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consigli per migliorare su Instagram

5 consigli PRO per sfruttare l’algoritmo di Instagram e migliorare le performance

  • Su Instagram i Carousel registrano un livello di Engagement Rate superiore rispetto alle immagini o ai video posts; 
  • I Reels ottengono il 67% di Engagement in più rispetto ai video normali, e contribuiscono ad aumentare anche il tasso di crescita dei follower;
  • I post con 1-2 hashtag raggiungono un livello di interazione leggermente superiore rispetto ai contenuti con 3-4 o senza hashtag.

“Come, l’algoritmo di Instagram è cambiato di nuovo?”

Esattamente. Non facciamo in tempo ad abituarci alle ultime novità che eccoci qui, di nuovo, ad analizzare cosa è cambiato nei primi mesi del 2021.

Prima di tutto, specifichiamo cosa si intende con il termine algoritmo. L’algoritmo è l’insieme di regole che controlla la portata organica dei tuoi contenuti, cioè il meccanismo che decide:

  • Quali post vanno all’inizio del newsfeed e in quale ordine;
  • quali post sono presenti nella scheda Esplora;
  • in quale ordine compaiono le Storie, i video in diretta, i Reels e i video IGTV, nel feed e nelle rispettive schede, etc.

In sostanza, l’algoritmo di Instagram decide per voi quali contenuti saranno visualizzati e in quale ordine.

  • L’utente ha interagito in passato con questo tipo di contenuto?
  • Con che frequenza l’utente utilizza Instagram?
  • Quante persone segue?
  • Di che settore sono i Brand che segue maggiormente?

Queste sono le tipiche domande che si pone Instagram per decidere se un contenuto è rilevante per ognuno di noi.

Per riassumere, la decisione dell’algoritmo si basa su tre fattori principali:

  • Relazione tra due account, cioè che tipo di interazione avviene quotidianamente tra i due profili (follow, scambio di like, commenti, messaggi privati, tag, etc).
  • Timing delle pubblicazioni, in quanto i post più recenti sono spesso classificati più in alto nel feed delle notizie rispetto a quelli più vecchi.
  • Interesse da parte dell’utente, visto che il compito dell’algoritmo è mostrare alle persone ciò che vogliono vedere.

In che modo i brand possono sfruttare l’algoritmo

Non esistono formule magiche o strategie infallibili che permettano ai contenuti di un Brand di dominare l’algoritmo di Instagram, ma è possibile adattare i propri contenuti in base ad esso per poterne migliorare le performance.  

Vediamo quindi 5 consigli basati sulle statistiche di Instagram per sfruttare l’algoritmo a proprio favore. 

#1. Preferire il formato Carousel per i post in feed

Sebbene Instagram non si sia pronunciata esplicitamente a favore di questo tipo di formato, i Carousel sono senza dubbio il tipo di contenuto che meglio performa in piattaforma.

Secondo i dati raccolti da Social Insider, vediamo come i Carousel registrano un livello di Engagement Rate superiore (1.94%) rispetto alle immagini (1.74%) o ai video posts (1.45%). 

A livello di contenuto, si rivelano perfetti per entrare maggiormente in dettaglio su un prodotto o servizio offerto, riuscendo a comunicare lo stesso tema da differenti angolazioni.

#2. Sperimentare con i nuovi formati, soprattutto i Reels

Parlando nello specifico di video, sembra che i Reels siano il formato maggiormente potenziato dal nuovo algoritmo.

Sebbene Instagram non lo abbia confermato ufficialmente, possiamo dedurre come Zuckerberg voglia provare a combattere a suon di Reels il successo ottenuto da TikTok.

Secondo un esperimento effettuato da Hootsuite, infatti, i Reels ottengono il 67% di Engagement in più rispetto ai video normali, e contribuiscono ad aumentare anche il tasso di crescita dei follower.

 

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Un post condiviso da Instagram’s @Creators (@creators)

Lo stesso Instagram, con un post pubblicato sul suo profilo dedicato ai Creators, ha affermato di avere un team interno di persone che controllano i Reels pubblicati e scelgono i migliori da spingere sulla piattaforma. 

Inoltre, per ottenere una performance migliore, Instagram suggerisce di non riciclare i video di TikTok con la filigrana, di filmare in formato verticale e di utilizzare effetti nativi della piattaforma (filtri, musica, stickers, etc).

LEGGI ANCHE: 5 tips per creare Reels epici su Instagram

#3. Utilizzare strategicamente gli hashtag

Gli hashtag continuano ad essere uno strumento fondamentale non solo per assicurare una portata organica ai contenuti, ma anche per facilitare l’automazione dell’algoritmo.

Hashtag precisi, accurati e ponderati aiutano l’algoritmo a identificare il tema trattato nel post e, di conseguenza, indirizzare il contenuto al target che ritiene possa essere maggiormente interessato all’argomento.

Secondo uno studio pubblicato da SocialBakers, i post con 1-2 hashtag raggiungono un livello di interazione leggermente superiore rispetto ai contenuti con 3-4 o senza hashtag.

Quindi, bisogna evitare di utilizzare hashtag non necessari, perché i dati dimostrano che è una strategia che non funziona.

LEGGI ANCHE: Hashtag 2021: la guida semplice e veloce all’utilizzo

#4. Pubblicare al momento giusto

Sembra un consiglio scontato ma si tratta invece della strategia più efficace: per avere più possibilità di raggiungere il target è necessario pubblicare i contenuti al momento giusto. 

Infatti, l’algoritmo di Instagram dà priorità alla “recency”: questo significa che un post più recente, pubblicato al momento giusto, verrà visualizzato in una posizione più alta nel feed notizie con rispetto a uno più vecchio.

Ovviamente, il momento migliore per pubblicare cambia da account ad account, perché dipende dalle abitudini di consumo e dal comportamento online di ogni specifica community. Questo tipo di dato è facilmente ricavabile dagli insight del profilo Instagram.

Inoltre, controllare quando sono stati pubblicati i post che hanno ottenuto più successo può aiutare a pianificare le nuove programmazioni. Anche queste informazioni sono consultabili in piattaforma.

Infine, è utile anche tenere in conto il quadro generale, cioè le statistiche di benchmark e i dati demografici degli utenti.

Ad esempio, nel 2020 la media di tempo trascorso su Instagram era di 30 minuti al giorno e ogni visita durave circa 6 minuti e mezzo; altro dato interessante è che le aziende pubblicano sul proprio feed una media di 1 contenuto al giorno.

#5. Creare una connessione emotiva con gli utenti

Possiamo concludere dicendo che per “vincere sull’algoritmo di Instagram” è necessario arrivare al cuore degli utenti. Non importa quale sia il KPI di campagna, l’importante è riuscire a creare una connessione emotiva con il target di riferimento.

Cosa c’entra, vi chiederete? Semplicemente, se un utente si sente connesso in qualche modo con un contenuto, è più probabile che interagisca con lo stesso, lasciando anche solo un like o un commento.

Secondo lo studio condotto da Hootsuite e We Are Social, in linea di massima, il tasso di coinvolgimento medio su Instagram per gli account aziendali è dello 0,85%.

Per migliorare questa percentuale, i brand possono interagire con gli utenti a livello di Community Management (rispondere ai commenti e ai messaggi privati) oppure utilizzare strategicamente gli UGC.

domenico romano copertina

Diventare una star del Marketing partendo da Ninja: la storia di Domenico Romano

“Quello che ti serve è un nome e un cognome, e un orientamento su come raggiungere l’obiettivo. Devi riuscire a proiettarti nel futuro, capire cosa vuoi fare “da grande” e identificare la industry che ti interessa“.

Quali sono i passi essenziali che ci permettono di costruire una carriera di successo?

Domenico Romano, CEO di Fandango Club Creators e speaker di N-Conference, ha iniziato la sua carriera proprio da Ninja, mentre era ancora studente. Lo dice chiaramente: “era il 2006 e il loghetto di Ninja sul curriculum mi ha aperto molte porte, e sono riuscito a entrare in L’Oréal. Da lì, sono partito per gli USA, dove ho lavorato in Whole Foods. Poi sono rientrato in Italia per lavorare in McDonald’s come LSM Consultant prima e per Original Marines come CMO, poi“.

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Da Salerno a New York City

L’avventura di Domenico non si ferma qui: è poi ripartito alla volta degli amati Stati Uniti per diventare Direttore Marketing per USA, Canada e Messico di Natuzzi. Quindi il ritorno in Italia, per affrontare le sfide nel marcato asiatico di AW LAB come CMO.

Dopo 3 anni, il ruolo di CEO in Fandango Club Creators, un’azienda dinamica e attiva nel settore degli eventi da molti anni che ha sede nel milanese, in un campus di 5.000 metri quadrati, un incubatore di eccellenze che ospita aziende controllate e partecipate della società. Oggi, tra i loro clienti, ci sono grandi multinazionali dell’elettronica, enti sportivi, giganti del retail.

Anche N-Conference, il Business Visionary Event in programma il 27 e il 28 maggio 2021 in Digital Edition, sarà trasmesso dagli studi di Fandango Club Creators.

Ninja è stato l’inizio del mio percorso: senza Mirko e Alex non sarei qui dove sono ora“. dice Domenico. “Il periodo in Ninja è stato come un master ad alta intensità e quello che ho imparato mi è servito moltissimo“.

Ovviamente, per sviluppare un percorso di successo e raggiungere grandi obiettivi, bisogna mettere in conto di superare anche diversi ostacoli. Diventare Unbreakable, insomma.

