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5 novità che hanno rivoluzionato l’universo social negli ultimi mesi (e di cui dovresti tenere conto)

  • Negli ultimi mesi la nostra vita è cambiata e il mondo digitale ha seguito questa evoluzione, in particolare con alcune importanti novità social.
  • Social commerce e lavoro sono al centro dell’attenzione delle grandi piattaforme, che cercano di supportare le aziende nella ripresa (e di ampliare il proprio mercato).

 

Il mondo dei social ha profondamente cambiato il nostro modo di fare acquisti, vendere, trovare lavoro e interagire sul web. Ma quali sono le novità che hanno avuto maggiore impatto negli ultimi mesi?

Ripercorriamole insieme.

Arriva Facebook Shops

Lo scorso maggio, in un momento di vero boom per l’eCommerce, Facebook scommette di portare online il maggior numero possibile di imprese locali colpite dal lockdown con Facebook Shops.

Il servizio nasce con l’intento di agevolare le aziende nella creazione di un negozio online a cui i clienti possano accedere sia su Facebook che su Instagram.

La creazione di un negozio su Facebook è gratuita. Le aziende possono scegliere i prodotti che vogliono inserire nel loro catalogo e poi personalizzare il look and feel del loro negozio con un’immagine di copertina e colori in linea con il brand. Questo significa che qualsiasi venditore, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal suo budget, può portare la sua attività online e connettersi con i clienti ovunque e in qualsiasi momento.

Facebook Shop

I clienti possono trovare i negozi Facebook Shops sulla pagina Facebook di un’azienda o sul profilo Instagram, oppure scoprirli attraverso storie o annunci. Da qui, è possibile sfogliare l’intera collezione, salvare i prodotti e fare un ordine – sia sul sito web dell’azienda che dall’app, se l’azienda ha attivato il checkout negli Stati Uniti.

Proprio come per un negozio fisico, per chiedere assistenza è sufficiente inviare un messaggio all’azienda attraverso WhatsApp, Messenger o Instagram Direct per fare domande, ottenere supporto, monitorare le consegne e altro ancora.

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Facebook acquisisce Giphy

Sempre a maggio, una grande novità social arriva da Facebook che acquista il popolare sito per la creazione e la condivisione di GIF, Giphy, per un prezzo dichiarato di 400 milioni di dollari, con l’intenzione di integrare la massiccia library di GIF con Instagram e altre applicazioni della casa madre Facebook.

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Il sito è uno dei più grandi siti di GIF su internet, che offre strumenti per creare, condividere e remixare questa tipologia di contenuti. Facebook si è già affidata alle API di Giphy per l’inserimento di GIF nelle sue applicazioni per anni: Instagram, l’applicazione principale di FacebookMessenger e WhatsApp funzionano già tutte con il servizio.

Sotto la sua nuova proprietà, Giphy vive come parte del team di Instagram, con l’obiettivo di rendere ancora più facile l’invio di GIF e adesivi nelle storie e nei messaggi diretti di Instagram.

“Le persone saranno ancora in grado di caricare GIF; gli sviluppatori e i partner API continueranno ad avere lo stesso accesso alle API di Giphy; e la comunità creativa sarà ancora in grado di creare grandi contenuti”, ha detto Vishal Shah, VP del prodotto di Instagram, in un post del blog che annunciava la notizia.

Numerosi servizi si affidano alle API del sito per la fornitura di GIF, tra cui Twitter, Pinterest, Slack, Reddit e altri ancora. Anche se l’annuncio di Facebook sembrerebbe indicare che questi servizi saranno ancora in grado di usare Giphy come fanno attualmente – almeno per ora – ci potrebbe essere un’ulteriore tensione con questi servizi, dato che molti di loro competono direttamente con Facebook.

Nasce TikTok for Business, la novità social prima della tempesta

A circa un mese di distanza dalla release di Facebook Shops, TikTok  lancia TikTok For Business, “una serie di soluzioni   pensate per offrire ai brand e alle loro direzioni marketing gli strumenti per creare storytelling creativi, in grado di coinvolgere la community di TikTok con il loro messaggio”, si legge nel comunicato di presentazione sul blog.

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Per i brand, la nuova piattaforma apre una finestra di opportunità interamente nuova per creare contenuti che parlano alle persone, invitando la community a unirsi alla conversazione e “a fare un TikTok”.

Il lancio di TikTok For Business nasce con l’intento di coniugare la creatività e la positività della community con soluzioni pensate per far crescere le aziende.

Sulla piattaforma è oggi possibile trovare e conoscere soluzioni, strumenti di misurazione e metriche, post di ispirazione, risorse e notizie utili per i brand.

Intanto la guerra di Trump alla piattaforma per i video brevi ha portato anche nuovi risvolti per l’azienda negli Stati Uniti, ma questa è un’altra storia.

LinkedIn lancia Open To Work

In un recente articolo del suo blog, il colosso di Microsoft lancia Open To Work, una nuova funzione dedicata a chi cerca lavoro.

“Attivando l’opzione, la tua foto profilo verrà aggiornata con una cornice verde denominata #OpenToWork, in modo che chiunque veda il tuo profilo sappia che sei aperto a nuove opportunità di lavoro”.

LinkedIn logo

Per aggiungere la cornice #OpenToWork, segui questi tre semplici step.

  • Clicca sulla tua foto profilo e seleziona l’opzione “Mostra ai recruiter che sei aperto al lavoro”
  • Inserisci le tue preferenze sulla posizione lavorativa che cerchi e la relativa categoria di appartenenza
  • Attraverso l’opzione “scegli chi può vedere che cerchi lavoro” decidi chi può visualizzare la tua disponibilità: solo i recruiter o tutta la comunità LinkedIn.

Novità social per far trovare la tua azienda su WhatsApp

Da luglio, le aziende possono contare su due nuove funzionalità per promuovere al meglio la propria presenza  sulla piattaforma.

Come?

Prima di tutto, creando il proprio QR code business e inserendolo sul packaging, le etichette dei prodotti, o i materiali promozionali relativi all’attività.

Come spiegato da WhatsApp:

In passato, quando le persone si imbattevano in un’attività che trovavano interessante, dovevano aggiungere il numero WhatsApp ai contatti prima di avviare una chat. Ora, possono semplicemente scansionare il QR code che l’azienda espone sull’insegna, sulla confezione prodotto o sulla ricevuta e contattarla”.

Inoltre, WhatsApp ha aggiunto i link al servizio catalogo, una nuova funzione che ha lo scopo di agevolare la condivisione delle schede prodotto aziendali tra i vari utenti.

“Da ora, per condividere un catalogo o un articolo è sufficiente copiare il link e inviarlo su WhatsApp o su altri social”.

L’evoluzione dell’azienda è già cominciata (e non ce ne siamo accorti)

  • La pandemia ha cambiato tutto: anche il modo di concepire il rapporto fra aziende e consumatori.
  • Quando parliamo di Purpose, parliamo di qualcosa di tangibile e sempre più determinante. Influenzerà il futuro del concetto stesso di “company”?
  • Le aziende, è ormai assodato, sono in tutto e per tutto delle piattaforme: cosa c’è dopo?

 

Preparing for the new reality. KPMG non poteva scegliere titolo più evocativo per presentare in un report uscito lo scorso giugno sui trend globali relativi al mondo retail, ovviamente frutto di un primo semestre dell’anno che ci ha portato a cambiare radicalmente il nostro percepito del mondo.

La società di consulenza svizzera isola quattro macrotrend che saranno al centro delle strategie di chi si occupa di retail:

  • l’implementazione dell’eCommerce come direzione strategica obbligatoria, in un mercato che ha dovuto confrontarsi con l’impossibilità a spostarsi;
  • la conferma del Purpose come driver indispensabile alla relazione con il consumatore;
  • il concetto di Profittabilità del business, che deve essere riconsiderato partendo dal presupposto che la riduzione dei costi non è l’unica soluzione per il mantenimento dei margini di guadagno;
  • la conoscenza dei consumatori, che dev’essere sempre più approfondita, garantendo la reperibilità della merce più che un vasto assortimento.

Distribuzione, valori, marginalità e modelli, offerta commerciale: era evidente che il COVID avrebbe impattato sul concetto alla base dell’idea di negozio, di distribuzione, anche di esperienza di consumo. Ma come questi fattori si intersecano fra loro, e perché, forse esula anche dalla pandemia stessa, aprendo a ragionamenti che sono più legati al mondo che il COVID-19 ha mostrato.

