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evoluzione della tecnologia dopo il coronavirus

9 previsioni sull’evoluzione della tecnologia dopo il Coronavirus

  • Il Covid-19 ci ha trovati impreparati facendo sì che ci adattassimo a una nuova realtà quotidiana inaspettata;
  • Abbiamo riprogrammato le nostre abitudini in maniera efficace grazie all’utilizzo della tecnologia, che ci ha permesso di andare avanti in questa fase di lockdown;
  • Il futuro post-covid vedrà un’evoluzione tecnologica mirata a convivere ed affrontare nuove emergenze in maniera consapevole.

 

La pandemia causata dal Coronavirus ha portato molti cambiamenti. Ci ha costretti tutti a trovare nuovi modi di lavorare, interagire e vivere. Ha sollevato domande su come le nostre società sono organizzate e su dove vogliamo e dobbiamo investire per il futuro. Ci ha mostrato i nostri punti di forza e ha evidenziato le nostre debolezze. Ci ha posto nuove sfide, non ultima quella di cercare una cura. L’evoluzione della tecnologia dopo il Coronavirus è una componente chiave del nostro sforzo collettivo per affrontare il virus e sostenere i nostri nuovi modi di vivere e di lavorare in questo periodo inaspettato.

I vari Stati hanno dovuto lavorare per coordinare, integrare e avviare misure per affrontare ogni aspetto dell’emergenza sanitaria e il digitale, i media e le telecomunicazioni hanno svolto un ruolo vitale. Le tecnologie digitali non sono mai state così importanti nella nostra vita. È quindi fondamentale poter garantire che si disponga delle infrastrutture, della connettività e delle normative necessarie per rispondere al contagio e per dare la possibilità alle persone di continuare a vivere più normalmente possibile.

La diffusione del virus in tutto il pianeta, ha quindi costretto l’umanità ad innovare e cambiare il modo in cui lavoriamo e viviamo. Il lato positivo dell’esperienza che stiamo vivendo è che gli individui e le società saranno più preparati e coordinati per affrontare un mondo post COVID-19.

Ecco alcune previsioni su come potrebbe apparire la nostra vita una volta che ci saremo lasciati alle spalle la pandemia grazie all’evoluzione della tecnologia dopo il Coronovirus.

evoluzione della tecnologia dopo coronavirus

1. Interfacce e interazioni contactless

Non sono passati molti anni da quando siamo stati travolti dalla tecnologia del “touch-screen” e da tutto ciò che ci ha permesso di fare. Il COVID-19 ha reso consapevoli la maggior parte di noi di quanto ogni superficie “toccabile” potesse trasmettere la malattia.

Quindi in un mondo post-COVID-19, ci si aspetta che avremo meno touch-screen e più interfacce vocali. Inoltre da poco abbiamo imparato ad apprezzare la possibilità di pagare senza contatto tramite carte e dispositivi mobili grazie al contactless. Con l’aumentare delle persone che vorranno limitare ciò che toccano, è probabile che un’opzione di pagamento per beni e servizi che non richiede alcun contatto fisico possa guadagnare terreno.

evoluzione della tecnologia

2. Infrastruttura digitale rafforzata

Il COVID-19 ha fatto sì che le persone si adattassero a lavorare da casa e in isolamento. Siamo stati, in un certo modo, forzati nelle nostre abitudini collettive a trovare soluzioni digitali per tenere riunioni, lezioni, allenamenti e altro ancora. Fare tutto questo, restando rifugiati nelle nostre case, ha permesso a molti di noi di valutare la possibilità di continuare alcune di queste pratiche in un mondo post-COVID-19.

Leggendo varie esperienze, ci sono molti lavoratori che hanno capito che spostarsi da un ufficio all’altro, o da un edificio all’altro o addirittura in alcuni casi cambiare città solo per una riunione, non è sempre essenziale.

Le videochiamate o in gergo le “Conference Call” hanno conquistato un po’ tutti, e sono assolutamente valide ed efficaci per tutti i tipi di riunioni (sì, anche le riunioni del consiglio di amministrazione).

Come per tutte le crisi, quella attuale rappresenta quindi un’opportunità per velocizzare il miglioramento di tutta l’infrastrutturadigitale e in un certo senso anche di una trasformazione culturale.

evoluzione della tecnologia dopo il Coronavirus

3. Miglior controllo mediante Internet of Things (IoT) e Big Data

Stiamo constatando in tempo reale la vera potenzialità dei dati in questa pandemia. Gli insegnamenti che stiamo ricevendo da questa esperienza ci permetteranno di monitorare le pandemie future utilizzando la tecnologia e i Big Data su internet. Grazie all’utilizzo dell’internet delle cose riusciremo ad avere sistemi che segnalano e tracciano chi mostra i sintomi di un’epidemia, in maniera molto più veloce ed efficace.

Abbiamo già degli esempi reali di come gli Stati e i privati stiano tentando di mettere in pratica questi concetti. È noto in Italia il caso dell’app Immuni di Bending Spoons che utilizzerebbe i dati GPS dei nostri smartphone per tracciare gli spostamenti delle persone contagiate, segnalando con chi hanno interagito in modo da monitorare gli eventuali contagi.

Come ogni volta che si è di fronte ad una nuova tecnologia, bisogna fare giustamente attenzione a far sì che l’innovazione apportata, possa allo stesso tempo salvaguardare la privacy di ogni individuo e prevenire l’abuso dei dati.

Nel momento in cui tecnologia e privacy degli utenti andranno d’accordo, si potranno ottenere enormi vantaggi per monitorare e affrontare in modo più efficace le future pandemie.

LEGGI ANCHE: Quando crisi e opportunità sono davvero la stessa cosa

4. Machine Learning e Intelligenza artificiale in Medicina

Il Machine Learning ha fatto grandi progressi nell’efficienza farmaceutica e biotecnologica.

Lo sviluppo di farmaci è un processo notoriamente costoso e lungo. Molti dei processi analitici coinvolti nello sviluppo dei farmaci possono essere resi più efficienti con il Machine Learning e grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale. Proprio in un momento come questo, bisogna puntare a sfruttare questo potenziale per ridurre anni di lavoro e centinaia di milioni di investimenti.

L’intelligenza artificiale è un partner ideale nello sviluppo di farmaci perché può accelerare e integrare le attività umane. Più velocemente potremo creare e distribuire un farmaco efficace e sicuro per combattere e  prevenire il COVID-19 e virus futuri, più velocemente essi potranno essere contenuti.

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Foto Credits: Franck V. on Unsplash

5. Telemedicina

Diciamoci la verità, la maggior parte di noi, probabilmente, non ne ha mai sentito parlare. La Telemedicina è il metodo che prevede servizi sanitari a distanza come il monitoraggio e la consulenza tra medici e pazienti online, attraverso una connessione sicura. Tuttavia, la verità è che solo una manciata di paesi nel mondo ha adottato questo metodo. La telemedicina quindi rimane solo un concetto per molti, soprattutto per l’Italia.  Questa triste realtà può essere attribuita alla mancanza di infrastrutture adeguate a sostenerla e alla mancanza di consapevolezza. Un altro fattore è che gli aspetti culturali non sono stati presi in considerazione, come di solito accade nella salute digitale.

Per frenare il traffico negli ospedali e negli uffici degli operatori sanitari, molti stanno implementando o ricordando ai propri pazienti che è possibile effettuare consultazioni online. Invece di correre dal medico o al centro sanitario, le cure a distanza consentono servizi clinici senza una visita di persona. Nonostante la materia fosse già nota prima del COVID-19, l’interesse è aumentato ora che il distanziamento sociale è stato obbligatorio in molte aree.

Un recente articolo dell’American Journal of Managed Care ha discusso la necessità e le sfide da affrontare per incorporare la telemedicina nella quotidianità. Si legge che “sebbene permangano alcune sfide legali, e relative alle normative, l’epidemia COVID-19 potrebbe essere la giusta spinta per i legislatori e le agenzie di regolamentazione a promulgare ulteriori misure che facilitino un’adozione più diffusa della telemedicina”.

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Foto Credits: intouchealth

6. Più acquisti online

Sebbene negli ultimi anni il commercio elettronico sia cresciuto notevolmente, il COVID-19 ha dato una scossa a tutto l’ambiente come mai prima d’ora. Questo è avvenuto in maniera naturale, poiché la maggior della gente su tutto il pianeta ha dovuto spostare online quasi tutti i propri acquisti.

Le aziende che non disponevano di un’opzione online hanno dovuto affrontare una rovina finanziaria e quelle che avevano una piccola presenza sul web hanno cercato di aumentare la propria offerta.

Dopo il COVID-19, le aziende che vogliono rimanere competitive dovranno spostarsi obbligatoriamente online anche se il loro business principale resterà offline. Ci saranno inoltre miglioramenti nei sistemi logistici e di trasporto merci, uno dei pochi settori che in questo periodo ha riscontrato una impennata di lavoro per far fronte all’ondata di richiesta delle consegne.

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7. Maggiore dipendenza dai robot

Nel bene e nel male i robot sostituiranno molti umani nel loro lavoro, dicono gli analisti, e l’epidemia da Coronavirus sta accelerando il processo. La gente di solito dice di volere un elemento umano nelle proprie interazioni, ma il COVID-19 ha cambiato questa situazione e cambierà le preferenze dei consumatori aprendo davvero nuove opportunità per l’automazione.

Le grandi e piccole aziende stanno diversificando il modo in cui utilizzano i robot per aumentare la distanza sociale e ridurre il numero del personale che deve andare fisicamente a lavoro. I robot vengono utilizzati anche per svolgere ruoli che i lavoratori non possono svolgere da casa.

Walmart, il più grande rivenditore americano, sta usando i robot per pulire i pavimenti. I robot in Corea del Sud sono stati utilizzati per misurare le temperature e distribuire disinfettanti per le mani.

Con gli esperti sanitari che avvertono che in mancanza di un vaccino o di una cura efficace, potrebbero essere necessarie alcune misure di distanziamento sociale addirittura fino al 2021, i lavoratori robot potrebbero essere più richiesti. Potrebbero essere utilizzati per consegnare generi alimentari o per prendere informazioni vitali in un sistema sanitario o per far funzionare una fabbrica.

Le aziende si rendono conto di come i robot potrebbero supportarci oggi e svolgere un ruolo importante in un mondo post COVID-19 e – speriamo di no – durante una futura pandemia.

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Credits Foto: Andy Kelly on Unsplash

8. Eventi offline ed eventi digitali

L’organizzazione di un grande evento richiede un grande sforzo. I lavori iniziano almeno sei mesi prima della data stabilita e molte persone vengono coinvolte a diversi livelli. C’è un luogo da scegliere, il giusto servizio di ristorazione da selezionare, il viaggio e l’alloggio del team. Poi bisogna trovare sponsor e personale di sicurezza. Per non parlare delle molte ore passate a contattare e trovare i migliori relatori e di quelle impiegate a lanciare le campagne di marketing per promuovere l’evento. E la lista continua. Quindi, immaginate cosa si prova a cancellare tutto nel giro di pochi giorni. Al di là delle ripercussioni psicologiche ed economiche, le grosse difficoltà si riscontrano nel cancellare tutto e nel non sapere se e quando si potrà replicare il tutto.

