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Incremento eCommerce nel 2020: analisi e bilanci di fine anno

  • Per un brand o per un esercizio commerciale dovrebbe essere importante considerare il mondo digitale come un grande alleato
  • I potenziali clienti passano molto più tempo in compagnia dei propri device: sulle piattaforme social, su siti web di informazione e sulle proprie app
  • La grande sfida per il nuovo anno non è rappresentata solo dalla presenza digitale per le aziende, ma anche dall’ottimizzazione dell’esperienza dei potenziali clienti durante la navigazione (in modo particolare quella mobile)

 

È quasi terminato il 2020, un anno che ha costretto le persone a modificare profondamente le proprie abitudini, un anno che ha visto gli italiani passare molto più tempo fra le mura domestiche.
Oltre a fattori dovuti all’emergenza sanitaria come lockdown, restrizioni e divieti di assembramenti, il 2020 è stato anche caratterizzato da un notevole incremento del know-how digitale degli italiani: in particolare le persone si sono approcciate all’eCommerce come mai in passato, facendo registrare in generale una crescita del commercio elettronico.

Qualche numero sull’eCommerce in Italia

single's day cina ecommerce

Guardando i dati pubblicati da ISTAT nel report sul “Commercio al dettaglio Ottobre 2020”, salta all’occhio come l’utilizzo del commercio elettronico sia in forte aumento (+54,6%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (Ottobre 2019) e facendo registrare un valore pari a +32,3% durante i primi dieci mesi del 2020, rispetto al medesimo periodo del 2019.

L’eCommerce ha raggiunto un elevata diffusione ed è diventato oramai un canale di vendita primario: d’altra parte, nell’ultimo anno sia in Italia che in ogni altra parte del mondo, gli store fisici della maggior parte dei settori merceologici, non hanno potuto accogliere regolarmente i propri clienti. Molte persone si sono riversate quindi sui canali digitali per effettuare le proprie spese ordinarie e anche quelle extra.

È probabile che i brand o i negozi che non hanno adottato in tempo utile delle efficaci strategie di marketing digitale o che non si siano attrezzati adeguatamente per le vendite online, abbiano creato un distacco con i propri clienti abituali o con i potenziali acquirenti.

Va considerato che in questi dati non sono stati conteggiati i numeri delle vendite riguardanti i mesi di novembre e dicembre 2020, e quindi ricorrenze come il Black Friday, il Cyber Monday e tutto il Christmas Time: momenti storicamente favorevoli per il commercio.

Quest’anno, inoltre, nel lasso di tempo tra il Black Friday e il Cyber Monday, secondo alcuni report, vi è stato un notevole incremento del commercio elettronico e del numero di consumatori che hanno approfittato delle numerose promozioni a livello mondiale.

Presumibilmente in Italia, molte persone dopo aver utilizzato lo strumento eCommerce per quasi un anno, anche per i regali e le spese natalizie ricorreranno ancora una volta ad esso, andando a far crescere i dati menzionati.

LEGGI ANCHE: Eventi, eCommerce, tecnologia: cosa è cambiato e quali sono i trend da tenere d’occhio

eCommerce: opportunità o minaccia?

Per un brand o per un esercizio commerciale dovrebbe essere importante considerare il digitale come un grande alleato, soprattutto in un periodo come quello che si sta vivendo, durante il quale i potenziali clienti passano molto più tempo in compagnia dei propri devices (notebook, smartphone e tablet) sulle piattaforme social, su siti web di informazione e sulle proprie app.

Infatti considerando il know-how acquisito, è importantissimo dare la possibilità di acquistare un prodotto anche su uno store online, di poterlo pagare o prenotare tramite un link inviato via sms o tramite un servizio di messaggistica istantanea o addirittura avere a disposizione una vetrina dei propri prodotti sui principali social network.

Un altro aspetto fondamentale, per attivare un’efficace strategia di eCommerce, è supportare questo canale di vendita con un piano marketing digitale strutturato oltre che informare chiaramente il cliente su tutto quello che può interessargli prima di un acquisto, assicurandogli un’esperienza positiva e completa: prezzo e caratteristiche del prodotto, modalità, tempi di spedizione, possibilità di reso, free shipping (solo per citare alcune delle informazioni che non devono mancare).

Cosa ci si aspetta dal 2021?

burattino shopping online

La grande sfida per il nuovo anno non è rappresentata solo dalla presenza digitale per le aziende: ma anche dall’ottimizzare l’esperienza dei potenziali clienti durante la navigazione (in modo particolare quella mobile).

Come emerge da un articolo sul tema di Think with Google, molti utenti che si approcciano all’utilizzo di una piattaforma di eCommerce (tramite un dispositivo mobile) non concludono l’acquisto per molteplici cause: ad esempio scarsa velocità del sito web, difficoltà nella compilazione dei campi web (es. indirizzo di spedizione), bassa qualità delle foto del prodotto oppure la mancanza di trasparenza nella comunicazione dei costi.

Questo vuol dire: opportunità di vendita mancate, in quanto l’utente presumibilmente troverà un altro canale per finalizzare l’acquisto.

La sfida è davvero ingente per un brand o un esercizio commerciale che non ha mai utilizzato gli strumenti digitali: consolidare in pochi mesi la propria presenza online e allo stesso tempo garantire un’esperienza valida e appagante ai potenziali clienti.

Tuttavia ottimizzare il commercio elettronico potrebbe aiutare ad affrontare al meglio le sfide online ed offline del 2021.

stories instagram test

Le novità di Instagram che non avresti dovuto perdere nell’ultimo anno

  • Instagram è un social media in continuo aggiornamento e nel 2020 ha rilasciato nuove feature per rendere l’esperienza degli utenti più immersiva
  • In particolare il social ha sostenuto le piccole imprese colpite dalla crisi provocata dalla Pandemia da Covid-19 e ispirandosi a TikTok ha rilasciato nuove funzionalità

 

Come ogni dicembre tiriamo le somme facendo un riepilogo di cosa è successo durante l’anno e in questo caso lo facciamo dando uno sguardo ai social media.

Il 2020 ha portato tanti cambiamenti e ciò ha influito sul nostro modo di stare sui social, di sfruttarli per raggiungere obiettivi di business nuovi e diversi spinti dalla situazione economico-sociale.

Instagram, come social network frequentato da 1 miliardo di utenti attivi al mese, non ha potuto fare a meno di evolversi e aggiornarsi rispetto al cambiamento del mercato e del contesto sociale regalandoci nuove feature, nuovi contenuti e modi diversi per intrattenere, stare insieme a distanza, stimolare il comportamento d’acquisto e sostenere le piccole e medie imprese.

Ecco tutte le novità di Instagram del 2020

Instagram aggiorna l’archivio delle Stories

Già da molto tempo Instagram salvava le Stories dell’utente in Archivio. Da quest’anno ha iniziato a salvare le stories creando un vero e proprio calendario. L’interfaccia visiva ricorda proprio quella del calendario organizzato mensilmente su base giornaliera. Per l’instagramer è possibile visualizzare a ritroso le proprie stories fino alla prima pubblicazione. Ma non è tutto! Grazie alla geolocalizzazione, alla funzione Calendario è stata abbinata la creazione di una mappa dei luoghi in cui le stories sono state scattate.

archivio storie instagram

Buon Compleanno Instagram!

Il 6 ottobre 2020 Instagram ha compiuto 10 anni. A un decennio dalla sua nascita, il social network continua ad evolversi rilasciando nuove funzionalità per essere al passo con i cambiamenti sociali, di mercato e per mettersi in pari con la concorrenza.

In occasione del suo decimo compleanno, Instagram ha dato agli utenti la possibilità di personalizzare l’icona dell’app.

