Immagina per un secondo di essere Elon Musk e di “ritrovarti” a capo di aziende come Tesla, SpaceX e NeuraLink.
Immagina di essere una delle persone più potenti del mondo e di comparire al 5° posto della classifica delle persone più ricche al mondo di Forbes, con un patrimonio di 74 miliardi di dollari.
Cosa fai, non lo pubblichi un Tweet ogni tanto?
La classifica è puramente casuale, sia in termini di pubblicazione che di miliardi di dollari di valore persi dalle sue aziende.
1. Elon Musk e la sua onestà
È nota la passione di Elon Musk per Twitter.
Tanto che lui in primis utilizza spesso la piattaforma per condividere immagini, video e GIF.
In risposta ad un suo Tweet del 2011, Musk sottolinea la sua “pazzia” quando utilizza la piattaforma.
I was always crazy on twitter fyi.
2. Può un Tweet valere 14 miliardi di dollari?
Sì, se ti chiami Elon Musk e dichiari che le azioni della tua azienda, Tesla, valgono troppo!
Questo Tweet ha fatto infuriare tutti gli azionisti, che hanno visto diminuire drasticamente il valore delle azioni di Tesla.
Molti piccoli azionisti hanno commentato il Tweet, anche in modo poco educato.
3. Elon Musk e Baby Yoda
Nessuno può negare il fatto che sia un genio, ma non per questo immune alla dolcezza di Baby Yoda.
– “Andremo su Marte” – “Ok bro”.
4. Elon Musk e la sua risposta al COVID-19
Dopo la dichiarazione di lockdown da parte del governo degli Stati Uniti, Musk ha cinguettato la sua disapprovazione.
Successivamente ha predetto, in modo errato il susseguirsi della vicenda, dichiarando che “Probabilmente ci saranno quasi zero nuovi casi negli Stati Uniti, entro la fine di aprile”.
Non è mancato nemmeno un attacco alla CNN, che aveva dichiarato che i ventilatori promessi da Tesla agli ospedali, non erano ancora stati consegnati.
5. Brindiamo ai successi
Ha affermato di aver letto questa frase su una T-Shirt.
Ma considerando i 610.000 like, possiamo affermare che l’audience abbia gradito!
6. La guerra ai monopoli di Elon Musk
Successivamente alla scelta di Amazon di non pubblicare un libro, il cui tema principale fosse il COVID-19, Elon Musk ha dichiarato: “Amazon dev’essere divisa in più aziende, i monopoli sono sbagliati”.
Né Amazon e né Jeff Bezos hanno ancora risposto a queste dichiarazioni.
7. I dettagli fanno la differenza
Se ti stai chiedendo perché non hai un patrimonio di 74 miliardi dollari, io ti chiedo: ti sei mai interessato alle bandiere del Chad e della Romania?
Lui sì!
8. Bombardiamo Marte!
Nel 2015, ospite ad un Late Show, Musk si è fatto “sfuggire” che l’unica soluzione per rendere abitabile il pianeta rosso è quella di bombardarlo con armi termonucleari.
Nel 2019 ha ribadito la sua intenzione con un Tweet. Ora, SpaceX vende le magliette con la scritta “Nuke Mars”.
“Se la vita è un videogioco, la grafica è fantastica, ma la trama è confusa e il tutorial è troppo lungo”.
E se Elon Musk avesse ragione e noi stessimo vivendo una partita di The Sims?
10. Il Tweet sulla cannabis
Il 20 Aprile o 04/20, è una festa popolare per celebrare la cultura della cannabis.
Ovviamente il tweet era uno scherzo, ma la SEC non è stata dello stesso parere, tanto da obbligare Elon Musk a pagare una multa di 20 milioni di dollari e di dimettersi per tre anni dal consiglio di amministrazione di Tesla.
10+1. Elon Musk compra Fortnite e lo cancella
Musk dopo aver condiviso uno screen di un falso articolo, ha dichiarato: “Ho dovuto salvare questi ragazzini dalla verginità eterna”
Il tweet ha destato l’interesse di molti streamer famosi che hanno appoggiato in pieno la battuta.
Per restare al passo con le uscite del nostro “Tony Stark” ti consiglio di seguire il suo profilo Twitter.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/Marco-Mantovan-Ninja-Marketing-Twitter.jpg666999Marco Mantovanhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarco Mantovan2020-07-30 15:42:122020-07-30 15:42:1210+1 volte che Elon Musk ha davvero esagerato su Twitter
In un post sul blog, il CEO di TikTok ha annunciato l’adozione di nuove misure per consentire a tutti di accedere agli algoritmi che utilizza.
Il momento della notizia è significativo. Facebook, Google, Apple e Amazon hanno affrontato proprio ieri il panel antitrust del Congresso e anche TikTok è stata menzionata durante l’audizione.
TikTok vuole essere trasparente. Deve farlo, più che mai ora, per evitare la chiusura di molti, troppi mercati a livello globale.
L’azienda ha per questo annunciato l’adozione di nuove misure per consentire a tutti di accedere agli algoritmi che utilizza per ordinare e condividere i video degli utenti, e permetterà agli esperti di “osservare le politiche di moderazione in tempo reale”.
In un post pubblicato mercoledì sul blog, il CEO di TikTok, Kevin Mayer, ha detto che i recenti cambiamenti hanno messo la società “un passo avanti rispetto al settore” e ha sfidato i rivali a seguirne l’esempio. “Riteniamo che la nostra intera industry debba essere tenuta ad uno standard eccezionalmente alto”, scrive Mayer. “Ecco perché crediamo che tutte le aziende dovrebbero rivelare i loro algoritmi, le politiche di moderazione e i flussi di dati alle autorità di regolamentazione. Non aspetteremo che arrivi la regolamentazione, ma TikTok ha invece fatto il primo passo lanciando un Centro di Trasparenza e Responsabilità per la moderazione e le pratiche sui dati”.
In anticipo sui competitor (mentre Facebook è davanti al Congresso)
Il momento della notizia è significativo. Facebook, Google, Apple e Amazon hanno affrontato proprio ieri il panel antitrust della House Judiciary, e anche se TikTok non è tra le aziende che si trovano ad affrontare lo scrutinio del Congresso, è stata menzionata durante i lavori. Nelle passate apparizioni, Mark Zuckerberg ha indicato TikTok come un esempio di concorrenza all’interno dello spazio delle applicazioni social e usato l’azienda come una dimostrazione del perché le aziende tecnologiche americane devono essere libere di contrastare l’ascesa della Cina.
Nei commenti pubblicati ieri, il CEO presenta la competizione tra Facebook e i suoi rivali stranieri come una battaglia ideologica.
“Crediamo nei valori – democrazia, concorrenza, inclusione e libera espressione – su cui si è costruita l’economia americana”, ha scritto Zuckerberg. “Molte altre aziende tecnologiche condividono questi valori, ma non c’è garanzia che i nostri valori vinceranno”. Ad esempio, la Cina sta costruendo una sua versione di internet incentrata su idee molto diverse, ed esporta la sua visione in altri Paesi.
Mayer risponde a questi commenti nel suo post sul blog, dicendo che vuole concentrarsi sulla “concorrenza leale e aperta” piuttosto che affrontare “gli attacchi maligni del nostro concorrente – cioè Facebook – travestiti da patriottismo”.
