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New Space Economy, un’opportunità di business per le imprese

Non più fantascienza o utopia. La New Economy Space è una rivoluzione in atto. Lo spazio, da fonte inesauribile di ispirazione nella storia dell’umanità per poeti e viaggiatori, per sognatori e visionari, diventa oggi realtà concreta di business per le aziende. Non solo dimensione dell’immaginario, ma una nuova frontiera del marketing per ridisegnare i brand del futuro, per definire storytelling e narrazioni.

La Space Exploration diventa trend topic ed apre scenari dirompenti, trasformandosi in un’opportunità da cogliere per primi.

Se Elon Musk punta a portare il primo uomo su Marte nel 2026 con la sua SpaceX mentre, in contemporanea, apre in tutto il mondo il pre-order per la sua rete internet satellitare Starlink, c’è invece chi invece guarda alle stelle, immaginando nuovi modelli economici, proiettati verso nuove avventure nell’immediato futuro.

Non solo Scienza e ricerca scientifica, ma un’occasione per privati ed aziende che sognano di ri-disegnare il futuro dei propri brand. Dalla collaborazione tra Ogilvy Consulting e Wired nasce così Ogilvy Orbiter, la prima unit di supporto per quelle marche sufficientemente visionarie da voler trasformare lo Spazio in una opportunità concreta. Il primo player nel suo campo, con l’obiettivo di aprire la strada alle aziende disposte a lanciarsi in questo settore.

viaggio-spazio

Un mercato in esplosione

Alle missioni spaziali, oppure alla possibilità di connessione internet ultraveloce e a bassa latenza, il mercato si arricchisce di un’offerta capace di rispondere a need tra i più diversi: dal venture capital alla sostenibilità, dall’inclusione al benessere, al turismo, sino ad arrivare all’innovazione di prodotto.

“La New Space Economy è in esplosione, siamo contentissimi di essere stati i primi a coglierne i segnali. È un’opportunità per tutti, basta solo avere il coraggio di superare i propri preconcetti”,

sottolineano Roberta La Selva, CEO di Ogilvy Italia, e Claudio Grandi, Client Service Director di Ogilvy Italia a capo di Ogilvy Orbiter.

Ispirati alla tecnologia CubeSat, Ogilvy insieme a Wired e diversi partner hi-tech operanti nel settore aerospaziale mettono insieme il proprio know-how sin dall’inizio, allo scopo di offrire l’infrastruttura più ampia possibile per rispondere ai sogni del cliente qualunque sia la sua space opportunity.

 

Il ruolo cardine dell’Italia nell’esplorazione spaziale

Un ruolo per nulla marginale, quello dell’Italia, che investirà 485 milioni di euro nell’esplorazione dello spazio, come rivela il White Paper di lancio di Ogilvy Orbiter, attraverso il Distretto Spaziale Piemontese (300 aziende, di cui 2 di loro in prima linea nella recente missione Perseverance 2020 Mars Rover; 7.900 dipendenti e un indotto di 15mila, per un business di 4 milioni di euro). Primo Paese europeo ad adottare un regolamento per costruire e gestire il primo spazioporto sul territorio nazionale a Grottaglie, gate dell’universo, spinto verso l’infinito ed oltre, per il segmento strategico dell’aviazione civile che permetterà voli suborbitali turistici.

A ciò si aggiunge la liberalizzazione per l’esplorazione dello spazio e l’intenso cronoprogramma di missioni. La Nasa, infatti, ha scelto tre società spaziali private per costruire nuovi lander lunari per gli imminenti sbarchi sulla luna previsti dal progetto Moon: Blue Origin di Bezos, SpaceX di Musk e la compagnia dell’Alabama Dynetics.

Le missioni spaziali

Con la recente scoperta di un possibile segno di vita su Venere, si prevede una nuova ondata di missioni dirette al pianeta nel 2022, con Giove a seguire nel 2023. Telescopi puntati a rivelare i misteri delle galassie fino alle ultime luci del Big Bang, mentre la luna diventerà il prossimo avamposto umano con la missione Artemis nel 2024.

“È un progetto molto sfidante, che ci riempie di orgoglio – sottolinea il CEO di Ogilvy Italia, Roberta La Selva – L’Italia segue una leadership storica. È sempre stata presente nella dimensione dell’esplorazione spaziale, attore importante e riconosciuto.  Ogilvy oggi è la prima ed unica agenzia ad avere aperto le proprie porte alla New Space Economy e alla space exploration, raccontando ed offrendo vantaggi ed opportunità ad i propri clienti e prospect. Così facendo ci siamo riappropriati della vera mission di chi fa comunicazione per le marche, quella di anticipare i territori fertili che sono davanti a noi.

. A sostegno del principio dell’importanza di dare visioni ed ispirazione alle marche e ai nostri clienti, Orbiter nasce con una grandissima spinta e voglia di raccontare e raccontarsi”.

“Lo spazio è diventato, al pari di altri temi, un contesto intorno al quale sperimentare nuove idee, comunicazione, innovazione di prodotto, pensiero laterale, cambio delle proprie abitudini di business, aprendo a partnership che prima sembravano lontani anni luce”, spiega Claudio Grandi.

Potenzialità infinite per le marche e i partner commerciali, dalla semplice campagna di comunicazione al prototyping, alla revisione di prodotti e di brand. Dai contenuti multimediali editoriali ai podcast.

Un “mondo di comunicazione parallelo” talmente ampio da determinare la necessità di una Unit di lavoro dedicata, con un laboratorio interno di raccolta dati.

Roberta La Selva

Determinante sarà la creazione della relazione con il cliente

“Occorre capire che tipologia di cliente di marca abbiamo di fronte. Ci sono i super coraggiosi ed altri che hanno meno possibilità di rischiare o investimenti disponibili. Essenziale è scavare per trovare il punto di aggancio corretto per iniziare un percorso per la marca – insiste Roberta –Il nostro compito è affiancare, attraverso ore di confronto, di dialogo. Un momento di scambio all’origine del lavoro delle agenzie di comunicazione. Il futuro è un po’ tornare sui nostri passi. Il tema è sensibile, delicato e merita tempo. Proviamo a riappropriarci di una parte di noi non solo gratificante, ma edificante”.

Importanti le prospettive, non solo per i brand aerospaziali, ma anche per i servizi finanziari, bancari, assicurativi e per il settore food. Ben 500mila dollari messi in palio da un contest della Nasa destinato all’innovazione per la produzione di cibo nello spazio. Si pensi, inoltre, ai brand di abbigliamento, scarpe, running. Un territorio vergine, da osservare con attenzione per non lasciarsi trovare impreparati.

invenzioni NASA

Un cambio radicale di paradigma e di prospettiva

“L’esplorazione spaziale non è più sinonimo di potenza governativa. È un anno cruciale questo, perchè ci sono missioni che impattano sui sogni dell’umanità. Entro la fine dell’anno, oltre l’orbita lunare rilasceremo un telescopio spaziale che permetterà di vedere così lontano da individuare le ultime luci del big bang. Che tipo di shifting può creare sulla nostra cultura? Non lo sappiamo, ma lo possiamo governare. Orbiter è lì per intercettarlo”.

Un’attenzione altissima rivelata dai numeri: quasi 65milioni di follower per il canale Instagram della Nasa. Video di lanci di satelliti con milioni di visualizzazioni. Equipaggi misti, composti da cinesi, americani, russi italiani, simbolo di inclusione. E ancora ricerca scientifica, sostenibilità.

Claudio Grandi

“Tantissimo fermento. Elon Musk è l’emblema del potere mediatico dei grandi visionari. Punta a Marte, ma nel frattempo ricopre l’intera orbita terrestre con satelliti per colmare il digital device – continua Claudio Grandi –  Nessuna nuova piattaforma per i razzi, ma il riuso di quelle petrolifere abbandonate nell’oceano in segno di sostenibilità. È maestria di gestione in un contesto ricchissimo. Tecnologia e landscape di comunicazione”.

Il CubeSat diventa simbolo del modello operativo, in cui l’interconnessione diventa parola d’ordine. “Il ruolo dell’Italia dal punto di vista scientifico è primario. Sesto Paese al mondo, con 500 milioni di euro all’anno investiti in ricerca spaziale. Tantissime ragazze sono nel team di addestramento per comporre le crews che viaggeranno nello spazio – evidenzia Roberta – L’Economy Space inizia a diventare una delle grandi dorsali della nostra economia”.

