il consenso non può essere rilasciato mediante “scrolling”.
Alcuni siti consentivano il rilascio dei cookie quando l’utente, una volta arrivato sul sito, scorreva la pagina muovendo la rotellina del mouse.
Il Garante Privacy è stato molto chiaro a riguardo, affermando che lo scrolling non è mai idoneo ad esprimere la manifestazione di volontà dell’interessato volta ad accettare il rilascio dei cookie.
Lo scroll non permette il rilascio di un consenso “espresso”. Infatti, tale azione costituisce un’abitudine che l’utente mette in atto quando accede ad un sito web o ad un eCommerce.
Cookie wall
Il cookie wall è una tecnica utilizzata in alcuni siti web ed eCommerce per negare l’accesso agli utenti che non acconsentano i cookie di profilazione.
Pertanto, con questo sistema, l’utente che voglia accedere al sito si vede obbligato ad accettare i cookie di profilazione.
Pare evidente che in questo caso il consenso dell’utente al rilascio dei cookie non è libero ma deriva dal fatto che senza tale consenso l’utente non può visionare il sito o l’eCommerce.
Proprio per tale ragione le nuove Linee guida sui cookie vietano l’uso dei cookie wall.
Legittimo interesse
Le Linee guida sui cookie confermano che i cookie non possono essere rilasciati sulla base del legittimo interesse.
Il legittimo interesse è una base giuridica che permette al titolare del sito di effettuare un bilanciamento tra il proprio interesse legittimo e quello degli utenti che navigano sul sito.
L’interesse legittimo può giustificare il trattamento dei dati dell’utente per rispondere alle richieste fatte da quest’ultimo tramite il form contatti presente sul sito. In questo caso, infatti, il titolare del sito ha interesse a rispondere alle richieste a lui effettuate e rispettivamente l’utente ha legittimo interesse ad ottenere risposta alle domande la lui stesso formulate.
Il Garante Privacy conferma che non può essere usato il “legittimo interesse” per rilasciare cookie di profilazione sui terminali degli utenti. L’unica base giuridica che permette il rilascio dei cookie di profilazione è il consenso.
Il Garante Privacy nelle nuove Linee Guida non si è limitato a precisare come non deve essere richiesto il consenso al rilascio dei cookie ma si è soffermato molto nel definire come questo consenso deve essere richiesto, analizzando nel dettaglio gli elementi che devono costituire il banner cookie.
È stabilito infatti che i siti web e gli eCommerce dovranno presentare un banner con le seguenti caratteristiche:
Una “X” in alto a destra, che se cliccata impedisce il rilascio di cookie di profilazione
Tasto di accettazione
Una “informativa breve” redatta in base alle indicazioni del Garante Privacy
Link alla cookie policy
Link ad “area dedicata” dove l’utente può selezionare/deselezionare i cookie di profilazione
Analizziamo ora nel dettaglio tali elementi che il banner deve contenere.
“X” in alto a destra
Il banner deve presentare una “X” in alto a destra che se selezionata non consenta il rilascio dei cookie.
Infatti, se l’utente clicca su quella “X”, che univocamente online (e non solo) ha il significato di chiusura, il banner deve chiudersi ed i cookie di profilazioni non potranno essere rilasciati dal sito.
Pertanto, con la chiusura del banner, l’utente esprime il suo rifiuto al rilascio dei cookie di profilazione.
Il banner, in maniera chiara e comprensibile, dovrà informare l’utente di tale funzionalità del tasto “X”.
Tasto di accettazione
Oltre al tasto di chiusura il banner dovrà contenere anche un tasto che permetta il rilascio dei cookie di profilazione.
Anche in questo caso il banner dovrà illustrare che, la selezione dell’apposito tasto, costituirà consenso al rilascio di tutti i cookie di profilazione presenti sul sito web o l’eCommerce.
Il tasto dovrà contenere una formulazione atta a far comprendere all’utente quanto sopra enunciato, come ad esempio “acconsento al rilascio dei cookie di profilazione”.
Informare l’utente utilizzando le giuste formulazioni è molto importante per evitare fraintendimenti con l’utente del sito.
Informativa minima da inserire nel banner
Il banner deve contenere una “mini” informativa atta ad informare l’utente che il sito web o l’eCommerce utilizza cookie tecnici e potrà, previo il consenso dell’utente, rilasciare cookie di profilazione.
Il Garante Privacy richiede quindi un’informativa snella e di facile comprensione per l’utente.
Indi per cui in un’informativa troppo lunga e scritta in un linguaggio pseudo “legalese” non sarebbe conforme a quanto indicato nelle Linee Guida.
Link alla cookie policy
Il banner dovrà contenere anche un link alla cookie policy.
Ovvero al documento che illustra all’utente la politica sull’uso dei cookie del sito web o l’eCommerce di rifermento.
Accedendo alla cookie policy l’utente potrà reperire maggiori informazioni relative ai cookie.
Link ad area dedicata ed il suo contenuto
Infine, il banner deve contenere anche un link ad una sezione dedicata dove l’utente potrà scegliere i cookie di profilazione che consente siano rilasciati.
In quest’area dedicata l’utente deve poter:
Selezionare/deselezionare i cookie di profilazione suddivisi per categoria. Dovranno essere indicate come categorie, quella di profilazione per fini pubblicitarie e quella per finalità statistiche.
Visionare i cookie di profilazione rilasciati dal sito. Dovranno inoltre essere indicati i link alla pagina del sito del fornitore del cookie di profilazione. In questa pagina l’utente potrà disabilitare tale cookie. Nel caso in cui tale link non fosse disponibile, l’utente dovrà essere informato che potrà disabilitare i cookie di profilazione usando le impostazioni del proprio browser.
Altri adempimenti
Di seguito analizzeremo altri adempimenti ai quali i titolari dei siti web ed eCommerce dovranno conformarsi.
Infatti, oltre alle indicazioni su cosa deve contenere il banner cookie le Linee guida prevedono che:
L’utente del sito dovrà avere la possibilità di modificare le scelte sui cookie
Successivamente all’accettazione (totale o parziale) o al diniego del rilascio di cookie all’utente dovrà essere data la possibilità di modificare le proprie scelte.
Pertanto, nel footer del sito web dovrà essere indicato un link che indirizzi l’utente ad un’area dove potrà modificare le sue scelte.
È vietata un’eccessiva reiterazione della richiesta del consenso al rilascio ai cookie
Il Garante Privacy ha notato che alcuni titolari di siti ripropongono il banner cookie ad ogni nuovo accesso dell’utente al medesimo sito, anche quando lo stesso utente abbia già effettuato una scelta acconsentendo o non acconsentendo al rilascio dei cookie.
Le Linee Guida condannano questa condotta, stabilendo che il banner cookie può essere riproposto solamente quando:
vi siano sostanziali modifiche sulla gestione dei cookie
siano trascorsi comunque almeno 6 mesi dall’ultima presentazione del banner.
Quanto entreranno in vigore le nuove Linee guida sui cookie?
Il Garante Privacy è consapevole che quanto richiesto nelle Linee Guida richiede importanti interventi ai titolari dei siti e degli eCommerce e alle società che gestiscono generatori di documenti e cookie plugin.
Proprio per questo motivo ha lasciato un lasso di tempo abbastanza lungo per conformarsi a quanto indicato nelle nuove Linee Guida.
Infatti, i siti hanno tempo 6 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Linee guida sui cookie per mettersi a norma, ovvero fino al 10 gennaio 2022.
Conclusioni sulle Linee guida sull’uso dei cookie
Attualmente nessun generatore di documenti legali e cookie plugin è conforme alle nuove disposizioni normative.
LegalBlink insieme a Polimeni.Legal, il 9 luglio, ha partecipato ad una Tavola rotonda con il Garante Privacy organizzata da 4eCom.
