Amazon espande la sua impronta nel mondo reale con uno strumento fisico unconventional. Si chiama Dash Cart ed è una versione intelligente del classico carrello della spesa da supermercato.
È dotato di touchscreen e altre componenti hardware per rilevare automaticamente quali oggetti si inseriscono all’interno e persino quanti prodotti uguali hai scelto dallo scaffale. Quando hai finito di fare acquisti, ti è permesso portare il carrello attraverso una corsia speciale che controlla tutto in digitale senza la presenza di un addetto umano.
Da anni l’azienda cerca di applicare quanto acquisito dallo sviluppo di prodotti basati su Alexa agli store fisici, anche grazie all’acquisizione di Whole Foods e alla crescente rete di negozi Amazon Go (cashless). Tali sforzi stanno ora portando a prodotti ibridi che collegano il digitale e il fisico.
Dall’Amazon Go al Dash Cart: come cambia la strategia del gigante dell’eCommerce
Il Dash Cart arriverà per primo nel negozio di alimentari di Amazon nel quartiere di Woodland Hills a Los Angeles. Il negozio, confermato per la prima volta l’anno scorso, non è un Amazon Go, il che significa che non ha telecamere, sensori e altre apparecchiature integrate nel soffitto per rilevare automaticamente gli oggetti che togli dagli scaffali.
Questo è un supermercato “normale”, come quelli in cui tutti facciamo acquisti ogni giorno, solo che ha carrelli della spesa fatti appositamente per l’uso tecnologico.
Non è chiaro perché Amazon stia optando per un negozio più tradizionale, visti i suoi oltre due dozzine di negozi Go. Da un lato, potrebbe essere perché il modello Go è difficile da ridimensionare alle necessità di un negozio di alimentari più grande della classica drogheria. La nuova sede di Woodland Hills si trova infatti sul sito di un ex Toys “R” Us , che è sicuramente molto più grande di un Amazon Go.
C’è poi un’ulteriore domanda relativa alla privacy: forse l’approccio di monitoraggio e sorveglianza del formato Go non è appetibile come quello di un carrello intelligente che un consumatore deve scegliere di utilizzare.
Detto questo, sembra che ridimensionare il suo approccio senza casse, sia dal punto di vista della privacy sia da quello tecnico, una sfida che Amazon sta cercando di superare, e il carrello è lo strumento giusto per farlo in modo gestibile e scalabile rapidamente.
Come funzionerà il Dash Cart
Per ora, l’azienda non è pronta per utilizzare la tecnologia Dash Cart per grandi spese. Quindi il dispositivo può gestire fino a circa due buste di articoli, ma non può essere utilizzato per una spesa familiare che arriva a riempire per intero il carrello. Ciò significa che il negozio di Woodland Hills avrà carrelli standard e corsie di pagamento standard per tutti i clienti che acquistano più di quello che il Dash Cart consente.
Come spiegato da The Verge , il Dash Cart grazie a telecamere, una bilancia e sensori di visione e peso computerizzati può determinare non solo il tipo di articolo, ma anche la quantità.
Il carrello elabora l’ordine solo alla fine del percorso nel supermercato e solo dopo aver effettuato l’accesso al proprio account Amazon. Il carrello ha anche uno scanner coupon integrato e supporta la funzionalità di liste della spesa di Alexa.
Quando finisci di fare acquisti, poi, le corsie Dash Cart dedicate ti consentono di uscire dal negozio senza dover gestire i pagamenti.
Se il Dash Cart dovesse essere un successo tra i consumatori, Amazon potrebbe lanciare questo modello anche altrove, rivoluzionando anche la spesa di tutti i giorni, dopo aver trasformato il nostro modo di fare shopping online.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/Schermata-2020-07-14-alle-16.24.19-min.png491734Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2020-07-14 17:04:102020-07-15 23:55:54Amazon lancia il Dash Cart: un nuovo modello di carrello intelligente
I visitatori che approdano sul tuo sito web decidono in pochi secondi se rimanere o andarsene, per questo l’esperienza dell’utente va curata.
Consigli utili per creare fiducia e credibilità nel proprio sito web e non far scappare gli utenti, ma condurli fino alla conversione.
Stiamo scoprendo l’acqua calda se diciamo che le persone comprano i prodotti di un marchio se lo conoscono, ne hanno almeno sentito parlare e quindi si fidano. Non è solo il prezzo ad entrare in campo o quanto è attrattiva la tua pubblicità, il rapporto che instauri con il consumatore ha un ruolo importantissimo e la parola chiave è: fiducia.
In questo articolo ti spieghiamo una serie di tattiche ninja proprio per rendere il tuo sito web altamente credibile per le persone che lo visitano, anche per la prima volta.
Appena gli utenti atterrano sul tuo sito web, dovranno decidere se rimanere o andarsene. Uno dei motivi che incide fortemente è la velocità di caricamento della pagina. La parte tecnica è importante e una volta che tutti i contenuti si saranno caricati velocemente, allora il primo test è passato con successo.
Ora oltre alle prestazioni tecniche, bisogna valutare anche se la pagina è attraente agli occhi dell’utente e se trova in poco tempo proprio quello che si aspetta e stava cercando.
Le percezioni principali che il visitatore deve subito provare perché si senta rassicurato, devono essere chiare:
Rassicurazione sulle transazioni sicure;
Percezione che il prodotto sia accuratamente descritto;
Convinzione che i tempi di spedizione sono brevi e verranno rispettati grazie ad adeguate informazioni su termini e condizioni.
Oltre a queste tre informazioni principali assicuratevi di conoscere bene il vostro consumatore per potergli proporre proprio quello di cui ha bisogno.
