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Panoramica EdTech: numeri, trend e investimenti nel settore

Sono molti gli aspetti della nostra vita ad essere cambiati, per via del coronavirus, nell’ultimo anno. Tuttavia, una delle tendenze più evidenti è rappresentata dall’utilizzo forzato della tecnologia, in quasi ogni aspetto della nostra vita.

Questa “rivoluzione digitale” non è di certo arrivata all’improvviso, anzi, precede la pandemia di molti anni. Ma di fronte ai rigidi blocchi, la nostra dipendenza dai dispositivi digitali per tutto, dal lavoro alla vita sociale, possiamo affermare che è aumentata da un giorno all’altro.

Siamo arrivati a un punto di svolta e ora sembra certo che la tecnologia giocherà un ruolo ancora più importante nelle nostre vite, anche una volta tornati alla cosiddetta “normalità”.

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Il volto mutevole dell’EdTech

Un settore in cui questa tendenza è stata particolarmente evidente è quello dell’educazione.

Questo dettaglio forse può essere sfuggito a chi non ha figli o non è direttamente coinvolto nel sistema educativo, ma come molti possono testimoniare, c’è stato un grande cambiamento al riguardo.

L’ormai diffuso trasferimento della didattica dalla scuola alla casa ha dato il via a un movimento di integrazione digitale, che promette di restare. Basta guardare le previsioni di HolonIQ per la spesa in EdTech nei prossimi anni.

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Prima dell’arrivo del Covid, HolonIQ aveva previsto che l’importo speso in EdTech a livello globale sarebbe aumentato da 183 miliardi di dollari nel 2019 a 341 miliardi di dollari entro il 2025. Questa è già una traiettoria di crescita impressionante. Ma in una stima post-Covid, l’azienda ha rivisto la sua cifra a 404 miliardi di dollari.

Questo è un tasso di crescita annuale composto del 12,2% nei prossimi 5 anni da una base del 2020 di 227 miliardi di dollari. Che si tratti di realtà aumentata, realtà virtuale, AI, robotica o blockchain, è stata aperta la porta alle aziende che offrono tecnologie in grado di cambiare il modo in cui le persone imparano.

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E il cambiamento arriva al momento giusto: si stima che ci saranno circa 2 miliardi di studenti in più in tutto il mondo entro il 2050.

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Con la crescita del PIL e l’emergere di classi medie benestanti nei mercati in via di sviluppo, sempre più persone avranno bisogno di istruzione. L’assenza di un certo livello di istruzione nell’infanzia non è più un’opzione per una parte crescente del mondo.

La tecnologia dovrà intervenire dove le infrastrutture fisiche non possono. Oggi, i dipendenti con competenze specifiche, quelli che vengono chiamati i “lavoratori della conoscenza“, stanno diventando sempre più attraenti per i datori di lavoro. Non solo questo sta costringendo più individui a perseguire una formazione post-secondaria, vale a dire una laurea o qualcosa di equivalente, ma sta anche portando all’aumento dell’apprendimento degli adulti.

Per rimanere competitivi in un mondo di robotica, automazione e di rapidi progressi tecnologici, sarà necessaria una costante riqualificazione e aggiornamento delle competenze. L’apprendimento permanente diventerà la norma, che include l’apprendimento sul lavoro ma anche inteso come processo di evoluzione personale.

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Stretched at the seams

La realtà è che i sistemi educativi di oggi non sono stati costruiti per una crescita enorme. Infatti, stanno già cedendo sotto la pressione delle richieste attuali.

Come abbiamo visto in innumerevoli altri settori, la tecnologia rappresenta una soluzione potente. Che si tratti di banche, vendita al dettaglio o sanità, la digitalizzazione può ridurre i costi, aumentare l’efficienza e, infine, estendere la capacità.

Tuttavia, fino ad ora, l’istruzione è stato un settore che ha tardato ad evolversi dal punto di vista digitale. Se torniamo indietro di soli due anni fino al 2019, la spesa digitale rappresenta appena il 3,1% della spesa totale per l’istruzione a livello globale.

Il potenziale di crescita colossale è stato notato anche dai venture capitalist. Gli investimenti in EdTech sono aumentati di molto tra il 2010 e il 2020, con il 2020 che è stato l’anno del blockbuster.

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Ma sta anche diventando un’opportunità sempre più valida per gli investitori regolari grazie ad un marcato aumento delle IPO nel settore dell’istruzione negli ultimi cinque
anni.

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Tuttavia, questa rimane un’opportunità ancora difficile da cogliere. Nonostante la forte crescita del settore EdTech, anni di sottoutilizzo rappresentano una base molto bassa.

Il market cap per le aziende educative a livello globale è attualmente di circa 300 miliardi di dollari contro un mercato totale di 5 trilioni di dollari. Confrontando questo dato con un market cap globale di 5 trilioni di dollari per le aziende sanitarie, contro un mercato totale di 8 trilioni di dollari, si noterà come la scala dei potenziali rendimenti a lungo termine inizi a diventare più evidente.

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Infatti, anche se la spesa EdTech soddisfa la nuova previsione di HolonIQ di 404 miliardi di dollari entro il 2025, rappresenterà solo il 5,2% della spesa totale per l’istruzione in tutto il mondo.

Possiamo affermare come l’evoluzione del settore Ed tech sia tuttora in atto e come il Covid sia stato un acceleratore. E grazie a una combinazione tra i sottoinvestimenti e quella che sarà la futura dipendenza digitale degli studenti in tutto il mondo, le prospettive sembrano estremamente positive.

Saranno i primi investitori ad essere ricompensati di più.

