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TikTok raggiunge il traguardo di 100 milioni di utenti in Europa

Un anno formidabile per TikTok, nonostante il periodo particolare vissuto dal social negli States, dove – notizia di oggi – sarebbe stato finalmente raggiunto un accordo con Oracle. L’Europa oggi conta, infatti, oltre 100 milioni di utenti attivi al mese sulla piattaforma e l’azienda ha reagito con grande entusiasmo a questo risultato, tanto da comunicare per la prima volta nella sua storia questo tipo di dato.

Per tutti TikTok rappresenta un ambiente dove divertirsi in allegria, in modo autentico, che valorizza le differenze e dove è facile interagire con gli altri.

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Il segreto del successo di TikTok

Il successo è riconducibile all’approccio localizzato che l’azienda ha adottato, impegnandosi a diventare parte del tessuto sociale europeo. Un impegno che si riflette nell’incredibile ricchezza di contenuti e di trend emergenti locali, tra i quali:

  • I video realizzati dagli operatori sanitari o dagli utenti per ringraziarli per il loro lavoro, visualizzati oltre 300 milioni di volte;
  • Il duo hip-hop britannico YoungT e Bugsey, che ha visto decollare la sua carriera quando il brano ‘Don’t Rush’ è stato usato come suono della #DontRushChallenge (oltre 800 milioni di visualizzazioni e ancora in crescita);
  • Le challenge come #respectmysize in Germania o #amoilmiocorpo in Italia, un appello ad abbracciare il concetto di “body positivity” che hanno generato complessivamente quasi 100 milioni di visualizzazioni.

Le iniziative degli ultimi mesi

Per dare una maggiore spinta, ad inizio mese TikTok ha lanciato in Europa il Fondo TikTok per i creator, con un investimento triennale di circa 250 milioni di euro per aiutare i creator a trasformare la loro creatività in un percorso di carriera. Nel giro di sole due settimane si è iscritto oltre il 40% di tutti i creator in possesso dei requisiti, un numero che dimostra il grande coinvolgimento della community.

Infine, durante il picco d’emergenza della pandemia, TikTok ha investito 65 milioni di euro per aiutare le persone bisognose. Una parte del contributo è andato a sostegno degli operatori sanitari in Francia, Germania, Italia e Regno Unito.

A Dublino è stato inaugurato Trust and Safety Hub EMEA, e sono stati nominati una serie di esperti di lunga esperienza nelle posizioni di leadership, per la definizione di policy per i contenuti e la sicurezza degli utenti,  integrati nel contesto e nella cultura locali. In Irlanda ha sede anche il nuovo Data Privacy team europeo, che ha l’obiettivo di assicurare i più alti standard nella protezione dei dati sotto la supervisione del Data Protection Officer.

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Infine, TikTok ha annunciato l’intenzione di creare un data center in Irlanda entro il 2022, un ulteriore investimento da 500 milioni di dollari che creerà centinaia di posti di lavoro grazie a un centro destinato a diventare la “casa” dove verranno archiviati i dati degli utenti europei.

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TikTok dice di no a Microsoft e sceglie Oracle, ma l’accordo non c’è ancora

La notizia è arrivata solo poche ore fa ed è subito stata una rincorsa tra conferme e smentite. Perché che TikTok alla fine rifiutasse l’offerta del gigante Microsoft sembrava impossibile. Eppure Oracle ha battuto a sorpresa il suo concorrente nella gara per TikTok negli USA. Ma ByteDance non vuole vendere.

LEGGI ANCHE: La vendita di TikTok negli Stati Uniti potrebbe complicarsi: la Cina dovrà approvare l’operazione

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Com’è andata

La casa madre cinese della piattaforma per i video brevi, ByteDance, avrebbe alla fine scelto il gruppo di Larry Ellison, che ora dovrebbe diventare Trusted Tech Partner.

La vittoria è stata una vera sorpresa per tutti, dato che la proposta di Microsoft era finora considerata in pole position. ByteDance ha prima fatto sapere al gruppo di Satya Nadella di aver deciso di rifiutare l’accordo. Poi, stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal , ha dato il via libera all’altro principale aspirante, la società di Larry Ellison.

L’operazione, però, da quanto è trapelato non sarà una vera e propria cessione: Oracle infatti dovrebbe essere nominata “trusted tech partner” negli USA, ossia un socio tecnologico di fiducia per la gestione dei dati, mentre la proprietà vera e propria rimarrebbe cinese.

L’ipotesi sarebbe confermata da una notizia diramata dalla televisione cinese Cgtn, secondo la quale ByteDance non venderà le operazioni statunitensi e di conseguenza non fornirà il codice sorgente per la piattaforma video.

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Il nuovo accordo e i problemi di sicurezza nazionale USA

Tuttavia l’aggiunta di un “partner tecnologico di fiducia” affronta solo una minima parte dei problemi di sicurezza nazionale sulla base dei quali l’amministrazione Trump aveva emanato il suo ordine esecutivo.

Domenica sera – appena due giorni prima della scadenza fissata da Microsoft – l’affare TikTok si è concluso. Questa mattina, il Segretario del Tesoro Steven Mnuchin ha confermato l’accordo e ha detto che sarà presentato al Presidente Trump con una raccomandazione alla fine di questa settimana. Ma, salvo una catastrofe completa, TikTok continuerà ad operare negli Stati Uniti. Così i 1.400 dipendenti di TikTok negli Stati Uniti e decine di milioni di utenti statunitensi tirano un sospiro di sollievo.

Ma la vendita dell’ultimo minuto è strana sotto diversi aspetti, come sottolinea TheVerge, in quanto non è in realtà una vendita.

Mentre la versione dell’accordo con Microsoft avrebbe separato completamente la TikTok americana dall’Europa e dall’Asia, il deal con Oracle la lascia per lo più intatta, creando piuttosto una forma di hosting.

Oracle non riscriverà l’algoritmo TikTok né gestirà la moderazione, non è chiaro dunque come questo accordo possa acquietare le preoccupazioni del governo.

Il vero vincitore è Oracle, che presumibilmente verrà pagato profumatamente da TikTok per i suoi servizi di trust-partnering e per superare un’impasse durata mesi.

Intanto, nulla è ancora certo, in attesa dell’approvazione legale tanto da parte del governo americano quanto di quello cinese.

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Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

  • Il contenuto stesso è metà della creazione di un post LinkedIn accattivante. L’altra metà è la sua reale formattazione.
  • Un modo per ottenere più Mi piace e commenti è avviare una conversazione.

 

Desiderate che i vostri contenuti su LinkedIn siano visualizzati da un numero maggiore di persone? E perché non aumentare le possibilità che LinkedIn mostri i vostri contenuti nel suo feed senza usare le sponsorizzazioni? Iniziamo subito.

LinkedIn: gli ultimi aggiornamenti da tenere a mente

Non bisogna dimenticare che LinkedIn, ora come non mai, anche grazie agli ultimi aggiornamenti, desidera che il feed di ogni utente presente in piattaforma si configuri come uno strumento ricco di informazioni utili. E per farlo deve conoscere i suoi iscritti!

Cosa sono realmente le visualizzazioni su LinkedIn?

LinkedIn conta una visualizzazione di post ogni volta che un post viene presentato nel feed di qualcuno. Ciò significa che il contenuto potrebbe non essere stato letto. Ma c’è di più…

C’è differenza (e come) tra le visualizzazioni di un post classico ( testo o immagini o link esterni) vs quella di un video nativo Linkedin. Il social consente, infatti, ai suoi membri di vedere e migliorare il modo in cui i propri contenuti vengono visualizzati e diffusi attraverso delle semplici metriche in merito ai post e video.

