Inauguriamo una nuova rubrica dedica al mondo dei social: i gossip e le curiosità più intrigantidella settimana. Ci piace essere sul pezzo e non lasciarci sfuggire niente.
Iniziamo subito!
Rompere gli stereotipi funziona
#1 “Le ragazze vogliono solo divertirsi”: il videoclip di Cyndi Lauper supera 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube
La prima novità arriva direttamente dal settore musicale. Il video musicale di Cyndi Lauper per “Girls Just Want to Have Fun” ha superato 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube, segnando ufficialmente il primo ingresso dell’iconica cantante nel club da miliardi di visualizzazioni della piattaforma video.
La canzone è stata pubblicata nel 1983 e caricata per la prima volta su YouTube nell’ottobre 2009, nel suo storico album di debutto, “She’s So Unusual”, diventando un successo rivoluzionario e un inno femminista. Nel video musicale di accompagnamento, vediamo Cyndi che balla per tutta New York nell’appartamento dei suoi genitori.
“Girls Just Want to Have Fun” è la quinta canzone degli anni ’80 a superare il miliardo di visualizzazioni su YouTube, insieme a “Sweet Child O’ Mine” dei Guns N’ Roses, “Take on Me” degli A-ha, “Billie” di Michael Jackson. Jean” e “Never Gonna Give You Up” di Rick Astley.
Anche gli Stati e i politici usano l’Influencer Marketing
#2 Le Olimpiadi saranno meravigliose, parola di social
Dal 4 al 20 Febbraio si terranno a Pechino i Giochi Olimpici Invernali e la Cina chiede aiuto a un esercito di influencer occidentali: per tutta la durata dell’evento, centinaia di migliaia di content creator americani dovranno occuparsi di proporre un’immagine virtuosa della nazione negli USA attraverso storie e messaggi positivi pubblicati su varie piattaforme come Instagram, TikTok e Twitch.
#3 Truth, il social di Trump, cerca vip di Internet
Il social media di Donald Trump è a caccia di influencer. L’ex Presidente USA intende vendicarsi dell’esilio a cui è stato condannato dai social network e sta corteggiando vip di internet offrendogli di “riservare il loro spot” in vista del lancio previsto del prossimo febbraio, massimo inizi di marzo.
#4 Un italiano su cinque ha abbandonato almeno un social nel 2021
A rivelare i numeri è Daloitte nella Digital consumer trends survey 2021. Una fetta rilevante degli italiani abbandona i social network. È stata condotta un’indagine realizzata con oltre 2mila interviste a persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni ed emergono dati interessanti soprattutto per l’Italia.
Nel 2021 il 73% di chi possiede uno smartphone in Italia ha utilizzato un social oppure applicazioni di messaggistica (come Whatsapp o Telegram) su base giornaliera. Quasi un italiano su cinque (il 22%) però nel frattempo ha smesso di utilizzare almeno un social network, in maniera temporanea oppure definitiva. I motivi sono i più disparati ma Deloitte ne evidenzia tre: essersi stancati dei contenuti (35%), la presenza eccessiva di fake news (25%) e le preoccupazioni per la propria privacy (21%).
Fanta Sanremo
#5 Il social game sul Festival
Non si parla d’altro. La 72esima edizione del Festival di Sanremo è alle porte e il gioco di punta è il Fanta Sanremo. Si paga in “Baudi” e Pippo… apprezza!
Nato qualche anno fa da un gruppo di appassionati, solo quest’anno ha avuto una vera impennata: le squadre formate sono già più di 125 mila.
Ogni giocatore ha a disposizione 100 Baudi per acquistare 5 degli artisti in gara: la valuta è infatti intitolata al decano del festival Pippo Baudo. Per formare una squadra occorre infatti schierare 5 artisti e nominare capitano uno di loro.
Naturalmente, vince chi, terminata l’ultima puntata di Sanremo, ha totalizzato il maggior numero di punti.
Queste le notizie più rilevanti della settimana appena trascorsa. Non perdere il collegamento fisso del founder Ninja Mirko Pallera ai microfoni dei Radio RDS, ogni venerdì mattina, alle 10,30. Al prossimo appuntamento!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/Trump.jpg10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2022-01-31 15:59:202022-01-31 16:18:52Cyndi Lauper, Trump e la fuga dai Social: le notizie hot della settimana
Su Twitch, milioni di persone si incontrano ogni giorno in live per chattare, interagire e intrattenersi tutti insieme.
È il luogo dei creator ma anche dei fan irriducibili, che qui trovano uno spazio per incontrarsi e condividere la visione e il commento dei contenuti, spostando nel mondo digitale una dinamica fisica e aggregativa come quella che per decenni ci ha riunito davanti agli schermi delle TV, ma aggiungendo la caratteristica dell’interazione con il protagonista.
Insomma, una roba che la Gen Z ha già perfettamente compreso e che i tanti brand stanno già esplorando, perché si tratta del futuro dell’intrattenimento.
Per capire meglio come funziona Twitch, chi sono le persone che la popolano e quali opportunità hanno i brand in questa dimensione, abbiamo fatto alcune domande a Nicoletta Besio, Sales Director di Twitch per l’Italia. Ecco quello che ci ha raccontato.
La chiacchierata con Nicoletta comincia dai numeri della piattaforma dato che gli ultimi dati ci dicono che ci sono sette milioni di streamer che ogni mese creano contenuti.
«Succedono un sacco di belle cose su Twitch! Proprio in questo momento lo utilizzano due milioni e mezzo di persone e giornalmente registriamo trenta milioni di spettatori globali: è il più grande servizio di live streaming al mondo», ci racconta.
Twitch è stato fondato 10 anni fa e in questi dieci anni è stato streammato di tutto, addirittura è stato calcolato che «il materiale disponibile è sufficiente per 8 ore di contenuti per ogni persona del mondo».
Insomma tutti numeri da capogiro, che forse a molti di noi potrebbero sembrare ancora lontani dal panorama italiano. Invece, scopriamo che «l’Italia è un paese molto importante su Twitch – spiega Nicoletta-, intanto per la varietà, creatività e professionalità dei nostri creator, riconosciuta a livello mondiale in diverse occasioni, e questo ci inorgoglisce molto.
L’Italia è poi molto varia dal punto di vista del mix dei contenuti: c’è sicuramente un focus su tutto il mondo del gaming, che è nel DNA di Twitch, ma abbiamo anche tantissimi altri contenuti diversi. Se pensiamo ai content cretor, spaziamo dal mondo dell’entertainment e del talk show – penso a Brian di the Vox o Space Valley – allo sport. Come non pensare alla Bobo Tv di Cristian Vieri, uno degli ex calciatori della Nazionale italiana tra i più conosciuti al mondo».
