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Fenomeno Pet influencer: ecco chi sono gli animali più seguiti di Instagram

  • Lo avresti mai detto che sui social ci sono animali che hanno più follower degli umani?
  • I pet influencer più seguiti guadagnano grazie a collaborazioni con brand come Google, Mercedes Benz e Purina che sborsano cifre esorbitanti per i loro scatti.
  • Ecco chi sono i più seguiti. No, non c’è solo il cane della Ferragni!

 

Instagram si sa, è il social che mette in mostra l’ego di ognuno, diventato ormai il regno degli influencer. Facile farlo studiando pose e provando il profilo migliore. Meno facile, ma di sicuro più soddisfacente, è mettere in posa il proprio amico peloso. Lo avreste mai detto che sui social ci sono animali che hanno più follower degli umani?

I pet influencer più seguiti addirittura guadagnano grazie ai loro musetti, ai loro teneri difetti e anche grazie al loro temperamento davanti alla macchina fotografica. Infatti non poche sono le collaborazioni con brand come Google, Mercedes Benz e Purina che sborsano cifre esorbitanti per i loro scatti. Sembra un’assurdità eppure c’è una motivazione: quella della stretta relazione tra marketing ed emotività.

Una bella immagine soprattutto se tenera, richiama infatti sentimenti buoni, caldi e di felicità. Una semplice o per quanto banale foto di un cucciolo scatena nella maggior parte delle persone un senso di serenità e questo i brand lo hanno capito molto bene, cogliendo subito l’occasione per tentare e persuadere lo spettatore attraverso nuovi canali emotivi e psicologici.

Ecco chi sono gli animali più seguiti, i più simpatici e i più teneri.

Jiff Pom, il pet influencer più seguito – 10 milioni di follower

Jiff sembra un orsacchiotto ma è un cucciolo di Pomerania ed è tra i primissimi pet influencer più famosi al mondo. Il cagnolino, oltre che comparire in un video della cantante Kate Perry, vanta molte partnership con famosissimi brand, tra cui TikTok, Target e Banana Repubblic. Per ogni suo post sui social Jiff guadagna circa 45 mila dollari. Tutti spesi in ossetti da sgranocchiare.

 

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Nala Cat: – 4,3 milioni di follower

Nala è un gatto meticcio dai curiosi occhioni azzurri. È proprio il suo piccolo difetto di strabismo a renderla famosa. Pluripremiata, è diventata testimonial di una linea di mangime che prende addirittura il suo nome.

Nala, per ogni suo post guadagna circa 19,8 mila dollari.

 

Doug the Pug – 4 milioni di follower

Si definisce il “re della cultura pop”, Doug è il carlino più simpatico al mondo. Tra un’apparizione come testimonial di Mercedes Benz, Feebreze e Claire’s e un’altra come imprenditore del suo merchandising, la pet celebrity riesce anche a posare per il suo profilo Instagram.

I suoi scatti – che valgono ognuno 17,7 mila dollari – sono buffi, le sue espressioni ironiche e goffe. Indossa parrucche, tutine divertenti e gioca con i suoi amici follower. È facile riconoscerlo anche come guest star ai Country Music Awards come testimonial ufficiale di Dentastix.

 

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“Me after getting my third coffee of the day” -Doug

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Juniper the Fox – 2,9 milioni di follower

La dolce volpe rossa nordamericana è stata salvata e introdotta in ambiente umano, un po’ particolare rispetto a quello selvatico. Juniper si mostra sempre sorridente e non teme di passare in secondo piano.

Nel suo profilo, infatti, ospita altri simpatici pet influencer tra cui suo fratello Fig, con cui convive e con cui condivide cibo, morbidi cuscini e forse anche il guadagno di 13,54 mila dollari per ogni loro post.

LEGGI ANCHE: Top model avatar e virtual influencer saranno il futuro della pubblicità?

 

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Baby Juniper, the forest spirit

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Tecuaniventura – 2,2 milioni di follower

I bulldog inglesi sono buffi e divertenti di natura. Sono famosi per le loro espressioni imbronciate a causa delle pieghe del muso e per essere goffi anche se pieni di energia.

Questo dog blogger si trova in Russia e si presenta indossando buffe tutine, sicuro verso l’obbiettivo come un vero poser. Ha un muso molto espressivo e proprio come un fashion addicted sembra divertirsi con le diverse mise. Per ogni prova vestito, proprio come i veri influencer, guadagna circa  9,94 mila dollari ed ovviamente è testimonial di diversi brand.

 

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Когда живёшь в большой и шумной собачьей семье, постоянно происходят разные неожиданности. Кто-то пил и разлил воду, кто-то, шутя, погрыз бабушкино кресло. А сегодня, один мохнатый зверь с рыжим носом, совершенно случайно перевернул любимую Карамелькину герань. Но делать что-то надо, пока не вернулась с работы мама. Нужно быстро все убрать и привести дом в порядок. В этом Карамельке помогает Mr. Proper для домов с питомцами. Это – новое средство для мытья полов, которое убирает до 100% грязи от домашних животных и обладает технологией удаления запахов (не маскируя их). А ещё он совершенно безвреден для домов с четвероногими??! И к тому же, средство не оставляет разводов и не требует смывания. Запомните, друзья, про Mr. Proper для домов с питомцам. Карамелька плохого не посоветует! #MrProper #ХозяинНичегоНеУзнает #спонсорPG #dog #englishbulldog #собака #russia #москва #россия #vladivostok #владивосток #vdk #бульдог #английскийбульдог #питер #хабаровск #новосибирск #краснодар #моясобака #собакару #собакадругчеловека #собакаулыбака #собакадруг

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Tuna – 2,1 milioni di follower

Tonno, questo è l’insolito nome per il cagnolino dal sorriso più famoso. Il suo muso visto di profilo ricorda quello di un piccolo squalo a causa della sporgenza dei suoi denti.

Il suo simpatico ghigno lo ha reso così celebre tanto da comparire in svariati meme che hanno fatto il giro del mondo. In più, Tuna collabora con associazioni benefiche per il salvataggio di animali e ha anche un merchandising con una linea di oggetti che porta il suo nome. La sua stramba dentatura gli fa guadagnare circa 9,8 mila dollari a post.

Mr Pokee – 1,8 milioni di follower

Il riccio diventato una leggenda. Un influencer un pò spinoso certo, ma teneramente e sempre di buon umore ci ha mostrato bellissimi paesaggi in compagnia dei suoi a-mici.

Purtroppo Mr Pokee non è più tra noi ma le sue avventure continuano grazie al suo compagno Herbee che porta alto il nome e la fama del suo caro amico.

 

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On a scale of 1-10 how excited are you for fall? ? Herbee is a solid 10 ? I’d say Audree is about a 6.5 ??

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Pumpkin the Raccon – 1,3 milioni di follower

Pumpink è un procione paffutello, salvato e addomesticato in casa dove vive con i suoi fratelli cani, oltre che con gli umani, ovviamente. Pestifero e divertente, il procione è molto goloso e gli scatti lo ritraggono spesso con le mani nel sacchetto… di patatine, di popcorn e di mirtilli.

Questo simpatico pet influencer non ha contratti di marketing, se non quello con l’associazione benefica Baark, che si occupa di salvataggio animali. Ha però lavorato molto per il suo personal branding tanto da avere ottenuto un libro in suo onore  “Pumpkin: The Raccoon Who Thought She Was a Dog” ed esser apparso in speciali tv americani, dedicati agli animali.

 

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One day 2020 will be just a memory. Until then #wearadamnmask and wash your hands ❤️

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Diddy Kong e Yeti Kong the Marmosets – 907 mila follower

Diddy e Yeti, che di cognome fanno Kong, sono due minuscole scimmiette di origine sudafricana diventate famose anche grazie al video di LADbible nel 2016.

Sul loro profilo compaiono sempre allegre, le immaginiamo anche un po’ dispettose e che si divertono a compiere azioni vagamente umane. Hanno stretto collaborazioni con Two Hats Beer Company e Klique.

