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Il Flywheel Model cambierà per sempre il tuo modo di approcciarti al marketing

  • Flywheel Model, il nuovo modello di crescita aziendale in cui le strategie di Inbound Marketing e le persone sono il fulcro.
  • E il Funnel Model? Non va in pensione, ma si focalizza sull’analisi e sulla gestione delle singole fasi aziendali.

 

Flywheel Model, il cosiddetto “modello volano”, una rivoluzione che per i marketer più tradizionalisti sarà sconvolgente. Non perché rappresenta un nuovo modo di vedere e di concepire il cliente come centripeto per la forza e la crescita del business, ma perché mostra quanto il più studiato Funnel Model vada in parte superato, o meglio confinabile alle singole fasi decisionali aziendali.

In pratica, per semplificare il concetto potremmo dire che, più Funnel Model insieme creano una base solida per il più moderno Flywheel Model.

Flywheel Model vediamolo nel dettaglio

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Iniziamo con una definizione, “Flywheel Model è un modello per la crescita del business che si concentra sull’utilizzo dello slancio dei clienti soddisfatti per guidare le referenze e le vendite ripetute”.

Hubspot, la famosa società statunitense specializzata in marketing per le vendite e il servizio clienti, è così che definisce il modello volano, ossia un modello per il quale i clienti soddisfatti e fedeli sono la forza centrale che fanno crescere il business.

Rendere felice e fedele il cliente, spinta del nostro volano di crescita, deve essere l’obiettivo principale della strategia e del team. E solo un team coeso può dare al cliente, ormai diventato potente e selettivo nel suo processo decisionale, l’esperienza che desidera e l’attenzione che merita.
A differenza di quanto accade nel Funnel Model in cui il cliente entra dall’alto, percorre tutto il percorso verso il basso e, una volta fuori, ha concluso il suo processo di acquisto; nel modello volano il cliente non esce mai, ma la sua esperienza positiva lo riporta all’inizio del processo oltre che coinvolgere nuovi potenziali clienti con passaparola e recensioni positive.

Ma quindi come funziona?

Il Flywheel Model si basa su 3 aspetti fondamentali: quanto veloce va, quanto attrito ha e quanto grande è.

  1. La velocità, più il modello gira veloce più è in grado di produrre energia di crescita per l’azienda. La velocità viene incrementata man mano che il team va ad intervenire su quegli aspetti di maggior impatto sulla soddisfazione dei clienti, come, ad esempio, campagne di inbound marketing dedicate, un customer service efficiente o iniziative volte ad incrementare il passaparola;
  2. L’attrito, per definizione, è quella forza che rallenta il modello e si manifesta, soprattutto, in ambito del team: un team poco coeso e che ha difficoltà a condividere le informazioni distoglierà l’attenzione dal cliente e quindi diminuirà la velocità di rotazione del modello;
  3. Grandezza intesa come numero di soggetti e clienti, anche potenziali, che il volano è in grado di attrarre. Più questo sarà grande più il business aziendale avrà successo.

Quindi: le persone sono al centro,  Non si tratta però solo dei clienti, ma anche del team inteso come primo vero brand ambassador.

Ora passiamo alla pratica.

Strutturare un Flywheel efficace è questione di regole e tecnica, poi la componente umana sarà quella che lo farà girare se guidata al meglio.

Bisogna innanzitutto partire dalle fasi strutturali base che spaziano da come attirare il cliente a come farlo acquistare e diventare brand ambassador.

Per attirare il cliente potenziale verso la nostra azienda è necessario farsi notare, partendo, per esempio, da un sito internet ottimizzato e con user experience spiccata, oltre a pensare a prove gratuite di prodotto o di servizio, insieme ad una pubblicità targettizzata.
Una volta che abbiamo l’attenzione del nostro potenziale cliente è necessario trasformarlo da potenziale ad effettivo, portarlo quindi ad acquistare. Per fare questo si può pensare a strumenti come il miglioramento del percorso d’acquisto, a delle offerte dedicate come sconti sul primo acquisto accompagnato all’iscrizione alla nostra newsletter attraverso la quale continuare ad inviare pubblicità mirata.
Il cliente ha comprato, per la prima volta, quindi il primo passo è compiuto (top), ma adesso la partita si sposta su farlo acquistare di nuovo e far sì che parli di noi, positivamente, con la sua rete di amici e contatti. Ecco quindi che scende in campo il servizio di customer care e di post vendita in cui l’azienda si mette a disposizione del suo cliente per aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo di acquisto facendolo sentire importante ed al centro del suo processo di acquisto.

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Una volta gettate le basi per la costruzione del modello è necessario pensare alle metriche di misurazione della sua efficacia sia per ogni fase, sia del modello in toto per andare costantemente a fare manutenzione sul modello e sulla sua efficacia.
Si parla quindi di CRO test (Conversion Rate Optimization Test): test in grado di valutare l’efficacia degli strumenti di marketing e delle campagne studiate per andare a modificare o concentrare la strategia su quello che si è dimostrato più o meno efficace.

Infine la tanto nominata frizione, ossia la forza che rallenterebbe il volano. È necessario individuare le fasi deboli del nostro modello e lì concentrarci. Le campagne marketing, il team, la comunicazione o il servizio clienti possono essere alcuni degli esempi nei quali individuarle.

Ma questo blasonato Flywheel Model funziona davvero?

Ecco alcuni dati: il 57% dei processi di acquisto in ambito B2B si conclude prima di arrivare al contatto con la forza vendita e l’81% dei clienti basano la loro decisione sulle recensioni di altri compratori o di amici e parenti.

Dunque anche i dati confermano che un team efficace ed un cliente soddisfatto portano a un volano di successo.

Funnel Model vs Flywheel Model, perché l’innovazione funziona

Da sempre, chi ha studiato marketing lo sa bene, il Funnel Model è stato il pilastro del marketing e delle vendite, un percorso a fasi che conduce il potenziale cliente attratto da campagne di Outbound Marketing e che lo trasforma in un acquirente vero e proprio, ma che fuori dall’imbuto chiude il suo percorso di acquisto.

Nel nuovo Flywheel Model, al contrario, il cliente non è un semplice acquirente, ma un soggetto in grado, con il suo potenziale di acquisto, di guidare le scelte di business, consapevole di questo super potere: il consumatore, oggi, basa le sue scelte su recensioni e ricerche online fatte in prima persona ed è in grado, dall’altra parte, di influenzare gli altri, ecco perché in questo ultimo decennio il cliente è considerato un vero e proprio pilastro di crescita e sviluppo.

È quindi giusto dire che oggi il modello di crescita che la tua azienda dovrà adottare è quello a volano. Ma no panic, gli imbuti non scompaiono, solo devono essere applicati a quelle fasi dove davvero possono fare la differenza ossia i singoli processi aziendali, come quello di vendita, ad esempio.

In questo processo infatti, mappare le singole fasi attraverso cui il cliente viaggia può aiutarti a capire se e quale fase è farraginosa o complicata e quindi andare a mettere in atto manovre correttive specifiche come ad esempio migliorare l’efficacia del team vendita soprattutto nella fase pre vendita oppure rinforzare il customer care per incrementare il numero di referral o di brand ambassador.

Il Funnel Model, quindi, può aiutarti ad analizzare i diversi processi aziendali e creare un team coeso che abbia focus sui processi e obiettivi aziendali, persone in grado di coinvolgere altre persone (il target).

Possiamo quindi pensare ad un Flywheel Model come un vero e proprio volano meccanico i cui ingranaggi sono composti da Funnel Model specifici per ogni fase del processo di acquisto.

Come abbiamo già detto, la sostanziale differenza tra i due modelli sta nel fatto di come il cliente venga considerato; il prodotto, infatti, non basta più.

Nel Funnel Model il cliente è considerato come soggetto passivo, tramite outbound marketing il target viene bombardato in massa da messaggi pubblicitari e da comunicazioni in quanto il brand ha l’obiettivo di farsi conoscere da più pubblico possibile che sia in target o meno. Se è interessato ai nostri messaggi allora entrerà nel Middle of Funnel dove la nostra azienda viene paragonata ad altre della lista e il nostro futuro cliente sta ancora capendo se facciamo per lui o meno. Alla fine dell’imbuto troviamo i superstiti, ossia coloro che ci hanno scelto come soluzione, ma che ci abbandoneranno tanto in fretta quanto velocemente sono entrati.

E questo è il vero limite: non esiste una fase che punta al post vendita e a creare conversazioni intorno al brand.

Nel Flywheel Model, invece, il target cliente è il centro del modello, dai suoi acquisti, consigli e passaparola dipenderà il successo del nostro brand. Ecco quindi che il servizio di customer care non può assolutamente fallire.
Il cliente viene quindi attirato con un marketing che è diventato inbound, quindi targhettizzato, dopodichè viene coinvolto dal brand che gli offre informazioni di prodotto o su se stesso per cercare di instaurare un meccanismo di fiducia e infine cerca di fornirgli la miglior esperienza di acquisto che abbia provato, così che possa parlare bene di noi alla sua cerchia e portare nuovi clienti.

Outbound ed Inbound Marketing, due modelli a confronto

Pensatela come “ad ogni marketing il suo modello”, quindi outbound marketing e funnel model sono la prima coppia e inbound marketing e flywheel Model la versione più moderna.

Per Outbound Marketing si intende quel marketing di massa, “spinto” verso il cliente attraverso i media più classici come la stampa e la tv che interrompono l’attenzione di un target considerato passivo. Ecco quindi che con un target così si è pensato ad un modello a sua volta passivo, dove il cliente attirato all’interno dell’imbuto prosegue la sua esperienza verso il basso e in cui, una volta uscito, non viene considerato come possibile forza di crescita dell’azienda stessa.

Con l’avvento del marketing digitale, invece, il consumatore accresce il suo potere e cambia di ruolo, da passivo ad attivo e selezionatore di contenuti e brand da cui lasciarsi interrompere lasciando anche un contributo verso la sua cerchia con recensioni e feedback. Le aziende, quindi, pensano a un marketing più targettizzato e in grado di fornire contenuti di valore al loro fruitore. Si parlerà quindi, anche, di Flywheel Model, il modello volano in cui il consumatore è la forza di crescita (o di decrescita) del modello stesso e di conseguenza dell’azienda a cui si riferisce.

In particolare in relazione all’Inbound Marketing applicato al modello volano si studieranno campagne marketing in grado di alimentare l’attenzione del cliente in ognuna delle tre fasi fondamentali:

  • Attract, creo contenuti e conversazioni interessanti;
  • Engage, costruisco relazioni durature con il mio target;
  • Delight, delizio il mio pubblico con un’esperienza unica e tailor-made.

Alcuni esempi di strategie possono essere:

  • Fase attrattiva (attract): articoli propri su blog o social media, usare dei testimonial, ottimizzare i nostri contenuti per la SEO e le ricerche online
  • Fase di coinvolgimento (engage): mostrare all’utente perchè siamo la scelta per lui e che vantaggi avrebbe scegliendoci anche attraverso delle chiamate dirette, ma studiate a tavolino e che non sembrino le classiche chiamate da Call center
  • Fase di soddisfazione (delight): customer care anche online, canali per feedback e supporto anche su Facebook o Whatsapp, dare risposte tempestive

Con il cambiamento di modello cambiano anche le logiche dei team verso il cliente, se prima i venditori erano le figure chiave per trattenere un consumatore, oggi tutto il team deve essere in grado di attrarre e fidelizzare il cliente, ma ancor più importante è il servizio post vendita e customer care.

Se nel Funnel Model, insomma, era l’inizio del percorso la tappa più importante, con il Flywheel Model avviene tutto il contrario, è la fine quella che conta.

natale 2020

Natale 2020: tips per una strategia efficace durante la pandemia di Covid19

  • Il 44% dei consumatori prevede di spendere più o meno la stessa cifra degli anni scorsi per gli acquisti di Natale 2020.
  • Il 58% dei consumatori preferisce fare acquisti online piuttosto che in negozio, in particolare la Generazione Z (52%).
  • Una media del 74% degli acquirenti globali cerca regali per se stesso durante le festività natalizie, oltre che per gli altri.

 

Sentite anche voi nell’aria quel profumo di biscotti allo zenzero? Avete già sentito passare alla radio “All I want for Christmas is you”? State cercando di ricordare se le decorazioni sono chiuse in cantina o in garage?

Se la risposta è sì, allora ci siamo: è arrivato il momento di prepararsi al Natale!

Sicuramente state pensando “ma mancano ancora due mesi” però sappiate che, per un marketer, questo è il momento giusto per progettare la campagna natalizia

Una campagna che, quest’anno, sarà ancora più difficile da pianificare per colpa dei continui cambiamenti causati dalla pandemia di Covid19, che rendono incerto il futuro di tutti, dai consumatori ai brand.

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Da dove iniziare?

Prima di tutto, è fondamentale analizzare i dati per capire quali sono le previsioni di acquisto da parte dei consumatori.

Covid-19 effect on Christmas shopping

Secondo una ricerca condotta a giugno negli Stati Uniti e nel Regno Unito da GlobalWebIndex, il 44% dei consumatori afferma che prevede di spendere più o meno la stessa cifra degli anni scorsi per gli acquisti di Natale di quest’anno, mentre un terzo dei consumatori prevede inoltre di acquistare i regali di Natale in anticipo per risparmiare.

L’anno scorso, una media del 54% dei consumatori globali ha acquistato qualcosa durante un mega evento di svendita mentre più del 43% ha fatto acquisti durante il Black Friday.

Quest’anno invece grazie a nuova ricerca di Rakuten Advertising condotta su 8.673 adulti in tutto il mondo, sappiamo che che il 57% dei consumatori intende acquistare qualcosa durante le giornate promozionali, nonostante il 40% ammetta una diminuzione del reddito familiare a causa di Covid19.

Possiamo quindi prevedere che anche per il 2020 momenti come il Black Friday e il Cyber Monday che si terranno alla fine di Novembre saranno fondamentali per gli acquisti natalizi dei consumatori.

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eCommerce al primo posto

Cross-demographic appeal of online Christmas shopping

Dalla stessa ricerca emerge che, a livello globale, il 58% dei consumatori preferisca fare acquisti online piuttosto che in negozio (42%). Nello specifico, la generazione che predilige l’eCommerce è la GenZ (52%) seguita dai Millennial (48%).