Interfaccia diversa e icone personalizzabili sono solo alcuni dei cambiamenti di layout. La home del social network continua ad aggiornarsi al rilascio di nuove funzionalità. Sono cambiati i menù per il caricamento dei contenuti ed è stata introdotta la scheda negozio che permette alle aziende di creare la propria vetrina e agli utenti di acquistare direttamente su Instagram. Al momento non è ancora possibile completare una transazione economica ma a Menlo Park ci stanno già lavorando.

LEGGI ANCHE: Instagram Reels: pro e contro della nuova funzione

Instagram sostiene le piccole imprese colpite dalla crisi

Durante i vari lockdown Instagram ha rilasciato alcuni sticker per sostenere il personale sanitario impegnato in prima linea alla lotta al Covid-19. Lo sticker relativo al personale medico è stato EROIINCORSIA che permette di taggare le stories di medici e infermieri che lavorano nei reparti covid degli ospedali. Un altro sticker rilasciato proprio durante il primo lockdown è stato IORESTOACASA. L’obiettivo di questo tag era ed è quello di invitare gli utenti a limitare le proprie uscite e rapporti fisici per sostenere la diminuzione della diffusione del virus condividendo foto e scatti in casa. Utilizzando gli sticker EROIINCORSIA ed IORESTOACASA è possibile taggare le proprie stories che in automatico confluiscono in una macro storia che le raccoglie tutte.

 

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Avendo più tempo da trascorrere sui social e potendo uscire di meno per acquistare prodotti, Instragram ha permesso agli utenti di Ordinare cibo tramite la piattaforma grazie alla funzione ORDINI DI CIBO. Questa feauture è stata sviluppata per le attività ristorative che per lunghe settimane e mesi hanno chiuso l’apertura al pubblico. Grazie a questa funzione è possibile aggiungere un pulsante nella tab di Instagram che permette di Ordinare Cibo. Inoltre questa funzione è stata molto utile per quelle attività che potendo vendere cibo solo ad asporto o a domicilio hanno trovato un modo per promuovere i nuovi servizi tramite le stories aggiungendo ORDINI DI CIBO come tag.

Per sensibilizzare gli utenti di Instagram a creare spazi gratuiti di visibilità per le aziende in difficoltà, è stato rilasciato lo sticker Compra a Km0. Tramite questo adesivo è possibile taggare i negozi in cui si sono acquistati i prodotti immortalati testimoniando la propria vicinanza all’attività regalando una clip tra le stories del proprio profilo.

Un’ultima ma non ultima feature rilasciata per sostenere le piccole imprese è BUONI REGALO. Gli utenti hanno la possibilità di acquistare buoni regalo convertibili in prodotti e/o servizi alla riapertura dell’attività commerciale chiusa.

Questa sensibilità che Instagram vuole trasferire agli utenti non è una novità di quest’anno. Già nel 2019 il social network rilasciava la funzione DONAZIONE per permettere agli instagramer di taggare cause sociali e raccogliere fondi al loro sostegno.

Instagram & Facebook verso l’eCommerce

Pare che Instagram e tutto l’universo di Facebook si stiano avvicinando sempre più al mondo delle e-commerce. Tra le novità del 2020 c’è stato il lancio delle Advertising nelle IGTV e della funzione Shopping implementanta per i Reels.

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Il 7 febbraio 2020 Jane Manchun Wong, tecnologa attenta alle news e i trend della Silicon Valley twittava “Instagram is working on IGTV Ads to let influencers monetize their content by running short ads on their IGTV Videos.

Instagram permette infatti agli influencer di monetizzare i propri contenuti rendendo possibile la visualizzarzione di brevi ads nei video delle loro IGTV. Se da un lato questa funzione permette un’incremento economico ai creator, lato utente un’ennesimo posizionamento pubblicitario può portare l’allontanamento dal social.

La novità più interessante di quest’anno, a mio parere è stata proprio l’implemento dei REELS. Per permettere ai suoi utenti di creare video con sottofondo musicale, Instagram ha preso spunto dal concorrente TikTok. Essendo un nuovo content, il social network sta regalando una bella impennata di visibilità organica ai Reels. Lato creator e aziende può essere utile sfruttare questa chance in un momento in cui i social stanno diventando sempre più paid network.

Per chiudere in bellezza il 2020, Instagram ha annunciato che aziende e creator potranno taggare i prodotti anche nei Reels con la funzione Branded Content.

LEGGI ANCHE: Social media marketing: 25 previsioni che segneranno il 2021

Esperienza personalizzata su Instagram

Instagram premia il tempo di permanenza. Per coinvolgere gli utenti e permettere loro di passare più tempo sul social, Instagram ha aumentato il tempo delle Dirette portandole a 4 ore.

Tra le altre feature rilasciate nel 2020 c’è la funzione Utenti con cui interagisci di meno che permette di verificare quali sono i profili con cui si è interagito di meno negli ultimi 90 giorni. L’obiettivo della funzione è di definire l’esperienza utente sempre più personalizzata. Per rendere più divertente la messaggistica in direct, invece, quest’anno è stata implementata la risposta alle stories con GIF.

instagram stories come usarle

Oltre le novità di Instagram 2020, cosa ci aspetterà nel 2021?

Se il 2020 è stato ricco di novità in casa IG, il 2021 si prospetta altrettanto interessante.

Tra le news delle ultime settimane vi sono la funzione Guide che consente agli utenti di creare guide di viaggio e raccomandazioni sui prodotti, e Watch Together per guardare insieme ad amici video contenuti su IGTV, Reels, programmi TV, film e video.

cashback

Come sta cambiando il modo di fare acquisti: dal digitale al cashback

Sarà difficile dimenticare un anno come questo e i motivi sono davvero tanti. Mancano pochi giorni alla fine del 2020, e lo ricorderemo soprattutto come un anno in cui tutti noi abbiamo cambiato totalmente le nostre abitudini senza nemmeno rendercene conto. La mattina, prima di recarci a lavoro, molti di noi erano soliti fermarsi al bar per un cornetto e un caffè al volo, e un’altra folle giornata iniziava tra corse in ufficio, appuntamenti vari e le lezioni in palestra. Sono bastati pochi mesi e ci siamo ritrovati a fare colazione, call con i colleghi e workout nel salotto di casa. Anche il modo di fare acquisti è cambiato, o meglio si è evoluto.

Quest’anno quante cose abbiamo ordinato online comodamente sdraiati sul divano? E quanto raramente abbiamo usati i contanti per fare acquisti nei negozietti sotto casa?

Sempre più persone comprano prodotti su Internet e utilizzano carte di credito per acquistare in qualsiasi negozio. Ovviamente non è una novità, ma in questi mesi è stata una vera e propria necessità che ha portato molti enti a creare dei servizi appositi per facilitare e migliorare questi diversi modi d’acquisto.

E ultimo arrivato (anche se non si tratta esattamente di una novità), avete sentito parlare del cashback? Alcuni già lo conoscevano, ma negli ultimi giorni è diventato un vero e proprio tormentone.

cashback

Che cos’è il cashback

Il cashback esiste già da qualche tempo ed è una sorta di piccolo rimborso, applicato da diversi negozi, brand e piattaforme di pagamento sulle spese effettuate dai clienti. È considerato un incentivo per favorire gli acquisti da parte delle persone, fidelizzando anche i clienti a quelle attività e aziende che hanno adottato questo sistema.

La cifra rimborsata è diversa da caso a caso, e ogni attività e app di pagamento definisce la propria percentuale. Inoltre il rimborso viene accreditato subito dopo aver fatto l’acquisto. Ecco perché non è uno sconto ma può essere considerato una sorta di ricompensa per la spesa effettuata, che sia in negozio oppure online.

In genere, il cashback funziona attraverso dei siti di affiliazione che guadagnano una percentuale sugli acquisti effettuati dai propri utenti nei negozi convenzionati, per poi riversare parte di questo guadagno sui consumatori stessi.

