Una nuova selezione di tool digitali per alleggerire le incombenze quotidiane e renderle più smart.
Tra le scelte di questa settimana, un utile tool per inserire colonne sonore mirate alla meditazione e alla concentrazione. Sarà possibile associare ai nostri video e alle presentazioni file audio con licenza commerciale.
Tra le necessità della vita in ufficio, può essere necessario dover prendere appunti in fretta, magari da un video in lingua inglese, che non mastichiamo perfettamente. Anche per questo, oggi vi offriamo una soluzione.
Seguiteci in questa rassegna degli strumenti digitali selezionati per voi dai Ninja.
Per trasformare la tua routine mattutina in un flusso audio guidato passo dopo passo, parti da Autopilot: allenamento, gratitudine, obiettivi. Modifica queste attività o crea le tue per costruire la tua mattina perfetta grazie all’app gratuita.
Stop ad appunti e trascrizioni
Se non hai tempo per prendere nota durante riunioni e meeting, o se non sei esattamente un asso con l’inglese, Wordcab viene in tuo aiuto creando automaticamente riassunti dettagliati e in linguaggio naturale. Puoi anche condividere tutto con gli altri partecipanti.
Il tool per trovare tool
Soprattutto nella ottimizzazione per i motori di ricerca gli strumenti giusti possono fare la differenza. Per trovare quello che fa esattamente per te, puoi usare SEO Toolbelt. Una lista filtrabile di oltre 200 strumenti SEO, creata da esperti del settore e continuamente aggiornata.
Gantt davvero funzionali
Pur essendo uno degli strumenti di supporto alla gestione dei progetti più utilizzato nelle aziende, non sempre questo diagramma con compiti e tempistiche riesce ad essere di aiuto. Per farlo diventare davvero efficace, c’è monday.com, una piattaforma visuale e flessibile da provare subito.
Rilassati: ecco la raccolta che fa per te
Inserire una colonna sonora adeguata alle nostre produzioni video può diventare una vera impresa, soprattutto considerato che bisogna tener conto di permessi di distribuzione dei file audio.
La scelta di un tema rilassante adatto anche per la meditazione, può essere una valida alternativa. ZENmix mette a disposizione una raccolta di file sonori per migliorare focus e concentrazione sull’obiettivo. Il tutto, con licenza d’uso commerciale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/digital-tool-della-settimana-1.jpg8151448Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2021-05-08 16:00:382021-05-10 16:23:26SEO Toolbet, Face Generator e Autopilot: i digital tool della settimana
Una rivoluzione delle abitudini di consumo. La pandemia, infatti, ha radicalmente modificato il settore dell’eCommerce che, per la prima volta nella storia italiana, non incrementa il fatturato, ma si impone come fenomeno sociale, con circa 3,2 milioni di nuovi utenti, fidelizzazioni e federazioni tra aziende e piccoli player del mercato.
È quanto emerge dal report E-commerce in Italia 2021 prodotto dalla Casaleggio Associati presentato in diretta streaming.
I dati più evidenti relativi alle vendite online, evidenziati dalla 15esima edizione della ricerca, registrano una lieve flessione del fatturato totale. Dopo anni di crescita, nel 2020 il valore in Italia è stimato in 48,25 miliardi di euro, con una decrescita del -1% sul 2019. Crollano i settori prima trainanti, come Turismo (-58%) e gli Spettacoli (-9%), mentre è in crescita il settore del Tempo Libero, che rappresenta il 48% del fatturato: in particolare il gioco online, l’hobbistica e lo sport, ma anche Centri Commerciali (+36%), Assicurazioni (+6%), Alimentare (+63%), Elettronica (+12%), Moda (+12%).
“La pandemia ha provocato una fortissima accelerazione nelle vendite online. Il calo di fatturato è in assoluto la notizia di questo rapporto, sebbene si tratti di una decrescita minima del -1% rispetto all’anno precedente – sottolinea Davide Casaleggio, CEO e Partner della Casaleggio Associati, durante l’intervista in streaming – Questo perchè uno dei settori più forti del dell’eCommerce italiano, il turismo, ha perso oltre il 58%, incidendo sul fatturato complessivo. Dall’altra parte abbiamo riscontrato 3 milioni di nuovi clienti italiani che non avevo mai acquistato online e che lo hanno fatto per la prima volta nel 2020. Una clientela che è andata consolidandosi in modo routinario. Tutte queste persone non torneranno più indietro. Se il 2020 è stato l’anno dell’accelerazione, il 2021 porterà un assestamento, per poi registrare una svolta nel 2022”.
Incremento dei potenziali clienti: 3,2milioni di nuovi utenti in Italia (il 5% della popolazione italiana)
La diffusione dell’online nel mese di dicembre 2020, infatti, ha raggiunto quota 74,7%, + 4,7% rispetto all’anno precedente e un totale di 3,2 milioni di nuovi utenti. Un dato importante che ha interessato le aziende che hanno visto ampliarsi il potenziale bacino di vendita in rete. Non stupisce l’incremento del 50% di nuove aziende che si dedicano al commercio online. Il 68% delle aziende intervistate da Casaleggio Associati ha dichiarato che il 2020 si è chiuso con un incremento del fatturato, solo il 20% ha perso terreno mentre il 12% è riuscito a mantenerlo stabile.
Il rapporto, realizzato mediante l’elaborazione di studi e ricerche di mercato, articoli di attualità ed esperienza sul campo di Casaleggio Associati, nonché attraverso una survey online e interviste di approfondimento con alcuni dei principali operatori, analizza i nuovi scenari innovativi eCommerce.
Alfabetizzazione eCommerce: il risvolto digital della pandemia
Nell’edizione 2021, però, l’eCommerce si delinea come fenomeno sociale, con la pandemia che diventa veicolo di l’alfabetizzazione e trasformazione digitale: infatti, se oltre 300mila punti vendita fisici sono stati chiusi nel 2020, nuove 85mila partite iva che si fondano sui processi innovativi sono nate, in un’integrazione sempre più forte tra spazio fisico e digitale (si immagini ai QRcode per i menù, inimmaginabili in fase pre-pandemica). L’intensificazione, inoltre, della customer experience e del social commerce, mentre il customer journey (l’interazione tra consumatore ed azienda) diventa sempre più integrata fisico-digitale.
L’Italia si inserisce tra i trend internazionale, con alcuni settori che hanno beneficiato di più del 2020 vediamo come gaming, il settore del tempo libero (a prescindere però dagli spettacoli che hanno subito un una grave crisi generale), delle scommesse e degli hobby. Forte crescita per lo sport, mentre al secondo posto per la prima volta i centri commerciali con una crescita del fatturato del 21% rispetto all’anno precedente, conquistando la posizione per anni trainante del turismo (-58% del fatturato rispetto al 2019 rappresentando l’11% del fatturato globale dell’eCommerce in Italia). Crescita anche per la cura della casa (+39%) e arredamento (+24%) condizionati dal lockdown e dall’essere costretti in casa.
Davide Casaleggio, Presidente di Casaleggio Associati
Il sorpasso della digital advertising
Si impone, inoltre, il digital advertising su quello tradizionale. “Nel 2021 assistiamo ad un sorpasso del Digital Advertising rispetto all’advertising tradizionale –sottolinea Davide Casaleggio durante la presentazione del rapporto– Le aziende ovviamente devono riuscire a integrare il comportamento d’acquisto e l’identità del brand attraverso i vari canali, rendendo disponibili online tutte le informazioni utili al consumatore, qualunque sia il punto di contatto”.
Acquisizioni e federazioni dei piccoli player italiani dell’eCommerce
Di fronte al boom delle vendite online le aziende hanno dovuto riorganizzarsi e trovare il modo di posizionarsi sul mercato. Nel corso dell’ultimo anno ci sono state diverse acquisizioni in ambito e-commerce, sia in Italia che all’estero, spesso mirate ad espandere il proprio canale online in ottica di omnicanalità (per esempio Nestlè ha comprato Freshly, mentre Campari ha acquisito Tannico).