Registrerete, quindi, una view del post quando qualcuno ha notato il vostro post sul feed della home page di LinkedIn. I post sono gli aggiornamenti di stato brevi (fino a 1300 caratteri) visualizzati nel feed home di LinkedIn. Se scorrerete veloce con il pollice attraverso il vostro feed, non farete altro che aggiungere una visualizzazione a ciascuno di questi post anche se non vi sarete fermati a leggerli. Per questo motivo, le visualizzazioni dei post costituiscono soltanto un parziale indicatore del coinvolgimento del pubblico.

Consigli pratici su come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

1. Costruite la rete attorno alle vostre competenze su un argomento specifico

I recenti aggiornamenti dell’algoritmo di LinkedIn stanno attribuendo maggiore importanza alle connessioni. Prima di questo aggiornamento, i cosiddetti “Richard Branson” di LinkedIn, ovvero i professionisti di maggior successo al mondo, hanno riempito i feed di tutti, lasciando poco spazio per l’utente medio.

Per risolvere questo problema, l’algoritmo di LinkedIn ha iniziato a conferire maggiore importanza alle attività delle cosiddette “connessioni reali” degli utenti, inclusi colleghi, ex colleghi e così via. Da tenere a mente che le connessioni, intese come reali, sono le persone con cui si parla realmente.

In merito a questo, LinkedIn analizza i seguenti dati:

  • i vostri colleghi
  • persone con cui parlate su LinkedIn
  • hashtag che seguite
  • pagine LinkedIn che seguite
  • gruppi di LinkedIn a cui vi siete iscritti

Più accuratamente LinkedIn identifica le vostre connessioni reali, maggiori possibilità avrete di aumentare il coinvolgimento e costruire relazioni con loro.

Il primo passo per inviare i segnali giusti all’algoritmo è costruire una rete attorno alla vostra esperienza reale. Cercate di entrare in contatto con le persone che vi piacciono e con cui desiderate interagire. Fate rete con professionisti e persone che la pensano allo stesso modo e che forniscono informazioni preziose.

Per entrare in contatto con le persone giuste, prendete in considerazione l’adesione a gruppi LinkedIn pertinenti. Queste comunità più piccole sono luoghi sicuri in cui porre domande, condividere articoli stimolanti e avviare conversazioni.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

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Dopo aver fatto clic sul pulsante, verrà visualizzato un elenco di gruppi LinkedIn. Ora potete cercare una parola chiave relativa ai gruppi a cui desiderate partecipare. Usiamo, ad esempio, la parola chiave “marketing”. Notate come sono stati visualizzati migliaia di risultati.

Per perfezionare questi risultati, potete anche cercare una parola chiave più specifica come “social media marketing per piccole imprese”.

Cliccate su un gruppo che trovate interessante per saperne di più. Potete vedere quanti membri ha, quali dei vostri collegamenti sono membri e un breve riepilogo di ciò di cui parla il gruppo.

Una volta accettati nel gruppo, potete presentarvi, se consentito dal gruppo. Non deve essere presente una lunga introduzione. Potreste semplicemente condividere il vostro nome e la vostra professione e spiegare perché volete unirvi. Lasciate commenti, ponete domande e condividete tutto ciò che la vostra nuova cerchia professionale potrebbe trovare utile.

Tenete presente che l’obiettivo è trovare connessioni reali, che è ciò che cerca l’algoritmo di LinkedIn. Più connessioni reali avrete, maggiore sarà la vostra portata sulla piattaforma.

Entrate in contatto con persone che usano hashtag di rilevanza

Una caratteristica importante dell’algoritmo di LinkedIn è l’adattamento dei post nel feed relativamente ad una nicchia di riferimento. LinkedIn ha scoperto che alla maggior parte degli utenti sulla piattaforma piace leggere argomenti specifici di nicchia.

Il modo migliore per creare contenuti pertinenti alla vostra nicchia è capire cosa vogliono le vostre connessioni. Oltre a monitorare le discussioni nei vostri gruppi LinkedIn, seguite gli hashtag pertinenti per tenere traccia delle tendenze e degli sviluppi nella vostra area di competenza.

Recatevi, quindi, nella vostra home page e fate clic su Hashtag seguiti nel riquadro di navigazione a sinistra. Noterete un elenco di tutti gli hashtag che seguite.

LEGGI ANCHE: Giù le mani da LinkedIn: perché non puoi escluderlo dalla strategia della tua azienda

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

LinkedIn consiglierà un elenco di hashtag da seguire. Potrete anche cercare hashtag nella barra di ricerca nella parte superiore della pagina. Se ne trovate uno di vostro interesse, fate semplicemente clic su Segui sotto l’hashtag per iniziare a monitorarlo.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Vi consiglio di controllare chi scrive post con quell’hashtag. E se vedete qualcuno con cui desiderate connettervi, inviategli un breve messaggio di presentazione. Sincero e motivato possibilmente. Semplicemente che esprima un reale interesse.

Quando aggiungete alcuni hashtag su LinkedIn ai vostri contenuti, tenete a mente questi suggerimenti:

  • utilizzate da tre a cinque hashtag. Troppi hashtag possono in un certo senso inviare dei segnali contrastanti sulla vostra nicchia all’algoritmo di LinkedIn.
  • scegliete una varietà di hashtag LinkedIn ampi e di nicchia. Gli hashtag ampi (come #marketing) hanno migliaia di follower. Gli hashtag di nicchia (come #contentmarketingstrategies), saranno più mirati al vostro pubblico.

2. Create contenuti che servano alla vostra rete

Alla fine della giornata, la domanda più grande a cui l’algoritmo di LinkedIn vuole rispondere è: “In che modo i tuoi post avvantaggiano gli altri?” Il motto di LinkedIn è: “Persone che conosci, che parlano di cose a cui tieni”. La vostra identità, le vostre connessioni e interazioni dicono a LinkedIn chi trarrà il massimo vantaggio dai vostri post.

Iniziate a condividere contenuti con cui il vostro pubblico. La prima ora dopo aver condiviso un post è cruciale per le interazioni, quindi concentratevi sull’ottenere coinvolgimento non appena condividete qualcosa.

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3. Iniziate una conversazione

Un modo per ottenere più Mi piace e commenti è avviare una conversazione.

Ecco alcuni suggerimenti per farlo:

  • Fate una domanda. Le domande richiedono risposte. Se ponete delle domande, il vostro pubblico risponderà. Pensate ad un elenco di domande di cui non conoscete la risposta diretta e pubblicate post su LinkedIn.
  • Accendete il dibattito: invitare al dibattito potrebbe sembrare intimidatorio, ma questa tattica funziona per ottenere il coinvolgimento da parte del vostro pubblico. Rifletteteci. Se siete d’accordo con un’opinione in un post, probabilmente vi “piacerà” e andrete avanti. Se non siete d’accordo, sarete più propensi a commentare con il vostro punto di vista.
  • Create un post in elenco: i post in elenco possono rivelarsi davvero molto positivi in merito a parametri quali social engagement, ad esempio, proporre delle vere e proprie guide o riassunti di argomenti interessanti. Di seguito riportiamo un esempio di post di questo tipo. Sam Moss elenca i suoi libri preferiti per gli imprenditori. Il post è chiaro e di facile lettura. Invita gli autori a commentare taggandoli e chiede al suo pubblico di condividere i propri libri preferiti.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Avviare, quindi, una conversazione su LinkedIn è utile per il vostro pubblico. Non solo aumenta il coinvolgimento, ma invita anche a discussioni relative al vostro percorso, al vostro campo applicativo, attorno a ciò che sapete fare. Semplicemente.

4. Rendete i vostri contenuti più leggibili e memorabili

Il contenuto stesso è metà della creazione di un post LinkedIn accattivante. L’altra metà è la sua reale formattazione.

