Scadenze imminenti, riunioni stressanti, task impegnativi. Ovviamente il lavoro non è solo questo, ma alcune giornate diventano particolarmente pesanti e può essere utile smorzare i toni e abbassare la tensione con gli strumenti digitali che il web ci mette a disposizione.
Per esempio, qualche minuto di relax e meditazione prima di una call in cui presentare i report del trimestre, possono davvero dare una mano a essere più sciolti. Oppure, staccare un po’ la spina con le divertenti avventure di Michael in The Office, riportate su Slack aiuta a strappare una risata anche al più serioso dei colleghi del reparto Amministrazione.
Vediamo allora insieme i digital tool consigliati per questa settimana.
Video call rilassanti
Le videochiamate ti stressano? Dai a te stesso (e a tutti i partecipanti alla tua prossima riunione) la possibilità di fare una pausa aggiungendo una meditazione audio guidata di 2 minuti prima di entrare nella chiamata. Mindful Meetings funziona con qualsiasi software video tu usi.
Parola d’ordine: personalizzare
Vuoi arrivare davvero al cuore del tuo team? Vuoi provare ad offrirgli la possibilità di amare ancora di più la tua azienda? Allora devi provare CustomReactions. Potrai personalizzare le emoji di Slack e rendere il lavoro ancora più divertente.
Troppi hashtag da ricordare?
Per le tue campagne sui social media sono fondamentali, ma il rischio di sbagliare o di dimenticarne qualcuno è sempre dietro l’angolo. Con Hashtag Editor puoi organizzare tutti gli hashtag e le didascalie che usi sui social, copiarli negli appunti e incollarli in qualsiasi applicazione o sito web.
Più velocità
Se il tuo lavoro ti costringe a centinaia di tab aperte, rallentando la navigazione, puoi provare Workona suspending Tab. Potrai scegliere di sospendere le schede automaticamente o su richiesta con un clic. In entrambi i casi, ridurrai drasticamente l’uso della memoria del tuo browser.
Alleggerire la giornata
Quando il carico lavorativo inizia a diventare stressante, una bella pausa può aiutare a rilassarsi, magari confrontando la propria routine con quella di un altro famoso luogo di lavoro, la Dunder Mifflin. The Office (Slack) ricrea su Slack tutti i divertenti episodi della serie TV, The Office.
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/digital-tool-1.jpg9181638Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2021-02-27 17:00:222021-03-12 10:39:48Hashtag Editor, CustomReactions e Mindful Meetings: i digital tool della settimana
Sono circa 20 milioni gli italiani tra i 18 e i 54 anni che hanno scelto di seguire almeno un influencer. Di questi, il 48% segue un macro influencer. Una categoria che include non solo persone, ma anche brand editoriali con profili social di spicco nelle community di riferimento, riconosciuti come autorevoli in nove campi specifici: salute e benessere, famiglia e figli, intrattenimento, tecnologia e scienza, bellezza e personal care, fashion, food e beverage, viaggi e turismo, auto e moto.
Sono proprio i macro influencer al centro della ricerca “Italiani & Influencer” realizzata da Buzzoole, InfoValue e Mondadori Media, con l’obiettivo di indagare a fondo le opinioni degli italiani nei confronti di una categoria sempre più importante nei consumi.
L’indagine approfondisce in particolare il rapporto degli italiani con gli influencer e i brand editoriali, in relazione alla loro presenza sui social, e il tipo di ruolo che questi ultimi assumono nell’intrattenimento e nei processi d’acquisto degli utenti.
Il primo elemento interessante è la frequenza di consultazione dei loro profili. Il 37% dichiara di seguirli ogni giorno, mentre un altro 37% ogni 2/3 giorni.
Perché si segue un influencer?
Per i consigli che può dare (54%, soprattutto per ciò che concerne il food) oppure in quanto esperto di singoli argomenti (51%, tecnologia e motori)oppure perché si prende come modello di riferimento con cui identificarsi (19%, fashion e famiglia).
Nel corso dello studio, viene poi messo in risalto il ruolo dei macro influencer nel processo d’acquisto, con accentuazioni diverse in base ai settori di interesse per l’utente. Può essere il “tutor” che spiega un prodotto (per il 54% degli intervistati), specialmente in ambito food e nel beauty, lo scopritore in grado di far conoscere nuovi beni (per il 47%) nel tech e beauty, l’amico che sa indicare dove e quando fare un acquisto (41%), soprattutto per quanti sono appassionati di auto e moto, oppure, ancora, il trend setter per eccellenza (27%).
Si assiste quindi al riconoscimento della sua funzione commerciale: ci si aspetta che l’influencer e il brand editoriale forniscano informazioni su diverse tipologie merceologiche, diventando un “consulente” che in ogni situazione può giocare un ruolo determinante.
In testa all’indice di notorietà sui social c’è Chiara Ferragni (citata dal 85% del campione), seguita da GialloZafferano (72%) e da Benedetta Rossi (71%).
Una volta affrontato il tema del ruolo giocato dai macro influencer all’interno del percorso d’acquisto, la ricerca ha inoltre indagato anche quanto sia incidente la loro figura nella propensione alle spese: l’85% degli italiani ha dichiarato di tenere in considerazione la loro opinione sui social quando si tratta di acquistare un prodotto.
Influenza d’acquisto
Si è inoltre esaminato in profondità anche quanti acquisti vengano “davvero” effettuati sulla base dei consigli. Nell’ultimo anno circa la metà degli intervistati ha comprato una media di 2 prodotti o servizi consigliati da influencer o brand editoriali sui social: beauty, food, fashion e tecnologia sono le categorie in cui lo shopping viene condizionato maggiormente.
Esaminando le intenzioni di acquisto nei singoli ambiti, al primo posto delle preferenze degli italiani si collocano i profili di GialloZafferano (89%) in ambito food & beverage e Mypersonaltrainer per i prodotti relativi alla salute e al wellness.
Lo studio svolto in sinergia con Mondadori Media e InfoValue ha avuto il merito di far emergere la complessità di un fenomeno ormai consolidato che coinvolge le vite di milioni di persone. Inoltre ha messo in luce i molteplici ruoli che possono avere i Creator per gli italiani, non più semplici ripetitori di messaggi, ma punto di snodo fondamentale nel processo di acquisto.
ha dichiarato Gianluca Perrelli, CEO di Buzzoole.
In merito alle piattaforme utilizzate, Instagram risultail social di eccellenza (67%), seguito da Facebook (59%) e YouTube (53%). Il target giovane li segue su TikTok (9%) e il 4% su Twitch.
L’indagine quantitativa ha coinvolto oltre 1.500 intervistati, rappresentativi degli italiani di età compresa tra i 18 e i 54 anni, utenti della rete, esaminando 9 tematiche di maggior interesse declinate per profili socio-demografici, con un focus anche sul target femminile.
I brand sono da sempre fra i principali influenzatori delle scelte di consumo, centrali nella scoperta di nuovi trend e tendenze. La ricerca evidenzia, in maniera chiara, come alcuni di essi, quelli più verticali e con linguaggi e approcci più vicini alle persone, abbiano mantenuto o addirittura rafforzato questo ruolo, anche nel sempre più importante ambito dei social media. Credo che la chiave per un brand nei social sia quella di soddisfare bisogni specifici, nell’ottica di offrire supporto e aiuto alle persone.
ha dichiarato Andrea Santagata, Direttore Generale di Mondadori Media.
“Italiani & Influencer” è stata realizzata nell’ambito del progetto WeTalks: il laboratorio di osservazione permanente attraverso cui Mondadori Media si rivolge alle aziende interessate a conoscere le dinamiche di comportamento e di consumo delle famiglie. La ricerca completa è disponibile su Buzzoole e Wetalks.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/4ROX_26FEB.jpg10801920Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2021-02-26 13:28:272021-03-02 07:20:3520 milioni di Italiani si sentono condizionati dagli influencer per gli acquisti
Le “app da lavoro”, utili ad esempio per effettuare conference call, hanno fatto registrare un ingente incremento dei download, da quando il Covid-19 è entrato nella nostra quotidianità, su tutte le tipologie di dispositivi mobile. Trend probabilmente dovuto all’incremento dello Smart e del Remote Working.