Senza dubbio questa tendenza è dettata anche dalla costante preoccupazione per la propria salute da parte dei consumatori, con un terzo degli acquirenti (32%) che afferma di voler evitare di stare in mezzo a grandi folle – esempio in un centro commerciale – pensiero che spinge i consumatori a fare acquisti online.

Questi dati suggeriscono quindi che lo shopping natalizio di quest’anno avverrà principalmente su piattaforme di eCommerce e social media, tendenza accelerata senza ombra di dubbio dalle conseguenze della pandemia di Covid19.

Natale 2020: l’importanza del self-care in tempo di crisi

Un altro aspetto da non sottovalutare, sottolineato nello studio “The 2020 Facebook Holiday Package” pubblicato appunto da Facebook, è l’importanza del self-care durante la pandemia di Covid19.

Sono sempre di più, infatti, le persone che in momenti di incertezza, di crisi e di difficoltà in generale cercano in qualche modo di consolarsi e di rimanere positive concedendosi qualche auto-regalo.

Vediamo infatti come una media del 74% degli acquirenti globali intervistati cerca regali per se stesso durante le festività natalizie, oltre che per gli altri ovviamente.

Recensioni e UGC guidano le decisioni di acquisto

Un articolo pubblicato da Internet Retailing consiglia inoltre di prestare particolare attenzione alle recensioni e ai contenuti creati dagli utenti, in relazione a un prodotto o servizio.

Sembra che Luglio abbia registrato uno dei più alti tassi di interazione con gli UGC, evidenziando che gli acquirenti sono influenzati da recensioni, foto, domande e risposte dei clienti durante il processo di acquisto online.

Il 48% dei consumatori afferma infatti che prediligono per i loro acquisti i brand che rispondono alle recensioni degli utenti. 

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Quali sono i principali takeaway del Natale 2020 per i brand?

  • Pianificare una mini-strategia in occasione del Black Friday e del Cyber Monday per anticipare i bisogni dei consumatori ed arrivare preparato al Natale.
  • Investire maggiormente nell’eCommerce e nello shopping online, senza dimenticare totalmente l’esperienza in-store. Infatti, per adattarsi alle nuove aspettative, le aziende dovrebbero considerare il BOPIS (Buy Online, Pick-up in Store) per agevolare i consumatori e rendere più facile lo shopping dell’ultimo minuto.
  • Concentrarsi sui bisogni di auto-compiacimento dei consumatori e offrire prodotti o esperienze in grado di soddisfarli.
  • Considerare gli UGC nella strategia di comunicazione natalizia, dato che per gli acquirenti si tratta di un contenuto fondamentale per prendere decisioni di acquisto.

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In generale il 2020 è stato un anno assurdo e continuerà ad essere imprevedibile anche nei suoi ultimi mesi. Per questo i brand dovranno comunque continuare a prestare attenzione a tutti i cambi improvvisi nelle abitudini dei consumatori per adattare rapidamente la loro strategia Natalizia.

single's day cina ecommerce

eCommerce in Cina 2020: oltre al Single’s Day c’è di più

  • Il mercato eCommerce cinese vale il 50% delle vendite online mondiali e fattura il triplo degli USA, ma per penetrarlo sono necessari dei “must” digitali.
  • Alibaba è un colosso eCommerce con prodotti retail, wholesale, in border e cross border. Taobao, Tmall, Youku e DingTalk fanno parte del gruppo.
  • Ma oltre ad Alibaba e al Single Day ci sono una serie di altri player (JD.com, Vip.com, Secoo, WeChat) e di eventi marketing da conoscere.

 

La più grande festività commerciale in Cina è in arrivo e i brand sono in fibrillazione. Lavoro in un’agenzia che supporta le aziende in Cina e mai come in questi giorni ho pensato di darmi all’ippica. Scherzi a parte, il lavoro è quadruplicato. Per immaginare fino a che punto, vi invito a pensare alla preparazione pre-Black Friday. Ma con un lavoro massivo di traduzione linguistica e culturale dietro.

Però mica ci possiamo lamentare. Mentre noi precipitiamo verso il prossimo lockdown, in Cina il futuro pare un po’ più roseo. Mai come oggi, “Vendere in Cina” è diventato un ibrido tra un mantra e un diktat per aziende che vedono la Cina come un paradiso di consumatori alto-spendenti che salverà i loro bilanci aziendali. A torto o ragione (la Cina non è per tutti), c’è un po’ di background da conoscere prima di pensare al Single Day. Facciamo un po’ di chiarezza in questo articolo.

eCommerce in Cina: un mercato grande quanto la Spagna

Partiamo con un paio di dati impressionanti: la Cina, da sola, copre il 50% delle vendite online mondiali e supera di tre volte il fatturato eCommerce degli Stati Uniti (1.5 trilioni versus 566 miliardi, $). Per condividere un’ultima iperbole, il peso del mercato eCommerce cinese è maggiore del PIL spagnolo.

Siamo quindi tutti d’accordo se dico che la Cina oggi ha un fascino che va ben oltre la grande Muraglia per l’occidente, no? Approcciarla, però, non è così semplice.

L’ingresso digitale in Cina. I must have

Per farla molto breve, per poter vendere (o anche solo comunicare) in Cina ci sono dei must. Prima di tutto: l’awareness. I più fortunati l’hanno già (come Salvatore Ferragamo per le scarpe, Flexform per i mobili, Ferrero per le merendine), altri la devono costruire. Costruirla è un processo che richiede tempo, possono volerci anni per costruire un forte ricordo di immagine nella mente dei consumatori e soprattutto sforzi, perché quello cinese è il target a cui occorre adattare maggiormente il proprio marketing.

Digitalmente l’adattamento si traduce in un sito in lingua, con un hosting locale (altrimenti ciao velocità in Cina) e una manciata di account ufficiali sui social locali più importanti, primo tra tutti WeChat.

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Un’infografica che racchiude solo una parte di tutte le piattaforme per fare marketing in Cina (Sekkeistudio 2020)

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Dopo aver costruito una presenza solida (possibilmente anche offline), si può pensare alla strategia eCommerce. E anche qui le possibilità sono immense.

eCommerce in Cina = marketplace

Le abitudini di acquisto online in Cina sono molto diverse. Gli utenti non hanno nessun interesse a comprare un prodotto sul sito ufficiale del brand: spesso il sito si carica lentamente, non è interamente tradotto e ha meno comodità di un multistore come Tmall, del gruppo Alibaba. Ma oltre ad Alibaba (e il suo Single Day) c’è tutto un mondo di piattaforme (più o meno) emergenti che potrebbero rispecchiare maggiormente il target. Vediamo le percentuali di mercato.

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Quote di mercato dei marketplace in Cina (Statista 2020)

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Padrone indiscusso della piazza è Tmall, che possiede più del 50% delle quote di mercato (statista, 2020). A seguire, il rivale storico JD.com (entrambe sono nate come piattaforme generaliste) e il newbie Pinduoduo, che troppo novellino non è (287 milioni di visite al mese – Webretailer, 2020)

Taobao e Tmall: gli assi nella manica di Jack Ma

Permettetemi di ripetermi: non solo eCommerce in Cina, oltre ad Alibaba c’è di più, ma anche Alibaba, oltre a Tmall c’è di più. Se ci si addentra tra le parole chiave del marketing in Cina per i non addetti ci si può accorgere che tutte convertono ad Alibaba – Tmall – Single Day. Come se la grandezza di un mercato tale potesse trovare una spiegazione esaustiva in questi tre passaggi.

Prima di tutto, Alibaba è un ecosistema. Ha un core di attività legate all’eCommerce comunemente inteso: Tmall è il leader per il B2C, cui si accompagna Taobao (C2C e B2C), Freshippo (per il segmento food), AliHealth (healthcare) e Tianmao Chaoshi, che tradurrei letteralmente come il market di Tmall (à la Amazon Prime Now).

E-commerce in Cina_Alibaba

L’ecosistema Alibaba (Chozan 2020)

Questo per quanto riguarda l’in-border: per tutto il mondo cross-border (che tradotto per i non addetti è quello di chi non ha una sede o stock in Cina) ci sono poi Tmall Global e AliExpress tra i più conosciuti.

Accanto ai marketplace retail ci sono poi quelli wholesale: dedicati al B2B. Per i locali c’è 1688 (che sarebbe, peraltro, la forma originale di Alibaba, che era nato per connettere le imprese, non i consumatori) e per i forestieri Alibaba.com.

Ci vorrebbe un articolo solo per spiegare ognuna delle piattaforme del mondo Alibaba, ma basti dire che in aggiunta a tutte le piattaforme nominate poi ce ne sono altre complementari e che coprono altre industry: Alipay è insieme a WeChat Pay il metodo di pagamento digitale più diffuso; Youku la piattaforma video leader in Cina, DingTalk una sorta di chat aziendale ma più complessa e Ele.me il Just Eat orientale (di cui ammetto di aver fatto largo uso back in times).

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JD.com, Pinduoduo e tutti gli altri

Le altre piattaforme, che – disgraziatamente – negli articoli generalisti di eCommerce (e in questo) hanno sempre meno spazio, si distribuiscono più o meno equamente il target cinese.

JD.com, tuttavia, merita una menzione speciale in quanto rivale storico di Alibaba e marketplace che comunque ridendo e scherzando raccoglie quasi il 30% delle quote di mercato in Cina (Statista, 2020). Nato anch’esso come piattaforma generalista, oggi JD.com è forte in qualità di retailer e conosciuto per la sua rete distributiva pressoché onnipresente in Cina (ha più di 750 warehouse).

Tra gli altri marketplace che meritano una menzione ci sono Pinduoduo, focalizzato sugli acquisti di gruppo, Secoo e VIP.com, dedicati entrambi al segmento Fashion & Luxury e i miniprogram WeChat, dell’altro grosso gigante cinese Tencent (proprietario di WeChat, WeChat Pay, Tencent Video, Sougou e via dicendo).

Il Single’s Day e i mega festival commerciali in Cina

Paese che vai, calendario che trovi. Credo che ormai lo sappiano tutti: la Cina non segue il calendario gregoriano, bensì quello lunare. Che a mio modesto avviso è ricco di festività molto più interessanti degli onomastici di nomi che non ho mai nemmeno sentito. Questa differenza, unitamente alle tradizioni storiche e culturali cinesi altre, comporta un forte discostamento del calendario commerciale cinese rispetto a quello occidentale.

Il calendario lunare in Cina

Prima di tutto il Capodanno: qui è sempre il 31 dicembre, in Cina cade a cavallo tra gennaio e febbraio e varia data ogni anno. La sua celebrazione dura circa una settimana ed è seguita da ulteriori festività: la Festa delle Lanterne, San Valentino (quello internazionale e quelli cinesi – Qixi Festival e 520 Festival), la Festa delle Dragon Boat, quella di Mezzo Autunno e infine la Festa della Repubblica (studiata appositamente per lasciare la popolazione cinese in vacanza e permetterle di spendere).

E-commerce in Cina_calendario

Le festività (commerciali e non) cinesi sono numerosissime e diverse da quelle occidentali. Una marketing strategy vincente opera secondo il calendario del target, non il proprio. (East Media 2020)

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Tra Single Day e 618 Festival: il calendario eCommerce in Cina

In questo ventaglio di feste tradizionali, si inseriscono anche i mega festival commerciali. Il più famoso è ovviamente il Single Day, che nel 2019 ha generato 1482 miliardi di RMB in un giorno, di cui 10 in un minuto e mezzo (KR Asia 2019). Questo solo per Alibaba, perché anche su JD.com nonostante l’evento sia originariamente targato Jack Ma ha avuto ottimi risultati: 205 miliardi RMB.

Al Single Day JD.com ha comunque risposto con un altro festival commerciale branded: il 618, che sarebbe la data di fondazione della piattaforma e ha una crescita annua del 100%, 2.000 brand partecipanti e risultati altrettanto sorprendenti: 100 milioni di RMB, in 2 minuti, tramite Live Streaming (Chozan 2020).

Oltre a questi due eventi di portata gigantesca, ci sono poi eventi “minori” (tra virgolette, perché muovono comunque milioni di RMB) dedicati alle varie industry (il Food & Wine Festival si è appena concluso, ad esempio) e il National Day, con i brand che ogni anno vendono l’11,5% in più yoy.

Che dire? Manca meno di un mese al Single’s Day, ma in case you miss that, direi che potete ripiegare su tanto altro. E farcela per il prossimo.

splio contactless mobile wallet

Le potenzialità della tecnologia contactless per il rilancio del Retail, online e offline

La crisi sanitaria ha inevitabilmente accelerato la trasformazione digitale dei brand, in media dai 6 ai 7 anni, ponendoli davanti a nuove sfide necessarie per rispondere alle esigenze mutate del consumatore post-lockdown.

I consumatori hanno colto l’occasione per cimentarsi in nuove abitudini di acquisto: primo tra tutti troviamo l’esplosione dell’eCommerce, con una crescita stimata del 26% nel 2020. E un trend crescente di tutte quelle modalità di acquisto strettamente connesse agli acquisti online, come il Click & Collect, il Food Home Delivery, il Proximity Commerce e il reso dei prodotti indipendentemente dal canale utilizzato per l’acquisto.

La sicurezza ha fatto il suo ingresso nella customer experience: se da una parte i consumatori desiderano sentirsi sicuri nelle loro esperienze di acquisto, dall’altra il successo in-store è fortemente legato alla digitalizzazione del punto vendita.

Di fronte a questi consolidati cambiamenti, hai già pensato a come gestire la relazione con la clientela in questo periodo di nuova normalità?

Prova l’esperienza interattiva del Mobile Wallet e scopri come raccogliere i dati dei tuoi prospect grazie a Splio!

La tecnologia contactless, oltre a soddisfare le esigenze sanitarie, può accompagnare la tua strategia CRM. Il Mobile Wallet ti consente infatti di ottimizzare i costi di acquisizione, raccogliendo i dati dei tuoi prospect già dalla prima interazione, avvenuta online o in negozio. Splio, a tal proposito, ha creato un’esperienza interattiva per mostrare nel dettaglio come funziona il Mobile Wallet, sia per l’eCommerce che per il punto vendita fisico. L’esperienza offerta è unica, poiché l’utente è messo nei panni del consumatore e può avvertire immediatamente e in prima persona gli innumerevoli vantaggi di questa tecnologia.