In questo evento LegalBlink ha avuto modo, tra le altre cose, di confrontarsi sulle nuove Linee Guida (che sono state poi pubblicate il giorno successivo).
Da questo incontro sono emersi importanti spunti su come le società che permettono la generazione dei cookie banner e delle informative cookie (tra cui figurano i tool di LegalBlink) devono implementare le nuove disposizioni.
Maggiori informazioni sulle nuove Linee Guida sono disponibili in questo webinar organizzato LegalBlink.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/cookie.jpg10801920Selene Galeazzihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSelene Galeazzi2021-08-24 11:40:122022-03-25 18:39:28Le nuove linee guida sui cookie del Garante Privacy
Le novità Instagram 2021 sono diverse e diverso è ciò che ogni persona vuole dalla propria esperienza sulla piattaforma perché le esigenze delle persone stanno cambiando nel corso del tempo.
In funzione di ciò, gli sviluppatori di Instagram sono continuamente a lavoro per andare incontro ai desideri degli utenti attraverso lo sviluppo di nuove funzionalità e per mantenere la community della piattaforma protetta dai pericoli di discriminazione, attraverso la realizzazione di prodotti sempre più equi.
Tra le novitàInstagram 2021 troviamo infatti un mix di nuove opzioni che vanno incontro ai creator e generali miglioramenti per tutti gli utenti realizzati attraverso una maggiore attenzione all’inclusività eliminando pregiudizi razziali e puntando alla trasparenza.
Ispirandosi a TikTok e a funzionalità come Duetti e Stitch popolari su questa piattaforma, Instagram ad Aprile ha lanciato una nuova opzione per la piattaforma Reels.
L’opzione si chiama Remix e consente agli utenti di creare video reaction in risposta ai filmati realizzati da altri utenti che abbiano profili pubblici.
Utilizzare l’opzione Remix è molto semplice. Una volta che ci si è assicurati che l’app sia aggiornata all’ultima release disponibile, è sufficiente seguire questi step:
Trova un Reel giù pubblicato da un altro utente.
Riproduci il video.
Clicca sul menù a tre puntini.
Tocca sulla voce “Crea un Remix”
Registra un video Remix di risposta.
Pubblicalo
Una volta avviata la registrazione, gli utenti possono:
aggiungere un audio
inserire effetti
modificare aspetti del filmato
regolare la velocità di riproduzione
aggiungere un timer
Fonte foto: Instagram (Twitter)
Scheda audio su Esplora: al via i test
Prendendo sempre spunto dalle funzionalità offerte da Tik Tok che offre una sezione chiamata Suoni attraverso cui è possibile aprire un feed di clip una volta cliccato su traccia, anche su Instagram cercare brani ed effetti sonori nel feed Esplora potrebbe essere presto possibile grazie ai test già in corso da Aprile.
Conteggio dei like disattivato
Dopo aver iniziato a nascondere il conteggio dei like per alcuni utenti già nel 2019, Instagram ha successivamente bloccato questo progetto a causa della pandemia.
A maggio 2021 però, come annunciato in un tweet dal capo di Instagram Adam Mosseri, gli sviluppatori di instagram hanno scelto di continuare su un’altra strada che lasci la scelta di nascondere o no il conteggio dei like ai titolari degli account, in considerazione del fatto che non tutti i creators hanno accolto di buon grado questo nuovo aggiornamento.
Mosseri infatti in un video su Twitter afferma: “Alcune persone erano davvero coinvolte e alcune persone erano davvero frustrate. Quindi, dato questo, abbiamo pensato che la strada migliore da percorrere fosse quella di dare alle persone una scelta”.
Le schede modello
Nel settembre 2020 Instagram ha fondato un Equity Team, ovvero un gruppo di lavoro focalizzato sulla creazione di prodotti rispettosi nei confronti della community e sul contrastare gli utenti potenzialmente minacciosi e pericolosi per la community della piattaforma.
L’Equity Team si dedica a migliorare inclusività e integrazione e combattere i pregiudizi e le emarginazioni sui social media e per fare ciò si concentra su tre aree:
Aiutare ogni dipendente di Instagram a dare priorità alla creazione di prodotti e strumenti equi
Promuovere l’equità sulla piattaforma attraverso la nostra tecnologia e i nostri sistemi automatizzati
Usare Instagram per creare più opportunità di responsabilizzazione.
Nel merito dell’adozione di queste misure per eliminare pregiudizi e discrepanze razziali su Instagram, nel secondo aggiornamento dell’Equity Team sono state lanciate internamente, le schede modello di apprendimento automatico.
Come si legge dall’aggiornamento: “Le schede modello funzionano in modo simile a un questionario…” e “pongono una serie di domande e considerazioni orientate all’equità per aiutare a ridurre il potenziale di impatti indesiderati su comunità specifiche e ci consentono di rimediare a qualsiasi impatto prima di lanciare una nuova tecnologia”.
Adesivo con sottotitoli automatici nelle storie
In linea con il concetto di inclusività portato avanti da Instagram, la piattaforma ha lanciato la possibilità di aggiungere didascalie alle loro storie con adesivi che trascrivono il discorso in testo al fine di rendere i contenuti video delle storie più accessibili per:
gli spettatori con problemi di udito
gli studenti di lingue
le persone che guardano senza audio
Questa funzionalità ancora disponibile solo in lingua inglese e soltanto in alcuni Paesi, sarà presto utilizzabile per più lingue e mercati.
Opzioni audio di Live Rooms
Instagram ha svelato una nuova funzionalità chiamata “Live Rooms”, che offre agli utenti la possibilità di andare in diretta sul social network con quattro persone contemporaneamente e non più due.
Inoltre prendendo spunto dal successo di Clubhouse, il social network che mette l’audio in primo piano nell’uso della piattaforma, Instagram aggiunge a questa opzione nuove funzionalità audio che permette ai partecipanti di disattivare l’audio o disattivare il video.
Nuovi limiti alla pubblicità su Facebook e Instagram
Secondo le nuove normative dal 26 Aprile con l‘aggiornamento di Apple iOS 14.5, adesso il proprietario del dispositivo è tenuto a fornire alle app il consenso per la raccolta e la condivisione dei propri dati tra app di terze parti per scopi di targeting degli annunci.
Per supportare gli inserzionisti durante questo importante cambiamento, Facebook ha messo a disposizione una guida e dei webinar con tanti utili suggerimenti da sfruttare per la costruzione delle campagne pubblicitarie.
Analisi per Instagram Reels
Le analisi per Instagram Reels sono ora accessibili dai creatori e dagli account aziendali su Instagram, approfondimenti questi che saranno sempre maggiormente disponibili nel corso del tempo.
Instagram sta inoltre tentando di fornire metriche Reels condivise, per permettere alle persone di vedere l’intera portata dei propri Reels attraverso le app di Facebook.
Bonus Reels, abbonamenti e marketplace NFT
Portare abbonamenti e mance all’app sembrerebbe il prossimo passo in mente per Instagram al fine di offrire delle opzioni di monetizzazione per i creatori.
Riguardo agli NFT durante un’intervista rilasciata a The Information, Mosseri ha dichiarato: “per gli artisti NFT, Instagram è spesso la piattaforma preferita per mostrare il proprio lavoro. Mi piace l’idea di fare di più in quello spazio”.
L’interesse sul marketplace NFT da parte di Instagram è stata inoltre dimostrata da un tweet del pittore e fotografo Sean Williams attraverso cui l’artista ha raccontato di essere stato contattato da Instagram per ricevere informazioni su un potenziale mercato per NFT.
API di Facebook Messenger aperta per Instagram
L’accesso all’API Messenger su Instagram è da tempo “una delle principali richieste di marchi e sviluppatori” come ha dichiarato Marion Boiteux, Product Manager di Facebook.