Il design è importante, ma va pensato sulle caratteristiche del nostro consumatore. Spesso idee creative e brillanti non si spostano con la nostra tipologia di utente. Quindi attenzione a studiare tutto in sua funzione;
Impostate in modo chiaro tutte le informazioni di contatto e rendetele sempre ben visibili. Non inserite solo la mail, per generare maggior credibilità, scrivi anche indirizzo completo, numero di telefono e tutti i dettagli normalmente indicati;
Il linguaggio e la terminologia usata sul sito web, devono essere coerenti con l’audience di riferimento. Parla la lingua dei tuoi consumatori, non perderti in tecnicismi, inglesismi o costruzioni particolari solo perché è cool. Il tuo pensiero deve sempre andare ai tuoi utenti e a semplificare al massimo il dialogo con loro, perché i messaggi arrivino in modo forte e chiaro;
Come sempre attenzione anche a refusi ed errori grammaticali. Sembra scontato, ma la nostra credibilità e professionalità deriva anche da questo.
Un altro punto cardine che incide sulla credibilità del nostro sito web, è la trasparenza. L’utente deve percepire che siamo noi, che siamo reali e autentici e deve fidarsi per comprare sul nostro sito web.
Inserisci una pagina ‘chi siamo’ completa, personalizzala e presentati come se stessi prendendo un caffè con il tuo interlocutore e dovessi spiegargli in modo genuino chi sei e cosa fai;
Sii reale e non ridicolo, non cercare di esasperare caratteristiche o esagerare. Come si dice ‘il troppo stroppia’ e non è credibile. Attieniti ai fatti, a documentare e raccontare quello che fai, piuttosto che esagerare con l’essere autoreferenziale;
Mostra chi lavora nel tuo team e cosa fate, fai vedere il dietro le quinte dell’azienda e mettiti a nudo proprio per far percepire l’autenticità della tua attività: tutto ciò che solo tu puoi mostrare, ti rende unico!
Riprova sociale e sicurezza
Infine è importante mostrare testimonianze, consumatori soddisfatti e partner per generare quella che viene definita: riprova sociale.
Secondo il principio di riprova sociale spiegato da Robert Cialdini le persone attribuiscono importanza all’opinione di una voce esperta e credibile, ma dall’altro canto con i social media ci sono anche le riprove sociali che si basano sul comportamento di un gruppo di amici, utenti o cittadini a cui una persona si sente in qualche maniera legata o affine, e che emergono più chiaramente nelle dinamiche della social economy.
Ecco perché è importante inserire sul tuo sito web recensioni (meglio se con un punteggio alto) e testimonianze di altri utenti che hanno comprato i tuoi prodotti o servizi. I visitatori nel vedere l’esperienza e l’opinione di altre persone si sentiranno rassicurati.
Inoltre se hai dei partner che collaborano con te o segui dei clienti, puoi inserire i loro loghi e daranno credibilità al tuo lavoro.
Se invece ci sono blogger o riviste che hanno parlato di te e della tua attività puoi citarle e farne bella mostra sul tuo sito web.
Tutto ciò può contribuire a generare fiducia nel tuo sito web e nella tua attività.
Non ti resta che tornare sul tuo sito web e controllare se hai già inserito tutti questi punti, come sei messo a credibilità verso i tuoi utenti?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/sito_web_cover.jpg562965Michela Fenilihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMichela Fenili2020-07-14 11:52:472020-07-15 23:58:36Regole e consigli per costruire la credibilità online di un sito web
In un momento storico in cui la questione di Hong Kong è entrata nelle nostre case attraverso le immagini dei TG, si tratta di una news dalle connotazioni chiaramente politiche. Ma non solo.
Anche il marketing, infatti, è fortemente influenzato dal macro-ambiente di un mercato, e quindi anche dalla politica. Perciò, prima di riflettere su quali saranno le conseguenze di questa storia dal nostro punto di vista, facciamo un breve ripasso dei retroscena in senso ampio.
TikTok e Hong Kong: cosa c’è dietro
Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina. Ciò significa che nonostante la sua riannessione alla Cina nel 1997, Hong Kong di fatto mantiene autonomia decisionale su diversi settori, tra cui l’economia: il fatto che costituisca un porto franco per l’occidente lo si deve proprio a questo.
Non è invece autonoma rispetto alla difesa o alla politica estera (tenetelo a mente per dopo).
Hong Kong insomma è sì Cina, ma è anche qualcos’altro: abitudini, cultura… Persino la lingua parlata è diversa.
Hong Kong vista dall’alto: una New York orientale
L’equilibrio con la Cina non è mai stato facile. Da un anno a Hong Kong si protesta contro una legge sull’estradizione fortemente voluta dal governo centrale, che, in risposta alle rivolte ne ha emanata una nuova in maggio: la Security Law, una sorta di ordinamento sulla libertà di parola che potrebbe mettere a tacere tutti i dissidenti.
Il problema principale di questa legge, e che non è piaciuto alle Big Tech, risiede nella scarsa chiarezza del suo contenuto, che non elencando in maniera precisa ciò che è vietato, permetterebbe a Pechino di controllare e sanzionare i contenuti degli utenti senza troppe restrizioni.
In seguito alla diffusione di maggiori dettagli a proposito nei giorni scorsi, martedì TikTok ha deciso di uscire da Hong Kong, in modo tale da eludere le regole sull’utilizzo dei dati cui altrimenti avrebbe dovuto sottostare.
Ma se TikTok è cinese, perché lo avrebbe dovuto fare?
TikTok: storia breve dell’app
Nata nel 2016 nel bacino tecnologico di ByteDance – un gigante del mondo cinese con le mani in pasta un po’ ovunque – è diventata virale un paio di anni dopo. Se vi ricordate, in quel periodo da noi impazzava Musically, con cui poi Douyin si è fuso creando effettivamente la versione internazionale Tik Tok.
Nel 2019 Tik Tok ha “fatto il botto” in tutto il mondo e anche in Italia, dove, complice il lockdown e la noia dell’audience costretta a casa, ha visto un aumento quasi del 300% tra il marzo 2019 e marzo 2020, passando da 1,8 a 7 milioni di utenti (dati Comscore MMX Multiplatform).
Il fatto è che questo successo internazionale è stato possibile anche perché le due applicazioni sono lievemente diverse.
TikTok o Douyin: gemelli eterozigoti
First things first: Douyin è in cinese e gira su server cinesi con regole cinesi. Come tutte le app in Cina, è soggetto a controlli da parte del governo.
