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annunci stampa di novembre

Amazon, Volkswagen e Santander: i migliori annunci stampa di novembre

Mentre vorticosamente veniamo risucchiati dalle informazioni sul Metaverso, mondi dematerializzati e contatti virtuali, negli annunci stampa di novembre esplode l’out-of-home.

Complice la riduzione delle restrizioni in alcuni Paesi, Amazon e Volkswagen, tra gli altri, si sono lanciati in ardite execution dai risultati formidabili. L’advertising fisico permette, al momento e forse molto più di altri canali digitali, di lasciar correre l’ispirazione e la creatività e immaginare forme totalmente nuove di comunicazione con le persone.

Per esempio, ascoltare i suoni della natura mentre si aspetta l’autobus, come ha fatto E.ON in Ungheria.

Godiamoci insieme la selezione degli “annunci molto fisici” di questo mese.

LEGGI ANCHE: KFC, McDonald’s e Audi: i migliori annunci stampa di ottobre

Amazon Prime – The Wheel of Time

Prime Video promuove il lancio dell’epica serie fantasy The Wheel of Time con un’affissione in 3D in live-action creata da Amplify e con la star della serie Rosamund Pike.

È la prima volta che un cartellone anamorfico viene utilizzato da una società di intrattenimento per promuovere una serie.

Prime Video ha debuttato in Piccadilly Circus, a Londra, il 15 novembre, ma l’out of home apparirà anche in siti iconici nei mercati chiave, tra cui il Big Kahuna di New York City a Times Square e il Cross Shinjuku Vision di Tokyo.

AMAZON - migliori annunci stampa di novembre 01

AMAZON - migliori annunci stampa di novembre

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Advertising Agency: Amplify, London, United Kingdom

H&T Pawnbrokers – Ready to be loved again

H&T Pawnbrokers è il più grande banco dei pegni del Regno Unito e ha diffuso la sua nuova campagna natalizia, “Ready to be loved again“.

Si tratta del primo prodotto pubblicitario che il marchio ha lanciato in collaborazione con M&C Saatchi da quando ha iniziato a lavorare con l’agenzia all’inizio di quest’anno.

La nuova campagna festiva di H&T cerca di guidare le vendite di gioielli con diamanti pre-loved. Spinge anche le persone che potrebbero non aver mai pensato di acquistare regali da un’agenzia di pegni a considerarla come un modo per regalare qualcosa di unico a un amico o a una persona cara.

M&C Saatchi ha lavorato a stretto contatto con H&T per sviluppare una serie di straordinarie execution, ognuna delle quali porta in vita il concetto di pre-loved fondendo una fotografia vintage in bianco e nero con un’immagine moderna a colori.

migliori annunci stampa di novembre H&T 01

migliori annunci stampa di novembre H&T 01

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Advertising Agency: M&C Saatchi, London, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
Media Agency: M&C Saatchi Performance
Photography Studio: Horton Stephens Productions
Photographer: Nick Dolding

I migliori annunci stampa di novembre: Santander – Santander cashback campaign

Santander ha installato rubinetti giganti dai quali zampillano monete su alcuni cartelloni a Londra e Manchester per pubblicizzare l’offerta della banca di cashback mensile sulle bollette domestiche.

L’obiettivo è promuovere in modo memorabile l’offerta. Sembra che sia stato centrato in pieno.

Pubblicità esperienziale creata da Engine Creative, Regno Unito per Santander, nella categoria: Finanza.

santander out of home

santander out of home

Advertising Agency: Engine Creative, UK Creative
Strategy Director: Nicola Dyball
Account Management: Nick Pawlak, Marianne Roberts, Tom Butler, Shannel Darko
Agency Senior Project Manager: Chelsea Chapman
Agency Designer: Aaron Pacey
Production Co: Posterscope, MediaCo
Artworking: Hogarth
Media planning/buying: Carat

E.ON Hungary Group – Budapest tram stops feature music generated by living plants

L’agenzia pubblicitaria ACG e E.ON hanno creato dei “paradisi verdi sonori” come parte della campagna dell’azienda, focalizzata sull’importanza di combattere il cambiamento climatico.

Grazie alle installazioni uniche, i passeggeri che transitano alle fermate del tram nelle piazze Széna e Szent Gellért non solo sono accolti da piante vive, ma possono anche immergersi nel suono della natura: la musica alle fermate viene infatti generata dalle biovibrazioni delle piante.

