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  • In che modo ClubHouse può conquistare Generazione Z e influencer

    Su ClubHouse non mancano già stanze dedicate proprio ai temi generazionali dove interagiscono persone di età differenti che scambiano esperienze e punti di vista su lavoro, scuola e università

    12 Febbraio 2021

    • La rivoluzione dell’audio social è appena iniziata
    • Hype or Hope? Clubhouse apre la strada a nuovi tipi di audio creator e follower
    • Tutte le intuizioni e le suggestioni per HR e Nuove Generazioni
      Chi è riuscito a farsi un giro su Clubhouse nelle ultime settimane è stato completamente rapito dall’eccitazione di esplorare, sperimentare e dialogare su un nuovo social network che fa intuire una moltitudine di opportunità (e anche tanti punti interrogativi). Dare un nuovo social ai professionisti del digital marketing equivale a regalare un biglietto per il luna park, quindi dovremo aspettare che l’hype si acquieti per iniziare a vedere la piattaforma funzionare a regime, senza ingressi elitari e l’entusiasmo “dopati” dalla viralità che si è innescata. LEGGI ANCHE: Cos’è Clubhouse, il social audio su invito amato da VIP e Venture Capitalist Oltre al mondo del marketing, la presenza attualmente interessante è quella di artisti, influencer, giornalisti e politici, che ovviamente vedono in questo nuovo spazio terreno fertile per moltissime attività e format da sviluppare. Fuor di euforia, sicuramente ci sono aspetti che necessitano attenzione rispetto alle derive che ogni social media reca inevitabilmente con sé. Le titubanze di molti sembrano convergere sugli aspetti etici (una netiquette ben rispettata è fondamentale per non accavallare i dialoghi, evitare linguaggi sconvenienti e volgari o peggio, permettere l’incontro di focolai di violenza e di discriminazione). Ma come tutte le esperienze di interazione social, vale la regola “dimmi che stanze frequenti e ti dirò chi sei”. Senza contare che comunque meccanismi di “ban” o di controllo sociale sono già in un certo senso presenti. Il ruolo del moderatore è in questo caso è estremamente rilevante, e non è da escludere che possa diventare nel tempo un “mestiere” vero e proprio. generazione Z Di contro, gli aspetti positivi stanno nella possibilità di creare dialogo e interazione (laddove le stanze sono ristrette) peer-to-peer con opinion leader o figure professionali che possono rappresentare insights da “dietro le quinte” e generare fonti inestimabili di newsmaking: oppure ospitare focus group su temi specifici o aperti a individui con expertise differenti, fino a creare conferenze-stampa in social-audio o trasmissioni “social-radiofoniche” da parte di speaker e podcaster. Il grande spartiacque sociale per lo sviluppo di questa app, in questo caso, è proprio l’audio.

    Nuove sensorialità

    Una prima implicazione è quella sensoriale. È chiaro ormai quanto le major della Silicon Valley stiano puntando sul canale audio come nuovo scenario da presidiare e sviluppare, non ultima Twitter che, lavorando su Audio Spaces, proverà ad attivare delle funzione di meetup audio simili a Clubhouse, esortando gli utenti a sviluppare un altro modo d’interagire. LEGGI ANCHE: Social media marketing: 25 previsioni che segneranno il 2021 Frequentare stanze virtuali per chat vocali significa escludere completamente l’immagine dall’interazione. Questo significa che tutte le strategie di “attrazione” di follower e i conseguenti meccanismi di “distrazione” sviluppati oramai in maniera raffinatissima tramite video, saltano completamente. Non sono pochi gli youtuber e gli IG influencer che hanno già dichiarato di non voler utilizzare questo nuovo universo poiché “poco congeniale” con il tipo di stile comunicativo a cui sono abituati. Negli studi della PNL le modalità sensoriali con le quali le persone codificano, organizzano e danno significato alle esperienze si chiamano “sistemi rappresentazionali” (visivo, cinestesico, uditivo) e queste teorie asseriscono che ogni persona ha una predilezione, basata sull’influenza del patrimonio genetico, dell’educazione e della propria esperienza di vita. Si apre quindi uno scenario interessante per nuove tipologie di influencer “radio-friendly” e di follower attratti (anche) dal canale dell’ascolto. L’utilizzo del solo canale uditivo, come ormai sappiamo dalle diverse indagini elaborate sul tema, rappresenta una relazione più intima ma soprattutto autentica tra content producer e fruitore, come ricorda Rossella Pivanti riprendendo una lezione di Alex Blumberg, il CEO di Gimlet Media. Con la sola voce è più difficile mentire e ascoltare costringe un po’ di più all’attenzione e all’educazione nelle interazioni tra molti. Insomma, se utilizzi il canale audio devi avere qualcosa da dire e devi dirlo col giusto stile. Non valgono le stesse regole di attrazione utilizzate nel videomaking o i “caption this” dei post sui social media a cui siamo ormai anche un po’ assuefatti.