Deliveroo, quotazione in borsa e fondo premio da 18milioni per i rider

Deliveroo, la piattaforma inglese leader dell’online food delivery, annuncia la propria quotazione alla Borsa di Londra, dopo l’aumento del giro d’affari provocato dalla pandemia, con una valutazione iniziale di oltre 7 miliardi di dollari, di cui una piccola quota riservata ai clienti. Nello stesso giorno dell’offerta pubblica iniziale (IPO) sarà lanciato, in contemporanea, il Fondo “Thank You Fund” da 18 milioni di euro (22,2 milioni di dollari) per ricompensare i rider che hanno realizzato un numero di consegne record.

La startup della consegna di cibo a domicilio, di cui Amazon detiene il 16%, rivela l’intenzione di premiare i riders con dei bonus che oscillano da 210 a 11.500 euro.

Il boom del delivery provocato dal lockdown sul bilancio finanziario

In occasione della comunicazione dell’imminente Ipo, la società divulga anche la performance finanziaria e operativa realizzata nel 2020 con il boom del delivery. Complice il lockdown e l’emergenza pandemica, Deliveroo ha registrato un aumento del 64% del valore lordo delle transazioni elaborate su piattaforma (GTV), con un salto da 2,5 miliardi nel 2019 a 4,1 miliardi di sterline (5,7 miliardi di dollari nel 2020). Il tasso di esecuzione (run-rate) del solo quarto trimestre 2020 ammonta ad oltre 5 miliardi di sterline. La forte crescita è stata stimolata da un aumento dei clienti attivi per mese e da un maggiore coinvolgimento della base di utenti, corrispondente a circa 6 milioni di consumatori attivi mensili, con un flusso in crescita costante.

«Oggi Deliveroo è molto più grande di quanto avrei mai pensato possibile – sottolinea il CEO Will Shu, fondatore della società – Stiamo costruendo cucine delivery-only (solo per le consegne), consegniamo prodotti alimentari, costruiamo strumenti per i ristoranti per portarli nell’era digitale. Nonostante tutto ciò che abbiamo realizzato, crediamo davvero di essere ancora all’inizio”.

E aggiunge: “Molte cose sono cambiate da quando abbiamo intrapreso la nostra attività otto anni fa, nel 2013, ma due cose restano costanti: l’essere focalizzati sempre sul cliente e su tutto ciò che riguarda il cibo”.

Will Shu

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I conti in rosso e la valutazione ‘eccessiva’ da 7miliardi

Nel corso dell’anno, Deliveroo ha ridotto le perdite a 223,7 milioni di sterline, rispetto ai 317 milioni del 2019, sollevando tuttavia dubbi rispetto alla sua valutazione da 7 miliardi di dollari, “eccessiva per un’azienda che è ancora a molti anni dal profitto”, come  evidenzia la Warwick Business School. E, soprattutto, con i conti in rosso.

I settori della ristorazione e dell’alimentare rappresentano un mercato potenziale di 1.200 miliardi di sterline nei 12 mercati in cui Deliveroo è presente, di cui secondo le stime solo il 3% delle vendite sarebbe online.

Le prospettive di crescita potenziale del mercato del delivery

L’online food delivery presenta un enorme potenziale di crescita, secondo l’azienda, che insiste: «Quando nei mercati è stato possibile tornare a consumare pasti nei ristoranti in seguito al lockdown, abbiamo continuato a registrare un coinvolgimento dei consumatori e una frequenza degli ordini molto forti».

Deliveroo conta circa 100.000 riders e 115.000 commercianti di prodotti alimentari in 12 mercati in tutto il mondo.

Il “Thank You Fund” sarà attivato a livello globale nel giorno della quotazione in borsa e coprirà circa 36mila rider, individuati sulla base del numero di ordini consegnati e premiati secondo una fascia progressiva compresa tra i 550 e gli 11.500 euro. Tutti i rider che abbiano lavorato con Deliveroo per almeno un anno e completato 2mila ordini riceveranno, riceveranno 210 euro, mentre il bonus medio oscillerà intorno ai 550 euro.

“I rider sono il cuore del nostro business e noi vogliamo premiare il loro impegno, che ha aiutato Deliveroo a diventare quella che è oggi – afferma Will Shu – La loro dedizione ci ha permesso di crescere e di offrire la migliore esperienza di food delivery al mondo, oltre a permettere alle persone di stare al sicuro a casa nel corso della pandemia globale”.

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L’intervento della magistratura a tutela dei lavoratori impegnati nella consegna a domicilio

Se Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Foodora sono finiti nel mirino della Procura di Milano, che ha condotto una maxi indagine sul trattamento dei fattorini, prevedendo sanzioni per 733 milioni di euro per le principali aziende di delivery che operano in Italia e l’assunzione di 60mila rider con contratto di lavoro coordinato e continuativo, anche nel Regno Unito la Corte Suprema ha emesso una sentenza secondo cui i conducenti di Uber dovranno essere classificati come ‘lavoratori’ e non come appaltatori indipendenti, con diritto alle ferie e alle pensioni pagate. Questo potrebbe avere effetti, quindi, anche sulle consegne da asporto a domicilio, provocando un aumento dei costi del servizio sia per i ristoratori che per i clienti.

La quotazione in borsa sul modello della doppia classe

L’offerta iniziale in borsa prevederà una struttura di azioni a doppia classe per i primi tre anni dalla quotazione, replicando il modello delle big tech che hanno consentito ad esempio a Mark Zuckerberg di mantenere il controllo per Facebook. Shu riceverà 20 voti per azione, mentre gli investitori ordinari avranno un solo voto per azione. L’accordo scadrà dopo tre anni. Successivamente, Deliveroo passerà ad una struttura a classe unica. L’azienda precisa, inoltre, di voler rimanere concentrata sugli investimenti per generare crescita nel nascente mercato dell’online food market e di voler continuare a investire nel suo marketplace principale migliorando l’esperienza di consumo.

