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borsa del cavolo di Esselunga

La Borsa del Cavolo di Esselunga esaurita in pochi minuti

La Borsa del Cavolo di Esselunga è diventata subito un must have.

Dopo le coloratissime sneaker di Lidl e la capsule collection di Eurospin, la shoulder bag del concorso “Cavolo, che borsa!” ha fatto impazzire gli utenti di Instagram.

Lanciata dalla talent di Instagram, Camilla Boniardi, meglio conosciuta come Camihawke, la borsa con tracolla ha proprio la forma e l’aspetto di un ortaggio: il cavolo, appunto.

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L’influencer ha immaginato e mostrato un outfit al quale abbinare l’ambito trofeo: una sorta di “insalata di vestiti”.

la borsa del cavolo di Esselunga

Le borse-cavolo esaurite in 3 minuti

Per aggiudicarsi uno dei 99 prodotti in edizione disponibili, Esselunga ha lanciato un contest su Instagram il 21 settembre. Era sufficiente seguire i pochi semplici passaggi indicati in questo form:

  • accedere al sito del concorso cavolocheborsa.esselunga.it
  • registrarsi al concorso nell’area dedicata, compilando in ogni sua parte i campi, indicati come obbligatori, presenti nell’apposita maschera elettronica (a titolo esemplificativo nome, cognome e indirizzo e-mail, etc…)
  • accettare la partecipazione al concorso mediante l’approvazione del regolamento e prendere visione dell’informativa per il trattamento dei dati, ultimando per intero la modalità di registrazione secondo quanto indicato sul sito.

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Come accaparrarsi la Borsa del Cavolo di Esselunga

Non sei riuscito a essere tra i velocissimi e fortunati vincitori della borsa in edizione limitata di Esselunga? Non è il caso di disperarsi: c’è ancora una possibilità di sfoggiare l’ambito oggetto del desiderio agli aperitivi con le amiche.

Oltre al contest in cui i 99 prodotti disponibili sono andati immediatamente esauriti in soli tre minuti, è infatti prevista l’estrazione di una ulteriore Shoulder Bag del valore di € 286,88 + IVA, il 30 settembre, tra tutti coloro che si saranno registrati al servizio.

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pico visore metaverso

Bytedance sfida Meta e lancia un visore VR per il Metaverso

Pico, società controllata da ByteDance, ha presentato il suo ultimo headset per la realtà virtuale.

Il Pico 4 sarà inizialmente disponibile in Giappone, Corea del Sud, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia e altri otto Paesi europei.

Pico non ha ancora rivelato i piani di rilascio negli Stati Uniti, ma punta a portare il dispositivo a Singapore e in Malesia entro la fine dell’anno e in Cina in un secondo momento.

Gli headset, dotati di processore Qualcomm XR2, GPU Adreno 650 e 8 GB di RAM, possono essere utilizzati come dispositivo indipendente stand-alone. Pico sostiene che la batteria, che si trova nel cinturino posteriore per aiutare a mantenere l’equilibrio, garantisce circa tre ore di utilizzo con una singola carica, come rilevato da The Verge.

Il dispositivo pesa 295 grammi senza il cinturino e 586 grammi quando è collegato.

Pico è anche per il gaming

È anche possibile collegare il dispositivo a un PC da gaming per esperienze VR di livello superiore. Uno step necessario per sfruttare appieno i doppi display, che offrono una risoluzione superiore al 4K con 4.320 x 2.160 pixel per ciascun occhio. Secondo Pocket-lint, i display hanno un refresh rate di 90 Hz e un campo visivo di 105 gradi.

Pico 4 utilizza il tracking interno all’esterno senza bisogno di beacon esterni. Viene fornito con i controller di movimento Pico 4 (con la funzione di vibrazione incorporata) ed è dotato di quattro telecamere esterne, come sottolinea Road to VR. Secondo il sito web di Pico, il dispositivo offrirà un passthrough a colori – qualcosa su cui Meta sta lavorando per il suo headset Project Cambria.

