Il 2020 è stata una vera e propria sfida per i viaggiatori di tutto il mondo. L’emergenza sanitaria ha sconvolto tutti i piani, portando a rivedere i programmi di viaggio e la stessa possibilità di spostarsi in alcuni momenti dell’anno.
Inevitabilmente, è stato un anno difficile per tutto il settore del turismo. Basti pensare che, secondo il barometro di Federalberghi, il calo del fatturato dei servizi turistici in Italia è stato del 71,4% nel secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Tra frontiere chiuse e restrizioni, stanno emergendo nuovi trend, fenomeni e abitudini dei viaggiatori che porteranno enti turistici, compagnie aeree, hotel e strutture ricettive ad adattarsi.
Analizzando i comportamenti e le preferenze degli italiani negli ultimi mesi, Volagratis ha individuato sei trend di viaggio che hanno iniziato ad emergere quest’anno e molto probabilmente delineeranno anche il prossimo.
Staycation: la vacanza appena fuori porta
Esplorare i dintorni e sentirsi dei veri turisti nella propria città, per rigenerarsi e creare un’esperienza di viaggio di prossimità: ecco servita la cosiddetta “staycation”. Un fenomeno che è esploso quest’anno in seguito alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, che hanno portato ad una diminuzione dei viaggi aerei. Gli italiani hanno scelto di viaggiare “in casa” e a “corto raggio”, spostandosi soprattutto in auto o in treno, e rimanendo tra i confini della propria regione o – addirittura – della propria città o provincia, facendo così registrare trend positivi per le sole prenotazioni alberghiere.
A dimostrarlo anche i dati registrati quest’estate da Volagratis.com: l’Italia – insieme alla Spagna – ha puntato molto sul turismo domestico, passando dal 36% al 54% di viaggiatori che hanno scelto di rimanere tra i confini nazionali. Non a caso, gli hotel hanno segnato una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. In Francia la crescita relativa ai viaggi “in casa” è risultata più contenuta (dal 21% al 33%) mentre in Germania e Gran Bretagna si è segnalata una diminuzione: nel primo caso si è passati dal 12% al 10%, mentre nel secondo caso dal 21% al 18%.
La chiamano “workation” ed è la nuova tendenza di viaggio emersa nel 2020 che ci accompagnerà anche nel prossimo anno: significa unire l’utile al dilettevole e lavorare da remoto in un luogo di vacanza. Che sia al mare o in montagna, l’importante è avere a disposizione un hotel o un resort con servizi digitali evoluti e stanze che permettano di rimanere connessi h24 per mandare mail e fare videocall ma godersi poi, una volta chiuso il computer, una passeggiata all’aria aperta in un luogo da sogno. Molti alberghi e strutture ricettive si stanno già attrezzando per queste necessità e per offrire anche nei prossimi mesi servizi dedicati a chi vuole lavorare sentendosi un po’ in vacanza.
Distanziamento sociale: vacanze in luoghi lontani dalla folla
Il concetto del distanziamento sociale è stato un vero e proprio leit motiv durante il 2020 e probabilmente continuerà ad esserlo anche nel 2021. Questo ha fatto sì che venissero privilegiate le vacanze in destinazioni spesso solo sfiorate dai classici itinerari turistici o immerse nella natura. Si prevede ad esempio la valorizzazione dei borghi, delle località di lago e della montagna, tra itinerari e paesi immersi nella natura. In particolare, l’interesse degli italiani per le destinazioni ad alta quota è già emerso questo autunno, con un aumento delle ricerche su Volagratis.com del 39% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In gruppo o in famiglia: nel 2021 si viaggia insieme
Nel 2020 feste, matrimoni e grandi eventi sono stati annullati, così come i viaggi di gruppo, con la famiglia o con gli amici: coppie e single hanno rappresentato l’80% delle prenotazioni. Per il 2021 l’aspettativa – e la speranza – è quella di una crescita delle prenotazioni di gruppo, per ritrovarsi con gli amici in qualche parte del mondo, cosa che non è stato possibile fare nel 2020.
Viaggiare lentamente
Il 2020 ha di fatto costretto le persone a rallentare e a rivedere i propri ritmi. Nei viaggi, questo ha significato l’emergere del cosiddetto “slow travel”, il turismo lento: viaggiare lentamente significa prendersi il proprio tempo per immergersi nella cultura e nella tradizione di un luogo, spostandosi anche a piedi o in bicicletta e senza spostarsi da un posto all’altro, privilegiando ad esempio soggiorni più lunghi.
Il ritorno del last-minute
Meno attese, ricerche e indugi nelle prenotazioni: tornano a trionfare le vacanze last-minute. La situazione di incertezza dell’ultimo anno ha portato i viaggiatori ad approfittare dei periodi di maggiori tranquillità o delle revoche di limitazioni agli spostamenti, così, non appena se ne presenta l’occasione, si cerca la migliore offerta e si prenota rapidamente, anche per partire il giorno successivo. Una tendenza che continuerà ad accompagnarci nel 2021 e che richiederà anche un adattamento al trend da parte di alcune strutture ricettive generalmente abituate a gestire le prenotazioni con largo anticipo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2014/07/Marketing-Turistico-come-progettare-esperienze-di-viaggio-scaled.jpg37435700Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-12-17 14:24:062021-01-05 15:57:51Come viaggeremo il prossimo anno? I trend 2021 per la travel industry
Nostalgia e dimensione emotiva sono senza dubbio i toni più usati nelle pubblicità di questo Natale
Anche gli spot ci proiettano verso un futuro di nuovo normale, in cui però non daremo più nulla per scontato
Questo Natale non si prospetta propriamente come uno di quelli tradizionali. Le aziende ne hanno consapevolezza ed infatti la maggior parte delle pubblicità ideate si sono adeguate al triste momento storico che tutto il mondo sta vivendo. Gli spot di Natale 2020 presentano un’eco di malinconia, i toni sono meno festosi. Quello in cui i brand sono riusciti, come ogni anno, è stato però regalarci buoni sentimenti. Gli spot ci fanno stringere il cuore, ci fanno sospirare e soprattutto ci proiettano nella stessa dimensione emotiva.
Quest’anno, i valori riscoperti come la condivisione e l’unione attorno ad una comunità si riflettono ripetutamente nelle pubblicità proposte. La lontananza e la tristezza di non poter stare vicino ai nostri affetti, si trasformano in un messaggio di speranza, in cui i ricordi sono il motore che ci dà coraggio di affrontare la diversità del momento. Siamo proiettati verso il futuro, un futuro finalmente normale, dove riuscire ad apprezzare tutto quello che fino allo scorso anno abbiamo dato per scontato. Riscopriamo l’importanza di quei piccoli gesti di affetto, di condivisione, e di gentilezza verso gli altri, soprattutto verso i più deboli.
Gli spot di Natale 2020 dunque riassumono ed esprimono quei sentimenti che ognuno di noi, con nostalgia, con tristezza ma anche con ottimismo, conserva dentro sé. Il Natale della gioia degli abbracci non è questo che verrà, ma il Natale dei piccoli sacrifici in nome dell’amore di certo è questo.
Erste Group – Edgars Christmas
Espressivo e commovente spot che fa rivivere i ricordi e restituisce quel buon umore dimenticato per troppo tempo, o che forse si è solo arrugginito. Grazie a chi ci è vicino, a chi ci aiuta a ricordare e a far riemergere passioni assopite solo nel tempo ma non nel nostro cuore.
Coca-Cola – La lettera
Questo spot di Natale ci fa pensare all’amore di un genitore, pronto a qualsiasi cosa per la felicità dei propri figli. Forse un po’ troppo in questa pubblicità. Il sacrificio di un viaggio estremo (o per meglio dire surreale) e la delusione di non poter consegnare la letterina della bambina a Babbo Natale, è però ben ripagato. In aiuto arriva Santa Coca-Cola che con un colpo solo risolve la situazione ed esaudisce il desiderio natalizio della bambina di avere il suo papà a casa per Natale. Se solo il papà avesse letto prima la letterina!
Disney UK – From our family to yours
Anche un semplice oggetto può rendere intramontabili gli affetti, i ricordi e le tradizioni. I tempi cambiano, nascono nuovi interessi, nuove attività, Ma alcune tradizioni, soprattutto a Natale, rimangono le stesse. E sono proprio quelle che rendono le nostre memorie e i nostri affetti sempre vivi.
LEGO – And I think to myself
Lego, rimane ancorato alla sua campagna del 2019 “Rebuild the World” continuando a stimolare creatività e fantasia di bambini e adulti, anche a Natale. Il brand, attraverso una sempre infinita immaginazione riesce a mostrarci un mondo migliore.
Avvicinando i suoi valori a questo particolare momento storico, il messaggio di speranza e positività si sente più forte. Soprattutto quando le parole nel ritornello di Louis Armstrong hanno un crescente ottimismo: da “penso tra me e me che questo mondo sia abbastanza bello” a “questo mondo è davvero bello”. “Ricostruire il mondo” è quello di cui tutti abbiamo bisogno dopo questo infausto 2020 e forse, grazie anche ad un pizzico di fantasia, riusciremo a farlo.
NOS – A Separaçăo
Il brand di telefonia portoghese è forte nel suo messaggio: “Per questo Natale niente può separarci”. Lo dimostra nel suo spot che vede un nonno lontano dalla sua nipotina, proprio nel periodo natalizio. Il video ci racconta le giornate impegnate in giochi ed avventure tra il nonno e l’orsacchiotto dimenticato per sbaglio dalla bambina. Se ne prende cura proprio come se fosse la sua nipotina. Il tutto è sempre seguito e vissuto in diretta.
La vicinanza c’è, grazie alla tecnologia che annulla le distanze. Il peluche torna presto nelle braccia della piccola che però, desiderando ancora la presenza del nonno, glielo fa recapitare di nuovo, godendo ancora delle coccole e dell’affetto condiviso. Lo spot è forse uno tra i più emozionanti di questo Natale 2020, rappresentando anche l’impossibilità di ricongiungimento tra le famiglie. Una lacrima condivisa con tutto il mondo.
Waitrose e John Lewis – Give a little love
Dolce e simpatica realizzazione per Natale 2020. Dopo l’iconico ed emotivo drago sputa fuoco protagonista dello spot dello scorso anno, Waitrose e John Lewis puntano di nuovo su un cross tra animali ed umani. La gentilezza rimane il filo conduttore dello spot: un piccolo gesto fatto con altruismo è, per chi lo riceve, un regalo d’amore. Soprattutto per i più deboli.
I brand con questa campagna mirano a raccogliere 4 milioni di sterline per due enti di beneficenza: FareShare, in aiuto di chi vive la povertà alimentare, e Home-Start, associazione per genitori bisognosi di sostegno.
SodaStream – The small things
Natale insolito divertente e responsabile per Sodastream che ingaggia il rapper Snoop Dogg per il suo spot. “Le piccole cose sono quelle che hanno maggior valore” recita Snoop, mostrandoci il suo Natale 2020, estremamente intimo con la sua famiglia, in cui anche il cane ha le sue sembianze. Non mancano di certo le bollicine, che in questo caso sono quelle dell’acqua, e con cui brinda con un amico quasi estinto.