 

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“I turned 5 today! Having a relaxing birthday bath and then a big birthday treat!! ? ?” – Diddy Kong

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Hamlet the Piggy – 368 mila follower

Hamlet è un tenero porcellino ben predisposto a posare come una star. Vanitoso, sfoggia diversi look, parrucche colorate ed eccentrici occhiali da sole. Vive in casa e si comporta come un cagnolino, segno che ogni animaletto ama stare in nostra compagnia e che, anche se non è propriamente opportuno, riesce ad adattarsi in spazi diversi dal proprio habitat naturale.

Hamlet è stato adottato come animale da terapia, aiutando la sua proprietaria nei critici momenti della sua epilessia. Pet influencer insolito, su Instagram vanta sponsorizzazioni per gli snack Tostito, la linea di cuffie NFL di Bose e l’obiettivo iPhone Ollo Clip.

 

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Happy Wednesday! You’re halfway there!

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Buckley the highland cow – 74,2 mila follower

Scendiamo molto nella classifica ma anche questa bufaletta merita una menzione, a dimostrazione che tutti possono diventare influencer. Buckley è rimasta orfana appena nata e accudita nella fattoria della sua famiglia umana vive insieme a sua sorella, la capretta Ralphy. Un esempio di grande amore, non solo quello umano ma anche quello tra specie diverse.

Questa bella storia d’amicizia è raccontata anche nel libro A true story about kindness, friendship and being yourself. La natura mostra amore e non fa distinzioni di razza o identità. Bisognerebbe prenderlo come esempio.

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Matilda – 386 mila follower

Menzione particolare per un pet influencer tutto italiano. Il bulldog francese di Chiara Ferragni, non poteva non seguire le orme della sua famosa proprietaria. Il profilo di Matilda non spicca però per le sue qualità fashion o per pose particolari. Gli scatti sono semplici e raccontano in modo non spettacolare la sua quotidianità. Insieme a Chiara e al resto della famiglia, ovviamente, che gli fa guadagnare popolarità e like.

Insomma, ci vuole fortuna anche a nascere cane.

 

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Si torna a casa ✈️

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I maggiori pet influencer italiani

In Italia, altri animali da compagnia che vantano più follower di alcuni influencer umani, sono i cani dei vip che godono della luce riflessa dei loro proprietari più ammirati. Troviamo Audrey, il cane di Donatella Versace con 30 mila follower. Seriosa e dall’atteggiamento composto, come una modella. Con 20 mila ci sono Lilly e Leone, barboncini che non spiccano di particolare bellezza come invece la loro mamma umana Michelle Hunziker.

Mia, Piero e Megan con l’account I Pieri creato dalla loro proprietaria Elisabetta Canalis, hanno raggiunto più di 15 mila follower. Di sicuro il pet influencer più simpatico, e già lo dice il nome, è Gatto Morto. Anche se non è figlio d’arte vanta 11 mila seguaci. Il suo profilo è composto di  frasi sarcastiche e soprattutto da pose da cui trae il suo nome. A pancia e zampe in su. E immobile.

 

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Non svegliate il Gatto che è Morto.

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TikTok raggiunge il traguardo di 100 milioni di utenti in Europa

Un anno formidabile per TikTok, nonostante il periodo particolare vissuto dal social negli States, dove – notizia di oggi – sarebbe stato finalmente raggiunto un accordo con Oracle. L’Europa oggi conta, infatti, oltre 100 milioni di utenti attivi al mese sulla piattaforma e l’azienda ha reagito con grande entusiasmo a questo risultato, tanto da comunicare per la prima volta nella sua storia questo tipo di dato.

Per tutti TikTok rappresenta un ambiente dove divertirsi in allegria, in modo autentico, che valorizza le differenze e dove è facile interagire con gli altri.

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Il segreto del successo di TikTok

Il successo è riconducibile all’approccio localizzato che l’azienda ha adottato, impegnandosi a diventare parte del tessuto sociale europeo. Un impegno che si riflette nell’incredibile ricchezza di contenuti e di trend emergenti locali, tra i quali:

  • I video realizzati dagli operatori sanitari o dagli utenti per ringraziarli per il loro lavoro, visualizzati oltre 300 milioni di volte;
  • Il duo hip-hop britannico YoungT e Bugsey, che ha visto decollare la sua carriera quando il brano ‘Don’t Rush’ è stato usato come suono della #DontRushChallenge (oltre 800 milioni di visualizzazioni e ancora in crescita);
  • Le challenge come #respectmysize in Germania o #amoilmiocorpo in Italia, un appello ad abbracciare il concetto di “body positivity” che hanno generato complessivamente quasi 100 milioni di visualizzazioni.

Le iniziative degli ultimi mesi

Per dare una maggiore spinta, ad inizio mese TikTok ha lanciato in Europa il Fondo TikTok per i creator, con un investimento triennale di circa 250 milioni di euro per aiutare i creator a trasformare la loro creatività in un percorso di carriera. Nel giro di sole due settimane si è iscritto oltre il 40% di tutti i creator in possesso dei requisiti, un numero che dimostra il grande coinvolgimento della community.

Infine, durante il picco d’emergenza della pandemia, TikTok ha investito 65 milioni di euro per aiutare le persone bisognose. Una parte del contributo è andato a sostegno degli operatori sanitari in Francia, Germania, Italia e Regno Unito.

A Dublino è stato inaugurato Trust and Safety Hub EMEA, e sono stati nominati una serie di esperti di lunga esperienza nelle posizioni di leadership, per la definizione di policy per i contenuti e la sicurezza degli utenti,  integrati nel contesto e nella cultura locali. In Irlanda ha sede anche il nuovo Data Privacy team europeo, che ha l’obiettivo di assicurare i più alti standard nella protezione dei dati sotto la supervisione del Data Protection Officer.

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LEGGI ANCHE: Fondo TikTok: 60 milioni per far crescere il talento dei creator

Infine, TikTok ha annunciato l’intenzione di creare un data center in Irlanda entro il 2022, un ulteriore investimento da 500 milioni di dollari che creerà centinaia di posti di lavoro grazie a un centro destinato a diventare la “casa” dove verranno archiviati i dati degli utenti europei.

testate giornalistiche tiktok

TikTok dice di no a Microsoft e sceglie Oracle, ma l’accordo non c’è ancora

La notizia è arrivata solo poche ore fa ed è subito stata una rincorsa tra conferme e smentite. Perché che TikTok alla fine rifiutasse l’offerta del gigante Microsoft sembrava impossibile. Eppure Oracle ha battuto a sorpresa il suo concorrente nella gara per TikTok negli USA. Ma ByteDance non vuole vendere.

LEGGI ANCHE: La vendita di TikTok negli Stati Uniti potrebbe complicarsi: la Cina dovrà approvare l’operazione

tiktok

Com’è andata

La casa madre cinese della piattaforma per i video brevi, ByteDance, avrebbe alla fine scelto il gruppo di Larry Ellison, che ora dovrebbe diventare Trusted Tech Partner.

La vittoria è stata una vera sorpresa per tutti, dato che la proposta di Microsoft era finora considerata in pole position. ByteDance ha prima fatto sapere al gruppo di Satya Nadella di aver deciso di rifiutare l’accordo. Poi, stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal , ha dato il via libera all’altro principale aspirante, la società di Larry Ellison.

L’operazione, però, da quanto è trapelato non sarà una vera e propria cessione: Oracle infatti dovrebbe essere nominata “trusted tech partner” negli USA, ossia un socio tecnologico di fiducia per la gestione dei dati, mentre la proprietà vera e propria rimarrebbe cinese.

L’ipotesi sarebbe confermata da una notizia diramata dalla televisione cinese Cgtn, secondo la quale ByteDance non venderà le operazioni statunitensi e di conseguenza non fornirà il codice sorgente per la piattaforma video.

tiktok

Il nuovo accordo e i problemi di sicurezza nazionale USA

Tuttavia l’aggiunta di un “partner tecnologico di fiducia” affronta solo una minima parte dei problemi di sicurezza nazionale sulla base dei quali l’amministrazione Trump aveva emanato il suo ordine esecutivo.