TikTok no: il posizionamento scelto dall’app, per quanto possa suonare incredibile, è diverso. In quanto rivolto a mercati occidentali, la policy è di mantenere una linea sulla privacy simile a quella dei giganti di Facebook & Co.
Tuttavia, ci sono delle similitudini tra i due: entrambi sono basati sulla creazione di brevi video divertenti di massimo 15 secondi e il cui scopo è quello di diventare virali.
Il marketing con Douyin
Douyin è prima di tutto un’app che viene utilizzata dagli utenti per divertirsi, ma è anche un mezzo di marketing. Questa è l’aspetto che interessa alle aziende. Come tanti brand hanno provato recentemente a lanciare challenge o collab su TikTok per diventare virali, la stessa cosa è successa in Cina molto tempo prima.
Le aziende fanno marketing su Douyin, ma attenzione: se ora pensate “ok, voglio aprire il mio canale Douyin per vendere in Cina”, vi stoppo subito. Non è cosa da nulla: per farlo occorre avere un’identità legale in Cina. Dior o tutti i brand che lo usano ne hanno una, per questo vedrete online articoli che parlano della loro strategia.
Tuttavia, voglio anche rassicurarvi: un tempo era così anche per WeChat. Poi Tencent (la casa madre) si è gradualmente aperta all’estero e ora è possibile avere un account aziendale anche se si è un’azienda non cinese e fare marketing verso i mainlanders.
Perché, infine, considerate che fare marketing verso Cina Mainland e Hong Kong non è la stessa cosa: si tratta di target completamente diversi, con diversa lingua, diverse abitudini e mezzi di comunicazione e questo comporta la necessità per l’emittente di rivedere il messaggio in maniera importante.
Se il vostro aim è di conquistare entrambi: good luck, è una bella corsa ad ostacoli ma non impossibile.
TikTok fuori da Hong Kong: e ora?
Ma alla fine della fiera, cosa comporta tutta questa storia per noi markettari?
Non è facilissimo prevederlo ora. TikTok fa parte di quel gigante di ByteDance, è cinese, e sebbene preferiremmo non considerare tutto questo, la sua mossa avrà ripercussioni sugli equilibri tra Cina e Hong Kong.
Potremmo dire, citando Maccio Capatonda, “e a me, che me ne frega a me?” E invece ve ne fregherà, perché da sempre Hong Kong è il nostro punto di contatto commerciale con la Cina e gli scenari che potrebbero delinearsi sono differenti. Visti dal punto di vista macro, non è da escludersi la possibilità che ci siano conseguenze per i paesi e le imprese che si schierano chiaramente a favore di Hong Kong.
Di conseguenza, nel micro e per tutti noi markettari che ad esempio pensavamo di poter fare Ads targettizzati al pubblico di Hong Kong tramite Facebook, questo un giorno potrebbe non essere possibile, perché magari anche Facebook lascerà per sempre il porto. E allora dovremmo ripensare ancora una volta le piattaforme con cui comunicare al target, e come si dice, chi vivrà vedrà.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2019/12/copertina.jpg5121200Cecilia Lorussohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCecilia Lorusso2020-07-13 17:08:042020-07-14 12:08:26TikTok lascia Hong Kong: ecco cosa c'è da sapere se fai marketing
Tra la fine degli anni novanta e primi duemila le celebrities hanno influenzato opinioni e consumi.
L’era dei social ha reso queste persone più accessibili e creato la consapevolezza che le loro azioni possono influenzare i cambiamenti di domani, sociali e culturali.
Celebrities culture: un fenomeno nato agli inizi degli ’80, negli Stati Uniti, grazie al canale musicale MTV ha reso la vita di cantanti e icone pop più glamour, determinando l’inizio l’era del culto dell’immagine.
Durante la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, abbiamo assistito ad una crescita continua del mercato delle celebrità, la cui influenza ha toccato tutti gli aspetti della vita televisiva e non.
L’arrivo di internet, e soprattutto dei social media, ha poi amplificato il panorama delle star, determinando l’arrivo delle cosiddette self-made celebrities.
Nuove star che, attraverso la continua esposizione, non solo della propria immagine ma anche delle proprie qualità o idee imprenditoriali, hanno dato il via al fenomeno (e all’industria) degli influencer.
Le star dunque non sono persone solo ricche ma, in particolare per il pubblico americano che ha dato vita a questa “evoluzione pop del divismo”, ma personaggi che hanno ottenuto (e saputo gestire) l’attenzione delle persone influenzandone opinioni e consumi.
Pensiamo solo al settore del fashion, e a come la moda dei primi anni duemila sia stata fortemente influenzata dalle scelte di stile di numerosi cantanti.
Celebrities culture: la fine dell’apparenza
La pandemia non ha risparmiato nessuno dal distacco netto ed improvviso dalla realtà vissuta fino al giorno prima.
E così come ha cambiato i nostri consumi e il nostro modo di vivere, ha reso le vite tutte uguali tra le mure di casa.
Il culto delle celebrità si è sgretolato a poco a poco durante i periodi di lockdown: le persone hanno considerato il modo di agire di tanti loro idoli poco coerente con la realtà.
Diversi personaggi famosi si sono trovati spiazzati, vedendo i loro milioni di fan non apprezzare più la loro immagine, ma anzi reputare le loro azioni offensive e non coerenti con il mondo il reale, nonostante lo #StayPositive o l’#AndraTuttoBene.
Dalla cultura dell’immagine alla cultura dei valori
La domanda è: abbiamo ancora bisogno del mondo di apparenze a cui eravamo abituati prima?
Ad oggi non c’è una risposta corretta: non è pensabile per le star né rimanere in silenzio prima che passi la tempesta, né dare consigli senza agire veramente.
La comunità nell’era dei social non dimentica i fatti e le azioni concrete.
Diversi brand hanno scelto di agire e anche per le celebrità è venuto il momento della cultura del fare.
Fare non vuol dire invitare i propri fan a compiere un azione o a prendere una posizione restando in disparte ma esserci in prima persona. L’era di Internet ha fatto emergere una nuova tendenza: quella del self-made.
“Metterci la faccia”, portare avanti una causa o un ideale non solo per dimostrare di esserci, ma credendo davvero che la loro immagine possa contribuire al cambiamento.