Le argomentazioni di Facebook, tuttavia, troveranno certamente un orecchio comprensivo al Congresso. I politici statunitensi hanno infatti messo in guardia da mesi sui pericoli dell’influenza di TikTok, e l’amministrazione Trump si è spinta al punto di suggerire che potrebbe esserci un divieto.
Questa pressione ha messo TikTok in una situazione difficile, ed è per questo che l’azienda sta aprendo i suoi algoritmi e le sue politiche di moderazione. Permette all’azienda di contrastare le affermazioni che censurano i contenuti per compiacere il governo cinese, una delle critiche preferite dai politici statunitensi. Inoltre, la società rimette l’onere della trasparenza su Facebook, che ha ricevuto moltissime critiche per la gestione delle sue policy.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/testate_giornalistiche_tiktok.jpg8361254Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-07-30 14:35:362020-08-04 07:00:32TikTok apre il suo algoritmo e sfida i concorrenti a fare lo stesso
I CEO di Apple, Amazon, Facebook e Alphabet, la società madre di Google, hanno testimoniato ieri davanti alla commissione antitrust del Congresso degli Stati Uniti.
È estremamente raro che uno dei CEO dei giganti della tecnologia testimoni davanti al Congresso, per non parlare del fatto che in questo caso sono stati convocati tutti e quattro insieme.
La commissione si sta avvicinando alla fine di un anno di indagini per stabilire se le aziende hanno un controllo eccessivo sul mercato o se hanno utilizzato pratiche anticoncorrenziali e utilizzerà queste testimonianze per completare la sua indagine.
I CEO delle quattro società Tech più importanti – tra cui due degli uomini più ricchi del mondo – si sono presentati ieri davanti al comitato antitrust della Commissione giudiziaria della Camera. Il CEO di Amazon Jeff Bezos, il CEO di Apple Tim Cook, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg e Sundar Pichai , il CEO di Alphabet. Tutte insieme le quattro multinazionali hanno un valore superiore ai cinquemila miliardi di dollari.
La commissione ha interrogato i CEO di Apple, Google, Facebook e Amazon in una storica indagine della Camera.
Nell’audizione mancava Microsoft, anche se solo pochi giorni fa in Europa era stata accusata da Slack proprio di bloccare la concorrenza.
Cosa è successo
Il CEO di Amazon Jeff Bezos, il CEO di Apple Tim Cook, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg e Sundar Pichai di Alphabet (società madre di Google) hanno testimoniato nell’ambito di un’indagine in corso da parte della sottocommissione antitrust della Camera, per verificare se le aziende tecnologiche hanno usato il loro controllo del mercato per contrastare in modo sleale i concorrenti e per difendere le proprie posizioni.
L’udienza ha avuto luogo in un’atmosfera distopica, poiché più di una dozzina di commissari hanno affrontato i quattro titani tecnologici, i cui volti sono stati proiettati su grandi schermi nella sala d’udienza.
Zuckerberg, Pichai, Cook e Bezos sono stati interrogati su una miriade di argomenti, dalle pratiche anticoncorrenziali alla sicurezza degli utenti fino all’acquisto di piccole aziende per eliminarne la possibile concorrenza.
Ma non è finita qui, perché ci sono state anche domande sul ruolo della Cina.
Il Congresso, che era stato accusato in altre udienze come quella per Cambridge Analytica di “inettitudine tecnologica”, ha condotto questa audizione senza problemi.
Zuckerberg ha difeso le acquisizioni di Facebook nei suoi commenti preparati, affermando che WhatsApp e Instagram non sarebbero sopravvissute se non fossero state acquisite. Zuckerberg ha inoltre definito il successo di Facebook come cruciale per mantenere gli Stati Uniti competitivi con la Cina.
Pichai e Cook hanno adottato approcci simili nelle loro difese di Apple e Google, ed entrambi hanno sottolineato che le loro aziende hanno affrontato la concorrenza in quasi tutti i settori e hanno sostenuto di aver creato piattaforme che consentono alle startup più piccole di raggiungere un pubblico più ampio.
Bezos ha ripetutamente definito Amazon piccola accanto a concorrenti come Walmart (Amazon controlla la maggioranza del Retail online, ma non la vendita al Retail totale), sostenendo allo stesso tempo che le dimensioni di Amazon sono necessarie per mantenere in funzione l’economia online perché “così come il mondo ha bisogno di piccole aziende, ha bisogno anche di grandi aziende”.
Fine di un’era?
Prima ancora che l’udienza iniziasse, il senatore Bernie Sanders richiamava a “rompere la Big Tech” e il presidente Trump minacciava un ordine esecutivo.
The very, very rich are getting much richer during the pandemic:
⬆️$73 billion: Jeff Bezos ⬆️$45 billion: Elon Musk ⬆️$31 billion: Mark Zuckerberg ⬆️$28 billion: Bill Gates ⬆️$19 billion: L Page ⬆️$19 billion: Sergey Brin
In effetti Trump ha già firmato un ordine esecutivo che minaccia di penalizzare Twitter dopo aver controllato i suoi tweet.
If Congress doesn’t bring fairness to Big Tech, which they should have done years ago, I will do it myself with Executive Orders. In Washington, it has been ALL TALK and NO ACTION for years, and the people of our Country are sick and tired of it!
Una parte del Congresso degli Stati Uniti guarda ormai la Silicon Valley con sospetto. E quello che è andato in scena è l’inizio di un processo che però probabilmente porterà a nuove regole nel mondo del digitale a livello globale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/ceo-del-tech-congresso.jpg400978Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-07-30 10:14:162020-08-04 06:59:37Amazon, Facebook, Apple e Google: i quattro titani del Tech interrogati dal Congresso
Quasi ogni giorno qualche notizia viene travisata o modificata e, grazie al suo potere virale, diventa una fake news.
I social network stanno provando ad arginare il problema, diventato più impellente che mai durante il Coronavirus, ma non basta.
TikTok lancia una campagna per insegnare la media literacy: ecco come scovare e combattere le fake news in un elenco di cose da fare.
Qualche tempo fa ho ricevuto un messaggio che mi avvisava di un evento astronomico molto interessante che avrebbe dovuto avvenire la notte tra il 27 e il 28 luglio: una “luna rossa”, causata da nientedimenoche l’eclissi più lunga del secolo.
E così come me, migliaia di altre persone hanno letto lo stesso testo su Whatsapp o addirittura su testate come Repubblica e Sky24. Ma quando sono andata a cercare più informazioni online, mi sono trovata davanti a un ironico dejavù: la fantomatica eclissi non ci sarebbe stata, perché ha in realtà avuto luogo 2 anni fa.
Un errore di data, probabilmente. O forse uno scherzo. Fatto sta che, per quel magico potere della viralità online su cui ancora abbiamo così tanto da comprendere, la notizia ha iniziato a rimbalzare di Whatsapp in Whatsapp, di sito in sito, fino a diventare una fake news.
Fa niente – un errore innocente, una bufala che non ha fatto del male a nessuno. Giusto?
Giusto. Ma anche sbagliato. Perché mi ha fatto riflettere, insieme alle tante notizie più o meno false che ho visto specialmente durante i mesi di lockdown girare sui social o persino arrivarmi su WhatsApp, su quanto sia facile manipolare la realtà online.