“Abbiamo voluto identificare alcuni trend che hanno caratterizzato il 2020, che probabilmente vedranno un susseguirsi di evoluzioni anche durante il 2021 – continua Davide Casaleggio – Il primo fra tutti è quello delle acquisizioni. Le economie di scala sono diventate sempre più importanti per garantire un servizio e per avere una capacità contrattuale superiore rispetto agli operatori logistici, di pagamento e tutti gli altri fornitori per sostenere l’attività eCommerce. È sempre più importante un’integrazione dei vari player. Già realizzate delle acquisizioni di fatto. Nelle ultime settimane abbiamo sentito dei rumors sulla questione Esselunga con interesse da parte di Amazon per cui continuano a susseguirsi le voci. Nel consolidamento del dell’eCommerce in Italia, occorre porre attenzione a tutelare il mercato anche italiano, perché gli operatori con maggiore disponibilità economico-finanziaria arrivano spesso dall’estero: questo ha favorito il modello federativo tra i piccoli operatori”.
Nel 2020 e nella prima parte del 2021 numerosi player si sono aggregati nel modello della federazione o corporazione, talvolta anche in modalità cooperativa, creando piattaforme e brand che consentono di presentarsi sul mercato con maggiore forza. Questo modello consente agli esercizi di prossimità di essere presenti online, anche laddove gli sforzi individuali non lo consentano, di ottimizzare la presenza, il marketing, la comunicazione e la gestione logistica. Un modello che ha consentito a diverse aziende di resistere e prosperare in un momento di difficoltà, e di contrapporsi, almeno in parte, all’avanzata dei marketplace.
Amazon è il Marketplace più utilizzato dalle aziende italiane
Dalle interviste è emerso che il 45% delle aziende vende sul marketplace, mentre il restante 56% non utilizza questi canali. Per il 32% delle aziende che vendono utilizzando marketplace, questi incidono meno del 10% sul fatturato. Per il 19% delle aziende incide dall’11 al 25%, il 17% parla di un incremento tra il 26 e il 50% mentre per un altro 17% l’incidenza è tra il 51 e il 75%. Il 15 % ha un’incidenza maggiore al 75%. Amazon è il marketplace più utilizzato dalle realtà italiane (38%), seguito da Ebay e Facebook Marketplace.
“Se i marketplace rimangono la prima scelta delle aziende italiane – continua Casaleggio – va sottolineato come la modalità di federazione abbia portato alla creazione di Local Marketplace grazie alla riscoperta da parte dei consumatori dei negozi di quartiere”.
Questa nuova modalità di acquisto induce la riflessione su un tema strategico per il futuro del Paese: la logistica e le infrastrutture.
“L’incremento del servizio ha portato a una saturazione del settore – spiega il CEO Casaleggio – Le spedizioni generate dall’eCommerce durante il lockdown sono aumentate del 103% e del 68,5% nel post lockdown. Questo ha portato a grandi investimenti da parte dei privati ma anche a un mancato riconoscimento della shipping neutrality, ossia la garanzia dello stesso trattamento da parte degli operatori della logistica e delle spedizioni nei confronti di tutti i player eCommerce. Chi, infatti, ha le migliori economie di scala può permettersi di negoziare con i fornitori e avere e garantire un miglior servizio al cliente finale e quindi un agreement migliore rispetto ai piccoli player”.
Sostenibilità e relazione con il cliente tra i trend 2021
Tra i trend 2021, altro tema in forte emersione è la sostenibilità: molte aziende, anche attraverso la sensibilità dei clienti finali, hanno fatto trasformare molti servizi legati al packaging o al prodotto stesso in funzione della sostenibilità, garantita da parte del produttore o del del rivenditore
Infine la relazione con il cliente, tradotta in un potenziamento di tutti quegli aspetti che hanno rafforzato integrazione fisica e digitale attraverso l’utilizzo ovviamente degli strumenti digitali, le caratteristiche dei prodotti. È molto importante la fidelizzazione: “I costi ovviamente sono molto sollevati. Quindi è ovvio che ogni nuovo cliente conquistato va di conseguenza anche mantenuto”, aggiunge il Ceo Davide Casaleggio.
“Nel 2020 tanto le aziende quanto gli utenti hanno spinto maggiormente sul social commerce ed è un tendenza che si rafforzerà – spiega Luca Eleuteri, co-founder di Casaleggio Associati -Coinvolgere gli utenti portandoli all’acquisto e trasformandoli in ambassador di un prodotto, in una piattaforma ricca di distrazioni come quella del social media, non è così banale”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/ecommerce-1.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-05-07 18:42:582021-05-09 09:10:46eCommerce in Italia 2021: cala il fatturato, 3milioni nuovi utenti. Il report
Il Digitale Agile si basa sul concetto di trasformazione digitale ed è la conseguenza pratica di cosa si intende, ad oggi, per Digital Transformation dal punto di vista del team di Digital Marketing.
Il primo punto certo su cui poter discutere è certamente l’innovazione continua come necessità nel Digital Marketing. Se non ci si innova, si perde il contatto con i prospect, lead e client.
Il cambiamento deve avvenire a partire dal modello di business, dalle procedure, dalla modalità di lavoro condiviso, dal continuo avvicendarsi tra aziende e dalla capacità di misurazione nel tempo.
Soltanto così avremo il potere di creare, apprendere e rilanciare tutte le iniziative digitali della nostra azienda e farci guidare al meglio.
Il problema comune è la risposta rapida che dobbiamo essere in grado di dare ai cambiamenti del mercato e alle esigenze dei clienti. La soluzione è fare Digital in modo diverso.
Da Agile Software ad Agile Marketing
La definizione di Agile Marketing, prende in prestito la formula e fa riferimento alla gestione dei progetti dedicati all’ambiente softwarista “Agile Software development”, in uso dal 1957, ma effettivamente in auge dagli anni ’70 grazie all’accelerazione dell’informatica di quell’epoca. Non solo, “Agile” strizza l’occhio al Metodo Lean, filosofia e metrica di lavoro applicata da Toyota negli anni ’50, che, nel periodo tra gli anni ’80 e il 2000, viene esteso al Six Sigma: una delle prime modalità di lavoro basate sul data-driven.
Il manifesto dell’Agile Development si serve di 4 punti che si sposano con le attività di natura digitale e, di riflesso, con le attività Marketing, e sono i seguenti: 1) Individua le interazioni nei processi e nei tool che utilizzi.
2) Utilizza software funzionanti con una documentazione omni-comprensiva e verticale: dalla funzionalità espresse, agli obiettivi imprenditoriali.
3) Customer collaboration: collabora con i clienti per migliorare.
4) Rispondi al cambiamento in riflesso ad un piano prestabilito e di risposta al mercato.
Tecnologicamente, il metodo Agile nei software viene utilizzato con diverse metodologie definite Scrum, WaterFall e così via, che dovrebbero essere inglobate e utilizzate nella attività esecutive digitali. In sintesi, “Agile” è un insieme di principi, documentati nel suo manifesto, che si sono diffusi anche in altre funzioni e altri aspetti delle imprese moderne.
Una trasformazione Agile prevede di fornire funzioni all’intera organizzazione, con l’obiettivo di adottare dei principi snelli (agili, appunto) coltivando coinvolgimento e collaborazione.
Cosa caratterizza l’Agile Marketing
Se applicato correttamente, il Digital Marketing in versione Agile fornisce un valore immenso agli utenti finali ed è l’apripista su ciò che viene definito il Digital Marketing Ibrido, dove il team Marketing si incontra finalmente con il mondo della Marketing Automation. Vediamo insieme i punti chiave.
Cambio di mentalità
Il primo passo è cambiare mentalità grazie alla possibilità di automatizzare l’intera filiera marketing, dall’uso di email marketing passando per le campagne adv, lead scoring, lead acquisition, lead generation, bot. Il team marketing è troppo spesso sopraffatto dalle continue e incessanti moltitudini di operazioni nelle quali non è più possibile mantenere il pieno controllo. Il cambio di mentalità consiste quindi nel comprendere l’aiuto delle macchine e dei software che possono operare per noi nei task che ad oggi risultano infinitamente ciclici e manuali; quante e quali attività di Marketing possono essere ridefinite, ricontrollate e agevolate dalle automazioni, dove la macchina può ricontrollare e ritornare al principio verificando ogni singolo cambiamento.
La sperimentazione continua
Ogni azienda è diversa e ha i propri obiettivi. Ma tutte le aziende hanno in comune un’esigenza “verticale”: ridurre i costi migliorando i margini operativi. Questo risultato è raggiungibile in modo naturale nel marketing e in tutti quei settori che ci permettono di migliorare i processi. Il marketing è continua sperimentazione, controllo, lettura dei risultati, rimodulazione delle attività. Ed è un ciclo continuo senza sosta.
