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È di Peroni, Wavemaker e Ninja il primo branded content su Clubhouse in Italia

Abbiamo accolto con piacere la notizia di Burger King, che negli USA ha aperto una room su Clubhouse per confrontarsi con i propri clienti. Così come non possiamo che esultare se, anche in Italia, i brand si avvicinano a questa nuova piattaforma con la voglia di sperimentare nuove forme di interazione con fan e follower.

Noi Ninja adoriamo arrivare primi, ci piace essere sempre sul pezzo, pronti a studiare ogni novità per comprenderne a fondo le potenzialità e muoverci con assoluta competenza.

Proprio per questo, non poteva sfuggirci Clubhouse, il social media che ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori grazie alla sua sorprendente traction, ma anche di persone comuni e di brand, incuriositi da un tam tam mediatico in grado di rosicchiare minuti di permanenza ai più blasonati Facebook, Twitter e Instagram.

Il posto perfetto per i brand

Ci siamo subito resi conto che Clubhouse era il luogo perfetto per un brand desideroso di avventurarsi in luoghi inesplorati. Pericolosi? Forse, ma dove saremmo oggi senza i pionieri della comunicazione?

Mentre alcuni marchi si affacciavano timidamente alla piattaforma, guardandosi intorno senza esporsi o non trovando l’alleato ideale per spiccare il volo e lanciarsi, abbiamo realizzato con Wavemaker e Peroni, con la collaborazione di Justbit e Golin Italy, il primo branded content ufficiale su Clubhouse, con un appuntamento dedicato agli innamorati, non solo della birra, proprio il 14 febbraio.

In quell’occasione, abbiamo analizzato le campagne di comunicazione più originali a tema San Valentino, raccontate anche in un articolo pubblicato qualche giorno dopo.

LEGGI ANCHE: Cos’è Clubhouse, il social audio su invito amato da VIP e Venture Capitalist

La sponsorizzazione è poi proseguita per tutta la settimana successiva, con la nostra room ufficiale “Ninja Morning: notizie tech-marketing-digital”, (in diretta ogni mattina alle ore 9 con una media di 350 persone collegate ogni giorno), ribattezzata per l’occasione “powered by Peroni“.

Ne avevamo subito dato l’annuncio, orgogliosi e sicuri di saper guidare per primi un brand senza timori e improvvisazioni sugli inesplorati sentieri virtuali di Clubhouse.

La sinergia tra Ninja, Peroni, Wavemaker, Justbit e Golin Italy ha dato vita ad un aperitivo digitale, una stanza tematica per celebrare l’amore dal punto di vista della creatività e del marketing. 

Non si è trattato infatti di un esperimento pubblicitario estemporaneo come quelli visti in altre room, ma di una vera e propria iniziativa di marketing, un evento programmato e strutturato in più giornate durante le quali Peroni ha instaurato un dialogo diretto e senza filtri con i suoi brand lover e con esperti del settore, in occasione del lancio di #PeroniXsempre, la campagna firmata da Wavemaker.

Ospiti della room, oltre al team Ninja, che ha moderato e guidato la conversazione, il team di Peroni con Marina Manfredi, Camilla Cicerchia, Eleonora Letizia (rispettivamente Marketing Manager e Brand Manager di Birra Peroni) e Andrea Fusco (Head of Social di Wavemaker).

L’obiettivo, centrato in pieno, era quello di creare intimità e una relazione emozionale con la propria audience; la possibilità di utilizzare la voce, offerta da Clubhouse, si è dimostrata la scelta perfetta.

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Primi, anche sulla brand safety

L’impresa non è da sottovalutare, né è stata totalmente esente da rischi, perché conoscere e rispettare i terms of service e le policy della piattaforma è solo uno dei primi step per chi si propone di accompagnare un brand in una nuova avventura.

Essere i primi, però, fa sempre un certo effetto: saper intercettare i bisogni delle aziende, che in diverse room scalpitavano per trovare uno spazio adeguato, una giusta cura del contenuto e un buon format da proporre, è stata la strategia vincente.

E se è vero che qualcuno aveva già provato a invitare e coinvolgere brand e aziende nelle discussioni delle room, con un approccio più discorsivo e meno commerciale, l’assenza delle dovute etichette come #adv, #sponsored e powered by ha assicurato a tutti la certezza di non trovarsi davanti a uno spazio commerciale.

Ogni battaglia ha le sue regole e siamo certi che nessun professionista rifilerebbe alla sua audience un contenuto commerciale mascherato da chiacchierata fra amici.

Un plauso, quindi, agli innovatori che suggeriscono modi nuovi alle aziende per entrare in contatto con i propri brand lover.

A tutti: ai primi, ai secondi e anche ai terzi, perché insieme ci aiutano a costruire un ecosistema, un terreno fertile dove i brand possano sentirsi al sicuro, crescere e osare.

Non è importante sapere chi sia stato a realizzare il primo branded content su Clubhouse in Italia. La cosa importante è sapere che ci sono brand, consulenti, agenzie, editori e marketing team aperti all’innovazione e alla sperimentazione. Primi o secondi poco importa, è giusto un gioco tra colleghi  dello stesso settore –  sottolinea Mirko Pallera, CEO Ninja, la piattaforma di informazione e di formazione dedicata al potenziamento del business delle aziende attraverso il digitale – Vero è che, come sempre accade, sono quelli che riescono a muoversi più velocemente degli altri che conquistano nuovi spazio di visibilità e riconoscimento e quindi restano culturalmente rilevanti come pionieri che indicano la strada agli altri. Sicuramente questo è da sempre lo spirito Ninja e ancora oggi siamo qui a testimoniarlo, soprattutto grazie a Wavemaker e a Peroni che ci hanno proposto l’idea e a noi che abbiamo accettato di realizzarla insieme”.

