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L’Intelligenza Artificiale è in continuo sviluppo e diffusione, anche grazie alla situazione attuale legata alla pandemia, ma secondo le previsioni il pericolo di un’invasione robotica sembrerebbe scongiurato.
Se da una parte, infatti, il segmento dell’intelligenza artificiale è in continua crescita e da qualche anno e ha accelerato il suo percorso contaminando anche i più tradizionali settori industriali, dall’altra è considerato uno dei mercati più equi: chi è in grado di governare e inventare nelle discipline di Artificial Intelligence, verrà certamente premiato dal mercato.
E, a un certo punto, la mente umana sarà chiamata a dedicarsi al miglioramento di altre skills come problem solving, active learning o leadership e creatività. Ecco cosa possiamo aspettarci, come aziende e utilizzatori, da questo segmento emergente che registrerà una crescita molto interessante entro il 2023.
Il 2020 ha segnato per il comparto AI un boom di crescita. Se il segmento, infatti, era già sotto i riflettori dal 2019, l’avvento del COVID-19 ha portato moltissime aziende ad accelerare i propri investimenti in materia di Intelligenza Artificiale per affrontare meglio le nuove dinamiche legate, per esempio, allo smart working o alla continuità di produzione anche in assenza dell’uomo. Largo, quindi, a bot dedicati al customer service e a investimenti per la raccolta e l’analisi dei dati e delle interazioni con il nostro brand.
Chi aveva già investito nei servizi legati all’intelligenza artificiale, oggi ha visto un incremento del suo EBIT anche del 20% e si è potuto concentrare su temi come la cyber security. Chi ha iniziato oggi a guardare al mercato dell’AI per la propria azienda, si trova indietro di diverse lunghezze in un mercato in cui il divario tecnologico può davvero fare la differenza tra un progetto vincente e un fallimento.
L’AI trova maggior diffusione nei comparti high-tech e telecomunicazioni, seguiti a ruota dal comparto produttivo, con una crescita di profitto per quelle aziende in cui l’intelligenza artificiale è implementata in tutti i livelli aziendali.
L'incremento positivo complessivo riguarda l'intera crescita aziendale: va da una migliore comprensione e accettazione degli investimenti nel segmento e una leadership attenta a condividere tali risultati con i collaboratori a un budget crescente di investimento finalizzato alla creazione di soluzioni AI proprie con l’assunzione di nuovo personale esperto e dedicato.
Tra i timori maggiormente avvertiti c'è quello relativo alla cyber security, con la richiesta sempre maggiore di esperti interni in grado di minimizzarlo il più possibile anche attraverso sistemi di contenimento creati su misura.
Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2021?
Secondo gli esperti:
Considerato il generale incremento dell’adozione dell’intelligenza artificiale, sia le più grandi software house mondiali sia i produttori di componentistica hardware sono sotto i riflettori: se vogliamo che l’AI sia adottata a tutti i livelli è necessario che la tecnologia che lo rende possibile sia all’avanguardia.
Ci basti pensare a come è cambiata la nostra vita nell’ultimo anno con un’attenzione spasmodica allo shopping online, all’automazione e controllo a distanza di device o assistenti virtuali o all’accessibilità a distanza di servizi pubblici e di pubblica utilità.
Non dimentichiamo che qualsiasi sistema di IoT o di intelligenza artificiale basa il suo comportamento sui dati raccolti; è importante che la qualità delle informazioni raccolte, la modalità e la sicurezza siano sempre al primo posto.
Affrontare il discorso AI dal punto di vista del Marketing ha molta importanza, grazie alla possibilità di conoscere le abitudini di consumo del proprio target cliente o del singolo individuo per creare esperienze di acquisto uniche e di valore: compromettere la fiducia del consumatore perché i suoi dati personali sono stati ceduti a terzi senza un apparente consenso può essere questione di vita o di morte per un brand.
Lo abbiamo già detto nell’introduzione, il comparto AI sarà il settore economico più ricco da qui al 2023 e gli AI specialist saranno i lavoratori più pagati del prossimo futuro.
Nello specifico, il trend si svilupperà in diversi ambiti, tra i quali:
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Lo scenario che ci troviamo davanti sembra chiaro: nel mondo del lavoro del futuro non esisterà professione che possa fare a meno dell’AI. Ogni lavoratore si troverà a collaborare con un’intelligenza artificiale in maniera più o meno intensa, quindi anche i leader del futuro dovranno conoscere e utilizzare l’intelligenza artificiale nella propria azienda.
Da qui assisteremo ad un cambio delle gerarchie e del tessuto delle organizzazioni stesse: i processi e le procedure base saranno portate a termine da meccanismi automatizzati e artificialmente intelligenti, mentre le persone e il team saranno il vero valore aggiunto dei brand.
Se da una parte lo scenario punta a privilegiare la conoscenza e l’esperienza al solo titolo accademico, dall’altra parte, secondo il World Economic Forum, circa il 50% dei lavoratori attivi dovrà aggiornare le proprie competenze entro il 2025, sviluppando tutte quelle soft skill che li differenzieranno dall’intelligenza artificiale.
Tra le più richieste troviamo: intelligenza laterale, problem solving, resilienza, creatività, risposta positiva allo stress e flessibilità, capacità di lavorare in team e di apprendimento attivo nell’imparare a governare e applicare i diversi sistemi tecnologici e di intelligenza artificiale implementati nella propria azienda.
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Le persone dovranno essere pronte ad aggiornarsi in brevissimo tempo e le aziende dovranno strutturare corsi interni per garantire a tutti una giusta dose di formazione.
Niente scenario apocalittico o invasione robot con il genere umano in ostaggio: l'essere umano rimarrà ancora indispensabile, per lungo tempo.
Ogni lavoratore si troverà a collaborare con un’intelligenza artificiale in maniera più o meno intensa, quindi anche i leader del futuro dovranno conoscere e utilizzare l’intelligenza artificiale.