Sorpassare gli 1.5 miliardi di Dollari: è questa la stima di alcuni report che cercano di dare un volume al futuro giro d’affari del mondo del gaming e degli eSports, fenomeno che negli ultimi anni ha saputo saggiamente trasformarsi da una nicchia vivace e super settorializzata ad un’enorme nuova forma di intrattenimento che spopola ormai in tutto il mondo.
Dall’organizzazione degli eventi con un vero e proprio sistema di ticketing e di vendita di ingressi alla sponsorizzazione e ai processi di divizzazionedegliatleti, possiamo affermare (ma già da tempo ormai) di trovarci davanti a un nuovo strato della cultura sportiva, che ha coinvolto personaggi del calibro di MichaelJordan, Drake e Marshmello, e che ha trovato nelle “vecchie reti televisive mainstream” (ESPN, ad esempio) spazio per dare ancora più eco mediatico al fenomeno.
Quindi, mentre i novelli atleti e non si fanno strada a suon di clic e allenamento dei riflessi, con l’ambizione di diventare parte integrante di una nuova costola dello showbiz che cerca nuovi protagonisti, tutti i riflettori di chi “ci mette la benzina” (leggi, i soldini) sono puntati con grande attenzione sul settore.
Le previsioni stimano che il numero totale di spettatori di eSports sarà quantificabile in un tasso di crescita annuale del 9% tra il 2019 e il 2023 (in numeri: da 454 milioni nel 2019 a 646 milioni nel 2023), secondo le stime di Insider Intelligence.
In poche parole, si vola verso il raddoppio degli utenti, e questo non solo grazie all’esplosione dei live streaming, ma anche grazie allo sviluppo di vere e proprie piattaforme specifiche per i videogiochi come Twitch, YouTube Gaming e Facebook Gaming, che danno ai followers una connessione diretta con i giocatori e i team.
Ma non solo: il passaggio da nicchia a “settore pro” ha creato interessanti opportunità per gli sviluppatori di giochi, i giocatori, gli influencer e gli organizzatori di eventi, senza contare anche che le Università e i college stanno lanciando sempre più numerose curriculum dedicati agli eSports per rispondere alla richiesta di personale qualificato.
Non è sbagliato considerare anche il fatto che molti ragazzi stiano guardando e investendo tempo agli eSports in prospettiva di una carriera lavorativa, a causa dell’aumento della popolarità dei tornei di gioco, degli impressionanti montepremiinternazionali, dei ricavi dello streaminge delle sponsorizzazioni one-to-one.
Gaming e Covid-19
Va anche considerato che la situazione pandemica attuale ha colpito questo settore, seppure in modo non “letale”.
Nonostante si possa pensare che la maggior parte delle attività vengano svolte online, gli eventi dal vivo legati a Gaming ed eSport sono stati decimati: l’8% cancellato, il 26% è stato rinviato, il 13% rimane in programma, e un considerevole 53% è stato spostato online, portando consistenti danni alla vendita dei biglietti, degli eventi e di tutte le attività legate all’evento tradizionale offline.
In queste circostanze, tuttavia, la maggior parte degli eventi sono stati trasformati in appuntamenti distanza a causa della pandemia e delle chiusure obbligatorie, cosa che ha portato a un aumento del numero di spettatori sulle piattaforme di streaming, riuscendo a coinvolgere un pubblico più ampio.
Se non consideriamo le piattaforme Twitch, YouTube e Facebook, dobbiamo fare un ragionamento tra le varie software house che detengono le proprietà intellettuali dei titoli più giocati e le aziende produttrici di hardware anche specifico per i gamers (e sarebbe interessante parlare anche della sparizione proprio degli ultimi tempo relativamente all’hardware da gaming, ad esempio delle GPU Nvidia).
Activision Blizzard, Valve, Tencent, Electronic Arts, Gameloft, SE e Nintendo sono solo alcune delle case sulla cresta dell’onda: esistono titoli che ogni anno garantiscono ingenti flussi di denaro come Call of Duty, World of Warcraft, StarCraft, FIFA e Candy Crush Saga, che seppur diversi tra loro, hanno un pubblico molto eterogeneo e fidelizzato in community sempre pronte a seguirne gli aggiornamenti e le evoluzioni.
Siamo, probabilmente, soltanto all’inizio di un futuro fatto di nuove star dello sport.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/gaming.jpg9231646Francesco Pannullohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFrancesco Pannullo2021-04-26 16:30:312021-04-26 20:26:50eSports e Gaming nel 2021: trend e aziende chiave del settore
“La prima regola di ogni tecnologia usata nel business è che l’automazione applicata ad una operazione efficiente, amplificherà l’efficienza. La seconda è che quell’automazione applicata ad un’operazione inefficiente, amplificherà l’inefficienza”.
In questa frase di Bill Gates è racchiusa tutta la potenzialità che l’automazione, nel nostro caso, la Marketing Automation può esprimere per ogni business. E oggi più che mai, se si toccano processi efficienti per un’azienda, la Marketing Automation porta con sé un paniere di vantaggi estremamente tangibili.
E se è vero che, secondo l’analisi Hubspot del 2020, il 68% delle aziende mondiali utilizza l’automazione in qualche maniera, è molto importante che qualsiasi azienda che si approccia a questa branca del marketing abbia ben presente le potenzialità nel suo utilizzo, ovviamente (per parafrasare la citazione di Bill Gates) se questa nave viaggia sulla rotta giusta.
Il ciclo di Deming (o PDCA: Plan-Do-Check-Act) ci insegna che ad ogni azione appositamente pianificata e messa in atto, debba seguire una continua verifica dei risultati prodotti e, nel caso, l’apporto di azioni correttive.
Ecco che, dall’indagine nazionale dell’Osservatorio CRM condotta fra aprile e dicembre 2020, emerge come per il 64% delle aziende il vantaggio nell’utilizzo di strategie e sistemi di questo tipo risieda nel monitoraggio in tempo reale dei risultati.
A questo si aggiunge che per il 60% delle aziende, un ulteriore beneficio nell’applicazione di CRM e Marketing Automation sia la maggiore efficienza e automazione dei processi interni ed esterni.
fonte: Indagine Osservatorio CRM eCommerce, 2020
L’azienda, in questo modo, ha tutto sotto controllo e riesce, anche in tempi relativamente più brevi, a mettere in atto azioni correttive che le permettono di raffinare qualsiasi azione di tipo strategico.
Multicanalità
Sei più portato a leggere una mail oppure preferisci un messaggio istantaneo?
Per ogni azienda conoscere il touchpoint preferito del proprio lead/cliente assume un ruolo strategico fondamentale. Secondo la ricerca di Think with Google del 2019, il 75% degli utenti analizzati nel mercato americano, si aspetta di ricevere informazioni istantanee dalle aziende mentre usa il proprio device.
Inoltre, i consumatori sono 35 volte più predisposti ad aprire un messaggio istantaneo che un’email.
fonte: Think With Google, 2019
How the future of AI will Impact Business mette in luce come il 76% dei consumatori e degli acquirenti B2B gradiscono ricevere reminder automatici per appuntamenti o iniziative, anche attraverso processi che associno la Marketing e Business Automation all’Intelligenza Artificiale.
fonte: How the future of AI will Impact Business, 2020
Attenzione però. Questo non significa dar libero sfogo allo “spam”. Basta continuare a leggere per capire che, in alcuni casi, i vantaggi si trasformano in doveri: la comunicazione deve sempre essere tempestiva e giusta.
Conoscere i clienti
“Alt! chi siete?
-Siamo due che…
-Cosa fate? Cosa portate?
-Niente, roba…
-Sì ma quanti siete?
-Due, siamo io e lui…
-Un fiorino!!
-Si paga?
-Un fiorino!!”
Prima dell’avvento dell’Inbound Marketing e della Marketing Automation, le aziende intercettavano i clienti un po’ come il doganiere del film “Non ci resta che piangere” con Saverio (Roberto Benigni) e Mario (Massimo Troisi) sulla strada verso Palos. Zero criterio e a ogni “contatto” ricominciava tutto come se non fossero mai passati prima (“Chi siete? Cosa fate? Un fiorino!”).
Conoscere attentamente i propri clienti è il primo passo fondamentale per qualsiasi attività di Marketing, come emerso nel 2017 attraverso una ricerca Salesforce dal nome The AI Revolution (contenuta successivamente nell’articolo del 2019 How the Future of AI will Impact Business).
