Tag personas

Come strutturare una strategia di PR durante un’emergenza

La storia, e in particolare la storia della civiltà mediatica, dimostra chiaramente come durante un’emergenza (sia essa una guerra, una recessione catastrofica o una pandemia) la comunicazione subisca un cambiamento istantaneo e inevitabile che modifica le percezioni collettive a ogni livello.

Perché un’emergenza rivoluziona la comunicazione

Il terribile attentato alle Twin Towers di New York, l’11 settembre 2001, è stato il primo grande evento in epoca moderna a imporsi come spartiacque, imponendo a tutti un prima e un dopo: dalle gerarchie istituzionali al tessuto imprenditoriale, dalle multinazionali ai consumatori, nulla è stato più lo stesso.

A quasi vent’anni dall’atto terroristico per antonomasia una nuova emergenza globale ha bloccato il mondo, ma questa volta in modo differente.

Mentre il crollo delle Torri Gemelle ha cambiato il corso della storia riservando gran parte del disastro economico alle compagnie aree, molte delle quali non sono state in grado di comunicare in modo efficace nei mesi successivi al disastro, non esiste persona o categoria professionale che possa dirsi impermeabile alle conseguenze del Coronavirus.

LEGGI ANCHE: Post-covid: l’emergenza cambierà per sempre le nostre abitudini di consumo e di lavoro

Il modo in cui vivremo e in cui un business dovrà riadattarsi per sopravvivere non può più prescindere dalla commistione tra comunicazione di massa e universo digitale. Comunicare con i propri interlocutori, in questo caso la potenziale clientela o quella già acquisita, non può più ignorare la condizione di paura in cui questi versano. Come l’11 settembre ha inizialmente comportato la paura di viaggiare in aereo, così il Coronavirus ha introdotto un nemico più subdolo: quello di un patogeno capace di colpire ovunque e in qualsiasi momento e con la cui ombra bisognerà imparare a convivere.

Dunque come parlare con il proprio pubblico, quando anche le istituzioni lanciano quotidianamente messaggi confusi e contraddittori?

Le aziende più evolute sul piano comunicativo lo hanno già capito: nell’epoca della massima incertezza, vincerà chi comunica in modo chiaro.

Vademecum: cosa fare e cosa evitare

La pandemia da Covid-19, pur essendo assimilabile per conseguenze ad altre emergenze avvenute nel passato, rappresenta tuttavia un unicum: non è circoscritta o settoriale, ma riguarda tutti senza distinzioni di alcun tipo.

Questa quarantena non è la prima nella storia dell’umanità, ma è la prima nella quale tutto il mondo è interconnesso e può comunicare in tempo reale attraverso il web. Ciò le conferisce un carattere di unicità senza precedenti, e che in quanto tale richiede una direzione precisa che i brand dovrebbero imboccare affinché il lockdown non risulti vano, ma anzi un’occasione di crescita.

Cosa fare:

  • Trasmettere ottimismo. Le persone vivono immerse nella paura. Per un brand è il momento migliore per mettersi in mostra in modo sano attraverso messaggi di speranza in cui la sincerità viene prima del prodotto o del servizio da promuovere. Non è una strategia dagli effetti immediati, ma destinata a pagare dividendi sul medio e lungo termine. Chiara Ferragni e Giorgio Armani sono tra coloro che nel nostro Paese sono riusciti a farlo meglio, e i risultati sono tutti lì da vedere.
  • Qualità prima della quantità. Da ogni latitudine arrivano messaggi di ogni tipo. L’attenzione degli utenti, già messa a dura prova dal bombardamento costante di informazioni propagato attraverso le televisioni e i social network, è al momento incapace di gestire ulteriori stimoli. Per questo motivo un brand oculato dovrebbe prediligere una comunicazione qualitativa attraverso i media piuttosto che quantitativa e confusionaria. In questa fase è di fondamentale importanza scegliere con cura i media nei quali apparire preferendo l’incisività dei propri valori piuttosto che la notiziabilità, che rischierebbe di essere sommersa o ignorata dal continuo flusso di notizie che si rincorrono.
  • Potenziare il legame con il pubblico. Concetti come filantropia e solidarietà, soprattutto in momenti di crisi, possono aiutare a rinforzare la brand reputation di un marchio. Un’epidemia rappresenta inoltre un’occasione perfetta per costruire il senso di comunità diffusa che rende grandi le aziende, che potranno trarre grandi vantaggi mettendo in mostra il proprio lato umano.
  • Pensare ai clienti. Se è vero che un brand deve impostare il massimo focus sui clienti, ciò è doppiamente vero quando le certezze sembrano venire a mancare l’una dopo l’altra a causa di un’emergenza. La reazione più normale sarebbe quella dell’inazione, ma il terreno è fertile per introdurre novità che facciano sentire i clienti supportati anziché abbandonati a loro stessi.
  • Mostrare il lato migliore della propria attività. Che volto avrà un brand domani dipenderà molto da come ha saputo riadattarsi ora, nel momento di massima difficoltà. È di grande importanza implementare la propria presenza online e offrire servizi inediti e gratuiti che aiutino i potenziali clienti ad empatizzare con il marchio.

LEGGI ANCHE: Cosa fare (e cosa non fare) per comunicare ai tempi del COVID-19

Cosa non fare:

  • Non voler emergere a tutti i costi. È una legge non scritta, ma una strategia di questo tipo verrebbe interpretata come un viatico per esorcizzare il brutto momento e la paura verso il futuro, mentre un brand deve suscitare stabilità e fermezza, imponendosi come un punto di riferimento che nessuna pandemia potrà mai scalfire.
  • Evitare una comunicazione ad effetto o scandalistica. Già inefficace in periodi normali, durante un’emergenza rischia di diventare un’arma a doppio taglio estremamente dannosa. Per entrare nella mente dei clienti potenzialmente interessati in situazioni così particolari vanno assolutamente aboliti slogan, ricette magiche e tutto quanto di semplicistico possa esistere sul piano comunicativo.
  • Avere una comunicazione rigida. Quando le informazioni cambiano di giorno in giorno, o addirittura di ora in ora, la comunicazione di un brand deve farsi trovare pronta interpretando al meglio quelli che sono i pro o i contro di un determinato messaggio in un determinato momento. Flessibilità e dinamismo sono due delle parole chiave più rilevanti in assoluto, se si parla della gestione mediatica di emergenze.
  • Apparire eccessivamente formali. Il Coronavirus ha imposto una quarantena forzata su scala globale. Oltre la metà della popolazione mondiale ha subito questa misura cautelativa. Comunicare con chi (quasi sicuramente) si trova all’interno del proprio ambiente domestico comporta delle dinamiche totalmente inedite. Per generare empatia e connessione con il pubblico è preferibile una comunicazione informale, genuina e il meno possibile ingessata. L’approccio formale, durante le emergenze, sortisce spesso l’effetto opposto da quello desiderato. Attenzione a non generare scarsa identificazione o addirittura rabbia: Matteo Renzi, mentre gran parte degli italiani sta passando la quarantena in piccoli appartamenti, si è collegato in televisione avendo come sfondo il parco verdeggiante della sua villa e suscitando l’inevitabile disappunto del pubblico. Un comunicatore navigato non l’avrebbe mai fatto.

Credits: Depositphotos #376988054#38728701#21464139

User Generated Content (UGC): un’opportunità per il tuo ristorante

  • Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto;
  • Gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità.

 

La rapida ascesa dei social network, come Facebook ed Instagram, che in breve tempo hanno registrato un aumento esponenziale nel numero degli iscritti (con cifre da capogiro), ha reso ancor più difficile l’affermazione online di alcuni ristoranti, che tuttora faticano a distinguersi dalla massa o, semplicemente, a farsi notare.

È un po’ come alzare la mano tra la folla, durante un concerto musicale, nella speranza di essere immortalati dalla camera: le possibilità di essere ripresi sono davvero limitate.

LEGGI ANCHE: 5 consigli di Content Marketing per il tuo ristorante in tempo di Coronavirus

Фото 2048x1152 толпа, люди, Представление, аудитория, событие ...

Cosa sono gli UGC?

Tuttavia, per ovviare a questo problema, puoi sfruttare i contenuti elaborati direttamente dagli utenti (testi, foto, video ecc.), sia che tu gestisca un piccola trattoria di paese sia che tu faccia capo ad una catena di ristoranti, con un grande team da coordinare.

Stiamo parlando dei cosiddetti UGC (User Generated Content), sempre più importanti dal 2005, e liberamente condivisi su blog, piattaforme social e forum. Gli UGC generalmente sono gratuiti e derivano dall’utilizzo, più o meno esperto, dei nuovi strumenti digitali che, negli anni, hanno rimosso dal monopolio i media tradizionali, favorendo la democratizzazione del processo creativo, ormai privo di barriere.

Semplificando ancora, gli UGC rappresentano l’esempio più vivido di quella auto-comunicazione di massa che ha smantellato – e continuerà a farlo – il modello broadcast e unidirezionale dell’industria mediatica.