Le persone ora ricercano nelle app degli strumenti utili per semplificare la vita di tutti i giorni?
In generale è mutato il nostro approccio e il tempo di utilizzo delle app
In Italia, a poco più di un anno dall’ingresso del Covid-19, la percezione dell’utilità delle app è cambiata, così come il loro utilizzo. Alcuni strumenti, prima spesso relegati al ruolo di semplice passatempo, hanno cominciato a rosicchiare un tempo di utilizzo sempre maggiore all’interno delle nostre giornate.
Cosa ci si aspetta (più di prima) da questi strumenti?
Per provare a rispondere dovremo comprendere cosa rappresenta oggi un’app mobile per le persone comuni:
– Uno strumento utile – Uno strumento fondamentale che semplifica la vita di tutti giorni – Uno strumento di cui si potrebbe fare anche a meno
Ecco alcuni trend che hanno caratterizzato l’utilizzo delle app con l’emergenza Coronavirus e le restrizioni che hanno condizionato la nostra vita sociale e lavorativa.
Gli ultimi dodici mesi delle app
Diverse ricerche dimostrano che, nel corso del 2020, a livello internazionale, le persone sono state connesse ad internet molto più tempo attraverso i propri device. Probabilmente a causa dei lockdown o delle restrizioni sociali per fronteggiare il Covid-19, i cari smartphone e le relative app sono diventati, in maniera ancor più evidente, strumenti fondamentali nella vita di ognuno sia per necessità legate alla connessione con le persone care, sia per lavoro che per ragioni di utilità.
Di quali tipologie di app stiamo parlando?
Smart Working e connessione con le persone
Nel 2020 le “app da lavoro” hanno fatto registrare un ingente incremento dei download su tutte le tipologie di dispositivi mobile. In questa categoria rientrano, per citarne alcune, le app per organizzare video-conference, quelle per l’archiviazione e la condivisione dei file o le applicazioni per l’eLearning.
Il perché appare evidente: chi non ha partecipato ad una conference call di lavoro o ad una videochiamata con più amici anche prendendo in considerazione solo l’ultimo mese o l’ultima settimana?
Il trend in aumento segue quello dell’incremento dello Smart e del Remote Working, ma anche all’esigenza di organizzare il percorso accademico dei propri figli seguendo le norme della didattica a distanza.
La creazione di fondamentali momenti di socializzazione, con persone fisicamente distanti, avrà contribuito ancor di più alla diffusione di questa tipologia di app.
Chi non ha utilizzato app di streaming video negli ultimi 12 mesi o non ha premuto sul tasto “download” sugli store per installare almeno una di esse, alzi la mano!
L’affermazione è valida anche per chi, in pausa pranzo, sceglie di impiegare il tempo (in ufficio) con una puntata della propria serie tv preferita o per chi guarda un match calcistico dal tablet durante il viaggio in metropolitana.
Le piattaforme già molto utilizzate e diffuse hanno caratterizzato ancor di più la propria offerta di servizio e ampliato i propri cataloghi, o messo in campo strategie marketing per attirare nuovi utenti (es. prova gratuita del servizio per un periodo di tempo limitato). Nel frattempo, altri competitor hanno fatto il proprio ingresso in questo mercato, sia italiano che internazionale, garantendo all’utente un’ampia scelta in termini di film, documentari, serie tv e molto altro.
Chi ha detto Fitness?
Palestre, piscine e centri sportivi sono stati fortemente penalizzati dalle restrizioni per il Covid-19, ma anche chi era solito frequentare questi luoghi di sport e benessere.
La tecnologia è diventata un importantissimo alleato per tutti gli sportivi che, prima della pandemia, frequentavano regolarmente queste strutture, le aree fitness e i parchi: secondo recenti ricerche le app per svolgere attività fisica direttamente fra le mura domestiche stanno avendo una diffusione molto rapida, facendo crescere il numero degli utilizzatori.
Un effetto che probabilmente andrà avanti anche nel 2021 e che potrebbe condurre i player del segmento del benessere e del fitness ad offrire, sempre più frequentemente, anche nei prossimi anni un’offerta ibrida fra mondo on e offline.
Prendersi cura di se stessi e degli altri
Molti sviluppatori di app, nell’ultimo anno, hanno concentrato i propri sforzi su tematiche legate alla solidarietà o alla cura di se stessi e delle altre persone.
Condividere un pasto con persone lontane meno fortunate, mettere in contatto interattivamente (con giochi e libri) familiari lontani o aiutare la propria mente a rilassarsi: sono solo alcune delle funzionalità delle applicazioni mobile di questa categoria.
Si tratta di app pensate per aiutare le persone e l’augurio è che il trend continui a crescere anche nei prossimi tempi, ponendo sempre più questa forza tecnologica “a portata di smartphone” al servizio di tutti.
Food-Tech
L’enorme crescita del settore del food-tech è un dato evidente e incoraggiante.
Per esempio, l’offerta nel segmento del food delivery in Italia è variegata: dalle aziende leader internazionali alle start up che hanno l’obiettivo di raggiungere anche gli angoli più piccoli dello Stivale, fino alle attività imprenditoriali che si occupano solo della consegna di vino e alcolici. Tutto a portata di app. Ma non è finita qui!
Dalla consegna della spesa a domicilio da parte delle grandi catene di super o ipermercati, passando per le aziende agroalimentari che si sono organizzate con sistemi di eCommerce: in questi mesi così difficili ogni player del settore del food si è attrezzato in qualche modo per far arrivare la propria “experience” fra le mura domestiche dei propri clienti e dei potenziali consumatori.
La lista sarebbe ancora lunga: sono state davvero molte le attività svolte dagli utenti più o meno tech attraverso i dispositivi mobile negli ultimi mesi.
Basti pensare che il 2020 è stato un anno importante anche per i social network, per i podcast o per il settore dell’eCommerce.
Guardando i dati di utilizzo generali del commercio elettronico, relativi non soltanto alla navigazione mobile, dello studio ISTAT “Commercio al Dettaglio Novembre 2020”, si può osservare una forte crescita degli acquisti online. L’incremento è pari al +50,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (Novembre 2019) e del +34,8% prendendo in considerazione i primi 11 mesi del 2020 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Va ricordato che la navigazione mobile e le app della categoria ricoprono un ruolo fondamentale nella customer journey dell’utente, quando si parla di eCommerce o di conversion di acquisto.
Conclusione: l’utilità di un’app mobile
Da quando si combatte con questo virus, è fortemente cambiata la percezione che gli utenti hanno delle app, che sempre più ricoprono il ruolo di strumenti validi per semplificare la vita di tutti i giorni.
Prenotare una pietanza da gustare a casa, effettuare un pagamento digitale in maniera smart, rilassarsi con lo yoga con un tutor virtuale dal salotto o partecipare ad una room di conversazione con altre persone, piano piano sono diventate abitudini irrinunciabili, passando da novità a consuetudine attraverso la reiterazione del comportamento.
Pur in un contesto drammatico, pare che il percorso di digitalizzazione abbia fatto un bel salto in avanti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/uso-delle-app.jpg9221638Luca Maucionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maucione2021-02-26 11:46:252021-02-26 20:35:36Da passatempo a strumento utile: come sono cambiati uso e percezione delle app durante la pandemia
Più di 345 milioni di utenti ascoltano Spotify in tutto il mondo. E non solo al mattino o alla sera. Ascoltano Spotify come colonna sonora della propria vita: durante la routine quotidiana o mentre accadono e si sviluppano eventi globali.
Questa abitudine ha permesso di conoscere in modo profondo gli utenti: quali sono i momenti chiave della giornata, le attitudini, gusti e preferenze. L’insieme di questi dati di prima parte (first-party data) compone uno dei principali asset di Spotify, che permette di conoscere i fan e offrire loro esperienze personalizzate.
Inside Track: streaming intelligence
Attraverso Spotify, la streaming intelligence offre preziose opportunità ai brand per connettersi alla propria audience di riferimento in modo personale e contestualizzato, indirizzando il messaggio giusto al momento giusto. Molti brand hanno già avuto modo di provarla con successo.