Una piccola informazione omessa, come l’anno della data, può portare tutta Italia a condividere una notizia palesemente falsa.
O ancora, un luogo mancante può invece far sì che il video di un cerbiatto filmato nel 2016 (e già stato oggetto di fake news nel 2018) torni a diventare virale come caso di “natura che si riprende i suoi spazi” durante la quarantena. E così via, in una sequenza a cui ormai siamo fin troppo abituati.
Quando parliamo di errori in buona fede come questi, ci si può fare su una risata. Ma quando invece c’è del dolo dietro la creazione o la manipolazione di un contenuto, non c’è niente da ridere.
In casi del genere, un post sui social può arrivare ad essere veicolo di odio razziale, di disinformazione medica, o addirittura influenzare la scelta di un partito politico piuttosto che un altro.
Tanto è il potere dell’informazione. E tanto è facile cadere nella trappola di un piccolo, innocente “condividi”.
E se è ovvio il ruolo di giornalisti e professionisti della comunicazione, che dovrebbero fare da filtro e procedere sempre alla verifica di ogni fonte, sono spesso proprio i canali ufficiali a sbagliare e a “convalidare” una fake news per errore o per fretta.
È quindi compito e dovere del singolo imbarcarsi in un percorso di analisi e di scoperta degno di un vero e proprio detective per verificare la veridicità di ciò che si trova davanti ed, eventualmente, se abbia senso condividerlo.
La cattiva notizia? Non è facile, specialmente in alcuni casi. Quella buona? È una questione di abitudine, di “mindset”; una volta capito quali sono i passaggi concreti da compiere per identificare una fake news, e allenato il nostro investigatore privato personale a farlo un paio di volte, diventa molto più facile riuscirci.
La guerra dei social alle Fake News
Negli ultimi anni, dopo scandali su scandali e situazioni sempre più gravi di proliferazione delle Fake News online, i social media hanno iniziato a prendere in mano il problema.
C’erano già stati diversi timidi tentativi, ma quest’anno un evento globale ci ha messo davanti ad una vera e propria esplosione incontrollata del problema: l’epidemia di Covid-19.
Già le informazioni di per sé erano sparse e disorganizzate, a volte apertamente contraddittorie tra loro anche quando venivano da fonti ufficiali; la corsa alla “breaking news”, il panico generalizzato e anche la mala fede di singoli e alcune aziende hanno fatto il resto.
Così negli ultimi mesi sono proliferati esperti, farmaci miracolosi, informazioni di dubbia qualità, etc etc. Tutte amplificate e ingigantite dal gigantesco palcoscenico su cui tutti ci esibiamo: i social media.
Twitter ha deciso di eliminare i contenuti che apertamente promuovevano cure fasulle o negavano quanto detto dalle fonti ufficiali;
Facebook ha creato una sezione ufficiale dedicata alla racconta di informazioni ufficiali sul Coronavirus, posizionata in cima al News Feed;
Reddit ha ospitato sessioni di domande e risposte ufficiali tenute da esperti di vari ambiti.
In generale, qualsiasi sistema di “sorveglianza” si può basare su un misto di Intelligenza Artificiale (che individua determinate parole chiave, ad esempio) e di supporto degli utenti, tramite la possibilità di “segnalare” i contenuti fake.
Ma è abbastanza? Chiaramente no.WhatsApp ad esempio si sottrae a questa possibilità grazie al fatto che i messaggi sono crittografati – una cosa essenziale per la nostra privacy, ma uno scudo meraviglioso per le fake news che possono essere diffuse qui.
Cosa serve quindi? È necessaria quella che viene definita “media literacy“.
A scuola di Media Literacy
L’Unione Europea la definisce ufficialmente come “la capacità di accedere ai media, di comprendere e valutarne criticamente i diversi aspetti a cominciare dai loro contenuti, di creare comunicazione in una varietà di contesti”. Ed è a tutti gli effetti una capacità che si deve apprendere tramite studio ed esercizio, esattamente come qualunque altra, tanto che dovrebbe essere insegnata nelle scuole.
E infatti, dove questo tema è stato seriamente introdotto nelle politiche locali dai governi è dove le fake news hanno iniziato ad avere meno seguito.
I Paesi nordici e in particolare la Finlandia che, grazie ad un programma implementato dal governo fin dalle scuole elementari per incoraggiare il pensiero critico online, si è posizionata prima per capacità di resistere alla disinformazione e alle fake news.
Verso l’educazione digitale: entra in campo TikTok
La soluzione quindi è una sola: educare, ed educarci, a riconoscere le fake news e a difenderci da esse, stroncandole sul nascere.
L’ultimo arrivato a provarci è TikTok, il social network che è decisamente arrivato alla ribalta quest’anno e che accoglie soprattutto giovani e giovanissimi, e che su questo argomento ha lanciato una campagna di influencer marketing molto originale.
In una serie di video divertenti e originali, gli influencer della piattaforma affrontano il tema della media literacy nel modo scanzonato che ha determinato il successo dei brevi video che contraddistinguono questo social.
E quindi, con il loro aiuto e integrando il tutto con qualche informazione aggiuntiva, proviamo a stilare una breve guida per identificare, smascherare e debellare ogni fake news che possa arrivare davanti ai nostri occhi.
La guida anti Fake News: come impedire alle notizie false di passare sotto i nostri radar
Rallenta e ragiona: ogni qualvolta che un contenuto che sembra “troppo XXX per essere vero” ti capita davanti, fermati e chiediti: c’è qualcosa di strano? Le fake news che hanno maggior carica virale sono quasi sempre quelle che suscitano una forte reazione emotiva, positiva o negativa. Storie che sembrano troppo ridicole o che confermano in maniera cieca un pregiudizio diffuso sono ottimi veicoli di falsità. Da ultimo, se un contenuto del genere ti incita a spendere soldi per qualcosa, tutti i tuoi allarmi mentali da fake news dovrebbero iniziare a emettere suoni e luci all’unisono.
Identifica la fonte: non importa da chi arriva il messaggio e quanto affidabile ti sembra la pagina. Non ti fermare alle apparenze, leggi bene l’URL (molti siti di fake news somigliano a note testate con qualche tipo di typo nel nome) e se serve cerca di capire chi è l’autore. Controlla anche la data, e se ci sono link di approfondimento prova a seguirli per vedere se il sito originario è affidabile o meno. Come regola generale, considera che se arriva su WhatsApp e ti sembra un testo copiato e incollato, allora è quasi sicuramente fake.
Fai le domande giuste: nella stragrande maggioranza dei casi basta copiare e incollare il testo ricevuto su Google per scoprire in pochi secondi se si tratta di una notizia vera o di un fake.
Dai un feedback se non è affidabile: su tutti i social c’è la possibilità di “segnalare” i contenuti inappropriati, e le fake news hanno una voce specifica. Se invece il messaggio ti arriva da un parente o amico, faglielo notare personalmente: è importante che le notizie false vengano smantellate con la stessa intensità virale con cui si diffondono.
Confronta più fonti: se si tratta di una notizia vera ma che ti pare esagerata o falsa, prova a verificare come ne parlano altre testate, idealmente verifica anche in inglese perché spesso i media italiani amano fare sensazionalismo.