Prendiamo un altro aspetto: il modo di lavorare.

Per molte aziende il lockdown è stata l’occasione per sperimentare il lavoro da remoto: secondo Eurofound, il lockdown ha costretto al remote working il 40% circa dei cittadini europei. Un primo passo per aprirsi al mondo del lavoro agile, che è diventato anche nei mesi che hanno seguito il periodo di quarantena un tema di discussione non più rinviabile.

Allo stesso modo, sempre KPMG già a marzo parlava di un nuovo rapporto con il risk management, indicando come necessario per i CEO cominciare a concepire nelle proprie strategie di contrasto alle crisi anche gli scenari geopolitici e sanitari, facendo proprio un approccio data driven che sia sempre più a “trazione predittiva”.

Se con il virus riusciremo ad un certo punto a fare pace, grazie si spera ad una cura, con i suoi effetti dovremo far conto per anni, a tutti i livelli. Nelle aziende, ancor di più.

Da piattaforme a comunità

Diciamolo pure: per molti il lockdown è stata una specie di epifania.

Così come i dipendenti hanno capito -molti, almeno- che il loro lavoro poteva diventare veramente agile, in una nuova modalità che comprendesse flessibilità negli orari e nuovi KPI per la misurazione della propria attività, così i consumatori hanno cominciato a rivedere le proprie abitudini, privilegiando un approccio spurio al consumo, dove i grandi marketplace digitali venivano affiancati dal piacere di tornare fisicamente ad acquistare beni e servizi.

Torniamo per un attimo al Purpose, di cui si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi ma che già da diversi anni sta spingendo sempre più le aziende a interrogarsi sul quale sia la strada migliore per interpretare il proprio set valoriale.

Da un punto di vista strettamente narrativo, non può esistere un Purpose senza che ci sia una reale concretizzazione dello stesso sotto forma di esperienze, che devono essere tangibili e coinvolgenti per tutti gli stakeholder aziendali.

Che forma avranno le esperienze?

Il COVID-19 ha aiutato a ricalibrare le priorità, e conseguentemente le necessità e le aspettative dei consumatori. Secondo lo Spring Update del report 2020 Edelman Trust Barometer, ad esempio, si indica come il 64% degli intervistati indichino necessario un riequilibrio delle risorse fra componente “ricca” della società e la working class, mentre il 67% indica come sempre più importanti valori come la salute e l’istruzione.

Riferimenti che c’erano anche prima della pandemia, ma che semplicemente sembravano meno prioritari nelle agende delle persone. Stesso discorso per il Global Warming e i cambiamenti climatici, che stanno rapidamente salendo nella classifica poco edificante delle urgenze da risolvere: secondo la Banca dei regolamenti internazionali, saranno proprio loro a scatenare la prossima crisi finanziaria.

Ecco che allora le esperienze serviranno a rendere concreti propositi che necessariamente dovranno essere sempre più tangibili, condivisi e soprattutto distribuiti.

In altre parole, le aziende dovranno passare dal proporre visioni ideali e talvolta utopistiche a progettazioni reali che ne giustifichino l’esistenza anche da un punto di vista sociale, oltre che economico: le esperienze che proporranno saranno quindi il volano per il realizzo di essi.

Per questa ragione, da un sistema più legato alle logiche di piattaforma, stiamo vedendo evolvere il concetto di azienda verso una logica di community, in cui tutti gli stakeholders diventano parte integrante di un ecosistema dove a far da padrone è la co-creazione di senso, e in cui si lavora per un benessere diffuso e distribuito.

Un principio di narrazione transmediale in cui l’obiettivo è edificare un universo di marca incentrato sul Purpose, e dove le dimensioni spaziali e temporali che lo compongono siano condivise non solo da chi dell’azienda fa parte, ma anche da chi attraverso le proprie aziende le permette di esistere: i consumatori, prima di tutto.

Forse l’evoluzione che stiamo osservando non è così remota o inattesa: era evidente da tempo che i ritmi di crescita che l’umanità ha osservato nell’ultima metà del ‘900 siano insostenibili alla luce dei paradigmi di produzione e consumo che li hanno permessi.

Quello che è forse inatteso, ed è probabilmente uno dei pochissimi effetti positivi che la pandemia ha avuto, è stato capire che un altro futuro è possibile, dove le aziende lavorano strenuamente per generare profitto e, al contempo, benessere reale e duraturo per chi le sceglie -e non solo- nel tentativo di lasciare qualcosa di più che un semplice ricordo di marca. Dove il consumo può essere veramente sostenibile, e anche dove il lavoro deve andare in una direzione più “umana” e meno “meccanica”.

Probabilmente è una fase di transizione quella che stiamo vivendo, e non sappiamo dire quanto sarà effettivamente lunga e complessa: quello che però sembra chiaro è che all’orizzonte qualcosa è cambiato, e le aziende sono al centro di questo cambiamento.

Chi se ne renderà conto otterrà un vantaggio competitivo non secondario: perché è vero che si deve lavorare per un Purpose, ma è pur vero che questo si può e deve realizzare (anche) con un profitto.

Rebranding di luglio: Toyota, Nissan e la fusione di FCA e Groupe PSA

Rebranding di luglio: Toyota, Nissan e la fusione di FCA e Groupe PSA

  • Toyota svela una nuova identità visiva come parte del percorso aziendale verso un mondo sempre più digitale
  • Nissan si unisce a BMW e Volkswagen e sostituisce ufficialmente il suo emblema tridimensionale con un logo piatto e bidimensionale
  • FCA Group e Groupe PSA compiono un passo importante e annunciano la ragione sociale del nuovo Gruppo.

 

Una strategia di rebranding ha il potere di creare cambiamenti significativi in un’organizzazione allineando le percezioni del mercato, migliorando i processi e l’attenzione nei confronti degli stakeholder.

Dopo le riprogettazioni con loghi tridimensionali dall’effetto cromato, in stile anni ’80/’90, le case automobilistiche da Nissan a Toyota stanno tornando a un design piatto per mantenere coerenza nel mondo digitale.

Il rebranding di Toyota digital first

Toyota Motor Europe, come tanti altri marchi del settore automobilistico, punta su una riprogettazione “piatta” del suo logo. Toyota si unisce a un lungo elenco di case automobilistiche che hanno abbandonato il design 3D per un logo flat nel tentativo di modernizzare i loro marchi.

rebranding toyota

Il nuovo logo e il marchio, rivisitati dall’agenzia The&Partnership per la divisione Europa di Toyota, vedono il nome della casa automobilistica rimosso e il suo vecchio design 3D appiattito. Quel che rimane è un emblema 2D semplificato composto da tre ovali sovrapposti.

rebranding

Questo cambiamento, secondo The&Partnership e Toyota, si avvale del riconoscimento visivo del marchio tra i consumatori europei, significa che non è più necessario dichiarare chiaramente il nome per essere identificato.

I loghi bidimensionali semplificati si replicano meglio sugli schermi e in miniatura come sulle icone delle app, questo spinge i designer ad abbandonare i loghi tridimensionali che erano popolari tra le case automobilistiche negli anni ’80 e ’90.

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È la prima volta che la casa automobilistica giapponese lancia un nuovo logo dal 2005 ed è la prima volta che rinnova la sua identità visiva dal 2009.

Tuttavia, l’Head of Art di The&Partnership Dan Beckett non considera questa ondata di design piatto come una “tendenza”, ma piuttosto una soluzione pratica alla crescente questione della leggibilità in un momento in cui la digitalizzazione ha preso il sopravvento.

Realizzare loghi con un aspetto lucido e tridimensionale, vent’anni fa era abbastanza di moda. Soprattutto nel settore automobilistico dove i loghi dei marchi, per loro stessa natura, prendevano forma nel mondo reale attraverso oggetti argentati lucidi e incollati sui lati delle auto.

“Con l’avvento dei punti di contatto digitali del marchio, e in particolare dei piccoli schermi mobile, tutti quegli smussi e difficili sfumature hanno permesso che i loghi diventassero delle piccole macchie grigie, indistinguibili l’una dall’altra. Quindi non la vedo come una nuova tendenza, la vedo come la soluzione logica a un problema universale creato da una tendenza diversa” ha dichiarato Beckett.