Il 55% dei consumatori uniti all’75% degli acquirenti B2B, si aspetta di ricevere offerte personalizzate da queste tecnologie, in base alle proprie abitudini di acquisto, ai propri gusti e alle proprie esigenze.
fonte: The AI Revolution, 2017
Appare ovvio che, analizzare continuamente ed in modo automatico queste caratteristiche permette non solo di recapitare l’offerta giusta al momento giusto per il cliente, ma anche di individuare cluster di clienti/utenti e predirne le caratteristiche e le abitudini di acquisto, sempre nel rispetto di tutte le normative e della privacy.
E dalla ricerca citata in precedenza, gli acquirenti se lo aspettavano già nel 2020.
Conosci la storia di come Target ha scoperto la gravidanza di una propria cliente, prima che lo facesse il padre della ragazza?
Il 16 febbraio 2012, Forbes ha pubblicato un articolo dal titolo How Target Figured Out a Teen Girl Was Pregnant Before Her Father Did (in rimando ad un altro articolo del New York Times – How companies learn your secrets) in cui racconta come Target, il famoso retail Americano, avesse individuato un pattern che si replicava per tutte quelle clienti che, nei primi mesi di gravidanza, cambiavano radicalmente le proprie abitudini d’acquisto.
Quello che apparve chiaro agli occhi di Andrew Pole, il data analyst di Target, era che le future mamme iniziavano, per esempio nel secondo trimestre di gravidanza, a comprare lozioni o, nelle prime 20 settimane, integratori di calcio.
L’azienda prese la palla al balzo e, per tutte le clienti che replicavano con buona approssimazione quel pattern, iniziò a mettere giù una serie di iniziative che sfociavano addirittura negli auguri per la nascita del bambino/della bambina nel giorno esatto (o giù di lì).
Un giorno, un papà arrabbiato si presenta con una cartolina legata a una di queste iniziative indirizzata alla propria figlia teenager, chiedendo ai responsabili come si fossero permessi di inviare una cosa del genere alla propria figlia minorenne.
Qualche giorno dopo, però, dovette cedere alla potenza dell’analisi dei dati: il pattern era effettivamente corretto e come tale aveva ben previsto la gravidanza della giovane donna.
Tutto questo, oltre 9 anni fa. Considerando che oggi l’individuazione di pattern di acquisto e comportamento inizia a diventare più facilmente analizzabile attraverso tool che sfruttano l’AI (affiancata da data analyst che aiutino il machine learning e strategist che sappiano quali azioni implementare), è chiaro quali possono essere le potenzialità di una Marketing Automation ben progettata.
Comprendere il target, clusterizzarlo in base al pattern e alle abitudini che mostra e, automaticamente, veicolare offerte personalizzate centrando perfettamente le esigenze del consumatore.
È ovvio che questo influenzi in maniera positiva i KPI aziendali, come emerge dalla ricerca Marketing Technology Trends di Ascend2. Il ROI sulle attività di marketing e il miglioramento della loro efficienza sono i principali fattori migliorativi che le aziende individuano nell’applicazione della Marketing Automation.
L’azione sarà efficace mantenendo come capo saldo il principio che ha aperto questo articolo: solo se le strategie e i processi aziendali sono efficaci ed efficienti, l’automazione potrà avere effetto positivo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/marketing-automation-copertina.jpg9221644Francesco Suscahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFrancesco Susca2021-04-26 10:30:072021-04-26 20:26:15Statistiche di Marketing Automation che ogni azienda dovrebbe conoscere
Ridurre lo stress, essere attenti ai bisogni del team e avere un occhio verso le tendenze contemporanee. Sono queste le parole d’ordine dei tool della settimana, da inserire nella cassetta degli attrezzi per iniziare ad esplorare il mondo degli NFT, gestire meglio le videocall, o addirittura prendersi cura dei collaboratori, anche da remoto.
Tra una password da ricordare e condividere, ma sempre in modo sicuro, e una riunione su Zoom, questa settimana abbiamo anche celebrato l’Earth Day, guardando a come il mondo si è trasformato attraverso una nuova interessantissima funzione di Google.
Una storia di crimine criptato all’interno di un NFT sulla blockchain di Ethereum. Nata da una collaborazione tra uno scrittore e un artista, che ha realizzato l’opera d’arte della copertina, Frida van Lisa è una sci-fi story disponibile in appena 8 copie, da scaricare o da acquistare.
Giornata della Terra 2021
Nel più grande aggiornamento di Google Earth dal 2017, in occasione della Giornata della Terra celebrata il 22 aprile, è possibile vedere il pianeta in una dimensione completamente nuova: il tempo. Il Timelapse di Google Earth ha usato 24 milioni di foto satellitari degli ultimi 37 anni per creare un’esperienza immersiva in 4D.
Ssshhh: attenzione alle password
Stai ancora inviando le tue password in chiaro via email, Slack, WhatsApp e simili? Non farlo! Con InPrivy puoi condividere tutto il necessario con colleghi o clienti attraverso un link sicuro. Una volta aperto, il contenuto verrà cancellato.
Checklist per VideoCall
Stanco delle lunghe ore di riunione in videoconferenza? Video Call Checklist è una guida leggera e facile da leggere che contiene consigli che aiutano a ridurre la fatica da Zoom. Ogni consiglio è supportato da ricerche e da centinaia di ore di esperienza online.
Come ti senti oggi?
Sapere come si sente il tuo team ogni giorno, individuare le tendenze e agire. Slack Mood Check-in traccia l’umore del team, in modo asincrono e anonimo. Un ottimo modo per prendersi cura della squadra anche da remoto.
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/digital-tool-copertina.jpg9271647Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2021-04-24 16:30:042021-04-26 20:26:32Frida van Lisa, InPrivy, Slack Mood Check-in: i digital tool della settimana
Un genio creativo visionario e ribelle, capace di stravolgere gli schemi e lo storytelling del marketing. È considerato dagli esperti “la rockstar” del settore, con un approccio definito “hackvertising” perché capace di hackerare la cultura popolare in generale.
L’ex marketer di Burger King, Fernando Machado, dopo la notizia trapelata di recente, la scorsa settimana è entrato ufficialmente in Activision Blizzard, gigante del gaming.
La decisione di Machado, ex CMO di Burger King di lasciare la sua posizione per entrare in Activision Blizzard, ha generato un fermento fortissimo nel settore.
Tutti i riflettori sono puntati su gaming ed eSports, nel tentativo di comprendere quali saranno gli impatti di questo passaggio in termini di business per l’industria dei videogiochi, in fortissima ascesa.
I profitti mondiali di Activision Blizzard sono aumentati del 25% nel 2020 a 8,1 miliardi di dollari, beneficiando delle chiusure del lockdown a causa della pandemia Covid-19.
Obiettivo del colosso del gaming è mantenere lo slancio e ottenere un vantaggio nel settore altamente competitivo degli eSports, anche dopo la fase di ripresa, post quarantena e lockdown.
“Sono stati sette anni straordinari. Sono estremamente orgoglioso dell’impatto del team sui marchi, in particolare Burger King, e del lavoro intorno alla sostenibilità, alla qualità del cibo, alla diversità e all’inclusione”:
queste le uniche parole dedicate alla stampa da Fernando Machado, Global Chief Marketing Officer di Restaurant Brands International (holding che detiene anche Burger King).
Nessuna intervista ufficiale è stata rilasciata da Machado, che sarà però tra i protagonisti e gli Unbreakable Speaker di N-Conference, il primo Business Visionary Show di Ninja, in programma il prossimo 27 e 28 maggio 2021.
La società, in una dichiarazione a “Ad Age”, ha affermato che “la sua vasta esperienza internazionale sosterrà la base di attori globali in espansione. Fernando è un appassionato sostenitore della diversità, dell’equità e dell’inclusione e continuerà a sostenere l’attività in Activision Blizzard “, aggiungendo che” Fernando ha un’abilità unica nel combinare creatività e risultati misurabili, che porterà nei franchise principali di Activision Blizzard “.
Fernando Machado
eSports, un trend in ascesa: Olympic Virtual Series, NFT, stime e acquisizioni
Un trend in forte crescita, quello degli eSports, che conquista posizioni di mercato, confermato anche dall’annuncio nelle ultime ore dell’inserimento dell’Olympic Virtual Series nell‘agenda 2025: primo punto di incontro tra eSports ed Olimpiadi, segnale di come il Comitato Olimpico Internazionale si stia muovendo all’interno nel mondo esportivo.
Le Olympic Virtual Series saranno il primo vero test per l’inserimento degli eSports nelle Olimpiadi: cinque eventi in sinergia con le federazioni internazionali, tra cui vela, ciclismo, baseball, automobilismo, canottaggio.
Diverse le novità che interessano e il fenomeno degli eSports, con comunità di giocatori in forte espansione, che comunicano attraverso chiamate vocali, videochiamate, messaggistica istantanea, media e file in chat private.