Se sei in dubbio…non condividere! Se nonostante la tua breve ricerca non riesci a capire se la notizia è vera o falsa, nel dubbio evita di condividerla e di supportare il meccanismo virale. Soprattutto se i motivi che ti spingono a condividere sono negativi (rabbia, tristezza, accuse…). È anche compito tuo fermare le fake news, ed è una scelta che ciascuno di noi deve fare personalmente.
Bravo. Ora ripeti da capo per la volta successiva. Ogni volta che stai per premere “condividi” o “inoltra”, una vocina dovrebbe attivarsi nel tuo cervello e dirti: “sei proprio sicuro sicuro sicuro?”
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/speule-3000150_640.jpg480640Ilaria Cazziolhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIlaria Cazziol2020-07-29 16:30:042020-08-04 06:59:05Guida pratica per combattere la disinformazione: ecco come riconoscerla
Da un paio d’anni, la Google News Initiative mette a disposizione dei giornalisti tool gratuiti, partnership e programmi pensati ad hoc per loro.
All’interno di questa “iniziativa di collaborazione con il mondo dell’informazione”, in queste ultime settimane è nata una nuova suite di strumenti gratuiti per l’analisi e l’interpretazione dei dati di Google Analytics.
Google, si sa, ha posato i propri occhi sulle redazioni giornalistiche già un paio d’anni fa. Da allora, attraverso la Google News Initiative, “iniziativa di collaborazione con il mondo dell’informazione”, continua a proporre ai giornalisti di tutto il mondo tool e occasioni sempre nuove per “crescere nell’era digitale”.
Principalmente, la Google News Initiative è pensata su tre binari. Il primo è quello dedicato ai prodotti, ovvero i tool di Google per i giornalisti. Il secondo è quello delle partnership, strette “con chi si occupa di informazione per affrontare le sfide di settore e di business”. Infine i programmi, “per favorire l’innovazione nel mondo dell’informazione”.
Negli ultimi due anni, la Google News Initiative ha “lavorato con migliaia di organizzazioni giornalistiche per aiutarle a trasformare i dati in informazioni commerciali concrete. News Consumer Insights e Realtime Content Insights hanno aiutato le aziende editoriali a fidelizzare i lettori e ad aumentare la redditività”.
Nelle ultime settimane, questi due tool pensati da Google per i giornalisti sono stati rilasciati nella loro versione 2.0, e ad essi si è aggiunta anche la News Tagging Guide. È nata così una vera e propria nuova suite di strumenti gratuiti “che aiuteranno le redazioni giornalistiche a semplificare e comprendere meglio i dati, per migliorare la strategia digitale”.
La News Tagging Guide (NGT) è un tool gratuito che aiuta i giornalisti a sfruttare al massimo il potenziale di Google Analytics, individuando le metriche di engagement che contano per l’audience e la crescita dei ricavi. Semplifica l’implementazione tecnica di Google Analytics attraverso tag pronti per essere copiati e incollati all’interno del proprio sito web e amplifica le raccomandazioni e gli insight ottenuti attraverso gli altri due tool.
News Consumer Insights 2.0
Il tool News Consumer Insights 2.0 (NCI) identifica le opportunità di ottimizzazione del reader funnel per aumentare la redditività e costruire relazioni più strette con i propri lettori. Dà accesso ad approfondimenti personalizzati e a raccomandazioni attuabili sulla base dei propri dati di Google Analytics.
Nel giornalismo soprattutto digitale, il tempismo, si sa, è tutto. Identificare in tempo reale quali sono gli articoli e i video più visualizzati dai lettori e quali sono gli argomenti in tendenza a livello nazionale è allora essenziale per riuscire a intercettare “in diretta” l’intesse della propria audience. Il tool Realtime Content Insights 2.0 (RCI), pensato per tutte le redazioni che utilizzano Google Analytics, risponde a queste esigenze. E la sua data visualization è semplice, adatta anche a chi coi dati non ha sempre un buon rapporto.
E voi avete già iniziato a utilizzare i tool di Google per i giornalisti? Cosa ne pensate?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/strumenti-di-google-per-giornalisti.jpg562910Elisa Bertolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElisa Bertoli2020-07-29 12:25:122020-07-30 15:43:38Tool di Google per i giornalisti, nasce una nuova suite
Quanti tutorial e quanti consigli su come – fare – cosa. Sono semplici, intuitivi e facili da creare. Sì, ma come si ottimizzano le liste in ottica SEO? Come si crea un Listicle? E soprattutto come si fa a non annoiare il pubblico con questo tipo di contenuti?
Ogni anno vengono pubblicate migliaia di liste, la maggior parte delle quali non sono esattamente di alta qualità.
Le persone ormai vedono le liste e pensano subito al “clickbait”. In realtà si tratta di un formato molto flessibile e semplice da scrivere. Partendo da una scaletta chiara basterà creare cinque sottotitoli e una foto, un video o una GIF per ogni voce.
D’altra parte, i Listicle possono anche essere usati come un quadro di riferimento per rendere più facile la comprensione di un argomento complicato.
E infine, è possibile creare un Listicle su qualsiasi argomento, magari anche più articoli sullo stesso tema guardato da angolazioni diverse.
I pregi di un Listicle
Le liste (e i listicle) sono ottimi da leggere perché:
Il titolo ti dice cosa aspettarti
Sono facili da scorrere per ottenere informazioni importanti
Si sa sempre quanto resta ancora da leggere
Si può sempre interrompere la lettura e ricordarsi facilmente da dove ripartire
Possono scomporre argomenti complessi in più pezzi digeribili facilmente
Infine nei Listicle c’è anche un aspetto psicologico da non dimenticare: avere una lista di controllo o una lista di compiti da considerare porta con sè un senso intrinseco di progresso e di realizzazione, che incoraggia a terminare la lettura.
Dal punto di vista della scrittura, poi, i Listicle
Sono facili da pianificare e scrivere
Le liste sono ottime per individuare parole chiave fondamentali
Si possono creare Listicle più lunghi e più brevi per comprendere tutta la long tail di keyword in ottica SEO
Gli aggiornamenti di questi articoli sono più facili da fare
I testi sono più facili da pianificare e scrivere rispetto agli articoli tradizionali perché non devono preoccuparsi dell’ordine dei loro punti
Per completare i consigli, ecco due indicazioni pratiche e infallibili che riguardano l’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Qualsiasi post o articolo sul “come fare” ha sempre un titolo che riassume e semplifica il contenuto del paragrafo successivo. Un po’ come abbiamo fatto qui: saprai perfettamente quello di cui stiamo parlando. I titoli rappresentano una sorta di elenco e questo semplifica molto la lettura.
Quando si è di fronte a un elenco però non sempre è facile ottimizzare alla grande. Ecco perché è importante utilizzare un tag H1 per il titolo del post e tag H2 per ogni passaggio: l’industria SEO discute su quale sia la scelta migliore, in realtà. Alcuni ne sottolineano l’importanza, altri la negano.
Una cosa è certa: importantissimo è usare sempre un approccio gerarchico. Aiuta sia i lettori che i motori di ricerca a scansionare il contenuto, il che è particolarmente utile specialmente per gli articoli long form.
