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WhatsApp Business: nuovi strumenti per le aziende

  • Qr code e catalogo prodotti: nuove funzionalità per gli account WhatsApp business.
  • Vendite online e pagamenti via chat: il futuro dell’eCommerce.
  • Facebook Shops: un nuovo strumento per vendere online.

 

Novità in arrivo per tutte le aziende che utilizzano WhatsApp Business.

Approdano all’interno dell’app i tanto attesi Qr code per aiutare i brand a promuoversi meglio e il catalogo prodotti diventa condivisibile.
Il rilascio di queste nuove funzioni non è del tutto casuale, ma nascono dalla volontà di Zuckerberg di agevolare e sostenere con nuovi mezzi la ripresa post-Covid che vede il digitale decisamente protagonista.
La pandemia ha accelerato senza ombra di dubbio la digital transformation, portando diversi brand, in particolar modo i local business a costruire e a rafforzare la propria presenza online per sopravvivere alla situazione.
Durante il lockdown, WhatsApp ha permesso a molte attività locali di vendere via chat anche senza avere un’eCommerce.
È infatti cresciuto il numero degli utilizzatori dell’app Business, che oggi conta 50 milioni di utenti, mentre migliaia di imprese più grandi utilizza le API di WhatsApp Business.

Quali sono le novità per le aziende?

Qr code: la nuova porta d’accesso per chattare con un brand

Fino ad oggi per entrare in contatto con un’azienda su WhatsApp era necessario aggiungere manualmente il numero in rubrica, oppure con un click mediante la funzione click to chat integrabile sui web site.
Ora è possibile iniziare una conversazione semplicemente inquadrando il Qr code relativo all’account business dell’attività. Una volta scansionato il codice QR, si aprirà una chat con un messaggio precompilato e modificabile, impostato precedentemente dall’attività per avviare una conversazione.
La nuova feature è stata rilasciata in tutto il mondo sia per chi utilizza l’app Business che per le API.

Questa nuova opzione spinge i brand verso una strategia omnichannel, dove i touchpoint del negozio fisico aprono le porte alla chat. I Qr code potranno essere esposti in vetrina, stampati sulle shopping bag piuttosto che sulla ricevuta, è evidente quindi un’integrazione tra modo online e offline.

Il QR Code, spiega l’azienda:

Funziona come una porta d’ingresso digitale che agevola l’interazione iniziale con un’azienda. Ad esempio, Ki Mindful Wearing, un marchio brasiliano di abbigliamento sportivo che ci ha aiutato a testare questa funzione, riporta i codici QR sulle confezioni e sulle etichette dei prodotti, in modo che i clienti possano contattarli tramite WhatsApp per ricevere assistenza.

Il catalogo prodotti diventa condivisibile

La funzione catalogo consente alle attività di creare una vera e propria vetrina virtuale per mostrare ai propri clienti prodotti e servizi facilitando cosi le vendite.
Il catalogo, introdotto lo scorso anno, ha sin da subito ottenuto un ottimo riscontro sia da parte delle aziende che dei clienti. La conferma ufficiale arriva dai numeri : ogni mese oltre 40 milioni di persone visualizzano i cataloghi all’interno dell’applicazione di messaggistica.

Per agevolare la promozione dei prodotti e la ricerca da parte dei consumatori, il catalogo diventa condivisibile.
La condivisione può avvenire non solo all’interno delle chat con i clienti ma anche sugli altri canali digitali come social network piuttosto che sito web. Per condividere il catalogo basta copiare il relativo link presente all’interno dell’applicazione business, con due opzioni di scelta: condividere un singolo prodotto oppure l’intero catalogo.

WhatsApp Pay i pagamenti si fanno in chat

Un’altra grande news del colosso di Menlo Park è legata al mondo dei pagamenti. Recentemente WhatsApp sta testando in Brasile, uno dei paesi in cui l’app ha una penetrazione maggiore, WhatsApp Pay.

Il sistema di pagamento consente ai clienti di inviare denaro e acquistare dalle attività commerciali in maniera estremamente semplice, ma soprattutto senza uscire dall’app.
Per gli utenti il servizio sarà gratuito mentre per i business ci sarà una commissione sulle transazioni.

WhatsApp ha dichiarato:

Semplificare i pagamenti significa permettere a un maggior numero di attività commerciali di entrare a far parte dell’economia digitale, creando nuove opportunità di crescita.

Arriverà anche in Italia? Non lo sappiamo, dall’azienda dicono che verrà rilasciata presto anche in altri paesi del mondo, ma non abbiamo conferme ufficiali che l’Italia sarà compresa.

whatsapp pay

L’era del WhatsApp Commerce?

Le ultime novità introdotte relative al catalogo e al mondo dei pagamenti lasciano presagire che in casa WhatsApp si stiano compiendo gli ultimi passi per avvicinarsi totalmente al mondo dell’eCommerce.
Vista la popolarità dell’applicazione e la sua base utenti multi-generazionale, vendere via WhatsApp potrebbe rivelarsi un’arma vincente e dalle enormi potenzialità per le aziende.

Anche i numeri giocano a favore del WhatsApp commerce, secondo uno studio condotto da Facebook:

Il 65% degli acquirenti a livello mondiale sembra essere più propenso a fare acquisti da un brand con cui può comunicare via chat,

Il 40% dei consumatori intervistati ha dichiarato di aver iniziato a fare shopping online grazie al conversational commerce. 

Questa prospettiva potrebbe dar vita ad un nuovo ecosistema basato sul commercio via chat.
Si andrebbe così a delineare un nuovo modello di business in cui le aziende di vari settori andrebbero a interagire con i clienti utilizzando WhatsApp come canale principale.
Ciò cambierebbe sicuramente il nostro modo di fare shopping.

Con WhatsApp non parliamo esclusivamente di vendita, ma parliamo di conversational commerce.

Vendere via WhatsApp vuol dire dialogare con i clienti, ma soprattutto offrire una user experience unica e personalizzata.
Uno dei punti di forza della chat è proprio quella di conoscere il cliente, guidarlo e consigliarlo nel processo d’acquisto, costruendo quindi relazioni di valore.

Il conversational commerce consente di unire l’esperienza fatta di relazioni che si creano all’interno di uno store fisico con l’istantaneità dello shopping online.

In definitiva alla luce dei recenti aggiornamenti che vedono protagonisti i codici QR, i pagamenti in App e il commercio via chat la teoria che Zuckerberg stia pianificando il futuro di WhatsApp guardando al mondo delle vendite in app e lasciandosi ispirare da WeChat sembra essere sempre più credibile.

C’è chi ha già fatto della messaggistica il suo principale canale di vendita, parliamo del brand tedesco Charles che ha dato vita al primo WhatsApp store in Europa.

Una volta approdati sul sito dell’azienda la call to action che invita l’utente a chattare con Charles su WhatsApp oppure su Messenger è subito ben evidente.

Come funziona il servizio?

Un assistente alle vendita risponde via chat alla richieste e consiglia i clienti passo passo, guidandoli per tutto il processo d’acquisto, dalla scelta del prodotto, alle transazioni,  all’assistenza post vendita.

Il social commerce di Facebook: nuove opportunità per le aziende

Nel piano del social commerce di Zuckerberg si intravede la volontà da parte dell’azienda di integrare le varie piattaforme per dar vita ad un vero e proprio ecosistema a disposizione dei business.

A darne conferma è un’altra delle recenti novità introdotte da Mark in fase di lockdown, parliamo di Facebook shops.

Gli shop di Facebook, vista la loro semplicità, consentono a chiunque, dal piccolo negozio alla grande aziende di vendere e comunicare con i clienti attraverso Facebook, Instagram e WhatsApp.

Creare uno shop su Facebook è gratuito. I clienti possono scoprire i negozi virtuali sulla pagina Facebook o Instagram di un brand, oppure trovarli mediante le storie o l’advertising.

Che ruolo svolgono le applicazioni di messaggistica in questo contesto?

WhatsApp e Messenger diventano i mezzi per interagire con le aziende in maniera diretta cosi come accade in negozio.

È chiaro che Facebook sta cercando un nuovo modo per generare utili insieme all’advertising.

In realtà il padre dei social media lavorava da tempo a questo piano, progetto che ha subito una accelerazione dovuta alla situazione generata dal Coronavirus che ha visto molti negozi chiudere i battenti e aprire le porte al mondo online.

Tutto ciò trasformerà il mondo dell’eCommerce?

influencer performance

KPI e benchmark per comprendere le performance degli influencer

Il successo del tour italiano di Chiara Ferragni, tra gli Uffizi e il Salento, è solo l’ennesima evidente dimostrazione di quanto l’Influencer Marketing sia una strategia che funziona in modo versatile per moltissimi settori.

Il crescente numero di influencer popolari su piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok e altri canali sociali, ha ormai convinto i marketer digitali che vogliono una strategia completa per far crescere un business online della necessità di non ignorare questo importante strumento. Detto questo, è anche importante sapere come misurare il successo di una campagna di Influencer Marketing, e per questo sono necessari indicatori chiave di performance.

Ci sono molti KPI utili per diversi elementi della vostra strategia, ma quando si tratta di Influencer Marketing, i cinque essenziali su cui concentrarsi sono i tassi di conversione, la reach e l’awareness, il traffico di referral, la crescita del pubblico e l’engagement. Questi KPI possono aiutare a monitorare i progressi e a misurare il successo nel raggiungimento dei propri obiettivi.

LEGGI ANCHE: L’Influencer Marketing funziona, ma devi stare attento a questi 6 pericoli

Conversioni

L’Influencer Marketing ha una serie di obiettivi, tra cui l’aumento della reach, la crescita del pubblico e l’aumento del traffico verso il sito. Ma come per ogni strategia di marketing, l’obiettivo principale è sempre quello di guidare la crescita e le vendite, ed è qui che il KPI del tasso di conversione entra in gioco.

Un modo semplice per tracciare le conversioni generate da una campagna di Influencer Marketing è quello di tracciare le vendite prima, durante e dopo la campagna, e di confrontare eventuali cambiamenti nelle vendite avvenuti quando la campagna era in corso.

Per un approccio più sofisticato, è possibile impostare i link di affiliazione, i parametri UTM, codici promozionali, landing page e tracciamento dei link per la campagna, e in questo modo è possibile tracciare le fonti di traffico dei clienti che si sono convertiti durante la campagna.

