Amazon ha annunciato il lancio di Pharmacy, un servizio che offrirà sconti fino all’80% sui farmaci generici acquistati dagli abbonati Prime senza assicurazione sanitaria
La farmacia online del colosso dell’eCommerce apre la strada a una possibile rivoluzione in un’industria che vale miliardi di dollari e in effetti l’annuncio ha affondato i titoli dei colossi del settore.
Amazon Pharmacy
Per il momento Amazon Pharmacy opererà solo negli Stati Uniti e i prezzi ridotti potrebbero attirare anche quei consumatori che finora erano stati reticenti agli acquisti di medicinali sul web, ma che in seguito alla pandemia si sono adattati ad acquistare qualsiasi prodotto online.
Il colosso di Bezos, insomma, scommette sul cambio delle abitudini dei consumatori che, complice il Covid-19, hanno iniziato ad usare Amazon per ogni tipo di acquisto.
“Siamo consapevoli dell’importanza di medicinali a prezzi convenienti e riteniamo che gli abbonati Prime vedranno un notevole valore” nel nuovo servizio, afferma Jamil Ghani, vice presidente di Amazon Prime. La farmacia online “è un’importante e necessaria aggiunta alla piattaforma”, aggiunge Doug Herrington, vicepresidente della divisione consumatori in Nord America di Amazon.
Il nuovo servizio dovrebbe partire a giorni, riservato solo a clienti maggiorenni. Non saranno venduti medicinali classificati Schedule 2, che includono anche gli oppioidi. Per acquistare i farmaci bisognerà fornire alcuni dai e caricare online la prescrizione del medico, quando necessaria. Tuttavia se l’acquirente non dispone della prescrizione, Amazon potrà svolgere un ruolo da intermediario e richiederla direttamente al medico curante.
Nel 2018 Amazon aveva mosso i primi passi nel settore acquistando PillPack per oltre 700 milioni di dollari. Il servizio era rivolto a pazienti che soffrono di malattie croniche e assumono diversi medicinali al giorno. Amazon Pharmacy sembra voler ampliare proprio questo servizio, offrendolo a un pubblico decisamente più ampio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/amazon-pharma.jpg553829Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-11-19 00:08:042021-01-05 15:03:54Amazon lancia Pharmacy, la farmacia online che potrebbe rivoluzionare il settore
A ottobre 2020 +25% per la Top Ten Christmas songs rispetto a ottobre 2019
I brani natalizi più ascoltati in Italia restano i classici internazionali: “All I Want for Christmas Is You”, “Last Christmas” e “Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!”
Non siamo ancora a dicembre, ma il clima natalizio si fa già sentire. Nel corso di quest’anno, gli ascoltatori di Spotify in tutto il mondo hanno già ascoltato più di 6,5 miliardi di minuti di musica natalizia – con più di 37 miliardi di stream effettuati su Spotify dal lancio della piattaforma nel 2008.
In Italia, la canzone a tema natalizio più ascoltata nell’ultimo anno, con oltre 4 milioni di stream, è “All I want for christmas is you” di Mariah Carey, che risulta anche tra le più ascoltate a livello globale.
Ecco di seguito le evidenze emerse sugli ascolti delle canzoni di Natale nel 2020 su Spotify:
Il periodo natalizio quest’anno è più atteso del solito: in quest’anno difficile, tutto suggerisce che gli ascoltatori probabilmente cerchino conforto anche nell’ascolto anticipato delle canzoni natalizie. A settembre e ottobre gli utenti hanno ascoltato la playlist natalizia più popolare, “Christmas Hits”, molte più volte rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti.
A Ottobre 2020 la Top ten Christmas songs ha registrato un aumento del 25% di ascolti rispetto a ottobre 2019.
Rispetto agli anni scorsi, quando gli ascolti avvenivano prevalentemente nel weekend, gli ascolti dei brani natalizi sono in aumento nei giorni feriali.
Il “Re” non ufficiale del Natale: l’album “Christmas” di Michael Bublé risulta l’album natalizio più ascoltato di sempre su Spotify, con oltre 1,8 miliardi di stream.
La colonna sonora del Natale
Le cinque canzoni natalizie più ascoltate di sempre su Spotify nel mondo:
“All I Want for Christmas Is You” di Mariah Carey
“Last Christmas” degli Wham!
“Santa Tell Me” di Ariana Grande
“It’s Beginning to Look a Lot like Christmas” di Michael Bublé
“Mistletoe” di Justin Bieber
Tra le playlist natalizie più amate su Spotify (in base al numero totale di follower) ci sono: Canzoni di Natale, Christmas Hits, Christmas Classics e Christmas Pop.
Nella classifica delle canzoni natalizie più ascoltate in streaming in Italia (basata sugli stream dal 1° dicembre 2019 al 15 novembre 2020):
“All I Want for Christmas Is You” di Mariah Carey
“Last Christmas” degli Wham!
“Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!” (with The B. Swanson Quartet) di B. Swanson Quartet e Frank Sinatra
“It’s Beginning to Look a Lot like Christmas” di Michael Bublé
“Santa Tell Me” di Ariana Grande
“Happy Xmas (War Is Over)” – Remastered 2010” di John Lennon, Yoko Ono
“Santa Claus Is Coming to Town” di Michael Bublé
“Feliz Navidad” di José Feliciano
“Mistletoe” di Justin Bieber
“Holly Jolly Christmas” di Michael Bublé
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/spotify-trend-natale.jpg581925Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-11-18 23:35:152020-11-19 00:10:31La voglia di Natale arriva in anticipo, a dirlo sono i dati raccolti da Spotify
Mentre ci sottoponiamo ad un altro lockdown nazionale, accogliamo nei nostri guardaroba abiti casual e loungewear. Tornano i look comodi e si propagano nuove tendenze in fatto di abbigliamento da lavoro
Spazio a nuove campagne pubblicitarie irriverenti e a limited edition per consacrare lo smart working ed un nuovo dresscode lavorativo
Molti di noi, negli ultimi mesi, hanno lasciato gli uffici per lavorare da casa a causa della pandemia globale. I lavoratori hanno dimostrato entusiasmo per questa importante novità, diversi hanno subito approfittato dell’opportunità di dormire quell’ora in più ogni mattina. Per altri questo periodo è stato una vera e propria lotta: un continuo destreggiarsi tra vita e lavoro con conseguente sconfinamento.
Ad ogni modo, il lavoro da casa ha ridefinito la questione dell’abbigliamento una volta per tutte. La fine degli incontri vis-à-vis e delle riunioni in presenza hanno sacrificato gli outfit più formali per dare spazio al comfort.
Secondo un recente studio di Harvard Business Review il look business professional è prediletto da chi vuole apparire esperto agli occhi di clienti e colleghi, anche durante le videochiamate. Fra gli over 60 la percentuale di chi sceglie un abbigliamento formale da remoto è addirittura del 46%. Si tratta di un trend che guarda da vicino anche le nuove generazioni. Infatti, otto giovani su dieci scelgono un dress code business anche su Skype e Zoom. Un metodo per impressionare positivamente chi partecipa all’incontro.
