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Le prossime tendenze del Marketing Globale secondo Deloitte

  • I brand devono conoscere il perché della loro esistenza e sapere a chi si rivolgono
  • L’efficienza senza la connessione umana è fine a se stessa, oggi il Marketing deve essere inclusivo
  • Il talento è la fortuna delle community

Dalle persone alle aziende, passando per i governi, tutti cercano di adeguarsi ai cambiamenti di questo periodo profondamente incerto e il rapporto di Deloitte sui nuovi trends del Marketing globale ne è la conferma.

Le 7 tendenze per essere al top

Ciascuno dei trend globali del Marketing per il 2021 evidenzia l’esigenza comune di uscire da una mentalità difensiva e provinciale per soddisfare in modo più olistico e autentico i bisogni umani.

Il primo punto è dedicato alla Purpose: stabiliamo le basi necessarie per prosperare anche nei tempi più turbolenti. Per fare questo, le organizzazioni devono essere in sintonia con il motivo per cui esistono, con i loro dipendenti e collaboratori, per” servire al meglio” il proprio pubblico.

Come secondo trend possiamo individuare l’Agility. L‘esplorazione su come le organizzazioni possono strutturarsi al meglio per allinearsi alle esigenze degli stakeholders.

A seguire, la Human Experience, cioè come le aziende possono uscire dalla loro mentalità incentrata sull’efficienza, per elevare le esperienze del loro pubblico, della forza lavoro e dei partner commerciali.

La quarta parola d’ordine è Trust. I brand devono essere più responsabili e assicurare che i messaggi trasmessi siano congruenti con le esperienze che offrono: realtà uguale coerenza.

Il quinto caposaldo è la Participation. Alcune aziende leader stanno sfruttando la passione dei clienti per rafforzare le loro strategie di engagement attraverso l’innovation e l’advocacy.

La sesta tendenza è la Fusion. Fa luce su come determinate aziende creative siano andate oltre la mentalità difensive per creare soluzioni più free attraverso nuove partnership, idee dei clienti e Co-Marketing all’interno di ecosistemi digitali.

Dulcis in fundo arriva il Talento. Vedremo come i marketers possono elevare le loro qualità dentro un mondo competitivo, anche nei momenti più difficili.

La Purpose fa la differenza

Purpose , stabiliamo le basi necessarie per prosperare anche nei tempi più turbolenti.

Le aziende sono ora in una posizione unica per affrontare cambiamenti epocali senza precedenti. Navigare in un mondo in continua evoluzione orientandosi sugli obiettivi prefissati è fondamentale per rafforzare la propria community e incrementare il business.

Mentre la maggior parte dei marchi sta ancora riflettendo su come riposizionarsi ed essere utili ai propri stakeholders, alcuni sono già strutturati per rimanere saldi in una dimensione chiave: il loro obiettivo, il motivo per cui sono sul mercato. Queste aziende hanno compreso il motivo della loro esistenza e a chi si rivolgono, indipendentemente da ciò che vendono oggi. Un modus operandi che va oltre il prodotto e adotta un metodo umanistico.

Nell’indagine di Deloitte, su 2.447 consumatori a livello globale, il 79% degli intervistati ha dichiarato che, dal loro punto di vista, brand che hanno risposto positivamente al COVID-19  e sono in linea con la comunità.

In effetti, lo abbiamo visto manifestarsi in differenti modi, ad esempio:

  • Istituzioni finanziarie che hanno sospeso le commissioni di scoperto e rinviato i pagamenti dei prestiti
  • Aziende calzaturiere che hanno donato migliaia di paia di scarpe agli infermieri che curano le loro comunità

Questo avviene quando le risposte di un brand alle crisi sono guidate da uno scopo olistico: collegare al ruolo dell’impresa nella società, il valore.

 

aziende hanno compreso il motivo della loro esistenza

LEGGI ANCHE: Marketing Inclusivo: come abbracciare le diversità attraverso l’advertising

Marketing agile per il nostro mondo sempre più digitale

L’attuale recessione scatenata dalla pandemia è unica, in quanto ha generato cambiamenti rapidi e massicci nel comportamento dei consumatori, portandoli in misura sempre maggiore dai negozi fisici ai canali digitali. Di conseguenza, affrontare la crisi ha richiesto un diverso modus operandi: passare a una strategia di canali digitali agile che soddisfi le esigenze dei clienti.

Nel report di Deloitte, il 58%  degli intervistati è stato in grado di nominare almeno una marca che ha orientato rapidamente la sua offerta per reagire meglio alla “nuova normalità” indotta dalla pandemia.

Il COVID-19 ha anche incrementato l’apprezzamento dei clienti nell’ adozione dei canali online, il 66% delle persone interpellate concorda sul fatto che la crisi sanitaria ha aumentato il loro apprezzamento per le tecnologie ben progettate; Il 63% ha convenuto che continuerà a utilizzare gli strumenti digitali più spesso, anche quando sarà tornata la normalità.

 

L'agilità è un trend del Marketing 2021

Le organizzazioni possono posizionarsi per soddisfare meglio le esigenze dei clienti applicando approcciandosi in questi tre modi:

  • Avere un’immagine chiara del mercato

La base per il Marketing agile spesso richiede una visione organizzativa unica e unificata del cliente. Ciò richiede la progettazione di un  CRM che integri set di dati in un’unica piattaforma, come elementi di un ecosistema: la Customer Data Platorm.

Cosa comporta questo? All’inizio, le organizzazioni dovrebbero sviluppare o adottare una piattaforma che collega i dati da una varietà di canali come l’eCommerce e i social media; dispositivi come laptop, dispositivi mobili telefoni e tablet; e piattaforme come i sistemi di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) per tracciare i percorsi dei clienti. Questo può aiutarli a creare un’esperienza cliente più olistica.

  • Anticipare la conversazione

Per rispondere veramente alla chiamata del cliente, un’azienda deve essere in grado di percepire e comprendere le esigenze di quest’ultimo. Fortunatamente, una Customer Data Platform olistica combinata con tecnologie di “rilevamento predittivo” (alimentato da apprendimento automatico e intelligenza artificiale) rende questo processo possibile per molte organizzazioni.

Per esempio, le capacità di social sensing di Deloitte Digital prevedono dove sono dirette le conversazioni nelle successive 72 ore, consentendo alle organizzazioni di analizzare le conversazioni sul mercato, misurare il sentimento dei consumatori e prevedere dove queste conversazioni possono tendere nei giorni a venire. Questo comportamento può essere specifico come misurare e prevedere il sentiment sui messaggi pubblicitari o determinare dove le persone che sono guarite dal COVID-19 possono essere più aperte a donare plasma contenente anticorpi.

  • Abbracciare il Social CRM

Una volta che hanno capito dove sta andando la conversazione, i professionisti del Marketing hanno a disposizione una miriade di canali per interagire con il loro pubblico.

