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India accusata di censura. Rimossi da Twitter post critici su gestione Covid

Esplode l’indignazione pubblica e la rabbia sociale in India contro il Governo che ha chiesto e ottenuto la rimozione da Twitter dei post più critici nei confronti della gestione della crisi coronavirus.

Secondo Lumen, un database che raccoglie i provvedimenti dei governi sui contenuti online in tutto il mondo, New Delhi avrebbe emesso un ordine di emergenza per censurare alcuni tweet, e bloccare i contenuti anti-Modi, che mettono in discussione la gestione dell’esplosiva ondata di Covid-19 nel Paese.

Il governo indiano ha ordinato a Twitter Inc., Facebook Inc. e Instagram di rimuovere contenuti considerati “disinformazione” e di bloccare circa 100 post sui social media che criticano la sua gestione, scatenando la rabbia pubblica nella democrazia più popolosa del mondo.

Twitter ha confermato la decisione di bloccare alcuni contenuti dopo aver ricevuto una “valida richiesta in conformità con la legge“, ma non ha specificato quali siano stati rimossi.

La posizione del Governo di New Delhi

“Il governo accoglie le critiche, ma è necessario agire contro coloro che stanno abusando dei social media durante questa grave crisi umanitaria per scopi non etici e per creare panico nella società“, sottolinea il Ministero dell’Elettronica e della Tecnologia dell’informazione indiano, senza specificare quali leggi siano state utilizzate per emettere gli ordini “legalmente vincolanti” per contrastare la disinformazione. Sui social è esplosa però l’indignazione verso il governo indiano e verso il primo ministro Narendra Modi per essersi concentrato sulla “censura” mentre il Paese si trova nel mezzo di un “disastro umanitario” di dimensioni record mondiali.

Secondo i media locali, tra i tweet bloccati in India ci sarebbe anche quello di Pawan Khera, portavoce del principale partito di opposizione indiano, l’Indian National Congress. Il tweet  accusava il partito nazionalista indù al governo, il Bharatiya Janata Party, di  non aver ammesso che un enorme festival religioso, con milioni di pellegrini indù sulle rive del fiume sacro Gange – insieme a manifestazioni politiche – avrebbe contribuito alla diffusione di Covid19.

I numeri dell’emergenza Covid in India, attualmente epicentro della pandemia globale

L’India ha registrato più di 350.000 positivi per cinque giorni consecutivi, con ospedali al collasso, ossigeno scarseggia e impianti di cremazione che hanno esaurito lo spazio.  Ha registrato di 2.000 morti al giorno per sei giorni consecutivi e attualmente rappresenta l’epicentro della pandemia globale.

Nel Paese, che conta una popolazioni di 1,3 miliardi di persone, nelle ultime settimane in molti si sono rivolti ai social media per fare appello per forniture di ossigeno ai propri cari e chiedere donazioni per spese mediche.

 

i social network e la censura

Foto di Bill Kerr

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Le reazioni alla censura social

Sul blocco dei post è intervenuto anche Apar Gupta, direttore esecutivo della Internet Freedom Foundation, un’organizzazione per i diritti digitali con sede a Nuova Delhi: “La nostra principale preoccupazione è la segretezza della censura- Qualsiasi ordine legale che imponga il blocco diretto dei siti web dovrebbe contenere un ragionamento ed essere reso pubblico. Nessuno di questi passaggi viene eseguito in questo momento”.

E se il ministero indiano non si sofferma sulle norme su cui si fonda la richiesta diretta alle big companies social, Gupta spiega che il materiale sembra essere bloccato ai sensi della sezione 69A dell’Information Technology Act dell’India, che consente a Nuova Delhi di bloccare il materiale che minaccia la sicurezza nazionale.

Oggi centinaia di migliaia di indiani appartenenti a tutte le fedi sono senza fiato – dichiara l’Indian American Muslim Council, con sede a Washington – La foga del governo nel fare pressioni su Twitter per bloccare i tweet critici sulla sua gestione della crisi mostra che la bussola morale dell’amministrazione continua a puntare in una direzione che è spudoratamente egoista”.

I precedenti tentativi del governo indiano di frenare l’ascesa delle big tech

Non è la prima volta, in realtà, che il Governo indiano interviene per frenare le Big Tech. Lo scorso anno il governo Modi ha citato l’Information Technology Act dell’India per bandire TikTok, l’app per la condivisione di video di proprietà di ByteDance Ltd. con sede a Pechino, e dozzine di altre app cinesi, dopo uno scontro al confine tra le truppe delle due nazioni.

Il governo indiano ha minacciato di incarcerare i dipendenti di Facebook, l’unità WhatsApp e Twitter in risposta alla riluttanza delle aziende a conformarsi ai dati e alle richieste di rimozione.

Twitter all’inizio di quest’anno ha bloccato, sbloccato e bloccato di nuovo centinaia di account in India per aver pubblicato materiale che New Delhi ha ritenuto infiammatorio durante le proteste degli agricoltori.

A febbraio Nuova Delhi ha stabilito nuove regole per governare società come Twitter, Facebook e WhatsApp, affermando “che le nuove linee guida erano necessarie per contrastare la crescente quantità di notizie false e contenuti violenti online”.

Un mercato in crescita, con milioni di consumatori che per la prima volta si connettono ad internet

L’India è un mercato in crescita, critico per le aziende tecnologiche globali poiché centinaia di milioni di consumatori si connettono a Internet per la prima volta. Facebook ha più utenti in India rispetto a qualsiasi altro paese e l’anno scorso ha dichiarato che avrebbe investito 5,7 miliardi di dollari per una nuova partnership con un operatore di telecomunicazioni indiano per espandere le operazioni nel paese. L’India, inoltre, è il mercato in più rapida crescita per Twitter.

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gaming

eSports e Gaming nel 2021: trend e aziende chiave del settore

Sorpassare gli 1.5 miliardi di Dollari: è questa la stima di alcuni report che cercano di dare un volume al futuro giro d’affari del mondo del gaming e degli eSports, fenomeno che negli ultimi anni ha saputo saggiamente trasformarsi da una nicchia vivace e super settorializzata ad un’enorme nuova forma di intrattenimento che spopola ormai in tutto il mondo.

Dall’organizzazione degli eventi con un vero e proprio sistema di ticketing e di vendita di ingressi alla sponsorizzazione e ai processi di divizzazione degli atleti, possiamo affermare (ma già da tempo ormai) di trovarci davanti a un nuovo strato della cultura sportiva, che ha coinvolto personaggi del calibro di Michael Jordan, DrakeMarshmello, e che ha trovato nelle “vecchie reti televisive mainstream” (ESPN, ad esempio) spazio per dare ancora più eco mediatico al fenomeno.

Quindi, mentre i novelli atleti e non si fanno strada a suon di clic e allenamento dei riflessi, con l’ambizione di diventare parte integrante di una nuova costola dello showbiz che cerca nuovi protagonisti, tutti i riflettori di chi “ci mette la benzina” (leggi, i soldini) sono puntati con grande attenzione sul settore.

Trend Gaming

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Le previsioni stimano che il numero totale di spettatori di eSports sarà quantificabile in un tasso di crescita annuale del 9% tra il 2019 e il 2023 (in numeri: da 454 milioni nel 2019 a 646 milioni nel 2023), secondo le stime di Insider Intelligence.

In poche parole, si vola verso il raddoppio degli utenti, e questo non solo grazie all’esplosione dei live streaming, ma anche grazie allo sviluppo di vere e proprie piattaforme specifiche per i videogiochi come Twitch, YouTube Gaming e Facebook Gaming, che danno ai followers una connessione diretta con i giocatori e i team.