Si pensi a piattaforme di livestreaming come Twitch di proprietà di Amazon, con oltre un milione di utenti online a qualsiasi ora, più delle reti televisive statunitensi.
Recenti le trattative di Microsoft per acquistare Discord, un sistema di chat audio molto popolare tra i videogiocatori perché permette di comunicare – su computer o da mobile – mentre si gioca. Una valutazione al momento di 10 miliardi di dollari, per una società neanche valutata in borsa, caratterizzandosi come una delle acquisizioni più forti nel settore degli eSports nel 2021 se la trattative andasse a buon fine. In caso contrario sembrerebbero pronte alle trattive anche Amazon (proprietaria di Twitch) ed Epic Games (produttore di Fortnite).
Gli eSports diventano sempre più attrattivi anche con l’avvento degli NFT, i non fungible tokens che si fondano su tecnologia blockchain (la stessa delle criptovalute come Bitcoin o Ethereum) per certificare oggetti digitali e renderli unici, quindi vendibili e collezionabili.
C’è già chi immagina, in futuro, la messa all’asta digitale di momenti memorabili dei grandi campioni con la vendita di video, poster o badge, negli Stati Uniti invece la Lega di basket ha realizzato il NBA Top Shots, un sito attraverso cui ha venduto video collezionabili per un totale di oltre 200 milioni di dollari.
Quali saranno gli effetti dell’ingresso di Machado sul settore dei videogames?
L’ingresso di Machado nella multinazionale di videogames sembra, così, destinata a fare scuola in un settore in forte ascesa. Si stima che il pubblico globale di giochi in live streaming raggiungerà i 729 milioni entro la fine del 2021, un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi globali degli eSport supereranno per la prima volta 1 miliardo di dollari nel 2021, secondo il tracker di settore Newzoo.
Nel Global Games Market Report di Newzoo, che classifica le società di giochi pubblici in base alle entrate globali, Activision Blizzard si trova attualmente al 7 ° posto, proprio sopra Nintendo ed Electronic Arts, ma sotto i principali negozi di app tecnologici come Apple e Google.
Come riuscirà Machado a conquistare e fidelizzare il pubblico dei gamer con l’emergere del gioco nella cultura pop tradizionale, forte degli oltre 160 riconoscimenti al Cannes Lion Festival per le sue campagne pubblicitarie, molte delle quali hanno fatto storia?
La creatività del marketing per reinventare la comunicazione del gaming
Come reinventare, soprattutto, la comunicazione del settore gaming per essere al passo con l’evoluzione del mercato del live streaming e spingere il business dei videogiochi?
Finora gli editori di giochi hanno commercializzato e promuovendo i singoli titoli rispetto ai marchi in modo piuttosto conservativo, molto più vicino al marketing cinematografico, in linea con le nuove uscite.
Non è la prima volta, in realtà, che Machado si è approcciato al settore del gaming, già in Burger King, quando ha trasformato un campo da basket nel videogioco NBA 2K21 in un menù in cui i giocatori potevano segnare per vincere cibo gratis.
Le campagne di marketing e il coraggio di sfidare le convenzioni
Nominato CMO dell’anno da “Ad Age” nel 2020, ha raccolto i massimi riconoscimenti, tra cui diversi Gran Premi di Cannes per le sue idee fuori dagli schemi come “Whopper Detour” di Burger King, una campagna incentrata sui dispositivi mobili che ha allontanato i consumatori da McDonald’s con la promessa di Whoppers da un centesimo e di “Home of the Whopper”, una campagna che ha prolungato la durata di uno spot di 15 secondi attivando i dispositivi Google Home dei consumatori. Più recentemente, c’è stato “Moldy Whopper“, che ha mostrato l’impegno della catena per ingredienti reali, mostrando un hamburger verde in fase di putrefazione con la muffa.
Divergenti i punti di vista dei varai analisti e settore, su quanto gli sforzi del marketing ripaghino, in realtà, in termini di business reale. La recente campagna di Burger King per la Giornata internazionale della donna, che conteneva il tweet che recitava “le donne appartengono alla cucina“, un tentativo spigoloso di promuovere il sostegno del marchio alle chef donne, è diventata una lezione su come non condurre una strategia sociale. Inoltre, nel 2020 il marchio ha perso la sua posizione numero 2 nella catena di hamburger degli Stati Uniti a favore di Wendy’s. Le vendite di Burger King a livello di sistema negli Stati Uniti sono diminuite del 5,4% a quasi 9,66 miliardi di dollari lo scorso anno. McDonald’s continua a dominare, con vendite a livello di sistema negli Stati Uniti che superano i 40 miliardi di dollari.
N-Conference : gli speaker 2021
Quale sarà la funzione di Machado in Activision Blizzard?
L’approccio di marketing incentrato sulla creatività di Machado sarà finalizzato, inoltre, alla costruzione dell’amore per il marchio, supervisionando nella nuova sede di Santa Monica in California il marketing per le tre divisioni dell’azienda: Activision, che gestisce titoli di videogiochi come “Call of Duty” e “World of Warcraft”; Blizzard, i cui titoli includono “Overwatch”; e King, basato su app, con il suo famoso “Candy Crush”.
Non è ancora chiaro quanto Machado sarà coinvolto nelle attività di eSport di Activision Blizzard, che includono campionati come Overwatch League e Call of Duty League e competizioni come Hearthstone Grandmasters e World of Warcraft Arena World Championships. Activision Blizzard gestisce anche l’organizzazione collegiale di eSport Tespa. Una portavoce di Activision Blizzard afferma che Machado “sosterrà il marketing di eSport”, ma non si è espansa nei dettagli.
L’attesa intanto è altissima. Riuscirà a replicare i successi realizzati in Burger King anche nel gaming? Intanto aspettiamo con ansia il suo incontro e la sua Lectio Magistralis Unbreakable ad N-Conference!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/2-Machado-x-burger-king.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-04-23 15:11:482021-04-26 07:36:43Fernando Machado alla conquista dei gamer e degli eSports
Instagram dichiara che ogni giorno 500 milioni di persone interagiscono con le Stories;
Il 70% degli utenti che appartengono alla Generazione Z ama visualizzare le Stories su Instagram;
Secondo Hootsuite il 58% degli utenti afferma di essersi interessato a un Brand dopo aver visualizzato una Story.
Sono passati più di 6 mesi dall’ultima volta in cui abbiamo affrontato lo spinoso argomento followers su Instagram, ma la situazione non è cambiata.
Zuckerberg non ha aggiornato le opzioni di advertising della piattaforma, quindi per i marketers non è ancora possibile pianificare una campagna pubblicitaria volta all’acquisizione di nuovi followers.
Abbiamo già dato 5 consigli su come aumentare in modo organico la fanbase del proprio profilo – personale o business – ma ora ci concentriamo nello specifico sul formato delle Instagram Stories.
Possiamo però osservare una differenza sostanziale tra Generazione Z e Millennials con riferimento ai dati sulla visualizzazione e sulla creazione di contenuti.
Risulta che il 70% degli utenti che appartengono alla Generazione Zama visualizzare le Stories su Instagram, ma solo il 39% crea e condivide attivamente questo tipo di contenuti.
Dall’altro lato invece abbiamo il 59% Millennials che visualizza le Stories, mentre la percentuale degli utenti che crea questo tipo di contenuti si abbassa ulteriormente, arrivando al 31%.
In ogni caso, secondo Hootsuite il 58% degli utenti afferma di essersi interessato a un Brand dopo aver visualizzato una Story, mentre il 50% ha visitato un sito Web per effettuare un acquisto dopo aver visto un prodotto o un servizio nelle Stories.
Partendo da queste statistiche, possiamo dedurre che la grande diffusione delle Instagram Stories può aiutare i Brand ad aumentare organicamente la propria follower base.
#1 Usare le Storie in evidenza come estensione della biografia
La biografia è fondamentale per presentare il proprio marchio perché aiuta l’utente a capire, in pochi secondi, se un determinato profilo Instagram può essere interessante da seguire o meno.
Ma a volte non basta per comunicare mission e vision del Brand, i prodotti e i servizi offerti, insomma le mille sfaccettature di un marchio.
Ed è qui che entrano in gioco le Storie in evidenza, che possono essere utilizzate strategicamente per presentare il Brand, come se fossero un vero e proprio trailer promozionale.
#2 Tornare a promuovere i TakeOvers con gli Influencers
Anche se molti pensano che gli Instagram TakeOvers andassero di moda ormai 5 anni fa, la loro potenzialità a livello di acquisizione di nuovi followers rimane comunque molto alta.