Ora potete conoscere chi si nasconde dietro le più grandi campagne pubblicitarie su Spotify – e trarre ispirazione dalle loro esperienze. Oggi, infatti, si lancia in Italia il programma internazionale “Inside Tracks”: una raccolta di video realizzati per presentare alcuni dei protagonisti del settore pubblicitario che hanno accettato di raccontare la loro esperienza con Spotify, condividendo la loro prospettiva personale e professionale, rivelando come sfruttano la potenza della loro creatività nella loro attività e cosa apprezzano di più di Spotify.
Apriamo la serie con Jeremie Moritz, Global Digital Marketing Director Campari, che spiega l’affinità tra Campari – e i suoi famosi prodotti – e la musica: i momenti. È la qualità dei momenti che conta ed è attraverso questi momenti che si raggiungono e si coinvolgono i consumatori.
Scoprirete come Spotify collabora al fianco di esperti come Jeremie aiutandoli a connettersi con la propria audience, al momento giusto, consigliando il formato e il contesto più appropriato, e contribuendo a generare risultati di successo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/spotify-1.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-02-25 16:25:582021-11-18 19:42:01Inside Track, lo sguardo dei professionisti delle campagne di Spotify
Numerosi utenti di Twitter tra cui il CEO di Tesla Elon Musk e l’investitore Tyler Winklevoss stanno cambiando le loro foto profilo per includere occhi laser ammiccando ai Bitcoin. Di cosa si tratta e perché si usa l’hashtag #LaserEyes?
La campagna virale, con la quale si invitano gli utenti a cambiare o modificare la propria immagine del profilo per dotarsi di uno “sguardo laser” per un periodo di 24 ore, ha uno scopo ben preciso ed è legata a doppio filo a molti degli ultimi tweet del CEO di SpaceX e Tesla.
L’obiettivo è quello di spingere il valore di Bitcoin in alto, fino a 100.000 dollari. La sfida a colpi di meme ha anche due hashtag dedicati: #LaserEyes (appunto) e #LaserRayUntil100K.
Elon Musk ha twittato la frase “solo per un giorno” proprio in riferimento alla tendenza, e ha sostituito la sua immagine del profilo Twitter con quella di un personaggio dei cartoni animati con gli occhi rossi. I laser-eyes, appunto.
Musk e Winklevoss, insieme al suo gemello Cameron Winklevoss, sono infatti da tempo accaniti sostenitori di Bitcoin e delle criptovalute in genere.
L’iniziativa sta rimbalzando con una velocità e partecipazione tale che anche alcuni legislatori federali repubblicani hanno partecipato alla campagna. Infatti, Warren Davidson, rappresentante dell’Ohio sud-occidentale e la senatrice Cynthia Lummis del Wyoming hanno cambiato le loro immagini del profilo Twitter con due belle foto dagli occhi laser.
Anche se quelli negli occhi di Tempesta degli X-Men sono più propriamente fulmini, la Lummis ha fatto riferimento alla campagna virale ritwittando il tweet di Musk e ha aggiunto che il suo “sostegno al denaro sano va avanti“.
Alla richiesta di un commento, l’ufficio di Lummis ha dichiarato che la senatrice è una “grande sostenitore dei beni digitali e dell’innovazione finanziaria, e gli occhi laser dimostrano quel sostegno“, mentre l’ufficio del rappresentante Davidson non ha risposto alle richieste di commento.
Il volo di Bitcoin e #LaserEyes
Il prezzo del Bitcoin ha superato i 50.000 dollari questo mese dopo che Tesla ha annunciato un investimento di 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. Bitcoin non ha però ancora beneficiato in modo evidente dalla campagna, perché il suo prezzo ha poi iniziato a scendere ed è in calo di quasi il 15% .
Agli investitori non resta che supportare l’ultima bizzarra iniziativa del vulcanico Elon, nella speranza, poco realistica in realtà, che il valore della criptomoneta possa più che raddoppiare in tempi brevi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/terminator-lasereye.jpg8731730Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-02-25 16:00:442021-02-26 11:49:41I meme #LaserEyes diventano virali su Twitter. Di cosa si tratta e cosa c'entrano con i Bitcoin
In ordine di arrivo, l’ultimo video di un brand che ha raccontato se stesso è quello di TIM: un mini musical di quasi 4 minuti che ripercorre la storia del nostro Paese, dipingendola con leggerezza e poesia. Sono i cento anni di innovazione e continua evoluzione nelle telecomunicazioni in Italia, raccontati dalla emozionante voce di Mina, sulle note del brano ‘This is me’ del musical ‘The Greatest Showman’ – Golden Globe 2018 come miglior canzone originale e candidata all’Oscar nello stesso anno.
In molti lo hanno apprezzato, per i tanti riferimenti alla storia delle telecomunicazioni in Italia: è sempre molto utile osservare con attenzione quando un brand racconta se stesso. In questa particolare operazione, infatti, non si tratta di promuovere un nuovo prodotto o un’offerta imperdibile, ma di rivolgersi ai propri fan e affezionati per comunicare un messaggio, festeggiare un traguardo e, perché no, titillare l’orgoglio delle persone che appartengono al contesto lavorativo dell’azienda con immagini epiche.
Gli esempi sono molti, vediamone insieme qualcuno e godiamoci questa gallery ricca di emozione e creatività.
Johnnie Walker – The Walk
Un racconto di cinque minuti e mezzo che descrive in dettaglio il viaggio di “The Man Who Walked Around The World” è una produzione magistrale che dimostra come alcune agenzie (BBH London in questo caso) sappiano ancora produrre uno spot brillante con un’impeccabile maestria e abilità narrativa.
Ascoltare un monologo di oltre cinque minuti sulla vita di un marchio di whisky è sorprendentemente coinvolgente grazie all’elegante pronuncia di Robert Carlyle e gli oggetti di scena come i barili sul lato della strada accentuano i momenti chiave della sceneggiatura e mantengono il ritmo.
Riso Gallo – Heritage
Fornitore ufficiale in esclusiva di riso di Expo Milano 2015, Riso Gallo ha presentato un nuovo spot, una nuova campagna istituzionale che esprime i valori per i quali il brand è stato scelto da Padiglione Italia per rappresentare il riso italiano nel mondo. Tema infatti l’Heritage del marchio.
Lo spot, ideato dall’agenzia Armando Testa, mette in scena la storia di Riso Gallo collegandola ai tempi necessari per produrre e preparare un riso di qualità: 159 anni e 6 generazioni di passione per il riso, 3 stagioni necessarie perché il chicco nasca e cresca nel campo, 12 mesi perché maturi dopo il raccolto in silos e diventi un eccellente Gran Riserva.
Ford
Il racconto di Ford è uscito nel 2018 per celebrare i 100 anni di produzione e innovazione sostenibile.
Più che una semplice fabbrica, il complesso di Rouge della Ford Motor Company è l’unico nella storia americana che ha prodotto veicoli, tra cui navi, trattori e automobili, senza sosta per 100 anni. Non c’è nient’altro di simile: è rimasto in funzione durante ben due guerre mondiali e 18 recessioni americane, sfornando alcuni dei veicoli più famosi del mondo.
Who We Are: The Coca-Cola Company
L’8 maggio 1886, il dottor John Pemberton servì la prima Coca-Cola al mondo nella Jacobs’ Pharmacy di Atlanta, in Georgia. Da quell’unica bevanda iconica, l’azienda è diventata una “total beverage company“, come questo video corporate comunica chiaramente e in modo immediato. Da una sola bevanda a più di 500.
Amaro Montenegro – La scoperta del Sapore Vero
Il racconto è liberamente tratto dalla storia del fondatore di Amaro Montenegro, Stanislao Cobianchi.
Un eroe moderno di fine ‘800, un genio ribelle che rinuncia alla carriera ecclesiastica e intraprende un lungo viaggio attraverso luoghi incontaminati, sapori e genti di vari paesi. Un percorso fatto di costante ricerca, caratterizzato dalla passione e dal coraggio tipici di chi vuole raggiungere il traguardo più importante: quello della consapevolezza e della realizzazione.