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LifeGate Wall: Opel inaugura il muro dedicato alla sostenibilità tra i palazzi di Milano

Nasce a Milano LifeGate Wall, il progetto promosso da LifeGate che inaugura con Opel, in via Canonica 25, il primo murale dedicato alla sostenibilità ambientale e sociale. Attraverso la street art, una parete di 200 metri quadrati tra i palazzi cittadini, vuole rivolgere alla cittadinanza messaggi legati alla salvaguardia degli ecosistemi e alla riduzione degli squilibri sociali.

Opel è promotrice della rinascita dei centri urbani attraverso la scelta di una mobilità sostenibile e presenta “Simply Electric”, il murale che ha come soggetto un grande fiore a rappresentare la rinascita della natura, frutto di abitudini e comportamenti che ognuno di noi deve portare avanti con responsabilità nei confronti dell’ambiente.

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Le dichiarazioni di Enea Roveda, CEO Di LifeGate:

Da oltre vent’anni ci occupiamo di sostenibilità e siamo convinti che il coinvolgimento dei singoli individui sia fondamentale per diventare parte del cambiamento, attraverso scelte e abitudini quotidiane. Siamo felici di dedicare alla nostra città uno spazio che parla di ambiente, di rispetto e di futuro, per i cittadini milanesi e per le prossime generazioni.

Il commento del Direttore di Brand Opel Italia, Fabio Mazzeo:

L’impegno di Opel verso la mobilità sostenibile è tangibile. La nostra gamma di veicoli elettrificati si amplia sempre più e durante quest’anno raggiungerà 9 vetture e 3 veicoli commerciali elettrificati, un impegno concreto. Una mobilità accessibile ad un vasto pubblico, come nella migliore tradizione di Opel da oltre 120 anni.

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I murales sono ideati e realizzati dal collettivo Orticanoodles, lo pseudonimo di due street artisti italiani, Walter “Wally” Contipelli e Alessandra “Alita” Montanari, che dal 2004, dalla base operativa nel quartiere Ortica di Milano, ha riempito oltre 15 mila metri quadrati di muri della città e ha fatto la sua comparsa tra le strade delle principali città europee.

Abbiamo deciso di rappresentare un fiore in quanto simboleggia perfettamente il momento delicato che stiamo attraversando, in cui la Natura indica la via per mantenere una corretta condotta nel rapporto infinito tra Uomo e Ambiente. L’opera è realizzata con una speciale pittura che rimuove dall’aria sostanze nocive andandola a purificare: così come un vero fiore compie la sua quotidiana azione di bilanciare l’equilibrio naturale, così la nuova opera permetterà al quartiere di respirare un’aria più pulita.

spiega Wally degli Orticanoodles.

trend mondo del lavoro

I trend che avranno un impatto sul mondo del lavoro nel prossimo futuro secondo Visier

Il 2020 è stato l’anno più lungo e più veloce di sempre. Una cosa che ricorderemo tutti di questo periodo è come il lavoro e la vita si siano scontrati, rendendo meno netto il confine tra professione ed esperienze umane. E mentre riflettiamo su tutto ciò che abbiamo superato (lockdown, remote working, uno stile di vita socialmente distante e livelli aumentati di stress e ansia) ci chiediamo cosa ci aspetterà nei mesi a venire.

Sicuramente, nel 2021, i professionisti delle risorse umane di tutto il mondo continueranno ad affrontare sfide importanti, mentre cercheranno di adattarsi ulteriormente alle norme alimentate dalla pandemia. Ma che ne sarà dei lavoratori nel 2021 ormai inoltrato?

Proviamo a scoprirlo attraverso il report di Visier che, attraverso interviste con i leader di pensiero delle risorse umane, dati di benchmarking e ricerche di terze parti, ha fatto emergere le tre aree critiche in cui i leader dovranno ripensare i loro approcci al talento.

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Come possiamo rispondere alle esigenze mutevoli dei talenti?

Secondo Visier, l’imprevedibilità della pandemia ha imposto alle organizzazioni di passare dalla pianificazione strategica a lungo termine, alla pianificazione operativa settimanale o mensile, anziché annuale. Le assunzioni sono diminuite e la pianificazione della forza lavoro molto spesso è stata interrotta, a causa delle assenze, dei cambiamenti comportamentali dei dipendenti, della resistenza a determinate condizioni e dal turnover.

Quando torneremo alla normalità, ci saranno più remote worker part-time o full-time. Perciò abbiamo bisogno di analisi più avanzate per gestire questo tipo di lavoratori in modo efficace” afferma Russell Klosk, Strategy Principal Director di Accenture. Infatti, anche se il remote working ha favorito le assunzioni di talenti che in precedenza erano considerate geograficamente impossibili, trova resistenza su determinate condizioni del lavoratore. Ad esempio, favorisce le persone senza figli, che hanno ampi spazi per poter lavorare da casa.

Attualmente, l’ansia dei dipendenti è alle stelle e i sondaggi di PwC rivelano che il rischio li scoraggia dal tornare sul posto di lavoro:

  • il 51% dei dipendenti teme di ammalarsi al ritorno sul posto di lavoro
  • il 50% vorrebbe che fossero stabilite misure di sicurezza sul lavoro, per sentirsi a proprio agio nel tornare
  • il 45% vorrebbe che i requisiti di sicurezza e igiene fossero implementati anche per i clienti che entrano in ufficio
  • il 35% vorrebbe utilizzare la tracciabilità dei contatti, con notifiche in tempo reale se a un collega viene diagnosticato il COVID-19

Le risorse umane, perciò, dovranno adattarsi ad una nuova forma di lavoro ibrida, dove salute e sicurezza saranno la priorità assoluta. Gli HR dovranno premurarsi di implementare linee guida più rigorose, inclusi regolari test sanitari, controlli del benessere psico-fisico dei dipendenti, pulizia degli uffici e nuova formazione sulla sicurezza.

sicurezza lavoro covid-19

Queste priorità in materia di salute e sicurezza dovranno tradursi anche in una maggiore attenzione sui tipi di benefici offerti dalle organizzazioni. I lavoratori, infatti, non saranno più interessati agli stessi vantaggi: prima prediligevano buoni pasti, convenzioni con bar, ristoranti e palestre nei pressi dell’ufficio, aree relax e sale gioco, mentre ora cercheranno risorse per migliorare il loro benessere personale e familiare. Ad esempio benefits che promuovono la forma fisica, che supportano la salute mentale, che alleggeriscono gli oneri del lavoro a distanza e che affrontano le maggiori difficoltà di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Sempre PwC ha rilevato che:

  • il 36% dei dipendenti vorrebbe vedere più umiltà, compassione e comportamenti empatici da parte dei leader;
  • il 33% vorrebbe vedere un investimento aziendale in attività che garantiscano il benessere psico-fisico;
  • il 72% vorrebbe continuare a lavorare a distanza anche dopo la pandemia.

