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Learning trends e riqualificazione del lavoro: cosa è cambiato durante la pandemia

Il mondo del lavoro è, probabilmente, uno di quelli che più ha dovuto fare i conti con l’arrivo della pandemia. L’acronimo L&D, (Learning and Development), è entrato prepotentemente nelle nostre conversazioni quotidiane, specie in ufficio.

L&D, in italiano, sta per apprendimento e sviluppo ed è un processo continuo, a lungo termine, progettato per mantenere alte le capacità e le prestazioni individuali dei dipendenti allineandole con gli obiettivi e i requisiti dell’azienda. Lo scopo è quello di aiutare le persone ad acquisire nuove competenze e a mantenerle motivate ​​e produttive nel tempo.

Si è parlato molto di Learning and Development l’anno scorso, perché non solo aiuta a formare i lavoratori appena assunti, ma è anche estremamente utile alla formazione di tutti i dipendenti all’interno di un’organizzazione o un’azienda.

I professionisti L&D cercano di educare continuamente il personale, ma mai come l’anno scorso questo processo di formazione si è trasformato in un vero e proprio apprendimento, un qualcosa di quotidiano e costante per far fronte alle nuove emergenze e sfide.

Molte aziende hanno dovuto allinearsi a cambiamenti così forti e improvvisi che hanno colti tutti alla sprovvista. Abbandonati gli uffici, il lavoro si è spostato a casa, tra le mura domestiche, ma non tutti erano in grado di approcciarsi a questo diverso modo di lavorare.

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Learning and Development: come sta andando davvero

Dopo la spinta iniziale, molti dubbi sulla necessità di perfezionare le tattiche di L&D sono scomparsi.

L’apprendimento just-in-time, la cross-skilling e il miglioramento delle competenze, tendenze che si profilavano già da un po’, sono state fondamentali per andare avanti. Il problema era che nessuno conosceva l’immediatezza e l’impatto che avrebbero avuto quando il lavoro è stato stravolto dalla pandemia.

Molte di queste tendenze preannunciate nel 2020 si sono rivelate vere e necessarie. Sono entrate in gioco velocemente, con urgenza. Da semplici modelli d’aspirazione si sono trasformati in imperativi categorici nel giro di pochissimo tempo.

E, adesso che siamo a metà 2021, come siamo messi? È probabile che queste tendenze di apprendimento, che ormai sono vitali dallo scorso anno, continuino a crescere. Si svilupperanno ancora più velocemente e richiederanno un approccio più mirato e definito.

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C’è bisogno di un miglioramento costante del proprio team

Molti hanno parlato della nascita di una vera e propria rivoluzione. Richard Wang, CEO di Coding Dojo, ha definito questo cambiamento come una quarta rivoluzione industriale.

Questa è un’era non solo d’innovazione, ma di rivoluzione e trasformazione guidata dalla tecnologia, e non solo per i passi da gigante fatti negli ultimi anni. Tutte le organizzazioni, dalla piccola e media azienda ai grandi colossi del mercato, hanno dovuto amplificare la propria presenza digitale. Un’esigenza dovuta e accelerata dal COVID-19.

Quante realtà si sono digitalizzate nell’ultimo anno? Non dobbiamo per forza andare troppo oltre, ma basterà dare uno sguardo a noi stessi. Anche ai più scettici, coloro che non si sarebbero mai accostati al mondo del Web, si sono ritrovati ad acquistare online qualsiasi cosa, dai beni di prima necessità a una pizza gourmet, senza batter ciglio.

Di conseguenza, se oggi non si è presenti nell’infinito e, ormai, affollato universo digitale, sarà davvero difficile essere notati. Cosa possono fare le aziende per adeguarsi?

Un primo passo può essere quello di affidarsi a dipendenti più tecnologi ma, come ribadisce Wang, per le imprese è davvero complicato scovarli per poter alimentare questa rivoluzione digitale.

La soluzione? Migliorare e riqualificare gli attuali dipendenti.

Le iniziative di learning aiutano le persone ad approcciarsi a un mondo che cambia migliorando il proprio lavoro e, nel complesso, l’andamento dell’azienda. 

Le competenze più richieste sono la codifica, lo sviluppo web e l’analisi dei dati, ma una comprensione di base della logica computazionale, come quella utilizzata negli strumenti di posta elettronica, è comunque utile.

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Il focus sull’apprendimento a lungo termine resta fondamentale

Le tendenze di learning dello scorso anno hanno visto primeggiare modalità come cross-skilling, cioè sviluppare competenze in ambiti diversi, e la capacità di approcciarsi alle cose con punti di vista differenti. Non bisogna però sottovalutare l’importanza dell’apprendimento a lungo termine. 

Basti pensare che alcuni dei lavori che sono molto richiesti oggi non esistevano nemmeno tre anni fa. Ecco perché le persone devono adattare lo sviluppo delle proprie competenze per stare al passo con esigenze di mercato che mutano velocemente. I processi di learning devono assumere un approccio proattivo per fornire ai dipendenti i giusti strumenti per facilitare e migliorare l’apprendimento sul lavoro e tracciare il loro percorso di carriera.

Ciò non toglie che ci saranno sempre alcune abilità più difficili da padroneggiare, come la creatività, l’innovazione e la leadership inclusiva, tutte cose che richiederanno un approccio a lungo termine.

Il lavoro a distanza richiede un nuovo tipo di apprendimento

Non è un mistero: il lavoro da remoto sta prendendo sempre più piede nelle aziende per i vari vantaggi che comporta.

Con la continua necessità di lavorare a distanza, le aziende dovranno affrontare nuove sfide legate al learning, come ha riferito in una e-mail a HR Dive la CMO di Hibob, Rhiannon Staples. 

Sono molte le aziende e i manager che stanno ancora imparando ad approcciarsi in modo efficace al telelavoro, dall’onboarding alla gestione quotidiana del proprio lavoro.

Una mossa intelligente sarà proprio quella di insegnare ai nuovi dipendenti a lavorare fin da subito da remoto. Una cosa che non era necessaria per molte strutture prima della pandemia di COVID-19, ma che ora sta diventando essenziale per la crescita e il successo del proprio business.

È un ulteriore passo in avanti che le aziende devono fare: trovare nuovi strumenti tecnologici per le risorse umane che facilitino la funzionalità incrociata di Learning and Development, mentre le risorse umane dovrebbero garantire che leader e manager abbiano una formazione adeguata. 

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Le credenziali fanno la differenza

Molti corsi di laurea non hanno più il valore di un tempo. Approcci teorici, sistemi non aggiornati, ma soprattutto ai giganti della tecnologia come Google, Apple e Netflix non interessano questi requisiti. Un percorso di studi tradizionale non rilascia tutte le competenze di cui ora le aziende hanno bisogno.

Invece, le istituzioni che concedono micro credenziali possono offrire ai candidati l’opportunità di acquisire le competenze di cui hanno necessitano al di fuori di una tipica esperienza universitaria.