Maserati from A to Z
Il video “Maserati dalla A alla Z” è un cortometraggio che mette in mostra i diversi elementi che rendono Maserati audace. La narrazione è scadenzata dalle lettere dell’alfabeto ed è la summa perfetta del passato, del presente e del futuro del Brand.
Durante 4 minuti di pellicola si alternano oltre 30 modelli e un cast moderno ed eclettico che trasmette uno spirito senza tempo grazie ad immagini di forte impatto visivo.
La Colonna Sonora è uno special “Maserati Mix” dell’iconico brano “The Chase” di Giorgio Moroder.
Coco – Inside CHANEL
La storia di una giovane orfana che si reinventa e diventa Coco Chanel. Nel capitolo 5 di Inside CHANEL, una serie di cortometraggi che racconta il brand, si narrano le umili origini di Coco Chanel, dalla sua nascita nel 1883 all’incontro con l’amore della sua vita Boy Capel. Questo nuovo film svela la donna dietro la leggenda, che con un colpo di genio ha trasformato la silhouette femminile. Coco Chanel ha chiuso un’epoca e lanciato un nuovo secolo di moda.
The Tale of Thomas Burberry – Burberry Festive Film 2016
Il racconto di Thomas Burberry. 160 anni di lavoro, una storia ispirata alle scoperte pionieristiche del fondatore, reimmaginando gli eventi chiave che hanno plasmato la storia di Burberry.
Diretto dal premio Oscar Asif Kapadia e interpretato da Domhnall Gleeson, Sienna Miller, Dominic West e Lily James.
CITROËN 2019 Brand Campaign
Dopo il lancio di un primo episodio nel 2018 della sua campagna brand, Citroën torna con una nuova versione di questo film prodotto insieme all’agenzia Traction.
Trasmesso a livello internazionale, questo episodio 2 presenta ancora una volta l’autostoppista in quattro clip inedite- Un vero e proprio inno alla libertà, il film mostra la storia di Citroën iniziata nel 1919.
Le immagini sono accompagnate da un successo musicale senza tempo, “Take the long way home“, cantato da Roger Hodgson, co-fondatore di SUPERTRAMP.
This is FCA – A Global Automaker
Tutti i numeri del gruppo, in questo video corporate di FCA.
Wind. Più vicini, più valore alle parole
Ogilvy & Mather ha realizzato questa nuova campagna istituzionale di Wind. Wind ha scelto di raccontare una storia che parla di comunicazione e di vicinanza tra le persone, uno dei valori chiave su cui si fonda il brand e la relazione con i clienti, realizzando un delicato cortometraggio che invita tutti a comunicare di più con il cuore.
Nel film intitolato “Papà”, il protagonista, per incontrare il padre che non vede da tempo, decide di mettersi in viaggio e di tornare sui luoghi della sua infanzia ed adolescenza.
Talisker – The Whisky Made By The Sea
L’avventuriero Sam Branson e l’esperto di whisky Ervin Trykowski hanno ripercorso i passi dei fondatori dell’azienda, i fratelli MacAskill, affrontando la selvaggia e aspra Isola di Skye. Il video può essere visto esclusivamente su YouTube, per questioni di policy della piattaforma.
Harley-Davidson – 2021 Pan America Global Reveal
“Dal lignaggio del nostro passato e forgiato nel fuoco dell’avventura, è ora di scoprire nuove strade. Disegnata per essere diversa, progettata per durare, sperimenta l’Harley-Davidson Pan America 1250 e 1250 Special“.
Quale migliore descrizione per un brand così iconico come Harley Davidson?
Lacoste – Timeless, le film
Il corto di Lacoste celebra il savoir-faire francese e l’eleganza senza tempo della storica polo, che ha attraversato senza sforzo i decenni dalla sua creazione ad oggi. La storia di un’epopea unica e di un amore a prima vista. La vita è uno sport magnifico dal 1933.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/coke.jpg8971644Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-02-25 08:30:222021-02-26 20:44:05Coca-Cola, CHANEL, Harley-Davidson: 15 video in cui i brand raccontano se stessi
Il primo passo per analizzare e comprendere al meglio l’andamento delle campagne consiste nella personalizzazione delle colonne delle metriche che appaiono nel pannello di Facebook Ads Manager.
Mediante questa semplice procedura è possibile tenere sempre sottocchio cosa sta funzionando (e cosa invece no) e realizzare in pochi minuti di report riassuntivi completi di dettagli e dei risultati raggiunti.
Procederemo per gradi per comprendere come impostare al meglio le colonne del Facebook Ads Manager approfondendo alcune metriche che ti consigliamo di non sottovalutare, soprattutto se non hai una lunga esperienza nel mondo delle Facebook Adv.
Come personalizzare il panello del Facebook Ads Manager
Non appena si accede al pannello del Facebook Ads Manager è possibile notare che le colonne sono già predisposte secondo un ordine predefinito dalla piattaforma, ma non tutti sanno che è possibile modificare quest’ordine per realizzare un layout più vicino alle proprie necessità.
È evidente che la personalizzazione del layout standard o di qualunque altro layout disponibile sul Facebook Ads Manager, è certamente la scelta migliore. Per poter procedere basterà cliccare su “colonne: prestazioni” e accedere a “personalizza colonne”.
Dalla finestra che si aprirà sarà possibile scegliere le colonne (che in seguito saranno da visualizzate nel pannello principale del Facebook Ads Manager) da ben 5 macro aree:
Interazioni;
Conversion;
Impostazioni;
Test A/B;
Ottimizzazione.
In ognuna di essa sarà possibile scegliere tra innumerevoli tipologie di colonne e una volta conclusa questa operazione, basterà applicare le modifiche per vederle subito attive nel pannello delle Facebook Ads.
Ci sono però alcune colonne che spesso vengono sottovalutate, utili a chi non ha una grande dimestichezza col mondo dell’advertising. Eccone alcune:
Nuove conversazioni tramite messaggio;
Frequenza;
Commenti ai post;
Feedback;
Punteggio di pertinenza.
Conversazioni tramite messaggi
Le campagne di advertising su Facebook con obiettivo “conversazioni tramite messaggi” sono sempre più frequenti, soprattutto nelle piccole realtà con budget relativamente ridotti. Ma il problema comune di queste campagne che spesso sfugge (ai meno esperti) è il costante monitoraggio del numero delle conversazioni realizzate, oltre alla possibilità di quantificare il ritorno di investimento.
È possibile risolvere in parte queste difficoltà con la personalizzazione delle colonne del pannello delle Facebook Adv, accedendo nella sezione “interazioni”. Un’attivazione semplice che potrebbe cambiare notevolmente l’analisi e la valutazione dell’andamento di ogni specifica campagna.
La pertinenza, i Feedback e la frequenza
Il punteggio di pertinenza è una metrica essenziale per ogni campagna, dato che ne influenza l’andamento. Si basa essenzialmente su 2 punti: la scelta del target e la creatività degli annunci.
L’impatto di un annuncio ben realizzato (da un punto di vista creativo e testuale) su un pubblico ben delineato, potrebbe potenzialmente alzare il punteggio e di conseguenza migliorare notevolmente la campagna. Tenere il punteggio sottocchio e monitorarlo nel tempo è sempre un’operazione altamente consigliata.
I feedback positivi e negativi di una campagna sono influenzati dalle interazioni degli utenti con i diversi annunci. I feedback positivi migliorano l’andamento delle campagne ed il funzionamento degli asset realizzati. Il nostro consiglio è di basarti maggiormente su annunci con impatti maggiormente positivi.
Ultima in questo tris di metriche è la frequenza. Indica il numero di volte che un annuncio viene visto da un utente unico. Una metrica di grande rilevanza che, se troppo alta, potrebbe causare la ricezione di feedback negativi. Quando il tasso è invece basso (soprattutto in una fase iniziale), la strada potrebbe essere quella giusta da percorrere per realizzare gli obiettivi della campagna.