Ma non solo: il passaggio da nicchia a “settore pro” ha creato interessanti opportunità per gli sviluppatori di giochi, i giocatori, gli influencer e gli organizzatori di eventi, senza contare anche che le Università e i college stanno lanciando sempre più numerose curriculum dedicati agli eSports per rispondere alla richiesta di personale qualificato.

Non è sbagliato considerare anche il fatto che molti ragazzi stiano guardando e investendo tempo agli eSports in prospettiva di una carriera lavorativa, a causa dell’aumento della popolarità dei tornei di gioco, degli impressionanti montepremi internazionali, dei ricavi dello streaming e delle sponsorizzazioni one-to-one.

 

Gaming e Covid-19

Va anche considerato che la situazione pandemica attuale ha colpito questo settore, seppure in modo non “letale”.

Nonostante si possa pensare che la maggior parte delle attività vengano svolte online,  gli eventi dal vivo legati a Gaming ed eSport sono stati decimati: l’8% cancellato, il 26% è stato rinviato, il 13% rimane in programma, e un considerevole 53% è stato spostato online, portando consistenti danni alla vendita dei biglietti, degli eventi e di tutte le attività legate all’evento tradizionale offline.

In queste circostanze, tuttavia, la maggior parte degli eventi sono stati trasformati in appuntamenti distanza a causa della pandemia e delle chiusure obbligatorie, cosa che ha portato a un aumento del numero di spettatori sulle piattaforme di streaming, riuscendo a coinvolgere un pubblico più ampio.

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gaming trends

I player più attivi nel settore

Se non consideriamo le piattaforme Twitch, YouTube e Facebook, dobbiamo fare un ragionamento tra le varie software house che detengono le proprietà intellettuali dei titoli più giocati e le aziende produttrici di hardware anche specifico per i gamers (e sarebbe interessante parlare anche della sparizione proprio degli ultimi tempo relativamente all’hardware da gaming, ad esempio delle GPU Nvidia).

Activision Blizzard, Valve, Tencent, Electronic Arts, Gameloft, SE e Nintendo sono solo alcune delle case sulla cresta dell’onda: esistono titoli che ogni anno garantiscono ingenti flussi di denaro come Call of Duty, World of Warcraft, StarCraft, FIFA e Candy Crush Saga, che seppur diversi tra loro, hanno un pubblico molto eterogeneo e fidelizzato in community sempre pronte a seguirne gli aggiornamenti e le evoluzioni.

Siamo, probabilmente, soltanto all’inizio di un futuro fatto di nuove star dello sport.

Società digitale: la rete FTTH come driver di crescita

Sveglia, colazione e poi tutti pronti per la scuola e il lavoro: in una stanza i ragazzi, nell’altra i genitori, ognuno davanti al proprio pc per connettersi con il mondo. Sembrerebbe uno scenario da sit-com, invece è una normalissima mattina nell’era digitale. Tra DAD, smart working e il meritato svago della sera, abbiamo ormai perso il conto delle ore passate a navigare sul web ogni giorno. 

Anzi, in verità c’è chi si è preso la briga di contarle per noi: almeno 6 in media, secondo gli esperti. Con la digitalizzazione sempre più diffusa che coinvolge ogni aspetto delle nostre vite – complici anche le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 che ci ha portato a usufruire dei mezzi con maggiore costanza – internet è ormai la risposta a ogni nostra necessità. 

Approfittiamo per invitarti mercoledì alle ore 09 su Clubhouse, all’interno della Ninja Morning, per la room powered by Open Fiber!

Il digital divide: l’antagonista delle nostre storie digitali

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C’è un aspetto della vita digitale che forse non è noto a tutti. Siamo ormai così abituati a connetterci al web con un semplice clic – meglio ancora con un tap sullo schermo dei nostri dispositivi mobile – che accedere a internet è, per la maggior parte di noi, un’azione quasi automatica. Eppure, anche nell’era della digitalizzazione ad ogni costo, esistono fasce di popolazione per le quali la possibilità di interagire col mondo via internet non è così scontata. Hai mai sentito parlare di digital divide? Se la risposta è no, puoi considerarti fortunato.

Uno dei player più attivi nella lotta a questo fenomeno di disuguaglianza digitale è proprio Open Fiber che, ad oggi, ha avviato la commercializzazione dei propri servizi in oltre 2000 Comuni italiani. Inclusi i piccoli Comuni delle Aree Bianche, le zone meno popolate che gli operatori spesso non si impegnano a raggiungere. 

Per dirla in poche parole, il digital divide è il divario che sussiste tra coloro che possono accedere alle nuove tecnologie per mezzo di Internet e quelli che non possono farlo. Nella maggior parte dei casi, è dovuto alla carenza di infrastrutture: alcune zone del paese – come ad esempio le cosiddette Aree Bianche e Grigie – si trovano costrette a connettersi al web attraverso infrastrutture ormai obsolete. Queste connessioni instabili e poco performanti non sempre sono in grado di supportare il traffico dati necessario per sostenere una mattinata in DAD o uno scambio di materiale con i colleghi senza rallentamenti. Di conseguenza, il digital divide è il nemico più importante della nostra epoca in ambito di telecomunicazioni. 

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La rete FTTH di Open Fiber come alleata di startup e aziende

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LEGGI ANCHE: Statistiche di Marketing Automation che ogni azienda dovrebbe conoscere

Tra email, messaggistica istantanea e videochiamate il lavoro non si ferma. Freelance, imprenditori e Pubbliche Amministrazioni sono tutti connessi su base quotidiana per portare avanti i propri compiti senza interruzioni. Le conseguenze della pandemia sull’economia e sul mercato del lavoro sarebbero state molto più importanti se gli eventi straordinari che stiamo vivendo si fossero verificati soltanto venti anni fa.

Ma la possibilità di lavorare grazie al web non è nulla se la connessione non è in grado di sostenere le attività necessarie a startup, aziende e liberi professionisti. Il lag – ritardo nella trasmissione delle informazioni – può rallentare notevolmente lo scambio di dati e materiale. Questo penalizza le performance e demotiva i lavoratori, che potrebbero trovare frustrante lavorare in condizioni del genere. Ecco perché la fibra ottica FTTH di Open Fiber, con la sua velocità di trasmissione dati che arriva fino a 1 Gbps, è la tecnologia ideale per garantire la crescita del business in Italia. 

Vittorio Colao: l’importanza di mappare le Aree Grigie 

La visione a lungo termine di un’Italia digitale è ben chiara anche a Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale. Il Ministro ha preso particolarmente a cuore il cablaggio delle cosiddette Aree Grigie, zone in cui esistono infrastrutture per la banda ultra larga oppure in cui è prevista la realizzazione entro tre anni, senza nessun mercato concorrenziale. Parlando delle Aree Grigie durante un’audizione presso la Commissione Trasporti della Camera, ha dichiarato:

“Faremo rapidamente la mappatura e le consultazioni. Non appena pronto, porteremo il Piano al Comitato interministeriale per la transizione digitale. Un processo complesso che prevede l’interlocuzione con il mercato e con le Istituzioni nazionali e comunitarie. Lo vogliamo velocizzare il più possibile”.

Il piano di azione prevede interventi sia sull’offerta che sulla domanda di servizi digitali. L’obiettivo principale è la copertura dell’intero territorio con tutte le tecnologie in grado di abilitare l’accesso alla banda ultra larga: non solo FTTH, ma anche FWA per raggiungere i territori più impervi. 

Vittorio Colao

Il Ministro punta a connettere tutte le istituzioni, incluse le scuole, gli ospedali, gli uffici pubblici e tutte le 18 isole minori entro pochi anni:

Stiamo lavorando con Agcom e Infratel per far convergere in un unico sistema tutte le mappature. Cercheremo di erogare i nostri contributi in maniera efficiente. Speriamo di fare presto e arrivare entro fine anno ad avere tutto allineato per poter partire con le gare. Cercheremo di fare aree molto più piccole perché permettono agli operatori di essere più precisi. Speriamo a inizio del 2022 di avere il processo terminato.