Il rapper invita a consumare meno plastica, per salvare oceani e animali. Dunque, un piccolo gesto non ha un valore immenso? Un Buon Natale, anche sostenibile.
Attraverso la tenacia e con spirito di sacrificio si superano i momenti difficili. Il 2020 ha messo alla prova tutto il mondo. Così attraverso gli occhi della ballerina riviviamo l’impotenza di non riuscire ad andare avanti. La pandemia non può fermare i sogni e le speranze di nessuno. Ma grazie agli affetti dei nostri cari e ancor di più grazie all’impegno delle nostre comunità, riusciremo a fare quel passo in più per ricominciare con coraggio. Perché lo spettacolo della vita deve andare avanti. Sempre.
XFinity – The Greatest Gift
Anche Babbo Natale ed i suoi elfi lo sanno. Per questo Natale nessun regalo sarà adatto alle aspettative di nessuno. Nessun oggetto potrà rendere veramente felice la maggior parte di noi. Eccetto un valore forse spesso sottovalutato: quello della solidarietà.
Il regalo più grande che si possa ricevere quest’anno forse è proprio il vero spirito natalizio e la condivisione delle cose più semplici, dei gesti più spontanei. E se ce lo dice anche Babbo Natale…
Burberry – Singin’ in the rain
Totalmente diverso dagli altri spot dal sapore puramente natalizio questo di Burberry, ispirato all’iconico balletto di Gene Kelly di Singin’ in the rain. La casa di moda ha voluto proporre un omaggio ai suoi intramontabili capi d’abbigliamento nati per superare ogni tipo di avversità climatica. Sulle note rimodernate della celebre canzone, anche le coreografie si adattano e interpretano con stile urban e contemporaneo l’attualità del brand. La sfida con le difficoltà -i blocchi di ghiaccio- va avanti senza che nessuno si arresti, fino ad arrivare al mare, alla libertà infinita.
Sainsbury’s – Food is home
Il brand di generi alimentari inglese ci regala tre mini spot uniti dai ricordi dei sapori e delle emozioni del Natale in famiglia.
Gli spot si sviluppano in diverse chiacchierate al telefono che figli, genitori e persone più care si scambiano in vista di un Natale a distanza. Attraverso fotografie e video dei momenti passati insieme durante le festività, i ricordi che emergono sono quelli legati ai piatti e alle ricette che hanno accompagnato i loro anni insieme. “Il cibo è casa e casa è Natale” conclude Sainsbury’s, e noi siamo pienamente d’accordo.
Sembrerà strano ma a differenza degli altri anni, in questo saremmo tutti più contenti di riuscire a stare insieme condividendo le festività. Ameremmo quello che abbiamo sempre mal sopportato e anche i piccoli rituali battibecchi scalderanno i nostri cuori, perché tutto questo ci manca. Non è forse anche questo il vero spirito di Natale?
A fare da compagnia a questo anno diverso, di sicuro c’è una cosa che però non è cambiata: i nostri brindisi.
Microsoft – Find your joy
Anche per il nostro amico Rufus queste saranno festività diverse. Come potrà divertirsi, scoprire nuovi odori, correre e giocare in compagnia del suo amico? In attesa di momenti migliori, è però possibile condividere i sogni, creando fantastiche avventure in mondi diversi, come quelli proposti da Microsoft in cui si può stare insieme.
L’augurio condiviso è quello di vedersi fuori, nel mondo vero, molto presto.
Carrefour – La lettera
“Non siamo Babbo Natale ma faremo di tutto per portare un buon natale a tutte le famiglie”. Così il brand fa sentire la sua vicinanza in questo strano Natale. La richiesta, sotto forma di letterina a Babbo Natale, è quella di tornare a vivere un Natale normale, come tutti gli altri.
La risposta di Carrefour è quella di assicurare il suo impegno per la soddisfazione dei suoi clienti. I servizi offerti sono il regalo che il brand fa a tutti noi.
ESSELUNGA – Auguri di Natale
Non abbandonare i propri sogni, anzi nutrirli sempre. Con le parole del poeta Walter Whitman, Esselunga ci esorta ad amare le cose semplici e di ogni giorno, che sono tra le più preziose. E lo fa con lo sfondo di una gialla luce soffusa, la magia calda del colore iconico Esselunga.
CONAD – Natale 2020
Per superare le difficoltà condivise, il valore che unisce tutti quanti è quello della forza, propria delle comunità. Bastano semplici gesti per riempire il cuore di ogni persona, bisognosa oggi più che mai di sentirsi parte di un’unità. Non bisogna per forza essere vicini fisicamente: la gentilezza racchiusa nella condivisione è l’abbraccio più stretto che si possa ricevere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/spot-natale-2020-john-lewis-ninja-marketing.png7791365Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2020-12-16 15:06:352021-01-01 11:38:11Natale 2020: ecco gli spot più coinvolgenti di questo strano anno
La pandemia ha influenzato in maniera drastica l’industria cinematografica, con un calo notevole
Uno scenario preoccupante, previsto per i prossimi due anni, sarà determinato dalla riduzione del budget previsto per la promozione
La crisi sanitaria ed economica internazionale è determinata dalla diffusione del Covid-19, ha ovviamente influenzato negativamente gli investimenti nel settore pubblicitario. Le previsioni a riguardo sono molto preoccupanti e non prevedono se non tra due anni, una lenta e graduale ripresa.
Il calo sembra essere notevole e prossimo a quello registrato nella grande recessione del 2009, difatti si attesta intorno ad un calo del 10,2% con un ulteriore calo del 2,1% rispetto all’8,1% registrato nel mese di maggio del 2020. La spesa complessiva destinata al settore pubblicitario ed alla comunicazione delle aziende si aggira intorno ai 557,3 miliardi di dollari, una cifra nettamente inferiore rispetto a quella del 2019, che si aggirava intorno ai 620,6 miliardi di dollari.
La crisi dei media tradizionali il fenomeno del formato video
Il calo pubblicitario colpisce trasversalmente quasi tutte le aziende del globo, ma ciò che regge alla crisi internazionale è certamente il formato video l’unico strumento che registra una crescita, in netta controtendenza a tutto ciò che questo 2020 sta comportando nel business internazionale. La crescita del budget previsti per la realizzazione di video promozionali addirittura aumenterà nel 2021, dal 7,9% con 52 miliardi di dollari investiti nel 2020, alle 12,8% nel prossimo anno.
Entrando nel dettaglio la spesa globale nel settore pubblicitario diminuisce per la TV di circa 29,9 miliardi di dollari, per il cinema di circa 1,5 miliardi, per i giornali e la carta stampata di circa 9,8 miliardi ed infine per la radio di circa 5,9 miliardi di dollari. Insomma uno scenario particolarmente drastico e nero che migliorerà, in base alle ultime analisi e statistiche, solo a partire dal prossimo anno.
A patire la crisi economica internazionale è determinata dalla pandemia, sono certamente i grandi miglia tradizionali come: la televisione ed il cinema, e con essi l’intero comparto di produzione.
Aziende impegnate ad esempio nell’automotive, nella vendita al dettaglio, nei viaggi e nei trasporti stanno pian piano riducendo il proprio budget destinato alla promozione, che a causa dei protocolli di sicurezza e degli scenari internazionali, non permettono la realizzazione di una comunicazione produttiva e rassicurante.
Ciò che ha offerto una ventata di ossigeno all’intero settore dell’industria pubblicitaria, sono state senza alcun dubbio le elezioni americane che grazie ad i 4,9 miliardi di dollari spesi in pubblicità hanno scoraggiato la contrazione globale che altrimenti si sarebbe attestata intorno all’11%, cioè circa 68 miliardi di dollari.
L’industria pubblicitaria: uno sguardo al passato ed uno al futuro
Il 2020 è stato senza alcun dubbio un anno drammatico sotto tanti punti di vista e certamente uno dei più duri dell’economia pubblicitaria degli ultimi quarant’anni.
Il futuro dell’industria pubblicitaria non è certo dei più rosei, si stima che nel 2021 l’aumento del budget nella comunicazione promozionale sarà del circa 6,7% nel 2021 col quale sarà possibile recuperare solo i tre quinti delle perdite complessive dell’anno in corso. Un ulteriore crescita del 4,4% si registrerà solo nel 2022 col quale sarà possibile recuperare la totalità del budget perduto nel corso del 2020 e poter raggiungere la spesa ed il budget registrato nel 2019.
Altro scenario preoccupante nei prossimi due anni sarà quello determinato dagli effetti della riduzione del budget previsto per la pubblicità e lapromozione. Le statistiche parlano di una diminuzione del 17,4% delle perdite totali ad esempio nel settore automobilistico, del 16,2% della vendita al dettaglio e della spesa per viaggi turismo del 33,8%.
Una visione alquanto allarmante, soprattutto quella riguardante il settore del travel, che preoccupa particolarmente in quanto potrebbe prolungarsi nei prossimi anni e divenire permanente, se in un lasso di tempo relativamente breve non dovessimo tornare alla normalità, abolendo i protocolli e le restrizioni determinate dalla pandemia internazionale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/Pubblicità-e-investimenti_-cosa-dicono-le-previsioni-dopo-un-anno-nero-2.jpg600800Luca Cannarozzohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Cannarozzo2020-12-15 16:30:082021-01-01 11:36:55Pubblicità e investimenti: cosa dicono le previsioni dopo un anno nero
Rilasciato il 3 dicembre il nuovo aggiornamento “core” dell’algoritmo di Google, December 2020 Core Update.
Gli effetti più rilevanti sono stati registrati il 4 dicembre con picchi di variazione media tra 9 e 9,4 su una scala di 10 punti.
Tra i settori più colpiti: immobiliare, viaggi, salute
Molti webmaster speravano di chiudere il 2020 senza particolari scossoni. Invece Google ha scelto di mandare online un nuovo aggiornamento dell’algoritmo, il terzo Core Update quest’anno. E come succede in questi casi, i siti web di tutto il mondo hanno avvertito, chi più chi meno, scosse di posizionamento in SERP. Ecco quello che devi sapere.
Per la gioia di tutti i SEO specialist, Google ha rilasciato pochi giorni fa un nuovo Core Update, chiamandolo “December 2020”. L’annuncio, come al solito, è stato fatto su Twitter da Google @SearchLiaison. Il profilo ufficiale con cui “Big G” da circa un anno comunica ufficialmente le sue novità ai fan della SEO.
Il 3 dicembre scorso, un primo tweet annunciava il rilascio del December 2020 Core Update. Due ore e mezzo più tardi arrivava la conferma dell’operatività dell’aggiornamento.
Later today, we are releasing a broad core algorithm update, as we do several times per year. It is called the December 2020 Core Update. Our guidance about such updates remains as we’ve covered before. Please see this blog post for more about that:https://t.co/e5ZQUAlt0G
Tutto secondo protocollo. Google non ha rilasciato particolari istruzioni o dettagli specifici su ciò che questo aggiornamento potrebbe generare nel complesso mondo del ranking dei siti web sul motore di ricerca. Né tanto meno su come i webmaster dovrebbero affrontare l’ennesimo aggiornamento principale.