Ma sul tema dello sport ci sono anche altri streamer più “nativi” come Zano, che è uno dei leader dal punto dei vista dei contenuti su FIFA, ci racconta Nicoletta. E dato che il panorama è super-variegato non possono mancare anche «tante streamer di sesso femminile, che fanno streaming di contenuti più ampi, come CKibe, che è una bravissima disegnatrice e fa stream di artwork animati per la gioia della community. Insomma, ci sono tantissimi contenuti e tutti diversi tra loro».
Infine c’è lei: la community. E Nicoletta ce la racconta, sottolineando che si tratta di una caratteristica di tutti i mercati, ma che per noi in Italia è particolarmente importante. La priorità di Twitch è infatti quella di sostenere la crescita della community anche collegandola con le aziende che vogliono essere presenti sulla piattaforma e comunicare il proprio brand in una maniera autentica a un pubblico speciale.
Ma Twitch non è solo gaming…
«È vero che abbiamo il gaming nel nostro DNA, perché in realtà sono stati i gamer a scegliere Twicht come la propria casa, ma in realtà oggi siamo davvero un luogo di elezione per tutto ciò che riguarda l’intrattenimento e il mix di contenuti che abbiamo a disposizione in Italia è una dimostrazione di questo». Ci tiene a sottolineare questo aspetto la Sales Director di Twitch Italia, anche per sfatare alcuni falsi miti.
«I gamer non sono “dei monoliti che fanno solo gaming”, fanno anche altre cose nella vita, hanno altre passioni come la musica o il cinema, ad esempio, e questa trasversalità la ritroviamo presente nella nostra community e nei contenuti. I gamer giocano ma poi sono interessati a tante altre cose: all’arte, alla finanza, agli scacchi, alla bellezza, agli animali. Tutti questi contenuti sono cresciuti e sono atterrati su Twitch per arricchire quella che è stata l’evoluzione da puro ecosistema gaming a universo di intrattenimento.
Le persone arrivano su Twitch per il contenuto ma ci restano per la community: la possibilità di partecipare in maniera attiva al contenuto, è quello che ha alimentato tantissimo le passioni, proprio perché ogni content creator, anche appena approdato, ha la possibilità di condividere e ricevere feedback in maniera immediata dalla community ed è qualcosa di veramente unico.
L’altro aspetto è che le persone amano i contenuti live, vogliono essere presenti e partecipare alle dirette e questa interazione permette alle persone di usufruire di una notevole esperienza».
Ma visto che ancora non siamo soddisfatti andiamo più a fondo e domandiamo: perché “assistere” alla performance di un giocatore di videogame è coinvolgente quanto giocarlo? Quali sono i punti di contatto con “lo sport reale”?
«I videogame sono sempre stati una vera e propria passione – spiega Nicoletta- e nel corso degli anni l’esperienza immersiva è cresciuta tantissimo, dal punto di vista del look and feel è quasi cinematografica. È quindi cresciuto l’interesse anche ad assistere a qualcosa di molto bello, di sfidante, interessante nella competizione.
Il gioco è una grande passione ma anche un’industria multimilardaria, e diventa sempre più simile allo sport, ma Twitch ha dato l’opportunità di aggiungere alla visione passiva che magari si ha in tv o allo stadio, la discussione e l’interazione in tempo reale con gli amici, con la community e con il protagonista stesso, andando a creare una sensazione di vicinanza e partecipazione all’evento.
È come quando nelle sale giochi, ci si accalcava intorno al giocatore formando un capannello per ammirare le performance del campione del gruppo. Una dinamica fisica che si è spostata nel mondo digitale. Parliamo di videogame ma questa esperienza si riflette su tutti i contenuti di intrattenimento: ci si ritrova in una esperienza partecipativa e coinvolgente, un momento sociale durante il quale possiamo trovarci alla stessa tavola rotonda virtuale con amici, creator e protagonisti».
Costruire la presenza di un brand su Twitch in Italia, con branded content e autenticità
A questo punto della nostra intervista abbiamo capito meglio come funziona Twitch, cosa porta le persone sulla piattaforma e cosa le fa anche restare. Arriviamo quindi al sodo per noi marketer: come si fa a fare pubblicità su Twitch e a collaborare con i migliori creator?
«La community di Twitch tende ad essere meno ricettiva alle dinamiche pubblicitarie tradizionali – ammette la Sales Director- i contenuti branded funzionano meglio su Twitch quando sono autentici e coerenti con le aspettative della community e il loro modo di interagire con i brand. Questo è il principale vantaggio che i brand possono avere su Twitch.
Da parte degli utenti non c’è un interessamento tout court al contenuto pubblicitario, ma l’autenticità dell’advertising dei brand che si integrano in maniera così spontanea dell’ecosistema e che diventa uno dei supporti agli streamer rivoluzionano l’approccio.
Il nostro obiettivo è quello di creare il posto migliore per gli streamer, per la community e per i brand. Un circolo virtuoso nel quale i creator possano trovare spazio, arricchire la community e lavorare con i brand».
Tante quindi le strade che possono intraprendere i brand su Twitch e vogliamo capire quali siano gli obiettivi che realisticamente si possono raggiungere sulla piattaforma.
«Abbiamo la fortuna di aver visto tante cose in altri mercati e di portare l’esperienza in Italia», ci racconta. «In primo luogo c’è l’audience: gli young adults, il 70% del
pubblico di Twitch è composto dalla Gen Z e dai Millennial, quella fascia di persone che è abituata a evitare la pubblicità tradizionale e ha cambiato i canoni della comunicazione perché più difficile da raggiungere con i consueti canali ma che vive online.
Su Twitch trovano una forma di comunicazione, potremmo chiamarla la TV del nostro momento. Proprio per questo rappresenta un’opportunità, perché il pubblico ama vedere come i brand interagiscono con gli streamer, tutto il mondo delle collaborazioni è davvero autentico perché il feat è spontaneo e non forzato.
L’interazione con i brand è un altro elemento fortissimo all’interno della gamma di opportunità che diamo ai marchi, perché le possibilità di partecipazione vengono aggiunte a una fruizione quasi televisiva. Su Twitch c’è un palinsesto, con dei canali e gli stream possono essere considerati quasi dei programmi televisivi ma in più si aggiunge tutta la parte di community che è un vero valore per i brand.