La campagna #PeroniXsempre e il 175esimo anniversario Peroni

L’iniziativa #PeroniXsempre è stata pensata per coinvolgere tutti i “lover” più fedeli, in un giorno speciale in un anno emblematico, quello del 175esimo anniversario dell’azienda, per iniziare a raccogliere testimonianze d’amore provenienti da ogni parte d’Italia, da Nord a Sud.

L’attività , ideata e realizzata da Wavemaker, agenzia del Gruppo WPP che integra media, content e creatività, coinvolge tutti i touchpoint digitali e social del brand, senza tralasciare i profili di influencer e community di appassionati, con una novità: aprirsi al canale di riferimento quando si parla d’amore, ovvero Tinder.

Da domenica 14 febbraio 2021 a tutti gli utenti Tinder è bastato infatti uno swipe a destra per “fare match” con la birra italiana per eccellenza, che ha chiesto loro (così come ai fan Facebook e Instagram) di testimoniare il proprio incontro romantico con una foto o un video, finiti poi sul canale Instagram dedicato @peronixsempre.

Clubhouse è sicuramente uno stimolo interessante per combinare tre elementi che in questo momento sono al centro della relazione fra brand e consumatori: i contenuti, l’interazione, l’audio – anche sulla scia dell’attenzione crescente al mondo dei podcast e dei voice assistant – dichiara Andrea Fusco – L’iniziativa è importante in un’ottica strategica per il brand ed il suo contenuto di sperimentazione”.

La collaborazione con Ninja e la room su Clubhouse, oltre all’utilizzo di Tinder, sono tutte tappe di un percorso di comunicazione intrapreso da Wavemaker con Peroni: “Abbiamo iniziato, dal punto di vista creativo, circa un anno fa con l’aperitivo social #sTappiamociacasa con protagonisti Pio & Amedeo. Il tutto sempre nel segno della Positive Provocation, il marchio di fabbrica di Wavemaker”, continua Antonio Severino, Content Marketing Director di Wavemaker Italia.

“Gli Italiani, oggi più che mai, hanno bisogno di sentirsi vicini” , ha dichiarato Marina Manfredi, Marketing Manager di Birra Peroni. “Peroni ha sempre avuto nel suo DNA l’ambizione di essere la birra che unisce, che è ’emotivamente ed empaticamente’ vicina al suo consumatore. Non è pertanto casuale che siano nate comunità spontanee di Peroni Lovers. Pertanto ci è sembrato più che naturale, quasi dovuto, attivarci per rendere ancora più tangibile questa nostra particolare relazione con il consumatore. E con Wavemaker Italia abbiamo deciso di essere a fianco dei nostri lovers esattamente nei luoghi dove, oggi più che mai, si incontrano. Come le stanze di Tinder in cui cercano nuovi orizzonti affettivi e quelle, appena nate, di Clubhouse, in cui trovano una socialità più autentica data dal dialogo in viva voce”.

Fiat Panda: la nuova campagna firmata da Leo Burnett che celebra l’auto

Fiat Panda è on air con una nuova campagna che celebra la sua storia social e la capacità innata di mettere in contatto le persone. Capacità che Fiat Panda possiede fin dalle origini nel 1980, ancora prima dell’arrivo dei social network.

La visione di Leo Burnett per Fiat Panda

Lo spot, con uno storytelling originariamente ideato per il mercato italiano, ha avuto un successo oltre le aspettative in Uk dove è on air sui canali digital da dicembre 2020. Dagli inizi di febbraio è live anche in Italia su Youtube, Facebook con pianificazione media curata da Starcom. 

La creatività è firmata dalla sede torinese di Leo Burnett, hub strategico creativo e di coordinamento internazionale per i brand FCA, sotto la guida di Maurizio Spagnulo e la direzione creativa esecutiva di Francesco Martini. 

LEGGI ANCHE: A che punto sono le startup italiane dell’Automotive

La forza della campagna vive nella sua narrazione vincente, nella scelta di raccontare unione, partecipazione e ottimismo, valori universali di cui oggi le persone hanno più che mai bisogno e che sono insiti nel DNA di Panda. 

Le scene dello spot sono studiate per farci riflettere su come Panda sia l’auto che da 40 anni ci accompagna nelle diverse esperienze di vita, da ragazzi e da adulti. Un’auto che è precursore dei tempi e che ancora prima della nascita del digitale è stata capace di unirci per davvero, di farci vivere una vita piena di emozioni e di autenticità, senza filtri social.

tool per clubhouse

15+ strumenti utili per usare Clubhouse da vero PRO (e risparmiare tempo)

Ora che Clubhouse è ormai entrato di diritto tra i social media che ogni giorno impegnano il nostro tempo, diventa utile ottimizzarne l’uso al massimo, considerato che il tempo di permanenza sulla piattaforma continua a crescere costantemente.

Abbiamo già analizzato come  i marchi possono utilizzarlo come canale per tenersi in contatto con clienti, fan e follower senza correre rischi di brand reputation; ora vediamo insieme qualche strumento interessante per velocizzare alcuni passaggi e migliorare l’esperienza d’uso tanto per chi lo usa come amministratore o moderatore, quanto per chi segue le nostre room.

LEGGI ANCHE: Cos’è Clubhouse, il social audio su invito amato da VIP e Venture Capitalist

Monitorare le stanze

tool clubhouse direcon

Direcon permette di monitorare la gestione dei flussi delle room di Clubhouse. L’applicazione consente di ottenere approfondimenti dettagliati sulle tue stanze attuali e passate, e sul tuo pubblico e di semplificare lo streaming con opzioni di moderazione avanzate.