Il fenomeno delle star ha un potere sulla società di grande valore perché può influenzare il pensiero di molti e stimolare un cambiamento; lo sforzo di queste persone dovrebbe spostarsi da un obiettivo solo di consumo, verso uno stimolo nel portare un cambiamento nella società in cui vivono.
Finora un grande esempio in questo senso è stato quello del movimento #MeeToo, che vedeva però coinvolte in prima persona tante celebrità nello scandalo. La partecipazione attiva alla protesta era quindi una scelta con una chiara consequenzialità.
I social media hanno avuto il potere di abbattere un muro invisibile tra le star e noi: possiamo vedere come vivono, possiamo interagire con loro. Allo stesso modo perché il fenomeno muti e sopravviva, anche le celebrities devono esporsi ed essere umane. Combattere in modo genuino per gli ideali, mostrarsi per quello che sono, fragilità comprese.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/Celebrities.jpeg6671000Harukahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngHaruka2020-07-13 13:17:512020-07-15 23:56:16Celebrities Culture: la fine di un'era?
Twitter sta preparando una sorta di servizio in abbonamento per la sua piattaforma e sta reclutando ingegneri per lavorarci. Finora si sa davvero poco sul progetto di subscription, ma il potenziale potrebbe essere straordinario.
In un annuncio di lavoro sul sito di Twitter per ingegneri software senior full-stack si legge che il lavoro riguarda “un nuovo team, nome in codice Gryphon”.
L’annuncio descrive quindi il progetto: “Stiamo costruendo una piattaforma di abbonamento, che potrà essere riutilizzata anche da altri team in futuro. Questa è la prima volta per Twitter! ” L’ingegnere lavorerà con il team di Twitter.com e Payments. La descrizione originale della posizione aperta è poi stata modificata per dire semplicemente che la società è alla ricerca di un “ingegnere Android” e ora non si fa menzione di Gryphon.
Twitter has a new team condenamed “Gryphon” which is building a subscription-based platform at the company….. https://t.co/d2vtKXzexb
Per ora sappiamo quindi che il Team Gryphon lavorerà su una piattaforma di abbonamento che a differenza di qualsiasi altro precedente servizio su TwitteR avrà una meccanismo di pagamento integrato.
Tra le ipotesi sul nuovo servizio di subscription di Twitter vi è una sorta di versione premium del sito. Twitter è principalmente conosciuto come social media che guadagna dall’advertising e dietro questa mossa potrebbe esserci la scelta di capitalizzare con nuove idee in un momento di irritazione generale verso la pubblicità sui social da parte di brand e utenti.
Un’altra possibilità è che Twitter stia lavorando a un servizio di abbonamento simile a Patreon che si rivolge al rapporto tra utenti. Quindi in futuro ci si potrebbe iscrivere a un account Twitter superiore per ricevere un qualche tipo di vantaggio. Non ci sono molte prove a favore di questa ipotesi, eccetto una frase nell’elenco di requisiti su LinkedIn che ricorda tra le priorità per questa figura il desiderio di: “aiutare gli utenti a raggiungere i propri obiettivi”.
Intanto, anche il mercato azionario ha preso atto della possibile novità facendone salire la quotazione: la CNBC riporta che le azioni di Twitter sono saltate dopo che è stata scoperta per la prima volta questa notizia.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/01/twitter-schermata.jpg430800Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-07-13 10:12:562020-07-13 22:48:48Il nuovo progetto segreto di Twitter è una piattaforma in abbonamento
Puntualissime, anche questa settimana, le ultime novità dal mondo dei social che non puoi assolutamente perdere.
Pronto a scoprire cosa ci riserva il fantastico mondo di Facebook, TikTok, LinkedIn & co.? Cominciamo!
I nuovi update per far trovare la tua azienda su WhatsApp
Oltre ad implementare le nuove funzioni Shopping di Facebook e Instagram, Mark Zuckerberg sta rapidamente espandendo la sua strategia eCommerce anche all’interno di WhatsApp.
Prima di tutto, crea il tuo QR code business e inseriscilo sul packaging, le etichette dei prodotti, o i materiali promozionali relativi al tuo business.
Come spiegato da WhatsApp:
“In passato, quando le persone si imbattevano in un’attività che trovavano interessante, dovevano aggiungere il numero WhatsApp ai contatti prima di avviare una chat. Ora, possono semplicemente scansionare il QR code che l’azienda espone sull’insegna, sulla confezione prodotto o sulla ricevuta e contattarla”.
Inoltre, WhatsApp ha aggiunto i link al servizio catalogo, una nuova funzione che ha lo scopo di agevolare la condivisione delle schede prodotto aziendali tra i vari utenti.
“Da ora, per condividere un catalogo o un articolo è sufficiente copiare il link e inviarlo su WhatsApp o su altri social”.
“Le soluzioni pubblicitarie self-service di TikTok offrono ai marketer gli strumenti per attingere ai contenuti creativi della community, raggiungere un nuovo pubblico e ottimizzare gli investimenti attraverso una piattaforma semplice ed intuitiva”.
Se già gestisci campagne pubblicitarie attraverso altri social media, il servizio di self-service TikTok ti sembrerà molto familiare.
Come puoi osservare, le opzioni di creazione delle sponsorizzate, sono sempre le stesse, inclusi campagne e gruppi di annunci, opzioni di targeting, budget e pianificazione, ecc.
A questo si aggiungono gli strumenti creativi automatizzati come i modelli dei video e i tool di auto-editing, tutti processi utili a semplificare la creazione di contenuti personalizzati e rendere le tue campagne più dinamiche attraverso una combinazione di contenuti fissi e video.
Facebook lancia corsi gratuiti dedicati al community management
“Attivando l’opzione, la tua foto profilo verrà aggiornata con una cornice verde denominata #OpenToWork, in modo che chiunque veda il tuo profilo sappia che sei aperto a nuove opportunità di lavoro.
Per aggiungere la cornice #OpenToWork, segui questi tre semplici step.