Infatti attraverso questa nuova funzionalità, che da accesso agli sviluppatori e alle aziende all’API di Messanger per Instagram è ora possibile:
integrare la messaggistica con applicazioni e flussi di lavoro
automatizzare le risposte
gestire le comunicazioni con i clienti su larga scala
Fonte foto: Instagram (Twitter)
Editore desktop
La più recente funzionalità di Instagram annunciata il 24 giugno dal consulente per i social media Matt Navarra riguarda un creatore ed editore di post desktop.
Fonte foto: Matt Navarra (Twitter)
L’editore del browser, aggiornamento per il quale non vi è stata ancora una dichiarazione ufficiale è attualmente disponibile su un numero di account limitati e consente di pubblicare utilizzando l’ icona + che ora si trova nell’angolo in alto a destra della home page di Instagram del browser.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/instagram-giveaway.jpg9221643Manuela Di Vietrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngManuela Di Vietri2021-08-20 19:00:492021-08-24 11:40:58Instagram 2021: tutte le novità dell’anno da non lasciarsi sfuggire
Le app e i servizi di gamification sono in circolazione da diversi anni, ma hanno iniziato a suscitare un forte interesse nel mondo degli affari solo verso il 2010.
Molte aziende hanno implementato la ludicizzazione nel business come soluzione per aumentare l’efficacia della formazione dei dipendenti, dell’abilitazione alle vendite, dell’onboarding e della gestione dell’apprendimento.
Secondo uno studio realizzato da Newzoo, si prevede che entro la fine di quest’anno il mercato della gamification genererà oltre 180 miliardi di euro con una crescita del 100%. Qual è il motivo di questa rapida crescita?
Perché le aziende sono così interessate alla gamification
La gamification è un insieme di attività e processi che viene impiegata per risolvere problemi applicando le caratteristiche degli elementi di gioco in un contesto non ludico. Il suo obiettivo è quello di coinvolgere consumatori o i dipendenti della propria azienda per ispirare la collaborazione, la condivisione e l’interazione raggiungendo degli obiettivi.
Prende elementi dal game design, principi e teorie generali che guidano il gameplay applicandoli ad altri contesti. Quando i dipendenti o i clienti interagiscono con un programma di gamification, ricevono un feedback immediato sulle prestazioni che guidano i passi successivi verso nuovi traguardi.
Lo scoppio della pandemia ha portato molte aziende a gestire a distanza sia i propri affari che in generale il rapporto con le persone. Stessa cosa per quanto riguarda il contatto con i propri dipendenti che per mesi sono stati costretti a lavorare da casa. Ogni azienda difatti ha dovuto procurarsi gli strumenti necessari per raggiungere online sia i dipendenti che i clienti.
E che ci piaccia o no, abbiamo fatto e ancora facciamo in gran parte, quasi tutto online, dagli incontri a certi tipi d’eventi, ma anche l’apprendimento si è spostato di più sul web. Ed ecco perché introducendo elementi di gioco in un lavoro, si può aiutare i dipendenti a monitorare le proprie prestazioni, fissare obiettivi e impegnarsi in una competizione amichevole che può migliorare l’ambiente di lavoro e le prestazioni aziendali.
La gamification può meglio coinvolgere e motivare digitalmente un pubblico target per raggiungere i propri obiettivi che si tratti del personale, dei clienti o dei dipendenti.
Uno sguardo ai dati
Le aziende che si servono della ludicizzazione nell’apprendimento per i propri dipendenti stanno riscontrando risultati incoraggianti.
È stato dimostrato che l’uso di applicazioni mobile giocate individualmente o come complemento a un LMS o a una piattaforma di eLearning migliora la produttività dei dipendenti del 50% e l’impegno del 60%.
Ciò che stupisce è che la gamification non è stata accettata solo dai membri più giovani. Uno studio di FinancesOnline rivela che il 97% dei dipendenti di età superiore ai 45 anni ritiene che la gamification aiuterebbe a migliorare il proprio lavoro. Inoltre l’85% dei dipendenti è ben disposto a dedicare più tempo a programmi di formazione ma con dinamiche ludiche.
La gamification in ambito lavorativo può aumentare il coinvolgimento dei dipendenti per guidare le prestazioni dell’azienda.
Le meccaniche di gioco rendono il lavoro più trasparente mostrando obiettivi chiari e facili da seguire. Un dipendente è in grado di vedere i progressi sulle prestazioni, ricevere feedback immediati sui risultati e connettersi con i colleghi attraverso la collaborazione e la competizione.
Quali sono i trend e i vantaggi che ci aspettiamo nei prossimi mesi?
Gamification ed eventi digitali
Lo scorso anno ha sicuramente portato cambiamenti radicali in tutto il mondo. Una in particolare è stata la trasformazione improvvisa e globale di eventi e incontri, non più dal vivo ma online. Gli incontri faccia a faccia sono diventati schermo a schermo e il focus delle conversazioni è cambiato. Tutti hanno dovuto adattarsi alla “nuova normalità” e questo ha rappresentato una vera sfida, soprattutto per i settori in cui le vendite e gli eventi sono fondamentali.
A causa della diffusa cancellazione di conferenze ed eventi, molte aziende hanno deciso di passare al digitale e le tendenze del mercato suggeriscono che questo cambiamento è qualcosa che è desinato a restare. Con l’aumento di questi eventi online gli organizzatori hanno dovuto imbattersi in nuove sfide tra cui il ricreare l’atmosfera e le sensazioni che derivano da una conferenza di persona. Per distinguersi, le aziende si sono rivolte proprio alla gamification.
Qui, la gamification può aiutare ad affrontare il passaggio dal fisico al digitale, mantenendo il personale motivato. Un gioco per cellulare è un modo molto efficace per mantenere i partecipanti coinvolti, e aiutarli a imparare. È qualcosa di divertente oltre che facile.
Un aspetto da non sottovalutare è che possiamo misurare le conoscenze acquisite, consultare il ROI e quindi rafforzare eventuali messaggi chiave. Molte aziende che hanno partecipato e organizzato eventi hanno incorporato una soluzione ludica e questo è qualcosa che diventerà necessario nei prossimi mesi.
Gamification per Millennials e gen-Z
Negli ultimi anni il progressivo e accentuato ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è cresciuto di pari passo con le nuove tecnologie. Diventa quindi necessario implementare i sistemi digitali e le applicazioni mobile all’interno delle imprese per coinvolgere i neoassunti. Ed è per questo che molte aziende stanno integrando la ludicizzazione tramite app mobili. Intranet, LMS e piattaforme di e-learning sono spesso obsolete o non aggiornate regolarmente come dovrebbero. Le applicazioni mobile offrono comodità e semplificano l’accesso alle informazioni.
È importante avere un’idea chiara di quali sono gli obiettivi aziendali e come determinarli. La gamification fornisce dati e report per aiutar a vedere cosa funziona bene e dove bisogna intervenire per migliorare le prestazioni.
Il potere della realtà virtuale e della realtà aumentata
Riuscite a immaginare di utilizzare la realtà virtuale e quella aumentata per la formazione aziendale? Sembra un futuro molto lontano, ma non è così. Non si tratta solo di applicazioni mobile innovative. In base a classificazioni o sfide, queste funzioni spingono i dipendenti a partecipare e a competere in modo sano, ma allo stesso tempo li portano ad acquisire le conoscenze necessarie per sviluppare la propria professione.
In questi mesi e nei prossimi anni la realtà virtuale la realtà aumentata saranno forze trainanti per migliorare l’esperienza dell’utente e portare la ludicizzazione a un livello superiore.
I giochi sono attraenti e spesso alimentano il desiderio del giocatore di completare un traguardo. Mantengono i giocatori concentrati e motivati per ottenere successo.