Il marchio è stato commissionato per garantire “longevità in un mondo digitale”, oltre a mantenere la sua identità visiva in linea con l’espansione sui veicoli elettrificati, sulla vendita al dettaglio online e sui nuovi modelli di proprietà.

“Oltre a rimodernare il marchio, abbiamo anche cercato di dare una sensazione più premium mentre lavoravamo duramente per semplificare l’architettura del marchio e creare un sistema di progettazione che sarà scorrevole attraverso i punti di contatto di oggi e di domani. Toyota ha recentemente fatto grandi passi avanti nella progettazione del prodotto e volevamo davvero vederlo riflesso nell’identità visiva”, ha continuato Becket.

Il progetto di rebranding è stato avviato a luglio 2019 e ha coinvolto The&Partnership in collaborazione con Toyota Motor Europe per oltre un anno per creare un kit di strumenti online a cui accedere, per coloro che lavorano con il brand.

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Allo studio di design è stato dato un brief in quattro punti: essere lungimiranti, dare priorità al display mobile, garantire all’azienda un aspetto più “premium” e offrire coerenza in tutte le parti dell’azienda e dei suoi sotto-marchi.

Rebranding di luglio: Toyota, Nissan e la fusione di FCA e Groupe PSA

L’agenzia ha anche progettato una tipografia su misura, chiamata Toyota Type, sia per i formati digitali che fisici. Il font sans serif presenta una tavolozza colori monocromatica con un accento rosso come “cenno distintivo” per la casa automobilistica.

“Il design comunica semplicità, trasparenza e modernità”, si legge in un comunicato Toyota. “È perfettamente adattato allo spazio digitale ma ugualmente efficace nel mondo fisico”.

Questo nuovo carattere tipografico accompagna diversi cambi di nome nelle diverse aree di business di Toyota: “Toyota Insurance Management” diventa “Toyota Insurance Services” e “Toyota Plus” è stato ribattezzato in “Toyota Approved Used”.

rebranding

Il nuovo logo sarà distribuito su tutte le comunicazioni interne ed esterne del marchio in Europa, mentre l’attuale logo continuerà ad essere utilizzato sui veicoli Toyota.

Anche l’attuale segnaletica del rivenditore rimarrà inalterata, sarà rivista nella strategia Toyota 2025.

Nissan cambia identità visiva dopo 20 anni

Il marchio automobilistico giapponese Nissan ha aggiornato il suo logo all’inizio del mese di luglio: una versione piatta e più stilizzata del suo emblema precedente, che vantava un effetto rialzato e realistico.

rebranding nissan

Mentre il nome della società è rimasto invariato al centro, all’interno scompare la scatola rialzata, poiché il precedente aspetto del rettangolo sovrapposto su un cerchio è stato semplificato.

Il carattere è stato perfezionato, le lettere sono state allungate per creare uno spazio intermedio che offre un’estetica più pulita.

Rebranding nissan

Nissan ha debuttato con il nuovo logo sul SUV elettrico Ariya, tutti i futuri veicoli completamente elettrici del marchio presenteranno una versione illuminata del design.

È la prima volta in 20 anni che l’azienda cambia la sua identità visiva. L’ultima revisione aveva visto il marchio trasformarsi nella versione 3D.

Vi ricordate quando il logo era costituito da un cerchio rosso intercettato da una sezione rettangolare blu stampata con il nome Nissan?

La vecchia identità rappresentava la bandiera del Giappone

Il progetto di rebranding è durato tre anni. Il processo è stato avviato nel 2017 dal vicepresidente senior Nissan del design globale Alfonso Albaisa. Il brief prevedeva di aggiornare l’identità del marchio dell’azienda con qualcosa di “sottile, leggero e flessibile”.

“L’ispirazione nasce dalle scoperte della scienza, della tecnologia e della connettività. In che modo queste hanno apportato cambiamenti fondamentali per i clienti“, ha dichiarato Albaisa.

La necessità di illuminare il logo Nissan sui prossimi modelli completamente elettrici ha presentato al team sfide tecniche, tra cui la corretta valutazione dello spessore del contorno dell’emblema in modo che possa creare una finitura “nitida” quando illuminata, oltre a rispettare i regolamenti governativi.

Doveva anche mantenere la sua presenza audace quando non era illuminato, se utilizzato in modo digitale, su carta o dai concessionari.

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Il team ha iniziato il processo di progettazione in 3D, redigendo prima il badge del marchio illuminato, prima di svilupparlo in una forma 2D piatta per rappresentare il marchio su tutto il resto delle sue piattaforme.

“L’effetto complessivo della riprogettazione è una transizione da un aspetto industriale spigoloso a un aspetto raffinato, familiare e adatto al digitale”, ha affermato la casa automobilistica. “Il nuovo logo di Nissan simboleggia l’impegno dell’azienda a continuare a innovare per le nuove generazioni di clienti”.

Il logo apparirà anche nei concessionari. Sono state progettate quattro iterazioni del logo per adattarsi al meglio ai diversi scopi. Questi includono un logo bianco 2D e un logo nero 2D, nonché un logo bianco 3D con effetto ombra e un logo bianco 2D con ombra.

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STELLANTIS: il nome del nuovo gruppo formato da FCA e Groupe PSA

FCA Group e Groupe PSA compiono un passo importante e annunciano la ragione sociale del nuovo Gruppo.

In vista del completamento della fusione 50:50 come definito nel Combination Agreement annunciato il 18 dicembre 2019, Peugeot SA (“Groupe PSA”) e Fiat Chrysler Automobiles NV (“FCA”) annunciano che la ragione sociale del nuovo gruppo sarà Stellantis.

naming fca psa

STELLANTIS deriva da “stello” che significa “illuminato dalle stelle”. Trae ispirazione da questo nuovo e ambizioso allineamento di marchi automobilistici leggendari e forti culture aziendali che, riunendosi, stanno creando un nuovo leader nell’era della mobilità, preservando allo stesso tempo tutto il valore eccezionale costruito nel tempo dalle singole parti.

STELLANTIS combinerà la scala di un’azienda veramente globale con un’ampiezza e una profondità eccezionali di talenti, know-how e risorse in grado di fornire soluzioni di mobilità sostenibile per i prossimi decenni.

Le origini latine del nome rendono omaggio alla ricca storia delle società fondatrici, mentre l’evocazione dell’astronomia cattura il vero spirito di ottimismo, energia e rinnovamento alla guida di questa fusione che cambia l’industria.

Il processo di identificazione del nuovo nome è iniziato subito dopo l’annuncio dell’accordo di fusione. Il senior management di entrambe le società è stato strettamente coinvolto, supportato da Publicis Group.

stellantis

Il nome STELLANTIS verrà utilizzato esclusivamente a livello di Gruppo, come marchio aziendale. Il prossimo passo nel processo sarà la presentazione di un logo che con il nome diventerà l’identità del marchio aziendale. I nomi e i loghi dei marchi costituenti del gruppo STELLANTIS rimarranno invariati.

Il completamento del progetto di fusione dovrebbe avvenire nel primo trimestre del 2021, dopo l’approvazione da parte degli azionisti di entrambe le società nelle rispettive assemblee generali straordinarie e la soddisfazione dell’antitrust e di altri requisiti normativi.

Podcast revolution: raddoppia il consumo su Spotify

  • Spotify diventa leader nel mercato dei Podcast, con il 21% di abbonati.
  • La tendenza del momento è in crescita anche in Italia.

 

Le ore di ascolto di Spotify sono tornate allo stesso livello a cui erano prima della pandemia. La ripresa è stata più forte nelle aree in cui la diffusione del virus sembra rallentare e l’azienda ha anche dichiarato che il consumo complessivo e la crescita dei podcast sono più che raddoppiati.

Nonostante una perdita complessiva di 356 milioni di euro nel periodo del lockdown, il Wall Street Journal riporta che c’è stato un aumento degli abbonati paganti.

Nel complesso, Spotify ha detto che ora ha 299 milioni di utenti attivi mensili, con un aumento del 29 % rispetto all’anno scorso, mentre gli abbonati sono aumentati del 27% arrivando a 138 milioni.

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Spotify e la crescita dei Podcast

Una scommessa audace

Un anno fa Spotify ha fatto una scommessa costosa. Ha sborsato centinaia di milioni di dollari per entrare nel business dei podcast acquistando l’applicazione per la creazione di questo formato audio Anchor e la società di produzione Gimlet. Per un’azienda che in quell’anno non era ancora redditizia (in perdita di circa 200 milioni di dollari), è stata una mossa coraggiosa.