Cos’è il Mobile Wallet?

Un vero e proprio portafoglio digitale, il Mobile Wallet è un’applicazione nativa che abbiamo tutti nei nostri smartphone: Apple wallet per l’iPhone e Google Pay per i telefoni Android. Sono applicazioni che non possono essere disinstallate, che non hanno bisogno della rete internet per funzionare e che sono attive automaticamente per le impostazioni del telefono.

In altri termini, la tecnologia contactless del Mobile Wallet rappresenta un’enorme opportunità per i marketer che desiderano stare al passo con i consumatori mobile first e iper-connessi. Costituiscono un nuovo canale di comunicazione, conforme alla GDPR, per ingaggiare e offrire ai tuoi prospect un’esperienza unica e di fidelizzazione a partire dall’inizio della vostra relazione.

Il mercato è in piena trasformazione e sono proprio i consumatori a guidarlo, ed è grazie al mobile che questo avviene. Il 93% degli italiani possiede uno smartphone, ciò significa che 9 italiani su 10 hanno accesso al mobile wallet.
Ma quali sono le opportunità per i marketer con questa tecnologia contactless?

Secondo Splio il Mobile Wallet è una leva di acquisizione, di fidelizzazione e di sicurezza dei punti vendita da sfruttare per il rilancio dell’attività retail, online e in negozio.

Una nuova esperienza in-store contactless

Il negozio è il canale di vendita e il CRM per eccellenza del settore retail: il 62% degli italiani infatti preferisce effettuare il primo acquisto in-store, per l’esperienza che solo il negozio fisico è in grado di offrire.

Il distanziamento sociale e le misure sanitarie sono oggi fondamentali e comportano una trasformazione dei punti vendita. I consumatori post-lockdown si recano in negozio per acquistare ciò per cui sono venuti, cercando di limitare le visite in negozio. Il drive-to-store assume quindi un’importanza chiave.

Ma quale esperienza in-store offrire oggi per stimolare le visite e le vendite?

In passato la fedeltà era rappresentata da una carta fisica nel portafoglio, che bisognava estrarre e mostrare in cassa. L’adesione al programma fedeltà avveniva compilando un form cartaceo, che comportava necessariamente il contatto fisico.

Oggi è divenuto imperativo sfruttare la tecnologia, per trasformare questi processi ormai obsoleti: la digitalizzazione del tuo negozio e l’utilizzo del mobile come interfaccia con il cliente possono aiutarti a rispondere sia alle esigenze sanitarie che ai nuovi bisogni del cliente post-lockdown.

Digitalizzando la carta fedeltà sul Mobile Wallet, risparmierai del tempo in cassa poiché il cliente dovrà semplicemente mostrare il suo smartphone al personale di vendita che scansionerà il codice. Inoltre, il cliente fidelizzato avrà accesso in tempo reale ai punti loyalty e ai vantaggi offerti, visualizzando una vetrina interattiva del brand.

Grazie al QR code esposto nel punto vendita, sulle pareti o in cassa, l’acquisizione di nuovi clienti in-store sarà semplicissima. Il cliente potrà facilmente scansionare il QR code con il suo smartphone e verrà reindirizzato a una pagina web, con un breve modulo precompilato da convalidare. Verrà generata automaticamente una carta fedeltà che il cliente aggiungerà al suo Mobile Wallet. Il brand avrà così acquisito in-store un nuovo membro al suo programma loyalty.

Generare lead da mobile nell’era del digital

L’mCommerce, ovvero lo shopping online effettuato tramite smartphone, è in rapida ascesa e conferisce crescente importanza al mobile. Durante il lockdown, il 50% degli acquisti online è avvenuto da mobile, evidenziando che i consumatori acquistano con lo smartphone anche comodamente dal proprio divano.

Nell’era del digital e dei social network è per i brand necessario considerare nuovi strumenti per attirare l’attenzione dei consumatori e ingaggiarli direttamente da mobile. La tecnologia contactless del Mobile Wallet consente di coinvolgere fin da subito i consumatori online.

In aggiunta alla digitalizzazione della carta fedeltà sullo smartphone, il Mobile Wallet consente di dematerializzare i coupon e ticket dei brand sul telefono.

Con il Mobile Wallet puoi raggiungere un prospect sui social network e instaurare con lui una relazione unica fin da subito. Il brand inserisce per esempio su Instagram un post sponsorizzato, per comunicare un buono sconto. Il consumatore clicca l’Ads e compila un breve form. Automaticamente si crea un coupon sconto digitale, che il prospect aggiungerà al suo Mobile Wallet. Il brand ha acquisito così un nuovo cliente fidelizzato sui social network.

Le nuove priorità dei marketer per adattarsi alla nuova normalità

È evidente che la crisi sanitaria ha reso indispensabile parlare di un prima e di un post-covid, sia dal punto di vista economico sia relativamente alle abitudini di consumo. Secondo Splio, i marketer per avere successo oggi in questa nuova normalità dovranno necessariamente mettere sotto una nuova luce il CRM, l’omnicanalità e la fidelizzazione. Poiché sono fattori di importanza chiave per implementare piani marketing di successo e aumentare la fiducia del consumatore.

Il CRM post-lockdown valorizza la conoscenza del cliente poiché la sua fiducia dipende proprio dalla segmentazione e dalla personalizzazione. Il successo delle campagne può avvenire solo tramite una gestione intelligente di KPI realistici, come la frequenza di acquisto.

L’omnicanalità non è più opzionale e deve rispondere a nuove abitudini di consumo, che rendono indispensabile ripensare ai canali di vendita in un’ottica integrata. I brand possono avere successo solo mettendo il cliente al centro e rispondendo alle esigenze e alla personalizzazione in tempo reale direttamente sullo smartphone dei consumatori.

La fedeltà post-lockdown deve ricompensare anche l’engagement, poiché se i premi del programma fedeltà stimolano il riacquisto, l’engagement influenza la fedeltà. Le interazioni social e web divengono quindi nuovi punti fedeltà da tenere in considerazione nel programma fedeltà, in aggiunta ai punti transazionali.

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haters

Che cos’è la scala di Allport e perché ha a che fare con gli hater online

  • La scala di Allport definisce pregiudizi e discriminazioni utilizzando 5 livelli.
  • Uno studio recente ha trovato un livello elevato di invidia tra le persone che scrivono commenti d’odio (gli haters).
  • In termini di discriminazioni e pregiudizi siamo più tolleranti con la comunicazione politica rispetto al Marketing.

 

Recenti studi hanno cercato di definire i predittori psicologici degli haters. Chi sono? Quali sono le caratteristiche personali che li contraddistinguono?
Sorokowski, Kowal e altri ricercatori hanno pubblicato di recente il loro studio che analizza commenti negativi online nei confronti di atleti polacchi durante le Olimpiadi invernali in Corea del Sud nel 2018.

Dall’indagine psicologica svolta su 94 utenti, analizzando i livelli di narcisismo, psicopatia, frustrazione, machiavellismo e invidia, è emerso che i livelli di invidia più alti erano marginalmente significativi. Questo risultato fornisce una importante indicazione: le persone che si impegnano in comportamenti d’odio online sono caratterizzate da alti livelli psicopatici, non hanno però alti livelli di tratti comunemente associati a comportamenti distruttivi.

Già nel 1954 lo psicologo cognitivista Gordon Allport identificò varie sfumature e sfaccettature di pregiudizi e discriminazioni. Fu allora che creò la scala di Allport.

Un metro di misura per i pregiudizi: la scala di Allport

Prima di approfondire le teorie di Allport è necessario definire il pregiudizio:
“ciò che è familiare è preferito”. Ciò che è estraneo è considerato come qualcosa di inferiore, meno qualitativo. Per esempio il pregiudizio etnico è fondato su generalizzazioni ed è inflessibile, perché ignora volutamente le reali caratteristiche dei singoli individui. Allport ha identificato 5 livelli per valutare il grado di discriminazione e pregiudizio.

1. Le rappresentazioni negative degli haters

Maldicenza, l’uso di stereotipi, la ridicolizzazione, il discredito e i discorsi d’odio sono caratteristiche di questo primo livello. Queste rappresentazioni negative sono create da un gruppo (ingroup) verso un altro gruppo (outgroup) giudicato “diverso”. La propaganda politica sovranista spesso utilizza questi mezzi pericolosi per influenzare le persone. Anche al di fuori dal mondo politico sono diffusi gli stigma sociali.

Di recente Pantone ha lanciato il colore “red period” per superare i stereotipi legati alle mestruazioni. L’azienda leader nel campionario dei colori vuole “incoraggiare le persone che hanno le mestruazioni a sentirsi orgogliose di ciò che sono”.

Presenting “Period”, a new red shade created to break the stigma around menstruation and promote period positivity….

Pubblicato da Pantone su Martedì 29 settembre 2020

2. Evitamento ed emarginazione: nascono i pregiudizi

Il secondo livello consolida il primo, gli stereotipi diventano pregiudizi. Il disprezzo e lo stigma sociale incentivano l’evitamento e l’emarginazione.
Il gruppo interno (ingroup) tende ad evitare il contatto con i “diversi” dell’altro gruppo, eliminando persino il contatto visivo. Questo comporta l’emarginazione e l’isolamento di chi non fa parte del gruppo interno. Purtroppo non mancano gli esempi anche in questo livello: la costruzione di muri ed il sequestro della nave Sea Watch, per citarne due.

Muro messicano

Il muro in Messico costruito dagli Stati Uniti.

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3. Censura e discriminazione

Le parole e gli atteggiamenti si trasformano in subordinazioni costanti e divieti: ai gruppi esterni è limitato o negato l’accesso alle opportunità che la comunità offre, a partire dall’istruzione per arrivare fino alla sanità pubblica. Quando i diversi provano a far valere le loro ragioni, saranno ignorati o ostacolati.

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4. Violenza fisica ed aggressioni

L’estremismo era già iniziato nei livelli precedenti, in questo livello sfocia in violenze ed aggressioni fisiche. Pestaggi, agguati, stupri o danni alle proprietà delle persone del gruppo esterno.

5. Eliminazione fisica

La storia ci ha insegnato che purtroppo sono stati vari i periodi di sterminio, di genocidio, ma al giorno d’oggi dimentichiamo velocemente. Dimentichiamo che questi fatti non devono più ripetersi, dimentichiamo che dobbiamo togliere il potere a chi non fa della pace il suo obiettivo primario, a chi non rispetta le etnie, i generi, le religioni e tutti gli orientamenti sessuali.
La storia si ripete e anche nel 2020 non mancano i crimini di matrice discriminatoria.

Marketing vs. comunicazione politica: due pesi, due misure

Annamaria Testa individua una differenza importante nella percezione della comunicazione. Alle aziende si chiede correttezza e rispetto nella loro comunicazione pubblicitaria, discriminazioni e pregiudizi non devono intercorrere neanche per errore involontario. Siamo invece molto più tolleranti con la comunicazione politica:

“…che un politico pratichi costantemente i discorsi d’odio, o arrivi a incoraggiare implicitamente perfino l’aggressione fisica, sembra meno grave. Fa meno impressione, suscita meno scandalo e viene considerato solo (solo??) come un brutto espediente retorico per catturare consenso. Una sgradevole conseguenza della necessità di farsi sentire e di mantenersi visibili sui social network. Insomma: è come se da consumatori, e nei confronti delle aziende, si potesse oggi essere molto più attenti alla correttezza che da cittadini, e nei confronti della politica. È un paradosso sul quale varrebbe la pena di riflettere, ma sul serio.” (Annamaria Testa)

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Haters gonna hate

Per evitare gli ultimi livelli della scala Allport è importante quindi non sottovalutare i fatti, anche se appartenenti al primo livello. Ovviamente non è sottinteso che un episodio del primo livello andrà necessariamente a concludersi nel quinto livello.

Tuttavia è necessario essere coscienti dei pregiudizi in corso, per non passare con il tempo ad un livello superiore. Curare una comunicazione corretta e contrastare comportamenti e comunicazioni ostili e discriminatori aiuta ad evitare una pericolosa escalation.

accelerazione digitale

Affiliate Marketing: come aumentare le vendite online grazie all’affiliazione

L’affiliate marketing oggi vale oltre 13 miliardi di euro a livello globale, eppure sono ancora molti i brand che potrebbero scegliere questo canale, uno dei tanti all’interno del digital marketing.

L’affiliate marketing, infatti, si inserisce nel panorama dell’online advertising e si fonda su un concetto di “condivisione dei ricavi” per così dire, con un beneficio sia per i publisher, detti anche editori o affiliati, che per i merchant, advertiser o brand. A ognuno, insomma, la sua parte.

I recenti avvenimenti hanno costretto sempre più consumatori e aziende a rivolgersi al mondo online e non a caso tutto il mondo dell’eCommerce sta vivendo una crescita rapidissima. Come affrontare al meglio questa crescita? Lo scopriremo durante la Free Masterclass con Awin, che fornirà una panoramica dettagliata sul mondo dell’affiliazione, prendendo in considerazione sia il punto di vista dei brand che quello degli editori

L’affiliazione è la tecnica pubblicitaria prediletta già dall’80% dei player americani, proprio perché permette di remunerare a performance e non solamente alla visualizzazione di un annuncio pubblicitario.

>>> ISCRIVITI ALLA FREE MASTERCLASS GRATUITA Affiliate Marketing Masterclass powered by Awin”

affiliate marketing

Come funziona l’Affiliate Marketing

Gli attori principali coinvolti nel processo sono tre:

  • i brand – detti anche advertiser
  • i publisher – ovvero gli editori
  • i network – che li mettono in contatto e permettono la creazione delle partnership

Il marketing di affiliazione (affiliate marketing in inglese), permette ai publisher di guadagnare commissioni sulle vendite effettuate a partire dalla promozione di prodotti e/o servizi dei merchant partner. A entrambe le parti viene garantita trasparenza, misurabilità dei ritorni sugli investimenti e un modello di pagamento basato solo sui risultati ottenuti.