Al di là dei canali tradizionali come email, carta stampata, TV e social media, esiste un insieme fiorente di canali digitali, sia nei mercati B2C che B2B, che si stanno sviluppando in interi ecosistemi: i CRM sociali. Allo stesso tempo, per interagire meglio con i clienti durante la pandemia, il 67% degli intervistati di C-suite ha affermato di aver aumentato la propria presenza sui social media.

Ora che più aziende, soprattutto in Cina, sfruttano i loro canali social per interagire in modo più ampio e dinamico con i clienti, una nuova serie di casi d’uso sta emergendo attraverso il social CRM.

Allora, cos’è il social CRM? I marchi stanno sfruttando i loro canali social come mezzo per fornire un “servizio individuale”. Prendiamo ad esempio l’azienda B2B Sany Heavy Industry. L’azienda produttrice di macchinari pesanti utilizza piattaforme di social messaging non solo per comunicare novità sui macchinari nel suo catalogo, ma anche per fornire alle parti interessate un modo semplice per programmare un incontro con un rappresentante di vendita.

Avere un'immagine chiara del mercatoSebbene gli esperti di Marketing utilizzino da tempo le piattaforme social per inviare messaggi tramite influencer o opinion leader chiave (KOL), alcuni lo stanno facendo a un micro livello creando KOL virtuali.

Human Experience: invertire il pensiero: dal mercato, alla promozione della connessione umana

Human Experience: Invertire pensiero dal mercato alla promozione della connessione umana

Oggi i valori aziendali devono essere un punto di riferimento per gli stakeholders, non è più tempo di scegliere tra efficienza o esperienza umana, perché nella seconda è insita la prima.

È la scelta tra prendere un volo più economico o uno più sicuro; acquistare abbigliamento con la consegna più rapida o dal fornitore con la catena di fornitura più eticamente progettata; affidarsi a un “robo advisor” per i propri investimenti o dedicare tempo per assicurarsi che i propri soldi siano diretti verso investimenti in linea con i propri valori.

Nel capitolo sulla Human Experience del rapporto di Deloitte si è aperto un focus come le organizzazioni devono pagare il loro “debito di esperienza”. Cioè, quando le organizzazioni progettano il loro futuro digitale per l’efficienza, piuttosto che la connessione umana, si accumula un debito e questo debito può manifestarsi in parte sui risultati, nella mancanza di inclusività e in sentimenti di isolamento sociale.

Quando sono stati intervistati quasi 2.500 consumatori ad aprile, una persona su quattro ha concordato fermamente di essersi allontanata dai marchi che ritenevano agissero per interesse personale. Allo stesso tempo, oltre il 70% ha convenuto di apprezzare le innovazioni digitali che hanno approfondito la loro connessione con gli altri durante COVID-19.

Reinventare le organizzazioni in ottica di umanità

 

Oggi i valori aziendali devono essere un punto di riferimento per gli stakeholders

 

La pandemia può e deve essere un invito all’azione per le aziende a ripensare i propri valori, operazioni e l’intera infrastruttura. È un’opportunità per innovare e ricostruire l’esperienza umana in un modo che risponda alle nostre esigenze collettive. Dunque l’organizzazione deve trasformarsi  in un’impresa più incentrata sull’uomo che il mondo si aspetta.

Perché partire dai valori?

Perché i valori guidano le emozioni e le azioni umane, non sono le cose che vogliamo, ma spiegano perché il novantacinque per cento delle nostre decisioni di acquisto sia guidato da impulsi inconsci, il più grande dei quali è l’emozione. Nel precedente studio di Deloitte, su 16.000 partecipanti, si è scoperto che più della metà di tutte le persone desiderava un’esperienza più “umana” dai loro ambienti virtuali.

E con il passare del tempo, anche queste esperienze virtuali hanno avuto rendimenti decrescenti poiché la tecnologia non è stata in grado di compensare completamente le interazioni di persona. A complicare le cose è il fatto che in passato le organizzazioni facevano affidamento sulle interazioni per rafforzare la connessione umana, mentre le soluzioni digitali new-age sono probabilmente un po’ meno umane. È promettente, tuttavia, che alcune aziende siano state in grado di cambiare direzione e rinnovare rapidamente i propri ambienti digitali per promuovere meglio questa connessione.

Ad esempio, Kenu, un produttore di accessori per smartphone, visitava regolarmente i suoi partner cinesi, il management si recava presso gli stabilimenti di produzione connettendosi con le principali parti interessate. Quando i viaggi furono limitati a causa della pandemia, Kenu trasferì queste visite in un ambiente virtuale. Utilizzando telecamere remote a 360 gradi e una piattaforma di collaborazione denominata Avatour.

Kenu ha continuato a condurre visite regolari dell’impianto con i principali partner commerciali. Un ulteriore vantaggio del passaggio al digitale? Ora possono incontrarsi in qualsiasi momento.

Trust: quando il messaggio si connette alla consegna, la fiducia fiorisce

Trust: quando il messaggio si connette alla consegna, la fiducia fiorisce

 

La fiducia tra brand e pubblico è un punto attualissimo, essa influenza il comportamento delle persone rispetto a 4 correlazioni:

  • umanità
  • trasparenza
  • capacità
  • affidabilità

Quando la fiducia è vista come obiettivo dell’esperienza umana, (HX),  l’umanità e la trasparenza riflettono l’intento, mentre la capacità e l’affidabilità mettono in mostra la competenza.

LEGGI ANCHE: Perché la fiducia può trasformarsi nell’elemento distintivo del tuo brand

Quinto punto, la partecipazione. Ma cosa intendiamo?

La partecipazione del cliente rappresenta sia il modo passivo che attivo in cui le persone interagiscono per influenzare i marchi.

Il contributo del cliente rappresenta il modo passivo con il quale le persone interagiscono per influenzare i marchi

La partecipazione passiva può includere attività a basso impatto e poco sforzo con la quale le persone forniscono feedback (ad esempio, scrivendo recensioni) o discutono di un marchio.

La partecipazione attiva, invece, rappresenta il modo più mirato e coinvolgente con il quale le persone interagiscono con i brand, (ad esempio, co-creazione e sviluppo di contenuti originali ). Come molti potrebbero aspettarsi, le generazioni più giovani interagiscono più frequentemente con le marche. Mentre la generazione Z ,(età 18-25) partecipa all’operato dei brand con un tasso del 73%, la percentuale scende gradualmente al 42% per le persone di età superiore ai 45 anni.

Il divario aumenta soprattutto per le forme di partecipazione più profonde, con solo  il 7 % di persone di età superiore ai 45 anni che sviluppa contenuti originali.