Durante un TakeOver un Brand decide di lasciare che un Influencer gestisca il proprio account Instagram, di solito per un giorno o per il corso di un evento, per produrre e condividere contenuti esclusivi.
I vantaggi per il Brand che derivano da questo genere di collaborazione sono molteplici – cross-directing follower, networking con influencer rilevanti, etc – ma soprattutto la community dell’Influencer vede la collaborazione sotto un punto di vista diverso.
Non viene percepita infatti come una pura e semplice sponsorizzazione, in quanto l’Influencer non esorta direttamente gli utenti a seguire una pagina di un Brand, ma mostra invece in maniera più autentica e meno invadente il marchio in questione.
Questo tipo di pubblicità più “sottile” può risultare quindi più efficace per aumentare la reach delle proprie Instagram Stories e, di conseguenza, anche i followers del profilo.
#3 Creare e utilizzare sondaggi, stickers, GIFs, Stories Q&A
Le Stories mettono a disposizione numerosi strumenti come poll stickers, domande aperte, GIFs, adesivi – che danno un valore aggiunto e un tocco di personalizzazione ai contenuti condivisi.
Inoltre, se utilizzati in modo strategico, possono contribuire all’aumento dei followers organici.
Per esempio, oltre ad essere uno strumento fondamentale per intrattenere gli utenti che visualizzano le Storie, i sondaggi aiutano a capire quali sono effettivamente i contenuti che i potenziali followers vogliono vedere sul profilo Instagram in questione.
Questa “ricerca di mercato” risulta molto utile per produrre contenuti diversi o esclusivi che possono attirare nuovi followers, oppure per trarre ispirazione quando si è a corto di idee, direttamente dai consigli degli utenti.
Un’altra strategia è la creazione di un pack di GIFs brandizzate. Un consiglio vincente è quello di adattare questi stickers alle situazioni della vita quotidiana, in modo che gli utenti possano utilizzare nelle loro Stories e aumentare così la loro reach, e di conseguenza l’awareness del Brand.
Infine, troviamo le Stories Q&A, ovvero grafiche che contengono delle domande per gli utenti e degli spazi appositi per le loro risposte, che vengono condivise con l’obiettivo di essere screenshottate e poi ripostate dagli utenti nei loro profili personali.
Questo tipo di contenuto è molto semplice da creare, è versatile e può adattarsi ad ogni tipo di argomento, ma soprattutto garantisce un alto livello di coinvolgimento degli utenti.
#4 Menziona i tuoi competitors senza averne paura
Sembrerà un consiglio un po’ strano ma menzionare i propri concorrenti comporta un ritorno positivo in termine di immagine – e anche di followers.
Il concetto di “shoutout to” – che letteralmente significa “gridare a” – è molto diffuso sui social, soprattutto su Instagram. Consiste nel menzionare nella propria pubblicazione un altro profilo, che può essere di un Brand, un Influencer o una Celebrities.
Le ragioni per cui avviene questa menzione possono essere molteplici: pubblicità, amicizia, collaborazione, celebrazione di un risultato, ma anche aiutare il profilo nell’acquisizione di nuovi followers.
Vediamo molti Influencers che si affidano a questo tipo di strategia per collaborare tra di loro, addirittura si parla proprio di #S4S (ovvero shootout for shoutout) riferendosi allo scambio di shoutout tra profili con una fanbase simile.
Può sembrare una tecnica controproducente, ma se utilizzata in modo intelligente può aiutare ad aumentare i followers – ma soprattutto a creare legami strategicamente necessari con la concorrenza.
L’algoritmo di Instagram è in continuo aggiornamento, è impossibile fare previsioni strategiche a lungo termine, ma l’aumento dei follower rimane sfida tutti, dai grandi brand ai neo-Influencers.
Quello che è certo è che le Stories continueranno ad essere un must per raggiungere il successo su Instagram.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/instagram-stories.jpg9531641Daniela Chiorbolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaniela Chiorboli2021-04-23 11:00:392021-04-23 12:11:14Utilizza in modo strategico le IG Stories per aumentare organicamente i followers
Forse i tuoi contenuti stanno già generando conversioni sufficienti, ma vuoi davvero accontentarti di un risultato “sufficiente”? Puoi fare di meglio e migliorare il tuo content marketing per raddoppiare o addirittura triplicare i tuoi tassi di conversione.
Oggi, ci concentriamo su come farlo con l’aspetto più importante del content marketing: i tuoi contenuti. Ecco i qualche consiglio per aumentare le tue conversioni.
1. Scrivi un titolo “killer”
Il titolo è la prima cosa che i lettori notano del tuo post sul blog o nella tua landing page. Se il titolo è in grado di catturare l’attenzione, le persone continueranno a leggere il contenuto; diversamente non visiteranno la tua pagina.
Ci sono alcuni elementi comuni nei titoli di successo, Hubspot e Outbrain hanno studiato 150.000 titoli di articoli nel 2013 trovando risultati molto simili ad alcuni punti che Auriane Alix ha condiviso recentemente dopo aver analizzato i titoli di ben 50 articoli di successo diventati virali.
Tra gli elementi con alti tassi di conversione troviamo:
Titoli con sette parole
Numeri nel titolo
La prima parola include “cosa”, “perché”, “come”
La prima parola include “il” o “questo”
Puoi utilizzare queste caratteristiche comuni dei titoli di successo come base per scrivere titoli killer con un alto tasso di conversione.
Spiega chiaramente di cosa tratta il contenuto in poche parole e, se ha bisogno di qualche dettaglio in più, includi una breve spiegazione dopo i due punti o il trattino. E, quando crei un post con una lista, usa un numero.
Oltre a queste nozioni di base, secondo Wider Funnel, parole come “tu”, “perché”, “gratis”, “nuovo” e “subito” aiutano a generare conversioni.
Puoi trovare più parole ad alta conversion in un elenco di oltre 700 parole compilato da OptinMonster. Ci sono, inoltre, alcuni strumenti utili per l’analisi dei titoli come quelli di CoShedule e Advanced Marketing Institute, strumenti per testare le bozze dei titoli in modo da poter scegliere quello che probabilmente avrà il rendimento migliore.
2. Incuriosisci i lettori con la tua introduzione
Il tuo titolo dovrebbe attirare i lettori. L’introduzione dovrebbe incuriosirli abbastanza da farli rimanere e desiderare di leggere di più. In altre parole, il titolo è l’esca e l’introduzione è l’amo.
E non sarebbe fantastico se la tua introduzione fosse anche l’amo per i motori di ricerca?
Ciò è possibile quando utilizzi strumenti come TextOptimizer che offrono suggerimenti per il miglioramento dei contenuti in modo che i tuoi contenuti soddisfino le esigenze delle persone che vi arrivano dai risultati di ricerca di Google. Gli utenti, quando ottengono ciò che stanno cercando, restano sulla tua pagina più a lungo e interagiscono meglio con essa.
Per i blog post, le prime tre o quattro frasi sono l’introduzione e dovrebbe chiaramente spiegare come i lettori possano trarre vantaggio dal post. Altrimenti, perché dovrebbero continuare a leggere?
Nel caso delle landing page, il sottotitolo funge da intro ed è altrettanto importante per intrigare e convertire il tuo pubblico. Il sottotitolo dovrebbe evidenziare i principali vantaggi, in modo che le informazioni siano più facili da leggere ed elaborare.
3. Scegli le giuste immagini
L’aggiunta di elementi visivi al testo può fare un’enorme differenza in termini di prestazioni. Attrae e coinvolge i tuoi lettori aggiungendo più sostanza. È anche un ottimo modo per suddividere parti di testo più lunghe, rendendo il contenuto più facile da leggere e comprendere.
Uno studio di BuzzSumo su oltre 1 milione di articoli ha rilevato che i contenuti con immagini ogni 75-100 parole, hanno realizzato il doppio delle condivisioni di articoli con meno immagini. Il tipo di immagini da utilizzare dipende dai contenuti che stai creando.
Ecco cinque tipologie di contenuto grafico che possono aiutarti ad aumentare le conversioni:
#1. Usa Grafica originale
Prendersi del tempo per inventare qualcosa di prezioso e originale, mostra ai lettori che i tuoi contenuti sono unici.
Anche se non hai un designer interno che ti aiuti in questo, puoi sempre utilizzare strumenti come Canva per aiutarti a crearli.
La grafica originale può funzionare bene, ad esempio immagini in primo piano per i post del tuo blog. È meglio cercare di inventare qualcosa di divertente e accattivante ma comunque rilevante per l’argomento trattato nel post.
Esempio: ecco un’immagine originale creata per un post dedicato all’Influencer Marketing. Come puoi vedere, l’immagine cattura immediatamente l’attenzione e si riferisce chiaramente all’argomento trattato.