Almeno non con informazioni specifiche. Ciò che il portavoce di Google, Danny Sullivan, ha dichiarato, è che le linee guida generiche per il core update (vedi un’estratto qui sotto) sono sufficienti per avere un corretto quadro della situazione da parte di qualsiasi proprietario di un sito web.
Secondo la dichiarazione ufficiale, potrebbero essere necessarie diverse settimane prima che il December 2020 Core Update raggiunga i suoi effetti definitivi.
In generale, per chi si occupa di ottimizzazione di pagine web, è bene attendersi un’esposizione a variazioni di posizionamento che potrebbero verificarsi per altri 15 giorni.
In che cosa consiste il Google Core Update?
Periodicamente Google aggiorna i criteri con cui lavora il suo algoritmo (sarebbe meglio usare il plurale, algoritmi). L’obiettivo è quello di migliorare le prestazioni di scansione, indicizzazione e posizionamento e offrire le migliori risposte alle esigenze di chi cerca sul web.
Gli algoritmi di Google sono un complesso sistema di regole volte a recuperare dati dal suo indice di ricerca per fornire i migliori risultati possibili per specifiche combinazioni di parole chiave. Il motore di ricerca utilizza una sequenza di algoritmi e segnali di ranking per fornire pagine web posizionate in base alla pertinenza con le query di ricerca nelle pagine dei risultati di Google.
Gli ultimi aggiornamenti di Google sono focalizzati su un’analisi dei contenuti dei siti web presa in carico dall’intelligenza artificiale dell’algoritmo (il Rank Brain) e non dal sistema di regole algoritmiche lato umano. Questo perché il motore di ricerca investe tantissimo nel trasmettere la comprensione semantica dell’intento di ricerca umano all’intelligenza artificiale dell’algoritmo.
Di solito un core update ha effetti evidenti in tutti i siti web del mondo e per tutte le lingue di ricerca, senza alcuna distinzione. Tant’è vero che i principali tool di SEO management, monitorano e analizzano eventuali cambiamenti in SERP dovuti proprio ai periodici aggiornamenti programmati da Google. Riportandoli nei grafici di ricerca nei giorni esatti in cui da Mountain View annunciano l’introduzione dell’update.
Ogni volta che Google aggiorna i suoi algoritmi di ricerca, significa che il posizionamento delle pagine del tuo sito web sui risultati di ricerca potrebbe conoscere una variazione più o meno rilevante a seconda del tipo di keyword e del settore per cui competi.
Sapere quando Google rilascia questi aggiornamenti è inoltre un indizio in più per capire se le performance di posizionamento sono da attribuire alle modifiche di contenuto on-page, alle strategie di SEO off-page oppure agli aggiornamenti che Google ha apportato ai suoi algoritmi di ranking.
D’altro canto, chi lavora nella SEO lo sa bene: portare a casa dei risultati con strategie di ottimizzazione delle pagine web è un mestiere che si avvicina molto al cartomante. A parte gli scherzi, si ha a che fare costantemente con conoscenze tecniche per lo più derivate da esperienza e test effettuati direttamente sul sito.
Le certezze sono veramente poche – dobbiamo accontentarci di annunci di aggiornamento senza sapere cosa concretamente è cambiato – perché se fossero esplicitate, i siti web sarebbero tutti in prima posizione!
Gli aggiornamenti precedenti al December 2020 Core Update
Prima di tutto, è bene sapere una cosa: Google annuncia i suoi aggiornamenti proprio per non generare panico tra gli addetti ai lavori con voci incontrollate, e non accreditate da Mountain View, in merito all’entità degli aggiornamenti e i suoi potenziali effetti. A quanto pare senza sortire alcun effetto, visto che i webmaster vanno ugualmente nel panico!
L’ultimo Core Update risale al 4 maggio 2020, il May 2020 Core Update. Il primo del 2020 era stato invece annunciato a gennaio. Come puoi vedere dal grafico del SEMRush Sensor (un tool SEO che monitora la volatilità delle SERP), anche a maggio scorso si sono registrati picchi di volatilità sulla pagina dei risultati di ricerca molto elevati nell’immediato.
Salvo poi trattarsi del classico “effetto roller coaster”: giorni in cui si perdono e si guadagnano posizioni in maniera molto fluida. Sono normali assestamenti dovuti ai graduali aggiornamenti sul sistema di lavoro degli algoritmi volti a premiare (come Google continua a ricordare) le pagine web che offrono al lettore un contenuto di qualità.
Sia per il December 2020 che per il May 2020, i tassi di variazione delle SERP registrati da SEMRush sono risultati molto simili. Se il core update di gennaio ha portato “solo” a una volatilità media di 8 punti, il 6 maggio quasi tutte le categorie hanno mostrato tassi di volatilità che hanno raggiunto picchi da 9 a 9,4 punti. Lo stesso vale per i dati registrati il 4 dicembre. Una variazione che sembra avere effetti molto più rilevanti e influenzare più SERP e posizioni.
Mordy Oberstein di RankRanger ha definito l’aggiornamento base di maggio “un mostro assoluto”. Se il January Core Update 2020 aveva portato grandi miglioramenti, quello di maggio ha richiesto diverse settimane per il lancio completo ed è risultato molto più impattante. Se gli effetti di maggio dovessero ripetersi a dicembre, attendiamo ancora qualche giorno per poter dire che la tempesta è passata.
Quali potrebbero essere le conseguenze?
Fronteggiare un crollo improvviso delle visite dovuto a un peggioramento dell’eCommerce sulle SERP, potrebbe non essere lo scenario migliore proprio a ridosso delle festività natalizie. Per non parlare delle ripercussioni sulle previsioni dei media buyer e di tutto il comparto dell’affiliation marketing.
Vedersi declassare il sito web in un periodo così delicato, soprattutto dopo aver fatto notevoli sforzi per guadagnare posizioni nelle giornate del Black Friday e del Cyber Monday, sarebbe una vera doccia fredda. Ma potrebbero esserci anche dei risvolti positivi.
Questo è il primo aggiornamento dopo circa sei mesi di “silenzio” su update di base che arrivano da Google. Per qualcuno potrebbe essere stato il boost decisivo per balzare qualche posizione in avanti, se non addirittura guadagnare la tanto sperata “posizione zero”.
Per il momento, anche qui in Italia la sensazione è che ci siano stati pochi stravolgimenti. Qualche impennata da montagne russe ma nessuno sembra essere uscito con le ossa rotte dal December 2020 Core Update.
Secondo i dati del SEMRush Sensor sulle deviazioni di ranking per categorie merceologiche, i settori più colpiti dal December 2020 Core Update sono immobiliare, viaggi, salute, animali, libri e letteratura. A dire il vero delle categorie piuttosto “sensibili” dal punto di vista del contenuto web in un anno molto intenso come quello che sta passando.
Se si ispeziona la sezione winner&loser, che presenta i domini più influenzati in un giorno, si vede che il 4 dicembre i siti web che hanno perso più posizioni in media sono stati quelli di dating e appuntamenti online.
Le variazioni di SERP delle categorie settoriali dei siti web aiutano a comprendere quali settori sono risultati relativamente più “instabili” in un determinato giorno. Sono calcolate considerando la differenza tra la volatilità di un giorno specifico e la volatilità media mensile.
Cosa fare se il tuo sito è stato colpito?
Alla fine dell’estate 2019, Google ha iniziato a fornire qualche consiglio su cosa dovrebbe considerare chi è stato influenzato negativamente da un core update in passato.
In realtà non ci sono azioni specifiche da intraprendere per recuperare posizione e un impatto negativo sul ranking. Ma questo non significa per forza che c’è qualcosa che non va nelle tue pagine!
Le pagine che subiscono un calo dopo un core update non hanno nulla di sbagliato da correggere. Detto ciò, comprendiamo che coloro che subiscono delle perdite di traffico dopo una modifica di aggiornamento di base potrebbero pensare di dover cambiare qualcosa. Ti suggeriamo di concentrarti per assicurarti di offrire i migliori contenuti possibili. Questo è ciò che i nostri algoritmi cercano di premiare.
Tuttavia, Google offre ai webmaster un elenco di domande chiave da considerare se il proprio sito è stato colpito da un aggiornamento principale. Esaminando i propri contenuti e rispondendo sinceramente a queste domande, è possibile trovare il motivo per il quale un sito web è stato declassato pesantemente:
Il sito Web offre contenuti originali e di valore che vanno oltre il testo?
I titoli e le descrizioni sono accattivanti e progettati per abbinarsi al contenuto? Condivideresti questo contenuto con gli amici?
Il contenuto è affidabile? La pagina contiene errori?
Come utente che accede al sito tramite Google, ti fideresti in prima persona?
Il contenuto appare ben studiato o sembra più una pubblicazione dozzinale? Ci sono troppi annunci? Il sito è visualizzato in modo corretto e piacevole su tutti i dispositivi?
Il sito Web offre un valore aggiunto rispetto ad altri concorrenti? Il contenuto soddisfa le aspettative degli utenti?
E quanto tempo occorre per recuperare da un Core Update?
Sempre secondo la mini-guida di Google, eventuali correzioni di contenuto sulla base di queste indicazioni possono portare a miglioramenti e recuperare le posizioni perse. Probabilmente non nell’immediato, senz’altro in seguito ad un nuovo aggiornamento principale che premierà nuovi contenuti di valore.
Gli spider e i bot di Google sono sempre alla ricerca di contenuti freschi e aggiornati. La tua pagina web potrebbe guadagnare graduali miglioramenti nel ranking non per forza legati a un nuovo aggiornamento core.
Il consiglio è quindi quello di mantenere il proprio sito web costantemente aggiornato e curato nei dettagli, sia a livello di contenuti che di funzionalità di navigazione.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/December-Core-Update-2020-Google.jpg7201280Nicola Onidahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNicola Onida2020-12-14 15:49:552021-01-05 16:00:18December 2020 Core Update. Cosa devi sapere sull'ultimo aggiornamento Google
Ogni anno PANTONE ci regala il colore tendenza dei prossimi mesi. Stavolta però il PANTONE 2021 sarà diverso, non una ma ben due tonalità: Ultimate Grey e Illuminating.
Ultimate Grey e Illuminating sono due tinte sicure che rappresentano ottimismo e solidità.
Alla fine di ogni anno ci sentiamo sempre un po’ sollevati, ma anche pieni di aspettative per i prossimi mesi. Facciamo liste di buoni propositi, ripensiamo agli obiettivi raggiunti e quelli ancora da realizzare. Ci complimentiamo con noi stessi per i successi ottenuti e ci rammarichiamo per i fallimenti, ma promettendoci di dare il massimo, o almeno provarci. Quest’anno però è un po’ diverso. Abbiamo toccato con mano la paura dell’immobilità, del non poter progettare nulla, del dover rimandare, tutte sensazioni che, rispetto alla paura del fallimento, sono davvero terribili.