Perfezionamento di un vantaggioso Learning and Development

Le aziende devono continuare a migliorare le tecniche di L&D rendendole più agili e moderne. L’eLearning, per esempio, può risultare lungo, e passivo. Ecco perché è meglio puntare su microlearning e sul social learning. Lo scopo è quello di connettere le persone agli esperti del settore, creando un’esperienza più coinvolgente.

Fornendo piccole quantità di contenuti, le persone sono in grado di concentrarsi meglio e assimilare di più. Ciò offre l’opportunità di assorbire il contenuto della formazione in un modo diverso per rafforzare l’apprendimento. La gamification e le microvalutazioni consentono di verificare i propri progressi per raggiungere gli obiettivi prefissati.

L’onboarding è un’altra area da rivedere. Staples ha affermato che non è più possibile, o almeno per ora, ritornare a sessioni di esami in aula. Ecco perché le organizzazioni devono trovare modi per facilitare l’onboarding da remoto, rendendolo personalizzato, informativo e tempestivo.

Le aziende devono investire nei lavoratori perché dipendono da loro, e non solo perché è la cosa giusta da fare. Inoltre, i team di L&D hanno aggiunto valore collaborando strettamente con le aziende, strategizzando  il futuro e co-costruendo. 

I riflettori sono tutti puntati sui dipendenti ma non solo sulla loro resa, ma anche al benessere, alla diversità ed equità. La necessità di investire nel proprio team è diventata massima.

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Cosa possiamo prevedere nel prossimo futuro?

Man mano che le esigenze aziendali accelerano ed evolvono, garantire ai dipendenti le competenze di cui hanno bisogno è una strategia vincente e una tendenza che si perpetuerà per sempre, o magari fino alla prossima rivoluzione digitale. 

L’apprendimento è un requisito essenziale per l’innovazione e il successo prolungati nel tempo. Le tendenze a lungo termine e la natura dell’attuale momento storico indicano una conclusione: L&D sarà di fondamentale importanza per le aziende nel mondo post-COVID, dove il successo dipenderà in gran parte dalla capacità di adattarsi rapidamente a forze imprevedibili.

La “trasformazione” come concetto astratto è stata ormai sostituita da esempi concreti di come il nostro mondo sta cambiando in tempo reale.

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automotive

Le nuove preferenze di acquisto degli italiani sull’automotive

I trend e gli scenari futuri del settore automotive sono in continua evoluzione in questa fase di nuova normalità, in cui l’industria automobilistica si ritrova a fare i conti con le nuove esigenze e preferenze degli acquirenti di auto italiani.

La pandemia ha cambiato il modus operandi e l’approccio strategico delle aziende italiane del settore automotive più di quanto avvenuto in altri grandi Paesi europei. Molte aziende hanno implementato nuovi servizi e prodotti e si sono lanciate su nuovi territori inesplorati per andare incontro alle nuove richieste del mercato, dettate da un nuovo target di acquirenti che si è venuto a creare e che si caratterizza per differenti esigenze e priorità rispetto a quelle degli  acquirenti del passato.

Esempio di queste nuove priorità è lattenzione dal punto di vista sanitario da parte degli acquirenti, che in questo nuovo scenario ha assunto un ruolo fondamentale nelle scelte di acquisto. 

Tale attenzione si evince anche da una lettura dei risultati ottenuti da uno studio di McKinsey in merito ai servizi di ride sharing o ai mezzi di trasporto pubblici, in cui da quanto si evince dallo studio  solo il 10% degli intervistati oggi ritiene queste soluzioni di mobilità sicure dal punto di vista sanitario. Percezione questa, molto diversa da quella del periodo antecedente alla pandemia.

Tale percezione di sicurezza è probabilmente il motivo per cui oggi più del 30% delle persone che non posseggono un’auto vorrebbe comprarne una entro i prossimi 6 mesi, secondo il white book di EY sulla mobilità.

La somma di queste opinioni mostra come le percezioni e le preferenze delle persone siano cambiate in questa nuova normalità e come, anche per questi motivi, si stia formando un tipo del tutto nuovo di acquirenti di auto italiani.

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I nuovi acquirenti del settore automotive

I nuovi acquirenti di auto si caratterizzano per esigenze e preferenze molto diverse rispetto a quelle degli acquirenti tradizionali.

Questa nuova tipologia di acquirenti di auto italiani si caratterizza per i seguenti elementi:

  • una probabilità di 1,2 volte superiori rispetto agli acquirenti tradizionali di avere un’età compresa tra 18 e 34 anni
  • nel 67% dei casi vivono in un ambiente urbano
  • mostrano molta incertezza durante le fasi di acquisto
  • solo il 53% ha già scelto il brand che acquisterà
  • fanno molto affidamento sulle piattaforme digitali per acquisire maggiori informazioni
  • danno maggiore importanza alla sostenibilità considerando l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi
  • non prediligono soluzioni di finanziamento per l’acquisto
  • sono una audience sempre più digitale e interconnessa
  • fruiscono di contenuti ed esperienze completamente online
  • sono più predisposti all’acquisto online
  • rispetto all’acquirente tradizionale non possono essere considerati degli appassionati di auto 

I trend del settore automotive: la transizione è digitale e green

Anche il recente sondaggio EY, avvalora l’identikit del nuovo acquirente di auto italiane, registrando un incremento di interesse verso soluzioni:

  • a motorizzazione ibrida (23%)
  • plug-in (11%)
  • elettrica (6%)

Percentuali queste, che sommate, nella totalità rappresentano il 40% della domanda di nuove vetture green da parte dei non automuniti in Italia. 

Per il settore automotive, essere in linea con gli obiettivi di sostenibilità adottati a livello internazionale diviene oggi dunque una priorità assoluta, alla luce anche di questi dati che evidenziano un trend sempre più chiaro ed iniziato anche prima della fase pandemica del Paese.

La transizione industriale della filiera automotive prevede dunque uno sviluppo ed una produzione delle propulsioni elettriche, ibride, a metano/biometano e ad idrogeno, sinergicamente alla promozione della smart mobility e della logistica integrata e connessa 

Come mostrato dall’infografica di UNRAE sottostante, dai dati si evince come il trend degli acquirenti verso una mobilità green sia in crescita già da prima della pandemia attraverso un aumento esponenziale delle auto elettriche (+113%) e a distanza di tempo, confermato anche in questa diversa fase.

infografica unrae

 

Il Recovery plan è l’occasione per aiutare le imprese a sostenere gli investimenti necessari ad affrontare queste nuove sfide tecnologiche. 

In merito a ciò le priorità di intervento per i progetti del Recovery plan includono:

  • Interventi a supporto degli investimenti in ricerca e innovazione e prima industrializzazione
  • Progetti di smart and sharing mobility
  • Interventi sul capitale umano
  • Interventi finanziari a sostegno delle imprese

infografica assolombarda

Oltre ad essere green, il percorso che attende il settore automotive sarà verso il digitale, in linea con i trend dettati da una nuova fascia di acquirenti. Di fondamentale importanza sarà dunque la presenza dei brand nelle maggiori piattaforme social,  imprescindibili per incrociare le nuove fette di mercato che il settore sta acquisendo in questo momento storico. 