Indirizzi corti e user friendly

clubhouse clublink

ClubLink.to offre un link shortener gratuito che crea immagini di condivisione sociale per gli eventi su Clubhouse.

Ogni immagine include tutti i dettagli importanti dell’evento, l’host-timezone e una pagina personalizzata da condividere con il pubblico potenziale.

Se Clublink non basta

clubhouse clubhype

Se Clublink non ti soddisfa, uno strumento simile è in grado di fornirti un’alternativa valida. Si tratta di Clubhype e e ti permette di creare uno short url dell’evento con un’immagine personalizzata e accattivante da condividere sugli altri social media.

Non perderai più nessun evento con questa agenda

host notes

Host Notes per Clubhouse ti permette di scorrere la lista dei tuoi prossimi eventi Clubhouse, visualizzare l’ordine del giorno delle riunioni, controllare l lista degli eventi passati, recuperare gli articoli di riferimento e anche ottenere riassunti.

Organizza il materiale con semplicità

shorten club clubhouse

Shorten.Club ti permette di tenere tutti i tuoi link e le tue note in un unico posto per condividerli facilmente con la tua comunità Clubhouse. Anche questo tool comprende un servizio per accorciare i link.

Un contorno per la tua immagine

chpic

Inutile negarlo: la caccia al follower è una abitudine, non troppo virtuosa, che ci ha seguito anche su Clubhouse, partendo da Facebook e Twitter e passando per Instagram e TitkTok. Gli ascoltatori delle room tendono naturalmente a seguire più facilmente speaker e moderatori.

Per questo, con Chpic potrai personalizzare la tua immagine profilo con un contorno colorato, magari grigio, che ti faccia apparire agli altri sempre con il microfono aperto.

Comet Events

comet event

Comet Events per Clubhouse offre una funzionalità simile a Host Notes. Crea una pagina di destinazione dell’evento e un calendario per la tua comunità Clubhouse. Permette anche di condividere le note.

Quanto conta quello che dici di te

bio editor

Clubhouse Bio Editor ti permette di modificare la tua bio di Clubhouse comodamente dal tuo browser.

Monitora le statistiche di qualunque profilo

ch blade

Con Ch Blade potrai visualizzare le statistiche di qualunque iscritto a Clubhouse, a patto di conoscerne il nickname. Sarà sufficiente inserire il nome utente all’interno della barra di ricerca e far partire il servizio; l’algoritmo procederà all’analisi e restituirà le statistiche in qualche minuto.

Luma per Clubhouse

luma for clubhouse

Luma for Clubhouse è uno strumento utile per condividere un evento programmato su ClubHouse generando una landing page.

Bio, bio e ancora bio

clubhouse bio xyz

Clubhousebioxyz è un altro tool per personalizzare al meglio la propria biografia e rendersi riconoscibile agli altri utilizzatori del servizio.

Ricevere domande per iscritto anche sul social audio

askclubhouse

AskClubhouse crea una bacheca abbinata a una stanza in cui i partecipanti possono inserire le domande che vorrebbero porre a speaker e moderatori oppure votare quelle inserite da altri. Particolarmente utile in caso di grandi community in cui sia complicato dar voce a tutti.

Trova room interessanti da browser

yoyoclub

YoYoClub permette di ricercare fra le stanze programmate impostando un intervallo di tempo preciso. La ricerca può essere fatta fuori dall’app, quindi comodamente da browser.

Clubhouse per chi non ha un iPhone

simulare clubhouse da web

Jam è un progetto open-source per simulare Clubhouse da web, senza utilizzare l’app

Trovare stanze interessanti

trova room

Con Find ClubHouse si possono cercare le stanze che riteniamo più interessanti, comodamente divise per topic e segnalare le nuove room alla community.

Migliora l’immagine profilo

clubhouse avatar maker

Un altro tool per rendere unico uno degli aspetti più importanti di Clubhouse, la nostra immagine profilo. Con Clubhouse Avatar Maker puoi utilizzare dei template già pre-impostati per personalizzare il tuo avatar. Anche con questo strumento puoi inserire un bordo colorato per differenziare la tua immagine dalle altre.

digital tool

Moderate, Mailoji e FreezingCam: i digital tool della settimana

Il web è un bel mondo, vario, spazioso e, spesso, confortevole. Alcune volte, però, servono pause e strumenti di moderazione per smussare gli spigoli più vivi di internet e tornare a goderselo senza stress.

Può essere utile “freezare” la webcam durante una call troppo impegnativa o rilassarsi sperimentando con strumenti per creare immagini del profilo più fresche e originali.

Questo e molto altro nei nostri digital tool della settimana.

LEGGI ANCHE: Otter, RescueTime e Hashtagify, i digital tool della settimana

Rinnova il tuo amore per i social

tool moderate

Se troll e hate speech sono i tuoi nemici quotidiani, puoi provare a migliorare la tua esperienza sui social media attraverso Moderate. Si tratta di un semplice strumento di moderazione basato sull’AI, che consente di decidere quali contenuti vedere nel tuo feed. Puoi provare subito a chiedere un invito per la versione beta.

Chat Audio più professionali

tool clubhype

 

Se Clubhouse è la tua nuova passione, non puoi perderti clubhype.io. Ti permette di avere anteprime social e landing page perfette per gli eventi sul social del momento.

Trucchetti per video call

tool freezing cam

Se una videochiamata mette davvero a dura prova la tua resistenza, puoi provare FreezingCam. Si tratta di un’app che ti permette di “congelare” la tua webcam di proposito. Tra le opzioni, anche la possibilità di riprodurre un video al posto della tua webcam in diretta.

