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  • Guida pratica per combattere la disinformazione: ecco come riconoscerla

    Le notizie false sono molto più diffuse sui social di quanto immaginiamo, ecco perché è utile imparare la media literacy

    29 Luglio 2020

    • Quasi ogni giorno qualche notizia viene travisata o modificata e, grazie al suo potere virale, diventa una fake news.
    • I social network stanno provando ad arginare il problema, diventato più impellente che mai durante il Coronavirus, ma non basta.
    • TikTok lancia una campagna per insegnare la media literacy: ecco come scovare e combattere le fake news in un elenco di cose da fare.
      Qualche tempo fa ho ricevuto un messaggio che mi avvisava di un evento astronomico molto interessante che avrebbe dovuto avvenire la notte tra il 27 e il 28 luglio: una “luna rossa”, causata da nientedimenoche l’eclissi più lunga del secolo. E così come me, migliaia di altre persone hanno letto lo stesso testo su Whatsapp o addirittura su testate come Repubblica e Sky24. Ma quando sono andata a cercare più informazioni online, mi sono trovata davanti a un ironico dejavù: la fantomatica eclissi non ci sarebbe stata, perché ha in realtà avuto luogo 2 anni fa. Un errore di data, probabilmente. O forse uno scherzo. Fatto sta che, per quel magico potere della viralità online su cui ancora abbiamo così tanto da comprendere, la notizia ha iniziato a rimbalzare di Whatsapp in Whatsapp, di sito in sito, fino a diventare una fake news. Fa niente – un errore innocente, una bufala che non ha fatto del male a nessuno. Giusto? Giusto. Ma anche sbagliato. Perché mi ha fatto riflettere, insieme alle tante notizie più o meno false che ho visto specialmente durante i mesi di lockdown girare sui social o persino arrivarmi su WhatsApp, su quanto sia facile manipolare la realtà online. Una piccola informazione omessa, come l’anno della data, può portare tutta Italia a condividere una notizia palesemente falsa. O ancora, un luogo mancante può invece far sì che il video di un cerbiatto filmato nel 2016 (e già stato oggetto di fake news nel 2018) torni a diventare virale come caso di “natura che si riprende i suoi spazi” durante la quarantena. E così via, in una sequenza a cui ormai siamo fin troppo abituati. LEGGI ANCHE: Il Coronavirus sui social: come evitare le fake news (e non farsi prendere dalla psicosi)

    A chi spetta il controllo sulle fake news?

    Quando parliamo di errori in buona fede come questi, ci si può fare su una risata. Ma quando invece c’è del dolo dietro la creazione o la manipolazione di un contenuto, non c’è niente da ridere. In casi del genere, un post sui social può arrivare ad essere veicolo di odio razziale, di disinformazione medica, o addirittura influenzare la scelta di un partito politico piuttosto che un altro. Tanto è il potere dell’informazione. E tanto è facile cadere nella trappola di un piccolo, innocente “condividi”. E se è ovvio il ruolo di giornalisti e professionisti della comunicazione, che dovrebbero fare da filtro e procedere sempre alla verifica di ogni fonte, sono spesso proprio i canali ufficiali a sbagliare e a “convalidare” una fake news per errore o per fretta. È quindi compito e dovere del singolo imbarcarsi in un percorso di analisi e di scoperta degno di un vero e proprio detective per verificare la veridicità di ciò che si trova davanti ed, eventualmente, se abbia senso condividerlo. La cattiva notizia? Non è facile, specialmente in alcuni casi. Quella buona? È una questione di abitudine, di “mindset”; una volta capito quali sono i passaggi concreti da compiere per identificare una fake news, e allenato il nostro investigatore privato personale a farlo un paio di volte, diventa molto più facile riuscirci. come interrompere fake news

    La guerra dei social alle Fake News

    Negli ultimi anni, dopo scandali su scandali e situazioni sempre più gravi di proliferazione delle Fake News online, i social media hanno iniziato a prendere in mano il problema. C’erano già stati diversi timidi tentativi, ma quest’anno un evento globale ci ha messo davanti ad una vera e propria esplosione incontrollata del problema: l’epidemia di Covid-19. Già le informazioni di per sé erano sparse e disorganizzate, a volte apertamente contraddittorie tra loro anche quando venivano da fonti ufficiali; la corsa alla “breaking news”, il panico generalizzato e anche la mala fede di singoli e alcune aziende hanno fatto il resto. Così negli ultimi mesi sono proliferati esperti, farmaci miracolosi, informazioni di dubbia qualità, etc etc. Tutte amplificate e ingigantite dal gigantesco palcoscenico su cui tutti ci esibiamo: i social media. Tra le misure prese dai giganti del web,
    • Twitter ha deciso di eliminare i contenuti che apertamente promuovevano cure fasulle o negavano quanto detto dalle fonti ufficiali;
    • Facebook ha creato una sezione ufficiale dedicata alla racconta di informazioni ufficiali sul Coronavirus, posizionata in cima al News Feed;
    • Reddit ha ospitato sessioni di domande e risposte ufficiali tenute da esperti di vari ambiti.
    In generale, qualsiasi sistema di “sorveglianza” si può basare su un misto di Intelligenza Artificiale (che individua determinate parole chiave, ad esempio) e di supporto degli utenti, tramite la possibilità di “segnalare” i contenuti fake. Ma è abbastanza? Chiaramente no. WhatsApp ad esempio si sottrae a questa possibilità grazie al fatto che i messaggi sono crittografati – una cosa essenziale per la nostra privacy, ma uno scudo meraviglioso per le fake news che possono essere diffuse qui. Cosa serve quindi? È necessaria quella che viene definita “media literacy“.