Quelle costose acquisizioni stanno cominciando a dare i loro frutti. Circa il 19% degli utenti attivi mensili di Spotify ascolta i podcast, in crescita rispetto al 16% dello scorso trimestre. L’azienda ha dichiarato di raggiungere 286 milioni di utenti attivi mensili, che si traduce in circa 54,3 milioni di ascoltatori di podcast.

Con l’arrivo della pandemia da Coronavirus, il consumo di podcast è cambiato immediatamente. Spotify ha notato un calo di ascoltatori che si sintonizzavano dalle loro auto o dai dispositivi indossabili. Questo probabilmente perché non erano più pendolari al lavoro. Nel frattempo, il tempo di ascolto intorno ad attività come cucinare e fare le faccende domestiche è improvvisamente aumentato. C’è stato anche un aumento dei podcast relativi al benessere e alla meditazione.

“Dai nostri dati emerge chiaramente che le routine mattutine sono cambiate in modo significativo”, ha detto l’azienda con la pubblicazione delle performance finanziarie trimestrale. “Ogni giorno ora sembra il fine settimana”.

Questo cambiamento improvviso non era qualcosa che l’azienda poteva prevedere e avrebbe potuto avere conseguenze preoccupanti. Il Chief Content and Advertising Business Officer di Spotify, Dawn Ostroff, ha detto però che il servizio di streaming sta diventando ancora più forte nonostante la pandemia:

Penso che una volta che le cose torneranno alla normalità e la gente tornerà a usufruire dei podcast in mobilità, le abitudini che si stanno formando ora resteranno, questo permetterà loro di avere ancora più tempo per consumare i podcast in tempi e modi diversi. Gli utenti di Spotify hanno ascoltato i podcast più tardi del solito all’interno della giornata e lo stanno facendo attraverso un maggior numero di dispositivi domestici come televisori e console di gioco.

“Quello che abbiamo visto attraverso la pandemia è che le persone stando a casa, ascoltano i podcast in gruppo”, ha detto Ostroff. “Ci è stato chiaro che ci sono reali opportunità nel consumo familiare.

Anche se i livelli di consumo sono tornati al pre-pandemia, i luoghi dove la gente ascolta Spotify sono ancora diversi. L’ascolto in auto resta inferiore rispetto a prima della pandemia, ad esempio, anche se, secondo quanto riferito, è in aumento.

Spotify e la crescita dei Podcast

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Spotify: il 21% degli ascoltatori ora lo usa per i Podcast

Il Wall Street Journal osserva che il numero di utenti attivi mensili che ascoltano i podcast ha visto un piccolo aumento dal 19 al 21%, ma la quantità di contenuti dei podcast consumati è più che raddoppiata.

Apple è stata a lungo il protagonista dominante nel consumo di podcast, ma Spotify è in aumento di popolarità tra gli ascoltatori. Ostroff ha detto che Spotify è “davanti a Apple” in più di 60 mercati e ha indicato i dati tracciati dalla società di tecnologia podcast Voxnest, mostrando che tra gennaio e maggio, i podcast di Spotify sono stati utilizzati più frequentemente di quelli di Apple in molti paesi come Canada, Germania, Francia, Messico e Spagna.

Il podcasting è sempre più il modo in cui le persone passano il tempo, cercando di educare se stessi, cercando di diventare più esperti in qualcosa, cercando di avere compagnia in un momento in cui sono costrette a stare sole.

Per Spotify, la crescita dei podcast è un’ottima notizia, anche se si tratta di una parte relativamente piccola del suo fatturato complessivo. L’azienda continua a fare grandi investimenti nel settore.

Il mese scorso infatti, ha firmato con uno dei podcast più popolari al mondo,The Joe Rogan Experience, per un accordo di licenza esclusiva pluriennale, dal valore di più di 100 milioni di dollari, secondo le indiscrezioni.

I podcast sono la tendenza del momento

La realtà dei fatti è che il mondo del podcast non è più un qualcosa di nicchia, ma sta ormai diventando una vera e propria tendenza. Spotify sta registrando un aumento nella creazione di podcast, con 150.000 nuovi podcast realizzati a marzo rispetto a febbraio. “Forse alcuni di quei produttori di podcast rimarranno e continueranno a creare contenuti anche dopo la ripresa della vita e torneremo a un’esistenza un po’ normale”, ha detto Ostroff.

Spotify e la crescita dei Podcast

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Anche in Italia finalmente il trend è in aumento

Il podcast è nato nel 2004 e da allora ha faticato ad imporsi nell’uso quotidiano della gente. In modo ancor più lento è cresciuto in Italia. Da un’analisi di Voxnest, in Italia a fine 2019 si è arrivati a consumare 160.000 ascolti quotidiani. Da uno studio di Nielsen per Audible, sono stati circa 12 milioni i fruitori nell’ultimo anno in Italia, e in costante aumento soprattutto nella fascia di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

Fino a quattro anni fa i podcast italiani più popolari erano soltanto repliche di programmi radiofonici. Adesso i produttori iniziano a creare prodotti specifici favorendo la crescita dei Podcast nel Bel Paese.

Per questo 2020 le previsioni parlano di una crescita davvero importante iniziata sicuramente nel periodo di lockdown, ma anche e soprattutto grazie all’aumento della pubblicità nel settore.

Non ci resta che aspettare che il boom avvenuto soprattutto negli Stati Uniti, possa verificarsi anche nel nostro paese. E voi? Siete già dei divoratori di podcast oppure no? E avete già ascoltato il podcast di Ninja dedicato a idee e business che cambiano il mondo con Mirko Pallera?

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Guida all’uso dei contenuti video per avere successo su Instagram

  • Lo storytelling che ogni brand ha l’occasione di costruire attraverso i propri canali social – e Instagram nello specifico – è quello su cui far leva per posizionarsi, distinguersi, rendersi riconoscibile e creare una rete di clienti (o di followere) davvero affezionati e coinvolti.
  • Instagram offre un range sempre più ampio di strumenti per creare video in modo semplice ma efficace: dai video in feed, alle Instagram Stories ai più recenti IGTV e Instagram Live.

 

Instagram, come sappiamo, è il social visuale per eccellenza: le fotografie e i contenuti video sono il cuore della piattaforma che fa del visual storytelling la sua cifra distintiva.

Basta dare un occhio alle statistiche – che consacrano Instagram come il social più utilizzato al mondo, con oltre un miliardo di utenti attivi ogni mese – per capire quanto sia fondamentale curare la propria content strategy.

“Content is king” è ormai diventato un ritornello che conosciamo bene, tuttavia anche il contesto ha la sua importanza. Se l’obiettivo principale di ogni contenuto è quello di interessare e coinvolgere il proprio target, diventa fondamentale definire al meglio il profilo del proprio cliente ideale – o le buyer personas – in modo da costruire delle storie ad hoc, che possano essere davvero di valore per lui. In questo modo, ogni singolo contenuto diventa un’opportunità, che va al di là dei numeri, al di là dell’engagement rate, delle conversioni e di tutti quelli che possono essere i KPI stanziati per una determinata campagna.

Lo storytelling che ogni brand ha l’occasione di costruire attraverso i propri canali social – e Instagram nello specifico – è quello su cui far leva per posizionarsi, distinguersi, rendersi riconoscibile e crearsi una rete di clienti (o di follower, alla peggio) davvero affezionati e coinvolti.

instagram stories come usarle

Non fare social, sii social

È questa la vera sfida che ogni brand presente online deve raccogliere. Essere social non significa limitarsi a essere presente sulla piattaforma o conoscerne il linguaggio, ma comunicare attraverso gli stessi strumenti nativi che il social mette a disposizione di tutti, brand e utenti privati.

Questa comunicazione flat, uno a uno, è l’entry point per conquistare la fiducia (e l’attenzione) degli utenti. La maggior parte delle persone presenti su Instagram oggi ha sviluppato un certo senso critico, per cui diffida di contenuti troppo patinati e artefatti, mentre strizza l’occhiolino a una comunicazione più autentica, che attinge alle funzionalità native di Instagram (Stories, GIF, sticker, …) per intrattenere e interagire.

instagram

Un canale Instagram particolarmente forte nella comunicazione uno a uno con i propri follower è quello del Saturday Night Live: la content strategy si basa fondamentalmente sul mostrare i dietro le quinte delle puntate e sulla pubblicazione di clip video in esclusiva.

