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Rebranding di agosto: Rolls-Royce, Holsten e il nuovo design di Facebook

  • Rolls-Royce svela la sua nuova identità digitale per un pubblico più giovane e contemporaneo.
  • L’iconica birra Holsten torna alle sue radici, rispolverando gli archivi.
  • Facebook dice addio alla sua modalità desktop classica.

 

Come gli esseri umani, anche le aziende cambiano nel tempo e, quando lo fanno, diventa necessario una riprogettazione o un rebranding del marchio. Sono diverse le situazioni che possono spiegare questo fenomeno, come l’evoluzione dell’azienda o del mercato, l’arrivo di nuovi attori o altri eventi che potrebbero portare l’azienda a reinventarsi, cercando di differenziarsi dalla concorrenza.

Anche un marchio obsoleto può essere l’input per attivare un processo di rebranding. Come per la moda, le tendenze dei marchi vanno e vengono. Quando il marchio di un’azienda sembra antiquato, ha bisogno di essere sistemato. Come detto più volte, non si tratta solo di un cambio logo, il più delle volte parliamo di riprogettazione di un’app o di una piattaforma, di un aggiornamento del packaging o del design generale del brand. Scopriamo i casi più importanti del mese appena concluso.

Il rebranding di Rolls-Royce mostra la nuova identità digitale

Nel mese di agosto, Rolls-Royce ha presentato una versione raffinata del suo emblema Spirit of Ecstasy. La nuova identità visiva, progettata da Pentagram, mostra la famosa statuetta in prima linea rivisitata in chiave digital, una nuova tipografia e una tavolozza di colori aggiornata.

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L’azienda di auto di lusso britannica spera di rimanere fedele alla sua eredità dando al marchio un fascino più moderno. L’identità è stata reinventata per un pubblico più giovane e contemporaneo.

Rebranding Rolls-Royce

Nel corso degli anni, oltre ad automobili di lusso, Rolls-Royce ha ampliato la sua gamma proponendo bagagli, borse e altri accessori di fascia alta per i proprietari delle auto. Il nuovo brand abbraccia l’intera offerta e non riguarda solo il settore auto.

Il look aggiornato dovrebbe adattarsi al mondo digitale poiché secondo Rolls-Royce, la sua base clienti sta diventando sempre più giovane.

Il monogramma distintivo RR è rimasto lo stesso. Il team di Pentagram, guidato da Marina Willer, ha deciso che i dettagli principali, come la doppia “R”, sarebbero rimasti invariati perché hanno un valore inestimabile.

Mentre gran parte dei dettagli 3D sono stati ridotti per rendere il logo compatibile con il digitale, la figura conserva ancora una parvenza di profondità.

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Indizio che segna un cambiamento notevole rispetto all’approccio adottato da molti altri marchi automobilistici negli ultimi mesi.

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Il logo aggiornato presenta una base aggiuntiva sotto la statuina, rafforzando il riferimento alla scultura ornamentale che si trova sul cofano dell’auto. La silhouette ora ottimizzata è stata accuratamente ridefinita in base anche alle recenti affermazioni sui corpi delle donne, per non attirare le critiche del pubblico.

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Il cambiamento più notevole è la direzione del logo, che è stato ribaltato orizzontalmente per canalizzare l’idea che, nonostante sia un marchio storico, Rolls-Royce è rivolto al futuro.

Il nuovo wordmark comunica silenziosamente un senso di movimento. Il marchio denominativo è supportato da un nuovo carattere tipografico: Riviera Nights, con le forme delle lettere smussate, sostituisce il carattere aziendale vecchio stile adottato finora.

“Abbiamo esaminato una cinquantina di caratteri tipografici per trovarne uno che rappresentasse il lusso senza essere apertamente decorativo. Doveva anche essere abbastanza semplice da lavorare con tutti gli altri elementi, orchestrati insieme e moderni”.

Nei materiali marketing delle auto, ai nomi viene assegnato un carattere molto distanziato che aggiunge importanza ed enfatizza i vari modelli.

L’iconica birra Holsten torna alle sue radici

Il marchio di birra tedesco Holsten ha rivelato una nuova identità visiva che mira a “rinfrescare il marchio per un mercato contemporaneo”. Poiché la popolarità delle birre artigianali è aumentata vertiginosamente, la nota birra di Amburgo ha perso terreno in quanto molti estimatori ritengono che sia prodotta in serie.

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La riprogettazione è incentrata sul riaffermare l’autenticità del marchio sul mercato, ricollegandolo alle sue radici legate alla città di Amburgo. Il design è stato realizzato a mano per riflettere l’etica del lavoro mercantile che ha costruito la città portuale, dando vita a una nuova identità e a un nuovo modello di packaging.

Il progetto è a cura di un team di Design Bridge che prima di iniziare i lavori si è recato ad Amburgo per farsi un’idea della storia della città, immergendosi negli archivi del birrificio Holsten per raccogliere informazioni chiave sulle radici del marchio. Hanno scoperto che l’icona del cavaliere era stata messa da parte e lucidata nel tempo, quindi hanno aggiunto dettagli al simbolo per dare un senso alla storia della birra. Guarda il video promozionale qui.

Il cavaliere è stato girato per guardare dall’altra parte. “Facendo voltare il cavaliere ora cavalca con orgoglio in avanti – un cambiamento significativo dal precedente guerriero armato obsoleto a un faro di leadership progressista e portabandiera”, afferma Design Bridge. Stesso escamotage utilizzato per lo Spirit of Ecstasy di Rolls-Royce.

L’approccio e il design su misura del rebranding di Holsten ha prodotto un’identità visiva unica e autentica che non sembra imitare qualcosa di esistente.

Gli appassionati di birra noteranno che l’etichetta a forma di scudo è stata rimossa dalla bottiglia e che è stato aggiunto un colore verde acqua “leggero e rinfrescante” per riflettere l’ossidazione della statua del cavaliere che si trova in cima alla torre del birrificio Holsten.

Inoltre, c’è un nuovo wordmark realizzato a mano, che attinge alla tipografia e alle etichette trovate negli archivi Holsten, anche se è estremamente simile alla versione precedente.

Facebook dice addio alla sua modalità desktop classica

Sapevi che Facebook ha introdotto una riprogettazione completa della sua versione desktop a marzo? Se non te ne eri accorto, probabilmente è perché avevi scelto di rimanere alla versione classica.

Rebranding di agosto: Rolls-Royce, Holsten e il nuovo design di Facebook

Il rinnovamento presenta una UX semplificata che vanta tempi di caricamento e di transizioni da una tab all’altra più rapidi, oltre a una modalità scura monocromatica (molto simile a quella offerta recentemente da Twitter). All’inizio la società di Menlo Park aveva reso facoltativo il cambiamento e permetteva agli utenti di passare alla modalità classica se preferivano.

Non importa quanto sei attaccato al vecchio design, presto dovrai vivere con il nuovo Facebook. Gli utenti hanno ricevuto diversi avvisi che l’interfaccia precedente sarà completamente eliminata a partire dal mese di settembre. “La versione classica di Facebook non sarà più disponibile a breve” è il messaggio di notifica.

Se stai già utilizzando l’app, tuttavia, la nuova versione desktop non dovrebbe essere tanto diversa, in quanto è stata concepita come un’estensione dell’interfaccia mobile.

