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  • La crescita di Impossible Burger, la carne vegetale finanziata anche da Bill Gates

    L’FDA ha approvato la commercializzazione dell’Impossible Burger anche nei supermercati e la start-up Impossible Foods ha ricevuto nuovi finanziamenti

    17 Febbraio 2021

    • Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori, raccogliendo finanziamenti per 1,3 miliardi di dollari
    • Grazie al via libera dell’FDA, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food 
    • L’obiettivo di Patrick O’Brown è eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali
    Ormai è chiaro che l’allevamento, specie quello intensivo, è uno dei settori che inquina di più e concorre in misura importante al cambiamento climatico, con ingenti emissioni di gas ad effetto serra; secondo la FAO, oltre il 18% del totale. Ma il problema è anche un altro: l’allevamento, tradizionalmente inteso, è un sistema inefficiente. Il bestiame allevato, infatti, consuma molte più calorie, derivate dall’assunzione di mangimi e foraggi vegetali, di quante realmente ne produca sotto forma di carne, latte e uova. Senza contare le sofferenze a cui, molto spesso, sono costretti gli animali. In prospettiva di un rapido e consistente aumento demografico soprattutto in alcuni Paesi del mondo, è opportuno trovare soluzioni alternative, più sostenibili. Accanto al consumo di insetti, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, parte della soluzione può essere rappresentata dai plant-based foods, cioè gli alimenti a base vegetale.
    impossible foods impossible burger

    Impossible Foods, la start-up che piace ai grandi investitori

    In questa giovane categoria, rientra anche il “burger” di Impossible Foods, la startup californiana che dal 2011 fa parlare di sé grazie ai suoi prodotti “impossibili”. Fondata da Patrick O. Brown , esperto biologo molecolare e tra gli inventori dei microarray di DNA, con l’obiettivo di creare un sostituto della carne che fosse appetibile anche ai “carnivori”, Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori (Katy Perry, Serena Williams, Jay-Z e altri), raccogliendo finanziamenti per circa 1,3 miliardi di dollari, di cui 700 milioni solo nel 2020. A quanto pare, ad aver decretato l’immediato successo dell’Impossible Burger è stata la leghemoglobina: una proteina batterica rossastra derivata dalle radici della soia transgenica, ora sintetizzata artificialmente in laboratorio grazie ad un lievito ingegnerizzato che, utilizzata come additivo, conferisce al burger caratteristiche del tutto simili a quelle della carne di manzo, sia in termini di consistenza che di odore e sapore. Sembra che sia in grado di apportare anche un aroma metallico e sanguigno, proprio come quello della vera carne. Lo straordinario effetto è da ricondursi alla presenza del complesso ferro/porfirina chiamato, appunto, eme, lo stesso che ritroviamo nell’emoglobina animale, dove espleta la funzione di “trasportatore d’ossigeno”, conferendo al sangue il tipico colore rosso granato. Tuttavia, l’esultanza è durata poco. LEGGI ANCHE: Clubhouse conquista Burger King. Una room per dialogare con i consumatori

    Dopo i dubbi sulla tossicità della leghemoglobina, ok al commercio dall’FDA

    La Food and Drug Administration (FDA), infatti, ha voluto vederci chiaro, ipotizzando che la leghemoglobina potesse dar luogo a delle reazioni allergiche nei soggetti più sensibili. Così, per scongiurare ogni dubbio, prima di validare l’immissione sul mercato dell’Impossible Burger, ha caldamente invitato l’Azienda di Redwood City ad eseguire dei test di approfondimento. In risposta all’FDA, la start-up ha eseguito un esperimento sui ratti, facendo consumare loro un quantitativo di leghemoglobina 200 volte superiore a quello consigliato ad un essere umano. Successivamente, i dati e i risultati sono stati inclusi in un dettagliato documento, il cui riassunto spiccio è questo: “Sui ratti non abbiamo evidenziato reazioni allergiche o effetti riconducibili ad una potenziale tossicità della leghemoglobina, nemmeno a fronte di una somministrazione massiccia di additivo. Ciò ci fa presupporre che l’eme degli Impossible Burgers sia molto simile, se non addirittura identico, a quello che gli esseri umani consumano da migliaia di anni”. Il report di Impossible Foods , seppur privo di analisi sugli effetti dell’eme a lungo termine, è riuscito a convincere la FDA, tanto che dopo pochi mesi ha ricevuto il via libera alla commercializzazione anche nei supermercati. In alcuni ristoranti, infatti, l’Impossible Burger era già presente, grazie al “trucchetto” della classificazione GRAS (Generally Recognized as Safe) con un solo vincolo: la leghemoglobina non può superare lo 0,8% del peso del prodotto finale.
    impossible metballs

    Il profilo nutrizionale dell’Impossible Burger non convince gli esperti

    Quali ingredienti contiene esattamente l’Impossible Burger? Secondo la nuova ricetta, presentata al CES 2019, i componenti del prodotto sono questi: acqua, concentrato di proteine della soia, olio di girasole, aromi naturali, proteine di patate, metilcellulosa, estratto di lievito, destrosio coltivato, amido alimentare modificato, leghemoglobina di soia, sale, isolato di proteine di soia, tocoferoli misti (vitamina E), gluconato di zinco, cloridrato di tiamina (vitamina B1), ascorbato di sodio (vitamina C), niacina, cloridrato di piridossina (vitamina B6), riboflavina (vitamina B2) e cobalamina (vitamina B12). Un quadro nutrizionale che ha sollevato non poche perplessità: se da un lato l’Impossible Burger è positivamente privo di colesterolo e decisamente meno calorico rispetto ad un classico hamburger di manzo che contiene circa il 60% di grassi saturi in più, apporta meno proteine e meno ferro.

    L’Impossible Burger conquista ristoranti e supermercati, anche in Oriente

    Tuttavia, nonostante lo scetticismo di alcuni e il silenzio dell’AIRC, grazie a questa prima autorizzazione, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food (da Burger King a White Castle), anche ad Hong Kong, Singapore, Macao e in altre grandi e ricche metropoli. Una corsa all’acquisto dettata da un lato dalla curiosità del primo assaggio e dall’altro dalla necessità di guardare ad un futuro più sostenibile. Patrick O’Brown, in un recente report dal titolo incisivo “Turn Back the Clock” ha dichiarato: “se avessimo a disposizione una bacchetta magica e potessimo far scomparire l’industria dei cibi animali, otterremmo immediatamente due cambiamenti fondamentali per la riduzione dei gas serra: da una parte, il contenimento delle emissioni di gas metano e, dall’altra, il recupero della biomassa”.

    Così i plant-based foods riducono l’impatto ambientale

    E, a supporto della propria tesi, ha riportato i calcoli relativi alla produzione dell’Impossible Sausage – uno dei prodotti di punta dell’Azienda. In particolare, il processo produttivo:
    • Genera il 71% in meno di gas serra;
    • Richiede il 41% di terreno in meno in un anno;
    • Ha un’impronta idrica inferiore del 79%;
    • Genera il 57% in meno di eutrofizzazione acquatica.
    Dati che lasciano poco spazio ad obiezioni. Il mercato delle salsicce vegetali, secondo le stime, toccherà un valore di 6,3 miliardi di dollari entro il 2028, segno che è aumentato anche l’interesse delle persone verso i cibi plant-based. Dunque, quella che fino a ieri era un’utopia, potrebbe presto diventare realtà, avvicinando Patrick O’Brown al suo sogno: eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali.