• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Amazon, Facebook, Apple e Google: i quattro titani del Tech interrogati dal Congresso

    La commissione si sta avvicinando alla fine di un anno di indagini per stabilire se le aziende hanno un controllo eccessivo sul mercato

    30 Luglio 2020

    • I CEO di Apple, Amazon, Facebook e Alphabet, la società madre di Google, hanno testimoniato ieri davanti alla commissione antitrust del Congresso degli Stati Uniti.
    • È estremamente raro che uno dei CEO dei giganti della tecnologia testimoni davanti al Congresso, per non parlare del fatto che in questo caso sono stati convocati tutti e quattro insieme.
    • La commissione si sta avvicinando alla fine di un anno di indagini per stabilire se le aziende hanno un controllo eccessivo sul mercato o se hanno utilizzato pratiche anticoncorrenziali e utilizzerà queste testimonianze per completare la sua indagine.
      I CEO delle quattro società Tech più importanti – tra cui due degli uomini più ricchi del mondo – si sono presentati ieri davanti al comitato antitrust della Commissione giudiziaria della Camera. Il CEO di Amazon Jeff Bezos, il CEO di Apple Tim Cook, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg e Sundar Pichai , il CEO di Alphabet. Tutte insieme le quattro multinazionali hanno un valore superiore ai cinquemila miliardi di dollari. La commissione ha interrogato i CEO di Apple, Google, Facebook e Amazon in una storica indagine della Camera. Nell’audizione mancava Microsoft, anche se solo pochi giorni fa in Europa era stata accusata da Slack proprio di bloccare la concorrenza.

    Cosa è successo

    Il CEO di Amazon Jeff Bezos, il CEO di Apple Tim Cook, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg e Sundar Pichai di Alphabet (società madre di Google) hanno testimoniato nell’ambito di un’indagine in corso da parte della sottocommissione antitrust della Camera, per verificare se le aziende tecnologiche hanno usato il loro controllo del mercato per contrastare in modo sleale i concorrenti e per difendere le proprie posizioni. L’udienza ha avuto luogo in un’atmosfera distopica, poiché più di una dozzina di commissari hanno affrontato i quattro titani tecnologici, i cui volti sono stati proiettati su grandi schermi nella sala d’udienza. Zuckerberg, Pichai, Cook e Bezos sono stati interrogati su una miriade di argomenti, dalle pratiche anticoncorrenziali alla sicurezza degli utenti fino all’acquisto di piccole aziende per eliminarne la possibile concorrenza. Ma non è finita qui, perché ci sono state anche domande sul ruolo della Cina. Il Congresso, che era stato accusato in altre udienze come quella per Cambridge Analytica di “inettitudine tecnologica”, ha condotto questa audizione senza problemi. Zuckerberg ha difeso le acquisizioni di Facebook nei suoi commenti preparati, affermando che WhatsApp e Instagram non sarebbero sopravvissute se non fossero state acquisite. Zuckerberg ha inoltre definito il successo di Facebook come cruciale per mantenere gli Stati Uniti competitivi con la Cina. Pichai e Cook hanno adottato approcci simili nelle loro difese di Apple e Google, ed  entrambi hanno sottolineato che le loro aziende hanno affrontato la concorrenza in quasi tutti i settori e hanno sostenuto di aver creato piattaforme che consentono alle startup più piccole di raggiungere un pubblico più ampio. Bezos ha ripetutamente definito Amazon piccola accanto a concorrenti come Walmart (Amazon controlla la maggioranza del Retail online, ma non la vendita al Retail totale), sostenendo allo stesso tempo che le dimensioni di Amazon sono necessarie per mantenere in funzione l’economia online perché “così come il mondo ha bisogno di piccole aziende, ha bisogno anche di grandi aziende”.

    Fine di un’era?

    Prima ancora che l’udienza iniziasse, il senatore Bernie Sanders richiamava a “rompere la Big Tech” e il presidente Trump minacciava un ordine esecutivo. In effetti Trump ha già firmato un ordine esecutivo che minaccia di penalizzare Twitter dopo aver controllato i suoi tweet. Una parte del Congresso degli Stati Uniti guarda ormai la Silicon Valley con sospetto. E quello che è andato in scena è l’inizio di un processo che però probabilmente porterà a nuove regole nel mondo del digitale a livello globale.