L’Affiliate Marketing consiste sostanzialmente in un accordo commerciale tra una azienda che ha come obiettivo vendere un suo servizio o prodotto e un affiliato che promuove il servizio o prodotto dell’advertiser, spesso attraverso una piattaforma di affiliazione, che clusterizza e coordina gruppi di publisher.

A differenza delle attività di Display Adv classiche, può garantire volumi minimi di acquisizione ed ottimizzazione del CPA medio di campagna.

Essendo basato su un meccanismo piuttosto semplice, inoltre, tutte le aziende possono tecnicamente creare un programma di affiliazione, dalle grandi realtà alle piccole imprese.

Durante la Masterclass scoprirai il mondo dell’affiliazione, prendendo in considerazione sia il punto di vista dei brand che quello degli editori. Si mostrerà come il canale sia accessibile a qualsiasi tipologia di business, piccolo o grande che sia, rivelandosi una strategia di marketing a basso rischio e assolutamente sostenibile, specie in un momento di grande incertezza come questo.

Analizzeremo anche case study B2C, di diversi settori merceologici, dal fashion al finance, insieme a Daiana Iacono e Diego Nebuloni, rispettivamente Client Services Director e Head of New Business di Awin.

Affiliate Marketing

Credits: Depositphotos #129596810

Cosa imparerai durante la Free Masterclass

Questa Masterclass è rivolta a imprenditori, Digital Strategist, eCommerce Manager e in generale agli specialisti del digitale, per scoprire di più su:

  • Come funziona l’affiliate marketing
  • Alcuni dati di scenario
  • Diversi eCommerce, diverse necessità
  • Le diverse tipologie di publisher esistenti
  • Alcuni dei tool offerti dai network di affiliazione
  • Esempi e case history

La Free Masterclass è online e gratuita, iscriviti adesso per prenotare il tuo posto in prima fila! Ma se proprio non ce la fai a seguirla in diretta, potrai recuperarla on demand, attraverso la tua area utente.

RICAPITOLANDO

Free Masterclass “Affiliate Marketing Masterclass powered by Awin”
con Daiana Iacono e Diego Nebuloni di Awin

mercoledì 4 novembre 2020 dalle ore 13 alle 14

ISCRIVITI ORA ALLA FREE MASTERCLASS GRATUITA: RISERVA SUBITO IL TUO POSTO PRIMA CHE FINISCANO!

Le 20 competenze di Digital Marketing che non possono mancarti nel 2021

  • Un anno complicato come questo sarà la base per un 2021 all’insegna delle sfide. Ecco le 20 skill di digital marketing da avere assolutamente.
  • Dalla scrittura all’analisi dei dati. Tutto quello che dobbiamo conoscere per implementare le nostre competenze digital.

Il 2020 è un anno che non dimenticheremo facilmente, e mentre ci incamminiamo verso la fine di questi lunghi e turbolenti mesi, è impossibile non fermarsi un attimo e guardare indietro. Abbiamo assistito a così tanti eventi che a un certo punto ci siamo chiesti se fossimo i protagonisti inconsapevoli di un film distopico. Ma non è così. Forse l’unica nota positiva di quest’anno è che abbiamo sentito, forte come non mai sulla nostra pelle, il concetto di resilienza. Le nostre abitudini sono mutate e abbiamo imparato ad adattarci ai cambiamenti senza nemmeno accorgercene. Per il 2021 vogliamo una rivoluzione. Vogliamo buttarci in progetti stimolanti e non c’è niente di meglio che mettersi alla prova in uno dei campi più innovativi e ispiranti del mondo: il digital marketing.

digital marketing

Che cos’è il digital marketing

Cosa intendiamo per digital marketing? La definizione corretta è:

L’insieme delle attività di marketing che utilizzano i canali web per sviluppare la propria rete commerciale, analizzare i trend di mercato, prevederne l’andamento e creare offerte sul profilo del cliente target.

Spesso è affiancata anche ad altri strumenti del marketing tradizionale, ma non è raro trovare aziende che si concentrano unicamente sul versante digitale.

Perché il digital marketing è così importante per un brand? Perché è il presente e il futuro.

Siamo perennemente connessi. Un semplice bip dello smartphone ci catapulta in un mondo virtuale dove non esistono confini e sembra quasi che tutto sia possibile. Il digital marketing è un modo di far conoscere sé stessi, il proprio brand e la propria azienda, comunicando la mission, i servizi e i prodotti, in modo personalizzato e diretto. 

È fondamentale per le aziende essere in rete. Avere una presenza online permette a chiunque di essere raggiunto perché è alla portata di tutti. Le aziende che si limitano all’utilizzo di strumenti di marketing tradizionali, sono svantaggiate rispetto ai competitors che invece hanno scelto la strada del digitale.

La prova tangibile l’abbiamo avuta proprio durante l’impennata del COVID-19, dove molte attività, costrette a chiudere per la pandemia, si sono affidate al digitale per continuare online la vendita e l’elargizione dei propri servizi. Sia gli acquirenti che i venditori hanno giovato di questo nuovo modo di vendere, ma soprattutto di comunicare, il prodotto. Le aziende che invece non hanno ancora provato la strada del marketing digitale, sono rimaste indietro e faticano ad andare avanti.

LEGGI ANCHE: Next Normal: capire e plasmare le abitudini dei nuovi consumatori

Come dicevamo, il digital marketing è, appunto, presente e futuro. 

Le competenze da avere per diventare una rockstar del digital marketing

Prima di addentrarci nelle competenze prettamente tecniche, è doveroso fare una premessa. Il digital marketing è evoluzione. Probabilmente è uno dei settori più innovativi che possiamo trovare nel mondo del lavoro, c’è tanta offerta, ma c’è bisogno di formazione continua. Non è una strada semplice, richiede costanza, impegno e pazienza.

Chi sceglie di far parte di questo mondo, incontrerà persone motivate e in gamba, ma come in ogni settore, anche dei furbetti. Non lasciatevi ingannare e continuate a impegnarvi, perché la lealtà è una delle caratteristiche più apprezzate in questo campo.

Siate curiosi, non abbiate paura di essere una voce fuori dal coro, ma seguita la testa e soprattutto il cuore. È un mondo di parole, immagini e numeri, tanti numeri, saranno loro i vostri migliori amici. Osate, sempre. È un lavoro a tutto tondo, ma non dimenticate mai che siete esseri umani e non macchine. Quando è il momento di staccare prendetevi una pausa, leggete un libro, fate una passeggiata, o lavate semplicemente i piatti (aiuta a sciogliere le idee). Siate creativi, la fantasia conosce strade infinite. E come diceva Albert Einstein:

La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto.

Ma adesso entriamo nel vivo e analizziamo insieme le 20 skill che ogni marketer deve avere assolutamente.

Le skill del digital marketer

1. Comportarsi come un project manager

Quando siamo a capo di un progetto, la prima cosa da fare è identificarsi in questo ruolo. Come un vero e proprio project manager dobbiamo capire come organizzare il lavoro definendo la strategia, i ruoli di chi farà parte al progetto e gli obiettivi da raggiungere

2. Elaborare e valutare la giusta strategia di digital marketing

Una volta definito il progetto, dobbiamo tracciare delle linee guide da seguire. Una strategia pensata ad hoc ci permetterà di muoverci nel modo giusto per ottenere il successo in qualsiasi campagna marketing, ma ciò non toglie che possiamo apportare delle modifiche in corso d’opera.

Ogni cosa è mutevole e nessuno ha la sfera di cristallo per capire cosa accadrà, pertanto è meglio essere sempre preparati a eventuali cambiamenti monitorando costantemente i risultati.

digital marketing

3. Definire gli obiettivi

Se non conosciamo gli obiettivi del nostro progetto, allora abbiamo fallito in partenza. Sembra una cosa scontata, ma non lo è perché anche gli obiettivi finali possono cambiare. Senza un monitoraggio costante e tanta, ma tanta elasticità, non possiamo ottenere vantaggi per noi e i nostri clienti.

Ascoltare il nostro target, è uno dei primi passi per valutare se ci stiamo muovendo nella direzione giusta.

4. Scrivere bene per comunicare meglio

Il mondo digitale è fatto soprattutto di parole e un marketer deve saperle usare nel modo corretto. Dobbiamo capire cosa scrivere e come scriverlo, non è importante solo il contenuto, ma anche il tono da usare. Creatività, sicuramente, ma anche attenzione all’editing.

LEGGI ANCHE: Blocco dello scrittore: 30 idee per superare la paura del foglio bianco

5. La SEO e la SEM sono la chiave del digital marketing

Un post sul blog o una newsletter ben scritti sono inutili se le persone giuste non potranno leggerle. L’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) e il marketing per i motori di ricerca (SEM) sono le strategie responsabili per indirizzare il traffico al proprio sito web. 

L’algoritmo di Google è in costante aggiornamento ed è fondamentale saper scegliere e utilizzare le key word corrette. Il web è un mondo pieno d’insidie ed è importante rimanere sempre aggiornati e pienamente consapevoli degli ultimi aggiornamenti, degli algoritmi, e dei fattori che influenzano il ranking di ricerca. 

6. Realizzare un piano editoriale

Più andiamo avanti e più ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale avere una pianificazione accurata di tutte le attività da svolgere. Il piano editoriale è un elemento imprescindibile per un marketer perché ci consente di creare anticipatamente un programma di quello che faremo e di ciò che tratteremo. Molto utile per chi lavora con un blog e soprattutto sui social media.

7. Conoscere i social media

Il social media manager si occupa della gestione dei canali social di un’azienda attraverso la programmazione di un piano editoriale ottimizzato per comunicare prodotti, servizi e curiosità di un’attività.

I social non sono essenzialmente strumenti di vendita, ma di comunicazione. Servono a creare un contatto diretto con i clienti già acquisiti e con potenziali clienti. Il social media marketing non è altro che un modo per i brand per farsi conoscere dal proprio pubblico grazie ai social media. Permette un rapporto continuo e reciproco con gli utenti perché oltre a scambiare informazioni con essi, possiamo ascoltare, leggere e capire cosa pensano, desiderano o non sopportano del nostro brand.

Ogni azienda dovrebbe essere sui social, ma solo su quelli giusti per lei e il suo pubblico. Ogni social è diverso e ha un tipo di comunicazione e utenza differente. Su Facebook, per esempio, non possiamo raccontare la nostra attività nello stesso modo in cui facciamo su Twitter. Dobbiamo in primis stabilire su quale social si trovano i nostri clienti e, di conseguenza, imparare a parlare la loro “lingua”. Come sempre l’ascolto è fondamentale.

8. Influencer Marketing

Gli influencer sono croce e delizia dei nostri giorni. C’è chi proprio non li sopporta e chi invece li ritiene più autentici rispetto a un’azienda che vuole per forza farci piacere il proprio prodotto. Quando un brand e un influencer collaborano tra loro, i risultati sono sorprendenti.

Cosa deve fare un marketer in questo caso? Deve conoscere tutti i trucchi dell’influencer marketing, come muoversi, entrare in contatto con gli influencer e guidarli a diventare ambassador del proprio marchio. 

9. Utilizzare una strategia di mail marketing

La mail marketing negli ultimi anni sta vivendo una sorta di nuova golden age, specialmente grazie alle newsletter. È uno dei modi più efficaci d’instaurare e far crescere il rapporto tra un brand e i suoi clienti.

Può essere utilizzata per convertire lead, coinvolgere i clienti inattivi e fidelizzarli. Possiamo inviare contenuti utili, aggiornamenti importanti, offerte esclusive, inviti a eventi e l’elenco potrebbe continuare.  Con competenze di email marketing ottimizzate, possiamo ottenere informazioni preziose sul nostro pubblico per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi.

10. Analizzare i dati

Il web è un grande oceano ricco di dati, e se volete imparare a nuotare, dovete fare amicizia con i numeri. Oggi, gli strumenti di analisi dei dati sono ampiamente disponibili, fornendo agli operatori di marketing le informazioni di cui hanno bisogno per comprendere i clienti e indirizzarli con i messaggi giusti.

L’analisi dei dati si riferisce all’uso di tecniche funzionali e di software per raccogliere ed elaborare ampie raccolte di dati da varie interazioni online del mercato di riferimento. Queste interazioni si presentano in diverse forme come transazioni online, query di ricerca e altri footprint online rilevanti per la propria attività.

Ovviamente tenete presente che qualsiasi forma di dati sui consumatori è inutile se non sappiamo come analizzarli per studiare i clienti e creare strategie di marketing per far crescere il nostro business. 

Insieme all’analisi, esiste anche la pulizia dei dati, che si riferisce al processo di eliminazione dei dati errati, duplicati o incompleti dal database. In qualità di marketer digitale, è necessario eliminare periodicamente dal database i dati obsoleti e inutili per evitare di prendere decisioni di digital marketing inefficaci.

11. Conoscere le modalità pubblicitarie pay-per-click 

Anche se apparire per primi nei risultati di ricerca organica porta vantaggi può volerci del tempo. Un’opzione per ottenere una visibilità rilevante più immediata è attraverso la pubblicità pay-per-click. Con PPC, è garantito che la nostra attività venga mostrata ai primi posti, ma dobbiamo pagare per ogni clic ottenuto dall’annuncio. Pagare di più non significa necessariamente essere al primo posto, perché vengono presi in considerazione la pertinenza e la qualità dell’annuncio.

Questo aspetto di rilevanza e qualità è ciò che rende PPC un’abilità da conoscere e avere. Non abbiamo solo bisogno di sapere come bilanciare o allocare il nostro budget, ma sapere quali parole chiave scegliere come target, il miglior canale e formato di annunci da utilizzare, nonché come creare un’esperienza coerente per il pubblico. Migliori saranno i nostri annunci, minore sarà il costo per clic e maggiori saranno i profitti.

E la pubblicità PPC non è solo sui motori di ricerca. È su social media, siti web, app, directory e altro, rendendo questa abilità di marketing digitale un must assoluto.

12. Conoscere le modalità pubblicitarie a pagamento sui social media 

I social media non sono più semplici come una volta. Raggiungere il proprio mercato di riferimento richiede molto di più che creare una pagina aziendale, utilizzare gli hashtag giusti o pubblicare regolarmente contenuti divertenti e pertinenti.