Il gaming prende in prestito queste caratteristiche dai giochi e le sovrappone alle attività della vita reale. Questo tipo di tecnologia è ancora in fase di sviluppo, certo, ma il suo utilizzo si rafforzerà nel tempo per offrire all’utente un modo ancora più attrattivo di portare a termine le proprie sfide.
Abbiamo visto aumentare notevolmente l’uso della gamification nel processo di onboarding nel corso di quest’anno con l’assunzione di manager e nuovi dipendenti che non hanno potuto iniziare il processo di apprendimento di persona.
Le aziende di diversi settori possono utilizzare un’app di onboarding mobile per aiutare i nuovi dipendenti ad apprendere subito e a visualizzare i contenuti della formazione a loro riservati. Rispondere a quesiti, sfidare i colleghi e avere una classifica del team favorisce quel forte senso di appartenenza sin dal primo giorno in cui un nuovo dipendente inizia il suo percorso lavorativo.
Tutte le informazioni chiave necessarie per ogni nuova assunzione sono disponibili in qualsiasi momento, basta un semplice clic. Anche lo screening del nuovo personale è semplificato.
La gamification in campo medico
Il settore sanitario sta svolgendo un ruolo chiave in risposta alla pandemia. Allo stesso tempo il suo modello di business è messo a dura prova dall’impatto del COVID-19, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con le persone in generale e il personale.
La gamification è stata un sostegno importante per molti operatori sanitari ed è opinione diffusa che l’accesso dei pazienti agli ospedali e alle strutture sanitarie sarà limitato anche dopo il COVID-19. Ciò comporta la necessità di puntare e migliorare le relazioni virtuali ridisegnando i canali di contatto.
Alcuni pazienti possono essere gestiti in remoto tramite un’app nel tentativo di ridurre le visite ospedaliere e risparmiare tempo. Come soluzione gamificata c’è la possibilità di aiutare le persone tramite delle informazioni che sono sempre disponibili e consultabili in qualsiasi momento.
Bisogna portare l’industria sanitaria un passo avanti nella lotta contro la pandemia attraverso una nuova esperienza digitale, identificando la conoscenza e potenziando la comunicazione.
Personalizzazione dei contenuti
Il continuo progresso delle applicazioni mobile rende oggi possibile creare contenuti specifici per dipendenti o team, indipendentemente dal Paese o dalla regione in cui si trovano. In precedenza, lo stesso contenuto veniva offerto a tutti i dipendenti, senza distinzione. Grazie ai miglioramenti nei campi dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, è possibile per i lavoratori rivedere le domande o gli argomenti che non sono stati compresi per rafforzare e migliorare l’apprendimento.
I giocatori hanno la possibilità di creare i propri repository di contenuti che trovano più utili e necessari o di memorizzarli nella sezione “preferiti”.
Metriche di valutazione della conoscenza
Grazie ai big data acquista sempre più importanza la capacità di quantificare le azioni intraprese da un’azienda. Questo perché le aziende hanno bisogno di quantificare i risultati ottenuti in relazione all’investimento di capitale, oltre al tempo e alla fatica fatti. Per questo nel corso dei prossimi mesi si accentuerà la necessità di quantificare i risultati ottenuti attraverso la gamification in relazione agli obiettivi strategici di un’azienda o un brand al fine di confermare il ROI dei progetti realizzati.
La gamification come tattica aziendale “must-have”
L’anno in corso sarà caratterizzato dalla continua incertezza causata dalla pandemia ancora resistente. Le grandi aziende devono motivare e coinvolgere sia i dipendenti che i canali di distribuzione per aumentare le vendite e raggiungere gli obiettivi aziendali.
La gamification mobile offre l’opportunità di raggiungere sia i dipendenti che i distributori con contenuti di formazione specializzati. Questa è una delle tendenze di vendita più potenti da tenere in considerazione.
Gamification e previsioni per il prossimo futuro
Nell’ultimo anno abbiamo visto numerose organizzazioni aziendali passare a team di vendita completamente remoti. La gamification si sta rivelando una tattica necessaria anche per mantenere motivati e coinvolti i dipendenti da remoto e in ufficio, ma non solo. Serve a sollevare il morale e la cultura aziendale e, naturalmente, a poter misurare tutti gli sforzi formativi.
La gamification è in aumento e si sta adattando alle esigenze di molti settori diversi. Assisteremo al suo utilizzo per migliorare la qualità delle esperienze di formazione e per raggiungere obiettivi aziendali strategici. Mantenere i dipendenti connessi e motivati soprattutto durante i periodi di assenza dal posto di lavoro sarà un fattore chiave per il successo aziendale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/gamification.jpg10801920Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2021-08-19 10:00:262021-08-03 16:21:22Gamification trend: perché alle aziende piace farci giocare
A partire dal 2020, Google ha colorato di giallo alcune porzioni di testo all’apertura di una pagina web. Questa feature introdotta dall’azienda di Montain View, serve per catalizzare subito l’attenzione del lettore proprio su quella parte di contenuto da cui il motore di ricerca va ad estrapolare i testi in anteprima nei featured snippet.
I featured snippet o snippet in primo piano sono quei riquadri messi in evidenza in cima alla SERP e che contengono le informazioni title, metadescription e URL in ordine invertito. Da non confondere con i rich snippet, che contengono anche elementi extra, come video, immagini, punti elenco.
Questi snippet si trovano in una posizione di rilevanza rispetto agli altri risultati di ricerca e non vengono inseriti direttamente nei metadati, ma sono piuttosto il risultato di una serie di azioni per l’ottimizzazione svolte sulla pagina.
L’obiettivo è sempre quello di semplificare quanto più possibile la fruizione delle informazioni e agevolarne la ricerca: Google vuole dare all’utente una risposta sempre più rapida, anche incrementando le ricerche a zero clic, ovvero quelle in cui la risposta alla query viene visualizzata direttamente nella SERP.
Coerentemente con questo intento, anche il rollout della nuova funzione che pone in evidenza i testi degli snippet, evidenziandoli in giallo, punta a indirizzare l’utente quanto più possibile vicino a ciò che sta cercando.
Il rilascio è stato annunciato in via ufficiale da Google a giugno del 2020, con un tweet sull’account @searchliaison, per informare gli utenti che cliccando sui featured snippet potranno atterrare direttamente sul risultato esatto della ricerca.
As we have done with AMP pages since December 2018, clicking on a featured snippet now takes users to the exact text highlighted for HTML pages, when we can confidently determine where the text is, for browsers that support the underlying technology….
— Google SearchLiaison (@searchliaison) June 3, 2020
Come specificato da Google, non è necessario alcun markup per i webmaster, ma la funzione si attiva in modo automatico nel momento in cui il motore di ricerca è in grado di determinare esattamente dove si trova il testo in questione e se l’utente naviga attraverso un browser che supporta la tecnologia sottostante.
La tecnologia menzionata è Link To Text Fragment che, come ricorda Danny Sullivan, non è una novità, bensì un’estensione di Google Chrome introdotta a dicembre 2018.
Cos’è Link To The Text Fragment?
Installando l’estensione Link To Text Fragment è possibile creare dei collegamenti che rimandino direttamente al frammento di testo selezionato, grazie ad una serie di indicazioni che devono essere inserite dall’autore della pagina.
È necessario infatti selezionare la porzione di testo che ci interessa prima di creare il link, in modo che il collegamento punti direttamente lì.
Prima che Link To Text Fragment fosse introdotta, creare un collegamento che rimandasse ad un preciso estratto del testo, era una procedura decisamente più complessa, che richiedeva l’esecuzione manuale da parte dell’autore della pagina.
Con questa estensione di Google, chiunque può creare un collegamento in qualsiasi punto di una pagina web in pochi passaggi, semplicemente selezionando il testo tramite il menu contestuale.