Abbiamo bisogno di sperare, di tornare a credere di poter realizzare sogni, ma abbiamo anche bisogno di tanta solidità. Questi desideri comuni si sono riversati in una scelta che, ormai da 20 anni, accompagna gli esperti del colore dell’istituto PANTONE. Come ogni fine anno, anche pochi giorni fa, è stato decretato e annunciato il colore dell’anno, ma stavolta le tonalità scelte sono due.
I colori PANTONE 2021 sono così diversi tra loro ma hanno tante cose in comune, sono tinte cariche che simboleggiano ottimismo e forza. Stiamo parlando di Ultimate Grey e Illuminating.
Che cos’è il colore dell’anno?
PANTONE si occupa di colori e della loro catalogazione dagli anni ’60, ma la scelta di decretare, ogni anno, un colore trend è una ricorrenza che risale agli anni 2000. Questo non è il primo caso in cui sono stati selezionati 2 colori, anche nel 2016 accadde la stessa cosa, la coppia in questione era formata da Rose Quartz e Serenity, il perfetto equilibro tra un tono caldo e uno freddo.
L’anno scorso, invece, toccò al Classic Blu, un intenso blu notte, pieno e rassicurante. Il motivo della scelta? Un messaggio universale di serenità e di calma, un momento particolare in cui il mondo intero sentiva l’esigenza di rallentare i propri ritmi frenetici e trovare un po’ di quiete.
Ogni scelta non è casuale, non è solo questione d’estetica, ma è soprattutto la necessità di veicolare un messaggio universale attraverso l’utilizzo dei colori. Tonalità che poi vengono scelte in ogni campo artistico e creativo, dalla moda, al design, al cinema fino a estendersi al makeup.
E quest’anno, perché proprio Ultimate Grey e Illuminating e quale sarà la missione di questi colori PANTONE 2021?
PANTONE 2021: l’unione fa la forza
Il mondo intero ha bisogno di respirare. È quasi un anno che tutte le nostre conversazioni, ansie e pensieri sono focalizzati su un unico argomento: il COVID-19. Ci sentiamo minacciati da una presenza che non vediamo ma è nell’aria, e questa cosa ci fa sentire impotenti.
Vogliamo tornare a vivere. In un mondo che sopravvive, la speranza e la voglia di progettare sono delle necessità fondamentali per superare i prossimi mesi.
Ultimate Grey e Illuminating si fanno portavoce delle urla che non abbiamo la forza di far uscire perché ci sentiamo stanchi e tanto arrabbiati. L’ottimismo e il coraggio di voler e poter andar oltre questo 2020 sono le basi per accogliere l’anno che verrà.
Volendo usare le parole di Leatrice Eiseman, l’executive director dell’azienda, il messaggio di PANTONE 2021 è questo: “abbiamo bisogno di pensare che le cose torneranno a splendere; è un qualcosa di essenziale per la mente umana”.
Ultimate Grey e Illuminating: i colori del momento
Ultimate Grey è un grigio profondo e intenso, un colore forte, che ci ricorda la solidità delle fondamenta, qualcosa di eterno e indistruttibile. Illuminating è un giallo vivace che ci ricorda l’intensità del sole, una tonalità calda e avvolgente.
Due colori diversi tra loro ma che insieme infondono forza e speranza, e ci mostrano come elementi così distanti possano trasmettere un messaggio potente, specialmente in un momento storico delicato come quello che stiamo vivendo.
Il messaggio dei colori PANTONE 2021 è quello della resilienza, un invito più profondo alla rigenerazione, ad accogliere il cambiamento, perché è proprio questo che ci farà andare oltre la paura. Abbiamo bisogno d’ispirazione, spingendoci verso nuovi concetti e nuovi modi di pensare.
PANTONE 2021: Come utilizzare Ultimate Grey e Illuminating
Le due tonalità Ultimate Gray e Illuminating possono essere usate insieme, da sole, o abbinate con altri colori differenti. Possiamo usarle in ogni ambito creativo, andando a valorizzare qualsiasi oggetto e texture.
Il campo della moda
Possiamo abbinare i due colori partendo da una base uniforme con Ultimate Gray e aggiungendo tocchi di luce con Illuminating attraverso piccoli accessori. Grazie alla sua forza energetica, il connubio di Ultimate Gray e Illuminating è perfetto per l’activewear, per esempio.
Il campo del makeup
Una coppia elegante anche nell’eccentrico mondo del makeup, dove l’imperativo del prossimo anno sarà stupire. Grazie all’abbinamento Illuminating + Ultimate Gray, avremo luccichii e scintilli irresistibili, una chiara affermazione della propria personalità che non passerà inosservata.
Il campo dell’home decor
Il connubio originale tra Illuminating e Ultimate Gray esalterà gli interni di qualsiasi casa indipendentemente dallo stile d’arredo scelto.
Il giallo luminoso porterà luce e vitalità, il grigio sarà un’ottima base neutra da cui partire per decorare pareti ed esaltare le forme degli arredi. Una combinazione perfetta in ufficio, negli ambienti domestici o in uno spazio commerciale.
Il campo della grafica
Una tinta amabile come Illuminating abbinata a una rassicurante come Ultimate Gray dà origine a un messaggio di vitalità infuso in una solida base di affidabilità, saggezza ed esperienza per la creazione di packaging innovativi e, ovviamente, per la grafica in generale.
I prossimi mesi saranno decisivi, cogliamo l’invito della coppia PANTONE 2021… è il momento di sprigionare la propria energia!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/cover-pantone-2021.jpg5781045Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2020-12-13 11:47:282020-12-15 00:00:37PANTONE 2021: ecco i nuovi colori dell'anno che verrà
Quanta fatica costruire un database di contatti qualificati e quanto impegno e dedizione per ingaggiare il proprio audience attraverso campagne di Email Marketing efficaci! Sono molti gli investimenti delle aziende in questi termini ed è quindi forte l’interesse a riconquistare quegli utenti che sembrano essersi “disamorati” e non seguono più un brand.
Possiamo dire che il fattore economico è centrale quando si parla di “riattivazione”: gli utenti inattivi sono infatti il risultato di tempo e denaro profuso dal brand per attirare l’attenzione delle persone. E, dato che costa di più attirare nuovi clienti rispetto a quelli acquisiti, è fondamentale risvegliare il bacino di contatti inattivi o semplicemente assonnati.
Un patrimonio per così dire “dormiente” che può essere recuperato attraverso una strategia efficace che MailUp illustra nel terzo capitolo della collana MailUp Data, “Strategie di re-engagement”, interamente dedicato alle campagne di riattivazione.
Queste campagne sono rivolte a quella parte di database composta dagli utenti definiti inattivi, cioè coloro che nel corso del tempo hanno sospeso ogni forma di interazione con le campagne email che ricevono da un determinato brand.
Le performance medie registrate dalle campagne di riattivazione risultano nettamente più basse rispetto ai valori medi delle normali campagne di comunicazione via email. Nulla di sorprendente: è perfettamente comprensibile e prevedibile che il tasso di risposta di un target completamente inattivo sia prossimo allo 0.
Vediamo però come si traducono questi dati in termini di conversione, che nel caso specifico delle campagne in esame corrisponde alla riattivazione dell’utente contattato.
Gli utenti riattivati
Se esaminiamo l’efficacia delle campagne in termini di percentuale degli utenti riattivati sul totale degli utenti in target notiamo che a ottenere migliori risultati sono gli invii manuali.
L’altra distinzione da fare a livello di invio è quella tra DEM e newsletter perché le DEM mostrano una maggiore efficacia.
I mercati B2B e B2C presentano valori mediani di riattivazione molto simili mentre, se si prendono in considerazione i differenti settori merceologici, si nota come il settore Moda presenti una variabilità di performance in termini di riattivazione molto ridotta. Al contrario, il settore Turismo ottiene risultati con più alta variabilità.
Se suddividiamo il campione tra i brand che dispongono di un e-commerce e i clienti che non lo utilizzano, vediamo che i primi riescono a riattivare una percentuale di utenti maggiore. Questo risultato potrebbe essere attribuito a una maggiore attenzione da parte delle aziende che utilizzando un e-commerce per il recupero dei clienti che hanno perso interesse e non acquistano più.
Gli oggetti più efficaci
Se è vero che l’oggetto è tra i fattori chiave nel determinare il successo o il fallimento di una campagna email, lo è ancora di più nel caso di una campagna di riattivazione. La subject line ha un compito difficile: catturare l’attenzione dell’utente che da un periodo ormai prolungato di tempo ha perso interesse per le comunicazioni che riceve su base più o meno periodica da un determinato mittente.
Poche parole devono essere in grado di comunicare l’intento dell’email, farla risaltare rispetto non solo ai messaggi di altri brand, ma anche rispetto agli altri messaggi dello stesso brand che si sono rivelati finora inefficaci.
Vediamo allora quali sono gli oggetti delle campagne prese in esame che hanno ottenuto i migliori risultati in termini di utenti riattivati sul totale degli utenti presenti nei rispettivi target di invio.
Tutti i casi elencati corrispondono a messaggi mirati, specifici, personalizzati e a volte accattivanti, che riescono a risvegliare porzioni non irrilevanti di database inattivo. Al contrario, tra i messaggi che hanno ottenuto i risultati peggiori rientrano quelli che hanno puntato su una comunicazione molto generica e ordinaria, a volte accompagnata da uno sconto. Queste campagne hanno ottenuto tassi di riattivazione sotto l’1%.
Proviamo ora a ribaltare la prospettiva di osservazione e posizioniamoci dal lato degli utenti oggetto delle campagne in questione, cioè gli utenti inattivi, o dormienti, da risvegliare.
La maggior parte del target considerato ha ricevuto solo una comunicazione prima di riattivarsi, disiscriversi o essere escluso da questo target.
Progettare una campagna di riattivazione
Questo studio ha messo in evidenza la diffusione delle campagne di riattivazione, le modalità di utilizzo, la loro efficacia e gli effetti che possono avere sui rispettivi destinatari.
Ecco i passaggi chiave da mettere in pratica nello strutturare una corretta strategia di riattivazione.
Identificare gli inattivi
Gli utenti inattivi sono gli iscritti al database che non aprono o non cliccano sulle email da un determinato periodo di tempo. Ci sono alcuni fattori da tenere in mente per definire il periodo di tempo da considerare:
Tipo di comportamento. La tendenza generale è quella di considerare la mancanza di apertura e di clic, ma è possibile includere nella valutazione anche il comportamento d’acquisto (periodo trascorso dall’ultimo acquisto) o di navigazione sul sito (ad esempio, dall’ultimo accesso all’area personale).
Frequenza. Il periodo di inattività può variare anche in base alla frequenza d’invio delle email. Se l’invio è giornaliero, ad esempio, un ragionevole tempo di inattività può aggirarsi intorno ai 90 giorni. Se invece l’invio è mensile, il periodo di inattività da considerarsi tale potrebbe essere più lungo (da 6 mesi a 1 anno).
Customer lifecycle. Come per la frequenza, la lunghezza del ciclo di vita del cliente influenza il periodo da considerare. L’acquisto di automobili, ad esempio, prevede un ciclo di vita molto lungo, mentre per prodotti di consumo quotidiano il ciclo di vita è di pochi giorni o settimane.
Definito il proprio concetto di “utente inattivo”, è il momento per il passo successivo.