Il supporto della leadership
I leader delle aziende, non solo C-level (CEO, CIO, CMO, CFO e gli altri), nel mondo digital dovrebbero sforzarsi di contribuire a dare un considerevole contributo al team su due aspetti in particolare: 1. promuovere e attuare in prima persona i principi di Marketing Agile e, di conseguenza, promuovere e applicare i principi di automazione, agevolando l’intera filiera. 2. essere in grado di leggere e interpretare correttamente i dati che le automazioni e i software producono quotidianamente, ricevendo una conoscenza puntuale della situazione, senza dover necessariamente richiedere aggiornamenti al team.
Team-work e cooperazione
Il team-work non si basa sul concetto di “solitudine nell’applicazione di un task”. Si tratta, invece, di condividere contemporaneamente e in tempo reale le informazioni di un progetto, di una campagna digital, lo stato di salute, la riuscita, le difficoltà e gli obiettivi imposti a inizio campagna. Un Digital Marketer non può permettersi il lusso di non conoscere le sfaccettature di un progetto, di perdere budget e di non avere il controllo della parte operational che, invece, possono in gran parte oggi (e finalmente) essere delegate alle automazioni.
Data-Driven Marketing
Anche il Data Driven è una modalità vincente di lavoro. Quando il Marketing pratica un approccio basato sui dati e l’azienda prende decisioni aziendali calcolate sulla base dell’analisi e dell’interpretazione di questi, possiamo con coerenza definirlo un Data-Driven Marketing. Il Data-Driven Marketing consente di organizzare, leggere e agire sulla base dei dati raccolti con l’obiettivo di servire meglio i propri clienti, contestualizzare e personalizzare la comunicazione, guidare le campagne fino alla scelta dei contenuti pertinenti e inerenti al nostro pubblico. Potenziare i clienti, posizionare il brand e definire attività inbound e outbound, nell’era del Marketing 5.0, sono obiettivi realizzabili mettendo al centro il cliente (approccio Customer-Centric) e utilizzando i dati per guidare le proprie azioni personalizzate su di essi. Per parlare di Customer-Centric, torniamo a riferirci al Digital Lean Six Sigma, perché è proprio all’interno del Six Sigma che il manifesto del data driven è stato creato.
Esso ci viene in aiuto nel Digital Agile e può essere applicato, di conseguenza, nell’approccio Customer-Centric; ecco i punti definiti dal framework D.M.A.I.C.
Definisci: i problemi e gli obiettivi
Misura: cosa deve essere migliorato e cosa può essere scartato
Analizza: il processo. Definisci i fattori di influenza
Migliora: identifica e implementa miglioramenti
Controlla: i miglioramenti. Assicurati che i miglioramenti siano sostenuti.
Six Sigma è infatti un processo di risoluzione dei problemi basato sui dati. Comporta variazioni di processo e dovrebbe essere applicato come principio di soddisfazione dei clienti.
Come il Six Sigma migliora le attività marketing
Lean Six Sigma è un principio di miglioramento basato sui dati che valuta la prevenzione dei “difetti” rispetto al rilevamento di questi.
Promuove l’uso della standardizzazione e del flusso del lavoro attraverso la soddisfazione del cliente e i risultati finali, riducendo le variazioni, gli sprechi e il tempo di ciclo.
Lean Six Sigma combina le strategie di lean e six sigma, al fine di migliorare l’efficienza e la qualità del processo. Queste strategie sono, principalmente:
la riduzione delle informazioni;
la non ripetizione delle stesse operazioni che possono essere sostituite dalle macchine o dalle automazioni;
il controllo sulla lettura dei dati;
il riconoscimento della centralizzazione del cliente, il suo bisogno, la volontà con cui esso interagisce con le attività digitali e attraverso il supporto dei processi interni.
In questo modo, l’intero ecosistema avrà maggiore qualità, eliminando di conseguenza i difetti delle campagne o attività stesse. Può essere applicato ovunque nel mondo digitale. Non esistono limiti: eCommerce, mondo B2B, mondo turistico, Marketing Automation, gestione del contatto nel campo sales, nelle attività di lead scoring, lead acquisition e lead generation.
Il metodo Data-Driven
Data-Driven sta proprio per “marketing basato sui dati”. Grandi quantità di dati con l’obiettivo di creare tecniche di marketing efficaci, vengono inglobati e centralizzati in una sola piattaforma e di conseguenza viene costruito ciò che tecnicamente è definito CDP (Customer data platform). Dai dati demografici a gruppi di utenti specifici, fino al livello individuale, i dati informano il marketing e la filiera decisionale circa il processo in corso che stiamo osservando. L’obiettivo emergerà naturalmente: i dati ci riveleranno se la nostra intuizione sia corretta o meno e produrranno informazioni sofisticate sul comportamento dei consumatori, che, se processate in tempo utile, possono far crescere significativamente le attività. Poiché i big data vengono appresi direttamente dalle interazioni con i clienti, queste possono divenire informazioni importantissime che arricchiscono qualsiasi strategia di marketing. Questo livello di conoscenza e comprensione dei clienti apre la strada alle organizzazioni per creare contenuti più pertinenti, nei momenti più significativi nel customer journey path di tutti gli utenti, per qualsiasi sito web, app o software Saas.
Promuovere la cultura Digital Agile Marketing + Data Driven
È interessante notare che i maggiori ostacoli alla creazione di attività basate sui dati non sono tecnici, ma culturali.
Affinché le aziende possano implementare con successo un approccio basato sui dati, è necessario apportare modifiche a livello manageriale, ai vertici e di dialogo con le aziende esterne. La cultura aziendale sui dati deve essere in forte cambiamento affinché essi diventino una considerazione automatica tra i vari attori/aziende in essere. Democratizzare l’accesso ai dati è una filosofia tutt’oggi attiva nelle grandi realtà. Solo con questi è possibile esercitare un forte impatto sul comportamento, scegliendo abilmente cosa misurare e quali metriche ci si aspettano che vengano utilizzate. Democratizzare l’accesso ai dati all’interno delle aziende significa anche investire in una piattaforma dati universale.
Troppo spesso, i dati sono accessibili solo da analisti e non sono disponibili a tutti. Affinché sia possibile una cultura basata sul Digital Agile, tutti gli attori all’interno di un team dovranno essere consapevoli dei processi e di come interagire a tutti i livelli.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/agile-marketing-pro.jpg8111445Gustavo De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGustavo De Felice2021-05-07 16:45:242021-09-22 17:21:37Agile Digital Marketing: countdown per adattarsi al nuovo Digital Landscape
Essere madri non è solo un dato di fatto. Le donne, sin dalla gravidanza, affrontano difficoltà in molti ambiti.
Da diversi anni il mondo femminile si sta battendo per vedere riconosciuti i propri diritti, soprattutto nel mondo del lavoro dove non poche aziende vedono con negatività la gravidanza di una dipendente. Le donne che scelgono la gravidanza spesso si vedono costrette a rinunciare ad un buono stipendio o a prendere scelte che declassano la loro mansione.
Nell’ultimo anno, durante la pandemia, la situazione è peggiorata: con la chiusura degli asili e delle scuole in generale, molte donne hanno dovuto rinunciare al proprio lavoro per occuparsi della famiglia. Sacrificio, discriminazione, disuguaglianza: oggi anche questo vuol dire “esser madri”.
I brand celebrano la festa della mamma come la festa della forza, della determinazione e del coraggio delle donne di ogni genere che combattono contro gli stereotipi e le discriminazioni.
Nike – The Toughest Athletes
Donne che si allenano e che superano i loro limiti, i loro ostacoli. Come le madri che si allenano tutti i giorni per vincere le sfide quotidiane che la vita propone. “Se non sono loro le atlete, allora nessuno lo è”. Nike, in occasione della festa della mamma lancia la sua nuova collezione M, dedicata alle nuove forme e progettata per “supportare le donne nell’ultramaratona che chiamiamo maternità”.
Così il brand mostra il suo supporto per le mamme. Non solo come donne ma anche come lavoratrici nel mondo sportivo. Quella di Nike è una nuova politica volta alla garanzia dei diritti sulla maternità, nata di recente dopo le polemiche alzate da diverse atlete che hanno visto il loro stipendio dimezzato del 70% da Nike. Discriminazione che ha penalizzato non solo la carriera delle sportive come quella di Allyson Felix, volto Usa dell’atletica leggera, ma anche la loro dignità professionale.