Con l’età cresce anche la passione

Quando è stato chiesto agli intervistati se si impegnassero in queste attività perché erano appassionati di un marca, prodotto o servizio specifico, è stato riscontrato che l’età è altamente correlata alla passione e all’impegno. Cioè, più è alta l’età del soggetto, maggiore è il ruolo che la “passione” gioca nella partecipazione. In tutte le forme di coinvolgimento, la Generazione Z ha convenuto che la passione gioca un ruolo tra il 54% e il 65% delle volte. In confronto, chi ha più di 25 anni ha dichiarato che la passione è rilevante dal 76% all’85% delle volte.

Come molti potrebbero aspettarsi, le generazioni più giovani interagiscono più frequentemente con i marchi.

Motivazioni per la partecipazione: il desiderio di aiutare

Quando è stato analizzato il motivo per cui le persone partecipano, è emersa una tendenza travolgente: le persone sono più motivate a partecipare per aiutare gli altri. Altre motivazioni che spingono a partecipare sono: “voler condividere qualcosa di entusiasmante”, “avere esperienza in un prodotto o servizio” o un “marchio che lancia un nuovo prodotto”.

Fusion: i brand creano esperienze innovative per le persone

Fusion: i brand creano esperienze innovative per le persone

Molte organizzazioni stanno superando la produzione di prodotti e soluzioni puntuali.  I brand stanno puntando a un livello più profondo per capire veramente i bisogni delle persone. Attraverso  queste conoscenze, stanno lavorando per soddisfare i loro bisogni in modo più olistico.

Non si tratta di fare “la stessa cosa, meglio”. Invece, le organizzazioni hanno l’opportunità di re-immaginare completamente le strategie di partnership con l’apertura a soluzioni innovative per le persone.

Soddisfare in modo olistico i bisogni umani richiede spesso un cambiamento di mentalità. Per i marchi, può significare pensare oltre i propri prodotti e servizi e cercare partnership che li mettano in grado di servire meglio i loro stakeholders. I primi giorni della pandemia sono stati utili per incubare molte partnership commerciali creative e inaspettate per vincere nuove sfide.

Consideriamo la svolta di OpenTable, un’applicazione per la ristorazione, che ha stretto nuove partnership con una varietà di catene di supermercati e altre attività essenziali per trasformare la visita a un negozio di alimentari e altri negozi al dettaglio in un evento prenotabile.

Come risultato di questa collaborazione, le persone hanno potuto acquistare in modo sicuro e prevedibile articoli essenziali senza la preoccupazione (o il fastidio) dellea grandi folle. Al di là della pandemia, ci sono molti esempi di aziende che si muovono al di fuori dei loro domini tradizionali per soddisfare i bisogni emergenti, come la collaborazione di ExxonMobil per creare un nuovo ecosistema di assistenza per le auto in Cina.

Passando dal tradizionale B2B a un mercato più orientato al cliente, ExxonMobil ha collaborato con un’azienda tecnologica globale e un marchio locale di assistenza automobilistica per creare una “esperienza di manutenzione dell’auto abilitata digitalmente”.

Una piattaforma di dati creata attraverso l’ecosistema consente ai clienti di ricevere consigli sulla manutenzione e di effettuare prenotazioni online per la manutenzione delle auto; allo stesso tempo, permette alla ExxonMobil non solo di rifornire i veicoli, ma anche di assicurarsi che funzionino in modo sicuro ed efficace.

Fusion significa re-immaginare l’arte del possibile quando un’azienda va oltre le sue quattro mura per innovare e creare per i propri clienti. Mentre il COVID-19 porta l’innovazione digitale in primo piano, i professionisti del Marketing possono aiutare le loro organizzazioni a orientare il loro pensiero dalla “protezione di ciò che hanno” all’apertura di nuove porte, nuove partnership e nuove piattaforme digitali che catturano i cuori e le menti dei loro clienti.

Talent for community

Talent for community

Per affrontare questo ritmo accelerato di cambiamento, i professionisti del Marketing devono portare la trasformazione dei talenti in primo piano nella loro agenda. La trasformazione della tua organizzazione di talenti non è un evento statico. Invece, è un viaggio necessario per ogni team.

Ecco cosa puoi fare:

Punta sulla leadership: potrebbe non esserci momento migliore di adesso per far esprimere i talenti. Tuttavia, sarà difficile farlo se la leadership non supporta il miglioramento delle competenze, quindi parti da lì per questo cambiamento.

Investi su scommesse strategiche: per la maggior parte delle organizzazioni, non è necessario apportare modifiche globali al modello del talento esistente. I Marketing Specialist possono semplicemente modificare il modello attuale “piazzando” scommesse tattiche su alcuni nuovi aspetti.

Inizia valutando dove si trovano i tuoi punti di forza e di debolezza come squadra. Se gli aspetti creativi della tua organizzazione sono per lo più esternalizzati, prendi in considerazione nuovi modelli, come la gig economy, per riportare il vantaggio competitivo all’interno della tua organizzazione. Se i tuoi contenuti sono abbastanza statici, potrebbe avere senso automatizzare il lavoro più ridondante tramite l’AI.

LEGGI ANCHE: Intelligenza Artificiale: i trend 2021 di un mercato in fortissima crecita

• Investire nella cultura: il Marketing può funzionare al meglio quando risponde alle esigenze dei clienti in modo agile. Ciò può richiedere un vero cambiamento nella mentalità culturale, da un’organizzazione a più livelli a una che consente alle persone di muoversi rapidamente e adattarsi alle mutevoli esigenze dei clienti man mano che si presentano. Significa anche incorporare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita come parte fondamentale della cultura aziendale con un focus sull’evoluzione delle competenze man mano che cambiano le esigenze.

Realizzare campagne di successo con le tendenze del 2021 di Pinterest

Pinterest è un luogo dove le persone fanno progetti e prendono decisioni riguardanti i momenti della propria vita, più o meno importanti. Questa attitudine così unica si traduce in una miriade di dati e insight, che i brand possono utilizzare per scoprire le future tendenze di acquisto dei consumatori. Non è una novità che gli insight di Pinterest siano una risorsa importante per gli inserzionisti.

Anche in un anno imprevedibile come il 2020, le tendenze previste da Pinterest si sono avverate nell’80% dei casi, offrendo ai brand dei punti di riferimento per continuare a ispirare i consumatori in un periodo di grande incertezza.

Pinterest Predicts, il report annuo di Pinterest sulle tendenze, offre un’anteprima delle idee che vorranno provare i suoi oltre 450 milioni di utenti mensili nei mesi a venire. Facendo affidamento sugli insight di Pinterest Predicts per le proprie campagne di marketing, i brand hanno la possibilità di mostrare i contenuti più interessanti ai consumatori intenzionati a compiere delle azioni.