User Generated Content: Cos'è E Come Funziona - Pipool

Parola agli analisti

Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto.

A riprova di questi risultati, si aggiunge un’interessante studio, pubblicato sulla piattaforma Social Media Today, da cui emerge che il 74% dei consumatori ritiene che gli UGC siano utili al rafforzamento del marchio (e della sua autenticità), e che circa il 48% dei marketers concorda sul fatto che “umanizzino” un’azienda. 

LEGGI ANCHE: Effetto COVID-19: la GDO torna in positivo e punta sull’eGrocery

L’importanza degli UGC è dunque evidente, e integrarli nella tua strategia di Content Marketing potrebbe aiutarti non solo ad attrarre nuovi clienti, ma anche a migliorare il posizionamento del tuo brand sul mercato, sia locale che globale.

Quali vantaggi?

Nello specifico, ecco i principali vantaggi derivanti dal loro utilizzo:

Social Proof

Letteralmente significa Riprova Sociale, ed è probabilmente uno degli aspetti più importanti del marketing, non solo della ristorazione. Viene utilizzata dai grandi brand per convincere i potenziali clienti della validità della loro offerta, prodotto o servizio che sia. In tal senso, gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità. Quindi, dedica del tempo alle recensioni dei tuoi clienti, e condividi le migliori.

What Is Social Proof and How Do You Get It?

Riduzione dei tempi

Creare contenuti pubblicitari richiede tempo, pazienza (tanta) e risorse. Ma con gli UGC puoi dimezzare il periodo di produzione, affidandoti semplicemente alla creatività e al buon gusto dei tuoi clienti. Di conseguenza, potrai pubblicare nuovi contenuti con maggior frequenza, risultando così più attivo online.

Rescue Mission Software - Mediware Information Systems

Autenticità

Come accennato in precedenza, il fatto che persone reali siano venute nel tuo ristorante e, dopo il pasto, abbiano lasciato un feedback positivo (ad esempio su TripAdvisor), rappresenta una delle migliori prove di autenticità. Nessuna pubblicità a pagamento, grafica personalizzata e/o fotografia professionale potrà mai sostituirsi agli UCG, che fanno leva su emozioni vere.

Produzione continua di nuovi contenuti

Il miglior marketing per il tuo ristorante è quello rivolto agli ospiti, e non agli algoritmi di ricerca o agli esperti di digital marketing. Utilizzando gli UGC attrarrai nuovi clienti che, a loro volta, contribuiranno con i loro contenuti, garantendo un afflusso costante.

Questo tipo di marketing, definibile come ciclico, porta ad un sensibile risparmio di tempo, e ad una massimizzazione dei margini di profitto. Si tratta di rendere automatiche molte delle tua attività: dalla ricerca, alla produzione dei contenuti.

Maggiore coinvolgimento

Un altro valido motivo per affidarti agli UGC, è dato dalla possibilità di interagire con i tuoi clienti con una maggiore facilità (anche a distanza), fidelizzandoli. Infatti, gli utenti che hanno lasciato una recensione e/o pubblicato una foto a tuo nome in passato, seguiranno con attenzione i tuoi nuovi contenuti, condividendoli e favorendo così il passaparola.

Puoi interagire con loro tramite la tua pagina social, le recensioni di Google, oppure attraverso altri canali di comunicazione. Quindi, prenditi del tempo, e rispondi a commenti, domande, ed encomi. L’immagine del tuo ristorante ne beneficerà, diventando da subito estremamente positiva. E, in aggiunta, il cliente passerà da costumer a prosumer, partecipando attivamente alla “vita” del tuo locale, magari offrendoti spunti e consigli preziosi, per rendere la sua esperienza ancor più sensazionale, e quindi di valore.

reputazione recensioni

UGC Marketing e continuità

L’efficacia degli UGC, come avrai capito, è legata anche e soprattutto al principio della continuità. Di seguito, ti lascio alcuni consigli utili per incentivarla, favorendo così un afflusso costante di nuovi contenuti.

Trasforma i tuoi clienti in ambasciatori

I tuoi ospiti, se soddisfatti, saranno felici di sostenerti, in cambio di qualche piccolo vantaggio e/o premio. Ad esempio, un buono sconto e/o un prodotto di nicchia in omaggio possono fare miracoli, rendendo i tuoi ospiti dei veri brand ambassador. I clienti, metteranno una buona parola su di te e sul tuo ristorante, estendendola alla loro cerchia di follower, che può essere più o meno estesa. Inoltre, condivideranno volentieri foto e recensioni con il tuo #tag.

Food trend su Instagram: hashtag e tendenze legate al cibo

Organizza dei contest

Concorsi e quiz sui social media favoriscono la rapida creazione di UGC, e dovrebbero ruotare attorno alla condivisione obbligatoria di post, da selezionare e ripubblicare sulla tua pagina. Si tratta di uno scambio di visibilità reciproco ma, ovviamente, a te va il maggior vantaggio. Questa tecnica, ti permetterà di raggiungere un pubblico via via sempre più ampio, collezionando un gran numero di contenuti, utili anche in futuro.

7 Instagram Contest Ideas to Grow Brand Awareness

In conclusione

Anche se a prima vista può sembrare complesso, integrare gli UGC nella tua strategia di marketing, è relativamente semplice. Il tuo unico compito infatti, è quello di continuare a stupire i tuoi ospiti, affinché possano diffondere commenti positivi sulla loro esperienza – che tu dovrai essere bravo/a ad individuare ed utilizzare. E non aver paura di chiedere un feedback, è il miglior modo per crescere.

Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali

Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali

  • Ventura Projects chiude dopo 10 edizioni e dice addio al Fuorisalone, le parole di Margriet Vollenberg
  • Mentre passiamo da una fase all’altra della pandemia, si guarda già alla prossima edizione del Salone Internazionale del Mobile

 

Punto di riferimento per il settore del design, il Salone Internazionale del Mobile nasce a Milano nel 1961 come esposizione delle soluzioni di arredo e interni per la casa. Fino al ’91 si teneva a settembre presso la Fiera campionaria, poi la data è stata spostata ad aprile.

Fiera dal respiro sempre più internazionale, il Salone del Mobile nei primi anni ’80 allarga i suoi orizzonti pervadendo l’intera città grazie all’evento complementare del Fuorisalone, la cui istituzione ufficiale risale all’inizio degli anni ’90 grazie alla rivista Interni che ne edita una guida. Su questo primo primo opuscolo erano elencati in ordine alfabetico gli eventi e le feste con una mappa generica della città che indicava semplicemente la zona dell’happening.

Due eventi, Salone e Fuorisalone (che insieme compongono la Design Week), destinati a consacrare definitivamente Milano come capitale del design, che da sempre utilizza la creatività come elemento distintivo e simbolo della cultura italiana in tutto il mondo.

Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali

I nuovi format digitali del Fuorisalone 2020

Nonostante l’annullamento dell’edizione 2020 del Salone del Mobile Milano, il Fuorisalone, si prepara ad allargare la sua influenza con altre forme e nuovi spazi tutti virtuali. Per metà giugno, precisamente dal 15 al 21, verranno presentate online tutte le anteprime dei brand che avevano scelto di prendere parte all’evento, attraverso una piattaforma che sfrutta al meglio i nuovi strumenti di Fuorisalone.it e di Brera Design District.

Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali

Sul vero significato della Design Week esordisce così la design blogger Alessandra Barlassina alias Gucki: “È la mia settimana preferita dell’anno, sicuramente non può essere sostituita da una versione digitale. La formula che la compone è come una formula magica, impossibile replicarla. In quella settimana Milano si trasforma, l’energia della città è una componente fondamentale che in digitale è impossibile riprodurre. Ma quest’evento digitale non nasce per sostituirsi alla versione ‘live’, per quest’anno purtroppo sarà l’unica versione possibile, ma per le edizioni future, sarà sicuramente un nuovo e potente strumento. Quest’edizione digitale sarà una grande opportunità per le aziende che sono chiamate a rafforzare la loro presenza e comunicazione online. Ogni azienda deve trovare il proprio tono di voce e il proprio modo di raccontarsi e raccontare i propri prodotti in modo nuovo. Le opportunità sono moltissime e con una grande forza comunicativa” .

Fuorisalone

Courtesy Salone del Mobile.Milano

Il Fuorisalone lancia così quattro nuovi format, pensati inizialmente come supporto all’evento e che invece in questa situazione di emergenza acquisteranno maggiore forza e valore. L’iniziativa è sviluppata in partnership con il comitato Fuorisalone di cui fanno parte Brera Design District, Ventura Projects, i referenti di Zona Tortona, i distretti di inBovisa, 5vie e Porta Venezia in design e il progetto Asia Design Milano.