Tra le modifiche principali:

  • Look più pulito, testi più grandi
  • Foto e video da guardare a tutto schermo
  • Pagine, Gruppi ed Eventi da gestire più facilmente
  • Versione Sfondo Nero, meno luminosa e meno brillante, per non affaticare la vista

Molti utenti sono insorti sui social, specialmente su Twitter, dove hanno espresso la loro opinione sul nuovo design.

Uno dei motivi per cui gli utenti odiano così tanto il nuovo design di Facebook è perché lo trovano confuso.

La confusione creata dal nuovo layout sta inducendo alcuni utenti a considerare di rinunciare del tutto al social di Zuckerberg. Purtroppo dovremo dire addio a quell’aspetto che ci ha accompagnato in tutti questi anni e che oramai ci appariva così famigliare.

L’aspetto della nuova interfaccia è moderno e piacevole da guardare. Ma come molti hanno commentato, sembra che gli ingegneri di Facebook stessero copiando il design di Twitter.

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Fondo TikTok: 60 milioni per far crescere il talento dei creator

  • Era l’agosto 2018 quando TikTok veniva lanciata ufficialmente in Europa e in Italia.
  • Due anni dopo la piattaforma lancia un fondo per premiare e far crescere i talenti della sua community, con una dotazione iniziale di 60 milioni di euro.

 

Partito con una dotazione di 60 milioni di euro, che passeranno a 255 entro i prossimi tre anni, il fondo offre ai creator più brillanti l’opportunità di guadagnare grazie al loro talento creativo.

I primi quattro creator italiani destinatari del Fondo sono stati annunciati lo scorso 18 agosto: Rosalba, Vincenzo Tedesco, Luciano Spinelli e Martina Socrate.

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TikTok punta sul talento

Era l’agosto 2018 quando TikTok veniva lanciata ufficialmente in Europa e in Italia. Un piccolo gruppo di persone si metteva al lavoro per far nascere una community intorno a una piattaforma che valorizza le espressioni positive della creatività. Soltanto due anni dopo, sono milioni gli utenti che entrano su TikTok per creare o guardare video che li divertono, informano e ispirano.

In particolare in Italia TikTok ha avuto tanto successo anche perché siamo un paese di creativi e di creator. Ogni giorno le persone uniscono video e musica, lanciando nuovi trend o improvvisando su una base musicale. Un mix unico di meme, canzoni e hashtag che non solo presenta a un pubblico più ampio una creatività innovativa, ma influenza anche la cultura e il costume.

La creatività è la linfa vitale di TikTok. Per questo la piattaforma ha voluto celebrare il suo secondo compleanno sostenendo la community e annunciando il lancio in Europa del nuovo TikTok Creator Fund, che farà crescere ancora di più il talento creativo così vitale in Italia.

LEGGI ANCHE: Arriva TikTok For Business, la nuova piattaforma globale per i brand

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Come funziona il Creator Fund di TikTok

Per dare alle persone di talento l’opportunità di trasformare la loro creatività in una vera e propria professione, il nuovo fondo europeo partirà con una dote iniziale di 60 milioni di euro per il primo anno, che saliranno ad almeno 255 milioni entro tre anni. Nelle prossime settimane saranno maggiori dettagli su TikTok Creator Fund in Europa e sulle modalità di adesione per i creator.

In aggiunta al Creator Fund, TikTok sta già aiutando molti creator a ottenere un compenso per la loro creatività grazie a TikTok Creator Marketplace, una piattaforma che consente a brand, agenzie e specialisti di marketing di scoprire e ingaggiare i creator più interessanti su TikTok.

Ora TikTok cerca chiunque abbia un’idea creativa, su qualsiasi tema: dalla cucina al beauty, dalle doti artistiche a quelle sportive, fino a chi si impegna per un cambiamento positivo o chi si occupa di salute mentale. Ma anche amici degli animali, prestigiatori, appassionati di fai-da-te… o semplicemente sognatori e persone in grado di ispirare allegria. Per tutti loro, da ora è LIVE il Fondo TikTok per Creator.

Chi può richiederlo?

Per accedere al Fondo TikTok per Creator è necessario soddisfare alcuni criteri iniziali. Devi avere 18 anni compiuti, una base di almeno 10 mila follower e almeno 10 mila visualizzazioni dei tuoi video negli ultimi 30 giorni, oltre a pubblicare contenuti che siano originali e in linea con le Linee Guida della Community.

Come richiederlo?

Puoi fare richiesta di accedere al fondo direttamente dall’app TikTok. Ecco come:

  • Entra nell’app con il tuo account pro/creator e compila la richiesta per il Fondo TikTok per Creator
  • Assicurati di soddisfare i criteri di idoneità e conferma di essere maggiorenne
  • Leggi il contratto del Fondo TikTok per Creator e dai il tuo consenso
  • Una volta approvata la richiesta, comincerai a guadagnare in base alle performance dei tuoi contenuti
  • Puoi verificare quanto stai guadagnando nel pannello di controllo del Fondo
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La vendita di TikTok negli Stati Uniti potrebbe complicarsi: la Cina dovrà approvare l’operazione

  • Venerdì scorso la Cina ha aggiornato l’elenco delle tecnologie soggette a restrizioni all’esportazione.
  • Un’aggiunta all’elenco era costituita dalle tecnologie per la “raccomandazione di servizi informativi personalizzati basati sull’analisi dei dati”, che potrebbero essere collegate all’applicazione TikTok di ByteDance.
  • ByteDance ha dichiarato di aver preso atto della modifica del regolamento sulle esportazioni e che “l’azienda si atterrà rigorosamente alle leggi”.

ByteDance ha detto che seguirà le regole recentemente modificate della Cina in materia di esportazione di tecnologia – il che potrebbe rendere più complicata qualsiasi vendita delle operazioni di TikTok negli Stati Uniti.

Venerdì, infatti, il governo cinese ha aggiornato la sua lista di tecnologie soggette a restrizioni sull’esportazione per includere una serie di aree che vanno dal riconoscimento vocale al design dei chip.

Le aziende che desiderano esportare le tecnologie presenti nell’elenco, infatti, devono ottenere una specifica licenza dal governo, secondo il Ministero del Commercio cinese. E l’elenco delle esportazioni non veniva aggiornato dal 2008.

Uno degli elementi soggetti a restrizioni oggi sono le tecnologie per la “raccomandazione di servizi informativi personalizzati basati sull’analisi dei dati”, secondo una traduzione di CNBC della lista delle esportazioni.

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Cosa significa per TikTok

TikTok ha spesso parlato del suo algoritmo di raccomandazione che presenta agli utenti video basati su una serie di fattori coma la posizione geografica.

Dopo che la Cina ha pubblicato l’elenco aggiornato delle esportazioni, l’agenzia di stampa statale Xinhua ha reso nota un’intervista con Cui Fan, un professore della China University of International Business and Economics e consulente commerciale del governo.

Il professore ha quindi spiegato che probabilmente ByteDance dovrà passare attraverso la procedura di licenza. Non importa chi sia il nuovo proprietario di TikTok, ByteDance avrà probabilmente bisogno di trasferire il codice del software dalla Cina all’estero e potrebbe avere bisogno di fornire anche servizi tecnici.