È molto probabile che molte cose saranno diverse anche una volta che l’emergenza sarà completamente finita. I grandi eventi e le conferenze non saranno più gli stessi, né le interazioni umane, almeno per un po’ di tempo. Ed è abbastanza probabile che molte aziende e molte persone preferiranno attenersi al nuovo modello di conferenza online piuttosto che rischiare di organizzarle dal vivo per poi vederle andare in fumo.

In realtà, questa è anche una spinta alla trasformazione. I nuovi strumenti sono destinati a soddisfare le nuove esigenze digitali dell’industria delle conferenze e quelle dei meeting più piccoli. Si dovrà quindi imparare ad interagire in modo diverso. Una cosa è certa bisogna trovare un modo per offrire la stessa, o anche migliore, qualità al nostro pubblico. I community manager devono continuare a lavorare per migliorare non solo i loro contenuti, ma anche il modo in cui li forniscono.

Gli organizzatori e i partecipanti agli eventi offline che sono stati costretti a passare al digitale, hanno realizzato che ci sono pro e contro in entrambi i casi. I nuovi eventi virtuali non dovranno quasi mai preoccuparsi di far fronte al problema del numero massimo di persone da poter accogliere, come invece accade con un evento dal vivo. Inoltre ci possono essere partecipanti collegati da tutto il mondo contemporaneamente senza che essi, o chi per loro, debbano sostenere spese di viaggio e alloggio.

Anche se le previsioni ci dicono che gli eventi di persona non verranno sostituiti interamente dopo questa pandemia, molto probabilmente gli organizzatori scopriranno come gli aspetti digitali possano integrarsi con gli eventi dal vivo. Sicuramente ci sarà un forte aumento degli eventi ibridi in cui parti dell’evento si svolgeranno di persona ed altri fruibili digitalmente.

Abbiamo ormai varcato una soglia, e guardare indietro non è certo il modo di andare avanti.

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Credits Foto: Jonas Jacobsson on Unsplash

9. Videogames ed eSport

Eventi sportivi, organizzazioni e tifosi hanno dovuto fare i conti con la sospensione dei loro passatempi preferiti. In alcuni casi le stagioni sono state completamente cancellate a causa del COVID-19. Ma i videogames e gli eSport sono in buona salute. Si prevede che nel 2020 il mercato globale dei videogiochi varrà 159 miliardi di dollari, circa quattro volte i ricavi al botteghino (43 miliardi di dollari nel 2019) e quasi tre volte i ricavi dell’industria musicale (57 miliardi di dollari nel 2019). Il mercato più grande per fatturato è quello dell’Asia-Pacifico con quasi il 50% del mercato dei giochi per valore.

Una piccola parte ma in forte crescita è costituita dagli eSport. Essi non sono altro che competizioni di videogiochi sportivi organizzati in modalità multi-giocatore. Si prevede che questo settore cresca fino a poco più di un miliardo di dollari nel 2020.

I modelli di business negli eSport seguono da vicino lo sport professionistico e anche se le competizioni sono molto più frammentate, la maggior parte delle entrate proviene dalla pubblicità e dalla radiodiffusione. Anche se relativamente piccolo rispetto al mercato complessivo dei giochi, gli eSport hanno un ruolo rilevante in questo momento storico. Gli organizzatori dei campionati sportivi di tutto il mondo si sono rivolti al settore per trovare nuovi modi di interagire con i tifosi. Diverse competizioni di eSport in alcuni paesi, sono state trasmesse in diretta televisiva. Le emittenti cercano di riempire ore di contenuti sportivi programmati che sono stati cancellati in seguito alla pandemia. Sarà anche questo sicuramente un settore che continuerà a crescere dopo la pandemia.

evoluzione della tecnologia dopo il corona virus

Il COVID-19 sta mettendo a dura prova i nostri sistemi e la nostra pazienza, ma sta anche costruendo la nostra resilienza. Sembra paradossale ma il virus ci sta consentendo di sviluppare soluzioni nuove e innovative.

In un mondo post COVID-19, sarà stato il virus e rendere il nostro pianeta un posto migliore, ma non grazie all’evoluzione della tecnologia, ma grazie alle persone. Si tratta di imparare. Si tratta di mantenere i contatti personali e professionali in un periodo in cui è molto facile sentirsi isolati.
Vinceremo tutti insieme, imparando da questa esperienza e ne usciremo più forti e più connessi, con alcuni nuovi modi di lavorare e di usare la tecnologia, affinché il futuro, non ci trovi nuovamente impreparati.

*Articolo liberamente ispirato e tradotto dal post originario di Bernard Marr.

ripresa economica

Per il post-covid abbiamo bisogno di una ripresa economica sostenibile

  • Anche durante l’emergenza è aumentata la consapevolezza delle persone sulla questione ambientale;
  • Tra Recovery fund e European Green Deal, la Commissione Europea vuole far ripartire l’Europa con investimenti sostenibili;
  • Il Manifesto firmato da oltre 400 imprese italiane chiede alle istituzioni una valorizzazione del green come grande opportunità per l’Italia.

 

Il 2020, oltre che l’anno del Covid, si prevede avrà un clima molto caldo in Europa, dopo che già il 2019 aveva battuto ogni record dal 1979.

In soli 40 anni la temperatura è aumentata di 1,2°C. Sembrerebbe un numero da niente, ma insieme ad altri fattori come la deforestazione e la forte vicinanza tra uomo e animali selvatici, genera reazioni a catena che alterano gli  ecosistemi. Questa è molto probabilmente anche la causa del Covid-19 secondo un report del WWF.

La pandemia che ci ha colpito in questi mesi, sembra aver rimescolato le carte del mondo e generato nelle persone una crescente consapevolezza sul rapporto uomo e ambiente e sull’urgenza di un cambiamento sostenibile, in precedenza solo timidamente avviato.

Una consapevolezza che diventa concreta, nel momento in cui parliamo di ripresa economica.

Come si colloca la questione ambientale nel post-Covid? Come si stanno muovendo le persone, le istituzioni e le aziende?

ripresa economica sostenibile

Il mondo post-Covid per gli italiani

Uno studio Ipsos condotto dal 21 febbraio al 6 marzo 2020 in 29 nazioni, tra cui l’Italia, ha indagato come il mondo vede il cambiamento climatico e il Covid-19. Per il 71% delle persone il cambiamento climatico deve considerarsi una crisi quanto la pandemia.

Il 63% degli intervistati italiani pensa che nella ripresa economica il governo dovrebbe dare priorità alla questione ambientale. Il 47% è inoltre fortemente d’accordo che dopo la pandemia ci saranno molte più persone che si batteranno attivamente a favore dell’ambiente. A livello politico il 66% non appoggerà un partito che non prenderà seriamente in considerazione il cambiamento climatico.

rifiuti urbani ambiente

LEGGI ANCHE: ll consumo sostenibile è in crescita. Ecco come cambiano le nostre abitudini (e anche le aziende)

Per gli intervistati italiani i problemi ambientali maggiori su cui il governo dovrebbe porre attenzione sono: Aumento delle temperature/cambiamento climatico (44%), inquinamento dell’aria (42%), gestione dei rifiuti (48%).

Per quanto riguarda le azioni in ottica di sostenibilità, l’85% privilegerà prodotti più salutari e migliori per l’ambiente.

Inoltre entro l’anno prossimo gli italiani intervistati pensano di:

  • limitare l’acquisto di prodotti con molto confezionamento (58%);
  • evitare di acquistare nuovi prodotti, favorendo usato o riparazioni (53%);
  • ridurre l’utilizzo della macchina a favore di camminate, bicicletta e mezzi pubblici (50%);
  • risparmiare acqua in casa, riducendo per esempio il tempo della doccia o non innaffiando il giardino (50%);
  • risparmiare energia in casa, con riqualificazione energetica e attenzione ai consumi (48%);
  • mangiare meno carne, sostituendola con alternative come i fagioli (45%)

ripresa economica_mobilità sostenibile

Parlando di mobilità sostenibile, in questi giorni è stata approvato con il Decreto Rilancio il bonus bici, che prevede fino al 60%, massimo 500 euro, per l’acquisto di biciclette, eBike, monopattini elettrici e altri dispositivi di micromobilità. Un’azione che insieme a investimenti sulle piste ciclabili potrebbe rivelarsi davvero importante per la qualità dell’aria nelle nostre città. Questo si aggiunge al decreto clima che era stato già approvato lo scorso dicembre.

Un’altro incentivo sostenibile presente nel decreto rilancio è l’ecobonus al 110% per ottenere una detrazione fiscale su interventi di riqualificazione energetica e antisismici sugli immobili, in misura superiore rispetto al costo.

La ripresa economica europea

Il 13 maggio scorso la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha presentato l’architettura e le caratteristiche del Recovery Fund post-Covid, su cui il Parlamento Europeo dovrà esprimersi.

Si tratta di una pacchetto di ripresa economica che l’Europa mette in campo per risollevarsi, supportando gli Stati Membri, a livello pubblico e privato. Il piano di ripresa sarà interamente erogato attraverso i programmi europei e durerà pochi anni. Già a partire da quest’anno sarà anticipato parte dell’investimento.

ripresa economica energie rinnovabili

In ottica sostenibilità il Recovery Fund guarda all’European Green Deal, quindi investimenti pubblici e riforme essenziali in linea con le priorità europee: la duplice transizione verso un’Europa climaticamente neutra e un’Europa resiliente e digitalizzata. Ci saranno inoltre ingenti investimenti privati nei settori e nelle tecnologie fondamentali: dallo standard 5G all’intelligenza artificiale, dall’idrogeno pulito all’energia rinnovabile offshore.

LEGGI ANCHE: Dopo il Coronavirus, l’European Green Deal sarà ancora una priorità?

Riprendendo il discorso di Ursula Von der Leyen:

“Prima o poi i nostri scienziati e ricercatori troveranno un vaccino contro il Coronavirus. Ma non c’è vaccino contro i cambiamenti climatici. Per questo motivo l’Europa deve ora investire in un futuro pulito.

I nostri investimenti per la ricostruzione saranno fatti a caro prezzo. Vale a dire l’aumento dell’onere del debito. Ma se dobbiamo aumentare il debito che i nostri figli dovranno pagare in futuro, il minimo che possiamo fare è usare il denaro per investire nel loro futuro; affrontare i cambiamenti climatici e ridurre la pressione sul clima. e non solo fare piccoli miglioramenti.

Una volta superata la crisi non dobbiamo ricadere nei vecchi modelli, non dobbiamo avviare la ripresa per ricostruire il modello economico di ieri. Dovremmo invece ora cogliere coraggiosamente l’opportunità, per costruire un’economia moderna, sana e pulita, che assicuri il sostentamento della prossima generazione.