Così, il contenuto ad elenco pubblicato su Google sarà pertinente e avrà una buona visibilità. Per esempio:
2. Elenco HTML
Per aiutare gli utenti a cercare e favorire la SEO, è importante aiutare il crawler di Google a identificare le aree principali dell’elenco. Per esempio, qualche consiglio a caso:
Usa sempre un’intestazione H1 per il titolo del post
Utilizza un’intestazione H2 per il titolo dell’elenco
Includi parole chiave correlate al titolo del tuo post.
Aggiungi alcune righe per descrivere l’elenco sotto il titolo H2
Includi le voci dell’elenco utilizzando l’elemento elenco HTML ( UL ).
Formatta le singole voci dell’elenco con un tag H3
Ecco lo snippet di Google per una ricerca di corsi di marketing digitale: il post contiene un elenco di corsi di marketing digitale.
In realtà, sul backend il post viene formattato così:
Come si può notare, il titolo dell’elenco è formattato come tag H2 e gli elementi dell’elenco sono racchiusi in <ul> <li> ; i titoli delle singole voci dell’elenco invece sono tag H3. Con questo metodo il crawler riesce a identificare gli elementi dell’elenco sebbene vi siano altri titoli nei tuoi contenuti. Riunendo le voci dell’elenco in un elemento <UL>, semplifica la scansione (e la lettura).
Per riassumere, se il tuo articolo include solo passaggi o elenca elementi, è opportuno optare per il primo suggerimento. Ma, se il post di istruzioni ha altre sezioni, è consigliabile invece utilizzare questa seconda opzione.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/listicle.jpg594877Eleonora Tricaricohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEleonora Tricarico2020-07-28 11:13:532020-07-29 23:18:55Come scrivere un Listicle e creare una lista perfetta secondo tecniche SEO
Nuovo look per Just Eat, l’app per ordinare online pranzo e cena a domicilio in Italia, a seguito del merge ufficiale con Takeaway.com, che apre una nuova era nel percorso di crescita e di sviluppo dell’azienda in Italia e nel mondo, dando vita al gruppo Just Eat Takeaway.com, leader globale del mercato dell’online food delivery, nonché primo player assoluto al di fuori della Cina.
Con questa operazione, Just Eat evolve e rinnova l’immagine di brand, per raccontare in modo ancora più chiaro e immediato la filosofia e la missione dell’azienda.
Il nuovo look di Just Eat
Una prima fase ha infatti visto la transizione verso il nuovo logo, in cui è stata inserita l’icona distintiva del gruppo, una casetta contenente forchetta e coltello, sul precedente colore predominante, il rosso. Oggi anche i colori cambiano in favore dell’arancione, cambiamento che comprenderà anche il rinnovo dell’icona dell’app.
“Si tratta di un colore altamente visibile” spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia “ed è associato a ricerche che dimostrano come le persone associno l’arancione all’amicizia e all’allegria, il che lo rende perfetto per il nostro brand perché rappresenta la gioia che vogliamo consegnare ogni giorno. Il cibo è una vera e propria emozione, ancor più in Italia, che le persone possono vivere a seconda delle diverse situazioni e mood che si vivono ogni giorno e che si incrociano con la varietà che mettiamo a disposizione, dai ristoranti preferiti alla possibilità di gustare sapori per ogni momento, occasione e food mood”.
Il refresh del logo e dei colori si pone come un passo importante nell’evoluzione del brand e di tutti i partner coinvolti, questo perché consentirà miglior visibilità, riconoscibilità.
L’evoluzione del gruppo in Italia
In Italia proseguirà lo sviluppo del mercato con l’obiettivo di rendere il servizio disponibile sempre a più persone, non solo nelle grandi città, ma anche nei centri più piccoli e supportando i ristoranti grazie al digitale, all’uso dei dati e alla personalizzazione di offerte e attività, sempre con l’obiettivo di contribuire al loro successo in termini di clienti e volumi.
Una nuova fase, che prenderà avvio a partire da settembre, prevederà poi anche una futura migrazione e aggiornamento dell’app in un’unica piattaforma globale caratterizzata proprio dalla nuova icona arancione, nuovi asset per ristoranti e rider e una nuova campagna che racconterà la nuova brand identity.
Oggi la company ha superato i 15.500 ristoranti partner sull’app e una presenza sul territorio in oltre 1.200 comuni, raggiungendo circa il 66% della popolazione e oltre 2 milioni di clienti.
Oggi più che mai i brand sono alla continua ricerca di nuove modalità per entrare in relazione con un pubblico che passa sempre più tempo in casa. E cresce tra gli inserzionisti l’interesse per la gamification come strumento divertente per coinvolgere in maniera positiva la community. Anche e soprattutto su TikTok.
Il nuovo Gamified Branded Effect
Con il lancio del nuovo Gamified Branded Effect, nasce l’opportunità di integrare i messaggi di brand in effetti di gamification in grado di aiutare gli utenti a creare in modo ancora più interattivo e divertente, in linea con la creatività delle loro espressioni su tutta la piattaforma.
Questo nuovo effetto offre ai brand un’opportunità nuova per valorizzare il crescente interesse verso il gaming su TikTok, cresciuto di oltre il 200% sulla piattaforma nel corso dell’ultimo anno. Dunque, un modo semplice per creare esperienze TikTok più coinvolgenti.
Gamified Branded Effect è molto simile alla “Lens Web Builder” di Snapchat, che consente ai marchi di creare campagne AR Lens, sulla base di alcuni modelli.
La differenza principale è che Lens Web Builder offre centinaia di oggetti 3D, animazioni ed effetti, con molta più varietà, riducendo la potenziale replica.
Ma gli effetti gamificati di TikTok potrebbero avere un potenziale significativo, soprattutto per i marchi che cercano di raggiungere il pubblico più giovane attraverso l’app.
Gamified Branded Effect è il prodotto più recente di TikTok For Business, e invita gli utenti a fare un passo in avanti nelle loro strategie sulla piattaforma grazie a un’esperienza video interattiva e divertente.
Gli utenti possono utilizzare le espressioni del volto, le pose del corpo, o altri movimenti per controllare gli elementi brandizzati e interagire con essi, con un’esperienza sound-on.
Sono disponibili oltre 20 tipi di formati di gamification tra i quali scegliere per personalizzare le proprie campagne, come ad esempio:
Far muovere in aria una palla muovendo le sopracciglia
Fare una gara di pose con un ritmo accattivante
Utilizzare i movimenti della testa per controllare un sottomarino
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/tik-tok-gamified-branded-content.jpg610708Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-07-27 15:45:442020-07-29 23:19:06TikTok lancia Gamified Branded Effect: ecco come funziona
1,08 miliardi di persone in tutto il mondo utilizza ogni mese Instagram, che ha registrato una crescita impressionante nei mesi di lockdown.
Sapere come fare Instagram Advertising e come creare una campagna da zero è fondamentale per qualsiasi azienda, che si tratti di grandi brand o di piccole e medie imprese.
Secondo il report aggiornato a luglio 2020 e pubblicato recentemente da We Are Social, effettuato in collaborazione con Hootsuite, oltre la metà della popolazione totale del mondo utilizza i social media – ovvero 3,96 miliardi di persone.
Di questi quasi 4 miliardi di persone, 1,08 miliardi utilizza ogni mese Instagram, una piattaforma che ha registrato una crescita impressionante nelle ultime settimane, grazie anche al lockdown forzato a causa della pandemia di Covid19.