LEGGI ANCHE: Il CEO di TikTok si dimette

Domenica, ByteDance ha replicato dicendo di aver preso atto della modifica del regolamento sulle esportazioni e che “l’azienda si atterrà rigorosamente alle leggi”.

“Stiamo studiando i nuovi regolamenti che sono stati rilasciati venerdì. Come per ogni transazione transfrontaliera, seguiremo le leggi applicabili, che in questo caso includono quelle degli Stati Uniti e della Cina”, ha detto il General Counsel di ByteDance Erich Andersen in una dichiarazione separata.

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La vicenda finora

Ricordiamo che il 6 agosto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva emesso un ordine esecutivo che vieta qualsiasi transazione con ByteDance soggetta alla giurisdizione degli Stati Uniti entro 45 giorni. La portata del divieto non è chiara. Trump ha poi emesso un ordine separato il 14 agosto, dando a ByteDance 90 giorni per cedere le operazioni statunitensi di TikTok.

Microsoft e Walmart si sono uniti per fare un’offerta per TikTok, mentre anche Oracle è in corsa per aggiudicarsi il business statunitense.

Nel frattempo, TikTok ha citato in giudizio il governo degli Stati Uniti la scorsa settimana per l’ordine esecutivo di Trump del 6 agosto, sostenendo che l’imminente divieto impedisce alla società di avere un giusto processo, come garantito dal Quinto Emendamento.

Washington continua a sostenere che TikTok rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale perché potrebbe inviare dati americani in Cina.

Week in Social: da TikTok vs. Trump ai QR code su Instagram

Per darti il bentornato dopo le meritate ferie, non poteva mancare il classico recap settimanale delle migliori notizie dal mondo dei social.

Qui come sempre trovi tutto quello che devi sapere, le ultime novità, le nuove funzioni e le notizie più scottanti sui social media e sulle diverse piattaforme.

Anche questo sabato partiamo con la nostra Week in Social!

Odissea TikTok

Il futuro di Tik Tok si complica. Dopo le voci di acquisto da parte di Microsoft e Oracle, il social network di proprietà Cinese ha deciso di sfidare davanti ai giudici la decisione di Trump di bannare l’app dal mercato USA.

LEGGI ANCHE: TikTok vuole fare causa a Trump per aver cercato di vietare l’app negli Stati Uniti

tiktok ceo

Intanto il CEO del social si è dimesso, mentre l’azienda ha finalmente reso noti i suoi numeri.

100 milioni di utenti attivi mensili negli Stati Uniti. Sono questi i dati  svelati ufficialmente da TikTok, anche in seguito all’azione legale intrapresa contro l’ordine esecutivo del governo americano. 50 milioni sono invece gli utenti attivi giornalieri.

Universo Facebook

Facebook annuncia il lancio della versione beta di “Horizon” VR. I developer stanno portando la nuova piattaforma di realtà virtuale social alla prossima fase di sviluppo. Presto gli utenti potranno interagire tra loro e con l’ambiente virtuale.

Nel frattempo Facebook ha intrapreso una battaglia anche contro Apple. Il nuovo sistema operativo iOS 14 chiederebbe al cliente preventivamente se vuole condividere le sue informazioni con altre app per motivi pubblicitari. In un blog post, Facebook ha spiegato come questa funzione potrebbe severamente impattare molti business che contano su questi introiti.

messenger rooms

Su Messenger Rooms intanto arrivano gli sfondi personalizzati. Tra le nuove opzioni per le stanze dei messaggi, anche strumenti di scoperta e connessione con le community che trattano argomenti vicini agli interessi degli utenti.

Facebook aggiunge anche la scheda Shop. La funzione ‘negozio’ sarà inoltre estesa a tutti i business su Facebook e Instagram, a partire dagli Stati Uniti.

Nonostante gli sforzi del social in tema di informazione, secondo un’indagine condotta dal gruppo per i diritti umani Avaaz la piattaforma favorirebbe la diffusione di fake news. Le pagine che diffondono contenuti falsi o ambigui sulla salute hanno visto un totale di 3,8 miliardi di visualizzazioni nei primi cinque mesi del 2020.

LEGGI ANCHE: 7 app da provare per creare Instagram Stories perfette

Instagram Stories: perchè non devono mancare nella tua Social Media Strategy

Sul fronte Instagram

I creator potranno presto consigliare luoghi e prodotti. Instagram vuole espandere la sua funzione “Guide”, lanciata recentemente per promuovere contenuti relativi a benessere e salute mentale.

Instagram ha anche sostituito i Nametag con QR code. Per aiutare gli utenti a connettersi più rapidamente i codici a barre bidimensionali prenderanno il posto dei vecchi tag introdotti dal social nel 2018.

Infine, i post consigliati sono stati lanciati per tutti gli utenti. La funzione offre una serie di contenuti suggeriti alla fine del feed principale. Già testata da un limitato numero di profili, sarà presto presente per tutti gli utilizzatori dell’app.

Mondo LinkedIn

LinkedIn diventerà più severo contro i contenuti inappropriati. In un post sul suo blog, il social professionale ha reso note una serie di nuove iniziative per migliorare i suoi sforzi nell’applicazione delle regole e garantire così che i suoi membri si sentano sicuri sulla piattaforma.

LinkedIn

Pianeta Twitter

Twitter sperimenta il conteggio delle “Citazioni”. Per rendere più facile seguire le conversazioni intorno a un tweet, una nuova funzionalità potrebbe presto rendere ancora più visibili i retweet. La metrica di engagement affiancherà i normali “Mi piace”.

Novità anche per i DM su Twitter. Gli utenti riceveranno maggiori informazioni su chi li sta contattando con un messaggio diretto, nel caso in cui non si sia già follower del profilo.

In breve

Google aggiunge l’opzione per il casting delle videochiamate. La nuova funzione per Meet consente agli utenti di trasmettere in streaming le loro video call sul televisore di casa.

Zoom fuori servizio. Lunedì per alcune ore la nota piattaforma di video conference è andata fuori uso in America e in Europa, causando molti problemi soprattutto alla didattica a distanza, ma evidenziando anche che il servizio è ormai considerato essenziale per milioni di utenti.

scrivere un blog post perfetto

Blog noioso? 5 tecniche per creare contenuti originali e coinvolgenti

  • Oggi possiamo davvero essere una voce in un mondo di rumori? 
  • Ecco 5 tecniche per trasformare il proprio blog e renderlo meno noioso agli occhi dei nostri lettori.

 

Viviamo in un mondo d’immagini e parole, dove è impossibile non sentirsi parte di un infinito viaggio narrativo. Ci basta sfogliare una rivista, fare una passeggiata e imbatterci in cartelloni pubblicitari, o essere sfiorati dal brusio delle persone che ci sfrecciano accanto.

Dalle chiacchierare con un amico, ai pomeriggi passati a lavorare al PC, o il semplice scroll nella home dei nostri profili social. Tutto è un continuo divenire di lettere.

Siamo circondati da storie, i nostri cervelli sono perfettamente adatti a rispondere alla narrazione. Secondo Quick Sprout, trascorriamo circa il 65% della giornata raccontandoci storie l’uno con l’altro. Ma non tutto quello che leggiamo è importante o ci interessa davvero.