Per ultimo ma non meno importante, c’è tutto quello che è la pubblicità, cioè i formati di advertising che sono ad alto impatto, prevalentemente video ma anche formati di domination che vanno a lavorare su diversi KPI che per i brand sono importanti, dalla pure awareness fino a contenuti personalizzati, sviluppati a più mani con brand e streamer per integrare al massimo l’esperienza del brand.
Abbiamo un team interno, Brand Partnership Studios, che dà l’opportunità ai brand che vogliono collaborare con noi di massimizzare la presenza sfruttando un team che conosce perfettamente le dinamiche di Twitch e può davvero aiutarlo a trovare la strada giusta autentica e corretta».
Ma noi Ninja non ci accontentiamo mai della teoria e vogliamo anche toccare con mano la pratica. Proviamo quindi a chiedere quali siano state le attivazioni dei brand più riuscite e se Nicoletta ne ha una preferita.
«Ci sono molte case interessanti, ma mi piace vincere facile, quindi ti cito una campagna europea gestita dal nostro team Brand Partnership Studios. Si tratta di una collaborazione con Pringles che ha raccolto diversi premi a livello internazionale, una partnership con l’editore di West of Dead- Raw Fury per dare vita a un personaggio che potesse essere una sorta di brand ambassador di Pringles».
Così è nato Frank The Zombie, inserito all’interno di West of Dead e durante una delle live Frank è uscito “fisicamente” dallo schermo della streamer che stava giocando per entrare nella sua stanza, giocare insieme e provare diversi gusti di patatine.
Da lì è nato tutto un filone che ha avuto una declinazione offline, perché Frank ha iniziato a girare l’Europa incontrando e giocando con altri streamer in altri mercati.
«In generale in Italia, stiamo lavorando con tanti brand diversi e di molti settori diversi, alcuni più endemici come elettronica di consumo e gaming, ma lavoriamo molto anche con altri settori che sembrano meno immediatamente coinvolti, come Banking e Insurance, l’industria Telco, ma anche con i settori del Beauty e del Largo
Consumo. Riusciamo a soddisfare le esigenze di Brand Awarness e di focus sui kpi più alti del funnel fino ad avvicinarsi il più possibile alla vendita online.
Per concludere, l’Italia è un mercato importante per Twitch e il 2022 sarà un bell’anno di evoluzione e di crescita, anche da un punto di vista di team e di organico, ci saranno tante opportunità molto positive!».
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/Nicoletta-Besio-Twitch-copertina-intervista-per-Ninja-Marketing.jpg7671345Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-31 12:00:412022-02-01 13:37:13Community e Branded Content: i segreti del successo di Twitch in Italia
In occasione del suo 145° anniversario Barilla presenta un nuovo logo e un packaging più sostenibile. Il 2022 si presenta ricco di novità per il marchio di pasta più conosciuto e amato nel mondo.
Dietro a uno spaghetto o a un fusillo ci sono decenni di storia e di valori. Una potente eredità che rimane indissolubilmente connessa all’Italia.
Dal 1877 ad oggi Barilla ha seguito ogni cambiamento culturale e sociale del nostro paese. Oggi il marchio è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, con gli occhi puntati verso futuro e sostenibilità.
Il nuovo logo Barilla: essenziale e inclusivo
L’anniversario è l’occasione per aggiornare la sua immagine dopo 25 anni. I cambiamenti sono stati annunciati ufficialmente ieri in un evento globale digitale, dedicato alle novità di scenario e di prodotto.
Il logo con lo storico simbolo perde la sua componente bianca, il doppio ovale simmetrico rappresenta le origini del marchio, ossia la pasta all’uovo.
Oggi Barilla decide di fare un passo in avanti rinunciando alla metafora dell’uovo e privandosi del bianco, pur mantenendo l’ovale che oggi si colora di un rosso più intenso e passionale.
Il restyling racconta al meglio l’ampia offerta del brand, più differenziata e inclusiva, in grado di rispondere ai bisogni in continua evoluzione del consumatore, ne sono un esempio la pasta integrale e la pasta senza glutine.
Il rosso appare ora più intenso e premium, la tonalità esprime l’amore di Barilla per la pasta.
Il logotipo è stato ridisegnato con l’intento di rinnovare i codici estetici: il risultato è una personalità più stabile, solida e duratura.
Il nuovo ovale celebra l’eredità del brand con l’aggiunta dell’anno di fondazione, mentre il simbolo del marchio registrato ne enfatizza l’autenticità.
Un nuovo pack blu dal cuore rosso e sostenibile
Se il packaging rappresenta l’anima di una marca, il pacco blu di Barilla è l’essenza dell’azienda. Una vera e propria icona.
Il compleanno chiude anche la “parentesi azzurra” che da un paio di anni aveva accompagnato il brand. Il restyling del 2020 testimoniava l’utilizzo di solo grano 100% italiano e omaggiava il cielo d’Italia sotto il quale è nata Barilla.
Nel nuovo corso, Barilla torna ad essere una marca blu ma con un cuore rosso, il nuovo logo è infatti posto al centro della confezione.
Il rinnovato pack blu è moderno ed elegante e intende compiere un “Gesto d’Amore per il Pianeta”.
Con la nuova visual identity, Barilla rimuove la finestra in plastica dalla confezione della celebre gamma. Questa mossa permetterà all’azienda di ridurre significativamente l’uso della plastica nei diversi paesi in cui opera, tra cui l’Italia, con una diminuzione di circa 126 mila tonnellate all’anno.
“Questa nuova visual identity e l’impegno verso la sostenibilità, avvicinano ancora di più il brand Barilla alla nostra visione di futuro: la pasta come gesto d’amore non solo per le persone ma anche per il pianeta, grazie a scelte quotidiane più consapevoli” dichiara Gianluca Di Tondo, Global Chief Marketing Officer Barilla.
Le nuove confezioni, completamente riciclabili e prodotte con cartone proveniente da foreste gestite responsabilmente, saranno presenti in Italia a partire dalla seconda metà del 2022.
La nuova linea di pasta Al Bronzo
Ruvidità intensa e colore giallo ambrato, sono queste le caratteristiche della nuova pasta Barilla che attinge al metodo tradizionale della trafilatura al bronzo.
Una lavorazione grezza che intende offrire un’esperienza sensoriale unica, sia alla vista che al tatto.
Incredibilmente intensa, anche nel gusto, questa nuova linea nasce dall’analisi dei trend globali dei consumatori Barilla e intende rispondere alle esigenze di un pubblico particolare che ha attenzione per la pasta e ama il gusto sofisticato del grano.