Perché non tutti i testi vengono evidenziati
Attualmente, Google Chrome è l’unico browser che supporta Link To Text Fragment, il che significa che se il link verrà cliccato navigando da un altro browser, verrà aperto come un collegamento normale, e l’utente visualizzerà come al solito la parte superiore della pagina.
Questo si verifica anche nel caso in cui il motore di ricerca non riesce a definire precisamente dove indirizzare l’apertura.
Quali possono essere le cause? In cima alla lista c’è sicuramente una mancata ottimizzazione degli snippet: quando lo snippet aggrega semplicemente le informazioni inserite negli headers, il motore di ricerca non trova dei riferimenti precisi nel contenuto della pagina, quindi dovrebbe evidenziare l’intero testo, rendendo quindi inutile tutto il sistema.
Come trarre beneficio da questa feature
L’intento di Google è, ancora una volta, quello di creare un meccanismo che faciliti il più possibile la navigazione degli utenti, in questo caso mettendoli subito davanti l’informazione a cui sono interessati, senza dover scorrere l’intero testo e diminuendo, quindi, il tempo di permanenza sulla pagina.
Anche dal lato SEO, però, si può usare a proprio vantaggio questa feature, ad esempio sfruttando il testo evidenziato per far sì che l’attenzione degli utenti vada a concentrarsi sulle informazioni più rilevanti.
Inserire annunci importanti o call to action, andando a ottimizzare le parti di testo adiacenti a quelle dei featured snippet, può rivelarsi una mossa strategica. Infatti, in questo modo è più facile evitare che l’utente si concentri solo sulla porzione di testo evidenziata, perdendosi quindi altri elementi, cruciali nella tua content strategy.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/google-featured-snippet.jpg10801920Federica D'Arpahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederica D'Arpa2021-08-18 13:22:442021-08-03 13:41:03Google features: cosa cambia con i testi degli snippet evidenziati in giallo
Il nome TikTok non ha certo bisogno di presentazioni: in pochi anni è diventato uno dei social media con il più alto tasso di crescita e in grado di insidiare le aziende leader del settore Web Tech.
Se TikTok ha avuto il merito di aver lanciato per prima il concetto degli “short videos”, una feature imitata successivamente da Instagram e da altri social media, le sue caratteristiche e i possibili campi di applicazione in ambito marketing risultano ancora abbastanza inesplorati.
In questa breve guida cercheremo quindi di introdurre gli aspetti più importanti di questo social media in modo che tu disponga di tutti gli elementi per iniziare a elaborare una strategia marketing per TikTok:
Cosa è TikTok
Come si crea un video su TikTok?
Quali sono le ragioni del successo di TikTok?
Come utilizzare TikTok nel marketing
Cosa è TikTok
TikTok nasce nel 2014 in Cina, come evoluzione del precedente servizio Musical.ly, con la volontà di unire la passione per la musica con le logiche di un social media simile ad Instagram, ma focalizzato su brevi video invece che su immagini statiche.
La caratteristica che lo differenzia maggiormente da altri servizi è l’algoritmo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, che personalizza il feed di ogni utente in base ai suoi interessi personali.
Su TikTok, infatti, gli aspetti legati alla dimensione e alla estensione della rete sociale hanno un peso tutto sommato molto limitato: per un utente di TikTok non c’è bisogno di seguire nessuno sull’app, dal momento che nella sezione “Per Te” sono resi disponibili un numero praticamente illimitato di video.
Un altro punto di forza di TikTok è la ricca dotazione di strumenti che rendono semplice ed efficace per chiunque la produzione di video.
Grazie alle funzioni base di TikTok non è infatti necessario essere un video-maker professionista per creare e montare dei video con effetti speciali, filtri, duetti, doppiaggi di canzoni popolari, etc.
Come abbiamo detto, TikTok si basa interamente su video di breve durata: gli utenti caricano infatti video che possono avere una durata massima di15 o 60 secondi.
Se inizialmente, con l’app Musical.ly, gli utenti caricavano in prevalenza video di se stessi intenti a cantare in playback (“lip-synching”) su video musicali popolari, ora è cambiata molto la tipologia dei video che possono creare su TikTok.
Oltre ai video di puro intrattenimento (mini-commedie o sketch comici, balletti, lip-sync, etc) si possono trovare anche tutorial con consigli sull’utilizzo di prodotti o spiegazioni di tecniche particolari.
Di recente, TikTok ha ampliato le possibili aree di utilizzo dell’app rendendo possibile la creazione di video di durata sino a tre minuti ed entrando così in diretta concorrenza con altre piattaforme online come YouTube o IGTV.
Il primo passo, dopo aver scaricato e installato TikTok sul tuo dispositivo mobile (sia Android che iOS) è quello di creare un account, scegliendo un nome utente (@nomeutente) e il nome, cioè il nominativo che verrà visualizzato sul profilo.
Come su altri social media è importante che tu scelga il “nome utente” e il “nome” in modo che sia chiaro chi sei e cosa fai: entrambi contribuiscono alla tua rintracciabilità su TikTok.
Dopo aver arricchito il tuo profilo con una foto e una biografia accattivante, è il momento di passare alla creazione di un video, un’operazione piuttosto semplice su TikTok.
Se hai già pubblicato dei video su Instagram o Snapchat, troverai gli strumenti messi a disposizione da TikTok molto facili da usare, intuitivi ed allo stesso tempo efficaci.
La prima cosa da fare è cliccare sul tasto “+” nel menu di navigazione nella parte inferiore dello schermo. Così facendo aprirai la fotocamera del tuo dispositivo, e vedrai un tasto rosso per la registrazione.
Puoi creare un video corto fino a un massimo di 15 secondi o un video lungo di 60 secondi o 3 minuti.
Oltre alla fotocamera per registrare qualcosa in diretta tramite il tasto “Carica” (in basso a destra) puoi anche caricare un video dal rullino del tuo dispositivo.
Vediamo in maggior dettaglio le funzioni che hai disposizione.
Fig. 1: schermata iniziale per la creazione video
Suoni
Incominciamo dall’opzione suoni che trovi in alto, al centro della schermata. Per aggiungere un brano musicale ad un tuo video ti basta cliccare l’icona “Suoni” nella schermata di registrazione.
Vedrai così un elenco di brani e artisti. L’elenco, che viene aggiornato in continuazione, mostra i brani consigliati e alcune playlist, i brani più ascoltati ed altri che vengono classificati in categorie (es.: TikTok Talent, ItaloDance, PopIT, InViaggio, etc).
Sulla destra dello schermo trovi alcuni strumenti di TikTok che ti consentono di applicare diversi effetti speciali alla ripresa:
Ribalta, per alternare tra la fotocamera anteriore e quella posteriore del tuo smartphone;
Velocità, per velocizzare o rallentare il video;
Filtri, per cambiare il filtro colore del video (suddivisi secondo categorie specifiche quali Ritratto, Paesaggio, Cibo, Vibe);
Migliora, per migliorare il tuo volto (ad esempio nascondendo difetti della pelle o eliminando le occhiaie);
Timer, per registrare senza essere costretto a tenere premuto il tasto di registrazione per tutta la durata del video e senza dover tenere il telefono in mano;
Flash, per utilizzare il flash della fotocamera durante la ripresa del video.
Ci sono numerosi altri effetti speciali su TikTok e cliccando l’icona “Effetti” sul lato sinistro dello schermo potrai sfogliarli scorrendo lo schermo verso sinistra. TikTok rende disponibili nuovi effetti regolarmente ed è quindi impossibile farne qui una lista completa.
La cosa migliore da fare per capire le possibilità offerte dai vari effetti speciali di TikTok è di dedicargli un po’ del tuo tempo per provarli.