LEGGI ANCHE: 5 trend che domineranno i Social Media nel 2021 secondo Hootsuite

Individuare le tendenze più adatte al pubblico

Per ciascuna delle oltre 150 tendenze del report, Pinterest ha analizzato i fattori chiave che contraddistinguono i segmenti di pubblico, con l’obiettivo di individuare i temi più in linea con ciascun gruppo demografico (generazione Z, millennial, generazione X e baby boomer) e offrire insight chiari e fruibili per raggiungerlo.

campagne di successo

Avendo ben chiaro qual è il proprio pubblico target, per i brand diventa quindi più facile identificare le tendenze che interessano a quel gruppo di utenti e ideare campagne perfettamente allineate. Ad esempio, gli utenti della generazione Z si stanno dimostrando sempre più interessati a tendenze di bellezza un po’ eccentriche, come “Sopracciglia tra le righe” e “Bellezza indie”. Qualsiasi brand del settore bellezza o retail che intenda rivolgersi a questo segmento di pubblico, dovrebbe tenere in considerazione questi dati.

I brand dovrebbero quindi adattare i propri contenuti creativi per rivolgersi in modo mirato a questa fascia di giovani utenti e promuovere prodotti e servizi che li ispirino a dare vita a look audaci e colorati.

Sfruttare gli insight più pertinenti nelle campagne di marketing

I brand hanno sempre fatto affidamento sugli insight di Pinterest per progettare le proprie campagne, ma quest’anno abbiamo voluto proporre dei consigli specifici su ciascun tema di Pinterest Predicts per facilitare la creazione di contenuti pertinenti e fruibili, in grado di fare breccia sui consumatori. Grazie a questi consigli, i brand possono capire come sfruttare gli insight di Pinterest nelle campagne in base al proprio mercato di riferimento. 

Ad esempio, una delle tendenze dell’arredamento d’interni per il 2021 è l’angolo ufficio salvaspazio. Questa tendenza è emersa durante la pandemia, come conseguenza della diffusione del lavoro da remoto e dell’esigenza di ritagliarsi dei propri spazi tra le mura domestiche, per esempio trasformando un armadio in un ufficio.

Questo insight specifico rappresenta un’ottima opportunità per i brand del retail e del fai da te, che possono promuovere soluzioni e prodotti per valorizzare gli spazi ibridi della casa, come mobili da ufficio o colori di tendenza per dipingere le pareti.

Inoltre, potrebbe essere utile pubblicare foto del prima e dopo, per aiutare le persone a immaginarsi nei nuovi spazi. Questa tendenza potrebbe interessare anche le società di servizi finanziari, che possono proporre polizze assicurative per i lavori di ampliamento, e i brand di tecnologia e telecomunicazioni, che possono aiutare gli utenti a realizzare postazioni di lavoro connesse e ben equipaggiate.

campagne su pinterest

Soluzioni pubblicitarie basate sugli insight di Pinterest

Pinterest ha lanciato il badge Tendenza, una soluzione per gli annunci che fa leva sui suoi insight e che consente di raggiungere i consumatori con i contenuti più interessanti, in grado di catturare l’attenzione e favorire le azioni. I brand possono diventare proprietari di una tendenza. Ciò viene attestato da un badge con il nome del brand che viene collocato nei contenuti creativi della campagna. Il badge è disponibile esclusivamente su Pinterest.

Un segnale del crescente interesse per gli insight predittivi di Pinterest è la crescita del badge Tendenza di Pinterest, pari a circa l’85% rispetto all’anno precedente. È possibile diventare proprietari di qualsiasi delle oltre 150 tendenze di Pinterest Predicts. Il badge Trend contribuisce a rafforzare la credibilità e visibilità del brand su un insight specifico.

L’elenco completo delle tendenze 2021 è disponibile su pinterestpredicts.com. È possibile applicare dei filtri per selezionare le tendenze in base al settore e al gruppo demografico.

Fiat Panda: la nuova campagna firmata da Leo Burnett che celebra l’auto

Fiat Panda è on air con una nuova campagna che celebra la sua storia social e la capacità innata di mettere in contatto le persone. Capacità che Fiat Panda possiede fin dalle origini nel 1980, ancora prima dell’arrivo dei social network.

La visione di Leo Burnett per Fiat Panda

Lo spot, con uno storytelling originariamente ideato per il mercato italiano, ha avuto un successo oltre le aspettative in Uk dove è on air sui canali digital da dicembre 2020. Dagli inizi di febbraio è live anche in Italia su Youtube, Facebook con pianificazione media curata da Starcom. 

La creatività è firmata dalla sede torinese di Leo Burnett, hub strategico creativo e di coordinamento internazionale per i brand FCA, sotto la guida di Maurizio Spagnulo e la direzione creativa esecutiva di Francesco Martini. 

LEGGI ANCHE: A che punto sono le startup italiane dell’Automotive

La forza della campagna vive nella sua narrazione vincente, nella scelta di raccontare unione, partecipazione e ottimismo, valori universali di cui oggi le persone hanno più che mai bisogno e che sono insiti nel DNA di Panda. 

Le scene dello spot sono studiate per farci riflettere su come Panda sia l’auto che da 40 anni ci accompagna nelle diverse esperienze di vita, da ragazzi e da adulti. Un’auto che è precursore dei tempi e che ancora prima della nascita del digitale è stata capace di unirci per davvero, di farci vivere una vita piena di emozioni e di autenticità, senza filtri social.

tool per clubhouse

15+ strumenti utili per usare Clubhouse da vero PRO (e risparmiare tempo)

Ora che Clubhouse è ormai entrato di diritto tra i social media che ogni giorno impegnano il nostro tempo, diventa utile ottimizzarne l’uso al massimo, considerato che il tempo di permanenza sulla piattaforma continua a crescere costantemente.

Abbiamo già analizzato come  i marchi possono utilizzarlo come canale per tenersi in contatto con clienti, fan e follower senza correre rischi di brand reputation; ora vediamo insieme qualche strumento interessante per velocizzare alcuni passaggi e migliorare l’esperienza d’uso tanto per chi lo usa come amministratore o moderatore, quanto per chi segue le nostre room.

LEGGI ANCHE: Cos’è Clubhouse, il social audio su invito amato da VIP e Venture Capitalist

Monitorare le stanze

tool clubhouse direcon

Direcon permette di monitorare la gestione dei flussi delle room di Clubhouse. L’applicazione consente di ottenere approfondimenti dettagliati sulle tue stanze attuali e passate, e sul tuo pubblico e di semplificare lo streaming con opzioni di moderazione avanzate.

Indirizzi corti e user friendly

clubhouse clublink

ClubLink.to offre un link shortener gratuito che crea immagini di condivisione sociale per gli eventi su Clubhouse.

Ogni immagine include tutti i dettagli importanti dell’evento, l’host-timezone e una pagina personalizzata da condividere con il pubblico potenziale.