In quest’ottica, durante una videochiamata, i vestiti sono considerati uno degli elementi più importanti per fare bella figura, secondi solo al background. Facciamo riferimento agli sfondi pieni di libri, tra i più inflazionati dell’ultimo anno. E se lo smart working sembra aver sdoganato il pigiama per le settimane di lavoro a distanza, c’è chi si preoccupa dell’outfit ideale.
La nuova campagna pubblicitaria “Working from Home” di Henri Vézina
Recentemente il marchio di abbigliamento Henri Vézina ha lanciato la sua nuova campagna pubblicitaria. Gli scatti sono stati realizzati, in collaborazione con l’agenzia creativa Dentsu, per pubblicizzare la nuova collezione “Work from Home” del marchio canadese che presenta modelli maschili vestiti con abiti semi-formali.
Il brand ha creato una comunicazione che suggerisce ai suoi clienti di ridurre della metà il costo del loro guardaroba aziendale e di preoccuparsi solo della parte superiore dell’abbigliamento formale. Perché, siamo onesti, nessuno vedrà la metà inferiore. Le foto della campagna mostrano modelli maschili vestiti con abiti formali a metà.
Ogni annuncio stampato presenta un modello che indossa un due pezzi, ma senza pantaloni. Sembrano eleganti, sembrano accattivanti e pronti per una videochiamata sgargiante.
Telcollection, la campagna di Prisma per lavorare in giacca e intimo
A giugno una campagna pubblicitaria molto simile a quella di Henri Vézina è stata lanciata da Prisma. La catena finlandese di abbigliamento low cost ha incluso modelli vestiti con abiti a metà, senza pantaloni.
“Non appena è stato annunciato l’inizio del blocco nel paese, c’è stato un aumento esponenziale delle vendite di homewear. Ci siamo subito resi conto di quanto fosse necessario pensare in modo attivo e produttivo per soddisfare questa esigenza”, ha dichiarato il vicepresidente per lo sport e l’abbigliamento di Prisma, Päivi Hole.
La linea Telcollection (dalla sigla Telco del mondo delle telecomunicazioni) è stata creata per soddisfare le esigenze di chi è perennemente in conference call. Non una moda passeggera, ma un vero e proprio cambiamento di stile che ha ormai invaso le nostre vite.
Cole Haan collabora con Slack per lanciare una collezione di sneaker in edizione limitata
Un’ode distopica all’ascesa del lavoro a distanza, Cole Haan collabora con Slack per creare una collezione di sneaker in edizione limitata ispirata alla popolare piattaforma di comunicazione aziendale.
Le scarpe sono ispirate all’ascesa del lavoro a distanza che ha portato molte aziende a fare affidamento su programmi come Slack.
Una collaborazione adatta a questi tempi incerti, la scarpa “Generation Zerøgrand”, costa 145 euro e include quattro modelli, nei quattro colori distintivi di Slack, che mostrano in modo ben visibile il logo dell’app.
Il marchio di abbigliamento ha pubblicato un annuncio sulla sua pagina Twitter, dicendo ai suoi follower di “mantenere attive le notifiche” per il lancio ufficiale. Secondo Cole Haan, la collezione nasce dall’attuale esigenza di molte aziende di utilizzare programmi come Zoom e Slack per facilitare la comunicazione virtuale e gestire i flussi di lavoro senza essere in ufficio.
“La partnership è sembrata una scelta naturale per i due marchi innovativi, in particolare dato che ogni fase dello sviluppo del prodotto di Cole Haan – inclusa la creazione di questa particolare collaborazione – avviene su Slack”, si legge in una nota di Cole Haan.
La popolarità diffusa di Slack negli ultimi anni ha contribuito a spingere il marchio tecnologico a presentare la sua offerta pubblica iniziale nell’aprile 2019 con una valutazione di 23 miliardi di dollari. Sebbene Slack attualmente abbia una linea di merchandising online con articoli di marca come calzini e magliette, questa è la prima collaborazione esterna dell’azienda con un importante marchio di moda.
“Le capacità innovative di Slack si sono dimostrate uno strumento prezioso e una risorsa per la nostra azienda”, ha affermato in un comunicato David Maddocks, presidente di Cole Haan.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/moda-pandemia-cover.jpg321700Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2020-11-17 16:19:242020-11-19 00:11:21Come la pandemia ha cambiato il nostro abbigliamento da lavoro
Il ruolo dei media nel terrorismo è indubbiamente di fondamentale importanza. Gli esperti suggeriscono di evitare la divulgazione di materiale amatoriale sui social
I motivi che ci dovrebbero spingere ad adottare un utilizzo consapevole dei (social) media
Grandi aziende viennesi hanno fermato temporaneamente le loro campagne pubblicitarie sui quotidiani che durante l’attacco terroristico non hanno rispettato il codice etico dei giornalisti
Lunedì 2 novembre , alla vigilia di un nuovo lockdown in Austria, il cuore di Vienna è stato attaccato. Attaccato con brutalità a colpi d’arma da fuoco. Il triste susseguirsi degli avvenimenti è stato riportato dalla stampa nazionale ed internazionale. Così abbiamo analizzato, da vicino, il ruolo dei media nel terrorismo e cosa possono fare giornalisti, aziende e cittadini per contrastare l’obiettivo dei terroristi: diffondere la paura, divulgare l’odio e dividere la popolazione.
Munizioni e media: le armi dei terroristi
La divulgazione della paura e dell’odio viene indubbiamente portata a compimento con gli attacchi stessi, ma in tal senso non è da sottovalutare il ruolo dei media. La Polizia di Vienna, la sera dell’attentato, ha immediatamente sollecitato la popolazione sui social a non postare video o foto del crimine, ma di caricare il materiale direttamente sulla apposita piattaforma messa a disposizione dalle istituzioni. Postando sui social si rischierebbe da una parte di intralciare le indagini, fornendo utili dettagli ai gruppi radicalizzati. Dall’altra si contribuisce senza dubbio a dare visibilità a chi non la merita, perché è proprio questo lo scopo del terrorista: destabilizzare la società attaccandola, professare odio ed uscirne glorificato.
Il tweet della Polizia pubblicato la sera dell’attentato a Vienna.
Il ricercatore sul terrorismo Jannis Jost afferma che l’ISIS non ha una strategia fissa per diffondere foto e video degli attacchi compiuti. L’organizzazione terroristica punta piuttosto a sfruttare la fame di immagini e di cronaca minuto per minuto tipica dei media occidentali.
La glorificazione degli attentatori
Secondo gli esperti, mostrare le immagini degli attacchi comporta il rischio di glorificare gli attentatori e di renderli veri e propri martiri. La foto del sostenitore dell’ISIS che ha sparato all’ambasciatore russo ad Ankara ne è un esempio, come dichiarato dalla Prof.ssa Dr. Charlotte Klonk dell’Università di Berlino, da anni attiva nella ricerca sulla documentazione visiva degli attacchi terroristici:
“Il fatto che questa immagine sia stata riconosciuta anche da ‘World Press Photo’ mi ha sbalordito. La giuria deve essere consapevole del contesto in cui si trovano queste immagini”.