“In tempi di grande cambiamento per le persone, da un punto di vista culturale e di stile di vita, il 2022 sarà un anno di grandi novità per il brand Barilla” afferma Ilaria Lodigiani, VP Global Marketing Barilla. “Il lancio di Al Bronzo – continua – rappresenta un passo in avanti nel cammino continuo verso l’innovazione. Grazie a questa nuova gamma, oggi annunciamo una nuova era per la pasta Barilla, pronti a fare la differenza, in nome di un’eccellenza tutta italiana e di un’intensità di gusto che sorprenderà i nostri consumatori”
Al Bronzo si differenzia dalla linea Classica per la sua inedita confezione rossa.
Il colore è deciso, assoluto, unico e distintivo sul mercato. Inchiostro blu su carta rossa dalla finitura grezza per trasmettere la specificità del prodotto, come la lavorazione da cui nasce questa pasta.
Riapre Bottega Barilla
Tra le altre novità dell’anno c’è la riapertura di Bottega Barilla in primavera. Un cuore che ricomincia a battere nel centro storico di Parma.
Il marchio ritorna nel luogo in cui tutto è iniziato: la prima bottega inaugurata dal fondatore Pietro Barilla senior nel 1877.
Quest’anno la Bottega diventerà uno spazio aperto a tutti, dove passato e futuro s’incontrano nel presente.
La scoperta di questo luogo coinvolgerà i cinque sensi, dando a tutti la possibilità di vivere un’esperienza immersiva mai vissuta prima.
La Bottega rappresenta le origini ma anche il futuro, dove oggi tornano ad abitare nuovi prodotti, nuovi progetti, nuove visioni e nuove strade da percorrere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/BARILLA-copertina-2.jpg7471332Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-01-28 11:30:242022-01-31 11:49:47Barilla rinnova immagine, pack e lancia una nuova pasta Al Bronzo
Partire con il piede giusto vuol dire entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie prima di muovere il primo passo e questa raccolta di report in continuo aggiornamento può indirizzarti correttamente
Mercati, trend, preferenze dei consumatori. Ogni dato è importante per impostare una pianificazione efficace all’inizio di un nuovo anno, soprattutto perché le incertezze che caratterizzano questo periodo impongono una particolare attenzione al monitoraggio e alle sfide che ci troviamo davanti.
Lavoro ibrido, viaggi, tendenze sui consumi, fruizione dei contenuti e attenzione all’ambiente sono solo alcuni dei temi e dei settori che sono stati più volte stravolti nell’ultimo periodo: un cambiamento al quale non ci si può sottrarre e che non si può ignorare (pena l’esclusione dal mercato), ma che invece va compreso e cavalcato per raggiungere gli obbiettivi fissati.
Questa collezione, in continuo aggiornamento, di report e analisi per l’anno 2022 e per quelli a venire, punta proprio in questa direzione: fornire gli strumenti ideali per comprendere a fondo quello che sta succedendo intorno a noi e muoversi senza inciampo.
#39 KANTAR – The Imperative of Imagination Insights 2030
#40 KAWO – Guide to China Social Media Marketing 2022
#41 KORN FERRY – Future of Work Trends 2022
#42 KPMG – Cyber Security Considerations 2022
#43 MailModo – State of Email 2022 Report
#44 MCKINSEY – Global Media Themes 2022
#45 MESSARI – Crypto-theses for 2022
#46 MM – makingthemetaverse
#47 MSCI – 2022 ESG Trends to Watch
#48 NATIONAL GEOGRAPHIC – Year in Pictures 2022
#49 NEWMAN REUTERS OXFORD – Trends and Predictions 2022
#50NEXTATLAS – Annual Report 2022
#51 NOURISH – 2022 Trend Report
#52 OGILVY – Business & Growth Trends 2022
#53 OMG APAC – Trends Report 2022
#54 POSITIVE LUXURY – PredictionsReport2022
#55 POSTCLICK – Machine Marketer Conversion Advertising in 2022
#56 QLIK – BI & Data Trends 2022
#57 QUALTRICS – 2022 Global Consumer Trends Report
#58 S&P CORPORATE RESEARCH – Global Credit Outlook 2022
#59 SPARKS&HONEY – Business Bets 2022
#60 SPARXOO – 2022 Digital Marketing Trends
#61 STANDARD CHARTERED – Outlook 2022, A Winding Road To Normality
#62 STYLUS – Look Ahead 2022
#63 TATLER – The values driven luxury consumer
#64 TBA – Home-and-Living-Trends-2021-22
#65 TREND MICRO – Security Predictions 2022
#66 TREND ONE x BDI – TrendRadar for Mid Sector
#67 ULTRA VIOLET – The Future of Cycle Care 2022
#68 WARC – The Marketer’s Toolkit 2022 Global
#69 WARC – Global Ad Trends 2022
#70 WGSN – Future Consumer 2022 Executive Summary
#71 YELP – 2022 Food Trend Forecast Report
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/70-report-per-il-2022.jpg7421315Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-26 11:00:272022-01-26 12:32:4470+ report e trend per la tua strategia vincente nel 2022
OpenSea e Rarible, due tra le più importanti piattaforme per la vendita di NFT, avrebbero subito un attacco che ha portato alla sottrazione di diversi NFT di proprietà di collezionisti per una perdita stimata attualmente come vicina al milione di dollari.
Cosa sappiamo dell’hack di OpenSea
La situazione è stata resa nota in un tweet da Peck Shield, una società di sicurezza blockchain che punta a migliorare la sicurezza, la privacy e l’usabilità dell’intero ecosistema blockchain, che recita più o meno: “Sembra che @opensea abbia un problema di front-end e l’exploiter ha guadagnato circa 332 Ether“.
La causa dell’hack sarebbe un bug nel frontend di OpenSea, che avrebbe permesso ad alcuni utenti di acquistare NFT molto popolari (e costosi) a un prezzo enormemente più basso rispetto alla quotazione attuale.
Vittime della manovra alcuni NFT messi all’asta e poi trasferiti verso un altro wallet per evitare di pagare fee. Il processo avrebbe creato una breccia tra OpenSea e i siti che utilizzano le sue API, come Rarible, creando il bug.
Sembra che l’hacker abbia colpito prevalentemente le collezioni Bored Ape Yacht Club e Mutant Ape Yacht Club, riuscendo ad aggiudicarsi i token non fungibili per una quotazione di mercato di un vecchio listino, rivendendoli poi al prezzo corrente.