Facebook Ads, ad esempio, fornisce marketer e agli inserzionisti uno strumento completo per creare e gestire annunci pubblicitari. Ma come facciamo a utilizzarlo in modo efficace? Senza una corretta comprensione di come funzionano gli annunci sui social media, potremmo rischiare di spendere più del necessario e non riuscire a raggiungere il pubblico giusto.

Apprendere e sviluppare competenze nell’offerta oCPM (Optimized Cost Per Mille), nella sperimentazione di annunci creativi, nel targeting granulare del pubblico personalizzato e negli strumenti di analisi dei dati dei social media come Facebook Insights.

13. Saper utilizzare Excel

Tutti sul proprio curriculum abbiamo ostentato, fieri, le nostre ottime capacità di utilizzo della suite Microsoft Office, specialmente Word. Ma ora con l’aumento dei dati e l’importanza dell’analisi di essi, è necessario essere esperti in Excel e capire come strutturare rapidamente i dati e creare tabelle e grafici dai quei preziosissimi numeri.

digital marketing

14. Fare branding nel digital marketing

Nel marketing digitale fare branding significa rendere noto chi siamo e cosa facciamo, costruendo la nostra identità e il nostro valore per farci conoscere e identificare dal nostro pubblico.

Ciò comporta che quando gli utenti si interfacciano con la nostra azienda sono in linea con i nostri valori e la nostra mission, abbracciando uno specifico status symbol. Questa è una delle competenze più importanti del digital marketing da acquisire necessariamente. 

15. Essere un content creator

Cosa significa essere un content creator? Stiamo parlando di una delle figure più ricercate nel digital marketing. Si occupa della creazione e della gestione di tutti i contenuti web inerenti al prodotto e al brand di un’azienda. Racconta e mostra l’anima di un marchio, di cosa si occupa, dei suoi progetti e degli obiettivi che vuole raggiungere sul mercato, rendendo attivamente partecipe il proprio pubblico.

Attraverso uno storytelling mirato ed emozionale, attira e coinvolge gli utenti rendendoli protagonisti della storia.

LEGGI ANCHE: Come iniziare una carriera nel Digital: guida dalla A alla Z

16. Conoscere come funziona il mobile marketing

Quasi la metà degli acquirenti B2B effettua ricerche su propri dispositivi mobile mentre si trova a lavoro, e il 51% dei consumatori ha scoperto una nuova azienda durante una ricerca sui propri smartphone.

La crescita del marketing mobile è in continua espansione e varie aziende, nonché diverse piattaforme, stanno studiando sempre più metodi innovativi per raggiungere e coinvolgere le persone tramite strumenti o network di connessione mobile. Lo scopo principale del mobile marketing è proprio quello di raggiungere i propri potenziali clienti nel posto dove trascorrono la maggior parte del tempo, ossia accanto allo smartphone.

17. Conoscere i processi di marketing automation

Con il termine marketing automation intendiamo tutti quei processi che permettono alle aziende di semplificare, automatizzare e misurare le attività di marketing e i flussi di lavoro. È importante sapere come impostare moduli, creare pagine di destinazione che incoraggeranno i visitatori del nostro sito a diventare clienti, trasformando un contatto in lead e aumentando le possibilità di generare una vendita.

Se conosciamo come valutare i visitatori del sito Web per determinare quanto siano importanti per un team di marketing o un team di vendita, saremo sicuramente un passo avanti rispetto a molti marketer.

18. Problem Solving: saper risolvere i problemi

Come un Mr Wolf 2.0 preso in prestito da quel capolavoro che è “Pulp Fiction”, una delle competenze da possedere nel digital marketing è la gestione del problem solving, ossia saper risolvere i problemi.

In cosa consiste? Abbiamo già visto come in una campagna di digital marketing sia palese la necessità di dover monitorare la propria strategia e doverla cambiare a seconda degli inconvenienti che si presentano. Un’ottima gestione del problem solving vuol dire identificare tali problematiche, analizzarle lucidamente, nonostante ansie e scadenze, e trovare la soluzione migliore per riportare la pace e la serenità fino al prossimo blackout.

19. Team working: saper lavorare in squadra

Se immaginate il mondo del digital marketing come un universo popolato da lupi solitari, vi sbagliate di grosso. Lavorare in un team è fondamentale e stimolante. Aumenta la creatività, facilita la comunicazione tra le parti e ci fa sentire come dei tasselli fondamentali per la riuscita di un magnifico puzzle. Senza i pezzi giusti non possiamo vedere l’opera completa.

20. L’importanza vitale della creatività (anche) nel digital marketing

Dulcis in fundo, come una gustosa ciliegina sulla torta, arriva il punto più importante delle competenze di digital marketing: la creatività.

Quante volte sentiamo nominare questa parola? Abusata, quasi snaturata, la creatività è difficile da definire, ma è quell’ingrediente speciale che ci permette di dar vita a tutto ciò che la nostra fantasia può immaginare. Tutti siamo esseri creativi, solo che a volte ce ne dimentichiamo. Se volete far parte di questo mondo, non abbandonate mai la vostra creatività!

Rendi la tua carriera professionale a prova di recessione

Questo argomento è stato concepito in tre parti

  • Prepararti all’incontro con un mercato del lavoro turbolento;
  • Sviluppare una strategia di carriera a prova di futuro;
  • Perfezionare il tuo marchio personale.

In questa sezione ci occuperemo di come affrontare un futuro mercato del lavoro turbolento.

La Madre di tutte le recessioni sta arrivando

Gli americani hanno una bomba enorme chiamata MOAB, che è comunemente chiamata “Madre di tutte le bombe”. Purtroppo, mentre scrivo questo alla Ottobre 2020, sembra che ci stiamo dirigendo verso l’equivalente economico: “MOAR” – la Madre di tutte le recessioni.

Nel Regno Unito, la Banca d’Inghilterra ha avvertito che il Regno Unito è pronto per la peggiore recessione degli ultimi 300 anni. In America, oltre 44 milioni di persone sono ora disoccupate. Si tratta di una cifra sbalorditiva e 11 milioni di persone in più rispetto all’intera popolazione attiva del Regno Unito. Anche in molti altri paesi la situazione è terribile e si prevedono forti venti economici.

Anche in Italia gli allarmi su cosa ci aspetta si susseguono di giorno in giorno.

Il vostro lavoro potrebbe essere a rischio se non lo è già

Per chiunque sia al lavoro, in cerca di lavoro o con la speranza di ottenere un lavoro migliore, il futuro è estremamente incerto. La disoccupazione è in aumento e i posti vacanti sono in calo. Nel mio settore, il marketing, i posti vacanti sono diminuiti del 75% rispetto all’anno scorso.

Ci sono migliaia di persone nel Regno Unito e milioni di persone in tutto il mondo che hanno smesso di lavorare a causa di Covid-19. Molti di questi posti di lavoro semplicemente non ci saranno più quando la crisi della Covid-19 sarà finita. Se siete già stati licenziati, allora potreste trovarvi in un mercato di acquirenti con poca domanda e molti lavoratori tra cui scegliere.

Questa è stata definita da McKinsey The Next Normal.

Ci siamo già stati in passato.

Nel 1987 abbiamo vissuto il crollo del mercato azionario del lunedì nero.

Nel 2000-02 abbiamo vissuto la recessione delle dotcom.

Nel 2007-08 abbiamo vissuto la crisi finanziaria.

Ora, con il Covid-19, abbiamo il quarto grande shock in 34 anni. Si tratta di una media di uno shock ogni 8,5 anni e mezzo.

Li ho sperimentati tutti nella mia vita lavorativa. Quando andrò in pensione, potrò aspettarmi almeno un altro shock che non è ancora stato rilevato. Per gli studenti che pensano a una lunga carriera di 45 anni davanti a loro, la minaccia di sconvolgimenti è grande e dovrebbero aspettarsi di essere preparati ad almeno 5 shock importanti nella loro vita lavorativa.

La differenza con il Covid-19 è che l’impatto è stato più nitido e universale che mai. Questa maggiore turbolenza sarà semplicemente una parte della futura vita lavorativa. Porterà a un cambiamento fondamentale nel modo di lavorare e di impegnarsi con i datori di lavoro. Dovreste aspettarvi maggiori cambiamenti sia nel vostro lavoro, sia nel vostro settore e nelle vostre condizioni di lavoro.

Per approfondimento su tutto questo, potete leggere “The New Long Life, A Framework for Flourishing in a Changing World” di Andrew Scott e Lynda Gratton (pubblicato nel 2020 da Bloomsbury).

Devi prepararti ora per un futuro di carriera fluido.

Quindi, devi iniziare a prepararti ora per un futuro fluido della tua carriera che ti aspetta. Questo futuro non è solo per le prossime settimane o i prossimi mesi, ma per i prossimi anni.

Se sei come me 25 anni fa, potresti non aver pensato molto alla tua carriera futura. Ero un giovane lavoratore energico e concentrato sul lavoro. C’era una scala di carriera naturale che potevo salire, ma non ho mai pensato se fosse la scala giusta per me. È stato solo quando sono diventato frustrato dalla mancanza di opportunità nella mia azienda che ho pensato alla mia carriera.

L’inazione non è più accettabile e lo devi a te stesso e ai tuoi cari di diventare padrone del tuo destino e di prendere sul serio la tua futura carriera.

Cosa dovete fare ora?

Per prepararsi al disordine che ci attende, bisogna fare tre cose:

1. Allineare la propria figura al mercato del lavoro;

2. Sviluppare una strategia di carriera;

3. Iniziare a fare marketing di sé stessi.

 

Allineati al mercato: l’audit dei punti di forza personali

Un mio amico era un poliziotto. Dopo un po’ di tempo, si è reso conto che poteva mettere a frutto la sua esperienza di poliziotto come formatore nella gestione della rabbia. Ora è molto richiesto come formatore per gli operatori sanitari, per gli operatori governativi e per il personale di prima linea nel trattare con i clienti arrabbiati e con il pubblico in generale. Conoscere i suoi veri punti di forza ha un grande impatto su quali lavori può fare domanda.

Quali sono i vostri veri punti di forza e come influisce sul vostro potenziale mercato del lavoro? Potreste avere dei punti di forza che aprono una nuova area di lavoro che non avete considerato in precedenza. Sei bravo con i bambini? Allora che ne dite di insegnare? Sei bravo con i numeri? Hai mai pensato di fare il contabile finanziario? Hai un hobby che ami? Puoi trasformarlo in un business? Sei bravo a spiegare le cose agli altri? Allora che mi dici della formazione?

Conoscere i tuoi veri punti di forza è quindi un esercizio importante. Dovresti quindi intraprendere un attento Personal Strengths Audit (controllo dei punti di forza personali). Infatti, i tuoi punti di forza possono essere suddivisi in 16 aree diverse attraverso diverse competenze. Utilizzate il modello qui sotto per vedere dove si trovano i vostri punti di forza. Cercate di riempire quante più caselle possibili con almeno un punto di forza.

 

Ovunque ci spazi vuoti, questi mostrano i potenziali punti deboli di altre aree a sfavore di altri candidati che si candidano per lo stesso lavoro. Naturalmente, i punti di forza e i punti deboli dipenderanno dal tipo di lavoro per il quale vi state candidando, ma qualunque essi siano, si inseriranno da qualche parte in questa matrice.

Guardare dentro di sé è la chiave di questo processo. Infatti, dovete prima guardare dentro di voi prima di guardare fuori di voi stessi al mercato del lavoro. Scavate a fondo e vedete cosa trovate.

 

La SWOT personale

Nonostante tutta la crisi economica, non tutti i settori stanno andando male e alcuni stanno effettivamente beneficiando della crisi di Covid-19. Ad esempio, molte industrie online stanno crescendo più velocemente che mai, tra cui l’istruzione online, lo shopping online e il gioco online. Al momento in cui scriviamo questo, c’è stata “un’esplosione” di prenotazioni di vacanze domestiche nel Regno Unito, poiché alcune restrizioni di viaggio sono state eliminate.

Ci saranno quindi anche delle opportunità. Ora è possibile cogliere i propri punti di forza e di debolezza e le opportunità e le minacce esterne in un Personal SWOT (vedi sotto).

Utilizzate questo SWOT per generare le domande chiave per la vostra carriera che dovete affrontare. Alcuni esempi sono: “Quali sono i posti di lavoro nella formazione online che posso ottenere nei prossimi 6 mesi?” oppure “Cosa devo fare per diventare un contabile qualificato? Per ottenere le domande giuste è fondamentale per ottenere la risposta giusta.

Come disse Albert Einstein: “Se avessi un’ora per risolvere un problema, passerei 55 minuti a pensare al problema e cinque minuti a pensare alle soluzioni”. In altre parole, se si definisce correttamente il problema, la risposta è molto più facile da trovare.

Non sottovalutare il potere dell’umile SWOT. Questo strumento è stato utilizzato in aziende globali complesse per semplificare le questioni strategiche che deve affrontare. Può quindi essere certamente utilizzato da voi a livello microscopico. È anche generalmente utilizzato in modo abusivo. Nella mia esperienza di centinaia di questi, direi che solo l’1% è fatto correttamente.

Fare un buon lavoro di questo primo passo vi aiuterà in modo significativo a prepararvi per il futuro fluido e turbolento che vi attende.

SWOT

 

Traduzione e adattamento a cura di Giorgio Burlini – Editor Ninja Marketing Pro Information

Digital Marketing per l’immobiliare: ecco cosa sta cambiando

  • Il campo immobiliare deve cambiare strategia se vuole comunicare davvero con i suoi clienti
  • Il marketing digitale è il modo migliore per far emergere le agenzie immobiliare da un mercato ormai saturo

Un paio di decenni fa, gli immobili erano considerati un investimento di lusso. Solo i più ricchi potevano permettersi di accaparrarsi proprietà e vari progetti abitativi a prezzi esorbitanti. Il processo di acquisto di una proprietà è stato sempre lungo e noioso. Chi cercava casa doveva raccogliere e firmare un flusso infinito di documenti e contemporaneamente affidarsi a un agente immobiliare che potesse aiutarlo a concludere un buon affare per la proprietà desiderata.