 

 

20 milioni di Italiani si sentono condizionati dagli influencer per gli acquisti

Sono circa 20 milioni gli italiani tra i 18 e i 54 anni che hanno scelto di seguire almeno un influencer. Di questi, il 48% segue un macro influencer. Una categoria che  include non solo persone, ma anche brand editoriali con profili social di spicco nelle community di riferimento, riconosciuti come autorevoli in nove campi specifici: salute e benessere, famiglia e figli, intrattenimento, tecnologia e scienza, bellezza e personal care, fashion, food e beverage, viaggi e turismo, auto e moto.

Sono proprio i macro influencer al centro della ricerca “Italiani & Influencer” realizzata da Buzzoole, InfoValue e Mondadori Media, con l’obiettivo di indagare a fondo le opinioni degli italiani nei confronti di una categoria sempre più importante nei consumi.

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L’indagine approfondisce in particolare il rapporto degli italiani con gli influencer e i brand editoriali, in relazione alla loro presenza sui social, e il tipo di ruolo che questi ultimi assumono nell’intrattenimento e nei processi d’acquisto degli utenti.

Il primo elemento interessante è la frequenza di consultazione dei loro profili. Il 37% dichiara di seguirli ogni giorno, mentre un altro 37% ogni 2/3 giorni.

Perché si segue un influencer?

Per i consigli che può dare (54%, soprattutto per ciò che concerne il food) oppure in quanto esperto di singoli argomenti (51%, tecnologia e motori)oppure perché si prende come modello di riferimento con cui identificarsi (19%, fashion e famiglia).

Nel corso dello studio, viene poi messo in risalto il ruolo dei macro influencer nel processo d’acquisto, con accentuazioni diverse in base ai settori di interesse per l’utente. Può essere il “tutor” che spiega un prodotto (per il 54% degli intervistati), specialmente in ambito food e nel beauty, lo scopritore in grado di far conoscere nuovi beni (per il 47%) nel tech e beauty, l’amico che sa indicare dove e quando fare un acquisto (41%), soprattutto per quanti sono appassionati di auto e moto, oppure, ancora, il trend setter per eccellenza (27%).

Si assiste quindi al riconoscimento della sua funzione commerciale: ci si aspetta che l’influencer e il brand editoriale forniscano informazioni su diverse tipologie merceologiche, diventando un “consulente” che in ogni situazione può giocare un ruolo determinante.

In testa all’indice di notorietà sui social c’è Chiara Ferragni (citata dal 85% del campione)seguita da GialloZafferano (72%) e da Benedetta Rossi (71%).

Una volta affrontato il tema del ruolo giocato dai macro influencer all’interno del percorso d’acquisto, la ricerca ha inoltre indagato anche quanto sia incidente la loro figura nella propensione alle spese: l’85% degli italiani ha dichiarato di tenere in considerazione la loro opinione sui social quando si tratta di acquistare un prodotto.

Influenza d’acquisto

Si è inoltre esaminato in profondità anche quanti acquisti vengano “davvero” effettuati sulla base dei consigli. Nell’ultimo anno circa la metà degli intervistati ha comprato una media di 2 prodotti o servizi consigliati da influencer o brand editoriali sui social: beauty, food, fashion e tecnologia sono le categorie in cui lo shopping viene condizionato maggiormente.

Esaminando le intenzioni di acquisto nei singoli ambiti, al primo posto delle preferenze degli italiani si collocano i profili di GialloZafferano (89%) in ambito food & beverage e Mypersonaltrainer per i prodotti relativi alla salute e al wellness.

Lo studio svolto in sinergia con Mondadori Media e InfoValue ha avuto il merito di far emergere la complessità di un fenomeno ormai consolidato che coinvolge le vite di milioni di persone. Inoltre ha messo in luce i molteplici ruoli che possono avere i Creator per gli italiani, non più semplici ripetitori di messaggi, ma punto di snodo fondamentale nel processo di acquisto.

ha dichiarato Gianluca Perrelli, CEO di Buzzoole.

In merito alle piattaforme utilizzate, Instagram risulta il social di eccellenza (67%), seguito da Facebook (59%) e YouTube (53%). Il target giovane li segue su TikTok (9%) e il 4% su Twitch.

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L’indagine quantitativa ha coinvolto oltre 1.500 intervistati, rappresentativi degli italiani di età compresa tra i 18 e i 54 anni, utenti della rete, esaminando 9 tematiche di maggior interesse declinate per profili socio-demografici, con un focus anche sul target femminile.

I brand sono da sempre fra i principali influenzatori delle scelte di consumo, centrali nella scoperta di nuovi trend e tendenze. La ricerca evidenzia, in maniera chiara, come alcuni di essi, quelli più verticali e con linguaggi e approcci più vicini alle persone, abbiano mantenuto o addirittura rafforzato questo ruolo, anche nel sempre più importante ambito dei social media. Credo che la chiave per un brand nei social sia quella di soddisfare bisogni specifici, nell’ottica di offrire supporto e aiuto alle persone.

ha dichiarato Andrea SantagataDirettore Generale di Mondadori Media.

“Italiani & Influencer” è stata realizzata nell’ambito del progetto WeTalks: il laboratorio di osservazione permanente attraverso cui Mondadori Media si rivolge alle aziende interessate a conoscere le dinamiche di comportamento e di consumo delle famiglie. La ricerca completa è disponibile su Buzzoole e Wetalks.

uso delle app

Da passatempo a strumento utile: come sono cambiati uso e percezione delle app durante la pandemia

  • Le “app da lavoro”, utili ad esempio per effettuare conference call, hanno fatto registrare un ingente incremento dei download, da quando il Covid-19 è entrato nella nostra quotidianità, su tutte le tipologie di dispositivi mobile. Trend probabilmente dovuto all’incremento dello Smart e del Remote Working.
  • Le persone ora ricercano nelle app degli strumenti utili per semplificare la vita di tutti i giorni?
  • In generale è mutato il nostro approccio e il tempo di utilizzo delle app

 

In Italia, a poco più di un anno dall’ingresso del Covid-19, la percezione dell’utilità delle app è cambiata, così come il loro utilizzo. Alcuni strumenti, prima spesso relegati al ruolo di semplice passatempo, hanno cominciato a rosicchiare un tempo di utilizzo sempre maggiore all’interno delle nostre giornate.

Cosa ci si aspetta (più di prima) da questi strumenti?

Per provare a rispondere dovremo comprendere cosa rappresenta oggi un’app mobile per le persone comuni:

– Uno strumento utile
– Uno strumento fondamentale che semplifica la vita di tutti giorni
– Uno strumento di cui si potrebbe fare anche a meno

Ecco alcuni trend  che hanno caratterizzato l’utilizzo delle app con l’emergenza Coronavirus e le restrizioni che hanno condizionato la nostra vita sociale e lavorativa.

uso delle app

Gli ultimi dodici mesi delle app

Diverse ricerche dimostrano che, nel corso del 2020, a livello internazionale, le persone sono state connesse ad internet molto più tempo attraverso i propri device.
Probabilmente a causa dei lockdown o delle restrizioni sociali per fronteggiare il Covid-19, i cari smartphone e le relative app sono diventati, in maniera ancor più evidente, strumenti fondamentali nella vita di ognuno sia per necessità legate alla connessione con le persone care, sia per lavoro che per ragioni di utilità.

Di quali tipologie di app stiamo parlando?

Smart Working e connessione con le persone

Nel 2020 le “app da lavoro” hanno fatto registrare un ingente incremento dei download su tutte le tipologie di dispositivi mobile. In questa categoria rientrano, per citarne alcune, le app per organizzare video-conference, quelle per l’archiviazione e la condivisione dei file o le applicazioni per l’eLearning.

Il perché appare evidente: chi non ha partecipato ad una conference call di lavoro o ad una videochiamata con più amici anche prendendo in considerazione solo l’ultimo mese o l’ultima settimana?

Il trend in aumento segue quello dell’incremento dello Smart e del Remote Working, ma anche all’esigenza di organizzare il percorso accademico dei propri figli seguendo le norme della didattica a distanza.

La creazione di fondamentali momenti di socializzazione, con persone fisicamente distanti, avrà contribuito ancor di più alla diffusione di questa tipologia di app.

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Film, serie tv, sport 

Chi non ha utilizzato app di streaming video negli ultimi 12 mesi o non ha premuto sul tasto “download” sugli store per installare almeno una di esse, alzi la mano!

L’affermazione è valida anche per chi, in pausa pranzo, sceglie di impiegare il tempo (in ufficio) con una puntata della propria serie tv preferita o per chi guarda un match calcistico dal tablet durante il viaggio in metropolitana.