Che cosa vuol dire?
Che il numero di persone che i brand possono raggiungere attraverso la pubblicità su Instagram è davvero impressionante, ed è aumentata di un 11% rispetto al primo trimestre del 2020.
Per questo sapere come creare da zero una campagna su Instagram è fondamentale per qualsiasi azienda, che si tratti di grandi brand o di piccole e medie imprese.
Grazie a questa semplice guida, vediamo insieme passo dopo passo come sponsorizzare un contenuto su Instagram.
Eh sì, proprio AD Manager: dal momento che Instagram è di proprietà di Facebook, possiamo impostare la nostra campagna direttamente nella pagina di gestione degli annunci di Facebook senza dover creare un nuovo account.
Nella home page del tool, clicca sul bottone “Crea annuncio” nell’angolo in alto a destra (nella vecchia interfaccia) e la prima cosa che Facebook ti chiederà è di definire il tuo obiettivo di marketing.
Vuoi aumentare le conversioni sul tuo sito web? Allora sceglierai l’opzione corrispondente, che ti consente di monitorare le conversioni attraverso l’interfaccia pubblicitaria di Facebook utilizzando un pixel JavaScript.
Se il tuo obiettivo invece è aumentare la Brand Awareness, puoi selezionare l’opzione “Visualizzazioni video” se il contenuto che vuoi promuovere è appunto un annuncio video.
O ancora, se vuoi solo incrementare il traffico verso il tuo sito web (o per qualsiasi campagna pubblicitaria con monitoraggio delle conversioni di terze parti) puoi selezionare “Invia utenti al tuo sito Web”.
Noi per andare avanti abbiamo selezionato “Aumenta le conversioni sul tuo sito Web”, cosí possiamo accedere agli strumenti di monitoraggio delle conversioni di Facebook. Dopo aver selezionato il tuo obiettivo, inserisci il nome della tua campagna e fai clic su “Continua” per definire il target.
2. Quali sono le opzioni di targeting disponibili?
Per prima cosa, bisogna sapere che tutte le opzioni di targeting disponibili per le campagne Facebook sono disponibili anche per Instagram, visto che tutti i dati degli account vengono condivisi tra le due piattaforme.
I dati fondamentali sul target da inserire sono il Paese e la lingua, il genere e una fascia di età specifici. Per la nostra campagna di esempio, abbiamo selezionato uomini e donne, dai 25 ai 60 anni, che vivono negli USA:
Dopo di che, è consigliato affinare il pubblico obiettivo in modo da rivolgersi agli utenti che hanno maggiori probabilità di essere effettivamente interessati alla nostra comunicazione. Per la nostra campagna di esempio, pubblicheremo una promo per un’app di workout e nutrizione.
Nel nostro caso quindi il target è composto da persone interessate alla propria forma fisica, all’alimentazione e alla salute in generale. Utilizzando il targeting per interesse di Facebook, possiamo restringere il nostro targeting per parlare a persone a cui piacciono le pagine e i gruppi relativi al fitness.
Ciò restringe il nostro target da 125 milioni di persone a 64 milioni di utenti: potremmo filtrare ulteriormente il nostro pubblico aggiungendo altri criteri di selezione più specifici, ma è consigliato non restringere il potenziale a meno di 100.000 persone, per evitare di pregiudicare i risultati della campagna.
Se hai già a disposizione un excel completo con dei dati di remarketing sul tuo target (ad esempio una lista di visitatori del tuo sito Web o persone che hanno già acquistato i tuoi prodotti in precedenza) puoi utilizzare la funzione “Pubblico personalizzato” in Facebook Ads Manager per rivolgerti direttamente a questi utenti.
Ricorda però che il pubblico personalizzato funziona meglio quando supera le 5.000 persone: con una la scala ridotta e un’alta frequenza di una campagna Instagram può succedere che il target della tua campagna si stanchi di vedere sempre lo stesso annuncio in feed.
3. Attenzione alla Reach e alla Frequency per il tuo Instagram Advertising
Proprio per questo, è fondamentale prestare molta attenzione alla portata della tua campagna (il numero di persone che hanno visto i tuoi annunci) e alla frequenza (il numero medio di volte in cui ciascuno dei tuoi annunci è stato mostrato a ciascuna persona).
Può capitare che, se la frequenza media raggiunga un livello che va da 3 a 5, avvenga un calo del coinvolgimento. Se questo accade, è consigliabile cambiare la creatività per coinvolgere nuovamente il tuo pubblico con nuovi contenuti.
4. Impostiamo budget totale e durata della campagna
Il costo degli annunci su Instagram, come accade per quelli su Facebook, dipende dall’opzione di offerta scelta. Puoi scegliere tra costo per clic (CPC), costo per mille impressioni (CPM), costo per azione (CPA) o costo per like, oppure selezionare le offerte automatiche.
Il budget viene impostato giornalmente o per tutta la durata della campagna. Con il budget giornaliero decidi di dedicare il massimo a una giornata e una volta raggiunto il limite, Facebook non erogherà più annunci per il resto della giornata.
Per Instagram, i budget minimi sono calcolati come importo giornaliero e si applicano indipendentemente dall’opzione di budget che hai scelto.
Puoi anche scegliere in quali giorni della settimana e in quale momento della giornata mostrare il tuo annuncio, in base agli insight che già possiedi sull’attività online del tuo pubblico obiettivo.
4. Scegliamo Instagram tra i posizionamenti di campagna
Ovviamente nel nostro caso vogliamo pubblicare il nostro Advertising su Instagram, quindi selezioniamo la piattaforma tra i posizionamenti, togliendo tutti gli altri presenti nella lista.
Possiamo anche selezionare i dispositivi mobile specifici su cui si desideriamo targetizzare la nostra campagna, scelta utile se per esempio dobbiamo promuovere un’applicazione specifica per Android o iOS.
Piccolo trucchetto: se vuoi promuovere un prodotto di fascia alta e quindi raggiungere persone che (in teoria) hanno un reddito alto e hanno acquistato recentemente nuovi prodotti, puoi scegliere come target gli utenti che possiedono gli ultimi smartphone di fascia alta.
5. È il momento di sviluppare la creatività per il tuo Instagram Advertising
Seleziona una tra le seguenti opzioni (per la nostra campagna di esempio, abbiamo scelto una singola immagine):
Se hai una creatività personalizzata per il tuo brand che vuoi utilizzare puoi caricarla nell’Ad Manager di Facebook, in caso contrario puoi scegliere tra diverse migliaia di immagini nella libreria di foto d’archivio di Facebook.
Noi per esempio abbiamo selezionato un’immagine relativa al fitness e all’alimentazione dalla libreria di archivi fotografici.
Ricorda che la creatività che scegli per il tuo annuncio è il fattore più importante nel determinare se la tua campagna avrà successo o meno. Consigliamo di selezionare almeno 5 creatività diverse tra loro per la stessa campagna, in modo da poter effettuare un A/B test sulle diverse immagini e scoprire quale funziona meglio.
Per ultimo, collega il tuo account Instagram all’annuncio, oppure collegalo solo alla pagina Facebook della tua attività: il contenuto verrà comunque mostrato nel feed di Instagram.