Se Clublink non basta

clubhouse clubhype

Se Clublink non ti soddisfa, uno strumento simile è in grado di fornirti un’alternativa valida. Si tratta di Clubhype e e ti permette di creare uno short url dell’evento con un’immagine personalizzata e accattivante da condividere sugli altri social media.

Non perderai più nessun evento con questa agenda

host notes

Host Notes per Clubhouse ti permette di scorrere la lista dei tuoi prossimi eventi Clubhouse, visualizzare l’ordine del giorno delle riunioni, controllare l lista degli eventi passati, recuperare gli articoli di riferimento e anche ottenere riassunti.

Organizza il materiale con semplicità

shorten club clubhouse

Shorten.Club ti permette di tenere tutti i tuoi link e le tue note in un unico posto per condividerli facilmente con la tua comunità Clubhouse. Anche questo tool comprende un servizio per accorciare i link.

Un contorno per la tua immagine

chpic

Inutile negarlo: la caccia al follower è una abitudine, non troppo virtuosa, che ci ha seguito anche su Clubhouse, partendo da Facebook e Twitter e passando per Instagram e TitkTok. Gli ascoltatori delle room tendono naturalmente a seguire più facilmente speaker e moderatori.

Per questo, con Chpic potrai personalizzare la tua immagine profilo con un contorno colorato, magari grigio, che ti faccia apparire agli altri sempre con il microfono aperto.

Comet Events

comet event

Comet Events per Clubhouse offre una funzionalità simile a Host Notes. Crea una pagina di destinazione dell’evento e un calendario per la tua comunità Clubhouse. Permette anche di condividere le note.

Quanto conta quello che dici di te

bio editor

Clubhouse Bio Editor ti permette di modificare la tua bio di Clubhouse comodamente dal tuo browser.

Monitora le statistiche di qualunque profilo

ch blade

Con Ch Blade potrai visualizzare le statistiche di qualunque iscritto a Clubhouse, a patto di conoscerne il nickname. Sarà sufficiente inserire il nome utente all’interno della barra di ricerca e far partire il servizio; l’algoritmo procederà all’analisi e restituirà le statistiche in qualche minuto.

Luma per Clubhouse

luma for clubhouse

Luma for Clubhouse è uno strumento utile per condividere un evento programmato su ClubHouse generando una landing page.

Bio, bio e ancora bio

clubhouse bio xyz

Clubhousebioxyz è un altro tool per personalizzare al meglio la propria biografia e rendersi riconoscibile agli altri utilizzatori del servizio.

Ricevere domande per iscritto anche sul social audio

askclubhouse

AskClubhouse crea una bacheca abbinata a una stanza in cui i partecipanti possono inserire le domande che vorrebbero porre a speaker e moderatori oppure votare quelle inserite da altri. Particolarmente utile in caso di grandi community in cui sia complicato dar voce a tutti.

Trova room interessanti da browser

yoyoclub

YoYoClub permette di ricercare fra le stanze programmate impostando un intervallo di tempo preciso. La ricerca può essere fatta fuori dall’app, quindi comodamente da browser.

Clubhouse per chi non ha un iPhone

simulare clubhouse da web

Jam è un progetto open-source per simulare Clubhouse da web, senza utilizzare l’app

Trovare stanze interessanti

trova room

Con Find ClubHouse si possono cercare le stanze che riteniamo più interessanti, comodamente divise per topic e segnalare le nuove room alla community.

Migliora l’immagine profilo

clubhouse avatar maker

Un altro tool per rendere unico uno degli aspetti più importanti di Clubhouse, la nostra immagine profilo. Con Clubhouse Avatar Maker puoi utilizzare dei template già pre-impostati per personalizzare il tuo avatar. Anche con questo strumento puoi inserire un bordo colorato per differenziare la tua immagine dalle altre.

digital tool

Moderate, Mailoji e FreezingCam: i digital tool della settimana

Il web è un bel mondo, vario, spazioso e, spesso, confortevole. Alcune volte, però, servono pause e strumenti di moderazione per smussare gli spigoli più vivi di internet e tornare a goderselo senza stress.

Può essere utile “freezare” la webcam durante una call troppo impegnativa o rilassarsi sperimentando con strumenti per creare immagini del profilo più fresche e originali.

Questo e molto altro nei nostri digital tool della settimana.

LEGGI ANCHE: Otter, RescueTime e Hashtagify, i digital tool della settimana

Rinnova il tuo amore per i social

tool moderate

Se troll e hate speech sono i tuoi nemici quotidiani, puoi provare a migliorare la tua esperienza sui social media attraverso Moderate. Si tratta di un semplice strumento di moderazione basato sull’AI, che consente di decidere quali contenuti vedere nel tuo feed. Puoi provare subito a chiedere un invito per la versione beta.

Chat Audio più professionali

tool clubhype

 

Se Clubhouse è la tua nuova passione, non puoi perderti clubhype.io. Ti permette di avere anteprime social e landing page perfette per gli eventi sul social del momento.

Trucchetti per video call

tool freezing cam

Se una videochiamata mette davvero a dura prova la tua resistenza, puoi provare FreezingCam. Si tratta di un’app che ti permette di “congelare” la tua webcam di proposito. Tra le opzioni, anche la possibilità di riprodurre un video al posto della tua webcam in diretta.

Più colore negli indirizzi email

mailoji

Gli indirizzi email sono tutti uguali e spesso noiosi? Con Mailoji puoi personalizzare il tuo indirizzo inserendo all’interno una simpatica emoji. Utile per condividere il proprio riferimento nelle bio dei diversi social media.

Personalizzare le immagini del profilo

tool hotpot

Sgranate, sfocate o semplicemente troppo banali. Le immagini dei profili che utilizziamo sulle diverse piattaforme hanno un solo scopo: renderci unici e distinguerci dagli altri visivamente, in modo che i nostri contatti ci riconoscano al volo. Ora è più semplice hotpot.

 

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Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0

Bentrovati a questo nuovo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja, il nostro obiettivo è condividere con voi insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento.

Per questa puntata abbiamo cambiato lo scenario, il tema è la Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0.

Mirko Pallera, founder di Ninja, ha intervistato Gian Luca Comandini, direttore The Blockchain Management School.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cos’è la Blockchain: min 06,20
  • Come funziona Bitcoin: min 09,50
  • Cosa sono gli Smart Contract: min 16,55
  • Differenze tra Web 2.0 e Web 3.0: min 20,30
  • Cos’è Ethereum 2.0 e cosa rende possibile: min 26,26
  • Quali nuovi prodotti e opportunità per il marketing: min 33,50

NeN

La trovata di NeN: lancia un concorso ma il premio lo decidono i partecipanti

NeN, la startup EnerTech per la fornitura di luce e gas, ci ha abituato a uno stile comunicativo sempre molto diretto, con un approccio creativo e un linguaggio decisamente non convenzionale.