Più colore negli indirizzi email

mailoji

Gli indirizzi email sono tutti uguali e spesso noiosi? Con Mailoji puoi personalizzare il tuo indirizzo inserendo all’interno una simpatica emoji. Utile per condividere il proprio riferimento nelle bio dei diversi social media.

Personalizzare le immagini del profilo

tool hotpot

Sgranate, sfocate o semplicemente troppo banali. Le immagini dei profili che utilizziamo sulle diverse piattaforme hanno un solo scopo: renderci unici e distinguerci dagli altri visivamente, in modo che i nostri contatti ci riconoscano al volo. Ora è più semplice hotpot.

 

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50+ checklist e worksheet per rendere più rapido il tuo lavoro

Semplificare i processi è la parola d’ordine. Gli strumenti più adatti per verificare velocemente se abbiamo rispettato tutti i passaggi necessari alla produzione di un contenuto sono proprio le checklist, che ci permettono di sviluppare una panoramica complessiva delle operazioni necessarie per non incappare in errori oppure intervenire tempestivamente nel caso di sviste  e mancanze.

Anche i fogli di lavoro ci permettono di organizzare al meglio le attività e verificare la completa aderenza del risultato finale con l’obiettivo proposto.

In questa selezione in continuo aggiornamento abbiamo raccolto alcuni dei formati più utili e versatili. Come per l’articolo sui report indispensabili per il 2021, abbiamo raccolto il materiale in una cartella per migliorare la fruizione del contenuto, accessibile qui. In alternativa, è possibile visualizzare solo quello di interesse attraverso i link.

eCommerce

eCommerce

2021 eCommerce Best Practice Checklist

95 Point eCommerce platform migration

Online Trade Marketing

 

Email

email checklist

Email Template

Email Deliverability

Email Send Time

Email Subject Line

Email Checklist

Newsletter

 

Eventi

evento

Advanced Checklist for Corporate Event Planning

Live Streaming Event

Event Marketing Checklist

Post Event

Webinar

Sustainable Event

 

Social Media

social media checklist

Hashtag Best Practice

Social Media Goals

Influencer

Social Linstening

Social Media Checklist

 

Jobs&Workplace

jobs checklist

Out of Office

Working From Home

Workplace Checklist for Covid-19

Employee Retention

LinkedIn Job Search

LinkedIn Sample Profile

Sustainable Office

Build Your Portfolio

LinkedIn Profile and Networking

 

Digital Marketing

digital marketing checklist

Buyer Personas

Editorial Calendar

Library Marketing

Travel Marketing

Lead Nurturing

Upsell, Cross-sell, Resell

Google Analytics Checklist

Google AdWords KPIs

Content Marketing Strategy

Landing page

landing page

Landing Page Checklist

Killer Landing Page

 

Podcast

podcast checklist

Basic Podcast Checklist

Sparkcade Podcast Checklist

 

Everithing & more

more

Retail Store

Evaluating Outsourcing Development Firms

Franchise Asessment

Smart Marketing

Advanced Digital Marketing Checklist

Value Proposition

Your Daily Competitive Monitoring

Real Estate Marketing

Crisis Communication Plan

Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0

Bentrovati a questo nuovo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja, il nostro obiettivo è condividere con voi insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento.

Per questa puntata abbiamo cambiato lo scenario, il tema è la Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0.

Mirko Pallera, founder di Ninja, ha intervistato Gian Luca Comandini, direttore The Blockchain Management School.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cos’è la Blockchain: min 06,20
  • Come funziona Bitcoin: min 09,50
  • Cosa sono gli Smart Contract: min 16,55
  • Differenze tra Web 2.0 e Web 3.0: min 20,30
  • Cos’è Ethereum 2.0 e cosa rende possibile: min 26,26
  • Quali nuovi prodotti e opportunità per il marketing: min 33,50

brand su clubhouse

Avvertenze per brand su Clubhouse: come usare il nuovo canale senza lasciarsi travolgere

La corsa a Clubhouse di queste ultime settimane ha polarizzato la discussione sui nuovi strumenti per interagire e restare in contatto con gli altri, ma anche su come questa nuova, entusiasmante piattaforma possa essere o meno destinata a sottrarre tempo e visibilità ad altri social media più longevi e affermati, come Facebook e Instagram.

Nella frenetica apertura alla room, è bene però non dimenticare che l’esposizione online genera conseguenze, più o meno importanti. Per questo, seguire alcune regole basiche può aiutarci a rendere l’esperienza di utilizzo del mezzo più piacevole e totalmente esente da rischi.

Al di là delle semplici indicazioni universali riguardo alla tutela dei propri dati durante la navigazione e delle consuete norme di educazione da seguire, online e offline, quando ci si approccia a un nuovo strumento, una delle operazioni propedeutiche più utili da fare è quella di analizzare con attenzione i Terms of Service della piattaforma; passaggio che viene spesso saltato a piè pari quando il buzz rimbalza da un feed all’altro e veniamo trascinati con foga in un nuovo servizio.

A cosa devono fare attenzione i brand su Clubhouse

brand su clubhouse

Se questa considerazione è importante per ciascuno di noi, assume rilevanza ancora maggiore quando sono i brand a entrare in contatto con il pubblico attraverso un nuovo strumento di comunicazione.

Per dirla con le celebri parole di Warren Buffet, “Ci vogliono vent’anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla“. Una citazione mai troppo abusata, che anzi vale la pena di ricordare soprattutto in relazione a realtà come Clubhouse, in cui la mancanza di un filtro tra produzione del contenuto ed esposizione dello stesso può tradursi facilmente in gaffe indesiderate. “È il bello della diretta“, direbbe un altro famoso comunicatore italiano. Sì, ma non sempre è così bello.