Quante volte siamo stati vittime inconsapevoli delle fake news? Siamo ormai abituati alla presenza di articoli e post non veri, o scritti male, senza etica e velocemente, solo per ottenere consensi, per arrivare primi alle vette di una classifica illusoria. In questo mondo di rumori, possiamo essere una voce? Possiamo provarci, possiamo affidarci ai blog.

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La rinascita dei blog

Stiamo assistendo a una trasformazione dei contenuti. Fino a poco tempo fa si preferiva scrivere testi non troppo lunghi per non annoiare i lettori. Siamo stati spettatori di gare di scrittura, tutti si sono precipitati al proprio laptop in una battaglia all’ultimo click fino a surriscaldare la testiera per la velocità con cui i poveri tasti venivano schiacciati. Ma questo ha comportato la creazione di testi spesso sterili, e simili tra loro, perché la cosa importante era quella di arrivare primi su un argomento specifico. Inutile dire che i social network sono state le piattaforme perfette per alimentare e incoraggiare questo tipo di scrittura fulminea.

Con la rinascita dei blog però qualcosa sta cambiando a favore di una scrittura più lenta, riflessiva e approfondita. I blog ci permettono di fare ricerche e scrivere post più lunghi, articolati, accompagnati da immagini, infografiche e tabelle. Un tipo di contenuto più dettagliato, piacevole da leggere e che, alla fine della lettura, ci lascia davvero qualcosa e ci permette di riflettere su quello che abbiamo appena letto. 

Se avete un blog o volete cimentarvi in questa avventura ma avete paura di non essere abbastanza bravi, non temete, tutti hanno il timore di fallire.

LEGGI ANCHE: Il lato oscuro del blogging: tutto quello che i blogger non dicono

Intanto date uno sguardo a queste 5 tecniche per creare contenuti coinvolgenti e rendere il vostro blog un posto unico in cui leggere senza annoiarsi mai.

5 tecniche per un blog di successo

Aprire un blog può essere divertente, ma non è per tutti. C’è un duro lavoro dietro, bisogna dedicarci tempo, tutti i giorni a partire dalla scelta dei contenuti. Non possiamo parlare di qualsiasi cosa, altrimenti non otterremo mai credibilità. Dobbiamo scegliere un argomento principale, una tematica che ci appassioni, di cui conosciamo tutto, o quasi, e che abbiamo intenzione di approfondire giorno dopo giorno.

Un blog può essere personale, certo, deve far emergere il nostro pensiero, quello che vogliamo comunicare fin dall’inizio. Possiamo servirci di un blog per raccontare il nostro brand, parlare ai nostri utenti, avvicinarci a loro. Ci sono tanti modi per dedicarsi alla propria community, ma lo storytelling è sicuramente uno dei modi più efficaci.

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Riuscire a comunicare con il blog per stabilire un legame con chi ci segue è un ottimo punto di partenza. Vediamo come.

1. Ascoltare e rendere partecipe la community

Possiamo parlare e scrivere quanto vogliamo, ma senza un pubblico che ci ascolta e ci legge è inutile. Non si instaura un dialogo, ma un monologo. La community è fondamentale, ma soprattutto non è un’entità passiva. Le persone hanno voglia di scambiare idee e opinioni, non siamo isole, e gli ultimi mesi lo hanno dimostrato. Per avvicinarci al nostro pubblico e renderlo parte del nostro brand, dobbiamo farlo partecipare attivamente con delle iniziative ad hoc.

Qualche esempio? Etsy, è un sito web di eCommerce dove tutti possono vendere prodotti artigianali oppure oggetti vintage. Un vero e proprio punto d’incontro per tutti gli artigiani del mondo. Questa piattaforma ha un proprio blog, Etsy Journal, che aiuta gli utenti a scoprire gli artisti emergenti, quelli più talentuosi, con interviste, storie dietro le quinte e soprattutto le loro opere. Un ottimo metodo per incrementare le visite e la partecipazione ai propri contenuti, coinvolgendo in modo creativo il pubblico. 

OPI è un noto brand californiano di prodotti per la cura delle unghie e sul suo blog The Dropc vengono lanciate delle divertenti sfide di nail art a cui partecipa attivamente la sua community ma anche influencer e professionisti del settore. Ogni settimana, il marchio chiede ai suoi follower di creare un look per manicure utilizzando un colore prescelto o un tema di design specifico e pubblicare le loro creazioni sul proprio profilo Instagram con il tag #ColorIsTheAnswer. Il team OPI evidenzia le foto preferite sul blog con un tutorial apposito per permettere a tutti di ricreare a casa i look più votati.

LEGGI ANCHE: Le aziende hanno capito che devono puntare sulle persone (e renderle felici) per far crescere il business

2. Comunicare i valori del proprio brand

Un blog non deve comunicare solo quello che fa e di cosa si occupa. Le storie e le curiosità sulla nascita di un marchio, sulle idee di chi c’è dietro, su come prendono vita i progetti, sono tutte cose interessanti che invogliano gli utenti a leggere i post. Ma un brand non è solo ciò che fa. Le aziende devono parlare dei propri ideali, devono farsi avanti e prendere posizione nelle piccole e grandi lotte a favore dell’inclusività, della sostenibilità e del benessere della community.

Comunicare gli ideali del proprio marchio, i valori in cui crede e le cause a cui contribuisce è un ottimo modo per elevare il contenuto del blog. In questo modo andiamo oltre alla funzione di semplice veicolo di marketing, ma facciamo qualcosa di più significativo. Diamo più spessore ai nostri contenuti e, di conseguenza, al nostro brand.Usare il blog per dimostrare come la nostra azienda sta agendo su determinati problemi può attirare ancora più l’attenzione del nostro pubblico, e incuriosire chi ancora non ci conosce per poi portarlo a seguirci.

REI, il marchio di outdoor lifestyle eccelle in questo campo. Sul suo blog Co-Op Journal troviamo non solo recensioni sugli attrezzi, guide pratiche e altri consigli per gli avventurieri, ma queste storie spesso passano in secondo piano per dar spazio alle priorità civiche. Esemplare è l’impegno contro l’ingiustizia razziale, i tanti contributi per migliorare l’inclusività della comunità outdoor, e i suoi sforzi per sostenere una legislazione rispettosa per l’ambiente.

REI blog

Credits: Blog REI, Co-Op Journal

3. Un blog deve essere social-friendly

Un blog non è un contenitore di parole. Mai sottovalutare il potere delle immagini. È fondamentale inserire all’interno dei propri articoli immagini, grafici, infografiche, per rendere i contenuti più armoniosi e social-friendly. In questo modo la lettura del nostro articolo sarà più scorrevole, completa e approfondita.

Utilizzare diversi elementi narrativi migliora la percezione dei nostri testi, del brand in generale e anche la permanenza dei visitatori sul nostro sito. Inoltre ci permette di essere più competitivi anche sui social, perché le immagini rendono i contenuti del nostro blog più accattivanti. Possiamo servirci anche di altri formati multimediali, molto gettonati negli ultimi anni, come i podcast.

Il rivenditore Sole Bicycles sfrutta questi espedienti sul suo blog attraverso immagini ispirazionali, perfette anche su Instagram. Troveremo avventure su due ruote, focus sull’arte locale e tutto ciò che riguarda la cultura della bicicletta.