In questo modo, non solo viene messo in risalto il lato umano – che non emerge all’accensione dei riflettori durante l’on-air della trasmissione televisiva – ma viene anche raccontato confidenzialmente e in modo inedito a tutti coloro che seguono il profilo. Questo tipo di comunicazione dà agli utenti l’illusione di poter accedere a contenuti a loro dedicati e sconosciuti ai più.

Del resto, la pratica del valorizzare i propri interlocutori facendogli credere di essere tra “i pochi eletti” che stanno per venire a conoscenza di un qualcosa che la maggior parte delle altre persone ignora, è già ben più che rodata. Ci basti pensare alla fortuna dell’influencer marketing che si basa esattamente su questo, sul consigliare prodotti, esperienze, stili di vita, come se fosse un segreto sussurratoci all’orecchio dal nostro migliore amico. Il fatto che gli influencer siano di fatto delle persone – come gli utenti – rende (o quantomeno rendeva ai suoi albori) questo “gioco” un po’ più credibile, tuttavia il segreto sta proprio nell’essere umani.

Umanizzare la comunicazione del proprio brand, rendendola anche meno curata nei dettagli ma più genuina, vi aiuterà a far breccia anche nel cuore dei più “scettici”.

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Video content is king

Il formato più performante per intrattenere, raccontare delle storie e creare empatia con il proprio pubblico è il video.

Instagram lo sa bene, infatti offre un range sempre più ampio di strumenti per creare video in modo semplice ma efficace – Instagram Stories, IGTV, Instagram Live.

instagram

Una volta definito il tipo di storia che vogliamo raccontare, sarà necessario seguire una serie di semplici consigli nella costruzione del nostro contenuto video in modo da renderlo il più performante possibile. Tra tutti quelli che potremmo citare, ci sono tre condizioni chiave che determinano il successo di ogni tipo di contenuto video su Instagram:

  1. Credi nel colpo di fulmine
    Sappiamo che la fruizione dei contenuti sui social è sempre più distratta e veloce, pertanto per conquistare l’attenzione degli utenti è necessario giocarsi tutte le proprie carte fin da subito. È fondamentale inserire nei primi secondi di video tutte le informazioni che intendiamo necessariamente trasmettere, facendo particolare attenzione a comunicarle nel modo più appealing possibile, al fine di invogliare l’utente a portare a termine la visione del video.
  2. Le parole contano
    La maggior parte degli utenti, quando guarda un video online, preferisce non abilitare il suono durante la visualizzazione. Per questo motivo un inserimento consapevole di sottotitoli e cartelli diventa di fondamentale importanza per trasmettere tutti i concetti necessari e creare quel pathos che senza sottofondo musicale o parlato si rischierebbe di non ottenere.
  3. Un obiettivo alla volta
    Gli utenti online dimostrano di prediligere decisamente contenuti brevi e d’impatto. Per questo motivo, è importante che il nostro video riesca ad andare dritto al punto, senza la pretesa di comunicare una serie di concetti nello spazio di un minuto circa, con il rischio di risultare incomprensibile e di non raggiungere neanche uno dei risultati desiderati. Pertanto, che si tratti di brand awareness o della promozione di un determinato prodotto o servizio, è importante definirlo a monte, delinearne il target e sviluppare, di conseguenza, un contenuto su misura.

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Ad ogni contenuto il suo formato video

Come detto in precedenza, Instagram ha colto la potenzialità del formato video e la sta sviluppando, giorno dopo giorno, mettendo a disposizione degli utenti sempre più feature per creare facilmente i propri social video. Partendo dal classico contenuto video caricato nel feed Instagram alle ormai celebri Instagram Stories, nuove opzioni di personalizzazione e nuovi formati si sono via via fatti strada attraverso il social, andando a soddisfare tutte le necessità dei creator in termini di customizzazione e durata.

Andiamo più nello specifico.

1. Video feed

La durata consentita è di massimo un minuto (superata la quale, il video verrà condiviso in IGTV) e il target principale sono i follower già acquisiti dal canale. Gli obiettivi di questi video sono molteplici – principalmente, parliamo di posizionamento di brand e promozione di prodotti e servizi, ma anche di engagement. Statisticamente , gli utenti guardano tra i 3 e i 10 secondi di video (considerando una media di 8 secondi di attention span), pertanto è da considerarsi fondamentale inserire il proprio logo fin dai primi frame.

2. Instagram Stories

Ogni frame ha una durata massima di 15 secondi e, anche in questo caso, è importante comunicare il messaggio di campagna il più velocemente possibile, per scongiurare la possibilità che l’utente possa stancarsi e passare alla Story successiva. Le Instagram Stories sono uno strumento di video marketing molto potente, poiché danno ai brand la possibilità di creare contenuti con i quali l’utente può interagire in modo attivo. È possibile chiamarli direttamente in causa attraverso sticker personalizzati (sondaggio, domanda, …) e guidarli a cliccare su un link o fare lo swipe-up verso una specifica landing page (es. direttamente sulla pagina di acquisto di un determinato prodotto). Pertanto, in particolare in relazione agli obiettivi specifici di conversione o traffico, le Instagram Stories si affermano come miglior formato disponibile da prevedere nelle proprie strategie.

3. IGTV

La più recente feature IGTV ci dà la possibilità di aggirare l’ostacolo delle limitazioni in termini di durata del contenuto, poiché è possibile caricare video fino a un massimo di 60 minuti. Parliamo, quindi, di una concezione più vicina a piattaforme con YouTube, che dà la possibilità ai creator di produrre contenuti più ricchi di argomentazioni e ai brand di veicolare web serie e, in generale, storytelling più articolati. Tuttavia, bisogna sempre considerare che, anche in questo caso, la maggior parte delle persone deciderà se guardare per intero il contenuto o meno entro i primi 15-30 secondi di contenuto. Anche in questo caso, bisognerà essere abbastanza creativi, da riuscire ad “agganciare” l’attenzione degli utenti fin dai primi secondi.

4. Instagram Live

Le dirette Instagram hanno dalla loro il potere del real-time. Inoltre, durante questi streaming, Instagram dà la possibilità agli utenti di interagire live, appunto, con il profilo in diretta. Per questo motivo, questo formato si sposa molto bene con il concetto di Q&A ad esempio, che dà la possibilità al brand di instaurare una relazione ancora più profonda con i propri follower e di soddisfare eventuali dubbi riguardo la propria realtà o i benefici che possono derivare dalla propria offerta. Altri spunti, dal punto di vista del contenuto, che trovano in questo tipo di formato video la loro migliore opportunità di espressione sono i tutorial (o, più in generale, le dimostrazioni), i behind the scenes e alcuni tipi di eventi, con l’obiettivo di ingolosire il target e spingerlo ad accedere alla totalità del contenuto, a pagamento (ad esempio acquistando il biglietto per una determinata performance artistica).

LEGGI ANCHE: Gli eventi diventano digitali, tra insidie e opportunità

Instagram Stories: perchè non devono mancare nella tua Social Media Strategy

Insomma, l’attuale panorama social offre molteplici strumenti e opportunità di contatto con il proprio target, Instagram, in particolare, si distingue dagli altri in questo senso. Secondo uno studio della Forrester Research, una conosciuta società di ricerche di mercato americana, Instagram genera un tasso di engagement 10 volte più alto di Facebook, 54 volte superiore a Pinterest e 84 volte superiore a quello di Twitter.

Se consideriamo questi dati alla luce del fatto che il formato video si afferma, a sua volta, come quello più in grado di attrarre e coinvolgere gli utenti, capiamo quanto è importante per i brand investire in strategie di Instagram marketing basate su contenuti video.

yescapa viaggiare in camper digital

Voglia di libertà e digitale: così questa estate non si rinuncia a viaggiare

  • Il digital è la parola chiave per l’industria del turismo: dopo il lockdown si ha voglia di libertà.
  • Un’estate 2020 alla ricerca di luoghi inesplorati e poco affollati!