Quando ero in Ninja come Project Manager Junior, ho ricevuto una buona offerta da L’Oréal. Mirko e Alex mi hanno subito incoraggiato al cambiamento e a cogliere questa possibilità, ed è stata subito un’esperienza particolare, perché ero inserito nel programma Talent e hanno investito subito molto su di me, anche in formazione”, continua Domenico. “Dopo il cambiamento di alcune figure dell’azienda, l’idillio si è un po’ incrinato. Ho preferito quindi terminare gli studi della magistrale per propormi con maggiore forza all’azienda, con una sorta di impegnativa di assunzione”.

domenico romano

Da New York City a Milano

A questo punto della storia, la svolta: Domenico, nel frattempo, inizia a lavorare per Agritalia, il principale supplier italiano di Whole Foods, che gli propone di lasciare L’Oréal per frequentare un Master alla St. George University di Philadelfia. Ovviamente, accetta e, dopo due anni di studio, arriva un altro momento catartico.

Avevo un forte legame col territorio e la voglia di restituire qualcosa alla mia terra, a una Campania che meritava rispetto“.

Contemporaneamente, arrivano due proposte, una da Doria e una da McDonald’s. I tempi con McDonald’s di fanno lunghi e Domenico sceglie Doria. Proprio nel viaggio per il primo giorno di lavoro in azienda, già sul treno per raggiungere gli uffici la telefonata dell’Head Hunter di McDonald’s lo fa catapultare giù dal treno.

Il fascino della multinazionale era enorme. Si trattava di entrare in una vera e propria scuola, imparare il metodo ed essere proiettato all’interno di un percorso di crescita in cui sei accompagnato in tutti gli step“.

In McDonald’s fa carriera molto velocemente e gli arriva così la proposta di diventare Direttore Marketing di Original Marines. Un’altra occasione da non lasciarsi sfuggire: un team di 13 persone e un budget milionario da gestire.

Dopo 3 anni, il lavoro con Natuzzi lo riporta negli amati Stati Uniti ma il forte interesse a scoprire i mercati dell’Asia si incrocia con la richiesta di AW LAB, che puntava su di lui per spostarsi a Singapore. E allora tutto cambia, di nuovo: l’azienda è diventata velocemente quasi una media company e il Dipartimento Marketing da centro di costo si era trasformato quasi completamente centro di revenue.

Ora, Domenico Romano è CEO di Fandango Club Creators, un’azienda che si è trasformata in una holding. Una “occasione magica“, come la definisce Domenico, per la quale è stato fortemente voluto da Marco Moretti, Presidente del CDA.

“È un po’ come un padrino per me, ci conosciamo da quando avevo 18 anni, cioè da quando facevo l’animatore turistico per pagarmi gli studi. Non ho saputo dirgli di no: è un amore iniziato molto tempo fa e, adesso, sono pronto“.

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Google lancia in Italia i Career Certificates

Quattro programmi di formazione professionale per sviluppare competenze in ambito digitale: Google lancia per l’Italia i Google Career Certificates, nelle aree Supporto IT, Project Management, UX Design e Data Analytics, destinati a studenti, lavoratori e persone in cerca di occupazione.

I quattro corsi, 100% online e flessibili, sono stati presentati in conferenza streaming insieme alla ministra Fabiana Dadone, in contemporanea all’ufficializzazione dell’adesione di Google a Giovani 2030, il portale del Dipartimento delle Politiche Giovanili che raccoglie opportunità per i giovani. Rispondendo alla call del ministero, rivolta ai vari attori economici e sociali italiani, Google contribuirà mettendo a disposizione tutto il proprio catalogo di strumenti per la formazione e per l’orientamento.

4.000 licenze per il 2021 in Italia

Predisposte per il 2021 ben 4mila licenze per i Google Career Certificates, per la fase di sperimentazione pilota, con l’idea di svilupparli anche nel lungo periodo in base alla domanda degli utenti. Nessuna competenza pregressa o esperienza significativa è richiesta per seguire i quattro corsi.

Obiettivo: accelerare la transizione digitale in Italia

Un impegno, quello di Google, che nasce dalla necessità di accelerare sulle competenze in Italia, non adeguate per la gestione della transizione digitale, inserendosi nel più ampio progetto di Italia in Digitale, avviato nel 2020 per la ripresa economica del Paese attraverso progetti di formazione, strumenti e partnership per supportare le aziende e le persone in cerca di opportunità lavorative.

Sono oltre 300.000 le persone e le piccole e medie imprese che Google ha aiutato a digitalizzarsi, come evidenzia Fabio Vaccarono, Vice President di Google, Managing Director di Google Italia: “Competenze imprescindibili. Le tecnologie digitali sono ormai fondamentali per la nostra vita. Il Covid ha colpito un Paese che figurava al venticinquesimo posto su 28 in Europa per il grado di digitalizzazione dell’economia. Nell’emergenza cittadini e imprese hanno iniziato ad usare tecnologia che non avevano, milioni di persone hanno utilizzato strumenti di ricerca. I cosiddetti consumatori digitali in Italia, i digital first secondo i dati NetCom, sono passati dal 2% del 2020 a circa il 13% nel 2021”, insiste Vaccarone, stimolando la riflessione sulla necessità di un approccio inclusivo.

La ministra Fabiana Dadone

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Digitalizzazione e necessità di un approccio inclusivo, che riduca i gap tra le aree del Paese

L’improvvisa accelerazione ha provocato, infatti, una divaricazione, per cui risulta essenziale  risolvere il gap digitale,  a partire dalla modernizzazione dei processi produttivi attraverso la spinta del PNRR. Un ritardo nell’adozione di tecnologie digitali che influisce anche sul Pil italiano. La digitalizzazione diventa quindi, sempre più una scommessa sul futuro.

“Google avverte una grande responsabilità nel fare la propria parte”, spiega l’azienda, che annuncia un piano di investimenti in Italia di oltre 900 milioni di euro nei prossimi anni. “La prima chiave è la diffusione di competenze avanzate, anche per la riqualificazione di imprese in difficoltà”.

Quindi rilancio, ma attenzione alla crescita che non acuisca le disuguaglianze, come spiega la ministra Fabiana Dadone:

“Il PNRR disegna un’Italia diversa, più digitale, spinta verso la transizione ecologica. La pandemia ci ha permesso di stimola a fare un passo in avanti: interoperabilità delle banche dati nell’ambito della pubblica amministrazione, orientamento alle giovani generazioni, anche nel panorama scolastico e occupazione di qualità”.

“Dobbiamo aiutare i giovani a dotarsi delle competenze per il futuro, spendibili sul mercato del lavoro, prime fra tutte quelle digitali”, dichiara la Ministra Fabiana Dadone, che nei giorni scorsi, insieme al Ministro Colao ha lanciato il Servizio civile digitale, finalizzato non solo alla produzione di un grande impatto sociale supportando la transazione digitale del Paese, ma anche al miglioramento dell’occupabilità delle ragazze e dei ragazzi. In questo senso, ho invitato i giovani ad ‘appropriarsi’ del Portale Giovani2030.it proprio per sfruttare tutte le opportunità che possono aiutarli nella ricerca di un lavoro o, più in generale, sulla strada dell’emancipazione, tra cui questa ottima possibilità formativa messa a disposizione da Google”.

Innovazione per i giovani anche sul fronte della certificazione competenze: “Il PNRR prevede circa 14 miliardi di sgravi fiscali per le imprese per adottare tecnologie digitali. Come Paese abbiamo l’ambizione di accelerare: indispensabili le competenze digitali certificate, ma anche la capacità di riuscire ad adattarsi alla relazione in un mondo del lavoro in trasformazione. Abbiamo provato a misurare quanto pesa il settore della digitalizzazione in Italia – continua la ministra – circa 28.000 aziende del made in Italy hanno un 150% in più di occupazione under 35. Sulla digitalizzazione è in gioco il futuro, ma dobbiamo riuscire a far crescere questo tipo di occupazione anche al centro sud”.

Un momento della conferenza in streaming

Futuro e orientamento

Fondamentale, però, l’orientamento anche nelle scuole, intervenendo e mostrando come il digitale sia essenziale anche per i mestieri tradizionali, favorendo l’uniformità in tutte le aree del Paese, declinando le passioni in occupazione.

“Da queste necessità nasce Giovani 2030 – insiste Fabiana Dadone –  un portale, un punto d’accesso unico per permettere a ragazzi di conoscere investimenti per le start-up innovative, i fondi messi a disposizione dal ministero dei Beni Culturali, i servizi offerti dal ministero degli Affari o dell’Istruzione Università e Ricerca.

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Aprire nuove frontiere dell’innovazione e superare il mismatch digitale italiano

Nel corso del dibattito, emerge la necessità di superare il mismatch e sviluppare tecnologie, che spesso rappresentano la principale barriera all’ingresso nel mercato del lavoro.

Delle 4mila licenze previste da Google in Italia, nello specifico Rete Fondazioni ITS Italia ha messo a disposizione dei propri studenti 2.000 borse di studio, mentre Fondimpresa fornirà 1.800 borse di studio da distribuire a lavoratori di aziende in difficoltà. A queste se ne aggiungeranno circa 200 destinate agli altri partner del progetto UPA, UNA e IAA.

I Google Career Certificates sono pensati infatti per soddisfare la sempre crescente domanda di corsi di formazione online. Una ricerca condotta da Google e McKinsey mostra come, già prima del diffondersi della pandemia, più di 90 milioni di lavoratori in Europa avessero la necessità di sviluppare nuove competenze utili per la propria professione. Sempre in base a tale studio, si ipotizzava come circa 21 milioni di persone rischiassero di perdere il proprio posto di lavoro in settori in difficoltà come l’agricoltura o la vendita al dettaglio. La crisi sanitaria globale ha accelerato molte di queste previsioni: secondo McKinsey ci sarà un incremento del 25% nel numero di persone che avrà necessità di trovare un nuovo lavoro dopo la pandemia. La crescita della domanda di manodopera riguarderà principalmente quei lavori che richiedono un livello maggiore di specializzazione professionale.

Dal “The Future of Jobs Report” del World Economic Forum emerge, infatti, che capacità di pensiero analitico e creatività saranno elementi chiave dell’innovazione. Destinati a crescere il cloud computing, l’internet delle cose, il data analitycs, la cyber securuty e la robotica, oltre alla digital communication e l’information technology: sarà indispensabile riqualificare i lavoratori per essere competitivi sul mercato e sostenere le esigenze delle imprese.