In questo caso, ha deciso di lanciare un concorso a premi riservato ai suoi clienti. Ideato insieme all’agenzia DUDE, parte il 16 febbraio e finisce il 14 marzo 2021, e sarà supportato da una campagna di comunicazione social, display e influencer.

Perché ne parliamo qui? Perché “la trovata” di NeN non riguarda particolari forme di partecipazione, articolate challenge a cui sottoporsi o restrittivi criteri da soddisfare per aggiudicarsi la vittoria. L’aspetto non convenzionale di questo contest è tutto nel premio.

In effetti, capita spesso di imbattersi nei cataloghi delle catene di supermercati che offrono “i soliti regali” per le raccolte punti o per l’uso di carte fedeltà. L’ennesimo frullatore, il set di bicchieri, il plaid con il cagnolino. NeN ha cambiato rotta: “Ci siamo appena conosciuti: sarebbe presuntuoso, da parte nostra, scegliere un premio al posto tuo“, si legge sulla pagina web dell’inziativa.

NeN concorso

Il premio lo decidi tu

Si tratta del primo concorso in cui il premio viene deciso proprio dai partecipanti. La campagna si chiama, infatti, “inserisci il tuo premio qui” e, in maniera perfettamente coerente con la comunicazione trasparente dell’azienda, permette ai suoi clienti di partecipare scegliendo un qualsiasi tipo di premio, un prodotto, un servizio o un’esperienza del valore di 1000 euro (comprese eventuali spese di consegna o spedizione).

Non c’è molto da aggiungere, in realtà: la chiarezza dell’iniziativa non lascia spazio a ulteriori regole e il singolare approccio al tema risulta più interessante del concorso stesso. Sarà infatti sufficiente compilare il form presente sul sito allegando una foto o una descrizione del premio che si desidera, per partecipare all’estrazione.

A supporto dell’iniziativa, anche un hashtag dedicato (#ilmiopremioqui) e un filtro per Instagram.

L’iniziativa è però riservata esclusivamente alle persone che hanno già un contratto di fornitura con NeN (o che lo avranno al momento dell’estrazione, il 14 aprile). L’obiettivo è quindi anche l’acquisizione di nuovi clienti.

Si può anche fare beneficenza

Partecipare a un gioco a premi può sicuramente essere divertente, anche se in realtà non si desidera nulla di particolare, al momento. Si può però cogliere l’occasione di aiutare qualcuno che si trova in difficoltà: in questo caso, infatti, la differenza di valore tra il premio scelto e i 1000 euro del budget previsti per ogni estratto, saranno devoluti al Banco Alimentare, un’associazione che si occupa di raccogliere alimenti per donarli ai più bisognosi. Più è basso il valore del premio, più alta sarà la beneficenza: in teoria sarà possibile “vincere” soltanto un caffè e devolvere quasi la totalità dell’intero premio all’associazione.

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La crescita di Impossible Burger, la carne vegetale finanziata anche da Bill Gates

  • Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori, raccogliendo finanziamenti per 1,3 miliardi di dollari
  • Grazie al via libera dell’FDA, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food 
  • L’obiettivo di Patrick O’Brown è eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali

Ormai è chiaro che l’allevamento, specie quello intensivo, è uno dei settori che inquina di più e concorre in misura importante al cambiamento climatico, con ingenti emissioni di gas ad effetto serra; secondo la FAO, oltre il 18% del totale.

Ma il problema è anche un altro: l’allevamento, tradizionalmente inteso, è un sistema inefficiente.

Il bestiame allevato, infatti, consuma molte più calorie, derivate dall’assunzione di mangimi e foraggi vegetali, di quante realmente ne produca sotto forma di carne, latte e uova.

Senza contare le sofferenze a cui, molto spesso, sono costretti gli animali.

In prospettiva di un rapido e consistente aumento demografico soprattutto in alcuni Paesi del mondo, è opportuno trovare soluzioni alternative, più sostenibili.

Accanto al consumo di insetti, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, parte della soluzione può essere rappresentata dai plant-based foods, cioè gli alimenti a base vegetale.

Impossible Foods, la start-up che piace ai grandi investitori

In questa giovane categoria, rientra anche il “burger” di Impossible Foods, la startup californiana che dal 2011 fa parlare di sé grazie ai suoi prodotti “impossibili”.

Fondata da Patrick O. Brown , esperto biologo molecolare e tra gli inventori dei microarray di DNA, con l’obiettivo di creare un sostituto della carne che fosse appetibile anche ai “carnivori”, Impossible Foods ha rapidamente conquistato l’attenzione di Bill Gates e altri grandi investitori (Katy Perry, Serena Williams, Jay-Z e altri), raccogliendo finanziamenti per circa 1,3 miliardi di dollari, di cui 700 milioni solo nel 2020.

A quanto pare, ad aver decretato l’immediato successo dell’Impossible Burger è stata la leghemoglobina: una proteina batterica rossastra derivata dalle radici della soia transgenica, ora sintetizzata artificialmente in laboratorio grazie ad un lievito ingegnerizzato che, utilizzata come additivo, conferisce al burger caratteristiche del tutto simili a quelle della carne di manzo, sia in termini di consistenza che di odore e sapore. Sembra che sia in grado di apportare anche un aroma metallico e sanguigno, proprio come quello della vera carne.

Lo straordinario effetto è da ricondursi alla presenza del complesso ferro/porfirina chiamato, appunto, eme, lo stesso che ritroviamo nell’emoglobina animale, dove espleta la funzione di “trasportatore d’ossigeno”, conferendo al sangue il tipico colore rosso granato.

Tuttavia, l’esultanza è durata poco.

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Dopo i dubbi sulla tossicità della leghemoglobina, ok al commercio dall’FDA

La Food and Drug Administration (FDA), infatti, ha voluto vederci chiaro, ipotizzando che la leghemoglobina potesse dar luogo a delle reazioni allergiche nei soggetti più sensibili.

Così, per scongiurare ogni dubbio, prima di validare l’immissione sul mercato dell’Impossible Burger, ha caldamente invitato l’Azienda di Redwood City ad eseguire dei test di approfondimento.

In risposta all’FDA, la start-up ha eseguito un esperimento sui ratti, facendo consumare loro un quantitativo di leghemoglobina 200 volte superiore a quello consigliato ad un essere umano.

Successivamente, i dati e i risultati sono stati inclusi in un dettagliato documento, il cui riassunto spiccio è questo: “Sui ratti non abbiamo evidenziato reazioni allergiche o effetti riconducibili ad una potenziale tossicità della leghemoglobina, nemmeno a fronte di una somministrazione massiccia di additivo. Ciò ci fa presupporre che l’eme degli Impossible Burgers sia molto simile, se non addirittura identico, a quello che gli esseri umani consumano da migliaia di anni”.