Anche sport, concerti e TikTok in modalità immersiva

Dato che ByteDance possiede anche TikTok, non dovrebbe sorprendere la possibilità di visualizzare i video sul dispositivo e dal dispositivo. Sarà infatti possibile condividere esperienze VR anche su TikTok. 

Pico sta lavorando per portare sulla piattaforma anche sport dal vivo e “concerti basati su avatar”.

Per quanto riguarda i giochi, ce ne sono già 165 nello store di Pico e ogni settimana se ne aggiungono altri. Gli headset supporteranno giochi del calibro di Peaky Blinders: The King’s Ransom, Demeo, The Walking Dead: Saints & Sinners, All-in-One Summer Sports VR e Just Dance VR (che arriverà nel 2023 come esclusiva Pico). È previsto anche il supporto per SteamVR.

pico visore VR di Bytedance

Il suo Metaverso potrebbe arrivare prima di Horizon

Nel frattempo, l’anno prossimo è previsto il lancio di un’esperienza in stile metaverso chiamata Pico Worlds. A differenza di Horizon Worlds di Meta, gli avatar di Pico sembrano avere le gambe.

Considerando il prezzo e le specifiche, Pico sta cercando di competere con Meta Quest 2 (Meta ha recentemente aumentato il prezzo di ben 100 dollari).

Resta da vedere se il marchio potrà competere con Meta sul fronte dei contenuti. È improbabile che gli utenti possano giocare a Beat Saber, per esempio, uno dei giochi più popolari di Oculus, anche se Bytedance ha svelato il suo ultimo dispositivo poche settimane prima della presentazione di Meta del suo dispositivo di fascia alta al Connect: Project Cambria.

Quanto costa Pico

Pico 4 con 128 GB di memoria costa 429 euro (circa 422 dollari). Un modello con capacità di memoria doppia costerà 499 euro (circa 491 dollari). I preordini saranno aperti il mese prossimo e i prodotti saranno spediti il 18 ottobre.

L’azienda prevede anche di rilasciare alcuni accessori l’anno prossimo, tra cui un fitness tracker più preciso, un dongle wireless per la connessione al PC e una custodia per il trasporto.

 

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marketing inclusivo la sirenetta

Marketing inclusivo, perché i brand non possono ignorarlo

Durante la presentazione dell’attesissimo trailer del film La Sirenetta, in uscita nelle sale nel 2023, Disney ha rivelato che Ariel sarà interpretata dalla cantante e attrice afroamericana Halle Bailey.

La scelta di una professionista nera ha da subito generato numerose polemiche sui social, animate prevalentemente da pregiudizi razziali.

I leoni da tastiera si sono appellati a numerose teorie: dall’impossibilità di una sirena nera all’ormai gettonatissimo e stucchevole “politicamente corretto” a tutti i costi.

Eppure, a fare da controcanto a queste critiche, ci sono le reazioni delle bambine e dei bambini afroamericani che si sono commossi ed emozionati vedendosi finalmente rappresentati sul grande schermo nel live action di uno dei cartoni animati più amati al mondo. 

Cosa c’entra tutto questo con il marketing inclusivo? C’entra eccome

“Inclusione non significa combattere formalmente stereotipi triti e offensivi, ma significa offrire a personaggi di qualsiasi ambiente socioculturale l’opportunità di raccontare la propria storia, senza renderla la storia principale”.

Con poche e semplici parole Shonda Rhimes descrive perfettamente il senso della narrazione inclusiva: dare dignità ad ogni tipo di storia e ad ogni tipo di persona

Ecco perché Ariel interpretata da un’attrice afroamericana ha un potere così forte, così come lo ebbe, con annesse polemiche, il ruolo nei panni di Lupin dell’attore senegalese Omar Sy

In questo diverso approccio alla rappresentazione, la pubblicità gioca un ruolo fondamentale, sia per la sovraesposizione che ha il pubblico a questo genere di narrazione, sia per l’impatto che ha nell’influenzare i comportamenti delle persone. 

marketing inclusivo Halle Bailey la sirenetta

Cos’è il marketing inclusivo

MJ De Palma, responsabile del marketing multiculturale e inclusivo per Microsoft Advertising, lo ha definito “come il marketing che può evidenziare o risolvere un aspetto della diversità dove si verifica l’esclusione”. 

