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  • Siamo stati al Vitra Campus e vi raccontiamo il nostro viaggio nel mondo del design

    Una visita speciale al complesso di architettura contemporanea sede di uno dei brand più famosi nel panorama del design

    7 Gennaio 2019

    Dopo il Natale, ci siamo lasciati alle spalle anche l’inizio del nuovo anno, ma se volete iniziare ad annotarvi qualche idea su quale regalo fare alla prossima occasione a quel vostro amico appassionato di design non abbiamo dubbi su cosa ci dovrebbe essere in cima alla lista: una visita al Vitra Campus. Il Vitra Campus è il quartier generale di Vitra, l’azienda di design svizzera che ha fatto e continua a fare la storia del design. Si trova a Weil am Rhein, in Germania, vicino a Basilea e il campus è un complesso architettonico davvero unico nel suo genere, composto da oltre 20 edifici progettati da alcuni fra i più grandi architetti del mondo. Ci siamo stati, avventurandoci tra la mostra in corso al Vitra Design Museum, trovando molte ispirazioni alla VitraHaus, ammirando le diverse installazioni presenti e restando ammaliati dalla storia raccontata al Vitra Schaudepot. Di seguito vi raccontiamo questo Ninja-trip nel mondo del design. Vitra Campus Architecture Vitra Campus Architecture

    Il design “sotto la superficie”

    Arrivando al Vitra Campus impossibile non rimanere subito conquistati dalla VitraHaus, il favoloso complesso di edifici progettato da Herzog e de Meuron che sorge imponente vicino all’entrata. Si tratta del flagship store di Vitra, caratterizzato da dodici blocchi con la caratteristica forma di “casa”, che contribuiscono all’iconicità dell’architettura. La nostra prima tappa, però, è alla Vitra Design Museum Gallery, che ospita i pezzi della collezione di Vitra fino al 2010, anno in cui venne inaugurata proprio la VitraHaus. Qui va in scena l’esibizione Beyond the Surface, a opera della designer olandese Christien Meindertsma. Caratterizzata da un metodo di lavoro unico, basato su una profonda relazione con gli oggetti e i materiali, ha attirato l’attenzione internazionale nel 2007 con il suo insolito libro “PIG 05049“, in cui descriveva tutti gli oggetti (anche insospettabili) creati con il contributo di almeno una parte del corpo di un maiale. Un approccio al design sicuramente singolare, ma davvero molto interessante e stimolante, quello della progettista olandese, che viene raccontata in questa esibizione. La mostra racconta progetti come Bottom Ash Observatory, che sintetizza la ricerca di Meindertsma sull’estrazione di materiali di valore dalla cenere di combustione degli inceneritori, o Fibre Market, in cui ha investigato tutte le possibilità di riciclare la lana, la seta e altri materiali, o ancora One Sheep Sweater, progetto dove la designer ha voluto creare diversi indumenti utilizzando la lana di una singola pecora. L’esibizione vuole dimostrare come design non significa solo creare un prodotto, ma molto di più. L’approccio di Christien Meindertsma è unico, in grado di esplorare i meccanismi della produzione industriale e affrontare tematiche complesse come gli sprechi e il riciclo. Ecco quindi che i protagonisti diventano i materiali, i processi, i quali fanno diventare la progettazione un insieme di risorse per far riflettere tutti noi da un punto di vista critico sulle nostre abitudini di consumo. Una mostra che va al di là del semplice oggetto di design, che vuole indagare oltre la superficie, come si evince dal titolo. LEGGI ANCHE: I 4 trend di design che hanno caratterizzato case e uffici nel 2018 Beyond The Surface | Christien Meindertsma Beyond The Surface | Christien Meindertsma