#2. Inserisci grafici o tabelle
Se citi studi o statistiche a sostegno dei tuoi punti, includi tabelle e grafici per illustrarli. Grafici o tabelle accanto al testo facilitano l’elaborazione delle informazioni da parte dei lettori.
#3. Non dimenticare gli screenshot
Se spieghi come funziona qualcosa, gli screenshot possono arricchire i tuoi contenuti. Gli screenshot possono spiegare visivamente ciò che le parole non possono esprimere adeguatamente.
Ad esempio, utilizzali per illustrare suggerimenti pratici per uno strumento o l’implementazione di una strategia. Puoi anche utilizzare screenshot come prova delle affermazioni fatte nel testo.
Puoi evidenziare, annotare o modificare i tuoi screenshot per spiegare meglio un punto. Per mantenere intatta la qualità dell’immagine durante la modifica, puoi utilizzare editor di foto gratuiti come Instasize per realizzare contenuti adatti per ogni piattaforma dove andrai a pubblicare.
Esempio: in un articolo di Ninja Marketing dedicato al lancio della nuova piattaforma AD Studio di Spotify è stato inserito uno screenshot per mostrare l’anteprima dell’interfaccia dedicata alla gestione self-service delle campagne pubblicitarie audio e video su Spotify.
#4. Sfrutta il potere delle Infografiche
Dati complessi e concetti complicati possono essere difficili da comprendere con le sole parole. In questi casi, le infografiche possono essere utili per spiegare o illustrare le informazioni. Uno studio di Venngage nel 2020 ha rilevato che il 40% degli esperti di marketing ha ritenuto che questo formato sia la forma di contenuto più coinvolgente.
Strumenti come Piktochart e Infogram sono ottimi per creare infografiche accattivanti, anche per i principianti. Puoi anche utilizzare le infografiche per riutilizzare il tuo vecchio testo.
Cerca alcuni dei tuoi post sul blog più performanti , quindi trasformali in un pezzo più breve che evidenzi i punti principali e usa quel contenuto per creare un’infografica.
#5. Non dimenticare i Video
Le immagini o il testo da soli potrebbero non essere sufficienti per spiegare come funziona un prodotto o come le persone possono trarne vantaggio. Potresti includere un breve video esplicativo sulla tua pagina di destinazione per aumentare le conversioni. Oppure includi testimonianze video o recensioni di clienti e influencer.
Se non hai il tempo, le competenze o le risorse per creare contenuti video proprietari, utilizza siti Web di filmati stock . Offrono video che possono essere utilizzati un numero illimitato di volte con un abbonamento una tantum e puoi accedere ai loro grandi repository di video introduttivi, storie di Instagram, loghi animati e modelli di YouTube.
4. Utilizza un formato di facile lettura
Un altro fattore che influenza la capacità di conversione dei tuoi contenuti è il formato. Scrivere suggerimenti e informazioni utili in enormi blocchi di testo non rende facile la lettura e l’elaborazione per le persone. Questo metodo di scrittura può danneggiare il tuo tasso di conversione perché le persone vogliono poter sin da subito aver chiaro il contenuto.
Per rendere i tuoi contenuti più facili da leggere:
Suddividi blocchi di testo in paragrafi più brevi. Non creare paragrafi di più di cinque o sei righe.
Utilizza i punti elenco laddove applicabili per evidenziare i punti chiave.
Aggiungi altri elementi come immagini per illustrare i tuoi punti e suddividere i blocchi di testo.
Includere sottotitoli ogni volta che è possibile per rendere il contenuto più facile da leggere
Esempio: è possibile visualizzare una formattazione di facile lettura in molti articoli di Ninja: paragrafi, sottotitoli e schermate brevi e di facile lettura.
5. Crea una “call to action” convincente
La tua call to action dovrebbe convincere le persone a compiere l’azione desiderata. Forse la tua CTA è alla fine di un post sul blog, che esorta le persone a iscriversi alla tua newsletter o scaricare il tuo ultimo e-book. O forse è una CTA sulla tua landing page per un prodotto o servizio. Anche i tuoi contenuti video hanno bisogno di un invito all’azione per aumentare le conversioni.
Ovunque venga utilizzata, assicurati che la CTA sia convincente:
Spiega chiaramente cosa vuoi che le persone facciano. Rendila utilizzabile iniziando la frase con un verbo. Ad esempio, “Ottieni subito la tua guida gratuita” o “Inizia a risparmiare oggi”.
Arriva al punto. Se la CTA si trova alla fine di un post sul blog, puoi scrivere una frase dettagliata. Per una landing page, limitala a cinque o sei parole.
Concentrati su ciò che otterranno o su come trarranno vantaggio dall’azione.
Crea urgenza con parole come “adesso”, “subito” o “oggi”.
Crea esclusività utilizzando parole come “personalizzato” o “esclusivo”.
Evidenzia i vantaggi con parole come “gratis” o “salva”.
Scegli un paio di suggerimenti per creare ogni CTA. Quindi esegui un test A / B per vedere quale genera più conversioni.
Esempio: La landing page di OptinMonster mostra un eccellente esempio di invito all’azione convincente. “Get OptinMonster now” è breve e pertinente. Spiega cosa otterranno le persone e usa la parola “now” per creare un senso di urgenza.
Non accontentarti mai del “soddisfacente”: questi suggerimenti semplici ed efficaci possono aiutarti a migliorare i tuoi contenuti per aumentare le tue conversion.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/aumentare-le-conversion-copertina.jpg9251645Andrea Venturahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAndrea Ventura2021-04-22 16:30:172021-04-23 11:32:305 semplici consigli per aumentare le conversion dei tuoi contenuti
Neuralink, l’azienda di Elon Musk che si occupa di interfacce tra computer e cervello, ha pubblicato un video che mostra una scimmia mentre gioca al videogioco Pong senza usare le mani, solo con la mente.
I suoi segnali cerebrali sono stati infatti inviati senza fili attraverso un dispositivo impiantato nel suo cranio. La speranza dichiarata dell’azienda è che l’interfaccia possa, in futuro, permettere alle persone con patologie o funzioni neurologiche compromesse, di controllare a distanza telefoni o computer.
Il primate, macaco femmina chiamata Pager, è stata prima “allenata” a giocare al videogioco con un joystick grazie al semplice meccanismo di associare una ricompensa al comportamento funzionale. A ogni traguardo raggiunto, infatti, Pager ha ricevuto un gustoso frullato di frutta.
Durante questo processo, il dispositivo Neuralink ha registrato le informazioni su quali neuroni venivano coinvolti per controllare i diversi movimenti della scimmia. Successivamente, il joystick è stato scollegato, lasciando Pager a controllare il gioco solo con la mente.
In un blog post i ricercatori hanno affermato: “La nostra missione è quella di costruire un sistema clinico BMI (Brain Machine Interface) sicuro ed efficace che sia wireless e completamente impiantabile.
Restituire la libertà digitale
“Il nostro primo obiettivo è quello di restituire alle persone con paralisi la loro libertà digitale, per comunicare più facilmente con i testi, navigare e alimentare le loro passioni sul web, esprimere la loro creatività attraverso la fotografia e l’arte, e, sì, anche per giocare ai videogiochi”.
Hanno anche aggiunto che il sistema “potrebbe anche essere potenzialmente utilizzato per ripristinare la mobilità fisica” utilizzando il collegamento per leggere i segnali nel cervello che potrebbero essere utilizzati per stimolare i nervi e i muscoli del corpo, anche se sembra che questo tipo di processo abbia bisogno ancora di molto tempo, fondi e tentativi.
“Con la scimmia, calibriamo il decoder mappando i modelli di attività neurale ai movimenti reali del joystick. Tuttavia, non saremo in grado di utilizzare tale strategia per le persone con paralisi”, hanno proseguito.
La risposta del signor Musk all’esperimento è stata tipicamente audace. Ha infatti twittato: “Il primo prodotto Neuralink permetterà a qualcuno con paralisi di usare uno smartphone con la mente più velocemente di altri che usano i pollici”. Ha poi aggiunto che la prossima fase sarà “permettere ai paraplegici di camminare di nuovo”.
First @Neuralink product will enable someone with paralysis to use a smartphone with their mind faster than someone using thumbs
Scopo e intenzioni sono nobili, le prospettive esaltanti. Permettere, però, alle persone affette da paralisi di poter tornare a camminare, non è che l’obiettivo a medio termine.
L’ambizione dietro Neuralink è quella di inaugurare una nuova era di “cognizione sovraumana”: un “uomo nuovo” che, grazie alle interfacce neurali, acquisisca una sorta di super poteri che gli permettano di rivaleggiare, magari primeggiando, con i più potenti e veloci calcolatori elettronici.