In altre parole le campagne di marketing inclusivo hanno l’obiettivo di parlare a tutte le persone, anche quelle emarginate o sottorappresentate, ma lo fa rompendo gli stereotipi e facendo arrivare a quei gruppi il messaggio che il brand li vede, li capisce e, di conseguenza, parla di loro e a loro. 

Perché tutto questo diventa un valore aggiunto nella comunicazione di un brand? Perché il punto fondamentale di questa strategia sono proprio le persone. 

KPI, dati, analisi, performance, investimenti. Spesso ci dimentichiamo che, al di là dei numeri, ci sono essere umani reali con esigenze reali.

Ecco allora che il marketing, per essere efficace, deve tenere in considerazione la diversità in ogni sua forma.

E quando parliamo di diversità ci riferiamo a 7 aree: genere e identità di genere, disabilità, età, etnia, orientamento sessuale e affettivo, status socio-economico, religione o credo.

L’esempio LGBTQIA+ friendly di IKEA

Quanto è potente il messaggio di un brand come IKEA che, nella giornata mondiale contro l’omolesbobitransafobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, decide di lanciare un messaggio contro la discriminazione delle persone LGBTQIA+. Casa Puoi Essere Tu, questo il claim della campagna, è l’invito a far sentire accolto chiunque, a prescindere dal proprio orientamento sessuale e dalla propria identità di genere. 

I più maliziosi potrebbero pensare che sono solo belle parole. In realtà IKEA si impegna attivamente con veri e propri piani di inclusione a livello globale e, inoltre, supporta associazioni che ogni giorno si impegnano contro le discriminazioni della comunità, come ad esempio l’Associazione Quore, impegnata nel settore del co-housing per le persone LGBTQIA+ che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione in seguito al coming out. 

Questo è un punto chiave, non basta fare una bella campagna se non è supportata da fatti veri, capaci di ridurre le distanze per i gruppi marginalizzati . A meno che ci si voglia imbattere nel tortuoso e anche abbastanza tossico mondo del woke washing, ossia della strumentalizzazione dell’inclusione a meri fini commerciali. 

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Ecco alcuni dati

D’altra parte, l’inclusività non fa bene solo all’immagine di un brand ma anche alle sue economie. Infatti, secondo un sondaggio condotto da Microsoft, il 70% dei giovani si fida maggiormente delle aziende che rappresentano la diversità nella loro comunicazione. Addirittura il 54% dei millennial afferma di preferire un marchio inclusivo rispetto ad un concorrente. Il 49%, invece, ha smesso di acquistare prodotti di aziende che non rispettano i valori in cui crede. 

Questi dati sono confermati anche da Salesforce, secondo cui il 90% dei clienti crede che le aziende debbano avere la responsabilità di guardare oltre il profitto e impegnarsi a costruire un mondo migliore.

Un recente studio globale sulla diversità nel marketing ha dimostrato che il 72% delle persone pensa che la maggior parte delle pubblicità non rispecchia il mondo che li circonda e il 63% non si vede proprio rappresentato. 

Le pubblicità spesso promettono di risolvere i problemi dei consumatori, ma come può un’azienda essere credibile se neanche riesce a rappresentare il suo pubblico?

Non si tratta solo di vezzi o di fronzoli, si tratta di arrivare al cuore delle persone, perché è questo che si aspettano oggi da un brand.

Le persone non comprano più solo ciò che gli piace, ma scelgono ciò in cui credono e che sostengono. Dovrebbero farlo anche le aziende. 

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camerini virtuali di walmart in realtà aumentata

Diventi un modello con le tue foto: arrivano i camerini virtuali di Walmart

Walmart sta offrendo un’esperienza di shopping online più intima grazie a uno strumento di prova virtuale che consente agli utenti di vedere come appaiono i vestiti sul proprio corpo. Si tratta di camerini virtuali che ti consentono di applicare gli abiti direttamente sulle tue foto.