  • Migliorate la leggibilità con lo spazio bianco: lo spazio bianco rende i vostri post LinkedIn più lunghi e più facili da leggere. Avete mai notato che a volte dovete cliccare su “vedi altro…” per leggere il resto del post? Ecco: quando un utente fa clic su questo collegamento, segnala, istantaneamente, all’algoritmo di LinkedIn che sta interagendo con il post.
  • Distinguetevi nel feed di LinkedIn con elementi del brand: utilizzate gli elementi del vostro brand nei vostri i post per renderli riconoscibili come contenuti. Il marchio di Madeline Mann, ad esempio, utilizza in tutti i suoi post il proprio elemento distintivo. L’uso del colore arancione rende, inoltre, i suoi post luminosi e gli emoji mandarino attirano inevitabilmente l’attenzione.
    Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn
  • Aumentate la probabilità di commenti con @menzioni. Cercate di taggare altri professionisti solo se siete quasi sicuri che commenteranno il vostro contenuto. Altrimenti, potreste compromettere le possibilità di aumentare il coinvolgimento. Rimanete sempre fedeli ai vostri contenuti e non esagerate.

5. Analizzate i vostri post LinkedIn per identificare e modellare i contenuti con le migliori prestazioni

Se volete inviare i segnali giusti all’algoritmo di LinkedIn, i vostri post dovrebbero attirare il pubblico di destinazione/target. Date un’occhiata a chi sta visualizzando i vostri post.

Per fare ciò, recatevi sul vostro profilo LinkedIn e cercate la sezione Attività (che si trova proprio sotto la dashboard di LinkedIn ). Fate clic su Visualizza tutto in alto a destra.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Questo vi porterà a tutte le vostre attività su LinkedIn. Fate clic su Post per filtrare la vostra attività e mostrare solo i vostri post. Potete anche fare clic su Articoli se desiderate, invece, analizzare anche chi li vede.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Noterete, in fondo a ogni post, un’icona di analisi e le visualizzazioni totali ricevute dai vostri post. Fate clic sull’icona per controllare chi ha visualizzato il contenuto.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

LEGGI ANCHE: strategie per aumentare la fan base su Instagram

LinkedIn, successivamente, suddividerà le visualizzazioni per titolo di lavoro, posizione e persone con cui lavori.

Mentre osserverete queste statistiche, chiedetevi: “È questo il pubblico che voglio scegliere come target?”.

Queste metriche vi forniranno informazioni sul come potreste modificare i vostri post per raggiungere meglio il vostro pubblico ideale. Appare abbastanza chiaro che LinkedIn stia puntando sul fatto che il proprio feed sia visto come uno strumento pieno di informazioni altamente utili, quindi deve sapere chi siete. Cosa fate. Come interagite. Altrimenti, come possono individuare ciò di cui avete bisogno?

L’algoritmo di LinkedIn analizzerà i lavori, le competenze e le esperienze che avete condiviso. Partirà da qui e poi darà uno sguardo anche al contenuto che vi piace e alle connessioni con le quali interagite. Create, infine, una rete attorno alla vostra esperienza, unitevi a gruppi LinkedIn nella vostra nicchia e seguite gli hashtag pertinenti (lo ripetiamo). Condividete anche post pertinenti e specifici di nicchia per attirare conversazioni con connessioni reali.

I post autentici e di valore sono sempre i più significativi per l’algoritmo di LinkedIn. Se condividete la vostra esperienza con il vostro pubblico e apportate “valore” all’interno della piattaforma, i vostri contenuti organici otterranno una migliore visibilità nel feed di LinkedIn. Non perdete tempo! Iniziate ora.

facebook campus

Week in Social: da Facebook Campus all’algoritmo di TikTok

Il mondo dei social media è sempre in movimento, si sa. E tra una notizia e un aggiornamento, è bene restare al passo per non rischiare di non trovare più il tasto del Business Manager su Facebook!

Sì, ce lo avete scritto in tanti nei commenti dopo il nostro articolo sul nuovo layout desktop del social e non potevamo non dare voce alle vostre proteste.

Ma nonostante questo dubbio amletico, andiamo avanti e continuiamo a seguire tutte le ultime novità. Eccole qui per voi!

nuovo layout facebook

Universo Facebook

Facebook delinea nuove misure per le elezioni presidenziali americane. Le azioni aggiuntive puntano a proteggere gli elettori dalle manipolazioni dovute a fake news e deepfake. Ai post saranno quindi aggiunte una serie di etichette informative.

Nel frattempo Facebook non ferma il suo processo di integrazione tra le varie piattaforme di sua proprietà e ora sta permettendo ad alcuni utenti di visualizzare le storie di Instagram su Facebook. Si tratterebbe di un test che potrebbe presto concretizzarsi in una nuova funzionalità.

Arrivano anche nuovi strumenti per Facebook Watch. Il social ha aggiunto alcuni tool di personalizzazione per guardare, segnalare video organici e ricevere insight sulle loro performance. Utili e da conoscere se si sta puntando su questa strategia.

Facebook Watch, infatti, secondo gli ultimi dati rilasciati ha raggiunto oltre 1,25 miliardi di visitatori mensili. Il social network ha ripercorso gli ultimi aggiornamenti sia per gli spettatori sia per i creatori di contenuti che hanno permesso la crescita, tra cui una migliore navigazione, la cura dei contenuti da parte di esperti e un machine learning più intelligente.

E ancora Facebook ci darà altri modi per esportare foto e video all’interno dell’iniziativa sulla portabilità dei dati della piattaforma: ora per gli utenti sarà possibile esportare i propri contenuti pubblicati anche tramite Dropbox e Koofr, oltre che con Google Photos.

Infine, l’ultima notizia è quella relativa ad un ritorno alle origini di Facebook, che ha lanciato “Campus”, uno spazio dedicato agli studenti del college, proprio come l’originaria versione del social.

Nel frattempo su Instagram…

Nel feed principale di Instagram comparirà anche la visualizzazione dei “Reels suggeriti”, mentre a breve sarà lanciata un’analisi mensile delle tendenze di questo nuovo formato.

Instagram sta anche testando alcune variazioni per la visualizzazione di Reels e tab Shop. Dopo aver recentemente lanciato una scheda dedicata alla nuova funzione video nella schermata iniziale in India, vuole ora esportarla anche in tutte le altre regioni in cui Reels è già disponibile.

Pianeta TikTok

TikTok aderisce al Codice di Condotta contro l’incitamento all’odio online. L’annuncio, a firma di Cormac Keenan, Head of Trust and Safety EMEA, punta a sottolineare la sicurezza della piattaforma come spazio creativo per la community, dopo che il video di un suicidio ha iniziato a circolare sul social.

La piattaforma ha anche introdotto Stitch, un’opzione che consente ai creator di ritagliare e integrare le scene dei video di altri utenti nei propri. Nella didascalia è possibile attribuire i credit con un collegamento diretto al video originale.

Infine, TikTok ha condiviso nuove informazioni sul funzionamento del suo feed. Quello che diventa più chiaro è che la piattaforma si tara sulle preferenze dell’utente da subito e mira ad evitare ripetizioni come vedere più video con la stessa musica o dello stesso autore.

Forse anche per questo ad agosto l’app è stata ancora una volta la più scaricata tra quelle che non riguardano il gaming.

LEGGI ANCHE: TikTok apre il suo algoritmo e sfida i concorrenti a fare lo stesso

week in social

In breve

LinkedIn Stories. Il social testa un’opzione per aggiungere link nei contenuti effimeri. Attraverso swipe up sarà possibile accedere direttamente all’URL.

Su Spotify arriva una funzione karaoke. La modalità è ancora in fase di studio e potrebbe rimanere un test per migliorare l’esperienza utente. Ma dopo l’annuncio del rilascio dell’app Twitch Sings di Amazon a gennaio, la nuova feature potrebbe arrivare sui device in tempi rapidi.