Ma le conversioni non sempre hanno a che fare con le vendite, e ci sono anche altri tassi di conversione che è possibile monitorare. Ogni volta che un potenziale cliente completa un’azione desiderata, questo conta come conversione. Questo può includere attività come l’iscrizione a una newsletter, il download di un ebook, il clic su un link, o qualsiasi altra cosa che si desidera che i potenziali clienti facciano.

Quando si tratta di Influencer Marketing e KPI, altri tassi di conversione che si potrebbero voler tracciare includono i “Mi piace” di Facebook generati, i nuovi follower ottenuti, le persone iscritte alla newsletter e così via.

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Traffico di referral

Le conversioni non sono l’unica cosa che conta in una strategia di Influencer Marketing, anche la quantità di traffico che la campagna porta al sito va monitorata. Il motivo è che il traffico di referral fornisce una buona idea della portata della campagna, ma anche del successo complessivo della campagna.

È importante notare che le conversioni non sempre raccontano l’intera storia, perché se il sito non è ottimizzato correttamente per le conversioni, allora è possibile che la campagna abbia comunque avuto successo, anche se non si è registrato un aumento delle vendite. È qui che il monitoraggio del traffico di referral può essere d’aiuto, perché ci dirà quante persone sono effettivamente arrivate sul sito grazie alla campagna.

La buona notizia è che è possibile utilizzare gli stessi strumenti (principalmente Google Analytics) per monitorare il sia traffico referral della campagna che le conversioni, compresi i codici promozionali, i parametri UTM e simili.

Inoltre, è anche possibile analizzare le metriche di pre-campagna per valutarne il successo. Quelle da includere dovrebbero essere:

  • Nuovi visitatori
  • Fonti di referral
  • Totale pagine visualizzate
  • Tempo medio

Reach e awareness

Uno dei principali vantaggi dell’Influencer Marketing è l’accesso a un pubblico enorme che può aumentare la visibilità del brand, un primo passo importante quando si vuole aumentare l’awareness del marchio e costruire nuove relazioni.

Per determinare il successo di questo obiettivo, è necessario monitorare quante persone vengono raggiunte con la campagna, quanti nuovi potenziali clienti sono venuti a conoscenza del brand e quanto la campagna ha rafforzato il marchio con i potenziali clienti già esistenti.

Un buon modo per misurare reach e awareness è quello di tracciare i dati di impression sui contenuti (post, video, stories…) creati appositamente per la campagna. Queste informazioni sono disponibili attraverso gli insight delle piattaforme social e attraverso gli analytics dell’inluencer. Anche in questo caso è utile un confronto con i dati pre-campagna.

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Crescita del pubblico

La crescita del pubblico è simile alla reach e all’awareness come obiettivo, ma c’è una differenza cruciale: solo perché qualcuno è stato colpito dalla campagna non significa che quella persona venga portata con successo all’interno dell’audience.

Capita infatti che la campagna riesca a centrare l’obiettivo di portare l’utente sul sito, ma una volta conosciuta l’offerta o il prodotto, quello stesso utente non ne sia interessato e lasci il sito, eliminando dalla sua memoria anche il brand. In questo caso l’obiettivo di crescita dell’audience non è raggiunto.

Per monitorare la crescita del pubblico, si possono usare gli strumenti analisi dei social media, scoprendo quanti follower si guadagnano durante la campagna e confrontando la crescita con i numeri pre-campagna. Si può fare la stessa cosa anche con il database email e così via.

Engagement

Anche l’engagement è un KPI importante perché fornisce una visione più approfondita di come la campagna è stata accolta. Anche in questo caso, il traffico e la portata ci diranno quanti utenti abbiamo raggiunto, ma l’engagemant ci dirà in che modo.

Il coinvolgimento è fondamentale perché è un buon indicatore di come il brand viene percepito, di quanto è forte il rapporto con il pubblico, di quanto siamo rilevanti e di quanto saranno fedeli i nostri clienti.

L’engagement è determinato dalle diverse azioni intraprese dal pubblico, tra cui:

  • Mi piace
  • Reaction
  • Condivisioni
  • Commenti
  • Click
  • Visualizzazioni dei video
  • Citazioni del marchio

LEGGI ANCHE: Insidie e opportunità dell’Influencer Marketing ai tempi del Coronavirus

instagram stories come usarle

I benchmark per comprendere le performance su Instagram

L’analisi dei KPI più importanti ci permette di comprendere ancora meglio che la crescita dell’Influencer Marketing è legata soprattutto alla capacità di approcciare strategicamente le attività con i Creator e di misurarne i risultati. Per farlo è fondamentale avere dei punti di riferimento, sia per impostare obiettivi realistici, sia per formulare previsioni sensate delle performance attese.

Come sottolineato nella recente ricerca di Buzzoole dedicata nello specifico ai Benchmark per comprendere le performance degli influencer su Instagram, il problema è che questi dati sono difficili da reperire e dunque i marketer navigano a vista, facendosi sballottare dalle onde delle mode del momento.

Ieri erano le celebrity, oggi sono i micro influencer. Spesso senza sapere esattamente cosa attendersi in termini di performance medie.

Attraverso l’osservazione di oltre 700 mila influencer Instagram tra novice,
micro influencer, ma anche top e celebrity, Buzzoole ha offerto una panoramica delle performance, unendo alle metriche visibili pubblicamente come le interazioni e i follower, anche quelle più significative, ottenibili attraverso gli insight dei Creator.

Tra i principali dati emersi:

  • su Instagram la Reach Rate media (persone raggiunte in media sul totale dei follower) dei profili è del 19% (-1,6 punti rispetto allo scorso anno).
  • Su Instagram l’Engagement Rate medio (interazioni medie sul totale dei follower) dei profili è del 3,1% (-0,4 punti rispetto allo scorso anno).
  • In Italia la percentuale dei follower sospetti su Instagram è del 10,5%. I novice hanno il più basso numero di follower sospetti (5,2%) mentre i top (che hanno da 100.000 a 1 milione di follower) arrivano a sfiorare il 33%.

Il campione analizzato è stato segmentato in quattro fasce distinte: novice (coloro che hanno fino a 10.000 follower), micro (dai 10.000 ai 100.000 follower), top (dai
100.000 follower a un milione) e celebrity (oltre un milione).

Ecco i dati emersi.

Engagement

Ovviamente le celebrità sviluppano il maggior numero di interazioni medie per singolo post, 35.000 rispetto alle 4.210 dei top, alle 590 dei micro e alle 66 dei micro.

Analizzando i dati di engagement medio per post di diversi settori, inoltre, emerge che ce ne sono tre che sembrano essere più apprezzati dal pubblico di Instagram.

Al primo posto lo Sport e al secondo l’Intrattenimento, che beneficiano della notorietà dei protagonisti, in particolare dei calciatori e dei volti della televisione. Al terzo posto tutto il mondo della moda che su Instagram ha trovato una vetrina ideale.

Engagement Rate

I novice riescono ad ottenere circa il 4,3% delle interazioni dai propri seguaci, i micro il 2,8%, i top il 2,7% e le celebrity il 2,50%.

benchmark influencer marketing 1

Ovviamente essendo un rapporto al cui denominatore ci sono i follower è naturale avere questo tipo di dinamica, che premia un po’ di più i profili con una base follower meno sviluppata.

L’analisi dell’Engagement Rate mostra anche che i settori che fanno registrare il più
elevato Engagement Rate per post sono quelli del Family & Parenting e del Gaming. In entrambi il rapporto interazioni e follower risulta del 3,1%. Al 3% troviamo il variegato mondo del Lifestyle e più in basso l’intrattenimento e la cultura.

benchmark influencer marketing 1

Engagement su Reach

Un dato interessante si può ottenere confrontando le interazioni con la Reach (portata) ossia con le persone realmente raggiunte dai post.

Dall’analisi svolta, grazie all’accesso ai “first party data” (dati direttamente provenienti dagli insight di Instagram degli Influencer) si scopre che novice e micro differiscono di poco nella loro capacità di sviluppare interazioni rispetto alle persone raggiunte (intorno al 14%), mentre dai top ci si può attendere un rapporto di engagement su reach di circa il 13% e dalle celebrità l’11,45%.

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Su Instagram, i Creator del settore Fashion sono quelli che performano meglio. Riescono a ottenere il 16% delle interazioni rispetto alle persone effettivamente raggiunte, in altri termini ogni 100 persone che vedono i loro post riescono a sviluppare, mediamente, 16 interazioni. Seguono di poco i Creator che si occupano di turismo e di bellezza.

Leggermente sotto il 16% troviamo gli influencer che trattano hobby di diverse tipologie e quelli racchiusi nell’ampia categoria del Lifestyle.

Reach Rate

Altro indice utile è quello che mette in relazione la reach e i follower dei Creator, per capire la loro capacità di raggiungere il proprio bacino di utenti accumulati.

Considerando che oggi gli algoritmi dei social network non permettono di comunicare alla totalità dei propri follower, neanche con l’ausilio di pubblicità, diventa fondamentale avere dei benchmark di riferimento.

Emerge che i novice, mediamente, riescono a raggiungere il 27,5% dei propri follower e le celebrità il 24,3%. Meno positive le performance dei micro e dei top.

benchmark influencer marketing 1

La performance dei novice si può spiegare con il fatto che le community piccole tendono ad essere le più affezionate e attente. Quella delle celebrity è da correlare più probabilmente all’effetto dell’algoritmo di Instagram che premia i contenuti dei più famosi, ospitandoli nella sezione Esplora, la più visibile.

Su Instagram i Creator del settore Art & Culture (che si occupano di libri, arte, spettacolo) sono quelli che hanno il più alto rapporto reach/ follower, che supera il 24%. A breve distanza quelli della categoria più allargata degli hobby di vario tipo. Buona posizione per i Creator del mondo Lifestyle e Turismo.

Follower sospetti

Un capitolo a parte merita l’argomento delle pratiche fraudolente. Analizzando i profili Instagram degli Influencer di tre nazioni, dal report di Buzzoole emerge che
mediamente gli italiani mostrano il 10,5% di follower sospetti (lo scorso anno tale valore era al 23%). Gli statunitensi il 14,4% (contro il 20% della scorsa rilevazione) e i Creator del Regno Unito ben il 32%, addirittura il doppio dello scorso anno.

Valutando le differenti fasce scopriamo che tra i novice si riscontra un valore molto basso di follower sospetti, pari a 5,2%. Al crescere della base di follower si nota un aumento dei fake follower.