Commenti ai post
I commenti che ogni inserzione ottiene possono indicare scenari da tenere sottocchio. Potrebbero evidenziare delle delle criticità di vario genere (col prodotto che stai promuovendo) o una diatriba tra utenti. Monitorarli con grande attenzione è certamente la scelta giusta per evitare che questioni di rilievo per il brand, passino e restino completamente inosservate.
Non dimenticare gli eventi, una colonna quasi indispensabile
Nella sezione “conversioni” è possibile aggiungere al proprio pannello il monitoraggio degli eventi standard, certamente una delle metriche più importanti che è possibile integrare all’interno del pannello.
Gli eventi standard ti aiutano a comprendere con maggiore accuratezza cosa gli utenti stanno facendo o stanno cliccando sul tuo sito web, dunque indispensabili a stabilire il ritorno di investimento oltre a comprendere se la campagna sta procedendo al meglio.
Come settare correttamente un evento sul sito web di riferimento? La procedura è abbastanza semplice, basterà entrare nel Business Manager ed utilizzare lo strumento “gestione eventi”; poi sarà necessario inserire l’URL del sito web e da qui procedere sulla scelta degli elementi e delle azioni da monitorare.
L’ottimizzazione del pannello delle Facebook Adv non è un’impresa particolarmente complicata, ma è il primo passo per comprendere con maggiori dettagli se la strada intrapresa è quella giusta.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/facebook-ads-manager.jpg9031588Luca Cannarozzohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Cannarozzo2021-02-24 16:30:302021-02-25 16:54:43Come personalizzare Facebook Ads Manager per analizzare le performance dei tuoi annunci
Si chiamano Water Futures e sono contratti che attribuiscono il diritto di utilizzo dell’acqua
Compro oggi al prezzo di borsa e posso svincolarli quando mi servono, in base alla siccità del periodo o all’acqua di cui ho bisogno
Il prezzo viene fissato in base al Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), indice nato nel 2018 con un valore di 371.11 dollari per acre-foot
L’acqua è l’elemento più diffuso al mondo e occupa circa il 71% di superficie terrestre, ma il 96% delle risorse idriche è costituito da acque marine, quindi inutilizzabili. Sottraendo anche ghiacciai e acqua immobilizzata, solo l’1% di questa preziosa risorsa è utilizzabile e, con la popolazione in crescita, diventa un bene scarso e prezioso. Come tutti i beni ha quindi un valore.
Per stimare questo valore possiamo fare riferimento al Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), che nel 2018 ha fissato il prezzo della risorsa a 371.11 dollari per acre foot.
La novità è invece la possibilità di acquistare diritti di utilizzo su volumi di acqua ben precisi, nel momento del bisogno a seconda del capitale investito.
Il tema dell’acqua come bene prezioso e valutabile è stato portato per la prima volta all’attenzione pubblica da Michael Burry (il personaggio iconico che ha ispirato il film “La grande scommessa”) nel 2013, che ha creato un fondo d’investimento i cui asset si dividono tra acqua, oro e terreni agricoli.
Per la prima volta, nel dicembre 2020 l’acqua “fluttuava” a Wall Street sotto forma di diritti di utilizzo, i cosiddetti water futures.
Tali contratti sono in tagli da 10 acre-foots (cioè 3 milioni e 260 mila galloni d’acqua) e il prezzo per acre-foot è fissato dal NQH20.
La scommessa degli investitori non è però valore dell’acqua, già prefissato, ma sulla scarsità della stessa durante l’anno: si comprano tante obbligazioni sulla base di quanta prelazione si vuole avere sull’acqua a disposizione, cercando di prevedere come e quanto bene sarà disponibile durante l’anno.
Le previsioni, per niente rosee, prevedono scarsità d’acqua entro il 2025 e questo spinge non solo i classici speculatori finanziari, ma soprattutto agricoltori ed industriali ad acquistare il diritto di utilizzo di un ammontare di acqua per continuare la produzione.
Il prezzo viene fissato sulla disponibilità di acqua dei maggiori fiumi californiani, che è anche uno degli stati in cui la produzione e l’utilizzo di acqua si assestano sui valori più alti al mondo; con precisione, la definizione di water futures è: “Futures contracts are financial derivatives that reflect a contract between two parties that commit to exchange a water use right on a specific date, at an agreed price. That is, you do not buy water today, but the right to use it in the future“.
Per semplificare, i water futures sono dei veri e propri contratti che forniscono, all’acquirente, la possibilità di impiegare tale risorsa idrica in un momento preciso nel futuro, in caso di necessità, grazie all’acquisizione del diritto di prelazione sul consumo di tale bene.
Il vantaggio che gli investitori ricevono dai water future, oltre che al diritto di prelazione, è quello delprezzo stabile : si compra oggi un contratto di utilizzo di un bene che verrà utilizzato in futuro, ma al suo costo odierno. Se il prezzo del bene nel futuro si alzerà, l’investitore sarà tutelato da tale fluttuazione avendolo già acquistato in precedenza.
The Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O), l’origine del “prezzo” dell’acqua
Come è stato stabilito il prezzo dell’acqua? Mettendo insieme VelesWater, una realtà specializzata nella definizione del prezzo dell’acqua e di tutti i suoi derivati oltre che nel trading degli stessi, il NASDAQ, il gruppo borsistico che si occupa di regolamentare e rendere statistici i dati di trading, e la California, il terzo più vasto stato americano, ma in assoluto il più densamente popolato con un consumo di acqua che si attesta solo secondo dopo la Cina.
Da questa collaborazione nasce The Nasdaq Veles California Water Index (NQH2O) nel 2018.
Il NQH2O si basa sul prezzo dei diritti di utilizzo dell’acqua nei cinque distretti acquiferi più sfruttati in California, compresi i più importanti bacini come quello centrale, Chino, San Gabriel e Mojave.
Viene misurato in dollari per acre-foot la cui dimensione volumetrica è 325,851 galloni (circa 1234 litri) e che in un periodo tra il 2012 e il 2019 ha già portato ad un volume transazionale che si aggira intorno ai 2,6 miliardi di dollari.
Al momento del lancio nel 2018, il prezzo nominale di un diritto di utilizzo era di 371,11 dollari, ma ogni settimana, di mercoledì mattina, viene pubblicata la sua fluttuazione e definito il prezzo di mercato a cui ogni contratto può essere comprato o venduto. Il valore viene calcolato sul volume di acqua alla fonte.
Ogni obbligazione ha un taglio a 10 acre-foots e tali lotti devono essere comprati e venduti tutti insieme.
Aver stabilito un indice del genere con molte caratteristiche e regole precise lo rende un indice attendibile per il mercato e assolutamente trasparente: chi possiede un contratto di questo tipo o lo vuole vendere conosce esattamente, di settimana in settimana, il suo valore effettivo e quanto vale il suo diritto di prelazione sulla risorsa.
Comprare uno o più contratti darà, quindi, ad agricoltori o industrie, oltre che un diritto di prelazione sul volume d’acqua “prenotata” anche una previsione più o meno precisa dei costi legati a questa materia prima: se io oggi compro un’obbligazione a 500 dollari, per esempio, so che per la produzione che impiegherà quel volume di acqua, il costo ad essa collegata sarà di 500 dollari, senza fluttuazioni date dal differimento di utilizzo; se poi vorrò mettere sul mercato il mio diritto inutilizzato, posso già stimare quanto mi verrà pagato. L’indice è preciso e pubblico, quindi saprò con sicurezza se rientrerò totalmente dal mio investimento ottenendo anche un guadagno o se invece ci avrò perso.
Se è vero che l’acqua è ormai quotata e preziosa, la fluttuazione del suo prezzo è calmierata e controllata.
Focus on California, lo stato americano in cui l’acqua vale più dell’oro
Perché proprio la California è stata individuata come stato su cui basare un indice mondiale di valore dell’acqua?
Le ragioni sono molteplici: è lo stato più densamente popolato degli USA in cui l’acqua viene sfruttata al massimo del suo potenziale, con un consumo di acqua, in proporzione, solo secondo alla Cina.