La divulgazione di qualsiasi foto o video degli attentatori, siano essi in posa o meno, può aumentare il rischio di una glorificazione postuma e favorire imitazioni. La federal agency for civic education suggerisce che uno degli unici motivi validi per mostrare il volto degli attentatori nei media dovrebbe essere la loro foto segnaletica, naturalmente solo ed esclusivamente nel caso in cui fossero in fuga.
La Prof.ssa Klonk è contraria a un divieto totale delle rappresentazioni visive degli attentati, poiché questo limiterebbe la libertà d’informazione. Secondo Klonk, le vittime non dovrebbero essere ritratte senza il loro consenso. La domanda fondamentale da porsi è: vorrei essere raffigurato in questo modo nel momento di maggior dolore? Come si sentirebbero i parenti nel vedere quelle immagini brutali?
È fondamentale che la società rifletta sul valore della dignità umana, anche quando si tratta di mostrare l’attentatore nei media. Un giornalismo obiettivo cura una comunicazione neutra e non denigratoria. La dignità umana è proprio uno dei valori che i terroristi vogliono attaccare.
Una rosa per la speranza. Schwedenplatz, Vienna
Klonk sottolinea anche che bisogna essere consapevoli di agire nell’interesse degli attentatori quando si fanno circolare immagini di attentati. Giornalisti, politici e tutti coloro che pubblicano informazioni, dovrebbero valutare e selezionare attentamente le immagini, scartando foto e video con dettagli raccapriccianti. L’ISIS usa proprio questi contenuti per dimostrare potere, violenza e crudeltà di fronte ai propri sostenitori, nonché naturalmente per amplificare il terrore, e minacciare il mondo occidentale. Foto e video di sparatorie, torture, esecuzioni, raffigurazioni della scena del crimine ecc. non sono materiale adatto alla pubblicazione.
Eppure, anche durante l’ultimo attacco terroristico a Vienna, non sono mancati gli articoli contenti video amatoriali di questo genere.
Azioni e reazioni contro la stampa scandalistica a Vienna
È necessario contrastare la comunicazione del terrore e cercare fonti ufficiali, che curano un’ informazione obiettiva e neutrale. Non si tratta di sdrammatizzare o sminuire l’accaduto, ma di informarsi da fonti attendibili, che non alimentano fake-news e sensazionalismo.
Durante l’attacco terroristico a Vienna, due quotidiani online (ma principalmente Oe24) hanno riportato le notizie servendosi di immagini e video amatoriali raccapriccianti, divulgando voci non confermate.
In poco tempo il consiglio austriaco della stampa (ted. “Presserat”) ha ricevuto più di 1.500 denunce(dato aggiornato al 13 novembre) contro queste testate, effettuate da cittadini e organizzazioni indignati per l’accaduto. Un record negativo nella storia del consiglio austriaco della stampa. Contemporaneamente è partita una petizione online, che in data 13 novembre conta più di 78.600 firme. Questa petizione chiede la cessazione dei sussidi statali a Oe24 ed una riforma generale dei contributi pubblici alla stampa, in modo da favorire un giornalismo che si attiene ad un codice etico e morale di qualità. Non è solo la popolazione viennese a reagire, anche grandi aziende hanno lanciato un piccolo segnale: Billa, Spar, Hofer (chiamato “Aldi” in Italia), BAWAG Group, ÖBB (ferrovie austriache) e molte altre aziende hanno fermato la pubblicazione di ads sul quotidiano in questione per circa una settimana. IKEA ha comunicato di aver fermato tutte le campagne pubblicitarie in questo periodo, indipendentemente dal canale.
Il sensazionalismo che aspira a più click e quindi più incassi pubblicitari, in questo caso ha dovuto letteralmente fare i conti con una valanga di critiche, migliaia di denunce, un procedimento in corso con il consiglio della stampa austriaca e marketers che hanno parzialmente voltato le spalle al giornalismo scandalistico.
Nella capitale austriaca, dove la convivenza tra varie etnie e religioni è pacifica, non sono mancati i messaggi di speranza dalle aziende, uno tra tutti quello dell’azienda pubblica dei trasporti:
In linea con le parole della Prof.ssa Klonk, anche il Dart Center for Journalism and Trauma, un’organizzazione specializzata in temi legati alla copertura giornalistica della violenza, ha pubblicato una serie di linee guida che coniugano al meglio i principi dell’informazione e dell’umanità:
1. Chiedi il consenso alla vittima. Ha il diritto di rifiutare interviste o filmati che la raffigurano.
2. Valuta lo stato di shock della persona intervistata: è possibile che non sia in grado di concedere il consenso?
3. Non aggravare lo stato di shock della vittima. Intervista con prudenza e rispetto.
4. Rispetta la privacy delle persone. “Come ti senti?” e “come stai?” inevitabilmente richiedono il varco della sfera privata e sono quindi domande da evitare in un’intervista giornalistica.
5. I codici culturali e di comunicazione cambiano di Paese in Paese. Informati sulla cultura della persona prima di stilare le domande.
5. Se la vittima rifiuta di testimoniare, non offrire denaro per convincerla.
6. Pensa all’impatto delle foto delle vittime e delle testimonianze dei sopravvissuti sulle loro famiglie.
Disegni di bambini sul luogo del crimine. Jerusalem-Stiege, Vienna.
Ora che abbiamo elencato cosa dovrebbero fare e non fare i media nel terrorismo, e quello che potrebbero fare le aziende per contrastare il giornalismo scandalistico, ricordiamoci anche il ruolo fondamentale di ogni cittadino: seguire le notizie da più fonti attendibili, non divulgare materiale amatoriale o fatti non confermati e segnala contenuti non ufficiali. Il giudizio critico è la base di ogni azione.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/rose-ruolo-dei-media.jpg12421980Marina Nardonhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarina Nardon2020-11-16 23:32:422020-11-19 00:12:23Il ruolo dei media durante gli ultimi attacchi terroristici di Vienna
Il settore dello spettacolo è tra quelli più colpiti dalla crisi da Covid-19
Gli artisti dello show biz italiano hanno promosso una raccolta fondi per i lavoratori senza tutele
Nasce Scena Unita, il fondo a sostegno dello spettacolo
All’indomani del secondo lockdown nasce Scena Unita, un fondo a sostegno dei lavoratori dello spettacolo precari.
La crisi da Covid-19 ha investito in maniera più o meno diversa tutte le regioni di Italia e tutte le attività economiche del paese. Ma uno dei settori maggiormente colpiti è quello dello spettacolo. Da quando è scoppiata la Pandemia il sipario è subito calato su teatri, cinema, live club, set di produzione e altri luoghi attorno a cui ruotano tanti lavoratori autonomi e intermittenti.