Anche le celebrity presentano un quarto della propria base di follower, inficiata da bot e profili falsi. Va precisato che per i personaggi famosi internazionali è più difficile stimare accuratamente la quota di follower fasulli perché la loro notorietà li porta ad avere seguaci in una molteplicità di paesi del mondo.

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Tra i settori con più fake follower, infine, il mondo della moda (25% di follower sospetti contro il 34% dello scorso anno). Seguono quelli che si occupano di viaggi e turismo al 20,4% e quelli del Beauty al 15,4%.

Credits: Depositphotos #344225684#151872308 #359612524#221302038

realtà aumentata

Come la Realtà Aumentata cambierà il Social Media Marketing

Quando parliamo di Realtà Aumentata, la mente balza subito al famosissimo gioco Pokémon-Go!

Nintendo ha permesso alle generazioni cresciute con i Pokémon di utilizzare questa tecnologia e di immedesimarsi, tramite l’utilizzo del proprio smartphone, in un allenatore.

Dal 2016 ad oggi, lo sviluppo di questa tecnologia ha fatto passi da gigante. Oggi filtri ed effetti in AR come quelli di Snapchat e di Instagram sono all’ordine del giorno. E forse non ci rendiamo neanche conto che in quel momento stiamo utilizzando questa tecnologia.

Ma come cambierà il nostro modo di utilizzare i Social Media ed i nostri processi di acquisto?

LEGGI ANCHE: 5G per media e intrattenimento, ecco come cambierà il settore

Che cos’è e come funziona la realtà aumentata

Semplicissimo, la realtà aumentata è una tecnologia che incorpora elementi digitali nella linea di vista effettiva.

Spesso viene confusa con la Realtà Virtuale, ma l’AR non sostituisce la realtà stessa con uno spazio digitale o virtuale. Consente invece di trasformare l’ambiente attuale per offrire un’esperienza più stimolata e migliorata.

LEGGI ANCHE: Che cosa sono la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata, raccontato con una mini-serie TV.

La realtà aumentata basa il suo funzionamento sull’integrazione di funzionalità digitali come mappe, icone, emoticon, filtri, tag di posizione ecc. nei riquadri dello schermo.

È tramite le fotocamere e i sensori del telefono come il GPS che un’applicazione o una piattaforma di social media visualizzerà diversi componenti digitali direttamente sullo schermo.

Assisteremo a nuovi contenuti interattivi ed unici

Quando si tratta di AR e social media, non possiamo non menzionare Snapchat.

Questa piattaforma di social media è stata una delle prime a offrire funzionalità di filtri in Realtà Aumentata. 

Instagram ha seguito l’esempio e ora offre una gamma di filtri che possono essere aggiunti come storie o immagini.

Le aziende possono utilizzare i filtri con marchio per promuovere facilmente il proprio brand sui social media.

Ad esempio, Taco Bell ha creato un filtro Snapchat con marchio che ha trasformato i volti degli utenti di Snapchat in tacos. Questo strano filtro AR è stato un successo tra gli utenti e ha avuto tonnellate di persone che condividevano versioni di se stesse, tutte con il logo di Taco Bell nell’angolo in basso.

Con la Realtà Aumentata prima lo “Provi” e poi lo acquisti

Anche se ancora ad oggi, molti acquirenti preferiscono provare fisicamente il prodotto prima di procedere all’acquisto, l’AR permette già di “provare” un paio di scarpe o una particolare colorazione di rossetto, senza recarsi nello store.

L’AR offre un ulteriore vantaggio: elimina, infatti, la necessità di avere fisicamente disponibile un ampio inventario per consentire ai clienti di provare o campionare decine o addirittura centinaia di articoli alla ricerca di quello che meglio soddisfa le loro esigenze.

Facebook, in particolare, è un pioniere delle applicazioni AR. La sua offerta di realtà aumentata permette agli utenti di provare digitalmente trucco e accessori: il primo annuncio pubblicitario legato all’AR di Facebook ha permesso ai potenziali clienti di provare occhiali da sole virtuali con l’aiuto della fotocamera del loro dispositivo.

Ma anche l’industria cosmetica è stata entusiasta della realtà aumentata negli ultimi tempi. Marchi come Sephora, L’Oreal e Perfect Corp hanno creato delle partnership per permettere ai loro clienti di vedere come sarebbe il trucco su di loro digitalmente.

La realtà aumentata è particolarmente preziosa per le strategie di vendita online che coinvolgono i cosmetici, poiché i consumatori hanno quasi sempre bisogno di giudicare un determinato articolo di trucco provandolo materialmente addosso.

Un’altra area in cui l’AR ha mostrato il suo enorme potenziale è quella del camerino virtuale. Quando si tratta di acquistare abbigliamento, i camerini sono indispensabili, ma anche il contesto attuale, con l’emergenza Covid, ci sta mostrando tutti i limiti di questo modello. Inoltre, i clienti sono tenuti a portare pile di capi d’abbigliamento nei camerini e poi i dipendenti devono riordinare gli articoli scartati. Oltre a questo, un negozio è limitato dall’inventario a disposizione quando si tratta di offrire ai clienti capi d’abbigliamento da provare.

La realtà aumentata elimina gran parte di questa seccatura, consentendo ai clienti di accedere a una “biblioteca digitale di articoli di abbigliamento” con un semplice tocco delle dita. Marchi come Topshop e Timberland sono stati all’avanguardia nello sviluppo di allestimenti e camerini in AR per dare ai loro clienti un’esperienza virtuale e aiutarli a selezionare gli articoli di abbigliamento.

La realtà aumentata offre alle aziende anche uno strumento per aggiungere un componente digitale ai loro prodotti. I clienti possono scansionare un prodotto o un oggetto per ottenere un’esperienza di AR su misura, sia per ricevere informazioni aggiuntive, sia per fornire una qualche forma di esperienza supplementare legata al marchio.

Starbucks si è rivolta alla realtà aumentata per digitalizzare l’esperienza di visita dei suoi coffee shop. Gli utenti possono scansionare oggetti all’interno del negozio per accedere a un tour virtuale, trasmettendo informazioni aggiuntive per integrare il sito fisico.

In generale possiamo dire che essere in grado di provare virtualmente un prodotto ne offre agli acquirenti un’idea migliore, il che aiuta a rimuovere le esitazioni sull’acquisto.

La combinazione degli annunci sui social media con l’AR potrebbe aumentare le vendite per le attività eCommerce.

In effetti, entro il 2022, secondo Tractica, gli annunci basati su AR attireranno circa 13 miliardi di dollari all’anno.

Conclusione

La realtà aumentata ha il potenziale per cambiare il volto del marketing su diverse piattaforme di social media. Portando l’esperienza del consumatore a un livello completamente diverso.

Ad ogni passo della rivoluzione digitale, la linea di confine tra il mondo virtuale e quello reale diventa meno marcata, e questo rende l’AR parte integrante del social media marketing.

Assicurati di mantenere il tuo gioco sui social media al massimo per sfruttare questa funzionalità e chissà, magari un giorno grazie all’AR, non si dirà più “Guardare ma non toccare”.

business digitale

Le milestone per il successo nel percorso del tuo business digitale

Il marketing per un business digitale è un processo complesso che coinvolge molte attività correlate. Per ottenere buoni risultati, tutte devono coesistere in armonia ed essere programmate al momento giusto.

Specie per le piccole imprese può essere difficile tenere d’occhio tutto e se si è appena partiti come business online si può essere confusi dalla varietà di necessità da affrontare e di strumenti e canali da utilizzate.

Non preoccuparti! Anche se le attività di marketing possono sembrare moltissime, tutte ruotano attorno a una serie di pietre miliari, nozioni importanti e step fondamentali che sono alla base del digital marketing.

Oggi ne esamineremo insieme cinque essenziali per il successo del business online.

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#1 Attività di Content Marketing

Il marketing dei contenuti è un contenitore enorme e importantissimo alla base praticamente di tutte le attività di digital marketing. Perché?

In primo luogo, perché comporta la creazione di un sito web, che è il perno di qualsiasi attività online. In generale, tutto ciò che si fa online si riduce a guidare il pubblico target verso il sito web, in quanto è da qui che le persone si convertono diventando clienti.

Ma per generare quel traffico, è necessario creare molti più contenuti di accompagnamento che siano rilevanti, interessanti e di valore per il tuo pubblico.

Quali contenuti creare? Ci sono decine di tipi di contenuti che puoi sperimentare per trovare il mix migliore. Solo per fare alcuni esempi, dovresti valutare l’uso di:

  1. testi, che andrebbero sempre ottimizzati in ottica SEO
  2. immagini, che rendono più accattivanti gli articoli
  3. video per coinvolgere le persone in modo rapido e immersivo
  4. documenti (report, guide, etc.) scaricabili, per restare nella memoria dell’utente
  5. webinar, con uno scopo educational
  6. GIF, meme, infografiche: si tratta di materiali molto utili anche per stimolare la condivisione social

seo covid-19

#2 Ottimizzazione per i motori di ricerca

Per poter scoprire i tuoi contenuti, questi devono essere attraenti non solo per gli esseri umani, ma anche per i motori di ricerca.

Gli algoritmi di crawling dovrebbero rilevare chiaramente il valore del tuo contenuto per una determinata query di ricerca.

L’ottimizzazione per i motori di ricerca è un’attività di marketing complessa che non avviene dall’oggi al domani. Richiede uno sforzo continuo, pazienza e consapevolezza delle migliori pratiche.

Per portare i tuoi contenuti più in alto nelle SERP dovresti lavorare su:

  • Ricerca per parola chiave. Utilizza strumenti come il Google Keyword Planner, KeyWords Everywhere o TubeBuddy;
  • Titolo. Crea titoli avvincenti per articoli, post e video, usando la tua parola chiave;
  • Descrizioni. Accompagna i tuoi contenuti con una descrizione informativa, stuzzicante e breve. Anche in questo caso è bene usare parole chiave pertinenti.

#3. Promozione a pagamento (advertising)

Investire in attività di marketing a pagamento è probabilmente il modo più rapido per far arrivare il tuo business digitale direttamente davanti agli occhi del tuo target di riferimento. Inoltre, la pubblicità a pagamento è un perfetto terreno di sperimentazione.

Molti marketer usano gli annunci per testare vari formati e scoprire cosa funziona meglio per loro.