Ad oggi la California, da sempre protagonista nella costruzione di infrastrutture necessarie e basilari per l’utilizzo e la canalizzazione dell’acqua, oggi si vede al centro di quella che è una polemica in cui si definiscono obsolete le tecnologie sviluppate rispetto ad un incremento di industrializzazione oltre che ad un cambiamento di coltivazioni, che ha portato ad una necessità acquifera quadruplicata per un settore che contribuisce solo con il 2% sul PIL nazionale.
La California, per molti anni, inoltre, ha basato il suo approvvigionamento idrico sul Rio Colorado, ma oggi, a causa dell’aumento della popolazione in Nevada e Arizona, si trova in seria difficoltà a coprire il fabbisogno dello stato.
Quali iniziative è possibile mettere in atto per tamponare la situazione in uno stato con il consumo di acqua tra i più alti del mondo ma nel quale questa risorsa diventa sempre più scarsa?
Si stanno ora valutando nuovi progetti che puntano a ottimizzare le quantità disponibili, sia a livello di efficienza di utilizzo e trasporto della risorsa sia a livello di rispetto ambientale con la creazione di aree dedicate a riserva e area protetta.
Il confine, però, tra sfruttamento intensivo senza rischi ambientali e la salvaguardia del mondo per le generazioni future è forse troppo labile.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/acqua-in-borsa.jpg9141628Emikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEmiko2021-02-24 11:35:302021-02-25 16:55:02Cosa vuol dire che l'acqua è quotata in borsa e cosa sono i Water Futures
I brand devono conoscere il perché della loro esistenza e sapere a chi si rivolgono
L’efficienza senza la connessione umana è fine a se stessa, oggi il Marketing deve essere inclusivo
Il talento è la fortuna delle community
Dalle persone alle aziende, passando per i governi, tutti cercano di adeguarsi ai cambiamenti di questo periodo profondamente incerto e il rapporto di Deloitte sui nuovi trends del Marketing globale ne è la conferma.
Le 7 tendenze per essere al top
Ciascuno dei trend globali del Marketing per il 2021 evidenzia l’esigenza comune di uscire da una mentalità difensiva e provinciale per soddisfare in modo più olistico e autentico i bisogni umani.
Il primo punto è dedicato alla Purpose: stabiliamo le basi necessarie per prosperare anche nei tempi più turbolenti. Per fare questo, le organizzazioni devono essere in sintonia con il motivo per cui esistono, con i loro dipendenti e collaboratori, per” servire al meglio” il proprio pubblico.
Come secondo trend possiamo individuare l’Agility. L‘esplorazione su come le organizzazioni possono strutturarsi al meglio per allinearsi alle esigenze degli stakeholders.
A seguire, la Human Experience, cioè come le aziende possono uscire dalla loro mentalità incentrata sull’efficienza, per elevare le esperienze del loro pubblico, della forza lavoro e dei partner commerciali.
La quarta parola d’ordine è Trust. I brand devono essere più responsabili e assicurare che i messaggi trasmessi siano congruenti con le esperienze che offrono: realtà uguale coerenza.
Il quinto caposaldo è la Participation. Alcune aziende leader stanno sfruttando la passione dei clienti per rafforzare le loro strategie di engagement attraverso l’innovation e l’advocacy.
La sesta tendenza è la Fusion. Fa luce su come determinate aziende creative siano andate oltre la mentalità difensive per creare soluzioni più free attraverso nuove partnership, idee dei clienti e Co-Marketing all’interno di ecosistemi digitali.
Dulcis in fundo arriva il Talento. Vedremo come i marketers possono elevare le loro qualità dentro un mondo competitivo, anche nei momenti più difficili.
La Purpose fa la differenza
Le aziende sono ora in una posizione unica per affrontare cambiamenti epocali senza precedenti. Navigare in un mondo in continua evoluzione orientandosi sugli obiettivi prefissati è fondamentale per rafforzare la propria community e incrementare il business.
Mentre la maggior parte dei marchi sta ancora riflettendo su come riposizionarsi ed essere utili ai propri stakeholders, alcuni sono già strutturati per rimanere saldi in una dimensione chiave: il loro obiettivo, il motivo per cui sono sul mercato. Queste aziende hanno compreso il motivo della loro esistenza e a chi si rivolgono, indipendentemente da ciò che vendono oggi. Un modus operandi che va oltre il prodotto e adotta un metodo umanistico.
Nell’indagine di Deloitte, su 2.447 consumatori a livello globale, il 79% degli intervistati ha dichiarato che, dal loro punto di vista, brand che hanno risposto positivamente al COVID-19 e sono in linea con la comunità.
In effetti, lo abbiamo visto manifestarsi in differenti modi, ad esempio:
Istituzioni finanziarie che hanno sospeso le commissioni di scoperto e rinviato i pagamenti dei prestiti
Aziende calzaturiere che hanno donato migliaia di paia di scarpe agli infermieri che curano le loro comunità
Questo avviene quando le risposte di un brand alle crisi sono guidate da uno scopo olistico: collegare al ruolo dell’impresa nella società, il valore.
Marketing agile per il nostro mondo sempre più digitale
L’attuale recessione scatenata dalla pandemia è unica, in quanto ha generato cambiamenti rapidi e massicci nel comportamento dei consumatori, portandoli in misura sempre maggiore dai negozi fisici ai canali digitali. Di conseguenza, affrontare la crisi ha richiesto un diverso modus operandi: passare a una strategia di canali digitali agile che soddisfi le esigenze dei clienti.
Nel report di Deloitte, il 58% degli intervistati è stato in grado di nominare almeno una marca che ha orientato rapidamente la sua offerta per reagire meglio alla “nuova normalità” indotta dalla pandemia.
Il COVID-19 ha anche incrementato l’apprezzamento dei clienti nell’ adozione dei canali online, il 66% delle persone interpellate concorda sul fatto che la crisi sanitaria ha aumentato il loro apprezzamento per le tecnologie ben progettate; Il 63% ha convenuto che continuerà a utilizzare gli strumenti digitali più spesso, anche quando sarà tornata la normalità.
Le organizzazioni possono posizionarsi per soddisfare meglio le esigenze dei clienti applicando approcciandosi in questi tre modi:
Avere un’immagine chiara del mercato
La base per il Marketing agile spesso richiede una visione organizzativa unica e unificata del cliente. Ciò richiede la progettazione di un CRM che integri set di dati in un’unica piattaforma, come elementi di un ecosistema: la Customer Data Platorm.
Cosa comporta questo? All’inizio, le organizzazioni dovrebbero sviluppare o adottare una piattaforma che collega i dati da una varietà di canali come l’eCommerce e i social media; dispositivi come laptop, dispositivi mobili telefoni e tablet; e piattaforme come i sistemi di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) per tracciare i percorsi dei clienti. Questo può aiutarli a creare un’esperienza cliente più olistica.
Anticipare la conversazione
Per rispondere veramente alla chiamata del cliente, un’azienda deve essere in grado di percepire e comprendere le esigenze di quest’ultimo. Fortunatamente, una Customer Data Platform olistica combinata con tecnologie di “rilevamento predittivo” (alimentato da apprendimento automatico e intelligenza artificiale) rende questo processo possibile per molte organizzazioni.
Per esempio, le capacità di social sensing di Deloitte Digital prevedono dove sono dirette le conversazioni nelle successive 72 ore, consentendo alle organizzazioni di analizzare le conversazioni sul mercato, misurare il sentimento dei consumatori e prevedere dove queste conversazioni possono tendere nei giorni a venire. Questo comportamento può essere specifico come misurare e prevedere il sentiment sui messaggi pubblicitari o determinare dove le persone che sono guarite dal COVID-19 possono essere più aperte a donare plasma contenente anticorpi.
Abbracciare il Social CRM
Una volta che hanno capito dove sta andando la conversazione, i professionisti del Marketing hanno a disposizione una miriade di canali per interagire con il loro pubblico.
Al di là dei canali tradizionali come email, carta stampata, TV e social media, esiste un insieme fiorente di canali digitali, sia nei mercati B2C che B2B, che si stanno sviluppando in interi ecosistemi: i CRM sociali. Allo stesso tempo, per interagire meglio con i clienti durante la pandemia, il 67% degli intervistati di C-suite ha affermato di aver aumentato la propria presenza sui social media.