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Durante la pandemia i millennial sono stati tra i più penalizzati per quanto riguarda il lavoro. Molti sono stati costretti a lasciare la loro indipendenza e a tornare a vivere a casa dei genitori, come nell’adolescenza. Le relazioni con i parenti sono state messe a dura prova: insofferenza, spazi e tempi non più condivisi. Nivea ci ricorda che, davanti alle prove più frustranti della vita, c’è sempre qualcuno che si prenderà cura delle nostre preoccupazioni. Anche da “grandi”.
Microsoft Teams – Happy Mother’s Day (2020)
Da quasi due anni la situazione mondiale ha costretto le madri a lavorare in modo diverso. Lo smart working mette a dura prova la pazienza e la determinazione delle mamme-lavoratrici che si destreggiano tra riunioni virtuali, call e incursioni dei figli. Ma ce la fanno, grazie alla forza che le spinge a dare il loro meglio, sempre.
Pampers – Mother’s Day
Non essere abbastanza brave: questa è la preoccupazione predominante di nove mamme su dieci, secondo il sondaggio di Pampers. Il brand le incoraggia invece per l’ottimo lavoro mostrando con gli occhi dei loro figli quanta forza dimostrano ogni giorno, a casa e a lavoro.
Hallmark Gold Crown – Dear Mom (2020)
La pratica e la pazienza portano alla perfezione, anche se spesso questa è sopravvalutata. Queste le parole di una adolescente disabile che con una lettera ringrazia sua madre di tutto l’amore e dell’infinito sostegno che le ha donato per non farla sentire mai diversa dalle altre. La ragazzina conscia delle sue piccole difficoltà affrontate con l’appoggio di sua madre, le augura buona festa della mamma con una dedica: “cara mamma, sono quel che sono grazie a te”. La perfezione è tale nei gesti d’amore.
Chiama tua mamma. Il brand ci invita a lasciare sempre uno spazio tra i mille impegni quotidiani per condividere con l’affetto più prezioso i ricordi più belli e sinceri che abbiamo.
Carhartt – The Shift That Never Ends
Tra i lavori più duri di sicuro c’è quello di essere madre e prendersi cura della famiglia. A differenza di qualsiasi altro lavoro, in questo non esistono orari, non ci sono turni, non c’è il riposo. Per la festa della mamma la cosa più bella da donare è quella toglierle un po’ delle infinite responsabilità quotidiane: regalarle un po’ di riposo.
Samsung –Make mom epic
Samsung sa quanto possano essere cool le nostre mamme. Il brand esorta i suoi utenti a mostrarle e ad affermare di come siano fantastiche, ognuna per la propria semplice autenticità.
Tesco – Mother’s Day (2020)
Per i figli, non c’è differenza tra madre biologica e non. A parlare in questo spot sono i ragazzi adottati, che mostrano tutta la loro riconoscenza verso le loro “effettive madri” che si sono prese cura di loro con la stessa abnegazione di un genitore biologico.
P&G – Love Leads to Good (Olympic Games Tokyo 2020)
Con P&G non abbiamo mai dubbi di quanto emotivi siano i suoi messaggi, sempre rivolti al valore dei genitori e ai sacrifici fatti per i figli. Lo spot, per le olimpiadi posticipate di Tokio 2020, non è esplicitamente dedicato alla festa della mamma ma rientra perfettamente nel mood di questo giorno. Questa volta il brand punta sui buoni insegnamenti e sui valori che un genitore infonde ai propri figli. Gentilezza, compassione, rispetto per i più deboli: bisogna sempre fare la cosa giusta anche quando ci sembra difficile, soprattutto per il nostro orgoglio.
P&G non sbaglia mai, come la mamma.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/mamma.jpg10801920Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2021-05-07 10:53:532021-05-10 09:53:06I brand celebrano la festa della mamma con un inno alla forza e alla determinazione
Il mondo del lavoro è, probabilmente, uno di quelli che più ha dovuto fare i conti con l’arrivo della pandemia. L’acronimo L&D, (Learning and Development), è entrato prepotentemente nelle nostre conversazioni quotidiane, specie in ufficio.
L&D, in italiano, sta per apprendimento e sviluppo ed è un processo continuo, a lungo termine, progettato per mantenere alte le capacità e le prestazioni individuali dei dipendenti allineandole con gli obiettivi e i requisiti dell’azienda. Lo scopo è quello di aiutare le persone ad acquisire nuove competenze e a mantenerle motivate e produttive nel tempo.
Si è parlato molto di Learning and Development l’anno scorso, perché non solo aiuta a formare i lavoratori appena assunti, ma è anche estremamente utile alla formazione di tutti i dipendenti all’interno di un’organizzazione o un’azienda.
I professionisti L&D cercano di educare continuamente il personale, ma mai come l’anno scorso questo processo di formazione si è trasformato in un vero e proprio apprendimento, un qualcosa di quotidiano e costante per far fronte alle nuove emergenze e sfide.
Molte aziende hanno dovuto allinearsi a cambiamenti così forti e improvvisi che hanno colti tutti alla sprovvista. Abbandonati gli uffici, il lavoro si è spostato a casa, tra le mura domestiche, ma non tutti erano in grado di approcciarsi a questo diverso modo di lavorare.
Learning and Development: come sta andando davvero
Dopo la spinta iniziale, molti dubbi sulla necessità di perfezionare le tattiche di L&D sono scomparsi.
L’apprendimento just-in-time, la cross-skilling e il miglioramento delle competenze, tendenze che si profilavano già da un po’, sono state fondamentali per andare avanti. Il problema era che nessuno conosceva l’immediatezza e l’impatto che avrebbero avuto quando il lavoro è stato stravolto dalla pandemia.
Molte di queste tendenze preannunciate nel 2020 si sono rivelate vere e necessarie. Sono entrate in gioco velocemente, con urgenza. Da semplici modelli d’aspirazione si sono trasformati in imperativi categorici nel giro di pochissimo tempo.
E, adesso che siamo a metà 2021, come siamo messi? È probabile che queste tendenze di apprendimento, che ormai sono vitali dallo scorso anno, continuino a crescere. Si svilupperanno ancora più velocemente e richiederanno un approccio più mirato e definito.
C’è bisogno di un miglioramento costante del proprio team
Molti hanno parlato della nascita di una vera e propria rivoluzione. Richard Wang, CEO di Coding Dojo, ha definito questo cambiamento come una quarta rivoluzione industriale.
Questa è un’era non solo d’innovazione, ma di rivoluzione e trasformazione guidata dalla tecnologia, e non solo per i passi da gigante fatti negli ultimi anni. Tutte le organizzazioni, dalla piccola e media azienda ai grandi colossi del mercato, hanno dovuto amplificare la propria presenza digitale. Un’esigenza dovuta e accelerata dal COVID-19.
Quante realtà si sono digitalizzate nell’ultimo anno? Non dobbiamo per forza andare troppo oltre, ma basterà dare uno sguardo a noi stessi. Anche ai più scettici, coloro che non si sarebbero mai accostati al mondo del Web, si sono ritrovati ad acquistare online qualsiasi cosa, dai beni di prima necessità a una pizza gourmet, senza batter ciglio.
Di conseguenza, se oggi non si è presenti nell’infinito e, ormai, affollato universo digitale, sarà davvero difficile essere notati. Cosa possono fare le aziende per adeguarsi?
Un primo passo può essere quello di affidarsi a dipendenti più tecnologi ma, come ribadisce Wang, per le imprese è davvero complicato scovarli per poter alimentare questa rivoluzione digitale.
La soluzione? Migliorare e riqualificare gli attuali dipendenti.
Le iniziative di learning aiutano le persone ad approcciarsi a un mondo che cambia migliorando il proprio lavoro e, nel complesso, l’andamento dell’azienda.
Le competenze più richieste sono la codifica, lo sviluppo web e l’analisi dei dati, ma una comprensione di base della logica computazionale, come quella utilizzata negli strumenti di posta elettronica, è comunque utile.
Il focus sull’apprendimento a lungo termine resta fondamentale
Le tendenze di learning dello scorso anno hanno visto primeggiare modalità come cross-skilling, cioè sviluppare competenze in ambiti diversi, e la capacità di approcciarsi alle cose con punti di vista differenti. Non bisogna però sottovalutare l’importanza dell’apprendimento a lungo termine.
Basti pensare che alcuni dei lavori che sono molto richiesti oggi non esistevano nemmeno tre anni fa. Ecco perché le persone devono adattare lo sviluppo delle proprie competenze per stare al passo con esigenze di mercato che mutano velocemente. I processi di learningdevono assumere un approccio proattivo per fornire ai dipendenti i giusti strumenti per facilitare e migliorare l’apprendimento sul lavoro e tracciare il loro percorso di carriera.