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KitKat Australia lancia uno speciale ‘Have a Break pack’ e lo fa per una buona causa

  • KitKat stringe una collaborazione con l’ente benefico “RU OK?” a sostegno della prevenzione dei suicidi, in Australia.
  • Per l’occasione il suo packaging si veste di nuovo, invitando tutte le persone ad un comportamento più attento e altruista. 

 

Il famoso payoff dello snack KitKat Have a Break– ci ha sempre invitato a concederci una meritata pausa dai momenti più stressanti. Ma questa volta il suo invito è rivolto ad una situazione particolare e per una causa molto più importante. In un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, Nestlè Australia ha stretto una partnership in prima linea con l’Organizzazione benefica “RU OK? che ha avviato un progetto di sostegno contro i rischi del suicidio attraverso un portale interamente dedicato alle diverse situazioni di negatività.

Una conversazione che potrebbe cambiarti la vita

Il brand, famoso da sempre per invogliare a prendersi una spensierata pausa dal lavoro e da circostanze impegnative, stavolta vuole incoraggiare le persone ad esternare le proprie emozioni negative, come solitudine paura o smarrimento, coinvolgendo altrettante persone nell’ascolto e nel supporto a distanza. Un punto molto importante di condivisione e di conversazione che si trasforma in dialogo e che diventa dunque aiuto prezioso specialmente in determinati frangenti.

Una sensibile iniziativa quella di Nestlè che purtroppo ancora non vedremo in Italia ma che sarebbe davvero necessaria, non solo in questo momento storico un po’ critico. Molte sono infatti le persone che non riescono a reggere il peso delle delusioni e quello di una vita che non va esattamente nella giusta direzione; poche sono le richieste di aiuto come poche sono le persone che riescono ad entrare in empatia con le altre. La società fatta di schermi, una quotidianità che va troppo di fretta, la paura di non farcela.

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KitKat in una altruista edizione limitata

La campagna ‘Chit Chat’ per RU OK? di quest’anno vede KitKat come suo partner ufficiale che per l’occasione ha vestito di nuovo il suo dolce snack. Croccante dentro e solidale fuori, con il suo packaging creato ad hoc riportante la premurosa domanda RU OK? (Stai bene?) e che invita a collegarsi al sito per condividere pensieri e preoccupazioni grazie a conversazioni autentiche.

L’edizione limitata del pack del cioccolato KitKat, in vendita in Australia dagli inizi di settembre, è stata ideata proprio per aumentare la consapevolezza della necessità per tutti di fare una domanda tanto semplice quanto importante alle persone che abbiamo attorno. Stai bene? Potrebbe sembrare per la maggior parte di noi una frase retorica ma che si rivela di sicuro come un campanello di allarme per intuire una prima problematica in qualcuno dei nostri cari. Una domanda che va oltre: un’apertura ad un ascolto più profondo e a proposte di una conversazione meno frettolosa, più attenta ed insieme genuina.KitKat-pack-ruok-ninjamarketing

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L’importanza di sentirsi simili

Il progetto “RU OK?”con uno sguardo alla società si preoccupa di agevolare e suggerire connessioni reali ed autentiche. Unire le persone in un momento di fragilità, sostenere l’un l’altro attraverso l’espressione di debolezze comuni per non sentirsi diversi. Per non sentirsi soli e messi da parte. Insomma, un’azione altruista verso le persone a noi vicine e forse anche verso noi stessi. Una piattaforma di supporto che si augura di aiutare a prevenire lo scatenarsi di problematiche più profonde e che potrebbero, in alcuni casi, portare a pensieri di gesti estremi.

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L’organizzazione benefica sottolinea di non volersi sostituire ad un aiuto professionale e competente ma di porsi meramente come connettore di scambi empatici ed emotivi, ponendo l’attenzione sulla condivisione ed il dialogo reali, valori che purtroppo questa nuova società sta perdendo.

Ed in questo atto generoso, un’azienda così importante non poteva non condividerne il valore più alto: quello della vita.

Brand, social responsibility e salute mentale

Sono in particolare i consumatori della Gen Z che si trovano ad affrontare livelli di stress senza precedenti, che danno valore alla salute mentale e si aspettano che i marchi si impegnino anche con le loro esigenze emotive in modo sincero. Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Adolescent Health i tassi di depressione, autolesionismo e suicidio tra i ragazzi della Gen Z sono in aumento e sono addirittura raddoppiati nel corso del decennio in cui sono stati valutati gli studenti universitari.

Per questo l’esempio di KitKat è emblematico in questo particolare momento storico e può essere d’esempio per altri brand. La collaborazione con organizzazioni esterne può aiutare i marchi a mantenere la loro rilevanza attraverso la partecipazione, piuttosto che la semplice influenza.

È una linea sottile da bilanciare per i marchi e i marketer: infatti, se i social media sono uno dei punti di stress principale per i giovani, sono anche un canale di comunicazione fondamentale e utile per i brand.

Nella lotta per attrarre clienti della Gen Z, questa dicotomia si manifesta in modo ancora più importante.

L’American Psychological Association ha osservato che le notizie di sparatorie di massa, cambiamenti climatici e deportazioni sono altamente scatenanti e contribuiscono a creare un senso di ansia collettiva che permea la Gen Z, mentre i social media hanno promosso una cultura del cyberbullismo. Secondo un rapporto dell’UNICEF, un giovane su tre sperimenterà il cyberbullismo e la motivazione principale sarà il suo aspetto.

Lo spostamento dell’attenzione generazionale sulla salute mentale rappresenta un’opportunità per i brand, quando sono in grado di dare risposte al proprio pubblico. Posizionandosi come alleato, grazie alla collaborazione con organizzazioni e associazioni di beneficenza, possono mantenere la loro rilevanza.

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Campagne dei brand in evoluzione: alcuni esempi

Oltre a quello di KitKat, ci sembra utile riportare altri esempi pratici e case study per scoprire come i marchi possano davvero impegnarsi per le persone, amplificando la propria social responsibility.

Boohoo

Il rivenditore online orientato alla Gen Z, Boohoo, ha collaborato con l’ente di beneficenza anti-bullismo Ditch the Label per creare un video incentrato sulla causa, intitolato “The Insta-Lie”, che espone come la falsa percezione di vivere “vite migliori” sui social media abbassa l’autostima delle altre persone e rende più profonde le dipendenze online.

Adidas e Nike

Nel 2018 Adidas ha prodotto “Infinite Silence”, un cortometraggio del regista Max Luz, con protagonista il rapper e artista britannico Kojey Radical che parla di depressione, suicidio e dell’importanza del legame umano.

Lo scorso agosto, Nike ha lanciato le In My Feels Air Max, per raccogliere fondi per l’American Foundation for Suicide Prevention. La salute mentale è stata incorporata nel design della scarpa con un logo ondulato di swish reinterpretato per fare riferimento alle cime e alle valli della vita emotiva.

Le scarpe da 180 dollari sono andate esaurite in meno di 48 ore. Il successo delle scarpe da ginnastica indicava che la consapevolezza della salute mentale è in risonanza con i clienti.

nike salute mentale

JanSport

JanSport è un’azienda multinazionale che produce zaini e borse. Il brand ha dato il via a #LightenTheLoad, una campagna per aiutare a mettere in contatto i giovani con esperti della salute mentale – soprattutto nel periodo di acuto stress della pandemia COVID-19.

Ogni mercoledì di maggio, sul canale Instagram Live (con un archivio disponibile nella pagina dedicata alla campagna sul loro sito web), l’azienda ha proposto conversazioni con terapisti esperti.