Domenica sera – appena due giorni prima della scadenza fissata da Microsoft – l’affare TikTok si è concluso. Questa mattina, il Segretario del Tesoro Steven Mnuchin ha confermato l’accordo e ha detto che sarà presentato al Presidente Trump con una raccomandazione alla fine di questa settimana. Ma, salvo una catastrofe completa, TikTok continuerà ad operare negli Stati Uniti. Così i 1.400 dipendenti di TikTok negli Stati Uniti e decine di milioni di utenti statunitensi tirano un sospiro di sollievo.

Ma la vendita dell’ultimo minuto è strana sotto diversi aspetti, come sottolinea TheVerge, in quanto non è in realtà una vendita.

Mentre la versione dell’accordo con Microsoft avrebbe separato completamente la TikTok americana dall’Europa e dall’Asia, il deal con Oracle la lascia per lo più intatta, creando piuttosto una forma di hosting.

Oracle non riscriverà l’algoritmo TikTok né gestirà la moderazione, non è chiaro dunque come questo accordo possa acquietare le preoccupazioni del governo.

Il vero vincitore è Oracle, che presumibilmente verrà pagato profumatamente da TikTok per i suoi servizi di trust-partnering e per superare un’impasse durata mesi.

Intanto, nulla è ancora certo, in attesa dell’approvazione legale tanto da parte del governo americano quanto di quello cinese.

LinkedIn

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

  • Il contenuto stesso è metà della creazione di un post LinkedIn accattivante. L’altra metà è la sua reale formattazione.
  • Un modo per ottenere più Mi piace e commenti è avviare una conversazione.

 

Desiderate che i vostri contenuti su LinkedIn siano visualizzati da un numero maggiore di persone? E perché non aumentare le possibilità che LinkedIn mostri i vostri contenuti nel suo feed senza usare le sponsorizzazioni? Iniziamo subito.

LinkedIn: gli ultimi aggiornamenti da tenere a mente

Non bisogna dimenticare che LinkedIn, ora come non mai, anche grazie agli ultimi aggiornamenti, desidera che il feed di ogni utente presente in piattaforma si configuri come uno strumento ricco di informazioni utili. E per farlo deve conoscere i suoi iscritti!

Cosa sono realmente le visualizzazioni su LinkedIn?

LinkedIn conta una visualizzazione di post ogni volta che un post viene presentato nel feed di qualcuno. Ciò significa che il contenuto potrebbe non essere stato letto. Ma c’è di più…

C’è differenza (e come) tra le visualizzazioni di un post classico ( testo o immagini o link esterni) vs quella di un video nativo Linkedin. Il social consente, infatti, ai suoi membri di vedere e migliorare il modo in cui i propri contenuti vengono visualizzati e diffusi attraverso delle semplici metriche in merito ai post e video.

Registrerete, quindi, una view del post quando qualcuno ha notato il vostro post sul feed della home page di LinkedIn. I post sono gli aggiornamenti di stato brevi (fino a 1300 caratteri) visualizzati nel feed home di LinkedIn. Se scorrerete veloce con il pollice attraverso il vostro feed, non farete altro che aggiungere una visualizzazione a ciascuno di questi post anche se non vi sarete fermati a leggerli. Per questo motivo, le visualizzazioni dei post costituiscono soltanto un parziale indicatore del coinvolgimento del pubblico.

Consigli pratici su come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

1. Costruite la rete attorno alle vostre competenze su un argomento specifico

I recenti aggiornamenti dell’algoritmo di LinkedIn stanno attribuendo maggiore importanza alle connessioni. Prima di questo aggiornamento, i cosiddetti “Richard Branson” di LinkedIn, ovvero i professionisti di maggior successo al mondo, hanno riempito i feed di tutti, lasciando poco spazio per l’utente medio.

Per risolvere questo problema, l’algoritmo di LinkedIn ha iniziato a conferire maggiore importanza alle attività delle cosiddette “connessioni reali” degli utenti, inclusi colleghi, ex colleghi e così via. Da tenere a mente che le connessioni, intese come reali, sono le persone con cui si parla realmente.

In merito a questo, LinkedIn analizza i seguenti dati:

  • i vostri colleghi
  • persone con cui parlate su LinkedIn
  • hashtag che seguite
  • pagine LinkedIn che seguite
  • gruppi di LinkedIn a cui vi siete iscritti

Più accuratamente LinkedIn identifica le vostre connessioni reali, maggiori possibilità avrete di aumentare il coinvolgimento e costruire relazioni con loro.

Il primo passo per inviare i segnali giusti all’algoritmo è costruire una rete attorno alla vostra esperienza reale. Cercate di entrare in contatto con le persone che vi piacciono e con cui desiderate interagire. Fate rete con professionisti e persone che la pensano allo stesso modo e che forniscono informazioni preziose.

Per entrare in contatto con le persone giuste, prendete in considerazione l’adesione a gruppi LinkedIn pertinenti. Queste comunità più piccole sono luoghi sicuri in cui porre domande, condividere articoli stimolanti e avviare conversazioni.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

LEGGI ANCHE: Come aumentare la reach organica sui social

Dopo aver fatto clic sul pulsante, verrà visualizzato un elenco di gruppi LinkedIn. Ora potete cercare una parola chiave relativa ai gruppi a cui desiderate partecipare. Usiamo, ad esempio, la parola chiave “marketing”. Notate come sono stati visualizzati migliaia di risultati.

Per perfezionare questi risultati, potete anche cercare una parola chiave più specifica come “social media marketing per piccole imprese”.

Cliccate su un gruppo che trovate interessante per saperne di più. Potete vedere quanti membri ha, quali dei vostri collegamenti sono membri e un breve riepilogo di ciò di cui parla il gruppo.

Una volta accettati nel gruppo, potete presentarvi, se consentito dal gruppo. Non deve essere presente una lunga introduzione. Potreste semplicemente condividere il vostro nome e la vostra professione e spiegare perché volete unirvi. Lasciate commenti, ponete domande e condividete tutto ciò che la vostra nuova cerchia professionale potrebbe trovare utile.

Tenete presente che l’obiettivo è trovare connessioni reali, che è ciò che cerca l’algoritmo di LinkedIn. Più connessioni reali avrete, maggiore sarà la vostra portata sulla piattaforma.

Entrate in contatto con persone che usano hashtag di rilevanza

Una caratteristica importante dell’algoritmo di LinkedIn è l’adattamento dei post nel feed relativamente ad una nicchia di riferimento. LinkedIn ha scoperto che alla maggior parte degli utenti sulla piattaforma piace leggere argomenti specifici di nicchia.

Il modo migliore per creare contenuti pertinenti alla vostra nicchia è capire cosa vogliono le vostre connessioni. Oltre a monitorare le discussioni nei vostri gruppi LinkedIn, seguite gli hashtag pertinenti per tenere traccia delle tendenze e degli sviluppi nella vostra area di competenza.

Recatevi, quindi, nella vostra home page e fate clic su Hashtag seguiti nel riquadro di navigazione a sinistra. Noterete un elenco di tutti gli hashtag che seguite.

LEGGI ANCHE: Giù le mani da LinkedIn: perché non puoi escluderlo dalla strategia della tua azienda

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

LinkedIn consiglierà un elenco di hashtag da seguire. Potrete anche cercare hashtag nella barra di ricerca nella parte superiore della pagina. Se ne trovate uno di vostro interesse, fate semplicemente clic su Segui sotto l’hashtag per iniziare a monitorarlo.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Vi consiglio di controllare chi scrive post con quell’hashtag. E se vedete qualcuno con cui desiderate connettervi, inviategli un breve messaggio di presentazione. Sincero e motivato possibilmente. Semplicemente che esprima un reale interesse.

Quando aggiungete alcuni hashtag su LinkedIn ai vostri contenuti, tenete a mente questi suggerimenti:

  • utilizzate da tre a cinque hashtag. Troppi hashtag possono in un certo senso inviare dei segnali contrastanti sulla vostra nicchia all’algoritmo di LinkedIn.
  • scegliete una varietà di hashtag LinkedIn ampi e di nicchia. Gli hashtag ampi (come #marketing) hanno migliaia di follower. Gli hashtag di nicchia (come #contentmarketingstrategies), saranno più mirati al vostro pubblico.