  • Fuorisalone.Tv, un palinsesto video che riempirà le giornate in assenza del Fuorisalone con contenuti live (talks, interviste, presentazioni di prodotto, concerti) e contenuti confezionati da design e aziende che vorranno presentare i propri progetti e idee in un formato innovativo. Il palinsesto durerà 7 giorni, 12 ore al giorno. I contenuti saranno poi accessibili on demand 10 giorni dopo l’evento sulla stessa piattaforma.
  • Fuorisalone Meets, per tutto il mese di giugno la piattaforma webinar di Fuorisalone.it metterà in contatto aziende con partner, clienti, rivenditori e pubblico selezionato. Questo per fare formazione e promozione, creando un contatto diretto tra aziende e addetti ai lavori al fine di presentare nuovi prodotti, condividere le strategie con la forza vendita e incontrare nuovi potenziali clienti.
  • Fuorisalone Cina, ad aprile sarà inaugurato il canale ufficiale Wechat, Weibo e Tencent Video. Questo è il primo passo di un progetto di collaborazione e networking più ampio con le più importanti Design Week cinesi.
  • Fuorisalone Japan, che prevede il lancio ad aprile di una nuova piattaforma web dedicata al Giappone. Rivolta ad architetti, designer e aziende oltre che al pubblico giapponese, pensata per comunicare il meglio del design e del lifestyle e promuovere la cultura della Milano Design Week grazie a un team operativo tra i due Paesi e servizi di consulenza dedicati.

“Il format digitale ha anche dei punti di forza non trascurabili: renderà il Fuorisalone accessibile anche da lontano. Il mio intento negli anni è sempre stato raccontarlo a chi non poteva esserci, le mie storie su Instagram accompagnano in giro per gli eventi chi non può esserci di persona. La mia app Gucki Fuorisalone Guide vuole essere una guida dei migliori eventi e delle location più belle. Una selezione di quello che proprio non ci si può perdere in una settimana dove si concentrano così tanti eventi. La versione digitale renderà più accessibile il calendario di eventi, dilaterà il tempo, amplierà il pubblico e farà selezione di contenuti. Forse il rischio di questa edizione sarà di rivolgersi a un pubblico di addetti ai lavori rimanendo un po’ lontana dai numeri popolari, perdendo l’appeal di aperitivi e installazioni scenografiche” aggiunge Gucki.

LEGGI ANCHE: Milano Digital Week, dal 25 al 30 maggio l’evento in versione online

Courtesy Salone del Mobile.Milano

La voce dei protagonisti

Il Fuorisalone digital si traduce in una piattaforma rinnovata con 4 nuovi format. L’uso integrato dei format consentirà alle aziende che non potranno partecipare dell’evento fisico a causa del Covid-19, di comunicare comunque al meglio.

L’architetto e fondatrice del blog di progettazione d’interni MakeYourHome Roberta Borrelli, non ha dubbi sul valore del digitale in una fase come questa: “Penso che il digitale sia un’opportunità di evoluzione per molte aziende che sopratutto nel nostro settore non ne comprendono ancora il potenziale. Se pensate che molti cataloghi vengono ancora prodotti in cartaceo, capirete la grande necessità di sviluppare e ottimizzare processi legati alla comunicazione del design. Ma oltre all’opportunità di crescita in se non credo che si possa prescindere dal fattore esperenziale che regala questo evento. Le suggestioni non possono essere trasmesse ugualmente attraverso le immagini o la fruizione di contenuti video”.

fuorisalone

Courtesy Salone del Mobile.Milano

Roberta è una di quelle professioniste che il salone lo fa e non sono poche le difficoltà che ha incontrato quest’anno: “La prima grande delusione arriva dal vedere sfumato non solo un bellissimo progetto di allestimento ma anche sei mesi di lavoro. Difficilmente lo studio fatto sui trend attuali potrà traslare di un anno. La mia analisi personale mi ha portato, nonostante abbia raccontato attraverso i miei canali social il progetto mancato, uno scetticismo nei confronti della percezione del progetto in termini digitali. Con l’aggravante che l’immobilità di questi mesi non poteva consentire la creazione di nuovi contenuti che andassero oltre la mera ricerca”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Il racconto quotidiano di un fuorisalone mancato tra sogni, progetto e design Giorno 1 – Dicotomia e progetto #poeticadellabitare

Un post condiviso da MAKEYOURHOME|Roberta Borrelli (@make_your_home) in data:

Sul valore degli eventi digitali e sulle preoccupazioni che sta vivendo il settore design interviene anche il docente universitario e content curator Paolo Ferrarini: “Tutte le iniziative digitali hanno lo stesso obiettivo: presentare contenuti, nuovi prodotti, innovazioni e tanto altro ancora. La preoccupazione maggiore è quella di perdere il contatto con le persone ma anche l’essenza di vedere dal vivo quello che hanno preparato i designer. Le design week, infatti, sono un’occasione imprescindibile per le aziende che vogliono incontrare le persone e le proprie community. Sono importanti perché mantengono vivo il contatto, anche se spesso sono momenti più per gli addetti ai lavori che per il grande pubblico. Tra le paure principali c’è anche quella di perdere occasioni di business, quest’aspetto tocca sia il designer emergente che quello più stagionato”.

I Ventura Projects a Milano chiudono dopo 10 edizioni

La crisi Coronavirus ha colpito il mondo intero, l’industria degli eventi e del design, e quindi anche diverse aziende, tra queste c’è Ventura Projects. Dopo dieci edizioni di successo e già pronti per l’undicesima durante la Milano Design Week 2020, l’incubatore di talenti, organizzato da Organisation in Design, chiude i battenti. Sia Ventura Centrale che Ventura Future sono state cancellate a causa dell’epidemia globale COVID-19. Sfortunatamente, queste cancellazioni hanno avuto un impatto enorme e irreversibile sulla società.

ventura projects

“Ho trascorso molte notti insonni preoccupandomi se e come avrei potuto salvare o trasformare l’azienda per adattarmi a una nuova normalità per essere ancora in grado di servire il mondo del design e abilitare il talento come abbiamo sempre fatto. È quindi con grande dolore nel mio cuore che sono giunta alla conclusione che non è più possibile costruire il mio sogno, e quindi i sogni di molti designer e di studi di design. Le circostanze attuali non mi lasciano altra scelta che terminare i Ventura Projects”, ha dichiarato a metà maggio la fondatrice, Margriet Vollenberg.

Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali

Un decennio all’insegna della ricerca e dei giovani designer, un vero e proprio forum per creativi internazionali che lanciano i loro progetti grazie al supporto di due team dedicati, uno nei Paesi Bassi e uno in Italia. Questo è Ventura Project, che negli anni non ha solo lavorato con progettisti e brand internazionali, ma ha aiutato molti di loro ad avviare la propria carriera. Dopo molte edizioni di successo gli eventi di Ventura Projects non saranno più allestiti durante la Milano Design Week e in altre kermesse internazionali dedicati al design.

“Come in tutti i periodi di cataclismi, ci sono cose che scompaiono e altre che si resettano, che prendono una nuova forma. Anche in questo caso ci saranno delle aziende che spariranno, magari ci saranno meno espositori e gli investimenti saranno più oculati. Come succede in tutte le crisi, potremmo aspettarci delle collaborazioni inattese, tra correnti che si mescolano. Non escludo, infatti, che nei prossimi anni, potremmo avere più gruppi di aziende che si coalizzano, magari con stand condivisi. Ci sarà più digitalizzzazione, le fashion week e le dirette dalle sfilate ne sono un esempio, ma di certo eventi di questo tipo non potranno mai diventare “solo” digital: il contatto fisico sarà la prima cosa che torneremo a valorizzare e far rinascere” aggiunge Paolo Ferrarini.

LEGGI ANCHE: Design (Digital) Fair: come sono cambiati gli appuntamenti della creatività

Uno sguardo alla Fall Design Week e al futuro del Fuorisalone

Andando verso l’autunno ci saranno delle forme ibride, nuove presentazioni, workshop, dove si arriverà a una dimensione di semi contatto fisico. Le prenotazioni, la regolazione dei flussi e delle visite, tutto sarà rivisto in una nuova ottica. Così mentre passiamo da una fase all’altra, si guarda già alla prossima edizione.

La prima domanda che tutti si pongono è se la Design Week sarà rivoluzionata alla luce di questa pandemia: “Spero che ci sia un’evoluzione ma non un cambiamento radicale. Lavoro con il digital da 10 anni e ho sempre riscontrato nell’evento una mancanza di apertura rispetto a questo canale, differentemente da quanto si è visto nelle fiere di settore internazionale. Ma mi auguro non finisca mai la possibilità di girare per la città e lasciarsi emozionare, in un cortile nascosto di Milano dovrà sempre esserci un’installazione ad aspettarci”, conclude Roberta Borrelli.

brera design days 2020

“Sicuramente l’edizione di Salone e Fuorisalone 2021 (come di qualsiasi altra manifestazione) dovrà cambiare e considerare delle nuove norme. Impareremo probabilmente un nuovo modo di progettare e partecipare agli eventi. Si tornerà a un’edizione ‘live’ con una nuova consapevolezza e un importante nuovo strumento (il digitale, ndr) che nel frattempo dovremo aver imparato a esplorare nelle sue potenzialità. Se c’è qualcosa che può ridefinire il nostro modo di vivere, quello è proprio il design. Le potenzialità sono infinite, creativi, progettisti, architetti e designer sono chiamati a ripensare le nostre città, percorsi e modi di incontro. Questa pandemia è sicuramente uno stimolo forte al cambiamento e il design non tarderà a rispondere con nuove soluzioni”, aggiunge Alessandra Barlassina.