Il marchio ha anche pubblicato sul suo sito informazioni di base, ma coinvolgenti, sulla salute mentale di organizzazioni come la National Alliance on Mental Illness (NAMI) e l’American Psychological Association, insieme a informazioni su linee telefoniche di aiuto in situazioni di emergenza.

scuola

Back to school: come sarà il rientro sui banchi quest’anno (secondo i social)

  • Dopo mesi di didattica online, quest’anno sarà caratterizzato da un rientro sui banchi di scuola diverso dal solito.
  • Dai social trend emergono nuove forme di insegnamento, con i genitori impegnati a identificare opzioni di apprendimento alternative e soluzioni domestiche anche per la gestione degli spazi.

 

Con le persistenti incertezze legate al COVID, milioni di persone si stanno rivolgendo a Pinterest per affrontare l’imminente anno scolastico, indipendentemente da come si svolgerà. Infatti, anche se in Italia per la maggior parte degli studenti il mese di settembre segnerà il ritorno alla normalità, dopo mesi di didattica online, per altri quest’anno sarà caratterizzato da un rientro sui banchi di scuola diverso dal solito, con ricerche legate alle lezioni da casa arrivate a picchi mai raggiunti in precedenza.

Secondo i dati raccolti da Deloitte, il ritorno a scuola durante la pandemia ha fatto crescere le ansie dei genitori riguardo a salute e finanze familiari in tutto il mondo, portandoli anche a mettere in discussione la qualità dell’istruzione che gli studenti hanno ricevuto questa primavera. La preoccupazione che gli studenti siano rimasti indietro è evidente, con solo la metà dei genitori soddisfatti dell’istruzione fornita.

La stagione di incertezza cambierà con molta probabilità il modo in cui i consumatori affronteranno il ritorno a scuola (e all’università), soprattutto per quanto riguarda i loro acquisti. Sono tendenze che stiamo già ampiamente sperimentando in Italia, dove ad esempio, pare esserci stato un esodo di studenti verso le sedi universitarie del Sud.

Negli Stati Uniti, è stato calcolato che la spesa per il ritorno a scuola dovrebbe raggiungere i 28,1 miliardi di dollari, con una media di 529 dollari per studente nelle famiglie che acquistano abbigliamento, forniture, computer ed elettronica per i bambini fino a 12 anni. In particolare c’è una maggiore enfasi sugli strumenti di apprendimento basati sulla tecnologia.

E in Italia? Un’idea abbastanza completa di come si stiano orientando le scelte di studenti e genitori e di come si stiano preparando al back to school 2020 ce la offrono gli ultimi trend di ricerca sui social.

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scuola

Il ritorno a scuola su Pinterest

Secondo alcuni dei trend di ricerca più significativi per il back to school su Pinterest, che vedono studenti ed insegnanti proiettati verso un anno scolastico sicuramente differente dai precedenti, emergono nuove forme di insegnamento, con i genitori impegnati a identificare opzioni di apprendimento alternative, tra cui:

Dato l’aumento di bambini che studieranno da casa, crescono anche le ricerche legate all’allestimento di postazioni per domestiche, con i genitori intenti a replicare gli ambienti scolastici:

Gli acquisti legati alla ripresa della scuola evidenziano alcune differenze, come dimostrano le ricerche per nuovi capi d’abbigliamento e quelle relative all’arredamento, che possa consentire ai bambini di svolgere le lezioni anche da casa:

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AltSchool, la buona scuola reinventata dalle startup

L’arredamento in cima ai pensieri per il back to school

Con l’inizio di un anno scolastico senza precedenti, i comportamenti d’acquisto legati al rientro a scuola si stanno modificando, riflettendo questo periodo di cambiamenti ed incertezza. In particolare, le persone si stanno rivolgendo ai social anche per pianificare ed acquistare tutto ciò di cui hanno bisogno per organizzare gli spazi di apprendimento tra le mura della propria casa, come dimostra il recente report di Pinterest. Dai nuovi metodi per organizzare le scrivanie alla ricerca del perfetto arredamento per le stanze, i Pinner guardano fiduciosi ad un anno scolastico produttivo e pieno di ispirazioni, indipendentemente da dove svolgeranno le proprie lezioni.

Di seguito i principali trend di ricerca relativi sia ai Millennial che alla Generazione Z.

Gli studenti universitari si stanno attrezzando per un anno scolastico senza precedenti e le ricerche della Generazione Z relative a nuovi metodi per creare un ambiente in casa che li possa ispirare nello studio sono in forte crescita:

La Generazione Z è in cerca di ispirazioni per l’arredamento, con ricerche per scrivanie specifiche e stili di sedute tra cui:

Anche le ricerche per elementi decorativi son cresciute tra la Generazione Z. Infine, i genitori si stanno concentrando sul creare ed organizzare spazi per consentire ai propri figli di svolgere le lezioni da casa:

diversity

Il progetto “TrueColors” ci mostra cosa manca oggi per il diversity management

  • Cosa accadrebbe se i colori dei loghi dei più famosi brand esprimessero il colore del proprio top management?
  • A creare questa sorta di inside out, ci ha pensato il profilo Instagram @truecolors.official, powered by Eleonor Rask, direttrice artistica della famosa agenzia pubblicitaria di San Francisco, Goodbye Silverston&Parteners.
  • Ad oggi, nonostante le molteplici pressioni subite dalle aziende per cambiare la diversità della propria leadership, per il diversity management c’è ancora tanto da fare.

 

Django Unchained, di Quentin Tarantino, ispirato allo spaghetti- western Django (famoso film degli anni Sessanta con protagonista Franco Nero), racconta la storia di uno schiavo di colore (Jamie Foxx), che diventa un cacciatore di taglie sotto la guida di un ex dottore (Christoph Waltz).

Dopo aver lavorato insieme per tutto l’inverno, la coppia inizia poi a cercare la moglie dell’ormai uomo libero Django, Broomhilda, schiava del crudele proprietario terriero interpretato da Leonardo Di Caprio.

Candidato a cinque statuette ai Premi Oscar 2013, il film di Tarantino ne conquistò due.

In Italia il filma incassò 400.000 euro nel primo giorno di proiezione.

Ma cosa ne sarebbe stato del film se il protagonista fosse stato bianco? Probabilmente la trama sarebbe stata stravolta e la pellicola non avrebbe avuto alcun senso.

Immaginiamo, ancora, Will Smith in La Ricerca della Felicità. Avrebbe avuto lo stesso successo con un attore non di colore?

Continuando la stessa riflessione nel mondo del business, immaginiamo che i colori dei loghi dei più famosi brand diventino quanto più simili possibili al colore del proprio top management. Cosa succederebbe?

Il progetto TrueCcolors

Probabilmente i brand non sarebbero più distinguibili.

Nonostante le posizioni pubbliche prese in merito al razzismo, soprattutto durante l’esplosione del movimento Black Lives Matters, molti famosissimi brand continuano ad avere una leadership bianca tra le fila dei C-levels.

Il tutto mentre il mondo aziendale è costantemente sotto pressione per cambiare la diversità della propria leadership.

Adidas è 100% white, CNN è al 93% white, Tiffany&Co è per l’88% white.

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true colors diversity management

Seguono poi Nike (85% white), Microsoft (81% white), Apple e Mc Donald (77% white). Fanno di meglio Uber (al 50%) e Hulu (al 44%), azienda che offre servizio internet di video su richiesta operante nella distribuzione di film, serie TV e contenuti di intrattenimento.

true colors diversity management

L’ideatrice di quest’assurdo, stimolatore di profonde riflessioni, è Eleonor Rask, direttrice artistica della famosa agenzia pubblicitaria di San Francisco, Goodbye Silverston&Parteners (GSP).

In questo caso, però il progetto non è affiliato con GSP. L’agenzia ha comunque una storia di impegno nel dialogo civico. A giugno, i direttori creativi associati Rony Castor e Anthony O’Neill Hanno lanciato il messaggio Being Black Is Not a Crime, supportando la comunità nera e il movimento Black Lives Matter.

true colors diversity management

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Rask ha preso i loghi, li ha resi neri e poi ha applicato una sovrapposizione di colore bianco su ciascuno.