Le piattaforme già molto utilizzate e diffuse hanno caratterizzato ancor di più la propria offerta di servizio e ampliato i propri cataloghi, o messo in campo strategie marketing per attirare nuovi utenti (es. prova gratuita del servizio per un periodo di tempo limitato). Nel frattempo, altri competitor hanno fatto il proprio ingresso in questo mercato, sia italiano che internazionale, garantendo all’utente un’ampia scelta in termini di film, documentari, serie tv e molto altro.

Chi ha detto Fitness?

Palestre, piscine e centri sportivi sono stati fortemente penalizzati dalle restrizioni per il Covid-19, ma anche chi era solito frequentare questi luoghi di sport e benessere.

La tecnologia è diventata un importantissimo alleato per tutti gli sportivi che, prima della pandemia, frequentavano regolarmente queste strutture, le aree fitness e i parchi: secondo recenti ricerche le app per svolgere attività fisica direttamente fra le mura domestiche stanno avendo una diffusione molto rapida, facendo crescere il numero degli utilizzatori.

Un effetto che probabilmente andrà avanti anche nel 2021 e che potrebbe condurre i player del segmento del benessere e del fitness ad offrire, sempre più frequentemente, anche nei prossimi anni un’offerta ibrida fra mondo on e offline.

Prendersi cura di se stessi e degli altri

Molti sviluppatori di app, nell’ultimo anno, hanno concentrato i propri sforzi su tematiche legate alla solidarietà o alla cura di se stessi e delle altre persone.

Condividere un pasto con persone lontane meno fortunate, mettere in contatto interattivamente (con giochi e libri) familiari lontani o aiutare la propria mente a rilassarsi: sono solo alcune delle funzionalità delle applicazioni mobile di questa categoria.

Si tratta di app pensate per aiutare le persone e l’augurio è che il trend continui a crescere anche nei prossimi tempi, ponendo sempre più questa forza tecnologica “a portata di smartphone” al servizio di tutti.

Food-Tech

L’enorme crescita del settore del food-tech è un dato evidente e incoraggiante.

Per esempio, l’offerta nel segmento del food delivery in Italia è variegata: dalle aziende leader internazionali alle start up che hanno l’obiettivo di raggiungere anche gli angoli più piccoli dello Stivale, fino alle attività imprenditoriali che si occupano solo della consegna di vino e alcolici. Tutto a portata di app. Ma non è finita qui!

Dalla consegna della spesa a domicilio da parte delle grandi catene di super o ipermercati, passando per le aziende agroalimentari che si sono organizzate con sistemi di eCommerce: in questi mesi così difficili ogni player del settore del food si è attrezzato in qualche modo per far arrivare la propria “experience” fra le mura domestiche dei propri clienti e dei potenziali consumatori.

uso delle app

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eCommerce e tante altre attività

La lista sarebbe ancora lunga: sono state davvero molte le attività svolte dagli utenti più o meno tech attraverso i dispositivi mobile negli ultimi mesi.

Basti pensare che il 2020 è stato un anno importante anche per i social network, per i podcast o per il settore dell’eCommerce.

Guardando i dati di utilizzo generali del commercio elettronico, relativi non soltanto alla navigazione mobile, dello studio ISTAT  “Commercio al Dettaglio Novembre 2020”, si può osservare una forte crescita degli acquisti online. L’incremento è pari al +50,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (Novembre 2019) e del +34,8% prendendo in considerazione i primi 11 mesi del 2020 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

Va ricordato che la navigazione mobile e le app della categoria ricoprono un ruolo fondamentale nella customer journey dell’utente, quando si parla di eCommerce o di conversion di acquisto.

Conclusione: l’utilità di un’app mobile

Da quando si combatte con questo virus, è fortemente cambiata la percezione che gli utenti hanno delle app, che sempre più ricoprono il ruolo di strumenti validi per semplificare la vita di tutti i giorni.

Prenotare una pietanza da gustare a casa, effettuare un pagamento digitale in maniera smart, rilassarsi con lo yoga con un tutor virtuale dal salotto o partecipare ad una room di conversazione con altre persone, piano piano sono diventate abitudini irrinunciabili, passando da novità a consuetudine attraverso la reiterazione del comportamento.

Pur in un contesto drammatico, pare che il percorso di digitalizzazione abbia fatto un bel salto in avanti.

 

Inside Track, lo sguardo dei professionisti delle campagne di Spotify

Più di 345 milioni di utenti ascoltano Spotify in tutto il mondo. E non solo al mattino o alla sera. Ascoltano Spotify come colonna sonora della propria vita: durante la routine quotidiana o mentre accadono e si sviluppano eventi globali. 

Questa abitudine ha permesso di conoscere in modo profondo gli utenti: quali sono i momenti chiave della giornata, le attitudini, gusti e preferenze. L’insieme di questi dati di prima parte (first-party data) compone uno dei principali asset di Spotify, che permette di conoscere i fan e offrire loro esperienze personalizzate.

Inside Track: streaming intelligence

Attraverso Spotify, la streaming intelligence offre preziose opportunità ai brand per connettersi alla propria audience di riferimento in modo personale e contestualizzato, indirizzando il messaggio giusto al momento giusto. Molti brand hanno già avuto modo di provarla con successo.

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Ora potete conoscere chi si nasconde dietro le più grandi campagne pubblicitarie su Spotify – e trarre ispirazione dalle loro esperienze. Oggi, infatti, si lancia in Italia il programma internazionale “Inside Tracks”: una raccolta di video realizzati per presentare alcuni dei protagonisti del settore pubblicitario che hanno accettato di raccontare la loro esperienza con Spotify, condividendo la loro prospettiva personale e professionale, rivelando come sfruttano la potenza della loro creatività nella loro attività e cosa apprezzano di più di Spotify.

Apriamo la serie con Jeremie Moritz, Global Digital Marketing Director Campari, che spiega l’affinità tra Campari – e i suoi famosi prodotti – e la musica: i momenti. È la qualità dei momenti che conta ed è attraverso questi momenti che si raggiungono e si coinvolgono i consumatori.

Scoprirete come Spotify collabora al fianco di esperti come Jeremie aiutandoli a connettersi con la propria audience, al momento giusto, consigliando il formato e il contesto più appropriato, e contribuendo a generare risultati di successo. 

lasereyes

I meme #LaserEyes diventano virali su Twitter. Di cosa si tratta e cosa c’entrano con i Bitcoin

Numerosi utenti di Twitter tra cui il CEO di Tesla Elon Musk e l’investitore Tyler Winklevoss stanno cambiando le loro foto profilo per includere occhi laser ammiccando ai Bitcoin. Di cosa si tratta e perché si usa l’hashtag #LaserEyes?

La campagna virale, con la quale si invitano gli utenti a cambiare o modificare la propria immagine del profilo per dotarsi di uno “sguardo laser” per un periodo di 24 ore, ha uno scopo ben preciso ed è legata a doppio filo a molti degli ultimi tweet del CEO di SpaceX e Tesla.

elon musk #lasereye

L’obiettivo è quello di spingere il valore di Bitcoin in alto, fino a 100.000 dollari. La sfida a colpi di meme ha anche due hashtag dedicati: #LaserEyes (appunto) e #LaserRayUntil100K.

elon musk #lasereyes

Elon Musk ha twittato la frase “solo per un giorno” proprio in riferimento alla tendenza, e ha sostituito la sua immagine del profilo Twitter con quella di un personaggio dei cartoni animati con gli occhi rossi. I laser-eyes, appunto.

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Musk e Winklevoss, insieme al suo gemello Cameron Winklevoss, sono infatti da tempo accaniti sostenitori di Bitcoin e delle criptovalute  in genere.

L’iniziativa sta rimbalzando con una velocità e partecipazione tale che anche alcuni legislatori federali repubblicani hanno partecipato alla campagna. Infatti, Warren Davidson,  rappresentante dell’Ohio sud-occidentale e la senatrice Cynthia Lummis del Wyoming hanno cambiato le loro immagini del profilo Twitter con due belle foto dagli occhi laser.

lummis

Anche se quelli negli occhi di Tempesta degli X-Men sono più propriamente fulmini, la Lummis ha fatto riferimento alla campagna virale ritwittando il tweet di Musk e ha aggiunto che il suo “sostegno al denaro sano va avanti“.

Alla richiesta di un commento, l’ufficio di Lummis ha dichiarato che la senatrice è una “grande sostenitore dei beni digitali e dell’innovazione finanziaria, e gli occhi laser dimostrano quel sostegno“, mentre l’ufficio del rappresentante Davidson non ha risposto alle richieste di commento.