Ciò non toglie che ci saranno sempre alcune abilità più difficili da padroneggiare, come la creatività, l’innovazione e la leadership inclusiva, tutte cose che richiederanno un approccio a lungo termine.
Il lavoro a distanza richiede un nuovo tipo di apprendimento
Non è un mistero: il lavoro da remoto sta prendendo sempre più piede nelle aziende per i vari vantaggi che comporta.
Con la continua necessità di lavorare a distanza, le aziende dovranno affrontare nuove sfide legate al learning, come ha riferito in una e-mail a HR Dive la CMO di Hibob, Rhiannon Staples.
Sono molte le aziende e i manager che stanno ancora imparando ad approcciarsi in modo efficace al telelavoro, dall’onboarding alla gestione quotidiana del proprio lavoro.
Una mossa intelligente sarà proprio quella di insegnare ai nuovi dipendenti a lavorare fin da subito da remoto. Una cosa che non era necessaria per molte strutture prima della pandemia di COVID-19, ma che ora sta diventando essenziale per la crescita e il successo del proprio business.
È un ulteriore passo in avanti che le aziende devono fare: trovare nuovi strumenti tecnologici per le risorse umane che facilitino la funzionalità incrociata di Learning and Development, mentre le risorse umane dovrebbero garantire che leader e manager abbiano una formazione adeguata.
Le credenziali fanno la differenza
Molti corsi di laurea non hanno più il valore di un tempo. Approcci teorici, sistemi non aggiornati, ma soprattutto ai giganti della tecnologia come Google, Apple e Netflix non interessano questi requisiti. Un percorso di studi tradizionale non rilascia tutte le competenze di cui ora le aziende hanno bisogno.
Invece, le istituzioni che concedono micro credenziali possono offrire ai candidati l’opportunità di acquisire le competenze di cui hanno necessitano al di fuori di una tipica esperienza universitaria.
Perfezionamento di un vantaggioso Learning and Development
Le aziende devono continuare a migliorare le tecniche di L&D rendendole più agili e moderne. L’eLearning, per esempio, può risultare lungo, e passivo. Ecco perché è meglio puntare su microlearning e sul social learning. Lo scopo è quello di connettere le persone agli esperti del settore, creando un’esperienza più coinvolgente.
Fornendo piccole quantità di contenuti, le persone sono in grado di concentrarsi meglio e assimilare di più. Ciò offre l’opportunità di assorbire il contenuto della formazione in un modo diverso per rafforzare l’apprendimento. La gamification e le microvalutazioni consentono di verificare i propri progressi per raggiungere gli obiettivi prefissati.
L’onboarding è un’altra area da rivedere. Staples ha affermato che non è più possibile, o almeno per ora, ritornare a sessioni di esami in aula. Ecco perché le organizzazioni devono trovare modi per facilitare l’onboarding da remoto, rendendolo personalizzato, informativo e tempestivo.
Le aziende devono investire nei lavoratori perché dipendono da loro, e non solo perché è la cosa giusta da fare. Inoltre, i team di L&D hanno aggiunto valore collaborando strettamente con le aziende, strategizzando il futuro e co-costruendo.
I riflettori sono tutti puntati sui dipendenti ma non solo sulla loro resa, ma anche al benessere, alla diversità ed equità. La necessità di investire nel proprio team è diventata massima.
Man mano che le esigenze aziendali accelerano ed evolvono, garantire ai dipendenti le competenze di cui hanno bisogno è una strategia vincente e una tendenza che si perpetuerà per sempre, o magari fino alla prossima rivoluzione digitale.
L’apprendimento è un requisito essenziale per l’innovazione e il successo prolungati nel tempo. Le tendenze a lungo termine e la natura dell’attuale momento storico indicano una conclusione: L&D sarà di fondamentale importanza per le aziende nel mondo post-COVID, dove il successo dipenderà in gran parte dalla capacità di adattarsi rapidamente a forze imprevedibili.
La “trasformazione” come concetto astratto è stata ormai sostituita da esempi concreti di come il nostro mondo sta cambiando in tempo reale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/learning-trends.jpg8131449Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2021-05-07 10:29:322021-05-07 18:54:29Learning trends e riqualificazione del lavoro: cosa è cambiato durante la pandemia
L’Oversight Board, il Consiglio di Sorveglianza di Facebook, conferma la sospensione dal social network dell’account dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma invita la società di social media a rivedere la decisione entro sei mesi.
L’organo indipendente dall’azienda, a cui è stata delegata la competenza su alcune decisioni particolarmente delicate o per riesaminare le scelte più controverse e radicali della policy del social network, ha aggiunto che “l’imposizione di una pena indeterminata da parte di Facebook – compreso il profilo Instagram della stessa proprietà – senza standard di sospensione a tempo indeterminato non sia appropriata”.
Facebook dovrà quindi rivedere la questione “per determinare e giustificare una risposta proporzionata che sia coerente con le regole che vengono applicate agli altri utenti della sua piattaforma”, secondo quanto disposto dall’Oversight Board.
“Dovranno pagare un prezzo politico”: la reazione di Trump e il lancio della propria rete social, molto più simile ad un blog
La messa al bando suscita l’esplosione di rabbia di Trump che, in una nota stampa ufficiale, interviene contro Facebook, Twitter e Google, definendo le loro azioni una “vergogna e un imbarazzo assoluti. Devono pagare un prezzo politico”, dopo la scelta di non riammetterlo in piattaforma.
“Hanno rimosso la libertà di espressione al presidente degli Stati Uniti perché dei pazzi della sinistra radicale hanno paura della verità, ma la verità uscirà in ogni caso, più grande e più forte che mai”, riferendosi ai presunti brogli elettorali”, prosegue Donald Trump.
La decisione del Comitato di sorveglianza di Facebook arriva nel giorno successivo al lancio del nuovo social di Trump, che in realtà disillude le aspettative, molto più simile ad un blog. Si tratta di una nuova sezione, inserita all’interno del proprio website ufficiale, che ricorda molto il profilo di un social network. La “scrivania di Donald Trump” contiene sia i comunicati stampa diffusi da Trump nelle ultime settimane, sia, più di recente, brevi messaggi che ricordano da vicino i tweet pubblicati dall’ex presidente quando era ancora in carica, a volte anche decine in poche ore.
Dopo aver promesso per mesi la propria rete di social media in risposta ai post vietati, la “piattaforma” ha lo stile di Twitter, ma è ospitata come un blog con commenti. Le persone possono registrarsi per postare avvisi sulla piattaforma loggandosi, sebbene tale funzione non sembra funzionare al momento della pubblicazione. Gli utenti possono anche condividere i post di Trump su Facebook e Twitter. L’opzione di condivisione di Twitter attualmente non funziona, ma quella di Facebook consente alle persone di condividere i post di Trump, che in un video pubblicizza la sua nuova piattaforma, definendola “un posto dove parlare liberamente e in sicurezza, direttamente dalla scrivania di Donald J. Trump”.
Con il nuovo sito 45office.com, Trump rilancia la sua immagine, dopo essere stato bannato dai social, già proiettato secondo i politologi ad una seconda discesa in campo per la campagna delle presidenziali del 2024, fedele al suo slogan “America First”, per stringere un rapporto diretto con i suoi sostenitori.
Facebook ha imposto il divieto a tempo “indefinito” per aver violato le regole del social network e “aver incoraggiato e legittimato la violenza” durante l’attacco del 6 gennaio scorso al Campidoglio, in cui hanno perso la vita cinque vittime. Anche altri social media, come Twitter e YouTube, hanno sospeso gli account di Trump a tempo indeterminato. Il CEO Mark Zuckerberg, in quell’occasione, ha definito in un post “troppo grandi i rischi di consentire al Presidente di continuare a utilizzare il proprio servizio”.
La decisione è stata poi deferita all’Organismo di Vigilanza, composto da 20 membri indipendenti incaricati di rivedere decisioni difficili sulla moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram. Cinque membri del consiglio sono stati assegnati al caso e hanno analizzato più di 9.600 commenti pubblici.
Le decisioni dell’Organo di Sorveglianza sono vincolanti per Facebook
Zuckerberg ha istituito il consiglio nel 2018, entrato in vigore lo scorso anno. Il consiglio è finanziato da Facebook e le sue decisioni sono vincolanti.