Pubblicazione
Dopo aver terminato di registrare il tuo video clicca su “Avanti”, premi il tasto rosso di spunta in basso a destra per proseguire oppure la “X” in alto a sinistra per annullare la registrazione e ricominciare da capo.
Se sei soddisfatto e hai deciso di proseguire, si visualizzerà un replay del video che hai registrato e avrai la possibilità di arricchirlo con altri strumenti che TikTok ti mette a disposizione, come “Regola Clip”, “Effetti vocali”, “Doppiaggio”, “Taglia”, “Volume”, “Testo”, Stickers.
Premendo il tasto “Avanti”, vedrai una pagina molto simile alla pagina di pubblicazione di Instagram e dove potrai arricchire il tuo video con una descrizione, una copertina per il tuo video, una o più menzioni delle persone che stai seguendo e una o più chiavi di ricerca (#hashtag).
A questo punto premi il tasto “Pubblica” per postare il tuo video su TikTok o, se vuoi invece pubblicare il contenuto in un secondo momento, clicca il tasto “Bozza” e ritorna in seguito su questa pagina.
Ti segnaliamo infine che le icone nella parte inferiore dello schermo ti danno la possibilità di condividere il video su altri canali online (Facebook, Instagram, WhatsApp, etc).
Oltre alla facilità di utilizzo e alla integrazione nativa di brani musicali, di cui abbiamo già parlato, ci sono altre ragioni che hanno contribuito al suo successo.
Il formato
Gli “short videos” a tutto schermo sono particolarmente adatti a catturare l’attenzione dell’utente mobile che ha una soglia di attenzione particolarmente bassa (circa 8 secondi).
Questo fenomeno è particolarmente marcato per la Generazione Z che costituisce al momento la fascia di utenza principale di TikTok.
Engagement superiore a quello di altre piattaforme
Le interazioni di un video TikTok sono sensibilmente superiori a quelle dei contenuti pubblicati su altri social media. Secondo i dati 2019 di Influencer Marketing Hub, il tasso di engagement di TikTok è superiore rispetto ai creator Instagram(5,3% contro 1,1%) con oltre 100.000 follower.
Le ragioni per questo engagement elevato sono da attribuire a tre elementi fondamentali: l’esperienza visuale “immersiva” creata da un contenuto a tutto schermo, l’audio sempre attivo e la scheda “Per Te”.
Semplicità di condivisione
Per gli utenti risulta elementare trovare contenuti da guardare, dal momento che i video sono riprodotti in sequenza immediatamente all’apertura dell’app.
Come potrai vedere tu stesso, non hai bisogno di seguire nessuno sull’app: TikTok visualizza nella scheda “Per Te” una selezione di video, scelti da un proprio algoritmo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, secondo la popolarità e le tue preferenze.
Inoltre l’app consente la condivisione di contenuti all’esterno della piattaforma: puoi infatti scaricare i contenuti in formato video e GIF, anche se il logo di TikTok rimarrà comunque impresso sul video.
Dal punto di vista marketing è una mossa molto efficace, in quanto aiuta a diffondere dei contenuti di un brand in modo completamente trasparente e organico.
Challenge
Come ultima, ma non per questo meno importante, ragione del successo di TikTok vi è l’utilizzo delle challenge, “sfide” lanciate sul social network che, associate ad un apposito hashtag, stimolano i creator a produrre contenuti su un tema specifico (bellezza, ballo, recitazione, etc.).
Una challenge fornisce infatti uno scopo agli utenti per creare nuovi video.
Inoltre le sfide migliorano la creatività e l’ispirazione, rafforzando al tempo stesso il concetto di community all’interno di TikTok.
Come utilizzarlo per il marketing
Ora che abbiamo visto le caratteristiche e il modo in cui può essere utilizzato TikTok, vogliamo evidenziare darti alcuni suggerimenti per utilizzarlo in maniera efficace nelle tue strategie marketing.
a) Ricordati che TikTok ha un bacino d’utenza molto giovane
La fascia di utenza più numerosa su TikTok appartiene alla Generazione Z, generazione sempre alla ricerca di intrattenimento e che desidera partecipare attivamente a tutto quello che vede.
Anche se con la crescita della piattaforma stiamo assistendo a un ampliamento della fascia di età nel pubblico, per ora dovrai dare particolare importanza alle generazioni più giovani e quindi rendi tutto semplice e divertente.
b) Usa sempre della musica
Gli utenti di TikTok si aspettano che ci sia della musica nei video, quindi per ogni tuo video dovrai scegliere un audio adeguato.
TikTok è suono: pensa subito alla colonna sonora del tuo video quando crei un contenuto.
c) Sfida il tuo pubblico
Gli utenti TikTok amano le sfide, come dimostra la popolarità guadagnata dalle Hashtag Challenge: crea quindi un hashtag facile da ricordare per la tua sfida, e rendila interessante aggiungendoci un certo livello di difficoltà.
d) Dai vita al tuo brand
Sia che si tratti di cantare, ballare, fare scherzi, tutorial o Hashtag Challenge, mantieni gli utenti coinvolti e interessati nella tua comunicazione come brand: sappi che in pratica stai dando vita ai loro brand e ai loro prodotti.
Alla Generazione Z piace essere coinvolti al massimo e in modo attivo: non è infatti un fan della TV, in quanto attività decisamente passiva. Gli utenti TikTok vogliono partecipare e prendere parte a ciò che vedono, e puoi dare loro quest’opportunità con il tuo brand.
e) Sii autentico
In generale, ti consigliamo di essere autentico su qualsiasi canale social, ma questo vale particolarmente su TikTok, canale non è ancora saturo di brand come lo sono Instagram, Facebook e altri social network.
Devi essere quindi creativo, autentico e audace, e non avere paura di mostrare un lato diverso della personalità del tuo brand.
Se non sarai sempre autentico su TikTok verrai emarginato dalla sua community. Evita di spingere semplicemente gli utenti all’acquisto dei tuoi prodotti o servizi, ma piuttosto punta sulla creatività e sulla creazione di una fan base.
f) Crea una community
Non andrai molto lontano su TikTok creando una sola challenge e promuovendola con un influencer: è fondamentale creare una community, e ovviamente dovrai crearla intorno al tuo brand e prodotto.
Cerca quindi di creare un’atmosfera piacevole su TikTok, in modo che gli altri utenti non vedano l’ora di farne parte.
g) Adotta un piano editoriale
Molto spesso, i video improvvisati possono ottenere ottimi risultati, e di tanto in tanto dovresti realizzarli, anche per sfruttare i suoni o gli hashtag in tendenza.
In generale però, è molto meglio pianificare i contenuti da pubblicare creando un calendario editoriale per i tuoi post.
Ricorda inoltre di controllare periodicamente le prestazioni dei tuoi post, utilizzando i dati statistici messi a disposizione dalla funzione Analitica: ti sarà più facile capire cosa funziona con il tuo pubblico ed avrai le idee più chiare su quale tipo di video ripetere nel tuo calendario editoriale.
h) Collabora con i creator
Anche dopo aver utilizzato ed approfondito le caratteristiche della piattaforma, non è detto che il tuo brand abbia al suo interno la creatività, la spontaneità e la conoscenza diretta di una specifica nicchia di mercato che può avere un creator o un influencer.
Come dice la stessa azienda, “i creator sono la linfa vitale di TikTok:
promuovono la diversità e stabiliscono nuove tendenze
non creano solo contenuti allegri e brevi
formano anche community forti, positive, inclusive e connesse che si sostengono reciprocamente collegando aree geografiche e culture.”
Per questi motivi ti suggeriamo quindi di collaborare e coinvolgere il più possibile dei creator nelle tue campagne marketing su TikTok, così come hanno fatto aziende del calibro di Vodafone, Armani, Furla, e molte altre.