I professionisti dello spettacolo stanno sentendo il peso della crisi economica soprattutto per la mancanza di inquadramenti professionali che ne tutelino l’operato in condizioni di difficoltà. Per far fronte a quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza culturale, tanti artisti ed enti privati si sono riuniti attorno al tavolo della solidarietà per dare vita a Scena Unita, un fondo per sostenere i lavoratori dello spettacolo e le loro famiglie.
Nel comunicato stampa ufficiale dell’iniziativa si legge che “il settore dello spettacolo è un sistema complesso non sempre dotato di strumenti adeguati, sia da un punto di vista di inquadramento professionale che rispetto al sostegno economico alle realtà che lo compongono da parte dello Stato. L’emergenza sanitaria ha generato un peggioramento progressivo della situazione economica del settore che oggi rende non sostenibile la sopravvivenza delle persone e delle realtà, profit e no profit, che in esso operano.”
Gli obiettivi di Scena Unita per far ripartire il settore dello Spettacolo
Scena Unita vuole dare un aiuto concreto a quei lavoratori impossibilitati ad operare in questo momento e sostenere una futura ripartenzadel settore attraverso la realizzazione di questi obiettivi:
Sostenere i lavoratori i cui requisiti saranno definite da un apposito bando
Supportare le attività formative che risponderanno ai criteri del bando
Supportare i progetti che potranno innescare nuove occasioni di lavoro.
Il fondo sarà gestito da CESVI, in collaborazione con Music Innovation Hub e La Musica Che Gira. Mentre le attività per realizzare gli obiettivi del fondo saranno elaborate da un comitato tecnico scientifico formato da Fondazione Centro Studi Doc, Fondazione Fitzcarraldo, cheFare, #chiamateNoi, Squadra live, 42 Law Firm, Associazione Unita e altre personalità di spicco: il professor Stefano Baia Curioni e la professoressa Dubini dell’Università Bocconi, il professor Gianluca Scarchillo dell’Università La Sapienza, il professor Fabio Dell’Aversana della Federico II, Maurizio Roi esponente di Mediartecultura e Art-booking e Andrea Marco Ricci di CAM/Note Legali/Nuovo IMAIE.
Oggi Scena Unita ha già raccolto 2 milioni di euro grazie al contributo di tanti artisti e brand, tra cui Achille Lauro, Chiara Ferragni, Manuel Agnelli, Carlo Verdone, Fiorello, e tanti altri.
Tra i brand che hanno supportato la comunità creativa vi sono Intesa Sanpaolo, Estetista Cinica, Fendi, Amazon Prime, Vertigo, Friends & Partners, Magellano Concerti, Vivo Concerti, Live Nation, Arcobaleno Tre Srl, Sony Music Entertainment Italy, Warner Music, Universal Music Italia, FIMI, Endemol Shine, Fremantle Italia, Layla Cosmetics, Trident, BPM Concerti, 42 Records, Bomba Dischi, Eclectic, DNA Concerti, Tanta Roba, Alchimia e SDL.
Chiunque può impegnarsi in prima persona facendo una donazione attraverso ForFunding.it la piattaforma di crowdfunding implementata sul sito di Intesa San Paolo con l’obiettivo di raccogliere 400mila euro.
Quello della precarietà dei lavoratori dello spettacolo non è un tema nuovo. Chi sceglie di lavorare in questo settore sa benissimo che tra un lavoro e l’altro, tra una rappresentazione e l’altra, tra un concerto e l’altro, c’è di mezzo un mare di possibilità e di precarietà.
Gli intermittenti dello spettacolo sono tantissimi: i lavoratori della tv, quelli del teatro, quelli del cinema, quelli della musica, quelli della danza e quelli del circo. Basta pensare a tutte le figure professionali che sono dentro all’organizzazione di un evento quale può essere un concerto o uno spettacolo. Fonici, tecnici delle luci, montatori, scenografi, maschere, addetti alle biglietterie, assistenti alla produzione, ecc. Tutte figure professionali, precarie, rimaste fuori per troppo tempo da ogni tipo di riflessione politica ancorata alle logiche fordiste dei grandi contratti collettivi nazionali. Forse il Covid-19, la Pandemia, la crisi economica, possono essere l’occasione per invitare i governi a riflettere in maniera concreta circa le peculiarità di questo settore. In fondo anche nello spettacolo della politica entrano in gioco queste professionalità. Prima di presentarsi in conferenza stampa c’è qualcuno che ti trucca, c’è una macchina da presa, ci sono i tecnici delle luci, ecc. Lo spettacolo dovrebbe continuare per tutti, nessuno escluso.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/scena-unita.jpg7091223Flavia Alvihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFlavia Alvi2020-11-16 23:27:312020-11-19 00:12:39Nasce Scena Unita, un fondo per salvare lo Spettacolo e i suoi lavoratori
Al momento la creazione di filtri per TikTok è bloccata in Europa, ma bisogna essere pronti
Intervista a due creator di filtri AR, utilizzati da aziende e influencer
Moltissime volte ci saremo chiesti come si creano i filtri AR super utilizzati su TikTok e Instagram e quali siano i professionisti italiani in grado di realizzarli. Per chi non lo sapesse i filtri AR sono vere e proprie maschere e oggetti in 2D o 3D che gli utenti possono usare nei loro video entrando nel vivo della scena. Molte aziende stanno utilizzando queste maschere per diffondere il loro brand, un esempio lo trovate qui sotto:
Conosciamo da vicino due creator di TikTok
Partiamo subito intervistando Elena Aiello artista italiana che ha saputo trasformare la propria passione in un lavoro unendo il disegno con la tecnologia.
Per chi ancora non ti conoscesse, parlaci un po’ di te, di quello che fai.
«Sono una Gemelli ascendente Gemelli e mi piace definirmi produttiva, ottimista e curiosa. Quando ero piccola, la maestra disse a mia madre “Sua figlia potrà fare tutto nella vita, meno che disegnare”. Ho vinto io.
La mia vita professionale parte dal saper disegnare. Mi sono laureata in Marketing e una volta facevo la Social Media Manager in un ufficio: un bel giorno ho detto basta. Mi sembrava uno spreco assoluto mettere in un cassetto quello che mi piaceva fare (e piaceva agli altri).
Allora mi sono messa a disegnare e a creare senza sosta. Forse è un lavoro privilegiato, però vi assicuro che la mano fa male a fine giornata.
Ho disegnato libri, pubblicità, app, videogames, video musicali. Quasi tutto. E non mi stanca mai. Anche perché alla pensione manca ancora molto».
Come funzionano i filtri
Come funziona la creazione di filtri AR su TikTok (se riesci si specifica)? Come si creano? E perché AR risulta importante per differenziarsi?
«Essendo una creativa, ho dei limiti tecnici e sostanzialmente la creazione di un filtro si svolge così. Mi viene l’idea, metto giù una bozza e vado da Chris (sì quello che mi sopporta) dicendo “Si può fare?”. Lui mi guarda e trova un modo, anche impossibile, per farlo.