5 obiettivi in 5 anni, la sfida del Ministro Colao

Le ambizioni del Ministro sono a dir poco interessanti: nonostante l’Unione Europea abbia stabilito come data simbolo della transizione tecnologica il 2030, Colao vuole battere sul tempo gli altri Paesi e punta al 2026. Per i 5 anni futuri, infatti, ha individuato altrettanti obiettivi necessari per la transizione digitale: 

  • Fare in modo che almeno il 70% della popolazione usi regolarmente l’identità digitale, contro la percentuale di utenti attuale che è meno della metà.
  • Rendere digitalmente abile almeno il 70% della popolazione.
  • Portare il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi cloud.
  • Erogare online almeno l’80% dei servizi pubblici.
  • Raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra larga, grazie alla collaborazione con gli operatori di mercato e il MISE.

Una sfida che gli operatori impegnati in Italia nella lotta al digital divide, come ad esempio Open Fiber, non vedono l’ora di cogliere!

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Tornano i Webby People’s Voice Awards, giunti alla 25° edizione

Sono stati annunciati ufficialmente i candidati per i Webby Awards, che ricorrono al 25° anniversario!

Da celebrità nominate come Sir David Attenborough, Dua Lipa e Rosalía, ad app stimolanti come Radio Headspace di Headspace ed EVE Online – Project Discovery, a serie di contenuti social di spicco come #UNHATEWOMEN di Philipp e Keuntje e #StyleFriday di Kolle Rebbe. I vincitori del prestigioso Webby rappresenteranno coloro che dimostreranno di creare il miglior lavoro su Internet, in tutto il mondo.

Webby Awards XXV

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C’è la competizione per due dei premi più ambiti di Internet: il Webby Award, scelto dall’Academy, e il Webby People’s Voice Award, selezionato dal pubblico.

Le votazioni per i Webby People’s Voice Awards sono ora aperte fino a giovedì 6 maggio. Tutti i vincitori di Webby saranno celebrati durante uno spettacolo virtuale costellato di stelle condotto da Jameela Jamil martedì 18 maggio.

marketing automation statistiche

Statistiche di Marketing Automation che ogni azienda dovrebbe conoscere

La prima regola di ogni tecnologia usata nel business è che l’automazione applicata ad una operazione efficiente, amplificherà l’efficienza. La seconda è che quell’automazione applicata ad un’operazione inefficiente, amplificherà l’inefficienza”.

In questa frase di Bill Gates è racchiusa tutta la potenzialità che l’automazione, nel nostro caso, la Marketing Automation può esprimere per ogni business. E oggi più che mai, se si toccano processi efficienti per un’azienda, la Marketing Automation porta con sé un paniere di vantaggi estremamente tangibili.

E se è vero che, secondo l’analisi Hubspot del 2020, il 68% delle aziende mondiali utilizza l’automazione in qualche maniera, è molto importante che qualsiasi azienda che si approccia a questa branca del marketing abbia ben presente le potenzialità nel suo utilizzo, ovviamente (per parafrasare la citazione di Bill Gates) se questa nave viaggia sulla rotta giusta.

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Tutto sotto controllo

Il ciclo di Deming (o PDCA: Plan-Do-Check-Act) ci insegna che ad ogni azione appositamente pianificata e messa in atto, debba seguire una continua verifica dei risultati prodotti e, nel caso, l’apporto di azioni correttive.

Ecco che, dall’indagine nazionale dell’Osservatorio CRM condotta fra aprile e dicembre 2020, emerge come per il 64% delle aziende il vantaggio nell’utilizzo di strategie e sistemi di questo tipo risieda nel monitoraggio in tempo reale dei risultati.

A questo si aggiunge che per il 60% delle aziende, un ulteriore beneficio nell’applicazione di CRM e Marketing Automation sia la maggiore efficienza e automazione dei processi interni ed esterni.

Indagine Osservatorio CRM

fonte: Indagine Osservatorio CRM eCommerce, 2020

L’azienda, in questo modo, ha tutto sotto controllo e riesce, anche in tempi relativamente più brevi, a mettere in atto azioni correttive che le permettono di raffinare qualsiasi azione di tipo strategico.

Multicanalità

Sei più portato a leggere una mail oppure preferisci un messaggio istantaneo?

Per ogni azienda conoscere il touchpoint preferito del proprio lead/cliente assume un ruolo strategico fondamentale. Secondo la ricerca di Think with Google del 2019, il 75% degli utenti analizzati nel mercato americano, si aspetta di ricevere informazioni istantanee dalle aziende mentre usa il proprio device.

Inoltre, i consumatori sono 35 volte più predisposti ad aprire un messaggio istantaneo che un’email.

Think with Google

fonte: Think With Google, 2019

How the future of AI will Impact Business mette in luce come il 76% dei consumatori e degli acquirenti B2B gradiscono ricevere reminder automatici per appuntamenti o iniziative, anche attraverso processi che associno la Marketing e Business Automation all’Intelligenza Artificiale.

How the future of AI will Impact Business

fonte: How the future of AI will Impact Business, 2020

Attenzione però. Questo non significa dar libero sfogo allo “spam”. Basta continuare a leggere per capire che, in alcuni casi, i vantaggi si trasformano in doveri: la comunicazione deve sempre essere tempestiva e giusta.

Conoscere i clienti

“Alt! chi siete?
-Siamo due che…
-Cosa fate? Cosa portate?
-Niente, roba…
-Sì ma quanti siete?
-Due, siamo io e lui…
-Un fiorino!!
-Si paga?
-Un fiorino!!”

Prima dell’avvento dell’Inbound Marketing e della Marketing Automation, le aziende intercettavano i clienti un po’ come il doganiere del film “Non ci resta che piangere” con Saverio (Roberto Benigni) e Mario (Massimo Troisi) sulla strada verso Palos. Zero criterio e a ogni “contatto” ricominciava tutto come se non fossero mai passati prima (“Chi siete? Cosa fate? Un fiorino!”).

Conoscere attentamente i propri clienti è il primo passo fondamentale per qualsiasi attività di Marketing, come emerso nel 2017 attraverso una ricerca Salesforce dal nome The AI Revolution (contenuta successivamente nell’articolo del 2019 How the Future of AI will Impact Business).

Il 55% dei consumatori uniti all’75% degli acquirenti B2B, si aspetta di ricevere offerte personalizzate da queste tecnologie, in base alle proprie abitudini di acquisto, ai propri gusti e alle proprie esigenze.

The AI Revolution

fonte: The AI Revolution, 2017

Appare ovvio che, analizzare continuamente ed in modo automatico queste caratteristiche permette non solo di recapitare l’offerta giusta al momento giusto per il cliente, ma anche di individuare cluster di clienti/utenti e predirne le caratteristiche e le abitudini di acquisto, sempre nel rispetto di tutte le normative e della privacy.

E dalla ricerca citata in precedenza, gli acquirenti se lo aspettavano già nel 2020.

È questo il caso della combinazione fra Marketing Automation ed AI.

Conosci la storia di come Target ha scoperto la gravidanza di una propria cliente, prima che lo facesse il padre della ragazza?

Il 16 febbraio 2012, Forbes ha pubblicato un articolo dal titolo How Target Figured Out a Teen Girl Was Pregnant Before Her Father Did (in rimando ad un altro articolo del New York Times – How companies learn your secrets) in cui racconta come Target, il famoso retail Americano, avesse individuato un pattern che si replicava per tutte quelle clienti che, nei primi mesi di gravidanza, cambiavano radicalmente le proprie abitudini d’acquisto.