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Come conquistare il nuovo target di acquirenti

I dati inerenti alle preferenze manifestate da questi nuovi acquirenti  del settore automotive permette di comprendere l’importanza per i marketer di elaborare una strategia di comunicazione che includa piattaforme digitali come Google Search e YouTube, al fine di raggiungere questo nuovo target. 

La nuova tipologia di acquirenti usa infatti spesso YouTube per visionare i video dei brand al fine di ottenere informazioni sul prodotto di cui stanno considerando l’acquisto. Tra i video più visualizzati troviamo infatti spesso quelli che mostrano caratteristiche, specifiche tecniche e recensioni.

Unitamente alle piattaforme, particolare attenzione va però riservata ai messaggi condivisi, attraverso cui è essenziale che sia riflesso il cambiamento in atto inerente alle motivazioni di acquisto oltre che al targeting per età e geografico, combinato con i segmenti di pubblico.

Nei messaggi condivisi, in base alle caratteristiche di questi nuovi acquirenti, è quindi fondamentale:

  • porre maggiore attenzione verso il concetto di sostenibilità
  • fornire ai potenziali clienti risorse chiare sulle opzioni di finanziamento
  • fare in modo che la procedura di acquisto online sia veloce, semplice e chiara

Proporre dunque il proprio messaggio di brand nel giusto posizionamento, ponendo attenzione a concetti oggi sempre più importanti come quello della sostenibilità e della sicurezza e riservando attenzione alla fruibilità dei messaggi attraverso la chiarezza dei contenuti e la velocità offerta è senza dubbio la strada migliore per ottimizzare la comunicazione verso questo nuovo target di acquirenti.

Conclusioni

Per le case automobilistiche saper identificare nuovi trend e scenari futuri diventa oggi più che mai un fattore vitale per il rilancio del settore automotive, che stando ai dati ha subito a causa della pandemia un grande colpo.

Non si tornerà alla vita prima del Covid poiché gli scenari futuri prospettano un quadro differente caratterizzato da nuove esigenze, nuove preferenze e nuove priorità dettate da nuove percezioni.

Per questo motivo per il settore automotive guardare avanti sfruttando nuove strategie di comunicazione diviene oggi un elemento imprescindibile per acquisire quella nuova fetta di mercato che si è venuta a creare e fondamentale per puntare ad un rilancio significativo e necessario.

Burger King, vaccino Covid a dipendenti e 4mila ristoratori italiani

Burger King Restaurants Italia aderisce alla campagna di vaccinazione aziendale proposta dalle autorità. “Torniamo concorrenti” è la nuova campagna lanciata dalla catena di fast food, che si impegna a mettere a disposizione le proprie strutture e il personale medico sanitario necessario per vaccinare contro il COVID-19 i suoi 4mila dipendenti che lavorano nei ristornati di tutta Italia.

L’azienda, inoltre, consapevole del grave impatto economico della pandemia sulla ristorazione e della difficoltà di molti operatori nell’aderire da soli alla campagna vaccinale, ha promosso la stessa opportunità per altri 4.000 piccoli ristoratori di tutta Italia con non più di 4 dipendenti (ristoranti, pizzerie, bar, gelaterie, sushi, kebab): una possibilità, totalmente gratuita, per circa 1.000 aziende sul territorio nazionale che potranno prenotarsi da subito per la vaccinazione contro il COVID-19.

L’invito di Burger King ai grandi player della ristorazione

“Torniamo Concorrenti è un progetto che Burger King sta implementando su tutto il territorio nazionale”,  spiega Alessandro Lazzaroni, AD di Burger King Restaurants Italia.

“Qualunque ristoratore, dalla Sicilia al Friuli, che abbia un’attività con meno di 4 dipendenti e abbia fatturato meno di 500.000 euro nel 2019 può pre-aderire attraverso la piattaforma dedicata www.torniamoconcorrenti.it. Fino ad oggi siamo l’unica azienda in Italia a proporre le vaccinazioni, oltre che per i propri dipendenti, anche per i colleghi del comparto, ma il nostro obiettivo è proprio quello di invitare gli altri big player a fare la stessa cosa, per spingere quanto possibile la ripartenza del settore, affinchè possa tornare ad operare al 100% in sicurezza il prima possibile”, sottolinea Lazzaroni.

“Normalità” vuol dire per Burger King tornare ai livelli di concorrenza pre-pandemica: “Prendendo atto del grave momento che il mondo della ristorazione sta vivendo, abbiamo scelto di riservare ai piccoli operatori del settore la stessa attenzione che dedichiamo alle nostre persone. Si tratta di un’occasione ulteriore che si aggiunge alla modalità ordinaria di vaccinazione, senza svantaggiare in alcun modo la programmazione vaccinale riservata a tutti i cittadini – insiste Alessandro Lazzaroni – I piccoli imprenditori sono una parte fondamentale del tessuto economico italiano e il nostro obiettivo è dargli una mano e tornare quanto prima a una sana e vivace concorrenza. Pertanto Invitiamo gli altri grandi attori della ristorazione a fare altrettanto e a seguire questo nostro piccolo grande esempio. È un importante atto di responsabilità sociale da compiere per accelerare il superamento della pandemia e dare un contributo incisivo e concreto per facilitare la ripartenza”.

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L’endorsment del Governo all’iniziativa

Significativo l’endorsment delle istituzioni con cui Burger King ha avviato un dialogo, sottoponendo il progetto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e alla Presidenza della Conferenza delle Regioni.

Apprezzamento per l’iniziativa da Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. La campagna, infatti, consentirà ad 8.000 lavoratori in totale di essere vaccinati, senza discriminazioni tra aziende grandi e piccole.

“Un passo importante verso la ripresa”, a cui si associa anche Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: “Ho apprezzato particolarmente il progetto vaccinale di Burger King. Una collaborazione virtuosa tra istituzioni e importanti realtà private, vista anche la capillarità territoriale che si propone di raggiungere, che permetterà ai piccoli ristoratori, dopo il vaccino, di poter tornare alle loro attività con maggiore sicurezza”.

“Diventa sempre più pressante la necessità di una ripresa rapida e in sicurezza – aggiunge Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe Confcommercio (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) – La disponibilità di vaccini equa e non discriminatoria tra i diversi Paesi è, innanzitutto, un atto di civiltà e costituisce un prerequisito per ritornare in tempi rapidi alla normalità, garantendo altresì quella leale competizione economica necessaria per la sopravvivenza di tanti settori produttivi in coincidenza con la data di riapertura del turismo. In quest’ottica, il progetto proposto da Burger King rappresenta un passo importante e ci auguriamo che anche altre grandi realtà della ristorazione prevedano iniziative simili”.