Nato inizialmente come un servizio puramente online, negli ultimi anni il cashback si è poi sempre più diffuso anche offline a livello locale grazie all’utilizzo di coupon creati appositamente allo scopo.

Solitamente il cashback pone un limite minimo da raggiungere per poter richiedere il pagamento (il cosiddetto “payout”), rendendo così necessaria per l’utente la fidelizzazione. E qui sta il vantaggio per l’esercente.

Se il cashback diventa di Stato

Negli ultimi giorni, dicevamo, si sta parlando moltissimo di Cashback di Stato, perché il Governo ha deciso di introdurre questo sistema con lo scopo di agevolare gli acquisti tracciabili, evitare il più possibile l’uso dei contanti e tenere sotto controllo l’evasione fiscale.

È un incentivo, quindi, per chi utilizza carte di credito, bancomat e app sul proprio smartphone per effettuare acquisti, ma in questo caso vale solo per quelli in negozio. Inoltre il Governo ha rilasciato anche un’applicazione per usufruire di questo servizio, App IO.

La misura si inserisce nel più ampio contesto di lotta al contante prevista, tra gli altri, anche dal decreto Agosto convertito in legge il 14 ottobre 2020. Di incentivi ai pagamenti elettronici d’altronde si parlava già nell’ultima manovra finanziaria, che aveva introdotto le disposizioni di un Cashback di Stato.

cashback

Cashback ed Extra Cashback di Natale: come funzionano

L’Extra Cashback di Natale è partito l’8 dicembre e si concluderà il 31 dicembre 2020 dovrebbe incentivare gli acquisti nei negozi fisici per le feste in questa difficile fase di crisi.

Per ricevere il payout sarà necessario effettuare almeno 10 operazioni cashless (cioè senza contanti) e sarà riconosciuto il 10% di rimborso, fino a un massimo di 1.500 euro di spesa (il rimborso sarà quindi di massimo 150 euro).

Ogni operazione di pagamento sarà considerata fino ad un massimo di 150 euro. Il primo cashback sarà accreditato a febbraio 2021 sull’Iban indicato al momento dell’adesione all’iniziativa tramite l’app IO.it o tramite gli altri sistemi messo a disposizione da banche e emittenti, come Enel X Pay, il conto digitale di Enel X che già integra l’opzione con possibilità di aderire al programma Cashback di Stato direttamente da App senza SPID e App extra.

Enel X Pay è il conto digitale di Enel X Financial Services, la società di Enel X che ha come obiettivo quello di portare, nel settore dei servizi finanziari, l’innovazione, i valori e la solidità del Gruppo Enel attraverso tecnologie, soluzioni all’avanguardia e servizi competitivi. Un modo nuovo per gestire la casa, le spese e la vita.

Quando il sistema del Cashback entrerà a regime, dall’1 gennaio 2021, a chiunque abbia aderito verrà riconosciuto un rimborso semestrale pari al 10% di quanto speso fino a un massimo di 1.500 euro a semestre e purché si facciano almeno 50 operazioni cashless a semestre: a conti fatti, cioè, si può arrivare a un rimborso massimo di 300 euro in un anno.

Ci sarà inoltre un Super Cashback: in pratica un rimborso che verrà riconosciuto ogni semestre per 1.500 euro, in aggiunta al cashback standard ai primi 100.000 registrati che abbiano effettuato il maggior numero di operazioni cashless, a patto che eseguano almeno 50 operazioni di pagamento nel corso del semestre.

Tutti i rimborsi, inclusi quelli relativi al Super Cashback saranno esentasse.

cashback

A chi spetta il Cashback

Per poter partecipare all’iniziativa dell’Extra Cashback di Natale e poi di quello ordinario occorre iscriversi tramite app, come già detto, o tramite sistemi bancari e finanziari.

Possono farlo tutti i maggiorenni residenti in Italia e saranno ammessi indistintamente tutti gli acquisti fatti come consumatori. Non sono invece contemplati quelli effettuati nell’ambito dell’attività professionale o imprenditoriale.

nuove generazioni su Pinterest cosa vogliono dai brand

5 consigli su come utilizzare Pinterest per raggiungere e coinvolgere i consumatori durante le festività natalizie

Pinterest è uno spazio in cui più di 400 milioni di persone in tutto il mondo cercano ispirazione ogni mese e per pianificare i momenti più importanti. In Italia, le persone salvano più di 3 milioni di idee ogni giorno sulla piattaforma, da nuove ricette all’ispirazione per l’home decor, fino all’acquisto dei regali per i propri cari.

I brand di tutto il mondo possono raggiungere i consumatori su Pinterest proprio nel momento in cui sono più propensi shopping e alla scoperta di nuove idee, prima che abbiano deciso cosa e dove compreranno. Infatti, in Europa l’85% degli utenti settimanali di Pinterest ha fatto acquisti dopo aver visto il contenuto di un brand sulla piattaforma.

Le festività sono uno dei momenti dell’anno più importanti su Pinterest perché gli utenti trovano ispirazione per regali, decorazioni, ricette, stile e molto altro.

Gli utenti di Pinterest sono pianificatori. Storicamente, le persone su Pinterest iniziano a fare piani per le vacanze natalizie già dal mese di settembre, mesi prima rispetto ad altre piattaforme. Quest’anno però Pinterest ha notato che le persone hanno cominciato a salvare Pin e si sono preparati con entusiasmo alle festività ancor prima rispetti agli altri precedenti.

Infatti, le ricerche come “Idee regalo di Natale” su Pinterest sono triplicate a partire dalla scorsa primavera, poiché le persone sono alla ricerca di idee regalo più significative così da rendere lo scambio dei regali un momento più personale in queste difficili circostanze. Le persone si rivolgono a Pinterest per cercare ispirazione per lo shopping natalizio dei regali e per ritrovare lo spirito positivo durante le festività.

Pinterest è un luogo dove le aziende possono catturare l’attenzione dei consumatori: dal primo momento d’ispirazione a quello finale dell’acquisto, Pinterest rappresenta il punto di partenza da cui le persone prendono decisioni sull’intera esperienza d’acquisto. Con 19.5 milioni di utenti unici al mese in Italia (Audiweb, 2020), questa stagione delle feste rappresenta una grande opportunità per le aziende per raggiungere gli utenti di Pinterest nel momento in cui sono propensi, aperti e pronti a prendere una decisione d’acquisto.

Di seguito i 5 consigli di Pinterest per raggiungere e coinvolgere i consumatori durante le festività natalizie.

1. Giocare d’anticipo

Le persone utilizzano Pinterest prevalentemente per scoprire nuove idee per lo shopping di Natale, per questo su Pinterest è importante creare contenuti e stimolare l’ispirazione dei consumatori. Ad esempio, i brand che hanno iniziato le campagne ad ottobre, hanno incrementato le possibilità di raggiungere i consumatori che sono attivamente alla ricerca di acquisti da fare nel breve periodo.

Mentre i brand che hanno messo in pratica le proprie strategie prima ancora, hanno ottenuto visibilità da parte dei consumatori che erano alla ricerca di ispirazione e che quindi non avevano già maturato idee concrete di acquisto.

2. Essere nel luogo giusto al momento giusto

Aggiungendo Pin di Prodotto o inserendo cataloghi di prodotti su Pinterest, i brand possono migliorare il proprio posizionamento per mostrare in modo diretto i prodotti ai consumatori nel momento in cui stanno effettuando un acquisto. I Pin di Prodotto esplicitano chiaramente il prezzo e la disponibilità e gli acquirenti possono facilmente cliccare per comprare direttamente dal sito web del commerciante.