L’Unione europea non può, da sola, curare tutte le ferite che questa crisi lascerà dietro di sé. Ma noi assumiamo la nostra parte di responsabilità riequilibrando gli oneri tra gli Stati membri e garantendo nel contempo che gli enormi sforzi che oggi facciamo abbiano ricadute positive anche per le giovani generazioni”.

Il Manifesto delle imprese per un Green Deal italiano

I consumatori guardano a una ripresa economica sostenibile, l’Europa anche, e le aziende?

Non sono da meno.

In questi giorni, oltre 400 aziende italiane tra le quali Philips Italia, Illycaffè, ENEL hanno firmato il Manifesto “Uscire dalla Pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia”.

Il Manifesto interviene nel dibattito in corso, a livello nazionale ed europeo, sulle misure per la ripresa economica sollecitando un progetto di sviluppo all’altezza delle sfide della nostra epoca. Si propone una ripresa economica sostenibile e si chiede al Governo che nel pacchetto di misure, il green non sia marginalizzato, ma sia invece valorizzato per le sue grandi potenzialità.

agricoltura sostenibile

Le aziende firmatarie concordano che un nuovo Green Deal Italiano possa portare a una più forte e duratura ripresa, valorizzando le migliori potenzialità dell’Italia, legate alle produzioni di qualità, sempre più green e “inscindibili dai cambiamenti verso la decarbonizzazione e la circolarità dei modelli di produzione, distribuzione e consumo”. La valorizzazione del green potrebbe portare inoltre a un rilancio di diverse attività economiche, come il turismo.

Ripresa a breve termine, ripresa a lungo termine

La crisi economica peggiorata dalla pandemia, ha messo e sta mettendo a rischio molte aziende e posti di lavoro. In Italia si prevede un crollo del PIL del 9%.

Per natura l’uomo sceglie il certo rispetto all’incerto, la crisi economica è ora, la cassa integrazione tarda ad arrivare e quella climatica viene percepita da molti ancora come distante. Un ghiacciaio che si scioglie in Islanda come e quando può impattare una persona che abita in Italia?

Inoltre, non tutti i politici e Paesi sono d’accordo in una ripresa economica in ottica green. La Repubblica Ceca e la Polonia, nazioni dove sono presenti molte industrie di combustibili fossili, spingono per mettere da parte l’European Green Deal concentrando tutte le risorse per combattere la pandemia. Anche in Italia c’è un dibattito in corso tra parti politiche e aziende: pensiamo per esempio alla plastic tax.

Ma i valori chiave per guidare la ripresa sono due:

  • equilibrio. La salvaguardia della capacità produttiva può andare di pari passo alla resilienza per affrontare nuove crisi. Un esempio è il sostegno oggi alle attività fortemente colpite come la ristorazione e il turismo e allo stesso tempo incentivate lo smart working dove possibile o trovare opportunità nell’ecoturismo.
  • Coraggio. Nel prendere scelte a lungo termine, di fare investimenti oggi in piena crisi per tutelarci domani.

In quest’ottica lo sviluppo sostenibile è un’assicurazione per il futuro e un’opportunità per il presente.

Week in Social: Facebook Shops, le stories di Twitter e Pinterest con Shopify

Il mondo dei social non si ferma mai. Anche questo fine settimana, la Week in Social ovvero la rubrica Ninja che vi regala tutti gli aggiornamenti del web è con voi. Cosa si deve sapere della settimana trascorsa? Ecco le notizie principali.

Arriva Facebook Shops

Una grande, grandissima novità da parte di Facebook. I lettori attenti lo sanno: non si possono annoverare momenti storici in cui Facebook sia rimasto indietro. Lo sappiamo che da grandi budget derivano grandi responsabilità ed ecco che che il nuovo obiettivo di Marc Zuckerberg è quello di portare le aziende a vendere sempre di più online.

I just announced that we’re launching Facebook Shops today – the basic idea is that any small business can easily start…

Pubblicato da Mark Zuckerberg su Martedì 19 maggio 2020

Anche in questo caso, Ninja Marketing ha seguito la notizia:

“Il lancio di Shops arriva in un momento di vero boom per l’eCommerce, a livello globale, legato al lockdown. Se la pandemia è stata devastante per le piccole imprese, un terzo delle quali ha riferito di aver smesso di operare in un sondaggio condotto da Facebook, un ulteriore 11% afferma che potrebbe fallire nei prossimi tre mesi se la situazione attuale dovesse continuare.

Le vendite online sono state invece un punto luminoso per le piccole imprese. Etsy, dove  a vendere sono i piccoli artigiani locali, ha raddoppiato il suo fatturato rispetto a tre anni fa e oraFacebookscommette che portare un maggior numero di imprese locali online le aiuterà a sopravvivere, creando al tempo stesso nuove grandi opportunità di business per l’azienda, come aveva già anticipato lo scorso annoZuckerberg, parlando degli interessi della compagnia verso l’eCommerce.

Nelle intenzioni di Zuckerberg, Shops dovrebbe migliorare l’esperienza standard del commercio online, memorizzando le credenziali di pagamento degli utenti in un unico luogo, per poi utilizzarle su qualsiasi vetrina di Facebook o Instagram. Un potenziale enorme, considerando che attualmente ci sono più di 160 milioni di piccole imprese che utilizzano le app della società”.

Twitter e i Fleet

Lo avevamo accennato ed ecco che sono arrivati “concretamente”. Sono disponibili ora i fleet, ovvero le stories volatili di Twitter.

Solito sistema: durano un giorno e poi spariscono.

Anche qui: cliccando  in alto a sinistra della piattaforma si potranno aggiungere liberamente le proprie stories, come social comanda.

Chissà se l’andazzo di Twitter cambierà in qualche modo: staremo vedere e intanto, via libera alla condivisione.

LEGGI ANCHE: In Italia arriva Twitter Fleet, la nuova funzione con post che scompaiono dopo 24 ore

twitter fleet

Pinterest lancia Shopify

Una nuova funzionalità in uno dei social per il visual più apprezzati di sempre: parliamo di Pinterest e del suo recente aggiornamento.

La notizia del mese è che Pinterest ha annunciato la collaborazione con Shopify, l’app per permettere ai rivenditori di migliorare la loro presenza sulla piattaforma. Questo insieme di funzioni che fornirà l’app permetterà nuove aggiunte al catalogo, tag e molto altro.

Pinterest

Pinterest punta così ad una connessione tra il privato e la piattaforma. Ci piace!

TikTok e il cyberbullismo

Questa volta non si tratta di un aggiornamento dell’app o del nuovo video divertente sulla challenge di turno. Abbiamo però il dovere di segnalarlo per diffondere sempre più la cultura del “saper usare i social”. Una ventenne residente in Malesia è stata vittima di cyberbullismo: un suo video privato è stato pubblicato e nonostante le richieste di rimozione è rimasto lì su TikTok. La ragazza, preoccupata per la sua reputazione, non ha retto il peso e si è suicidata.

Usare i social vuol dire anche tutelare la privacy altrui e il rispetto per gli altri.

deisgn eventi digitali

Design (Digital) Fair: come sono cambiati gli appuntamenti della creatività

  • Questo tempo sospeso vissuto in lockdown sta cambiando il nostro modo di vivere, di lavorare, di stare con gli altri e di fruire la creatività;
  • Anche le fiere del design nel mondo, per non rinunciare totalmente agli appuntamenti previsti e promessi, si convertono e vanno online. Così come i design museum;
  • Il digitale, forse, rimarrà un appuntamento anche post Covid-19.

 

Chi può è in smart working, università e scuole sono in eLearning, i musei aprono le porte online, le palestre organizzano dirette Instagram e gli aperitivi con gli amici sono su Houseparty.

Se tutto è in digitale, erogato così come si dice “da remoto”, possono esserlo anche le design fair?

Certamente sì. In effetti, il mondo del design si è trasferito online, con un ricco programma digitale per utilizzare comunque questo strano tempo sospeso.

In genere, Covid-19 a parte, gli appuntamenti tanto attesi dai design passionate (e non) vanno da Parigi con la famosa Maison & Object, a Madrid con il suo Design Festival; da Milano con il Salone del Mobile a Miami con Design Miami; da Londra con il London Design Festival a Bologna con Cersaie.

Ci sarebbero, ancora, la 3 Days of Design di Copenhagen e la Brussels Furniture Fair.

Insomma, le fiere della creatività in un anno sono più di quelle che vi aspettereste e, a volte, è difficile stare al passo con tutte.

Ante Covid-19, gli appuntamenti si sono tenuti regolarmente. Ora che il mondo è in lockdown non vi è rinuncia alla creatività e alcuni appuntamenti hanno solo cambiato il modo di renderla fruibile.

LEGGI ANCHE: Milano Digital Week, dal 25 al 30 maggio l’evento in versione online

design digitale eventi coronavirus

La creatività va online

Per il Salone del mobile di Milano si diceva che non sarebbe esistito un piano B. L’idea di un’alternativa per imprese, operatori e appassionati è arrivata dal Fuorisalone, spesso considerato diametralmente opposto alla fiera “core” che si tiene a Rho.

Fuorisalone Digitale è la piattaforma digital che propone dal 15 al 21 giugno (date in cui era stata inizialmente posticipata la Design week milanese) nuovi format di comunicazione e promozione online, tra i quali il Fuorisalone.tv. Un vero e proprio palinsesto, attivo per 7 giorni per 12 ore al giorno, con contenuti ad hoc e dirette con ospiti. Il tutto per presentare progetti e idee di aziende e designer e non perdere l’opportunità di essere comunque presenti “somehow”.

A questo si aggiunge anche il Fuorisalone Meets, piattaforma che promuove webinar destinati agli addetti ai lavori e due canali destinati al mercato estero (Fuorisalone Japan e Fuorisalone Cina, con l’apertura di Wechat e Weibo).

L’iniziativa ha visto il coinvolgimento dei distretti creativi (quali, Tortona, Brera, Porta Venezia), che sposano la strada innovativa dell’offerta digitale, per consentire alle aziende di non perdere contatti con il pubblico e i buyer.

Sui social, invece, si è aperto il cassetto dei ricordi al grido degli hashtag #Salonedelmobile e #milanodesignweek. Ci sono post nostalgici e di incoraggiamento a non mollare: dalla giornalista di design Beck Sunshine, all’interior designer Beatrice Fuzzi, il messaggio è univoco. Milano manca. Ma rivive allo stresso tempo, proprio grazie agli stessi post pubblicati.

eventi digitali di design

Cosa succede fuori confine

Se in Italia l’appuntamento clou è a Milano, all’estero sono Parigi e Londra a dominare la scena. Maison & Object della capitale francese si è regolarmente tenuta prima dell’emergenza Coronavirus e, al momento, le date del prossimo settembre sono confermate.

È Londra che si converte al digitale. Infatti, Dazeen, il design magazine London based, inaugura il Virtual Design Festival dal 15 aprile al 30 giugno con incontri, interviste, webinar e lanci di nuovi prodotti. Hanno già aderito all’iniziativa Design Indaba, Dutch Design, Venture Project e il Forum di architettura the World Around.