2. Create contenuti che servano alla vostra rete

Alla fine della giornata, la domanda più grande a cui l’algoritmo di LinkedIn vuole rispondere è: “In che modo i tuoi post avvantaggiano gli altri?” Il motto di LinkedIn è: “Persone che conosci, che parlano di cose a cui tieni”. La vostra identità, le vostre connessioni e interazioni dicono a LinkedIn chi trarrà il massimo vantaggio dai vostri post.

Iniziate a condividere contenuti con cui il vostro pubblico. La prima ora dopo aver condiviso un post è cruciale per le interazioni, quindi concentratevi sull’ottenere coinvolgimento non appena condividete qualcosa.

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3. Iniziate una conversazione

Un modo per ottenere più Mi piace e commenti è avviare una conversazione.

Ecco alcuni suggerimenti per farlo:

  • Fate una domanda. Le domande richiedono risposte. Se ponete delle domande, il vostro pubblico risponderà. Pensate ad un elenco di domande di cui non conoscete la risposta diretta e pubblicate post su LinkedIn.
  • Accendete il dibattito: invitare al dibattito potrebbe sembrare intimidatorio, ma questa tattica funziona per ottenere il coinvolgimento da parte del vostro pubblico. Rifletteteci. Se siete d’accordo con un’opinione in un post, probabilmente vi “piacerà” e andrete avanti. Se non siete d’accordo, sarete più propensi a commentare con il vostro punto di vista.
  • Create un post in elenco: i post in elenco possono rivelarsi davvero molto positivi in merito a parametri quali social engagement, ad esempio, proporre delle vere e proprie guide o riassunti di argomenti interessanti. Di seguito riportiamo un esempio di post di questo tipo. Sam Moss elenca i suoi libri preferiti per gli imprenditori. Il post è chiaro e di facile lettura. Invita gli autori a commentare taggandoli e chiede al suo pubblico di condividere i propri libri preferiti.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Avviare, quindi, una conversazione su LinkedIn è utile per il vostro pubblico. Non solo aumenta il coinvolgimento, ma invita anche a discussioni relative al vostro percorso, al vostro campo applicativo, attorno a ciò che sapete fare. Semplicemente.

4. Rendete i vostri contenuti più leggibili e memorabili

Il contenuto stesso è metà della creazione di un post LinkedIn accattivante. L’altra metà è la sua reale formattazione.

  • Migliorate la leggibilità con lo spazio bianco: lo spazio bianco rende i vostri post LinkedIn più lunghi e più facili da leggere. Avete mai notato che a volte dovete cliccare su “vedi altro…” per leggere il resto del post? Ecco: quando un utente fa clic su questo collegamento, segnala, istantaneamente, all’algoritmo di LinkedIn che sta interagendo con il post.
  • Distinguetevi nel feed di LinkedIn con elementi del brand: utilizzate gli elementi del vostro brand nei vostri i post per renderli riconoscibili come contenuti. Il marchio di Madeline Mann, ad esempio, utilizza in tutti i suoi post il proprio elemento distintivo. L’uso del colore arancione rende, inoltre, i suoi post luminosi e gli emoji mandarino attirano inevitabilmente l’attenzione.
    Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn
  • Aumentate la probabilità di commenti con @menzioni. Cercate di taggare altri professionisti solo se siete quasi sicuri che commenteranno il vostro contenuto. Altrimenti, potreste compromettere le possibilità di aumentare il coinvolgimento. Rimanete sempre fedeli ai vostri contenuti e non esagerate.

5. Analizzate i vostri post LinkedIn per identificare e modellare i contenuti con le migliori prestazioni

Se volete inviare i segnali giusti all’algoritmo di LinkedIn, i vostri post dovrebbero attirare il pubblico di destinazione/target. Date un’occhiata a chi sta visualizzando i vostri post.

Per fare ciò, recatevi sul vostro profilo LinkedIn e cercate la sezione Attività (che si trova proprio sotto la dashboard di LinkedIn ). Fate clic su Visualizza tutto in alto a destra.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Questo vi porterà a tutte le vostre attività su LinkedIn. Fate clic su Post per filtrare la vostra attività e mostrare solo i vostri post. Potete anche fare clic su Articoli se desiderate, invece, analizzare anche chi li vede.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

Noterete, in fondo a ogni post, un’icona di analisi e le visualizzazioni totali ricevute dai vostri post. Fate clic sull’icona per controllare chi ha visualizzato il contenuto.

Come aumentare la reach organica dei post su LinkedIn

LEGGI ANCHE: strategie per aumentare la fan base su Instagram

LinkedIn, successivamente, suddividerà le visualizzazioni per titolo di lavoro, posizione e persone con cui lavori.

Mentre osserverete queste statistiche, chiedetevi: “È questo il pubblico che voglio scegliere come target?”.

Queste metriche vi forniranno informazioni sul come potreste modificare i vostri post per raggiungere meglio il vostro pubblico ideale. Appare abbastanza chiaro che LinkedIn stia puntando sul fatto che il proprio feed sia visto come uno strumento pieno di informazioni altamente utili, quindi deve sapere chi siete. Cosa fate. Come interagite. Altrimenti, come possono individuare ciò di cui avete bisogno?

L’algoritmo di LinkedIn analizzerà i lavori, le competenze e le esperienze che avete condiviso. Partirà da qui e poi darà uno sguardo anche al contenuto che vi piace e alle connessioni con le quali interagite. Create, infine, una rete attorno alla vostra esperienza, unitevi a gruppi LinkedIn nella vostra nicchia e seguite gli hashtag pertinenti (lo ripetiamo). Condividete anche post pertinenti e specifici di nicchia per attirare conversazioni con connessioni reali.

I post autentici e di valore sono sempre i più significativi per l’algoritmo di LinkedIn. Se condividete la vostra esperienza con il vostro pubblico e apportate “valore” all’interno della piattaforma, i vostri contenuti organici otterranno una migliore visibilità nel feed di LinkedIn. Non perdete tempo! Iniziate ora.

facebook campus

Week in Social: da Facebook Campus all’algoritmo di TikTok

Il mondo dei social media è sempre in movimento, si sa. E tra una notizia e un aggiornamento, è bene restare al passo per non rischiare di non trovare più il tasto del Business Manager su Facebook!

Sì, ce lo avete scritto in tanti nei commenti dopo il nostro articolo sul nuovo layout desktop del social e non potevamo non dare voce alle vostre proteste.

Ma nonostante questo dubbio amletico, andiamo avanti e continuiamo a seguire tutte le ultime novità. Eccole qui per voi!

nuovo layout facebook

Universo Facebook

Facebook delinea nuove misure per le elezioni presidenziali americane. Le azioni aggiuntive puntano a proteggere gli elettori dalle manipolazioni dovute a fake news e deepfake. Ai post saranno quindi aggiunte una serie di etichette informative.

Nel frattempo Facebook non ferma il suo processo di integrazione tra le varie piattaforme di sua proprietà e ora sta permettendo ad alcuni utenti di visualizzare le storie di Instagram su Facebook. Si tratterebbe di un test che potrebbe presto concretizzarsi in una nuova funzionalità.

Arrivano anche nuovi strumenti per Facebook Watch. Il social ha aggiunto alcuni tool di personalizzazione per guardare, segnalare video organici e ricevere insight sulle loro performance. Utili e da conoscere se si sta puntando su questa strategia.

Facebook Watch, infatti, secondo gli ultimi dati rilasciati ha raggiunto oltre 1,25 miliardi di visitatori mensili. Il social network ha ripercorso gli ultimi aggiornamenti sia per gli spettatori sia per i creatori di contenuti che hanno permesso la crescita, tra cui una migliore navigazione, la cura dei contenuti da parte di esperti e un machine learning più intelligente.

E ancora Facebook ci darà altri modi per esportare foto e video all’interno dell’iniziativa sulla portabilità dei dati della piattaforma: ora per gli utenti sarà possibile esportare i propri contenuti pubblicati anche tramite Dropbox e Koofr, oltre che con Google Photos.