L’84% degli utenti settimanali di Pinterest utilizza la piattaforma quando sta attivamente considerando prodotti e servizi da acquistare ma sono indecisi (GfK, Pinterest Path to Purchase Study, 2018), dimostrando che sono aperti alla scoperta di nuovi brand.

3. Creare contenuti stagionali e ispirazionali

Durante le festività natalizie, le aziende possono rendere i Pin più rilevanti con la presenza di contenuti stagionali e interattivi, o mostrando come un prodotto sia perfetto per la quotidianità dell’acquirente. Suscitare la giusta ispirazione che porta al desiderio e all’interesse nell’esplorare nuove possibilità è ciò che genera nuovi acquisti.

LEGGI ANCHE: Da dove cominciare per portare la tua azienda su Pinterest

4. Utilizzare gli strumenti giusti di Pinterest per trasformare l’ispirazione in acquisti

Pinterest è sempre stata una piattaforma molto visiva. Grazie agli strumenti di ricerca visiva, la piattaforma aiuta i brand a raggiungere i consumatori. Utilizzando strumenti come le Shopping Ads, su Pinterest i brand possono raggiungere e coinvolgere un’audience sempre più grande.

5. Pensare in grande

Non si tratta solo del Natale, ma di un’intera stagione di celebrazioni e occasioni speciali che condurranno a fine anno e per le quali milioni di Pinner stanno cercando ispirazione. I brand hanno una grande opportunità di raggiungere i consumatori alla ricerca di ispirazione e di portarli all’azione durante questa stagione.

natale 2020

Il Natale 2020 è arrivato a maggio

“Le persone si rivolgono a Pinterest per pianificare e solitamente notiamo un incremento nelle ricerche circa due o tre mesi prima rispetto al momento di festività stagionale – spiega Adrien Boyer, Country Manager di Pinterest Francia, Europa meridionale e Benelux. – Quello che risulta interessante quest’anno è che gli utenti di Pinterest stavano pensando al Natale già da maggio. Nonostante le difficoltà di quest’anno pieno di incertezze, le persone si sentono ottimiste e i nostri utenti hanno pianificato le festività con molto anticipo rispetto al passato.

La mentalità pianificatrice dei Pinner è un’opportunità unica per i commercianti, che permette di comprendere cosa stanno cercando i consumatori e raggiungerli nel momento ottimale. Infatti, l’85% dei Pinner ha dichiarato che Pinterest è il luogo ideale per iniziare un nuovo progetto e il 64% ha dichiarato che Pinterest è il luogo dove si recano per trovare idee, prodotti o servizi che ispirano fiducia. Questa è un’opportunità magnifica per qualsiasi tipologia di azienda, per ispirare gli acquirenti nel momento giusto.”

Creative Trends 2021: la vision di Vicky Gitto, presidente Art Directors Club Italia

Per questo 2020 insolito e turbolento, non potevamo proprio lasciarti senza regalo di Natale. Non lo troverai sotto l’albero, ma direttamente qui su Ninja. Abbiamo inaugurato il ciclo dei Webinar PRO: approfondimenti ed insight con i veri guru del digital, interviste esclusive e dedicate ai PRO member.

A tagliare il nastro con Mirko Pallera, founder di Ninja, è stato Vicky GittoPresidente dell’Art Directors Club e founder dell’agenzia creativa GittoBattaglia22.

In questa piacevole intervista ci ha mostrato, da una posizione privilegiata, la sua visione sulle tendenze creative, sociali e tecnologiche che riserverà il 2021. Degli insight davvero utili su come sta cambiando la comunicazione dei Brand.

Non ti resta che scoprirlo e assaporare l’ultima novità targata Ninja!


Social Media Manager del Presidente Conte a 34 anni: l’intervista a Dario Adamo

Chi si nasconde dietro l’ideazione delle campagne istituzionali di Palazzo Chigi? Ninja Marketing ha intervistato in esclusiva Dario Adamo, responsabile editoriale Web e Social Media della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Premier Giuseppe Conte.

“Autenticità” è la parola chiave per una strategia digital di successo. A sostenerlo è Dario Adamo, responsabile editoriale Web e Social Media della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Premier Giuseppe Conte.

Coordinatore di tutte le pubblicazioni sul sito del Governo, segue direttamente le campagne istituzionali digitali, realizzate in collaborazione con il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. Campagne che, in questi mesi, si sono focalizzate sulle misure di contrasto al Covid-19: dall’utilizzo delle mascherine, al distanziamento sociale, per arrivare in queste ultime settimane alla comunicazione della suddivisione del territorio in aree di criticità.

Una comunicazione, quella di Palazzo Chigi, che in questi mesi è stata caratterizzata anche da un dialogo diretto con i cittadini italiani attraverso i canali social, divenuti uno dei veicoli principali della comunicazione politico-istituzionale e che ha prodotto, come effetto, anche un incremento esponenziale di followers sui profili social ufficiali del Presidente del Consiglio (ad oggi più 3,5 milioni di fan su Facebook, 1,8 milioni di followers su Instagram, quasi un milione su Twitter).

“Chiarezza e semplicità sono stati i principi metodologici a cui ci siamo ispirati nel delineare la comunicazione di Palazzo Chigi durante la pandemia, con messaggi molto comprensibili e fruibili a tutti, in particolare nella fase 1, per sensibilizzare tutti i cittadini all’osservanza delle norme di comportamento come il distanziamento interpersonale e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”, sottolinea Adamo, impegnato in questi giorni nel lancio della campagna #G20Italy, con l’inizio ufficiale della presidenza italiana del G20, il summit internazionale che quest’anno avrà luogo a Roma.

Sempre in questi giorni l’ufficio comunicazione di Palazzo Chigi è impegnato nel lancio della campagna su “Italia Cashless”, il piano messo a punto per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici.

Dario Adamo, responsabile editoriale Web e Social Media di Palazzo Chigi, della Presidenza del Consiglio e del Premier Giuseppe Conte

Dagli studi all’università di Bologna in “Cinema, Tv e produzione multimediale” ai primi lavori all’interno di redazioni digitali subito dopo la laurea, fino all’ingresso alla Casaleggio Associati. Inizia così per Dario Adamo l’intensa attività di comunicazione istituzionale, prima per il Movimento 5 Stelle e a seguire per la campagna “Luigi Di Maio Presidente”, le elezioni politiche del 2018. Oggi, a soli 34 anni, è social media manager del Presidente Conte.

Dario come si è orientata la comunicazione ufficiale di Palazzo Chigi per fronteggiare la pandemia?

“Il diffondersi della pandemia è stato un fenomeno assolutamente imprevedibile e inaspettato. Abbiamo dunque dovuto trovare subito una modalità efficace per comunicare tempestivamente ciò che stava accadendo nel Paese. Da qui la scelta delle conferenze stampa del Presidente Conte in occasione dell’emanazione degli ormai noti DPCM. Conferenze utili a far comprendere, in maniera chiara a trasparente, le motivazioni dell’adozione di disposizioni legislative di particolare durezza. Ovviamente oltre alle conferenze e alle informazioni veicolate attraverso i media tradizionali, si è accompagnata una comunicazione digital che facilitasse i cittadini nel conoscere le nuove regole. Nella prima fase dell’epidemia bisognava inoltre diffondere e declinare un messaggio tanto semplice quanto nuovo: proteggere se stessi e proteggere gli altri, restando a casa. Da qui l’hashtag #IoRestoaCasa, con cui è stato ribattezzato anche il decreto di quei giorni”

Come si evoluto il messaggio nel tempo, fino ad arrivare allo scenario attuale?