Tuttavia, questa tendenza è cambiata drasticamente. Gran parte degli acquirenti, prima di valutare l’acquisto di una casa, effettua ricerche online e trova conveniente controllare e selezionare virtualmente gli appartamenti prima di andare a vederli fisicamente.

I dati parlano chiaro. Il 92% degli acquirenti effettua una ricerca online per trovare la casa dei propri sogni. Inoltre, l’82% degli investitori del mercato immobiliare si fida degli agenti online e li ritiene fonti affidabili d’informazioni valide, e il 42% ha fatto ricorso a internet come primo mezzo di ricerca.

In che modo gli sviluppatori immobiliari possono utilizzare il digital marketing per il settore immobiliare e interagire con i consumatori?

digital marketing immobiliare

Digital marketing immobiliare

Il coinvolgimento diretto dei consumatori richiede alle agenzie immobiliari di riallineare le loro priorità passando dalla sola generazione di entrate alla creazione effettiva di valore per i loro consumatori. 

Comprendere il pubblico per personalizzare le strategie di marketing

Per creare contenuti che i clienti troveranno davvero preziosi, gli sviluppatori immobiliari devono sapere con chi stanno parlando e generare contenuti che i loro utenti troveranno effettivamente preziosi. Questo è un passaggio cruciale nella costruzione di una relazione reale con il pubblico.

Creare campagne specifiche per i dispositivi mobile

Gli agenti immobiliari dovrebbero produrre contenuti specificamente progettati per smartphone e i diversi dispositivi mobile se vogliono interagire con i prossimi consumatori che navigano in internet.

Ottimizzare i marchi per la ricerca vocale

La ricerca vocale ha vaste implicazioni per la SEO perché le parole chiave tradizionali non vengono utilizzate quando si parla in modo naturale. Ciò significa che le agenzie immobiliari devono trovare nuovi modi per diventare rilevabili attraverso i risultati della ricerca vocale per rimanere visibili sulle piattaforme digitali.

Utilizzare le campagne di chiamata di AdWords

L’aggiunta di estensioni di chiamata agli annunci può aumentare notevolmente le percentuali di clic e i tassi di conversione. Quando un utente seleziona l’opzione chiamata persa su un annuncio, viene effettuata una chiamata e poi interrotta immediatamente.

Successivamente, l’utente riceverà una chiamata automatica che gli dirà di rimanere in linea, mentre la sua chiamata è connessa all’attività. Nello stesso periodo, l’azienda riceverà anche una chiamata da Google. Una volta che sia l’utente che l’azienda sono impegnati nella chiamata, saranno collegati tra loro.

Incoraggiare una conversazione bidirezionale

Immobiliare e digital marketing vanno di pari passo. Il marketing digitale per il settore immobiliare consente agli sviluppatori non solo di parlare ai propri consumatori, ma anche di ascoltarli, ottenendo feedback. Questa opportunità per una conversazione bidirezionale è fondamentale per costruire il coinvolgimento dei consumatori.

Per essere in grado di avere una conversazione significativa, gli agenti immobiliari devono capire esattamente chi è il loro pubblico, i loro interessi e le loro preoccupazioni.

Digital Marketing: le tecniche da usare nel campo immobiliare

La creazione di una presenza online è la prima cosa da fare per chi sta muovendo i primi passi nel marketing digitale in campo immobiliare. Per stabilire una presenza potente, bisogna concentrarsi su 3 cose fondamentali:

  • costruire e definire il proprio marchio
  • acquisire clienti
  • coinvolgere i clienti

Per ottenere il massimo in tutti e tre i punti, possiamo avvalerci di queste tecniche del marketing digitale da applicare in ambito immobiliare. Una sorta di “how to” che le agenzie e gli agenti immobiliare devono avere bene a mente per aumentare e migliorare le vendite. Stiamo parlando di:

  • SEO marketing
  • SEO social media marketing
  • Google Ad
  • Content Marketing
  • Video Marketing
  • Gestione della reputazione online
  • Design User Experience

SEO Marketing

La SEO, ossia l’ottimizzazione per i motori di ricerca, è una strategia utilizzata per aumentare il traffico del sito web assicurando che esso possa essere facilmente trovato tramite i motori di ricerca.

L’obiettivo di un’agenzia immobiliare sarà quello di migliorare il posizionamento del proprio sito web, per farlo apparire in cima dell’elenco delle ricerche Google. Pertanto, una strategia SEO completa e ben pianificata può attirare il pubblico giusto.

Il 50% degli acquirenti di età compresa tra 37 e 51 anni ha trovato la propria casa online, se il proprio sito web è facilmente navigabile, consente ai visitatori di trovare ciò che stanno cercando senza troppi sforzi.

Creare un blog

Il blogging ha fatto molta strada dall’essere uno strumento online per la narrazione a un elemento essenziale del digital marketing. I blog sono una fonte di informazioni lunga, breve e creativa, e se c’è una cosa che Google ama, sono i dati preziosi. Google riconosce e classifica facilmente questi siti web grazie delle informazioni fornite, portandoli nella prima pagina dei risultati di ricerca.

Blog che forniscono informazioni dettagliate sulle prossime proprietà, suggerimenti sull’acquisto di case e guide sulle opzioni di investimento sono solo alcuni dei tanti argomenti che un blog immobiliare potrebbe trattare.

SEO Social Media Marketing

Il social media marketing è l’uso dei canali dei social media da parte dei brand per promuovere e pubblicizzare i propri prodotti e servizi, permettendo un contatto diretto col pubblico. È diventato parte integrante delle strategie di marketing per tutte le aziende e il settore immobiliare non può assolutamente essere un’eccezione.

Il 77% degli agenti immobiliari utilizza attivamente i social media per gli immobili. Utilizzano Facebook, LinkedIn, Instagram, YouTube, Twitter e Snapchat per interagire e connettersi con i loro clienti e potenziali clienti.

Perché le agenzie immobiliari devono provare il social media marketing?

I social media sono piattaforme ideali per connettere, coinvolgere e promuovere il proprio prodotto al pubblico di destinazione in base ai propri interessi, posizione e comportamento. Attraverso una piattaforma social, possiamo pubblicare contenuti che includono storie, immagini, video e anche inviare messaggi, rispondere ai commenti e fare pubblicità a un pubblico segmentato.

Pertanto, in questo processo, stiamo offrendo un’esperienza molto personalizzata e in tempo reale al pubblico mentre interagiamo con loro.

Tipi di social media marketing: organico vs pagato

Social media marketing organico o a pagamento? Questo è il dilemma. Dove sta la differenza?

  • Marketing organico: il marketing organico sui social media si riferisce alla condivisione di post e aggiornamenti gratuiti sulle pagine dei social media della nostra azienda. Includono post di testo, immagini e video, post con hashtag, post con link, elenchi di eventi e altro ancora.
  • Marketing a pagamento: si paga per fare pubblicità sui social media. Il social media marketing a pagamento include strategie con post sponsorizzati che hanno una maggiore visibilità rispetto a quelli gratuiti perché arrivano anche a utenti che non seguono la nostra pagina.

Quali sono i principali canali di social media?

È meglio scegliere due o tre canali e pubblicare contenuti accattivanti e di alta qualità in modo coerente piuttosto che essere ovunque. Tutti hanno il loro pubblico di destinazione specifico, le metriche e le prestazioni. Le principali piattaforme social da tener presente sono:

  • Facebook
  • Youtube
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter
  • Pinterest
  • WhatsApp
  • Quora

Google Ad

Gli annunci della rete di ricerca di Google aiutano gli inserzionisti a risparmiare tempo e forniscono agli utenti i migliori annunci per la loro query di ricerca. Gli annunci di testo mirati sono indispensabili per una campagna pay-per-click (PPC) ad alte prestazioni. Quando un potenziale cliente cerca qualcosa, il nostro annuncio di testo viene visualizzato se è pertinente alla query di ricerca.

Annunci display di Google

Gli annunci display sono spesso costituiti da annunci di testo, immagini o video che incoraggiano l’utente a fare clic su una pagina di destinazione e ad agire (esempio: effettuare un acquisto).

La maggior parte delle campagne pubblicitarie display e online viene addebitata in base al costo per clic (CPC) o al costo per mille impressioni (CPM). Le campagne display possono avere diverse forme e dimensioni, e includono:

  • Banner pubblicitari
  • Annunci interstitial
  • Video ads

Quali sono gli obiettivi che possiamo ottenere?

  • Costruire la consapevolezza del marchio
  • Generazione di lead offrendo un lead magnet attraverso il quale gli utenti rilasciano una mail per essere ricontattati
  • Attirare utenti e clienti attraverso il retargeting
  • Coltivare i lead durante il processo di acquisto

La nostra strategia dipenderà dagli obiettivi che vogliamo ottenere.

Content Marketing

Content is the king

Una frase che fu formulata nel 1996 da Bill Gates e che tutti ormai conosciamo bene.

Il successo del content marketing richiede una pianificazione strategica. Ciò significa che gli agenti immobiliari devono pianificare cosa dire, come e dove dirlo. Ciò implica conoscere gli acquirenti e i canali in cui possiamo raggiungerli. Il contenuto funge da ottimo strumento per attrarre e aumentare la consapevolezza del marchio.

Due ottimi modi per iniziare sono i social media e i blog, come abbiamo visto. Quando investiamo tempo e denaro nel content marketing, ci concentriamo sul valore nel tentativo di attrarre potenziali clienti, coltivare lead e acquisire nuovi clienti.

Che cos’è il content marketing in campo immobiliare?

Il content marketing per il settore immobiliare non è per vendere case ma esperienze. È uno strumento prezioso per aumentare la consapevolezza del marchio e guidare i lead. Costruire una presenza sui social media come agente immobiliare qualificato può aiutare a guidare i referral e aiutare i potenziali clienti ad arrivare a noi.

Blog, social media, SEO sono alcuni dei modi comprovati per attirare un lettore e convertirlo in un acquirente.

Vantaggi del content marketing immobiliare

Il content marketing aiuta a ottenere ulteriore visibilità e costruire la consapevolezza del proprio marchio. Quali sono i suoi vantaggi:

  • Ci rende un punto di riferimento nel nostro ambito
  • Crea consapevolezza del prodotto
  • Il motore di ricerca ama i contenuti, quindi possiamo essere notati più facilmente
  • Incoraggia il coinvolgimento
  • Migliora la qualità dell’acquirente

marketing digitale immobiliare

Marketing Video

L’utilizzo sempre più assiduo degli smartphone ci permette, a volte anche in modo esagerato, di essere sempre online e sempre presenti. Siamo inondati di contenuti, attirati da immagini, parole e, ultimamente, video. Se un’immagine vale più di mille parole, i video ne valgono un milione. Ormai è diventato facilissimo condividere e visualizzare video tramite Facebook, Instagram e altri social. Ecco perché sempre più persone si stanno orientando verso il video marketing.

È uno dei modi migliori per ottenere contatti immobiliari di qualità superiore e generare più affari. Questo perché i potenziali acquirenti sono più facili da convincere e convertire a livello visivo. Quando vedono effettivamente una proprietà tramite contenuto visivo, hanno meno dubbi e domande. I video sono una chiave convincente per l’acquisto, o affitto, di un possibile immobile.

Cos’è il marketing video?

Le persone ricordano ciò che vedono e il settore immobiliare si basa sull’attrazione visiva. L’industria immobiliare implica fiducia e intuizione. Un video può essere un ottimo contenuto per renderci più empatici agli occhi dei clienti, aumentandone la fiducia.

Vantaggi del marketing video

Oltre a essere più coinvolgente, al video viene data la priorità anche da algoritmi digitali, come i canali social tra cui Facebook e Instagram e motori di ricerca come Google. Con il video marketing possiamo:

  • Iniziare una conversazione direttamente con i clienti
  • Fare in modo che i clienti ci conoscano personalmente
  • Aggiungere un tocco umano
  • Mostrare più dettagli

Gestione della reputazione online

Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli

Ma qui, caro Oscar Wilde, dobbiamo dissentire.

Il settore immobiliare è un’attività in cui l’immagine e la reputazione sono fondamentali. Per ottenere più clienti dobbiamo mantenere una reputazione online positiva.

Le recensioni online influenzano direttamente il modo in cui le persone si approcciano con un prodotto e un servizio. Tradurre le recensioni in vendite è importante nella maggior parte dei settori, ma è fondamentale nel settore immobiliare per due motivi principali:

  • Acquistare o vendere una casa è un affare enorme, finanziariamente e legalmente
  • Ottenere recensioni è un gioco di numeri

Le persone navigano in internet tutti i giorni per contattare agenzie immobiliare e cercare case. È fondamentale impegnarsi per aumentare la visibilità e mantenere intatta la reputazione della propria agenzia immobiliare.

Design User Experience

Quando creiamo il nostro sito web deve essere non solo funzionale e facile da consultare, ma deve anche dare un senso di fiducia che soddisfi gli utenti e li incoraggi ad affidarsi a noi per venire incontro alle loro esigenze immobiliari.

Se la nostra presenza online è inesistente, o quasi, stiamo perdendo tantissime opportunità di essere contattati. Ecco alcuni motivi per cui ogni azienda immobiliare dovrebbe sviluppare un sito web:

  • Promuovere il nostro servizio
  • Rendere accessibile la nostra attività 24 ore su 24, 7 giorni su 7
  • Creare fiducia tra i clienti
  • Creare un’esperienza mobile user friendly

marketing digitale immobiliare

Perché il digital marketing può funzionare nel campo immobiliare

Il digital marketing per il settore immobiliare è molto conveniente perché permette di raggiungere il pubblico di destinazione creando un impatto duraturo.

Sono tantissime le persone che cercano case online, le statistiche mostrano che il 92% degli utenti trova la casa dei propri sogni dalle ricerche online. A chi non è mai capitato di cercare casa su Google, almeno per dare una sbirciatina?

Metodi di marketing immobiliare: tradizionale vs digitale

Da quando esiste il marketing digitale, ne abbiamo sentite di tutti i colori sulla sua efficacia. Spesso assistiamo a dibattiti infiniti su quale sia il modo migliore di fare marketing in un determinato campo, se continuare con quello tradizionale o se voltare completamente pagina e affidarsi a tecniche digitali. La risposta, alla fine, è sempre la stessa: non esiste un metodo migliore.