Infine, l’ultima notizia è quella relativa ad un ritorno alle origini di Facebook, che ha lanciato “Campus”, uno spazio dedicato agli studenti del college, proprio come l’originaria versione del social.

Nel frattempo su Instagram…

Nel feed principale di Instagram comparirà anche la visualizzazione dei “Reels suggeriti”, mentre a breve sarà lanciata un’analisi mensile delle tendenze di questo nuovo formato.

Instagram sta anche testando alcune variazioni per la visualizzazione di Reels e tab Shop. Dopo aver recentemente lanciato una scheda dedicata alla nuova funzione video nella schermata iniziale in India, vuole ora esportarla anche in tutte le altre regioni in cui Reels è già disponibile.

Pianeta TikTok

TikTok aderisce al Codice di Condotta contro l’incitamento all’odio online. L’annuncio, a firma di Cormac Keenan, Head of Trust and Safety EMEA, punta a sottolineare la sicurezza della piattaforma come spazio creativo per la community, dopo che il video di un suicidio ha iniziato a circolare sul social.

La piattaforma ha anche introdotto Stitch, un’opzione che consente ai creator di ritagliare e integrare le scene dei video di altri utenti nei propri. Nella didascalia è possibile attribuire i credit con un collegamento diretto al video originale.

Infine, TikTok ha condiviso nuove informazioni sul funzionamento del suo feed. Quello che diventa più chiaro è che la piattaforma si tara sulle preferenze dell’utente da subito e mira ad evitare ripetizioni come vedere più video con la stessa musica o dello stesso autore.

Forse anche per questo ad agosto l’app è stata ancora una volta la più scaricata tra quelle che non riguardano il gaming.

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week in social

In breve

LinkedIn Stories. Il social testa un’opzione per aggiungere link nei contenuti effimeri. Attraverso swipe up sarà possibile accedere direttamente all’URL.

Su Spotify arriva una funzione karaoke. La modalità è ancora in fase di studio e potrebbe rimanere un test per migliorare l’esperienza utente. Ma dopo l’annuncio del rilascio dell’app Twitch Sings di Amazon a gennaio, la nuova feature potrebbe arrivare sui device in tempi rapidi.

ikea e lego

IKEA e LEGO, la partnership che tutti stavamo aspettando

  • IKEA e LEGO finalmente insieme per una collaborazione che coniuga le esigenze di bambini e adulti.
  • Una nuova linea di portaoggetti da utilizzare con qualsiasi elemento LEGO esistente e futuro.

 

È di qualche giorno fa la notizia che ufficializza la collaborazione tra IKEA e LEGO. I due marchi hanno unito le loro forze per creare una soluzione di arredamento giocosa chiamata BYGGLEK.

Composta da una serie di scatole portaoggetti con mattoncini LEGO, la nuova collezione mira a incoraggiare il gioco e infondere più divertimento durante il riordino della casa.

La collezione BYGGLEK sarà disponibile nei punti vendita al dettaglio IKEA in Europa e in Nord America a partire dall’1 ottobre.

Il tema è la vita in casa

Con la convinzione che il gioco renda la casa e il mondo un posto migliore, IKEA e LEGO hanno deciso di rimuovere le barriere al gioco nella vita quotidiana, creando un’esperienza pratica e divertente per bambini e adulti.

Il gioco è il modo più intuitivo e potente per i bambini di imparare e crescere. Tuttavia, i più piccoli e gli adulti hanno spesso punti di vista differenti quando si tratta di gioco e di creatività in casa. Gli adulti hanno spesso la necessità di creare stanze confortevoli e organizzate, i bambini invece percepiscono gli spazi come ambienti stimolanti e creativi in cui desiderano naturalmente giocare, fare una pausa e poi ricominciare a giocare.

ikea e lego

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Attraverso l’IKEA Play Report, IKEA ha chiesto ai bambini cosa vorrebbero e il 47% di loro ha affermato di volere più tempo per giocare con i propri genitori. Allo stesso tempo, il 90% dei genitori interpellati, partendo dalla convinzione che il gioco sia una componente fondamentale della vita di ognuno, ritiene che il gioco sia essenziale per il benessere e la felicità.

Nel riordinare e riorganizzare lo spazio dei bambini non solo interrompiamo il loro gioco, ma anche la loro espressione creativa e di crescita.

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In LEGO Play Well Study 2020, i genitori riconoscono l’importanza di far giocare i bambini, proprio con le loro modalità. 8 genitori su 10 ammettono un gioco disordinato, in questo modo i bambini si sentono liberi di sviluppare la loro creatività (85%). Tuttavia, 1 genitore su 2 si preoccupa che il proprio figlio faccia disordine quando gioca e si sente obbligato a riordinare, anche mentre il bambino sta ancora giocando (51%). 9 bambini su 10 confermano questa teoria, dicendo che i loro genitori dicono loro di rimettere in ordine mentre stanno ancora giocando (90%).

IKEA e LEGO: esplorare, sperimentare, sognare e scoprire

Le scatole BYGGLEK sono dotate di stud LEGO (i “bottoni” che permettono l’incastro tra due pezzi) sia sul coperchio che sul lato anteriore, questo permette di collegare insieme diversi contenitori. Così i bambini potranno integrare i porta oggetti come parte delle loro costruzioni, potranno memorizzare le storie al loro interno e mostrare con orgoglio le loro creazioni sopra di esse.

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“Volevamo creare una soluzione di storage che offrisse un’esperienza divertente e ludica. In IKEA crediamo sempre nel potere del gioco. Il gioco ci permette di esplorare, sperimentare, sognare e scoprire. Dove gli adulti spesso vedono disordine, i bambini vedono un ambiente stimolante e BYGGLEK aiuterà a colmare il divario tra questi due punti di vista per garantire un gioco più creativo nelle case di tutto il mondo” ha dichiarato Andreas Fredriksson, designer di IKEA Sweden.

La collezione BYGGLEK si abbina perfettamente ad altri prodotti IKEA, in questo modo la creatività dei bambini diventando un bel pezzo di decorazione domestica.

ikea e lego

A proposito di questa soluzione creativa Rasmus Buch Løgstrup, designer di LEGO Group, ha dichiarato: “BYGGLEK è riordino e gioco intrecciati. Offre alle famiglie una gamma di prodotti che aiuta a creare spazio e a giocare nella quotidianità, alimentando la creatività, rendendo possibile il divertimento insieme. BYGGLEK offre infinite possibilità, proprio come il LEGO System Play”.

ikea e lego

La linea si compone di quattro diversi prodotti: un set di tre contenitori piccoli, due contenitori più grandi e una scatola contenente 201 mattoncini LEGO per iniziare a giocare.

Non si tratta solo di una semplice scatola con coperchio, è uno scrigno pieno di allettanti idee per giocare. Una casa che puoi arredare, una scala, un kit di costruzione per i più creativi.

lego e ikea

Con BYGGLEK il colosso danese spera di estendere l’esperienza di gioco LEGO fornendo soluzioni di storage creative e divertenti che siano tanto giocabili quanto funzionali.

Così mentre IKEA consolida la sua presenza nel settore giochi, lo scorso luglio il colosso svedese ha debuttato nel campo moda lanciando la sua prima linea di abbigliamento e accessori, chiamata Efterträda. In stretta collaborazione con IKEA Sweden, IKEA Japan ha sviluppato una collezione ispirata e realizzata per la gente di Tokyo. Attualmente la gamma include t-shirt, felpe con cappuccio, bottiglie, ombrelli, asciugamani e borse, tutti stampati con il logo dell’azienda e il codice a barre del suo iconico sistema di scaffali Billy.

frequenza di rimbalzo

La regola dei 15 secondi: ecco perché gli utenti lasciano il tuo sito

  • Il tempo a tua disposizione per catturare l’attenzione degli utenti sul sito si misura in pochi secondi.
  • Un utente “rimbalza” fuori dal sito quando non c’è stato alcun coinvolgimento e/o non ha trovato ciò che cercava.
  • Ecco gli errori da non commettere, parlando di frequenza di rimbalzo.

 

Qual è il tempo medio di permanenza di un utente su una pagina web? Circa 15 secondi.