#lasereyes

Il volo di Bitcoin e #LaserEyes

Il prezzo del Bitcoin ha superato i 50.000 dollari questo mese dopo che Tesla ha annunciato un investimento di 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. Bitcoin non ha però ancora beneficiato in modo evidente dalla campagna, perché il suo prezzo ha poi iniziato a scendere ed è in calo di quasi il 15% .

Agli investitori non resta che supportare l’ultima bizzarra iniziativa del vulcanico Elon, nella speranza, poco realistica in realtà, che il valore della criptomoneta possa più che raddoppiare in tempi brevi.

 

Arriva Neo, lo smartwatch per bambini con i personaggi Disney

Vodafone lancia Neo, lo smartwatch per bambini con gli iconici personaggi Disney, Pixar, Marvel e Star Wars, disponibile in tutti i negozi Vodafone, nel canale eshop Vodafone (voda.it/neo) e a breve anche su mediaworld.it, nei negozi MediaWorld, Coop e Carrefour a cui si aggiungeranno altri partner in futuro.

Guest star: David Gandy

Per questa occasione, Vodafone lancia una nuova campagna Vodafone che vede come protagonista il modello di fama mondiale David Gandy, coinvolto in uno shooting fotografico del tutto inaspettato e fuori dal comune. Il celebre modello, che ha lavorato con alcuni dei nomi e marchi più importanti al mondo, è infatti diretto da un fotografo di soli otto anni, Lil’ J-Peg, accompagnato da un team di produzione costituito da soli bambini che lo invitano a interpretare alcuni fra i personaggi più amati dei mondi Disney, Pixar, Marvel e Star Wars™ tra cui Elsa, Buzz Lightyear e Minni. Per questa campagna, il compito di Gandy consiste nel mostrare in che modo Neo offra ai bambini maggiore indipendenza, garantendo allo stesso tempo di restare connessi con i genitori. 

Per il lancio di Neo, Vodafone e Disney hanno infatti unito la loro esperienza nella tecnologia e nell’intrattenimento per realizzare un dispositivo che coniughi funzionalità, design e divertimento. Il risultato è uno smartwatch per bambini che permetterà ai genitori di restare connessi con i propri figli interagendo con loro attraverso chiamate, chat ed emojis e ai più piccoli di essere più indipendenti e muovere i primi passi nel mondo digitale

Grazie alla tecnologia Vodafone, Neo consente ai bambini di scoprire, giocare e crescere: una fotocamera frontale integrata permette ai piccoli di immortalare le loro avventure quotidiane, il tracker di attività e il contapassi registrano i movimenti ed è inoltre possibile impostare obiettivi da raggiungere per incoraggiare le attività. Allo stesso tempo Neo garantisce ai genitori di restare in contatto con i figli anche quando sono lontani – attraverso chiamate, chat e videomessaggi. 

Neo

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La Vodafone Smart App consente a genitori e familiari il controllo totale dell’esperienza digitale del bambino, impostando ad esempio la lista dei contatti fidati, gestendo il tempo di fronte allo schermo attraverso la “Modalità Silenziosa” e controllando il luogo in cui si trova il dispositivo. Il calendario e il meteo danno maggiore indipendenza ai più piccoli mentre i genitori possono impostare anche eventi e promemoria. 

I personaggi Disney

Grazie ai personaggi e ai contenuti Disney, i bambini possono personalizzare la loro esperienza con Neo scegliendo il proprio ‘assistente’ fra i celebri personaggi Disney, quali Minnie, Elsa, Buzz Lightyear, Darth Vader, l’Avenger con l’armatura, e il Bambino, personaggio della recente serie di grande successo di   Disney+, The MandalorianTM. I bambini possono cambiare il personaggio selezionato quando vorranno e divertirsi con un’attività a tema che riproduce gli effetti sonori dei personaggi selezionati quando iniziano a muoversi. L’orologio sarà inoltre costantemente aggiornato con altri personaggi ed esperienze.  

Neo

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Il progetto che ha portato allo sviluppo di Neo fa parte di una collaborazione creativa fra Vodafone e Disney, con la partecipazione di Yves Béhar, rinomato designer, e del suo team di fuseproject, che grazie alla sua esperienza ha dato un ulteriore contributo alle competenze e al talento del team di prodotto di Vodafone Smart Tech. 

David Gandy commenta la sua partecipazione alla campagna: “Mia figlia sta crescendo velocemente e avrà il desiderio di esplorare il mondo. La tecnologia fa rapidi progressi e diventerà parte della sua vita: desidero che la utilizzi in modo sicuro, consentendomi di restare in contatto con lei. Apprezzo la possibilità di prendermi cura di lei ed essere parte integrante del suo percorso di crescita. Neo è perfetto come primo passo tecnologico per un bambino, perché consente a figli e genitori di divertirsi insieme, offrendo indipendenza ai piccoli e maggiore tranquillità agli adulti. Il servizio fotografico dimostra la possibilità di divertire i bambini lasciandoli liberi di esprimere la loro creatività: è un’esperienza che non dimenticherò!”. 

 Lutfu Kitapci, Managing Director, Vodafone Smart Tech, spiega: “L’impegno per connettere i nostri clienti con gli aspetti più importanti della loro vita guida tutte le nostre attività, e nulla è più importante del restare in contatto con i nostri bambini. Unendo la superiorità e l’affidabilità della nostra rete con la più grande società di intrattenimento al mondo e un prodotto dal design all’avanguardia, Neo offrirà il meglio in termini di connettività, design e performance”.

Facebook Ads Manager

Come personalizzare Facebook Ads Manager per analizzare le performance dei tuoi annunci

Il primo passo per analizzare e comprendere al meglio l’andamento delle campagne consiste nella personalizzazione delle colonne delle metriche che appaiono nel pannello di Facebook Ads Manager.

Mediante questa semplice procedura è possibile tenere sempre sottocchio cosa sta funzionando (e cosa invece no) e realizzare in pochi minuti di report riassuntivi completi di dettagli e dei risultati raggiunti.

Procederemo per gradi per comprendere come impostare al meglio le colonne del Facebook Ads Manager approfondendo alcune metriche che ti consigliamo di non sottovalutare, soprattutto se non hai una lunga esperienza nel mondo delle Facebook Adv.

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Come personalizzare il panello del Facebook Ads Manager 

Non appena si accede al pannello del Facebook Ads Manager è possibile notare che le colonne sono già predisposte secondo un ordine predefinito dalla piattaforma, ma non tutti sanno che è possibile modificare quest’ordine per realizzare un layout più vicino alle proprie necessità.

È evidente che la personalizzazione del layout standard o di qualunque altro layout disponibile sul Facebook Ads Manager, è certamente la scelta migliore. Per poter procedere basterà cliccare su “colonne: prestazioni” e accedere a “personalizza colonne”.

Facebook Ads Manager

Dalla finestra che si aprirà sarà possibile scegliere le colonne (che in seguito saranno da visualizzate nel pannello principale del Facebook Ads Manager) da ben 5 macro aree: 

    • Interazioni;
    • Conversion;
    • Impostazioni;
    • Test A/B;
    • Ottimizzazione.  

In ognuna di essa sarà possibile scegliere tra innumerevoli tipologie di colonne e una volta conclusa questa operazione, basterà applicare le modifiche per vederle subito attive nel pannello delle Facebook Ads.

Ci sono però alcune colonne che spesso vengono sottovalutate, utili a chi non ha una grande dimestichezza col mondo dell’advertising.  Eccone alcune: 

    • Nuove conversazioni tramite messaggio; 
    • Frequenza;
    • Commenti ai post;
    • Feedback;
    • Punteggio di pertinenza.

Conversazioni tramite messaggi 

Le campagne di advertising su Facebook con obiettivo “conversazioni tramite messaggi” sono sempre più frequenti, soprattutto nelle piccole realtà con budget relativamente ridotti. Ma il problema comune di queste campagne che spesso sfugge (ai meno esperti) è il costante monitoraggio del numero delle conversazioni realizzate, oltre alla possibilità di quantificare il ritorno di investimento.

È possibile risolvere in parte queste difficoltà con la personalizzazione delle colonne del pannello delle Facebook Adv, accedendo nella sezione “interazioni”. Un’attivazione semplice che potrebbe cambiare notevolmente l’analisi e la valutazione dell’andamento di ogni specifica campagna. 