Quello che apparve chiaro agli occhi di Andrew Pole, il data analyst di Target, era che le future mamme iniziavano, per esempio nel secondo trimestre di gravidanza, a comprare lozioni o, nelle prime 20 settimane, integratori di calcio.

L’azienda prese la palla al balzo e, per tutte le clienti che replicavano con buona approssimazione quel pattern, iniziò a mettere giù una serie di iniziative che sfociavano addirittura negli auguri per la nascita del bambino/della bambina nel giorno esatto (o giù di lì).

Un giorno, un papà arrabbiato si presenta con una cartolina legata a una di queste iniziative indirizzata alla propria figlia teenager, chiedendo ai responsabili come si fossero permessi di inviare una cosa del genere alla propria figlia minorenne.

Qualche giorno dopo, però, dovette cedere alla potenza dell’analisi dei dati: il pattern era effettivamente corretto e come tale aveva ben previsto la gravidanza della giovane donna.

Tutto questo, oltre 9 anni fa. Considerando che oggi l’individuazione di pattern di acquisto e comportamento inizia a diventare più facilmente analizzabile attraverso tool che sfruttano l’AI (affiancata da data analyst che aiutino il machine learning e strategist che sappiano quali azioni implementare), è chiaro quali possono essere le potenzialità di una Marketing Automation ben progettata.

Comprendere il target, clusterizzarlo in base al pattern e alle abitudini che mostra e, automaticamente, veicolare offerte personalizzate centrando perfettamente le esigenze del consumatore.

È ovvio che questo influenzi in maniera positiva i KPI aziendali, come emerge dalla ricerca Marketing Technology Trends di Ascend2. Il ROI sulle attività di marketing e il miglioramento della loro efficienza sono i principali fattori migliorativi che le aziende individuano nell’applicazione della Marketing Automation.

L’azione sarà efficace mantenendo come capo saldo il principio che ha aperto questo articolo: solo se le strategie e i processi aziendali sono efficaci ed efficienti, l’automazione potrà avere effetto positivo.

comunicazione politica

Come cambia la comunicazione politica in tempi di pandemia

Il mondo sta affrontando una sfida che non ha precedenti e per la quale non c’è stata la possibilità di essere sufficientemente preparati.

La pandemia ha stravolto non solo le certezze individuali, ma anche le regole del gioco nell’economia, nella politica e, inevitabilmente, anche nei meccanismi di formazione dell’opinione pubblica.

La comunicazione politica, espressione-cappello che può servire a racchiudere sia la comunicazione istituzionale (quella di chi ‘sta al potere’) sia quelle dei partiti e dei loro esponenti (sia di maggioranza, sia di opposizione), sia quella più squisitamente elettorale, ha subito a sua volta alcune profonde modificazioni.

In verità alcune dinamiche sono mutate in misura persino superiore rispetto alla capacità delle macchine della propaganda di leggere quei cambiamenti e adattarsi così alla “nuova normalità”; per questo motivo può essere utile analizzare nello specifico tre regole che sono saltate nel passaggio dal pre-Covid al Covid, senza però immaginare che questa modificazione di scenario sia stata davvero metabolizzata da chi comunica la politica.

#1. L’accountability non è mai stata così importante

Il principale cambiamento relativo al dibattito pubblico riguarda una doppia, e apparentemente contradditoria, dinamica: da un lato gli argomenti di discussione si sono profondamente ridotti per numero (il Covid e davvero poco altro), dall’altro lato è cresciuta la complessità delle questioni da affrontare.

Non si può parlare di pandemia limitandosi esclusivamente alle opinioni e senza tenere costantemente d’occhio i dati scientifici; o meglio, si può fare, ma con il concreto rischio di essere sbugiardati pochi giorni dopo dal dato di realtà.

Basti pensare, per esempio, alle rapide ritirate di tutta la classe politica italiana, a turno, prima del primo lockdown e dopo aver esagerato negli slanci di ottimismo, o a quello che sta accadendo in Germania in queste settimane. Angela Merkel continua da tempo a chiedere un inasprimento delle restrizioni, ha dovuto fare marcia indietro (chiedendo scusa) prima di Pasqua su pressione del suo partito, la CDU, preoccupata di perdere voti a meno di sei mesi dalle elezioni politiche, e ora è tornata sulle sue posizioni iniziali in ragione del nuovo incremento dei contagi nel suo paese.

sondaggio ipsos

Questo continuo “autosmentirsi” rappresenterebbe in qualunque caso un danno reputazionale, perché si dimostra plasticamente di aver parlato – in taluni casi prendendo decisioni nell’interesse della collettività – senza aver avuto piena consapevolezza di ciò che si stava dicendo.

Ma proprio perché gli argomenti di discussione sono diminuiti per numero, quel danno reputazionale è ancora maggiore rispetto al passato: tutti stanno guardando nella stessa direzione, oramai da oltre un anno, e dunque non si può confidare nella tattica della “distrazione di massa”, cioè nel passare costantemente da un fronte – spesso polemico – all’altro per far dimenticare lo strafalcione precedente.

Per questo motivo l’accountability, cioè la coerenza tra il dire e il fare (semplificando), rappresenta un valore assoluto per chi comunica la politica, oggi ancora più che in passato.

#2. La comunicazione di crisi non prevede “no comment”

Il quadro si complica ulteriormente se pensiamo che la comunicazione politica di crisi è del tutto paragonabile a quella aziendale. In quel genere di situazioni, chi si trova sotto pressione mediatica non può (più) aspettare che il tempo passi: anche se i media tradizionali decidessero di passare ad altro, la conversazione potrebbe comunque proseguire su web e social. Non comunicare in tempi di crisi non è più, dunque, un’opzione se si vuole gestire efficacemente la propria reputazione.

Sarebbe impensabile, ad esempio, che un’azienda che commette un grave errore di comunicazione digitale (la storia recente è piena di casi del genere) non tenga conto del fatto che si possa finire nei trend di Twitter o di Google per quelo motivo: bisogna fare qualcosa. Se – come credo – il parallelo tra queste due forme di comunicazione di crisi regge, allora la comunicazione politica non può che essere iper-prolifica in momenti di difficoltà come questo.

A tal proposito, è in corso un interessante dibattito sulle differenze di stile (sia per quantità sia per qualità) tra il modello Conte-Casalino, accusato di essere fin troppo pressante (e talvolta contraddittorio) nei messaggi immessi nel circuito dell’informazione, e le scelte di Mario Draghi che invece sembrano andare nella direzione opposta.

È difficile – soprattutto a emergenza in corso – stabilire quale dei due modelli sia il più adatto in una fase del genere, ma di certo bisogna tenere conto che i processi che portano alle decisioni in tempo di crisi non vanno solo condivisi ma anche spiegati, per evitare distorsioni nella ricezione dei messaggi, vuoti di comunicazione e polemiche evitabili (basti pensare al caos informativo su Astrazeneca di cui ho scritto nel post precedente qui su Ninja Marketing), esattamente come bisognerebbe coinvolgere le popolazioni interessate da un’infrastruttura da costruire sul proprio territorio per provare a scongiurare l’effetto Nimby.

La comunicazione di crisi è dunque comunicazione di processo e non solo condivisione degli output decisionali. C’è però un problema: si è detto, nel paragrafo precedente, che l’accountability è il valore supremo e che bisogna evitare di contraddirsi troppo spesso e troppo velocemente in pubblico.

sondaggio ipsos

Source: Ipsos

Questo dovrebbe indurre a una certa prudenza, dunque, nelle proprie esternazioni, a meno che non si sia totalmente certi di quello che si sta per dire. Dall’altro lato, però, la scarsa comunicazione espone a fragilità di leadership, soprattutto di carattere emotivo (spiegare le cose perché siano comprese, rassicurare la popolazione sulla bontà delle scelte fatte), nei confronti degli elettori.