 

Sicurezza. Questa è la parola chiave che le persone hanno scelto per le vacanze estive 2020, in un momento davvero particolare e inatteso, che ha ci ha costretto a rivedere abitudini e piani. Ma dopo i lunghi periodi di lockdown a livello globale c’è un sentimento che emerge con altrettanta forza: la voglia di libertà, che da sempre per l’uomo significa viaggiare.

Se per lo shopping le abitudini dei consumatori si sono dirottate sugli acquisti di prossimità nei piccoli negozi e sull’eCommerce, il digitale ci ha permesso anche di conoscere un nuovo modo di lavorare e avere relazioni sociali.

Ma con il periodo estivo alle porte anche per l’industria del turismo, il digital è diventato un tema chiave.

Messo da parte il viaggio come lo abbiamo conosciuto finora, si è tornati a parlare di turismo di prossimità: il turista torna a riscoprire il suo Paese e a ripartire dalle origini per esplorare il mondo.

Eppure questo non è l’unico modello scelto dai viaggiatori in questa estate 2020.

yescapa viaggiare in camper digital

Viaggiare digitale in sicurezza

Come dicevamo, la parola chiave è diventata sicurezza e nessun luogo oggi sembra esserci sicuro come casa. Ecco allora che c’è chi sceglie di partire “portandosi la casa dietro”.

Viaggiare in camper si delinea come la soluzione più sicura per le prossime vacanze estive: distanziamento sociale garantito e libertà di movimento assicurata, sono dati dalla possibilità di viaggiare e di sostare al di fuori dei circuiti turistici standard. In questo scenario d’eccezione dove l’attenzione alle regole sanitarie e sociali è di primaria importanza, i camper rappresentano una delle alternative di viaggio più interessanti.

Viaggiare digitale in camper

A confermarlo sono i dati registrati nel mese di giugno dalla piattaforma europea per la condivisione di camper tra privati Yescapa.

Dalla fine del lockdown la piattaforma, arrivata in Italia da due anni, ha quadruplicato il traffico degli utenti sul sito che, a partire dal 3 giugno, ha registrato un aumento del 150% di visite (circa 50mila visite a settimana), rispetto allo stesso periodo nel 2019, con richieste di iscrizione e di prenotazioni confermate sia da veterani del viaggio in camper, sia da chi ha scelto di provare l’esperienza “on the road” per la prima volta.

Record storici sono stati registrati nelle prime due settimane di giugno: se in Europa le prenotazioni confermate sono salite a 6.000 (+200% rispetto allo stesso periodo del 2019), in Italia le conferme hanno raggiunto un aumento del 120%, rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, con oltre 2.000 richieste nel mese di giugno.

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I neofiti del camper

Aumentano anche le iscrizioni di nuovi utenti che al momento della prenotazione si dichiarano alla loro prima esperienza in camper: giugno 2020 vede un incremento del 45% dei neofiti del viaggio itinerante, indicatore inequivocabile di come questa estate il turismo di movimento sarà la scelta per coloro che vorranno e potranno viaggiare entro i confini nazionali.

Grande incremento si registra anche sul versante dei nuovi veicoli iscritti al sito (+150%). Tra le motivazioni incentivanti si ritrovano sia la possibilità di ammortizzare le spese di manutenzione annuale del mezzo e ottenere una fonte di reddito complementare (oltre 200mila euro sono stati già versati ai proprietari italiani nel post-lockdown), sia la nuova copertura assicurativa che supera la limitazione dei 25 anni di età per i veicoli fino ad ora presenti sulla piattaforma.

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Destinazione Italia

È l’Italia e il turismo locale la scelta per il 99% dei prenotati sulla piattaforma di camper sharing: se nel 2019 il 46% del turismo in Italia era composto da stranieri che sceglievano lo Stivale come meta di vacanza, quest’anno il trend è determinato soprattutto da italiani che scelgono di restare entro i confini nazionali per sostenere l’economia locale ma anche per scoprire le bellezze del proprio territorio.

Milano, Torino, Roma e Napoli sono le città con il maggior numero di ricerche di veicoli che partiranno per il Sud Italia, le Isole (Sardegna e Sicilia) e le Dolomiti: queste le destinazioni maggiormente ricercate dagli utenti della piattaforma.

Il ritrovato turismo domestico di questa stagione estiva tenderà a viaggiare con più frequenza tra luglio e la fine di settembre, prediligendo weekend lunghi – da giovedì a lunedì – a discapito delle due settimane di solito considerate.

“Quest’estate sarà caratterizzata da una forte concentrazione di turismo domestico e il viaggio in camper, da sempre sinonimo di evasione e ricerca di libertà verso destinazioni poco affollate a contatto con la natura, risponde perfettamente a questa tendenza”, commenta Dario Femiani, country manager Italia di Yescapa.

Si parla oggi di undertourism, cioè quella modalità di viaggio contrapposta all’overturism, per cui i viaggiatori andranno a cercare posti inesplorati, poco affollati, “nuovi”. Una bella opportunità per quei comuni che ospitano borghi storici poco valorizzati o per spazi nella natura in cui organizzare attività di esplorazione.

Insomma un viaggio più consapevole per un viaggiatore più attento, perché in fondo: “Basta seguire la strada e prima o poi si fa il giro del mondo. Non può finire in nessun altro posto, no?”.

natale facebook insights

L’attesa del Natale per i brand inizia adesso: ecco gli insight di Facebook per prepararsi

  • Per i brand il periodo natalizio implica la possibilità di aumentare vendite e fatturato, soprattutto quest’anno.
  • Facebook ha lanciato nelle ultime settimane un centro di ricerca e pianificazione che offre un’ampia gamma di risorse e statistiche per supportare i professionisti di marketing.

 

Mai come quest’anno le aziende di tutto il mondo e con molta probabilità anche noi utenti, non vediamo l’ora che arrivi dicembre, per varie motivazioni. La prima è perché finalmente si chiuderà l’anno definito da molti “horribilis”, la seconda perché arriverà il periodo natalizio e con esso la possibilità di aumentare vendite e introiti che quest’anno hanno subito gli effetti del Covid-19.

E allora anche se questo è il momento di pensare alle vacanze, diventa fondamentale iniziare a pianificare con anticipo la migliore strategia per massimizzare le opportunità di business.

Secondo quanto pubblicato in un recente sondaggio condotto da Pinterest le persone nel mondo non vedono l’ora che arrivi il periodo delle vacanze natalizie e si augurano, pandemia permettendo, di poterlo vivere accanto ai propri cari e amici.

È difficile fare previsioni ma abbiamo tutti bisogno di qualcosa per guardare al futuro con ottimismo e dicembre sembra un obiettivo realistico per tornare alla normalità.

Anche Facebook ha lanciato nelle ultime settimane un centro di ricerca e pianificazione che offre un’ampia gamma di risorse e statistiche per supportare i professionisti di marketing nella pianificazione di campagne natalizie di successo.

Il primo importantissimo strumento messo a disposizione da Facebook è una dashboard interattiva per approfondire i dati statici, che consente di avere numerose informazioni sulle principali tendenze stagionali relative alle fasi di scoperta, ricerca e acquisto degli utenti nei diversi mercati mondiali.

Dati che rappresentano un ottimo spunto per pianificare le strategie di comunicazione e vendita di cruciale periodo dell’anno.

natale marketing

Un Natale (su Facebook) tutto da scoprire

Ottimi spunti e interessanti studi statistici possono essere consultati da una dettagliatissima guida che Facebook ha messo a disposizione di tutti.

Ecco alcuni dei dati che le aziende dovrebbero tenere presente per pianificare le campagne di marketing per Natale 2020.

Maggiore fiducia nell’eCommerce

La pandemia scoppiata a inizio 2020 ha forse segnato il momento di svolta per le vendite online in particolare nel nostro paese. Abbiamo finalmente visto prendere confidenza con gli acquisti online anche generazioni di utenti over 60, che precedentemente non avevano mai acquistato online, per timori di sicurezza o limiti di conoscenza.

A causa del COVID-19 molti consumatori anche nei prossimi mesi preferiranno acquistare prodotti online piuttosto che recarsi fisicamente in un negozio e cercheranno servizi convenienti e contact less capaci di garantire esperienze di acquisto sicure.