LEGGI ANCHE: Distanziamento sociale, come non impazzire e aumentare la creatività

design digitale

Design Museum

Ci sono poi i design museum che hanno aperto le loro collezioni online.

Il Vitra Design Museum di Weil am Rein (Germania) dà voce e spazio a iniziative online proponendo videotour e progetti digitali per scoprire le mostre in corso, come “Home Stories: 100 years, 20 visionary interiors”, oltre ai live talk in diretta su Instagram.

La Triennale di Milano, oltre a rendere fruibile il proprio archivio online che comprende più di mille oggetti del design italiano, ispirandosi al Decamerone di Boccaccio, lancia Triennale Decameron che ogni giorno alle 17.00 trasmette live su Instagram video narrazioni di artisti, designer, musicisti e scrittori.

#Designdispatches è l’iniziativa del Design Museum di Londra che una volta a settimana prevede conservazioni tra il direttore Tim Marlow e designer e architetti.

vitra design museum

It’s a Digital World

Nessuna intenzione di virtualizzare le design fair e gli exclusive party annessi (dove c’è chi fa di tutto un anno prima per imbucarsi) o le visite al museo, l’esperienza sarà sempre un’altra cosa. Piuttosto l’intenzione, dettata dalla necessità, è quella di digitalizzare l’esperienza per creare nuove modalità di partecipazione e comunicazione e, perché no, per ispirare.

E la cosa sembra stia anche piacendo, grazie soprattutto al potere della disintermediazione del digitale (social annessi), che rende tutto più raggiungibile e umano. Inaspettatamente è anche possibile fare domande ai guru dell’arte e del design.

E chissà, magari in un domani post Covid-19, le design fair proporranno sempre il pacchetto reale+digitale.

Sigmund Freud

Un inedito Freud, dalla serie Netflix al nipote spin doctor

  • La nuova serie “Freud” di Netflix si prende molte libertà, mettendo in scena situazioni surreali, nelle quali il giovane Freud assume il ruolo di un investigatore;
  • Il nipote di Freud, Edward Bernays ha applicato gli insegnamenti tratti dalla psicoanalisi in note campagne di public relations;
  • Lo stesso Bernays, interpellato da American Tobacco, è riuscito a rompere un tabù che allora era ben radicato tra le donne, convincendole a fumare per essere più libere.

 

Freud, è la nuova serie austriaca targata Netflix e girata in cooperazione con ORF che immagina la vita del giovane Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, neurologo e filosofo.

I produttori disegnano Sigmund Freud, interpretato dall’attore Robert Finster, come un personaggio che risolve dei crimini utilizzando l’ipnosi nella Vienna del XIX secolo. Un crime thriller criticato anche da The Guardian, perché distorce la vera biografia del fondatore della psicoanalisi.

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Retroscena che hanno influenzato la trama

Il pluripremiato regista viennese Marvin Kren puntualizza che lo stesso Freud, che era una persona molto riservata, in maggiore età ha eliminato documenti riguardanti i suoi studi e le sue attività da giovane, non volendo compromettere la propria immagine. Il regista ha quindi trasformato queste lacune nella biografia di Freud in un’opportunità drammaturgica, per distogliere lo sguardo dalla biografia ed inventare nuovi contenuti.

Prendendo atto che gli avvenimenti della serie non si basano su fatti storici, ci sono alcuni aspetti che probabilmente si riferiscono a fatti e personaggi reali. La coprotagonista e sensitiva/medium Fleur Salomè, per esempio, potrebbe riferirsi – con forti rielaborazioni del personaggio – a Lou Andreas-Salomè, che fu prima studentessa di Freud, poi amica, confidente e anche lei psicoanalista. La serie si svolge nel 1880, mentre invece Freud e Salomè nella vita reale si sono incontrati dopo il 1910. L’intelletto di Salomè ha ispirato poeti come Rilke e Nietzsche. Su Amazon Prime è disponibile il film della “vera” Salomè, il titolo porta il suo nome: “Lou Andreas-Salomè – The Audacity to be free

Il luogo delle riprese di “Freud”: Praga diventa la Vienna del 1800

I dati biografici sono corretti, Freud è cresciuto in una famiglia di commercianti di cultura ebraica e sin da piccolo visse a Vienna, dove si laureò in medicina e chirurgia all’Università nel 1881. Seppur la vita di Freud si svolgesse a Vienna, Kren ha scelto di girare gran parte della serie a Praga. Il motivo è presto detto: Praga negli anni ha mantenuto un velo storico, lasciando invecchiare gli edifici senza troppe restaurazioni. Un’imperfezione perfetta ricercata dal regista, che in un’intervista definisce il genere a cui appartiene la serie un “Vienna Noir”.

Indubbiamente quindi anche l’abitazione/studio della serie, non corrisponde a quella reale. È possibile visitare la sua vera abitazione/studio, oggi museo, nella Berggasse 19 a Vienna.

Il regista della serie ha fatto visita al museo, attualmente in restaurazione, per aderire all’iniziativa #keepfreudalive. Per la campagna è stato creato appositamente un filtro Instagram che trasforma l’utente in Freud. L’iniziativa ha come fine la raccolta fondi per terminare il rinnovo del museo.

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Il subconscious marketing applicato dal nipote di Freud

Distogliendo lo sguardo dalla serie e focalizzandosi sulla vita di Freud, emergono nessi interessanti che riguardano la sua vita e la comunicazione.
Da una parte, come anticipato, il suo controllo rigoroso delle informazioni che lo riguardavano. Dall’altra suo nipote Edward Bernays, considerato uno dei padri delle relazioni pubbliche e tra i primi spin doctor della storia. Bernays divulgò negli Stati Uniti le opere pubblicate da Freud.

Nel 1929 Bernays realizzò una delle campagne più eclatanti degli stati Uniti per American Tobacco Company, che si rivolse a lui per trovare il modo di far fumare anche le donne. Fino ad allora, le sigarette per le donne erano considerate un tabù sociale. Bernays presentò la sua teoria, basata su studi della psicoanalisi, dimostrando come la sigaretta rappresentasse un simbolo fallico e di dominio maschile. Il pubblicista era a conoscenza dei movimenti di emancipazione femminile e cercò un modo per convincerle a fumare, facendo della sigaretta un mezzo per raggiungere la loro libertà. Organizzò una finta protesta durante la parata di Pasqua a Broadway (NY). Alcune femministe da lui invitate accesero per la prima volta in pubblico le sigarette Lucky Strike. Alla stampa fornì anche lo slogan da usare, ovvero “le torce della libertà”, dichiarandolo un simbolo di protesta e riferendosi alla Statua della Libertà.

Con questa iniziativa il nipote di Freud riuscì a rompere il tabù del fumo al femminile, aumentando così le vendite delle sigarette. Trent’anni dopo e in seguito ai vari studi che ne dimostrarono i danni alla salute, Bernays si disse pentito di aver incoraggiato le donne a fumare.

 

 

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La psicoanalisi applicata per aumentare le vendite

Bernays ha tratto ispirazione dal lavoro di suo zio sul subconscio umano, applicandolo al mondo delle pubbliche relazioni e lavorando con grandi aziende come General Motors e United Fruit Company.

Alcuni produttori di pancetta si rivolsero a Bernays per incrementare le vendite dei loro prodotti. La tipica colazione americana, composta da uova e pancetta, ancora non esisteva. Fu proprio Bernays ad inventare questa combinazione. Commissionò un sondaggio tra una decina di medici compiacenti, che indicarono “eggs&bacon” come una colazione nutriente. Il pubblicitario inviò tramite comunicato i risultati del sondaggio a migliaia di medici statunitensi, che si fidarono dalle indicazioni ricevute da colleghi “indipendenti”. Oltre ad incrementarne le vendite, uova e pancetta sono rimaste fino ad oggi la colazione per antonomasia nei paesi anglosassoni.

Sigmund Freud si è sempre mostrato scettico e riservato nei confronti dei media. Pur non avendo vissuto l’intero periodo di successo di suo nipote, alcuni aneddoti fanno trasparire il suo disappunto. Un esempio su tutti: il nipote lo mise in contatto con il magazin Cosmopolitan, che gli consigliò di sviluppare il tema “lo spazio mentale della moglie in casa”. Freud, che aveva proposto un tema diverso e prettamente scientifico, indignato, abbandonò il progetto.

La comunicazione pubblica al giorno d’oggi è in parte basata sui lavori di Bernays, che ha applicato in maniera trasversale politica, propaganda e psicoanalisi.

 

Foto Credits: Sigmund Freud on the manuscript of Moses and Monotheism, London 1938 © Sigmund Freud Copyrights

Oprah Winfrey

La “Queen of All Media”: Oprah Winfrey in 15 citazioni

  • Oggi è la donna afroamericana più ricca al mondo, con un patrimonio di 2,7 milioni di dollari. Le sue origini, però, sono caratterizzate da un’infanzia costellata da problemi economici, difficili condizioni familiari, e abusi sessuali;
  • Oprah Winfrey è l’esempio vivente della tenacia, della determinazione, della voglia di raggiungere i propri sogni;
  • Diventata celebre per il suo ‘The Oprah Winfrey Show’, si è distinta con una carriera esemplare nel mondo dello spettacolo, ricevendo anche molti premi.

 

7 gennaio 2018: Oprah Winfrey riceve il Cecil B.De Mille Award, il Golden Globe alla carriera, diventando la prima donna afroamericana a vincere il premio. Nell’incipit del suo discorso cita Sidney Poitier, il primo afroamericano a ottenere l’Oscar come migliore attore, nel 1964. Racconta le emozioni fortissime, provate su un divano economico davanti alla televisione a Milwaukee, mentre aspettava che sua madre rincasasse esausta dopo il lavoro. 

Non avevo mai visto un uomo nero che venisse festeggiato in quel modo. […] Nel 1982, Sidney ha ricevuto il premio Cecil B. DeMille proprio qui ai Golden Globes e so bene che che in questo momento ci sono delle ragazzine che mi stanno guardando mentre divento la prima donna nera che riceve lo stesso premio. 

Oprah Winfrey è diventata una fonte d’ispirazione per milioni di persone, grazie al suo carisma, alla sua personalità, alla sua empatia e alla sua capacità di entrare nei cuori di chiunque. La 75esima serata dei Golden Globe, in cui tutte le donne erano vestite di nero per protesta contro le molestie, è passata alla storia soprattutto per il discorso della celebre presentatrice TV. Poco meno di 10 minuti, che però erano bastati a definirla addirittura la “candidata ideale” per le elezioni presidenziali 2020. Con le sue parole si era rivolta specialmente alle donne, valorizzando la forza e il coraggio che ci vuole per dire la verità, in un mondo che a volte è pieno di ingiustizia e corruzione. Donne eccezionali che danno speranza, che hanno sopportato abusi e aggressioni, di cui la maggior parte delle volte non si conosce il nome.