Nei tuoi Ads includi sempre CTA convincenti e fai A/B test per capire quali annunci performano meglio.

marketing automation

#4. Email marketing

L’email marketing può essere considerato il pioniere di tutte le attività di marketing digitale così come le conosciamo oggi. Con più di 40 anni di “esperienza” alle spalle, le email portano ancora un eccellente ROI alle aziende e mantengono i marketer concentrati su metriche come tassi di apertura, CTR e corretta segmentazione del pubblico.

Pensa che la primissima grande campagna di email marketing risale al 1978.

Un giovane Gary Thuerk (più noto come il padre dello SPAM) riuscì a portare 13 milioni di dollari di vendite alla Digital Equipment Corp inviando un’email a 400 destinatari come promozione per i computer della sua azienda.

Oggi, naturalmente, battere la concorrenza su questo terreno è un po’ più difficile, ma l’email resta un canale eccellente per raggiungere le persone al momento giusto, con il messaggio giusto e con un elevato grado di creatività.

#5 Social media marketing

Anche se per molte piccole imprese i social media sembrano solo un modo per passare il tempo e divertirsi online, in realtà la gestione dei social media si colloca tra le attività di marketing da prendere più sul serio oggi.

Naturalmente non in termini di contenuti, ma dell’attenzione che prestate a questi canali.

Perché un’azienda dovrebbe puntare sui social media? Per umanizzare il brand e avvicinarsi alle persone online. Le piattaforme social, infatti, sono fatte per una comunicazione più rilassata e naturale. È così che ci si può connettere al proprio pubblico e mostrare la propria vera personalità.

Inoltre, non bisogna dimenticare i numeri. Gli utenti dei social media sono in costante crescita e non smetteranno di farlo. Come puoi vedere in questo grafico di Statista il numero di utenti dei social network nel mondo è destinato ancora a crescere.

statista social media dal 2010 al 2021

La gente passa ogni giorno il suo tempo su Instagram, Facebook, Twitter e altre piattaforme social. Alcuni utenti controllano i loro profili più volte al giorno, saltando da una piattaforma all’altra.

Così, è possibile connettersi con i propri follower proprio qui, proprio ora e conoscere le loro preferenze, le loro preoccupazioni e i loro gusti. E queste sono informazioni preziose per il marketing online.

digital marketing

Crea le milestone per il tuo business digitale

Che tu sia un professionista del marketing esperto o un principiante, potresti essere alla ricerca di modi per migliorare le tue prestazioni.

Sia che parliamo di Content Marketing che di assistenza al cliente, di crescita organica o di promozione a pagamento, il consiglio è quello di programmare con cura ogni step, passando da una fase all’altra in modo graduale, per costruire una presenza di successo online.

Vuoi saperne di più? Iscriviti subito al gruppo Facebook dedicato alla GoDaddy School of Digital, rispondi ad un veloce questionario d’ingresso e segui le lezioni.

LinkedIn

20 pagine LinkedIn che funzionano (e da cui trarre ispirazione)

  • Una pagina aziendale strutturata con una content strategy di alto livello può portare a risultati inestimabili per il brand, attraendo sia potenziali clienti che nuovi talenti.
  • Nel contest annuale #BestofPages 2019 di LinkedIn, le migliori pagine si sono rivelate quelle di Teleperformance, Hays, Deloitte.

 

LinkedIn continua a crescere. La piattaforma social acquisita da Microsoft nel 2016 ha enormi potenzialità, e sempre più persone se ne stanno accorgendo. Basta dare un’occhiata alle previsioni di eMarketer, secondo cui gli iscritti alla piattaforma negli Stati Uniti arriveranno a quasi 67 milioni nel 2022, crescendo molto di più rispetto alle aspettative.

Le stime in termini di revenue che il canale riesce a ottenere dal mercato B2B, poi, confermano la crescita. 1,59 miliardi di dollari, +11.2% (sempre dati US), sono numeri che consacrano LinkedIn a strumento di marketing di estremo valore.

Il report 2020 di We Are Social dice che in questo momento LinkedIn occupa il settimo posto tra i social più utilizzati in Italia. Questo suggerisce che si tratta di un canale che viene utilizzato da una specifica fetta di pubblico che, solitamente, fa riferimento proprio al mondo B2B.

Sembra quasi scontato, quindi, dire che una pagina aziendale su LinkedIn, proprio come un sito web, diventa un’enorme opportunità per presentare la propria azienda, quello che si fa, e perché le persone dovrebbe affezionarsi al marchio.

Non si tratta di costruire una pagina solo in ottica di recruiting: l’obiettivo è costruire (o migliorare) la brand reputation. Le connessioni che poi si possono creare con recruiter, consulenti, potenziali clienti, sono inestimabili.

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LinkedIn Bikes

Come ottimizzare al meglio la propria pagina LinkedIn

Non c’è nessuna formula magica da recitare per avere successo su LinkedIn, come per qualsiasi altra piattaforma social, ma è importante iniziare completando correttamente tutte le informazioni richieste. Può sembrare banale, ma le pagine complete ricevono il 30% di visualizzazioni in più rispetto a quelle che ignorano alcune informazioni.

Ricordarsi di inserire un logo e un’immagine di copertina, una descrizione dell’azienda, e le informazioni principali (sito web, settore, numero di dipendenti, location), impatta notevolmente sulle performance della pagina.

Nel completare le informazioni sulla propria pagina non si deve dimenticare la parte SEO. Nello scrivere, ad esempio, la descrizione della propria azienda, è bene includere keyword efficaci per il proprio settore e utilizzare un tono coinvolgente per la propria audience. Con alcune semplici accortezze, si può alzare notevolmente le possibilità di essere trovati all’interno di LinkedIn e sui motori di ricerca.

LinkedIn logo

LinkedIn, poi, non è solo un social network, ma anche un’incredibile risorsa per la ricerca del lavoro. Postare le proprie posizioni aperte nella tab “Lavoro” aiuterà la pagina sotto diversi aspetti. Prima di tutto, le posizioni verranno tracciate sia su LinkedIn che su Google, aumentando notevolmente la reach potenziale. In secondo luogo, le keyword che si utilizzano nella descrizione possono portare traffico alla pagina aziendale. Così, si incrementa la possibilità non solo di trovare il giusto talento, ma anche di aumentare la reputazione della propria azienda.

Ovviamente, non basta avere una pagina completa di informazioni e aprire qualche posizione. Condividere contenuti regolarmente è importante: è stato dimostrato che anche solo postare settimanalmente può raddoppiare i risultati in termini di engagement. Qualche segreto per accontentare l’algoritmo:

  • Puntare sui contenuti visuali (i contenuti video raggiungono 5 volte più persone rispetto ai post di solo testo);
  • Pubblicare solo contenuti pertinenti con l’audience di riferimento. Nello specifico, è bene puntare ad argomenti di nicchia, anche in termini di hashtag;
  • Promuovere i propri post, non necessariamente con sponsorizzazioni. Inserire un post all’interno di una newsletter o di un canale su Slack, ad esempio, può portare a coinvolgere un numero maggiore di utenti;
  • Ispirare conversazioni. Puntare a finire il post con una domanda, offrendo la possibilità di condividere idee o opinioni e facendo diventare il post un’opportunità di confronto e discussione, è ben visto dall’algoritmo di LinkedIn, che “premia l’impegno”;
  • Pubblicare al momento giusto. È sempre bene controllare i dati riguardanti la propria pagina, ma solitamente è bene postare:
    • alle 7:45, alle 10:45, alle 12:45, alle 17:45
    • di mercoledì, o martedì, per i brand B2B
    • di lunedì, o mercoledì, per i brand B2C

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LinkedIn Headquarters

20 esempi di pagine LinkedIn d’impatto

#1 Teleperformance

Quella della multinazionale francese è stata votata come migliore pagina di LinkedIn del 2019 nel contest annuale #BestofPages.

Caratterizzata da un utilizzo esemplare di video nativi, oltre che di contenuti brevi, fruibili, condivisi frequentemente. L’azienda ha saputo sfruttare le potenzialità della piattaforma rendendo il loro marchio molto umano, coinvolgendo molti leader interni all’azienda. A tutto questo, viene aggiunta grande credibilità grazie al sapiente utilizzo di statistiche e insight provenienti dall’esterno dell’azienda.

#2 Hays

Al secondo posto del contest #BestofPages 2019 troviamo Hays. L’azienda di recruiting londinese crea moltissimi contenuti sotto forma di slide PDF, che spesso vengono condivisi anche sul feed. Tra i fiori all’occhiello ci sono le condivisioni di ricerche, approfondimenti, e iniziative di valore come nel caso del #WorldMentalHealthDay.

Valore aggiunto: i collegamenti con i contenuti provenienti dal blog aziendale.

#3 Deloitte

Oltre a tutti i materiali con cui un possibile candidato o un visitatore della pagina possono interagire nella ricca e strutturata tab “Vita”, Deloitte promuove notevolmente la propria cultura aziendale grazie a video nativi in cui talvolta vengono anche coinvolti direttamente i dipendenti.

Inoltre, la celebre società di consulenza utilizza la sua pagina anche per stimolare la registrazione a eventi, sfruttando la leadership e le grandi qualità dei propri executive.

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Deloitte

#4 Hackerearth

HackerEarth è una tech-company che ha sviluppato un software in grado di aiutare le aziende ad assumere uno sviluppatore, misurandone le competenze tecniche. Ciò che fa distinguere l’azienda su LinkedIn sono senza dubbio i contenuti. Condivisi quasi quotidianamente, sono tutti di alto livello. Vengono utilizzati diversi formati come video, immagini, PDF, e link esterni, e gli argomenti trattati sono molto incentrati sull’audience a cui si rivolgono.

Il valore dei loro contenuti viene confermato dal coinvolgimento di esperti provenienti da grandi aziende come Microsoft o IBM, oltre alla promozione di prestigiosi eventi e competizioni.

#5 Lemonade

Basta uno sguardo alla suggestiva immagine di copertina per capire da dove proviene l’innovativa compagnia di assicurazioni Lemonade. Non solo su LinkedIn ma anche sul loro sito web si possono trovare esempi di fantastici copy e microcopy. Il loro team, poi, sfrutta molto bene gli hashtag aziendali, un’efficace Call To Action all’inizio della pagina, e un tono di voce autentico e ben strutturato per guadagnarsi l’attenzione e la fiducia dell’audience.

#6 The Interaction Design Foundation

Seguita soprattutto da designer ed esperti di UX, la pagina LinkedIn della The Interaction Design Foundation può diventare un must-follow anche per i non addetti al lavoro.