Zoomin Software incorpora elementi social-friendly nel suo blog con uno scopo diverso, ossia una navigazione più semplice. Il marchio include tag pertinenti, hashtag unici per segmentare gli argomenti trattati in categorie e consentire così ai lettori di scegliere cosa leggere in base ai propri interessi.

4. La qualità premia più della quantità (e della velocità)

Ci hanno insegnato che per scrivere nel mondo digitale dovevamo essere veloci come il vento perché la prima cosa era arrivare prima di tutti. Ci hanno intimorito dicendo che contenuti troppo lunghi spaventavano i lettori, che siamo tutti di corsa e non abbiamo tempo per leggere, per informarci. Tutte queste pressioni bloccherebbero chiunque e scrivere contenuti stimolanti, originali e di qualità era una vera e propria sfida.

LEGGI ANCHE: Blocco dello scrittore: 30 idee per superare la paura del foglio bianco

Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo e dedicarci al nostro blog senza farci ossessionare da queste inutili congetture perché la cosa che invece non tutti ci diranno è che se una persona è davvero interessata a noi, alla nostra opinione e a ciò di cui trattiamo, ci leggerà sempre. Le ultime ricerche sui blog effettuate da Orbit Media Studios mostrano che storie più lunghe, più approfondite e più coinvolgenti risultano più efficaci anche se ci vuole più tempo per creare il contenuto. Dei blogger intervistati che hanno riportato ottimi risultati, il 38% trascorre in media sei ore o più per editare un post e il 55% realizza articoli di 2.000 parole e anche di più.

4.1 Quali guadagni possiamo ottenere impegnandoci a scrivere?

Wait But Why è un blog di lunga durata scritto e illustrato da Tim Urban e nonostante la lunghezza dei suoi post, è seguitissimo. Pensate che uno degli ultimi articoli pubblicati contava più di 17.000 parole. L’esperienza dei contenuti di WBW è accessibile a tutti i tipi di pubblico e ciò è dovuto a diversi elementi come la grafica semplice, simile a una figura stilizzata di Tim, o le visualizzazioni dei dati che utilizza per scomporre concetti difficili in idee comprensibili. La natura episodica delle sue storie più coinvolgenti, come la sua esplorazione analitica della natura umana, spinge i lettori appassionati a ritornare sempre sul suo sito in attesa di nuovi post.

Tutto questo sforzo è supportato dal suo pubblico tramite l’adesione alla sua comunità Patreon, a pagamento, e l’acquisto di merchandising in esclusivi eventi di incontro dei fan come Wait But Hi.

blog e social media per ripartire

5. Raccontare la propria storia con le immagini

Ogni blog ha un proprio stile e ogni storia può essere supportata dalle giuste immagini, a seconda di ciò che tratta. Oltre al testo, possiamo arricchire il nostro contenuto con immagini accattivanti, postare dei meme, utilizzare delle foto emozionali, grafici stilizzati o inserire tabelle con dati. Il tutto può trasformare un post di un blog in una storia ricca e sfaccettata. In alcuni casi, le immagini strategicamente create e curate possono fare un lavoro migliore della narrazione stessa.

Il blog di Airstream eccelle in questo approccio incentrato sulla visualizzazione. Ogni post sulla pagina del blog è evidenziato da un’immagine emotivamente riconoscibile che potrebbe raccontare una storia da sola, senza bisogno di troppe parole.

gaming 5G

Gaming a velocità 5G: a San Pietroburgo lo potranno testare per un mese

Beeline, Nokia e Qualcomm Technologies Inc. hanno annunciato il lancio della rete 5G pilota presso l’area portuale SevKabel di San Pietroburgo.

I cittadini presenti avranno l’opportunità di testare le capacità della rete 5G attraverso un’esperienza di realtà virtuale o un gioco online realizzato dal cloud service Beeline Gaming.

Le capacità della rete 5G

Questa sarà la prima rete 5G pilota di lunga durata di Beeline a San Pietroburgo disponibile per i consumatori.

La rete è realizzata utilizzando le apparecchiature commerciali di Nokia, compreso il modulo di sistema, i sistemi di antenna 5G AirScale e un router 5G/WiFi (CPE) supportato dal sistema Modem-RF Qualcomm® Snapdragon™ X55 5G.

Per la dimostrazione delle capacità delle reti 5G a San Pietroburgo Beeline ha inoltre ricevuto una deroga temporanea per l’utilizzo della banda mmWave (26-28 GHz).

“La tecnologia 5G mmWave offrirà significativi vantaggi ai consumatori e rappresenta una rivoluzione nella connettività mobile: non solo apporta enormi miglioramenti alle velocità di download, ma riduce anche in modo significativo la latenza, abilitando esperienze di gioco online, multiplayer e interattive finora impossibili sui dispositivi mobili. La piattaforma mobile Snapdragon 5G di Qualcomm ha tutto ciò di cui gli utenti hanno bisogno per poter ottenere esperienze di gaming dai livelli qualitativi inediti, inclusi video HDR, rendering veloce e sistema Modem-RF Snapdragon X55 5G”, commenta Yulia Klebanova, Vice President of Business Development, Qualcomm Europe, Inc.

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La nuova rete è un gioco

Più di 500 giochi sono disponibili nel servizio – alcuni di essi anche gratuitamente. Ma perché partire proprio dal gaming?

Il gioco online è una delle aree di intrattenimento più esigenti in termini di tecnologia. La bassa latenza e l’elevata velocità di trasferimento dei dati sono tra le più importanti sfide e tra i  fattori di successo per molti giochi.

Il servizio di cloud gaming Beeline Gaming basato su GeForce NOW di NVIDIA consente di eseguire i moderni giochi più impegnativi con modalità ultra, su qualsiasi dispositivo (anche obsoleto) grazie all’utilizzo di potenti server remoti.

Le reti 5G forniscono la stabilità e la velocità che consente tali prestazioni, prima raggiungibili solo attraverso l’uso di reti cablate.

Nell’area 5G VR Gaming, i giocatori potranno combattere tra loro nello spazio virtuale. Il gioco sparatutto creato da un team di District Zero Studios si svolgerà in modalità multigiocatore PvP (giocatore contro giocatore) per i giocatori in movimento libero. Occhiali virtuali Oculus Quest di ultima generazione per scenari multigiocatore, combinati con le più recenti tecnologie di rete wireless Beeline, integrate dal Distretto Zero

Questa combinazione tecnologica dà ai giocatori un’esperienza profondamente immersiva che permette la libera circolazione senza cavi scomodi e attrezzature ingombranti.

L’apparecchiatura sarà collegata a reti 5G e aiuterà i giocatori a ottenere un nuova esperienza mostrando i vantaggi delle nuove tecnologie evitando totalmente la sgradevole sensazione di divario tra ciò che viene compiuto attivamente e ciò che viene visualizzato, sincronizzando completamente le azioni dei giocatori con le immagini e le risposte del gioco.

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Il CEO di TikTok si dimette

Kevin Mayer, l’amministratore delegato di TikTok, ha annunciato le sue dimissioni, poco più di 100 giorni dopo essersi unito alla squadra della più grande applicazione per i video brevi del mondo a metà maggio.