Le partnership

“La vocazione degli ITS è lo sguardo rivolto al futuro e all’innovazione: la partnership con Google conferma che rappresentano la frontiera del mondo dell’educazione. I Google Career Certificates portano gli allievi nel mondo tecnologico con una certificazione che supera i limiti del “pezzo di carta”, qualificando competenze riconosciute dal sistema del lavoro. La trasversalità di queste competenze le rende interessanti per tutti i settori economici e, quindi, una vera opportunità per tutte le 109 Fondazioni ITS”, dichiara Alessandro Mele, Presidente Rete Fondazioni ITS Italia. 

“Fondimpresa è a fianco delle proprie aziende aderenti, specie nei momenti di difficoltà, dalla partnership con Google auspichiamo che l’accesso ai Google Career Certificates da parte del maggior numero di lavoratori possibile diventi strumento utile per rafforzare la formazione in merito alle nuove tecnologie, al fine di supportare le aziende aderenti nel percorso di superamento dell’attuale contingenza economica. La trasformazione digitale sta investendo la vita sociale e lavorativa di tutti, dobbiamo cambiare prospettiva, accompagnare le nostre aziende ed i nostri lavoratori attraverso il cambiamento e farlo ora”, commenta Aurelio Regina, Presidente di Fondimpresa.

“L’impegno di UPA nella formazione dei giovani è iniziato più di trent’anni fa e si è rafforzato nel corso del tempo estendendosi ai manager aziendali e a nuove aree. Come la pubblicità anche la formazione ha un valore anticiclico e questa collaborazione con Google sarà utilissima per permettere il reinserimento e la crescita professionale dei target lavorativamente più colpiti dalla pandemia: giovani, donne e over 50. Siamo inoltre convinti che la formazione continua di alto livello, meglio se con taglio internazionale, sia un asset fondamentale di lungo periodo per cogliere le nuove sfide poste dall’innovazione digitale ai singoli e alle imprese. Per tutti questi motivi abbiamo abbracciato il progetto Google Career Certificates con entusiasmo”, spiega Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente UPA.

“Siamo convinti che la tecnologia debba aiutare tutte le persone, senza distinzioni, per questo da anni ci impegniamo in progetti di formazione sulle competenze digitali. Se queste competenze erano importanti prima della pandemia, oggi sono imprescindibili per avviare la ripresa economica del nostro Paese” conclude Fabio Vaccarono, Vice President di Google e Managing Director di Google per l’Italia – Oggi siamo felici di presentare i Google Career Certificates insieme ai nostri partner, per offrire alle persone nuove opportunità di crescita professionale grazie alla tecnologia”.

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In viaggio verso N-Conference: ecco gli Unbreakable raggiunti dal Ninja Van

N-Conference celebrerà le Unbreakable Companies, aziende e persone capaci di sopravvivere alla crisi grazie alla voglia di innovare e guardare oltre le difficoltà.

Sarà in diretta online il 27 e il 28 maggio 2021 e verrà trasmesso dagli studi di Fandango Club Creators.

Al centro dell’evento ci saranno proprio quelle realtà che sono state in grado di reinventarsi, esplorando nuovi modi di stare sul mercato. Ma sarà anche l’occasione di conoscere e imparare da chi è in grado di trasformare gli ostacoli in opportunità e agire fuori dagli schemi per dominare il futuro.

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Il Viaggio in Van per Cambiare il Futuro – Trailer Unbreakable Tour

Il Ninja Van sta accompagnando Mirko Pallera nell’Unbreakable Tour di N-Conference 2021 in giro per l’Italia, per conoscere Aziende, Persone e Progetti che cambiano il futuro. Storie di chi vuole reinventarsi e trovare nuove strade.

Incoraggiare le aziende a diventare Unbreakable in 10 tappe

La prima tappa di questo incredibile viaggio è Salerno, porta della Costiera Amalfitana: la panoramica con il drone è mozzafiato!

Il #NinjaVan fa tappa dal partner di N-Conference Industria Grafica FG, che lo riveste a tema Unbreakable Tour, con un allestimento fatto di speciali adesivi personalizzati con le tappe del viaggio.

Ora è colmo di gadget: dalle t-shirt Ninja ad adesivi, tappetini, roll-up e teli mari personalizzati.

Tutti i particolari tecnici e organizzativi per raccontare il tour sono stati organizzati con il gruppo Ninja tappa per tappa, e ci si prepara per i primi speciali incontri con alcuni degli Unbreakable Speaker e Unbreakable Partner, ma non solo.

La scuola che educa i nativi digitali al futuro

La prima tappa del viaggio è Frascati, per visitare Little Genius International, la scuola privata che prepara al futuro i bambini nativi digitali dai 2 ai 12 anni.

Un istituto bilingue dalla metodologia didattica innovativa e digitale, impostata sull’innovazione tecnologica, sullo studio del coding e della robotica, ma anche, da quest’anno, su lezioni di cinese e di etica.

L’incontro è con Samia Xena Rinaldi, Governance, Compliance, Benefit Officer di Little Genius, per un tour della scuola, dalla biblioteca alle aule.

La sede è un’avanguardistica struttura in bioarchitettura, detta “l’edificio che respira”, perché ha un sistema di purificazione che trasforma le sostanze nocive in ossigeno da immettere nell’ambiente. Un sistema che si è rivelato un alleato per la prevenzione anti Covid-19.

Droni, stampanti 3D e bracci meccanici.  “Dobbiamo insegnare ai bambini a non subire le tecnologie ma ad applicare la loro creatività e le loro capacità naturali sfruttando i mezzi tecnologici in modo corretto e intelligente” dice Samia.

Questo l’obiettivo della scuola 4.0 per l’educazione dei nativi digitali alle nuove tecnologie.

Da un maestro degli eventi per capire come rilanciare il settore

La visita alla scuola internazionale di Roma Little Genius è terminata con un misto fra l’entusiasmo di aver scoperto questa incredibile Unbreakable Story e l’amaro in bocca di sapere che solo pochi bambini hanno la fortuna di frequentare un posto così.

Il viaggio prosegue verso Roma, dove l’appuntamento è con un Unbreakable Speaker d’eccezione, Alfredo Accatino, Chief Creative Officer di Filmmaster Events.

Alfredo è il creativo e l’autore che ha firmato alcuni tra i più grandi eventi degli ultimi anni. Tra questi, è stato direttore artistico delle Cerimonie di Apertura e di Chiusura dell’Expo Milano 2015 nonché delle Cerimonie Olimpiche e Paralimpiche di Torino 2006.

A N-Conference curerà uno speech dal titolo “Unbreakable: Storie di grandi Artisti”. Nel video, qualche anticipazione sulle “storie dell’arte che cambieranno la storia dell’arte”, mentre ci mostra le opere d’arte nella sua splendida casa.

Come gli algoritmi cambiano il consenso della società

Sul Ponte della Musica, uno di quei luoghi della “nuova socialità”, durante la tappa romana del viaggio in van, Mirko incontra Barbara Carfagna, giornalista e conduttrice del TG1 e autrice del programma “Codice, la vita è digitale”.

Barbara, che sarà tra i top speaker di N-Conference, racconta degli inizi della sua carriera, della sua prima apparizione in tv e dei primissimi incarichi.

Ci svela chi e che cosa l’ha ispirata a diventare giornalista televisiva, come ha iniziato nel mondo dell’informazione e in che modo ha ottenuto la prima collaborazione importante.

Poi l’arrivo in Rai, prima come assistente ai programmi e poi come giornalista del Tg.

Barbara ci svela anche la sua personale formula per essere Unbreakable, che non passa per forza attraverso un percorso stabilito da seguire pedissequamente, ma piuttosto dalla capacità di cambiare rotta per non infrangersi.

Una connessione 5G nel tuo Van per vivere e lavorare al meglio

Uno degli aspetti più importanti quando fai smart working da digital nomad, è dotarsi di una connessione super veloce. Soprattutto se hai bisogno di trasferire file pesanti per produrre video come questo.

Sarebbe davvero frustrante raccogliere storie entusiasmanti e non riuscire a condividerle con più persone possibile a causa di problemi di upload.

Il supporto di TIM, main partner e prima azienda ad aver creduto, insieme a AW LAB e a Banca Sella, nel progetto N-Conference, è stato essenziale per risolvere la situazione.

Grazie al modem Onda 5G, un dispositivo di nuova generazione gentilmente offerto da TIM, Mirko ha potuto collegarsi alla velocità della luce, con ben 2 Giga di download e 70 Mega di upload al secondo e condividere, praticamente in tempo reale, i video 4K con il team Ninja, per fare lavoro di squadra e raccontare il  viaggio in van.

Poi, nelle Marche, una tappa tecnica: per il Ninja Van è il momento della manutenzione. La sosta notturna è a Pesaro, su uno spettacolare promontorio. Quindi si riparte alla volta di Bologna, per nuove incredibili storie.

Quando la campagna arriva a casa tua: come è nato l’eCommerce dell’Orto di Barbieri

Assieme a Esther Intile, Event Manager di N-Conference, il Ninja Van raggiunge L’Orto di Barbieri, a Granarolo dell’Emilia, dove Gianni Barbieri e sua moglie Angela, da veri Unbreakable, raccontano come hanno rivoluzionato completamente il loro business attraverso l’eCommerce.

L’azienda, fondata nel 1956 papà Giorgio, negli anni si è trasformata da multi-coltura a mono-coltura, servendo la grande distribuzione, per poi tornare all’origine. Sempre con un comune denominatore: il rispetto della terra e del prodotto.

Angela e il figlio Alex sono stati per L’Orto “leva del cambiamento”, convincendo Gianni a esplorare nuove strade e dando la spinta al processo di trasformazione digitale dell’azienda, accelerato dalle nuove esigenze della pandemia.