Nell’argomentare la propria conferma, l’Oversight Board ha però specificato che nel sospendere il profilo di Trump “indefinitamente”, Facebook non ha seguito una procedura adeguata, senza specificare criteri quando o se l’account verrà ripristinato. Facebook dovrà rivedere le sue regole entro sei mesi. La nuova sanzione potrà essere tanto una sospensione temporanea quanto l’eliminazione del profilo, ma in ogni caso dovrà essere giustificata sulla base di regole chiare.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/Trump.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-05-06 17:18:432021-05-07 10:30:13Facebook conferma la sospensione di Trump, che rilancia con il suo Blog
I trende gli scenari futuri del settore automotive sono in continua evoluzione in questa fase di nuova normalità, in cui l’industria automobilistica si ritrova a fare i conti con le nuove esigenze e preferenze degli acquirenti di auto italiani.
La pandemia ha cambiato il modus operandi e l’approccio strategico delle aziende italiane del settore automotive più di quanto avvenuto in altri grandi Paesi europei. Molte aziende hanno implementato nuovi servizi e prodotti e si sono lanciate su nuovi territori inesplorati per andare incontro alle nuove richieste del mercato, dettate da un nuovo target di acquirenti che si è venuto a creare e che si caratterizza per differenti esigenze e priorità rispetto a quelle degli acquirenti del passato.
Esempio di queste nuove priorità è l’attenzione dal punto di vista sanitario da parte degli acquirenti, che in questo nuovo scenario ha assunto un ruolo fondamentale nelle scelte di acquisto.
Tale attenzione si evince anche da una lettura dei risultati ottenuti da uno studio di McKinsey in merito ai servizi di ride sharing o ai mezzi di trasporto pubblici, in cui da quanto si evince dallo studio solo il 10% degli intervistati oggi ritiene queste soluzioni di mobilità sicure dal punto di vista sanitario. Percezione questa, molto diversa da quella del periodo antecedente alla pandemia.
Tale percezione di sicurezza è probabilmente il motivo per cui oggi più del 30% delle persone che non posseggono un’auto vorrebbe comprarne una entro i prossimi 6 mesi, secondo il white book di EY sulla mobilità.
La somma di queste opinioni mostra come le percezioni e le preferenze delle persone siano cambiate in questa nuova normalità e come, anche per questi motivi, si stia formando un tipo del tutto nuovo di acquirenti di auto italiani.
I nuovi acquirenti di auto si caratterizzano per esigenze e preferenze molto diverse rispetto a quelle degli acquirenti tradizionali.
Questa nuova tipologia di acquirenti di auto italiani si caratterizza per i seguenti elementi:
una probabilità di 1,2 volte superiori rispetto agli acquirenti tradizionali di avere un’età compresa tra 18 e 34 anni
nel 67% dei casi vivono in un ambiente urbano
mostrano molta incertezza durante le fasi di acquisto
solo il 53% ha già scelto il brand che acquisterà
fanno molto affidamento sulle piattaforme digitali per acquisire maggiori informazioni
danno maggiore importanza alla sostenibilità considerando l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi
non prediligono soluzioni di finanziamento per l’acquisto
sono una audience sempre più digitale e interconnessa
fruiscono di contenuti ed esperienze completamente online
sono più predisposti all’acquisto online
rispetto all’acquirente tradizionale non possono essere considerati degli appassionati di auto
I trend del settore automotive: la transizione è digitale e green
Anche il recente sondaggio EY, avvalora l’identikit del nuovo acquirente di auto italiane, registrando un incremento di interesse verso soluzioni:
a motorizzazione ibrida (23%)
plug-in (11%)
elettrica (6%)
Percentuali queste, che sommate, nella totalità rappresentano il 40% della domanda di nuove vetture green da parte dei non automuniti in Italia.
Per il settore automotive, essere in linea con gli obiettivi di sostenibilità adottati a livello internazionale diviene oggi dunque una priorità assoluta, alla luce anche di questi dati che evidenziano un trend sempre più chiaro ed iniziato anche prima della fase pandemica del Paese.
La transizione industriale della filiera automotive prevede dunque uno sviluppo ed una produzione delle propulsioni elettriche, ibride, a metano/biometano e ad idrogeno, sinergicamente alla promozione della smart mobility e della logistica integrata e connessa
Come mostrato dall’infografica di UNRAE sottostante, dai dati si evince come il trend degli acquirenti verso una mobilità green sia in crescita già da prima della pandemia attraverso un aumento esponenziale delle auto elettriche (+113%) e a distanza di tempo, confermato anche in questa diversa fase.
Il Recovery plan è l’occasione per aiutare le imprese a sostenere gli investimenti necessari ad affrontare queste nuove sfide tecnologiche.
In merito a ciò le priorità di intervento per i progetti del Recovery plan includono:
Interventi a supporto degli investimenti in ricerca e innovazione e prima industrializzazione
Progetti di smart and sharing mobility
Interventi sul capitale umano
Interventi finanziari a sostegno delle imprese
Oltre ad essere green, il percorso che attende il settore automotive sarà verso il digitale, in linea con i trend dettati da una nuova fascia di acquirenti. Di fondamentale importanza sarà dunque la presenza dei brand nelle maggiori piattaforme social, imprescindibili per incrociare le nuove fette di mercato che il settore sta acquisendo in questo momento storico.
I dati inerenti alle preferenze manifestate da questi nuovi acquirenti del settore automotive permette di comprendere l’importanza per i marketer di elaborare una strategia di comunicazione che includa piattaforme digitali come Google Searche YouTube, al fine di raggiungere questo nuovo target.
La nuova tipologia di acquirenti usa infatti spesso YouTube per visionare i video dei brand al fine di ottenere informazioni sul prodotto di cui stanno considerando l’acquisto. Tra i video più visualizzati troviamo infatti spesso quelli che mostrano caratteristiche, specifiche tecniche e recensioni.
Unitamente alle piattaforme, particolare attenzione va però riservata ai messaggi condivisi, attraverso cui è essenziale che sia riflesso il cambiamento in atto inerente alle motivazioni di acquisto oltre che al targeting per età e geografico, combinato con i segmenti di pubblico.
Nei messaggi condivisi, in base alle caratteristiche di questi nuovi acquirenti, è quindi fondamentale:
porre maggiore attenzione verso il concetto di sostenibilità
fornire ai potenziali clienti risorse chiare sulle opzioni di finanziamento
fare in modo che la procedura di acquisto online sia veloce, semplice e chiara
Proporre dunque il proprio messaggio di brand nel giusto posizionamento, ponendo attenzione a concetti oggi sempre più importanti come quello della sostenibilità e della sicurezza e riservando attenzione alla fruibilità dei messaggi attraverso la chiarezza dei contenuti e la velocità offerta è senza dubbio la strada migliore per ottimizzare la comunicazione verso questo nuovo target di acquirenti.
Conclusioni
Per le case automobilistiche saper identificare nuovi trend e scenari futuri diventa oggi più che mai un fattore vitale per il rilancio del settore automotive, che stando ai dati ha subito a causa della pandemia un grande colpo.
Non si tornerà alla vita prima del Covid poiché gli scenari futuri prospettano un quadro differente caratterizzato da nuove esigenze, nuove preferenze e nuove priorità dettate da nuove percezioni.
Per questo motivo per il settore automotive guardare avanti sfruttando nuove strategie di comunicazione diviene oggi un elemento imprescindibile per acquisire quella nuova fetta di mercato che si è venuta a creare e fondamentale per puntare ad un rilancio significativo e necessario.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/automotive.jpg8131448Manuela Di Vietrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngManuela Di Vietri2021-05-06 09:30:452021-05-06 17:21:03Le nuove preferenze di acquisto degli italiani sull'automotive
Burger King Restaurants Italia aderisce alla campagna di vaccinazione aziendale proposta dalle autorità. “Torniamo concorrenti” è la nuova campagna lanciata dalla catena di fast food, che si impegna a mettere a disposizione le proprie strutture e il personale medico sanitario necessario per vaccinare contro il COVID-19 i suoi 4mila dipendenti che lavorano nei ristornati di tutta Italia.
L’azienda, inoltre, consapevole del grave impatto economico della pandemia sulla ristorazione e della difficoltà di molti operatori nell’aderire da soli alla campagna vaccinale, ha promosso la stessa opportunità per altri 4.000 piccoli ristoratori di tutta Italia con non più di 4 dipendenti (ristoranti, pizzerie, bar, gelaterie, sushi, kebab): una possibilità, totalmente gratuita, per circa 1.000 aziende sul territorio nazionale che potranno prenotarsi da subito per la vaccinazione contro il COVID-19.