Per questo mi piace lavorare con lui. Tecnicamente parlando, usiamo Effect creator per lo sviluppo. Meglio dire, useremmo. Al momento la creazione di filtri per TikTok è bloccata in Europa (sigh) ma bisogna essere pronti. Un vero peccato, perché quando facciamo un filtro AR amiamo essere degli outsiders, ma anche un po’ markettari. Studiamo il trend del momento e realizziamo quanto di più originale ci possa essere. Ed è questo che fa la differenza».
Per che tipologie di aziende credi sia utile adottare queste tipologie di strumenti di marketing?
«Tutte. I filtri sono un mezzo di comunicazione, sia B2B che B2C. Tutti abbiamo qualcosa da comunicare. Il filtro AR può essere una mossa vincente anche quando si parla di Personal Branding. E il nostro lavoro è proprio questo: troviamo il modo di far comunicare gli altri. Sia che si tratti di un filtro semplice, che un minigame interattivo, c’è sempre un modo per stupire gli spettatori».
Cosa ami di TikTok e cosa invece vorresti cambiare?
«Amo la velocità dei contenuti e l’algoritmo intelligente. Io ho un feed notevolmente diverso da quello dei miei amici, proprio perché abbiamo gusti del tutto differenti. Il fatto che TikTok mi propone i contenuti ad hoc, è davvero geniale. Cosa cambierei? Difficile da dire perché al momento è il mio social preferito».
Un consiglio pratico a chi sta cercando di strutturare la propria presenza su TikTok.
«Non fate come me. No, scherzo. Ho notato che i canali di successo su TikTok, sono quelli che mostrano una certa coerenza di tipologia nei contenuti. Chiunque può avere successo sulla piattaforma, ma è necessario anche costruirsi una sorta di piano editoriale. Sei un cuoco? Fai una mini ricetta in ogni video. Ti piace la moda? Parlami di spunti e curiosità sul tema. E così via.
Grazie all’algoritmo intelligente, sarà il target a cui indirizzi il messaggio, a venire spontaneamente da te. Se poi a questo, aggiungi anche un po’ di passione verso i trend del momento… successo assicurato!»
Ma se tu ti occupi del lato più creativo chi è il tecnico che insieme a te realizza questi prodotti?
Si chiama Christian Bilato, il mio compagno nel lavoro e nella vita ora credo sia giusto passare a lui la parola per spiegare come si trasforma un idea creativa in digitale.
Christian presentati e raccontaci come crei i filtri AR e quali sono le fasi di produzione.
«Sono Christian Bilato, ho un background in marketing, ma da sempre appassionato di tecnologia, programmazione e videogiochi.
Da 5 anni lavoro con la Realtà Aumentata, realizzando insieme ad Elena, molte esperienze per diversi brand.
Nell’ultimo periodo sempre più aziende richiedono filtri per i Social, anche per integrare delle campagne marketing complesse.
Tramite EffectCreator, tool ufficiale di TikTok realizzato da ByteDance, è possibile sviluppare filtri AR, con la possibilità di creare delle interazioni molto interessanti ed efficaci, in modo decisamente più semplice rispetto ai competitor.
Per fare un esempio, all’interno del Tool è possibile utilizzare dei trigger (attivatori) preimpostati, come gesture delle mani o espressioni facciali, che permettono di attivare determinati effetti visivi a comando da parte dell’utente, dando agli sviluppatori una vastissima possibilità di scelta di interazioni e agli utenti modi sempre nuovi e divertenti di creare TikTok unic»i.
«Questa è la prima area di lavoro chiamata “Design” in cui è possibile posizionare i vari componenti che faranno parte del filtro, in questo caso abbiamo lo sfondo a cerchio e in un livello superiore la scritta animata che comparirà. In questa area di lavoro è possibile avere anche controlli riguardo la trasparenza dei livelli, posizione e tanto altro, a seconda della tipologia di oggetto che andiamo a posizionare.
Quello che vedi è la riproduzione di un filtro che abbiamo già pubblicato su Instagram, con un ottimo successo, utilizzato anche da vip come Fedez e Chiara Ferragni».
«Questa invece è la seconda area di lavoro “Event”, come lascia già intendere il nome stesso qui si lavora sugli eventi, ogni oggetto avrà la propria timeline e la possibilità di inserire i Trigger di attivazione, decidere per esempio dopo quanti secondi attivare un’animazione o se la stessa sarà in loop. Così come se attivare determinati effetti o animazioni solo attraverso determinate gesture».
«Concludendo, siamo consapevoli di essere nel bel mezzo di una mera rivoluzione tecnologica, proprio per questo dobbiamo utilizzare questi mezzi per raggiungere le nuove generazioni in modo innovativo e personalizzato.
Credo che questi nuovi metodi per comunicare il proprio marchio al pubblico vadano seguiti con molta curiosità ed attenzione in quanto ci forniscono delle nuove metodologie di marketing».
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/tiktok-filtri.jpg7351206Michele Miconihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMichele Miconi2020-11-13 13:34:322020-11-16 23:36:37Come nascono i filtri di TikTok e come usarli bene (raccontato da chi li crea)
Contenuti, meme, nostalgia. Sono solo alcuni degli elementi chiave per pensare alla tua social media strategy 2021.
Nello scenario da tenere a mente, naturalmente, non possiamo dimenticarci o eliminare completamente la pandemia. Anche se la crisi mondiale dovesse risolversi nei prossimi mesi, le ripercussioni si faranno sentire per gli anni a venire. L’ombra gettata dal COVID probabilmente perdurerà, rendendo difficile per i consumatori dimenticarne le conseguenze. Per questo i brand dovranno adattare la loro comunicazione alla luce di ciò.
A fare il punto ci pensa ancora una volta Talkwalker, con il suo ultimo report“2021 Social Media Trends”, per guardare in modo approfondito al contesto attuale e guidare la tua strategia sui social media per il prossimo anno.
Nel 2020 è divenuto lampante come questa generazione socialmente consapevole (e la futura generazione Alpha) abbia un impatto sui brand, sulla politica e sulla società nel suo complesso. I brand dovranno impegnarsi maggiormente su temi come la salute mentale, l’inclusività e la giustizia sociale, altrimenti rischiano di diventare irrilevanti e potenzialmente obsoleti nel 2021.
I social media hanno sempre offuscato i confini tra realtà e finzione: dalla rappresentazione edulcorata delle vite di
alcuni Instagramer agli account parodia di Twitter. La crisi dovuta al COVID-19 ha portato in primo piano il tema
della disinformazione. La società si trova ad affrontare un futuro incerto e questa incertezza ha creato un focolaio di
disinformazione, con storie false la cui risonanza può avere un impatto rilevante. Il 2021 sarà l’anno in cui i brand e i canali dei social media si concentreranno nell’evidenziare la verità e sul mettere a tacere le fake news.
3. I giganti dei social media si adatteranno alla nuova normalità
Quando si esaminano i trends dei social media accade spesso che ci siano persone che gridano che una piattaforma
sta morendo o che un’altra prenderà il sopravvento. A questo proposito prevediamo che le piattaforme di social media dominanti di oggi rimarranno tali nel 2021 e oltre. Potranno avere nuove caratteristiche e si adatteranno alle tendenze del momento, ma è molto improbabile che la loro popolarità diminuisca nei prossimi anni.