Tematiche forti, difficili da affrontare, che però Oprah ha sempre avuto il coraggio di trattare nel corso della sua carriera. È grazie a lei se nella programmazione televisiva americana sono entrati argomenti come omossessualità, razzismo, discriminazioni. Ne ha parlato con personaggi di ogni tipo, aprendosi anche personalmente e raccontando della sua infanzia e dei suoi problemi familiari, degli abusi subiti, della sua lotta con la bilancia, o di altre difficoltà che ha dovuto affrontare.

Mesi dopo i Golden Globe 2018 ha smentito le voci che si erano create su una possibile candidatura alla casa bianca, dicendo di non avere il DNA per diventare presidente, e che una corsa alla stanza ovale “la ucciderebbe”. Impossibile non pensare, però, che una personalità come la sua potrebbe essere adatta anche a un ruolo del genere.

La storia

Oprah Winfrey nasce il 29 gennaio 1954, nel Mississippi. Dopo la definitiva separazione dei genitori, poco dopo la sua nascita, passa gran parte della sua infanzia e adolescenza in una piccola comunità di campagna, sballottata da una casa all’altra e allevata dalla nonna e dalla madre. È costretta a respirare la difficile aria di razzismo di quegli anni, in un contesto che lascia poche speranze al riscatto di una donna, oltretutto, afroamericana. Momenti difficili, quelli trascorsi da Oprah nei primi anni della sua vita: a soli 9 anni ha iniziato a subire molestie sessuali da parte di parenti e conoscenti di sua madre, e a 14 è addirittura rimasta incinta. Subisce perfino un aborto. Alla gravidanza indesiderata, però, segue una prima svolta. Si trasferisce da suo padre, a Nashville, in Tennessee. Più volte, nel corso della sua carriera, ha dichiarato che suo padre le ha letteralmente salvato la vita, precisando che in quel periodo aveva pensato anche al suicidio. 

Grazie alla rigorosa educazione paterna e all’amore trasmesso dalla compagna del padre, Oprah riesce a a conseguire i primi successi scolastici e anche a laurearsi in  “Speech and Performing Arts” nel 1971, alla Tennessee State University. Subito dopo, inizia a lavorare in trasmissioni radio e TV locali, a Nashville. 

Nel 1976 conduce People Are Talking, a Baltimore, nel Maryland. Lo show ebbe successo, e dopo 8 anni venne chiamata a guidare il morning show di Chicago A.M. Chicago, presso un’emittente locale. In poco più di un mese diventò lo show più seguito della città, trasformandosi due anni dopo nel The Oprah Winfrey Show che tutti conosciamo. Nel solo primo anno lo show produsse un guadagno di 125 milioni di dollari. Il programma venne comprato da ABC, che diede però il pieno controllo alla casa di produzione di Oprah, Harpo Productions. Nel suo programma, Oprah trattava tematiche singolari e fino a quel momento tabù per la televisione, entrando nelle case degli americani con la sua storia e le sue testimonianze.

Oprah Winfrey Show

Ma Oprah non è stata solo una conduttrice. Si può definire una vera e propria imprenditrice, una filantropa, e anche un’attivista politica. Ha partecipato, ad esempio, alla campagna del 2007 di Barack Obama. Si stima che la Winfrey abbia portato al nativo di Chicago più di un milione di voti. L’ex presidente americano e l’ex first lady Michelle Obama furono anche ospiti dello show di Oprah nel 2011, durante il mandato.

Ha recitato, inoltre, nel film Il colore viola, di Steven Spielberg, e in Beloved, pellicola tratta dal celebre libro di Toni Morrison.

Il leggendario The Oprah Winfrey Show si conclude nel 2011, a chiusura del contratto con ABC. Dopo il suo show la Winfrey ha dato vita al suo network, Oprah Winfrey Network, in collaborazione con Discovery Communications. È qui che ha preso forma la celebre intervista con il ciclista Lance Armstrong, 7 volte vincitore del Tour de France, sulla vicenda legata al doping che gli ha strappato i suoi titoli nel 2012, ad esempio. Oltre a questo, Oprah si dedica al suo magazine mensile, O: The Oprah Magazine, e alla partnership con Apple, siglata nel giugno 2018.

La celebre conduttrice, poi, è anche una grande attivista. La sua associazione umanitaria Angel’s Network ha raccolto milioni di dollari negli anni per innumerevoli iniziative benefiche, tra cui ad esempio la costruzione di scuole in Sud Africa e programmi di educazione per bambine, o gli aiuti e i soccorsi per le vittime dell’uragano Katrina. All’inizio della emergenza per il COVID-19, poi, ha donato 10 milioni di dollari per fronteggiare la pandemia, dimostrandosi ancora una volta un vero e proprio punto di riferimento.

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La Oprahfication. Oprah Winfrey come una fonte d’ispirazione

Il Collins Dictionary recita “il percepibile aumento di desiderio nelle persone ad aprirsi con le proprie emozioni o problemi personali […]” alla voce “Oprahfication”.

Per comprendere al 100% la grandezza di Oprah Winfrey basta sfogliare il dizionario. Oprahfication è un neologismo che fa riferimento alla capacità della celebre conduttrice di entrare in empatia con gli ospiti del suo The Oprah Winfrey Show, che entravano talmente in confidenza con lei da parlare dei loro segreti più profondi. Una capacità innata di Oprah che non deriva solo dalla sua storia, ma anche di un sapiente uso della sincerità. Ecco quindi che la Winfrey è considerabile una vera e propria icona, in grado di veicolare consigli in mondovisione su come affrontare le difficoltà e andare avanti.

Uno degli argomenti più affrontati dalla nativa del Mississippi, che le permetteva e le permette ancora di entrare in grande intimità con ospiti e spettatori è l’imperfezione fisica, in particolare i problemi legati al suo peso. Numerose volte ha perso chili, continuando però sempre a oscillare tra diversi pesi forma nel corso della sua carriera. Questo però l’ha avvicinata a moltissime altre donne (e uomini) che condividevano problemi simili ai suoi, trasmettendo il messaggio che chiunque può raggiungere i propri obiettivi con forza di volontà e determinazione.

1. Fare del proprio meglio adesso ti mette nella posizione migliore per il futuro.

2. Circondati solo di persone che ti porteranno più in alto.

3. Nella vita ottieni ciò che hai il coraggio di chiedere.

4. La più grande avventura che puoi intraprendere è vivere la vita dei tuoi sogni.

5. In qualsiasi esperienza, dipingi da solo la tua tela, pensiero dopo pensiero, scelta dopo scelta. 

Oprah Winfrey

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Le ferite, le sfide

6. Trasforma le tue ferite in saggezza.

7. Le sfide sono regali che ci costringono a cercare un nuovo centro di gravità. Non bisogna combatterle. Si deve trovare semplicemente un nuovo modo di resistere.

8. Fai ciò che pensi di non essere in grado di fare. Fallisci. Riprova. Fai di meglio la seconda volta. Le uniche persone che non cadono mai sono quelle che non rischiano mai.

9. Vai avanti. Cadi a terra. Il mondo sembra diverso a guardarlo dal pavimento.

10. Quando sottovaluti quello che fai, il mondo sottovaluterà chi sei.

Per diventare una delle donne più potenti al mondo, Oprah Winfrey non solo ha tratto insegnamenti dalle situazioni difficili che ha dovuto fronteggiare quando era solo una bambina, ha dovuto sapersi rialzare anche in altre occasioni. Curioso quello che accadde dopo sette mesi di conduzione di un telegiornale serale a Baltimore. Le venne tolto l’incarico con la motivazione che si lasciava coinvolgere eccessivamente nelle notizie che divulgava. Venne spostata su una trasmissione diurna, molto meno prestigiosa. Oprah ha raccontato di considerarlo il peggior fallimento della sua vita, ma anche un profondo momento di riflessione. La sua empatia (che poi risultò essere la sua caratteristica distintiva), infatti, poteva aiutarla in un altro ruolo. È da quella trasmissione diurna che nasce la vera Oprah, la Queen of All Media

Cosa ci insegna in questo caso? A volte ciò che ci può sembrare un ostacolo può essere un trampolino di lancio. Gli aspetti negativi di certi incarichi o attività possono rivelarsi positivi in altri contesti. È tutta una questione di prospettiva: come dice Oprah, il mondo dal pavimento sembra davvero diverso.

Oprah Winfrey Obama

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“Started from the bottom, now we’re here”

La frase della canzone di Drake non potrebbe non essere più adatta per una donna come Oprah Winfrey.

Secondo Forbes, la Winfrey è la donna afro americana più ricca al mondo, con un patrimonio che si aggira attorno ai 2,7 miliardi di dollari. La rivista Life l’ha definita come la donna più influente della sua generazione. Oltre al Golden Globe alla carriera ricevuto nel 2018, a Oprah è stata riconosciuta anche la più grande onorificenza civile americana, la Medaglia presidenziale della libertà. Il presidente Barack Obama gliel’ha consegnata nel novembre 2013, per il suo contributo alla nazione. Sono solo alcune delle riconoscenze che la celebre conduttrice ha ricevuto nel corso della sua straordinaria carriera, ma non si può dire che abbia avuto una vita facile.

Gli abusi sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza, la gravidanza indesiderata dal terribile epilogo, la povertà e le precarie condizioni familiari, il contesto di razzismo in cui ha dovuto crescere, sono alcune delle difficili situazioni che hanno caratterizzato la vita di Oprah Winfrey: una donna che costituisce un esempio vivente di come dal basso si può guardare in alto e cominciare a risalire, arrivando a realizzare i propri sogni.

11. Siate grati per ciò che avete, finirete a possedere ancora di più. Se vi concentrate su ciò che non avete, non avrete mai abbastanza.

12. La chiave per realizzare un sogno è concentrarsi non sul successo ma sul valore delle cose – così, poi, anche i piccoli passi e le piccole vittorie lungo il proprio cammino assumeranno un grande significato.

13. Più si è grati e si celebra la propria vita, più ci saranno cose per cui essere felici.

14. La vera onestà è fare la cosa giusta, sapendo che nessuno saprà se l’hai fatta oppure no.

15. Il grande atto di coraggio che dobbiamo fare tutti è far venire fuori il coraggio dalla nostra storia e dal nostro passato, così da poter vivere i nostri sogni.

viaggiare da casa

Astinenza da partenza? Ecco come viaggiare anche da casa

  • Finché il mondo rimane chiuso nelle sue frontiere a causa del Coronavirus, il mondo del turismo deve reinventarsi
  • Per far continuare a viaggiare anche da casa è essenziale fornire il brivido della scoperta, anche se mediata dal digitale
  • Videogiochi per smartphone, VR, escursioni su Google Maps e tour guidati a 360gradi sono solo alcuni dei metodi con cui puoi partire subito da casa

 

I sintomi dell’astinenza da viaggi possono essere difficili da affrontare, in questo periodo di pandemia.

Gli occhi si riempiono di lacrime davanti a foto di vecchie avventure; la vista dei (pochi) aerei che nonostante tutto solcano il cielo ci dà un colpo al cuore; e per i casi più severi, si inizia a soffrire di una strana sindrome, una sorta di dipendenza da Google Maps, su cui ci si reca compulsivamente per scorrere trasognati con il mouse tra terre sconosciute e mari sconfinati.