Clicca sulla tua foto profilo e seleziona l’opzione “Mostra ai recruiter che sei aperto al lavoro”
Inserisci le tue preferenze sulla posizione lavorativa che cerchi e la relativa categoria di appartenenza
Attraverso l’opzione “scegli chi può vedere che cerchi lavoro” decidi chi può visualizzare la tua disponibilità: solo i recruiter o tutta la comunità LinkedIn.
Se non sei interessato a nuove opportunità lavorative, puoi sempre dare una mano agli altri.
Ecco come. Inizia un nuovo post e fai clic sul pulsante “Offri aiuto”posizionato in basso a destra del composer LinkedIn: ti verrà fornito un elenco di opzioni tra cui scegliere in che modo stai cercando di fornire supporto.
#OfferingHelp: aiuto generale, career coaching
#OfferingHelp: referral
#OfferingHelp: revisione curriculum
Di seguito, alcuni esempi concreti di utenti LinkedIn che hanno già usato questa opzione.
La nuova reaction “Support” di LinkedIn
Nello stesso blog post, LinkedIn annuncia il rollout della nuova reaction “Support”, un’ opzione di risposta emoji che offre un ulteriore modo per interagire con i post, in particolare con quelli relativi al COVID-19, per i quali una risposta come “Like” o “Insightful” non sembra davvero appropriata.
Questo update sottolinea ancora una volta quanto le reaction rappresentino un trend in forte ascesa, un mododi comunicaresempre più diffuso che, ovviamente, le varie piattaforme puntano ad implementare.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-marketing.jpg563939Giulia Migliettahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulia Miglietta2020-07-11 10:30:262020-08-03 11:28:54Week in Social: dalle nuove funzioni di WhatsApp Business agli annunci su TikTok
L’edizione 2020 di AW LAB IS ME Music Edition, la seconda del contest ideato da AW LAB, è stata la prima nel suo genere totalmente gestita in live streaming.
La partecipazione degli aspiranti artisti ha raggiunto il record, in soli tre mesi, di 5.000 adesioni tra Italia e Spagna, segnando il nuovo orizzonte dei talent show musicali on-line.
Martedì 14 luglio dalle 18.00 alle 19.00 si terrà la finale, ripresa in diretta streaming da un innovativo studio che, grazie ad una particolare scenografia, renderà immersiva l’esperienza dei protagonisti e degli spettatori.
I nove finalisti, di cui 5 ragazze, si sfideranno in diretta dinnanzi ad una giuria d’eccezione composta dagli special guest dell’evento Dani Faiv, Ensi e Low Kidd, dai manager dei top brand internazionali di sneaker adidas, Diadora, Nike, Puma e dal management di Sony Music.
I concorrenti verranno anche giudicati dal pubblico collegato in streaming, una vera e propria giuria popolare che potrà dire la sua tramite un link web che sarà comunicato in diretta, incidendo sul risultato finale.
Oltre al premio principale, si concorrerà per il Premio #PLAYWITHSTYLE, che consentirà al pubblico di votare il miglior video tra tutti i partecipanti al contest, e per la nuova categoria #LOUDER, nata dall’iniziativa promossa da AW LAB durante il Pride.
Il vincitore di AW LAB IS ME Music Edition 2020 coronerà il sogno di produrre il proprio singolo grazie all’art direction di Low Kidd, di poterlo distribuire con il supporto di SONY MUSIC e promuoverlo insieme ad AW LAB che si occuperà della produzione del video clip.
Ecco i nomi di tutti i ragazzi che si sfideranno il 14 luglio: Malalingua, Cleo, Matteo Sica, Adrianaiè, Gabriel Jonah, Giordana Petralia, Rosie Neko, Zangel e Aroxa.
Questi ultimi in collegamento dalla Spagna. I loro singoli sono già ascoltabili su Spotify nella playlist IS ME targata Sony.
Per seguire la finale in diretta basta collegarsi alla pagina Instagram di AW LAB @awlab
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/aw-lab-contest-music.jpg526937Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-07-10 12:22:442020-07-10 12:22:44AW LAB annuncia la finale del contest IS ME Music Edition
illimity lancia “illimitHER”, programma di Diversity & Inclusion che nasce sotto il segno dell’innovazione digitale di STEM in the City per promuovere la cultura STEM e ispirare i giovani, in particolare le ragazze, a intraprendere strade coraggiose e alternative sia negli studi che nel lavoro.
Il programma intende creare occasioni di contatto tra le più giovani e le figure di ispirazione, in particolare donne under 35 che si sono distinte nel loro percorso personale e professionale sfruttando la vicinanza generazionale per realizzare connessioni ancora più profonde.
L’obiettivo è quello di trasferire e condividere conoscenze e competenze utili ad abilitare una nuova generazione di donne pronte a entrare in un futuro sempre più pervaso dalla trasformazione digitale.
Isabella Falautano, Chief Communication & Stakeholder Engagement Officer di illimity ha commentato: “Siamo orgogliosi di dare il via a illimitHER, progetto in cui crediamo fortemente e che nasce come iniziativa di ecosistema tra partner che credono nelle nuove generazioni e nell’importanza di sbloccare il potenziale dei giovani e, soprattutto, delle giovani. Con una percentuale di solo il 18% di ragazze iscritte alle Facoltà Stem*, riteniamo che il supporto e la vicinanza, anche generazionale, delle nostre Role Model sia fondamentale per ispirare tutte coloro che entrano nel mondo dello studio e del lavoro. Vogliamo che l’inclusione sia sempre più diffusa a vantaggio non solo delle donne, ma di tutti”.
illimitHER nasce in collaborazione con associazioni e iniziative attive sui temi di Diversity & Inclusion: STEM in the City, SheTech, Young Women Network, Unstoppable Women di StartupItalia e della formazione delle nuove generazioni: Smart Future Academy, BAM Biblioteca degli Alberi Milano, Scuola di Politiche.
Sono tante le iniziative e le occasioni di confronto previste nei prossimi mesi. Gli eventi fisici e digitali saranno aperti a tutti e si terranno ogni mese su molteplici temi: scienza, imprenditorialità, sostenibilità, digitale e finanza.