“Dopo i mesi più duri del lockdown totale, l’Italia ha dovuto sperimentare una nuova fase, quella di una vera e propria convivenza con il virus. A ottobre il Governo ha introdotto l’utilizzo obbligatorio della mascherina anche all’aperto ed è stato dunque necessario avviare una comunicazione specifica per la nuova misura: è stata la volta della campagna #IoIndossoLaMascherina, diffusa in maniera capillare, grazie al coordinamento e alla condivisione del messaggio con tutte le forze politiche di maggioranza. In questi mesi abbiamo lavorato molto a livello comunicativo per arrivare soprattutto ai più giovani e per tutelare i soggetti più fragili e vulnerabili. Per questo motivo abbiamo pianificato una strategia che ha visto il coinvolgimento in prima persona di alcuni noti influencer, estremamente seguiti dai ragazzi, e abbiamo dedicato particolare attenzione ai contenuti pubblicati sulle piattaforme social più utilizzate dai millenials”.

Quale è stata la maggiore difficoltà nell’adeguare la strategia comunicativa alle differenti zone in cui è stata suddivisa l’Italia?

“Quella che stiamo vivendo oggi è una fase in cui esistono regole diverse a seconda del territorio in cui si vive. Il DPCM 3 novembre, come tutti sanno, ha suddiviso l’Italia in “tre colori”, a seconda della gravità della situazione: zone gialle, arancioni e rosse. Comunicativamente abbiamo cercato di rendere più facile la comprensione di questa nuova situazione diffondendo infografiche ad hoc e predisponendo una sezione specifica sul sito del Governo che contiene una mappa interattiva del nostro Paese, che naturalmente viene aggiornata in concomitanza con le ordinanze del Ministero della Salute.”

Dal punto di vista comunicativo uno degli elementi più discussi è stato quello delle conferenze stampa del Presidente Conte in diretta streaming. Come mai questa scelta?

Come dicevo prima, essere piombati in una situazione radicalmente nuova ha imposto, subito, la scelta di una modalità efficace, immediata, trasparente. La conferenza stampa, trasmessa anche in diretta sui profili social, ha permesso proprio di raggiungere subito il numero più alto di persone possibili e di informare tempestivamente i cittadini italiani su ciò che stava accadendo.

Come avete affrontato l’incredibile numero di richieste da parte dei cittadini che nei giorni più difficili si chiedevano cosa potessero o non potessero fare?

Sul sito del Governo abbiamo subito predisposto una sezione per le cosiddette “FAQ” ovvero le risposte alle domande più frequenti. Una lunga lista di quesiti e relative risposte realizzate grazie a un costante lavoro di coordinamento con gli uffici legislativi dei vari ministeri coinvolti. Adesso questa sezione contiene una mappa interattiva con le domande frequenti suddivise per aree di criticità.

Dario Adamo con il Premier Conte

Come descriveresti il tuo rapporto con il Presidente Conte? E quello del Premier con i social media?

La parola chiave che caratterizza il nostro rapporto è “confronto”. Un confronto quotidiano, schietto e costante sui molteplici aspetti che riguardano la comunicazione. Fin dai primi giorni, ovvero dal primo incarico come Presidente del Consiglio nel 2018, c’è sempre stata una grande attenzione da parte sua nei confronti della comunicazione sui social. Un mondo inizialmente a lui poco conosciuto, ma di cui ha presto compreso potenzialità e rischi, vantaggi e criticità. Facebook, Twitter, Instagram sono diventati presto un mezzo molto efficace per aggiornare una community via via sempre più folta sulle attività istituzionali, sugli esiti delle missioni internazionali, sui nuovi provvedimenti del Governo. E, purtroppo, anche sugli sviluppi di questa tragica pandemia.

Quanto è importante e quanto incide il tone of voice nella comunicazione istituzionale?

“Credo che sia uno degli aspetti più importanti e al contempo più delicati che esista nell’ambito della comunicazione, in particolar modo in fasi come quella che stiamo vivendo, ovvero di emergenza. Essere efficaci dal punto di vista comunicativo significa senz’altro anche adottare il giusto tone of voice. E, parlando più nello specifico di comunicazione sui social media, questo si traduce nella corretta declinazione del messaggio sulle varie piattaforme, utilizzando di volta in volta il contenuto multimediale più consono al messaggio e più adeguato al contesto specifico”.

Da esperto del settore, quali scenari futuri intravedi per la comunicazione digitale?

“Dal mio punto di vista saranno tre le tendenze da cui non si potrà prescindere: short video, gaming e interazione. Basta guardare a quello che già sotto gli occhi di tutti: il grande successo di Instagram Stories e di Tik Tok, la diffusione di Twitch e, parlando dei social “più anziani” come Facebook, l’incremento del tasso di interazione per ciò che riguarda i “gruppi”. Ovviamente non dimentichiamoci anche dell’importanza dei live streaming”.

Quali sono le caratteristiche che deve possedere chi aspira a svolgere un lavoro come il tuo e qual è l’errore in cui un social media manager non dovrebbe mai incorrere?

“Al di là delle competenze specifiche e della conoscenza dei linguaggi delle varie piattaforme, che sono elementi imprescindibili, quello che non deve mai mancare ad un social media manager sono, secondo me, sensibilità e precisione. La sensibilità per comprendere al meglio momento e contesto, per intercettare le giuste tendenze e utilizzare quindi il linguaggio più consono. La precisione, l’attenzione al limite della pignoleria, per evitare di incorrere in gaffe, errori, “fail” di ogni ordine e grado. Quindi, sebbene i ritmi di lavoro in alcune occasioni possono essere davvero sostenuti, mai dimenticare di controllare, verificare e rileggere. Meglio non dover tornare su un post già pubblicato o su un tweet già andato online. La toppa potrebbe rivelarsi peggio del buco”.

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SEO Trend 2021: le 10 tendenze da tenere d’occhio il prossimo anno

  • Nel 2021 Google attribuirà ancora più rilevanza ai siti web che offrono una user experience ottimale
  • Tra i SEO trend 2021, la ricerca vocale e l’indicizzazione mobile-first giocheranno un ruolo di primo piano
  • Gli algoritmi di Google saranno in grado di interpretare il linguaggio naturale in modo sempre più avanzato

 

Chi si occupa di SEO lo sa bene: si tratta di una materia in continua evoluzione, in cui è fondamentale essere sempre al passo con gli aggiornamenti degli algoritmi di Google.

Avere un sito ben posizionato e facilmente navigabile dagli utenti è fondamentale in ogni strategia di marketing: di tutti gli utenti che navigano il web, il 70-80% si concentrano sui risultati organici ignorando quelli a pagamento. Di questi, solo una piccolissima percentuale arriva a visualizzare i risultati dalla terza pagina in poi.

Negli anni, i motori di ricerca hanno affinato sempre di più i loro strumenti di crawling e ranking, e ciò implica che in una strategia SEO son sempre di più gli elementi che acquistano rilevanza a livello di indicizzazione.

Nel 2021 assisteremo all’impennata di alcune tendenza già in corso da alcuni anni, a cominciare dalle implementazioni degli strumenti di AI e gli assistenti vocali, che avvicinano sempre i di più i criteri di ricerca su Google al linguaggio naturale.

Andiamo a vedere tutti i trend SEO 2021 sui quali dovrai costruire la tua strategia il prossimo anno.

1. AI: RankBrain

Alla fine del 2015, Google ha lanciato RankBrain, l’algoritmo che ha preso il posto di Pagerank, con lo scopo di migliorare la qualità dei risultati di ricerca che il motore associa ad una determinata query.

Da allora, quest’intelligenza artificiale ha cambiato il modo in cui gli utenti interagiscono con il web, andando anche a modificare i fattori di ranking che rendono rilevanti dei risultati di ricerca nella SERP, piuttosto che altri.

Rankbrain è basato su un sistema di apprendimento automatico, creato con lo scopo di “insegnare a se stesso”, senza bisogno di qualcuno che lo programmi, e capace di creare collegamenti tra le parole e le frasi.