Ricordati di aggiungere un bottone di Call To Action al tuo annuncio. La CTA è fondamentale per raggiungere l’obiettivo della tua campagna, quindi assicurati di scegliere quella più rilevante con rispetto alla tua offerta e al tuo target. Visto che la nostra campagna di esempio è per promuovere un’app mobile, selezioniamo “Download” come call to action.
Prima di concludere e pubblicare l’annuncio, Facebook ti mostra un’anteprima di come apparirà su Instagram.
Può succedere che la tua campagna sia impostata in maniera impeccabile e abbia successo fin dal primo giorno, ma questo accade molto raramente. Proprio per questo monitorare quotidianamente il tuo Instagram Advertising è fondamentale per garantire il raggiungimento degli obiettivi.
Analizzare le performance del tuo annuncio ti aiuta a capire dove hai sbagliato o al contrario quali sono gli aspetti che funzionano, in modo da poter ottimizzare la campagna.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/stories-instagram-test.jpg588913Daniela Chiorbolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaniela Chiorboli2020-07-27 11:29:032020-07-28 17:08:12Instagram Advertising: tutto quello che devi sapere per creare la tua prima campagna
Che cos’è il blocco dello scrittore? Il terrore di non riuscire a essere all’altezza delle proprie aspettative.
Una guida in 30 punti per superare il momento d’incertezza e tornare a scrivere con più entusiasmo di prima.
La paura del foglio bianco è quella sensazione di smarrimento provata di fronte alla pagina vuota. Non è soltanto una questione d’ispirazione, ma di aspettative che abbiamo verso noi stessi e le nostre parole. Vogliamo scrivere un’introduzione a effetto, che colpisca subito il lettore, ma non riusciamo a carburare. Non ci vengono in mente nuove idee, ci sentiamo frustrati perché non abbiamo nulla da raccontare. Ogni passo è un brancolare nel vuoto, e non riusciamo a vedere la luce. Come si supera il blocco dello scrittore?
Che cos’è il blocco dello scrittore
Scrivere è sperimentare con le parole, dare forma ai pensieri, concretizzare e rendere reale ciò che si muove dentro di noi. Non è solo estro creativo, ma è soprattutto metodo e disciplina.
La scrittura è un processo mentale stimolante che richiede tempo, allenamento e ha a che fare con l’emotività, l’incertezza e anche la vulnerabilità. Gli scrittori lottano con queste emozioni e spesso ne vengono sopraffatti.
Può essere colpa della paura di mettersi in gioco, di mostrare le proprie idee e per essere giudicati e criticati. La paura di essere respinto impedisce a chi vorrebbe scrivere di farlo, bloccandolo per sempre.
Può trattarsi di perfezionismo, voler fare del proprio meglio e non accontentarsi mai del risultato perché si vuole avere tutto perfetto già alla prima stesura. Molte persone usano il perfezionismo come meccanismo di protezione, per tutelarsi da aspre critiche o fallimenti.
Spesso il problema è invece l’eccessiva autocritica che abbiamo nei nostri confronti. Siamo i nostri peggiori critici. Molti scrittori confrontano il proprio lavoro con quello di altri di maggior successo o addirittura con il proprio lavoro precedente, provocando una vera e propria paralisi d’idee.
L’importante è capire le emozioni che ci attraversano per andare avanti e riprendere a scrivere di nuovo, che sia sul nostro blog, un articolo o un libro. Come si supera il blocco dello scrittore? Possiamo provare con questi 30 consigli.
Come superare il blocco dello scrittore
1. Scrivere ogni giorno
La scrittura è disciplina, bisogna scrivere tutti i giorni, esercitarsi. Questo è un consiglio suggerito dalla maggior parte degli scrittori che si impongono una routine quotidiana e ferrea di scrittura. Quando la scrittura diventa un lavoro sarà più difficile bloccarsi.
2. Fare esercizio fisico
E a proposito di allenamento, uno dei modi migliori per superare il blocco dello scrittore è dedicarsi all’esercizio fisico. È stato dimostrato che riduce lo stress, aumenta la produttività e migliora la memoria.
Un regolare esercizio fisico può incrementare la creatività e la risoluzione di problemi, aiutando ad affrontare meglio il processo di scrittura.
3. Fissare un obiettivo
Gli obiettivi sono fondamentali per pianificare una strategia. Un concetto valido non solo in ambito lavorativo, ma nella vita in generale. Se vogliamo superare il blocco dello scrittore dobbiamo porci un traguardo da raggiungere a fine giornata. Scrivere di un certo argomento, o un numero preciso di pagine, o scrivere per un’ora, o due. Stephen King, per esempio, scrive ininterrottamente quattro ore ogni mattina, tutti i giorni. Il primo passo per superare un ostacolo e allenarsi, prendere la rincorsa e saltare.
4. Creare un piano editoriale
Se il lavoro da fare è tanto e solo a pensare a tutto quello che dovete scrivere vi paralizzate, agite d’astuzia, create un piano editoriale dei vostri articoli, o dei capitoli da fare. In questo modo avrete davanti il lavoro che vi aspetta e potrete organizzare il tutto in anticipo.
5. Usare formati diversi
Siete soliti creare interviste per i vostri contenuti? Cambiate formato, provate a raccontare attraverso una storia. Vi piace scrivere solo in prima persona? Provate a spostare il narratore in terza persona. Cambiare formato potrebbe segnare una svolta alla lotta tormentata con il blocco dello scrittore. Fate un tentativo.
6. Partire da un solo argomento centrale
Siamo completamente a corto di idee? Cominciamo dal principio, focalizziamoci su una singola parola, un solo argomento, facciamo ricerca e creiamo associazioni di concetti. Tutto ci apparirà più chiaro e i contenuti si scriveranno da soli.
Partendo da un’analisi delle parole chiave del nostro ambito, riusciremo a capire cosa e come vogliamo scrivere. Una semplice keyword può aprire tutte le porte del nostro mondo narrativo.
8. Creare un documento con argomenti interessanti
Quando siamo bloccati, non c’è niente di meglio che consultare delle liste di argomenti stimolanti. Cerchiamo di creare un documento con contenuti che ci piacciono e di cui vorremmo parlare e aggiorniamolo di volta in volta. Appena il blocco dello scrittore perviene, attingiamo alla nostra fonte creativa.
9. Affidati a Google Alerts
Google Alerts è un servizio gratuito che, attraverso una mail, ci notifica tutto ciò che riguarda gli argomenti da noi prescelti. Se vogliamo ricevere più notizie possibili su un determinato ambito, basta attivare un avviso su una o più parole, e ne riceveremo le notizie più importanti.
10. Cambiare orari
Se siamo soliti scrivere al mattino ma abbiamo un blocco da parecchio tempo? Allora cambiamo orario. Ascoltiamo il nostro corpo, magari ci sentiamo più tranquilli la sera, proviamo a scrivere dopo cena. Di solito scriviamo nel pomeriggio? Magari di prima mattina, mentre tutti dormono, potremmo provare a scrivere quell’articolo che non riusciamo a preparare da giorni. Sperimentiamo.
11. Sconvolgere la propria routine
Seguire una routine quotidiana è molto utile, ci permette di essere organizzati e produttivi. Ma se c’è qualcosa che blocca il flusso delle nostre idee, vuol dire che dobbiamo, in primis, capire cosa ci frena, e provare a cambiare la nostra routine. A volte si ha bisogno di una piccola rivoluzione.