Come aumentare la reach organica sui canali social

La pertinenza, i Feedback e la frequenza 

Il punteggio di pertinenza è una metrica essenziale per ogni campagna, dato che ne influenza l’andamento. Si basa essenzialmente su 2 punti: la scelta del target e la creatività degli annunci.

L’impatto di un annuncio ben realizzato (da un punto di vista creativo e testuale) su un pubblico ben delineato, potrebbe potenzialmente alzare il punteggio e di conseguenza migliorare notevolmente la campagna. Tenere il punteggio sottocchio e monitorarlo nel tempo è sempre un’operazione altamente consigliata.

I feedback positivi e negativi di una campagna sono influenzati dalle interazioni degli utenti con i diversi annunci. I feedback positivi migliorano l’andamento delle campagne ed il funzionamento degli asset realizzati. Il nostro consiglio è di basarti maggiormente su annunci con impatti maggiormente positivi. 

Ultima in questo tris di metriche è la frequenza. Indica il numero di volte che un annuncio viene visto da un utente unico. Una metrica di grande rilevanza che, se troppo alta, potrebbe causare la ricezione di feedback negativi. Quando il tasso è invece basso (soprattutto in una fase iniziale), la strada potrebbe essere quella giusta da percorrere per realizzare gli obiettivi della campagna. 

Commenti ai post 

I commenti che ogni inserzione ottiene possono indicare scenari da tenere sottocchio. Potrebbero evidenziare delle delle criticità di vario genere (col prodotto che stai promuovendo) o una diatriba tra utenti. Monitorarli con grande attenzione è certamente la scelta giusta per evitare che questioni di rilievo per il brand, passino e restino completamente inosservate.

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Non dimenticare gli eventi, una colonna quasi indispensabile 

Nella sezione “conversioni” è possibile aggiungere al proprio pannello il monitoraggio degli eventi standard, certamente una delle metriche più importanti che è possibile integrare all’interno del pannello. 

Gli eventi standard ti aiutano a comprendere con maggiore accuratezza cosa gli utenti stanno facendo o stanno cliccando sul tuo sito web, dunque indispensabili a stabilire il ritorno di investimento oltre a comprendere se la campagna sta procedendo al meglio. 

Come settare correttamente un evento sul sito web di riferimento? La procedura è abbastanza semplice, basterà entrare nel Business Manager ed utilizzare lo strumento “gestione eventi”; poi sarà necessario inserire l’URL del sito web e da qui procedere sulla scelta degli elementi e delle azioni da monitorare.

L’ottimizzazione del pannello delle Facebook Adv non è un’impresa particolarmente complicata, ma è il primo passo per comprendere con maggiori dettagli se la strada intrapresa è quella giusta.

 

acqua in borsa

Cosa vuol dire che l’acqua è quotata in borsa e cosa sono i Water Futures

  • Si chiamano Water Futures e sono contratti che attribuiscono il diritto di utilizzo dell’acqua
  • Compro oggi al prezzo di borsa e posso svincolarli quando mi servono, in base alla siccità del periodo o all’acqua di cui ho bisogno
  • Il prezzo viene fissato in base al Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), indice nato nel 2018 con un valore di 371.11 dollari per acre-foot

L’acqua è l’elemento più diffuso al mondo e occupa circa il 71% di superficie terrestre, ma il 96% delle risorse idriche è costituito da acque marine, quindi inutilizzabili. Sottraendo anche ghiacciai e acqua immobilizzata, solo l’1% di questa preziosa risorsa è utilizzabile e, con la popolazione in crescita, diventa un bene scarso e prezioso. Come tutti i beni ha quindi un valore.

Per stimare questo valore possiamo fare riferimento al Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), che nel 2018 ha fissato il prezzo della risorsa a 371.11 dollari per acre foot.

La novità è invece la possibilità di acquistare diritti di utilizzo su volumi di acqua ben precisi, nel momento del bisogno a seconda del capitale investito.

Il tema dell’acqua come bene prezioso e valutabile è stato portato per la prima volta all’attenzione pubblica da Michael Burry (il personaggio iconico che ha ispirato il film “La grande scommessa”) nel 2013, che ha creato un fondo d’investimento i cui asset si dividono tra acqua, oro e terreni agricoli.

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Cosa sono i water futures e come funzionano

Per la prima volta, nel dicembre 2020 l’acqua “fluttuava” a Wall Street sotto forma di diritti di utilizzo, i cosiddetti water futures.

Tali contratti sono in tagli da 10 acre-foots (cioè 3 milioni e 260 mila galloni d’acqua) e il prezzo per acre-foot è fissato dal NQH20.

La scommessa degli investitori non è però valore dell’acqua, già prefissato, ma sulla scarsità della stessa durante l’anno: si comprano tante obbligazioni sulla base di quanta prelazione si vuole avere sull’acqua a disposizione, cercando di prevedere come e quanto bene sarà disponibile durante l’anno.

Le previsioni, per niente rosee, prevedono scarsità d’acqua entro il 2025 e questo spinge non solo i classici speculatori finanziari, ma soprattutto agricoltori ed industriali ad acquistare il diritto di utilizzo di un ammontare di acqua per continuare la produzione.

Il prezzo viene fissato sulla disponibilità di acqua dei maggiori fiumi californiani, che è anche uno degli stati in cui la produzione e l’utilizzo di acqua si assestano sui valori più alti al mondo; con precisione, la definizione di water futures è: “Futures contracts are financial derivatives that reflect a contract between two parties that commit to exchange a water use right on a specific date, at an agreed price. That is, you do not buy water today, but the right to use it in the future“.

Per semplificare, i water futures sono dei veri e propri contratti che forniscono, all’acquirente, la possibilità di impiegare tale risorsa idrica in un momento preciso nel futuro, in caso di necessità, grazie all’acquisizione del diritto di prelazione sul consumo di tale bene.

Il vantaggio che gli investitori ricevono dai water future, oltre che al diritto di prelazione, è quello del prezzo stabile : si compra oggi un contratto di utilizzo di un bene che  verrà utilizzato in futuro, ma al suo costo odierno. Se il prezzo del bene nel futuro si alzerà, l’investitore sarà tutelato da tale fluttuazione avendolo già acquistato in precedenza.

The Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), l’origine del “prezzo” dell’acqua

Come è stato stabilito il prezzo dell’acqua? Mettendo insieme VelesWater, una realtà specializzata nella definizione del prezzo dell’acqua e di tutti i suoi derivati oltre che nel trading degli stessi, il NASDAQ, il gruppo borsistico che si occupa di regolamentare e rendere statistici i dati di trading, e la California, il terzo più vasto stato americano, ma in assoluto il più densamente popolato con un consumo di acqua che si attesta solo secondo dopo la Cina.

Da questa collaborazione nasce The Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O) nel 2018.

Il NQH2O si basa sul prezzo dei diritti di utilizzo dell’acqua nei cinque distretti acquiferi più sfruttati in California, compresi i più importanti bacini come quello centrale, Chino, San Gabriel e Mojave.

Viene misurato in dollari per acre-foot la cui dimensione volumetrica è 325,851 galloni (circa 1234 litri) e che in un periodo tra il 2012 e il 2019 ha già portato ad un volume transazionale che si aggira intorno ai 2,6 miliardi di dollari.

Al momento del lancio nel 2018, il prezzo nominale di un diritto di utilizzo era di 371,11 dollari, ma ogni settimana, di mercoledì mattina, viene pubblicata la sua fluttuazione e definito il prezzo di mercato a cui ogni contratto può essere comprato o venduto. Il valore viene calcolato sul volume di acqua alla fonte.

Ogni obbligazione ha un taglio a 10 acre-foots e tali lotti devono essere comprati e venduti tutti insieme.

Aver stabilito un indice del genere con molte caratteristiche e regole precise lo rende un indice attendibile per il mercato e assolutamente trasparente: chi possiede un contratto di questo tipo o lo vuole vendere conosce esattamente, di settimana in settimana, il suo valore effettivo e quanto vale il suo diritto di prelazione sulla risorsa.

Comprare uno o più contratti darà, quindi, ad agricoltori o industrie, oltre che un diritto di prelazione sul volume d’acqua “prenotata” anche una previsione più o meno precisa dei costi legati a questa materia prima: se io oggi compro un’obbligazione a 500 dollari, per esempio, so che per la produzione che impiegherà quel volume di acqua, il costo ad essa collegata sarà di 500 dollari, senza fluttuazioni date dal differimento di utilizzo; se poi vorrò mettere sul mercato il mio diritto inutilizzato, posso già stimare quanto mi verrà pagato. L’indice è preciso e pubblico, quindi saprò con sicurezza se rientrerò totalmente dal mio investimento ottenendo anche un guadagno o se invece ci avrò perso.