La notizia è arrivata solo pochi giorni dopo la mossa di TikTok di fare causa al governo degli Stati Uniti per il suo imminente divieto. L’app, di proprietà della cinese ByteDance, è in un clima di tensioni tra Pechino e Washington, che accusa l’app di rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Il 6 agosto, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per chiudere TikTok se ByteDance non venderà le operazioni statunitensi dell’app. L’applicazione ha tempo fino a metà novembre per vendere.

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Perché il CEO ha lasciato

“Ci rendiamo conto che le dinamiche politiche degli ultimi mesi hanno cambiato in modo significativo la portata del ruolo di Kevin e rispettiamo pienamente la sua decisione. Lo ringraziamo per il suo tempo in azienda e gli facciamo i nostri migliori auguri“, ha detto un portavoce di TikTok in una dichiarazione a TechCrunch.

Il New York Times aveva riferito in precedenza che Mayer – ex dirigente anche per Disney – aveva già annunciato la sua decisione in una nota ai dipendenti, in quanto TikTok è stato messo sotto pressione dall’amministrazione Trump per i suoi legami con la Cina.

Mayer “non aveva previsto la misura in cui TikTok sarebbe stato coinvolto nelle tensioni tra Cina e Stati Uniti”, ha detto al Financial Times, e l’esecutivo “non ha firmato per questo”.

Vanessa Pappas, attualmente direttore generale di TikTok, diventerà il capo ad interim.

L’incombente vendita di TikTok ha attirato l’interesse degli investitori in tutti i settori, da Microsoft che ha annunciato pubblicamente la sua intenzione fino al meno atteso offerente Oracle.

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Il ritorno in classe si fa anche con la didattica integrata: WeSchool accelera e aiuta le scuole

WeSchool, la startup che dal 2016 aiuta i docenti con una piattaforma di classe digitale e con corsi sulle metodologie didattiche innovative, chiude un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro sottoscritto da P101, lead investor con i fondi P102 e Italia 500 – Gruppo Azimut, TIM Ventures, CDP Venture Capital Sgr, Club Digitale e Club Italia Investimenti 2.

“TIM Ventures ha creduto fin dalla sua nascita in WeSchool, investendo dall’inizio nella nuova didattica innovativa che sta diventando sempre più importante”, dichiara Carlo Nardello, Presidente di TIM Ventures e Chief Strategy, Customer Experience and Transformation Officer di TIM. “La partecipazione alla crescita di una piattaforma che è oramai diventata una delle infrastrutture digitali della scuola italiana conferma ancora una volta il ruolo centrale di TIM nella digitalizzazione del Paese”.

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La startup, il lockdown e la DAD

WeSchool ha 1,7 milioni di utenti registrati e permette ai docenti di condividere materiali e video, fare esercizi, discutere con gli studenti e innovare la didattica in aula con lavori di gruppo, test istantanei e con metodologie come la classe capovolta o il teach-to-learn, in cui sono gli studenti – supportati dai docenti – ad essere al centro del processo di apprendimento.

Durante il lockdown la piattaforma – unica italiana tra le tre indicate sul sito del Ministero dell’Istruzione – è stata utilizzata per la didattica a distanza, permettendo a più di 1 milione di utenti attivi ogni giorno da smartphone o da computer di non interrompere la continuità didattica.

“La didattica a distanza del lockdown, talvolta inefficace per mancanza di strumenti adeguati o perché ripeteva la dinamica frontale delle aule, ha avuto lo straordinario effetto di aumentare le competenze digitali di tutta la scuola italiana” – racconta Marco De Rossi, fondatore e AD di WeSchool – “Questo ci permetterà con il back to school di diffondere sempre di più il modello di didattica integrata in cui crediamo, in cui la tecnologia è usata sia in aula sia a casa ed è al servizio del docente per fare una didattica sempre più coinvolgente e cooperativa”.

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Si ritorna sui banchi in presenza, ma la didattica digitale resta

“Il settore dell’educazione e della formazione in generale sono in profonda trasformazione: la vita sempre più digitale richiede che le competenze si formino in un ambiente coerente e flessibile. WeSchool rappresenta oggi la piattaforma all’interno della quale la didattica ed i suoi attori possono trovare quello che serve alla scuola nel suo complesso per questa evoluzione che il lockdown non ha fatto altro che accelerare” – commenta Andrea Di Camillo, Managing Partner di P101.

Se infatti con sempre maggiore premura ci si prepara oggi al rientro in classe, la didattica a distanza non tornerà ad essere una chimera, ma entrerà in modo sistematico nel mondo dell’istruzione italiano, tra classi alternate e necessità di mantenere il distanziamento sociale.

La formazione digitale resterà quindi una realtà e con gli strumenti corretti può trasformarsi in un modo per potenziare l’offerta scolastica.

“L’istruzione, la formazione digitale e la didattica integrata sono priorità per un’Italia che riparte” – ha commentato Francesca Bria, Presidente di CDP Venture Capital Sgr – “Ripensare la scuola, alla luce delle trasformazioni in corso, è fondamentale per il futuro del nostro Paese, per supportare il talento di docenti e studenti occorre rafforzare le nuove metodologie di apprendimento digitale. WeSchool si è messa al servizio della scuola con visione ed efficacia durante l’emergenza Covid-19 e siamo lieti di supportare una piattaforma italiana con forti capacità di crescita in un settore così strategico nella convinzione che l’istruzione e la conoscenza siano il cuore della democrazia”.

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Limited edition strategy: come può condizionare le decisioni di acquisto

  • Collezioni, prodotti o packaging limited edition richiamano subito la nostra attenzione: il fascino irresistibile di un qualsivoglia vantaggio.
  • Quanto una buona strategia di marketing mescolata alla psicologia e correlata alla nostra necessità di soddisfare istinti primordiali riesce dunque a condizionarci nella decisione di acquisto?

 

Cosa ci viene in mente quando leggiamo limited edition? Di sicuro subito pensiamo ad un prodotto o ad un servizio che è limitato nelle quantità o nel tempo. In effetti una delle strategie marketing di maggior successo è proprio quella che consiste nel creare un senso di urgenza nella sfera del desiderio.

Un misterioso, ma perfettamente studiato, mix tra psicologia ed economia che agisce sulla nostra sfera emotiva. Ci spinge naturalmente, quasi come una pulsione inspiegabile, a desiderare e acquistare un qualcosa di cui potremmo probabilmente fare a meno.

Il vantaggio dell’esclusività

Del resto anche le nozioni di economia ci insegnano che la scarsità di un bene porta ad un aumento della domanda. Ed ecco quindi che variabili come scarsità, prezzo diverso da quello a cui un brand ci ha abituato, esclusività ed urgenza, si mescolano sapientemente per far crescere in noi l’irrefrenabile attrazione verso un prodotto in edizione limitata.

Tutto ciò che percepiamo come raro, da collezione, irripetibile, assume un valore più alto. Un esempio ce lo dà Starbucks con le sue limited edition cups che presenta ogni anno in occasione delle festività. Piccoli cambiamenti come i colori accesi e le fantasie a tema natalizio a noi scaldano il cuore ed enfatizzano l’atmosfera. Al brand incrementano le vendite e contemporaneamente anche l’awareness grazie alla condivisione sui social di contenuti generati dagli utenti stessi, come nel caso del coloratissimo Unicorn Frappuccino. Una mossa studiata non solo per fidelizzare i clienti ma anche – e soprattutto – per aumentare le vendite in quel particolare periodo in cui il principale trend era quello degli unicorni.