Creare una strategia
Una strategia efficace di riattivazione è quella in grado di inviare messaggi che contengano contenuti rilevanti per il destinatario e degli incentivi che favoriscano l’interazione. Bisogna ricordare che gli iscritti non hanno reagito ai messaggi mandati in precedenza, quindi è opportuno valutare e apportare dei cambiamenti alle comunicazioni in modo da garantire l’interazione. Tre sono gli aspetti principali su cui intervenire.
Contenuto
È essenziale rivedere i contenuti e inviare email che siano differenti dal solito standard. L’obiettivo è sorprendere il destinatario e gli strumenti a disposizione sono molti:
Sondaggi e survey. Se fai le giuste domande i risultati potranno dirti qualcosa in più sugli interessi dei tuoi utenti inattivi e potrai usare queste informazioni per catturare la loro attenzione.
Coupon e promozioni. Inviare promozioni personalizzate per avere un tasso di conversione alto.
Raccomandazioni di prodotto o aggiornamenti di prodotto. Ricordare ai tuoi destinatari cosa possono trovare di nuovo e cosa potrebbero perdere.
Concorsi e competizioni online. Sfruttare l’effetto social per favorire il passaparola e migliorare l’engagement.
Stile e tono
Parola d’ordine: osare. Quindi provare a catturare l’attenzione dell’utente anche con espedienti visivi, e con un tono amichevole e scherzoso.
Cadenza
Identifica le tempistiche migliori per inviare le tue campagne di riattivazione. Se, ad esempio, hai definito un lasso temporale di inattività pari a 3 mesi, la strategia potrebbe essere inviare il primo messaggio dopo un mese e mezzo di inattività e provare a “riprendere” l’utente prima che sia troppo tardi.
Un’altra opzione è provare a sospendere gli invii per un breve periodo di tempo, per poi riprendere con le normali attività. Questa tattica mira a sfruttare l’effetto “assenza”, per evitare l’assuefazione e rendere più desiderate e attese le comunicazioni successive.
Impostare gli automatismi
Il modo più efficace di strutturare una campagna di riattivazione è costruire un flusso di comunicazioni automatiche, impostando condizioni di innesco, tempi di attesa e azioni da intraprendere a fine flusso. È possibile scegliere autonomamente quante email inviare prima di definire un utente definitivamente “decaduto”: meglio comunque non superare le 3 comunicazioni.
In questo modo la pulizia del database è effettuata in modo continuativo, puntuale e completamente automatico.
Monitorare i risultati
Come capire se la campagna di riattivazione sta funzionando bene oppure no? È importante ricordare che gli obiettivi e, quindi, le metriche da considerare a questo proposito sono parzialmente diversi da quelli delle normali campagne email.
Le classiche metriche, come tasso di apertura e CTR, parlano del successo del singolo messaggio, mentre in questo contesto l’attenzione deve essere posta sul comportamento a lungo termine dell’utente. In breve: se l’utente apre l’email di riattivazione, ma torna subito dopo a ignorare le altre comunicazioni, la campagna avrà buoni tassi di apertura ma un pessimo risultato complessivo.
Di norma, la percentuale di utenti che queste campagne riescono ad attivare non è molto alta, si aggira attorno al 10% ma, in ogni caso, attività di questo tipo portano all’azienda una serie di benefici, sia in termini economici che non. È fondamentale ricordare sempre che ogni strategia va adattata e contestualizzata al proprio settore e al proprio database utenti. Una definizione precisa di ogni aspetto tattico e i test periodici delle campagne attivate sono la chiave per non disperdere risorse e ottenere risultati tangibili.
Per approfondire tutte le tecniche di riattivazione dei contatti inattivi, puoi scaricare il nuovo ebook di MailUp “Strategie di re-engagement” a questo link.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2016/01/5_tool_per_potenziare_la_tua_email.jpg480640Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-12-11 16:00:312021-01-05 15:30:34Strategie di re-engagement con l’Email Marketing
Algoritmi e analisi degli insights per la creazione di campagne di comunicazione costruite sull’esperienza dell’utente, e l’incremento del Podcast tra gli andamenti globali più innovativi
Spotify traccia il bilancio degli ascolti 2020 e annuncia l’acquisizione di Megaphone per consolidare la sua posizione di leader indiscusso del settore audio
È una rivoluzione in atto quella dell’audio. Un’accelerazione forte per un mercato che registra come tendenze dominanti nel 2020 l’ubiquity e l’accesso multi device da diverse piattaforme, ma anche la profilazione accurata dell’audience in base al mood dell’ascolto, all’emozione del momento, con insights sul consumo che diventano opportunità per le imprese nella costruzione di campagne strategiche fondate sull’interazione. La nuova frontiera, però, è il Podcast, che si configura come la reale innovazione tutta da esplorare tra i trend della comunicazione.
Il racconto, lo storytelling, diventa così sempre più rilevante e centrale, recuperando il suo valore di intimità, per ridefinire e costruire una relazione più stretta ed efficace con il proprio target.
Un settore, quello del Podcast, su cui Spotify sta investendo. Ultima acquisizione, annunciata da Alberto Mazzieri, neo Director of Sales di Spotify Italia, è quella di Megaphone, piattaforma di distribuzione podcast che riunisce publishers e advertisers, per potenziare e per consolidare la propria leadership mondiale.
Alberto Mazzieri, neo Director of Sales di Spotify Italia
Cosa raccontano le scelte degli ascoltatori (anche in fatto di podcast)
Un incremento di podcast del valore del 108%, con circa 1,8milioni di titoli su Spotify nel 2020, in un andamento più che raddoppiato rispetto allo scorso anno, con conseguente aumento di creator e di produttori di contenuti, ma anche di aziende “podcast branded”, che utilizzano questo strumento come strategia per rapportarsi al proprio pubblico, interfacciandosi con loro e creando un rapporto più stretto.
L’audio è un’area di grande sviluppo, un’opportunità per le aziende che non sostituisce, però, il video. È una nuova occasione di costruzione di messaggi per raggiungere il proprio target di riferimento.
Sottolinea Alberto Mazzieri, mentre delinea gli scenari futuri.
Player indiscusso dell’audio, con una comunità di oltre 320 milioni di utenti al mondo distribuiti in 92 Paesi (di cui 144 milioni abbonati Premium) e 11 milioni in Italia, in seguito al lancio della campagna Spotify Wrapped 2020, l’esperienza creata su misura per i professionisti dell’advertising, Spotify traccia il bilancio degli ascolti del 2020 sulla piattaforma, sottolineando gli insights più rilevanti per i brand e per gli inserzionisti.
Partendo dal secondo report annuale Culture Next e dall’aggregazione dei dati sul comportamento di ascolto, gli inserzionisti potranno scoprire cosa hanno ascoltato in streaming i diversi segmenti di pubblico e sfruttare in modo creativo l’intimità che contraddistingue l’audio per raggiungere questi utenti durante i loro momenti di streaming.
«La ricerca evidenzia come l’evoluzione dello stile di vita di quest’anno, influenzato dal lockdown, abbia cambiato l’utilizzo della piattaforma. L’analisi degli insights permette di costruire campagne audio per migliorare l’esperienza dell’utente – insiste Mazzieri – Spotify non è solo audio, ma anche display desktop e mobile. Un minuto su 5 trascorso su piattaforma è dedicato al video, con utenti profilati. 70 milioni di brani, ma anche podcast con 2 milioni di titoli.
L’ubiquity e l’aumento dei device utilizzati ci consentono di conoscere la nostra audience, che siano gamer, console, millennials, famiglie, ma possiamo capire qual è il momento di ascolto o il mood del device digitale, che sia dall’auto attraverso il collegamento bluetooth, o durante l’allenamento e il workout, o il tempo trascorso in famiglia. Identificando il segmento del panel (Gen Z, Millennial, adulti over 35, fitness addicted, salutisti, buongustai, gamer, tech early adopter e tastehunter) si possono costruire messaggi personalizzati. La strategia audio permette di raggiungere l’audience di interesse, intercettando momenti diversi della giornata.
Attraverso la tecnologia e gli algoritmi, scopriamo che la fruizione si caratterizza sempre più come un mix. Su Spotify abbiamo 4 bilioni di playlist generati da utenti, oltre a quelle editoriali e alle algoritmiche, costruite sull’esperienza dell’ascoltatore nella settimana precedente».
Così Spotify Wrapped offre ai brand spunti su come costruire la propria comunicazione, perché “la creatività è efficace quando è data drive, con un approccio fondato sui dati”, afferma Mazzieri.
Tra le tendenze registrate nel 2020 da Culture Next Trends Report, in ambito globale, l’aumento di oltre il 140% su base annua di ascoltatori unici totali di podcast di news e politica. In crescita anche il consumo domestico, soprattutto nel primo lockdown, e il tempo di ascolto tramite smart speaker per l’interazione vocale di oltre il 60%, mentre l’ascolto su console di gioco supera il 50%.
Il 55% degli utenti tra i 16 e i 40 anni afferma di aver ascoltato più musica negli ultimi mesi per impatto della pandemia costretti in lockdown, mentre i podcast più ascoltati dagli over 35 in Italia sono Speak English Now Podcast with Georgiana’s mini-stories – ESL, Monologato Podcast – The Filippo Ruggieri Experience e il podcast di Alessandro Barbero “Lezioni e Conferenze di Storia”. A seguire Blu Notte, Misteri Italiani e La Zanzara.
Andamento crescente in Italia anche di publisher, alla ricerca di un ecosistema e di tecnologie all’avanguardia per la creazione di podcast di qualità:
«Oltre ad essere un’area di investimento, il mercato del podcast è di interesse anche per l’età media di chi lo utilizza, intorno ai 26 anni, la generazione z e millennials, difficili da raggiungere. Un’opportunità da monitorare, un mercato giovane che si sta consolidando – continua Alberto Mazzieri.
Sull’innovazione è difficile fare previsioni, l’acquisizione di Megaphone potrebbe avere degli sviluppi. Altra area di interesse per il 2021 potrebbe essere l’integrazione con gli smart speaker o la sperimentazione dell’audio 3D o 8D, un mondo non ancora compreso dalle aziende ed inesplorato».
Che anno sarà il 2021? Le piattaforme social subiranno tanti cambiamenti trasformandosi completamente
25 previsioni per il social media marketing da non perdere per il prossimo anno
Ammettiamolo, questo 2020 è stato un anno difficile. Definirlo complicato è un eufemismo, ed è vero, non vediamo l’ora di dimenticarlo, accartocciare il calendario e bruciarlo definitivamente, ma temiamo, visto l’andazzo, di dar fuoco alla casa. Ci limiteremo a scacciarlo via dalla nostra testa, ma prima di farlo concediamoci un minuto e congratuliamoci con noi stessi per quello che, nonostante tutto, siamo riusciti a fare in questi giorni da incubo.
Certo, non è stato un anno facile nemmeno per le aziende. C’è chi ha dovuto chiudere tutto dopo tanti sacrifici, e c’è chi ha resistito e stretto i denti il più possibile. Molte aziende hanno rimodellato tutta la propria struttura e il modo di lavorare, accelerando il processo digitale, e ci sono poi quelle attività che ci si sono approcciate per la prima volta ottenendo risultati incredibili.