    Nuove Generazioni

    Ma in tutto questo, che ruolo hanno le nuove generazioni? Il trend audio potrebbe avere terreno fertile, anche se molto sarà legato agli influencer degli altri social network che traghetteranno le community su questo nuovo pianeta. Tutte le statistiche e gli studi su ZedGen e Millennials  rappresentano da anni una fetta di popolazione estremamente votata all’immagine, sempre meno avvezza alla scrittura, immediata, poco analitica e, sventuratamente, carente in termini di critical thinking. cos'è clubhouse Interagire su Clubhouse per un giovane può diventare anche un esercizio per allenare altre dinamiche comunicative, oltre al fatto che può rappresentare un nuovo spazio di espressione rispetto a tutte le altre piattaforme ormai sovraffollate, dove la battaglia per attirare l’attenzione degli utenti è densissima. LEGGI ANCHE: Nuove Generazioni in ascolto: il podcast è il canale del futuro Un po’ come per il podcasting, la tendenza potrebbe essere quella di ritrovare un pubblico giovanile più “qualificato” in termini di conoscenze, titoli di studio e già attratto dal seguire specifiche tematiche di discussione, ritrovandosi in maniera intima a dialogare o a conoscere nuove persone. Chissà che non si formuli anche un nuovo modo di fare “dating” che vada oltre gli swipe di Tinder e parta invece dai contenuti e dal dialogo. Su Clubhouse non mancano già stanze dedicate proprio ai temi generazionali dove interagiscono (almeno per ora) in maniera cordiale e rispettosa persone di età differenti, che scambiano esperienze e punti di vista su lavoro, scuola e università.

    Nuovi canali per l’HR

    Quali possono essere le implicazioni e gli interessi da approfondire per chi si occupa di persone e di nuove generazioni soprattutto nel mondo aziendale? L’apertura di nuove frontiere di interazione e narrazione con le persone attraverso il canale dell’audio può far immaginare un terreno di grande interesse anche per chi si occupa di people&culture nell’organizzazione. Il passo è breve per tentare senz’altro qualche sperimentazione, in prima battuta con iniziative di employer branding (nel momento in cui sarà eventualmente possibile la registrazione di account aziendali dedicati). Per il momento, possono saltare alla mente alcuni scenari possibili sul medio-lungo termine, poiché Clubhouse si presta molto bene per costruire delle room concrete e autentiche per il professional storytelling, con l’obiettivo di far incontrare figure professionali emergenti o evergreen ad una platea di giovani selezionata, oppure a ideare delle sessioni di AMA (Ask Me Anything) con figure del Board Management o opinion leader aziendali. Non solo, le opportunità possono estendersi all’Open Innovation aziendale attraverso lo sviluppo di think tank, brainstorming e “Audio-Hackathon” con ragazzi e ragazze partecipanti oppure, sul fronte del Learning&Development, con sessioni di education, team engagement e reverse mentoring basate sul potere della voce. Per tutto questo dovremo probabilmente aspettare ancora un po’, ma intanto vale la pena iniziare a parlarne. Magari proprio su Clubhouse.