Ed è anche il tempo che hai a disposizione per catturare la sua attenzione e far sì che continui a  esplorare il tuo sito più in profondità.

La “regola dei 15 secondi” di cui parlava Jakob Nielsen già diversi anni addietro, consiste proprio in questo: se non hai generato interesse in questo breve lasso di tempo, probabilmente non lo farai più.

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Basta davvero poco perché un utente lasci una pagina web, dai tempi di caricamento troppo lunghi ai contenuti poco d’appeal.

Per valutare se il tuo sito è costruito in maniera efficace sotto ogni aspetto (visual, content, design) la metrica che devi sempre monitorare è la frequenza di rimbalzo.

Cos’è la frequenza di rimbalzo

Si tratta di una delle metriche più importanti per Google Analytics, che misura la percentuale di persone che abbandonano il tuo sito dopo aver visitato una sola pagina, senza svolgere alcuna azione.

Un utente “rimbalza” fuori dal sito quando non c’è stato alcun coinvolgimento e/o non ha trovato ciò che cercava. Si può dire che quanto più alta sarà la frequenza di rimbalzo, tanto meno efficace sarà il funzionamento del sito in questione.

Naturalmente, è bene considerare le diverse casistiche, che variano da settore a settore. Se si parla di un sito a scopo d’informazione, il fatto che un utente termini la navigazione dopo aver visitato una sola pagina, non è necessariamente un indicatore negativo.

Credits: neilpatel.com

Ma nel caso in cui la struttura del sito presupponga un’interazione, allora potrebbe esserci qualcosa che stai sbagliando.

La creazione di contenuti di qualità è importante non solo per catalizzare l’attenzione del lettore, ma anche per guadagnare credibilità agli occhi del motore di ricerca.

La frequenza di rimbalzo, infatti, non costituisce di per sé fattore di ranking perché l’algoritmo di Google non utilizza i dati di Analytics; ma se l’utente abbandona il tuo sito per tornare ai risultati di ricerca, ecco che il discorso cambia e quel tipo di rimbalzo potrebbe penalizzare a livello di indicizzazione.

Secondo YOAST la frequenza di rimbalzo può rappresentare un campanello d’allarme sotto tre aspetti:

  • la qualità è bassa: non c’è niente che inviti a impegnarsi
  • il pubblico non corrisponde allo scopo della pagina, quindi non ci sarà interazione
  • i visitatori non hanno trovato quello che stavano cercando

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Una pessima user experience

Molto spesso un’alta frequenza di rimbalzo è dovuta a una cattiva esperienza di navigazione.

Un design scadente, che offre troppe opzioni e risulta dispersivo, oppure con dei tempi di caricamento lentissimi, equivalgono all’abbandono della pagina.

Hubspot ha pubblicato le linee guida per un design efficace:

  • Semplicità: eliminare ogni elemento non essenziale
  • Gerarchia: organizzare gli elementi in base alla rilevanza
  • Navigabilità: creare un percorso di navigazione semplice e ovvio
  • Coerenza: l’aspetto deve essere uniforme in tutto
  • Accessibilità: il sito deve essere accessibile da tutti i dispositivi
  • Convenzionalità: usare sempre elementi che le persone conoscono
  • Credibilità: saper anticipare il search intent
  • Centralità dell’utente: monitorare le risposte degli utenti agli elementi del sito per ottenere la migliore UX.

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Più il sito risulterà user friendly, minore sarà il rimbalzo. Usabilità e disponibilità sono i fattori chiave per aumentare il tempo di permanenza: se il sito non è ottimizzato per tutti i tipi di dispositivi, elementi come collegamenti interrotti o mancanza di reattività mobile potrebbero essere deleteri se stai cercando di convertire un visitatore in un lead.

L’assenza di interazioni

Un escamotage che viene usato per aumentare il traffico, è quello di registrare nomi di dominio con storpiature di nomi di siti molto cliccati  (“yuotube.com” o “faecbook.com”) prevedendo gli errori di battitura più comuni degli utenti e “sottraendo” una fetta di utenza al sito originale.

Peccato che poi il tempo di permanenza sulla pagina non supera quasi mai i 30 secondi.

Un nome di dominio fuorviante o acchiappa click possono essere fattori di abbandono, poiché quando l’utente arriva sul sito non ci mette molto a rendersi conto di non trovarsi dove dovrebbe.

Se l’utente arriva su una pagina e non trova ciò che cerca, abbandona in pochi secondi, ma lo stesso avviene quando le informazioni sono troppe.

Un surplus di informazioni non solo farà impennare il rimbalzo ma risulterà anche penalizzante dal lato SEO.

Le informazioni ridondanti sono sempre sinonimo di cattiva navigazione: il focus principale non deve mai essere seppellito da altre informazioni superficiali.

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Contenuti non aggiornati o illeggibili aumentano la frequenza di rimbalzo

Per aumentare il tempo di permanenza e invogliare l’utente a continuare ad esplorare il tuo sito devi essere una “fonte autorevole” nel tuo settore.

Ciò significa che i tuoi contenuti dovranno essere pertinenti, aggiornati e fatti per intercettare l’esigenza del momento.

Se stai proponendo post datati, i visitatori potrebbero rimbalzare via anche solo guardando la data. Anche se i dati sono ancora rilevanti, sono i contenuti recenti che ti danno credibilità agli occhi del pubblico.

Anche se si tratta solo di aggiornare numeri e statistiche, è importante non trascurare quest’aspetto.

Oltre a trasmettere conoscenza ed esperienza nel settore, i contenuti devono essere leggibili. Niente scoraggia la lettura più di un muro di testo, scritto senza variazioni di carattere e/o spazi bianchi.

È sempre consigliabile inserire blocchi di testo, che siano intervallati anche da immagini e che lascino alla pagina un po’ più di respiro.

Sport 4.0: dall’analisi dei dati al mondo virtuale, la rivoluzione è iniziata

  • Nel 2012 faceva notizia l’utilizzo dei droni sui campi di calcio, oggi i dati sono un elemento fondamentale in moltissime discipline.
  • I numeri da soli non bastano: devono essere analizzati per estrarne valore.
  • Anche la crescita degli eSport è, in buona parte, da attribuire dalla crescente capacità di raccogliere, analizzare e utilizzare dati raccolti durante esperienze reali.

a cura di Thomas Ducato, giornalista di Impactscool

I campi di allenamento dell’Empoli nella stagione sportiva 2012/2013 e nelle tre successive erano abitualmente sorvolati da alcuni droni, che registravano i movimenti dei calciatori dall’alto permettendo all’allenatore di studiare minuziosamente posizione e trame di gioco. L’allenatore in questione era Maurizio Sarri, tra i primi a introdurre questi strumenti nel calcio nostrano.

Da allora la tecnologia si è evoluta in modo esponenziale e diffusa in modo trasversale, a tutti i livelli , grazie anche all’abbattimento dei prezzi che l’hanno resa accessibile anche tra i dilettanti e a livello amatoriale. L’obiettivo principale è quello raccogliere dati che possano supportare le decisioni a 360 gradi, sia sul piano tecnico, atletico e delle prestazioni sportive sia su quello manageriale, amministrativo e finanziario.

Ma l’utilizzo di queste informazioni va anche oltre lo sport “reale”: sono alla base dello sviluppo degli eSport, che negli ultimi anni sono migliorati sensibilmente sul piano delle prestazioni e stanno acquistando un riconoscimento sempre maggiore tanto che è in fase di discussione una loro possibile introduzione alle Olimpiadi.

Ma con tutta questa tecnologia, non si rischia di perdere l’essenza dello sport?

Ne abbiamo parlato con un professionista dei dati applicati allo sport, Carlo Bertelli, fondatore di Kama Sport, e con un grande atleta, il ciclista Matteo Trentin.

I dati nello sport: estrarre valore dai numeri

Come si dice spesso in questi frangenti i dati da soli non bastano. Devono essere aggregati, analizzati e visualizzati in modo corretto per poterne estrarre valore. Si occupa proprio di questo Kama sport, azienda italiana che lavora con dati e tecnologia per il mondo dello sport.