4. Il ritorno del marketing “old school”
Alcuni trend vanno e vengono in un battito di ciglia. Alcuni continuano a circolare e fanno capolino nella coscienza collettiva di tanto in tanto. Lo stesso vale per le tecniche di marketing. Le tattiche che abbiamo visto in precedenza possono apparire improvvisamente, soprattutto in tempi di incertezza, con i professionisti della comunicazione che ritornano a metodi collaudati applicati ad idee nuove. Nel 2021 assisteremo a un ritorno del “marketing old school”, mentre i brand torneranno a un modo più semplice di coinvolgere i consumatori.
5. L’aumento dell’interesse intorno al social gaming
Durante il confinamento dovuto al COVID-19 le persone si sono rivolte ai videogiochi come ulteriore forma di distrazione. Il pubblico di forum e gruppi sui videogiochi è cresciuto, creando intere comunità dedicate alle varie fanbase. Mentre apprendiamo sempre di più come i videogiochi apportino benefici ai giocatori (come lo sviluppo di abilità cognitive che possono essere messe a frutto nel mondo reale) nel 2021 il videogioco in quanto medium sarà meno stigmatizzato, poiché i brand si rivolgeranno alle comunità che gli appartengono.
6. La centralità del conversational marketing
Il marketing è come una strada a doppio senso. I brand non possono più gridare i loro messaggi nel vuoto e sperare che vengano recepiti. Al contrario, si tratta di conversazioni e connessioni: bisogna mantenere la conversazione con i consumatori per costruire quelle relazioni generano vendite. La pandemia ha portato questo fattore in primo piano. Le vendite non sono più una priorità per i clienti. Sono invece l’informazione, l’impegno e le questioni sociali a guidare il coinvolgimento e la fidelizzazione. Collegarsi con queste storie sarà fondamentale nel 2021.
7. Il nostalgia marketing per coinvolgere il pubblico
È naturale guardare indietro al 2019 e considerarlo come un anno migliore. Le emozioni positive legate ai “bei tempi andati” contribuiscono a migliorare lo stato d’animo attuale. Il fascino del nostalgia marketing è evidente. Associa forti emozioni positive al brand e gli dà una spinta di tipo sentimentale. In tempi di incertezza e di recessione economica i consumatori cercano di connettersi sempre più frequentemente con i tempi più felici per distrarsi dalla situazione attuale.
8. La capacità di engagement dei meme
Dimentica le emoji. Ripulisci il tuo desktop dalle GIF. I meme sono ora il nuovo modo di comunicare, che si sta diffondendo su internet come un modo divertente per coinvolgere le comunità. Non sono tutti positivi e simpatici, però. Come per ogni tipo di comunicazione, possono essere usati per influenzare la mentalità del pubblico. I meme possono contribuire a contrastare situazioni estreme, come nel caso di agenzie esterne che interferiscono con le elezioni o altri eventi importanti. Nel 2021 bisognerà essere pronti a proteggere il proprio brand dai meme.
9. Le 4C dei contenuti sul Coronavirus
Anche se la pandemia dovesse risolversi nel 2021, le ripercussioni si faranno sentire per gli anni a venire. L’ombra gettata dal COVID probabilmente perdurerà, rendendo difficile per i consumatori dimenticarne le conseguenze. I brand dovranno adattare la loro comunicazione alla luce di ciò. Il tono della conversazione nel 2021 sarà determinato dalle quattro C del contenuto relativo al COVID-19: Community – Contactless – Cleanliness – Compassion.
10. Il remix è il nuovo user generated content
Lo user generated content – contenuto generato dagli utenti – non è una novità; tuttavia il modo in cui viene oggi creato, trovato e condiviso è un tema di attualità. Il remix è in crescita attraverso applicazioni come TikTok, Koji ed Instagram Reels. È l’arte di prendere dei format, dei template o degli spunti e combinarli per esprimere la personalità o le idee di un utente. Ci aspettiamo che il 2021 porti ancora più opportunità per il remix, con i brand che coinvolgeranno un nuovo pubblico e creeranno contenuti che sapranno distinguersi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2019/08/master-digital-marketing-social-media-plan.jpg510746Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-11-11 16:07:162020-11-12 06:09:56Social Media Trends 2021: come guidare la tua strategia
Questa tendenza è destinata a crescere per tutto il 2021 e oltre. Gli utenti faranno sempre più shopping online e cercherannoservizicapaci di combinare i vantaggi dell’esperienza in store con la comodità e la personalizzazione dell’interazione online.
Per adattarsi a queste nuove istanze, le aziende dovranno valutare la possibilità di offrire un’esperienza d’acquisto tale da integrare l’esperienza fisica dello store con la componente digitale, e viceversa.
Da qui, l’opportunità di offrire più valore a un costo inferiore attraverso una strategia phygital.
4 esempi di approccio phygital
Se ancora non hai piena dimestichezza di come potrebbe essere un approccio phygital, ecco alcuni esempi promossi dai grandi brand.
1. Nike
Nike ha sperimentato un nuovo tipo di negozio in stile pop-up, incentrato sul concept del negozio di quartiere. Il negozio Nike by Melrose a Los Angeles è stato progettato sulla base dell’analisi dei dati dei clienti di Los Angeles NikePlus. Questi insight hanno fornito le informazioni necessarie per stabilire le offerte promozionali in store e sviluppare selezioni di prodotti customizzate.
Attraverso l’app Nike, i clienti possono riscattare i premi in store, prenotare una sessione di test prodotto, ordinare gli articoli per il ritiro e accedere ai resi inviando un messaggio al negozio.
Attualmente il servizio è in fase di test ed è attivo nella sede di Gucci 9 di Firenze, ma il marchio prevede di estenderlo nelle altre cinque sedi di Gucci 9 a New York, Tokyo, Singapore, Sydney e Shanghai.
3. Timberland
Al fine di integrare l’esperienza in store con quella sul web, Timberland ha introdotto i TouchWall. Questi display digitali offrono ai clienti presenti in negozio l’intero catalogo online degli articoli del brand, insieme alla possibilità di creare una raccolta di preferiti in pochi semplici tap.
Inoltre, Timberland utilizza i dati ricavati dai tablet usati in negozio e dai TouchWallper fornire una migliore esperienze retail e potenziare la propria strategia di remarketing.
4. Warby Parker
Warby Parker offre agli utenti il servizio Home Try On, cioè la possibilità di ordinare e ricevere a casa fino a 5 paia di occhiali da provare gratuitamente, per un periodo di 5 giorni. Come si legge sul sito ufficiale del brand, il servizio si articola in 3 step.
L’utente seleziona fino a 5 paia di occhiali da ordinare in prova;
Warby Park invia gli articoli campione e l’utente ha fino a 5 giorni per provarli;
Il cliente ordina online l’articolo prescelto e restituisce i campioni via posta.