Il report di Impossible Foods , seppur privo di analisi sugli effetti dell’eme a lungo termine, è riuscito a convincere la FDA, tanto che dopo pochi mesi ha ricevuto il via libera alla commercializzazione anche nei supermercati. In alcuni ristoranti, infatti, l’Impossible Burger era già presente, grazie al “trucchetto” della classificazione GRAS (Generally Recognized as Safe) con un solo vincolo: la leghemoglobina non può superare lo 0,8% del peso del prodotto finale.

Il profilo nutrizionale dell’Impossible Burger non convince gli esperti

Quali ingredienti contiene esattamente l’Impossible Burger? Secondo la nuova ricetta, presentata al CES 2019, i componenti del prodotto sono questi: acqua, concentrato di proteine della soia, olio di girasole, aromi naturali, proteine di patate, metilcellulosa, estratto di lievito, destrosio coltivato, amido alimentare modificato, leghemoglobina di soia, sale, isolato di proteine di soia, tocoferoli misti (vitamina E), gluconato di zinco, cloridrato di tiamina (vitamina B1), ascorbato di sodio (vitamina C), niacina, cloridrato di piridossina (vitamina B6), riboflavina (vitamina B2) e cobalamina (vitamina B12).

Un quadro nutrizionale che ha sollevato non poche perplessità: se da un lato l’Impossible Burger è positivamente privo di colesterolo e decisamente meno calorico rispetto ad un classico hamburger di manzo che contiene circa il 60% di grassi saturi in più, apporta meno proteine e meno ferro.

L’Impossible Burger conquista ristoranti e supermercati, anche in Oriente

Tuttavia, nonostante lo scetticismo di alcuni e il silenzio dell’AIRC, grazie a questa prima autorizzazione, l’Impossible Burger è oggi disponibile sugli scaffali dei più grandi supermercati statunitensi e appare sul menù di migliaia di ristoranti e fast-food (da Burger King a White Castle), anche ad Hong Kong, Singapore, Macao e in altre grandi e ricche metropoli.

Una corsa all’acquisto dettata da un lato dalla curiosità del primo assaggio e dall’altro dalla necessità di guardare ad un futuro più sostenibile. Patrick O’Brown, in un recente report dal titolo incisivo “Turn Back the Clock” ha dichiarato: “se avessimo a disposizione una bacchetta magica e potessimo far scomparire l’industria dei cibi animali, otterremmo immediatamente due cambiamenti fondamentali per la riduzione dei gas serra: da una parte, il contenimento delle emissioni di gas metano e, dall’altra, il recupero della biomassa”.

Così i plant-based foods riducono l’impatto ambientale

E, a supporto della propria tesi, ha riportato i calcoli relativi alla produzione dell’Impossible Sausage – uno dei prodotti di punta dell’Azienda.

In particolare, il processo produttivo:

  • Genera il 71% in meno di gas serra;
  • Richiede il 41% di terreno in meno in un anno;
  • Ha un’impronta idrica inferiore del 79%;
  • Genera il 57% in meno di eutrofizzazione acquatica.

Dati che lasciano poco spazio ad obiezioni. Il mercato delle salsicce vegetali, secondo le stime, toccherà un valore di 6,3 miliardi di dollari entro il 2028, segno che è aumentato anche l’interesse delle persone verso i cibi plant-based.

Dunque, quella che fino a ieri era un’utopia, potrebbe presto diventare realtà, avvicinando Patrick O’Brown al suo sogno: eliminare tutti i prodotti di origine animale entro il 2035, sostituendoli con alternative 100% vegetali.

Banca Sella lancia la “Sella Data Challenge”, una competizione rivolta a startup e scaleup

Una competizione rivolta a startup e scaleup fintech per individuare nuove soluzioni che, attraverso l’utilizzo e l’analisi dei dati, consentano di personalizzare l’offerta di prodotti e servizi ai clienti. È Sella Data Challenge, l’innovativa iniziativa lanciata da Banca Sella nell’ambito della propria strategia di open innovation che vede la banca collaborare con le realtà digitali al fine di co-creare nuovi prodotti e servizi, grazie anche alle piattaforme di open banking che permettono di accedere alle informazioni relative ai conti attraverso API (Application Program Interface). La “Sella Data Challenge” è organizzata in collaborazione con il Fintech District.

L’ottimizzazione del processo di valutazione del lifetime value, un indicatore chiave per l’analisi del comportamento di acquisto dei clienti, o l’adozione di nuovi modelli di pre-scoring, ossia di valutazione preventiva nelle richieste di finanziamento, sono solo alcuni degli esempi di processi che possono essere innovati grazie ad un migliore utilizzo dei dati e sui quali i partecipanti alla challenge potranno lavorare.

La sfida di Sella Data Challenge

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Startup e scaleup potranno quindi mettersi in gioco per elaborare nuove soluzioni partendo dall’analisi dei dati dei clienti, messi a disposizione in forma anonima da Banca Sella sulla “data sandbox” di Fabrick, piattaforma di open banking su cui la banca ha pubblicato le proprie API. Si tratta di un vero e proprio ambiente di test e sviluppo, coerente con le normative a tutela della privacy, che consente ai partecipanti di accedere al portale, visualizzare i dati che sono stati resi anonimi e che possono essere quindi utilizzati per effettuare le analisi desiderate. 

I partecipanti selezionati avranno due mesi e mezzo di tempo, a partire da metà marzo 2021, per realizzare e presentare la loro idea, attraverso un prototipo funzionante, una demo, una applicazione o semplicemente un “proof of concept”. Durante la challenge saranno supportati settimanalmente da un team di professionisti di Banca Sella, Fintech District e Fabrick, che li aiuteranno nello sviluppo del loro progetto.

L’adesione

La candidatura alla challenge dovrà essere inviata entro il 15 marzo 2021 utilizzando il portale dedicato, illustrando la propria idea sull’utilizzo dei dati e il progetto che si vuole sviluppare. Le idee raccolte verranno poi selezionate in base al loro potenziale sul mercato, al contributo innovativo nella gestione dei dati e alle reali potenzialità di sviluppo dell’idea presentata. I partecipanti riceveranno le credenziali per accedere alla “data sandbox”. Alla fintech che si aggiudicherà il primo posto verranno riconosciuti 15mila euro per sviluppare e testare con Banca Sella la soluzione individuata.

Starlink, la connessione internet satellitare di Elon Musk apre in Italia. Copertura entro il 2021

Countdown in Italia per la connessione satellitare ideata Elon Musk, Ceo di Tesla e SpaceX. Il servizio di connettività internet Starlink, costituito da una costellazione di migliaia di satelliti miniaturizzati, ha aperto il pre-order anche nel nostro Paese, secondo il criterio dell’ordine di arrivo “first come, first served”, che dovrebbe garantire la copertura entro la seconda metà del 2021.