“È un settore in crescita esponenziale, – ci ha raccontato Carlo Bertelli, fondatore dell’azienda – sia per quanto riguarda le applicazioni che ormai hanno raggiunto tutti gli sport, a tutti i livelli, sia per il numero di nuove startup che stanno nascendo e gravitano attorno a questo mondo”.

Il calcio, almeno in Italia, fa da apripista e capofila, rappresentando anche l’emblema di un nuovo concetto di sport, che da pura pratica agonistica si è trasformato in un vero e proprio mercato. “Raccoglie settori diversi, dal maketing alla finanza, dalla salute al mondo degli eventi. – ci ha detto Bertelli – I dati che si possono raccogliere sono molteplici ed è fondamentale riuscire a metterli a fattor comune per estrarre valore. Il nostro lavoro è quello di creare un ecosistema, che raccolta tutti gli attori di questo mercato, che ci permetta di attingere a diverse fonti di dati e di unirle per creare servizi su misura per club e società”.

Nuovi mestieri ed evoluzione tecnologica

I dati sono diventati così importanti che stanno nascendo anche nuove figure professionali, sempre più specializzate nell’analisi dei dati associati al mondo dello sport, una sorta di Sport Data Scientist. “Nei club di calcio professionisti ci sono almeno due addetti all’analisi dei dati, uno della società e uno dello staff tecnico. In società più grandi e titolate, però, il team può arrivare fino a 10 persone. Sull’analisi del dato sono ormai molto attrezzate, mentre faticano a creare innovazione. È qui che entrano in gioco le nuove startup con cui collaboriamo e sviluppiamo tecnologia”.
Dalle telecamere intelligenti ai droni per “di Sarri” studiare i movimenti dall’alto, fino ai sensori per misurare diversi parametri fisici, sono molte le tecnologie entrate nel mondo dello sport: “Con un partner internazionale stiamo lavorando ora anche a un pavimento intelligente, in grado di estrapolare dati in tempo reale a partire dai movimenti degli atleti”.

Il caso del ciclismo

Il ciclismo è sport di fatica, in cui una corretta gestione delle energie può fare la differenza sia nella gara singola sia nelle grandi corse a tappe. Lo sa bene Matteo Trentin, ciclista che oggi corre nel CCC Team, in grado di primeggiare in entrambe le tipologie di corsa. Il campione europeo 2018 e vice campione del mondo 2019, ci ha raccontato come si è evoluto l’utilizzo dei dati nel ciclismo e l’importanza che assumono sia nella preparazione sia in corsa.

“Già una decina di anni fa, quando sono passato professionista, iniziavano a farsi largo nell’ambiente alcuni sistemi di misurazione e analisi. Ma negli anni sono diventati sempre più diffusi e fondamentali. Ci ho fatto anche la tesi di laura – racconta Trentin, laureato in Scienze motorie all’Università di Verona -. Permettono di allenarti in modo sempre più minuzioso, anche e soprattutto grazie all’analisi che viene fatta una volta che la sessione è conclusa e da cui si riescono a estrapolare moltissime informazioni. Prima, per farlo, era necessario andare in centri dedicati, ora questi dati si possono ottenere in modo più semplice”.

E per quanto riguarda le corse? “Le gare di un giorno sono un po’ meno influenzate dai dati, hai le informazioni base che aiutano a regolarsi (quelle fornite da smartwatch o dispositivi indossabili ndr) ma nulla di più. Diversa è la situazione nelle corse a tappe, dove a fine giornata si ha modo di vedere quante energie hai speso e analizzare lo stato di forma di ogni atleta e, sulla base di quello, definire la strategia personale e di squadra per la giornata successiva”.

Il dato alla base degli eSport

Ma analizzare i dati non serve solo a migliorare le performance degli atleti in carne e ossa, ma anche quelle degli sport virtuali. Gli eSports, di cui oggi si parla moltissimo anche per i business che ne derivano, hanno raggiunto livelli incredibili grazie ai dati reali. “Sono i dati raccolti nella “vita reale” – ci spiega Carlo Bertelli – il punto di partenza per ricostruire in modo efficace situazioni e movimenti nei video giochi: questo non vale sono per i videogiochi sportivi, ma anche per quelli di azione come può essere Call of Duty”.

Il mondo del gaming, oltre a essere un mercato ricchissimo (basti pensare che vale più di quello di cinema e musica messi insieme), ha acquistato una rilevanza e un’attenzione mediatica notevole negli ultimi mesi, spinto anche dall’impossibilità di praticare e di assistere agli sport tradizionali a causa delle restrizioni portate dall’emergenza Covid-19. A sperimentare e a misurarsi con gli eSports sono stati anche gli atleti professionisti: dalle corse virtuali di Formula 1 di Leclerc alle partite di basket giocate direttamente dal divano dalle star NBA sono molti quelli che si sono messi alla prova.

Il Virtual Tour the France

Non è stato da meno il mondo del ciclismo, con gli organizzatori del Tour de France che hanno messo in piedi una corsa virtuale che ha coinvolto anche i professionisti. Tra loro anche Matteo Trentin, che ha partecipato a una delle tappe del programma.

“Non sono un sostenitore degli eSport onestamente e il risultato si è visto (è stato tra gli ultimi classificati della tappa in cui ha corso ndr), ma devo ammettere che per noi del ciclismo è stato un buon aiuto durante il lockdown. In generale quello del ciclismo virtuale è un movimento che sta crescendo e credo che il successo sia da attribuire a due fattori. Il primo è la comodità: durante i mesi invernali allenarsi all’esterno può essere complesso, penso per esempio agli atleti che vivono in Paesi molto freddi, come quelli del nord Europa, o agli amatori che finiscono di lavorare quando è già buio e per i quali andare in strada può diventare anche pericoloso. Dall’altra è indiscutibile il grande miglioramento di queste piattaforme. L’aggiunta di una grafica di qualità e i sistemi di competizione aiutano a fare più volentieri un’attività, pedalare sui rulli, che potrebbe essere vista come noiosa o poco stimolante”.

La più nota di queste piattaforme e quella su cui si è corso il Virtual Tour de France è Zwift, realizzata dall’omonima startup Californiana.

Questa consente ad atleti e appassionati di pedalare stando fermi, con i rulli, percorrendo però ambientazioni ricostruite al computer. Il sistema è in grado di raccogliere e analizzare dati che, combinati al peso dell’atleta e all’attrezzatura utilizzata, vengono utilizzati per convertire gli sforzi in potenza della pedalata e velocità. Inoltre, il sistema si adatta al percorso, assumendo un realismo fino a qualche tempo fa inimmaginabile. “Il sistema è intelligente, – ci spiega Trentin – la pedalata diventa più dura o molla a seconda del percorso. È stato addirittura sviluppato un algoritmo che riproduce le condizioni della scia”. Correre su strada, però, è un’altra cosa: “Come prima cosa su strada hai le curve, che qui non ci sono. Inoltre, ci sono elementi esterni che fanno parte di questo sport: essendo outdoor è molto complesso ricostruire le stesse condizioni.  Personalmente ho la sensazione di essere in gabbia, un po’ come un criceto che corre sulla ruota”.

Nuovi modi di fare sport significano anche nuovi modi di imbrogliare: “Come si dice in questi cosi “paese che vai, usanza che trovi”. – scherza Trentin – Si può imbrogliare a carte, come nel ciclismo. Queste piattaforme si impostano in base al peso che è una discriminante importante nel calcolo della potenza: basta barare su quello e si ha un vantaggio considerevole”.

L’essenza dello sport

La tecnologia è parte integrante delle nostre vite e lo sta diventando anche della pratica sportiva, tanto che è stata avanzata la proposta di introdurre gli eSport tra le discipline olimpiche.

In questo modo, però, non si rischia di mettere in discussione l’essenza stessa dello sport?

Il dibattito è acceso e non riguarda solo gli sport virtuali: dalle componenti elettroniche sempre più sofisticate negli sport motoristici all’importanza della scelta dei materiali negli sport invernali, passando per l’utilizzo di sistemi tecnologici a supporto degli arbitri, la domanda è trasversale a tutte le discipline e le risposte diverse a seconda delle correnti di pensiero.