Uno stimolo alla solidarietà, come nella precedente campagna, ironica e dirompente “Ordinate da McDonald’s”

Con “Torniamo Concorrenti”, Burger King Restaurants Italia vuole dare il proprio concreto contributo per una rapida ripresa. Uno stimolo alla solidarietà per l’intero settore, anche se competitor, come nella precedente campagna, “Ordinate da McDonald’s”, realizzata con un’ironica lettera/appello, assolutamente fuori dagli schemi, pubblicata su Twitter, in cui si leggeva: “Ordinate da McDonald’s. Non avremmo mai pensato di chiedervelo. Come non pensavamo mai che vi avremmo incoraggiato a ordinare da KFC, Subway, Domino’s Pizza, Pizza Hut, Five Guys, Greggs, Taco Bell, Papa John’s, Leon, o un altro food store, il cui elenco è troppo lungo da riportare qui. In breve, da qualunque delle nostre sorelle catene alimentari, (fast o non fast). Non avremmo mai pensato di chiedervelo, ma i ristoranti che danno un’occupazione a migliaia di lavoratori hanno bisogno del vostro supporto. Perciò, se volete aiutare continuate a coccolarvi con cibi deliziosi usando il delivery, il take away o il drive through”.

La piattaforma Torniamoconcorrenti.it è già attiva. I dipendenti e i ristoratori verranno contattati secondo le tempistiche concordate con le singole autorità regionali.

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“Mamma ti porto a teatro”: in scena la solidarietà grazie all’iniziativa benefica

Per celebrare la Festa della Mamma nasce l’iniziativa solidale “Mamma ti porto a teatro” a sostegno di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald con il supporto di Leo Burnett.

Fino al 9 maggio sarà possibile acquistare e regalare un biglietto per lo spettacolo teatrale “Leonardo, che genio!” proposto in collaborazione con il Teatro dell’Elfo e la piattaforma digitale OnTheatre, da guardare e riguardare nella comodità e intimità della propria casa.

Si tratta di uno spettacolo davvero particolare dal momento che parte del ricavato sarà devoluta a favore delle Case Ronald e delle Ronald McDonald Family Room, presenti sul territorio italiano per offrire ospitalità e assistenza ai bambini malati e alle loro famiglie durante il periodo di cura o terapia ospedaliera.

“Mamma ti porto a teatro”

“Leonardo, che genio!” è un’opera dedicata a Leonardo da Vinci che accompagnerà gli spettatori in un mondo tridimensionale attraverso la scenografia pop-up del libro progettato e interpretato da Elena Russo Arman, che veste i panni di cantastorie del percorso del geniale artista. Grandi e piccini vivranno le principali tappe della vita del più grande uomo del Rinascimento, immergendosi in un mondo magico, denso di arte e artigianato, sapientemente catturato dalla macchina da presa.

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Desidero ringraziare di cuore il Teatro dell’Elfo di Milano per questa iniziativa a volta a festeggiare tutte le mamme. La mamma è per Fondazione un modello di coraggio, dedizione e sacrificio oltre che uno stimolo a rafforzare tutti i nostri programmi di accoglienza con l’obiettivo di contribuire a migliorare la salute e il benessere dei bambini e dell’intera famiglia.

Dichiara Maria Chiara Roti, Direttore Generale di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald.

L’acquisto dei biglietti e la visione dello spettacolo avverranno sulla piattaforma OnTheatre attraverso questo link. L’utente avrà 28 giorni di tempo per attivare il link e vedere lo spettacolo. Una volta attivato, il link avrà la durata di 8 giorni durante i quali i bimbi potranno riguardarlo tutte le volte che desiderano.

 

eCommerce, quota 26,7 trilioni di dollari globali. Italia ottava con il 22% del Pil

L’eCommerce mondiale sfiora i 26,7 trilioni di dollari (+4% rispetto all’anno precedente), con una salto in avanti del 20% nelle vendite online sulla spinta del COVID-19. Se a dominare la classifica sono gli Stati Uniti, seguiti da Giappone e Cina, l’Italia si attesta in ottava posizione in ambito mondiale, secondo il report 2019 elaborato dall’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, che riporta i primi dati di previsione anche per il 2020.

Un aumento del commercio elettronico determinato dalle restrizioni indotte dall’emergenza pandemica, che ha provocato un’accelerazione delle vendite al dettaglio online, registrando una crescita dal 16% nel 2019 al 19% nel 2020, secondo gli analisti Onu. In base a quanto emerge dal rapporto, le vendite al dettaglio online sono cresciute notevolmente in diversi Paesi, con la Repubblica di Corea che ha riportato la quota più alta al 25,9% nel 2020, rispetto al 20,8% dell’anno precedente. Quasi 1,5 miliardi di persone hanno fatto acquisti online nel 2019, più di un quarto della popolazione mondiale dai 15 anni in su.

Le Top Ten Countries 2019 secondo l’analisi Unctad

Con un fatturato di 431 miliardi di dollari, pari al 22% del Pil, l’Italia si classifica nella top ten del ranking internazionale, sebbene ai vertici si riconfermino gli USA con 9.580 miliardi di dollari (pari al 45% del Pil), con a seguire Giappone (3.416 miliardi e 67% del Pil), e Cina (2.604 mld, 18%). Prima per percentuale sul Pil ( 79%) ma quarta per profitti la Corea del Sud con 1.302 miliardi. In quinta posizione il Regno Unito (885 mld, 31%), sesta la Francia (785 mld, 29%) e settima la Germania (524 mld, 14%), che precedono l’Italia.  In classifica anche l’Australia (347 mld, 25% del Pil) e Spagna (344 mld, 25%).

“Queste statistiche mostrano la crescente importanza delle attività online. Sottolineano anche la necessità per i paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, di disporre di tali informazioni mentre ricostruiscono le loro economie sulla scia della pandemia COVID-19 “, sottolinea Shamika Sirimanne, direttore della Tecnologia e della logistica dell’Unctad.

Tra le aziende eCommerce, spicca in prima posizione la cinese Alibaba con 1.145 miliardi (+20%), rispetto ad Amazon con 575 miliardi (+38%) e alle altre due società cinesi JD.com (379 mld, +25,4%) e Pinduoduo (242 mld, +65,9%).

A dominare il settore eCommerce sono le vendite B2B (21.800 miliardi di dollari), che includono sia le vendite su piattaforme online sia le transazioni di scambio di dati elettronici.

La pandemia, tuttavia, ha provocato fortune alterne per alcune società di e-commerce B2C, invertendo i profitti delle aziende che offrono servizi come il ride-hailing, i trasporti e i viaggi, come mostrano i dati per le prime 13 società di e-commerce, 11 delle quali provenienti da Cina e Stati Uniti.

Il crollo del settore trasporti e la crescita delle società eCommerce B2C

Le aziende di viaggio hanno registrato, infatti, un forte calo del valore lordo della merce (GMV, venduta attraverso marketplace eCommerce) e corrispondenti a crolli di posizione in classifica. È il caso di Expedia, scesa dal 5 ° posto nel 2019 all’11 ° nel 2020, Booking Holdings dal 6 ° al 12esimo e Airbnb, che ha lanciato la sua offerta pubblica iniziale nel 2020, slittata dall’11esimo al 13esimo.