Anche se non ci sono commenti all’accaduto da parte di OpenSea, si stima che l’utente sospettato abbia guadagnato 332 Ether dall’operazione. Una cifra di circa 780.000 dollari.
Non è in realtà la prima volta che la piattaforma si trova davanti a un problema tecnico di questo tipo: il 31 dicembre uno scenario simile aveva destato preoccupazione nei collezionisti, a causa della mancata cancellazione della quotazione quando avveniva il trasferimento a un diverso portafoglio.
In attesa che la situazione venga chiarita, l’accaduto solleva qualche dubbio su un sistema che fa della sicurezza uno dei suoi punti di forza, fornendo spunti e appoggio agli scettici sull’affidabilità degli investimenti nel mercato dei Non-Fungible Token.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/hack-di-openSEA-copertina.jpg7721386Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-25 10:35:232022-02-09 14:04:17Spariti NFT per quasi 1 milione: hackerati OpenSea e Rarible
Il personal branding è l’insieme di attività attraverso cui si definiscono le proprie conoscenze e punti di forza e ci si autopromuove: lo scopo è creare un’immagine chiara della propria persona e/o della propria figura professionale, a cui vengono associate determinate caratteristiche e peculiarità.
Si parla di branding proprio perché nella costruzione del “marchio personale” spesso si utilizzano le tecniche utilizzate in marketing per la promozione di brand e prodotti.
L’idea di base è sempre la medesima, ma ovviamente con le dovute differenze: posizionarsi in un mercato e comunicare i propri valori.
Inutile dire che con l’enorme diffusione della digitalizzazione ha assunto un ruolo maggiore parlare di personal branding in modo particolare in campo digital.
Ad esempio, la maggior parte delle persone ha una brand identity digitale che viene alimentata dall’utilizzo quotidiano di profili social personali, blog e siti web personali, condivisione di recensioni: non prestare attenzione a ciò che si scrive su un post social o non essere coerenti con il tone of voice o con la propria ideologia prima di pubblicare un articolo sul blog personale, significa non prestare particolare attenzione alla propria reputazione digitale e quindi trascurare una particella fondamentale del personal branding.
Basti pensare che già nel 2019, da uno studio condotto da Adecco e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è emerso che molti processi di selezione iniziano proprio dallo scouting della brand identity social del potenziale candidato: il 72% dei recruiter intervistati infatti ritiene importante e veritiera l’attività di osservazione dei profili social dei candidati. Il 44% invece afferma di aver scartato un candidato, dopo averne osservato i profili social.
La breve introduzione e i semplici esempi pratici, servono per inquadrare l’importanza dell’argomento personal branding, prima di fornire alcuni consigli utili per creare il proprio “marchio personale”, lasciare una chiara immagine della propria figura professionale e orientarsi in questo vasto mondo così veloce e così digital.
1. Definire la propria Mission
Proprio come accade per le aziende e i brand, anche i professionisti e le persone hanno una mission: la mission personale è essenziale per la costruzione della propria immagine ed è alla base di una buona strategia di personal branding. Altro elemento da tenere sempre in considerazione è la coerenza nel tempo nei confronti della propria mission.
Per costruirla sarebbe opportuno definire o avere un’idea più o meno chiara dei propri punti di forza e di debolezza.
Di seguito alcune domande utili per la costruzione della mission: “Quali sono le caratteristiche che mi rendono una persona unica? Perché è bello lavorare o passare del tempo con me? Su quale punto di forza dovrò far leva per emergere dalla massa o per farmi affidare quel lavoro che tanto mi piace?”
Per cui, una volta scoperti i propri punti di forza, focalizzarsi su di essi potrebbe essere un buon modo per distinguersi dagli altri ed avere una definizione più profonda di ciò che si può offrire. È importante avere un’idea delle proprie qualità per poterle comunicare al meglio agli altri con onestà e autenticità, in quanto spesso ci si ritrova a doverle descrivere in pochi minuti: e molte volte l’interlocutore è un recruiter o un potenziale committente!
2. Mercato, network e competitor
In questo paragrafo sono racchiusi alcuni elementi importanti del proprio contesto professionale: il mercato stesso in cui si opera, i vari player che gravitano al suo interno e l’insieme dei competitor.
Per entrare a far parte di un contesto (es. lavorare e creare una propria nicchia nell’ambito del fashion marketing a Milano) e iniziare a rendere riconoscibile la propria immagine al suo interno, potrebbe essere utile approfondire la conoscenza dello scenario in cui si sta per entrare: “stringere la mano” anche virtualmente agli altri player del settore, scambiare idee con loro e ascoltare le testimonianze di chi ha maggiore esperienza, entrare in contatto con un mentore (e affidarsi anche alla sua opinione) e imparare dal suo successo, scoprire chi sono i competitor e cosa offrono per sapersi differenziare al meglio, seguire personalità e casi virtuosi su blog di settore o piattaforme social.
Insomma essere parte di un network e costruire una community all’interno per far accrescere la propria “personal awareness” sia on che offline.
Ci sono inoltre altri momenti di condivisione e relazione come eventi, conferenze, corsi di formazione, frequentare uno spazio di co-working e (perché no?!) partecipare ad un aperitivo.
3. Essere online…e farlo bene!
Proiettare la propria presenza online è fondamentale per far conoscere ad una platea ancora più ampia il proprio “brand” personale. Rafforzare la presenza online è un lavoro importante: richiede tempo, forza di volontà ed attenzione. Ma soprattutto una vera strategia di marketing.
Il lato positivo però è che si tratta del metodo più efficace per far conoscere ad un enorme pubblico la propria mission e quindi allargare notevolmente il proprio network e rafforzare il posizionamento del brand personale.
Dopo aver pensato alla mission, definito i punti di forza e aver studiato approfonditamente il contesto in cui si opera, si può passare all’elaborazione della strategia di marketing digitale: bisogna scegliere gli strumenti giusti ed efficaci. Riassumendo in una frase: gli strumenti in grado di raggiungere il target di riferimento.
Si può lavorare sul personal branding in molteplici modi nel mondo digitale:
Aggiornando i profili social personali ed elaborando un piano editoriale
Partecipando ad eventi in diretta o registrando webinar
Creando un podcast
Costruendo un blog o un sito web
Scrivendo una newsletter periodica da inviare al pubblico
Attuando una strategia di digital PR e intervenendo su riviste di settore (se e quando possibile).
Quelli elencati sono solo alcuni strumenti digitali implementabili in una strategia di personal branding. Una volta scelti, si può passare alla strategia di comunicazione e di contenuto.