Ha scelto di non utilizzare un vero bianco in modo che, anche nel caso di un’azienda con un alto rapporto di leadership bianca, il logo potesse essere ugualmente visibile.

Rask ha poi adeguato la percentuale in modo che corrispondesse a quella di ciascuna società.

Il tutto è racchiuso nell’account Instagram @truecolors. official.

Apparso il 22 luglio, riproduce le immagini di famosi brand secondo la percentuale del numero di professionisti bianchi o neri presenti ai vertici aziendali.

Diversity management

La provocazione si inserisce perfettamente nel contesto della lotta al razzismo, supportando pienamente il messaggio promosso dal movimento Black Lives Matter.

Stimola, inoltre, una serie di riflessioni in merito al cosiddetto diversity management.

true colors diversity management

Nato negli USA sul finire degli anni Ottanta, il diversity management rappresenta un nuovo approccio alle persone all’interno delle risorse umane aziendali, in grado di valorizzare la diversità.

Fino a non molto tempo fa vigeva tuttavia una prospettiva che tendeva ad annullare le differenze e le diversità, secondo un modello in cui il lavoratore tipo era identificato con una persona sana, generalmente dalla pelle bianca e soprattutto di sesso maschile.

Solo sul finire degli ’80, molte aziende US based cominciarono ad accorgersi dell’enorme potenziale che andava sprecato in ragione delle discriminazioni.

L’intento del diversity management è quello di creare un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi.

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Diverso è più bello

Guardando le percentuali white di @truecolors.official sembra però debbano essere fatti molti passi avanti.

In effetti, sono ancora molte le aziende che, nonostante lancino messaggi di supporto nei confronti del movimento “Black Lives Matter”, hanno vertici poco diversificati.

Il tutto nonostante molteplici studi condotti da importanti Business School dimostrino come la diversità sia un valore aggiunto che fa bene al business.

Diversità a tutto campo: culturale, di genere, religiosa.

E se per Django c’è stato il lieto fine, con la conquista della suo riscatto umano e sociale, rimaniamo fiduciosi e in attesa del lieto fine per il mondo del business.

Fingers crossed.

nuovo layout facebook

Tutto quello che dovresti sapere sul nuovo layout desktop di Facebook (e cosa ne pensiamo)

  • La nuova interfaccia grafica di Facebook è ormai disponibile per tutti gli utenti ed è qui per restare!
  • Tra i vantaggi del nuovo layout Facebook: semplicità, velocità e possibilità di attivare il dark mode, ma non tutti ne sono entusiasti.

 

Facebook ha cambiato il layout del sito in modo permanente. Il social network più famoso ha finalmente deciso di aggiornare l’aspetto della versione web, dandogli un volto più in linea con quello della sua versione per dispositivi mobili.

Vi è capitato di notare il nuovo design del sito di Facebook? Se la risposta è no, non è perché siete distratti. Probabilmente è perché lo usate principalmente attraverso la sua applicazione mobile su iOS o su Android, come la maggior parte degli utenti. Ma se si prova ad accedere a Facebook attraverso un PC, si noterà che è avvenuto un grande cambiamento nel design.

Facebook stessa ha ammesso che il sito desktop non aveva tenuto il passo con la versione mobile e che già da tempo, stava cercando di risolvere il problema.

È stato inoltre dichiarato che durante la costruzione del nuovo sito desktop, si è data priorità alla velocità di caricamento e alla reattività dell’interfaccia. Pertanto, il social network dovrebbe caricare solo le risorse di cui si ha bisogno al momento, senza sovraccaricare il browser con richieste aggiuntive.

Facebook è stato lanciato nel 2004 come un semplice sito web PHP con server-rendered. Nel corso del tempo, sono stati aggiunti strati su strati di nuove tecnologie per offrire funzionalità più interattive. Ognuna di queste nuove funzionalità e tecnologie ha inevitabilmente rallentato il sito rendendo più difficile la sua manutenzione. Questo ha reso necessario fare un passo indietro e ripensare ad una nuova architettura riprogettandola da zero. È stata necessaria quindi una riscrittura completa dell’interfaccia utente.

Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

Semplicità e chiarezza

La prima impressione che si ha guardando il nuovo sito è che sia sicuramente più spoglio e più simile ad un’app rispetto alla vecchia versione. Più evidenza alle storie, ai gruppi e un feed più centrale, con icone più grandi e un layout nettamente più pulito. A livello pratico, grazie alle grandi icone, assumono maggiore importanza i link alle sezioni Eventi, Watch, Marketplace e Gruppi.

Innegabile quindi è la sua enorme somiglianza con l’applicazione per dispositivi mobili. I programmatori hanno capito che gli utenti che seguono il loro social network hanno più familiarità con la versione mobile, quindi perché non unificare l’aspetto di entrambe le versioni?

Un cambiamento importante ha a che fare con l’interazione degli utenti con le pubblicazioni sul loro feed. Durante la visualizzazione di una foto o di un video, verranno eseguiti a schermo intero con una sezione di commenti situato sulla destra per non distogliere troppo l’attenzione dal contenuto ma in modo da poter interagire facilmente con esso.

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Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

Finalmente Dark Mode

L’inclusione di una modalità scura è qualcosa che possiamo trovare in quasi tutte le applicazioni. Per questo motivo il social network di Mark Zuckerberg ha implementato una nuova modalità scura all’interno del nuovo design di Facebook con la quale è possibile modificare lo sfondo bianco in uno sfondo nero, evitando così il problema dell’affaticamento degli occhi e del consumo eccessivo di batteria.

Questa utilissima opzione permetterà ai nostri occhi di riposare di più, soprattutto quando si usa il social network di notte o in qualsiasi ambiente buio. Ma diciamoci la verità, molti di noi la aspettavano prettamente per una predilezione estetica che questa modalità porta con sé. Per attivarla e disattivarla, basta cliccare sulla freccia in alto a destra e spunterà l’interruttore con la scritta “Sfondo Nero”. Va anche detto che la prima volta che si attiva il nuovo aspetto di Facebook, il social network consentirà di scegliere tra la modalità chiara e scura. Ma non preoccupatevi poiché sarà sempre possibile cambiare la modalità in base alle nostre preferenze.

Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

Scorciatoie, icone e barra laterale

Tra le principali novità che il nuovo design di Facebook porta con sé, troviamo senza ombra di dubbio la sua facilità d’uso, grazie alla semplificazione di accesso a ciascuna delle sue sezioni.

La sua rinnovata barra laterale sinistra contenente tutte le nostre app, pagine e gruppi e le grandi icone centrali, danno la sensazione di avere sin da subito tutto sotto controllo. Facebook ha apportato grandi cambiamenti nell’aspetto visivo, con il carattere dei testi di una dimensione più grande e più chiara e diversi elementi visivi più grandi in modo che siano più facili da trovare. In breve, una pagina del profilo completamente rifinita a livello visivo con tutti gli elementi a portata di mano.

In generale, tutte le sezioni di Facebook sono ora meglio definite e più accessibili. Se si guarda sul lato destro, troveremo tutte le notifiche del feed con le reazioni rapide. Altro elemento a risaltare rispetto alla barra laterale destra, e che ha anche subito qualche ritocco, è l’icona “+”, che ci permetterà di accedere direttamente alla creazione di vari contenuti tramite un menù a tendina con tutte le opzioni disponibili. Grazie a questa icona si può creare velocemente una pagina, pubblicare un annuncio, creare un nuovo gruppo, organizzare un evento, vendere qualcosa sul marketplace, caricare una storia, fare una raccolta fondi o semplicemente pubblicare un post normale. È un’opzione molto pratica, si può fare tutto dallo stesso pulsante e non si deve perdere tempo a cercare l’opzione desiderata tra migliaia di opzioni.