In questo ti viene in aiuto la stessa TikTok: a partire da fine aprile del 2020 è infatti disponibile su invito il TikTok Creator Marketplace, una piattaforma che permette ai brand, alle agenzie e ai professionisti del marketing di mettersi in contatto con i creator di TikTok più adatti alla loro campagna.
Un’opportunità da esplorare e da tenere presente per migliorare l’efficacia delle tue attività su TikTok!
i) Usa i TikTok Ads
Come brand potresti trovare molto efficace un investimento pubblicitario su TikTok, non solo per il vasto bacino di utenza dell’app ma anche perché la pubblicità vi è apparsa solo in tempi recenti.
Questo vuol dire che si tratta di un canale che non è ancora troppo saturo di annunci pubblicitari e dove gli utenti sono potenzialmente più ricettivi ad accogliere le promozioni delle aziende.
Come dice lo slogan dell’azienda, “Don’t make Ads, Make TikToks!”.
E con questo ultimo suggerimento, abbiamo completato questa breve guida alla scoperta di TikTok. Non ti resta che fare tesoro di quanto hai appreso in questo articolo e mettere in pratica i consigli che abbiamo voluto condividere con te.
Ora è il tuo turno!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/GUIDA-TIKTOK.jpg10801920Roberto Grossihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRoberto Grossi2021-08-11 10:00:432021-08-03 14:34:05TikTok Marketing per principianti: ecco da dove partire
Selezionare cinque tra le migliori creatività della prima parte di questo anno così strano è un’impresa non da poco: tantissimi brand, grandi e piccoli, hanno investito in annunci stampa nel corso di questo periodo segnato dalle ondate pandemiche di Coronavirus, mentre i budget di tanti settori subivano variazioni importanti a causa di restrizioni e lockdown generalizzati.
Ci sono però temi che ricorrono continuamente nelle pubblicità dei brand: dal rispetto per una natura in pericolo all’attenzione necessaria alla guida, fino alla cura dei più deboli.
Ecco una selezione non esaustiva delle più belle campagne su carta stampata pubblicate in questo primo semestre del 2021.
Si dice che il modo migliore di viaggiare sia con la fantasia. In effetti, in questo particolare momento storico condizionato dall’emergenza sanitaria, è probabilmente l’unico modo per farlo. D’altra parte, è anche il più economico: mete lontane, esotiche e suggestive diventano facilmente raggiungibili, grazie ai libri.
L’aumento persistente delle Fake News nel paese sta diventando incontrollabile a causa delle piattaforme su cui prospera di più, i social media, che potrebbero essere fuorvianti e manipolatori.
Per frenare questa minaccia, l’agenzia ha creato per The Guardian una serie di annunci stampa per descrivere in modo pratico quanto possa essere dannosa la diffusione di notizie false o manipolatorie.
Advertising Agency: Adeptus Advertising, Lagos, Nigeria Creative Director: Bamidele Ariyo Art Director: Richard Mgbeokwii, Bamidele Ariyo Copy Writer: Olushola Oladimeji, Naomi Oni, Tolulope Alawode, Babatunde Alaran
Marzo
Federation of Quebec Alzheimer Societies – Loved ones forget themselves too
L’Alzheimer è una malattia sempre più frequente tra la popolazione anziana e, purtroppo, si stima che le persone affette da questo disordine cognitivo aumenteranno del 70% entro il 2031.
La campagna mette in evidenza quanto i caregiver, spesso parenti e famigliari degli ammalati, siano sovraccaricati dal compito di assistenza.
Advertising Agency: Cossette, Montréal, Canada Photographer: Christian Tremblay
Aprile
Colgate – Smiles Always Find a Way
A causa della pandemia di COVID19, le mascherine sono diventate parte della nostra vita quotidiana. All’improvviso, ci siamo abituati a vivere con i nostri sorrisi nascosti daun pezzo di stoffa. Non c’è, però, bisogno di vedere un sorriso per sentirlo. Un sorriso è più di un’espressione facciale, è un modo di alzarsi e di affrontare le avversità della vita.
Advertising Agency: VMLY&R / Red Fuse, Paris, France Managing Director: Peter Harrison Global Chief Creative Officer: Fred Saldanha Chief Creative Officer: Dimitri Guerassimov Creative Director: Vitor Menezes Creative Director: Ricardo Dolla Art Director: Vitor Menezes Art Director: Melanie Forster Copywriter: David Dominguez Business Director: Bruno Toporovschi Account Director: Sindy Ng Head Of Strategy: Elizabeth Foord Producer: Barbara Safarova Photographer: Mathieu Membré Retoucher: Julien Paris
Maggio
KLO – Pump up the horses
Visual molto accattivante per la campagna di KLO, gestore di oltre 60 stazioni di servizio per il rifornimento in Ucraina. La campagna strizza l’occhio agli amanti della forma fisica: come noi amiamo un corpo atletico e muscoloso, così possiamo “pompare i cavalli” del nostro veicolo con il carburante adeguato.
Advertising Agency: Michurin creative agency, Kyiv, Ukraine Creative Production Agency: Looma
Giugno
Lovespace – It’s okay
“It’s okay” è la nuova campagna sulla consapevolezza sessuale di Lovespace, che illustra in modo abbastanza esplicito il tema delle fantasie sessuali. Queste sono spesso percepite come qualcosa di volgare e sporco, qualcosa di cui vergognarsi.
Patsany ha selezionato una rosa delle migliori foto e ha sviluppato un messaggio chiave per ognuna. “Desiderare è ok” “Condividere ciò che si vuole è ok” “Sperimentare insieme è ok” “Provare insieme è ok”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/best-ad-maggio.jpg8111454Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-08-09 11:00:082021-08-01 17:52:27I migliori annunci stampa della prima metà del 2021
Campbell’s presenta la prima riprogettazione del suo packaging iconico dopo 50 anni
Nuova brand identity per rendere Udemy uno spazio inclusivo per tutti
Nuovo design e nuovo capitolo per l’app di photo editing Picsart
Campbell ridisegna le sue confezioni
Campbell Soup Company, meglio nota come Campbell’s, è una delle industrie statunitensi più conosciute a livello internazionale. Le sue zuppe, vendute in oltre 120 paesi, sono tra i prodotti di consumo più famosi al mondo.
Il classico design della lattina rosso e bianco utilizzato per il packaging di molti prodotti a marchio Campbell è diventato così iconico da essere riconosciuto anche a livello internazionale, soprattutto a partire dal 1962 grazie all’opera d’arte realizzata da Andy Warhol.
A luglio l’azienda ha introdotto un nuovo packaging. Il primo cambiamento in 50 anni. Design, logo e tipografia sono a cura di Turner Duckworth in collaborazione con l’agenzia Ian Brignell.
Mantenendo il famoso blocco di colore rosso e bianco amato da generazioni, l’etichetta Campbell ridisegnata presenta diversi nuovi elementi per rendere contemporaneo il marchio rispettandone il patrimonio.
Tra i cambiamenti troviamo una scrittura del logo modernizzata, ispirata alla firma originale del fondatore Joseph Campbell.
Gli affezionati di Campbell saranno in grado di individuare più elementi nascosti, tra cui la “C” di Campbell riportata nel fleur-de-lis accanto alla scritta SOUP, a sua volta stampata con un nuovo carattere; la “O” qui è leggermente inclinata. Dettagli che rendono omaggio alle lettere della prima etichetta rossa e bianca del 1898.
“Abbiamo intrapreso un viaggio per reimmaginare questo marchio iconico e attrarre le nuove generazioni di consumatori che cucinano a casa più che mai, pur onorando la nostra ricca storia“, afferma Linda Lee, Chief Marketing Officer di Campbell Soup Company.
Il cambiamento più grande riguarda il miglioramento di ogni singola lettera. La nuova struttura della scrittura ora consente alle lettere di avere più respiro. Il risultato è un wordmark più leggero e più fluido anche se nessuna delle lettere è più connessa alle altre.