Ecco quindi cosa è importante sapere e alcuni consigli utili per conoscere a fondo le regole di Clubhouse e avviare una strategia di inserimento del tuo marchio senza correre rischi inutili.

Le conversazioni sono temporaneamente registrate

Usando Clubhouse, acconsenti al fatto che il tuo audio venga temporaneamente registrato nel caso in cui venga segnalato un incidente di trust & safety.

In pratica, la piattaforma registra l’audio criptato degli speaker di una stanza mentre è in corso la diretta (non quello degli speaker o del pubblico col microfono chiuso, quindi). Se durante la diretta uno o più utenti segnalano una violazione, Clubhouse “trattiene” la registrazione per il tempo necessario a investigare su quanto successo per poi cancellarlo a indagine conclusa. Diversamente, se nel corso del live streaming non ci sono state segnalazioni, l’app cancella l’audio appena la stanza viene chiusa.

Ecco che per un brand diventa quindi importante la possibilità di monitorare le conversazioni e il sentiment sul proprio marchio all’interno delle room. Attualmente, non esistono però strumenti di Social Media Monitoring in grado di raccogliere e analizzare le mention in Clubhouse tutelando così la reputation delle aziende.

La grande domanda quindi è: cosa dicono le persone del tuo brand quando lasci la stanza o non partecipi alla conversazione? A meno di utilizzare costosi strumenti di speech detection basati su AI e certamente non alla portata di tutti, la questione è (almeno per il momento) destinata a rimanere senza risposta.

Tutti gli iscritti devono essere reali

Social media manager unieuro

Registrandoti al servizio, accetti di fornire informazioni vere, accurate, aggiornate e complete su te stesso. È quindi vietato fornire dati fasulli ma anche impersonare altre persone (magari famose), aziende o entità.

In realtà, manca un vero e proprio strumento di certificazione che garantisca che stiamo conversando proprio con Elon Musk, per esempio, e non con un suo clone digitale. Al momento, data l’assenza di un “certificato di autenticità” (il bollino blu che compare accanto al nome delle pagine su Facebook, per intenderci), chiunque potrebbe impersonare un top CEO e causare danni di reputazione all’azienda.

Di sicuro, è più semplice riconoscere Elon Musk da una sua foto che dalla sua voce.

No alla pubblicità indesiderata

I messaggi promozionali e commerciali indesiderati sono vietati un po’ ovunque e Clubhouse non fa eccezione e, anzi, estende il divieto anche all’organizzazione di contest di vario genere.

Se un brand partecipa alla creazione della stanza o alla divulgazione dei contenuti, sarà quindi buona norma segnalarlo espressamente con i consueti mezzi che vengono utilizzati sugli altri social e media, quindi sì ai TAG come #adv, #pubblicità e #sponsorizzato da, e a formule chiare come “powered by” e “branded content“, così come stabilito dall’Agcm, l’Authority garante del commercio e della concorrenza

Vietato registrare le conversazioni (senza il consenso degli speaker)

brand su clubhouse

Una delle caratteristiche che ha agevolato la rapida diffusione di Clubhouse come piattaforma per lo scambio di opinioni è la regola generale che riguarda le conversazioni. Diversamente da un post pubblicato su Facebook o di un tweet, che rimangono visibili e possono essere condivisi e commentati, le conversazioni delle room dovrebbero rimanere assolutamente private.

È vietata, quindi, la registrazione dello streaming salvo disporre del consenso scritto di tutti gli speaker partecipanti. La regola è chiara, ma ha un limite ben preciso: l’impossibilità di invitare sul palco chi non abbia precedentemente acconsentito, per iscritto, alla registrazione.

Il carattere stringente di questa norma interna ha spinto organizzatori e moderatori a cercare delle scorciatoie per acquisire il consenso dei partecipanti senza dover ricorrere alla forma scritta e sottostare ai lunghi tempi necessari al ricevimento del documento, che poco si integrano con l’immediatezza dello strumento Clubhouse.

Una emittente radio molto conosciuta in Italia ha inserito, nel titolo della room, l’avvertenza che il flusso audio sarebbe stato trasmesso in diretta. Altri amministratori integrano nel nome della stanza un pallino rosso, simbolo comune per indicare la registrazione in atto.

Queste precauzioni saranno sufficienti per essere compliant coi termini di servizio?

No alla condivisione di informazioni e quote contrassegnate come “off the record”

Come abbiamo già avuto modo di capire, le conversazioni all’interno delle room sono riservate ai partecipanti e non possono essere registrate. Ma neppure divulgate, se uno degli speaker fa espressa menzione di non essere d’accordo o non gradire la condivisone di quanto detto.

Alcuni speaker, nella loro bio, hanno fatto riferimento espresso alle Chatham House Rules. Secondo questa regola, i partecipanti a un meeting o a una riunione sono liberi di utilizzare le informazioni emerse dalla discussione, ma non sono autorizzati a rivelare chi ha detto cosa. La regola trova la sua ragion d’essere nella possibilità di partecipare a dibattiti su argomenti controversi senza rischiare di esserne penalizzati.

Pare invece che Marc Andreessen, co-fondatore della società di VC Andreessen Horowitz, e finanziatore di Clubhouse, abbia bloccato diversi giornalisti, impedendo loro di ascoltare il discorso-evento di Elon Musk.

Anche in questo caso vige il principio generale di rispettare la sensibilità di speaker, organizzatori e moderatori e seguire le regole che vengono stabilite da chi amministra lo spazio virtuale.

Clubhouse potrebbe non intervenire nella tua controversia

brand su clubhouse

Al momento è difficile stabilire quale sarà il rapporto tra Clubhouse e i brand, in mancanza di chiare indicazioni in questo senso da parte della piattaforma.