La nuova funzione, lanciata per il momento solo per gli utenti iOS sull’app Walmart, arriva dopo che il gigante della vendita al dettaglio ha acquisito la startup di camerini virtuali Zeekit nel 2021.

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Diventa un modello con camerini virtuali

A marzo Walmart ha presentato la tecnologia “Choose My Model“, che consente ai clienti di scegliere tra 50 modelli di taglie diverse per vedere come i vestiti si adattano a un corpo simile al proprio.

Ora, nella fase successiva, “Be Your Own Model“, gli utenti potranno provare più di 270.000 articoli sul proprio corpo (ma dovranno prima spogliarsi della biancheria intima o degli indumenti aderenti perché la funzione funzioni con precisione).

camerini virtuali di walmart

Questa esperienza consente ai clienti di utilizzare le proprie foto per visualizzare meglio l’aspetto dei capi d’abbigliamento e crea una possibilità molto interessante per i clienti“, ha dichiarato Denise Incandela, vicepresidente esecutivo di Walmart per l’abbigliamento.

Cosa cambia con i camerini virtuali di Walmart

A differenza delle tecnologie precedenti che sovrapponevano una foto a un’altra per la prova virtuale, Walmart afferma che “Be Your Own Model” utilizza algoritmi e apprendimento automatico per simulare una vestibilità più realistica.

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Walmart è il primo a offrire un’esperienza di prova virtuale per i marchi di abbigliamento su larga scala, ed è l’applicazione più realistica che abbia mai visto“, ha dichiarato Incandela.

Walmart è l’ultimo rivenditore a lanciarsi nella tendenza della prova virtuale.

Ad agosto, Amazon ha lanciato un servizio di realtà aumentata che consente ai clienti di provare virtualmente le scarpe, e altri rivenditori come Macy’s e Adidas hanno già collaborato con Zeekit per sperimentare la realtà virtuale.

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Adobe compra Figma per 20 miliardi

Adobe annuncia di aver stipulato un accordo di fusione, di circa 20 miliardi di dollari, per acquisire Figma, la piattaforma di progettazione collaborativa leader nel web design.

adobe e figma

Si tratta di un’operazione finanziaria che passerà alla storia: la notizia ha difatti colto di sorpresa un intero comparto creativo.

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Reimmaginare il futuro della creatività

La missione di Adobe è da sempre quella di cambiare il mondo attraverso le esperienze digitali. Oggi tutto il settore deve molto agli strumenti e alle piattaforme di Adobe.

Nel corso della storia le innovazioni della software house statunitense hanno toccato miliardi di vite in tutto il mondo: dall’editing creativo di Photoshop ai documenti elettronici all’avanguardia col formato PDF, passando per altre rivoluzionarie piattaforme.

Il mondo Adobe si è evoluto nel tempo e continua a cambiare.

adobe

La missione di Figma è aiutare i team a collaborare visivamente e a rendere il design accessibile a tutti.

Fondata da Dylan Field ed Evan Wallace nel 2012, l’azienda ha aperto la strada al design dei prodotti sul web.

Oggi consente a tutti coloro che progettano applicazioni web e mobile interattive di collaborare attraverso flussi di lavoro multiplayer, sofisticati sistemi di progettazione e un ricco ecosistema di sviluppatori.

La combinazione di Adobe e Figma è trasformativa e accelererà la nostra visione per la creatività collaborativa” ha affermato Shantanu Narayen, presidente e CEO di Adobe.

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Accelerare la progettazione

Figma ha attratto una nuova generazione di designer, sviluppatori e studenti.

Insieme, Adobe e Figma re-immagineranno il futuro della creatività e della produttività, con l’obiettivo di accelerare la creatività nel web.

L’intenzione è anche quella di accrescere la progettazione dei prodotti e di ispirare le community globali di creator, designer e sviluppatori.