A parte gli scherzi, dopo mesi di quarantena e isolamento, ora che le misure restrittive si stanno allentando e finalmente si inizia a scorgere vita dopo la pandemia, ci si comincia anche a rendere tristemente conto che una delle ultime cose a tornare alla normalità sarà probabilmente il turismo.

Per quanto le compagnie aeree abbiano riaperto le prenotazioni per le principali rotte da luglio, e l’Italia stessa prometta di rimuovere l’isolamentorichiesto ai viaggiatori in entrata dall’Europa verso giugno, non sembra che le cose torneranno alla normalità così presto.

E così, con il settore turistico completamente fermo e sull’orlo del tracollo, e la voglia dei viaggiatori di ripartire che impazza, bisogna trovare nuove soluzioni inedite per continuare a viaggiare anche da casa.

Perché viaggiamo?

Impossibile? No, grazie al nostro tanto amato digitale.

Certo, non è la stessa cosa. Viaggiare attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone non può restituirci il sapore di un piatto squisito mai assaggiato prima, o la gioia di un incontro inaspettato con i locali, o il profumo di spezie nell’aria di un mercato esotico. Ma credetemi, può andarci vicino.

Perché in fondo, quali sono quegli aspetti che più ci appassionano del viaggio? Qual è quella cosa che spinge(va) milioni di persone ogni anno ad affrontare estenuanti ore di aereo e di altri trasporti per visitare luoghi spesso impervi e lontani?

Semplicemente, il piacere della scoperta.

Quel senso di brivido che l’esplorazione dell’ignoto ci garantisce; la diversa percezione dello scorrere del tempo che viviamo quando facciamo qualcosa di completamente diverso dalla nostra quotidianità; lo stupore davanti a qualcosa di esotico e inaspettato.

Ebbene, forse un computer non potrà restituirci sapori e odori, ma con un po’ di inventiva anche il viaggio da casa può almeno farci godere della meraviglia della scoperta di luoghi nuovi e sconosciuti.

Gli enti turistici ce la stanno mettendo tutta, con intere città e destinazioni che si sono reinventate per accogliere i viaggiatori online, tra tour virtuali e soluzioni più ingegnose, come la divertente iniziativa “noleggia virtualmente un finlandese”.

Ma a parte le iniziative ufficiali delle destinazioni che tanto ci mancano, come possiamo continuare a viaggiare anche da casa e a provare le stesse (o simili) emozioni?

viaggiare stando fermi

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Come continuare a viaggiare anche da casa?

È questa la domanda che ogni persona e azienda coinvolta nell’industria turistica si è fatta negli ultimi due mesi, essendo una di quelle più duramente colpite dal Coronavirus. Non esiste smart-working che tenga per chi, per lavoro, fa viaggiare le persone.

E così in tanti hanno provato a dare la propria risposta, ognuno a modo suo, cercando di far forza sulle proprie caratteristiche e capacità.

Non solo tour operator e destinazioni, quindi, ma anche influencer, blogger, creatori di contenuti. E per chi come me ha voluto mettersi in discussione, come travel blogger e come viaggiatrice, è stata l’occasione di creare qualcosa di nuovo.

Continuare a far viaggiare dallo smartphone

Una delle cose che ci manca di più dei viaggi, come dicevamo, è il senso di scoperta che ci regalano. Viaggiare infatti ci permette di conoscere e imparare cose nuove con una velocità e intensità altrimenti introvabili, e la mancanza di quel tipo di stimolo mentale è tra le cose che soffre di più chi si ritrova invece confinato in casa per mesi.

Come offrire lo stesso tipo di stimolo, o almeno un suo surrogato digitale, in questo momento così difficile?

È stata questa la domanda che ha dato origine a Trivia Viaggi, un videogioco per smartphone disponibile su Apple e Android che ci porta in un viaggio virtuale attraverso tutti i continenti, domanda dopo domanda, curiosità dopo curiosità.

Il classico “trivia” alla Chi Vuol Essere Milionario, declinato in tema viaggi e arricchito di giochi interattivi come grattare l’immagine o sparare alla copertura che la nasconde. Per provare a fare il giro del mondo anche dal divano di casa, e riscoprire quel senso di sfida e di arricchimento che proviamo in viaggio, magari trovando anche qualche nuovo pezzo di mondo da visitare non appena ce ne sarà l’occasione!

Ma come ben sappiamo, lo smartphone con l’aiuto di un semplice pezzo di cartone può anche diventare molto di più: un visore di Realtà Virtuale. E con quello, si aprono altri mondi!

E quindi via, si parte: che ne dite di visitare una moschea in Turchia, o la Torre Eiffel in Francia con Sites in VR? O magari può essere carino distrarsi con una discesa rilassante lungo un fiume, con Relax River VR. O per i più avventurosi, c’è addirittura lo spazio ad attenderli

viaggiare virtualmente

Partire per luoghi inediti con le dirette Instagram

Instagram è stato sicuramente tra i grandi vincitori di questo lock-down, per gli utenti e per i marketer.

Tra gli strumenti più utilizzati da chi si occupa di viaggi oggi ci sono proprio le dirette sulla piattaforma (che recentemente possono anche essere utilizzate per IGTV). Per parlare di viaggi passati, pianificare quelli futuri, condividere pareri esperti su destinazioni e luoghi inediti, con il grosso vantaggio che lo strumento offre, ovvero la possibilità inimitabile di coinvolgere il pubblico permettendogli di fare domande e interagire direttamente con gli ospiti.

Le dirette sono diventate lo strumento principe per far viaggiare gli appassionati “incontrando” virtualmente luoghi, storie e viaggiatori, come fa ad esempio ogni settimana Frank Lotta per Radio Deejay con HouseTrips, sul suo profilo Instagram e su quello della radio.

Se a questi aggiungiamo le possibilità di scoperta offerte dai numerosi podcast di viaggio disponibili online, almeno sul fronte dell’ascolto c’è da essere soddisfatti dei viaggi che si possono fare dal divano di casa.

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Viaggiare da casa con i colossi del Travel

E non potevano mancare nella lista i colossi del Travel, quelli che trovano immancabilmente posto nello zaino (e nella libreria) della maggior parte dei viaggiatori: Lonely Planet e National Geographic.

La prima si è davvero data da fare durante questa pandemia. Dapprima ha regalato ai suoi lettori una risata (non senza un po’ di tristezza…) con la guida gratuita alla destinazione del momento, Casa: dalle Divano Mountains alla Coccole Beach, passando per il mitico Balconcino Canyon, diciamo che questo breve PDF gratuito un sorriso è riuscito a strapparcelo.

Poi si è inventata gli itinerari suggeriti in Google Maps, che se si utilizza la funzione StreetView diventano quasi quasi un’esperienza autentica, con tanto di allenamento dei muscoli dell’indice. E così possiamo scoprire il centro de l’Havana vecchia, la bellissima cittadina croata di Spalato, o l’ex distretto reale di Bangkok, Ko Ratanakosin.

Ma personalmente, una delle esperienze di viaggio virtuale più belle che ho fatto in questi mesi di lock-down, che è riuscita davvero a lasciarmi senza fiato come solo l’esplorazione di un luogo nuovo e ignoto può fare, è quella proposta da National Geographic: il walking tour a 360° della Son Doong Cave in Vietnam!

Grazie al lavoro fatto è possibile visitare questa meraviglia della natura, praticamente inaccessibile anche in tempi normali, e rimanere estasiati davanti alla sua enormità – possono starci comodamente un Boeing 747 oppure anche un quartiere di grattacieli di New York! E grazie alle immagini di qualità altissima, si può zoomare e osservare ogni particolare con incredibile dettaglio.

Insomma, non è certo la stessa cosa che esplorare qualche luogo nuovo e sconosciuto, perdersi nelle viuzze di una città d’arte, o osservare il sole che sorge dall’altra parte del mondo. Ma mentre aspettiamo che il mondo torni ad essere il bellissimo luogo tutto da esplorare che ben conosciamo, dovremo farci bastare la sua versione virtuale.

E va bene così, perché grazie al nostro smartphone, o tramite lo schermo di un computer, possiamo coltivare quel senso di sfida e di scoperta che il viaggio ci regala, per essere pronti a ripartire quando ne avremo l’occasione.

E soprattutto, per non dare più per scontato di poterlo fare.

In Italia arriva Twitter Fleet, la nuova funzione con post che scompaiono dopo 24 ore

Twitter ha lanciato in Italia il test di Fleet, un nuovo modo per creare conversazioni prendendo spunto da pensieri passeggeri e momentanei – che sarà disponibile per tutti gli utenti della piattaforma.

Fleet è un nuovo formato per le conversazioni su Twitter che permette alle persone di condividere i propri pensieri con più disinvoltura e con più controllo.

I Fleet scompaiono nel giro di 24 ore e non c’è la possibilità di retwittarli, mettere Mi Piace o di rispondere pubblicamente.

twitter fleet

Le Stories in formato Twitter

Twitter è ciò che sta accadendo nel mondo e quello di cui le persone parlano in questo momento esatto. Ma per alcuni, iniziare una conversazione potrebbe essere più difficile perché i Tweet sono pubblici, permanenti e mostrano il numero di Retweet e Mi Piace.

Mo Aladham, Product Manager di Twitter, afferma: “Gli italiani sono propensi a interagire e seguire su Twitter i propri connazionali, creando sulla piattaforma una grande comunità e dando frutto a volte a conversazioni estremamente interessanti e coinvolgenti. Siamo perciò curiosi di scoprire come useranno i Fleet, perché nelle nostre ricerche preliminari abbiamo rilevato che le persone si sentono più invogliate a condividere i propri pensieri con questa funzione, proprio perché consente di farlo in maniera temporanea”.

Fin dall’inizio dei primi test di Fleet, Twitter ha riscontrato che man mano le persone si sono sentite più a loro agio nel condividere i propri pensieri e le persone che magari prima twittavano in maniera sporadica, adesso stanno invece avviando più conversazioni sia tramite i Tweet che i Fleet.
Quando una persona pubblica un Fleet, di solito condivide una serie di pensieri in modo rapido e nel corso dei primi test solo una piccola percentuale dei Fleet è stata segnalata.

Come funziona Fleet

  • Per creare un Fleet, basta semplicemente toccare la propria immagine profilo in cima al feed.
  • Come i Tweet, i Fleet sono contenuti testuali a cui si possono aggiungere anche foto, video o GIF.
  • Per rispondere a un Fleet, è necessario toccarlo per poi inviare un Direct Message o inviare una reazione con un’emoji per poi proseguire la conversazione in privato.
  • Le persone possono visualizzare i Fleet pubblicati dai profili che seguono in cima al loro feed o visitando direttamente il loro profilo.

La nuova funzione Fleet sarà disponibile per tutti in Italia nelle versioni aggiornate delle applicazioni per iOS e Android che verranno rilasciate nei prossimi giorni.

personal trainer su instagram

25 personal trainer da seguire su Instagram per allenarsi da casa

  • Sono diversi i fitness influencer che propongono su Instagram workouts completi da fare a casa, e soprattutto ci si può allenare a costo zero
  • Dagli account con 1000 follower a quelli con oltre 1 milione di follower: i 25 personal trainer perfetti da seguire!