Bisognerà scegliere ad esempio la tipologia di contenuto con cui si preferisce comunicare tra video, post grafici, infografica, podcast, post con solo copy e altre tipologie. Qual è il modo più efficace per esprimere un’idea e far interessare ed affezionare il pubblico al contenuto?
Di pari passo alla scelta dei contenuti, va la costruzione del tone of voice: come parlare al pubblico? In maniera informale o istituzionale? L’idea è dare consigli su determinati argomenti, esprimere un’opinione o cercare il confronto con la community?
A seconda della risposta varierà anche il tono di voce del contenuto. È consigliabile la produzione di contenuti di qualità e che possano effettivamente apportare conoscenza e utilità all’interlocutore digitale.
Repetita iuvant! Quando si utilizzano le tecniche di personal branding, attenzione a curare la web e social reputation. È opportuno avere sempre a mente la mission (che si vuol comunicare con l’esterno) ed essere fedeli e coerenti nel tempo ad essa. Anche durante azioni quotidiane come la pubblicazione di un post o esprimere un’opinione con una recensione o un commento social!
Quando si inizia a lavorare sul personal branding la strada è lunga e in salita; di sicuro bisogna essere muniti di costanza oltre che di intraprendenza e forza di volontà.
Occorrono tempo e lavoro, come quando si comincia da zero con un brand. Ma se si ha davvero qualcosa di utile da dire, è probabile che qualcuno di realmente interessato ascolterà.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/personal-branding-consigli-pratici.jpg7731376Luca Maucionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maucione2022-01-24 11:00:102022-01-25 10:56:50Personal Branding: consigli pratici per iniziare
Quando Pepsi ha annunciato per la prima volta la sua idea di coinvolgere cinque headliner per l’Halftime Show della cinquantaseiesima edizione del Super Bowl, ha messo in chiaro una cosa: per il 2022, Pepsi vuole diventare più grande che mai.
Sulla base del teaser cinematografico che ha rilasciato per il grande evento, il brand è sulla buona strada.
Pepsi ha infatti rilasciato un futuristico trailer di quasi quattro minuti intitolato “The Call“, con Eminem, Snoop Dogg, Mary J. Blige, Kendrick Lamar e Dr. Dre.
Si tratta dello spot più lungo per pubblicizzare il suo Halftime-show da quando occupa lo spazio, cioè 2013.
Nello spot diretto dall’acclamato regista F. Gary Gray, ognuno degli artisti è alle prese con il proprio processo creativo.
Mentre Eminem è in laboratorio a confrontarsi liricamente con Slim Shady, Mary J. Blige è impegnata in un servizio fotografico.
Snoop Dogg e Dr. Dre si godono gli scenari costieri che hanno ispirato la loro musica per decenni, mentre Lamar si trova tranquillamente seduto alla sua scrivania.
Tutti e cinque gli artisti vengono infine “chiamati” al SoFi Stadium di Inglewood, in California, dove si esibiranno insieme per la prima volta durante il Big Game.
Il trailer fa un uso masiccio di effetti speciali che trasportano cinque grandi leggende nel futuro, sottolineando l’impatto importante delle star che renderanno lo spettacolo di quest’anno un evento eccezionale.
Grande spettacolo, grandi aspettative
Anche se lo spettacolo in sé sarà come una celebrazione dell’hip-hop della West Coast, Kaplan nota che il trailer rende specifico omaggio all’eredità di ogni artista, specialmente Dre, che ha collaborato creativamente con gli altri artisti in cartellone per decenni.
“The Call” guida un’ ampia campagna pre-show del marchio, che include il recente lancio dell’app Super Bowl Halftime Show. Stando a quanto ha dichiarato il brand, la nuova piattaforma includerà filmati dietro le quinte, concorsi a premi ed esperienze coinvolgenti legate all’evento principale.
Il Super Bowl 56 verrà trasmesso da NBC e sul servizio di streaming Peacock di NBCUniversal il 13 febbraio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/PEPSI-halftime-superbowl-copertina.jpg537958Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-20 17:46:082022-01-24 12:55:14Pepsi lancia un incredibile trailer per il Super Bowl con 5 big della musica
Cosa s’intende quando si parla di SEO PR? E in che modo avere conoscenze in materia di SEO può fare la differenza all’interno di una strategia di Digital PR?
Per prima cosa, partiamo dal definire correttamente la sfera delle Public Relation (PR), ovvero quelle attività di comunicazione che hanno lo scopo di costruire e consolidare la relazione del brand con il suo pubblico. Un pubblico fatto di clienti, dipendenti, azionisti, partner commerciali, rappresentanti delle istituzioni o di associazioni industriali o di altre organizzazioni di settore e, più in generale, l’intera comunità in cui l’impresa opera.
Chi si occupa di pubbliche relazioni svolge essenzialmente un lavoro di branding, che trasposto al mondo del web si traduce in Digital PR.
Accanto alle attività di PR tradizionali, quelle di Digital PR svolgono un ruolo complementare in cui il focus è la presenza online, l’interazione con il pubblico e, in generale, tutto ciò che influenza la percezione del brand.
È facile, dunque, intuire come una strategia SEO possa costituire un vantaggio competitivo nelle public relation, prevedendo una serie di operazioni che hanno l’obiettivo di migliorare visibilità e credibilità sul web.
Domain Authority uguale Trust
Lo scopo di una strategia PR è sempre quello di aumentare la notorietà del marchio massimizzando l’esposizione. Ma come fare poi per misurare tutte queste cose e quantificare il risultato raggiunto?
È proprio qui che entra in gioco la SEO PR, ovvero una strategia basata su dati misurabili e in grado di restituire con precisione il ROI, in termini di volumi di traffico, backlink ricevuti.
Se lo scopo delle digital PR è quello di lavorare sulla visibilità e la reputazione del brand, sul piano SEO tutto ciò si concretizza migliorando il posizionamento tra i risultati di ricerca e, di conseguenza, l’authority del sito web.
La Domain Authority (DA) è una metrica molto importante da considerare in quest’ambito: si tratta di un punteggio attribuito al dominio che va a determinare quanto i contenuti all’interno del sito web siano affidabili.
Migliorando la DA, crescerà parallelamente la credibilità delle pagine sotto quel dominio agli occhi dei motori di ricerca, il che è da considerarsi uno step propedeutico per estendere la rete di collegamenti al tuo sito tramite backlink, come vedremo nel paragrafo successivo.