E proprio riguardo al mondo iperconnesso, il 2021 si prefigge come un anno di grandi cambiamenti. Non saremo gli unici, quindi, che dovranno stilare la famosa lista dei buoni propositi dà mantenere, perché le piattaforme social saranno le vere protagoniste di questi prossimi 12 mesi.
Vediamo allora quali saranno le previsioni del nuovo anno riguardo il social media marketing e prendete i vostri laptop, cari social media marketer, perché ne avete di cose da segnare!
Previsioni di social media marketing: come cambiano le piattaforme Social
Quest’anno abbiamo rivoluzionato le nostre giornate e cambiato le nostre abitudini.
Abbiamo imparato a lavorare da casa, destreggiandoci tra famiglia, impegni e tempo libero e abbiamo scoperto nuove forme d’intrattenimento per tenerci occupati. Anche le principali piattaforme social si sono evolute rapidamente adattandosi alle esigenze degli utenti durante la pandemia. Ciò ha accelerato molti dei loro piani, ma per la maggior parte i nuovi strumenti e le opzioni introdotte erano già in fase di sviluppo. Dove sono dirette, adesso, le piattaforme social?
Ecco pronta per voi una raccolta di previsioni per il 2021 che sembra destinato a essere un anno di crescita e sviluppi senza precedenti.
1. Social media marketing: Facebook non si ferma
Facebook è stata una piattaforma social protagonista di un anno pieno di sfide, e ancora una volta le ha superate tutte migliorandosi. Nonostante il contraccolpo sul ruolo che ha svolto nell’esacerbare la divisione politica e nell’amplificare l’incitamento all’odio, non vuole fermarsi.
Eppure, nonostante un boicottaggio pubblicitario, un documentario critico di Netflix (The Social Dilemma) e la rimozione forzata di alcuni gruppi, continua sulla sua strada e nel prossimo anno vedremo alcuni importanti sviluppi.
L’eCommerce sarà al centro dell’attenzione di Facebook.
Abbiamo già visto le prime fasi della prossima grande spinta alle entrate di Facebook, con l’introduzione degli Shops, sia su Facebook che su Instagram. Tutto questo semplificherà il processo di creazione di un punto vendita eCommerce sulla piattaforma social più utilizzata al mondo.
Ciò darà a ogni azienda la possibilità di creare rapidamente la propria vetrina digitale, con opzioni utili e strumenti di pagamento semplificati, alimentando una nuova ondata di business online.
Per Facebook, sono stati anni di duro lavoro, con gli Shops che essenzialmente sono un’estensione della sua offerta di Marketplace, dando a più aziende la possibilità di connettersi con gli acquirenti in-stream. Ma Shops è anche altro.
Pagamenti tramite Facebook
Il grande focus qui sarà in mercati come l’India e l’Indonesia dove Facebook sta acquisendo sempre più utenti, e dove il passaggio al digitale è solo all’inizio. Se Facebook può diventare la destinazione di tutte le forme di transazioni online, ciò la renderebbe una piattaforma essenziale nelle regioni in via di sviluppo.
Questo comporta un ampliamento delle opportunità, sia per Facebook che per le aziende di tutto il mondo, per massimizzare il proprio potenziale.
Un ulteriore sviluppo di Facebook Pay porterà a delle semplificazioni di alcune opzioni di acquisto con un clic, e nuove opportunità pubblicitarie che evidenziano i prodotti da acquistare all’interno dei post.
Facebook cercherà anche d’integrare più post di acquisto nei feed degli utenti, al fine d’invogliare più attività di acquisto, mentre la probabile fusione delle sue app di messaggistica fornirà maggiori opportunità per facilitare l’eCommerce.
Ciò comporterebbe un cambiamento importante, alimentando una nuova ondata di attività di eCommerce, motivo per cui le aziende devono tener presente gli Shops nella propria strategia di social media marketing.
L’unione delle chat Messenger e Instagram e WhatsApp
Facebook continua a lavorare sulla fusione delle sue app di messaggistica e durante tutto l’anno abbiamo visto sempre più suggerimenti sulla graduale interconnettività di Messenger, InstagramDirect e WhatsApp.
Ciò, in sostanza, significa che ogni nuova funzione introdotta in una qualsiasi di queste piattaforme social sarà alla fine disponibile nelle altre, il che faciliterà nuove opportunità di eCommerce e più modi per eseguire campagne pubblicitarie multipiattaforma e push.
Ciò renderà molto facile per i marchi espandere le loro campagne e funzioni, ad esempio, su WhatsApp, ampliando il loro pubblico in modi che non avevano precedentemente considerato.
Occhiali AR di Facebook
A settembre, Facebook ha annunciato che i suoi occhiali AR indossabili “Project Aria” sarebbero stati disponibili nel 2021. La Realtà Aumentata è destinata a diventare un campo di battaglia nel settore tecnologico, e anche Apple sta lavorando ai propri occhiali AR, che dovrebbero essere rilasciati nello stesso periodo.
Facebook ha lavorato sullo sviluppo di ambienti AR completamente immersivi e alla possibilità d’incorporare nuovi tipi di annunci, promozioni, e altro ancora, tutti collegati alla sua app.
L’ascesa della Realtà Virtuale nelle piattaforme social
I visori per realtà virtuale Oculus di Facebook hanno visto un notevole aumento delle vendite nel 2020. Ciò è stato dovuto all’impossibilità di fruire dei soliti intrattenimenti, e chi ha potuto, si è approcciato alla AR. Ovviamente non è una cosa a cui, economicamente, possiamo accedere tutti. Per questo Facebook ha abbassato il prezzo dei suoi dispositivi VR autonomi, rendendola un’opzione più accessibile.
In questo modo Facebook aggiunge più utenti VR, apre anche nuove strade per la pubblicità e la promozione e porta più consumatori nella fase successiva della connessione digitale, incontrandosi in ambienti completamente immersivi online.
Cambiamenti di algoritmo
Uno dei quesiti più enigmatici per Facebook sarà come affronterà il suo famigerato algoritmo di feed e se farà qualcosa per rispondere alle lamentele che hanno alimentato l’ascesa di pericolosi discorsi di odio sulle piattaforme social.
Facebook ha intrapreso alcune azioni al riguardo, bandendo QAnon e vari gruppi correlati, a cui avevano permesso per anni di proliferare sulle proprie piattaforme social, nonostante gli avvertimenti degli esperti.
Ma sotto un governo degli Stati Uniti guidato da Biden, Facebook dovrebbe intraprendere più azioni e limitare ulteriormente la disinformazione e l’incitamento all’odio, al fine di evitare crescenti pressioni e sanzioni imposte dal governo e dai gruppi di regolamentazione.
Il New York Times ha recentemente riferito che, nei giorni successivi alle elezioni negli Stati Uniti, Facebook ha implementato un News Feed tweak che ha assicurato che le notizie autorevoli apparissero in modo più prominente, riducendo la portata di alcuni siti più estremisti e centristi.
È importante fare molto più passi avanti per ridurre la divisione sociale più in generale, ed evitando la polarizzazione sulle piattaforme social.
2. Twitter
Anche dopo tutti questi anni, è ancora difficile definire Twitter, quali siano i suoi punti di forza e dove e se crescerà in futuro. Perché nonostante la sua continua popolarità, non ha fatto grossi passi avanti.
Ha modificato la lunghezza dei tweet ne 2018, e ha provato lo streaming live, i Moments e tweet audio, tra le varie opzioni. Ma nessuno di loro ha davvero fatto la differenza e Twitter è rimasto lo stesso di ciò che era all’inizio: un flusso live di aggiornamenti brevi, ma ottimo per rimanere aggiornati con le ultime informazioni.
Quindi come può Twitter evolversi? Probabilmente non vedremo alcun cambiamento importante su questa piattaforma social nel corso dei prossimi 12 mesi.
Aggiornamento dei Fleets di Twitter
I Fleets di Twitter sono delle storie realizzate con testi, foto o video che rimangono visibili per 24 ore. Non ci sono retweet e nemmeno like, e le risposte sono solo in privato.
Twitter probabilmente aggiungerà vari strumenti, assistito dalla sua acquisizione di Chroma Labs a febbraio. Ma molte di queste aggiunte non faranno la differenza perché le persone hanno già una gamma di effetti e strumenti visivi su Snapchat, Instagram e TikTok.
È un componente aggiuntivo interessante, senza dubbio, ma Fleets non determinerà un aumento significativo dell’utilizzo o dell’interesse per l’app.
Audio Spaces
Twitter sta anche lavorando su Audio Spaces, che sarà una funzione di meetup audio simile a una clubhouse, offrendo agli utenti un altro modo d’interagire. Cioè? Stanze virtuali per chat vocali.
Interessante, sì, ma è improbabile che diventi una funzionalità di trasformazione nell’app.
Topic Focus
Twitter ha anche cercato di espandere il suo potenziale di coinvolgimento fornendo agli utenti più consigli sugli argomenti da seguire nei loro feed, anziché sui profili.
Nel 2021, non sarebbe sorprendente vedere Twitter fare un ulteriore passo avanti e aggiungere Topic dove raccoglierà tweet pertinenti su un argomento, curato dal team di Twitter, in una pagina o sezione dedicata nell’app.
L’obiettivo è quello di fornire un elenco più coinvolgente e mirato di tweet e profili chiave su ciascun argomento, che potrebbe aiutare a migliorare il coinvolgimento.
Indicatore di stato sui profili
Twitter li sta testando da un po’ e sembra un’aggiunta logica, soprattutto in linea con il lancio di Fleets. Non è un elemento importante, ma potrebbe fornire maggiori opportunità di connessione e coinvolgimento, soprattutto in occasione di eventi importanti.
Categorie di verifica
La piattaforma social ha spiegato che sta lavorando a nuove categorie di verifica, oltre alla semplice spunta blu di base. Ciò potrebbe vedere nuovi tipi di account verificati, che potrebbero includere indicatori specifici basati su ciò che ciascuno rappresenta.
La principale aggiunta qui potrebbe essere un nuovo identificatore per gli account dei bot. Nell’ottobre dello scorso anno, Twitter ha affermato che stava lavorando a un possibile identificatore per i profili dei bot, per dimostrare agli utenti con chi o con cosa hanno a che fare.
Potrebbe essere un grande cambiamento, che andrebbe a migliorare il coinvolgimento nell’app.
Bot Crackdown
I bot rimangono un grosso problema su Twitter perché molti vengono utilizzati per manipolare il coinvolgimento e influenzare l’opinione degli utenti.
Ma cosa succederebbe se, come parte del suo nuovo processo di verifica dei bot, Twitter stabilisse una soglia su ciò che si qualifica come account bot?
Ciò infastidirebbe molti utenti, ma potrebbe anche far sì che più utenti condividano più dei propri pensieri, invece di amplificare semplicemente i commenti esistenti. Staremo a vedere.
Trump potrebbe essere bandito da Twitter?
Questa è una previsione casuale ma Twitter potrebbe fare il grande passo e bandire l’account di Donald Trump a titolo definitivo dalla sua piattaforma social.