    A scuola di Media Literacy

    L’Unione Europea la definisce ufficialmente come “la capacità di accedere ai media, di comprendere e valutarne criticamente i diversi aspetti a cominciare dai loro contenuti, di creare comunicazione in una varietà di contesti”. Ed è a tutti gli effetti una capacità che si deve apprendere tramite studio ed esercizio, esattamente come qualunque altra, tanto che dovrebbe essere insegnata nelle scuole. E infatti, dove questo tema è stato seriamente introdotto nelle politiche locali dai governi è dove le fake news hanno iniziato ad avere meno seguito. paesi con resistenza alle fake news I Paesi nordici e in particolare la Finlandia che, grazie ad un programma implementato dal governo fin dalle scuole elementari per incoraggiare il pensiero critico online, si è posizionata prima per capacità di resistere alla disinformazione e alle fake news.

    Verso l’educazione digitale: entra in campo TikTok

    La soluzione quindi è una sola: educare, ed educarci, a riconoscere le fake news e a difenderci da esse, stroncandole sul nascere. L’ultimo arrivato a provarci è TikTok, il social network che è decisamente arrivato alla ribalta quest’anno e che accoglie soprattutto giovani e giovanissimi, e che su questo argomento ha lanciato una campagna di influencer marketing molto originale. In una serie di video divertenti e originali, gli influencer della piattaforma affrontano il tema della media literacy nel modo scanzonato che ha determinato il successo dei brevi video che contraddistinguono questo social. E quindi, con il loro aiuto e integrando il tutto con qualche informazione aggiuntiva, proviamo a stilare una breve guida per identificare, smascherare e debellare ogni fake news che possa arrivare davanti ai nostri occhi. LEGGI ANCHE: Le sfide del giornalismo di oggi tra post-verità e fake news

    La guida anti Fake News: come impedire alle notizie false di passare sotto i nostri radar

    1. Rallenta e ragiona: ogni qualvolta che un contenuto che sembra “troppo XXX per essere vero” ti capita davanti, fermati e chiediti: c’è qualcosa di strano? Le fake news che hanno maggior carica virale sono quasi sempre quelle che suscitano una forte reazione emotiva, positiva o negativa. Storie che sembrano troppo ridicole o che confermano in maniera cieca un pregiudizio diffuso sono ottimi veicoli di falsità. Da ultimo, se un contenuto del genere ti incita a spendere soldi per qualcosa, tutti i tuoi allarmi mentali da fake news dovrebbero iniziare a emettere suoni e luci all’unisono.
    2. Identifica la fonte: non importa da chi arriva il messaggio e quanto affidabile ti sembra la pagina. Non ti fermare alle apparenze, leggi bene l’URL (molti siti di fake news somigliano a note testate con qualche tipo di typo nel nome) e se serve cerca di capire chi è l’autore. Controlla anche la data, e se ci sono link di approfondimento prova a seguirli per vedere se il sito originario è affidabile o meno. Come regola generale, considera che se arriva su WhatsApp e ti sembra un testo copiato e incollato, allora è quasi sicuramente fake.
    3. Fai le domande giuste: nella stragrande maggioranza dei casi basta copiare e incollare il testo ricevuto su Google per scoprire in pochi secondi se si tratta di una notizia vera o di un fake. combattere fake news tiktok
    4. Dai un feedback se non è affidabile: su tutti i social c’è la possibilità di “segnalare” i contenuti inappropriati, e le fake news hanno una voce specifica. Se invece il messaggio ti arriva da un parente o amico, faglielo notare personalmente: è importante che le notizie false vengano smantellate con la stessa intensità virale con cui si diffondono.
    5. Confronta più fonti: se si tratta di una notizia vera ma che ti pare esagerata o falsa, prova a verificare come ne parlano altre testate, idealmente verifica anche in inglese perché spesso i media italiani amano fare sensazionalismo.
    6. Se sei in dubbio…non condividere! Se nonostante la tua breve ricerca non riesci a capire se la notizia è vera o falsa, nel dubbio evita di condividerla e di supportare il meccanismo virale. Soprattutto se i motivi che ti spingono a condividere sono negativi (rabbia, tristezza, accuse…). È anche compito tuo fermare le fake news, ed è una scelta che ciascuno di noi deve fare personalmente.
    7. Bravo. Ora ripeti da capo per la volta successiva. Ogni volta che stai per premere “condividi” o “inoltra”, una vocina dovrebbe attivarsi nel tuo cervello e dirti: “sei proprio sicuro sicuro sicuro?”