Nonostante la riduzione delizi, il GMV totale per le prime 13 società di e-commerce B2C è aumentato del 20,5% nel 2020, più del 2019 (17,9%). Ci sono stati guadagni particolarmente ampi per Shopify (+ 95,6%) e Walmart (72,4%). Complessivamente, il valore della merce B2C GMV per le prime 13 società si è attestato a 2,9 trilioni di dollari nel 2020.

Le vendite business-to-business dominano l’e-commerce

Il rapporto stima il valore dell’e-commerce B2B globale nel 2019 a 21,8 trilioni di dollari, che rappresenta l’82% di tutto l’eCommerce, comprese le vendite su piattaforme di mercato online e le transazioni EDI (Electronic Data Interchange).

Il commercio elettronico B2C che supera le frontiere nazionali ammonta a circa 440 miliardi di dollari nel 2019, con un aumento del 9% rispetto al 2018. Il rapporto UNCTAD rileva, inoltre, che la quota di acquirenti online che effettuano acquisti transfrontalieri è passata dal 20% nel 2017 al 25% nel 2019 .

Le aziende di eCommerce e le performance ridotte per inclusione digitale

A fronte degli ampi profitti, in base all’indice pubblicato dalla World Benchmarking Alliance nel dicembre dello scorso anno, molte delle aziende eCommerce hanno ottenuto scarsi risultati rispetto all’inclusione digitale.

L’indice, infatti, classificato 100 aziende digitali, comprese 14 società di eCommerce, utilizzando come indicatore il modo in cui contribuiscono all’accesso alle tecnologie digitali, costruendo competenze digitali, rafforzando la fiducia e promuovendo l’innovazione. Le imprese di eCommerce hanno registrato performance inferiori rispetto alle società di altri settori digitali, come l’hardware o i servizi di telecomunicazione. Tra queste, ad ottenere il punteggio più alto è stata eBay al 49esimo posto, però, secondo la World Benchmarking Alliance.

Secondo il rapporto UNCTAD, il fattore principale per la scarsa performance sarebbe da rintracciare nel fatto che le società di eCommerce sono relativamente giovani, tipicamente fondate solo negli ultimi due decenni.

“Queste aziende si sono concentrate maggiormente sugli azionisti piuttosto che impegnarsi con un ampio gruppo di stakeholder e compilare metriche sulle loro prestazioni ambientali, sociali e di governance”, spiega il rapporto.

Piccole inversioni di tendenza si stanno registrando in diverse società di commercio elettronico che offrono formazione gratuita agli imprenditori sulla vendita online, mirata a gruppi vulnerabili come le persone con disabilità o le minoranze etniche.

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3 modi per gestire la performance e la privacy nell’app marketing di iOS

Il marketing delle app digitali sta evolvendo rapidamente, allineandosi alle crescenti aspettative dell’utente in termini di privacy e agli importanti aggiornamenti normativi. I cambiamenti dell’ecosistema mondiale – incluso il prossimo lancio della nuova policy App Tracking Transparency (ATT) di Apple – fissano dei limiti alla modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei consumatori per la pubblicità

Questi cambiamenti sono il continuum dei trend del settore che mirano a dare alle persone più trasparenza e maggiore controllo sui loro dati e sulle interazioni con gli inserzionisti. Per i brand è importante investire nell’innovazione per garantire ai consumatori un’esperienza sicura in termini di privacy e preservare (al contempo) la performance di vendita. 

ecommerce marketing

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Ecco tre strategie che le società possono adottare per avere successo.

1. Stabilisci delle basi di misurazione solide attraverso relazioni dirette

Costruire relazioni più solide con i nuovi utenti dell’app e con quelli già attivi dovrebbe essere un pilastro portante della vostra strategia di sviluppo che metta al primo posto la privacy. I dati proprietari – ovvero i dati che le società raccolgono direttamente dai consumatori con il loro consenso – rappresentano una fonte importante di interazioni visibili che possono aiutare a capire il customer journey, dal click su un annuncio all’interazione con l’app. Questo getta le basi per i modelli di conversione: il machine learning di Google, partendo dalle conversioni visibili, applica dei modelli statistici a quelle parti di traffico dell’app con dati incompleti o assenti.

Coinvolgere direttamente gli utenti dell’app può aiutarvi a costruire un rapporto di fiducia con i vostri consumatori. Date alle persone dei modi semplici e intuitivi di condividere delle informazioni che le riguardano e dimostrate loro che userete quelle informazioni per garantire un’esperienza sull’app più personalizzata e utile. Comunicate agli utenti il valore aggiunto che otterranno in cambio dei loro dati – un codice promozionale in cambio di un indirizzo e-mail, accesso a contenuti esclusivi, consigli customizzati o una procedura d’acquisto più semplice.

Costruire relazioni più solide con i nuovi utenti dell’app e quelli già attivi dovrebbe essere un pilastro portante della vostra strategia di sviluppo che metta al primo posto la privacy.

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Per snellire il processo, il rafforzamento delle relazioni dirette e lo sviluppo di una struttura solida possono tradursi in una modifica del flusso di onboarding e contrattazione, l’avvio di programmi di fidelizzazione, o anche l’adozione di nuove funzionalità, come chat all’interno dell’app. Questi cambiamenti possono richiedere notevole quantità di tempo e fatica, ma dovreste considerarli come investimenti necessari, affinché le vostre campagne di marketing risultino sempre attuali e aumenti il valore del ciclo di vita dei clienti.

In Google stiamo lavorando ad alcune soluzioni di misurazione e reportistica che terranno conto delle prossime modifiche alla privacy, incluse alcune funzionalità per la tutela della privacy per il Firebase SDK su Google Analytics. Per ottenere il meglio da questo tipo di soluzioni, dovete assicurarvi di avere dei dati di input che durino nel tempo.

2. Gestisci la performance delle campagne con i giusti dati di conversione

Le piattaforme per l’advertising, incluse quelle di Google, sono alle prese con gli stessi disagi che hanno gli inserzionisti: anche noi ci stiamo adattando in tempo reale ai continui cambiamenti dell’ecosistema. La natura sfumata e in continuo divenire delle sfide che stiamo affrontando contribuisce a cambiare il modo in cui le conversioni vengono misurate e riportate sulle reti.

Per esempio, le piattaforme per le campagne funzionano sia sul web che sull’app, e presentano annunci con testo, immagini e video. Fare marketing usando diversi canali e formati può presentare delle sfide per la compatibilità e la coerenza tra le Campagne per app e SKAdNetwork di Apple.

I diversi approcci alle finestre di conversione personalizzate, l’attribuzione web-app, la misurazione delle reinstallazioni e le visualizzazioni video rendono difficile il confronto diretto tra le metriche di conversione che si possono vedere su Google Ads, SKAdNetwork e altre reti pubblicitarie. Vi consigliamo di approfondire queste differenze quando valutate le metriche e quando prendete decisioni in merito all’app marketing.

La natura sfumata e in continuo divenire delle sfide che stiamo affrontando contribuisce a cambiare il modo in cui le conversioni vengono misurate e riportate sulle reti.