Il “recupero” della Design Week 2020 passa anche dai Brera Design Days, in questa ottica gli attori del Fuorisalone stanno valutando un evento condiviso tra settembre e ottobre, che coinvolgerà tutti gli showroom permanenti partendo da Brera fino al resto della città.

salone del mobile

Courtesy Salone del Mobile.Milano

Si ritorna quindi a settembre come il mese del design, con un evento territoriale che unirà virtuale e reale, talk e attività negli showroom (circa 120 realtà solo nel Design District di Brera). Questi ultimi saranno protagonisti con percorsi all’interno dei loro ambienti per far conoscere i nuovi prodotti e all’interno degli stessi spazi espositivi sarà inoltre possibile vivere percorsi virtuali grazie alla tecnologia Living 3D.

Un momento clou e molto vivace, per le aziende del mondo design per fare cose interessanti.

app immuni

L’app Immuni si può scaricare (ma è già allarme ransomware)

Il sistema di tracciamento dei contatti, utile per arginare eventuali nuovi focolai di contagio da Coronavirus, Immuni, non sarà subito attivo, ma l’app dovrebbe essere scaricabile già nelle prossime ore.

Immuni sarà disponibile sugli store di Google e Apple, manca però l’ok delle due piattaforme per lo scaricamento da parte degli utenti.

Intanto, secondo quanto riportato da La Stampa, una campagna di virus informatici starebbe interessando l’Italia nelle ore in cui sta per essere resa disponibile l’app Immuni. “A renderlo noto Agid-Cert, la struttura del governo che si occupa di cybersicurezza”.

Il ransomware (virus che prende in ostaggio i dispositivi e poi chiede un riscatto per sbloccare il dispositivo) si attiverebbe con il pretesto di far scaricare un file denominato Immuni. La diffusione avviene con una mail che invita a cliccare su un sito fake costruito per riprodurre quello del Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani.

LEGGI ANCHE: Perché non è la privacy la giusta preoccupazione sulle contact tracing app

app immuni

L’app Immuni scaricabile ma non ancora funzionante

Il sistema di tracciamento dei contatti non sarà subito attivo. La sua sperimentazione comincerà infatti il 5 giugno in solo quattro regioni pilota: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria. Da quanto si apprende, nel resto d’Italia l’app potrà essere scaricata ma il contact tracing non funzionerà. Con la pubblicazione dell’app il controllo della sperimentazione passerà al ministero della Salute e il tempo stimato per rendere realmente funzionante il sistema è qualche settimana.

Intanto il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, prova a spiegare con più chiarezza l’utilità dell’app nella fase 2: “adesso dobbiamo capire come mettere immediatamente in quarantena eventuali contagiati e i loro contatti stretti. L’app Immuni serve a questo fine. Se qualcuno arriva in Puglia potremmo chiedergli la cortesia, non l’obbligo, di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti”.

Come funziona l’app

Stando agli ultimi documenti pubblicati dagli sviluppatori, l’applicazione seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple:

  • i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale;
  • non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti di prossimità tra smartphone;
  • non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla;
  • i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone;
  • tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale, dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.

La data del 5 giugno naturalmente non contribuisce a placare le polemiche verso le tempistiche di rilascio del sistema di tracciamento, quasi 20 giorni dopo la riapertura della maggior parte delle attività in tutta Italia.

campagna social per no profit

8 consigli per lanciare una campagna social per la tua no profit

  • Per raccogliere fondi, sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla propria mission o reclutare volontari, il lancio di campagne social è diventato fondamentale per le no profit
  • Spesso le organizzazioni vanificano i propri sforzi digitali per una mancanza di chiarezza negli obiettivi o per una scelta casuale dei canali social, ma con i giusti accorgimenti è possibile raggiungere i risultati sperati

 

Eventi saltati e raccolta fondi in difficoltà, ma anche bisogni sociali in aumento costante. Le organizzazioni no profit sono obbligate in questo periodo di emergenza sanitaria a trasferire online tutte le proprie attività di sensibilizzazione e fundraising, se vogliono continuare a impegnarsi a favore di cause sociali che spesso l’attuale contesto non fa altro che rendere ancora più urgenti.

In questo scenario, il lancio di campagne social è più che mai una necessità per le organizzazioni no profit. Per raccogliere fondi, sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla propria mission o reclutare volontari, i social network sono diventati senza dubbio fondamentali.

Ma come fare perché la propria campagna raggiunga davvero i risultati sperati? Ecco otto consigli per lanciare una campagna social di successo per la tua no profit.

1. Chiarisci l’obiettivo della campagna

Sembra scontato? Non lo è per niente. Spesso le organizzazioni no profit (ma anche quelle profit) vanificano le proprie campagne social per una mancanza di chiarezza negli obiettivi della campagna stessa.

Vuoi reclutare nuovi volontari, vendere i tuoi prodotti solidali online, chiedere donazioni, sensibilizzare l’opinione pubblica sulla causa che ti sta a cuore? Meglio un obiettivo chiaro, concreto e ben definito perché gli utenti possano capire subito come possono aiutarti.

2. Scegli il social giusto (e magari anche più di uno)

Non scegliere per moda il social (o, ancora meglio, i social) attraverso il quale lanciare la tua campagna. Chiediti qual è il tuo target e in quale piattaforma puoi trovarlo.

Ricorda che non esiste soltanto Facebook. Cerchi aziende con cui collaborare per attività di cause related marketing? Perché allora non lanciare la tua campagna su LinkedIn?

Infine poniti una domanda essenziale: la presenza della tua organizzazione no profit nel social network prescelto è già sufficientemente consolidata?

LEGGI ANCHE: Consigli per applicare lo storytelling alla tua non profit e creare un legame emotivo con chi dona

3. Prepara il tuo pubblico

Già, inutile girarci attorno: se la tua presenza social non è ancora riconosciuta, apprezzata e seguita da persone già sensibili alla tua mission, dovresti allora porti come primo obiettivo quello dell’awareness.

Al contrario, costruire da zero la propria presenza social solo per lanciare una campagna di altro tipo – ad esempio con l’obiettivo di raccogliere fondi – rischia di essere molto difficile, soprattutto se le tempistiche sono strette e manca un budget adatto a far fronte al problema.

Ricorda: anche se tramite lo schermo di un cellulare o di un pc, hai sempre a che fare con persone in carne e ossa. Per questo, così come nella vita reale, anche nei social network la relazione con gli utenti va prima di tutto coltivata nel tempo.

Hai già una buona fan base, ma poco reattiva? Nelle settimane e nei giorni precedenti il lancio della campagna social, coinvolgila con post caldi ed emozionali che raccontano l’impegno della tua organizzazione no profit e l’impatto positivo che genera sulla vita di tante persone.

Evita immagini fredde e standard scaricate da qualche sito web: scegli foto reali, magari realizzate direttamente dai volontari stessi. Attraverso le immagini e le parole, cerca il più possibile un dialogo diretto, sincero e personale con gli utenti. Insomma, mettici la faccia.

4. Dai spazio alla creatività

Chiariti gli obiettivi, scelti i canali e preparato il pubblico, non ti resta che pensare al contenuto da veicolare. Cerca nel web altre campagne simili alla tua per lasciarti ispirare, ma pensa in modo creativo: cerca soluzioni innovative e soprattutto coinvolgenti che possano prima di tutto incuriosire, emozionare e infine ingaggiare il tuo pubblico. Anche quello che scopre per caso e di fretta la tua campagna, magari attraverso un rapido scroll sul cellulare.

Non dimenticarti che anche una campagna social per no profit ha bisogno di un claim, uno o più contenuti visual e una call to action strettamente collegati tra loro a livello concettuale. A tutti e tre questi elementi e alla loro organicità è necessario prestare la massima attenzione perché la campagna sia recepita in modo chiaro dal tuo pubblico.

Sei indeciso tra più possibilità? Testa video, immagini e copy diversi per scoprire quali ottengono i risultati migliori.

LEGGI ANCHE: 5 esempi di campagne di raccolta fondi di successo per non profit

5. Sfrutta tutta la potenzialità dei social network

L’obiettivo della tua campagna social è raccogliere fondi? Ricorda che Facebook permette alle organizzazioni no profit di avviare raccolte direttamente all’interno della propria piattaforma, mentre Instagram metta a disposizione uno sticker specifico proprio per le donazioni.