Quello che è certo è che, come accade su diversi social media, il peso di un brand all’interno di Clubhouse potrebbe essere molto diverso rispetto a quello dei “normali utenti” presenti sull’app.

I grossi marchi, anche in ragione degli enormi investimenti pubblicitari che riversano sulle piattaforme sociali, dispongono spesso di canali preferenziali per le comunicazioni con chi amministra i sistemi, sicuramente diversi da quelli messi a disposizione per l’utenza consumer.

Infatti, Alpha Exploration Company, società proprietaria del social network, si riserva il diritto, ma non l’obbligo, di venire coinvolta nelle dispute tra gli utilizzatori del servizio. Clubhouse deciderà quindi in modo assolutamente discrezionale quando vi sia l’opportunità di “schierarsi” dalla parte di uno dei due contendenti oppure lasciare che la problematica venga risolta tra le parti.

Conclusioni: perché un brand dovrebbe provare Clubhouse (e perché non c’è nulla di cui preoccuparsi)

Anche se lo strumento è relativamente nuovo ed è necessario seguire alcune regole per regalare ai propri follower una piacevole esperienza, Clubhouse è potenzialmente un terreno di conquista ideale per brand e aziende.

Solo pochi giorni fa, Burger King ha aperto una room ufficiale sul social audio del momento, definito, con le parole del Global Chief Marketing OfficerRBI , Fernando Machado, “una piattaforma autentica, reale, onesta, trasparente”.

Se Burger King è la prima multinazionale ad aver aperto la conversazione con i suoi fan e clienti attraverso la stanza dedicata “Open Kitchen”, anche noi Ninja abbiamo avviato una collaborazione con Peroni per la giornata di San Valentino, durante la quale le due realtà hanno commentato insieme le più belle campagne dedicate alla giornata degli innamorati.

Un chiaro segnale che l’ingresso su Clubhouse non è affatto sbarrato per i brand che hanno voglia di mettersi in gioco e sperimentare, raggiungendo i propri fan in modi sempre nuovi e attuali.

In questa prospettiva, la regola aurea è quella di evitare assolutamente l’improvvisazione e rivolgersi a player qualificati per condurre in porto un progetto così ambizioso. Oltre, naturalmente, a rispettare tutte le regole.

NeN

La trovata di NeN: lancia un concorso ma il premio lo decidono i partecipanti

NeN, la startup EnerTech per la fornitura di luce e gas, ci ha abituato a uno stile comunicativo sempre molto diretto, con un approccio creativo e un linguaggio decisamente non convenzionale.

In questo caso, ha deciso di lanciare un concorso a premi riservato ai suoi clienti. Ideato insieme all’agenzia DUDE, parte il 16 febbraio e finisce il 14 marzo 2021, e sarà supportato da una campagna di comunicazione social, display e influencer.

Perché ne parliamo qui? Perché “la trovata” di NeN non riguarda particolari forme di partecipazione, articolate challenge a cui sottoporsi o restrittivi criteri da soddisfare per aggiudicarsi la vittoria. L’aspetto non convenzionale di questo contest è tutto nel premio.

In effetti, capita spesso di imbattersi nei cataloghi delle catene di supermercati che offrono “i soliti regali” per le raccolte punti o per l’uso di carte fedeltà. L’ennesimo frullatore, il set di bicchieri, il plaid con il cagnolino. NeN ha cambiato rotta: “Ci siamo appena conosciuti: sarebbe presuntuoso, da parte nostra, scegliere un premio al posto tuo“, si legge sulla pagina web dell’inziativa.

NeN concorso

Il premio lo decidi tu

Si tratta del primo concorso in cui il premio viene deciso proprio dai partecipanti. La campagna si chiama, infatti, “inserisci il tuo premio qui” e, in maniera perfettamente coerente con la comunicazione trasparente dell’azienda, permette ai suoi clienti di partecipare scegliendo un qualsiasi tipo di premio, un prodotto, un servizio o un’esperienza del valore di 1000 euro (comprese eventuali spese di consegna o spedizione).

Non c’è molto da aggiungere, in realtà: la chiarezza dell’iniziativa non lascia spazio a ulteriori regole e il singolare approccio al tema risulta più interessante del concorso stesso. Sarà infatti sufficiente compilare il form presente sul sito allegando una foto o una descrizione del premio che si desidera, per partecipare all’estrazione.

A supporto dell’iniziativa, anche un hashtag dedicato (#ilmiopremioqui) e un filtro per Instagram.

L’iniziativa è però riservata esclusivamente alle persone che hanno già un contratto di fornitura con NeN (o che lo avranno al momento dell’estrazione, il 14 aprile). L’obiettivo è quindi anche l’acquisizione di nuovi clienti.

Si può anche fare beneficenza

Partecipare a un gioco a premi può sicuramente essere divertente, anche se in realtà non si desidera nulla di particolare, al momento. Si può però cogliere l’occasione di aiutare qualcuno che si trova in difficoltà: in questo caso, infatti, la differenza di valore tra il premio scelto e i 1000 euro del budget previsti per ogni estratto, saranno devoluti al Banco Alimentare, un’associazione che si occupa di raccogliere alimenti per donarli ai più bisognosi. Più è basso il valore del premio, più alta sarà la beneficenza: in teoria sarà possibile “vincere” soltanto un caffè e devolvere quasi la totalità dell’intero premio all’associazione.

impossible burger impossible foods

La crescita di Impossible Burger, la carne vegetale finanziata anche da Bill Gates

  • Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori, raccogliendo finanziamenti per 1,3 miliardi di dollari
  • Grazie al via libera dell’FDA, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food 
  • L’obiettivo di Patrick O’Brown è eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali

Ormai è chiaro che l’allevamento, specie quello intensivo, è uno dei settori che inquina di più e concorre in misura importante al cambiamento climatico, con ingenti emissioni di gas ad effetto serra; secondo la FAO, oltre il 18% del totale.