 

La fine del lockdown e l’inizio della fase 2, con le riaperture differenziate in base all’andamento dei contagi, ha messo a dura prova non soltanto il nostro benessere psicologico, ma anche quello fisico.

Con la chiusura delle palestre in molti hanno preso provvedimenti per rimettersi in forma in maniera semplice e veloce, e soprattutto a costo zero.

Fortunatamente sono parecchi i personal trainer su Instagram che propongono workout completi, così come consigli per utilizzare al meglio oggetti comuni che siano alternativi ai tradizionali strumenti ginnici.

Ecco una lista completa di fitness influencer per chiunque abbia l’obiettivo di rimettersi in forma e ritrovare l’equilibrio psicofisico perso: un elenco di 25 personal trainer stranieri ed italiani, dai micro ai top.

fitness influencer su instagram

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#1 Marcus Martinez – Kettlebell Exercises

Marcus Martinez, sin dal 2001, aiuta le persone a raggiungere i loro obiettivi di tonificazione del corpo attraverso l’utilizzo dei kettlebells. Ma è grazie al suo profilo Instagram Kettlebellexercises che Marcus è diventato una tra le figure più influenti e seguite a riguardo dell’allenamento con questi attrezzi ginnici, consistenti in un peso di forma sferica con una maniglia.

I workout di Marcus Martinez sono pensati per allenare ogni zona del corpo. In particolare, gli allenamenti presenti sulla pagina Instagram sono in gran parte dedicati ai principianti.

#2 Hannah Eden Fitness

Hannah Eden è un’atleta, allenatrice, imprenditrice (è titolare dei centri CrossFit degli Usa) e fitness influencer conosciuta in tutto il mondo.

Ai suoi oltre 400 mila follower su Instagram, Hannah mostra i diversi movimenti del CrossFit consigliando di integrarli alle normali routine di allenamento. Tra questi esercizi, che mostra nel feed e sulla sua IGTV, troviamo Burpees (esercizi piuttosto difficili, ma i cui benefici superano i “costi”), lanci della palla al muro (ottimi per rafforzare quadricipiti e glutei) e i cosiddetti Double Under, che oltre a diminuire la massa grassa, tonificano il corpo.

hanna heden, personal trainer su instagram

#3 Austin current

Austin Current, laureato in scienze motorie e nutrizione sportiva, è un personal trainer particolarmente amato su Instagram perché, nei suoi video, mostra la differenza tra i movimenti corretti e quelli sbagliati, quelli che potrebbero farti del male.

La sua gallery è ricca di consigli ed allenamenti per chiunque voglia tonificare da subito il proprio corpo.

austin current, personal trainer instagram

#4 Mike Fitch AF

Mike Fitch è il creatore di Animal Flow, un metodo di allenamento che, come afferma il sito ufficiale, “porta il corpo a muoversi proprio come esso è stato pensato”.

Questo personal trainer su Instagram pubblica abitualmente prove di abilità basate su questo metodo, ricordandoti che non hai sempre bisogno di pesi per costruire i muscoli.

mike fitch, personal trainer instagram

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#5 Kenneth Gallarzo

Vice presidente del World Calisthenics Organization e fondatore di Systemic Calisthenics, Kenneth Gallarzo ha circa 380 mila follower su Instagram.

Questo successo si deve ai suoi video in cui mostra come utilizzare la totalità del proprio corpo per definire i muscoli, senza dover pagare per attrezzi ginnici. Sull’allenamento a corpo libero, volto a migliorare la propria forza, si basa infatti il calisthenic, un termine che con molta probabilità deriva dall’unione delle parole greche “Kallos” (bellezza) e “sthenos” (grande forza mentale, coraggio).

kenneth gallarzo, personal trainer instagram

#6 Mike Marchese

Mike Marchese è il fondatore del metodo Up Your Fitness ed ha ricevuto il premio come miglior personal trainer in Staten Island, un distretto di New York corrispondente alla contea di Richmond.

I suoi esercizi di Calisthenics sono pensati per persone di tutte le età e di tutti i livelli, dal principiante all’avanzato.

Seguire Marchese su Instagram permette di imparare diverse posizioni di Calisthenics, incluse quelle basate sulla forza.

mike marchese, personal trainer instagram

#7 Charlee Atkins

Charlee è una personal trainer che lavora a New York da oltre 10 anni. Nel 2019 è stata nominata da Woman’s Health, Well+Good, PopSugar, Cosmopolitan e Men’s Health come una tra le 50 migliori personal trainer in America.

L’istruttrice di fitness quasi ogni giorno posta su Instagram la sua routine di allenamento, con una sfilza di esercizi alla portata di tutti.

charlee atkins, personal trainer instagram

#8 Shaun T

Il creatore di Insanity Workouts è un must-follow su Instagram. Scrollando la sua gallery, si possono trovare consigli relativi ai workouts da lui proposti, le trasformazioni prima e dopo dei suoi clienti e didascalie che ispirano la community all’azione.

Oltre ad essere personal trainer, Shaun T è anche life coach, imprenditore, personaggio televisivo e coreografo.

shaun t, personal trainer instagram

#9 Jeanette Jenkins

Jeanette Jenkins è la fondatrice e presidente di Hollywood Trainer, una società di fitness americana ed è conduttrice di My Workout su Lifetime Television. È nota al grande pubblico anche per essere coniuge di Queen Latifah.

Il suo feed su Instagram è pieno di allenamenti step-by-step che vale la pena curiosare.

jeanette jenksin, personal trainer instagram

#10 Bret Conteras

Per chi vuole dei glutei belli sodi, non deve far altro che seguire Bret Conteras su Instagram che si fa nominare, non a caso, “Glute Guy”.

In possesso di dottorato e di molte certificazioni del mondo del fitness, Bret Conteras su Instagram ha un seguito di quasi 1 milione di follower.

glute guy, personal trainer instagram

#11 Postura da paura

Sara Compagni, nota su Instagram come postura.da.paura, è una personal trainer specializzata in posturologia e terapia manuale.

Come afferma sul suo sito ufficiale, Sara aiuta le persone “attraverso il movimento, cercando di donare forza, flessibilità ed equilibrio al corpo”:

Sara spesso fa delle dirette su Instagram dove propone workouts completi di riscaldamento e defaticamento.

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#12 Emanuele Mauti

Emanuele Mauti (Roma, 23 marzo 1987) è un pallanuotista italiano, difensore della Antares Nuoto Latina ed ex tronista di Uomini e donne. Su IGTV, in questo periodo di restrizioni, propone degli home workout davvero ben fatti, che meritano di essere seguiti.

L’obiettivo di Emanuele Mauti è “motivare ogni giorno una nuova persona nel prendersi cura di sé, adottando un stile di vita sano basato sull’allenamento e la corretta alimentazione”.

#13 Filippo Papini personal trainer

Filippo Papini è un personal trainer in possesso di laurea magistrale in scienza, tecnica e didattica dello sport. Ha conseguito diplomi certificati di istruttore presso la Federazione Italiana Fitness in Functional Training, Bodyweight, Kettlebell e Powerlifting. È anche professore di educazione motoria nelle scuole secondarie.

Sul suo account Instagram è possibile trovare proposte di allenamento diversificate in base al grado di preparazione della persona con spiegazioni accurate e dettagliate dei movimenti. È, inoltre, disponibile per delucidazioni in merito agli allenamenti proposti.

filippo papini, personal trainer instagram

#14 Fabio Inka – Impacto Training

Tra i personal trainer italiani più conosciuti c’è Fabio Inka. Il suo programma su Sky, dove insegna ad allenarsi da casa, ha riscosso molta popolarità, tanto che è stata fatta una seconda edizione, dopo la quale ha pubblicato un libro che spiega come funziona il suo metodo di allenamento.

Stiamo parlando di Impacto Training, un metodo di allenamento ad alta intensità che accelera il metabolismo e permette di consumare grassi e calorie anche 48 ore dopo la fine dell’allenamento.

Questo metodo è stato inserito nella proposta formativa dell’Università Telematica San Raffaele di Roma: Fabio è assistente alla cattedra di Teorie Tecnica e Didattica del Fitness.

Sul suo IGTV propone spesso dei mini workouts full body.

#15 Melissa Ranni

Melissa, diplomata “personal trainer” alla CONI di Milano con la federazione FIPE, è specializzata in Functional Coach e allenamento HIIT.

Sul suo profilo Instagram è possibile trovare consigli di allenamento, ricette perfette per diete ipocaloriche, e molto altro. I suoi follower possono, inoltre, mettersi in contatto con lei per ricevere coaching online, un’evoluzione del suo lavoro che le permette di seguire le persone a distanza, cercando di mantenere la più alta personalizzazione possibile.

Il suo mantra è il seguente: “le cose o le fai bene, o non farle affatto”.

melissa ranni, personal trainer instagram

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#16 Selene Genisella

Tra le fitness influencer italiane c’è Selene Genisella, che nelle sue IGTV propone workout adatti a uomini e donne che si pongono l’obiettivo principale di tonificare tutta la muscolatura. Sono tanti altri i video in cui Selene propone sessioni di defaticamento, yoga e pilates.

Il suo account è seguito da 121 mila follower e basta dare un occhio alla sua gallery per scoprirne il motivo.

selene genisella, personal trainer instagram

#17 Umberto Miletto

Basta cercare su Youtube una qualsiasi parola chiave legata all’allenamento da casa ed è possibile trovare uno dei tanti video di Umberto Miletto, il cui canale ha superato le 80 milioni di visualizzazioni.

Da più di 15 anni il personal trainer e Youtuber si occupa di formazione anche offline: ha realizzato guide e libri di grande successo.

Su Instagram è possibile trovare consigli per allenarsi in palestra, ma anche da casa, soprattutto in un periodo come questo in cui le limitazioni al movimento sono importanti e drastiche.

umberto miletto, personal trainer instagram

#18 Alex Corrias – body attitude

Alex Corrias è un ex pugile agonista che oggi è personal trainer, istruttore di allenamento Funzionale e Strenght Coach dell’Accademia Italiana Powerlifting. È anche fondatore di Sparta Personal Training e dell’allenamento A.C Body Attitude. In questi anni ha seguito calciatori e personaggi televisivi noti.

Ogni suo cliente ha un protocollo di allenamento differenziato in base agli obiettivi da raggiungere e viene seguito al 100% anche sotto il punto di vista alimentare, grazie alla collaborazione con un dietista. Il suo obiettivo è quello di insegnare a sfruttare il corpo come se fosse una macchina motrice, così da trarre da essa il massimo beneficio estetico e a livello di prestazioni.