Secondo quanto riportato dal report fornito da Facebook, circa il 56% degli intervistati  globali vorrebbe effettuare acquisti online con la funzione click-and-collect, ovvero la possibilità di acquistare un prodotto online e ritirarlo in un punto fisico.

natale estate

Incentivare gli acquisti emozionali

Durante le diverse crisi economiche vissute negli ultimi 20 anni nel mondo, quello che diversi studi hanno evidenziato è che le persone tendono a cercare gratificazione nei momenti difficili concedendosi piccole coccole a prezzi accessibili.

facebook christmas insight

Secondo una ricerca condotta da Euromonitor tra il 2008 e il 2011 a seguito della recessione, le vendite per smalti per unghie erano cresciute di circa il 30% negli Stati Uniti e del 10% in Europa Occidentale.

Un’idea proposta da Facebook soprattutto nel periodo natalizio, potrebbe essere quella di partire da una domanda: cosa in realtà può permettersi di acquistare il mio acquirente in questo momento?

È abbastanza probabile che la tendenza a concedersi un bene di lusso accessibile sia più alta in questo periodo, poiché gli utenti sono maggiormente predisposti a concedersi regali per sé e per gli altri.

Come possiamo guidare gli utenti in questa scelta?

Facebook offre diverse opportunità: dalle inserzioni dinamiche che permettono di far vedere all’utente giusto, il prodotto giusto attraverso la visualizzazione automatica di prodotti che hanno trovato interessanti sul nostro sito, sull’app o altrove online.

Oppure altra importate opportunità è data dalle inserzioni in realtà aumentata che consentono agli utenti di provare in anteprima un prodotto prima di acquistarlo.

LEGGI ANCHE: Instagram Advertising: tutto quello che devi sapere per creare la tua prima campagna

Pianificare promozioni anticipate

L’emergenza sanitaria del COVID-19 ha avuto nei mesi passati un forte impatto sulle aziende e sulla forza lavoro a livello globale. Una recessione economica che molto probabilmente potrà avere effetti che si prolungheranno anche nei prossimi mesi. Tuttavia non tutte le persone ne verranno influenzate allo stesso modo.

Secondo quanto evidenziato dal report di Facebook, circa il 53% delle persone che sono state intervistate in tutto il mondo afferma che il COVID-19 avrà poco o nessuno impatto sulle loro finanze, mentre il 43% si aspetta che l’impatto sarà forte o addirittura drammatico.

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Per questo diventa fondamentale sfruttare la forza delle promozioni commerciali.

Quasi 1 su 3 degli intervistati a livello globale ha affermato di voler aspettare che i prodotti siano scontati prima di effettuare un acquisto. Sarà importante pianificare questi mesi per avere la forza di sfruttare al meglio giornate come il Black Friday o il Cyber Monday, oppure proporre promozioni costruite attorno al nostro brand, prima del periodo natalizio.

Accessibilità, autenticità, azione

Sicuramente più di ogni altro anno gli utenti saranno attenti al prezzo, alle promozioni e alle offerte, anche se questi erano aspetti che già consideravano anche prima della pandemia globale.

Un aspetto importante a cui tutti i brand dovranno dare sempre più maggiore importanza saranno la responsabilità sociale e l’autenticità.

Le persone vogliono sentirsi vicini alle marche e sono sempre più attente alle azioni che queste intraprendono sia online che offline. Sono sempre più curiose a scoprire il lato umano e se i brand riusciranno a comprendere i loro bisogni e i loro principi, le persone saranno orgogliose di supportarli e sostenerli.

Secondo quanto evidenziato dall’analisi di Facebook, gli utenti considerano ugualmente importante ricevere promo e sconti quanto contenuti veri, autentici e informativi.

LEGGI ANCHE: Investire su sostenibilità e responsabilità sociale oggi è ancora più importante per i brand

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Durante il COVID-19 diversi marchi hanno cambiato modo di comunicare, dialogare, coinvolgere i propri utenti, reagendo in maniera proattiva al momento di difficoltà.

Una media del 65% degli intervistati ha affermato che la risposta efficace di un marchio alla crisi, avrebbe sicuramente ripercussioni positive sulla possibilità di scegliere quel marchio in futuro.

Sicuramente il Natale 2020 sarà diverso rispetto alle precedenti vacanze natalizie, ma ci sarà sempre la stessa voglia di festeggiare, stare insieme e fare felici amici e familiari con acquisti e regali.

I brand però dovranno essere ancora più attenti a concentrarsi verso i valori che caratterizzano la loro marca, mostrando maggiore sensibilità verso i continui cambiamenti di questo periodo storico e riuscendo al tempo stesso attraverso nuove idee, nuovi formati e nuove forme di comunicazione ad ispirare le persone e a farle sentire vicino alla marca.

Week in Social: da Zuckerberg davanti al Congresso a Microsoft che vuole acquisire TikTok U.S.

Chi è già in ferie alzi la mano! Sì, quest’anno le abbiamo attese tutti con ansia, ma per chi è ancora attivo e nel pieno di piani editoriali e annunci estivi, c’è immancabile come sempre il nostro appuntamento con le news dal mondo dei social.

Partiamo subito con il recap!

Universo Facebook

Il CEO di Facebook ha testimoniato (di nuovo) davanti al Congresso degli Stati Uniti. Stavolta però lo ha fatto in compagnia di quelli di Apple, Amazon e Google, per una indagine della commissione antitrust.

“È estremamente raro che uno dei CEO dei giganti della tecnologia testimoni davanti al Congresso, per non parlare del fatto che in questo caso sono stati convocati tutti e quattro insieme”.

Zuckerberg ha difeso le acquisizioni di Facebook affermando che WhatsApp e Instagram non sarebbero sopravvissute se non fossero state acquisite. Zuckerberg ha inoltre definito il successo di Facebook come cruciale per mantenere gli Stati Uniti competitivi con la Cina. Intanto però emergono documenti nuovi e critici su ciò che accade ai tempi dell’acquisizione di Instagram.

Nel frattempo, comunque Facebook registra 100 milioni di utenti in più nel secondo trimestre. Nonostante l’impatto della pandemia, la società ha riportato una crescita del fatturato dell’11%, mostrando un costante aumento di iscritti e ricavi.

mark zuckerberg facebook

Facebook ha anche lanciato una serie di interessanti e nuove sessioni gratuite con il programma di formazione aziendale “Summer of Support” per capire come utilizzare al meglio Messenger, i gruppi di Facebook e altro ancora.

Instagram, infine, lavora a un nuovo modo per scegliere quali stories guardare. Mentre si guarda una story dovrebbe bastare tirare in giù lo schermo per visualizzare in sovraimpressione i contenuti precedenti e successivi a cui accedere.

Mondo Twitter

Retweet e citazioni dei tweet in counter separati. È l’ultima novità che potrebbe presto arrivare su Twitter, che punta così a rendere più accurata la visualizzazione delle interazioni con i post.

Il boicottaggio dei social intanto si è esteso anche a Twitter. Diverse celebrità del Regno Unito hanno partecipato a un’astensione di 48 ore dalla piattaforma dopo che questa non è riuscita ad affrontare adeguatamente i recenti commenti antisemiti.

Pianeta LinkedIn

LinkedIn aggiorna il suo processo di job matching. La piattaforma utilizzerà ora un nuovo modello di AI in grado di apprendere le competenze ricercate dai reclutatori sulla base dei candidati selezionati in passato.

LEGGI ANCHE: Come sostenere i dipendenti e rafforzare la presenza del brand su LinkedIn

LinkedIn logo

LinkedIn ha pubblicato anche una nuova guida per il recovery post-Covid. Per aiutare le aziende nella ripresa, il social prende in esame cinque aree chiave: dal brand building al media planning.

In breve

WeChat lascia l’India. La super-app cinese ha ufficialmente interrotto le operazioni nel Paese dopo essere stata bandita per i timori del governo sulla privacy.

Snapchat ha pubblicato un nuovo studio che mostra come le aziende possano allineare i loro sforzi di creazione di contenuti con questi cambiamenti.

testate giornalistiche tiktok

Microsoft è in trattative per acquistare TikTok negli Stati Uniti. La proprietà della piattaforma da parte della cinese ByteDance ha suscitato preoccupazioni nel governo Trump, che potrebbe anche vietare l’app.
Per il momento sta valutando altre opzioni.

Marco Mantovan Ninja Marketing Twitter

10+1 volte che Elon Musk ha davvero esagerato su Twitter

Immagina per un secondo di essere Elon Musk e di “ritrovarti” a capo di aziende come Tesla, SpaceX e NeuraLink.