In secondo luogo, sarà necessario pianificare la forza lavoro in modo più agile, concentrandosi sulle competenze, piuttosto che sui ruoli già esistenti, e garantire formazione ed avanzamento di carriera in modo equo, tra dipendenti che lavorano in ufficio e persone che decidono di restare in remote working.

Visto che molte aziende stanno iniziando ad utilizzare nuove tecnologie per ottenere maggiore efficienza nella produttività, sarà necessario un miglioramento delle competenze e una riqualificazione dei dipendenti a livello più ampio. E strumenti come l’intelligenza artificiale adattiva che sviluppa, deduce e normalizza le definizioni delle competenze e le qualifiche professionali, potranno aiutare gli HR a identificare e far crescere queste nuove opportunità, in linea con le mutevoli esigenze dell’organizzazione.

L’agilità dovrà diventare una competenza aziendale fondamentale e mettendo in pratica strategie ponderate di assunzione del rischio sarà possibile uscire da questa crisi più forti dei propri concorrenti.

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Il rischio può essere gestito, ma deve essere fatto in modo mirato per aiutare i dipendenti a rimanere produttivi” Matt Stevenson, Workforce Strategy & Analytics Practice di Mercer

Come dobbiamo mobilitarci in termini di Diversità & Inclusione?

Negli ultimi anni, è stato fatto pochissimo in termini di “diversità e inclusione”. Un sondaggio di Gartner ha rilevato che “solo il 36% dei leader di D&I ha segnalato che la propria organizzazione è stata efficace in costruire una forza lavoro diversificata”.

Ad esempio, Visier mostra che, le donne continuano ad avere meno probabilità di carriera nei ruoli dirigenziali rispetto agli uomini. Ma, ora è arrivato il momento di agire. Le aziende devono capire che la diversità non è solo un bene per le persone, ma anche per loro stesse, ed i rischi che corrono a non adeguarsi includono multe e azioni legali.

Sapere dove si trova l’organizzazione nel complesso termini di diversità è un buon punto di partenza. E man mano che vengono adottate nuove innovazioni, gli HR dovranno assicurarsi che gruppi specifici di persone non vengano lasciati indietro.

Perciò Kelly Reed, amministratrice delegata della Lockton Companies consiglia di raccogliere dei dati per comprendere e far progredire il D&I nelle aziende, ad esempio assunzioni, promozioni e analisi di equità retributiva (a livello operativo), sondaggi sui dipendenti (a livello esperienziale) e delle analisi della rete organizzativa (a livello comportamentale).

I leader delle risorse umane possono aiutare, bloccando le loro funzioni di gestione dei talenti, tra cui la pianificazione della forza lavoro, il reclutamento, la riqualificazione, il passaggio al lavoro remoto e l’adattamento alle nuove esigenze o richieste di personale. Ma non possono farlo da soli. Devono essere collegati e lavorare in sincronia con gli altri reparti, inclusi finanza, supply chain e marketing. Tutti i reparti devono essere sulla stessa pagina lavorando su una piattaforma unificata che condivide i dati in modo che tutti possano prendere decisioni con le stesse informazioni. 

D&I diversità e inclusione

Quali sono le nuove aspettative sull’esperienza dei dipendenti?

Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è essere preparati agli imprevisti. Le aziende sono cambiate molto nell’ultimo anno e mentre ci prepariamo per il 2021, dobbiamo prendere quelle lezioni apprese e prepararci a tutto. In altre parole, dobbiamo essere agili.

In questo nuovo anno, tutte le aziende saranno sotto pressione per crescere e ottimizzare i profitti, riprendendosi dall’anno in cui siamo appena sopravvissuti, ma allo stesso tempo affrontando nuove sfide post-pandemiche. I leader delle risorse umane devono assumere un ruolo proattivo nell’aiutare le aziende a superare questi cambiamenti.

E mentre con il vaccino ci stiamo dirigendo verso il ritorno alla “normalità”, vediamo emergere una forza lavoro ibrida: alcune aziende torneranno alle operazioni pre-pandemia, ma molte vedranno aumentare le richieste di flessibilità, dato che il lavoro a distanza ha dimostrato di funzionare. Se i dipendenti continueranno a lavorare in remoto sarà necessario acquisire le migliori tecnologie e le risorse necessarie per renderli più produttivi e collaborativi.

Tuttavia, sebbene dare la priorità alla personalizzazione, alla flessibilità, all’accesso su richiesta e alle opportunità di crescita sia un buon inizio per un’esperienza positiva per i dipendenti, non è una soluzione valida per tutti. Ogni paese, settore, organizzazione e team avrà nuove aspettative e richieste dei dipendenti e spetterà alle risorse umane re-inventarle.

Conclusioni

In un ambiente caratterizzato da estrema incertezza, tracciare un percorso in avanti non è facile. Ma molti leader hanno accettato la sfida e l’hanno focalizzata sulla connessione tra persone e sull’agilità aziendale.