I principali takeaway per le aziende
Una strategia che integra l’esperienza fisica dello store con la componente digital incoraggia le persone ad interagire con il brand, offrendo loro maggiore connessione e una migliore esperienza d’acquisto.
Inoltre, il vantaggio di un approccio phygital è che le aziende hanno la possibilità combinare al meglio i dati degli utenti in store con quelli raccolti online attraverso gli strumenti di marketing omnichannel.
Questo fornisce una panoramica completa delle abitudini d’acquisto di ciascun cliente, sia in negozio che sul web. Così, man mano che il brand acquisisce queste informazioni, può elaborarle per progettare una customer journey su misura, attraverso offerte e promozioni personalizzate.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/email-marketing-ecommerce-covid-5.jpg602871Giulia Migliettahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulia Miglietta2020-11-11 12:53:462020-11-18 15:18:53Il futuro dello shopping è phygital: dal Virtual Shopping Service all'Home Try-On
Lo avrai sentito e ri-sentito, perché lo pensiamo un po’ tutti: il 2020 passerà alla storia come uno degli anni più negativi di sempre. Le chiusure e le limitazioni imposte dalle autorità da un lato e il rischio percepito da parte del pubblico dall’altro hanno fortemente compromesso la domanda di beni e servizi, con conseguenze drammatiche sul fatturato di migliaia di aziende, piccole e grandi.
Siamo tutti dinanzi a un vero e proprio punto di svolta e, in uno scenario così imprevedibile, sono soltanto due le opzioni che abbiamo disposizione: continuare a svolgere le nostre solite attività come se nulla fosse, affidando la speranza di sopravvivenza del nostro business a fattori al di fuori dal nostro controllo, oppure darci una scossa e trasformare una minaccia tanto terribile in un’opportunità.
Adattarsi alla realtà in evoluzione con il Digital Marketing
Coi tempi che corrono essere resilienti è un dovere morale. Adattarsi alla realtà in continua evoluzione, resistere e non mollare mai sono parole d’ordine da tenere sempre tenere bene in mente; per te stesso, per la tua famiglia, per quella dei tuoi collaboratori e perfino per i tuoi clienti più affezionati.
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/digital-marketing-challenge-ninja-academy.jpg7621272Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-11-11 11:10:222020-11-13 13:37:07La crisi ha colpito tante aziende italiane, ma per rilanciare le attività c'è il Digital Marketing
Il democratico Joe Biden è il 46esimo presidente eletto dagli americani
Kamala Harris è la prima donna alla Casa Bianca in qualità di vicepresidente
Il discorso dei democratici alla vittoria delle elezioni non poteva che essere un messaggio di speranza, fede e unità
Joseph Robinette Biden, Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. La sua vittoria contro lo sfidante Donald Trump è stata decretata alcuni giorni fa. L’insediamento ufficiale alla Casa Bianca ci sarà il 20 gennaio 2021. Intanto nella notte di sabato 7 novembre, il presidente neo eletto e la sua vice, Kamala Harris, hanno tenuto il loro primo discorso pubblico.
Lo speech del presidente inizia con Biden che saluta i concittadini americani. Poi mette una mano sulla fronte per guardare lontano, riconoscere, salutare e ringraziare i sostenitori tra il pubblico, in particolare i suoi familiari. Introduce il concetto di vittoria e parla dell’affluenza alle urne, che non si era mai vista prima. Ringrazia tutti coloro che l’hanno votato, parla di gioia, fiducia e soprattutto unità. Biden ci tiene a specificare che non esistono regioni rosse o blu (colori associati ai due partiti) ma esiste una sola America. Torna a ringraziare gli elettori e la famiglia. Cita la moglie Jill, la nuva first lady. Introduce nel discorso Kamala Harris, la sua vicepresidente, donna, nera, figlia di immigrati. Associa anche lei e il marito alla sua famiglia.
Biden parla di giustizia e sottolinea che in America tutto è possibile. Un segnale chiaro e inequivocabile. Per tutta la campagna elettorale dei democratici, Biden ed Harris hanno saputo incanalare il malcontento che negli anni e nei mesi precedenti ha visto bloccare le piazze americane, diventate teatro di scontri e proteste (vedi Black Lives Matter).
Nel continuare il suo discorso, Biden allarga il tiro includendo un po’ tutti e non dimenticando nessuno, i sostenitori delusi di Trump, repubblicani e democratici, tutte le varie minoranze etniche americane e le persone di ogni orientamento sessuale. Biden vuole essere il presidente di tutti. Allora a questo punto è doveroso fare un riferimento alla bibbia: “c’è una stagione per ogni cosa: per costruire, seminare, raccogliere. Ora è tempo di guarire”.
Nessuna parola è a caso nel suo discorso.L’America di Biden ed Harris dovrà guarire poiché si troverà ad affrontare pienamente la pandemia da Covid-19 e l’eredità del sistema sanitario così come è stato lasciato dai suoi predecessori.
In maniera precisa e puntale il presidente ricorda quali sono i propri nemici e quali saranno le battaglie da combattere: il virus, l’economia, la sanità, il razzismo, e anche la battaglia per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici.
Un’attenzione particolare merita il nemico virus, che negli ultimi mesi ha portato via tante persone care, ha impedito a molti di costruire nuovi ricordi, festeggiare matrimoni e compleanni. Il suo primo impegno in carica sarà quello di trovare un vaccino.
Poi Biden parla delle varie opportunità che offre il paese, cita vari presidenti da JFK a Barack Obama. Fa riferimento al “sogno americano”, alla patria delle opportunità. Yes, we can!
Nostalgia e speranza animano tutto il discorso. Un riferimento al figlio che non c’è più e a sua nonna. La famiglia è il cardine dello speech, ben orchestrato, in cui elementi del passato, del presente e del futuro trovano il giusto equilibrio.
“Questi sono gli Stati Uniti d’America: non c’è nulla che non siamo stati in grado di fare insieme”, aggiunge Biden.
Dare fiducia all’America, guardare di nuovo al futuro. Paragona le ali della speranza a quelle dell’aquila (animale simbolo degli U.S.A.).
Il discorso termina, come un sermone, con una benedizione, in una sorta di rituale di protezione, “Che Dio vi benedica!”
Secondo Il New York Times, Joe Biden stava preparando questo discorso da tutta la vita.
Non a caso Biden è il più vecchio presidente eletto nella storia degli U.S.A.
La sua carriera politica nell’ala democratica del paese è iniziata nel 1973 come senatore federale ed è proseguita negli anni fino a diventare nel 2009 vicepresidente di Barack Obama ed oggi presidente degli Stati Uniti.
Ma questo non è l’unico “primato” di questa tornata elettorale.
La sua vicepresidente, Kamala Harris è la prima donna, nera, indo-americana e figlia di immigrati a diventare vicepresidente degli Stati Uniti d’America. Questo viene enfatizzato da Biden durante tutto il discorso. In America tutto è possibile, tutti possono avere un’opportunità. Bisogna avere fede, lavorare insieme e sperare. E forse la storia della Harris ha una portata ancora più ampia e fondamentale per tutte le donne a livello globale.