Il primo step è stato l’apertura di un profilo Instagram, cui era collegato un numero WhatsApp che raccoglieva i primi ordini, quindi si procedeva alla consegna a domicilio. Tutti i passaggi erano all’inizio gestiti internamente. Poi il passaggio prima alla piattaforma per l’eCommerce Weekly e poi a Shopify.

Uscire dalla “zona di comfort”, sperimentando nuovi servizi e modalità ma senza perdere il contatto umano: è questa la formula vincente da Unbreakable della famiglia Barbieri.

Il viaggio in camper ricomincia, dopo aver toccato con mano, e anche assaggiato, quanto può essere “buono” il cambiamento quando nasce dalla passione, dall’amore e dal coraggio.

Ammagamma: l’intelligenza artificiale per guidare il cambiamento della società

In Emilia c’è un progetto straordinario: si chiama Ammagamma e aiuta le aziende a essere Unbreakable, evolvendosi con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Il founder, Fabio Ferrari, racconta il suo percorso di formazione e la scelta di lasciare il dottorato per inseguire una missione: ottimizzare i processi industriali attraverso i numeri, la sua grande passione.

Ci mostra il Convento delle Orsoline di Modena, sede “unconventional” dell’azienda, dove i dipendenti “convivono” con le suore, in un’incredibile atmosfera che fonde antico e moderno e il laboratorio dove Ammagamma ospita le scuole che guardano al futuro, con il progetto “Educare a pensare”.

Alle pareti, è affisso il “Manifesto della razionalità sensibile”, guida e riferimento nelle decisioni quotidiane: credo che tutte le aziende dovrebbero averne uno!

Aule e corridoi sono pieni di grafici che rappresentano i risultati dei lavori: “Li raffiguriamo per renderli sensibili”, spiega il founder.

Descrive l’intelligenza artificiale come la spiegherebbe ai bambini: dice che con loro è più facile perché “non sono stati influenzati da chi voleva distorcere il mercato”. Poi parla del fascino di questa materia, fatta di “artigiani della matematica”, e di dove secondo lui risiede realmente la sua “intelligenza”.

Essere Unbreakable, oggi, può significare anche questo: avere la capacità di dare un impatto sociale ed etico agli strumenti avveniristici che abbiamo a disposizione, come l’intelligenza artificiale, e di renderli tangibili nella vita delle persone.

Podcast marketing: come una startup sta rivoluzionando il settore

La nuova Unbreakable Story è quella di Francesco Tassi, founder di Vois, una realtà attiva nel mondo del branded podcast, uno dei fenomeni digitali del momento. Francesco è anche autore di un podcast tra i più interessanti in circolazione: “Io credo”.

Il suo team ha trasformato i limiti imposti dalla pandemia nell’occasione per cercare nuovi stimoli creativi in giro per il mondo, dalla Sardegna fino alle Canarie.

Dalla nascita di Vois, le cose non sono andate subito nel verso giusto: il primo prodotto, ForTune, una radio personalizzata che mescolava podcast e musica e suggeriva i contenuti in base agli interessi, è stato un flop. “Era troppo presto”.

Ma essere Unbreakable vuol dire anche non arrendersi alla prima sconfitta. Come ha fatto Francesco, e come hanno fatto tanti altri “innovatori”, dietro progetti come Twitch o Groupon, grazie alla capacità di tirare il freno, riflettere sui dati e cambiare strada.

Dal momento più nero, quello del ridimensionamento e di due anni senza stipendio, arriva un bando vinto a Torino e una collaborazione con BMW. Quindi la rinascita, grazie alla scelta decisiva di virare dal mezzo (l’app) al contenuto (il podcast), declinato in branded podcast, podcast advertising, original podcast e tanto altro, e di portare l’influencer marketing nel mondo dei podcast.

Il viaggio per raggiungere persone e aziende Unbreakable continua! Puoi seguire il tour di Mirko con il Ninja Van sul suo canale YouTube. Iscriviti al canale per non perdere nessun aggiornamento, oppure segui la cronaca dell’Unbreakable Tour, tappa per tappa, attraverso la pagina Instagram di N-Conference.

Qualche dettaglio su N-Conference

L’evento ruoterà intorno a 3 vertical track:

  • Technology, per scoprire insieme le nuove opportunità dell’AI e del Machine Learning per il business, il Martech e l’Automazione dei processi di vendita e customer support e familiarizzare con parole chiave del futuro presente come Blockchain, Cryptocurrency, AR & VR, powered by TIM.
  • Culture, per esplorare come la tecnologia sta plasmando generazioni sempre più connesse e digitali, attente ai valori e alla sostenibilità e critiche verso le tradizionali regole del lavoro e modalità di consumo, powered by AW-LAB.
  • Industry, per studiare le aziende e le industrie che guidano il cambiamento del mercato valorizzando il capitale umano, integrando le tecnologie e puntando a risolvere i problemi della società in modo innovativo, powered by Banca Sella.

Tra i momenti più attesi, l’assegnazione, con votazione in diretta, dei Ninja Awards, premi per i professionisti e le aziende che hanno saputo trasmettere alla collettività la filosofia Ninja.

cose che non piacciono a Google

5 cose che non piacciono a Google (e come evitarle)

L’evoluzione costante degli algoritmi di Google impone un’ottimizzazione continua delle pagine web, un lavoro che non dovrebbe fermarsi alla sola scelta delle giuste parole chiave. 

Gli ultimi progressi dell’algoritmo del motore di ricerca più famoso del mondo, impongono un approccio SEO differente per guadagnare un ranking ottimale. Per questi motivi conoscere, per quanto possibile, l’algoritmo che ne regola il posizionamento, risulta di primaria importanza.

Ma quali sono gli elementi di una pagina web che a Google proprio non piacciono? E soprattutto, come evitarli? 

1. Contenuti di scarsa qualità 

Content is the King.  Quante hai sentito pronunciare questa frase? Continuerai a sentirla, dato che I contenuti di qualità di una pagina web possono ancora fare la differenza nella corretta indicizzazione e posizionamento di un sito web.

I contenuti di scarsa qualità di una pagina web, rappresentano per la maggior parte delle volte un aspetto determinante nella penalizzazione di una pagina. Se, inizialmente, le parole chiave rappresentavano lo strumento più importante per classificare correttamente un sito web, da allora molte cose sono cambiate. 

Adesso è essenziale che i contenuti dei siti web siano originali, ricercati e organizzati in maniera ottimale. Un contenuto di bassa qualità, pure accompagnato da un’accurata scelta delle parole chiave, non può e non potrà rappresentare uno strumento valido per poter scalare i risultati di ricerca. Oggi occorre molto di più.

Google richiede contenuti di qualità, nel senso più stretto del termine. Come si possono produrre contenuti interessanti per gli utenti e allo stesso tempo per il motore di ricerca più famoso al mondo? Un metodo esiste. Si basa essenzialmente su tre aspetti principali: 

Il primo: la profondità dell’argomento.

Google premia i testi più lunghi e contenuti completi. L’algoritmo adesso è capace di evidenziare sezioni del contenuto pubblicato, per rispondere a specifiche domande dell’utente. Per questi motivi, un contenuto più approfondito può offrire la possibilità di soddisfare innumerevoli interrogativi sull’argomento. 

Il secondo: la ricchezza semantica

Come già detto, Google non ricerca solo singole parole chiave. Tieni conto anche di sinonimi, termini specifici, argomenti correlati con relazioni semantiche dirette con la parola chiave principale.

Sviluppare contenuti in maniera circolare intorno alle parole chiave di riferimento, potrebbe rappresentare un aspetto determinante per l’ottimizzazione dei risultati di ricerca. 

Il terzo: gli elementi interattivi 

Molti elementi interattivi migliorano la navigazione dell’utente aumentandone il coinvolgimento. La pubblicazione di video e altri elementi potrebbero essere particolarmente apprezzati da Google, che li premierà con un posizionamento più alto.

LEGGI ANCHE: Google Update Timeline: come l’algoritmo di Google ha imparato a interpretare il linguaggio umano

2. L’assenza di tag HTML

Nonostante l’evoluzione dell’algoritmo di Google nel comprendere il linguaggio umano, i suoi spider restano ovviamente “robot che leggono” il linguaggio in codice. Per questi motivi, i tag HTML restano essenziali per una comunicazione ottimale col più grande motore di ricerca al mondo.

Nonostante questa non sia una novità del 2021, molte pagine web risultano ancora poco ottimizzate da questo punto di vista. Difatti, molte non includono la parola chiave principale nel titolo della pagina, non presentano una personalizzazione efficace della Meta Description e, anche più spesso, non presentano HTML avanzati. 

Come è possibile risolvere questo problema? 

Utilizzando elementi come il Rel Canonico, che indicano agli spider di Google di non prestare troppa attenzione ad alcune pagine del portale di riferimento indirizzandole ad altre o elementi come il Nonindex e nofollow, che invitano a non indicizzare le pagine meno importanti del sito. 

L’utilizzo di questi tag permette di rivolgere l’attenzione di Google alle pagine di maggior importanza, aumentando notevolmente il potenziale del contenuto pubblicato.  

Aiutare i crawler di Google è un aspetto indispensabile per scalare i risultati di ricerca. La chiarezza nella struttura di un sito web è di assoluta importanza per permettere una lettura (e di conseguenza una valutazione) chiara e veloce del portale.

3. Esperienza nella pagina sotto la media 

L’aggiornamento di Google impone nuovi standard qualitativi anche nell’utilizzo delle pagine, come una corretta visualizzazione dei dispositivi mobili o di tempi di caricamento non eccessivamente lunghi. 

Questi due aspetti sono essenziali per favorire la scalata della vetta e Google, che in questi mesi ne ha fatto elementi indispensabili nella valutazione dei siti web, mette a disposizione uno strumento gratuito per poter valutare in tempo reale sia la velocità di caricamento che la corretta visualizzazione del sito web (sia da desktop che da mobile): il PageSpeed Insight. 