Anche il medaglione è stato ridisegnato, oggi appare meno stilizzato e più definito.
Nel complesso, l’evoluzione del logo appare coerente su tutte le applicazioni, trasmettendo un mood coeso anche dal punto di vista dell’esecuzione.
Il rebranding di Udemy
L’obiettivo di Udemy è sempre stato quello di connettere insegnanti e studenti di tutto il mondo, indipendentemente dal loro livello di istruzione, dall’etnia, dal sesso o dal contesto economico.
A luglio l’azienda ha compiuto un ulteriore passo in avanti con un rebranding completo. Il nuovo aspetto rispecchia appieno la missione del brand: creare nuove possibilità offrendo la conoscenza a tutti, da tutti.
La nuova identità visiva è ispirata alle persone che utilizzano la piattaforma, dall’insegnante allo studente in cerca di un corso.
Il logo punta in alto, con la freccia simbolo universale di crescita. Questo cambiamento rappresenta l’aspirazione e i progressi che ogni studente, azienda o insegnante della community Udemy compie.
Storie umane al centro della fotografia. L’identità visiva cattura le emozioni positive e i risultati legati al campo dell’apprendimento. Con sentimento sono rappresentate persone di età, nazionalità, sesso e occupazione diversi.
La gamma colori diventa più brillante e positiva. Alla sensazione di energia si aggiunge un nuovo colore: l’Udemy Purple, una tonalità di viola vivida e ottimista che ricorda la promessa di stimolare la crescita e aumentare le possibilità.
Con questo rebranding viene aggiornato anche il tono di voce e i messaggi chiave del brand.
Lo stile immaginativo di illustrazione aiuta a trasformare le idee più complicate in qualcosa di chiaro e intuitivo.
PicsArt è una delle più grandi piattaforme e community creative al mondo. Ogni mese, più di 150 milioni di persone usano l’app per esprimere se stessi e le loro passioni attraverso il potere della narrazione visiva.
Nel corso degli anni, PicsArt è passata dall’essere un’app per l’espressione personale a una piattaforma di design con una fiorente community di creator.
La trasformazione che l’azienda sta attraversando si riflette nell’aggiornamento del marchio.
Non più PicsArt ma semplicemente Picsart. Il nuovo wordmark con le sue forme geometriche e la sua modernità senza apparire troppo complesso o eccessivamente sofisticato, è accessibile e orientato al design, proprio come Picsart.
La ‘a’ minuscola non è un errore di battitura. La piattaforma è cresciuta ed è diventata molto più di un editor di immagini, questo piccolo cambiamento vuole andare oltre la separazione tra Immagini e Arte. La modifica chiarisce il punto di vista del marchio che ogni giorno celebra tutte le forme di espressione creativa.
Che si tratti di fantasiose fotografie in bianco e nero o di collage audaci e frenetici, la piattaforma rappresenta una casa accogliente per qualsiasi tipo di contento. Dal punto di vista del prodotto, il team di Picsart ha creato un sistema di progettazione completamente nuovo per rendere sia l’app che l’esperienza web più coerenti e coese. I flussi di progettazione per i creator sono in continua evoluzione.
Anche il tono di voce segue la metamorfosi e il processo di rebranding. Oggi appare simile a quello di un insegnante d’arte dallo stile ribelle. Come un mentore che vede sempre il potenziale e incoraggia le persone ad andare oltre.
La personalità di Picsart si dota di una voce ottimista che vede l’arte e il design come qualcosa a cui chiunque può accedere e contribuire.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/rebranding.jpg10801920Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2021-08-03 12:30:192021-08-04 14:26:30Rebranding di Luglio: Udemy, Campbell’s e Picsart
La creatività non va mai in vacanza, anzi: con il rallentamento delle restrizioni e il lento e progressivo ritorno alle attività quotidiane, l’advertising Out of Home sta vivendo un nuovo momento magico.
Grazie a questa situazione, anche le creatività ricominciano a essere audaci, colorando gli spazi comuni con messaggi e proposte.
Gustiamo insieme la selezione dei migliori annunci stampa di luglio, selezionati tra le campagne delle agenzie di tutto il mondo.
Per celebrare i giochi olimpici di Toyko, l’agenzia di Zurigo Freundliche Grüsse ha ora creato un Out of Home molto speciale per la tradizionale marca giapponese: un semplice nastro di tessuto trasforma il logo Kikkoman in una medaglia d’oro. Tanto semplice che non ha bisogno di parole.
Advertising Agency: Freundliche Grüsse, Zürich, Switzerland Creative Director: Pascal Deville Creative Director: Samuel Textor Art Director / Concept: Norihito Iida Copywriter / Concept: Christian Stüdi
Senda Verde – Versus
Il calcio continua ad essere lo sport più popolare del mondo e la Bolivia non fa eccezione.
Nonostante la squadra nazionale, soprannominata la squadra “verde”, non ottenga buoni risultati, può contare sul favoloso entusiasmo dei suoi tifosi.
Senda Verde è una ONG rifugio per animali di 18 anni in Bolivia, che cura e riabilita gli animali in pericolo.
In occasione della Copa América Brasil 2021, Senda Verde mette alla prova i fan del “verde”, chiedendo loro quale “verde” avrebbero sostenuto.
Una campagna di stampa e social media che cerca di rendere la popolazione consapevole dei danni che stiamo facendo alla natura e agli animali che la abitano, che senza dubbio hanno bisogno di veri tifosi.
Advertising Agency: Humano, Santa Cruz de la Sierra , Bolivia Chief Creative Officer & Partner: Ferju Cuevas Creative Director & Partner: Rodsel Ticona Art Director: Jorge Cobo Designer: Ravier Endara Copywriter: Ferju Cuevas Digital Studio: Gonzalo.Studio
OBLI – Prison
Quando si affitta una proprietà immobiliare, il padrone di casa ha il diritto di chiedere una garanzia, per essere protetto da ritardi nei pagamenti, possibili danni alla proprietà e qualsiasi altro debito.
In Israele, gli inquilini sono tenuti a presentare una “garanzia bancaria” e per farlo, devono depositare (cioè “imprigionare”) 3 mesi di affitto in contanti, in una banca.
Oggi, grazie a OBLI, una nuova società fintech, gli inquilini possono fornire una garanzia sicura senza dover separare i loro soldi.
Advertising Agency: Boom!, zichron yaakov, Israel Art Director, Creative Director: Eyal Segal Copywriter, Creative Director: Michal Almog Co Founder And Director: Hagit Kamin Photoshop And Digital Illustrator: Alex Melik-Adamov Marketing And Sales Director: Tomer Miedzigorski
McDonald’s – World Emoji Day
Cosa c’è di più iconico di un cheesburger? Il classico panino all’americana con hamburger e fetta di formaggio, simbolo di una delle più grandi catene di fast food del mondo si trasforma in un’icona in questa campagna di McDonald’s.
Esattamente come per le emoji, basta un attimo per comprenderne il significato.
Advertising Agency: ONIRIA/TBWA, Paraguay
Accidents Awareness – Bag, Mug
Piccole distrazioni, quelle che ci capitano mentre guidiamo. Ma anche sorseggiare da una tazza di caffè o cercare qualcosa con lo sguardo e frettolosamente, da una borsetta, può comportare gravi conseguenze.
Attenzione alla guida, sempre!
Advertising Agency: Nabaroski Ad Store Creative Director / Art Direction: Mohamed Nabarawy Copywriting: Ziad Waleed Business Developer: Mohamed Zayed Graphic Designer: Hassan Saied
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/08/EXP.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-08-02 13:30:252021-08-03 13:20:54Kikkoman, McDonald's e OBLI: i migliori annunci stampa di luglio
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