L’internet satellitare a banda larga ad alta velocità e a bassa latenza, che si prefigge di raggiungere le aree del globo e le comunità rurali più remote con un segnale ultraveloce, superando i limiti dell’infrastruttura terrestre tradizionale, continua a crescere. Prenotazioni in tutto il mondo, sebbene le trattative per l’autorizzazione siano ancora in corso, sia in Europa che in Italia.

 

Un nuovo business per le imprese

Liberalizzazione e bassa orbita sono le chiavi di volta che hanno aperto il mercato ai privati, secondo Gianluca Dettori, presidente di Primo Miglio Sgr, venture capital che tra i suoi fondi attivi registra anche Primo Space, start up del settore spaziale.

«Il rischio di un’oligarchia nelle connessioni satellitari, con il potere concentrato nelle mani di pochi? È ciò che accade per le frequenze terrestri. Esiste un limite di satelliti nell’orbita bassa per la gestione in sicurezza e il numero di satelliti Starlink è talmente ampio da colmarlo. Il problema reale è che nello spazio non c’è normativa, è il far west, terra di nessuno. Come si può garantire l’economia spaziale, come accade per le frequenze? Come facciamo a tutelare l’ambiente dal rischio dei rifiuti spaziali? Sono tante le nuove sfide e gli interrogativi. In Lussemburgo si sta tentando di costruire un corpus normativo, un framework di carattere legale. L’Italia, 34esimo mercato al mondo, è più dura nell’accogliere i nuovi trend. È il regolatore, l’agenzia spaziale, che può generare innovazione ed aprire nuovi settore di business”.

Come prenotarsi per la copertura internet satellitare

“First come, first served”: è il criterio “dell’ordine di arrivo” a regolare la prenotazione del servizio internet di Starlink di SpaceX, disponibile in numero limitato.

Molto semplice la procedura di pre-order: basta aprire l’home page del sito Starlink, inserire il proprio indirizzo email e quello della propria abitazione per verificare l’eventuale futura copertura della zona. Cliccando poi sull’icona “order now”, è possibile accedere al form di compilazione.

I costi

Il costo per l’internet satellitare di Elon Musk prevede 499 euro per la strumentazione hardware e il kit di collegamento necessario (modem, parabola da installare all’esterno dell’abitazione, router e alimentatore), che viene spedito da Starlink al domicilio dell’utente con l’esborso di ulteriori 60 euro per la consegna. Il costo mensile prevede una quota di 99 euro al mese (o 99 dollari altrove). A ciò si aggiungono 99 euro da pagare all’atto della prenotazione: cifra rimborsabile, nel nostro caso di mancata attivazione entro i 6 mesi successivi alla prenotazione o di ripensamento dell’utente.

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Satelliti, quindi, come alternativa ai cavi e alla fibra ottica, o all’ormai obsoleta adsl. Incoraggiante la fase beta di test del servizio, a cui hanno aderito circa 10mila utenti, per lo più nordamericani, con risultati con ampi margini di miglioramento. L’obiettivo di Elon Musk e SpaceX, infatti, è lanciare in orbita 4.400 satelliti entro il 2024, realizzando una velocità di connessione, al massimo delle sue prestazioni, di 1 Gbps (1 gigabit per secondo), ma questo risultato sarà raggiunto solamente nel 2024.

Allo stato attuale, Starlink sta dimostrando di poter fornire connessioni con velocità superiori a 100 megabit al secondo, mentre in upload sfiora i 20 megabit al secondo, con meno di 31 millisecondi di latenza in arrivo e in uscita. La copertura non è attualmente sufficiente a coprire il continente europeo, sebbene l’espansione in Europa sia tra le previsioni di SpaceX. Nel Regno Unito l’Ofcom (l’autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione) ha approvato Starlink, ma è indispensabile la licenza per operare nei singoli Paesi. Le procedure burocratiche sono in stato avanzato in Messico, Germania, Grecia, Francia, Australia, Argentina e Cile. In fase iniziale, ma comunque attivate, in Austria, Spagna, Italia, Irlanda, Nuova Zelanda, Filippine, India, Giappone, Sud Africa, Colombia, Brasile e Caraibi.

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Le potenzialità del satellite

«La space economy è una grande opportunità. Il 95% della superficie terrestre non è coperta da connessione internet – continua Gianluca Dettori – Si pensi ai mari e agli oceani. Il satellite offre vantaggi enormi e grandi potenzialità. All’inizio andranno indirizzati alcuni segmenti del mercato digitale. Di sicuro la telefonia non sarà l’unica soluzione possibile, ma saranno tante le applicazioni. La connessione in rete attraverso il satellite non serve per scaricare un video da YouTube sulla cima dell’Himalaya, ma sarà funzionale, ad esempio, per collocare sensori di temperatura per la verifica dell’avanzamento dello scioglimento dei ghiacciai».

 

«La tecnologia cambia, si evolve, viene inventata, ma occorre trovare la maniera per pagarla. I costi per la strumentazione o la connessione posso apparire alti, eccessivi per i singoli utenti, ma sono irrisori se rapportati, ad esempio, alle grandi navi che circolano negli oceani ed hanno urgenza di telecomunicazioni. L’analisi dell’andamento digitale dimostra quanto ognuno di noi si colleghi al satellite attraverso al Gps almeno 30-40 volte al giorno».

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L’evoluzione della infrastruttura tecnologica

E sull’evoluzione delle telecomunicazioni aggiunge: “Lo spazio potrà apparire evocativo, ma nel campo delle comunicazioni siamo in una fase di cambiamento tecnologico. Prima un satellite pesava tonnellate, oggi contiene telecamere miniaturizzate da 300 megapixel, componenti tra le maggiori tendenze dell’industria satellitare attuale. Ci sono nuovi satelliti in orbita, in Europa abbiamo le infrastrutture Copernico e Galileo come riferimento, determinanti per il GNSS (l’evoluzione del Gps), essenziale nella gestione delle auto a guida autonoma, compatibili con il traffico urbano. La tecnologia è un insieme di infrastruttura e servizi: la copertura satellitare del globo è uno dei cicli».

I big data della Space Economy e il loro valore

Non solo satelliti in orbita, perché nella new space economy ruolo centrale sarà svolto anche dai sistemi infrastrutturali terrestri per la ricezione dei dati.

«La vera opportunità per i marketer e per le start up, spesso sottovalutata, è che i satelliti raccolgono migliaia di dati sul pianeta terra – conclude Dettori – Informazioni preziose per definire comportamenti, andamenti, movimenti, tendenze, aggregazioni, in formato open source. Un database immenso di cui poter disporre e da analizzare. Una risorsa incredibile».