Da un lato, dunque, converrebbe comunicare poco; dall’altro bisognerebbe comunicare molto. La complessità di questa fase, per i (comunicatori) politici, sta proprio nella gestione virtuosa di questa contraddizione.

#3. Fare opposizione è più difficile in tempi di crisi

Criticare la linea politica di chi sta al governo è, naturalmente, sempre legittimo. Ma è opportuno ed efficace farlo mentre un governo sta provando a risolvere un’emergenza che riguarda tutti gli italiani?

Questo è il grande dilemma che riguarda le forze politiche di opposizione. Le difficoltà sono di due tipi. La prima è riassumibile nel concetto ‘Rally Around The Flag’: quando una comunità si sente minacciata, l’istinto è di ‘tifare’ per chi la governa, a prescindere dal proprio colore politico, perché si confida di essere liberati quanto prima da quella minaccia alla propria vita.

flag effect

Proprio questo effetto ha generato un boost di consenso per il governo Conte-bis agli inizi del lockdown. Questa dinamica non è del tutto scemata, anche se siamo in una fase diversa della campagna contro il Covid e, soprattutto, è cambiato il Governo nel nostro paese. Basti pensare a ciò che può accadere in qualsiasi regione in Italia e, per paradosso, ancor di più nelle zone d’Italia in cui la campagna vaccinale procede a rilento.

Cosa dovrebbe fare l’opposizione in una circostanza del genere? Denunciare che va tutto male rischiando di apparire come coloro i quali, per convenienza politica, sperano che i vaccini non arrivino ai cittadini, e quindi rischiando di ottenere l’effetto opposto? O al contrario sarebbe più sensato sostenere la regione con spirito istituzionale, rischiando di co-intestarsi un eventuale fallimento? O addirittura converrebbe tacere?

Anche in questo caso, probabilmente, non esiste una risposta univoca: molto dipende dal livello di credibilità di chi governa e di chi è all’opposizione rispetto alla capacità di gestire quel tipo di processi. Se, per esempio, il capo dell’opposizione avesse maturato esperienze amministrative in contesti complessi e criticasse nel merito una campagna vaccinale, riuscirebbe a non essere percepito in malafede. In ogni caso – e questa è un’altra grande differenza rispetto al recente passato – la classica strategia di demonizzazione “a prescindere” di tutto ciò che fa il proprio avversario potrebbe non funzionare più.

digital tool della settimana

Frida van Lisa, InPrivy, Slack Mood Check-in: i digital tool della settimana

Ridurre lo stress, essere attenti ai bisogni del team e avere un occhio verso le tendenze contemporanee. Sono queste le parole d’ordine dei tool della settimana, da inserire nella cassetta degli attrezzi per iniziare ad esplorare il mondo degli NFT, gestire meglio le videocall, o addirittura prendersi cura dei collaboratori, anche da remoto.

Tra una password da ricordare e condividere, ma sempre in modo sicuro, e una riunione su Zoom, questa settimana abbiamo anche celebrato l’Earth Day, guardando a come il mondo si è trasformato attraverso una nuova interessantissima funzione di Google.

LEGGI ANCHE: ICONS8, emolog e Clockwise: i digital tool della settimana

Crypto-ludo-arte

Una storia di crimine criptato all’interno di un NFT sulla blockchain di Ethereum. Nata da una collaborazione tra uno scrittore e un artista, che ha realizzato l’opera d’arte della copertina, Frida van Lisa è una sci-fi story disponibile in appena 8 copie, da scaricare o da acquistare.

Giornata della Terra 2021

Nel più grande aggiornamento di Google Earth dal 2017, in occasione della Giornata della Terra celebrata il 22 aprile, è possibile vedere il pianeta in una dimensione completamente nuova: il tempo. Il Timelapse di Google Earth ha usato 24 milioni di foto satellitari degli ultimi 37 anni per creare un’esperienza immersiva in 4D.

Ssshhh: attenzione alle password

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Checklist per VideoCall

Stanco delle lunghe ore di riunione in videoconferenza? Video Call Checklist è una guida leggera e facile da leggere che contiene consigli che aiutano a ridurre la fatica da Zoom. Ogni consiglio è supportato da ricerche e da centinaia di ore di esperienza online.

Come ti senti oggi?

Sapere come si sente il tuo team ogni giorno, individuare le tendenze e agire. Slack Mood Check-in traccia l’umore del team, in modo asincrono e anonimo. Un ottimo modo per prendersi cura della squadra anche da remoto.

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Fernando Machado alla conquista dei gamer e degli eSports

Un genio creativo visionario e ribelle, capace di stravolgere gli schemi e lo storytelling del marketing. È considerato dagli esperti “la rockstar” del settore, con un approccio definito “hackvertising” perché capace di hackerare la cultura popolare in generale.

L’ex marketer di Burger King, Fernando Machado, dopo la notizia trapelata di recente, la scorsa settimana è entrato ufficialmente in Activision Blizzard, gigante del gaming.

La decisione di Machado, ex CMO di Burger King di lasciare la sua posizione per entrare in Activision Blizzard, ha generato un fermento fortissimo nel settore.

Tutti i riflettori sono puntati su gaming ed eSports, nel tentativo di comprendere quali saranno gli impatti di questo passaggio in termini di business per l’industria dei videogiochi, in fortissima ascesa.

I profitti mondiali di Activision Blizzard sono aumentati del 25% nel 2020 a 8,1 miliardi di dollari, beneficiando delle chiusure del lockdown a causa della pandemia Covid-19.

Obiettivo del colosso del gaming è mantenere lo slancio e ottenere un vantaggio nel settore altamente competitivo degli eSports, anche dopo la fase di ripresa, post quarantena e lockdown.

“Sono stati sette anni straordinari. Sono estremamente orgoglioso dell’impatto del team sui marchi, in particolare Burger King, e del lavoro intorno alla sostenibilità, alla qualità del cibo, alla diversità e all’inclusione”:

queste le uniche parole dedicate alla stampa da Fernando Machado, Global Chief Marketing Officer di Restaurant Brands International (holding che detiene anche Burger King).

Nessuna intervista ufficiale è stata rilasciata da Machado, che sarà però tra i protagonisti e gli Unbreakable Speaker di N-Conference, il primo Business Visionary Show di Ninja, in programma il prossimo 27 e 28 maggio 2021.

La società, in una dichiarazione a “Ad Age”, ha affermato che “la sua vasta esperienza internazionale sosterrà la base di attori globali in espansione. Fernando è un appassionato sostenitore della diversità, dell’equità e dell’inclusione e continuerà a sostenere l’attività in Activision Blizzard “, aggiungendo che” Fernando ha un’abilità unica nel combinare creatività e risultati misurabili, che porterà nei franchise principali di Activision Blizzard “.

Fernando Machado

eSports, un trend in ascesa: Olympic Virtual Series, NFT, stime e acquisizioni

Un trend in forte crescita, quello degli eSports, che conquista posizioni di mercato, confermato anche dall’annuncio nelle ultime ore dell’inserimento dell’Olympic Virtual Series nell‘agenda 2025: primo punto di incontro tra eSports ed Olimpiadi, segnale di come il Comitato Olimpico Internazionale si stia muovendo all’interno nel mondo esportivo.

Le Olympic Virtual Series saranno il primo vero test per l’inserimento degli eSports nelle Olimpiadi: cinque eventi in sinergia con le federazioni internazionali, tra cui vela, ciclismo, baseball, automobilismo, canottaggio.

Diverse le novità che interessano e il fenomeno degli eSports, con comunità di giocatori in forte espansione, che comunicano attraverso chiamate vocali, videochiamate, messaggistica istantanea, media e file in chat private.

Si pensi a piattaforme di livestreaming come Twitch di proprietà di Amazon, con oltre un milione di utenti online a qualsiasi ora, più delle reti televisive statunitensi.