Anche nel campo immobiliare è fondamentale fare un confronto pratico per capire le caratteristiche dell’uno e dell’altro, cogliere dove siano le differenze, i punti deboli e quelli di forza. Dopotutto è una questione di esigenze, di obiettivi ma soprattutto del pubblico di riferimento.

Metodi tradizionali di marketing immobiliare

  • È un mezzo tradizionale per trasmettere il messaggio forte e chiaro con metodi, ovviamente, tradizionali.
  • Fanno affidamento sulle tecniche di vendita che dipendono pesantemente dalle famigerate quattro P del marketing: prodotto, prezzo, luogo e promozione.
  • Le forme tradizionali di marketing, come i cartelloni pubblicitari, la radio e la carta stampata possono essere molto efficaci, ma anche incredibilmente costose.
  • È difficile determinare quante persone hanno visto e letto un annuncio stampato o sentito un annuncio radiofonico.

Metodi di marketing immobiliare digitale

  • Il pubblico può interagire in diretta con noi sui canali social.
  • Le piattaforme di marketing digitale, come i social media, l’ottimizzazione dei motori di ricerca e l’email marketing sono efficaci e meno costose.
  • Il marketing digitale consente alle agenzie immobiliari di raggiungere gruppi di persone mirati, con un messaggio specifico.
  • Con il marketing digitale, possiamo misurare i dati e le volte in cui le persone hanno visitato il nostro sito web e quante volte qualcuno è stato convertito in lead sul sito.
  • Come abbiamo già detto, le statistiche mostrano che il 92% delle persone trova la casa dei propri sogni su internet.

Il marketing digitale è inesorabilmente un passo avanti, ma vediamo i vantaggi che può apportare nel campo del mercato immobiliare.

I vantaggi del digital marketing nel campo immobiliare

In che modo il marketing digitale gioverà al mercato immobiliare? Oltre ad aumentare la visibilità delle agenzie e degli addetti del settore, il marketing digitale consente agli agenti immobiliari di stare al passo coi tempi in un mercato saturo. Ma vediamo come nel dettaglio.

Essere i primi nei motori di ricerca

Nell’era digitale, la maggior parte delle persone si affida principalmente ai motori di ricerca per ottenere informazioni e notizie su qualsiasi cosa. Il 44% di chi è alla ricerca di una casa controlla prima su internet che tipo d’abitazione è disponibile e se conforme con le proprie esigenze. Dopodiché fissa un eventuale appuntamento per accertarsi dal vivo sulle condizioni della casa.

Risultati misurabili

Attraverso l’analisi dei dati e altri strumenti di metrica online, è più facile stabilire l’efficacia della propria campagna di marketing digitale. Possiamo ottenere informazioni dettagliate su come i clienti utilizzano il tuo nostro sito web o rispondono alla pubblicità.

Personalizzazione

Collegando il database dei clienti al nostro sito web, ogni volta che qualcuno visita il sito, possiamo creare e mostrare delle offerte mirate, fatte ad hoc per ogni cliente. Più prenotano una proprietà, più possiamo perfezionare il profilo cliente e commercializzare in modo efficace per loro e con loro.

Chattare con i follower

Gli acquirenti di case chiamano gli agenti immobiliari molto meno rispetto a prima per richiedere info su una possibile proprietà da acquistare. La maggior parte, soprattutto i Millennial e la Gen Z, sono tutti online, e navigano, cercano e ottengono le informazioni richieste su internet, tra social media e siti web.

Dare sfogo alla creatività

Il web incoraggia gli utenti a pensare fuori dagli schemi e possiamo utilizzare una varietà di funzioni per interagire con il nostro pubblico. Ad esempio, potremmo sfruttare la funzione Chiedimi qualcosa di Instagram Stories per ottenere un feedback dai clienti sulle sfide che stanno affrontando.

33 idee per migliorare la propria strategia di digital marketing

Abbiamo raccolto 33 idee in prestito dal marketing digitale per affinare le proprie skills e migliorare le campagne marketing nel campo immobiliare.

1. Il potere dei social media

Un modo per entrare in contatto con i clienti e creare una relazione con il proprio pubblico è quello di assicurarsi una presenza attiva sui social media. Queste piattaforme ci permettono di interagire condividendo attraverso contenuti mirati, i propri servizi.

LEGGI ANCHE: Come trovare o mettere una casa in affitto su Facebook

2. Aggiungere la condivisione social alle pagine dell’agenzia immobiliare

È probabile che gli acquirenti siano desiderosi di condividere le loro foto della casa con amici e familiari, quindi possiamo permettere l’invio di mail e la condivisione aggiungendo gli appositi pulsanti social.

3. Tenere d’occhio la concorrenza

Cosa stanno facendo gli altri agenti immobiliari nella nostra zona? Come sono i loro siti web? Quanto sono attivi sui social media? Prendiamo nota di ciò che stanno facendo i nostri competitors, evitando i loro errori e lasciandoci ispirare dai loro punti di forza.

4. Siamo facilmente reperibili

Non dimenticare mai di inserire tutte le tue informazioni di contatto in ogni pagina del sito web.

5. Creare un biglietto da visita

Distribuiamo i nostri biglietti da visita per farci conoscere ovunque.

6. Utilizzare immagini locali

Non stiamo vendendo solo una casa, ma un’intera città o un’area specifica. Mostriamo il meglio che la zona ha da offrire, con bellissime foto di alta qualità dei monumenti della città locale e dei maggiori punti d’attrazione.

7. Creare un’offerta di contenuto irresistibile per acquisire lead

Possiamo offrire degli ebook gratuiti su argomenti immobiliari in cambio di un indirizzo email. Questo è un ottimo modo per acquisire contatti.

8. Fotografie eccellenti

Il successo nel settore immobiliare si basa in gran parte su foto accattivanti. Foto poco professionali, con scarsa luce non sono impattanti. È assolutamente necessario avere foto adatte a rappresentare gli immobili proposti. Un’idea potrebbe essere quella di assumere un fotografo professionista o, se disponiamo di attrezzature adatte e buon occhio, possiamo provare a farle da soli.

marketing digitale immobiliare

9. Creare un tour virtuale

Il tempo dei clienti è prezioso e vogliono capire, sin dal primo momento, il più possibile sulla proprietà a cui sono interessati prima di visitarla di persona. I tour virtuali sono un ottimo modo per fornire un’anteprima completa e accurata della proprietà per i potenziali acquirenti.

LEGGI ANCHE: Realtà Virtuale: questa startup vuole un team di agenti immobiliari 4.0

10. Sponsorizzazione locale

Possiamo sponsorizzare feste locali, squadre sportive o eventi scolastici, iscrivendoci come sponsor locali. Questo ci permetterà di raggiungere più persone ed essere visibili in tanti modi diversi.

11. Creare video

Video brevi, di alta qualità possono aiutarci a far conoscere il nostro marchio e dare un tocco di personalità.

12. Bacheche su Pinterest

Le bacheche di Pinterest sono un ottimo modo per fornire immagini e informazioni per elenchi specifici. Possiamo creare una bacheca Pinterest per una singola proprietà che, oltre alle foto della casa, evidenzierà anche i principali vantaggi della zona.

13. Rendere ottimizzato il nostro sito per i dispositivi mobili

Un recente studio ha dimostrato che l’80% degli utenti internet utilizza i propri dispositivi mobili per navigare in rete. È fondamentale che il nostro sito web sia ottimizzato per i dispositivi mobile.

14. Creare una newsletter

L’email marketing è una delle migliori strategie per costruire relazioni con i clienti. Raccogliamo le email dal nostro sito web, dai contatti locali o in qualsiasi altro modo. Inviamo direttamente ai nostri abbonati delle mail con ciò che stanno cercando, come avvisi sulle nuove case sul mercato.

15. Creiamo la nostra pagina Google My Business

La configurazione di un account Google My Business consente agli utenti di trovarci facilmente su Google e Google Maps.

16. Trasformiamo il nostro brand in un marchio di nicchia

Un’idea interessante è quella di diventare un brand di nicchia. Possiamo essere l’agente immobiliare di riferimento per proprietari di cani, famiglie con bambini, persone divorziate, qualunque cosa. Farsi un nome per quanto riguarda una specifica esigenza di nicchia può renderci inconfondibili.

17. Usiamo la narrazione emotiva

Utilizzare lo storytelling emotivo. Le persone amano le storie.

18. Ospitare un webinar

Ospitare un webinar può essere un ottimo modo per attirare l’attenzione sulla nostra attività. I webinar possono anche essere riproposti come video di YouTube, possono servire come preziosi contenuti video che, successivamente, potranno essere riconsultati sul proprio sito web.

19. Campagne Ad social

Con la portata organica in calo su molti social network, gli annunci a pagamento sono spesso il modo più efficace per mettersi in contatto con i clienti.

20. Utilizzare la pubblicità tradizionale

La pubblicità tradizionale non è diventata inutile, soprattutto quando abbiamo un pubblico mirato, ma possiamo integrarla con quella digitale.

21. Essere una voce nelle riviste locali

Quando si tratta di immobili, è importante concentrarsi sul laser locale. Essere una voce in riviste o giornali locali è un ottimo modo per spargere far conoscere il proprio marchio.
Mostriamo le nostre conoscenze, parliamo di come l’aumento dei prezzi delle case sul mercato mostra che la città stia vivendo un buon momento, oppure elenchiamo i motivi per cui la nostra area regionale sta diventando più popolare.

22. Ospitare seminari gratuiti per acquirenti

Mettere sé stesso e le proprie conoscenze a disposizione della comunità ospitando mini seminari. Il marketing oggi è tutto incentrato sull’inbound e non si applica solo online.

Gli utenti vogliono conoscere ciò che abbiamo in serbo per loro, in primis, gratuitamente prima di investire tempo e denaro nel nostro brand.

23. Pubblicizzare il nostro marchio

Un ottimo modo per diffondere il nostro nome è quello di utilizzare gadget e omaggi che le persone amano, come penne con il nostro logo.

24. Collaborare con attività commerciali locali

Lo sviluppo di relazioni con altre aziende locali sarà fondamentale per farci conoscere e apprezzare sempre di più.

25. Avvalersi di recensioni positive

Le recensioni sono segnali di fiducia. Quando un acquirente ci rilascia un buon feed, possiamo riportare la sua esperienza strategicamente sul nostro sito web, condividendola, di tanto in tanto, sui social network.

26. Crea un fantastico sito web

Un sito web ci permette di essere presenti virtualmente e creare una forte presenza online. Dobbiamo consentire agli utenti di accedere facilmente a tutte le informazioni su di noi e i nostri servizi.

Assicuriamoci che agli annunci che pubblichiamo siano allegate foto professionali, aggiungiamo tour virtuali e un facile accesso a Google Maps e Google Earth. Mettiamo in risalto i posti più importanti della zona, quelli di svago e i servizi, come una stazione o la fermata dell’autobus.

27. Progettiamo un sito user friendly

Consultare un sito internet deve essere un piacere, non incubo, indipendentemente dal device che andremo a utilizzare. Progettiamo un sito user friendly per evitare fughe repentine.

28. Key word riferite al locale

Assicuriamoci di includere alcune parole chiave orientate al locale per assicurarci che i contenuti vengano trovati dagli acquirenti che cercano su Google online le case nella nostra zona d’interesse.

29. App di pianificazione condivisa

Per fissare e tenere sotto controllo tutti gli appuntamenti, possiamo utilizzare un’app di pianificazione che condivideremo con i clienti, al fine di ottimizzare la visita di ogni proprietà.

30. Dare un pacchetto di assistenza locale dopo un contratto

La relazione con un cliente non finisce subito dopo la chiusura del contratto. Vogliamo che ricordino il nostro nome in modo che, si spera, condivideranno le informazioni con amici, familiari e conoscenti che potrebbero prendere in considerazione la possibilità di trasferirsi nella nostra area d’interesse.

Possiamo inviare un pacchetto di assistenza locale ai clienti dopo la chiusura, con biglietti per cinema o teatro, buoni regalo per ristoranti, o altri servizi aggiuntivi.

31. Restare in contatto con i clienti

Rimanere in contatto con gli acquirenti per costruire un buon rapporto duraturo. Inviare biglietti di auguri, per esempio, è un modo per rimanere impressi nella loro mente.

Così quando qualche amico avrà bisogno di aiuto nella ricerca di un nuovo appartamento, sapranno da chi mandarlo.

32. Creare un sistema di riferimento

Fornisci incentivi ai clienti passati per indirizzarti a futuri acquirenti.

33. Sfrutta il monitoraggio delle chiamate

Il settore immobiliare è uno di quei campi che deve assolutamente utilizzare il monitoraggio delle chiamate nelle proprie campagne di ricerca a pagamento. La maggior parte delle persone usa il telefono per cercare un agente immobiliare o per fissare un appuntamento per visitare una casa. Se queste chiamate si verificano perché qualcuno ha visto il nostro annuncio PPC, dobbiamo essere in grado di monitorare quali annunci e parole chiave stanno guidando quelle chiamate.

 

Black Friday 2020: quando sarà, come funziona e come prepararsi

  • Il Black Friday rappresenta un’enorme opportunità per aumentare le vendite, attirare nuovi clienti e dare respiro al mondo del commercio.
  • Quando c’è un ambiente economico frenetico come quello che abbiamo ora, i brand hanno bisogno di pianificazione e di strategie efficaci.
  • Una volta che gli ordini di vendita e le richieste dei clienti iniziano ad arrivare, non avrai molto tempo per creare e inviare contenuti.

 

Il clima autunnale porta con sé l’aria del Black Friday, i negozi si stanno attrezzando con personale extra e stanno facendo scorta di inventario per servire i clienti nel migliore dei modi.

Giovani e adulti, sono pronti ad “abbattere i muri” per ottenere un buon affare. Si inizia lunedì 23 novembre e si conclude venerdì 27, con la coda che arriva fino al lunedì successivo: il Cyber Monday è solitamente riservato ai prodotti di elettronica, ma si possono reperire offerte speciali anche in altri comparti.

L’ultimo trimestre dell’anno, è tradizionalmente il periodo più trafficato e redditizio per l’eCommerce, tuttavia, la sequenza di eventi che continua a svolgersi, sta a significare che quest’anno potremmo assistere ad un periodo di picco molto diverso. Con tutti gli acquisti online in corso, le migliori offerte terminano ancora più rapidamente e molti prodotti popolari non sono disponibili.