12. Cambiare location
Scriviamo sul nostro blog in cucina ma qualunque cosa sembra infastidirci? Dal fruscio del ventilatore, al colore giallo paglierino delle pareti, la cucina sembra essere diventata un luogo di tortura. Cambiamo location, proviamo a ricavare uno posticino per uno studio, o usciamo e scriviamo all’aperto, o magari in uno spazio coworking.
13. Trovare un posto tranquillo
Se invece quello che ci inquieta è il continuo brusio dei colleghi o i rumori in casa, creiamo il nostro angolo personale, lontano da decibel indiscreti.
14. Svolgere esercizi di free writing
Un modo per liberare la mente e non sentirsi schiacciati dal proprio revisore interiore, è quello di fare esercizi di free writing, ossia scrittura libera. Si comincia a scrivere in modo fluido, senza dar troppo peso alla sintassi e alle regole grammaticali, ma bisogna lasciar vagare il pensiero.
L’idea è di lasciare libera l’immaginazione. Impostare un timer per 5 minuti e scrivere senza sosta, senza sollevare la penna dalla carta o le dita dalla tastiera. In questo modo non verremo oppressi dall’ansia che tutto sia perfetto.
15. Creare elenchi
Un altro esercizio di libera espressione è quello di fare elenchi, non liste inerenti il lavoro, ma di ogni genere. La lista della spesa, un elenco dei libri letti fino ad ora, la wishlist per il proprio compleanno, insomma qualunque cosa. Fare un elenco è un ottimo modo per mantenere il cervello impegnato mentre ci si prende del tempo lontano dall’attività da svolgere.
16. Non lasciarsi abbattere dal critico interiore
Il giudizio più temuto da chi scrive è quello di sé stesso. Come una lama affilata può recidere dalla radice qualsiasi sogno e desiderio, lasciandoci con l’amaro in bocca e il cuore infranto. Non lasciamogli prendere il sopravvento. Cerchiamo di essere critici e obiettivi, ma mai distruttivi.
17. Scrivere con carta e penna
Se siamo abituati a scrivere con i nostri laptop e tablet, è il momento di metterli da parte e rispolverare penna e fogli. Scrivere a mano è un ottimo modo per scaricare lo stress. Fateci caso, quando siamo al telefono e abbiamo un foglietto e una penna davanti, facciamo piccoli disegni e scriviamo qualche frase, o semplici parole. Inoltre rafforza la memoria, stimolando il cervello e il linguaggio.
18. Mindfulness, ovvero meditare
La meditazione è un ottimo modo per scaricare le energie negative e, se fatta ogni giorno, aiuta a riappacificarsi con sé stessi. Ogni mattina, prima di iniziare a scrivere, concediamoci 10 minuti di meditazione, magari all’aria aperta, e affrontiamo il foglio bianco senza paura.
19. Fare una passeggiata
Camminare tutti i giorni, per qualche chilometro, rilascia endorfine, i famosi ormoni della felicità, che stimolano il pensiero positivo. Se il blocco dello scrittore ci attanaglia, la soluzione è una passeggiata per rimettere in circolo le idee.
20. Svolgere attività diverse dalla scrittura
Quando il blocco dello scrittore insiste e persiste, è meglio fermarsi, respirare e fare qualcos’altro di creativo per ossigenare il cervello. Potremmo preparare un dolce, o fare giardinaggio. Non poniamo limiti al nostro pensiero creativo.
21. Disegnare e colorare
Tra le attività creative da svolgere, non possiamo tralasciare l’arte. Disegnare e colorare, stimola la creatività, riduce l’ansia, allevia lo stress e aumenta la concentrazione. Dopo aver dedicato mezz’ora al disegno, saremo più stimolati e pronti a superare qualsiasi ostacolo.
22. Ascoltare musica classica
Un altro metodo molto utilizzato da chi ha un blocco creativo è quello di ascoltare musica classica. Perché? La musica classica migliora l’umore, riduce lo stress e incrementa il pensiero positivo. Non c’è niente di meglio di un brano di Mozart per rinfrescarsi le idee.
23. Leggere ogni giorno
Se vogliamo scrivere dobbiamo prima di tutto leggere, e tanto. La lettura ha un potente effetto rigenerante e creativo su chiunque, basta solo trovare un posticino rilassante, scegliere un libro e immergersi in mondi sconosciuti. Provare per credere.
24. Restare umani
La vita di chi vuole scrivere non può essere relegata in casa, ma bisogna uscire, partecipare agli eventi, andare al cinema, a vedere mostre, cercare stimoli per accendere le idee. Il blocco dello scrittore si abbatte vivendo la propria umanità.
25. Creare libere associazioni di parole
Ci avete mai fatto caso che spesso ci esprimiamo usando le stesse e solite associazioni di parole? Possiamo creare delle combinazioni di parole nuove, andando oltre i soliti schemi e uscire fuori dal pensiero lineare giocando con idee e connessioni diverse a cui non avevamo mai pensato.
Un modo divertente per farlo e usare i LEGO. Ad ogni costruzione affibbiamo una parola che poi assoceremo ad un’altra, senza seguire un rigore logico. Il risultato potrebbe sorprenderci, stimolando la fantasia.
26. Lasciarsi ispirare da persone creative
Se la vostra autostima desidera solamente sotterrarsi, non lasciateglielo fare, ma leggete e fate ricerca sulle persone che sono per voi fonte d’ispirazione. Scoprirete che tutti loro hanno avuto momenti di difficoltà anche più complessi dei vostri, ma alla fine non hanno mollato e, passo dopo passo, sono riusciti ad ottenere ciò che volevano (o quasi). Perseverate.
27. Cambiare punto di vista
Quando siamo troppo concentrati su di noi, i nostri desideri e le nostre paure, perdiamo di vista tutto ciò che si anima intorno a noi. Cambiare punto di vista, guardare le cose da fuori, ci permetterà di cogliere sfumature a cui non avevamo mai fatto caso, stimolando il libero pensiero.
28. Lavare i piatti
Lo sapevate che lavare i piatti riduce lo stress? A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Università della Florida, e aggiungono che aiuta anche la meditazione. Se il blocco dello scrittore continua a tormentarvi, fate una pausa, magari troverete la risposta tra una lucidata e l’altra.
29. Fare una doccia rigenerante
Vi siete mai chiesti perché le idee più brillanti arrivano proprio sotto la doccia? Una doccia al mattino aiuta a rilassarsi, a rigenerare e rinnovare i processi cognitivi e ad affrontare meglio la giornata lavorativa e i blocchi creativi.
30. Evitare le full immersion
Ultimo consiglio, non lavorate troppo. Buttarsi a capofitto in un progetto ed essere ossessionati solo da quello non vi farà vedere il quadro completo della situazione e di conseguenza resterete impantanati in un limbo di incertezza infinito. Dividete il lavoro, aiutatevi con mappe mentali, occupatevi dell’introduzione e poi dei restanti capitoli ma senza angosciarvi se si presentano zone grigie. Capita a tutti. Una piccola pausa, un bel respiro e si ricomincia.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/blocco-dello-scrittore-1.jpg500667Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2020-07-25 15:00:142020-07-24 15:39:56Blocco dello scrittore: 30 idee per superare la paura del foglio bianco
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