Sulla pagina vengono condivisi più volte al giorno i contenuti di inestimabile valore provenienti dal loro blog, ma ciò che è davvero imperdibile è la rubrica quotidiana The Daily Design Quote. Molto interessante, poi, la tab “Ex studenti“.

The Interaction Design Foundation

#7 TED Conferences

Con quasi 18 milioni di follower, attualmente è la pagina LinkedIn più seguita al mondo dopo quella di Google. Impossibile non cliccare su “+Segui” per garantire un po’ d’ispirazione al proprio feed. Vengono continuamente condivisi alcuni tra i TED speech più d’impatto, insieme ad articoli del blog dell’associazione, e a versioni più brevi dei celebri discorsi con un format davvero coinvolgente.

#8 Major League Baseball (MLB)

Innanzitutto, la pagina LinkedIn della MLB si distingue grazie alla sua copertina davvero suggestiva, ma ciò che fa spiccare la pagina è la diversità di contenuti molto coinvolgenti per la propria audience.

Può sembrare strano seguire su LinkedIn la pagina della lega di baseball più famosa del mondo, ma i molti contenuti provenienti da partner come Fanatics, i post riguardanti le varie squadre della lega, o la condivisione di informazioni riguardanti programmi dedicati ai giovani atleti o altre iniziative, possono decisamente bastare come motivi per “piazzare il follow”.

#9 Spotify

Il gigante dello streaming musicale non si limita a condividere musica e podcast. L’azienda con sede a Stoccolma è l’esempio perfetto di come utilizzate i video nella propria Content Strategy su LinkedIn.

Degli esempi possono essere le serie “How It’s Made“, in cui si parla dei vari progetti o strumenti su cui i diversi team stanno lavorando, o “Quick Fire Question“, brevi e molto coinvolgenti interviste ai dipendenti. That users want to come back for.

Spotify

#10 Airbnb

Airbnb non ha bisogno di presentazioni, e il brand non utilizza la propria pagina LinkedIn solo per promuoversi di fronte al mondo, ma soprattutto per condividere i suoi valori, la personalità, e la cultura.

L’azienda dedica grande attenzione nel comunicare i valori di condivisione e di famiglia, emersi anche nella lettera passata alla storia del CEO Brian Chesky, scritta per annunciare i lincenziamenti causati dalla pandemia da COVID-19. Di sicuro, che sia un potenziale cliente o qualcuno alla ricerca di un lavoro a visitare la pagina, potrà farsi un’idea ben chiara di cos’è che rende Airbnb così speciale.

#11 UPS

UPS è un’azienda riconosciuta per l’attenzione alle persone e alla clientela. Questo lo si ritrova nelle commoventi campagne che ricalcano questi valori. Alcuni esempi si possono ritrovare in #ThanksForDelivering#SmallBizPROfiles, focalizzate rispettivamente sull’impegno dei corrieri e delle possibilità offerte da parte della compagnia alle piccole imprese.

Postare contenuti come questi su una pagina LinkedIn aziendale non è solo d’impatto, ma aiuta a costruire una solida e ammirevole reputazione.UPS

#12 Slack

Il focus dei contenuti condivisi dalla pagina LinkedIn di Slack è quello di far comprendere alla propria audience come il loro strumento può diventare un’opportunità per lavorare in modo efficiente e aumentare la produttività del proprio team.

Tutto ciò viene fatto attraverso la condivisione di numerosi casi studio ed esperienze di diverse realtà e organizzazioni. Così, l’azienda si posiziona come vera e propria risorsa per comunicare efficacemente anche tra diversi settori. Un esempio? Il case study su Wayfair.

#13 Facebook

Fermi un attimo, una delle migliori pagine aziendali su LinkedIn è quella di Facebook? No, non è uno scherzo. Quello che rende unica la pagina dell’azienda di Mark Zuckenberg è l’approccio con cui vengono condivisi contenuti immediatamente relazionabili con la loro audience, specialmente per quanto riguarda il recruiting.

Ecco quindi che contenuti d’impatto e di grande carica emotiva fanno diventare Facebook non solo un social nwtwork ma anche un vero e proprio brand, in grado di farsi strada anche su un’altra piattaforma.

#14 Electronics Arts (EA)

Una strategia di contenuti molto coinvolgente e diversificata, quella di EA su LinkedIn. Ciò che attrae maggiormente l’attenzione, però, sono i video dedicati alle assunzioni, solitamente divisi in due formati, entrambi molto efficaci.

Il primo consiste in una panoramica delle diverse posizioni aperte nelle varie aziende del gruppo.

Il secondo chiama in gioco direttamente un membro del team per cui si sta cercando dei candidati, che parla del ruolo in questione e della sua importanza, come in un job pitch.

EA

#15 King

Da azienda di gaming ad azienda di gaming. Anche King, seppur con meno seguaci rispetto a EA, fa di certo una bella figura su LinkedIn. Quello che colpisce maggiormente è la grande attenzione dedicata alla brand identity e alla coerenza cromatica e stilistica tra tutte le tipologie di contenuti condivisi, sicuramente molto d’impatto.

Molto interessante la rubrica #MeetTheMakers, in cui il brand racconta i propri dipendenti anche attraverso le loro parole.

#16 Unilever

Piccola sfida: trovare un settore nel mercato dei beni di largo consumo in cui Unilever non si afferma con almeno un prodotto. Scherzi a parte, la pagina LinkedIn dell’enorme multinazionale non si fa notare per la promozione dei loro prodotti, ma per l’importante focus sulle iniziative comunitarie e di sostenibilità intraprese dai vari brand della compagnia.

Questi contenuti hanno un grande valore per la pagina, consentendo ai visitatori di comprendere appieno la cultura aziendale, oltre a costruire importanti connessioni tra i diversi marchi.

Unilever

#17 Netflix

Difficile che Netflix non proponga contenuti di valore, e la pagina LinkedIn aziendale ne è una prova. Basta dare un’occhiata alla sezione “We are Netflix” della tab “Vita”.

Altri esempi possono essere i video-overview sulle serie TV e film in uscita per il mese successivo, o i diversi post che mirano a coinvolgere e intrattenere il pubblico. Di sicuro contenuti come questi fanno prendere una boccata d’aria al nostro feed!

#18 Dropbox

Anche Dropbox non ha bisogno di presentazioni. Di tutto l’ampio ventaglio di contenuti che l’azienda condivide su LinkedIn, una nota di merito va fatta per la rubrica di presentazione dei dipendenti. Viene data molta attenzione anche a posizioni più entry-level, e ogni post è collegato a un articolo dedicato su Medium.

Inoltre, la rubrica si concentra su diversi dipartimenti e funzioni aziendali, dando ai visitatori della pagina una panoramica generale di quali sono i valori che rendono Dropbox un favoloso ambiente lavorativo.

#19 Ogilvy

La pagina LinkedIn di una delle agenzie pubblicitarie più importanti al mondo è caratterizzata da una grande coerenza a livello visuale tra i vari post, oltre che a una grande varietà tra le tipologie di contenuto proposte. Queste spaziano dai video nativi a link di articoli esterni o del blog dell’agenzia, dalle infografiche a collegamenti a webinar ed eventi.

La vera e propria chicca? La citazione del venerdì di David Ogilvy: #Ogilvyism.

#20 Google

Google ha talmente poco bisogno di essere introdotta che si può far fatica a capire come un’azienda del genere si possa distinguere davvero su una piattaforma come LinkedIn. La pagina è la più seguita al mondo perché, tra le altre cose, è sicuramente una delle aziende più popolari e più cliccate da chi è alla ricerca di un lavoro.

A questo proposito, di sicuro impatto è la campagna #MyPathToGoogle. Grazie a queste interviste ai dipendenti, si possono scoprire i loro diversi percorsi che li hanno portati a lavorare per il colosso del tech, sfatando anche alcuni miti legati ai processi di assunzione e altre curiosità.

Con rubriche come questa, Google non solo riesce a coinvolgere l’audience e a mettere in vetrina la propria cultura aziendale in modo semplice e diretto, ma fa anche capire a potenziali candidati quali sono le strade da poter intraprendere per trovare un lavoro in azienda.

smart city 15 minuti

La Città del quarto d’ora: un nuovo modello di smart city

  • Con il progetto “La Ville du quart d’heure” a Parigi l’obiettivo della nuova smart city sarà ridurre le distanze per raggiungere uffici, scuole, supermercati, parchi pubblici.
  • I cittadini potranno raggiungere i servizi e soddisfare i propri bisogni, dalla cultura allo shopping, in soli 15 minuti. A piedi o in bicicletta.

 

La pandemia da Covid-19 ha radicalmente modificato la vita e le consuetudini dei residenti delle città di gran parte del mondo. Nell’arco di alcuni mesi sono cambiate, in misura tangibile, molte delle abitudini degli abitanti e quindi le organizzazioni delle rispettive città.

Questa ondata di cambiamenti non è passata inosservata. Soprattutto a Parigi, dove si sta lavorando al progetto urbanistico “La Ville du quart d’heure”, o la Città del quarto d’ora, con l’obiettivo di trasformare la metropoli in un posto dove i cittadini potranno raggiungere i servizi e soddisfare i propri bisogni, dalla cultura allo shopping, in soli 15 minuti. A piedi o in bicicletta.

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san valentino parigi

Sarà Parigi la città dei 15 minuti?

Il progetto ambizioso di smart city, portato avanti dal Sindaco di Parigi Anne Hidalgo durante la sua campagna elettorale, con l’aiuto tecnico di un Professore della Sorbonne Université di Parigi, potrebbe stravolgere completamente il concetto attuale di metropoli: partendo dalla frammentarietà delle grandi città, sono state analizzate le conseguenze sociali sulle persone che le abitano. In questo nuovo modello di città infatti il tempo delle persone avrà un ruolo di primaria importanza.

Finora la sfida è stata far raggiungere ai cittadini punti distanti, all’interno di una stessa metropoli, nel minor tempo possibile: proprio per questa ragione è particolarmente difficile diminuire la spesa, in termini di tempo, per arrivare sul posto di lavoro o per usufruire di determinati servizi.

smart city parigi

Con il progetto “La Ville du quart d’heure”, invece, l’obiettivo sarà ridurre le distanze per raggiungere uffici, scuole, supermercati, parchi pubblici, strutture per praticare sport, piazze per cultura e spettacoli, negozi per lo shopping. Favorendo i servizi di prossimità, ogni arrondissement (circoscrizione municipale di Parigi) diventerà autosufficiente.