Recenti le trattative di Microsoft per acquistare Discord, un sistema di chat audio molto popolare tra i videogiocatori perché permette di comunicare – su computer o da mobile – mentre si gioca. Una valutazione al momento di 10 miliardi di dollari, per una società neanche valutata in borsa, caratterizzandosi come una delle acquisizioni più forti nel settore degli eSports nel 2021 se la trattative andasse a buon fine. In caso contrario sembrerebbero pronte alle trattive anche Amazon (proprietaria di Twitch) ed Epic Games (produttore di Fortnite).

Gli eSports diventano sempre più attrattivi anche con l’avvento degli NFT, i non fungible tokens che si fondano su tecnologia blockchain (la stessa delle criptovalute come Bitcoin o Ethereum) per certificare oggetti digitali e renderli unici, quindi vendibili e collezionabili.

C’è già chi immagina, in futuro, la messa all’asta digitale di momenti memorabili dei grandi campioni con la vendita di video, poster o badge, negli Stati Uniti invece la Lega di basket ha realizzato il NBA Top Shots, un sito attraverso cui ha venduto video collezionabili per un totale di oltre 200 milioni di dollari.

Quali saranno gli effetti dell’ingresso di Machado sul settore dei videogames?

L’ingresso di Machado nella multinazionale di videogames sembra, così, destinata a fare scuola in un settore in forte ascesa. Si stima che il pubblico globale di giochi in live streaming raggiungerà i 729 milioni entro la fine del 2021, un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi globali degli eSport supereranno per la prima volta 1 miliardo di dollari nel 2021, secondo il tracker di settore Newzoo.

Nel Global Games Market Report di Newzoo, che classifica le società di giochi pubblici in base alle entrate globali, Activision Blizzard si trova attualmente al 7 ° posto, proprio sopra Nintendo ed Electronic Arts, ma sotto i principali negozi di app tecnologici come Apple e Google.

Come riuscirà Machado a conquistare e fidelizzare il pubblico dei gamer con l’emergere del gioco nella cultura pop tradizionale, forte degli oltre 160 riconoscimenti al Cannes Lion Festival per le sue campagne pubblicitarie, molte delle quali hanno fatto storia?

La creatività del marketing per reinventare la comunicazione del gaming

Come reinventare, soprattutto, la comunicazione del settore gaming per essere al passo con l’evoluzione del mercato del live streaming e spingere il business dei videogiochi?

Finora gli editori di giochi hanno commercializzato e promuovendo i singoli titoli rispetto ai marchi in modo piuttosto conservativo, molto più vicino al marketing cinematografico, in linea con le nuove uscite.

Non è la prima volta, in realtà, che Machado si è approcciato al settore del gaming, già in Burger King, quando ha trasformato un campo da basket nel videogioco NBA 2K21 in un menù in cui i giocatori potevano segnare per vincere cibo gratis.

Le campagne di marketing e il coraggio di sfidare le convenzioni

Nominato CMO dell’anno da “Ad Age” nel 2020, ha raccolto i massimi riconoscimenti, tra cui diversi Gran Premi di Cannes per le sue idee fuori dagli schemi come “Whopper Detour” di Burger King, una campagna incentrata sui dispositivi mobili che ha allontanato i consumatori da McDonald’s con la promessa di Whoppers da un centesimo e di “Home of the Whopper”, una campagna che ha prolungato la durata di uno spot di 15 secondi attivando i dispositivi Google Home dei consumatori. Più recentemente, c’è stato “Moldy Whopper“, che ha mostrato l’impegno della catena per ingredienti reali, mostrando un hamburger verde in fase di putrefazione con la muffa.

Divergenti i punti di vista dei varai analisti e settore, su quanto gli sforzi del marketing ripaghino, in realtà, in termini di business reale. La recente campagna di Burger King per la Giornata internazionale della donna, che conteneva il tweet che recitava “le donne appartengono alla cucina“, un tentativo spigoloso di promuovere il sostegno del marchio alle chef donne, è diventata una lezione su come non condurre una strategia sociale. Inoltre, nel 2020 il marchio ha perso la sua posizione numero 2 nella catena di hamburger degli Stati Uniti a favore di Wendy’s. Le vendite di Burger King a livello di sistema negli Stati Uniti sono diminuite del 5,4% a quasi 9,66 miliardi di dollari lo scorso anno. McDonald’s continua a dominare, con vendite a livello di sistema negli Stati Uniti che superano i 40 miliardi di dollari.

N-Conference : gli speaker 2021

Quale sarà la funzione di Machado in Activision Blizzard?

L’approccio di marketing incentrato sulla creatività di Machado sarà finalizzato, inoltre, alla costruzione dell’amore per il marchio, supervisionando nella nuova sede di Santa Monica in California il marketing per le tre divisioni dell’azienda: Activision, che gestisce titoli di videogiochi come “Call of Duty” e “World of Warcraft”; Blizzard, i cui titoli includono “Overwatch”; e King, basato su app, con il suo famoso “Candy Crush”.

Non è ancora chiaro quanto Machado sarà coinvolto nelle attività di eSport di Activision Blizzard, che includono campionati come Overwatch League e Call of Duty League e competizioni come Hearthstone Grandmasters e World of Warcraft Arena World Championships. Activision Blizzard gestisce anche l’organizzazione collegiale di eSport Tespa. Una portavoce di Activision Blizzard afferma che Machado “sosterrà il marketing di eSport”, ma non si è espansa nei dettagli.

L’attesa intanto è altissima. Riuscirà a replicare i successi realizzati in Burger King anche nel gaming? Intanto aspettiamo con ansia il suo incontro e la sua Lectio Magistralis Unbreakable ad N-Conference!

>> Sei curioso di approfondire insieme a Machado la sua visione di creatività e di leadership? Prenota il tuo posto per N-Conference il 27 e 28 maggio. <<

instagram stories

Utilizza in modo strategico le IG Stories per aumentare organicamente i followers

  • Instagram dichiara che ogni giorno 500 milioni di persone interagiscono con le Stories;
  • Il 70% degli utenti che appartengono alla Generazione Z ama visualizzare le Stories su Instagram;
  • Secondo Hootsuite il 58% degli utenti afferma di essersi interessato a un Brand dopo aver visualizzato una Story.

Sono passati più di 6 mesi dall’ultima volta in cui abbiamo affrontato lo spinoso argomento followers su Instagram, ma la situazione non è cambiata. 

Zuckerberg non ha aggiornato le opzioni di advertising della piattaforma, quindi per i marketers non è ancora possibile pianificare una campagna pubblicitaria volta all’acquisizione di nuovi followers.

Abbiamo già dato 5 consigli su come aumentare in modo organico la fanbase del proprio profilo – personale o business – ma ora ci concentriamo nello specifico sul formato delle Instagram Stories.

LEGGI ANCHE: Le novità di Instagram che non avresti dovuto perdere nell’ultimo anno

Quali sono i dati delle Instagram Stories?

Come dichiarato proprio da Instagram, ogni giorno 500 milioni di persone interagiscono con le Stories – quasi l’87% degli utenti della piattaforma.

Possiamo però osservare una differenza sostanziale tra Generazione Z e Millennials con riferimento ai dati sulla visualizzazione e sulla creazione di contenuti. 

Risulta che il 70% degli utenti che appartengono alla Generazione Z ama visualizzare le Stories su Instagram, ma solo il 39% crea e condivide attivamente questo tipo di contenuti.

Dall’altro lato invece abbiamo il 59% Millennials che visualizza le Stories, mentre la percentuale degli utenti che crea questo tipo di contenuti si abbassa ulteriormente, arrivando al 31%.