Dagli subito un’occhiata, potrebbe rivelare dati molto interessanti.

4. Una bassa autorevolezza del dominio 

Come già anticipato, Google valuta innumerevoli elementi di un sito web, e uno di questi è certamente l’autorevolezza del dominio. 

L’autorevolezza indica quanto un sito sia attendibile e questo valore è determinato dal numero e dalla qualità dei backlink, cioè dai link in entrata del tuo portale. 

I backlink comunicano a Google il grado di affidabilità del tuo sito web, ma attenzione, non tutti i backlink hanno lo stesso valore. Privilegia una strategia di backlink realizzata su domini di grande autorevolezza cercando di pubblicare sul tuo sito web link di qualità, tralasciando la quantità. 

Un buon metodo per ospitare il link di valore, per realizzare quella rete di collegamenti che potrebbe realmente fare la differenza per scalare i risultati di ricerca, è rappresentato dai Guest Post. Informati a riguardo, potrebbe fare al caso tuo.

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5. Cannibalizzazione interna

Tutto ciò che finora è stato detto potrebbe non bastare per scalare i risultati di ricerca, se non si prestano le dovute attenzioni alla concorrenza delle parole chiave interna ad ogni pagina web.

Questo processo è più comunemente chiamato “cannibalizzazione delle parole chiave” e purtroppo quando si verifica il crawler di Google non riescono a percepire e ad identificare le pagine più importanti per il tuo sito web, con tutti gli svantaggi che ne conseguono. 

Come si risolve il problema della cannibalizzazione interna? È possibile risolverla solo attraverso l’utilizzo delle parole chiave a coda lunga con l’utilizzo dunque di frasi di parole chiave direttamente collegate a quelle principali e più importanti per il tuo sito web. 

Non utilizzare sempre le stesse parole chiave, crea una strategia di base mediante l’utilizzo delle parole chiave a coda lunga, introducendole e pubblicandole con attenzione nei contenuti con maggiore qualità del tuo portale.  

Un ulteriore procedura per evitare la cannibalizzazione delle parole chiave all’interno delle pagine web, è quello di eliminare concretamente i contenuti con prestazioni insufficienti o che ritieni obsoleti. In questo modo, i contenuti di punta avranno l’attenzione di Google che occorre per poter puntare in alto. 

Ninja Awards di N-Conference: ecco le nomination per il Business Visionary Event

Manca ormai pochissimo a N-Conference, il primo grande evento Ninja dedicato al Business del futuro.

Grazie alla piattaforma Umans™, N-Conference vivrà in digitale e sarà possibile seguire gli interventi degli speaker, visitare i Virtual Stand dei Partner, fare Networking nella Lounge digitale, interagire con ospiti e partecipanti e personalizzare la propria esperienza di fruizione dell’evento.

Oltre 30 gli speaker tra esperti e professionisti del panorama economico digitale internazionale.

N-Conference, il Business Visionary Event di Ninja in programma il 27 e il 28 maggio 2021 in Digital Edition, in collaborazione con i main partner TIM, AW LAB e Banca Sella, premierà simbolicamente talenti, professionisti e aziende che hanno saputo trasmettere alla collettività la filosofia Ninja.
E sarà il pubblico a decretare i vincitori tra coloro che si sono contraddistinti nella Digital Industry per tecnologia, approccio e valori: durante N-Conference 2021 si potrà votare in diretta le aziende, le persone e i progetti più meritevoli per ciascuna categoria.

>> Prenota uno degli ultimissimi ticket free e partecipa anche tu alla votazione <<

Scopriamo insieme le nomination dei Ninja Awards.

ninja awards logo

Ninja Celebrity

ninja celebrity

Un riconoscimento dedicato al personaggio pubblico che è stato capace di utilizzare il marketing e la comunicazione per creare autorevolezza e riconoscibilità promuovendo idee e approcci innovativi.

  • The Jackal
  • Estetista Cinica
  • The Ferragnez
  • Matteo Flora

Ninja Talent

ninja talent

Un riconoscimento dedicato al professionista che si è distinto, soprattutto nella Community Ninja, attraverso il proprio talento e la propria passione, creando un impatto concreto con le attività svolte.

  • Domenico Romano
  • Felicia Mammone
  • Filippo Giotto
  • Alberto Maestri

Ninja Marketer

ninja marketer

Un riconoscimento dedicato al Marketing Manager e al suo team che in azienda è riuscito a creare un progetto o un’attività volta a generare valore per il brand attraverso un approccio e una comunicazione distintivi.

  • Carlo Colpo – Lavazza Brand Home Director
  • Paolo Lorenzoni – Country Director of Marketing – NETFLIX
  • Gianluca Di Tondo – Group Chief Marketing Officer di Barilla
  • Julia Schwoerer  – Vice President Marketing Mulino Bianco

Ninja HR

Un riconoscimento dedicato all’HR Manager e all’azienda che nella gestione delle risorse umane si sono distinti per attività di people management e per una cultura aziendale innovativa.

ninja hr

  • Vittorio Maria Carparelli – Amex
  • Gianfranco Chimirri – Unilever Foods Solutions
  • Amelia Parente – Roche
  • Clemente Perrone – Sirti

Ninja Company

Un riconoscimento dedicato all’azienda che è riuscita a distinguersi per innovazione, approccio e valori, diventando un punto di riferimento nel proprio settore.

ninja company

  • Weroad
  • Pastificio Rummo
  • Ammagamma

Ninja Culture

ninja culture

Un riconoscimento dedicato alla personalità e alle idee che sono diventate di ispirazione e che portano avanti l’evoluzione sociale e spirituale della società

  • Michelangelo Tagliaferri – Accademia di Comunicazione
  • Bernard Cova – Kedge Business School
  • Guido Stratta – Direttore People & Organisation Gruppo Enel

Ninja Leader

Un riconoscimento all’imprenditore che ha saputo creare una filosofia innovativa nella propria azienda valorizzando le risorse umane e un approccio innovativo al business.

ninja leader

  • Renzo Rosso – Presidente di OTB
  • Brunello Cucinelli – Fondatore di Brunello Cucinelli
  • Niccolò Branca – Presidente e Amministratore Delegato della Holding del Gruppo Branca International S.p.A
  • Norma Rossetti – General Manager MySecretCase

Ninja Media

Un riconoscimento alla realtà editoriale che è riuscita a creare una trasformazione concreta e positiva in ambito media e intrattenimento digitale.

ninja media

  • Will Media
  • Freeda
  • The Post Internazionale

Ninja Agency

Un riconoscimento all’agenzia più innovativa che è riuscita a integrare nel suo DNA la creatività con una forte componente tecnologica per supportare il business dei propri clienti.

ninja agency

  • Dude
  • Caffeina
  • Connexia

Ninja Benefit

Un riconoscimento all’organizzazione no profit (o alla società benefit) che è riuscita a creare un impatto significativo dedicandosi alla salvaguardia dell’ambiente o all’inclusione sociale.

  • Fondazione Mediolanum
  • Lifegate
  • Little Genius

Come votare i tuoi preferiti

Sono dieci le categorie per l’assegnazione dei premi: Ninja Marketer, Ninja Company, Ninja Celebrity, Ninja Benefit, Ninja HR, Ninja Media, Ninja Agency, Ninja Talent e Ninja Leader.

Le aziende, i talenti e le persone incluse nelle nomination per i Ninja Awards sono stai selezionati grazie alla community: sono infatti quelli che hanno ricevuto più segnalazioni e preferenze durante la fase di candidatura. Ora “si sfideranno virtualmente” durante l’evento per aggiudicarsi il titolo di “Unbreakable del business”.

La votazione avverrà in diretta durante l’evento: per partecipare, affrettati a prenotare il tuo posto cliccando qui.

Qualche dettaglio su N-Conference

L’evento ruoterà intorno a 3 vertical track:

    • Technology, per scoprire insieme le nuove opportunità dell’AI e del Machine Learning per il business, il Martech e l’Automazione dei processi di vendita e customer support e familiarizzare con parole chiave del futuro presente come Blockchain, Cryptocurrency, AR & VR, powered by TIM.
    • Culture, per esplorare come la tecnologia sta plasmando generazioni sempre più connesse e digitali, attente ai valori e alla sostenibilità e critiche verso le tradizionali regole del lavoro e modalità di consumo, powered by AW LAB.
    • Industry, per studiare le aziende e le industrie che guidano il cambiamento del mercato valorizzando il capitale umano, integrando le tecnologie e puntando a risolvere i problemi della società in modo innovativo, powered by Banca Sella.

>> Prenota uno degli ultimissimi ticket free e vota anche tu i tuoi beniamini ai Ninja Awards <<

digital tool della settimana

Cover Photo, Linktree e Reface: i digital tool della settimana

Ogni settimana vi proponiamo una lista di strumenti utili adatti a semplificare attività digitali e a destreggiarsi fra scadenze incombenti e impegnativi task.

Diamo spesso spazio anche a tool originali e altre app che permettono di migliorare il work-life balance o di valorizzare il tempo libero, magari rilassandosi in pausa pranzo o divertirsi “scambiando la faccia” con le nostre celebrità preferite.

Oggi, tra gli altri, vi segnaliamo strumenti per la gestione della community, per l’ottimizzazione di Clubhouse e per la creazione di foto profilo e copertine.

Ecco i digital tool di questa settimana.

LEGGI ANCHE: Woolaroo, NovoChat e Squirrel365 : i digital tool della settimana

Foto di copertina

cover photo

Immagini di copertina e foto profilo sono il nostro biglietto da visita su Facebook. Con Cover Photo puoi aggiungere annotazioni, adesivi e rendere tutto perfettamente integrato.

Far crescere la community

beam

Alimentare il supporto della propria comunità online non è sempre semplice. Beam.gg fornisce tutto ciò di cui un marchio ha bisogno, dagli strumenti di gestione e moderazione, ai subforum, all’analisi dei dati e alle funzionalità di gamification.