Immagina di essere una delle persone più potenti del mondo e di comparire al 5° posto della classifica delle persone più ricche al mondo di Forbes, con un patrimonio di 74 miliardi di dollari.

Cosa fai, non lo pubblichi un Tweet ogni tanto?

La classifica è puramente casuale, sia in termini di pubblicazione che di miliardi di dollari di valore persi dalle sue aziende.

1. Elon Musk e la sua onestà

È nota la passione di Elon Musk per Twitter.

Tanto che lui in primis utilizza spesso la piattaforma per condividere immagini, video e GIF.

Marco Mantovan Tweet 1 Elon Musk

In risposta ad un suo Tweet del 2011, Musk sottolinea la sua “pazzia” quando utilizza la piattaforma.

I was always crazy on twitter fyi.

2. Può un Tweet valere 14 miliardi di dollari?

Sì, se ti chiami Elon Musk e dichiari che le azioni della tua azienda, Tesla, valgono troppo!

Marco Mantovan Tweet 2 Elon Musk

Questo Tweet ha fatto infuriare tutti gli azionisti, che hanno visto diminuire drasticamente il valore delle azioni di Tesla.

Molti piccoli azionisti hanno commentato il Tweet, anche in modo poco educato.

3. Elon Musk e Baby Yoda

Marco Mantovan Tweet 3 Elon Musk

Nessuno può negare il fatto che sia un genio, ma non per questo immune alla dolcezza di Baby Yoda.

– “Andremo su Marte” – “Ok bro”.

4. Elon Musk e la sua risposta al COVID-19

Dopo la dichiarazione di lockdown da parte del governo degli Stati Uniti, Musk ha cinguettato la sua disapprovazione.

Marco Mantovan Tweet Elon Musk 5

Successivamente ha predetto, in modo errato il susseguirsi della vicenda, dichiarando che “Probabilmente ci saranno quasi zero nuovi casi negli Stati Uniti, entro la fine di aprile”.

Non è mancato nemmeno un attacco alla CNN, che aveva dichiarato che i ventilatori promessi da Tesla agli ospedali, non erano ancora stati consegnati.

5. Brindiamo ai successi

Ha affermato di aver letto questa frase su una T-Shirt.

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Ma considerando i 610.000 like, possiamo affermare che l’audience abbia gradito!

6. La guerra ai monopoli di Elon Musk

Successivamente alla scelta di Amazon di non pubblicare un libro, il cui tema principale fosse il COVID-19, Elon Musk ha dichiarato: “Amazon dev’essere divisa in più aziende, i monopoli sono sbagliati”.

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Né Amazon e né Jeff Bezos hanno ancora risposto a queste dichiarazioni.

7. I dettagli fanno la differenza

Se ti stai chiedendo perché non hai un patrimonio di 74 miliardi dollari, io ti chiedo: ti sei mai interessato alle bandiere del Chad e della Romania?

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Lui sì!

8. Bombardiamo Marte!

Nel 2015, ospite ad un Late Show, Musk si è fatto “sfuggire” che l’unica soluzione per rendere abitabile il pianeta rosso è quella di bombardarlo con armi termonucleari.

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Nel 2019 ha ribadito la sua intenzione con un Tweet. Ora, SpaceX vende le magliette con la scritta “Nuke Mars”.

LEGGI ANCHE: Elon Musk svela Starship la navicella che ci porterà sulla Luna e su Marte.

9. Il mondo è un videogioco

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“Se la vita è un videogioco, la grafica è fantastica, ma la trama è confusa e il tutorial è troppo lungo”.

E se Elon Musk avesse ragione e noi stessimo vivendo una partita di The Sims?

10. Il Tweet sulla cannabis

Il 20 Aprile o 04/20, è una festa popolare per celebrare la cultura della cannabis.

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Ovviamente il tweet era uno scherzo, ma la SEC non è stata dello stesso parere, tanto da obbligare Elon Musk a pagare una multa di 20 milioni di dollari e di dimettersi per tre anni dal consiglio di amministrazione di Tesla.

10+1. Elon Musk compra Fortnite e lo cancella

Marco Mantovan Ninja Marketing 13

Musk dopo aver condiviso uno screen di un falso articolo, ha dichiarato: “Ho dovuto salvare questi ragazzini dalla verginità eterna”

Il tweet ha destato l’interesse di molti streamer famosi che hanno appoggiato in pieno la battuta.

Per restare al passo con le uscite del nostro “Tony Stark” ti consiglio di seguire il suo profilo Twitter.

testate giornalistiche tiktok

TikTok apre il suo algoritmo e sfida i concorrenti a fare lo stesso

  • In un post sul blog, il CEO di TikTok ha annunciato l’adozione di nuove misure per consentire a tutti di accedere agli algoritmi che utilizza.
  • Il momento della notizia è significativo. Facebook, Google, Apple e Amazon hanno affrontato proprio ieri il panel antitrust del Congresso e anche TikTok è stata menzionata durante l’audizione.

 

TikTok vuole essere trasparente. Deve farlo, più che mai ora, per evitare la chiusura di molti, troppi mercati a livello globale.

L’azienda ha per questo annunciato l’adozione di nuove misure per consentire a tutti di accedere agli algoritmi che utilizza per ordinare e condividere i video degli utenti, e permetterà agli esperti di “osservare le politiche di moderazione in tempo reale”.

In un post pubblicato mercoledì sul blog, il CEO di TikTok, Kevin Mayer, ha detto che i recenti cambiamenti hanno messo la società “un passo avanti rispetto al settore” e ha sfidato i rivali a seguirne l’esempio. “Riteniamo che la nostra intera industry debba essere tenuta ad uno standard eccezionalmente alto”, scrive Mayer. “Ecco perché crediamo che tutte le aziende dovrebbero rivelare i loro algoritmi, le politiche di moderazione e i flussi di dati alle autorità di regolamentazione. Non aspetteremo che arrivi la regolamentazione, ma TikTok ha invece fatto il primo passo lanciando un Centro di Trasparenza e Responsabilità per la moderazione e le pratiche sui dati”.

LEGGI ANCHE: TikTok lascia Hong Kong: ecco cosa c’è da sapere se fai marketing

tiktok ceo

In anticipo sui competitor (mentre Facebook è davanti al Congresso)

Il momento della notizia è significativo. Facebook, Google, Apple e Amazon hanno affrontato proprio ieri il panel antitrust della House Judiciary, e anche se TikTok non è tra le aziende che si trovano ad affrontare lo scrutinio del Congresso, è stata menzionata durante i lavori. Nelle passate apparizioni, Mark Zuckerberg ha indicato TikTok come un esempio di concorrenza all’interno dello spazio delle applicazioni social e usato l’azienda come una dimostrazione del perché le aziende tecnologiche americane devono essere libere di contrastare l’ascesa della Cina.

Nei commenti pubblicati ieri, il CEO presenta la competizione tra Facebook e i suoi rivali stranieri come una battaglia ideologica.

“Crediamo nei valori – democrazia, concorrenza, inclusione e libera espressione – su cui si è costruita l’economia americana”, ha scritto Zuckerberg. “Molte altre aziende tecnologiche condividono questi valori, ma non c’è garanzia che i nostri valori vinceranno”. Ad esempio, la Cina sta costruendo una sua versione di internet incentrata su idee molto diverse, ed esporta la sua visione in altri Paesi.

Mayer risponde a questi commenti nel suo post sul blog, dicendo che vuole concentrarsi sulla “concorrenza leale e aperta” piuttosto che affrontare “gli attacchi maligni del nostro concorrente – cioè Facebook – travestiti da patriottismo”.

Le argomentazioni di Facebook, tuttavia, troveranno certamente un orecchio comprensivo al Congresso. I politici statunitensi hanno infatti messo in guardia da mesi sui pericoli dell’influenza di TikTok, e l’amministrazione Trump si è spinta al punto di suggerire che potrebbe esserci un divieto.

Questa pressione ha messo TikTok in una situazione difficile, ed è per questo che l’azienda sta aprendo i suoi algoritmi e le sue politiche di moderazione. Permette all’azienda di contrastare le affermazioni che censurano i contenuti per compiacere il governo cinese, una delle critiche preferite dai politici statunitensi. Inoltre, la società rimette l’onere della trasparenza su Facebook, che ha ricevuto moltissime critiche per la gestione delle sue policy.