Su Instagram ed IGTV propone workout che possono essere svolti sia dai più esperti sia dai principianti.

alex corrias, personal trainer instagram

#19 Virgin Active Italia

Virgin Active Italia è uno tra i centri fitness più frequentati d’Italia, grazie ai suoi 37 club dislocati in tutta la penisola. L’azienda propone “un nuovo modo di intendere il benessere a tutto tondo che non comprende solo la forma fisica ma anche il benessere mentale, non più solo una palestra ma un club al quale appartenere”.

Grazie al team di professionisti di settore di cui si avvale Virgin Active, V.A. Italia pubblica con regolarità sul suo profilo Instagram numerosi workouts: dallo yoga al pilates, dal running al postural, che permettono di rimanere in forma anche in periodo di lockdown e fase 2.

#20 Giuseppe Iurato Coach

Giuseppe Iurato è un laureando in scienze motorie all’Università Statale di Milano. Su Instagram condivide spunti su tutto ciò che riguarda il fitness, inteso come mezzo per migliorarsi a livello fisico e mentale.

Come fonti principali per la realizzazione dei suoi workout utilizza gli appunti delle lezioni, accumulati durante l’intero percorso universitario.

giuseppe iurato coach, personal trainer instagram

#21 Valentina Bignone

Ex ginnasta agonista, osteopata, Yoga Instructor e personal trainer, Valentina Bignone su Instagram propone alle persone che la seguono diversi allenamenti: dalla pratica yoga agli esercizi di mobilità articolare; dallo stretching agli esercizi di circuiti funzionali per allenare i muscoli ed il sistema cardiovascolare.

Quello che lei consiglia alle persone è di allenarsi e prendersi cura di sé sempre e a 360 gradi.

valentina bignone, personal trainer instagram

#22 Francesca Fannolla

Francesca Fannolla è una personal trainer che su Instagram propone allenamenti da fare a casa, ideali per questo periodo critico da un punto di vista sanitario.

Gli allenamenti che propone possono essere svolti con i tipici attrezzi ginnici, ma anche con oggetti di utilizzo comune come le bottiglie d’acqua. I suoi esercizi aiutano a tonificare e rinforzare i vari distretti muscolari.

francesca fannolla, personal trainer instagram

#23 Ilaria Berry

Con i suoi 77 mila follower, Ilaria Berry è tra le personal trainer su Instagram perfette da seguire per allenarsi da casa.

Ilaria realizza dirette focalizzandosi ogni volta su varie tematiche inerenti ai distretti muscolari che si vuole tonificare. Inoltre, la sua gallery è ricca di consigli a tema fitness, nonché di ricette per colazioni e spuntini ipocalorici.

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#24 Roberto Rodini

Tra i personal trainer italiani da seguire su Instagram c’è Roberto Rodini, che è specializzato in allenamenti di diverso tipo. Push up, squat, plank touch, crunch incrociati: sono tantissimi gli esercizi che si possono fare guardando le sue dimostrazioni sul suo account.

Su Instagram, inoltre, Roberto offre un servizio di Online Coaching: è possibile chiedergli consulenze personalizzate in Direct Message o scrivendogli direttamente nei commenti dei suoi post.

#25 Beatrice Mazza

Presente su Instagram come beatrice__mazza, Beatrice è una personal trainer che, grazie ai suoi video, ha fatto incetta di ben 25 mila follower, che hanno trovato in lei una brava insegnante di Yoga.

Sul suo profilo è possibile trovare lezioni di yoga e mindfullness, ovvero quel metodo che aiuta a trovare contatto con se stessi e a vivere il momento.

Gli esercizi di yoga di Beatrice sono decisamente atletici e permettono di risvegliare il corpo ed al contempo di dimagrire.

beatrice mazza, personal trainer instagram

Verso il New retail normal: sono cambiati i comportamenti degli italiani

Dopo due mesi di lockdown, maggio e giugno segneranno per molte aziende del settore Retail una transizione verso la (nuova) normalità, rappresentata da riaperture dei negozi all’insegna di nuove modalità di acquisto ed esperienze rinnovate, in un contesto che si prospetta profondamente mutato rispetto al precedente.

Sono cambiati il livello di fiducia e i comportamenti degli italiani

  • In due settimane, la percentuale di persone che credono che solo nel 2021 troveremo una qualche forma di stabilità è passato dal 14% a 31%;
  • Il 50% degli italiani intende evitare luoghi affollati come possono essere i negozi;
  • Il 60% degli italiani adotterà misure di precauzione e sarà molto cauto prima di decidere di entrare in negozio.

Sono parimenti cambiati i comportamenti di acquisto delle persone: in tre settimane è stato registrato un incremento delle vendite online del 180% e nel mese di aprile il 75% degli acquirenti online è rappresentato da nuovi utenti, coloro che non avevano mai fatto un acquisto attraverso eCommerce.

In questo contesto profondamente modificato, molti retailer che per recuperare parte delle vendite perse sul canale fisico durante il lockdown hanno adottato velocemente nuovi canali di vendita con formule innovative (delivery, click & collect, click & drive, app per la gestione delle file) si preparano adesso alla riapertura con il problema di gestire la clientela nel rispetto delle nuove normative e, in generale, di capire come affiancare nuovamente il retail “classico” all’eCommerce e ai servizi online.

retail

Il ritorno alla “normalità” passerà attraverso due fasi distinte

Nel breve termine, il focus sarà sulla gestione delle riaperture.

In un primo momento il focus delle aziende sarà necessariamente sulla riapertura dei negozi, nel rispetto delle indicazioni del governo: le aziende dovranno iniziare a comunicare la ripartenza, i nuovi orari, eventuali vincoli di servizio (sanificazione, gestione delle code, disponibilità più o meno limitata di prodotti e servizi).

Ogni attività di comunicazione dovrà essere chiara, tempestiva e rilevante.

Così come nelle settimane di lockdown è stato importante per le marche far sentire la propria vicinanza e assumere un ruolo nei confronti dei consumatori, anche in questa fase i clienti si attendono che le aziende diano il loro contributo, attraverso comunicazioni che siano chiare e tempestive nell’annunciare la riapertura, ma anche rilevanti perché in grado di interpretare proattivamente il cambiamento.

La chiarezza e la tempestività si otterranno:

  • Rispondendo in modo puntuale alle richieste degli utenti nella comunicazione “Inbound” ? occorrerà presidiare le ricerche online su negozi, orari, eventuali variazioni o novità dei servizi offerti; verificare la correttezza delle schede di Google Local Business con l’indicazione della riapertura, con i relativi orari; sviluppare, o aggiornare, i contenuti all’interno dei siti e delle app; essere pronti a rispondere ai quesiti delle persone attraverso social e contact center in generale.
  • Stimolando la generazione di traffico in store, con la comunicazione “Outbound” ? occorrerà prediligere canali attivabili rapidamente, quali la radio, la digital display e la social adv per comunicare la riapertura; a livello di mezzi propri, utilizzare il CRM attraverso email, sms e push notification per fornire indicazioni chiare ai propri clienti.

In questa fase sarà importante impostare piani di comunicazione dinamici e flessibili che consentano la declinazione della comunicazione in logica di addressability su target diversi e in territori diversi.

Ad esempio è possibile impostare piani di comunicazione che, integrando mezzi off line come TV e radio con altri digitali come il mobile e la Digital Out Of Home (DOOH), consentono una attivazione rapida, flessibile, e geo-targettizzabile.

È possibile infatti andare live anche solo un giorno, in una specifica fascia oraria o area geografica, con tempi di messa on air ridotti al minimo e pagando soltanto i contatti realmente raggiunti, grazie alla possibilità di rilevare le OTS generate sui singoli impianti. Queste modalità di pianificazione consentono non solo di selezionare le posizioni più rilevanti, raggiungendo lo scopo di generare traffico verso i punti vendita di interesse, ma anche di avere accesso a dashboard di consultazione delle proprie campagne per monitorarne in tempo reale i risultati.

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Ma la comunicazione dovrà anche essere rilevante.
Infatti, se la rapidità nell’attivare un piano di comunicazione chiaro e tempestivo è sicuramente in grado di dare un vantaggio al first mover, tuttavia, all’ennesimo spot che racconti gli orari di apertura, ricordi l’uso della mascherina e il distanziamento in store, il rischio di generare insofferenza diventa concreto.

A livello pratico, le modalità di attivazione saranno le stesse descritte sopra, ma a livello di contenuto comunicare la presenza di app “salta file” o di booking dei servizi online, pagamenti contact less, un servizio clienti multicanale (magari attraverso app di messaggistica alla Whatsapp), la consegna a casa disponibile per nuove merceologie, e via dicendo, farà la differenza.

Nel medio termine, l’importanza della transizione a un modello realmente omnicanale e omniesperienziale

Torna con rinnovata urgenza il tema della convergenza virtuosa fra mondo fisico e digitale.

Le aziende hanno capito che il digitale necessita di uno sviluppo più urgente che mai e la riapertura dei negozi non deve distogliere l’attenzione delle aziende sugli aspetti evolutivi da completare o intraprendere nei prossimi mesi.

Wavemaker ha preparato una check list per valutare il livello di evoluzione di alcuni asset fondamentali.

“Basics”

  • Presidio delle ricerche attraverso adeguata presenza SEO e SEA, da analizzare attraverso i benchmark di cui disponiamo in agenzia.

  • Corretto sviluppo del sito, sia in logica di indicazioni di informazioni basiche su offerta e servizi, sia per quanto riguarda lo sviluppo di servizi omnicanale, magari demandata a piattaforme di terze parti per accelerare la presenza.

  • Introduzione e sviluppo delle pagine di Local Business, che sta diventando il primo contatto tra la ricerca dell’utente e la risposta online.

Attività da implementare

  • Lo sviluppo dell’eCommerce
    Per quei brand che possono vendere online, gestire una consegna a casa o comunque delegare parte delle attività tradizionali alle piattaforme digitali: per esempio gestire appuntamenti online propedeutici alla visita in negozio, concessionaria, filiale e agenzia, per condividere contenuti, raccogliere documentazione da parte degli utenti, ecc.
  • Attenzione all’esperienza e alla sicurezza di acquisto
    Prenotazione online per appuntamenti in store, app salta file, pagamenti digitali, gestione e monitoring degli ingressi, delivery / take away vs modelli di acquisto online
  • Un rinnovato supporto alla vendita
    Attenzione alle recensioni online, presenza di guide per l’acquisto proposte da esperti, possibilità di interagire con asset virtuali, assistenti virtuali.

Cosa ci attende?

“La verità è che nessuno può saperlo, e ogni previsione è basata su un’ampia serie di scenari possibili. Ma mai come prima siamo noi a poter definire il futuro che verrà. Una cosa è chiara per tutti: superata la fase emergenziale, il luogo fisico assumerà nuovi significati e nasceranno nuovi concept per riaffermare i legami tra persone e prodotti, ma soprattutto esperienze.

Viceversa, ci aspettiamo che tutto ciò che sarà legato a un acquisto ricorsivo e gestibile a distanza, o che non garantirà la sicurezza, sarà demandato completamente alla tecnologia che colmerà quel distanziamento sociale con cui abbiamo imparato a convivere ultimamente”, dichiara Marco Magnaghi, Chief Digital Officer Wavemaker.