Affinché la tua strategia SEO risulti efficace, assicurati che il sito sia ben ottimizzato per Rankbrain. Come far sì che ciò avvenga? Rendendo impeccabile l’esperienza di navigazione dell’utente. In altre parole, devi rendere il sito leggibile dal crawler, i contenuti ben organizzati, fare attenzione alle dimensioni dei file e ridurre al minimo i tempi di caricamento delle pagine.

2. La ricerca vocale

Secondo le previsioni, entro il 2022 più del 55% delle famiglie possederanno uno smart speaker. Negli ultimi anni, è stata registrata una crescita esponenziale dell’utilizzo degli assistenti vocali, come Siri, Alexa, Google Assistant.

La tecnologia di ricerca vocale non sta cambiando solo il modo in cui gli utenti trovano le informazioni nel web, ma diventa sempre più rilevante anche per i marchi che vendono online i loro prodotti e servizi.

Ottimizzare i propri contenuti per la ricerca vocale garantisce una migliore rintracciabilità del sito, sia che la query venga digitata sia che venga pronunciata ad alta voce. Ma quali sono le dritte da seguire per ottimizzare il sito per gli assistenti vocali? La prima è sicuramente quella di prediligere le frasi lunghe alle keyword. Questo perché quando l’utente digita la query nella barra del motore di ricerca utilizza keyword come “Ricetta risotto alla milanese”; ma se si rivolge all’assistente vocale, utilizzerà frasi più lunga e dal suono più naturale, come: “Come si prepara il risotto alla milanese?”

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LEGGI ANCHE: Cosa sapere per prepararsi all’indicizzazione Mobile First di Google 

3. Mobile first indexing

Ad oggi, si stima che entro il 2025 oltre il 70% degli utenti navigherà sul web accedendo esclusivamente da dispositivi mobili. Per questo, Google continua a implementare l’indicizzazione mobile-first, che significa essenzialmente che il motore di ricerca attribuisce sempre maggior rilevanza alla versione mobile del sito.

Se le pagine del tuo sito non sono ottimizzate correttamente per i dispositivi mobile, questo potrà rivelarsi estremamente penalizzante, perché il tuo sito potrebbe non comparire proprio tra i risultati in SERP.

Come verificare che il tuo sito venga scantinato correttamente dallo smartphone agent? La Search Console di Google è sicuramente il primo strumento che può esserti d’aiuto, tramite lo strumento di ispezione degli URL.

È molto importante fare attenzione ai contenuti in lazy-loading, vale a dire tutti quei contenuti che non vengono caricati al lancio della pagina, ma presuppongono un’interazione da parte dell’utente (click o scrolling): se non vengono ottimizzati correttamente, Googlebot non riuscirà a riprodurre questi contenuti e pagina del tuo sito sarà caricata solo a metà.

4. Google EAT

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LEGGI ANCHE: Cos’è Google E-A-T e cosa significa per i tuoi contenuti di qualità

L’acronimo denota i tre criteri fondamentali affinché Google attribuisca rilevanza ad un contenuto: Expertise (Esperienza), Authoritativeness (Autorevolezza), Trustworthiness (Affidabilità).

In parole povere, il tuo sito deve essere riconosciuto da Google come fonte autorevole su un determinato argomento, ed è un principio che acquista ancora più importanza per tutte quelle aziende che appartengono alla categoria YMYL, “Your money, your life”, ovvero che operano in settori quali finanza, sanità, sicurezza ecc.

Per garantire una qualità alta dei contenuti, la prima cosa da fare è creare delle buyer personas, che ti aiutino a capire quale tipologia di clienti consulterà il tuo sito. Una volta delineato chiaramente il target a cui stai parlando sarà più facile capire quali contenuti possono essere più d’appeal e quali meno. È molto importante effettuare anche una ricerca approfondita del search intent, per mappare il viaggio dell’utente e capire com’è arrivato sul tuo sito e perché.

5. Long content

Secondo il report State of Content Marketing, pubblicato da Semrush, i contenuti testuali dalle 3000 parole in su ottengono il triplo delle visualizzazioni e condivisioni e circa 3,5 volte più backlink.

Affinché vi sia un aumento del traffico sul sito, è necessario non solo rendere il sito autorevole su un argomento, ma anche creare contenuti che coinvolgano e che siano facili da condividere, e mantenere gli utenti coinvolti nel tempo.

Per facilitare la scansione dei contenuti da parte del motore di ricerca, è buona norma suddividere l’articolo in sezioni e utilizzare H2 e H3, molto importanti sopratutto per la scansione mobile, e assicurarsi che i backlink rimandino a fonti autorevoli e pertinenti.

6. Featured Snippets

I Featured Snippet, o snippet in primo piano, sono quelli che appaiono nella parte superiore dei risultati di ricerca di Google, sopra gli altri risultati organici e sotto gli annunci a pagamento. A differenza degli altri snippet, sono più grandi e includono spesso anche un’immagine.

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Lo scopo dei featured snippet è fornire rapidamente una risposta alla query di ricerca, in modo che l’utente non debba cliccare su uno dei risultati, ma possa apprendere direttamente dalla SERP l’informazione che sta cercando.

Se Google mostra la pagina del tuo sito web in uno snippet in primo piano per una o più query, ci sarà un aumento significativo di traffico che il tuo sito genera. Inoltre, un altro dei vantaggi dello snippet in primo piano da non sottovalutare, è quello di sottrarre traffico ai competitor.

Dal 2021, Google attribuirà ancora più rilevanza agli snippet in primo piano: dunque, nella creazione dello snippet, cerca sempre parole chiave pertinenti, senza tralasciare anche le ricerche correlate, importanti per capire cosa cercano le persone che arrivano sulla tua pagina.

7. Video

Secondo Cisco, i contenuti in formato video supereranno tutti gli altri in termini di fruizione e, di recente, sono stati inclusi da Google anche nei featured snippet.

Ad oggi, Youtube è il sito più visitato al mondo, con 33 miliardi di visite al mese. Dunque, se la tua strategia SEO non include contenuti video, il 2021 sarà l’anno giusto per cominciare.

Per ottimizzare i tuoi video, organizzali in sezioni e ottimizza il contenuto mediante titles, description e tags. Molto utile ai fini dell’indicizzazione, inserire anche una trascrizione del parlato.

Le keyword che usi nell’indicizzazione dei tuoi video sono fondamentali: se stai ottimizzando un video per YouTube, ad esempio, può esserti di grande aiuto digitare l’argomento dei tuoi video nella barra di ricerca e guardare i risultati restituiti dalla piattaforma. In questo modo sarà molto più semplice comprendere l’intento di ricerca delle persone che guarderanno i tuoi contenuti.

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8. Immagini

La ricerca dei contenuti visivi su Google continua ad evolversi sempre di più: se le immagini sul tuo sito non sono ottimizzate correttamente, dovresti rimediare quanto prima.

Una corretta indicizzazione, non solo ti permetterà di posizionarti in alto nei risultati di ricerca su Google Immagini, ma ti consentirà anche di implementare la visibilità e l’ottimizzazione complessiva del tuo sito.

Oltre ad utilizzare immagini pertinenti con il contenuto della pagina, è molto importante l’uso degli alt tag, mediante i quali il crawler del motore di ricerca andrà a catalogare le immagini e ad associarle ad una determinata categoria.

9. Keyword Correlate

A differenza di ciò che molti pensano, non sono solo le keyword principali ad essere importanti, ma anche le correlate.

Questo perché la SEO semantica e l’ottimizzazione del Search Intent diventano sempre più importanti.

Dunque, è bene aver chiaro il contesto della query, in modo da fornire informazioni sempre più pertinenti ai motori di ricerca, tramite parole chiave principali e secondarie, semanticamente correlate tra loro. In altre parole: non concentrarti sulle singole keyword, ma ottimizza il tuo contenuto per gruppi di argomenti.