Estendere il network e ottenere backlink
Dal punto di vista del ranking, chiunque si occupi di SEO sa bene quanto una strategia di link building sia determinante per salire in cima ai risultati di ricerca nella SERP.
Questo aspetto coinvolge anche le Digital PR, in cui una strategia di backlink è da intendersi come base per costruire una propria rete di contatti all’interno del settore, ampliare il pubblico e creare sempre più curiosità attorno al brand.
Il posizionamento di un link su pagine web di terzi, infatti, può essere garanzia di affidabilità tanto per gli utenti quanto per il motore di ricerca, soprattutto se il backlink proviene da un sito o di un magazine che godono già di una certa notorietà.
In ambito editoriale, ricevere backlink da un autore o una testata che sono già ben posizionati sul web, significa associare l’immagine del brand a una voce già riconosciuta come autorevole.
L’utente avrà sicuramente uno stimolo in più a cliccare sul link e si aspetterà di trovare informazioni attendibili.
L’analisi del sentiment è un altro aspetto da non trascurare quando parliamo di SEO PR.
La sentiment analysis si occupa di estrarre e analizzare le opinioni espresse dagli utenti riguardo prodotti o servizi e, più in generale, estrarre opinioni da un testo o da un gruppo di testi, partendo dall’elaborazione del linguaggio naturale.
Per delineare un quadro chiaro del sentiment degli utenti, le fonti da cui attingere sono i contenuti generati dagli utenti stessi, come recensioni e commenti sui social media. Ragion per cui ci si riferisce a questa attività anche come social listening.
Analizzare il sentiment è un’azione che può essere svolta manualmente o utilizzando tool basati su sistemi di machine learning, come Talkwalker o MonkeyLearn. Normalmente la seconda opzione è quella più consigliata benché abbia i suoi limiti, primo tra tutti che la macchina non è in grado di comprendere espressioni gergali, commenti sarcastici o ironici.
In linea di massima, avvalersi di una tecnologia di sentiment analysis è utile per processare quantità di dati maggiori in minor tempo, e anche di capire di cosa parlano gli utenti che interagiscono con i canali del tuo brand.
Molti di questi tool di analisi hanno delle funzionalità che permettono l’estrazione di keyword list, utilissime per delineare una panoramica più nitida del sentiment, e capire meglio di cosa parlano gli utenti che parlano del tuo brand su internet.
In che modo posso comprendere meglio il sentiment partendo dalle keyword list? Isolare parole e frasi ricorrenti può essere molto utile per identificare dei trend e capire quali sono gli aspetti che fanno più discutere e in che modo le persone ne parlano.
Di quali aspetti le persone sono soddisfatte? Di cosa, invece, parlano in termini negativi? Per fare un esempio, un’analisi del sentiment di questo tipo potrebbe rivelare un pubblico molto soddisfatto dei prodotti acquistati sul tuo e-commerce ma estremamente deluso dalla qualità del servizio di spedizione.
Avere a disposizione questo tipo di informazioni, ti permetterà non solo di lavorare per migliorare l’esperienza del cliente; ma anche di prevedere contenuti mirati proprio su quei topic che il tuo pubblico sembra apprezzare meno e riconquistare la sua fiducia.
Il ruolo del comunicato stampa nella SEO
Il comunicato stampa è uno strumento fondamentale nelle attività PR e serve essenzialmente a condividere informazioni utili con chi vuole scriverne, che si tratti di organi stampa, blogger o altri siti web.
Non tutte le notizie e gli update del brand necessitano di essere veicolati da un comunicato, normalmente utilizzato quando l’annuncio assume toni più ufficiali.
Ma quale ruolo hanno i comunicati stampa nella SEO? Veicolare un comunicato stampa sul web è soprattutto un lavoro di brand awareness, ma in che modo può portare traffico al sito?
In primis, un comunicato stampa che appare tra i risultati di ricerca nella sezione News di Google attirerà sicuramente un maggior numero di click, in secondo luogo perché se il contenuto è originale e accattivante, sarà più facile trovare siti, magazine o blogger che lo condividano e lo diffondano.
Il che si traduce nell’aumento del traffico sul sito per mezzo di backlink e referral, che di conseguenza portano il sito in cima ai risultati di ricerca.
Attenzione, però: ad oggi i comunicati stampa non sono più un mezzo diretto per l’ottimizzazione per i motori di ricerca, servono piuttosto per portare traffico indirettamente. Ciò non vuol dire che non debbano essere presi in considerazione all’interno di una strategia di SEO PR, ma semplicemente che non devono costituire una priorità.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/SEO-e-digital-PR.jpg6801204Federica D'Arpahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederica D'Arpa2022-01-19 12:30:082022-01-26 12:57:06SEO e Digital PR: ecco perché dovrebbero viaggiare in tandem
La notizia è fresca di giornata ed è ormai ufficiale, Microsoft ha appena acquisito Activision Blizzard, Inc per quasi 70 miliardi di dollari. Activision Blizzard è leader nello sviluppo di videogiochi e publisher di contenuti d’intrattenimento interattivo, con titoli leggendari e giocatissimi, tra cui “Call of Duty”, “Candy Crush”, “Warcraft”, “Diablo”, “Overwatch” e “Hearthstone”.
Questa acquisizione accelererà la crescita del business gaming di Microsoft su dispositivi mobile, PC, console e cloud. Si tratta di un colpo enorme, persino più grande di quello dello scorso anno che portò la società a inglobare gli Studios Bethesda.
Satya Nadella CEO Microsoft
Il potere del gaming: intrattenere e cambiare le regole del gioco
I videogiochi sono più di un semplice business dell’intrattenimento in forte espansione, stanno rimodellando il modo in cui interagiamo con il mondo e questa transizione ne è un esempio chiarissimo. Il gaming ispira l’innovazione spingendo aziende come Microsoft a creare nuove tecnologie per servire miliardi di giocatori in tutto il mondo.
Le parole di Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming
Secondo le dichiarazioni di Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, presto il colosso della tecnologia offrirà il maggior numero possibile di giochi Activision Blizzard all’interno di Xbox Game Pass e PC Game Pass, sia nuovi titoli che giochi dall’incredibile catalogo di Activision Blizzard.
Microsoft infatti prevede di aggiungere molti dei giochi di Activision a Xbox Game Pass una volta concluso l’accordo. Con l’acquisizione di Activision, Microsoft pubblicherà presto franchise come Warcraft, Diablo, Overwatch, Call of Duty e Candy Crush. Grazie a questa acquisizione, a oggi Xbox Game Pass ha più di 25 milioni di abbonati.