L’invito di Burger King ai grandi player della ristorazione
“Torniamo Concorrenti è un progetto che Burger King sta implementando su tutto il territorio nazionale”, spiega Alessandro Lazzaroni, AD di Burger King Restaurants Italia.
“Qualunque ristoratore, dalla Sicilia al Friuli, che abbia un’attività con meno di 4 dipendenti e abbia fatturato meno di 500.000 euro nel 2019 può pre-aderire attraverso la piattaforma dedicatawww.torniamoconcorrenti.it. Fino ad oggi siamo l’unica azienda in Italia a proporre le vaccinazioni, oltre che per i propri dipendenti, anche per i colleghi del comparto, ma il nostro obiettivo è proprio quello di invitare gli altri big player a fare la stessa cosa, per spingere quanto possibile la ripartenza del settore, affinchè possa tornare ad operare al 100% in sicurezza il prima possibile”, sottolinea Lazzaroni.
“Normalità” vuol dire per Burger King tornare ai livelli di concorrenza pre-pandemica: “Prendendo atto del grave momento che il mondo della ristorazione sta vivendo, abbiamo scelto di riservare ai piccoli operatori del settore la stessa attenzione che dedichiamo alle nostre persone. Si tratta di un’occasione ulteriore che si aggiunge alla modalità ordinaria di vaccinazione, senza svantaggiare in alcun modo la programmazione vaccinale riservata a tutti i cittadini – insiste Alessandro Lazzaroni – I piccoli imprenditori sono una parte fondamentale del tessuto economico italiano e il nostro obiettivo è dargli una mano e tornare quanto prima a una sana e vivace concorrenza. Pertanto Invitiamo gli altri grandi attori della ristorazione a fare altrettanto e a seguire questo nostro piccolo grande esempio. È un importante atto di responsabilità sociale da compiere per accelerare il superamento della pandemia e dare un contributo incisivo e concreto per facilitare la ripartenza”.
Significativo l’endorsment delle istituzioni con cui Burger King ha avviato un dialogo, sottoponendo il progetto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e alla Presidenza della Conferenza delle Regioni.
Apprezzamento per l’iniziativa da Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. La campagna, infatti, consentirà ad 8.000 lavoratori in totale di essere vaccinati, senza discriminazioni tra aziende grandi e piccole.
“Un passo importante verso la ripresa”, a cui si associa anche Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: “Ho apprezzato particolarmente il progetto vaccinale di Burger King. Una collaborazione virtuosa tra istituzioni e importanti realtà private, vista anche la capillarità territoriale che si propone di raggiungere, che permetterà ai piccoli ristoratori, dopo il vaccino, di poter tornare alle loro attività con maggiore sicurezza”.
“Diventa sempre più pressante la necessità di una ripresa rapida e in sicurezza – aggiunge Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe Confcommercio (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) – La disponibilità di vaccini equa e non discriminatoria tra i diversi Paesi è, innanzitutto, un atto di civiltà e costituisce un prerequisito per ritornare in tempi rapidi alla normalità, garantendo altresì quella leale competizione economica necessaria per la sopravvivenza di tanti settori produttivi in coincidenza con la data di riapertura del turismo. In quest’ottica, il progetto proposto da Burger King rappresenta un passo importante e ci auguriamo che anche altre grandi realtà della ristorazione prevedano iniziative simili”.
Uno stimolo alla solidarietà, come nella precedente campagna, ironica e dirompente “Ordinate da McDonald’s”
Con “Torniamo Concorrenti”, Burger King Restaurants Italia vuole dare il proprio concreto contributo per una rapida ripresa. Uno stimolo alla solidarietà per l’intero settore, anche se competitor, come nella precedente campagna, “Ordinate da McDonald’s”, realizzata con un’ironica lettera/appello, assolutamente fuori dagli schemi, pubblicata su Twitter, in cui si leggeva: “Ordinate da McDonald’s. Non avremmo mai pensato di chiedervelo. Come non pensavamo mai che vi avremmo incoraggiato a ordinare da KFC, Subway, Domino’s Pizza, Pizza Hut, Five Guys, Greggs, Taco Bell, Papa John’s, Leon, o un altro food store, il cui elenco è troppo lungo da riportare qui. In breve, da qualunque delle nostre sorelle catene alimentari, (fast o non fast). Non avremmo mai pensato di chiedervelo, ma i ristoranti che danno un’occupazione a migliaia di lavoratori hanno bisogno del vostro supporto. Perciò, se volete aiutare continuate a coccolarvi con cibi deliziosi usando il delivery, il take away o il drive through”.
La piattaforma Torniamoconcorrenti.it è già attiva. I dipendenti e i ristoratori verranno contattati secondo le tempistiche concordate con le singole autorità regionali.
Per celebrare la Festa della Mamma nasce l’iniziativa solidale “Mamma ti porto a teatro” a sostegno di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald con il supporto di Leo Burnett.
Fino al 9 maggio sarà possibile acquistare e regalare un biglietto per lo spettacolo teatrale “Leonardo, che genio!” proposto in collaborazione con il Teatro dell’Elfo e la piattaforma digitale OnTheatre, da guardare e riguardare nella comodità e intimità della propria casa.
Si tratta di uno spettacolo davvero particolare dal momento che parte del ricavato sarà devoluta a favore delle Case Ronald e delle Ronald McDonald Family Room, presenti sul territorio italiano per offrire ospitalità e assistenza ai bambini malati e alle loro famiglie durante il periodo di cura o terapia ospedaliera.
“Mamma ti porto a teatro”
“Leonardo, che genio!” è un’opera dedicata a Leonardo da Vinci che accompagnerà gli spettatori in un mondo tridimensionale attraverso la scenografia pop-up del libro progettato e interpretato da Elena Russo Arman, che veste i panni di cantastorie del percorso del geniale artista. Grandi e piccini vivranno le principali tappe della vita del più grande uomo del Rinascimento, immergendosi in un mondo magico, denso di arte e artigianato, sapientemente catturato dalla macchina da presa.
Desidero ringraziare di cuore il Teatro dell’Elfo di Milano per questa iniziativa a volta a festeggiare tutte le mamme. La mamma è per Fondazione un modello di coraggio, dedizione e sacrificio oltre che uno stimolo a rafforzare tutti i nostri programmi di accoglienza con l’obiettivo di contribuire a migliorare la salute e il benessere dei bambini e dell’intera famiglia.
Dichiara Maria Chiara Roti, Direttore Generale di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald.
L’acquisto dei biglietti e la visione dello spettacolo avverranno sulla piattaforma OnTheatre attraverso questo link. L’utente avrà 28 giorni di tempo per attivare il link e vedere lo spettacolo. Una volta attivato, il link avrà la durata di 8 giorni durante i quali i bimbi potranno riguardarlo tutte le volte che desiderano.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/post_mamma-2.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-05-05 12:58:292021-07-26 11:28:51“Mamma ti porto a teatro”: in scena la solidarietà grazie all’iniziativa benefica
Hulu cambia look e mira a semplificare l’identità della piattaforma pur mantenendo l’audacia che gli spettatori conoscono e amano
Il brand refresh di Magnum evolve l’idea del piacere
Bahlsen ha svelato un nuovo look distintivo insieme a uno dei più grandi sviluppi dell’identità del marchio in 132 anni di attività
MailUp Group cambia nome e diventa Growens: crescita e innovazione tecnologica al centro
Il rebranding di MotorK basato su tre pilastri fondamentali: innovazione, tecnologia e dinamismo
Groupe Renault cambia identità e logo per evocare modernità e internazionalità
In un mondo in cui le tendenze cambiano costantemente, può essere difficile mantenere un’immagine aziendale pimpante e sempre al passo coi tempi. Il rebranding è quel processo in grado, tra le altre cose, di riposizionare brand e aziende sul mercato attraverso l’aggiornamento dell’aspetto visivo. Scopriamo i principali progetti di redesign del mese di aprile.
Nuova identità per Hulu
Hulu cambia look e mira a semplificare l’identità della piattaforma pur mantenendo l’audacia che gli spettatori conoscono e amano.
Un antico proverbio cinese descrive Hulu come il “detentore di cose preziose”. Questa scoperta fondamentale è diventata la base per il nuovo design del marchio.
La creazione di un sistema di progettazione che unificasse l’intero percorso del cliente è stata una delle sfide principali del rebranding seguito dallo studio DixonBaxi.