Se è vero che l’acqua è ormai quotata e preziosa, la fluttuazione del suo prezzo è calmierata e controllata.

Focus on California, lo stato americano in cui l’acqua vale più dell’oro

Perché proprio la California è stata individuata come stato su cui basare un indice mondiale di valore dell’acqua?

Le ragioni sono molteplici: è lo stato più densamente popolato degli USA in cui l’acqua viene sfruttata al massimo del suo potenziale, con un consumo di acqua, in proporzione, solo secondo alla Cina.

Ad oggi la California, da sempre protagonista nella costruzione di infrastrutture necessarie e basilari per l’utilizzo e la canalizzazione dell’acqua, oggi si vede al centro di quella che è una polemica in cui si definiscono obsolete le tecnologie sviluppate rispetto ad un incremento di industrializzazione oltre che ad un cambiamento di coltivazioni, che ha portato ad una necessità acquifera quadruplicata per un settore che contribuisce solo con il 2% sul PIL nazionale.

La California, per molti anni, inoltre, ha basato il suo approvvigionamento idrico sul Rio Colorado, ma oggi, a causa dell’aumento della popolazione in Nevada e Arizona, si trova in seria difficoltà a coprire il fabbisogno dello stato.

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Quali iniziative è possibile mettere in atto per tamponare la situazione in uno stato con il consumo di acqua tra i più alti del mondo ma nel quale questa risorsa diventa sempre più scarsa?

Si stanno ora valutando nuovi progetti che puntano a ottimizzare le quantità disponibili, sia a livello di efficienza di utilizzo e trasporto della risorsa sia a livello di rispetto ambientale con la creazione di aree dedicate a riserva e area protetta.

Il confine, però, tra sfruttamento intensivo senza rischi ambientali e la salvaguardia del mondo per le generazioni future è forse troppo labile.

marketing trends deloitte

Le prossime tendenze del Marketing Globale secondo Deloitte

  • I brand devono conoscere il perché della loro esistenza e sapere a chi si rivolgono
  • L’efficienza senza la connessione umana è fine a se stessa, oggi il Marketing deve essere inclusivo
  • Il talento è la fortuna delle community

Dalle persone alle aziende, passando per i governi, tutti cercano di adeguarsi ai cambiamenti di questo periodo profondamente incerto e il rapporto di Deloitte sui nuovi trends del Marketing globale ne è la conferma.

Le 7 tendenze per essere al top

Ciascuno dei trend globali del Marketing per il 2021 evidenzia l’esigenza comune di uscire da una mentalità difensiva e provinciale per soddisfare in modo più olistico e autentico i bisogni umani.

Il primo punto è dedicato alla Purpose: stabiliamo le basi necessarie per prosperare anche nei tempi più turbolenti. Per fare questo, le organizzazioni devono essere in sintonia con il motivo per cui esistono, con i loro dipendenti e collaboratori, per” servire al meglio” il proprio pubblico.

Come secondo trend possiamo individuare l’Agility. L‘esplorazione su come le organizzazioni possono strutturarsi al meglio per allinearsi alle esigenze degli stakeholders.

A seguire, la Human Experience, cioè come le aziende possono uscire dalla loro mentalità incentrata sull’efficienza, per elevare le esperienze del loro pubblico, della forza lavoro e dei partner commerciali.

La quarta parola d’ordine è Trust. I brand devono essere più responsabili e assicurare che i messaggi trasmessi siano congruenti con le esperienze che offrono: realtà uguale coerenza.

Il quinto caposaldo è la Participation. Alcune aziende leader stanno sfruttando la passione dei clienti per rafforzare le loro strategie di engagement attraverso l’innovation e l’advocacy.

La sesta tendenza è la Fusion. Fa luce su come determinate aziende creative siano andate oltre la mentalità difensive per creare soluzioni più free attraverso nuove partnership, idee dei clienti e Co-Marketing all’interno di ecosistemi digitali.

Dulcis in fundo arriva il Talento. Vedremo come i marketers possono elevare le loro qualità dentro un mondo competitivo, anche nei momenti più difficili.

La Purpose fa la differenza

Purpose , stabiliamo le basi necessarie per prosperare anche nei tempi più turbolenti.

Le aziende sono ora in una posizione unica per affrontare cambiamenti epocali senza precedenti. Navigare in un mondo in continua evoluzione orientandosi sugli obiettivi prefissati è fondamentale per rafforzare la propria community e incrementare il business.

Mentre la maggior parte dei marchi sta ancora riflettendo su come riposizionarsi ed essere utili ai propri stakeholders, alcuni sono già strutturati per rimanere saldi in una dimensione chiave: il loro obiettivo, il motivo per cui sono sul mercato. Queste aziende hanno compreso il motivo della loro esistenza e a chi si rivolgono, indipendentemente da ciò che vendono oggi. Un modus operandi che va oltre il prodotto e adotta un metodo umanistico.

Nell’indagine di Deloitte, su 2.447 consumatori a livello globale, il 79% degli intervistati ha dichiarato che, dal loro punto di vista, brand che hanno risposto positivamente al COVID-19  e sono in linea con la comunità.

In effetti, lo abbiamo visto manifestarsi in differenti modi, ad esempio:

  • Istituzioni finanziarie che hanno sospeso le commissioni di scoperto e rinviato i pagamenti dei prestiti
  • Aziende calzaturiere che hanno donato migliaia di paia di scarpe agli infermieri che curano le loro comunità

Questo avviene quando le risposte di un brand alle crisi sono guidate da uno scopo olistico: collegare al ruolo dell’impresa nella società, il valore.

 

aziende hanno compreso il motivo della loro esistenza

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Marketing agile per il nostro mondo sempre più digitale

L’attuale recessione scatenata dalla pandemia è unica, in quanto ha generato cambiamenti rapidi e massicci nel comportamento dei consumatori, portandoli in misura sempre maggiore dai negozi fisici ai canali digitali. Di conseguenza, affrontare la crisi ha richiesto un diverso modus operandi: passare a una strategia di canali digitali agile che soddisfi le esigenze dei clienti.

Nel report di Deloitte, il 58%  degli intervistati è stato in grado di nominare almeno una marca che ha orientato rapidamente la sua offerta per reagire meglio alla “nuova normalità” indotta dalla pandemia.

Il COVID-19 ha anche incrementato l’apprezzamento dei clienti nell’ adozione dei canali online, il 66% delle persone interpellate concorda sul fatto che la crisi sanitaria ha aumentato il loro apprezzamento per le tecnologie ben progettate; Il 63% ha convenuto che continuerà a utilizzare gli strumenti digitali più spesso, anche quando sarà tornata la normalità.

 

L'agilità è un trend del Marketing 2021

Le organizzazioni possono posizionarsi per soddisfare meglio le esigenze dei clienti applicando approcciandosi in questi tre modi:

  • Avere un’immagine chiara del mercato

La base per il Marketing agile spesso richiede una visione organizzativa unica e unificata del cliente. Ciò richiede la progettazione di un  CRM che integri set di dati in un’unica piattaforma, come elementi di un ecosistema: la Customer Data Platorm.

Cosa comporta questo? All’inizio, le organizzazioni dovrebbero sviluppare o adottare una piattaforma che collega i dati da una varietà di canali come l’eCommerce e i social media; dispositivi come laptop, dispositivi mobili telefoni e tablet; e piattaforme come i sistemi di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) per tracciare i percorsi dei clienti. Questo può aiutarli a creare un’esperienza cliente più olistica.

  • Anticipare la conversazione

Per rispondere veramente alla chiamata del cliente, un’azienda deve essere in grado di percepire e comprendere le esigenze di quest’ultimo. Fortunatamente, una Customer Data Platform olistica combinata con tecnologie di “rilevamento predittivo” (alimentato da apprendimento automatico e intelligenza artificiale) rende questo processo possibile per molte organizzazioni.

Per esempio, le capacità di social sensing di Deloitte Digital prevedono dove sono dirette le conversazioni nelle successive 72 ore, consentendo alle organizzazioni di analizzare le conversazioni sul mercato, misurare il sentimento dei consumatori e prevedere dove queste conversazioni possono tendere nei giorni a venire. Questo comportamento può essere specifico come misurare e prevedere il sentiment sui messaggi pubblicitari o determinare dove le persone che sono guarite dal COVID-19 possono essere più aperte a donare plasma contenente anticorpi.