Joe Biden, il discorso completo del 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America
Riportiamo il video del discorso integrale di Biden e la traduzione in italiano dello speech completo.
“Buona sera, miei cari concittadini americani, abitanti del Delaware. Vedo il mio amico senatore Tom Carper tra il pubblico, qualche governatore, membri del Congresso. C’è l’ex governatore, ci sono mia cognata, mia sorella. I cittadini di questo paese hanno parlato e ci hanno dato una vittoria chiara, che convince, una vittoria per noi, per il popolo, con un’affluenza alle urne che non si era mai vista prima. Noi abbiamo ricevuto oltre 74 milioni di voti, la cosa mi ha sorpreso devo ammettere. Stasera vediamo questo paese, tutto il mondo, che ci dimostrano la loro gioia, la speranza per un domani migliore.
Sono onorato dalla fiducia che avete riposto in me. Ho promesso che unirò anziché dividere, perché non esistono stati rossi o blu ma solo gli Stati Uniti; con tutto il cuore vi dico che grazie a questa fiducia che avete posto in me voglio andare avanti ed è per questo che credo che l’America sia fatta di persone e che anche il nostro governo sarà fatto di persone, si occuperà di persone. Ricostruirò la spina dorsale di questo paese, per far sì che l’America sia di nuovo rispettata, unita. Avete votato perché credevate nella mia missione, ora è arrivato il momento di rendere reale questo piano per cui avete votato.
Come ho detto molte volte sono il marito di Jill e non sarei qui senza il suo amore e il suo sostegno, anche quello di mia figlia Ashley, di mio figlio Hunter, i loro figli, sono il mio cuore. Jill ha dedicato la vita all’insegnamento, per gli insegnanti americani questa è una giornata memorabile perché ci sarà uno di voi nella Casa Bianca. Jill sarà un’ottima first lady.
Ho avuto l’onore di avere al mio fianco un’eccezionale vicepresidente che farà la storia, prima donna nera, indoamericana, figlia di immigrati, eletta vicepresidente. Non venitemi a dire che c’è qualcosa di impossibile negli Stati Uniti. Ringrazio quelli che hanno combattuto con me per questo. L’America è andata verso la giustizia. Kamala, Doug, siete la mia famiglia. Ringrazio i volontari, quelli che hanno lavorato nei seggi, il mio team che ha dato così tanto per realizzare questo sogno, è a voi che devo tutto, a quelli che ci hanno sostenuto.
Abbiamo costruito la più ampia e diversificata coalizione della storia: democratici, repubblicani, indipendenti, progressisti, moderati, conservatori, giovani, anziani, città, periferie, omosessuali, eterosessuali, transgender, ispanici, asiatici, nativi americani; la comunità afroamericana ha continuato a sostenermi, io sosterrò sempre voi. Ho detto fin dall’inizio che volevo rappresentare tutta l’America e l’abbiamo fatto, anche il governo deve farlo ora. So che i sostenitori di Trump sono delusi, ma ora dobbiamo darci una possibilità reciproca. Mettiamo da parte la retorica, ascoltiamoci, non trattiamo i rivali come nemici, sono americani come noi.
La Bibbia ci dice che c’è una stagione per ogni cosa: per costruire, seminare, raccogliere. Ora è tempo di guarire. Qual è ora la volontà delle persone? Io credo che sia questa, che l’America ci abbia chiamato per restaurare l’onestà, la scienza, la speranza, perché dobbiamo combattere battaglie dure: il virus, l’economia, la sanità, il razzismo, e anche la battaglia per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici. Dobbiamo difendere l’onestà e la democrazia, dare a tutti una possibilità. È questo che ci chiedete.
Cominceremo dall’epidemia perché non è possibile costruire nuovi ricordi, partecipare a compleanni e matrimoni, a meno che non controlliamo il virus. Lunedì un team di virologi si riunirà per darci i consigli giusti, saremo operativi già dal 20 gennaio 2021, quando mi insedierò. Voglio lavorare ad un vaccino, prevenire le epidemie del futuro, mi impegnerò per sconfiggere la pandemia.
Governerò come presidente americano. Lavorerò duramente anche per quelli che non hanno votato per me, mettiamo fine alla demonizzazione, cominciamo a mettere fine a tutto questo adesso, subito. Il rifiuto di cooperare non è una forza misteriosa che non può essere controllata, è una scelta che possiamo cambiare. È parte del mandato che mi è stato assegnato, devo collaborare negli interessi di tutti gli americani, e faccio appello al Congresso perché faccia la mia stessa scelta.
La storia americana è piena di opportunità che sono state raccolte, anche se troppi sogni sono stati posticipati per troppo tempo, dobbiamo fare promesse per tutti a prescindere dalla religione o dall’etnia. L’America è sempre stata plasmata da momenti storici, decisioni importanti. Lincoln nel 1860 per salvare l’Unione, Roosevelt nel ’32, JFK nel ’60 e dodici anni fa Barack Obama dicendo: Yes, we can. Ancora una volta siamo in un momento storico, abbiamo la possibilità di costruire un’America fatta di prosperità. Per troppo tempo si è parlato della battaglia per la nostra anima, dobbiamo ricostruirla, dobbiamo trovare un equilibrio fra ragione e impulso, far sì che la ragione vinca.
Tutto il mondo ci guarda, l’America è un faro e dobbiamo guidare non solo col potere dell’esempio ma con l’esempio del potere. Ho sempre creduto che si possa definire l’America con una sola parola: “possibilità”. In America tutti hanno un’opportunità. Così i sogni si realizzano. Io credo nelle possibilità, in un futuro dove l’America è più libera, giusta, crea lavoro, cura le malattie, non lascia nessuno indietro, non si arrende mai, non cede mai. È una grande nazione, è sempre stata una grande nazione.
Questi sono gli Stati Uniti d’America: non c’è nulla che non siamo stati in grado di fare insieme. Nelle ultime settimane della campagna pensavo a mio figlio Beau che non c’è più, alla speranza, agli americani che hanno perso i loro cari per colpa del virus. Io sono con voi e spero che la speranza vi dia sollievo. Vi solleverà sulle sue ali, vi mostrerà una nuova alba e vi terrà sul palmo della mano. Adesso insieme sulle ali di quest’aquila possiamo guardare al futuro. Con mano ferma e fiducia nell’America, sete di giustizia, per essere una nazione che sia quello che sa di poter essere: unita, forte, guarita. Gli Stati Uniti d’America. Mai e poi mai non siamo riusciti in qualcosa facendolo insieme. Il nonno mi diceva: “Mantieni la fede”. La nonna mi diceva: “Diffondi la fede”. Che Dio vi benedica.”
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/joe-biden.jpg593774Flavia Alvihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFlavia Alvi2020-11-09 23:09:042020-11-09 23:10:20"É tempo di guarire". Il primo discorso di Joe Biden come neopresidente degli Stati Uniti d'America
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