10. Local SEO

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La stragrande maggioranza delle ricerche su Google, sono effettuate dagli utenti con lo scopo di trovare prodotti o servizi nella propria zona. La SEO locale, sta acquistando sempre maggiore importanza, in parte dovuta all’aumento delle ricerche a zero click (cioè quelle in cui gli utenti ricevono risposta dalla SERP), che secondo gli esperti diverranno la nuova normalità.

Molte delle ricerche a zero click sono ricerche locali, in cui viene mostrato in SERP il cosiddetto local pack, vale a dire il blocco si informazioni su un’attività geolocalizzata, visibile sulla SERP.

Il primo passo per costruire il local pack della tua attività è creare una pagina su Google My Business. Assicurati di curare anche la tua strategia di backlink e, se non sai da dove iniziare, prendi del tempo per studiare quella dei tuoi competitor.

Digital-first e consumatore totale: ecco cosa considerare per fare Marketing Intelligence

Esperienze, esperienze e ancora esperienze: quando si parla di marketing tutto ruota attorno alla capacità di deliziare il consumatore calandolo in una Customer Experience che non si esaurisca con il consumo del prodotto, ma sappia essere duratura nel tempo. Una CX che cominci durante il processo decisionale e assuma una forma circolare.

Una sfida sempre più complicata che non può prescindere dalla capacità di analizzare e comprendere i dati che – anche e soprattutto attraverso le interazioni digitali – ognuno di noi produce.

La centralità dell’approccio data-driven è di fatto un fattore imprescindibile per chi voglia evitare di perdere competitività: oggi, questo riconduce a un insieme di best practice organizzative che, se adeguatamente adottate e fatte proprie, consentono di fare un salto di qualità nella progettazione di esperienze memorabili, che sono parte integrante del concetto di Marketing Intelligence.

Salesforce ne ha tratteggiato i caratteri fondamentali in un whitepaper intitolato appunto “Manuale di Marketing Intelligence”, pensato per capire come organizzare al meglio la fase di misurazione.

Prima di entrare però nel dettaglio di come si possano fare proprie le tecniche di Marketing Intelligence è necessario fare un passo indietro e capire meglio l’oggetto della nostra analisi, identificando quale sia il motivo per cui non si può più evitare di adottarle.

Il “consumatore totale”

Come dicevamo in apertura, oggi i consumatori non sono figure che si accontentano, anzi: pretendono di interagire con le proprie marche preferite in maniera efficiente e memorabile, anche attraverso quei touchpoint che sembrano poco preziosi e ininfluenti al fine di sviluppare la propria preferenza d’acquisto.

Questa pretesa è diventata evidente nel 2020, quando con la pandemia da COVID-19 e le tante restrizioni imposte dai governi, molti si sono rivolti al digitale per soddisfare i propri bisogni: si pensi che rispetto al 2019, secondo la quarta edizione del report State of the Connected Customer in media il 58% delle interazioni con i brand quest’anno è avvenuto online, registrando un aumento di 17 punti anno su anno.

Questo passaggio massivo a un approccio digital-first si è portato dietro una variante nel percepito dell’utente, che ha cominciato a vivere il consumo come un viaggio dove tutto è connesso, e in cui ogni passaggio dev’essere fluido e piacevole. Nel digitale questo avviene naturalmente, perché il medium è in grado di mappare totalmente l’azione di chi lo usa: le persone, insomma, usando di più il web si sono abituate ad avere tutto su misura, in tempi relativamente brevi.

Così come avviene mentre si naviga online, nell’esperienza (anche offline!) del consumatore la percezione è evoluta: non esistono più processi composti da silos a compartimenti stagni in cui si svolgono azioni sconnesse fra loro, ma passaggi di stato che si portano dietro un altissimo tasso di personalizzazione

Un cambio di paradigma che obbliga a concepire il consumatore come una figura tridimensionale da comprendere – letteralmente – da tutti i punti di vista e con cui  interfacciarsi: una definizione che gli calza a pennello è “totale”, cioè che vive ogni aspetto della propria esperienza giudicandone gli esiti e lasciandosi influenzare da essi.

Questo porta a concepire la Customer Experience come un flusso da monitorare costantemente, anche in maniera dinamica: un risultato che solo l’integrazione dei sistemi di CRM nell’attività di tutte le funzioni aziendali può garantire

Dal Sales al Customer Care, al Marketing all’IT, tutti gli attori coinvolti nella costruzione dell’esperienza devono poter contare su sistemi snelli di analisi e controllo, che permettano insomma di mappare e agire tempestivamente in funzione dei comportamenti e delle reazioni che vengono osservati.

Non è un caso che le parole chiave su cui si deve concepire il proprio sistema di Customer Relationship Management siano Innovazione, Integrazione e Intelligenza Artificiale: tre concetti interconnessi per un’evoluzione dell’azienda reale e proficua.  

Ognuna di queste keyword non può esistere senza l’altra: se interiorizzate da tutte le anime aziendali e scaricate a terra in processi nuovi, il risultato sarà un mapping dei dati in grado di condurre all’elaborazione di azioni puntuali ed efficaci, possibilmente con poco impatto in termini operativi.

Fra mindset digitale e monitoring a 360°

A un consumatore che diventa totale non si può che rispondere con un’azienda che sa muoversi a 360°, certamente non escludendo la necessità di automatizzare tutti i processi allo scopo di ottimizzare il lavoro umano e minimizzare l’effort in termini di tempi: basti pensare che nel 2019, secondo la sesta edizione dello State of Marketing, l’84% dei marketer riferisce di aver usato l’AI nell’ultimo anno, rispetto al 29% del 2018. Un trend che presenta un incremento del 186%, e che ci attendiamo nel 2020 si confermi.

Su queste basi, è chiaro che lo scopo arrivi a essere non solo l’agire in maniera puntuale e customizzata con azioni mirate sul profilo e – direbbe Brian Solis – sul momento di verità più idoneo, ma addirittura a predire i suoi comportamenti per deliziarlo da subito efficacemente.

Un processo tipicamente digitale, in cui la tecnologia assume un ruolo rilevante, e questo non è affatto un elemento secondario: secondo il report sullo stato dell’IT, il 58% dei consumatori sottolinea come proprio la tecnologia abbia radicalmente cambiato il modo in cui si aspettano che le aziende interagiscano con loro.

Questo dato è particolare, perché non sottintende solo un ruolo dei device, ma anche un cambio nelle abitudini e nelle relazioni.

La maggior parte delle persone ormai è abituata a vivere esperienze che potrebbero essere definitive come frutto di un approccio digitale, in cui i brand devono comportarsi come riescono a fare ad esempio su un sito di eCommerce, dove attraverso i comportamenti di navigazione dell’utente si è in grado di suggerire contenuti e suggerire azioni più adatte al suo profilo.

Questo deve avvenire non solo quando si naviga sul web, ma anche altrove, secondo quella logica omnichannel che negli anni abbiamo imparato a conoscere, ma che ancora non tutte le aziende hanno effettivamente calato a terra in azioni concrete.  

Detto in altre parole, se le persone cominciano a ragionare in termini digitali trasferendo le stesse possibilità anche offline, allora in maniera totalizzante l’azienda deve saper sviluppare processi di relazione che siano fortemente connotati secondo le modalità digital. 

Ecco perché è utile attrezzarsi per affrontare il marketing in maniera più “intelligente”: e qui torniamo al punto di partenza.

Le tre fasi dell’attività di Marketing Intelligence

Definire un comportamento prima che accada non è immediato: per arrivare a capire cosa accade, prima che accada, si deve costruire una struttura in grado di osservare e mappare il consumatore in tempo reale, costruendo uno storico da cui partire per profilarlo adeguatamente.

