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  • Nasce Scena Unita, un fondo per salvare lo Spettacolo e i suoi lavoratori

    Fedez ed altri artisi uniti per istituire un fondo salva lavoratori dello spettacolo

    16 Novembre 2020

    • Il settore dello spettacolo è tra quelli più colpiti dalla crisi da Covid-19
    • Gli artisti dello show biz italiano hanno promosso una raccolta fondi per i lavoratori senza tutele
    • Nasce Scena Unita, il fondo a sostegno dello spettacolo

    All’indomani del secondo lockdown nasce Scena Unita, un fondo a sostegno dei lavoratori dello spettacolo precari. La crisi da Covid-19 ha investito in maniera più o meno diversa tutte le regioni di Italia e tutte le attività economiche del paese. Ma uno dei settori maggiormente colpiti è quello dello spettacolo. Da quando è scoppiata la Pandemia il sipario è subito calato su teatri, cinema, live club, set di produzione e altri luoghi attorno a cui ruotano tanti lavoratori autonomi e intermittenti. I professionisti dello spettacolo stanno sentendo il peso della crisi economica soprattutto per la mancanza di inquadramenti professionali che ne tutelino l’operato in condizioni di difficoltà. Per far fronte a quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza culturale, tanti artisti ed enti privati si sono riuniti attorno al tavolo della solidarietà per dare vita a Scena Unita, un fondo per sostenere i lavoratori dello spettacolo e le loro famiglie. Nel comunicato stampa ufficiale dell’iniziativa si legge che il settore dello spettacolo è un sistema complesso non sempre dotato di strumenti adeguati, sia da un punto di vista di inquadramento professionale che rispetto al sostegno economico alle realtà che lo compongono da parte dello Stato. L’emergenza sanitaria ha generato un peggioramento progressivo della situazione economica del settore che oggi rende non sostenibile la sopravvivenza delle persone e delle realtà, profit e no profit, che in esso operano.

    Gli obiettivi di Scena Unita per far ripartire il settore dello Spettacolo

    Scena Unita vuole dare un aiuto concreto a quei lavoratori impossibilitati ad operare in questo momento e sostenere una futura ripartenza del settore attraverso la realizzazione di questi obiettivi:
    1. Sostenere i lavoratori i cui requisiti saranno definite da un apposito bando
    2. Supportare le attività formative che risponderanno ai criteri del bando
    3. Supportare i progetti che potranno innescare nuove occasioni di lavoro.
    Il fondo sarà gestito da CESVI, in collaborazione con Music Innovation Hub e La Musica Che Gira. Mentre le attività per realizzare gli obiettivi del fondo saranno elaborate da un comitato tecnico scientifico formato da Fondazione Centro Studi Doc, Fondazione Fitzcarraldo, cheFare, #chiamateNoi, Squadra live, 42 Law Firm, Associazione Unita e altre personalità di spicco: il professor Stefano Baia Curioni e la professoressa Dubini dell’Università Bocconi, il professor Gianluca Scarchillo dell’Università La Sapienza, il professor Fabio Dell’Aversana della Federico II, Maurizio Roi esponente di Mediartecultura e Art-booking e Andrea Marco Ricci di CAM/Note Legali/Nuovo IMAIE. LEGGI ANCHE: La crisi ha colpito tante aziende italiane, ma per rilanciare le attività c’è il Digital Marketing
     
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    La raccolta fondi

    Oggi Scena Unita ha già raccolto 2 milioni di euro grazie al contributo di tanti artisti e brand, tra cui Achille Lauro, Chiara Ferragni, Manuel Agnelli, Carlo Verdone, Fiorello, e tanti altri. Tra i brand che hanno supportato la comunità creativa vi sono Intesa Sanpaolo, Estetista Cinica, Fendi, Amazon Prime, Vertigo, Friends & Partners, Magellano Concerti, Vivo Concerti, Live Nation, Arcobaleno Tre Srl, Sony Music Entertainment Italy, Warner Music, Universal Music Italia, FIMI, Endemol Shine, Fremantle Italia, Layla Cosmetics, Trident, BPM Concerti, 42 Records, Bomba Dischi, Eclectic, DNA Concerti, Tanta Roba, Alchimia e SDL. Chiunque può impegnarsi in prima persona facendo una donazione attraverso ForFunding.it la piattaforma di crowdfunding implementata sul sito di Intesa San Paolo con l’obiettivo di raccogliere 400mila euro. LEGGI ANCHE: App, streaming e divertimento: le iniziative benefiche più originali durante l’emergenza

    La precarietà dei lavoratori dello spettacolo

    Quello della precarietà dei lavoratori dello spettacolo non è un tema nuovo. Chi sceglie di lavorare in questo settore sa benissimo che tra un lavoro e l’altro, tra una rappresentazione e l’altra, tra un concerto e l’altro, c’è di mezzo un mare di possibilità e di precarietà. Gli intermittenti dello spettacolo sono tantissimi: i lavoratori della tv, quelli del teatro, quelli del cinema, quelli della musica, quelli della danza e quelli del circo. Basta pensare a tutte le figure professionali che sono dentro all’organizzazione di un evento quale può essere un concerto o uno spettacolo. Fonici, tecnici delle luci, montatori, scenografi, maschere, addetti alle biglietterie, assistenti alla produzione, ecc. Tutte figure professionali, precarie, rimaste fuori per troppo tempo da ogni tipo di riflessione politica ancorata alle logiche fordiste dei grandi contratti collettivi nazionali. Forse il Covid-19, la Pandemia, la crisi economica, possono essere l’occasione per invitare i governi a riflettere in maniera concreta circa le peculiarità di questo settore. In fondo anche nello spettacolo della politica entrano in gioco queste professionalità. Prima di presentarsi in conferenza stampa c’è qualcuno che ti trucca, c’è una macchina da presa, ci sono i tecnici delle luci, ecc.  Lo spettacolo dovrebbe continuare per tutti, nessuno escluso.