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Si scrive limited edition, si legge persuasione

Il lancio di prodotti che non saranno in seguito replicati fa intuire come un’ipotetica perdita del vantaggio crei confusione nel processo decisionale e spinga a un’urgenza che va oltre il reale bisogno.

Nel settore fashion, già da qualche anno, alcuni tra i brand più conosciuti hanno adottato la strategia del marketing drop. Limited edition lanciate all’ultimo istante solo per un tempo limitato, o come in casi estremi solo per un giorno. Ovviamente le richieste superano di gran lunga le disponibilità, trasmettendo così un continuo senso di attesa per i futuri eventi e dilatando l’attenzione degli utenti nell’intero anno.

Il brand Supreme ogni anno propone sul mercato internazionale una linea di abbigliamento in quantità limitata. La corsa all’acquisto è feroce: file infinite fuori gli store e prenotazioni online tramite robot. Non mancano neanche i rivenditori che aumentano il costo dei prodotti fino al 600%.

Qualcuno potrebbe dunque chiedersi se questo tipo di acquisto, che rasenta una specie di guerra all’accaparramento, valga effettivamente la pena. Ebbene, richiamando di nuovo il senso di esclusività, unito al fascino dell’irrepetibilità a braccetto con lo status di prestigio, la risposta è istintivamente positiva. Vi ricorda qualcosa la collaborazione di Supreme con Louis Vuitton?

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Meno ce n’è, più ne voglio

I prodotti lanciati con scarsa disponibilità sembrano difatti più preziosi, nonostante la loro sostanza sia quella di sempre e a cui siamo abituati o affezionati. Mentre le limited edition con varianti di gusto hanno dimostrato scarso successo, come la Vanilla Coke del 2007, quelle che parlano al cliente come ad un amico hanno letteralmente spopolato sul mercato.

Un esempio è quello di Coca-Cola che pochi anni fa con la campagna Share a Coke ha scatenato la caccia alla lattina con il proprio nome. Di nuovo la spia dell’urgenza si è immediatamente accesa nelle menti dei consumatori. La corsa all’acquisto è stato il successo a cui ambiva la strategia marketing, in termini di incremento vendite e awareness. Stesso discorso per le bottigliette di acqua Evian firmate Chiara Ferragni.

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Quest’anno, in piena emergenza Covid, Absolut Vodka ha presentato, con una collaborazione tutta italiana firmata MSGM, la sua bottiglia in edizione limitata. Puntando sul concetto hype del restare uniti in un momento tristemente straordinario, il brand ha ideato la frase “Nothing makes sense when we’re apart, leggibile soltanto affiancando due bottiglie. Un’edizione limitata di appena 20.000 pezzi che gli intenditori non si sono di certo fatti scappare.

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Siamo quindi tutti scemi?

No, non lo siamo. Semplicemente il marketing quando – la maggior parte delle volte – funziona, fa leva sulla psicologia. Secondo la piramide di Maslow, l’autorealizzazione è all’apice dei bisogni personali. Realizzare le proprie aspettative in termini di prestigio, di ricchezza ed esclusività, ci fa sentire potenti nel possedere qualcosa che altri non hanno o a cui non possono arrivare. In più, gli oggetti con bassa disponibilità ci sembrano più preziosi. Da qui la necessità di assumere per così dire “comportamenti insoliti” pur di ottenere un bene puramente materiale, spesso con scarsa utilità e che con il tempo probabilmente si deteriorerà.

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Come ad esempio Puma che per il lancio della limited edition Puma King Luxury Edition ha creato come prezioso accessorio una scatola oro e nero, utilizzando acrilico specchiato e alluminio inciso al laser. Un packaging originale e prezioso, tanto che il brand ha offerto al mercato solo 999 paia di scarpe trasformando così un inutile involucro in un oggetto da collezione, quasi più delle scarpe stesse.

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Senza andare troppo lontano, è facile ricordare la strategia di Nutella con gli ultimi Nutella Biscuits che, benché non fossero edizione limitata, a pochi giorni dal lancio hanno registrato il sold out in ogni supermercato, aumentando le aspettative e il buzz sui social.

Come anche i vasetti limited edition dello stesso brand e la ricerca ossessiva (manco fosse l’alcool ai tempi del Covid) dei due unici contenitori gemelli. Ma poi, qualcuno sarà riuscito a trovarli?

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12 percorsi per scoprire l’Italia a piedi (e promuovere il turismo)

  • L’azione del camminare è spesso banalizzata dalla routine, ma chi ama il trekking sa che è rigenerante e portatrice di benessere.
  • Se sei amante delle lunghe passeggiate e vai alla ricerca di percorsi di trekking? Ecco i Cammini d’Italia da fare a piedi.

 

La nostra penisola è un territorio ricco di meraviglie, ma c’è un “modus viaggiandi” che arricchisce e alleggerisce al tempo stesso: parliamo dei cammini italiani da percorrere a piedi.

L’azione del camminare è spesso banalizzata dalla quotidianità e dalla routine, ma chi ama il trekking, sa che è rigenerante e portatrice di benessere. Il lockdown ha modificato le previsioni di prospettive estere di vacanza.

Tra restrizioni e modifiche repentine su eventuali quarantene da rispettare, voli annullati, incertezza di rientro e troppi dubbi, molti italiani hanno deciso di rimanere in Italia.

Andiamo, un passo alla volta, alla scoperta dei Cammini d’Italia da percorrere a piedi più suggestivi e meno conosciuti sulle coste e nell’entroterra.

Sarà importante consultare i siti dei Cammini per conoscere i regolamenti relativi al distanziamento e ai regolamenti dovuti al Covid-19 prima di avventurarvi.

Il Sentiero dei Parchi

In occasione della Giornata Mondiale dei Parchi lo scorso 3 giugno è stato annunciato un nuovo cammino da fare a piedi in Italia, frutto di un accordo tra Ministero dell’Ambiente e Club Alpino Italiano.

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Il Sentiero dei Parchi toccherà 20 regioni per più di 7 mila chilometri (avete letto bene: 7 mila) unendo 26 parchi nazionali italiani con 400 tappe.

Un progetto simile in Italia, che conta centinaia di sentieri e decine di cammini di diverse intensità, non si era ancora visto se non con la via Francigena, una delle più amate d’Europa.

Tra le novità che faranno commuovere chi ha percorso il Cammino di Santiago in Spagna è che il Sentiero dei parchi avrà il suo “passaporto”, modellato sulla famosa Credenziale che accompagna ad ogni passo i pellegrini.

L’idea del Ministero è di renderlo anche un prodotto turistico che attesti il percorso di ogni camminatore.

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Del resto l’obiettivo dichiarato del Sentiero dei parchi è ambizioso: rilanciare le aree protette come luoghi di conservazione e di gestione della natura, consentendo ai residenti la possibilità di realizzare filiere economiche sostenibili in modo da contrastare l’abbandono delle aree interne.

In attesa della fitta rete di nuove tappe che si andranno ad aggiungere a quelle già esistenti del Sentiero Italia del Club Alpino, ci sono alternative altrettanto suggestive e meno conosciute.