Per rendere l’obiettivo realtà, il progetto prevede la costruzione di una pista ciclabile in ogni strada della capitale francese, consentendo alla bicicletta di diventare un mezzo di locomozione efficace, e un processo di rimodulazione urbana: incentivando lo sviluppo di attività commerciali di quartiere, costituendo spazi culturali, potenziando la sanità in ogni arrondissement e moltiplicando le funzioni degli edifici che di solito hanno un uso esclusivo.

Una nuova visione ecologica al fine di fornire nuovi stimoli alla vita sociale dei quartieri, favorendo la coesione fra le persone che li abitano.

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Lo smart working nella smart city

Molte altre città stanno prendendo in considerazione, o hanno già attuato, programmi urbanistici in grado di snellire i tempi di percorrenza tra casa, posto di lavoro e le altre necessità dei cittadini, creando smart city basate sul tempo oltre che sui servizi.

In questo contesto che ruolo potrebbe avere lo smart working?

Tra i benefici del lavoro agile, infatti, figura un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata dei lavoratori: strizzando un occhio ai risultati raggiunti a fine mese, senza dare particolare peso allo spazio dove viene svolto il lavoro.
Concetti che potrebbero essere coerenti anche con i progetti di rimodulazione delle grandi città: magari implementando uffici o coworking di quartiere (a disposizione di tutti) dove è possibile andare a lavorare, a piedi o in bici, in soli 10-15 minuti. Abbattendo di molto i tempi medi che occorrono per recarsi nell’ufficio della propria azienda situato, ad esempio, nel cuore di una grande città o in una zona industriale parecchio distante da casa.

Evitando di entrare nel dibattito economico, una novità di questo tipo potrebbe favorire la contaminazione di know-how e il confronto fra professionisti che non hanno mai condiviso “geograficamente” lo stesso ufficio o la stessa scrivania. Che ne pensate?

Credits: Depositphotos #163770326#50697139

Instagram Stories: perchè non devono mancare nella tua Social Media Strategy

5 trend di Instagram che hanno dominato la prima metà del 2020

  • Lo shopping è il primo e più importante trend su Instagram riscontrato nel 2020, anche grazie alle novità introdotte da Facebook a favore delle imprese.
  • Sembra, poi, che da piattaforma inspirational, Instagram sia diventato invece un hub dove condividere contenuti educational sotto forma di Carousel.
  • Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, infine, le attività di Live Streaming su Instagram hanno registrato un aumento del 70% negli Stati Uniti.

 

Abbiamo superato finalmente, con immensa fatica, la prima metà del 2020, un anno davvero incredibile ed estremamente difficile per tutto il mondo.

Nonostante la nostra attenzione sia stata catalizzata dai cambiamenti radicali di cui siamo stati testimoni negli ultimi mesi, il mondo della comunicazione digitale non si è mai fermato.

I primi sei mesi del 2020 hanno portato numerose e importanti novità anche nell’ambito dei social media: dal successo incredibile di nuove applicazioni come TikTok e Twitch, alle feature aggiuntive che hanno aggiornato le “vecchie” piattaforme come Facebook e Twitter.

Ma in questo articolo vogliamo concentrarci sui trend che hanno dominato Instagram nella prima metà di questo anno particolare.

LEGGI ANCHE: Facebook Shops: come funziona nel dettaglio la nuova opzione per vendere online

Quali sono i trend che hanno dominato Instagram (fino ad ora)?

#1 Instagram Shopping

Le intenzioni di Mark Zuckerberg sono sempre state abbastanza chiare: trasformare le sue piattaforme in veri e propri eCommerce. 

Ed è per questo che da qualche mese ha introdotto Instagram Checkout, uno strumento che permette all’utente di effettuare acquisti senza bisogno di uscire dall’applicazione, quindi direttamente su Instagram.

Una feature che è stata ovviamente replicata anche su Facebook, con il lancio di Facebook Shops. Una mossa estremamente tattica che, con il senno di poi, è stata ancora più intelligente dato l’aumento degli acquisti online dovuto al lockdown obbligato dalla pandemia di Covid-19.

Ma l’introduzione del checkout diretto non è stata l’unica novità nell’evoluzione della piattaforma: sembra infatti che sia in fase di beta-testing anche l’opzione di Instagram Live Shopping.

Si tratta della possibilità, per aziende e creator, di linkare direttamente durante un live streaming nelle proprie Stories alla pagina di prodotto per consentire agli utenti di effettuare acquisti dal catalogo con un solo click.

Non c’è da stupirsi, quindi, che lo shopping su Instagram sia il primo e più importante trend riscontrato nel 2020: le aziende stanno aggiornando velocemente le loro strategie di comunicazione collaborando coninfluencer, promuovendo i loro prodotti nella pagina Esplora tramite gli Shopping Ads, oppure semplicemente condividendo post e storie accompagnati dai tag di prodotto.

#2 Educational Carousel

Instagram è sempre stata una piattaforma inspirational e focalizzata sulle arti visive, con la condivisione di fotografie di alta qualità e contenuti graficamente ricercati. 

Fotografi, artisti, illustratori, designer, brand di alta moda etc., hanno sempre utilizzato la piattaforma come vetrina per esporre le loro opere.

Ma nel 2020 sembra che la tendenza si sia invertita: Instagram diventa un hub dove condividere contenuti educational sotto forma di carousel.

Il formato carousel, o album, che permette di condividere nello stesso post fino a dieci contenuti differenti, ha visto un aumento nel suo utilizzo negli ultimi mesi, sia da parte dei creator che dei brand. 

Il picco è stato raggiunto nel mese di maggio grazie al movimento Black Lives Matter, che ha generato sulla piattaforma milioni di contenuti a scopo educazionale con l’obiettivo di condividere massivamente materiale informativo.

LEGGI ANCHE: Black Lives Matter, brand e pubblicità: chi è pronto a cambiare (e chi no)

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

George Floyd was killed month ago today. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ We shared this post a few days later and it quickly became one of our top posts on Instagram. Over 4.7 million people saw it. 412,647 people shared it. 451,473 people saved it. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ It’s so encouraging to see the number of people who stepped up and committed themselves to antiracism work, but it’s important to remember: We can’t just show up when it’s trending. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ This is important work we need to do every single day. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ So, what are you doing this week to further your work to be antiracist? ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ #Antiracism #BecomeGoodNews

Un post condiviso da Good Good Good (@goodgoodgoodco) in data:

Grazie a questa tendenza, possiamo pensare al ritorno del “blog” in chiave moderna, ovvero attraverso Instagram. I contenuti con tanto testo non sono più visti come inadeguati per la piattaforma, anzi vengono apprezzati perché si presuppone che contengano informazioni interessanti per l’utente.

#3 Instagram Live Streaming

Secondo i dati riportati da Facebook e ripresi da un interessante articolo di analisi psicologica pubblicato da BusinessInsider, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile le attività di live streaming su Instagram hanno registrato un aumento del 70% negli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE: Giornata mondiale dell’emoji: ecco i trend da conoscere su Twitter

Questo incremento esponenziale è senza dubbio conseguenza del lockdown che ha interessato tutto il mondo, dovuto alla pandemia di Covid-19, e dell’obbligo di distanza sociale che ha spinto molti utenti a cercare nuovi modi per interagire e comunicare.

 

Ovviamente questa impennata di live streaming ha obbligato Instagram a lavorare per migliorare le funzionalità correlate a questa feature. 

Ed è così che la piattaforma ha annunciato diverse nuove funzionalità, tra cui un pulsante per caricare le dirette Instagram direttamente su IGTV una volta terminate, oppure la possibilità di guardare i live streaming comodamente su desktop dal proprio pc.

LEGGI ANCHE: Live streaming: 5 strumenti (digitali e fisici) indispensabili per organizzare le tue dirette

Come conseguenza indiretta del boom nell’utilizzo delle dirette Instagram, anche IGTV è tornato sulla cresta dell’onda, soprattutto tra brand e creator, che possono condividere contenuti video di lunghezza superiore al minuto.

#4 Instagram Challenges

Possiamo affermare con certezza che il 2020 è stato l’anno delle sfide Social.

Hanno iniziato a diffondersi grazie a TikTok, per poi esplodere durante il lockdown, diventando uno “strumento digitale” per evadere la noia della permanenza forzata in casa e continuare a divertirsi con amici e familiari.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

You already KNOW you couldn’t keep me from the #PillowChallenge ?

Un post condiviso da Halle Berry (@halleberry) in data:

Anche su Instagram le Social Challenge hanno catturato l’attenzione della maggior parte degli utenti – comprese le celebrities – e per cavalcare a suo favore quest’onda, la piattaforma ha creato il Challenge Sticker.

Si tratta di uno sticker per le storie, attraverso il quale l’utente può registrare un video e lanciare la propria sfida ai suoi followers, taggando direttamente gli sfidanti nella Instagram Story.

Come era prevedibile, le sfide social hanno conquistato anche i grandi Brand, che hanno approfittato di questo trend per sviluppare strategie di comunicazione originali, coinvolgendo influencer o promuovendo campagne benefiche di fundraising.

Un ottimo esempio è quello del brand @cultgaia di Los Angeles, che ha lanciato la sfida #cultgaialetsdance: per ogni video di danza pubblicato su Instagram con il relativo hashtag, CultGaia ha donato 25 dollari all’associazione benefica No Kid Hungry.

#5 Branded AR Filters

Con il lancio degli Spark AR Studios da parte di Facebook, avvenuto a metà del 2019, il mood delle Instagram Stories è cambiato radicalmente.

Se fino all’anno scorso designer, artisti e grandi Brand facevano a gara per far parte del programma beta chiuso a pochi fortunati, ora è possibile per chiunque creare e pubblicare i propri filtri AR per le IG Stories.

 

Sono molte le ragioni per cui i filtri AR di Instagram possono rivelarsi uno strumento di marketing davvero potente per i brand, ma la principale ha a che fare con la libertà di creatività.

Per esempio, i brand di cosmesi possono usare l’AR per permettere ai loro follower di “provare” i loro prodotti, mentre le marche che operano nel fashion possono ricreare dei camerini virtuali per far “indossare” agli utenti vestiti e accessori, prima di comprarli online.

Il re dei trend di Instagram: la creatività

Dicono che non tutto il male venga per nuocere e possiamo affermare che anche il lockdown ha portato alcune novità positive, perché ha obbligato sia le persone che i brand a lavorare con la creatività per trovare nuove vie di comunicazione online.