Ora più che mai ci sono opportunità per:

  • garantire la sicurezza del posto di lavoro
  • spostare l’ago sul benessere psico-fisico del dipendente
  • esplorare le opzioni di riqualificazione per la forza lavoro
  • identificare leader informali che possono guidare l’azienda nei momenti di incertezza
  • dipingere un quadro di interventi da mettere in atto per raggiungere l’uguaglianza

Maggiori dettagli nell’infografica di PwC e nell’infografica di Deloitte.

Il giusto mix di grinta, empatia e tattiche di assunzione di rischi ponderati possono aiutare le organizzazioni resistere alle esigenze di oggi e prosperare domani.

Reddit nomina Drew Vollero CFO e si prepara a quotarsi in borsa

Reddit nomina Drew Vollero, ex dirigente di Snap Inc, primo Chief Financial Officer (CFO). L’incarico del nuovo direttore finanziario coincide con la prospettiva di quotazione in borsa del sito di social news, intrattenimento e forum, fondato sul concetto di networking tra community.

“Ci stiamo pensando. Stiamo lavorando per quel momento”:

sottolinea l’amministratore delegato di Reddit, Steve Huffman in risposta alle sollecitazioni della stampa sull’ipotesi di un’eventuale istanza di offerta pubblica iniziale (IPO) dei titoli della società sul mercato finanziario. Ancora nessuna tempistica ufficiale per il deposito, però: “Diventare pubblico è qualcosa a cui pensiamo, ma non abbiamo piani specifici e un calendario”, dichiara il portavoce.

Drew Vollero entrerà ufficialmente in carica come direttore finanziario a fine mese e si occuperà di fiscalità, audit, pianificazione finanziaria, pubblicità, finanziamento delle vendite, approvvigionamento e relazioni con gli investitori.

Il compito di Vollero – 55 anni e più di 30 anni di esperienza in ruoli finanziari in Mattel Inc, Yum Brands, Taco Bell, PepsiCo, Snap e Allied Universal – consisterà nel condurre Reddit verso il processo di creazione della società per azioni, come accaduto nel 2017 con Snap, accompagnando l’azienda verso la sua IPO da 33 miliardi di dollari.

La crescita registrata da Reddit nel 2020 e il piano recruiting: raddoppiare i dipendenti nel 2021

“Il 2020 è stato un anno fondamentale”, afferma Huffman, che delinea anche il piano di recruiting. Infatti, in relazione a quanto dichiarato a The Wall Street Journal, a Vollero seguirà l’assunzione di molti nuovi dirigenti, con la previsione di raddoppiare il numero di dipendenti a 1.400 nel 2021.

Gli introiti pubblicitari sono aumentati del 90% nel quarto trimestre in confronto all’annualità precedente. Più di 52 milioni di utenti attivi visitano Reddit ogni giorno, oltre 100.000 le comunità tematiche o forum secondari ospitati in piattaforma. A dicembre la società ha acquisito Dubsmash, un’App social incentrata sui video per competer con TikTok.

Nel mese scorso, l’azienda ha raccolto 250 milioni di dollari di nuovo capitale (il più grande round di venture capital), con una valutazione stimata in 6 miliardi di dollari, ovvero il doppio rispetto ai due anni precedenti.

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Super Bowl

Reddit, il caso GameStop e lo spot durante il Super Bowl

Una crescita esponenziale favorita dal balzare di Reddit all’attenzione della cronaca nelle scorse settimane per il caso GameStop dopo che i day trader si sono uniti sul popolare forum “Wallstreetbets” del sito web, innescando il rally di molti titoli allo scoperto, con effetto una fortissima oscillazione al rialzo di titoli come GameStop e AMC a Wall Street.

Interesse fortissimo suscitato da Reddit anche in occasione del Super Bowl, quando ha acquistato uno spot pubblicitario di appena 5 secondi con il lancio del claim, in riferimento al caso GameStop:

“Quando le persone si uniscono davanti a qualcosa a cui tengono, succedono cose potenti”.

Huffman, tra i co-fondatori di Reddit, è tornato a gestire il sito nel 2015, lavorando per frenare l’incitamento all’odio e all’abuso digitale, rinnovando i termini di servizio per mettere fuori legge i contenuti nocivi di alcuni forum.

Obiettivo, espresso da Huffman, è di utilizzare i finanziamenti per espandere l’attività, incluso il team finanziario, ma soprattutto rendere Reddit più mainstream, migliorando il prodotto, in linea con competitor come Facebook e Twitter.

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Le performance dei creator su YouTube del settore Entertainment analizzate da Buzzoole

Oltre 2 miliardi di utenti ogni mese accedono a YouTube e ogni giorno i visitatori guardano oltre un miliardo di ore di video, generando miliardi di visualizzazioni. Challenge, miniserie e sketch comici sono i trend che registrano un maggiore seguito e coinvolgimento, in particolare per il target più giovane come la Generazione Z.

Star e Rising Star

A tal proposito, nell’ambito degli appuntamenti mensili con i “Buzzoole Rankings”, torna l’Osservatorio istituito da Buzzoole, martech company specializzata in tecnologie e servizi per l’Influencer Marketing, per analizzare le performance dei creator su YouTube del settore Entertainment. Grazie al tool Buzzoole Discovery, infatti, sono state stilate due differenti classifiche: “Star” per gli influencer con più di 500.000 subscriber e “Rising Star” per i profili con meno di 500.000 subscriber, nel periodo gennaio 2020-gennaio2021.