Per rendere le reportistiche sulle conversioni più solide possibile, includeremo i dati “modellati solo quando siamo sicuri che ci sia stata una conversione e quando abbiamo sufficienti informazioni per realizzare un modello con certezza. Mantenendo un alto livello di qualità dei dati e per la creazione di modelli, evitiamo di fornire troppi report, e ci assicuriamo che non vengano mostrate le conversioni che non raggiungono uno standard rigoroso e che queste non vengano utilizzate per ottimizzare le campagne.

3. Preparati a diversi scenari di performance iOS

Sappiamo che siete già molto impegnati a capire come avere successo in un contesto in cui le norme per la privacy sono in rapida evoluzione. Ecco perché stiamo ideando delle soluzioni con l’obiettivo di assorbire quanta più competenza tecnica possibile. Incorporiamo i modelli direttamente all’interno della reportistica di conversione e ottimizzazione, e ci assicuriamo che siano compatibili con nuovi input e caratteristiche, come i dati e le misurazioni aggregate di SKAdNetwork, senza che sia necessario nessun ulteriore intervento. Così facendo manteniamo anche la continuity della performance delle campagne per app, perché si adattano a futuri cambiamenti.

Le misurazioni e le reportistiche integrate dovrebbero aiutarvi a risparmiare le energie necessarie a preparare la vostra strategia di advertising per la policy ATT Apple. Il grado di influenza che gli aggiornamenti Apple avranno sull’app marketing dipende in gran parte dalla scelta di utilizzare la richiesta ATT e dalla percentuale di utenti che danno il consenso ATT. Le stime variano principalmente a seconda di come i consumatori reagiranno alle nuove richieste di consenso – questo varierà a seconda dei Paesi in cui commercializzerete la vostra app, del segmento di mercato in cui vi trovate e del grado di ricettività degli utenti ai messaggi che spiegano il motivo per cui dovrebbero consentire il tracciamento.

Social Report

Man mano che il dialogo sulla privacy continua, gli inserzionisti di app hanno l’opportunità di investire in soluzioni a lungo termine che possono aiutarli a navigare in questo mare in continua evoluzione.

Non avendo dei precedenti da prendere come punto di riferimento, dovreste anticipare un intervallo di livelli di consenso. Prevedete quanto ognuno di questi può influire sul vostro business e pianificate diverse strategie per mitigarli. È inoltre fondamentale considerare fattori come: quanto velocemente cambiano i vostri clienti e (quanto spesso) richiedono nuove versioni dell’app? Puntate molto sul reingaggio di utenti preesistenti affinché ritornino a usare la vostra app? La vostra app genera più fatturato dall’advertising o dalle vendite?

Un’app con un’utenza fedele e attiva e alti tassi di opt-in per l’ATT potrebbe non richiedere importanti modifiche di marketing. D’altra parte, un’app con pochi opt-in che si basa sulla riattivazione di utenti persi potrebbe aver bisogno di modifiche, a causa del traffico di reingaggio ridotto, e delle capacità di personalizzare gli annunci diversificando la spesa per media.

Man mano che il dialogo sulla privacy continua, gli inserzionisti di app hanno l’opportunità di investire in soluzioni a lungo termine che possono aiutarli a navigare in questo mare in continua evoluzione. Restate aggiornati, nei prossimi mesi, su ulteriori innovazioni in merito a misurazioni, analytics e privacy che possano aiutarvi a crescere e a monetizzare con successo sulle varie piattaforme.

Articolo di: Stephanie Cuthbertson

Traduzione a cura di: Debora Melania Martuccio

star wars day

Oggi è lo Star Wars Day: Adidas, Lego e gli altri brand che hanno usato la forza

Star Wars Day, per i fan di Guerre stellari il giorno speciale è arrivato: la  festa in cui si celebra la cultura legata alla saga di George Lucas.

Il giorno è stato scelto grazie a un gioco di parole in inglese: la famosa citazione «May the Force be with you» (Che la Forza sia con te) e la frase «May the fourth be with you» (“Che il 4 maggio sia con te”) si pronunciano infatti allo stesso modo.

Il primo episodio della saga è uscito al cinema il 25 maggio del 1977, diventando uno dei film dal maggior incasso nella storia. Negli ultimi anni è stata prodotta una nuova trilogia e delle serie televisive, segno che gli appassionati della saga sono ancora tanti.

Per l’occasione, anche Lucasfilm ha diffuso il poster che trovate a seguire che non è stato esente da critiche, visto che molti adepti hanno notato l’assenza della trilogia sequel e di Mandalorian:

Oggi festeggeremo online

Quest’anno, a causa delle misure adottate per limitare il contagio del Covid-19,  non si potrà celebrare la ricorrenza con feste e raduni, ma sarà comunque possibile seguire gli eventi organizzati online. EmpiRa Star Wars Fan Club e Star Wars Libri & Comics hanno preparato Force@Home: Star Wars Day Online.

Sarà una maratona di 18 ore di live che tratterà Star Wars a 360°: dai film alle serie TV, dagli appuntamenti culturali agli unboxing di prodotti esclusivi, partendo con la visione collettiva del primo episodio di The Bad Batch.

Anche Adidas contribuirà a ridurre il conto in banca dei collezionisti di Star Wars. Come? Grazie al lancio delle nuove Stan Smith Yoda.

Già in passato, il marchio tedesco aveva prodotto diverse sneakers ispirate alla galassia lontana lontana, ora è la volta di un modello delle celebri Stan Smith ispirate al saggio Maestro Jedi. Le scarpe saranno disponibili sullo Shop di Adidas a partire dalla ore 00:00 di oggi al prezzo di 120,00€. Non lasciatevele scappare, saranno subito vendute!

La passione per la leggendaria saga cresce online del +56,4%

Per festeggiare lo Star Wars Day, Idealo – portale internazionale di comparazione prezzi leader in Europa – ha analizzato l’interesse online degli Italiani nell’ultimo anno per i prodotti legati al mondo di Star Wars, quali sono i personaggi della saga preferiti dagli eShopper, i gadget più ambiti e, infine, chi sono e da dove arrivano gli utenti online che acquistano articoli dedicati alla famosa serie. 

Star Wars, una passione che non invecchia

La leggendaria saga di Star Wars ha generato una galassia di merchandising e articoli ispirati o dedicati ai vari personaggi della serie, dalle spade laser ai pupazzi, caschi elettronici, action figure, magliette e felpe, set da gioco e addirittura carta igienica e preservativi!

Non esiste appassionato della saga che non abbia ricevuto in regalo per il compleanno o per Natale un articolo legato al mondo di Star Wars, un genitore o nonno che non abbia mai regalato una spada laser o un mini Jedi e un fan della serie che non abbia acquistato un gadget in occasione dell’uscita di un nuovo episodio della saga o per sentirsi ancora più coinvolto nella celebrazione dello Star Wars Day.

Dopo oltre 40 anni la passione per Star Wars non accenna ad affievolirsi nemmeno online: l’interesse per i prodotti legati alla serie, infatti, è aumentato del +56,4% in media nell’ultimo anno.