Un social audio per il team

digital tool - commons

Se senti il bisogno di un Clubhouse per il lavoro, Commons fa al caso tuo. Basta accedere con Slack, tappare per parlare, registrare, trascrivere e assegnare task. Un modo per connettersi come se si fosse nella stessa stanza anche da remoto.

Video e animazioni con l’AI

I confini dell’intelligenza artificiale sembrano spostarsi sempre più in là. In questo caso per permetterci di manipolare in modo divertente foto e immagini di oggetti o persone. Con Reface puoi animare le tue foto, scegliendo tra una selezione di canzoni e poesie.

Clubhouse Linktree

Linktree per clubhouse

Puoi aumentare il coinvolgimento su Clubhouse e costruire il tuo seguito direttamente da Linktree. La funzione di rilevamento dei link dà agli utenti la possibilità di personalizzare e condividere i dettagli degli eventi e delle stanze sul loro Linktree.

Al via la seconda edizione di Shop Small in Italia per il rilancio del commercio

American Express, leader globale nei servizi e nelle soluzioni di pagamento, dopo il successo della prima edizione, lancia per il secondo anno la Campagna Shop Small in Italia, un progetto con cui l’azienda rinnova il sostegno alle piccole attività commerciali con la missione di rilanciare il commercio e i consumi.

L’iniziativa di American Express vuole valorizzare i quartieri e il loro ruolo nel rilancio del dinamismo socio-economico, come confermato dall’indagine commissionata a Nielsen, secondo cui i driver della ripresa saranno proprio le nuove abitudini di consumo vissute nei quartieri e l’impegno dei negozianti nel rendere ancora più di qualità la propria offerta e la relazione con i clienti.

Campagna Shop Small

Nel contesto attuale caratterizzato da un forte desiderio di ripartenza e rilancio, sia tra i consumatori che nel commercio, alcuni driver si rivelano più rilevanti e strategici per sostenere il dinamismo e contribuire ad alimentare il livello di soddisfazione verso la qualità della propria vita. Uno scenario che è confermato dall’Indagine condotta da American Express con Nielsen Abitudini e tendenze di quartiere dal punto di vista di commercianti e consumatori”, secondo cui l’85% dei consumatori desidera condividere esperienze e vivere le proprie abitudini come frequentare il quartiere in libertà (81%), entrando nei locali, negozi e strutture (78%) e facendo i propri acquisti nei negozi vicino a casa (72%). 

Il budget dedicato agli acquisti nelle piccole attività pesa il 50% sulle spese settimanali, un dato che conferma l’investimento della spesa nei negozi di prossimità, incentivato dalla possibilità di usufruire di offerte speciali (85%), di acquistare prodotti locali (75%), dall’opportunità di supportare le piccole realtà e le comunità locali (rispettivamente 76% e 74%) e dall’integrazione di canali digitali ed e-commerce (59%).

La tendenza a vivere il quartiere si sta trasformando in un’abitudine consolidata e riconosciuta dal 64% dei consumatori, soprattutto da chi vive nelle zone centrali (73%) e dai Millennials più partecipativi al dinamismo (75%), e dall’87% che continuerà a fare acquisti di prossimità. I consumatori dichiarano infatti un incremento del 30% della frequentazione presso i piccoli esercenti rispetto ai dati registrati prima di marzo 2020, trainati da fattori quali lo smart working (42%), la comodità (41%) e l’alto livello di soddisfazione verso gli esercizi attivi nella propria zona.

LEGGI ANCHE: Coca-Cola, IKEA e gli altri brand che si sono schierati contro omofobia, bifobia e transfobia

Un’altra tendenza consolidata nell’ultimo anno è il crescente utilizzo di pagamenti elettronici con un incremento del 60% dei pagamenti tramite POS, 58% della modalità contactless e 36% dello smartphone. Dall’indagine emerge che i pagamenti elettronici per importi tra i 10 e i 20 euro sono ormai utilizzati da quasi il 90% dei consumatori e che circa 1 consumatore su 3 li utilizza anche per importi inferiori ai 5 euro con maggiore frequenza.

I consumatori hanno inoltre scoperto nuovi benefici correlati alle carte di pagamento in grado di garantire vantaggi e valore attraverso promozioni (84%), in particolare per la generazione MZ (88%), seguite da programmi fedeltà (74%) e programmi di cashback (70%). In particolare, quest’ultimo ha avuto un impatto sulle scelte di consumo e acquisto per oltre il 60% della generazione MZ.

La fotografia dei consumatori trova conferma anche lato commercianti che si dichiarano entusiasti di tornare alla normalità e di dare il bentornato ai propri clienti, garantendo loro il massimo della sicurezza (68%). Il 24% dei commercianti dichiara che negli ultimi 12 mesi ha registrato un aumento dell’affluenza (valore che raggiunge il 37% nelle zone centrali). Questo trend positivo è legato alla relazione umana con il negoziante (69%), al rapporto di fiducia (58%), alla qualità dell’offerta (58%), motivazioni che continueranno a guidare questa tendenza.

In prospettiva, i negozianti si dimostrano ottimisti, il 23% è fiducioso nel recuperare nei prossimi mesi, il 55% è già riuscito a tornare ai livelli di fatturato del 2019 e per la chiusura 2021, il 57% prevede di tornare ai livelli dell’anno scorso e il 23% di aumentare il business.

Hanno avuto un impatto positivo sul fatturato le promozioni (47%), il cashback e i programmi fedeltà (66%), in particolare nei negozi di quartiere (57%), l’utilizzo dei Social Network (1 su 3) e di whatsapp (28%) per dialogare con i clienti, ma anche il digitale (39%) che ha permesso di riuscire a lavorare grazie a servizi di delivery attivati negli ultimi 12 mesi (27%) e canali di vendita online (37%). Chi ha saputo integrare al punto vendita fisico il canale online ha infatti registrato un fatturato invariato (49%) o cresciuto (25%).

pagamenti contactless coronavirus

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La situazione ha spinto infatti i piccoli negozianti verso una maggiore digitalizzazione e integrazione di strumenti di pagamento innovativi, come carte tramite POS (il 23% lo ha attivato nell’ultimo anno), contactless (28%) e smartphone (36%). 

In un contesto che si rivela pronto per ripartire sia sul fronte dei consumatori che degli esercizi commerciali, American Express Italia vuole essere in prima linea nell’abilitare questi trend attraverso azioni e programmi concreti in grado di incentivare, facilitare e guidare il cambiamento in atto. Ed è in questa direzione che si inserisce l’iniziativa Shop Small, che offre la possibilità ai Titolari di Carta di ottenere fino a 25€ di sconto in estratto conto (5€ di sconto per un massimo di 5 volte, spendendo almeno 20€ presso 5 diversi piccoli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa Shop Small dal 18 maggio 2021 fino al 18 luglio 2021). I negozi aderenti sono segnalati e valorizzati sulla Mappa Amex con il logo Shop Small consultabile su Amex Map 

American Express ha sempre avuto l’obiettivo di contribuire all’evoluzione e alla crescita degli esercizi commerciali e delle aziende italiane ed allo stesso tempo di aiutare i consumatori a soddisfare i loro bisogni e le loro passioni, restituendo loro valore. Un impegno che si è rafforzato nell’ultimo anno, in cui abbiamo supportato i commercianti che hanno dovuto affrontare momenti difficili ad evolvere il loro modello di business e dato ai nostri Titolari di Carta un aiuto nelle spese di tutti i giorni tramite iniziative di cashback, sconti e promozioni allineate alle loro necessità. E’ da qui che parte la nuova edizione di Shop Small e oggi ancora di più, nella fase della ripartenza, vogliamo essere vicini alle comunità locali, che mostrano un nuovo dinamismo e dove si sono consolidate le interazioni tra commercianti e abitanti locali.

Ha commentato Melissa Ferretti Peretti, Amministratore Delegato American Express Italia.

Abbiamo voglia di riprendere le nostre abitudini e le relazioni nel nostro quartiere, e allo stesso modo i negozianti sono entusiasti di riaccogliere i propri clienti e di qualificare al meglio la propria offerta per soddisfarne le aspettative. La nostra volontà è quella di contribuire a ispirare questi comportamenti e di valorizzare questo rinnovato slancio con le nostre iniziative, perché se le comunità locali, dove risiedono le eccellenze del Made in Italy, hanno successo, non può che derivarne un beneficio per tutta la società e per la nostra economia. 

L’impegno del Gruppo si traduce anche nel voler affiancare i consumatori nella scelta di dove effettuare i propri acquisti per poterli ispirare e incoraggiare a scoprire i quartieri, le realtà vicino a casa, i commercianti protagonisti del commercio di prossimità e i prodotti dell’eccellenza locale. Nelle prossime settimane American Express lancerà infatti un progetto volto a valorizzare il nuovo dinamismo delle comunità locali per far riscoprire soprattutto agli abitanti dei quartieri le meraviglie nascoste da un punto di vista artistico, storico, culturale, culinario e commerciale.

esperienza di shopping online - consigli di Pinterest

L’importanza di una forte esperienza di shopping online per la valorizzazione delle piccole imprese

Quest’ultimo anno le vendite eCommerce sono aumentate come mai prima d’ora.

Anche con la riapertura in alcune parti del mondo dei negozi fisici, questo nuovo approccio allo shopping ha lasciato un segno nel comportamento dei consumatori.

Secondo Shopping Index, il report trimestrale di Salesforce, l’eCommerce continua a crescere a grande velocità: nel primo trimestre del 2021 è cresciuto del 58% contro il 17% del primo trimestre 2020. Solo in Italia il trend è aumentato del 78%, posizionando quindi il Paese al quarto posto degli stati con il più alto aumento percentuale dopo il Canada, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna.

eCommerce

Mentre la maggior parte dei rivenditori più grandi, già prima di questo periodo di distanziamento sociale, aveva una solida presenza online, molte piccole imprese si affidavano all’esperienza in-store e hanno, quindi, dovuto rapidamente adattarsi al cambiamento.