Sul podio della classifica “Star”, per il terzo anno consecutivo, la medaglia d’oro va a Ipantellas, il duo comico formato da Jacopo Malnati e Daniel Marangiolo, i quali hanno registrato circa 3,5 milioni di visualizzazioni in media rispetto ai video pubblicati (1 milione di views/post in meno, ma con 11 video pubblicati in più, rispetto alla precedente classifica). Anche per il secondo posto si riconfermano Sofì e Luì in arte i Me contro Te, gli youtuber più amati dai bambini, per i quali hanno realizzato quasi un video al giorno da cui hanno ottenuto in media oltre 3,2 milioni di visualizzazioni nel periodo analizzato.
 Il bronzo va al trio comico Gli Autogol, formato da Michele Negroni, Alessandro Iraci e Alessandro Trolli. I tre amici, tra imitazioni e parodie sportive, hanno ottenuto in media oltre 1,1 milione di visualizzazioni per video.

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In quarta posizione ritroviamo anche quest’anno La Coppia che Scoppia, il primo canale YouTube dei due fidanzati Alice e Mirko, che con siparietti comici sulla vita di coppia ha fatto registrare oltre 1 milione di visualizzazioni in media rispetto ai video pubblicati nel periodo analizzato. Quinta posizione per i The Jackal. Il gruppo comico di Napoli composto da Ciro Priello, Claudia Napolitano, Gianluca Fru, Simone Ruzzo, Aurora Leone e Fabio Balsamo ha ottenuto in media 866.000 visualizzazioni rispetto ai video pubblicati nel periodo considerato.

Vincenzo Cosenza, CMO di Buzzoole dichiara:

I creator del mondo entertainment sono diventati un elemento attorno al quale le generazioni di giovani più sfuggenti come la GenZ costruiscono delle vere e proprie community che condividono visioni collettive dei canali. Merito sia della capacità di questi creator di aver individuato la chiave di comunicazione più adatta a queste generazioni, sia l’abilità che hanno nel saper essere presenti su tutte le piattaforme social di video e streaming (YouTube, TikTok e Twitch) sfruttando al meglio i diversi strumenti e linguaggi che queste mettono a disposizione. Quest’ultima abilità permette anche ai creator più attenti di spostarsi da una piattaforma all’altra portandosi dietro la propria claque.

La classifica “Rising Star”, invece, vede al primo posto il gruppo comico Elites formato da Mirko, Enrico, Andrea, Omar, Salvatore e Antonio. I video di questi sei amici scanzonati che raccontando le loro avventure insieme, tra scherzi e challenge, hanno ottenuto in media 833.000 visualizzazioni. Al secondo posto c’è Alessandro Scarpa alias Er Gennaro (tra i migliori influencer italiani su TikTok nel 2019) con una media di 744.000 visualizzazioni. In terza posizione Patrizia e Micol, aka Quello che le donne non dicono.

Le due amiche nei loro sketch si divertono a raccontare in maniera ironica la vita delle donne nel quotidiano, con i ragazzi, con le amiche, talvolta toccando anche temi sociali. Nel periodo analizzato hanno ottenuto in media 528.000 visualizzazioni per video.
 Al quarto posto il noto canale Il Milanese Imbruttito i cui video sketch/commedy dell’Imbruttito, del Giargiana, del Nano e dell’Imbruttita hanno ottenuto in media 476.000 visualizzazioni. Quinta ed ultima posizione per Daniele Montani. Tra challenge e vicende amorose sotto il tetto della Stardust House, i suoi video hanno ottenuto in media 464.000 visualizzazioni durante il periodo di analisi.

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In generale, dall’analisi dell’Osservatorio di Buzzoole è emerso che gli influencer del settore entertainment hanno grande inventiva nel proporre sempre nuovi format creativi come challenge, miniserie, sketch comici di breve, media o lunga durata, incentrati prevalentemente su scene di vita quotidiana, lavoro di coppia o di gruppo. Uno dei principali trend emersi è sicuramente quello delle challenge, ovvero sfide di abilità tra creator, che è una delle principali caratteristiche riconosciute, e da subito intercettate dai brand, anche sul social dei video brevi TikTok. Tra i format più ricorrenti si possono anche annoverare i video in cui il protagonista si filma mentre commenta programmi televisivi o eventi sportivi, oppure dei progetti speciali, gestiti da più creator già popolari grazie ai propri profili personali, come Muschio Selvaggio, di Fedez e Luis, e Pecore Nere, di Gabriele Vagnato e Alessio Russo (entrambi tra i più visti).

Vincenzo Cosenza, CMO di Buzzoole dichiara:

Gli entertainment influencer possono essere molto interessanti per le aziende nell’ottica di raggiungere i giovani, utilizzando stili di comunicazione nuovi e meno formali. Il contenuto, infatti, per essere credibile deve mantenere il più possibile lo stile nativo dell’influencer, già noto agli occhi del suo pubblico. Infine, la sfida per le aziende – prosegue Cosenza – sta proprio nell’individuare gli stili di comunicazione in linea con la brand equity perché la scelta implica un grado di conoscenza dei linguaggi e dei valori che difficilmente emerge soltanto da un video.

Novità WhatsApp, chiamate voce e video anche in modalità “Desktop”

In arrivo una nuova funzionalità per WhatsApp. È infatti in fase di implementazione  il supporto per le chiamate vocali e video per l’applicazione “Desktop”. Se finora la versione web disponeva di servizi ridotti rispetto alla versione smartphone, adesso si potranno effettuare telefonate e videochiamate direttamente dal computer, soltanto però in modalità one-to-one.

La notizia è stata ufficializzata dal team del servizio di messaggistica di proprietà di Facebook, che ha sottolineato come, al momento, WhatsApp supporterà solo le chiamate uno a uno, con la previsione di espandere questa funzione anche alle chiamate vocali e video di gruppo in futuro.

Come scaricare l’applicazione per desktop

Molto semplice l’utilizzo per la versione Desktop dell’applicazione: basta aprire l’App sul cellulare, andare in “impostazioni” in basso a destra, cliccare su WhatsApp Web/Desktop e inquadrare il codice QR che appare sul pc sul sito WhatApp Web. In questo modo si aprirà sul computer la schermata con tutte le chat attive.