“Credo che questo cambio di paradigma faccia proprio della transizione verso il digitale che riguarda tutta la società. – ci ha detto Bertelli – Al centro di tutto, però, rimangono sempre gli atleti e gli staff tecnici, con il loro talento, dedizione e capacità. Oggi queste devono essere più ampie e comprendere anche nuovi aspetti, ma non credo si stia snaturando lo sport nella sua assenza. Sarebbe diverso se stessimo parlando di atleti con un chip che influisce sulle loro performance, ma non siamo a quel punto”.

Per ora, aggiungiamo noi.

scuola

Back to school: come sarà il rientro sui banchi quest’anno (secondo i social)

  • Dopo mesi di didattica online, quest’anno sarà caratterizzato da un rientro sui banchi di scuola diverso dal solito.
  • Dai social trend emergono nuove forme di insegnamento, con i genitori impegnati a identificare opzioni di apprendimento alternative e soluzioni domestiche anche per la gestione degli spazi.

 

Con le persistenti incertezze legate al COVID, milioni di persone si stanno rivolgendo a Pinterest per affrontare l’imminente anno scolastico, indipendentemente da come si svolgerà. Infatti, anche se in Italia per la maggior parte degli studenti il mese di settembre segnerà il ritorno alla normalità, dopo mesi di didattica online, per altri quest’anno sarà caratterizzato da un rientro sui banchi di scuola diverso dal solito, con ricerche legate alle lezioni da casa arrivate a picchi mai raggiunti in precedenza.

Secondo i dati raccolti da Deloitte, il ritorno a scuola durante la pandemia ha fatto crescere le ansie dei genitori riguardo a salute e finanze familiari in tutto il mondo, portandoli anche a mettere in discussione la qualità dell’istruzione che gli studenti hanno ricevuto questa primavera. La preoccupazione che gli studenti siano rimasti indietro è evidente, con solo la metà dei genitori soddisfatti dell’istruzione fornita.

La stagione di incertezza cambierà con molta probabilità il modo in cui i consumatori affronteranno il ritorno a scuola (e all’università), soprattutto per quanto riguarda i loro acquisti. Sono tendenze che stiamo già ampiamente sperimentando in Italia, dove ad esempio, pare esserci stato un esodo di studenti verso le sedi universitarie del Sud.

Negli Stati Uniti, è stato calcolato che la spesa per il ritorno a scuola dovrebbe raggiungere i 28,1 miliardi di dollari, con una media di 529 dollari per studente nelle famiglie che acquistano abbigliamento, forniture, computer ed elettronica per i bambini fino a 12 anni. In particolare c’è una maggiore enfasi sugli strumenti di apprendimento basati sulla tecnologia.

E in Italia? Un’idea abbastanza completa di come si stiano orientando le scelte di studenti e genitori e di come si stiano preparando al back to school 2020 ce la offrono gli ultimi trend di ricerca sui social.

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scuola

Il ritorno a scuola su Pinterest

Secondo alcuni dei trend di ricerca più significativi per il back to school su Pinterest, che vedono studenti ed insegnanti proiettati verso un anno scolastico sicuramente differente dai precedenti, emergono nuove forme di insegnamento, con i genitori impegnati a identificare opzioni di apprendimento alternative, tra cui:

Dato l’aumento di bambini che studieranno da casa, crescono anche le ricerche legate all’allestimento di postazioni per domestiche, con i genitori intenti a replicare gli ambienti scolastici:

Gli acquisti legati alla ripresa della scuola evidenziano alcune differenze, come dimostrano le ricerche per nuovi capi d’abbigliamento e quelle relative all’arredamento, che possa consentire ai bambini di svolgere le lezioni anche da casa:

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AltSchool, la buona scuola reinventata dalle startup

L’arredamento in cima ai pensieri per il back to school

Con l’inizio di un anno scolastico senza precedenti, i comportamenti d’acquisto legati al rientro a scuola si stanno modificando, riflettendo questo periodo di cambiamenti ed incertezza. In particolare, le persone si stanno rivolgendo ai social anche per pianificare ed acquistare tutto ciò di cui hanno bisogno per organizzare gli spazi di apprendimento tra le mura della propria casa, come dimostra il recente report di Pinterest. Dai nuovi metodi per organizzare le scrivanie alla ricerca del perfetto arredamento per le stanze, i Pinner guardano fiduciosi ad un anno scolastico produttivo e pieno di ispirazioni, indipendentemente da dove svolgeranno le proprie lezioni.

Di seguito i principali trend di ricerca relativi sia ai Millennial che alla Generazione Z.

Gli studenti universitari si stanno attrezzando per un anno scolastico senza precedenti e le ricerche della Generazione Z relative a nuovi metodi per creare un ambiente in casa che li possa ispirare nello studio sono in forte crescita:

La Generazione Z è in cerca di ispirazioni per l’arredamento, con ricerche per scrivanie specifiche e stili di sedute tra cui:

Anche le ricerche per elementi decorativi son cresciute tra la Generazione Z. Infine, i genitori si stanno concentrando sul creare ed organizzare spazi per consentire ai propri figli di svolgere le lezioni da casa:

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American Express e Keep Calm, per affrontare il rientro a lavoro

Essere pronti ad affrontare i rientri è sempre un tema importante per gli italiani, in questo momento particolare ancora di più. Per questo American Express collabora con l’app per il sonno e la meditazione Calm, per offrire ai Titolari di Carta consumer un anno di abbonamento premium gratuito.

Calm è l’app per il fitness mentale, sviluppata per contribuire a gestire lo stress, dormire meglio e vivere una vita più felice e sana. L’abbonamento annuale Premium è disponibile gratuitamente e rappresenta un beneficio esclusivo per i titolari di carta American Express in 44 Paesi a livello internazionale ed è consultabile a questo link.

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american express calm

Meditazione e mindfulness in un click

Con l’app Calm i titolari di carta hanno accesso a oltre 100 ore di contenuti audio originali relativi alla meditazione, al riposo, alla musica e alla mindfulness, includendo una varietà di programmi che includono stress, gratitudine, ansia, fiducia e molti altri. Due dei contenuti più amati di Calm sono Daily Calm, una meditazione di 10 minuti al giorno per ritrovare la pace e la calma interiore, e Sleep Stories, una serie di favole della buonanotte per adulti.

La domanda dei consumatori per prodotti che rafforzino il sistema immunitario, migliorino il sonno e supportino la riduzione dello stress sta crescendo. Secondo un recente studio, oltre all’attenzione per un’alimentazione sana, sta crescendo la richiesta di servizi per favorire il sonno e la riduzione dello stress. Le persone sono alla ricerca di spazi virtuali e domestici per soddisfare il bisogno di benessere, utilizzando sempre più app e servizi per workout virtuale e meditazione.

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American Express risponde ai nuovi bisogni delle persone

Dall’inizio di marzo la media delle ore dedicate a salute, fitness e ad app medicali era cresciuta del 30%. Questo nuovo benefit di Amex da parte di Calm si rivolge a queste esigenze e sostiene i titolari di carta nelle loro necessità.

“Molte persone durante l’emergenza hanno dovuto affrontare stress e ansia a livello personale e professionale. Il nostro desiderio con l’offerta sviluppata con Calm è fornire loro sollievo e relax in un momento impegnativo e incerto”, dichiara Tabitha Lens, Vice President, Head of Marketing, Products and Partnerships, American Express Italia.

“La nostra partnership con American Express introdurrà Calm a milioni di persone e in un momento in cui la pratica della meditazione è maggiormente necessaria. Siamo orgogliosi di far crescere questo programma che è unico sul mercato, incoraggiando i Titolari di Carta American Express a vivere in modo più sano e felice” commenta anche Dun Wang, Chief Product e Growth Officer di Calm.

I titolari di carta American Express potranno usufruire dell’abbonamento premium Calm gratuitamente il primo anno e con uno sconto del 50% il secondo anno. L’offerta è valida per le sottoscrizioni effettuate entro il 31 ottobre 2020, esclusivamente attraverso la pagina a loro dedicata.