Come aumentare la reach organica sui canali social

Week in Social: dai video musicali su Facebook agli aggiornamenti dell’algoritmo di Pinterest

Hai già visto cosa sta succedendo a TikTok? E forse ti sarai anche chiesto cosa ne sarà di Facebook dopo il boicotaggio da parte dei brand…

Bene, per esaminare da vicino tutte le notizie e le novità in arrivo dal mondo dei social media, puntuale come ogni fine settimana c’è per te Week in Social. Cominciamo!

Facebook

In arrivo le nuove opzioni di presentazione delle immagini nel feed

Già dallo scorso ottobre, Facebook aveva iniziato a testare nuove opzioni di presentazione delle immagini per i post, con formati di visualizzazione già preimpostati per i caricamenti di più immagini, consentendo più modi per mostrare le immagini scelte dagli utenti. Ecco  n esempio.

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week in social

Da allora in poi, il formato è stato apprezzato da vari utenti e sembra che stia ottenendo una versione più ampia e definitiva, con diverse modalità/formati che compaiono proprio dove si crea il post.

Le nuove opzioni riguardano la parte inferiore del composer del post, che offre ben quattro diversi formati di visualizzazione delle immagini da scegliere.

Gli utenti di diverse nazioni stanno a poco a poco segnalando l’accesso all’opzione, quindi sembra che ci si trovi sulla buona strada per diventare un’opzione presente in più paesi. Tutto ciò fornirà nuove ed allettanti possibilità per la creazione dei post su Facebook, ottime per far risaltare in maniera più creativa e divertente gli aggiornamenti nei feed.

Facebook sta comunque valutando come sia possibile utilizzare questi tipi di formati per mostrare al meglio i prodotti dei brand ed aumentare, così, le potenziali conversioni. Al momento, sembra essere disponibile solo per i profili personali.

Non si tratta di un cambiamento enorme, e ci sono vari strumenti sul mercato che facilitano layout e formati di immagini multiple (incluso il tool Layout di Instagram). Se ancora non avete notato questa nuova feature nel vostro feed, beh… arriverà presto, tranquilli!

In arrivo un nuovo sistema di hosting per video musicali

Facebook sta lanciando nelle ultime ore un nuovo programma che mira a fornire un maggiore incentivo per gli editori musicali in merito alla pubblicazione di videoclip di artisti esclusivi su Facebook: la sfida più grande finora rispetto al colosso YouTube, che al contempo potrebbe attirare un pubblico più vasto anche su Facebook Watch!

Come riportato anche dai Social Media Expert Matt Navarra e Sean Adams, la nuova feature spingerà le pagine Facebook ufficiali dei musicisti a passare alla nuova impostazione entro l’1 agosto, con tutti i video concessi in licenza a Facebook collegati direttamente alla loro Pagina ufficiale.

Come spiegato da Facebook :

Non è necessario collegare o caricare nulla, la tua biblioteca rimarrà aggiornata con gli ultimi video concessi in licenza su Facebook. […] Ogni volta che riceviamo una nuova versione da un’etichetta musicale, la tua Pagina la condividerà direttamente con la tua cronologia, quindi può raggiungere i feed di notizie dei tuoi follower “.

Ecco uno screenshot pubblicato da TechCrunch in merito alla nuova impostazione per le pagine interessate.

Il processo conferirà a Facebook la possibilità di gestire più centralmente le licenze per le clip musicali ufficiali, il che consentirà anche di stipulare migliori accordi di distribuzione con gli editori diretti.

E questo è l’elemento chiave. Alcuni rapporti risalenti all’anno scorso indicavano che Facebook aveva cercato di negoziare nuovi accordi sui diritti per i videoclip musicali, con alcune delle principali etichette musicali alla ricerca di un’alternativa a YouTube.

Ma ecco che sorge naturalmente una domanda: cosa succede se Facebook può offrire agli editor musicali un affare più redditizio sulla sua piattaforma?

Gli editori smetteranno di pubblicare i loro contenuti su YouTube e inizieranno a pubblicare video esclusivi su Facebook?

Probabilmente la maggior parte di questi video finirebbe comunque su YouTube, ma se gli editori cercassero anche di impedire a YouTube di pubblicare interamente i nuovi clip, assicurandosi che fossero ospitati solo su Facebook, questo potrebbe attirare un grande pubblico su Facebook Watch e quindi lontano da YouTube.

Facebook non ha fornito dettagli specifici sulle sue offerte sui diritti, ma potrebbe realizzare offerte significativamente migliori rispetto a YouTube.

Ecco la riflessione più concreta: se più persone vedono video su Facebook Watch significa che più persone possono notare i tuoi contenuti, ciò faciliterebbe (anche e soprattutto) maggiori e nuove opportunità per tutti gli inserzionisti di Facebook che tentano di raggiungere nuovi utenti. Ancora una volta, i vantaggi potrebbero essere molteplici e, sebbene Facebook Watch sia ancora molto lontana da YouTube, questo potrebbe costituire un elemento chiave ed una spinta maggiore per la piattaforma di Zuckerberg & Co. contro il gigante dei video di proprietà di Google.

Instagram

Nuove opzioni per gestire la modalità di visualizzazione delle anteprime IGTV

Anche per Instagram sono in arrivo alcuni nuovi strumenti per aiutare i creator di IGTV a gestire l’aspetto dei loro contenuti in maniera più completa per quanto riguarda il feed principale e la sezione Discover.

Già ad aprile scorso, Instagram ha lanciato una serie di nuovi aggiornamenti per IGTV , che includevano la possibilità per tutti i creator di condividere i primi 15 secondi del loro video IGTV in Stories (con il resto disponibile tramite il link ‘swipe-up’), migliorando anche la visualizzazione nella sezione Discover. Adesso, consente di modificare l’immagine di anteprima e la miniatura visualizzata per le loro clip IGTV.

Come potete notare in questo screenshot, ora ci sono più opzioni per controllare come vengono visualizzate le anteprime dei video IGTV, con la “copertina del profilo” relativa alla miniatura mostrata in Scopri il Feed!

Le nuove modifiche sono relativamente piccole nel numero, ma con Instagram che ha implementato la monetizzazione IGTV, potrebbero svolgere un ruolo davvero importante anche queste ultime features per consentire ai creators di massimizzare il loro coinvolgimento dei contenuti e costruire la loro presenza all’interno dell’app.

Da notare che Instagram consente anche ai creator di IGTV di postare su Facebook Watch, aumentando la potenziale reach per i loro caricamenti.

Resta da vedere se IGTV o Facebook Watch offriranno mai una vera competizione per YouTube.

Twitter

L’overlay dei messaggi diretti per tutti gli utenti desktop

Dopo averlo testato negli ultimi mesi , Twitter ha finalmente lanciato ufficialmente la sua nuova chat per i messaggi diretti da desktop, che consente agli utenti di interagire con i loro messaggi senza dover lasciare il loro feed di tweet.

L’aggiunta offre un mini display Picture-in-Picture per tutti i DM, simile alla funzionalità di messaggistica desktop presente su LinkedIn e Facebook. Quando ricevete un nuovo DM, la finestra si espande e si può comprimere in qualsiasi momento – oppure avviare la discussione DM tramite lo riduzione a schermo più piccolo.

Questa nuova feature risulta essere abbastanza rilevante anche se gli utenti “tipici” di Twitter saranno indubbiamente scossi dal fatto che la loro normale esperienza di tweet sia interrotta dalla nuova finestra che appare quando ricevono un messaggio. Tuttavia, si renderà più semplice il coinvolgimento di alcuni utenti tramite DM.

LinkedIn

Più opzioni di creazione rapida per i post

Negli ultimi mesi, potreste aver notato che i collegamenti rapidi per il compositore di post di LinkedIn sono in crescita ed in continua evoluzione, con più opzioni per aiutare a scegliere nel migliore dei modi ciò che si pubblica sulla piattaforma. Ecco un esempio:

La maggior parte degli utenti può notare ben sei diverse opzioni di creazione di post personalizzate nella parte inferiore del loro compositore di LinkedIn.

Le aggiunte più recenti riguardano la presenza di “Sondaggi” (aggiunti a maggio scorso), “Offri Aiuto”, lanciato lo scorso mese alla luce della presenza del COVID-19, e un nuovo tasto “Condividi un profilo”, aggiunto il mese scorso, che consente agli utenti di mostrare una connessione tramite un post.

Le opzioni seguono l’esempio di Facebook nel guidare gli utenti su cosa condividere, poiché LinkedIn cerca più modi per mantenere alta la frequenza di pubblicazione dei suoi membri la più alta possibile, fornendo anche nuovi strumenti per aiutare coloro che cercano assistenza professionale durante la pandemia.

La società ha comunque riferito che dall’inizio di quest’anno, LinkedIn sta registrando “livelli record di coinvolgimento”, che sono aumentati solo durante il COVID-19. Parte di questo innalzamento del coinvolgimento dei suoi utenti, è dovuto anche al miglioramento del suo algoritmo  per garantire una migliore distribuzione dei contenuti da tutti gli utenti.

LinkedIn sta anche lavorando a nuovi strumenti di presentazione visiva ed altre opzioni.

Pinterest

Aggiorna il suo algoritmo per potenziare specifici tipi di contenuto

Pinterest ha pubblicato una nuova panoramica di come un recente aggiornamento del suo algoritmo gli ha permesso di bilanciare meglio i tipi di contenuti che mostra nei feed degli utenti, il che gli consentirà di visualizzare una gamma più ampia di contenuti, invece di basarsi semplicemente sul coinvolgimento dati per proporre i cosiddetti “Pin raccomandati”.

L’aggiornamento è un nuovo approccio alla distribuzione dell’algoritmo di Pinterest, che gli consentirà di focalizzare maggiormente, ad esempio, i contenuti video o i contenuti di una serie di creator più diversificati dal punto di vista culturale, senza dover compromettere l’esperienza dell’utente.

E se stai cercando di inserire Pinterest nelle strategie di marketing digitale, vale la pena notare come l’aggiornamento potrebbe influire su ciò che viene mostrato al tuo pubblico nell’app.

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pinterest ads

Oggi Pinterest non visualizza solo i contenuti in base a ciò che ti ha coinvolto in passato e alle bacheche che segui, ma cerca anche di evidenziare altri contenuti, relativamente ad obiettivi diversi.