Vuoi invece sensibilizzare il pubblico sulla causa che ti sta a cuore? Perché non crei un motivo specifico per l’immagine di profilo e inviti gli utenti ad aggiungerlo alla propria? Con Social Good di Facebook è possibile questo e tanto altro.

6. Coinvolgi volontari, stakeholder e influencer

Hai un buon gruppo di volontari e sostenitori su cui puoi sempre contare, almeno offline? Contattali personalmente perché si lascino coinvolgere ora anche online: il loro apporto può essere fondamentale per lanciare la campagna ed espandere la tua audience.

Hai già contatti con stakeholder disponibili a sostenere la tua organizzazione? Segui da tempo influencer che sembrano sensibili alla sua mission? È arrivato il momento di invitarli a diffondere la tua campagna attraverso i loro profili.

7. Invita i sostenitori a diventare promotori

La campagna è partita e la tua audience sembra rispondere con entusiasmo. E adesso? Non finisce qui, ovviamente. Anzi, proprio questo dovrebbe essere un nuovo inizio. Hai pensato che proprio chi ha risposto positivamente alla call to action potrebbe ora diventare promotore dello stesso appello tra i propri contatti?

campagna social per no profit

8. Fidelizza i sostenitori

E ora che la campagna è terminata? È proprio questo il momento in cui consolidare la relazione a lungo termine con i tuoi sostenitori. Dedica al loro ringraziamento la stessa cura con cui hai pensato la campagna. E non dimenticarti di raccontare l’impatto sociale generato dal loro sostegno.

Se riuscirai a fidelizzarli, alla prossima campagna sarà tutto più semplice e il risultato ancora migliore.

week in social

Week in Social: dalla nuova app che fa concorrenza a TikTok ai tweet programmati da desktop

Anche questa settimana abbiamo raccolto le principali notizie dai social, tra chi minaccia di farli chiudere e chi invece ne sfrutta le potenzialità. Dalle feature di Facebook, al double-story Stories feed, dalla app che fa concorrenza a TikTok alla attesissima possibilità di salvare e schedulare tweet da desktop. Queste, e molte altre novità, nella nostra Week In Social.

Dopo Rooms arrivano le ads su IGTV

Dopo il lancio di Messenger Rooms, che ti permette di chattare in video con 50 dei tuoi contatti, questa settimana Instagram annuncia che le inserzioni faranno il loro debutto sulle IGTV. Nella prima fase di sperimentazione, la feature verrà rilasciata a non più di 200 persone e negli States. Le video ads saranno mobile first e non più lunghe di 15 secondi.


Per gli amanti delle Stories: sembra che Instagram stia testando un double-story Stories feed, che potrebbe apparire così.


Non sappiamo con certezza dove e come sarà disponibile il nuovo Stories feed, ma diversi utenti hanno segnalato dei cambiamenti in piattaforma e Instagram ha confermato che sta lavorando per migliorare la Stories experience. Noi ovviamente continueremo a seguirne gli sviluppi.

Nuove funzioni Facebook tra realtà virtuale e musica

Su Facebook nei prossimi giorni saranno in arrivo: CatchUp, Collab e nuovi effetti AR. CatchUp è una app che funziona come Messenger Rooms, ma per messaggi vocali. Quindi, una volta creata la room con i tuoi contatti, potrai vedere quando sono online e scambiare messaggi vocali. Nella app, le conversazioni possono essere di uno a uno o di gruppo.


Collab è una music collaboration app e permette di guardare, registrare e remixare 3 video clip della durata di 15 secondi. In pratica, puoi registrare il tuo clip, metterlo online, cercarne altri, e assemblarli per creare nuova musica e condividerla con i tuoi amici, direttamente nella app, o su Facebook, Instagram, e altri social.
Restando in tema di musica, un’altra novità è l’introduzione di effetti AR su Spark Studio – la nota app per creare filtri per le Ig Stories – che si attivaneranno con la musica e potranno essere usati nelle Instagram e Facebook Stories.

Trump minaccia di far chiudere Twitter

Prima di trattare le ultime novità della piattaforma, non possiamo non parlare di quanto successo tra Twitter e Donal Trump.

La storia è questa: Trump pubblica dei tweet in cui afferma, erroneamente, come le votazioni per posta avrebbero portato a una diffusa frode degli elettori. Twitter interviene facendo apparire sotto i post una scritta a caratteri blu, in bold e con punto esclamativo, che dice: “Scopri i fatti relativi alle votazioni per corrispondenza!”. L’alert porta a una pagina di verifica dei fatti, con ulteriori collegamenti e riassunti di articoli e notizie che smascherano le affermazioni di Trump, ritenute potenzialmente fuorvianti. Non solo non era mai successo nella storia, ma non era mai successo a Trump. E lui come ha reagito? Minacciando di introdurre regolamentazioni alla piattaforma o persino farla chiudere.
Nell’attesa di sapere come andrà a finire lo scontro, ti segnaliamo una nuova funzione: Twitter introdurrà il bottone “alt per aggiugere una descrizione testuale sulle foto pubblicate nei tweet.

Zynn, il nuovo competitor di TikTok

E quando tutti credevano che il mondo delle app fosse dominato da TikTok, ecco che arriva un’altra app di short form video. Realizzata, come l’altra, in Cina, si chiama Zynn e pare che stia già scalando la classifica delle app in USA.


Come puoi vedere, immagini, stile e layout sono molto simili a quelle di TikTok. La differenza sta nella possibilità di guadagnare premi in-app guardando video su Zynn e invitando amici all’interno della app. I premi possono essere utilizzati per acquistare articoli nella app, tra cui una serie di buoni regalo per App Store, Walmart, Amazon, ecc. I fondi possono anche essere trasferiti tramite PayPal.

Nuove reaction su LinkedIn?

Su LinkedIn potrebbero presto arrivare nuove reazioni ai post, più in linea con il periodo che stiamo vivendo. Se pensiamo alle 5 reaction aggiunte negli ultimi tempi da LinkedIn, nessuna di loro ha connessioni con il covid-19. Pare che la piattaforma ci stia pensano.

In breve

Chiudiamo la nostra Week in Social con le notizie dell’ultima ora. La prima riguarda Twitter. É la notizia che tutti stavamo aspettando: prossimamente sarà possibile salvare in draft i tweet e schedularli da desktop. Finalmente!
L’ultima novità riguarda TikTok. La app ha annunciato il lancio di #LearnOnTikTok, un programma pensato per incoraggiare l’educazione durante il lockdown. I video educativi daranno consigli su come fare esercizio regolarmente, dormire meglio, fare composizioni floreali e ci saranno persino lezioni sulla vita acquatica.

realtà virtuale detenuti

La realtà virtuale può migliorare il benessere dei detenuti

Li abbiamo visti in qualche pubblicità televisiva, sempre più spesso in TV e sulle pagine dei giornali. Non tutti li hanno ancora provati, ma gli strani visori indossati da giovani dall’aria meravigliata saranno presto una realtà quotidiana, non più riservata solo al mondo dei videogame.

Sì, perché la realtà virtuale è una di quelle tecnologie che stanno sempre più concretamente passando da una dimensione di immaginario fantascientifico ad una di realtà, anche grazie alle sue applicazioni.

Protagonista di uno dei webinar della Milano Digital Week, previsto per domani 30 maggio dalle ore 11.00 alle 11.30, sarà Paolo Strano, Cofondatore di Economia Carceraria, Presidente Associazione Semidilibertà e ideatore del progetto Work(in)Out. 

Quest’ultimo consiste in un’applicazione della Realtà Virtuale per aumentare il benessere psicofisico dei detenuti. Su Ninja Marketing abbiamo più volte affrontato il vasto argomento della realtà virtuale, ma a farci una presentazione inedita di questa applicazione, è proprio l’ideatore dell’iniziativa.

paolo strano milano digital week

La Virtual Reality, applicata alla vita dei detenuti

La realtà virtuale, o VR, è un modo nuovo di vivere i contenuti digitali. Nei film e nei videogames osserviamo da spettatori, da fuori, ciò che accade sullo schermo. Immaginate invece di potervi muovere dentro quei mondi digitali, girarvi a 360 gradi e interagire con gli oggetti come nel mondo reale.

E immaginate cosa possa significare questo per chi quel mondo reale non può vederlo, ascoltarlo e toccarlo, almeno temporaneamente.

L’Associazione Semi di Libertà nasce a Roma il 28 Gennaio 2013. È una Onlus con la mission di creare percorsi inclusivi per detenuti per evitarne la recidiva e sostenere la rete dell’Economia Carceraria.

In questi anni ha creato e gestito a Roma il microbirrificio Vale la Pena, progetto ideato per realizzare percorsi formativi e professionali nella filiera della birra artigianale, o il primo Festival Nazionale dell’Economia Carceraria, creando i presupposti per la nascita di una rete nazionale di Economia Carceraria, per supportare i numerosi progetti produttivi presenti nei penitenziari italiani.