Andrew Jackson, professore di interfacce neurali alla Newcastle University, ha così commentato l’esperimento: “Il controllo cerebrale dei cursori del computer da parte delle scimmie non è esattamente una novità assoluta: questa dimostrazione estende una linea di lavoro che risale almeno agli studi pionieristici nei primi anni 2000.
“Il controllo nel video sembra impressionante, ma senza poter consultare una vera e propria pubblicazione sui loro dati è difficile comprendere come si confronta con l’attuale stato dell’arte”.
Ha aggiunto però che una connessione senza cavi, con i segnali cerebrali inviati direttamente dal cervello al computer, sono un spetto “decisamente nuovo e innovativo”.
“Per me è il progresso qui, ed è importante che questo progresso venga impiegato sia per migliorare la sicurezza nelle applicazioni umane ma anche come un modo per migliorare il benessere degli animali utilizzati negli studi di neuroscienze. E il team di Neuralink ha sicuramente fatto progressi significativi in questo senso”.
Prima di Pager, Gertrude
Il macaco Pager non è però stato il primo animale a guadagnarsi le prime pagine dei giornali grazie all’eccentrico Elon Musk. Neuralink, infatti, aveva già diffuso un video di un maiale, chiamato Gertrude, con un chip installato nel cervello, e un computer collegato in wireless mentre tracciava la sua attività neurale durante la ricerca di cibo.
Già allora, l’opinione pubblica aveva sollevato diverse questioni legate all’utilizzo di queste innovative tecnologie. In particolar modo, le questioni etiche e le possibili implicazioni sullo sviluppo di un prodotto pensato e realizzato per bio-ingegnerizzare l’essere umano.
In aggiunta, il co-fondatore di Neuralink, Max Hodak, ha recentemente twittato sulla possibilità di usare la tecnologia e l’ingegneria per creare nuove specie: “Potremmo probabilmente costruire Jurassic Park se volessimo”, ha detto, aggiungendo che non creerebbe “dinosauri geneticamente autentici” e richiederebbe 15 anni di allevamento e ingegneria per ottenere “specie nuove super esotiche”.
Incoraggiante, vero? D’altra parte, diversi film e altri prodotti audio-visivi ci hanno già sufficientemente dimostrato che un’attività del genere ha ottime possibilità di funzionare senza problemi e non creare alcun rischio.
La crudeltà sugli animali
Alcuni esperti però sono rimasti più preoccupati per il benessere delle scimmie e dei maiali che Neuralink sta usando nei suoi attuali esperimenti.
La dottoressa Katy Taylor, di Cruelty Free International, ha dichiarato: “È incredibile che gli animali vengano usati in questo grottesco esperimento guidato dalla curiosità.
“Infatti, il 57% degli esperimenti nelle università rientrano nell’ambito della ricerca di base, molti dei quali sono guidati da nient’altro che curiosità e certamente non necessari”.
Nel suo blog, Neuralink ha ribattuto che tutti gli animali sono stati trattati bene e monitorati attentamente. In più, uno staff dedicato di veterinari si occupa della loro saluta prendendosi costantemente cura di loro.
“Pager vive con il suo compagno, Code. Si divertono a dondolare dalla loro casa sull’albero e a sonnecchiare nelle loro amache dopo una coinvolgente sessione di gioco”, ha riferito l’azienda.
All’orizzonte, l’essere umano
Come affermato dai ricercatori, non sarà possibile applicare metodologia utilizzata per insegnare a Pager a “videogiocare con la mente” sui pazienti affetti da paralisi.
Tuttavia, ricerche precedenti del consorzio BrainGate hanno dimostrato che i neuroni nella corteccia motoria rimangono sintonizzati in modo direzionale sull’intenzione di movimento anche nelle persone che non possono muovere gli arti, e che è possibile calibrare un decoder mentre la persona immagina semplicemente di muovere un mouse o un dito su un trackpad per guidare un cursore.
Dopo che il decoder è stato calibrato, la persona è in grado di digitare email e messaggi di testo, navigare sul web, e compiere qualsiasi operazione che può essere fatta con un computer, semplicemente pensando a come vogliono che il cursore si muova.
La tecnologia di Neuralink si basa su decenni di ricerca. I sistemi BMI utilizzati negli studi precedenti non hanno più di qualche centinaio di elettrodi, con connettori che passano attraverso la pelle e richiedono un tecnico per “collegare” il BMI.
La missione di Neuralink è quella di costruire un sistema clinico BMI sicuro ed efficace che sia wireless e completamente impiantabile, e soprattutto che gli utenti possano utilizzare senza aiuti di personale tecnico specializzato e portarlo con sé ovunque vadano.
Il primo passo è quello di aumentare il numero di elettrodi per garantire una migliore robustezza e un più alto flusso di informazioni. Successivamente, sarà necessario automatizzare l’intervento di impianto per renderlo il più rapido e sicuro possibile. I recenti progressi ingegneristici nel campo e le nuove tecnologie sviluppate da Neuralink stanno aprendo la strada al progresso su ciascuno di questi ostacoli tecnici chiave.
MindPong è solo una dimostrazione iniziale delle potenziali capacità dell’N1 Link, una futuristica anticipazione delle potenzialità che il dispositivo può raggiungere.
Un dispositivo elettronico impiantato nel cervello può apparire un prezzo accettabile da pagare per recuperare la possibilità di entrare in contatto con gli altri e, in futuro, riacquistare capacità motorie perdute.
Naturalmente, le diverse considerazioni etiche legate all’ibridazione dell’essere umano con le tecnologie e le conseguenze distopiche di una possibile influenza dei sistemi cibernetici sull’essere umano saranno questioni del tutto nuove e da considerare. Senza accennare alle possibili implicazioni legate alla privacy a cui saremo, forse, disposti a rinunciare pur di diventare super intelligenti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/neuralink.jpg9281648Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-04-22 10:00:482021-04-22 16:50:42Muskenstein: dopo Pager e Gertrude, siamo pronti ai chip di Neuralink nel cervello umano?
Pinterest e Shopify annunciamo l’espansione globale della loro partnership, attiva da oggi in 27 nuovi Paesi, tra cui l’Italia.
Il social commerce, nuova frontiera dell’eCommerce, diventa un’opportunità concreta per realizzare maggiore interattività con il cliente, anche sotto la spinta del lockdown, che ha rivoluzionato e ribaltato i modelli di business.
“Un’integrazione strategicatra le due corporate”,
dichiarano Adrien Boyer, Country Manager for Southern Europe di Pinterest e Paolo Picazio, Head of Market Development di Shopify, nell’intervista rilasciata in anteprima a Ninja Marketing.
La nuova partnership offrirà a 1,7 milioni di merchants Shopify in tutto il mondo un modo semplice per portare i propri prodotti su Pinterest e trasformarli in Pin di prodotto acquistabili sulla piattaforma.
Pinterest App iPhone
Il retargeting e il supporto multi-feed: le due novità della partnership
Due le nuove funzionalità annunciate: il retargeting dinamico, tramite l’interfaccia utente di Shopify, ovvero un targeting ad alto intento, che consentirà agli inserzionisti di interagire nuovamente con i Pinner che hanno già espresso interesse per i loro prodotti. Altra funzione sarà il supporto multi-feed per i cataloghi: gli utenti Shopify e qualsiasi rivenditore con un account aziendale Pinterest potranno aggiungere fino a 20 feed di prodotto al proprio account per raggiungere diversi mercati, ciascuno indicante dati locali specifici come valuta, lingua o disponibilità del prodotto.
Un’opportunità straordinaria per le piccole imprese italiane PMI, non solo per la spinta verso la digitalizzazione, ma anche per poter usufruire di un mercato in crescita, come quello dell’eCommerce: dai dati statici del report di Casaleggio Associati del 2020, emerge un aumento di utenti che ha raggiunto i 2,6milioni in Italia.
Lo switch culturale: i dati dell’eCommerce e la digitalizzazione delle PMI italiane
Un vero e proprio switch culturale, non solo nelle abitudini di acquisto dei consumatori, prima fortemente legati al negozio fisico, ma anche in prospettiva corporate, con molte aziende, inizialmente reticenti ed oggi invece disposte ad aprire uno store online. Il lockdown, infatti, ha provocato aumento del traffico Internet del 60%: in Italia il 72% delle persone ha trascorso più tempo sul proprio smartphone.
Pinterest si propone, così, di contribuire alla digitalizzazione delle PMI costruendo una destinazione per lo shopping con pari opportunità di crescita per tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni.