La società con il nuovo assetto avrà un’enorme opportunità di mercato e sarà capace di generare valore significativo a tutti i livelli: per i clienti, gli azionisti e l’industry.

Adobe e Figma condividono la passione di aiutare le persone e i team a essere più creativi e produttivi. Con l’ampio portafoglio di prodotti, la società combinata avrà una rara opportunità di alimentare il futuro del lavoro unendo capacità di brainstorming, condivisione, creatività e collaborazione.

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adobe

Il web è diventato onnipresente e sta rendendo più facile la creazione congiunta dei team.

Le app digitali sono al centro della nostra vita personale e professionale, stanno creando una crescita esplosiva nell’ambito del product design. I creator sono chiamati quotidianamente a creare un volume crescente di contenuti in stretta collaborazione.

Le capacità multiplayer web-based di Figma accelererà la distribuzione delle tecnologie Creative Cloud di Adobe sul Web, rendendo il processo creativo più produttivo e accessibile a più persone.

Adobe annuncia di aver stipulato un accordo per acquisire Figma, la piattaforma di progettazione collaborativa leader nel web design.

Al termine della transazione, Dylan Field, co-fondatore e CEO di Figma, continuerà a guidare il suo team, riportando a David Wadhwani, Presidente Digital Media Business di Adobe.

Fino alla chiusura della transazione, ciascuna società continuerà ad operare in modo indipendente.

 

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Patagonia cede l'azienda a una onlus

Il fondatore di Patagonia “dona” l’azienda a una onlus per combattere il cambiamento climatico

Il fondatore di Patagonia, Yvon Chouinard, che in precedenza aveva già espresso una certa riluttanza ad accumulare ricchezza, sta cedendo la sua azienda.

L’azienda di abbigliamento outdoor sarà ora nelle mani di una onlus e senza scopo di lucro. Tutti i profitti futuri saranno donati per aiutare a combattere il cambiamento climatico, secondo quanto ha annunciato la società mercoledì.

La notizia, condivisa prima internamente con collaboratori e dipendenti, è stata poi annunciata con una lettera aperta di Yvon Chouinard che ha come titolo: “La Terra è ora il nostro unico azionista“, pubblicata sul sito modificato per l’occasione.

Il fondatore di Patagonia Yvon Chouinard

Il fondatore di Patagonia “dona” l’azienda a una onlus

È passato mezzo secolo da quando abbiamo iniziato il nostro esperimento di business responsabile“, ha detto Chouinard, 84 anni. “Se c’è ancora speranza di vivere su un pianeta sano tra 50 anni, questa richiede a tutti noi di fare tutto il possibile con le risorse che abbiamo. In quanto leader aziendale che non avrei mai voluto essere, sto facendo la mia parte“.

E ha aggiunto: “Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in ricchezza, stiamo usando la ricchezza creata da Patagonia per proteggerne la fonte. Stiamo rendendo la Terra il nostro unico azionista. Sono seriamente intenzionato a salvare questo pianeta”.

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Il Patagonia Purpose Trust controllerà tutte le azioni con diritto di voto della società (2%), mentre Holdfast Collective, un’organizzazione no profit per il cambiamento climatico, deterrà tutte le azioni senza diritto di voto (98%).

Chouinard, che attualmente è un membro del consiglio, ha dichiarato che sebbene cercasse di combattere il cambiamento climatico, si è reso conto che la sua azienda stava contribuendo ad esso e si è messo a pensare a come risolvere la situazione.

Un’opzione era venderla e donare il ricavato, ma Chouinard si è detto preoccupato che i nuovi proprietari potessero non avere gli stessi valori o mantenere i livelli occupazionali dell’azienda.

L’altra opzione era quella di diventare un’entità quotata in borsa.

Che disastro sarebbe stato“, ha poi dichiarato. “Anche le società pubbliche con buone intenzioni sono sottoposte a troppa pressione per l’obiettivo creare guadagni a breve termine a scapito della vitalità e della responsabilità a lungo termine“.