Al centro del sistema c’è un’idea molto semplice, the Vessel, che prende gli angoli arrotondati riconoscibili del logo e crea una cornice. Una mossa non rivoluzionaria e sconvolgente, ma che rappresenta un ottimo punto di partenza per costruire un sistema completo attraverso un filo conduttore.
The Vessel è un design e un sistema narrativo adattabile, che connette perfettamente marchio e prodotto. Innesca conversazioni e funge da guida capace di collegare le storie che amiamo di più. Trasforma il brand da narratore carismatico a espressione premium.
La nuova identità è alimentata da 4 principi di progettazione globali che riguardano il marchio, il prodotto, la campagna e la leadership strategica. Questi fondamenti esprimono la necessità di mettere la storia al primo posto, di essere calorosi e deliziosi, di farlo in modo diverso e di essere semplicemente essenziali.
“Volevamo mantenere questi elementi, imparare da essi, sviluppando una nuova storia, una nuova serie di principi di progettazione e un sistema che unisse marchio e prodotto come mai prima d’ora”, afferma Astrid D’Hondt design director di DixonBaxi.
Il verde Hulu, elemento chiave di differenziazione del marchio, si arricchisce ulteriormente per porre ancora più enfasi alle storie. Per celebrare i colori dello spettacolo e dei contenuti la color palette è stata ampliata con tonalità più profonde.
L’identità del marchio è semplificata da due caratteri tipografici a uno per l’intera esperienza. Graphik in tutti i suoi pesi porta carattere, spavalderia e stile. Le icone in grassetto aiutano gli spettatori a orientarsi in Hulu e compaiono anche nel marketing per aggiungere espressione alle immagini.
Magnum rinfresca l’identità visiva
L’estate è ormai alle porte e il marchio di gelati Magnum per la nuova stagione ha pensato di aggiornare la sua identità visiva. Il nuovo look, realizzato in collaborazione con Sunhouse, mira ad evolvere il concept legato al piacere.
Il rebranding è stato guidato dalla necessità di riconquistare il carattere distintivo del marchio e differenziarlo dai suoi concorrenti.
Il nuovo logo è una versione invertita del vecchio con la montatura marrone e le lettere dorate capovolte per creare un disco dorato con la dicitura ora incisa in marrone cioccolato. Cerca di rappresentare lo status iconico di Magnum nella sfera del gelato.
Come un francobollo d’oro letteralmente, dona quella sensazione e quel mood semplice e pulito.
In termini di packaging, il design è in realtà molto più divertente di quanto suggerirebbe l’eleganza del logo. Le confezioni incarnano il nuovo concetto di piacere di Magnum.
Colori e motivi audaci, la nuova grafica elimina le linee di demarcazione e i bordi che delimitano le scatole, consentendo alla grafica di raggiungere i bordi e dando senso di libertà.
I biscotti Bahlsen hanno un nuovo look
Bahlsen, l’azienda di biscotti tedesca a conduzione familiare con sede ad Hannover, ha svelato un nuovo look distintivo insieme a uno dei più grandi sviluppi dell’identità del marchio in 132 anni di attività.
L’avvento di una nuova generazione della famiglia Bahlsen che prende le redini è l’occasione per raccontare una nuova storia dietro al marchio.
Oltre al nuovo look, il rilancio include una nuova strategia di posizionamento del brand e di marketing, supportata da un cospicuo investimento su diversi media come TV, canali digitali, stampa e social media.
Questo nuovo posizionamento contemporaneo è stato progettato per attirare un’ampia base di consumatori, nutrire i clienti esistenti e facilitare la scoperta del marchio da parte di nuove persone.
Il redesign passa dal rinnovamento del logo e da quello del blu che oggi appare diverso e più consistente. Il progetto include anche lo sviluppo di nuovi pack per più di 80 prodotti.
Tutti gli elementi di design, dalle scritte alle finiture, dai colori ai materiali, sono stati scelti con l’obiettivo di preservare lo spirito artigianale, celebrare la bellezza e la bontà del biscotto e aggiungere elementi premium e distintivi.
MailUp Group cambia nome e diventa Growens
MailUp Group leader nel settore del cloud marketing technologies cambia nome e diventa Growens. Il nuovo nome cela una nuova mission: portare crescita e innovazione tecnologica ai clienti e agli investitori nel mondo.
Il progetto di renaming va di pari passo con l’aggiornamento del posizionamento, della mission e del purpose aziendale, sviluppato per rappresentare ancora meglio l’identità di un gruppo internazionale oggi composto da 5 business unit e con un portfolio di soluzioni non più legate solo alle tecnologie per email.
MailUp, storica business unit specializzata nell’Email Marketing e che ha dato il vita al Gruppo, continuerà a mantenere la sua identità.
“La decisione di cambiare nome ed adottare ‘Growens’ è maturata nel tempo tra noi soci fondatori di MailUp Group ed è legata alla nostra evoluzione, da startup della provincia cremonese a gruppo industriale integrato che crea tecnologie per organizzazioni che desiderano comunicare con efficacia con i propri clienti. Il nuovo nome rispecchia maggiormente la nostra costante tensione alla crescita, anche per linee esterne” afferma Nazzareno Gorni, AD e fondatore di MailUp Group.
Il nome è semplice ed evocativo e coniuga la radice inglese “grow” con un suffisso latino “-ens”, creando un neologismo che rappresenta un tratto caratteriale fondante della cultura aziendale. Con “Grow”, infatti, si fa riferimento a un percorso di crescita e sviluppo, tratto caratterizzante dell’approccio e della storia della società, iniziata nel 2002. “Ens”, invece, richiama la desinenza latina del participio presente con cui si indica l’essere agente attivo di un’azione. L’obiettivo del cambio è quello di sottolineare la nuova mission: portare crescita e innovazione tecnologica ai clienti e agli investitori nel mondo.
Il rebranding di MotorK
Dopo 10 anni MotorK, azienda leader in Europa nel digital automotive, cambia logo. Un restyling espressione di una rivoluzione digitale basata su tre pilastri fondamentali: innovazione, tecnologia e dinamismo.
MotorK si dota così di un’immagine più attuale, contemporanea ed elegante e in linea con il suo posizionamento premium di unico provider cloud-native capace di combinare digital e automotive.
La nuova brand identity si colloca all’interno di un percorso di crescita ambizioso che è riassunto nel payoff “Sparking the automotive world”. Illuminare, dunque, il settore automotive con la scintilla della digitalizzazione con il duplice obiettivo, da un lato, aiutare il comparto a guidare la rivoluzione digitale fornendo soluzioni e strumenti all’avanguardia, dall’altro rafforzare e accrescere l’offerta tecnologica per i suoi partner.
“Dopo 10 anni di attività, MotorK si evolve tenendo il passo con le sfide e le opportunità poste dalle tecnologie digitali, e il nuovo branding a prova di futuro rappresenta la volontà di continuare a rispondere al meglio alle esigenze dei nostri clienti e di un settore alla cui trasformazione vogliamo continuare a contribuire” ha dichiarato Marco Marlia, CEO e co-founder dell’azienda.
Il nuovo progetto grafico abbraccia tutta la brand architecture che si presenta ora più armonica. A partire dal logo MotorK, minimalista e flat, che si presenta con una declinazione cromatica di rosso più vibrante e accesa supportata da una palette di grigi e neri, per trasmettere dinamismo e proiezione verso il futuro. Il rebranding culmina con il rifacimento del sito web ridisegnato secondo le nuove linee guida del brand.
Groupe Renault ha una nuova identità
Sempre per restare in ambito automotive, Groupe Renault avvia un processo di rebranding che evoca modernità e internazionalità.
Dopo qualche giorno dall’annuncio della strategia Renaulution, la trasformazione dell’azienda continua in una dimensione completamente nuova.
L’ambiziosa identità del gruppo è racchiusa in un logo più maestoso con un carattere elegante e sobrio. Come un cuore che batte, l’icona e il logo sembrano vibrare.
Un simbolo della mobilità che cambia e si evolve, e della passione che anima gli uomini e le donne che lavorano per la società.
Il movimento si propaga e vibra in tutta l’identità visiva, emergendo con forza e risuonando nelle informazioni sature dell’era digitale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/05/rebranding.jpg8121443Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2021-05-04 16:30:122021-07-21 14:53:01Rebranding di Aprile: Hulu, Magnum, Bahlsen, MotorK e Groupe Renault
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