Il 97% delle ricerche su Pinterest, infatti, non mostra brand, ma consiste in 2-3 query di parole: gli oltre 450milioni di utenti mensili sono quindi alla ricerca di ispirazioni, di idee generali e non di marchi specifici. Un vantaggio per le piccole e medie imprese di poter ottenere maggiore visibilità, per farsi scoprire in uno scenario globale e interagire con nuovi clienti che pianificano le loro future decisioni di acquisti: l’83% dei Pinner settimanali ha effettuato un acquisto in base ai contenuti visti in piattaforma.
Pinterest Product Pins Italy
La crescita globale dell’imprenditorialità post lockdown
Gli insight interni di Shopify evidenziano che il numero totale di nuove creazioni di negozi in Italia online è cresciuto del 247% nel 2020 rispetto all’anno precedente, mentre il GMV (il volume di vendita) è aumentato del 174%, con nuove società attive completamente in remoto.
In ambito mondiale, solo negli Stati Uniti, tra giugno e settembre sono state fondate quasi 1,4 milioni di startup, con un aumento del 49% rispetto al secondo trimestre.
In base alle proiezioni, per più di 2 italiani su 3 (68%), superata l’emergenza, l’ammontare degli acquisti in beni di consumo rimarrà invariato rispetto ad oggi. Solo per il 21% subirà una flessione, mentre per una piccola minoranza (11%) aumenterà.
Obiettivo di Pinterest è essere un luogo di ispirazione e fornire un’esperienza di acquisto online simile a quella in negozio, in termini di navigazione nei corridoi, visualizzazione delle collezioni curate dai rivenditori e confronto dei prezzi. Una sorta di vetrina virtuale per gli inserzionisti sempre aperta.
Adrien Boyer Pinterest Headshot
Adrien, come nasce l’idea della sinergia tra le due corporate e come si svilupperà concretamente (in modalità operativa), la partnership tra Pinterest e Shopify. Come saranno collegate le due piattaforme?
“Pinterest e Shopify si impegnano molto nel supportare i commercianti di tutte le dimensioni a trovare successo nell’ecommerce. Fornendo loro un accesso rapido e facile alle funzionalità di acquisto di Pinterest, gli inserzionisti potranno connettersi con oltre 450 milioni di persone che si rivolgono a Pinterest in tutto il mondo ogni mese per essere ispirati in un ambiente positivo, nella fase iniziale del processo di acquisto, intenzionati a portarlo a termine – esordisce Adrien Boyer, Country Manager for Southern Europe di Pinterest – Attraverso le nostre API (application programming interface), l’integrazione tra Pinterest e Shopify è stata ideata per aiutare i marketer ad impostare la propria presenza e le attività di marketing su Pinterest in pochi semplici passaggi. Scaricando l’integrazione, si può impostare il tag di conversione, caricare il proprio catalogo prodotti e iniziare a fare pubblicità su Pinterest in pochi minuti, guidando la reperibilità e catalizzando gli sforzi di marketing”.
Pinterest si propone come una vetrina sempre aperta. Il negozio online sostituirà lo store fisico, o saranno sinergici tra loro nella dimensione reale e virtuale? Che spazio di visibilità avranno le piccole e medie imprese italiane e come saranno supportate?
“Pinterest e Shopify stanno promuovendo il social commerce. Stanno abbinando la mentalità unica del pubblico di Pinterest – che sulla piattaforma cerca il prossimo prodotto o servizio da provare – con gli oltre 1,7 milioni di inserzionisti Shopify in tutto il mondo che ora possono facilmente portare i propri prodotti su Pinterest per aumentare le vendite. Questa è una partnership strategica che avvantaggia sia gli acquirenti che le aziende, in particolare le PMI.
Pinterest si trova in una posizione unica perché non è un social media: è una piattaforma di scoperta visiva che le persone utilizzano per la propria pianificazione e ispirazione e non per connettersi con gli amici. Soprattutto più recentemente, si è contraddistinto come luogo in cui le persone hanno potuto sfuggire alle notizie, alla politica e alla negatività online. È un angolo positivo di Internet, dove le persone trovano l’ispirazione per creare la vita che desiderano. Con questa motivazione arriva l’intento commerciale e la percezione degli annunci come additivi, per aiutare nella pianificazione di una nuova casa, vestito o progetto”.
Paolo Picazio, Head of Market Development Shopify
“Essere fonte di ispirazione” e condividere idee creative. Come si può ispirare un consumatore online nel processo di acquisto?
“In questo momento storico in cui lo shopping nelle corsie di un negozio è cambiato radicalmente, vogliamo riportare quella stessa esperienza ai consumatori. Il nostro obiettivo è rendere lo shopping il più stimolante possibile, proprio come sfogliare le pagine di un catalogo o camminare in uno store fisico. Un’esperienza di acquisto online che rispecchi la vita reale. Pinterest può replicare proprio quest’esperienza per consumatori e rivenditori attraverso le collezioni curate e la scoperta visiva”.
La pandemia ha ribaltato lo scenario dei consumi. Quali sono le proiezioni (anche in termini economici) e le prospettive della nuova partnership?
“Il prezioso vantaggio per le piccole e medie imprese è che possono essere scoperte grazie alla pertinenza dei propri contenuti e alla qualità dei propri prodotti. Ad esempio, se un utente sta cercando idee per l’arredamento della casa, molto probabilmente non includerà il nome di un brand nel termine di ricerca – continua Adrien Boyer – Le PMI posso ottenere maggiore visibilità e attirare nuovo pubblico. Stessa possibilità per aziende di qualsiasi dimensione di essere scoperte e di interagire con nuovi clienti motivati, aperti a nuovi stimoli e che pianificano le proprie future decisioni di acquisto. Creare, quindi, credibilità per il proprio brand e i propri prodotti con strategie organiche e a pagamento. Poiché l’e-commerce sta diventando più sempre più importante e i consumatori spostano la propria spesa sull’online, i rivenditori dovrebbero ispirare i Pinner e creare un’esperienza di shopping che assomigli alla vita reale, trasmettendo normalità e gioia. I brand stanno esplorando come ispirare creando esperienze di acquisto digitali altamente visive”.
L’obiettivo di Shopify è rendere il commercio accessibile a tutti riducendo le barriere all’imprenditorialità – aggiunge anche Paolo Picazio, Responsabile per lo sviluppo del mercato italiano di Shopify – Grazie a questa partnership, infatti, tutti i merchant italiani potranno beneficiare delle opportunità che derivano dalla presenza su una vetrina importante come Pinterest, con milioni di utenti che usano l’App per fare acquisti. Si tratta quindi di un vantaggio competitivo importante, per questo ci aspettiamo che gli imprenditori abbraccino con favore questa novità in Italia e adeguino le proprie strategie di vendita a quelli che sono i maxi trend che stanno plasmando il commercio a livello globale, tra cui il social commerce appunto”.
Paolo l’Italia è tra i Paesi obiettivo. Quante sono le PMI presenti su Shopify? Come si evolve lo scenario di acquisto online?
“Ad oggi, sono oltre 1 milione e 700 mila le realtà imprenditoriali – dalle PMI alle grandi aziende – che nel mondo hanno scelto Shopify per gestire il proprio eCommerce. Un numero quasi raddoppiato nel 2020 (erano oltre 1 milione nel 2019). In questo contesto, l’Italia è uno dei Paesi nei quali il commercio digitale è cresciuto di più. E lo dimostrano i dati: nel nostro Paese, i nuovi store aperti su piattaforma Shopify sono aumentato del 247% rispetto al 2019 (ed era +400% soltanto nella prima metà dell’anno). Comprare online è ormai un’abitudine, ma le aspettative sull’esperienza di acquisto stanno cambiando e dunque i brand, piccoli o grandi che siano, devono adattare le proprie strategie alle nuove esigenze del proprio target. Come rivela il nostro report Future of Commerce 2021, i giovani – che sono oggi la vera forza trainante dell’e-commerce – sono sempre più propensi a scoprire e acquistare nuovi prodotti sui social media. E dunque è proprio su tali piattaforme che i brand dovranno farsi trovare se vorranno restare competitivi anche in futuro. Grazie a questa partnership, ci impegniamo ancora una volta ad aiutare i nostri merchant a cogliere le enormi opportunità che derivano dal social commerce e in questo caso da Pinterest nello specifico”.
Come è possibile sostenere l’utente nella fase di decisione rispetto ad un mercato online sempre più vasto e complesso. Abbiamo dati numerici in proposito?