  • Abbracciare il Social CRM

Una volta che hanno capito dove sta andando la conversazione, i professionisti del Marketing hanno a disposizione una miriade di canali per interagire con il loro pubblico.

Al di là dei canali tradizionali come email, carta stampata, TV e social media, esiste un insieme fiorente di canali digitali, sia nei mercati B2C che B2B, che si stanno sviluppando in interi ecosistemi: i CRM sociali. Allo stesso tempo, per interagire meglio con i clienti durante la pandemia, il 67% degli intervistati di C-suite ha affermato di aver aumentato la propria presenza sui social media.

Ora che più aziende, soprattutto in Cina, sfruttano i loro canali social per interagire in modo più ampio e dinamico con i clienti, una nuova serie di casi d’uso sta emergendo attraverso il social CRM.

Allora, cos’è il social CRM? I marchi stanno sfruttando i loro canali social come mezzo per fornire un “servizio individuale”. Prendiamo ad esempio l’azienda B2B Sany Heavy Industry. L’azienda produttrice di macchinari pesanti utilizza piattaforme di social messaging non solo per comunicare novità sui macchinari nel suo catalogo, ma anche per fornire alle parti interessate un modo semplice per programmare un incontro con un rappresentante di vendita.

Avere un'immagine chiara del mercatoSebbene gli esperti di Marketing utilizzino da tempo le piattaforme social per inviare messaggi tramite influencer o opinion leader chiave (KOL), alcuni lo stanno facendo a un micro livello creando KOL virtuali.

Human Experience: invertire il pensiero: dal mercato, alla promozione della connessione umana

Human Experience: Invertire pensiero dal mercato alla promozione della connessione umana

Oggi i valori aziendali devono essere un punto di riferimento per gli stakeholders, non è più tempo di scegliere tra efficienza o esperienza umana, perché nella seconda è insita la prima.

È la scelta tra prendere un volo più economico o uno più sicuro; acquistare abbigliamento con la consegna più rapida o dal fornitore con la catena di fornitura più eticamente progettata; affidarsi a un “robo advisor” per i propri investimenti o dedicare tempo per assicurarsi che i propri soldi siano diretti verso investimenti in linea con i propri valori.

Nel capitolo sulla Human Experience del rapporto di Deloitte si è aperto un focus come le organizzazioni devono pagare il loro “debito di esperienza”. Cioè, quando le organizzazioni progettano il loro futuro digitale per l’efficienza, piuttosto che la connessione umana, si accumula un debito e questo debito può manifestarsi in parte sui risultati, nella mancanza di inclusività e in sentimenti di isolamento sociale.

Quando sono stati intervistati quasi 2.500 consumatori ad aprile, una persona su quattro ha concordato fermamente di essersi allontanata dai marchi che ritenevano agissero per interesse personale. Allo stesso tempo, oltre il 70% ha convenuto di apprezzare le innovazioni digitali che hanno approfondito la loro connessione con gli altri durante COVID-19.

Reinventare le organizzazioni in ottica di umanità

 

Oggi i valori aziendali devono essere un punto di riferimento per gli stakeholders

 

La pandemia può e deve essere un invito all’azione per le aziende a ripensare i propri valori, operazioni e l’intera infrastruttura. È un’opportunità per innovare e ricostruire l’esperienza umana in un modo che risponda alle nostre esigenze collettive. Dunque l’organizzazione deve trasformarsi  in un’impresa più incentrata sull’uomo che il mondo si aspetta.

Perché partire dai valori?

Perché i valori guidano le emozioni e le azioni umane, non sono le cose che vogliamo, ma spiegano perché il novantacinque per cento delle nostre decisioni di acquisto sia guidato da impulsi inconsci, il più grande dei quali è l’emozione. Nel precedente studio di Deloitte, su 16.000 partecipanti, si è scoperto che più della metà di tutte le persone desiderava un’esperienza più “umana” dai loro ambienti virtuali.

E con il passare del tempo, anche queste esperienze virtuali hanno avuto rendimenti decrescenti poiché la tecnologia non è stata in grado di compensare completamente le interazioni di persona. A complicare le cose è il fatto che in passato le organizzazioni facevano affidamento sulle interazioni per rafforzare la connessione umana, mentre le soluzioni digitali new-age sono probabilmente un po’ meno umane. È promettente, tuttavia, che alcune aziende siano state in grado di cambiare direzione e rinnovare rapidamente i propri ambienti digitali per promuovere meglio questa connessione.

Ad esempio, Kenu, un produttore di accessori per smartphone, visitava regolarmente i suoi partner cinesi, il management si recava presso gli stabilimenti di produzione connettendosi con le principali parti interessate. Quando i viaggi furono limitati a causa della pandemia, Kenu trasferì queste visite in un ambiente virtuale. Utilizzando telecamere remote a 360 gradi e una piattaforma di collaborazione denominata Avatour.

Kenu ha continuato a condurre visite regolari dell’impianto con i principali partner commerciali. Un ulteriore vantaggio del passaggio al digitale? Ora possono incontrarsi in qualsiasi momento.

Trust: quando il messaggio si connette alla consegna, la fiducia fiorisce

Trust: quando il messaggio si connette alla consegna, la fiducia fiorisce

 

La fiducia tra brand e pubblico è un punto attualissimo, essa influenza il comportamento delle persone rispetto a 4 correlazioni:

  • umanità
  • trasparenza
  • capacità
  • affidabilità

Quando la fiducia è vista come obiettivo dell’esperienza umana, (HX),  l’umanità e la trasparenza riflettono l’intento, mentre la capacità e l’affidabilità mettono in mostra la competenza.

LEGGI ANCHE: Perché la fiducia può trasformarsi nell’elemento distintivo del tuo brand

Quinto punto, la partecipazione. Ma cosa intendiamo?

La partecipazione del cliente rappresenta sia il modo passivo che attivo in cui le persone interagiscono per influenzare i marchi.

Il contributo del cliente rappresenta il modo passivo con il quale le persone interagiscono per influenzare i marchi

La partecipazione passiva può includere attività a basso impatto e poco sforzo con la quale le persone forniscono feedback (ad esempio, scrivendo recensioni) o discutono di un marchio.

La partecipazione attiva, invece, rappresenta il modo più mirato e coinvolgente con il quale le persone interagiscono con i brand, (ad esempio, co-creazione e sviluppo di contenuti originali ). Come molti potrebbero aspettarsi, le generazioni più giovani interagiscono più frequentemente con le marche. Mentre la generazione Z ,(età 18-25) partecipa all’operato dei brand con un tasso del 73%, la percentuale scende gradualmente al 42% per le persone di età superiore ai 45 anni.

Il divario aumenta soprattutto per le forme di partecipazione più profonde, con solo  il 7 % di persone di età superiore ai 45 anni che sviluppa contenuti originali.

Con l’età cresce anche la passione

Quando è stato chiesto agli intervistati se si impegnassero in queste attività perché erano appassionati di un marca, prodotto o servizio specifico, è stato riscontrato che l’età è altamente correlata alla passione e all’impegno. Cioè, più è alta l’età del soggetto, maggiore è il ruolo che la “passione” gioca nella partecipazione. In tutte le forme di coinvolgimento, la Generazione Z ha convenuto che la passione gioca un ruolo tra il 54% e il 65% delle volte. In confronto, chi ha più di 25 anni ha dichiarato che la passione è rilevante dal 76% all’85% delle volte.

Come molti potrebbero aspettarsi, le generazioni più giovani interagiscono più frequentemente con i marchi.

Motivazioni per la partecipazione: il desiderio di aiutare

Quando è stato analizzato il motivo per cui le persone partecipano, è emersa una tendenza travolgente: le persone sono più motivate a partecipare per aiutare gli altri. Altre motivazioni che spingono a partecipare sono: “voler condividere qualcosa di entusiasmante”, “avere esperienza in un prodotto o servizio” o un “marchio che lancia un nuovo prodotto”.

Fusion: i brand creano esperienze innovative per le persone

Fusion: i brand creano esperienze innovative per le persone

Molte organizzazioni stanno superando la produzione di prodotti e soluzioni puntuali.  I brand stanno puntando a un livello più profondo per capire veramente i bisogni delle persone. Attraverso  queste conoscenze, stanno lavorando per soddisfare i loro bisogni in modo più olistico.

Non si tratta di fare “la stessa cosa, meglio”. Invece, le organizzazioni hanno l’opportunità di re-immaginare completamente le strategie di partnership con l’apertura a soluzioni innovative per le persone.