Patagonia rimarrà una B Corp e continuerà a donare l’1% dei suoi guadagni a gruppi ambientalisti e la leadership rimarrà invariata. La famiglia Chouinard guiderà anche il Patagonia Purpose Trust, eleggendo e supervisionando il CDA.

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nuova suite di canva

Canva sfida Google e Microsoft e annuncia nuovi prodotti per siti web, presentazioni e documenti

Canva si sta ulteriormente affermando come qualcosa di più di un semplice strumento di progettazione grafica.

L’azienda australiana ha annunciato che presenterà una suite di nuovi prodotti per completare la sua offerta: Canva Docs, Canva Websites, Canva Whiteboards e Data Visualization, che deriva dall’acquisizione di Flourish.

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L’azienda amplierà inoltre le sue offerte di stampa e porterà la sua tecnologia di rimozione dello sfondo nei video. Presentations, lanciato nel 2021, sarà dotato di una funzione di controllo remoto che consentirà ai presentatori di collegare altri dispositivi (come un telefono) da utilizzare come mouse virtuale.

canva for presentations

Negli ultimi due anni abbiamo lavorato essenzialmente alla nuova era di Canva“, ha dichiarato Cliff Obrecht, co-fondatore e COO di Canva, in un’intervista a TechCrunch. “Canva è sempre stato un prodotto individuale con una profonda penetrazione nel mondo del lavoro. Ma non abbiamo mai lanciato questa worksuite adatta alle organizzazioni“.

Secondo Canva, l’85% delle aziende Fortune 500, tra cui FedEx, L’Oreal e Salesforce, utilizzano i suoi strumenti di progettazione.

La worksuite per le organizzazioni

Oltre 4,4 milioni di clienti pagano per Canva for Teams, lanciato l’anno scorso, ma come tutti i prodotti dell’azienda, ci sarà un modello freemium per la sua worksuite. Come il prodotto Teams, la worksuite includerà funzioni di collaborazione che consentiranno ai membri del team di lavorare insieme in tempo reale sui documenti.

Qualsiasi prodotto worksuite attirerà naturalmente paragoni con la suite di Google o con Microsoft Office. Ma Obrecht afferma che Canva non sta cercando di competere con questi colossi aziendali. Al contrario, vede Canva come un compagno visuale di questi strumenti.

Non stiamo cercando di competere con Google Docs“, ha dichiarato Obrecht a TechCrunch. “I nostri prodotti sono intrinsecamente visivi, quindi adottiamo una lente molto grafica: che aspetto ha un documento? Come si fa a trasformare quel noioso documento basato solo sul testo in qualcosa di accattivante?”.

I prodotti della nuova worksuite saranno interoperabili: una presentazione potrà essere poi trasformata anche in un documento o in un sito web.

Canva prevede anche di lanciare la sua API in versione beta, per consentire agli sviluppatori di integrarsi più facilmente con la worksuite. Inoltre, sta lanciando un programma per i creator in cui designer altamente qualificati possono vendere modelli, foto e progetti agli utenti.

Obrecht ha rifiutato di condividere la ripartizione dei ricavi tra Canva e i suoi creatori, affermando che essa varia a seconda della complessità del prodotto: ad esempio, un modello video ultra-tecnico può far guadagnare al creatore più soldi di una foto stock.

Canva for teams

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La scalata al successo di Canva

L’anno scorso Canva ha raccolto 200 milioni di dollari a fronte di una valutazione di 40 miliardi di dollari. In un periodo in cui il capitale di rischio è più difficile da reperire e le valutazioni sono in calo, Obrecht ritiene che Canva sia ben posizionata per andare avanti.

Siamo in una posizione davvero fortunata: siamo un’azienda redditizia e, a differenza di molti altri nostri colleghi, abbiamo anche un’enorme liquidità“, ha dichiarato Obrecht. La startup può contare su circa 700 milioni di dollari in banca e l’azienda sta assumendo in modo aggressivo. Al momento, elenca 227 posizioni aperte sul suo sito web.