“È importante che i brand guardino il mondo con gli occhi dei propri clienti, analizzando e valutando tutte le fasi del processo di acquisto. Per questo, Shopify sta lavorando per mettere a disposizione dei propri merchant tutti gli strumenti che consentano loro di sviluppare strategie basate sull’omnicanalità e dunque in grado di intercettare la domanda, raggiungere il proprio target su più canali e piattaforme, soddisfando le loro esigenze. Come negli anni abbiamo integrato la piattaforma Shopify con i più noti marketplace, stiamo stringendo ora partnership con i principali player del settore di cui – soltanto per citare i più recenti – ricordo TikTok e Pinterest da oggi. Nel 2020 le installazioni di app che permettono di vendere sui social da parte dei merchant Shopify sono cresciute del 76% a livello globale”.
Come funzionerà in sintesi l’App Pinterest per Shopify?
Fornirà un accesso agevole alle funzionalità di acquisto di Pinterest, tra cui la distribuzione di tag, l’acquisizione di cataloghi e l’interfaccia di acquisto di pubblicità, senza la necessità di modificare il codice o distribuire risorse sul proprio sito.
Gli inserzionisti potranno caricare un feed diverso per ogni mercato in cui vendono il prodotto, per ogni lingua all’interno di un singolo paese, ma anche per servire diverse strategie pubblicitarie come il retargeting. Mentre il supporto multi-feed per i cataloghi consentirà alle aziende di gestire e ridimensionare meglio i propri prodotti su Pinterest.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/pinterest_shopify.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-04-21 09:05:412021-04-22 00:05:38Partnership tra Pinterest e Shopify: le opportunità per le PMI d'Italia
Oggi, Heineken lancia una nuova campagna globale, “We’ll Meet Again”, che celebra la resilienza e la creatività delle persone nell’ultimo anno e il modo in cui hanno trovato modi creativi per reinventarsi e mantenere vivo lo spirito.
We’ll Meet Again
Disponibile su Youtube, We’ll Meet Again viene lanciata esattamente un anno dopo l’uscita della prima campagna #SocialiseResponsibly di Heineken, “Ode To Close”, la prima di una serie di creatività che hanno mostrato sostegno agli utenti durante la pandemia globale.
La creatività mostra il modo in cui le persone si sono reinventate nel quotidiano durante la chiusura, in qualcosa di inaspettato e divertente: dal vestirsi per fare colpo quando si porta fuori la spazzatura, fino a trasformare una passeggiata con il cane in una festa da ballo. We’ll Meet Again riconosce la forza dei consumatori, che hanno usato la loro creatività per mantenere alto l’umore dopo più di un anno di pandemia e limitazioni associate.
Il film è stato diretto dal pluripremiato regista François Rousselet e girato a Barcellona, in Spagna, secondo i rigidi protocolli COVID-19, rafforzando il bisogno di intraprendenza e ingegnosità che è al centro della campagna.
Bram Westenbrink, Heineken Global Senior Director ha dichiarato:
In Heineken il nostro obiettivo è raccontare storie che siano in sintonia con le persone di tutto il mondo. Quando abbiamo lanciato Ode To Close più di un anno fa, il mondo era bloccato e il nostro messaggio era incentrato sulla sicurezza dei nostri clienti: socializzare responsabilmente. Con We’ll Meet Again, la campagna attinge al sentimento collettivo del momento, mostrando esperienze di vita reale a cui quasi tutti possono relazionarsi, celebrando la resilienza e l’immaginazione con un chiaro messaggio di speranza per il futuro.
Bruno Bertelli, Global CCO, CEO di Publicis Italia, ha dichiarato:
Sebbene il blocco e la riapertura delle città siano stati diversi in ogni paese, ciò che ci ha uniti è il nostro desiderio comune di riconnetterci con le persone attraverso momenti sociali. Con We’ll Meet Again di Heineken, abbiamo realizzato una campagna che celebra l’umanità, sottolineando anche la resilienza, lo spirito positivo e mai arrendevole delle persone in tutto il mondo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/1_company_rox.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-04-20 12:49:352021-07-26 11:38:17La nuova campagna di Heineken celebra la nostra creatività durante le chiusure
È trapelata la notizia, secondo fonti attendibili che seguono molto da vicino la vicenda, secondo cui l’app di messaggistica IRL sia in trattative per raccogliere oltre 50 milioni di dollari: un round di finanziamento che le farebbe raggiungere un valore di ben un miliardo di dollari.
Ma da cosa nasce tutto questo interessamento?
Che cos’è l’App IRL?
IRL, acronimo di “In Real Life” è stata fondata da Abraham Shafi e consente agli utenti non solo di chattare tra loro, ma di scegliere un’attività, un’ora e un luogo, e invitare i propri amici ad un determinato evento, per trascorrere delle ore insieme. Insomma, un modo per passare più tempo con i propri amici, ma nel mondo reale. IRL sta letteralmente spopolando tra gli adolescenti negli Stati Uniti.
Il suo finanziamento segue una rinascita di accordi competitivi per le startup di social media, tra cui la piattaforma audio Clubhouse e l’app di condivisione di foto Dispo. Inoltre è stata recentemente contattata da investitori che includono Tiger Global e IVP. Proprio come Clubhouse, IRL sembra in grado di ottenere una valutazione di un miliardo di dollari prima ancora di aver generato entrate. Ma come?
Ci si aspetta che cercherà di fare soldi addebitando commissioni sulle funzionalità a pagamento, piuttosto che vendendo pubblicità. La società è stata valutata l’ultima volta a settembre per un totale di 100 milioni di dollari. Finora ha raccolto 28 milioni di dollari da investitori che includono Goodwater Capital, Floodgate, The Raine Group and Founders Fund.
Lanciata nel 2017 dal CEO Abraham Shafi e Scott Banister, IRL vuole farsi strada e arrivare a competere direttamente con Facebook e co., ma puntando a un pubblico più giovane. L’app è nata come un calendario con funzionalità social, consentendo alle persone di trovare eventi e chattare su quelli d’interesse della propria cerchia di amici. Ovviamente prima che la pandemia scombinasse i piani di tutti e dando priorità, di conseguenza, a eventi virtuali.
La riprogettazione, all’inizio di quest’anno, ha migliorato la messaggistica di gruppo e ha provocato non solo un aumento degli utenti, ma anche l’arrivo di questi nuovi investitori che desiderano sostenere l’azienda, o almeno così affermano le suddette fonti vicino al gruppo. E la risposta di Tiger e IVP? No comment.
Sebbene la strategia di IRL non sia audace come quella di Clubhouse, soprattutto verso gli utenti più famosi, è riuscita ad ampliare la sua base di utenti adolescenti durante la pandemia lavorando con account TikTok, agenzie di talenti e college popolari per promuovere la sua app.
Il servizio consente agli studenti di dozzine di college d’inserire gli indirizzi e-mail forniti dalla scuola per vedere eventi correlati e avviare chat di gruppo con i compagni di classe, anche per lo studio.
Recentemente IRL ha anche testato funzionalità a pagamento con una piccola percentuale di utenti. Secondo le fonti, ha consentito ad un gruppo ristretto della sua audience di addebitare l’accesso a chat di gruppo specifiche, su base una tantum o ricorrente: un modello che potrebbe veder competere l’App con siti di pianificazione di eventi come Eventbrite e Meetup. La startup non ha in programma di aggiungere pubblicità all’app, ma potrebbe guadagnare entrate addebitando commissioni sulle transazioni.
Un po’ di numeri
Apptopia, una società di ricerca, ha rivelato che l’app mobile di IRL è stata scaricata più di 12 milioni di volte. Inoltre, a settembre gli utenti attivi giornalieri erano 2 milioni, registrando più di 10 milioni di utenti mensili. Oltre all’app, dobbiamo tener presente che le persone possono accedere a IRL anche tramite il sito web.
Il nuovo finanziamento probabilmente aiuterebbe IRL a gestire i costi come le bollette di hosting cloud man mano che la sua base utenza cresce e costruire sistemi per contrastare bot e spam, insieme a bullismo e altre potenziali forme di abuso. L’azienda conta attualmente meno di 20 dipendenti.
Il consiglio di amministrazione include Mike Maples, fondatore di Floodgate nonché uno dei primi investitori in Twitter;Mark Pincus, il miliardario fondatore di Zynga, e anche un investitore. Inoltre lo scorso anno IRL ha assunto il partner di Greylock ed ex capo del prodotto di Robinhood, Josh Elman, per valutare il passaggio dando la priorità ai messaggi di gruppo.
L’ultima Cenerentola delle App di messaggistica avrà, quindi, la sua favola a lieto fine? Lo scopriremo molto presto!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/Barbara_1_19Aprile.jpg10801920Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2021-04-19 17:56:262021-04-20 00:29:23L’App social IRL potrebbe presto valere 1 miliardo di dollari
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