Molti lo chiedono e con l’ex presidente che presto twitterà come “civile”, Twitter ha già detto che prenderà provvedimenti.
3. Social media marketing: Instagram cambia volto
Instagram sta cambiamento totalmente volto e con l’integrazione di nuovi strumenti di eCommerce sembra destinata a portare il suo potenziale di guadagno in una nuova stratosfera. Da tenere assolutamente d’occhio nella propria strategia di social media marketing.
Ma allo stesso tempo, alcuni hanno suggerito che tutte queste aggiunte d’IGTV, Reels e shopping hanno iniziato a ingombrare quella che una volta era una semplice app incentrata sulla fotografia, snaturandola.
Acquisti in-stream
L’ eCommerce è ovviamente l’obiettivo principale d’Instagram, con una nuova scheda Shop e funzionalità dedicate per facilitare un comportamento di acquisto più immediato in risposta ai post IG.
Instagram promuoverà lo sviluppo dei suoi strumenti di acquisto al fine d’incoraggiare ulteriormente il comportamento di acquisto abituale. Le previsioni possono vertere su acquisti avanzati con un clic, nuovi strumenti di prova AR, basandosi sulle sue opzioni di acquisto AR esistenti e tag video per i prodotti, offrendo ad aziende e ai creator più modi per facilitare l’acquisto diretto.
Instagram è già il luogo in cui molte persone scoprono nuovi prodotti e marchi e le sue opzioni di acquisto avanzate potrebbero aprire tutta una serie di nuove possibilità.
Modifiche al feed della Home
Con la continua popolarità delle storie, ci si aspetta che Instagram provi un nuovo approccio al feed della Home.
Potrebbe provare ad allineare il feed della home con le preferenze del singolo utente. Ad esempio, se visualizziamo molto le storie, Instagram potrebbe passare a un feed iniziale di storie, con la possibilità di tornare al feed dei post regolari. Alcuni utenti potrebbero invece aprire un feed Reels, e altri la scheda Shops.
Instagram potrebbe cercare di fornire opzioni, che possono aiutare ad aumentare il coinvolgimento all’interno di ogni elemento.
Reels
Abbiamo visto l’arrivo dei Reels, il clone di TikTok di Instagram, e il consenso generale sembra suggerire essere uno strumento abbastanza interessante, ma non buono come lo stesso TikTok.
Reels rimarrà in circolazione e sarà un modo per accaparrarsi più utenti?
Probabilmente troverà la sua nicchia e rimarrà popolare per esempio in India dove TikTok è stato bandito. Instagram cercherà di potenziarlo ulteriormente attraverso accordi esclusivi con influencer e nuove funzionalità adatte al social media marketing.
4. Snapchat
Snapchat continua a essere popolare nella sua nicchia soprattutto grazie all pubblico più giovane. Nuove partnership di app e opzioni interattive hanno fornito ulteriori possibilità di miglioramento, ma l’AR rimane la chiave per aumentare l’attrattiva dell’app.
E nonostante abbia un budget più limitato rispetto alle altre piattaforme social, è rimasto un innovatore chiave nello spazio AR.
Nuovo approccio all’intrattenimento
Una delle principali aree di forza di Snapchat è stata la crescita costante della sua programmazione Snap Originals, brevi programmi allineati verticalmente che attirano gli spettatori più giovani.
Una delle previsioni del prossimo anno sarà la maggior concentrazione proprio su Snap Originals e ci saranno importanti editor e studi cinematografici che si avvicineranno al formato, per trovare nuovi modi per restare in contatto con un pubblico più giovane.
Ciò potrebbe vedere alcuni importanti annunci per Snap Originals, con l’arrivo di celebrità e grandi nomi. E questo porterà ancora più spettatori all’app, ampliando le sue opportunità di pubblicità e visibilità e migliorando le proprie tecniche di social media marketing.
Focus sull’eCommerce
Poiché Instagram e Facebook cercano d’incorporare più strumenti di eCommerce, anche Snapchat potrebbe allinearsi a questo cambiamento, cercando di fornire al suo pubblico maggiori opportunità di vendere prodotti direttamente in-stream.
Snapchat lavora da tempo su varie opzioni di eCommerce, inclusa la sua integrazione con Amazon, ma poiché lo shopping in-feed diventa sempre più abituale, ha senso che la piattaforma possa includere strumenti simili, al fine di massimizzare le proprie opportunità.
Avanzamento dell’AR
L’AR rimane la chiave per massimizzare la crescita di Snapchat, ecco perché vedremo sempre più funzionalità e strumenti AR.
Snapchat ha già iniziato a implementare la capacità di scansionare codici a barre ed etichette per fornire più informazioni contestuali attraverso la sua fotocamera, e cercherà di aggiungere al suo database sempre più elementi scansionabili, collegando quelle scansioni a strumenti AR avanzati, tra cui promozioni e offerte.
Partnership tra Apple e Snap
Snapchat lavora con Apple da anni per aiutare a sviluppare la funzionalità AR di Apple. Nel 2017, al lancio dell’iPhone X, Apple ha spiegato come avevano lavorato con Snapchat per sviluppare lenti e aggiunte visive basate sugli ultimi progressi del dispositivo, mentre con il lancio dell’iPhone 12 all’inizio di quest’anno, Apple ha annunciato che Snapchat sarebbe stato tra i primi partner per la sua nuova capacità LiDAR.
Gli occhiali AR di Apple saranno disponibili entro il 2022. Potremmo vedere i due collaborare per lanciare una nuova versione di Spectacles abilitata per AR?
5. Social media marketing: TikTok
TikTok è diventato uno dei social più amati nel 2020, passando da 500 milioni di utenti nel dicembre 2019 a contare oggi quasi un miliardo. Nonostante abbia dovuto affrontare divieti, restrizioni e accuse di censura, TikTok non demorde e continua ad andare avanti.
Una piattaforma social da tenere presente nella propria strategia di social media marketing.
Focus sull’eCommerce
Come la maggior parte delle altre piattaforme social, anche TikTok si concentrerà sull’eCommerce nel 2021. L’app ha bisogno di trovare più modi per garantire che i suoi migliori creatori vengano pagati, altrimenti si sposteranno su altre piattaforme social dove possono fare soldi veri.
In Cina, la versione locale di TikTok, chiamata Douyin, ha avuto un grande successo su questo fronte incorporando opzioni di acquisto in-stream ed eCommerce.
Collegamenti all’industria musicale
TikTok cercherà anche di stabilire legami più forti con l’industria musicale, al fine di ospitare lanci ed eventi più esclusivi e attirare più fan. La piattaforma social ha già collaborato con diversi musicisti in concerti digitali esclusivi e la sua partnership siglata si occupa di diverse etichette importanti.
Man mano che i musicisti riconoscono il potere promozionale della piattaforma, le connessioni diventeranno ancora più forti e ciò potrebbe portare a nuove opportunità, non solo per TikTok, ma anche ai marchi che cercano di avvicinarsi a queste tendenze attraverso sponsorizzazioni e partnership.
6. Social media marketing: LinkedIn
La piattaforma ha superato i 700 milioni di membri nel 2020 aumentando i record di coinvolgimento che sembrano destinati ad aumentare solo sulla scia della pandemia. LinkedIn è in una posizione di forza, come piattaforma social chiave per i professionisti, e cercherà di trarne vantaggio con nuove, prossime versioni. Un canale da considerare nella propria strategia di social media marketing.
Eventi Live
Gli eventi virtuali sono stati fondamentali nel 2020 e LinkedIn ha implementato i propri strumenti integrando una funzionalità di live streaming. Nel 2021 cercherà di fornire, di conseguenza, più strumenti e opzioni video.
Il video in diretta è il tipo di contenuto più coinvolgente sulla piattaforma e questo può portare più aziende a incorporare i loro eventi in base alle funzionalità della stessa app.
Sezione video dedicata
Come con tutte le piattaforme social, il video è il tipo di contenuto più coinvolgente su LinkedIn. Gli utenti sono circa 20 volte più propensi a condividere un video sulla piattaforma rispetto a qualsiasi altro tipo di post.
Detto ciò è ovvio che LinkedIn ne tragga vantaggio con una sezione video dedicata all’interno della sua app, che si concentrerà maggiormente sui contenuti video professionali, per settore, e fornirà maggiori opportunità ai creatori su LinkedIn di costruire consapevolezza e presenza del proprio marchio.
E potrebbe anche diventare un’opportunità di guadagno. Se LinkedIn offrisse uno spazio dedicato ai creatori di video, potrebbe anche fornire annunci pre o mid-roll, dando loro più incentivi a continuare a pubblicare. Ciò potrebbe vedere molti più contenuti video professionali aggiunti alla piattaforma, aumentando ulteriormente il coinvolgimento.
Nuove informazioni sui dati
LinkedIn ha il più grande database professionale e di carriera nella storia, che gli permette l’accesso a una serie d’informazioni approfondite su come sono progredite le carriere delle persone, quali ruoli hanno cambiato nel tempo, in che modo ciò si riferisce a punti in comune e interessi, ecc…
Questo è un grande punto di forza per la piattaforma social. Nel 2021 potrà affinare ulteriormente la corrispondenza dei dati per fornire maggiori informazioni e guidare gli utenti verso il loro percorso di carriera ideale. LinkedIn ha già compiuto un recente passo in questa direzione con il suo strumento Career Explorer, che evidenzia potenziali percorsi di carriera in base alle competenze che si posseggono.
Più LinkedIn unirà questi strumenti nei suoi sistemi, migliori saranno gli avvisi pertinenti e contestuali di questo tipo e ovviamente più aumenterà il coinvolgimento degli utenti e delle aziende che troveranno sicuramente nei vantaggi nella propria strategia di social media marketing.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/social-media-marketing.jpg501704Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2020-12-11 10:27:552020-12-11 16:18:41Social media marketing: 25 previsioni che segneranno il 2021
Trovare in un anno così complesso grandi opportunità di innovazione e di dialogo. Scoprire nuove prospettive da cui guardare il mondo e il business. Ci hanno insegnato questo prima di tutto gli illimity Talk che hanno costellato questi mesi vissuti all’insegna del digitale e che si chiudono con un ultimo appuntamento il prossimo 14 dicembre.
“Let’s talk about space”, il titolo dell’evento che vedrà due esploratori confrontarsi sul loro percorso di vita e sul momento che stiamo vivendo.
Il 14 dicembre all’interno di StartupItalia Open Summit l’illimity talk let’s talk about space affronterà un tema davvero affascinante insieme a Roberto Vittori, astronauta e generale dell’esercito, e Corrado Passera, founder & CEO di illimity, in collaborazione con Formiche.
Si partirà da alcune domande chiave per scoprire cosa lo spazio e la vita tra le stelle può insegnare nella vita, nel lavoro e nel business:
Da dove nasce la voglia di guardare oltre e come si alimenta?
Quali competenze servono per affrontare lo spazio e il nuovo mondo del lavoro?
Come gestire le relazioni in spazi molto piccoli?