Guardando al futuro dell’eCommerce, è chiaro che la partecipazione online delle piccole imprese che vogliono massimizzare il loro successo ed essere all’altezza della concorrenza non è più un’opzione negoziabile.

“La presenza online è solo il primo passo. ‘Mantenere il ritmo’ non è più sufficiente per il successo e nemmeno per la sopravvivenza. Nel mondo post-pandemico, brand e rivenditori devono guardare al comportamento dei consumatori da una prospettiva digitale e devono adottare strumenti che anticipano ciò che i clienti vorranno negli anni a venire. Chi per vendere ha sempre e solo fatto affidamento sull’esperienza in-store ora deve trovare nuovi modi per far sì che i clienti li scoprano e si facciano un’idea dei loro prodotti, creando un’esperienza di fuga dalla realtà”, commenta Martin Machinandiarena, Head of SMBs for Europe di Pinterest.

La crescita delle PMI

Il processo di digitalizzazione è fondamentale per le piccole e medie imprese, anche perché queste devono lottare per affermarsi sul mercato più delle altre. Rappresenta, quindi, il beneficio più consistente a livello di competitività.

Trasformazione digitale non significa solo reagire ai problemi attuali, ma anche essere proattivi nell’anticipare i problemi futuri. Questo processo, infatti, può consentire alle aziende di rendere il loro business a prova di futuro e di accelerare la loro crescita aumentando il valore del servizio che forniscono ai clienti.

La tecnologia come strumento fondamentale per le PMI

Le piccole imprese di fronte alle enormi sfide presentate dal COVID-19 hanno dimostrato resilienza. Molte aziende per restare sul mercato si sono evolute, con il 42% dei proprietari di piccole imprese che, secondo un sondaggio di Simply Business, a seguito della pandemia si sentono di dipendere di più dal digitale.

La realtà aumentata a servizio dei dispositivi mobili è uno degli elementi che stanno guidando la rivoluzione in arrivo nella vendita al dettaglio a distanza e permette ai rivenditori di sfruttare i vantaggi sia dell’online che dell’offline, rendendo più facile passare dal pensiero dell’acquisto all’acquisto effettivo.

Mentre le piccole imprese si adattano a nuove realtà, è fondamentale che continuino a individuare la tecnologia che permette loro non solo di sopravvivere, ma di prosperare: gli smartphone continueranno a trasformare lo shopping e rimarranno cruciali nel coinvolgimento dei consumatori.

La pandemia, infatti, ha portato ad un aumento del 60% del traffico internet e in Italia il 72% delle persone ha passato più tempo sul proprio smartphone (Fonte: Casaleggio Associati, E-commerce in Italia 2020).

LEGGI ANCHE: eCommerce in Italia 2021: cala il fatturato, 3milioni nuovi utenti. Il report

Il ruolo di Pinterest: il caso di Cliomakeup, Rothy’s e Sukoshi Mart

Mentre molte piccole imprese provano a tenere il passo in questi tempi incerti, Pinterest è uno strumento che cerca essenzialmente di livellare il campo d’azione, in quanto sulla piattaforma imprese di qualsiasi dimensione hanno le stesse possibilità di essere scoperte e di entrare in contatto con nuovi clienti interessati e che stanno pianificando i loro acquisti.

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Pinterest permette anche alle PMI di offrire un’esperienza di shopping online simile a quella dei negozi offline navigando tra i reparti, vedendo le collezioni curate dai rivenditori e confrontando i prezzi.

Pinterest e Shopify hanno recentemente annunciato l’espansione della loro partnership in altri 27 paesi, tra cui l’Italia.

Ora più di 1,7 milioni di venditori Shopify di tutto il mondo hanno a loro disposizione un modo semplice per mostrare i loro prodotti ai più di 475 milioni di utenti Pinterest attivi mensilmente a livello globale e trasformarli in Pin acquistabili e reperibili su tutta la piattaforma.

I commercianti Shopify che si appoggiano a Pinterest avranno anche accesso per la prima volta al Retargeting Dinamico, che permetterà loro di mettersi nuovamente in contatto con i Pinners che hanno già espresso interesse per i loro prodotti sulla piattaforma.

Le aziende presenti su Shopify, come ClioMakeUp, Rothy’s e Sukoshi Mart, hanno già registrato ottimi risultati grazie all’utilizzo dell’app di Pinterest su Shopify.

ClioMakeUp, il marchio di bellezza italiano ha creato uno shop su Pinterest per connettersi con nuovi clienti.

“Nell’era Covid-19, l’online ha assunto un ruolo sempre più centrale. Per questo, abbiamo intensificato i nostri sforzi per essere presenti in maniera costante sia sui social media che sul web”, ha dichiarato Claudio Midolo – Co-Founder & CTO @ ClioMakeUp. “Abilitando l’integrazione Pinterest-Shopify daremo vita a un flusso di interazione virtuoso grazie al quale gli utenti interessati ai nostri contenuti editoriali potrebbero essere esposti direttamente ai nostri prodotti e viceversa, migliorando notevolmente la nostra portata sia commerciale che editoriale”.

Rothy’s, brand statunitense di moda sostenibile, è entrato in contatto con i consumatori utilizzando le funzionalità di Pinterest per lo shopping su Shopify.

“Con l’aumento dell’assortimento dei prodotti, i clienti vogliono scoprire le nostre collezioni di scarpe, borse e accessori con nuove modalità. Pinterest ci consente di offrire un’esperienza di navigazione curata nei dettagli, con funzioni per lo shopping utilizzabili facilmente tramite Shopify. Il catalogo di Shopify di Rothy’s viene trasferito su Pinterest con gli ultimi modelli, colori e fantasie, sincronizzando le scorte in tempo reale. Mentre ci prepariamo a una nuova fase di crescita e a scalare la nostra strategia a livello internazionale, siamo felici di collaborare con nuovi partner globali come Pinterest e Shopify”, commenta Kate Barrows, Direttrice senior per lo sviluppo presso Rothy’s.

ecommmerce

Sukoshi Mart, piccola azienda canadese di prodotti di bellezza e lifestyle giapponesi e coreani, ha scelto gli Shopping Ad per rivolgersi in modo mirato ai consumatori interessati all’Estremo Oriente.

“L’integrazione di Pinterest con Shopify ci ha permesso di entrare in contatto con nuovi segmenti di pubblico, tra cui uno dei gruppi demografici più importanti per noi: la generazione Z. Abbiamo caricato il nostro catalogo su Pinterest, abbiamo creato i Pin prodotto e li abbiamo trasformati in Shopping Ad. Combinando Pinterest con il nostro catalogo Shopify, i consumatori possono trovare informazioni come prezzi e disponibilità su una piattaforma del tutto nuova. Con Pinterest, abbiamo osservato un ritorno sulla spesa pubblicitaria di 3,5 volte superiore alla media del settore registrata in Canada. Pinterest è fondamentale per raggiungere i segmenti di pubblico interessati alle tendenze dal mondo giapponese e coreano, come la bellezza, lo stile di vita e il cibo”, commenta Linda Dang, Fondatrice di Sukoshi Mart.

E mentre si continua a osservare come si evolverà la situazione dell’industria al dettaglio esiste una certezza: che Pinterest garantirà condizioni di parità alle imprese di tutte le dimensioni.

eSports marketing

eSport Marketing: 5 cose da sapere prima di iniziare

Vantare uno spazio tra i cartelloni pubblicitari di San Siro o dell’Allianz Stadium di Torino, esiste qualcosa più cool? Sì, ideare una campagna di marketing per un torneo o un gruppo di eventi eSport!

Secondo una ricerca condotta da Newzoo, gli sport elettronici – o electronic sports – produrranno ricavi superiori al miliardo di dollari entro il 2022 nel mercato globale. Il tasso di crescita annuale composto (CAGR) tra il 2017 e il 2022 dovrebbe essere superiore al 22%. E la maggior parte di queste entrate sarà generata da sponsorizzazioni e spazi pubblicitari.

Con numeri come questi, l’eSport marketing è diventato una priorità per i brand non-endemici. E non solo.

eSport, un rapido riepilogo

Con eSport ci si riferisce ai tornei di videogames competitivi, giocati da player professionisti, che intrattengono una platea di spettatori.

Già, per chi non appartiene alla Generazione Z o non è un Millennial è difficile da capire: perché guardare qualcuno che gioca ai videogiochi? È quello che accadeva negli anni ‘90 / 2000 quando ci si trovava in due a giocare con la consolle ma con un solo joystick. Un po’ di sconforto e tanta pazienza che l’amico terminasse il suo turno.

Questa sensazione oggi è decisamente mainstream. Chi riesce a comprenderla probabilmente è ancora affezionato agli sport della vita reale. Ma il mondo sta cambiando. Il numero di fan degli eSport è cresciuto a dismisura.

esports marketing crescita numero fan

Fino a poco tempo fa, brand come Red Bull e Intel erano gli unici player nel panorama dell’eSport marketing. Ora anche marchi non-endemici come Mercedes, McDonald’s, Mastercard, Movistar e Coca-Cola hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle sponsorizzazioni legate ai tornei professionistici virtuali.

Si stima che le entrate globali del settore raggiungeranno 1,6 miliardi di dollari entro il 2024 con Louis Vuitton, Intel, ESPN, Taco Bell e altre corporate pronte a sgomitare sui campi da gioco virtuali per accaparrarsi seducenti spazi di eSport marketing per la promozione di prodotti e servizi.

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Quali sono i motivi della crescita dell’eSport Marketing?

L’elevata interattività e la bassa concorrenza sono i driver principali di questa nuova tendenza.

Twitch è una delle principali piattaforme di streaming per gli eSport e, per ora, conta un basso volume di annunci pubblicitari. Questo, nonostante gli spazi sponsorizzati al suo interno generino un alto tasso di conversione rispetto alle piattaforme social tradizionali.