“Vogliamo che le conversazioni su WhatsApp assomiglino il più possibile alle conversazioni di persona, a prescindere dal dispositivo utilizzato o dal luogo del pianeta in cui ci si trova”,

spiega l’azienda in un una nota ufficiale.

Indispensabile, per poter usufruire della nuova funzionalità, installare l’App sul pc, con  microfono e webcam collegati, oltre ad una buona connessione internet. Inoltre, per poter chiamare e videochiamare i propri contatti, occorre disporre del sistema Windows 10 e successivi, o macOS 10.3.

“Le videochiamate funzionano perfettamente sia per l’orientamento verticale che orizzontale e il client desktop è impostato per essere sempre in primo piano, per non perdere mai le chat video in una scheda del browser o in una pila di finestre aperte”,

spiega l’azienda, che ha iniziato a testare la funzione con un piccolo gruppo di utenti alla fine dello scorso anno.

Il supporto della nuova funzionalità è pensata per i milioni di utenti che utilizzano il client desktop di WhatsApp ogni giorno, costretti dall’emergenza pandemica allo smatworking, e a spostarsi su piattaforme competitor quali Zoom o Google Meet per videochiamate one-to-one su desktop.

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Chiamate vocali e video crittografati, security e privacy

Come per i 100 miliardi di messaggi che WhatsApp elabora ogni giorno sulla sua piattaforma, anche le chiamate vocali e i video saranno crittografati end-to-end.

Un’attenzione sempre più incisiva, tesa a garantire la privacy: a fine gennaio, infatti, l’azienda ha aggiunto l’autenticazione tramite impronta biometrica, scansione del viso o dell’iride per WhatsApp su desktop e Web, per intensificare i livelli di protezione dei dati personali.

Le nuove funzionalità aggiuntive coincidono, infatti, con il tentativo di WhatsApp di convincere gli utenti ad accettare le modifiche pianificate alle politiche sulla privacy.

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mass market brand

Perché oggi è impossibile creare un mass market brand

I meccanismi principali dei media maggiormente fruiti dalle generazioni più giovani funzionano tramite retargeting e le persone vedono in continuazione quello che hanno già visto o che gli piace vedere. Questo stato di cose porta a produrre dei “miti settoriali”.

Creare un mass market brand risulta davvero complicato per diverse motivazioni: intanto, per semplificare, perché “non esiste più Pippo Baudo“, cioè un elemento universalmente riconosciuto indipendentemente dal gruppo di età a cui si appartiene.

Quando chiediamo alla gente se conosce Rosalba, Ghali e Ryan, sarà molto difficile ottenere una risposta affermativa per tutti e tre, perché sono tre miti di tre generazioni differenti. Rosalba è una famosa youtuber, Ghali è un rapper e Ryan di Ryan’s World è uno youtuber bambino, il più ricco del mondo.

Una volta, se avessi chiesto “chi è Pippo Baudo“, mi avrebbero risposto tutti trasversalmente, dalla nonna al nipotino di sei anni. Cosa è cambiato?

La differenza è che adesso, come direbbe McLuhan, è il media che crea il messaggio e la fruizione del messaggio. Nel momento in cui i media funzionano per retargeting e sono assolutamente settoriali e legati a una fruizione precedente, proponendo solo quello che la gente si aspetta di vedere, in maniera sempre crescente si formeranno micro-communities di persone che non conoscono assolutamente le preferenze delle persone accanto a loro.

Partendo da queste premesse, non è possibile far arrivare un unico messaggio a tutti e creare un mass market brand che vada bene per tutti.

Un’altra motivazione che rende impossibile la creazione di un prodotto di massa fruibile da qualunque generazione è che, all’interno di questo sistema di “disintermassmedializzazione” che stiamo vivendo si presenta un altro effetto sociologico: grazie alle migliori condizioni di vita generali a livello globale, perché il mondo è migliore di quello di 30 anni fa, per la prima volta ci sono sette generazioni sullo stesso pianeta.
Queste generazioni non hanno nulla da condividere l’una con l’altra, perché le tecnologie creano degli isolamenti, in termini di media, di fruizioni e quindi in termini di messaggi e linguaggi.

Sarà quindi sempre più difficile creare qualcosa come il Babbo Natale con il vestito rosso che sponsorizza Coca-Cola e va bene per tutti, o creare un programma televisivo visto da 15 milioni di persone. Esistono ancora, perché noi stiamo parlando di trend ma, in prospettiva, sarà sempre più complesso.

Una generazione diversa: le micro-community

La principale differenza della Generazione Z rispetto alle altre è il concetto di bellezza. Per esempio, gli adolescenti di oggi amano Sfera Ebbasta che, indipendentemente dai gusti e dall’orientamento sessuale, fino a qualche tempo fa non sarebbe mai stato visto come un esempio di bellezza. La stessa Billie Eilish non sarebbe mai stata vista come un sex symbol.

La nuova modella di Gucci ci insegna che questa generazione ha completamente un altro concetto di bellezza e tutti gli esperti di comunicazione dovrebbero interrogarsi su questo, e non soltanto per quanto riguarda la scelta del testimonial più adatto, ma proprio nell’obiettivo di creare qualcosa che abbia contatto con il cliente, che sia bello per lui.

Un altro punto importante di differenziazione è l‘accesso per micro-community. Con la Generazione Z è nato il fenomeno “finsta”, cioè l’ammissione che esista un “io reale” e un “io costruito”. I Millennials cercavano di utilizzare i social per mostrare la parte migliore di se stessi, la Generazione Z, invece, accetta che esista una parte “finta” di se stessi.

Dallo storytelling allo storydoing

La terza differenza rilevante, una indicazione davvero utile per tutti i marketers, è che lo storytelling sta lasciando spazio allo storydoing.