 

L’identikit online del fan di Star Wars

La saga di Star Wars appassiona milioni di fan da oltre 40 anni, abbracciando generazioni diverse di ogni angolo del mondo.

Il fan “medio” della leggendaria saga, secondo le intenzioni di acquisto sul portale italiano di idealo, è un uomo (72,3%), tra i 25 e i 44 anni (56,5%), proveniente dalla Lombardia (score 100).

 

Qualche curiosità sulla saga

Il pubblico più attento avrà notato i diversi tormentoni ricorrenti nei vari episodi di Star Wars. Uno di questi è la frase «Ho un brutto presentimento», in inglese «I have a bad feeling about this», che è presente in tutti i film della saga, pronunciata da diversi personaggi: da Leila a Luke, da Han Solo a Obi Wan Kenobi. Non l’ha però potuta pronunciare un personaggio molto amato dal pubblico: Chewbacca che, essendo uno wookiee, si esprime sempre nella propria lingua.

Per creare la sua voce sono stati utilizzati i versi di orsi, trichechi, leoni e tassi sovrapposti tra loro. George Lucas ha creato Chewbacca ispirandosi al suo cane, un Alaskan Malamute che da adulto pesava quasi 60 chili. E il rumore delle spade laser? Nasce dalla sovrapposizione dei ronzii di un vecchio televisore e di un proiettore cinematografico.

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LEGO Star Wars Casco di Stormtrooper

Entriamo subito nel vivo con un set Lego appena uscito, il casco degli Stormtrooper, da costruire in casa. Dettagliatissimo, grazie ai suoi quasi 650 pezzi ci offrirà diverse ore di divertimento stellare.

 

 

Pensato per gli adulti e in particolare per i collezionisti, ha anche una basetta con targhetta per esporlo in casa, magari accanto ai Blu-Ray o alle videocassette della saga. Con i suoi 18 centimetri di altezza spiccherà nel salotto.

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Il corto de I Simpson e il fumetto “L’Alta Repubblica”

Nelle 24 ore, saranno tante le iniziative Disney e non per celebrare la saga creata da George Lucas. Su Disney+ debuttano la nuova serie originale Star Wars: The Bad Batch, disponibile dalle 09.00 di mattina un cortometraggio de I Simpson a tema Star Wars.

Come regalo speciale per i fan, su Disney+ arriverà Maggie Simpson in “Il risveglio della Forza dopo il riposino”, un nuovo corto de I Simpson ispirato alla saga, che porta a Springfield i personaggi dell’Universo di Star Wars. Maggie Simpson in “Il risveglio della Forza dopo il riposino” è il primo di una serie di corti de I Simpson che Disney+ rilascerà nel corso dell’anno, rendendo omaggio ai diversi brand e ai titoli della piattaforma.

Inoltre, per celebrare la creatività e l’abilità artistica dei fan di Star Wars, Lucasfilm e Disney+ hanno commissionato degli artwork originali che, per la prima volta, saranno presenti sulla piattaforma fino al 9 maggio.

Panini Comics, per festeggiare lo Star Wars Day propone un’ampia scelta di titoli, fra i quali L’Alta Repubblica

Una nuova epoca introdotta nell’universo di Star Wars, che ha debuttato con il primo numero il 22 aprile. Il secondo sarà disponibile a partire da dal 20 maggio. Chi volesse tornare indietro nel tempo e scoprire i fumetti classici di Star Wars, può trovare il giusto rifugio in Star Wars Classic, la nuova edizione del primo fumetto Marvel di Star Wars prodotto, in una veste editoriale inedita e pop, con un’edizione cartonata ricca di extra e approfondimenti.

Star Wars Day: da quando è diventata una festa

La festa dedicata all’iconica saga non ha avuto un percorso facile. Infatti, dal 2008 la frase già analizzata iniziò a comparire su un gruppo di appassionati, proprio mentre si celebrava il Luke Skywarker Day. All’inizio, non ci fu un grande consenso ma pochi anni dopo ci fu un cambio di passo.

Nel 2011, finalmente, i fan hanno deciso di celebrare dal vivo la giornata a Toronto, in Canada. L’evento fu studiato in modo da coinvolgere tutti gli appassionati della saga, ovviamente, vestiti con i costumi dei film.

A loro vennero posti dei quiz per testare la loro conoscenza in materia. In parallelo, però, fu istituito anche un concorso per eleggere la migliore parodia dell’amato film. La compagnia The Wald Disney, che dal 2012 detiene i diritti legati a Star Wars, dal 2013 si dedica a realizzare iniziative dedicate allo Star Wars Day.

Essere fan di Star Wars, certamente, significa essere un po’ nerd e per tale motivo il divertente gioco di parole sembra molto stimolante ma c’è di più. Il motto modificato venne pronunciato per la prima volta nel 1979, il giorno in cui Margaret Tatcher divenne premier del Regno Unito.

Su un giornale britannico fu pubblicata la frase “May the fourth be with you, Maggie. Congratulations”. Questo ammiccamento al film, uscito solo qualche anno prima, ha dato il via alla proposta di celebrazione della festa in questione. Il merito è dei conservatori inglesi? Probabilmente.

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I fan e le collezioni

In occasione dello Star Wars Day, infatti, molti brand hanno lanciato nuove linee di giocattoli, di abbigliamento e di altri accessori pensati appositamente. Oltre a tutte le novità dello store ufficiale Disney, per esempio, Lego ha lanciato nuovi modelli costruibili come il casco di Darth Vader o di uno Scout Trooper, mentre nel Fashion store di Amazon si trovano una linea di t-shirt dedicate a Baby Yoda.

Non mancano poi le maschere per il viso brandizzate con i vari personaggi della saga, bicchieri da liquore con il faccione di Darth Vader, charm per braccialetti, cinturini per smartwatch e molto altro ancora. E se lo shopping vi ha messo appetito, sul sito ufficiale di Star Wars ci sono delle ricette a tema, per preparare piatti bizzarri come i pancake di Yoda o i muffin di Boba Fett.

Come abbiamo già visto, l’identikit del fan italiano di Star Wars L’appassionato ‘di riferimento’ della leggendaria saga, secondo le intenzioni di acquisto sul portale italiano di Idealo, è un uomo (72,3%), tra i 25 e i 44 anni (56,5%), proveniente dalla Lombardia (score 100). Analizzando l’aumento di interesse nell’ultimo anno nei confronti dei prodotti legati alla saga Star Wars, è stata rilevata qualche differenza – probabilmente dovuta all’uscita di The Mandalorian – che ha fatto aumentare le ricerche online dei gadget dedicati ai nuovi personaggi.

Rispetto al 2019, nell’ultimo anno la passione ha coinvolto sia uomini che donne (+39,4% per gli uomini e +35,0% per le donne) nella fascia d’età compresa tra i 55 e 64 anni (+162,4%) e tra i 18 e 24 anni (+101,6%)[3], provenienti in particolare dall’Abruzzo (+283,2%), dal Trentino (+198,4%) e dalla Calabria (+103,7%).