    Un approccio critico, sociale ed ecologico al design

    Un rapido ma ottimo pranzo alla canteen (non una mensa qualsiasi, ma con arredi provenienti dalla collezione del marchio svizzero, un vero e proprio paradiso per gli amanti del design!) ci ha dato la giusta carica per la mostra ospitata dal Vitra Design Museum, un incredibile edificio progettato da Frank Gehry dal colore bianco e dalle linee geometriche e sinuose allo stesso tempo. Victor Papanek – The Politics of Design racconta la vita, il pensiero e l’approccio alla progettazione di Victor Papanek, un designer che potrebbe non essere sempre sulla bocca di tutti ma che è stato un vero e proprio pioniere per il settore. Non solo, è stato uno dei portavoce principali di un approccio sociale, ecologico, critico al design. Per comprendere quanto sia importante la sua figura, basti pensare che il suo libro “Design for the Real World” è il libro di design più letto mai pubblicato. La mostra aiuta a comprendere come un designer abbia una vera e propria responsabilità sociale. Con racconti e documenti che descrivono la vita di Papanek, oltre che con opere sue, di suoi studenti, o di designer contemporanei che si sono ispirati al suo pensiero, si comprende come sia stato uno dei primi ad affrontate la tematica del “less is more” in ambito di design, o come quanto sia importante pensare e progettare non semplicemente per le persone ma per le minoranze, come bambini, donne o disabili, o ancora quanti siano i metodi intelligenti e innovativi per riutilizzare qualsiasi materiale. Le riflessioni che giungono dalla mostra sul designer nato a Vienna riguardano sicuramente un design che va al di là dell’estetica, un design in grado di diventare parte importante di processi che chiamano in causa una responsabilità sociale e ambientale. Secondo Papanek, infatti, tutto è connesso, progettazione significa connessione. LEGGI ANCHE: Abbiamo visitato la mostra su Victor Papanek al Vitra Design Museum Vitra Design Museum | Victor PapanekVitra Design Museum Victor Papanek La progettazione non è semplicemente riconducibile alla creazione di un oggetto, ma è molto di più. Abbiamo mosso pochi passi nel Vitra Campus e già abbiamo avuto l’occasione di compiere riflessioni uniche sul mondo del design e su quanto questo sia importante per moltissimi altri ambiti. D’altronde, riportando proprio le parole di Victor Papanek, “everything is connected”. Ci lasciamo conquistare da installazioni curiose e innovative, come le recenti Ring and Ruisseau di Ronan e Erwan Bouroullec o Blockhouse di Thomas Schütte. Quest’ultima, in particolare, ci ha colpiti per la sua semplicità e irregolarità che convivono nella stessa piccola struttura, che dà proprio l’idea di un vero e proprio rifugio: una casetta che “ha trovato casa” al Vitra Campus dalla Danimarca, costruita in tipico legno di pino nordico con una copertura in titanio. Poi, l’imponente Slide Tower di Carsten Höller, un’installazione verticale alta più di 30 metri che offre un divertente scivolo a forma di tubo per scendere a terra. Perché escludere una “piccola giostra” in un campus di design? Blockhaus | Thomas Schütte Vitra Slide Tower

    Storia e design: il Vitra Schaudepot

    Camminando per il campus, impossibile poi non scorgere un maestoso edificio dal corpo monolitico costruito con mattoni clinker. Il suo colore rosso e l’assenza di finestre fa sì che l’architettura sia davvero iconica e sorprendente. Progettato dagli architetti Herzog e de Meuron, il Vitra Schaudepot è stato inaugurato nel 2016, e ospita parte della collezione del Vitra Design Museum. Con oltre 7000 pezzi di arredamento, più di un migliaio di oggetti legati all’illuminazione, numerosi archivi, in aggiunta ai progetti di molti famosi designer, è una delle raccolte più importanti del mondo in ambito di design. L’esibizione permanente si concentra sui 400 pezzi più importanti del design di Vitra dal 1800 fino a oggi, ospitati in un’area espositiva di 1600 metri quadrati. I magazzini della collezione precedentemente citata sono visibili al piano inferiore, dove è possibile ammirare anche una riproduzione dell’ufficio di Charles e Ray Eames, nomi importantissimi per il brand di design svizzero, e alcuni approfondimenti tematici. Spazio poi all’esibizione temporanea ospitata da questo fantastico padiglione del Vitra Design Museum: Seats of Power. Quest’ultima cerca di dimostrare quanto la storia delle sedute sia sempre stata ricondotta a espressioni di potere. Tracciando le origini delle sedie moderne partendo dai troni presenti in antichità, la mostra affronta il tema con 20 prodotti provenienti dalla collezione di Vitra, illustrando come gli approcci al potere politico, sociale ed economico continuino a trovare espressione ancora oggi nei mobili utilizzati per sedersi. LEGGI ANCHE: 5 sedie di design (sostenibile) per portare l’attenzione all’ambiente anche a casa e in ufficio Vitra Schaudepot Vitra Schaudepot | Fire Station Uscendo dallo Schaudepot si ha davvero l’impressione di respirare design, specialmente se ci si rivolge verso l’edificio di Zaha Hadid, Fire Station, dalle linee incredibilmente moderne e innovative anche se ideato 25 anni fa. Ci dirigiamo, però, verso la VitraHaus. Sul percorso troviamo curiose impronte di animali, utilizzate da Vitra per uno speciale concorso a tema natalizio basato proprio su creature come l’Eames Elephant o gli Eames House Birds. Seguendo il motto del concorso Follow us! Find out where we celebrate… e facendoci conquistare dal clima natalizio, arriviamo finalmente alla VitraHaus. Qui troviamo il flagship store di Vitra, oltre che speciali allestimenti in ogni blocco che compone l’iconico edificio. Camminando tra gli oggetti di design e andando su e giù per le scale interne, si può vedere come vengono alternati diversi stili d’arredamento, che utilizzano sia complementi più classici e famosi che oggetti più contemporanei e recenti. L’aria che si respira è unica, come l’atmosfera in cui si è immersi. Basta sedersi su una delle sedie poste vicino alla tavola decorata per Natale o ammirare l’operato degli addetti al Lounge Chair Atelier, per comprendere che ci troviamo in una location davvero speciale, unica nel suo genere. Dopo esserci lasciati conquistare dall’esperienza trasmessa dall’edificio progettato sempre da Herzog e de Meuron, non possiamo fare altro che prendere la direzione di casa consapevoli, però, che stiamo lasciando un luogo in cui il design è di casa per davvero, come dimostrato anche dalle linee architettoniche e dal nome di uno dei simboli del Vitra Campus, la VitraHaus.  Fire Station VitraHausVitraHaus