Il primo appuntamento si terrà il 21 luglio alle ore 17:00 e vedrà come protagonista Diva Tommei, biotecnologa, inventrice, imprenditrice – che si è formata alla Cambridge e alla Singularity University – e oggi Direttrice di Eit Digital Italia, una innovation factory per startup ad alto impatto tecnologico.
Diva è tra le 50 donne della tecnologia più influenti d’Europa, è l’unica italiana nella “Top Women in Tech” di Forbes e sarà intervistata da Felice Florio, classe 1993, una delle voci narranti di illimitHER e giornalista della redazione Open.
Il webinar sarà visibile sulla pagina LinkedIn della banca e sulle piattaforme dei partner ed è dedicato a tutte le giovani donne che, se vorranno, potranno interagire con la speaker.
Il secondo evento, a settembre, sarà una “illimitHER marathon” organizzata in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi Milano – spazio pubblico attivo sul tema dell’inclusione e della gender equality – che ospiterà personalità di spicco di diversi mondi, dalla scienza all’istruzione, dalla fisica all’imprenditoria, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e gli SDG dell’ONU condivisi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/brand_activism3.jpg628941Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-07-10 12:08:372020-07-10 12:11:14Nasce illimitHER, un programma di diversity e inclusion per valorizzare il potenziale delle giovani donne
L’evento clou 2020 per i laureati USA ha registrato views da record.
Dear Class of 2020 si farà ricordare per le splendide parole di Obama, e per il suo cast stellare.
La rabbia per Floyd sia d’ispirazione per un futuro migliore: il messaggio di speranza.
Succede durante la cerimonia virtuale di “Dear Class of 2020“ di YouTube, evento storico per importanza e modalità, che ha sostituito con il live stream l’ultimo giorno dell’anno accademico 2020 negli USA. Peraltro, spostato proprio in onore di Floyd.
Un frame dal live streaming
Tradizionalmente, infatti, questa celebrazione annuale rappresenta il momento d’incontro tra personaggi pubblici e studenti dei college più prestigiosi, dove hanno luogo grandi discorsi motivazionali.
“Dear Class 2020”, è stato un anno diverso
L’evento virtuale dell’anno, dicevamo, si è svolto il 7 giugno nel rispetto dei funerali di George Floyd. E non è solo il cast stellare con Beyoncé, Lady Gaga, Taylor Swift, Billie Eilish, Lizzo, Justin Timberlake, Jennifer Lopez, Shawn Mendes ed altri ad averlo reso così indimenticabile.
No, non è neppure il coinvolgimento dei conduttori televisivi tra cui Stephen Colbert e Jimmy Kimmel, e neanche l’incredibile cover di “Beautiful day” che Martin dei Coldplay, introdotto da Bono, ha inciso con altri otto cantanti e fatto ascoltare.
Quello che ricorderemo di più, molto probabilmente, sarà l’intervento a Dear Class of 2020 dell’ex presidente Barak Obama. Ai giovani laureati, ha detto che il Coronavirus ha fatto luce su numerose questioni ancora aperte negli Stati Uniti:
«In tanti modi diversi, la pandemia ha appena messo a fuoco i problemi che erano in aumento da molto tempo […]. Sia che si parli dell’incremento della disuguaglianza economica, della mancanza di assistenza sanitaria di base per milioni di persone, o del continuo flagello del bigottismo e del sessismo, o della divisione o disfunzione che ha afflitto il nostro sistema politico».
Insieme alla moglie Michelle, Barak Obama ha pronunciato tanti messaggi ispirazionali, nella speranza di sollevare i neolaureati.
Gli studenti coinvolti in un ballo di festeggiamento
Per quanto spaventosi e incerti possano essere questi tempi, sono anche un campanello d’allarme. E un’incredibile opportunità per la vostra generazione.
L’ispirazione degli Obamas
In Dear Class of 2020, Michelle Obama ha affermato che le proteste a seguito della morte di Floyd sono «il risultato diretto di decenni di disinteresse, pregiudizio e disuguaglianza». E ha detto che capisce chi è “spaventato, confuso o arrabbiato, o semplicemente sopraffatto” dagli eventi degli ultimi mesi. Eppure, la rabbia delle persone è un sentimento che dev’essere incanalato in “piani e politiche” concreti.
La rabbia è una forza potente. Può essere utile, ma lasciata a se stessa corrode e semina il caos dentro e fuori: sono le parole dell’ex Presidente, tanto semplici quanto lungimiranti.
«Ma quando la rabbia è focalizzata, quando è incanalata in qualcosa di più, questa è roba che cambia la storia. Il dottor King – ha detto alludendo a Martin Luther King – era arrabbiato. Sojourner Truth era arrabbiata. Lucretia Mott, Cesar Chavez, la gente di Stonewall, erano tutti arrabbiati. Ma erano anche guidati dalla passione, dai loro principi, dalla speranza». Queste le parole rivolte agli studenti nella diretta streaming.
L’evento live streaming più visto di sempre
Secondo YouTube, ad oggi “Dear Class of 2020“ è stato l’evento live originale più visto di sempre, con un picco di oltre 665.000 spettatori simultanei. Lo speciale ha raggiunto oltre 17 milioni di visualizzazioni totali, appena un giorno dopo il lancio, e 34 milioni di visualizzazioni totali dopo tre giorni in tutti i video. Inoltre, 10 singoli video sono entrati in tendenza in 89 paesi.
L’evento ha raccolto quasi 2 milioni di dollari da donatori aziendali, in collaborazione con Reach Higher di Michelle Obama e Google.org. La celebrazione virtuale ha riunito oltre 70 leader, star e creators per celebrare i laureati, le loro famiglie e le loro comunità.
E non solo: Dear Class 2020 è stato l’argomento di tendenza n. 1 su Twitter per l’intera durata dell’evento, rendendo questo lancio originale di YouTube il più chiacchierato di sempre per la mole di conversazioni generate sui social media.
Puoi rivedere anche la versione “breve”, che riduce quella integrale (4 ore) a soli 2 minuti e 44 secondi:
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/Dear-class-graphics.jpg6531559Maria Cristina Folinohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMaria Cristina Folino2020-07-10 11:13:202020-07-10 11:13:20Dear Class of 2020: perché i discorsi motivazionali di quest'anno lasciano il segno
Oltre il 97% delle ricerche più popolari su Pinterest non contiene riferimenti a brand.