Ora che più aziende, soprattutto in Cina, sfruttano i loro canali social per interagire in modo più ampio e dinamico con i clienti, una nuova serie di casi d’uso sta emergendo attraverso il social CRM.
Allora, cos’è il social CRM? I marchi stanno sfruttando i loro canali social come mezzo per fornire un “servizio individuale”. Prendiamo ad esempio l’azienda B2B Sany Heavy Industry. L’azienda produttrice di macchinari pesanti utilizza piattaforme di social messaging non solo per comunicare novità sui macchinari nel suo catalogo, ma anche per fornire alle parti interessate un modo semplice per programmare un incontro con un rappresentante di vendita.
Sebbene gli esperti di Marketing utilizzino da tempo le piattaforme social per inviare messaggi tramite influencer o opinion leader chiave (KOL), alcuni lo stanno facendo a un micro livello creando KOL virtuali.
Human Experience: invertire il pensiero: dal mercato, alla promozione della connessione umana
Oggi i valori aziendali devono essere un punto di riferimento per gli stakeholders, non è più tempo di scegliere tra efficienza o esperienza umana, perché nella seconda è insita la prima.
È la scelta tra prendere un volo più economico o uno più sicuro; acquistare abbigliamento con la consegna più rapida o dal fornitore con la catena di fornitura più eticamente progettata; affidarsi a un “robo advisor” per i propri investimenti o dedicare tempo per assicurarsi che i propri soldi siano diretti verso investimenti in linea con i propri valori.
Nel capitolo sulla Human Experience del rapporto di Deloitte si è aperto un focus come le organizzazioni devono pagare il loro “debito di esperienza”. Cioè, quando le organizzazioni progettano il loro futuro digitale per l’efficienza, piuttosto che la connessione umana, si accumula un debito e questo debito può manifestarsi in parte sui risultati, nella mancanza di inclusività e in sentimenti di isolamento sociale.
Quando sono stati intervistati quasi 2.500 consumatori ad aprile, una persona su quattro ha concordato fermamente di essersi allontanata dai marchi che ritenevano agissero per interesse personale. Allo stesso tempo, oltre il 70% ha convenuto di apprezzare le innovazioni digitali che hanno approfondito la loro connessione con gli altri durante COVID-19.
Reinventare le organizzazioni in ottica di umanità
La pandemia può e deve essere un invito all’azione per le aziende a ripensare i propri valori, operazioni e l’intera infrastruttura. È un’opportunità per innovare e ricostruire l’esperienza umana in un modo che risponda alle nostre esigenze collettive. Dunque l’organizzazione deve trasformarsi in un’impresa più incentrata sull’uomo che il mondo si aspetta.
Perché partire dai valori?
Perché i valori guidano le emozioni e le azioni umane, non sono le cose che vogliamo, ma spiegano perché il novantacinque per cento delle nostre decisioni di acquisto sia guidato da impulsi inconsci, il più grande dei quali è l’emozione. Nel precedente studio di Deloitte, su 16.000 partecipanti, si è scoperto che più della metà di tutte le persone desiderava un’esperienza più “umana” dai loro ambienti virtuali.
E con il passare del tempo, anche queste esperienze virtuali hanno avuto rendimenti decrescenti poiché la tecnologia non è stata in grado di compensare completamente le interazioni di persona. A complicare le cose è il fatto che in passato le organizzazioni facevano affidamento sulle interazioni per rafforzare la connessione umana, mentre le soluzioni digitali new-age sono probabilmente un po’ meno umane. È promettente, tuttavia, che alcune aziende siano state in grado di cambiare direzione e rinnovare rapidamente i propri ambienti digitali per promuovere meglio questa connessione.
Ad esempio, Kenu, un produttore di accessori per smartphone, visitava regolarmente i suoi partner cinesi, il management si recava presso gli stabilimenti di produzione connettendosi con le principali parti interessate. Quando i viaggi furono limitati a causa della pandemia, Kenu trasferì queste visite in un ambiente virtuale. Utilizzando telecamere remote a 360 gradi e una piattaforma di collaborazione denominata Avatour.
Kenu ha continuato a condurre visite regolari dell’impianto con i principali partner commerciali. Un ulteriore vantaggio del passaggio al digitale? Ora possono incontrarsi in qualsiasi momento.
Trust: quando il messaggio si connette alla consegna, la fiducia fiorisce
La fiducia tra brand e pubblico è un punto attualissimo, essa influenza il comportamento delle persone rispetto a 4 correlazioni:
umanità
trasparenza
capacità
affidabilità
Quando la fiducia è vista come obiettivo dell’esperienza umana, (HX), l’umanità e la trasparenza riflettono l’intento, mentre la capacità e l’affidabilità mettono in mostra la competenza.
Quinto punto, la partecipazione. Ma cosa intendiamo?
Il contributo del cliente rappresenta il modo passivo con il quale le persone interagiscono per influenzare i marchi
La partecipazione passiva può includere attività a basso impatto e poco sforzo con la quale le persone forniscono feedback (ad esempio, scrivendo recensioni) o discutono di un marchio.
La partecipazione attiva, invece, rappresenta il modo più mirato e coinvolgente con il quale le persone interagiscono con i brand, (ad esempio, co-creazione e sviluppo di contenuti originali ). Come molti potrebbero aspettarsi, le generazioni più giovani interagiscono più frequentemente con le marche. Mentre la generazione Z ,(età 18-25) partecipa all’operato dei brand con un tasso del 73%, la percentuale scende gradualmente al 42% per le persone di età superiore ai 45 anni.
Il divario aumenta soprattutto per le forme di partecipazione più profonde, con solo il 7 % di persone di età superiore ai 45 anni che sviluppa contenuti originali.
Con l’età cresce anche la passione
Quando è stato chiesto agli intervistati se si impegnassero in queste attività perché erano appassionati di un marca, prodotto o servizio specifico, è stato riscontrato che l’età è altamente correlata alla passione e all’impegno. Cioè, più è alta l’età del soggetto, maggiore è il ruolo che la “passione” gioca nella partecipazione. In tutte le forme di coinvolgimento, la Generazione Z ha convenuto che la passione gioca un ruolo tra il 54% e il 65% delle volte. In confronto, chi ha più di 25 anni ha dichiarato che la passione è rilevante dal 76% all’85% delle volte.
Motivazioni per la partecipazione: il desiderio di aiutare
Quando è stato analizzato il motivo per cui le persone partecipano, è emersa una tendenza travolgente: le persone sono più motivate a partecipare per aiutare gli altri. Altre motivazioni che spingono a partecipare sono: “voler condividere qualcosa di entusiasmante”, “avere esperienza in un prodotto o servizio” o un “marchio che lancia un nuovo prodotto”.
Fusion: i brand creano esperienze innovative per le persone
Molte organizzazioni stanno superando la produzione di prodotti e soluzioni puntuali. I brand stanno puntando a un livello più profondo per capire veramente i bisogni delle persone. Attraverso queste conoscenze, stanno lavorando per soddisfare i loro bisogni in modo più olistico.
Non si tratta di fare “la stessa cosa, meglio”. Invece, le organizzazioni hanno l’opportunità di re-immaginare completamente le strategie di partnership con l’apertura a soluzioni innovative per le persone.
Soddisfare in modo olistico i bisogni umani richiede spesso un cambiamento di mentalità. Per i marchi, può significare pensare oltre i propri prodotti e servizi e cercare partnership che li mettano in grado di servire meglio i loro stakeholders. I primi giorni della pandemia sono stati utili per incubare molte partnership commerciali creative e inaspettate per vincere nuove sfide.
Consideriamo la svolta di OpenTable, un’applicazione per la ristorazione, che ha stretto nuove partnership con una varietà di catene di supermercati e altre attività essenziali per trasformare la visita a un negozio di alimentari e altri negozi al dettaglio in un evento prenotabile.