In ogni caso, secondo Hootsuite il 58% degli utenti afferma di essersi interessato a un Brand dopo aver visualizzato una Story, mentre il 50% ha visitato un sito Web per effettuare un acquisto dopo aver visto un prodotto o un servizio nelle Stories.

Partendo da queste statistiche, possiamo dedurre che la grande diffusione delle Instagram Stories può aiutare i Brand ad aumentare organicamente la propria follower base. 

Vediamo di seguito quali sono i suggerimenti pubblicati dal Content Marketing Institute in questo senso.

#1 Usare le Storie in evidenza come estensione della biografia

La biografia è fondamentale per presentare il proprio marchio perché aiuta l’utente a capire, in pochi secondi, se un determinato profilo Instagram può essere interessante da seguire o meno.

Ma a volte non basta per comunicare mission e vision del Brand, i prodotti e i servizi offerti, insomma le mille sfaccettature di un marchio.

Ed è qui che entrano in gioco le Storie in evidenza, che possono essere utilizzate strategicamente per presentare il Brand, come se fossero un vero e proprio trailer promozionale.

#2 Tornare a promuovere i TakeOvers con gli Influencers

Anche se molti pensano che gli Instagram TakeOvers andassero di moda ormai 5 anni fa, la loro potenzialità a livello di acquisizione di nuovi followers rimane comunque molto alta.

Durante un TakeOver un Brand decide di lasciare che un Influencer gestisca il proprio account Instagram, di solito per un giorno o per il corso di un evento, per produrre e condividere contenuti esclusivi. 

I vantaggi per il Brand che derivano da questo genere di collaborazione sono molteplici – cross-directing follower, networking con influencer rilevanti, etc – ma soprattutto la community dell’Influencer vede la collaborazione sotto un punto di vista diverso.

Non viene percepita infatti come una pura e semplice sponsorizzazione, in quanto l’Influencer non esorta direttamente gli utenti a seguire una pagina di un Brand, ma mostra invece in maniera più autentica e meno invadente il marchio in questione.

Questo tipo di pubblicità più “sottile” può risultare quindi più efficace per aumentare la reach delle proprie Instagram Stories e, di conseguenza, anche i followers del profilo.

#3 Creare e utilizzare sondaggi, stickers, GIFs, Stories Q&A

Le Stories mettono a disposizione numerosi strumenti come poll stickers, domande aperte, GIFs, adesivi – che danno un valore aggiunto e un tocco di personalizzazione ai contenuti condivisi.

Inoltre, se utilizzati in modo strategico, possono contribuire all’aumento dei followers organici.

Per esempio, oltre ad essere uno strumento fondamentale per intrattenere gli utenti che visualizzano le Storie, i sondaggi aiutano a capire quali sono effettivamente i contenuti che i potenziali followers vogliono vedere sul profilo Instagram in questione.

Questa “ricerca di mercato” risulta molto utile per produrre contenuti diversi o esclusivi che possono attirare nuovi followers, oppure per trarre ispirazione quando si è a corto di idee, direttamente dai consigli degli utenti.

Un’altra strategia è la creazione di un pack di GIFs brandizzate. Un consiglio vincente è quello di adattare questi stickers alle situazioni della vita quotidiana, in modo che gli utenti possano utilizzare nelle loro Stories e aumentare così la loro reach, e di conseguenza l’awareness del Brand.

Infine, troviamo le Stories Q&A, ovvero grafiche che contengono delle domande per gli utenti e degli spazi appositi per le loro risposte, che vengono condivise con l’obiettivo di essere screenshottate e poi ripostate dagli utenti nei loro profili personali. 

Questo tipo di contenuto è molto semplice da creare, è versatile e può adattarsi ad ogni tipo di argomento, ma soprattutto garantisce un alto livello di coinvolgimento degli utenti.

#4 Menziona i tuoi competitors senza averne paura

Sembrerà un consiglio un po’ strano ma menzionare i propri concorrenti comporta un ritorno positivo in termine di immagine – e anche di followers.

Il concetto di “shoutout to” – che letteralmente significa “gridare a” – è molto diffuso sui social, soprattutto su Instagram. Consiste nel menzionare nella propria pubblicazione un altro profilo, che può essere di un Brand, un Influencer o una Celebrities. 

Le ragioni per cui avviene questa menzione possono essere molteplici: pubblicità, amicizia, collaborazione, celebrazione di un risultato, ma anche aiutare il profilo nell’acquisizione di nuovi followers.

Vediamo molti Influencers che si affidano a questo tipo di strategia per collaborare tra di loro, addirittura si parla proprio di #S4S (ovvero shootout for shoutout) riferendosi allo scambio di shoutout tra profili con una fanbase simile.

Può sembrare una tecnica controproducente, ma se utilizzata in modo intelligente può aiutare ad aumentare i followers – ma soprattutto a creare legami strategicamente necessari con la concorrenza.

LEGGI ANCHE: Famose, influenti e inspirational: 20 donne da seguire su Instagram

L’algoritmo di Instagram è in continuo aggiornamento, è impossibile fare previsioni strategiche a lungo termine, ma l’aumento dei follower rimane sfida tutti, dai grandi brand ai neo-Influencers.

Quello che è certo è che le Stories continueranno ad essere un must per raggiungere il successo su Instagram.

aumentare le conversion

5 semplici consigli per aumentare le conversion dei tuoi contenuti

Forse i tuoi contenuti stanno già generando conversioni sufficienti, ma vuoi davvero accontentarti di un risultato “sufficiente”? Puoi fare di meglio e migliorare il tuo content marketing per raddoppiare o addirittura triplicare i tuoi tassi di conversione.

Oggi, ci concentriamo su come farlo con l’aspetto più importante del content marketing: i tuoi contenuti. Ecco i qualche consiglio per aumentare le tue conversioni

1. Scrivi un titolo “killer”

Il titolo è la prima cosa che i lettori notano del tuo post sul blog o nella tua landing page. Se il titolo è in grado di catturare l’attenzione, le persone continueranno a leggere il contenuto; diversamente non visiteranno la tua pagina.

Ci sono alcuni elementi comuni nei titoli di successo, Hubspot e Outbrain hanno studiato 150.000 titoli di articoli nel 2013 trovando risultati molto simili ad alcuni punti che Auriane Alix ha condiviso recentemente dopo aver analizzato i titoli di ben 50 articoli di successo diventati virali.

Tra gli elementi con alti tassi di conversione troviamo:

  • Titoli con sette parole
  • Numeri nel titolo
  • La prima parola include “cosa”, “perché”, “come”
  • La prima parola include “il” o “questo”

Puoi utilizzare queste caratteristiche comuni dei titoli di successo come base per scrivere titoli killer con un alto tasso di conversione. 

aumentare le conversion

Spiega chiaramente di cosa tratta il contenuto in poche parole e, se ha bisogno di qualche dettaglio in più, includi una breve spiegazione dopo i due punti o il trattino. E, quando crei un post con una lista, usa un numero.

Oltre a queste nozioni di base, secondo Wider Funnel, parole come “tu”, “perché”, “gratis”, “nuovo” e “subito” aiutano a  generare conversioni. 

Puoi trovare più parole ad alta conversion in un elenco di oltre 700 parole compilato da  OptinMonster. Ci sono, inoltre, alcuni strumenti utili per l’analisi dei titoli come quelli di CoShedule e Advanced Marketing Institute, strumenti per testare le bozze dei titoli in modo da poter scegliere quello che probabilmente avrà il rendimento migliore.

2. Incuriosisci i lettori con la tua introduzione

Il tuo titolo dovrebbe attirare i lettori. L’introduzione dovrebbe incuriosirli abbastanza da farli rimanere e desiderare di leggere di più. In altre parole, il titolo è l’esca e l’introduzione è l’amo.

E non sarebbe fantastico se la tua introduzione fosse anche l’amo per i motori di ricerca?