Tornando all’innovativo “Work (In) Out”, Paolo Strano ci spiega che si tratta di «Un progetto pilota finalizzato a favorire una migliore condizione psicofisica per quanti sono ristretti nelle strutture detentive, mediante un’attività estremamente innovativa di Fitness Virtuale con l’utilizzo di visori e software all’avanguardia, creati e forniti dalla società romana Keiron Interactive. I detenuti potranno allenarsi e svolgere attività motoria con il supporto di visori di realtà virtuale, che utilizzano software innovativi in grado di personalizzare l’allenamento, e realizzare un’esperienza di utilizzo totalmente immersiva e coinvolgente, in grado di farli isolare dalla realtà detentiva che vivono, sperimentando la sensazione di essere in un ambiente diverso, durante un allenamento molto impegnativo. Costituisce un’offerta di attività trattamentale estremamente innovativa ed efficace, volta al miglioramento del benessere non solo fisico, ma anche mentale e sociale della persona in un ambiente particolarmente carente di spazi e libertà di movimento come il carcere.»

LEGGI ANCHE: Oltre la morte: il caso della bambina ricreata in VR solleva nuovi dubbi verso l’onnipotenza del digitale

realtà virtuale detenuti

Realtà virtuale, vantaggi reali

Per i detenuti il progetto punta a generare effettivi vantaggi fisici e psicologici sulla persona. L’ideatore ci spiega così quello che hanno potuto osservare e che si attendono da questa applicazione: «Intendiamo dimostrare che possa contribuire ad abbassare il livello di tensioni all’interno del carcere. L’ipotesi di ricerca è quindi che l’attività sportiva realizzata attraverso visori di realtà virtuale determini un effetto positivo significativo e misurabile sul benessere psico-fisico dei detenuti che partecipano al progetto, contribuendo ad abbassare i conflitti e conseguentemente a migliorarne il clima di convivenza anche con il personale di sorveglianza.»

La valutazione degli effetti sarà realizzata attraverso una indagine ante, durante e post partecipazione all’attività sportiva, sia sui detenuti che sugli agenti di Polizia Penitenziaria con i quali interagiscono. A livello fisico realizza un allenamento completo e funzionale, altamente performante, le realtà virtuali riprodotte sono progettate per portare a dei risultati concreti, con un allenamento ad alta intensità che offre delle esperienze statiche-isometriche ma anche dinamiche-orientative, stimolando tutte le fasce muscolari. Da considerare che la realtà virtuale potrebbe essere utilizzata anche per il trattamento di disturbi e patologie mentali

realtà virtuale detenuti

Ci siamo chiesti infine, se è stato previsto un periodo di prova per l’applicazione della realtà virtuale in questo contesto e, nel caso, le reazioni dei detenuti. L’attività ha già superato un primo test nella sezione femminile della Casa Circondariale di Benevento, suscitando interesse e curiosità nelle detenute che hanno subito mostrato di apprezzare e di padroneggiare l’ambiente virtuale proposto per gli esercizi, ritenendolo particolarmente adatto viste le privazioni di spazi e movimento subite per la mancanza della libertà.

«Non abbiamo notizia di attività analoghe a livello mondiale, per cui riteniamo possa diventare, in caso di successo, una metodologia altamente scalabile e non solo in Italia. In più consideriamo l’utilizzo dei visori VR in carcere come strumento validissimo per far fruire alle persone in esecuzione penale anche tanti altri contenuti, ad esempio formativi e culturali per accrescerne l’empowerment, ed anche l’esperienza del COVID, che ha costretto alla sospensione di quasi tutte le attività trattamentali generando enormi problemi sia per i detenuti che per l’Amministrazione Penitenziaria, ha dimostrato l’utilità e l’efficacia di strumenti come questo, rendendone auspicabile un utilizzo in larga scala.»

dialoghi ribelli

Dialoghi Ribelli: Top manager e Visionari hanno raccontato il futuro che verrà durante la maratona online

Il transumanesimo, le nuove tecnologie, le sfide del futuro, la musica a distanza, lo smartworking, la sostenibilità e un nuovo modo di andare in vacanza.

Sono alcuni degli argomenti affrontati durante “Dialoghi Ribelli – Verso N-Conference 2021”, l’evento parte del palinsesto della Milano Digital Week promosso da Ninja Academy.

“Il Coronavirus non deve essere un freno – spiega Mirko Pallera, Ceo e fondatore NinjaCome in ogni crisi occorre trovare la chiave per uscirne più forti e rafforzati. In tre ore abbiamo dato spazio a grandi personaggi del mondo del business che hanno raccolto la sfida della pandemia e hanno alzato lo sguardo sfruttando il momento senza soccombere. L’obiettivo è di raccontare storie, aprire confronti e dare spazio a riflessioni serie e concrete sul nostro oggi, ma soprattutto sul futuro che è qui, adesso”.

I protagonisti della maratona online si sono chiesti quali nuove sfide ci attendono, come cambieranno mondi come quello del Retail e del Travel, quali saranno le nuove strategie di marketing post covid-19, quali mantra hanno seguito gli HR delle grandi aziende per mantenere vivo lo spirito di squadra nonostante il periodo difficile e il remote working forzato.

Dialoghi, confronti, esperienze e testimonianze per guardare al futuro con ottimismo, capirne la direzione e seguirla con consapevolezza e determinazione.

Sul palco virtuale di Ninja, Mirko Pallera, founder & Ceo Ninja e Direttore Scientifico di Ninja Academy, ha dialogato con Marco Attisani – founder di Watly, Quang Ngo Dinh – VP Consumer Market Tim, Roberto Ciacci – Marketing Director di Robintur S.p.A., Mirco Pasqualini – VP Strategic and Innovation Design, Enea Roveda – Group Ceo Lifegate, Domenico Romano – Marketing Manager Aw-Lab, Guido Stratta – Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel, e Fabio Zaffagnini – founder di Rockin’1000.

Puoi rivedere il video della diretta qui:

La tecnologia

Durante la diretta abbiamo un po’ ripercorso alcuni dei temi salienti di questo periodo di emeregnza, approfondendone altri.

“Il transumanesimo è una tecno filosofia che prevede l’evoluzione dell’essere umano grazie all’implementazione tecnologica – spiega Marco Attisani – Le tecnologie non devono essere utilizzate come arma di controllo ma devono essere studiate, capite perché solo così salveranno il mondo”.

“In questi mesi la tecnologia ha dato sicuramente un forte impulso al processo di digitalizzazione del Paese, innescando significativi cambiamenti che, se gestiti adeguatamente, potranno creare valore – afferma Quang Ngo Dinh, VP Consumer Market TIM –. Grazie alle nostra rete, sia fissa che mobile, i nostri figli hanno potuto continuare a studiare, le aziende hanno dato continuità alle proprie attività e tutti noi siamo riusciti a restare in contatto con i nostri cari e con il mondo esterno. Insomma, l’emergenza ci ha fatto rendere conto di quanto la digitalizzazione sia un bene primario: per la ripartenza ci aspettiamo che tecnologia e la connettività si affermino tra le priorità per uscire dall’emergenza velocemente e più forti”.

Domenico Romano di Aw-Lab è un ribelle del retail. “Il covid 19 ha solo accelerato la crisi di traffico negli store fisici già in corso nel mondo del retail. Gli scenari che si presentano a noi operatori del settore sono completamente nuovi – evidenzia Romano – L’innovazione è indispensabile. Innovazione nei business model, nei processi di vendita, nel marketing e soprattutto nella relazione col cliente. Le nuove frontiere del mondo ‘phygitale’ saranno enormi oceani blu da esplorare dove l’aspetto umano, il mondo degli atomi si mescolerà con le potenzialità della tecnologia, il mondo dei bit, per disegnare un nuovo futuro. A noi il compito di renderlo sostenibile.”

La musica, il design, l’ambiente

Fabio Zaffagnini, Founder Rockin ‘1000, ha raccontato il progetto “Together we can” di Aperol: 1200 musicisti hanno suonato a distanza a favore di una raccolta fondi per la protezione civile: “Entrare nelle case per riuscire a fare musica rappresenta di questo periodo la voglia di coesione sociale – sostiene Zaffagnini – La musica è sempre stata una forma di evasione e come tale ha scatenato un processo di umanizzazione. Il progresso tecnologico ha salvato le persone malate e la musica ha salvato tutti gli altri. Il digitale è stato utilizzato come mezzo di diffusione, non come un fenomeno fine a se stesso.”

Secondo Enea Roveda, Group Ceo Lifegate “la pandemia ci ha uniti e ci ha fatto prendere più consapevolezza degli aspetti sociali e ambientali. Gli eventi come questo portano a due fasi: la prima emozionale e la seconda di ragionamento secondo le scelte quotidiane che entrano a far parte della vita delle persone. La crescita dell’interesse verso la sostenibilità – evidenzia Roveda – è aumentata dal 2015 che era del 43% fino al 72% di oggi. Questo ha comportato un cambio di rotta delle aziende che si sono accorte dell’attenzione degli italiani sul versante della sostenibilità e gli aspetti sociali e ambientali.”