Per riuscirci l’azienda, oltre a dotarsi delle infrastrutture idonee, deve essenzialmente seguire tre step.

Fase 1: Integrazione e gestione dei dati

Per prima cosa, è necessario fare in modo che si riducano le fonti di approvvigionamento e gestione di tutti i dati: mediamente, un professionista chiamato a svolgere analisi di marketing arriva a usarne più di dieci, con un notevole dispendio in termini di energia.

Efficientare questa fase diventa essenziale, perché non solo permette di ridurre i tempi, ma anche perché si può avere una visione d’insieme più completa, che può portare anche a conclusioni diverse e più precise. E molto spesso questo si traduce, anche, in risultati ottenuti.

Fase 2: Analisi e ottimizzazione dei dati

Chiaro che con una struttura totalmente integrata, in grado di rilasciare report più completi e in tempi decisamente minori, è più semplice poi ottimizzare lo spending delle campagne attivate, in particolare (è ovvio) quelle che riconducono a piattaforme digitali. Non solo: anche tutte quelle azioni che si rientrano sotto il cappello di marketing automation, come ad esempio notifiche push via email che si attivano in funzione di una determinata azione, possono essere ottimizzate e messe a sistema in maniera più puntuale. Al centro di tutto c’è l’efficacia: perché il consumatore totale non si accontenta!
Per mettere in piedi questo processo è indispensabile partire da una reportistica che sia facile da analizzare e che venga originata da un’osservazione del dato il più possibile agile: senza, è difficile poi poter agire con precisione.

 

Fase 3: Allineamento e collaborazione

Marketing Aautomation non è solo azionabilità del consumatore, ma anche generazione di materiali utili a tutte le funzioni in tempi molto più stretti. Insomma, c’è un fronte esterno ma anche un fronte interno, ed entrambi sono importanti per riuscire ad essere più efficienti e produttivi: questa elasticità, come dicevamo nei paragrafi precedenti, deve essere propria di tutte le funzioni aziendali. Se tutte accedono alla stessa base dati ottenendo report riconducibili alle stesse matrici di senso, possono collaborare poi meglio costruendo azioni più sinergiche. Anche qui, l’obiettivo centrale non è solo costruire esperienze di valore per il consumatore, ma farlo con il massimo dell’efficienza.

Alla luce di tutto questo, la Marketing Intelligence si può riassumere come quel quid in più che può veramente permettere alle aziende di fare un balzo avanti nella propria operatività di tutti i giorni: il consumatore evolve continuamente, e non si può non tenerne conto. Per questo non si può rischiare di rimanere indietro perdendo terreno decisivo per reggere il confronto!

Epica Awards: stravince il panino ammuffito Burger King, 9 premi in Italia

  • Quattro gran premi per Ingo Stockholm/David Miami/Publicis  e soprattutto il premio più ambito di migliore agenzia creativa per la campagna di Burger King
  • Tra gli altri premiati anche Tinder, Sony e Heinz

 

È Moldy Whopper, la campagna realizzata da Ingo Stockholm/David Miami/Publicis per Burger King, a fare incetta di premi speciali (ben tre) alla cerimonia Epica Awards, la competizione che premia la creatività nel modo pubblicitario. Quest’anno la competizione si è tenuta online in collegamento da Parigi, con la giuria, di 200 giornalisti di settore da tutto il mondo, che ha decretato vincitori e premi speciali valutando per i poco meno di 2mila progetti di agenzie e brand, in ben 59 Paesi.

Quattro gran premi per Ingo Stockholm/David Miami/Publicis  (Grand Prix Film, PR and Alternative Golds, Print Grand Prix) e soprattutto il premio più ambito di migliore agenzia creativa, per la campagna che ritrae un panino Whopper in 34 giorni della sua vita, dalla freschezza, fino al formarsi della muffa, con un sottofondo musicale della canzone What A Difference A Day Makes di Dinah Washington. Il messaggio coraggioso è dimostrare la scelta del colosso del food di eliminare conservanti e sapori artificiali dal suo panino più venduto.

Per l’Italia l’esperienza “Epica” si conclude con 9 metalli assegnati  (un oro, tre argenti e cinque bronzi, alle agenzie, Armando Testa, We Are Social, VMLY&R e Mercurio

Brillano le campagne di Tinder, Sony e Heinz

Tra i premiati speciali, ci sono altre campagne che hanno saputo emozionare e colpire l’attenzione della giuria di giornalisti. 

Il premio Digital Grand Prix è stato assegnato alla campagna Swipe Night  realizzata dall’agenzia americana, 72andSunny per Tinder. Per chi l’avesse perso, Swipe Night è un evento che si è tenuto lo scorso settembre nel quale gli utenti del popolare social del dating venivano invitati a interagire scrivendo insieme la trama di un film catastrofico, partendo dalle vicende di un gruppo di amici che si trovano insieme a poche ore prima che un asteroide colpisce la Terra. 

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Premiata con il Design Grand Prix, la campagna Heinz Ketchup Puzzle, ideata dall’agenzia canadese, Rethink. L’iniziativa ha visto il brand offrire un puzzle con ben 570 pezzi molto complesso da realizzare (i tasselli sono tutti rosso ketchup) allo scopo di mettere a dura prova gli appassionati dei giochi da tavolo, per sfidare il proprio ingegno in tempi di clausura per l’emergenza Covid-19. 

Due premi speciali infine sono stati assegnati alla britannica Wunderman Thompson. A quello di Network of the Year (con 12 progetti premiati),  si accompagna il Responsibility Grand Prix per la campagna Through your eyes realizzata per Sony Music/Incucai. Lo scopo della campagna è di sensibilizzare sul tema del trapianto di cornea, unendo musica, tecnologia e divertimento: la clip musicale può essere vista dall’utente in modo interattivo,  solo puntando la camera dello smartphone agli occhi di una persona vicina.

I 9 premi alla creatività italiana

L’unico oro lo conquista DDB nella categoria dei Financial Services. Ha convinto i giurati la campagna The Women’s Protection per Zurich Connect. L’idea nobile dell’iniziativa è stata di schierare 1000 dipendenti dell’azienda che hanno ricercato sulla Rete commenti offensivi alle donne, li hanno segnalati, fino a farli rimuovere.

Molto apprezzata anche un’altra campagna di DDB, The Drawing per IKEA. Anche qui il fine è molto nobile: denunciare la violenza sui bambini. Nel video sono inseriti all’interno degli spazi espositivi IKEA i disegni dei bambini vittima di violenza. La campagna, realizzata in collaborazione con Save the Children, ha conquistato due argenti (Media Innovation – Alternative Media e in Public Relations) e un bronzo nella categoria Homes Furnishing & Appliances..

IKEA CHILDREN RIGHTS from Gruppo DDB Italia on Vimeo.

Due i premi (un argento in Branded Content – Film & Series e un bronzo in Luxury & Premium Brands) per Armando Testa, conquistati per Riva in The Movie realizzato per Ferretti Group. Un corto girato a Venezia, con protagonista Pierfrancesco Favino che celebra il rapporto tra il cinema e il brand.

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Infine, altri tre premi assegnati alla creatività italiana. Un bronzo nella categoria Food per We Are Social grazie alla campagna The Rooftop Match per Barilla che vede il campione del tennis, Roger Federer, sfidare due sue fan a colpi di racchetta da due tetti di un palazzo.

Altro Bronzo per Mercurio Cinematografica per Averna con la sua Open Sicily (nella categoria Direction & Cinematography) che racconta la ricchezza culturale e la vitalità della Sicilia.

Bronzo nella categoria Animation, anche per VMLY&R per la sua OMGut by Activa per Danone che vede 9 clip in 3D e influencer insieme in un viaggio alla scoperta delle caratteristiche sorprendenti del nostro intestino.

Tutti i video possono essere visti su un sito creato ad hoc per la campagna.