Ma il problema è anche un altro: l’allevamento, tradizionalmente inteso, è un sistema inefficiente.

Il bestiame allevato, infatti, consuma molte più calorie, derivate dall’assunzione di mangimi e foraggi vegetali, di quante realmente ne produca sotto forma di carne, latte e uova.

Senza contare le sofferenze a cui, molto spesso, sono costretti gli animali.

In prospettiva di un rapido e consistente aumento demografico soprattutto in alcuni Paesi del mondo, è opportuno trovare soluzioni alternative, più sostenibili.

Accanto al consumo di insetti, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, parte della soluzione può essere rappresentata dai plant-based foods, cioè gli alimenti a base vegetale.

Impossible Foods, la start-up che piace ai grandi investitori

In questa giovane categoria, rientra anche il “burger” di Impossible Foods, la startup californiana che dal 2011 fa parlare di sé grazie ai suoi prodotti “impossibili”.

Fondata da Patrick O. Brown , esperto biologo molecolare e tra gli inventori dei microarray di DNA, con l’obiettivo di creare un sostituto della carne che fosse appetibile anche ai “carnivori”, Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori (Katy Perry, Serena Williams, Jay-Z e altri), raccogliendo finanziamenti per circa 1,3 miliardi di dollari, di cui 700 milioni solo nel 2020.

A quanto pare, ad aver decretato l’immediato successo dell’Impossible Burger è stata la leghemoglobina: una proteina batterica rossastra derivata dalle radici della soia transgenica, ora sintetizzata artificialmente in laboratorio grazie ad un lievito ingegnerizzato che, utilizzata come additivo, conferisce al burger caratteristiche del tutto simili a quelle della carne di manzo, sia in termini di consistenza che di odore e sapore. Sembra che sia in grado di apportare anche un aroma metallico e sanguigno, proprio come quello della vera carne.

Lo straordinario effetto è da ricondursi alla presenza del complesso ferro/porfirina chiamato, appunto, eme, lo stesso che ritroviamo nell’emoglobina animale, dove espleta la funzione di “trasportatore d’ossigeno”, conferendo al sangue il tipico colore rosso granato.

Tuttavia, l’esultanza è durata poco.

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Dopo i dubbi sulla tossicità della leghemoglobina, ok al commercio dall’FDA

La Food and Drug Administration (FDA), infatti, ha voluto vederci chiaro, ipotizzando che la leghemoglobina potesse dar luogo a delle reazioni allergiche nei soggetti più sensibili.

Così, per scongiurare ogni dubbio, prima di validare l’immissione sul mercato dell’Impossible Burger, ha caldamente invitato l’Azienda di Redwood City ad eseguire dei test di approfondimento.

In risposta all’FDA, la start-up ha eseguito un esperimento sui ratti, facendo consumare loro un quantitativo di leghemoglobina 200 volte superiore a quello consigliato ad un essere umano.

Successivamente, i dati e i risultati sono stati inclusi in un dettagliato documento, il cui riassunto spiccio è questo: “Sui ratti non abbiamo evidenziato reazioni allergiche o effetti riconducibili ad una potenziale tossicità della leghemoglobina, nemmeno a fronte di una somministrazione massiccia di additivo. Ciò ci fa presupporre che l’eme degli Impossible Burgers sia molto simile, se non addirittura identico, a quello che gli esseri umani consumano da migliaia di anni”.

Il report di Impossible Foods , seppur privo di analisi sugli effetti dell’eme a lungo termine, è riuscito a convincere la FDA, tanto che dopo pochi mesi ha ricevuto il via libera alla commercializzazione anche nei supermercati. In alcuni ristoranti, infatti, l’Impossible Burger era già presente, grazie al “trucchetto” della classificazione GRAS (Generally Recognized as Safe) con un solo vincolo: la leghemoglobina non può superare lo 0,8% del peso del prodotto finale.

Il profilo nutrizionale dell’Impossible Burger non convince gli esperti

Quali ingredienti contiene esattamente l’Impossible Burger? Secondo la nuova ricetta, presentata al CES 2019, i componenti del prodotto sono questi: acqua, concentrato di proteine della soia, olio di girasole, aromi naturali, proteine di patate, metilcellulosa, estratto di lievito, destrosio coltivato, amido alimentare modificato, leghemoglobina di soia, sale, isolato di proteine di soia, tocoferoli misti (vitamina E), gluconato di zinco, cloridrato di tiamina (vitamina B1), ascorbato di sodio (vitamina C), niacina, cloridrato di piridossina (vitamina B6), riboflavina (vitamina B2) e cobalamina (vitamina B12).

Un quadro nutrizionale che ha sollevato non poche perplessità: se da un lato l’Impossible Burger è positivamente privo di colesterolo e decisamente meno calorico rispetto ad un classico hamburger di manzo che contiene circa il 60% di grassi saturi in più, apporta meno proteine e meno ferro.

L’Impossible Burger conquista ristoranti e supermercati, anche in Oriente

Tuttavia, nonostante lo scetticismo di alcuni e il silenzio dell’AIRC, grazie a questa prima autorizzazione, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food (da Burger King a White Castle), anche ad Hong Kong, Singapore, Macao e in altre grandi e ricche metropoli.