Tutti i nuovi strumenti di fruizione, tutti i nuovi media sono in realtà programmi di montaggio. Tiktok, ad esempio, è un mezzo di comunicazione che ha due caratteristiche principali: il riconoscimento sonoro e il riconoscimento per immagine, però, di base, la cosa che lo accomuna a Instagram, a Facebook e a tutti gli altri social network è che il contenuto all’interno è lasciato in mano al cliente, che è anche il consumatore finale.

A che cambiamento globale ha portato questa caratteristica? Fino a ieri, ad esempio, Samsung o Sony spendevano milioni di euro per produrre uno spot pubblicitario, nell’ottica di diffonderlo in televisione con un tempo stabilito di fruizione e per un periodo programmato, ipotizziamo per tre mesi di campagna stagionale.

Oggi, se un brand spende milioni di euro per uno spot, quali sono i canali migliori per diffonderlo? Di certo, mostrarlo per pochi secondi su Tiktok non garantisce un ritorno dell’investimento. Infatti, se fino a ieri le risorse erano destinate a costruire lo storytelling, oggi quelle stesse risorse devono essere destinate a costruire frame, format, framework di linguaggio, degli spazi dove la gente possa esprimersi, e dargli delle regole.

Il secondo step, che in realtà è primordiale, è che se un brand vuole dire alla gente come comportarsi, deve farsi riconoscere come autorevole. Il lavoro di identità è quindi proprio sul brand: tone of voice, comunicazione coerente, una chiara purpose. Come Patagonia, per esempio, che ha chiuso i negozi per supportare l’Earth Day.

Il supporto dei dati e lo spazio per l’innovazione

Pur in questo contesto di differenziazione e isolamenti delle community, l’analisi dei dati rimane essenziale. A prescindere dal canale di distribuzione del brand, che sia digitale o fisico è necessario continuare ad analizzare sempre i KPI fondamentali:

  • Vendite
  • Consumo medio
  • Numero di ticket
  • Conversion rate
  • Traffico

Alla base di questi KPI fondamentali ci sono tutti i dati che portano a questi cinque: la grossa fortuna del mondo digitale è che ti dà la possibilità di tracciare tutta la consumer journey ed è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.

Detto questo, però, se fai sempre le stesse cose ottieni sempre gli stessi risultati. La vera innovazione è quindi sapere che puoi misurare ma lasciare spazio all’opportunità di fare cose nuove, senza legarsi troppo al dato.

Non proporre mai nulla di nuovo è la miglior strada possibile per accartocciarsi, è un circolo vizioso che rischia di condurci in una spirale del silenzio. Bisogna sempre imporsi di lasciare almeno un 20% del proprio Product Mix alle nuove opportunità e alla sperimentazione.

L’introduzione dell’innovazione nel Product Mix, mettendo in relazione tempo e quantità di prodotto, dovrebbe seguire infatti questo percorso:

  1. consumatore Innovator – poco prodotto e poco tempo di immissione nel mercato
  2. consumatore Early Adopter – leggermente più prodotto e leggermente più tempo di immissione sul mercato
  3. consumatore Early Majiority
  4. consumatore Late Majiority
  5. Laggard

Questa curva indica precisamente quello che accade nel mercato e quello che dovrebbe accadere in tutti i Product Mix delle aziende, ma anche nel Time Mix di noi stessi: lasciare dello spazio per fare qualcosa di folle.

Le informazioni restano quindi importantissime: va bene ottenere la certezza del business attraverso i dati, monitorarli, seguirli, conoscerli, ma occorre lasciare un po’ di spazio, almeno il 10/15%, a seconda della propria situazione, per fare cose nuove.

Profitti record per Zoom, sfiorano i 2,6 miliardi nell’anno della pandemia

Un anno mirabilis per Zoom, la piattaforma di videoconferenze, che chiude l’anno l’anno  fiscale, al 31 gennaio 2021, con un fatturato in crescita del 369% rispetto a quello 2021, sfiorando il record di 2,6 miliardi di dollari.

Complice l’emergenza pandemica con il conseguente lockdown e la necessità di connessione, la piattaforma registra trend di crescita tali da configurarsi come un boom economico, con la previsione di un fatturato totale di 3,7 miliardi di dollari circa per il prossimo anno fiscale.

Anche il titolo a Wall Street lunedì ha visto una crescita nel trading serale dell’11%, dopo l’ufficializzazione del bilancio. Anche nel pre-market odierno è previsto un rialzo di un altro 8,65%. Un fatturato nell’ultimo trimestre del 2020 per la società californiana di 882,5 milioni di dollari (+369%).

“Un anno senza precedenti per Zoom – sottolinea in una nota stampa ufficiale Eric S. Yuan, fondatore e amministratore delegato – Siamo onorati del nostro ruolo di partner fidato e motore per il moderno ambiente di lavoro situato in una qualsiasi parte del mondo. La nostra capacità di rispondere e controbattere rapidamente ci ha permesso di mettere a segno, durante tutto l’anno, grandi risultati finanziari”.

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Nell’ultimo trimestre un fatturato da 882,5milioni di dollari

Un trend positivo esponenziale, se rapportato ai dati dell’anno precedente. Ben 256,1 milioni di dollari di utile nell’ultimo trimestre novembre 2019 – gennaio2020, contro i 10,6 milioni della precedente annualità.

Se i ricavi crescono nell’ultimo trimestre del +369%, l’azienda immagina un nuovo posizionamento, per espandersi in aree di business come la posta elettronica o il mercato dei contact center. In teleconferenza con gli analisti, il CFO di Zoom Kelly Steckelberg evidenzia come Zoom stia esaminando opportunità di fusione e acquisizione, sottolineando di “non aver trovato ancora il giusto match”.

Notevole anche l’acquisizione di nuovi clienti: a fine anno contabile, infatti, Zoom registra 467.100 clienti con più di dieci dipendenti, circa il 470% in più rispetto agli 82mila dell’anno precedente e una disponibilità di liquidità di 4,2 miliardi di dollari.