Se nell’ultimo anno il digitale ha vissuto un’accelerazione senza precedenti, ed è servito per lavorare, socializzare, studiare, intrattenerci, insomma per vivere e restare in contatto con il mondo, oggi possiamo guardare oltre. E l’illimity Talk ci porterà proprio lì, nel futuro, nello spazio.
Uno spazio inteso come universo sì, ma anche come concetto grazie al quale approcciarsi a un mondo del lavoro che sta cambiando in modo sempre più veloce e che non sarà mai più come prima.
Lo spazio raccontato da illimity
Ci porterà oltre i confini per guardare il mondo da lontano e farci riflettere sul futuro Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ed attuale addetto alle questioni spaziali a Washington. Il generale ha al suo attivo tre voli a bordo della Stazione spaziale internazionale, come pilota collaudatore ha accumulato circa 2.500 ore di volo su cinquanta differenti tipi di velivoli, elicotteri e alianti.
Accanto a lui, Corrado Passera, CEO di illimity, laureato in Economia alla Bocconi, ha improntato il suo percorso professionale sulla sfida per l’innovazione: da Olivetti ad illimity, passando per Poste, Intesa Sanpaolo e l’incarico di Governo. È oggi CEO della banca di nuovo paradigma.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/illimiti-talk-space.jpg5531229Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-12-10 12:00:342020-12-09 16:51:01Guardare oltre i confini: cosa possiamo imparare sul business da un astronauta
Lavorare presso il quartier generale ad Hangzhou significa affrontare difficoltà e differenze iniziali rispetto al sistema di lavoro europeo
Come fare per comprendere il mindset cinese e creare collaborazioni lavorative? Partiamo da uno sguardo sul gigante dell’eCommerce asiatico
Negli ultimi anni abbiamo scoperto AliExpress, il gigante dell’eCommerce asiatico controllato da Alibaba Group. AliExpress unisce imprese cinesi e offre un servizio di vendita al dettaglio a un mercato internazionale, rivolgendosi prevalentemente a compratori europei.
Per comprendere a fondo la cultura cinese ed addentrarci nel cuore di Alibaba abbiamo intervistato Gianluca Fracasso, Senior Content Manager italiano, che attualmente lavora presso il quartier generale ad Hangzhou (China). Gianluca ha raccontato le difficoltà e le differenze iniziali riscontrate rispetto al sistema di lavoro europeo, ha svelato gli elementi fondamentali per comprendere il mindset cinese e ha dato alcuni spunti sul marketing con qualche ipotesi anche su un’improbabile collaborazione con TikTok (ByteDance).
Dall’Europa alla Cina: ecco cosa cambia davvero
Raccontaci cosa fai in Alibaba e come sei arrivato in Oriente
«Attualmente lavoro in Alibaba come Senior Content Manager per una delle nostre app internazionali – AliExpress -, mi occupo con il mio team della localizzazione e UX design, in diversi formati multilingua. Sulla nostra piattaforma puoi trovare diverse promozioni come 11.11 (Single’s Day) e Black Friday – ma sperimentiamo anche format nuovi come giochi online, social e live-streaming.
Lavoro in Cina stabilmente dal 2011. Nei miei primi anni ho lavorato nella pubblicità per agenzie di diverse dimensioni, da agenzie boutique di branding & design, fino a realtà più complesse come Dentsu Aegis dove nel 2015 ho cominciato a occuparmi di Digital Strategy ed eCommerce.
Tecnologia a parte, ho sempre avuto una passione per lingue e culture orientali. Poco più che ventenne ho fatto il primo viaggio in Cina (nota: non fu un grande successo), ma dopo un secondo viaggio zaino in spalla ho praticamente deciso di “mollare tutto” e cominciare a coltivare una carriera in Cina. Il General Manager di una piccola agenzia cinese di Marketing & PR ha avuto la pazza idea di assumermi ed è cominciato tutto da lì».
Quali sono state le prime difficoltà che hai riscontrato in Asia?
«Sicuramente lingua e cultura, che sono due elementi imprescindibili per avere un buon impatto con l’Asia. La lingua cinese è un elemento importante per capire comportamenti ma anche il mindset cinese. E purtroppo si tratta di una lingua molto ardua, dalle molte sfumature.
Adattarsi alla cultura locale di conseguenza non è facile: non vuol solo dire capire usanze e storia del luogo, imparare a usare WeChat e studiare la filosofia confuciana… Vuol dire capire come funziona il sistema Cina, come vengono organizzate le aziende locali, e i processi di decision-making, la leadership, le relazioni sociali, e la strategia degli ecosistemi come Alibaba, Tencent.
Questo è davvero difficile in Cina, e a parere mio il percorso vincente non è cercare di competere o “dominare” contro i colleghi cinesi – anche perché è oramai impossibile – ma cercare di collaborare e imparare dal loro modus operandi».
Quali sono le differenze socio culturali con l’Europa?
«La Cina ha una forte propensione al digitale, i cittadini sono giovani e intraprendenti. Il governo centrale ha una posizione molto stabile e radicata, il che permette di pianificare lo sviluppo strategico in cicli quinquennali. Questo è più difficile per le piccole democrazie occidentali. Insomma, ci troviamo in un momento di forte apertura mentale e ottimismo verso il “futuro”.
Questa è una cosa in cui alcuni paesi europei sono rimasti indietro, perché provenienti da molti decenni di benessere economico e sociale. In un certo senso, in Europa c’è una più forte tendenza a guardare e studiare il passato.
La Cina può inoltre contare su una forte identità collettiva, che si da anni si è sviluppata all’estero anche in America & Europa. Per questo esistono grosse comunità satelliti anche a Singapore, San Francisco, Londra, etc.
Ti cito un aneddoto – quando ho cominciato a lavorare in Cina, il mio primo capo e mentore cinese mi disse una cosa interessante:
“In Europa, il governo è povero, e i cittadini sono affluenti. In Cina, il governo è ricco e potente, ma i cittadini sono poveri…”
Ovviamente si tratta di una battuta, e le cose sono piuttosto cambiate negli ultimi dieci-quindici anni (il GDP pro-capite adesso è in rapida ascesa). Ma penso ci sia un fondo di verità, che può provare a spiegare le differenze socio-economiche fra la “piccola” Italia e il gigante che è oggi la Cina».
Business e lavoro in Cina, da Alibaba a TikTok
Quale consiglio daresti a chi come te vorrebbe lavorare in aziende cinesi?
«Considera attentamente quali sono le tue vere motivazioni e inclinazioni. Lavorare in un’azienda cinese in Cina non è decisamente per tutti, comporta sacrifici e molte sfide. Si tratta di un paese lontano, in transizione, non ancora pronto alla multiculturalità.
Allo stesso tempo non bisogna avere paura del diverso; un sacco di aziende cinese sono attive con uffici in Europa, e l’atmosfera di lavoro è spesso amichevole e informale, molto più che in alcune organizzazioni più tradizionali. Questa è un’ottima opportunità per chi vuole saperne di più sulla Cina, senza necessariamente essere sempre in loco.
Individua un settore di tuo interesse, e comincia a cercare opportunità per proporti e collaborare.
Cerca di creare un piano d’azione… e buttati!»
Credi che TikTok potrebbe avviare delle collaborazioni con Alibaba o Aliexpress nel prossimo futuro effettuando campagne di marketing all’interno?
«Al momento TikTok & Alibaba sono due ecosistemi diversi, e in competizione. Quindi Alibaba non ha un forte interesse a portare traffico e condividere dati con TikTok – e viceversa. Vedo la collaborazione (nel senso di partnership strategica) abbastanza difficile.
Entrambi stanno cercando di integrarsi con altre piattaforme minori, per sopperire ai propri punti di debolezza. In questo senso, TikTok ha cominciato a collaborare con Shopify, per poter offrire un touch point di vendita e-commerce sulla propria app.
Viceversa, Alibaba ha bisogno di Facebook & Instagram per avere visibilità “social” verso gli utenti internazionali. In questo senso sì, Alibaba sta cercando di studiare il formato del “short video” e degli influencer di TikTok. Attualmente stiamo cercando di avvicinarci a influencer internazionali, con il fine ultimo di portare più traffico sui nostri canali, ovviamente.
Per esempio in occasione dell’11.11 abbiamo collaborato con Chiara Ferragni su diversi contenuti, post e live streaming – ma questo ha principalmente avuto luogo su Instagram, che per il momento resta il social più adatto a questo tipo di attività.
Seguendo questa direzione, gli influencer di AliExpress potrebbero idealmente monetizzare i loro contenuti, sponsorizzati dai venditori della nostra piattaforma».
Quale percorso di studi hai fatto per lavorare in queste realtà?
«Ho studiato storia e cultura di Cina e Giappone, quindi non ho un titolo di studio estremamente tecnico. Ho poi integrato gli studi in Italia con un periodo di studio e viaggi in Cina, e un corso di marketing in Inghilterra, il che è stato piuttosto utile.
Anche viaggiare da solo in Cina è stato molto formativo… la chiamerei la Università delle “esperienze”. Questo background misto mi ha permesso di arrivare qui con una buona preparazione culturale e psicologica.
Tuttavia lo scenario di business/marketing è molto diverso dalle realtà occidentali, e questo aspetto va quindi imparato sul campo».
Raccontaci la tua giornata di lavoro, come si svolge e che orari e mansioni svolgi?
Come anticipavo in apertura, il nostro team creativo gestisce i contenuti dell’app di AliExpress – localizzata in 18 lingue. Il che vuol dire seguire un fitto calendario di promozioni e attività di marketing. Abbiamo un piccolo team in-house, per facilitare la comunicazione all’interno del quartier generale, dove il cinese è la lingua principale.
Allo stesso tempo, ci affidiamo ad agenzie e copy writers freelance sparsi in tutto il mondo – abbiamo un team a Shanghai e in altri stati esteri. Negli ultimi mesi mi sono occupato di migliorare i nostri processi per la localizzazione, il che ha anche richiesto di assumere e addestrare nuovi collaboratori, durante la crisi del Covid-19.
Impostiamo il nostro lavoro secondo OKR (Objectives & Key Results) e investiamo su progetti solo se ci sono dati numerici a supportare la strategia di business. Per esempio quest’anno c’è una forte tendenza alla gamification e live streaming, con l’obiettivo di aumentare i volumi di vendita sulla nostra app.
Adottiamo uno stile di lavoro abbastanza agile – poche email e molta messaggistica istantanea – e utilizziamo in maggioranza strumenti di lavoro creati da noi stessi in Alibaba – il che ci permette di collaborare facilmente, in alcuni casi anche da remoto.
Ovviamente persistono alcune sfide, legate al nostro ruolo di designers occidentali in una azienda dominata da ingegneri e tecnici cinesi. Ma questo è dopotutto parte dell’esperienza di lavorare in un gruppo complesso come Alibaba!»
Disclaimer: “le opinioni contenute in questa intervista sono di natura personale, e non rappresentato le posizioni ufficiali dell’azienda”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/12/Gianluca-Fracasso-Alibaba-2.jpg16382336Michele Miconihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMichele Miconi2020-12-09 17:08:272021-01-05 16:07:03Alibaba e la cultura Cinese, raccontate dal Senior Content Manager di AliExpress
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