Una corsa all’acquisto dettata da un lato dalla curiosità del primo assaggio e dall’altro dalla necessità di guardare ad un futuro più sostenibile. Patrick O’Brown, in un recente report dal titolo incisivo “Turn Back the Clock” ha dichiarato: “se avessimo a disposizione una bacchetta magica e potessimo far scomparire l’industria dei cibi animali, otterremmo immediatamente due cambiamenti fondamentali per la riduzione dei gas serra: da una parte, il contenimento delle emissioni di gas metano e, dall’altra, il recupero della biomassa”.

Così i plant-based foods riducono l’impatto ambientale

E, a supporto della propria tesi, ha riportato i calcoli relativi alla produzione dell’Impossible Sausage – uno dei prodotti di punta dell’Azienda.

In particolare, il processo produttivo:

  • Genera il 71% in meno di gas serra;
  • Richiede il 41% di terreno in meno in un anno;
  • Ha un’impronta idrica inferiore del 79%;
  • Genera il 57% in meno di eutrofizzazione acquatica.

Dati che lasciano poco spazio ad obiezioni. Il mercato delle salsicce vegetali, secondo le stime, toccherà un valore di 6,3 miliardi di dollari entro il 2028, segno che è aumentato anche l’interesse delle persone verso i cibi plant-based.

Dunque, quella che fino a ieri era un’utopia, potrebbe presto diventare realtà, avvicinando Patrick O’Brown al suo sogno: eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali.

Clubhouse conquista Burger King. Una room per dialogare con i consumatori

Tutti pazzi per Clubhouse. La nuova social App ad inviti, disponibile solo per IOS ed impostata sulla voce, conquista tutti, anche Burger King, la prima grande multinazionale che apre la conversazione con i suoi consumatori, sfruttando le potenzialità della piattaforma.

“È nuovo. Proviamo”: così Fernando Machado, Global Chief Marketing Officer RBI, la casa madre di Burger King, Popeyes e Tim Hortons, ha annunciato su LinkedIn la creazione della room “Open Kitchen” in collaborazione con “Restaurant Brands International”, dedicata al dialogo con i propri clienti.

“Sono un grande fan di Clubhouse. È una nuova piattaforma che stiamo ancora imparando e tentando di conoscere, per capire come sfruttarla. È molto autentica, molto reale, molto onesta. Le persone presenti sul social sembrano creare ottimi contenuti. Quindi non c’è da meravigliarsi che ci siano così tanti esperti del settore”, spiega Machado, l’uomo che ha stravolto le regole del marketing di Burger King, genio inarrestabile dell’advertising ed ispiratore per i marketer.

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Un fenomeno social da scoprire per Machado

“Non solo marketing, brand e pubblicità. Si può trovare davvero qualsiasi cosa su Clubhouse. Ho partecipato attivamente a due stanze, in cui abbiamo parlato un po’ del Super Bowl. E ne abbiamo creata una, con Restaurant Brands International, per parlare del nostro brand e dei nostri piani, dedicata ad una sorta di intervista con il nostro CEO José Cil e il team della comunicazione di Burger King per gli Stati Uniti e il Nord America. È incredibile osservare il livello di impegno e di partecipazione da parte delle persone. Avevamo circa 200 utenti collegati alla stanza, con domande frequenti sui nostri sforzi nel marketing e nella sostenibilità, ma anche sul background dei relatori”.

Una piattaforma molto interessante per Machado: “Stiamo ancora imparando tutti. Credo che Clubhouse sia molto autentica, molto reale, onesta, trasparente. Penso sia questo il motivo del successo in questo breve arco temporale”.

Clubhouse è stata lanciata ad aprile dello scorso anno, ma è diventata il fenomeno social delle ultime settimane, emergendo come App di social networking da tenere d’occhio. La piattaforma offre chat room che consentono agli utenti di avere conversazioni su una varietà di argomenti. Sebbene sia ancora in fase beta, disponibile solo su iOS, è passata rapidamente da 600.000 utenti a dicembre a 2 milioni il mese scorso. Una rapida ascesa che ha destato l’attenzione delle principali figure del settore tech e digital, tra cui Elon Musk e Zuckerberg, tanto da far crescere la sua valutazione, ad oggi stimata intorno ad 1 miliardo di dollari, secondo quanto riportato da The Information.

“Se ci apriamo agli investitori e ai giornalisti ogni 3 mesi per presentare i risultati finanziari, perché non fare altrettanto con altri che potrebbero essere interessati?”,

insiste Machado nel post di annuncio della call con il CEO José Cil.

Burger King su Clubhouse: marketing, brand, adv e non solo

‘Open Kitchen’ ha permesso ai consumatori e ai professionisti del marketing di chiacchierare con i vertici di Burger King, il CEO Cil, Machado, il chief corporate officer di RBI Duncan Fulton e il CMO Ellie Doty lo scorso 12 febbraio, dopo la presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre 2020, con vendite in calo dell’8,6% a causa degli effetti della pandemia, a fronte di una quota delle vendite digitali globali pari a 6 miliardi di dollari come confermato dal rapporto sugli utili.

La “Cucina Aperta” è diventata così un’opportunità per i marchi RBI per rafforzare la propria attività e la propria presenza sui canali digitali.

Clubhouse combina funzionalità di chat di gruppo di piattaforme come Slack e Zoom e il contenuto audio dei podcast, amplificando tendenze di consumo accelerate dalla pandemia.

In attesa di Twitter Spaces, per ora in beta test con 3mila utenti, sembra che anche Facebook stia implementando una piattaforma audio per competere con Clubhouse, secondo quanto riferito dal New York Times. Facebook già in passato ha fatto crescere il suo brand acquisendo aziende giovani, tra cui Instagram, WhatsApp e Oculus, nel tentativo di emulare funzionalità dai suoi concorrenti, come l’introduzione di Stories e Reels per Instagram, in risposta a Snapchat e TikTok.