Di design ha parlato Mirco Pasqualini, VP Strategic and Innovation Design. “È necessario pensare al design come una prospettiva per comprendere meglio come sviluppare il business – spiega –. Da questo si evince che in piena emergenza c’è stata un’accelerazione di alcuni cambiamenti che erano già in atto e una crescita più veloce delle abitudini”.

“Dovremo abituarci al fatto che la situazione sia cronica e rivedere tutto ciò che ci appartiene, accelerando nuove tendenze e cambiare in maniera radicale il nostro modo di fare turismo – sostiene Roberto Ciacci, Marketing Director di Robintur S.p.A- Il settore del turismo è inevitabilmente uno dei più colpiti in Italia, con il meno 55 % , ma stiamo cercando di fare il possibile per affrontare la situazione e far fronte alle difficoltà”. Ciacci ha poi raccontato che in base a un sondaggio effettuato tra i clienti di Robintur la destinazione privilegiata per le vacanze quest’anno sarà l’Italia. UN dato positivo e interessante sul quale puntare. “Spero che gli italiani tengano all’Italia e che ne valorizzino l’industria”, conclude.

Lo smart working

Molti gli aspetti positivi legati al lockdown evidenziati dai relatori, in particolare da Guido Stratta, Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel.

“L’emergenza ci ha fatto reagire davanti alla paura, facendoci diventare ‘digilogici’, sfruttando il digitale al meglio delle potenzialità- sottoliena – 30.000 impiegati in Enel hanno lavorato in totale smart working in questi mesi: la gerarchia, spesso sentenziata dalle riunioni fisiche in ufficio, è sparita, in quanto le idee buone non la necessitano. Vi è stato un maggiore rispetto del tempo ed è emersa la consapevolezza di vivere nel mondo della liquidità. In Enel, quando la situazione sarà stabile, sarà l’individuo ad essere il protagonista del rientro. Dobbiamo contribuire a far fare alle persone le cose migliori che sono in grado di fare, non si ripartirà mai da soli”.

TikTok Ads: come creare il primo annuncio per la tua azienda

  • I formati creativi degli annunci sono importanti per mantenere il pubblico impegnato;
  • Ecco le informazioni utili per maneggiare TikTok Ads, creare campagne, strutturare gli annunci, posizionare il budget.

 

La piattaforma di TikTok Ads regala finalmente agli addetti ai lavori un tool per la pubblicità all’interno del social TikTok consentendo la realizzazione di campagne a 360 gradi, operazioni multi-piattaforma, una grande varietà di formati creativi, segmentazione della clientela con una programmazione e misurazione delle conversioni.

tiktok challenge

La piattaforma pubblicitaria per aziende e privati

La piattaforma vi permetterà di raggiungere verticalmente una serie di social app che esulano dal solo TikTok. Potrete infatti lanciare la vostra campagna anche su TopBuzz, BuzzVideo, NewsRepublic, BaBe, Vigo ed Helo.

Nello specifico è attualmente possibile scegliere su quale applicazione o “Placement” si desidera che l’annuncio compaia. Sono disponibili: News Feed App Series “TopBuzz / BuzzVideo / NewsRepublic”, “TikTok”, “Vigo”.

I formati creativi degli annunci sono importanti per mantenere il pubblico impegnato. La piattaforma di TikTok Ads, permette di scegliere il formato creativo che meglio si adatta agli obiettivi della campagna. Questo include, video e immagini orizzontali, verticali o quadrati. La creazione di annunci pubblicitari può richiedere molto tempo, per questo motivo possiamo utilizzare uno strumento automatico di distribuzione degli annunci chiamato “Dynamic Creative”.

Con un semplice clic su un pulsante è possibile creare un pubblico target differenziato, sia esso per sesso, ubicazione, età o altro. Possiamo anche caricare una lista personalizzata del pubblico o espandere il target di riferimento grazie a “Lookalike Audience”, funzione che ci permette di raggiungere più persone che sono simili ai nostri clienti esistenti.

Per garantire la trasparenza e l’accuratezza dei dati, attualmente il team di TikTok sta lavorando con ben otto società per il monitoraggio delle conversioni (ad esempio Appsflyer, Adjust, Tune, Kochava, F.O.X, Singular, Party e Tenjin). Vediamo ora come accedere a questa incredibile piattaforma.

Accedere alla piattaforma di Ads

Il primo passo da fare è di digitare il seguente indirizzo e vi apparirà la seguente pagina Web.

TikTok Ads per aziende, come creare il primo annuncio

Ora ci troviamo dentro il sito, non vi rimane altro che accedere cliccando in alto a destra su “Create an Ad” ed inserire una serie di informazioni, dovrete specificare per quale scopo state creando l’account e da che parte del mondo volete operare.

creare un account su tiktok ads

Nel dettaglio, troverete 3 bottoni dove potrete selezionare se il vostro account promuoverà principalmente i propri beni o servizi, fornirà servizi ad altre imprese o verrà utilizzato per migliorare il tuo sito web o pagina personale. Effettuata questa selezione dovrete premere avanti per passare alla fase successiva dedicata alle informazioni di contatto.

creazione del profilo tiktok

Riceverete una risposta da TikTok all’indirizzo e-mail da voi indicato. Io ho inserito la mia email e nelle 24h successive ho ricevuto la seguente risposta.

annuncio e risposta

Come avrete certamente intuito fare pubblicità su TikTok non è ancora facile come potrebbe essere su Facebook o Instagram. Se avete un azienda e volete accedere a questa piattaforma quello che vi consiglio è di richiedere l’accesso mandando una email a questo indirizzo advertise@tiktok.com indicando che tipologia di business e idea di campagna avete.

La struttura degli annunci

È di fondamentale importanza capire come vengono strutturati gli annunci su TikTok Ads, questi vengono organizzati su 3 livelli principali: Campagna, Gruppo di annunci (Ad Groups), Annuncio (Ads).
Capire come funzionano questi tre livelli vi aiuterà a stabilire meglio il target di riferimento e ad allocare il vostro budget pubblicitario progettando contenuti creativi ad hoc. Ricordate che migliorare le vostre prestazioni pubblicitarie sarà la componente fondamentale per raggiungere gli obiettivi di campagna prefissati. Vediamo ora i 3 livelli nel dettaglio:

come sono strutturare le campagne tiktok

La Campagna

Una volta che avete deciso di creare degli annunci su TikTok, dovrete sempre creare una “campagna” determinandone gli obiettivi (cioè i risultati finali che volete ottenere con i vostri annunci).
Un volta fatto questo potrete scegliere tra: App Download o Landing Page, il vostro obiettivo in questo caso sarà portare l’utente finale a scaricare un app o ad accedere ad una specifica landing page.
Il “Gruppo di annunci” definisce quando e dove appariranno i tuoi annunci e chi li vedrà. Qui è possibile impostare annunci specifici, pubblico, destinatari, budget delle campagne, calendario, obiettivi di ottimizzazione e offerte per ogni gruppo che avrete creato.

Il Gruppo di annunci (Ad Groups)

Il “Gruppo di annunci” definisce quando e dove appariranno i tuoi annunci e chi li vedrà. Qui è possibile impostare annunci specifici, pubblico, destinatari, budget delle campagne, calendario, obiettivi di ottimizzazione e offerte per ogni gruppo che avrete creato.
Ricorda che all’interno di una campagna, ci potranno essere uno o più gruppi di annunci.

L’Annuncio

“L’annuncio” è il contenuto che alla fine presenterete al pubblico target e sarà ciò che si vedrà online. Gli annunci possono essere sotto forma di immagini o video. Potete caricare la vostra creatività e i vostri testi per ogni annuncio, creare un video utilizzando degli strumenti di creazione che vi spiegherò in seguito. Gli annunci sono inclusi all’interno di un gruppo (ad Groups) che vi permetterà di confrontare e ottimizzarne la consegna in base alle differenze creative e di target prescelto.

Riassumendo, ecco cosa dovrai fare:

  1. Scegliere gli inserzionisti;
  2. Impostare l’oggetto della campagna;
  3. Stabilire il target di riferimento;
  4. Impostare un budget per la campagna e un programma per il gruppo di annunci;
  5. Impostare obiettivi di ottimizzazione e offerte;
  6. Inizia a creare annunci.

LEGGI ANCHE: 10 brand da seguire su TikTok per trovare l’ispirazione

Creare una campagna

Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma TikTok Ads, vedrete “Campaign” sul banner in alto, cliccate sul pulsante “Crea” per iniziare a creare la vostra prima campagna! In questa sezione quello che troverete saranno o le campagne già realizzate, gruppo di annunci (campagna con target ma senza un contenuto inserito), annunci singoli.

come funziona la pubblicità su tiktok

Ma vediamo in modo approfondito cosa dovrete fare ora, ora passati allo step successivo dovrete scegliere l’obiettivo più adatto al vostro scopo finale. Vi troverete di fronte a questa schermata con le tre categorie di obiettivi vediamo quali sono: awareness, consideration o conversion.

creazione del pubblcio sulla piattaforma
Definito lo scopo, dovrete inserire il nome della campagna, fatelo attentamente e con un criterio ben preciso per evitare futuri fraintendimenti o personali o con collaboratori.