Il Sentiero Italia attualmente tocca già 18 dei 26 parchi nazionali e conta 85 tappe comprese interamente o parzialmente all’interno dei loro confini. Bisognerà unificare i sentieri esistenti, cucendoli in un unico grande percorso che attraversa l’anima verde del nostro Paese.

Il Cammino di San Benedetto

Lunghezza: 305 chilometri

Il Cammino di San Benedetto  attraversa i luoghi della vita del Santo fondatore dell’ordine dei Benedettini. Un tracciato che si svolge su sentieri e strade secondarie, attraversando Umbria e Lazio da Norcia a Subiaco.

Questo percorso esiste dal 2012 grazie ad un’intuizione di Simone Frignani, il più noto creatore di cammini tematici in Italia e autore di guide bestseller, che dopo un pellegrinaggio sul monte Athos nel 2008 cambia vita.

Frignani prende una seconda laurea in teologia, decide di dedicarsi all’insegnamento della religione e intraprende un intenso studio cartografico che in tre anni di minuziosi sopralluoghi lo porta a dare vita a questo tracciato.

Il Cammino nelle Terre Mutate

Lunghezza: 257 chilometri da Fabriano a l’Aquila.

Il Cammino è stato voluto per rilanciare un territorio sconvolto dai terremoti: un percorso da fare a piedi come testimonianza di bellezza, ma anche di drammaticità dell’immobilità della burocrazia. Un progetto collettivo che abbraccia volontari di FederTrek, Movimento Tellurico e APE Roma

Pubblicato da Cammino nelle Terre Mutate su Venerdì 3 luglio 2020

La Via della Lana e della Seta

Lunghezza: 130 chilometri

Un percorso che attraversa l’appenino tosco-emiliano da Bologna a Prato, pensato per 6 giorni di esplorazione in 7 tappe.

Il Cammino percorre borghi, cime e vallate congiungendo due centri storici di grande valore, cresciuti nei secoli grazie alla sapiente gestione delle acque: Bologna, la città della Chiusa e dei canali, per secoli capitale della seta; e Prato, la città del Cavalciotto, delle gore e delle gualchiere, capitale del distretto della lana e del tessile.

Il Cammino dei Briganti

Pubblicato da Cammino dei Briganti su Venerdì 22 maggio 2020

Lunghezza: 100 chilometri

Il percorso tra Lazio e Abruzzo è un cammino adatto a tutti, percorribile tutto l’anno e attraversa le vecchie rotte dei briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino.

Il Sentiero del Brigante

Lunghezza: 140 chilometri

Ancora il fascino delle rotte dei briganti, stavolta tra i boschi della Calabria, nell’impervio e nascosto Aspromonte e nel Parco delle Serre.

Al quarto giorno di cammino, dopo 1900m di dislivello dalla spiaggia del mar Tirreno fino a qui, ci lasciamo alle spalle…

Pubblicato da Sentiero del Brigante su Lunedì 13 aprile 2020

Il percorso è articolato in 5 tappe attraversa cascate e torrenti, foreste e spettacolari panorami che solo una montagna circondata da due mari può offrire.

L’itinerario ha inizio dalla spiaggia di Palmi (sul mar Tirreno) fino alla spiaggia di Bovalino (sul mare Jonio), dopo essere passati anche dalla Villa Romana di Casignana, importante sito archeologico.
La gran parte dell’itinerario si sviluppa tra siti di valore storico e culturale, aree di grande pregio naturalistico.
Si potrà così apprezzare gli aspetti naturali, ambientali, storici e antropologici dell’Aspromonte: un patrimonio poco conosciuto e valorizzato.

Niente, quiggiu’, è come pensavi, come ti avevano detto, come si racconta, come si immagina.
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Chi ha camminato…

Pubblicato da Sentiero del Brigante su Martedì 21 aprile 2020

Il cammino di San Jacopo, da Lucca a Firenze

Lunghezza: 110 km

Il Cammino di San Jacopo è tra i Cammini da fare a piedi in Italia di facile accesso e percorribilità. Si snoda sulla via Cassia – Clodia alla scoperta delle leggende sul santo e di un patrimonio artistico e culturale impagabile.

Il Cammino di San Francesco di Paola

Lunghezza: 312 chilometri.

SE HAI DECISO DI PARTIRE PER UN CAMMINO, LEGGI ATTENTAMENTE!

Caro viandante, amica pellegrina
In questo momento di…

Pubblicato da Il Cammino di San Francesco di Paola su Lunedì 9 marzo 2020

Il Cammino di San Francesco di Paola attraversa i luoghi in cui il Santo ha trascorso la sua esistenza divisi in due itinerari “La via del Giovane” e “La Via dell’Eremita”, tra conventi e coste, da San Marco Argentano (CS) alla cima del Monte Sant’Angelo, sul Pollino. La durata è di circa 15 giorni.

Il Cammino delle Pievi

Lunghezza: 260 chilometri.

Il Cammino è ispirato a quello di Santiago de Compostela e in 20 tappe attraversa il territorio della Carnia, tra paesi di montagna, vallate, torrenti e colli tra le Prealpi e le Alpi Carniche in Friuli Venezia Giulia.

Il Cammino delle 100 Torri

Lunghezza: 1284 chilometri

Una giornata magnifica…
Altri 20 km tracciati in un paradiso terrestre…

Quanto é bella la Sardegna???
L’unico modo per scoprirlo è SCOPRIRLA…
Buon cammino…

Pubblicato da Cammino 100 torri Sardegna su Mercoledì 17 giugno 2020

È il trekking attualmente più lungo d’Italia, da percorrere in Sardegna: un’isola che ha tanto da offrire oltre al mare cristallino. I sentieri sono molto suggestivi, spesso a strapiombo sul mare, ma attraversano anche borghi e boschi. Il periodo migliore per affrontarlo è settembre-ottobre.

Pubblicato da Cammino 100 torri Sardegna su Mercoledì 29 gennaio 2020

Il Cammino Materano

Lunghezza: 170 chilometri

Pubblicato da Cammino Materano su Lunedì 20 luglio 2020

Tra i Cammini da fare a piedi in Italia c’è anche il percorso si snoda tra Bari e Matera, attraversando reperti archeologici, masserie e cattedrali e la cultura millenaria che pulsa in questo territorio.

Pubblicato da Cammino Materano su Sabato 11 luglio 2020

Il Cammino di Dante

Pubblicato da Il Cammino di Dante su Venerdì 17 luglio 2020

Lunghezza: 380 chilometri

Il Cammino di Dante abbraccia Romagna e Toscana, attraversando i vecchi sentieri medievali che legavano Firenze e Ravenna, ripercorrendo un ideale percorso che Dante Alighieri, esule dalla città di Firenze, compì tra la Toscana e la Romagna, lungo gli antichi sentieri “in cresta” di origine etrusco-romana.

I paesaggi delle colline di Romagna, i castelli dei Conti Guidi, gli angoli magici della Foreste Casentinesi e le verdi colline toscane: sono questi i luoghi che, oggi come ieri, attendono tutti coloro che hanno intenzione di affrontare questo lungo cammino, nei quali riconoscere molti passi della Divina Commedia.

Fabio Bravi nostro socio ha percorso i 400km del cammino di Dante e a fine percorso ha ricevuto la Dantesca ! La…

Pubblicato da Il Cammino di Dante su Venerdì 17 aprile 2020