Come risultato di questa collaborazione, le persone hanno potuto acquistare in modo sicuro e prevedibile articoli essenziali senza la preoccupazione (o il fastidio) dellea grandi folle. Al di là della pandemia, ci sono molti esempi di aziende che si muovono al di fuori dei loro domini tradizionali per soddisfare i bisogni emergenti, come la collaborazione di ExxonMobil per creare un nuovo ecosistema di assistenza per le auto in Cina.
Passando dal tradizionale B2B a un mercato più orientato al cliente, ExxonMobil ha collaborato con un’azienda tecnologica globale e un marchio locale di assistenza automobilistica per creare una “esperienza di manutenzione dell’auto abilitata digitalmente”.
Una piattaforma di dati creata attraverso l’ecosistema consente ai clienti di ricevere consigli sulla manutenzione e di effettuare prenotazioni online per la manutenzione delle auto; allo stesso tempo, permette alla ExxonMobil non solo di rifornire i veicoli, ma anche di assicurarsi che funzionino in modo sicuro ed efficace.
Fusion significa re-immaginare l’arte del possibile quando un’azienda va oltre le sue quattro mura per innovare e creare per i propri clienti. Mentre il COVID-19 porta l’innovazione digitale in primo piano, i professionisti del Marketing possono aiutare le loro organizzazioni a orientare il loro pensiero dalla “protezione di ciò che hanno” all’apertura di nuove porte, nuove partnership e nuove piattaforme digitali che catturano i cuori e le menti dei loro clienti.
Talent for community
Per affrontare questo ritmo accelerato di cambiamento, i professionisti del Marketing devono portare la trasformazione dei talenti in primo piano nella loro agenda. La trasformazione della tua organizzazione di talenti non è un evento statico. Invece, è un viaggio necessario per ogni team.
Ecco cosa puoi fare:
• Punta sulla leadership: potrebbe non esserci momento migliore di adesso per far esprimere i talenti. Tuttavia, sarà difficile farlo se la leadership non supporta il miglioramento delle competenze, quindi parti da lì per questo cambiamento.
• Investi su scommesse strategiche: per la maggior parte delle organizzazioni, non è necessario apportare modifiche globali al modello del talento esistente. I Marketing Specialist possono semplicemente modificare il modello attuale “piazzando” scommesse tattiche su alcuni nuovi aspetti.
Inizia valutando dove si trovano i tuoi punti di forza e di debolezza come squadra. Se gli aspetti creativi della tua organizzazione sono per lo più esternalizzati, prendi in considerazione nuovi modelli, come la gig economy, per riportare il vantaggio competitivo all’interno della tua organizzazione. Se i tuoi contenuti sono abbastanza statici, potrebbe avere senso automatizzare il lavoro più ridondante tramite l’AI.
• Investire nella cultura:il Marketing può funzionare al meglio quando risponde alle esigenze dei clienti in modo agile. Ciò può richiedere un vero cambiamento nella mentalità culturale, da un’organizzazione a più livelli a una che consente alle persone di muoversi rapidamente e adattarsi alle mutevoli esigenze dei clienti man mano che si presentano. Significa anche incorporare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita come parte fondamentale della cultura aziendale con un focus sull’evoluzione delle competenze man mano che cambiano le esigenze.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/marketing-trends.jpg9181639Daniele D'Amicohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaniele D'Amico2021-02-23 17:54:412021-02-25 16:55:15Le prossime tendenze del Marketing Globale secondo Deloitte
Pinterest è un luogo dove le persone fanno progetti e prendono decisioni riguardanti i momenti della propria vita, più o meno importanti. Questa attitudine così unica si traduce in una miriade di dati e insight, che i brand possono utilizzare per scoprire le future tendenze di acquisto dei consumatori. Non è una novità che gli insight di Pinterest siano una risorsa importante per gli inserzionisti.
Anche in un anno imprevedibile come il 2020, le tendenze previste da Pinterest si sono avverate nell’80% dei casi, offrendo ai brand dei punti di riferimento per continuare a ispirare i consumatori in un periodo di grande incertezza.
Pinterest Predicts, il report annuo di Pinterest sulle tendenze, offre un’anteprima delle idee che vorranno provare i suoi oltre 450 milioni di utenti mensili nei mesi a venire. Facendo affidamento sugli insight di Pinterest Predicts per le proprie campagne di marketing, i brand hanno la possibilità di mostrare i contenuti più interessanti ai consumatori intenzionati a compiere delle azioni.
Per ciascuna delle oltre 150 tendenze del report, Pinterest ha analizzato i fattori chiave che contraddistinguono i segmenti di pubblico, con l’obiettivo di individuare i temi più in linea con ciascun gruppo demografico (generazione Z, millennial, generazione X e baby boomer) e offrire insight chiari e fruibili per raggiungerlo.
Avendo ben chiaro qual è il proprio pubblico target, per i brand diventa quindi più facile identificare le tendenze che interessano a quel gruppo di utenti e ideare campagne perfettamente allineate. Ad esempio, gli utenti della generazione Z si stanno dimostrando sempre più interessati a tendenze di bellezza un po’ eccentriche, come “Sopracciglia tra le righe” e “Bellezza indie”. Qualsiasi brand del settore bellezza o retail che intenda rivolgersi a questo segmento di pubblico, dovrebbe tenere in considerazione questi dati.
I brand dovrebbero quindi adattare i propri contenuti creativi per rivolgersi in modo mirato a questa fascia di giovani utenti e promuovere prodotti e servizi che li ispirino a dare vita a look audaci e colorati.
Sfruttare gli insight più pertinenti nelle campagne di marketing
I brand hanno sempre fatto affidamento sugli insight di Pinterest per progettare le proprie campagne, ma quest’anno abbiamo voluto proporre dei consigli specifici su ciascun tema di Pinterest Predicts per facilitare la creazione di contenuti pertinenti e fruibili, in grado di fare breccia sui consumatori. Grazie a questi consigli, i brand possono capire come sfruttare gli insight di Pinterest nelle campagne in base al proprio mercato di riferimento.
Ad esempio, una delle tendenze dell’arredamento d’interni per il 2021 è l’angolo ufficio salvaspazio. Questa tendenza è emersa durante la pandemia, come conseguenza della diffusione del lavoro da remoto e dell’esigenza di ritagliarsi dei propri spazi tra le mura domestiche, per esempio trasformando un armadio in un ufficio.
Questo insight specifico rappresenta un’ottima opportunità per i brand del retail e del fai da te, che possono promuovere soluzioni e prodotti per valorizzare gli spazi ibridi della casa, come mobili da ufficio o colori di tendenza per dipingere le pareti.
Inoltre, potrebbe essere utile pubblicare foto del prima e dopo, per aiutare le persone a immaginarsi nei nuovi spazi. Questa tendenza potrebbe interessare anche le società di servizi finanziari, che possono proporre polizze assicurative per i lavori di ampliamento, e i brand di tecnologia e telecomunicazioni, che possono aiutare gli utenti a realizzare postazioni di lavoro connesse e ben equipaggiate.
Soluzioni pubblicitarie basate sugli insight di Pinterest
Pinterest ha lanciato il badge Tendenza, una soluzione per gli annunci che fa leva sui suoi insight e che consente di raggiungere i consumatori con i contenuti più interessanti, in grado di catturare l’attenzione e favorire le azioni. I brand possono diventare proprietari di una tendenza. Ciò viene attestato da un badge con il nome del brand che viene collocato nei contenuti creativi della campagna. Il badge è disponibile esclusivamente su Pinterest.
Un segnale del crescente interesse per gli insight predittivi di Pinterest è la crescita del badge Tendenza di Pinterest, pari a circa l’85% rispetto all’anno precedente. È possibile diventare proprietari di qualsiasi delle oltre 150 tendenze di Pinterest Predicts. Il badge Trend contribuisce a rafforzare la credibilità e visibilità del brand su un insight specifico.
L’elenco completo delle tendenze 2021 è disponibile su pinterestpredicts.com. È possibile applicare dei filtri per selezionare le tendenze in base al settore e al gruppo demografico.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/immagine_pinterest.jpg9171662Pinteresthttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngPinterest2021-02-23 16:00:372021-02-25 13:53:37Realizzare campagne di successo con le tendenze del 2021 di Pinterest
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