Secondo il COO, Canva deve la sua redditività alla natura dell’ecosistema tecnologico australiano, che è molto lontano dalla Silicon Valley, dove il capitale di rischio può fluire liberamente.

Siamo cresciuti a Perth, nell’Australia occidentale, che è la città più isolata del mondo“, ha detto. “Non sapevamo cosa fosse il venture capital. Avevamo quella che pensavamo fosse una piccola impresa e poi, quando siamo andati negli Stati Uniti, tutti ci dicevano: “Oh, avete una startup!””.

Abbiamo costruito un motore davvero sostenibile, redditizio e frugale, poi abbiamo ottenuto il capitale e quindi… non abbiamo speso il capitale perché abbiamo un’attività frugale che in realtà fa soldi“, ha aggiunto. “Questo ci ha davvero portato al successo“.

monopoli

La nuova campagna di Monopoli insegna ai bambini ad affrontare le sconfitte

Generalmente i produttori di giochi da tavolo amano mostrare famiglie perfette e felici nelle immagini dei loro materiali marketing e delle loro campagne pubblicitarie. Questa volta accade il contrario.

Secondo una ricerca condotta da Hasbro, proprietario del marchio Monopoli dal 2009, 8 persone su 10 litigano o combattono verbalmente mentre giocano. In effetti, quante volte ci è capitato da piccoli, ma anche da adulti, di inveire contro il nostro amico o famigliare per averci soffiato l’acquisto del terreno di “Parco della Vittoria”?

L’unico fattore che rende Monopoli davvero unico e diverso dagli altri giochi è che provoca (quasi sempre) dei litigi. Grazie a questi preziosi insight Monopoli ribalta il proprio punto di vista con una campagna creativa che ritrae alcuni bambini frustrati, arrabbiati o completamente andati in escandescenza.

monopoli

Monopoli come opportunità di sviluppo

Ogni soggetto pubblicitario mostra un bambino diverso alle prese con le intense emozioni che Monopoli può suscitare. Il brand, con questa iniziativa, celebra la rabbia, la delusione e le emozioni contrastanti provocate dal gioco.

Dietro al progetto troviamo l’agenzia KesselsKramer con sede ad Amsterdam che ha collaborato direttamente con il dipartimento Hasbro in Benelux.

monopoli

La società madre considera Monopoli un’opportunità di sviluppo per i bambini. I poster esposti per le strade, nelle versioni olandese e belga del gioco, mostrano i ragazzi e le loro potenti emozioni. Il sentimento provocato ha comunque un risvolto positivo: mostra come sia possibile imparare ad esprimere le proprie emozioni e ad affrontare le delusioni in un ambiente protetto.

Giocare in famiglia

La campagna vive anche sui social, dove le immagini collegano i follower ad articoli che spiegano la ricerca dietro alle creatività. Le immagini sono state scattate dal fotografo Erik Smits, scelto per la sua fotografia pura e autentica.

L’obiettivo? Inventare qualcosa di nuovo, ma che parlasse del gioco e delle emozioni più profonde che provoca:

Subito dopo essere entrati nel merito, ci siamo resi conto che quasi tutto ciò che riguardava Monopoli era già stato pensato, o era già stato fatto in qualche parte del mondo“, afferma Rens de Jonge, Creative Director di KesselsKramer Amsterdam. “Essere originali per un gioco così noto significa trovare l’originalità proprio alla base dell’idea. Quindi abbiamo ribaltato la visione generale del Monopoli“.

La campagna vuole dimostrare che combattere nelle giuste circostanze, come giocare a Monopoli in famiglia, può diventare un’esperienza positiva.

Il combattimento insegna ai bambini ad esprimere le proprie emozioni, a stabilire dei limiti, a difendersi e a mettersi nei panni degli altri, ad esempio. Può anche essere una buona occasione per parlare ai bambini in seguito di questioni importanti: quanto è importante per loro vincere? È necessario essere sempre migliori degli altri?”, ha dichiarato la consulente per genitori e psicologa Krista Okma.

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