Il posizionamento del vostro annuncio in Ad Group

Con posizione “annuncio” si intende dove il vostro annuncio verrà esposto in questo caso potete selezionare solo TikTok o anche le altre applicazioni. Vi consiglio di selezionare “Posizioni automatiche” in modo che il sistema ottimizzi la diffusione dell’annuncio su tutte le piattaforme cosa che vi consentirà il raggiungimento di più traffico. Facendo un esempio, selezionando il “Posizionamento automatico”, l’annuncio sarà visibile“TikTok” e “News Feed App Series (TopBuzz/BuzzVideo/ NewsRepublic)”. Mentre selezionando il posizionamento manuale potete scegliere manualmente dove appariranno i vostri annunci, da “TikTok”, “News Feed App Series (TopBuzz/BuzzVideo/NewsRepublic)”, ricorda che i diversi posizionamenti potrebbero richiedere anche diversi format creativi.

annuncio automatico

I dettagli dell’annuncio pubblicitario

Nella sezione “Dettagli dell’annuncio” è possibile compilare le informazioni legate alla tipologia di annuncio che andremo a lanciare. Si potrà inserire:

  • Link URL: collegabili all’App Store o a Google Play per l’app o il sito web da pubblicizzare.
  • App ID: inserire l’AppID.
  • Nome dell’applicazione: inserire il nome del marchio o il nome dell’applicazione che si desidera mostrare agli utenti nell’annuncio.
  • Immagine del profilo: l’immagine del profilo verrà mostrata all’utente come parte dell’annuncio.
  • Categoria: selezionare la categoria di prodotto per l’oggetto della campagna. gli algoritmi individuano questo parametro per segmentare il target adatto all’annuncio.
  • Parole chiave: inserite le parole chiave utilizzate per descrivere il vostro sito web o la vostra app, il numero massimo consentito è di 20 keywords.
  • Commenti degli utenti (solo su TikTok): funzione che ci permette di abilitare o disabilitare i commenti degli utenti.

Il Targeting

Punto importantissimo, in questa sezione andremo a selezionare il nostro pubblico di riferimento selezionando tutta una serie di parametri legati all’età, sesso, lingue, categorie e devices. La piattaforma ci consente di salvare delle audience consentendoci di utilizzarle anche per eventuali campagne successive, molto utile ed intuitivo.

creazione dell'audience tiktok

Impostare il budget

selezione del budget tiktok

In questa sezione che troverete subito sotto il “targeting”, vi verrà richiesto di impostare un budget che potrà essere diversificato in “no limit” o “budget giornaliero”, vediamo nel dettaglio le due tipologie.

Se impostate il budget della vostra campagna come “No Limit”, non ci saranno restrizioni sulla consegna degli annunci a livello di campagna. In caso contrario, un “Budget giornaliero” o “Budget totale” a livello di campagna, la consegna degli annunci sarà limitata dal “Budget giornaliero” o “Budget totale” su singola campagna, il che significa che la vostra spesa giornaliera o la spesa totale non supererà mai tale importo. Selezionando la voce “tempo specifico” potrete programmare i vostri annunci sulla base di giorno ed ora.

Caricare il contenuto

il contenuto della campagna pubblicitaria su tiktok

Siamo quasi giunti al termine di questa mini guida su TikTok Ads, quello che ora vi manca sono i contenuti e come si deduce facilmente da questa grafica le scelte saranno due, contenuti video o immagine singola. Se il vostro obiettivo è quello di realizzare una campagna su TikTok avrete un unica scelta ossia di utilizzare un contenuto video.

Cliccando su single video si aprirà la seguente schermata con tutte le caratteristiche che il vostro contenuto dovrà avere.

TikTok Ads per aziende

In questa schermata troverete tre modi diversi di aggiungere il contenuto, il primo vi farà effettuare una selezione dal vostro computer, il secondo dalla libreria interna di TikTok Ads ed il terzo vi collegherà ad una serie di template personalizzabili e con immagini e musica.

Ads per aziende

Effettuata la scelta dei contenuti non vi resterà che confermare il contenuto, terminata questa fase l’ultimo step sarà il collegamento al metodo di pagamento a voi più indicato.

digital pr

Digital PR: competenze e attività strategiche di un ruolo cruciale dopo il lockdown

  • La figura del Digital PR sarà sempre più fondamentale in azienda
  • Per Digital PR si intende l’insieme delle attività strategiche di relazione verso tutti gli stakeholder di un’azienda attraverso i media digitali
  • Le competenze del professionista di quest’area devono svilupparsi in ottica T-shaped su tutte le aree della comunicazione digitale

 

“Se mi rimanesse un solo dollaro del mio budget di marketing, lo spenderei in PR”. L’avevate mai sentita? Questa famosa citazione è attribuita a Bill Gates e rappresenta molto bene quello che dovrebbe essere il ruolo delle PR all’interno delle attività messe in campo da ogni azienda – ancora di più in un momento delicato come questo.

Nell’ultimo decennio, mentre il digital marketing avanzava la sua scalata verso il podio di must-have skill, questa parte fondamentale del communication mix è stata relegata per lo più alla produzione di comunicati stampa, nel caso migliore, o soppressa, nel peggiore.

Nel mentre, però, si è contaminata evolvendosi nella sua versione digitale ed è pronta a riprendersi il palcoscenico.

La figura del Digital PR è infatti da tempo tra le più richieste delle aziende, ma dopo questo periodo di lockdown diventerà fondamentale. Il perché è semplice: il cambio di paradigma nel modo in cui abbiamo iniziato a comunicare – da un approccio più marcatamente commerciale alla costruzione di relazioni con gli utenti – non avrà un facile dietro-front, dunque la presenza di skill strategiche dedicate a questo sarà indispensabile.

Come tutte le nuove professioni, però, il Digital PR è continuamente oggetto di misunderstanding.
Se dovessimo basarci sulla maggior parte delle offerte di lavoro su Linkedin, al momento, la figura ricercata è un ibrido tra un addetto stampa bravo con il computer e un pr-qualcosa che passi molto tempo su Instagram. Ecco… non è proprio così. O meglio, è molto più di questo.

Che vuol dire, davvero, Digital PR?

LEGGI ANCHE: 4 passi verso il successo delle tue Digital PR

digital pr

Un’attività di comunicazione strategica

Facciamo un passo indietro. A livello di mercato del lavoro spesso si indica per PR un’attività di comunicazione corporate, sviluppata però prevalentemente attraverso le relazioni con la stampa. In realtà la parte delle media relation è solo una delle leve di cui le Pubbliche Relazioni – o meglio, Relazioni Pubbliche – dispongono.

Per PR infatti si intende l’insieme di strategici processi comunicativi tesi a costruire rapporti e relazioni fra le organizzazioni e il loro target. L’ultima definizione ufficiale, data dalla Public Relation Society of America nel 2012, dice che le PR sono un processo di comunicazione strategica che costruisce relazioni reciprocamente vantaggiose tra l’organizzazione e tutti i suoi pubblici: non solo i media, dunque, ma anche tutti gli altri stakeholder, insieme anche a quelli che sono gli influencer e i decision maker.

Il professionista delle PR, di per sé, dovrebbe dunque avere alcune competenze di base: abilità di gestire rapporti interpersonali e di interpretare il contesto, ma anche capacità di scrittura, ideazione e gestione di eventi. Con l’avvento dei media digitali queste competenze non cambiano, ma si potenziano contaminandosi con altre più tattiche.

Il Digital PR per eccellenza è profondamente legato all’alta cultura e tradizione professionale delle relazioni pubbliche, ma contemporaneamente proiettato verso scenari digitali complessi che gli richiedono di impadronirsi di nuove, indispensabili, skill.

LEGGI ANCHE: T-shaped: perché il mondo ha bisogno di persone con competenze “T”

digital pr

Digital PR e competenze T-shaped

Non solo media relations, insomma, ma anche capacità di costruire progetti con i nuovi opinion leader (social influencer e blogger), di creare contenuti sui social media, di fare advertising e scrivere in ottica SEO.

Le Digital PR sono l’insieme di tutte le attività volte a raccontare l’azienda ai suoi stakeholder attraverso i media digitali: una professione profondamente strategica, che riesce a tenere le fila di tutte le azioni di coinvolgimento, comunicazione e relazione, facendole funzionare in sincronia. Un lavoro di coordinamento e dunque spesso manageriale in cui, molte volte, il professionista dev’essere in grado di dare un contributo specialistico – in ottica T-shaped.

Mai come in questo momento, insomma, le PR possono vivere la loro golden age e riprendersi il loro spazio nell’Olimpo della comunicazione e del marketing.