Cosa accadrà finita la transizione tra Microsoft e Activision Blizzard
Quando la transazione sarà ufficialmente conclusa, Microsoft diventerà la terza società di giochi al mondo per fatturato, dietro Tencent e Sony.
Bobby Kotick ricoprirà il ruolo di CEO di Activision Blizzard fino alla chiusura di questa transazione. E infatti Activision Blizzard e Microsoft Gaming continueranno a lavorare in modo indipendente. Una volta concluso l’accordo, l’attività di Activision Blizzard passerà a Phil Spencer. Tra l’altro, voci di corridoio, dicono che Kotick non rimarrà una volta che l’accordo sarà completamente chiuso.
L’accordo dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno fiscale 2023. È un lungo periodo di tempo, ma Activision Blizzard opera in diversi mercati, il che potrebbe rendere più complicata l’approvazione normativa per Microsoft.
Obiettivi e scenari futuri
Satya Nadella, CEO di Microsoft ha invece detto che questa transizione giocherà un ruolo chiave nello sviluppo di piattaforme metaverse.
Ha poi aggiunto che la società sta investendo profondamente in contenuti, community e cloud di livello mondiale per inaugurare una nuova era di gioco che metta giocatori e creatori al primo posto e renda il gioco sicuro, inclusivo e accessibile a tutti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/Microsoft-acquisisce-Activision-Blizzard.jpg537958Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2022-01-18 19:30:292022-01-24 13:01:43Microsoft ha acquisito Activision Blizzard: bomba nel mondo del gaming
Walmart si unirà a Facebook, Nike, Ralph Lauren, Bumble, Disney e altre società con l’intenzione di rivendicare il proprio spazio tra i big del metaverso.
Stiamo parlando della più importante multinazionale americana di vendita al dettaglio che gestisce una catena d’ipermercati, grandi magazzini, discount e negozi di alimentari.
Oltre a essere la più grande azienda al mondo per fatturato, è anche quella che dà più lavoro privato, con ben 2,2 milioni di dipendenti.
Le mosse di Walmart: cosa sappiamo
Secondo il canale televisivo statunitense CNBC, la società ha depositato diversi nuovi marchi con l’intenzione di produrre e vendere beni virtuali. In uno dei brevetti, si dice che abbia incluso la possibilità di offrire agli utenti una valuta virtuale e NFT.
In pratica ha depositato diversi marchi il 30 dicembre, suggerendo piani per iniziare a vendere beni virtuali. Tra questi sono inclusi elettronica, giocattoli, elettrodomestici, attrezzature sportive, abbigliamento, decorazioni per la casa e tanto altro.
Ad agosto, la società aveva già pubblicato un annuncio di lavoro sul suo profilo LinkedIn alla ricerca di un esperto di criptovalute. L’elenco delle offerte di lavoro però è stato rimosso. Non è chiaro se il ruolo sia stato ricoperto o meno.
A metà settembre invece emerse la notizia dell’implementazione dei pagamenti con la criptovaluta Litecoin nei suoi negozi. Questa si rivelò poi falsa. Per finire, nel mese di ottobre, ha anche collaborato con la società di criptovalute Coinstar e l’exchange di criptovalute Coinme per installare 200 ATM Bitcoin nei suoi negozi negli Stati Uniti.
Walmart utilizza la tecnologia blockchain per la gestione della catena di approvvigionamento, i mercati dei clienti e gli elettrodomestici intelligenti già dal 2018.
Secondo l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, Walmart ha presentato sette domande separate alla fine del mese di dicembre. Recentemente infatti la società ha dichiarato il suo desiderio di esplorare continuamente il modo in cui le tecnologie emergenti possono dar forma alle future esperienze di acquisto e che sta presentando regolarmente domande di marchio per entrar a far parte del processo d’innovazione.
Walmart non è l’unico che sta rivolgendo la sua attenzione al mondo virtuale. Sono diversi i brand, incluso lo stesso Facebook. Tutti sappiamo che si è rinominato Meta e ha annunciato pubblicamente i suoi obiettivi d’investire ed espandersi nel metaverso, uno spazio virtuale in cui le persone possono interagire digitalmente utilizzando gli avatar.
Tra l’altro sono tante le aziende, specialmente brand di moda, tra cui Gucci, Nike, Adidas, Gap e Under Armour, che hanno testato con successo le NFT nell’ultimo periodo.
Frank Chaparro, redattore capo della rivista di criptovalute “The Block”, sostiene che gli NFT e il metaverso potrebbero essere paragonati agli albori dell’eCommerce, a metà degli anni ’90. Ecco perché le aziende non vogliono rischiare di perdere quella che potrebbe essere la prossima rivoluzione del mondo degli affari.
Un mondo ancora da esplorare
Nonostante i piani di diverse realtà di voler entrare a far parte del metaverso, non tutti sono sicuri di come creare un metaverso a tutti gli effetti. Gli analisti di Morgan Stanley hanno affermato che potrebbe essere un’opportunità da 8 trilioni di dollari, ma la sfida reale è convincere i consumatori a parteciparvi.
Tuttavia, Walmart ha visto prosperare le sue vendite online nel 2021, con un fatturato di 11,1 miliardi di dollari nel terzo trimestre, come si evince dal rapporto di Digital Commerce 360.
E a tal proposito, in rete sta girando un video che presumibilmente mostra come Walmart immagina lo shopping nel metaverso. In realtà il video in questione non è recente. La clip infatti fu realizzata per Walmart da un’agenzia digitale, ed è stata effettivamente presentata al Festival SXSW 2017 quando la parola metaverso non esisteva nemmeno!
Se siete curiosi di dargli occhiata, eccolo qua:
Troviamo un avatar che spulcia tra gli scaffali di generi alimentari virtuali, raccogliendo e lanciando a caso oggetti in un carrello della spesa.
Il video, quindi, non ha nulla a che fare con l’attuale ondata di clamore del metaverso che si sta diffondendo nella Silicon Valley, ma non ci sono notizie sul fatto che Walmart sia rimasto fedele a questo concetto e su come sarebbero i suoi negozi virtuali oggi. Le cose potrebbero essere diverse questa volta?
Non possiamo fare a meno di chiederci se i nuovi mondi virtuali potrebbero davvero avere successo, permettendo a tutti noi d’indossare cuffie VR, magari per riunioni d’ufficio, popolate da avatar di clown, robot, cowboy e sirene!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/Walmart-metaverso.jpg534952Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2022-01-17 14:00:132022-01-24 13:01:58Anche Walmart entra nel metaverso: ecco cosa sappiamo
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