Per massimizzare la portata dei tuoi contenuti su Pinterest, vale la pena sia mantenere i contenuti più fluidi, con nuovi Pin da classificare per il sistema, ma anche considerare diversi tipi di contenuti, in particolare video, e nuove opzioni di post, oltre agli strumenti su cui Pinterest potrebbe essere interessato a dare maggiore visibilità tramite la classifica degli algoritmi.

Coupon e Instant Win: due modi per generare conversioni in-store

Coupon e Instant Win: due modi per generare conversioni in-store

Coupon e Instant Win possono aiutare a generare nuove conversioni negli store online e fisici.

Per conversione, in questo caso, intendiamo l’acquisto tramite l’app o il sito web anche se sappiamo bene che il termine può indicare qualsiasi metrica importante per il nostro business: dall’iscrizione alla newsletter, alla compilazione di un form, fino all’azione di aggiungere prodotti nel carrello.

Qui vogliamo analizzare le strategie di marketing, da integrare a quelle già esistenti, per aumentare i volumi di vendita di uno store online, anche se queste indicazioni possono essere riadattate anche per le catene dei negozi fisici.

Da marzo in poi si è registrato un picco di interesse da parte delle aziende sulla digitalizzazione, specialmente da business che hanno ricevuto impatti negativi durante la fase di chiusura forzata.

Il 20% delle micro-imprese ha attivato sistemi online per il delivery e per rimanere in contatto con i propri clienti. Adesso è giunto il momento di prendere tutto ciò che ci ha insegnato l’online e unirlo definitivamente agli store offline.

Oltre alle classiche promozioni ci sono dei metodi alternativi che coinvolgono clienti e potenziali tali, fanno crescere l’interesse verso i tuoi prodotti e stimolano la ricerca dei tuoi negozi.

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coupon

Generatori di codici Coupon personalizzati

Il miglior modo per veicolare e monitorare la promozione che vuoi mettere in atto è generare dei codici coupon che siano univoci per i tuoi clienti. Nell’era degli smartphone è indispensabile che essi siano digitali, inviati tramite email o memorizzati all’interno dell’area clienti della tua app, in modo da poterli utilizzare facilmente per l’acquisto successivo.

Un software che genera i codici coupon digitali deve permettere di monitorare quelli già usati e quali no, essere in grado di catturare tramite form di registrazione i dati utili per arricchire il proprio database e specialmente fornire report dettagliati. Per questo è meglio affidarsi a tool specifici a questa funzione e non solo a generatori di codici generici.

Ogni codice sarà associato a un contatto in modo da verificare anche il ROI, ovvero la revenue generata tenendo in considerazione anche le spese pubblicitarie.

Oltre al monitoraggio, il codice nominativo darà un senso di esclusività al coupon che diventerà prezioso e insostituibile per i clienti.

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generatore di codici coupon leevia

Un esempio di campagna Coupon è quella di Shimano, un brand molto noto ai ciclisti agonistici, che ha fornito dei coupon attraverso l’iniziativa #inGiroConShimano. I codici regalavano un bike check completo da effettuare nei loro punti vendita durante l’inizio della stagione ciclistica.

Questo Case Study ci fa comprendere come non sia solo importante il coupon in se, ma anche il modo in cui si comunica l’iniziativa. Il bike check in fase di pre-apertura della stagione è un importante periodo per tutta l’audience Shimano, che percepisce il Brand come vicino ai propri bisogni.

Instant Win tramite API: regala un premio ai tuoi utenti

Oltre ai coupon digitali, puoi creare un vero e proprio contest per aumentare la curiosità e l’interazione con i tuoi visitatori. L’Instant Win è un concorso a premi in cui l’utente, compilando un form di registrazione, scopre subito se ha vinto il premio in palio o meno.

I premi possono essere codici sconto, oggetti fisici, servizi online che appaiono appetibili alla tua audience. Un esempio è stato il contest #PerfectSummerPerfectFit di Ragno che in occasione del lancio della nuova collezione ha messo in palio degli sconti esclusivi.

contest-fashion-ragno-instant-win

Per portare gli utenti sul tuo sito ogni giorno, integra un Instan Win più giocoso come una Ruota della Fortuna (Spin and Win) o un Gratta e Vinci virtuale (Scratch and Win) all’interno del tuo sito o della tua app. In questo modo intercetti ogni visitatore del tuo sito invitandolo a giocare e, chi ha vinto, avrà subito la possibilità di sfruttare la promo vinta durante il prossimo acquisto.

Coupon e Instant Win sono due metodi che possono portare nuovi utenti, incuriositi dall’iniziativa, oppure stimolare vecchi clienti al riacquisto. Il trucco per sfruttare al meglio queste due opportunità è quello di offrire un premio di alto valore che sia in linea con gli interessi e i valori dell’audience.

twitter

8 best practice per piccoli business che vogliono convertire su Twitter

  • Secondo Twitter, il 53% dei suoi utenti ha maggiori probabilità di essere tra i primi acquirenti di nuovi prodotti.
  • Utilizzare queste 8 best practice può aiutare le piccole imprese a connettersi con il proprio pubblico, aumentare il seguito e la brand awareness e, in definitiva, a convertire su Twitter.

 

Tra tutti i social network, Twitter è quello più portentoso. I post sono brevi, la piattaforma è veloce e probabilmente è quella con l’algoritmo più semplice di tutte.

Il suo utilizzo di nicchia ben si sposa con cause come la politica, gli eventi, il giornalismo e gli affari, facendolo risultare tra le piattaforme più complesse da padroneggiare e da implementare a livello strategico.

Ma a quanto pare è proprio questo aspetto a renderlo sfidante per le aziende, specie per quelle più piccole.

Per queste realtà, l’investimento in Twitter Ads ben strutturate sarebbe particolarmente efficace per la loro crescita e performante per il tasso di conversione.

Vediamo come.

LEGGI ANCHE: Twitter ci ha spiegato come i brand hanno usato i social media durante l’emergenza

Twitter Ads per piccoli business

Facebook, Instagram o LinkedIn. Pinterest, Tik Tok o Youtube. Ciascuno di questi social può fare la differenza per un business.

Ma le Ads su Twitter meritano un occhio di riguardo da parte di tutte le piccole imprese che vogliono far crescere i propri affari.

Perciò, se rientri in questa categoria segna queste 8 best practice per strutturare al meglio le campagne pubblicitarie su Twitter nei prossimi mesi.

  1. Stabilire gli obiettivi

Che sia su Twitter o su altre piattaforme qualsiasi strategia di social media marketing che si rispetti ha come base di partenza la definizione degli obiettivi necessaria a creare contenuti coerenti alla brand identity.

I principali sono:

  • Aumento del traffico sul sito;
  • Aumento della brand awareness;
  • Analisi del sentiment, utile a conoscere cosa pensa il pubblico del brand;
  • Ottimizzare le conversioni, tracciando le vendite provenienti dai follower attivi della pagina;
  • Migliorare l’assistenza clienti fornendo tempi di risposta migliori direttamente sul canale.
  1. Ottimizzare il profilo

Una pratica spesso sottovalutata che può creare una forte connessione tra la tua impresa e i potenziali clienti se curata nel dettaglio.

Per procedere occorrerà fare attenzione a questi semplici accorgimenti:

  • Il nome utente, meglio se identico a quello dell’attività;
  • Ottimizzazione della bio, con una struttura che chiarisca cosa fai e per chi, quale problema risolvi e in che modo.

Per il nome utente, meglio evitare l’inserimento di numeri o altri caratteri speciali per renderlo unico: sarebbero fuorvianti per chi ti cerca.

  1. Scegliere gli hashtag giusti

Scegliere gli hashtag giusti significa selezionare quelli rilevanti e pertinenti per il tuo settore. Includere questa procedura nella realizzazione delle Twitter Ads aiuta a rafforzare le campagne e ad ottenere dati interessanti su cui lavorare.

LEGGI ANCHE: I migliori tool per individuare gli hashtag

  1. Creare contenuti di qualità

Per realizzare un contenuto di qualità non necessariamente occorre auto-produrlo.

Grazie alla presenza del retweet, la content strategy su Twitter può risultare sempre ricca di spunti interessanti: ricondividere articoli utili di terze parti, retwittare feedback positivi dei clienti oltre ai contenuti programmati è una soluzione originale per rafforzare la presenza del brand sulla piattaforma e creare connessioni con il pubblico di riferimento.

Ma attenzione a non abusare di questa pratica se non si vuole ottenere l’effetto contrario a livello di brand identity e a restare fedeli agli interessi reali del target.

  1. Realizzare sondaggi

Uno strumento decisamente strategico se utilizzato nel modo giusto, che vuol dire strutturato per:

  • conoscere meglio le abitudini del pubblico a cui ti rivolgi;
  • capire il loro punto di vista.

Facendo leva sugli argomenti di tendenza purché siano attinenti al tuo settore.

  1. Utilizzare CTA che convertono

Fondamentali per supportare le campagne di advertising, ma è bene valutare quelle che convertono di più su Twitter per incentivare all’azione.

Condurre una social audit potrebbe essere una soluzione.

  1. Pianificare i post

Sapere cosa pubblicare e quando sono due fattori imprescindibili per una pianificazione ad hoc dei post. Il passaggio successivo è scegliere a quale tool affidarsi per snellire il flusso.

LEGGI ANCHE: Tutti i tool gratuiti e low cost di cui non puoi fare a meno per lavorare sui social

C’è da dire, inoltre, che Twitter è l’ideale se il real time marketing fa parte della strategia di comunicazione: un tweet in tempo reale sull’argomento di tendenza nel settore renderà la pianificazione sicuramente più accattivante.

  1. Analizzare le prestazioni

Senza numeri nessuna strategia dei contenuti ha senso di esistere.

Analizzare i tweet peggiori o migliori del profilo può aiutare un piccolo business a identificare che tipo di contenuto è apprezzato di più e su quale è bene puntare per una content strategy su Twitter più performante.

Piattaforme come Sprout Social permettono di ottenere informazioni dettagliate sulle prestazioni delle campagne di marketing su Twitter, grazie a report, assistenza clienti, analisi della concorrenza e altro ancora previsti per chi utilizza questo tool.

E ora?

hastag su twitter per piccole imprese

Convertire su Twitter

Seguire queste otto best practice per un piccolo business può rivelarsi vantaggioso in termini di crescita.

D’altronde, è lo stesso Twitter a riportare che il 53% degli utenti attivi su questa piattaforma ha maggiori probabilità di convertirsi in cliente. Perciò vale la pena puntare su questo canale social.

A patto che sia in linea con gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la coerenza della brand identity.