Ciò è possibile quando utilizzi strumenti come TextOptimizer che offrono suggerimenti per il miglioramento dei contenuti in modo che i tuoi contenuti soddisfino le esigenze delle persone che vi arrivano dai risultati di ricerca di Google. Gli utenti, quando ottengono ciò che stanno cercando, restano sulla tua pagina più a lungo e interagiscono meglio con essa.

Per i blog post, le prime tre o quattro frasi sono l’introduzione e dovrebbe chiaramente spiegare come i lettori possano trarre vantaggio dal post. Altrimenti, perché dovrebbero continuare a leggere?

Nel caso delle landing page, il sottotitolo funge da intro ed è altrettanto importante per intrigare e convertire il tuo pubblico. Il sottotitolo dovrebbe evidenziare i principali vantaggi, in modo che le informazioni siano più facili da leggere ed elaborare.

3. Scegli le giuste immagini

L’aggiunta di elementi visivi al testo può fare un’enorme differenza in termini di prestazioni. Attrae e coinvolge i tuoi lettori aggiungendo più sostanza. È anche un ottimo modo per suddividere parti di testo più lunghe, rendendo il contenuto più facile da leggere e comprendere.

Uno studio di BuzzSumo su oltre 1 milione di articoli ha rilevato che i contenuti con immagini ogni 75-100 parole, hanno realizzato il doppio delle condivisioni di articoli con meno immagini. Il tipo di immagini da utilizzare dipende dai contenuti che stai creando.

Ecco cinque tipologie di contenuto grafico che possono aiutarti ad aumentare le conversioni:

#1. Usa Grafica originale

Prendersi del tempo per inventare qualcosa di prezioso e originale, mostra ai lettori che i tuoi contenuti sono unici. 

Anche se non hai un designer interno che ti aiuti in questo, puoi sempre utilizzare strumenti come Canva per aiutarti a crearli.

La grafica originale può funzionare bene, ad esempio immagini in primo piano per i post del tuo blog. È meglio cercare di inventare qualcosa di divertente e accattivante ma comunque rilevante per l’argomento trattato nel post.

Esempio: ecco un’immagine originale creata per un post dedicato all’Influencer Marketing. Come puoi vedere, l’immagine cattura immediatamente l’attenzione e si riferisce chiaramente all’argomento trattato.

#2. Inserisci grafici o tabelle

Se citi studi o statistiche a sostegno dei tuoi punti, includi tabelle e grafici per illustrarli. Grafici o tabelle accanto al testo facilitano l’elaborazione delle informazioni da parte dei lettori.

#3. Non dimenticare gli screenshot

Se spieghi come funziona qualcosa, gli screenshot possono arricchire i tuoi contenuti. Gli screenshot possono spiegare visivamente ciò che le parole non possono esprimere adeguatamente. 

Ad esempio, utilizzali per illustrare suggerimenti pratici per uno strumento o l’implementazione di una strategia. Puoi anche utilizzare screenshot come prova delle affermazioni fatte nel testo.

Puoi evidenziare, annotare o modificare i tuoi screenshot per spiegare meglio un punto. Per mantenere intatta la qualità dell’immagine durante la modifica, puoi utilizzare editor di foto gratuiti come Instasize per realizzare contenuti adatti per ogni piattaforma dove andrai a pubblicare.

Esempio: in un articolo di Ninja Marketing dedicato al lancio della nuova piattaforma AD Studio di Spotify è stato inserito uno screenshot per mostrare l’anteprima dell’interfaccia dedicata alla gestione self-service delle campagne pubblicitarie audio e video su Spotify.

#4. Sfrutta il potere delle Infografiche

Dati complessi e concetti complicati possono essere difficili da comprendere con le sole parole. In questi casi, le infografiche possono essere utili per spiegare o illustrare le informazioni. Uno studio di Venngage nel 2020 ha rilevato che il 40% degli esperti di marketing ha ritenuto che questo formato sia la forma di contenuto più coinvolgente.

Strumenti come  Piktochart  e  Infogram  sono ottimi per creare infografiche accattivanti, anche per i principianti. Puoi anche utilizzare le infografiche per riutilizzare il tuo vecchio testo.

Cerca alcuni dei tuoi post sul blog più performanti , quindi trasformali in un pezzo più breve che evidenzi i punti principali e usa quel contenuto per creare un’infografica.

#5. Non dimenticare i Video

Le immagini o il testo da soli potrebbero non essere sufficienti per spiegare come funziona un prodotto o come le persone possono trarne vantaggio. Potresti includere un breve video esplicativo sulla tua pagina di destinazione per aumentare le conversioni. Oppure includi  testimonianze video o recensioni di clienti e  influencer.

Se non hai il tempo, le competenze o le risorse per creare contenuti video proprietari, utilizza siti Web di filmati stock . Offrono video che possono essere utilizzati un numero illimitato di volte con un abbonamento una tantum e puoi accedere ai loro grandi repository di video introduttivi, storie di Instagram, loghi animati e modelli di YouTube.

4. Utilizza un formato di facile lettura

Un altro fattore che influenza la capacità di conversione dei tuoi contenuti è il formato. Scrivere suggerimenti e informazioni utili in enormi blocchi di testo non rende facile la lettura e l’elaborazione per le persone. Questo metodo di scrittura può danneggiare il tuo tasso di conversione perché le persone vogliono poter sin da subito aver chiaro il contenuto.

Per rendere i tuoi contenuti più facili da leggere:

  • Suddividi blocchi di testo in paragrafi più brevi. Non creare paragrafi di più di cinque o sei righe.
  • Utilizza i punti elenco laddove applicabili per evidenziare i punti chiave.
  • Aggiungi altri elementi come immagini per illustrare i tuoi punti e suddividere i blocchi di testo.
  • Includere sottotitoli ogni volta che è possibile per rendere il contenuto più facile da leggere

Esempio: è possibile visualizzare una formattazione di facile lettura in molti articoli di Ninja: paragrafi, sottotitoli e schermate brevi e di facile lettura.

5. Crea una “call to action” convincente

La tua call to action dovrebbe convincere le persone a compiere l’azione desiderata. Forse la tua CTA è alla fine di un post sul blog, che esorta le persone a iscriversi alla tua newsletter o scaricare il tuo ultimo e-book. O forse è una CTA sulla tua landing page per un prodotto o servizio. Anche i tuoi contenuti video hanno bisogno di un invito all’azione per aumentare le conversioni.

Ovunque venga utilizzata, assicurati che la CTA sia convincente:

  • Spiega chiaramente cosa vuoi che le persone facciano. Rendila utilizzabile iniziando la frase con un verbo. Ad esempio, “Ottieni subito la tua guida gratuita” o “Inizia a risparmiare oggi”.
  • Arriva al punto. Se la CTA si trova alla fine di un post sul blog, puoi scrivere una frase dettagliata. Per una landing page, limitala a cinque o sei parole.
  • Concentrati su ciò che otterranno o su come trarranno vantaggio dall’azione.
  • Crea urgenza con parole come “adesso”, “subito” o “oggi”.
  • Crea esclusività utilizzando parole come “personalizzato” o “esclusivo”.
  • Evidenzia i vantaggi con parole come “gratis” o “salva”.
  • Scegli un paio di suggerimenti per creare ogni CTA. Quindi esegui un test A / B per vedere quale genera più conversioni.

Esempio: La landing page di OptinMonster mostra un eccellente esempio di invito all’azione convincente. “Get OptinMonster now” è breve e pertinente. Spiega cosa otterranno le persone e usa la parola “now” per creare un senso di urgenza.

Non accontentarti mai del “soddisfacente”: questi suggerimenti semplici ed efficaci possono aiutarti a migliorare i tuoi contenuti per aumentare le tue conversion.