Pinterest è un’app di scoperta visiva e ogni mese viene usato da circa 400 milioni di persone in tutto il mondo per trovare idee su moda, bellezza, ricette, arredamento e molto altro.
Dalla creazione del profilo business alla strategia, ecco alcuni consigli direttamente da Pinterest.
In questo momento storico in cui il mondo si prepara a ripartire e le persone si adattano a nuove abitudini, fare progetti per il futuro ha tutto un altro sapore.
Oggi più che mai c’è bisogno di ispirazione e anche i social possono dare un contributo significativo in tal senso.
Pinterest è un’app di scoperta visiva e ogni mese viene usato da circa 400 milioni di persone in tutto il mondo per trovare idee su moda, bellezza, ricette, arredamento e molto altro.
Le persone salvano i Pin, una sorta di segnalibri visivi, sulle bacheche che hanno creato. I Pin rimandano ai siti web e agli shop online delle aziende. Gli utenti possono salvare le idee che ritengono interessanti dai siti web oppure direttamente da Pinterest, se le scoprono seguendo altri profili, effettuando ricerche o tramite i suggerimenti.
Le persone usano la piattaforma per fare progetti, di conseguenza sono alla ricerca di nuove idee e vogliono prendere in considerazione la prossima cosa da fare o da acquistare. Dall’altro lato, le aziende hanno la possibilità di raggiungere queste persone esattamente quando stanno decidendo quali prodotti o servizi provare.
In Italia sono ancora molti i brand che non conoscono Pinterest come strumento di interazione con i consumatori. Adrien Boyer, Country Manager per l’Europa meridionale di Pinterest, ci racconta qualcosa in più sulla piattaforma e fornisce qualche consiglio ai brand che vogliono iniziare a progettare una strategia sul social.
Da dove partire per sbarcare su Pinterest con la tua azienda
Il primo step è creare un profilo business su Pinterest. La registrazione è gratuita e dà accesso a Pinterest Analytics e ad altri strumenti con cui potete consolidare la vostra presenza sulla piattaforma.
Le persone arrivano su Pinterest per trovare idee per il guardaroba, per la casa, per le ferie e anche per i regali da acquistare. Dal canto loro, i brand le aspettano a braccia aperte, quindi su Pinterest si crea una sorta di corrispondenza del tutto naturale tra utenti e aziende.
Oltre il 97% delle ricerche più popolari su Pinterest non contiene riferimenti a brand, il che significa che le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, hanno buone probabilità di essere scoperte. E, dato che su Pinterest c’è una disposizione mentale all’acquisto che si manifesta anticipatamente rispetto agli altri canali, le aziende possono essere trovate da persone che ancora non sanno esattamente cosa stanno cercando ma che sono aperte a provare nuovi brand.
Come ottimizzare il profilo business
È importante osservare come la naturale evoluzione del viaggio di scoperta dell’utente, dall’ispirazione alla pianificazione fino all’azione, vada di pari passo con l’intero percorso di acquisto. Le aziende possono fare la propria parte dando particolare rilievo a ciascuno di questi passaggi.
Ecco quattro consigli su come sfruttare al massimo il potenziale di Pinterest per raggiungere un pubblico ispirato:
1. Installa il pulsante Salva
Una volta aggiunto il pulsante Salva sul sito web, per i visitatori è semplicissimo salvare le vostre immagini su Pinterest. Così facendo, dimostrano interesse verso il brand e, per di più, i vostri contenuti vengono visti anche da altri utenti. Puoi anche collegare il feed RSS al tuo account business per generare automaticamente dei Pin a partire dai contenuti del sito.
2. Inizia a salvare i Pin
Suggeriamo di creare ogni settimana nuovi Pin che rimandino al tuo sito web. In questo modo i follower avranno più occasioni di interagire con i vostri contenuti e aumenterà la copertura organica. Puoi programmare la pubblicazione dei Pin con un anticipo di due settimane. Inoltre, per facilitare ulteriormente la creazione dei Pin, gli strumenti creativi , tra le altre cose, consentono di scegliere rapporti d’aspetto predefiniti per le immagini, ritagliare e aggiungere testi e loghi. Per avere successo sulla piattaforma, i Pin devono essere ad alta risoluzione e di ottima qualità. Le immagini troppo cariche e disordinate non fanno presa sul pubblico. I Pin video offrono agli utenti contenuti utili e che invitano all’azione, per questo sono un formato particolarmente efficace per aumentare le interazioni. Se disponi di un catalogo aziendale, puoi caricare tutti i tuoi prodotti con Cataloghi e trasformarli in Pin prodotto dinamici che includono informazioni aggiornate sul prezzo e sulla disponibilità, oltre a una descrizione tratta dal vostro sito web. Gli utenti sapranno quindi che i tuoi articoli si possono acquistare.
3. Fai leva sulle metriche di Pinterest
Le visualizzazioni mensili indicano il numero di persone che hanno visto i tuoi Pin negli ultimi 30 giorni. Questo numero comprende tutti i Pin che salvi su Pinterest, ma anche tutti i Pin provenienti dai tuoi siti web e account verificati che sono stati salvati dagli utenti. Viene calcolato su un periodo di 30 giorni, quindi è quotidianamente soggetto a fluttuazioni a seconda delle prestazioni dei Pin. Le statistiche dei Pin sono un modo semplice e immediato per scoprire come stanno andando i vostri contenuti in termini di impression, primi piani, click e salvataggi e su quali bacheche vengono salvati. Promuovi i tuoi prodotti o servizi: su Pinterest gli annunci vengono considerati utili e possono aiutare gli utenti a passare dalla semplice ispirazione a un’azione concreta. Dato che gli annunci hanno lo stesso aspetto e lo stesso funzionamento dei Pin standard e si mescolano con i contenuti organici, rappresentano un valore aggiunto nell’esperienza dell’utente, senza mai risultare invadenti. Vuoi essere una fonte di ispirazione per i milioni di persone che stanno cercando idee creative?