Infine arriviamo ad un altro dei punti importanti di questa riprogettazione, la barra superiore. Qui sono raggruppate le opzioni più utilizzate del social network, in modo da poter selezionare quella che si desidera comodamente e rapidamente. Da sinistra a destra troviamo l’icona “Home” contenente tutte le pubblicazioni dei nostri amici e delle pagine che seguiamo abitualmente. Subito dopo troviamo l’icona “Pagine“, da cui si accede rapidamente alle pagine gestite. Se nel vostro caso non avete Pagine gestite, troverete semplicemente l’icona “Amici” in cui ci sono le notifiche ad eventuali richieste di contatto e suggerimenti su persone che potresti conoscere. Successivamente, arriva l’icona per guardare i video “Watch“, dove è possibile vedere tutti i video del social network, inclusi i video in primo piano e i video salvati. La seguente icona corrisponde al “Marketplace”, dove si può acquistare e vendere di tutto, con diverse categorie di prodotti. Infine, abbiamo l’icona “Gruppi”, dalla quale abbiamo accesso ai nostri gruppi.

Queste sono le principali novità che porta il nuovo design del sito di Facebook. Sebbene non siano così profonde, forniscono un’aria fresca in termini di usabilità e velocità nella navigazione.

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Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

Nuovo design, nuovi grattacapo per i marketer

Come sempre, quando si verificano dei significativi aggiornamenti dei social media, il nuovo design di Facebook è stato accolto da feedback e critiche, soprattutto da parte dei professionisti del marketing. Ad essere onesti, questo è probabilmente uno degli aggiornamenti più drastici che Facebook ha subito negli ultimi anni e include importanti cambiamenti di layout e nuove funzionalità per quanto riguarda gli strumenti per fare advertising. Per i professionisti del marketing, il nuovo design di Facebook, offre più di qualche cambiamento che potrebbe richiedere un po’ di tempo per abituarsi.

La famosa icona della bandiera arancione che rappresenta le Pagine è presente sia nella barra laterale a sinistra sia nella barra superiore. Questo ci fa capire come sia stata data maggiore importante a questa sezione. Facendo clic sull’icona Pagine si accede ad una nuova schermata dove è possibile visualizzare tutte le Pagine di Facebook e tutte le notifiche relative ad esse in un’ampia colonna laterale. Non si sa per quale preciso motivo, lo stesso elenco delle nostre pagine, si trova duplicato in un’altra barra laterale ad elenco nella stessa schermata.

Quando si seleziona una pagina specifica da visitare, si ottiene una vista che ricorda quella del vecchio design, ma con molte differenze evidenti. Invece di trovare la navigazione principale della pagina in alto, ora essa si trova nella barra laterale sinistra. Questa barra laterale è anche l’unico modo per navigare verso le altre pagine senza tornare alla Home principale. Stranamente, il menu a tendina che mostra le tue pagine aggiuntive non mostra se hanno nuove notifiche come invece mostrato in maniera duplicato nella schermata precedente.

Sappiamo bene come Facebook stia esortando da tempo i marketer ad utilizzare Creator Studio per la programmazione e la redazione dei post. Proprio per questo, molti addetti ai lavori si aspettavano che con la riprogrammazione del design, sarebbe stato il momento ideale per ritirare finalmente gli “Strumenti di Pubblicazione”. Invece ritroviamo l’intera sezione nella barra laterale sinistra.

Il nuovo Facebook dà più valore ed importanza alla scheda Insight. Essa ora si trova nella barra laterale sinistra nella vista principale della pagina, una differenza questa enorme rispetto al vecchio design di Facebook. Questo potrebbe essere un utile cambiamento per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta al social media marketing e che vogliono acquisire maggiore familiarità con le analisi della loro pagina.

La sezione “Informazioni” viene mostrata subito sotto l’area superiore di una pagina, rendendo più facile per i visitatori trovare i dettagli di contatto, la descrizione dell’azienda e le informazioni sugli altri social media.

Non sembra che ci siano grossi cambiamenti per quanto riguarda l’immagine di copertina. Bisogna dire però che ora ricopre una posizione dominante con tutto il resto della pagina sotto di essa, inclusa l’immagine del profilo. Le schede che prima erano elencate verticalmente sotto l’immagine del profilo per cose come Eventi, Foto e Video, sono ora elencate orizzontalmente sotto di essa. Una Pagina mostrerà le prime quattro di queste schede e il resto sarà nascosto sotto un menu a tendina. Questo costringerà gli amministratori ad essere più attenti al loro ordine. Scorrendo verso il basso, inoltre, le schede scompaiono mentre l’immagine del profilo, il nome della pagina, il pulsante “Azione”, il pulsante “Messaggio” e il pulsante “Mi piace”. restano tutti in cima ben visibili.

Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

Il nuovo layout Facebook dal punto di vista dell’utente e del marketer

Abbiamo analizzato nel complesso il nuovo desing del sito di Facebook che sicuramente sarà molto da assimilare.

Bisogna però fare una differenza tra chi lo usa per svago e chi invece, come strumento di lavoro. Se per l’utente classico è solo questione di abituarsi agli spostamenti “delle cose” ed alla nuova interfaccia, diversa appare la situazione per chi invece lo utilizza quotidianamente per il proprio lavoro. In questo caso si poteva soprassedere al tempo perso nell’assimilazione sulle novità grafiche e sul tempo di assimilazione dei cambiamenti alla struttura, in cambio però ci si aspettava che alcuni difetti e bug fossero risolti. Non solo la navigazione sembra aver bisogno di una maggiore razionalizzazione, ma molti dei problemi della vecchia versione persistono nell’aggiornamento. Le notifiche di Ghost Page infestano ancora la piattaforma e non possono essere cancellate. Il numero di Like e di Mi Piace continua ad esistere nonostante sia un inutile indicatore di vanità, e Creator Studio è afflitto da problemi di caricamento e si blocca continuamente.

Speriamo che Facebook continui a cercare il modo di rendere la piattaforma si più bella e moderna, ma soprattutto più efficiente per coloro che la utilizzano professionalmente. Potenziare e rendere stabile la sezione per i marketer deve diventare una priorità assoluta per il sito desktop, anche perché obiettivamente l’utilizzo di quest’ultimo per svago è ormai stato sostituito dalle app per mobile.

Come aumentare la reach organica sui canali social

Week in Social: dagli annunci politici su Facebook al fondo per creator di TikTok

Anche questa settimana non può mancare il recap delle principali notizie e novità dal mondo dei social media.

Partiamo subito con la classica Week in Social!

Galassia Facebook

Facebook non venderà nuovi annunci politici la settimana prima delle elezioni. La decisione fa parte di diverse iniziative elettorali annunciate ieri dal social.

A seguire anche le altre piattaforme stanno attuando iniziative simili. Pinterest, ad esempio, non pubblicherà annunci correlati alle sponsorizzate sulle elezioni.

Intanto Facebook vuole puntare di più sui topic, un po’ come accade su Twitter. Il social sta già testando una nuova funzione per seguire specifici argomenti e restare sempre aggiornati.

Da non perdere sul social per eccellenza, inoltre, una serie di corsi gratuiti per Community Manager. Con i gruppi che stanno diventando uno spazio sempre più importante per il social network, l’azienda ha annunciato un nuovo stream dedicato, all’interno del suo programma educativo Blueprint, per imparare a gestire efficacemente le interazioni e l’engagement.

Infine, Facebook sta testando una nuova funzionalità per le News. Gli utenti potranno collegare le loro iscrizioni ai siti di notizie in modo da non dover effettuare ripetutamente il login durante la lettura degli articoli su Facebook.