“La settimana degli sconti”, fornisce un’analogia pratica sul modo in cui i professionisti del Marketing e i comunicatori devono pensare alla situazione imminente: attraverso il Black Friday i rivenditori hanno un’enorme opportunità di incrementare le vendite e attirare nuovi clienti. Una preparazione non adeguata sarebbe catastrofica, il che significa grandi perdite di guadagni e della fiducia delle persone. Tuttavia, la differenza è che probabilmente assisteremo a un periodo prolungato – anche mesi – in cui ogni giorno è come il Black Friday, ed occorre avere strategie a lungo termine.

Fai sentire i tuoi clienti davvero speciali

La pandemia sembra destinata a imporre un cambiamento permanente e duraturo per i rivenditori. Sebbene gli sconti possano fornire una spinta a breve termine, la tendenza a lungo termine vedrà meno negozi fisici e più eCommerce poiché le marche fanno dell’online il loro strumento principale e iniziano a introdurre nuove opzioni di acquisto che funzionano per il post-blocco dell’acquirente. Stiamo decisamente entrando in una nuova era.

Con l’imprevedibilità del COVID-19, i brand intelligenti sanno che non possono permettersi di reimpostare le aspettative dei consumatori per gli sconti tipo Black Friday tutto l’anno.

Poiché i consumer non sono in grado di entrare in modo agevolato in un negozio al dettaglio, come erano in grado di fare prima della pandemia, sembra che i professionisti del Marketing stiano prendendo decisioni di sconto quasi disperate perché mancano di una soluzione migliore. Nella maggior parte dei casi, nessuna quantità di promo convincerà gli acquirenti in negozio ad acquistare online, all’interno di determinate categorie di merce.

Il consiglio per i  rivenditori  è quello di segmentare l’elenco in anticipo e di indirizzare i clienti  in base a ciò che hanno già acquistato. Uno sconto del 30% su tutto è un po’ pigro e non mirato, occorre elaborare strategie ad personam o per gruppi omogenei. Invece di colpire i clienti con un’offerta il giorno stesso, (come faranno molti competitor), i rivenditori dovrebbero piantare il seme una settimana prima e avere un paio di e-mail di prevendita per “stuzzicare  l’appetito”. Ti consiglio di utilizzare l’aumento del traffico per portare le persone nella tua lista, anche se non acquistano. I rivenditori non devono essere tentati ad inviare spam ai clienti solo con offerte di sconto. Essere economico, non significa che la gente comprerà. Convincili ad aprire le tue email perché li interesserà, raccontali una storia.

Preparazione e attenzione ai dettagli, il Black Friday non è casuale

Il Black Friday va pianificato.

Quando c’è un ambiente economico frenetico come quello che abbiamo ora, i brand hanno bisogno di pianificazione e strategia tramite sconti e ottimizzazioni intelligenti. Le marche hanno già clienti fedeli e il messaggio che deve transitare non deve essere correlato soltanto agli affari. Indipendentemente dall’ambiente economico, buono o cattivo, alcuni clienti hanno semplicemente bisogno di uno sconto inferiore per convertire. Adattare le strategie e offrire alle persone offerte mirate in base alla loro sensibilità al prezzo, è una tattica efficace, che preserverà allo stesso tempo  le vendite e il margine di guadagno lordo.

Ridurre i prezzi può convincere gli acquirenti a spendere velocemente, ma a lungo termine danneggia la redditività. Lo sconto è diventato la strategia, ma sei certo che è quella corretta? Perché sarà molto difficile per queste stesse marche vendere a prezzo pieno una volta svanita l’attuale incertezza economica. Passando a sconti più intelligenti, i rivenditori possono personalizzare, rivedere ed implementare offerte più precise in tempo reale. Risparmiare più denaro, in modo che le aziende possano sopravvivere a questa turbolenza, ed emergere più forti ed attente “non appena il sole tornerà a splendere”.

Anche le campagne mirate sono importanti

Alle persone che hanno acquistato più di X volte da una categoria o una marca specifica negli ultimi 6 mesi, è importante inviare un’e-mail mirata con i prodotti corrispondenti. Offrire incentivi a più livelli per aumentare le dimensioni del paniere, ad esempio incrementando lo sconto in base alla soglia di spesa.

Adattarsi alle mutevoli esigenze dei consumatori non è più un optional. Potrebbe essere un costo proibitivo per molte aziende orientare le proprie offerte in questo momento, ma altre che hanno già pensato al futuro, dedicando tempo e budget allo sviluppo di offerte multicanali,  possono sfruttare questo cambiamento, creando esperienze davvero utili per il proprio pubblico.

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7 consigli per gestire al meglio il Black Friday

Il Black Friday non è improvvisazione

Il focus è posto su:

  • Strategia dei contenuti
  • Email
  • Pagine di destinazione e moduli di partecipazione

Le email, i moduli di attivazione e le pagine di destinazione sono un ottimo modo per promuoverti. Ma per aumentare l’impatto, è necessario collegare il tutto ad una strategia di contenuti integrata, così da incrementare davvero le vendite.

Pensala in questo modo, se stai mirando al bullseye, quale strategia è più efficace?

  • Puntare la freccia verso il centro
  • Lanciare 10 frecce a caso sperando che una atterri nel mezzo

Sono sicuro che la maggior parte di noi, concorderà sul fatto che ha più senso mirare direttamente al centro, invece di sperare che una freccia arrivi a caso lì. Trasla lo stesso concetto alla tua strategia di Content Marketing , devi renderla mirata al 100% . E le tue frecce ,(e-mail, moduli di partecipazione ecc.), devono essere scagliate tutte verso un unico obiettivo.

Quindi, se il tuo scopo è massimizzare le vendite durante il Black Friday e il Cyber ​​Monday, il tuo piano di Marketing sarà inerente al raggiungimento di questo traguardo.

Poi arriva la tua strategia dei contenuti che è collegata agli obiettivi di Marketing,  bisogna aumentare il traffico e attirare lead. Gli strumenti più letali di qualsiasi attività di eCommerce sono le email e i moduli / pagine di destinazione. Secondo un rapporto di Smart Insights, il 23% delle vendite online del Black Friday è stato attribuito esclusivamente alle email.

L‘utilizzo della posta elettronica, dei moduli di attivazione e delle pagine di destinazione “sotto lo stesso ombrello” di contenuti, ti offre il vantaggio di inviare un messaggio chiaro alla tua audience,  sapranno cosa aspettarsi e rimarranno ammaliati dalla tua organizzazione.

Ora che sappiamo cosa dobbiamo fare per il Marketing BFCM (Black Friday Cyber Monday), vediamo come utilizzare effettivamente le email, i moduli di attivazione e le pagine di destinazione, come strumenti di contenuto efficaci.

1. Fai sapere al tuo pubblico che ci tieni

È importante che tu faccia sapere ai tuoi iscritti – newsletter – e ai visitatori, che stai entrando nello spirito festivo. Sebbene sia ovvio che i clienti vogliono un buon affare e tu vuoi vendere il  prodotto, non sarebbe male condividere contenuti relativi al ringraziamento con i tuoi dipendenti. Dimostra che ci tieni al tuo ambiente.

Oltre a umanizzare il tuo brand, la condivisione di email regolari poche settimane prima del Black Friday prepara i lettori a tenerti in primo piano. Ciò aumenta la probabilità di vendere con successo. Ecco come funziona:

Marco, che è abbonato alle tua newsletter, vede che hai inviato un’email relativa alle offerte del Black Friday e altre 2 riguardanti le occasioni del Cyber Monday. Li legge e continua la sua giornata. Il 27 novembre, Marco prende il telefono e inizia a cercare buoni affari perché sa che è il Black Friday, ricorderà di aver ricevuto alcuni messaggi di posta elettronica dal tuo brand e tornerà a quelle e-mail, aprirà il tuo sito Web per sfogliare il catalogo e inizierà la sua esperienza di acquisto.

2. Personalizza le tue e-mail e supera il disordine stagionale!

Ora, se invii a Marco un’altra email la mattina del Black Friday, la possibilità che lui la apra, sarà molto più alta. Questo è il motivo per cui è importante inviare newsletter regolari; è un promemoria per i tuoi clienti così da tenerti in primo piano quando sono pronti per l’acquisto!

Molti rivenditori di grandi giochi offrono sconti profondi che probabilmente non puoi eguagliare, quindi una strategia migliore è attirare i clienti con altre offerte significative del Black Friday e del Cyber ​​Monday.

Ecco cosa puoi offrire tramite le tue email:

  • Codici coupon univoci per gruppi di clienti specifici
  • Vendita a livello di sito con un codice coupon universale
  • Prodotti o collezioni in vendita
  • Regalo o buono sconto con acquisto minimo
  • Spedizione gratuita

Ricordati sempre di premiare i tuoi clienti esistenti durante le promozioni speciali. Normalmente sono le persone più facili da convertire perché hanno già fiducia nel tuo brand. Puoi progettare un programma di premi per tutto l’anno con opzioni di fidelizzazione durante il Black Friday.

3. Utilizzare righe oggetto BFCM creative

Basandoti sui punti precedenti, un’altra modalità per sfondare un mucchio di e-mail che sembrano tutte uguali, è usare linee tematiche accattivanti e creative. La riga dell’oggetto è la prima impressione di un’email e il lettore impiega meno di 3 secondi per decidere se fare clic su di essa o meno. Quindi, una buona linea tematica, ha anche una correlazione positiva con il CTR.

Nel contesto del Black Friday e del Cyber ​​Monday ci sono alcuni punti da notare, ti aiuteranno a trovare titoli che attirano l’attenzione:

  • Mantieni l’oggetto pertinente al tuo brand, non esagerare per il bene della creatività
  • Usa elementi di curiosità e urgenza. Sono modi psicologicamente provati per attirare l’attenzione
  • Utilizza strumenti online come Kopywriting KoursePortent per fare brainstorming su idee eccellenti in merito all’argomento. Ho provato personalmente Portent con grande successo. Ecco un titolo generato in modo casuale che ho trovato divertente: “11  Things about –  Black Friday – Your Teachers – Wouldn’t Tell You”.

Su una nota più seria, ecco alcuni buoni esempi:

  1. Siamo contenti che tu abbia deciso di rimanere al Black Friday
  2. Non aspettare che sia troppo tardi! 
  3. Storia: come ho risparmiato acquistando cose! 

4. Preparare in anticipo il contenuto della posta elettronica

Questo punto è fondamentale. Una volta che gli ordini di vendita e le richieste dei clienti iniziano ad arrivare, non hai molto tempo per creare e inviare contenuti. È meglio se il tuo team ha già preparato dei bei modelli di email almeno un mese prima del Black Friday e del Cyber ​​Monday.

Devi preparare dei modelli in base al branding plan e alla segmentazione dei clienti che si collegano alla strategia dei contenuti. Ad esempio, se ti concentri sui coupon per gli abbonati di età superiore ai 30 anni e sugli sconti per quelli di età inferiore ai 30 anni, assicurati di preparare le tue email di conseguenza. Non puoi permetterti che la persona sbagliata riceva il messaggio errato.

5. Consenti ai visitatori di conoscere immediatamente le offerte del Black Friday / Cyber ​​Monday

Questo è un gioco da ragazzi. Se avete intenzione di fare Marketing per BFCM, le azioni di opt-in forme con landing page efficaci sono le migliori e le più convenienti.

La registrazione alla tua newsletter si concretizza se hai incuriosito il lead con i nuovi prodotti, le offerte speciali,  le promo limitate e un coupon gratuito. Non utilizzare il colore grigio per il corpo del testo. È troppo chiaro per attirare l’attenzione immediata, usa colori più scuri e audaci: il blu indica fiducia.

Ti consiglio di utilizzare Mailmunch per creare moduli di attivazione e pagine di destinazione semplici e privi di codifica che ti danno il controllo completo sul contenuto e sulla tempistica dei pop-up. Puoi anche scegliere tra una moltitudine di bellissimi design. 

6. Utilizzare moduli di partecipazione interessanti e pertinenti alla stagione

Dicono che i libri non dovrebbero essere giudicati dalle loro copertine, ma in quale altro modo possiamo avere un’idea di cosa c’è dentro?

I moduli per il Black Friday sono come i libri

La stessa logica si applica ai moduli di partecipazione. Il design e il contenuto che scegli sono la prima impressione che colpisce un visitatore. Se desiderano di ricevere le tue email, hanno bisogno di una sorta di regola abbreviata che li guidi. E questa regola sembra essere la rilevanza dell’offerta e la qualità del design. Pertanto è molto importante che entrambe queste funzionalità siano corrette.

Ora, se stiamo facendo una campagna per il Black Friday, il contenuto deve indicare chiaramente quale tipo di vantaggio riceverà il cliente dall’iscrizione alla newsletter. Tale contenuto deve essere supportato da un bellissimo design del modulo di partecipazione che rimane fedele al tema del Black Friday e del Cyber shopping. E già che ci sei, perché non affascinare veramente i tuoi lettori usando magneti al piombo. I magneti al piombo risolvono un vero problema per un cliente e sono veloci da digerire: esempi sono e-book, liste di controllo e cheat sheet.

7. Per la leva del posizionamento SEO utilizzare pagine di destinazione BFCM per tutto l’anno

Google, ha pubblicato un rapporto dove si evidenzia che il 61% degli acquirenti, ricerca i potenziali acquisti prima del fine settimana del Black Friday. Ciò significa che i consumatori hanno la tendenza a fare clic sui primi 10 risultati che vedono sul motore di ricerca, ed è qui che entra in gioco la leva SEO.

I marchi e i siti web che si classificano meglio raccoglieranno la maggior parte dei clic lasciandoti con un pezzo di torta minore. Questo è il motivo per cui è meglio creare pagine di destinazione annuali per il Black Friday e il Cyber ​​Monday, invece di ricominciare la stagione con un ranking SEO basso. Pensaci. 

Ora, sai che puoi sfruttare al meglio il Black Friday e il Cyber ​​Monday personalizzando le tue email, i moduli e le pagine di destinazione, in base al periodo storico, con un messaggio chiaro e lineare.

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