4. Crea inserzioni su Pinterest
Hai la possibilità di raggiungere in modo diretto e targettizzato i potenziali clienti. Per iniziare, puoi visitare la pagina dedicata.
Le migliori strategie per ottenere il massimo da Pinterest
Quando si inizia a conoscere Pinterest, ci si rende subito conto che non è una piattaforma come le altre. Su Pinterest le persone sono pronte e intenzionate a fare acquisti e a conoscere nuovi brand ed è proprio questa marcata intenzione all’acquisto a rendere la nostra piattaforma così unica.
Quindi se, come brand, vuoi sfruttarne tutte le potenzialità, è importante capire in cosa si differenzia dagli altri social.
Gli utenti fanno progetti per le proprie vite, non cercano di instaurare relazioni con gli altri. Come già detto, sono intenzionati a comprare da nuove aziende ed è grazie a questa forte motivazione che la piattaforma non ha paragoni. Sostanzialmente, Pinterest mette in collegamento i retailer con consumatori che sono pronti a scoprire cose nuove, guidati da una spiccata intenzione all’acquisto e al tempo stesso indecisi su quale brand scegliere.
Mentre gli altri canali social vengono usati per motivi di intrattenimento e per mantenere delle relazioni, le persone usano Pinterest per essere produttive. Infatti, l’84% degli utenti settimanali usa Pinterest quando sta valutando dei prodotti o servizi da comprare ma non sa bene quali.
Il suggerimento è quello di curare le descrizioni dei Pin, che dovrebbero contenere parole chiave importanti e pertinenti. Per aiutare gli utenti a scoprire i tuoi prodotti, puoi anche aggiungere degli hashtag che abbiano attinenza con l’argomento. Dividere le bacheche in categorie è un altro valido stratagemma per ottimizzare la ricerca su Pinterest. Assicurati che i titoli delle bacheche siano precisi, pertinenti e che contengano parole chiave efficaci.
Infine, i brand dovrebbero considerare l’idea di promuovere i propri contenuti con gli annunci di Pinterest. Usando il nuovo tasto Promuovi, vedrai quando crei un Pin o lo visualizzi nel tuo profilo. Bastano appena nove secondi per configurare un annuncio. Puoi anche crearlo al volo con gli strumenti per gli annunci per i dispositivi mobili. Con questa funzionalità potrai comodamente creare e gestire campagne di annunci su Pinterest direttamente dal palmo di una mano. Una volta lanciata la campagna, potrai consolidare la brand awareness e raggiungere nuovi clienti rispettando il budget stabilito.
I possibili obiettivi di marketing
Pinterest viene spesso erroneamente scambiato per un social network ma sarebbe più giusto definirlo un “personal network”. Pinterest può contribuire in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi aziendali e in termini di prestazioni perché i suoi utenti ricorrono alla piattaforma per trovare ispirazione e compiere azioni, come l’acquisto di un prodotto in un negozio o in un sito di eCommerce.
Il successo di un brand su Pinterest non viene decretato dal numero di follower, come avviene nelle altre piattaforme, perché i contenuti arrivano agli utenti in tanti modi diversi e non vengono proposti solo a chi segue un profilo specifico. Una misurazione più attendibile è invece il numero di visualizzazioni su Pinterest, che di solito è dalle 50 alle 100 volte più alto di quello dei follower.
Per esempio, Leroy Merlin Italia ha più di 17mila follower ma registra oltre 4,1 milioni di visualizzazioni mensili.
Per attivare la tua presenza sulla piattaforma, si inizia con il mostrare i contenuti ai follower, ma poi entrano in gioco gli algoritmi, che li propongono anche ai non follower. Su Pinterest, ci sono svariati modi per essere trovati. Per esempio, ogni giorno la piattaforma fornisce miliardi di suggerimenti personalizzati su sezioni come il feed e i Pin correlati, il che va ben oltre la base di follower. Pinterest è un motore di scoperta visiva di idee, ma anche di brand.
Ogni mese vengono effettuate miliardi di ricerche su Pinterest e le aziende hanno l’opportunità più unica che rara di ispirare i consumatori nelle fasi iniziali del processo decisionale, guidandoli verso la realizzazione dei propri progetti e trasformandoli in potenziali clienti.
I casi di successo
Un aspetto interessante da considerare è che ogni giorno in Italia vengono salvate 3 milioni di idee, ossia Pin. Questo numero dimostra come le persone non si limitino ad aprire l’app e a scorrerne i contenuti. Infatti, cercano stili e prodotti, scoprono dove acquistare un articolo particolare presente in un Pin e, infine, compiono delle azioni offline per dare vita alla propria idea. Moda, cibo, casa e bellezza sono solo alcune delle categorie più popolari.
In Italia stanno già usando la piattaforma brand come IKEA, Leroy Merlin, ClioMakeUp, Armani, Abiby e Danone Activia, che stanno osservando ottimi risultati grazie a strategie che favoriscono la scoperta e incrementando le vendite con una combinazione di esperienze online e presso il punto vendita.
Danone Activia, ad esempio, ha scelto Pinterest per raggiungere un pubblico più giovane e aumentare l’awareness dei suoi nuovi prodotti.
Con una campagna di annunci su Pinterest, Activia ha promosso i prodotti Shake & Go per raggiungere millennial attenti alla salute, che stavano cercando attivamente nuovi cibi sani e genuini. Il targeting di Activia era basato sugli interessi e su parole chiave specifiche usate dagli utenti e puntava alle persone interessate a scoprire nuove idee su argomenti come cibo, nutrizione, alimentazione, smoothie, colazione e salute. Combinando contenuti creativi con il giusto target, Activia è riuscita ad ampliare la propria copertura e a interagire con i millennial come non aveva mai fatto, registrando un tasso di click superiore dell’11% rispetto agli altri canali. Inoltre, il costo per click su Pinterest è stato inferiore a quello di qualsiasi altro media utilizzato per la campagna.
Con oltre 19 milioni di visitatori unici mensili in Italia, secondo i dati di Audiweb, Pinterest è un luogo di grande valore per le aziende che vogliono accrescere la propria copertura e generare più traffico verso i siti web.
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