Perché?

I fan dello streaming sono completamente immersi nei contenuti che stanno guardando. Live chat e contest feature aumentano ulteriormente il livello di interattività. Senza dubbio il fattore generazionale è una delle leve essenziali. I giovani tra i 16 e 25 anni sono un gruppo di popolazione con caratteristiche comportamentali precise e questo obbliga i brand a rivedere le proprie strategie di marketing. Per arrivare a colpire questo target è necessario considerare che:

  • Il 61% dei Z Gen non guarda la televisione
  • Il 70% di questi trascorre più tempo a guardare gli eSport rispetto ad altri sport tradizionali
  • Quasi il 90% sa indicare almeno uno sponsor di eSport che non ha legami con il gaming
  • Oltre il 60% dei fan di eSport su Twitch interagisce quotidianamente con i player e quasi uno su tre ha visto almeno 5 ore di contenuti video di Fortnite in diretta su Twitch nell’ultimo anno.

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Ma prima che un brand si precipiti a sviluppare una Strategia di eSport Marketing adeguata è bene conoscere qualcosa di più su questo particolare terreno di gioco. Senza possedere alcune conoscenze base dell’eSport marketing, è altamente probabile che un’azienda produca lo stesso effetto di un elefante che entra in una cristalleria. Tanti vetri infranti e un pugno di mosche tra le mani.

Quali elementi è necessario considerare? Come entrare in contatto con stakeholder e player del mercato? Quali tipi di campagne generano maggior interesse? Proviamo a dare una risposta.

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Qual è il target ideale per una campagna di eSport Marketing?

È necessario conoscere il proprio target in modo da poter elaborare una strategia di eSport marketing mirata. Fin qui, niente di nuovo sul fronte occidentale.

Ma è bene fare attenzione. Proprio come gli sport tradizionali, gli eSport sono classificati in diversi generi e categorie. Così come accade per il marketing tradizionale, ciò che deve comprendere un’azienda è dove si trova il pubblico di destinazione affinché una campagna sponsorizzata sia davvero efficace.

Iniziamo dalle principali tipologie di tornei eSport:

  1. Player contro player (PVP)
  2. Real time strategy (RTS)
  3. Sparatutto in prima persona (FPS)
  4. Arena online per battaglie multiplayer (MOBA)
  5. Giochi di ruolo online multiplayer di massa (MMORPG)

L’obiettivo è quello di conoscere il pubblico di destinazione (quali tornei frequentano, quali giochi apprezzano di più e quali player i influencer preferiscono) così da creare contenuti che li possa attirare.

Dopo aver identificato il pubblico, un brand deve esplorare le piattaforme virtuali in cui questo ama trascorrere la maggior parte del tempo. Sono informazioni fondamentali perché aiutano a capire dove pubblicare i contenuti di marketing per raggiungere efficacemente il target. I primi passi da compiere sono quelli di fare una ricerca sui principali siti di streaming di eSport.

Esistono diverse piattaforme dedicate:

  • Twitch
  • Hitbox
  • Azubu
  • YouTube Gaming
  • Bigo Live
  • Gosu Gamers
  • Facebook Gaming

Si può partire confrontando i piani di abbonamento e il conteggio degli utenti iscritti su queste piattaforme. Meglio scegliere quelle in cui il target desiderato è più attivo e dove i competitor non sono ancora arrivati. È inoltre necessario controllare le recensioni che gli utenti rilasciano su questi siti.

Poter controllare o stimare il conteggio degli utenti medi in live, i piani di abbonamento al canale e informarsi sull’opinione generale degli utenti, permette di determinare l’efficacia della piattaforma come strumento di marketing. Come detto, un occhio rivolto alla concorrenza non è mai troppo: scegliere come target le piattaforme in cui i competitor sono (o non sono) presenti può rivelarsi un’azione decisiva per le perfomance di una strategia di eSport Marketing.

Allinea il Content Marketing all’eSport Marketing

Content is king vale anche per l’eSport Marketing.

Una buona campagna prevede la creazione di contenuti a supporto della presenza del brand nelle arene virtuali. Appassionati e follower dovranno sapere che il brand ha deciso di esporsi e presidiare determinati tornei o eventi di gaming competitivo. Video promozionali di lancio dell’evento e contenuti ad hoc, aiuteranno a spingere la campagna ed ingaggiare anche quelle fasce di utenti indecisi o inconsapevoli.

Quando si progettano contenuti per l’eSport Marketing, è bene che siano relativi e pertinenti al contesto in cui dovranno essere condivisi. Il focus deve sempre essere rivolto al target finale: le persone a cui ci si rivolge devono essere veri appassionati che possono apprezzare, commentare e condividere i tuoi post o i tuoi video con il loro network.

In questo modo la visibilità del brand può ricevere un boost iniziale e un numero più elevato di utenti saranno consapevoli della campagna di marketing e dell’azienda che la supporta.

eSport Influencer: le nuove celebrità del marketing

Gli influencer possono senz’altro contribuire a migliorare la portata e la penetrazione delle attività sponsorizzate e delle campagne di eSport marketing di un’azienda. Una efficace collaborazione con un player professionista che lavora quotidianamente nel mondo degli eSport può migliorare la visibilità dei contenuti del brand.

L’azienda ha la possibilità di mostrare ai follower dell’influencer, annunci brandizzati, contenuti che raccontano il marchio e live chat in cui viene messo in risalto un prodotto o un servizio specifici. Lo scopo è quello di creare esperienze uniche, dedicate alla propria fanbase in collaborazione con un’azienda. Basta trovare l’influencer adatto, che riesce a coinvolgere lo stesso pubblico target a cui l’azienda è interessata.

Come cercare un influencer nel mondo degli eSport?

Esistono molti strumenti di influencer marketing che possono aiutare a restringere il campo di ricerca, identificando i player con le giuste caratteristiche di popolarità e seguito. Una prima perlustrazione delle piattaforme può dare l’idea di quali siano i profili che ricevono maggior seguito e si adattano meglio a determinate categorie merceologiche. In alcuni casi, è possibile rivolgersi ad agenzie specializzate nel recruiting e nel mettere in contatto player e stakeholder del mercato. In Italia, una di queste è l’Osservatorio Italiano eSport.

Le collaborazioni tra corporate e player professionisti è all’ordine del giorno.

Nel 2019 Tyler “Ninja” Blevins, lo streamer da 10 milioni di dollari di fatturato, ha sottoscritto un accordo di sponsorizzazione pluriennale con Adidas.

Michael Grzesiek, meglio conosciuto dalla community geek come Shroud, altro player professionista balzato agli onori della cronoca su Twitch e YouTube, ha collaborato con il fashion brand J!NX per promuovere una serie di capi d’abbigliamento per ragazzi personalizzato con grafiche e stili totalmente dedicati all’universo eSport.

I player professionisti che popolano i tornei di eSport, spesso raccolgono sui loro profili social più fan di Chiara Ferragni, Cristiano Ronaldo e Ariana Grande.

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Sponsorizzare un evento eSport

Per raggiungere la massima copertura mediatica, un brand può sfruttare la popolarità degli streamer e dei tornei di eSport di alto profilo. Pensare di sponsorizzare un evento di gaming tournament non è un’ipotesi così remota da considerare. La sponsorizzazione di un evento eSport espone l’azienda alla visibilità di una fanbase considerevole e sicuramente interessata all’evento organizzato.

Ciò permette di costruire una certa credibilità sulla piattaforma, che farà guadagnare più spettatori e rafforzare la brand awareness.

Il consiglio è quello di iniziare da un piccolo evento se l’azienda non è ancora ben conosciuta nel mondo degli eSport, tanto per prendere dimestichezza con il pubblico e gli attori in gioco. Prendere contatti con realtà locali come pub e sale giochi, può essere un ottimo metodo per coinvolgere il pubblico offline e, allo stesso tempo, trovare brand e aziende interessate a co-sponsorizzare l’evento.

In genere questo è il primo passo per sviluppare relazioni durature con attori chiave del settore come streamer di videogiochi, importanti eSport team, organizzatori e altre aziende affini.

Se hai già deciso di puntare in alto, queste sono le leghe attualmente più importanti al mondo:

  • LEC, campionato europeo di League of Legends
  • LCS, campionato Nord Americano di League of Legends
  • LPL, il campionato professionistico cinese di League of Legends
  • Overwatch League, il campionato professionistico di Overwatch
  • KPL, il campionato professionistico cinese di Arena of Valor (Honor of Kings nel resto del mondo), un MOBA sviluppato da Tencent e disponibile su Android, iOS e Nintendo Switch.

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Un team aziendale di eSport: meglio del calcetto del giovedì

Lancia il tuo brand nel mondo dei videogames con un vero tocco di stile: metti in piedi la tua squadra di eSport aziendale. A pensarci, è molto meno pericoloso del calcetto aziendale! Molti dipendenti eviteranno di andare al pronto soccorso a fine partita. Fondare un team di eSport non è poi così costoso come la maggior parte dei manager e dei responsabili aziendali pensa.

Per mettere in piedi un eSport Team da zero si può iniziare inscrivendosi a Twitch e selezionando, come farebbe un Commissario Tecnico, i dipendenti o i colleghi più in gamba quando si tratta di mettere mano al joystick. In alternativa, è possibile assoldare gameplayer professionisti come se fosse un’asta di calciomercato. Pubblicando una serie di annunci ben ideati sul sito web e sugli account social del brand, ci si mette alla ricerca di giovani promesse dell’eSport (oltre che attirare l’attenzione di Z Gen e Millennial sull’azienda).

Non è possibile trovare dei gamer professionisti che vogliono prendere parte al progetto? Valuta l’affiliazione a team di eSport che sono già alla ricerca di sponsorizzazioni.

Il vantaggio principale è che quando il team trasmette in streaming il proprio gameplay, il brand acquisisce in automatico posizionamento e visibilità nelle dirette live o nei video associati all’evento.