Soddisfare in modo olistico i bisogni umani richiede spesso un cambiamento di mentalità. Per i marchi, può significare pensare oltre i propri prodotti e servizi e cercare partnership che li mettano in grado di servire meglio i loro stakeholders. I primi giorni della pandemia sono stati utili per incubare molte partnership commerciali creative e inaspettate per vincere nuove sfide.

Consideriamo la svolta di OpenTable, un’applicazione per la ristorazione, che ha stretto nuove partnership con una varietà di catene di supermercati e altre attività essenziali per trasformare la visita a un negozio di alimentari e altri negozi al dettaglio in un evento prenotabile.

Come risultato di questa collaborazione, le persone hanno potuto acquistare in modo sicuro e prevedibile articoli essenziali senza la preoccupazione (o il fastidio) dellea grandi folle. Al di là della pandemia, ci sono molti esempi di aziende che si muovono al di fuori dei loro domini tradizionali per soddisfare i bisogni emergenti, come la collaborazione di ExxonMobil per creare un nuovo ecosistema di assistenza per le auto in Cina.

Passando dal tradizionale B2B a un mercato più orientato al cliente, ExxonMobil ha collaborato con un’azienda tecnologica globale e un marchio locale di assistenza automobilistica per creare una “esperienza di manutenzione dell’auto abilitata digitalmente”.

Una piattaforma di dati creata attraverso l’ecosistema consente ai clienti di ricevere consigli sulla manutenzione e di effettuare prenotazioni online per la manutenzione delle auto; allo stesso tempo, permette alla ExxonMobil non solo di rifornire i veicoli, ma anche di assicurarsi che funzionino in modo sicuro ed efficace.

Fusion significa re-immaginare l’arte del possibile quando un’azienda va oltre le sue quattro mura per innovare e creare per i propri clienti. Mentre il COVID-19 porta l’innovazione digitale in primo piano, i professionisti del Marketing possono aiutare le loro organizzazioni a orientare il loro pensiero dalla “protezione di ciò che hanno” all’apertura di nuove porte, nuove partnership e nuove piattaforme digitali che catturano i cuori e le menti dei loro clienti.

Talent for community

Talent for community

Per affrontare questo ritmo accelerato di cambiamento, i professionisti del Marketing devono portare la trasformazione dei talenti in primo piano nella loro agenda. La trasformazione della tua organizzazione di talenti non è un evento statico. Invece, è un viaggio necessario per ogni team.

Ecco cosa puoi fare:

Punta sulla leadership: potrebbe non esserci momento migliore di adesso per far esprimere i talenti. Tuttavia, sarà difficile farlo se la leadership non supporta il miglioramento delle competenze, quindi parti da lì per questo cambiamento.

Investi su scommesse strategiche: per la maggior parte delle organizzazioni, non è necessario apportare modifiche globali al modello del talento esistente. I Marketing Specialist possono semplicemente modificare il modello attuale “piazzando” scommesse tattiche su alcuni nuovi aspetti.

Inizia valutando dove si trovano i tuoi punti di forza e di debolezza come squadra. Se gli aspetti creativi della tua organizzazione sono per lo più esternalizzati, prendi in considerazione nuovi modelli, come la gig economy, per riportare il vantaggio competitivo all’interno della tua organizzazione. Se i tuoi contenuti sono abbastanza statici, potrebbe avere senso automatizzare il lavoro più ridondante tramite l’AI.

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• Investire nella cultura: il Marketing può funzionare al meglio quando risponde alle esigenze dei clienti in modo agile. Ciò può richiedere un vero cambiamento nella mentalità culturale, da un’organizzazione a più livelli a una che consente alle persone di muoversi rapidamente e adattarsi alle mutevoli esigenze dei clienti man mano che si presentano. Significa anche incorporare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita come parte fondamentale della cultura aziendale con un focus sull’evoluzione delle competenze man mano che cambiano le esigenze.

Realizzare campagne di successo con le tendenze del 2021 di Pinterest

Pinterest è un luogo dove le persone fanno progetti e prendono decisioni riguardanti i momenti della propria vita, più o meno importanti. Questa attitudine così unica si traduce in una miriade di dati e insight, che i brand possono utilizzare per scoprire le future tendenze di acquisto dei consumatori. Non è una novità che gli insight di Pinterest siano una risorsa importante per gli inserzionisti.

Anche in un anno imprevedibile come il 2020, le tendenze previste da Pinterest si sono avverate nell’80% dei casi, offrendo ai brand dei punti di riferimento per continuare a ispirare i consumatori in un periodo di grande incertezza.

Pinterest Predicts, il report annuo di Pinterest sulle tendenze, offre un’anteprima delle idee che vorranno provare i suoi oltre 450 milioni di utenti mensili nei mesi a venire. Facendo affidamento sugli insight di Pinterest Predicts per le proprie campagne di marketing, i brand hanno la possibilità di mostrare i contenuti più interessanti ai consumatori intenzionati a compiere delle azioni.

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Individuare le tendenze più adatte al pubblico

Per ciascuna delle oltre 150 tendenze del report, Pinterest ha analizzato i fattori chiave che contraddistinguono i segmenti di pubblico, con l’obiettivo di individuare i temi più in linea con ciascun gruppo demografico (generazione Z, millennial, generazione X e baby boomer) e offrire insight chiari e fruibili per raggiungerlo.

campagne di successo

Avendo ben chiaro qual è il proprio pubblico target, per i brand diventa quindi più facile identificare le tendenze che interessano a quel gruppo di utenti e ideare campagne perfettamente allineate. Ad esempio, gli utenti della generazione Z si stanno dimostrando sempre più interessati a tendenze di bellezza un po’ eccentriche, come “Sopracciglia tra le righe” e “Bellezza indie”. Qualsiasi brand del settore bellezza o retail che intenda rivolgersi a questo segmento di pubblico, dovrebbe tenere in considerazione questi dati.

I brand dovrebbero quindi adattare i propri contenuti creativi per rivolgersi in modo mirato a questa fascia di giovani utenti e promuovere prodotti e servizi che li ispirino a dare vita a look audaci e colorati.

Sfruttare gli insight più pertinenti nelle campagne di marketing

I brand hanno sempre fatto affidamento sugli insight di Pinterest per progettare le proprie campagne, ma quest’anno abbiamo voluto proporre dei consigli specifici su ciascun tema di Pinterest Predicts per facilitare la creazione di contenuti pertinenti e fruibili, in grado di fare breccia sui consumatori. Grazie a questi consigli, i brand possono capire come sfruttare gli insight di Pinterest nelle campagne in base al proprio mercato di riferimento. 

Ad esempio, una delle tendenze dell’arredamento d’interni per il 2021 è l’angolo ufficio salvaspazio. Questa tendenza è emersa durante la pandemia, come conseguenza della diffusione del lavoro da remoto e dell’esigenza di ritagliarsi dei propri spazi tra le mura domestiche, per esempio trasformando un armadio in un ufficio.

Questo insight specifico rappresenta un’ottima opportunità per i brand del retail e del fai da te, che possono promuovere soluzioni e prodotti per valorizzare gli spazi ibridi della casa, come mobili da ufficio o colori di tendenza per dipingere le pareti.

Inoltre, potrebbe essere utile pubblicare foto del prima e dopo, per aiutare le persone a immaginarsi nei nuovi spazi. Questa tendenza potrebbe interessare anche le società di servizi finanziari, che possono proporre polizze assicurative per i lavori di ampliamento, e i brand di tecnologia e telecomunicazioni, che possono aiutare gli utenti a realizzare postazioni di lavoro connesse e ben equipaggiate.

campagne su pinterest

Soluzioni pubblicitarie basate sugli insight di Pinterest

Pinterest ha lanciato il badge Tendenza, una soluzione per gli annunci che fa leva sui suoi insight e che consente di raggiungere i consumatori con i contenuti più interessanti, in grado di catturare l’attenzione e favorire le azioni. I brand possono diventare proprietari di una tendenza. Ciò viene attestato da un badge con il nome del brand che viene collocato nei contenuti creativi della campagna. Il badge è disponibile esclusivamente su Pinterest.

Un segnale del crescente interesse per gli insight predittivi di Pinterest è la crescita del badge Tendenza di Pinterest, pari a circa l’85% rispetto all’anno precedente. È possibile diventare proprietari di qualsiasi delle oltre 150 tendenze di Pinterest Predicts. Il badge Trend contribuisce a rafforzare la credibilità e visibilità del brand su un insight specifico.

L’elenco completo delle tendenze 2021 è disponibile su pinterestpredicts.com. È possibile applicare dei filtri per selezionare le tendenze in base al settore e al gruppo demografico.