Universo Twitter

Migliora l’accessibilità di Twitter. Il social ha annunciato di voler aumentare le opzioni per rendere fruibile da tutti la piattaforma, anche grazie al lavoro di due nuovi team.

Novità importanti anche sui trending topic. La piattaforma infatti aggiungerà tweet e descrizioni ai trend per aiutare le persone a capire perché siano di tendenza.

Infine una curiosità, che ci fornisce però una importante informazione sui trend in atto: nella prima metà del 2020 il social ha contato ben 1 miliardo di tweet sul gaming. Le conversazioni sul tema hanno raggiunto il loro massimo storico, aumentando del 71% rispetto allo scorso anno. I picchi massimi sono stati registrati in occasione del rilascio di ‘Animal Crossing: New Horizons’ e del lancio della nuova console Playstation 5 di Sony.

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Pianeta LinkedIn

Nuovi strumenti di collegamento del personale. LinkedIn sta aggiungendo alcune nuove funzionalità alle Company Page, focalizzate sul mantenimento della connessione dei dipendenti e sulla massimizzazione delle opportunità di outreach.

LinkedIn

Mondo TikTok

TikTok ha lanciato un fondo per Creator. Disponibile in Europa una dotazione economica da 60 milioni di euro per offrire ai più bravi e brillanti creator della piattaforma l’opportunità di guadagnare grazie al loro talento.

Arriva anche una nuova integrazione tra TikTok e Teespring. La partnership consentirà ai creator di vendere prodotti direttamente sulla piattaforma, fornendo così nuove possibilità di monetizzazione.

tiktok

In breve

YouTube Blur. La piattaforma video sta lavorando a nuovi aggiornamenti per i suoi strumenti all’interno di YouTube Studio. Sarà più facile per i creator effettuare la sfocatura di elementi specifici all’interno dei loro clip in fase di caricamento.

Snapchat lancia gli shortcut. Ora è possibile inviare snap a più amici con un solo tocco, senza bisogno di creare una chat di gruppo. Attenzione però al pericolo SPAM!

no waste

Zero Waste: il futuro della ristorazione è a rifiuti zero

  • Secondo una recente ricerca condotta dalla FAO, per ogni chilogrammo di prodotto sprecato vengono immessi nell’atmosfera 4,5 chilogrammi di CO2.
  • I rifiuti alimentari rappresentano l’8% del totale dei gas serra prodotti dalle attività umane e la ristorazione continua ad essere uno dei complici più attivi di questo malcostume.
  • Ma il senso di colpa potrebbe presto svanire, grazie ad una crescente sensibilità ambientale, che sta guidando i ristoranti verso un futuro sempre più sostenibile.

 

In Europa, ogni anno, milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, con un contributo pro-capite pari a circa 180 chilogrammi/anno.

Un vizio, quello dello spreco, che vale oltre 36 miliardi di euro, di cui 16 solo in Italia (quasi l’1% del PIL nazionale). Tuttavia, secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Waste Watcher, non siamo noi il popolo più “sprecone” ma gli Olandesi, con ben 579 chilogrammi di cibo sprecato all’anno per persona.

rifiuti alimentari

Lo spreco alimentare è concausa del climate-change

Un primato che di certo non fa onore alla Terra dei Tulipani, soprattutto se consideriamo che l’impatto dello spreco non è solo di ordine economico ma anche ambientale. Secondo una recente ricerca condotta dalla FAO infatti – che tiene conto tanto del processo produttivo quanto di quello di smaltimento – per ogni chilogrammo di prodotto sprecato vengono immessi nell’atmosfera 4,5 chilogrammi di CO2.

Complessivamente, i rifiuti alimentari rappresentano l’8% del totale dei gas serra prodotti dalle attività umane, ed interessano tutta la filiera, dal campo alla tavola. E la ristorazione continua ad essere uno dei complici più attivi di questo malcostume.

Ma il senso di colpa potrebbe presto svanire, grazie ad una crescente sensibilità ambientale, che sta guidando i ristoranti verso un futuro sempre più sostenibile.

ristoranti a rifiuti zero

In Europa nascono i primi ristoranti Zero Waste

Spisehuset Rub & Stub, Copenaghen

A Copenaghen, ad esempio, definita come la capitale più green d’Europa, è nato nel 2013 il primo ristorante zero waste del mondo: lo Spisehuset Rub & Stub, dove il cibo utilizzato in cucina viene recuperato dagli scarti della grande distribuzione e dall’industria alimentare.

Qui, tutto il personale – dai cuochi ai camerieri – è composto da volontari e gli introiti sono destinati ad aiuti umanitari in Africa.

Il menù cambia ogni giorno, a seconda dei prodotti disponibili, con prezzi che variano dai 3 ai 15 euro, e riporta nel dettaglio utensili e tecniche di cottura impiegati.

Un’offerta trasparente dunque, che vuole informare il cliente, rendendolo consapevole delle proprie scelte.

Spisehuset Rub & Stub

Silo 39, Londra

Lo Spisehuset si è fatto portavoce di un’idea innovatrice, che ha ispirato molti chef. Tra questi, anche Douglas McMaster, che nel suo ristorante Silo 39 di Londra, ha adottato un sistema integrato per il recupero dei rifiuti, provenienti dalla cucina e dalla sala.

In particolare, ha installato una performante macchina di compostaggio, che trasforma gli avanzi in terriccio per l’agricoltura, utile ai contadini locali per nuove coltivazioni.

Un approccio che McMaster ama definire “pre-industriale”, poiché legato all’antico metodo di produzione del cibo. Oltre alla compostiera, è presente anche una macchina che trasforma l’acqua in una soluzione antibatterica disinfettante, naturale e atossica, adatta a tutte le superfici; un’alternativa non inquinante alla candeggina e ai detersivi.

Il ristorante segue anche altri accorgimenti, funzionali alla minimizzazione degli sprechi, in ottica rifiuti zero: dalla macinazione autonoma del grano per la produzione di pane ed altri lievitati, fino all’offerta gastronomica, che contempla soprattutto prodotti di origine vegetale.

Perfino l’estetica del locale è in armonia con la filosofia eco-friendly di Douglas: per la sua realizzazione, sono stati impiegati solo materiali naturali o riciclati. E sul tetto sono stati montati dei pannelli solari per una maggiore autosufficienza energetica.

Silo 39

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Rifiuti zero: un trend in crescita ovunque, tranne che in Italia

Il modello zero-waste (o rifiuti zero)rappresenta dunque un trend in crescita, sostenibile anche dal punto di vista economico, che però in Italia fatica ad affermarsi.

Nel nostro Paese infatti, manca un’adeguata cultura imprenditoriale: prevale una visione ancora tradizionalista – e romantica – del ristorante, fondata su scarse conoscenze gestionali ed organizzative, che oppone resistenza ai cambiamenti, alle novità.

Una forma mentis poco incline al progresso, ancorata ad idee e comportamenti ormai vecchi, sorpassati.

mentalità chiusa

Sostenibilità fa rima con profitto e bene comune

Ma come sempre, ci sono le eccezioni: alcuni ristoranti incentivano all’asporto del cibo avanzato attraverso doggy o family bag, oppure collaborano con associazioni solidali per la ricollocazione degli scarti, attraverso la realizzazione di veri e propri kit anti-spreco.

Iniziative che trovano il consenso della maggior parte degli Italiani e di Massimo Bottura, che in uno dei suoi ultimi libri Il pane è oro. Pasti straordinari con ingredienti ordinari, propone ricette alla portata di tutti per contrastare gli sprechi e puntare ai rifiuti zero.

Sostenibilità e profitto

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Che si tratti di un’operazione di marketing o meno, poco importa: oggi guardare alla sostenibilità significa generare profitto e fare il bene comune; due termini apparentemente antitetici, ma sempre più vicini, che mirano a porre fine alla vergogna dello spreco alimentare.

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