Come i marchi celebrano lo Star Wars Day

Il giorno dedicato a Star Wars è cresciuto in popolarità anno dopo anno. Internet, e in particolare Twitter, è social più utilizzato per festeggiare. Oggi si verifica la perfetta combinazione di geek, appeal di massa e opportunità per contenuti pieni di giochi di parole.

Ecco come Star Wars Day è cresciuto nel corso degli anni.

Se pensi che questa crescita sia astronomica, hai ragione. Unmetric ha registrato un’incredibile crescita del 5.500% nei contenuti del giorno di Star Wars pubblicati dai marchi dal 2012!

Gli hashtag per il grande giorno includono:

  1. #MayTheFourth
  2. # MayThe4th
  3. #MayTheFourthBeWithYou
  4. # MayThe4thBeWithYou
  5. #starwarsday

Nel 2018, #starwarsday è stato l’hashtag più utilizzato dai brand con 2.678 tweet. Diamo un’occhiata a cosa ha funzionato meglio per i brand.

Star Wars Day 2018, un tuffo nel passato

 Funko

Glow in the dark Supreme Leader Snoke? Ok, non dire altro.

Twix

Oh, la Forza è decisamente oscura!

American Tourister

American Tourister per i tuoi viaggi intergalattici.

Barcellona La forza è forte in te


Non ci resta che immergerci nelle festa e viverla con le migliori intenzioni.

big del tech

I 5 giganti del tech sono cresciuti a dismisura durante la pandemia

Se anche la pandemia non fosse mai arrivata, il peso dell’industria tecnologica sarebbe probabilmente aumentato nel corso dell’ultimo anno, normalmente come ormai succede da anni.

Ma gli effetti economici di Covid-19 hanno letteralmente catapultato i titani della tecnologia ad altezze che pochi avrebbero potuto immaginare possibili un anno fa.

crescita dei giganti di internet

I risultati trimestrali di Apple, Microsoft, Amazon, Facebook e Google lo hanno dimostrato ampiamente.

Ognuna di queste aziende, già colossi pre-pandemia, ha registrato una crescita dei ricavi record rispetto agli ultimi anni.

tech giants

Le entrate di Apple sono balzate del 54%, al livello più alto mai raggiunto nei primi tre mesi dell’anno.

Amazon ha registrato ricavi record per quattro trimestri consecutivamente – un periodo in cui i suoi guadagni totali hanno superato quelli dei tre anni precedenti messi insieme.
Più di un anno dopo la pandemia, le curve di adozione digitale non stanno rallentando. Stanno accelerando“, ha detto Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, il cui fatturato è aumentato del 19% nell’ultimo trimestre.

tech giants growing

Il mercato azionario dà un’idea di quanto enormi siano diventate queste aziende in questo periodo straordinario: il valore di mercato combinato per le cinque aziende Big Tech è ora superiore a 8 trilioni di dollari, rappresentando quasi un quarto del valore totale delle aziende nello Standard & Poor 500 e quasi il doppio della percentuale di cinque anni fa.

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Ecco uno sguardo più da vicino ai cinque grandi, secondo i numeri.

Apple

apple tim cook

Da gennaio a marzo, Apple ha venduto 47 miliardi di dollari di iPhone.

Una crescita del 66% rispetto all’anno precedente, grazie ai nuovi modelli con tecnologia 5G di nuova generazione.

I consumatori hanno speso di più per gli iPhone premium e il prezzo medio di vendita al dettaglio negli Stati Uniti è aumentato di 52 dollari raggiungendo 847 dollari, secondo i dati di Consumer Intelligence Research Partners LLC.

Microsoft

Satya Nadella CEO Microsoft

Lo strumento di collaborazione di Microsoft, Teams, ha ora 145 milioni di utenti attivi al giorno.

Quasi il doppio della cifra di un anno fa e in crescita da circa 20 milioni nel novembre 2019. Satya Nadella ha specificato che la pandemia ha accelerato l’adozione di una serie di strumenti digitali, beneficiando delle sue operazioni dal software aziendale al cloud-computing, ai videogiochi.

Amazon

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Il gigante dell’e-commerce può contare ora su 950.000 dipendenti solo negli Stati Uniti, rispetto ai 500.000 di circa un anno fa.

L’azienda ha assunto a un ritmo sostenuto per soddisfare la domanda di beni essenziali indotta dalla pandemia e accorciare i tempi di consegna. Amazon è ora il secondo più grande datore di lavoro non governativo del paese dopo Walmart Inc. e ha annunciato nella scorsa settimana l’intenzione di assumere per decine di migliaia di posizioni in tutto il paese.

Alphabet

Google-CEO-Sundar-Pichai

Le entrate pubblicitarie di Alphabet sono cresciute del 49% nell’ultimo trimestre per YouTube, il canale video di Google.

YouTube è diventato l’hub dell’intrattenimento della nazione durante un anno di permanenza a casa, attirando così tanti spettatori che le sue vendite pubblicitarie hanno raggiunto i 6 miliardi di dollari nel trimestre, solo il 16% in meno di quanto generato da Netflix per lo stesso periodo.

Google ha “spremuto più soldi” dai brand con nuovi formati di annunci che consentono acquisti diretti all’interno di YouTube durante gli spot.

Facebook

mark zuckerberg

Facebook, Instagram, Messenger o WhatsApp sono stati utilizzati almeno una volta da 3,45 miliardi di persone nell’ultimo mese.

Un aumento di quasi un sesto rispetto ai 2,99 miliardi dell’anno precedente. Le persone bloccate a casa hanno trascorso più tempo online cercando informazioni e interazione; di conseguenza, la portata apparentemente onnipresente dell’azienda è cresciuta ancora di più.

I Coldplay presentano su TikTok il loro nuovo singolo ‘Higher Power’

I Coldplay tornano sulla scena musicale con un nuovo singolo, Higher Power, disponibile da oggi in anteprima esclusiva su TikTok. Un annuncio che anticipa la release ufficiale di venerdì 7 maggio via Parlophone/Atlantic.

Per 24 ore, la community globale di TikTok potrà ascoltare una clip della nuova canzone tanto attesa e utilizzarla, prima di chiunque altro, nei propri video.

Negli scorsi giorni l’account TikTok ufficiale dei Coldplay – Coldplay – aveva stuzzicato la curiosità dei fan sull’uscita del nuovo singolo pubblicando video di billboard enigmatici che rimandavano a un misterioso sito webalienradio.fm. Nel corso della settimana, tantissimi contenuti esclusivi saranno disponibili per la community e i fan.

 

@coldplayI got my hands up shaking just to let you know ##HigherPower ?♬ Higher Power – Coldplay

Higher Power è prodotto da Max Martin ed è disponibile per il preordine sulle piattaforme streaming.

I Coldplay vantano un’ampia fanbase globale su TikTok con la quale condividono tanti e diversi contenuti – dai filmati d’archivio alla partecipazione al #NationalSoilDay fino ai remake delle loro hit realizzate dai creator della piattaforma. Anche dei Creator italiani – Mirko e Valerio – hanno, in passato, conquistato Chris Martin che ha cantato sulla loro performance al violino.