Budapest tram stops feature music generated by living plants

Budapest tram stops feature music generated by living plants

Advertising Agency: ACG Budapest, Hungary
Creative Group Head: Rita Alberti
Copywriter: Tímea Maróti
Art Director: Dániel Kitai
Head of Studio: Mihály Harazin
Account Director: Petra Kriston
Senior Account Manager: Szilvia Kránicz
Senior Social Media Manager: Csilla Erdei
PR Group Head: Brigitta Kedves
PR Specialist: Bálint Mikola
Sound Studio: Avidio System
Out-of-Home Partner: JCDecaux Hungary
Creative Director: László Nagy
Integration Director: Bianka Bujdosó-Nagy

Volkswagen Commercial Vehicles – BRING THE SHUTTERS DOWN ON OVERWORKING

Volkswagen Commercial Vehicles e Mental Health UK portano avanti il loro messaggio #DownTools direttamente in strada con una serie di sorprendenti lavori di street art.

I dipinti sono stati realizzati dal noto artista di murales Peter Barber e appaiono sulle serrande di una tintoria, di una macelleria e di una panetteria, condividendo il messaggio “Abbassiamo le serrande sul superlavoro” insieme all’hashtag #DownTools.

Migliori annunci stampa di novembre - volkswagen

Migliori annunci stampa di novembre - volkswagen 02

Migliori annunci stampa di novembre - volkswagen 03

Advertising Agency: BBH, United Kingdom
Head of Marketing Press and Public Relations: Kate Thompson
National Communications and PR Manager: Laura Bignall
Communications Manager: Louise Willis
Communications Manager: Matthew Mann
BBH Creative Team: Luke Till, Lawrence Bushell
BBH Creative Director: Remco Graham
BBH Strategist: Thandi Mbire
BBH Strategy Director: Selina Khuu, Aparna Bangur
BBH Senior Account Director: Andrew Connolly
BBH Account Manager: Arabella Johnston, Caitlin Quigley
BBH Account Executive: Amber Sidney-Woollett
Film Credits
BBH Producer: Nikola Oksiutycz
Production Company: Spindle
Director: Spencer MacDonald
Executive Producer: Lou Gagen
Producer: Mike Carr
DoP: Jake Scott
Post Production
Editor/Editing House: Rich Woolway
Post House: Framestore
Post Producer: Jake Saunders
Sound: 750mph
Sound Studio Engineer: Marcin Pwalik
Print Credits
BBH Producer: Beth Mechem
Down Tools Designer: Rob Wilson
Shutters Illustrator: Toby Triumph
Shutters Photographer: Dan Sims
Shutters Install Team: Peter Barber
Media agency: PHD

Social media trends 2022

Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

Social Media Trends 2022: per grandi e piccoli brand comunicare attraverso i social media dal prossimo anno sarà impegnativo.

C’è un forte cambiamento che bolle in pentola e gli esperti sono sicuri che il piatto sarà presto servito nel giro di qualche mese (per alcuni la tavola è già stata imbandita).

Forse non tutte le grandi società hanno colto le principali innovazioni che stanno trasformando il modo di fare social media marketing.

Tuttavia il mix perfetto tra innovazione tecnologica ed evoluzione relazionale legata agli effetti della pandemia sulla società, è pronto a scatenare i suoi effetti.

Tutto conduce a una macro-dinamica generale: il passaggio – neanche tanto graduale – dal Social Listening come lo abbiamo sempre conosciuto, alla Conversational Intelligence.

C’era una volta il Social Listening

Cos’è il Social Listening? Si tratta di una serie di tecniche e strumenti che permettono di mappare tutti i termini associati al proprio marchio e comprenderne il valore positivo, neutrale o negativo.

Oggi i dati confermano che solo una piccola minoranza di utenti online commenta o condivide effettivamente i contenuti: la stragrande maggioranza di tutti i media online viene consumata passivamente.

Ci piace tanto guardare, ma non sempre partecipiamo al dibattito o esponiamo le nostre idee o sensazioni.

Ciò rende molto difficile monitorare le conversazioni che avvengono, per esempio, tramite Instagram Stories, LinkedIn, TikTok o messaggi privati in generale, e questo può distorcere le informazioni che si ottengono.

Social trend 2022 talkwalker-2

Un esempio di dashboard su Talkwalker relativa al Social Sentiment del brand Coca-Cola.

Come rimediare a un gap che sembra incolmabile?

Trasformando il Social Listening in uno strumento di Intelligence che aiuta le imprese a prendere decisioni più consapevoli sulla base delle mutevoli esigenze dei clienti.

Benvenuta Conversational Intelligence

Gli sviluppi del marketing omnicanale e della gestione sinergica delle diverse piattaforme di comunicazione d’impresa, permettono di colmare i gap del Social Listening con la Conversational Intelligence.

Grazie ai progressi raggiunti dall’intelligenza artificiale è possibile incrociare dati e analizzare su larga scala informazioni rilevanti sulle conversazioni attorno a uno specifico brand.

Dall’analisi del social sentiment, delle discussioni sul web, del visual analysing fino al clustering delle conversazioni in piattaforma.

Tutte queste informazioni aiutano un’azienda a migliorare il ROI delle campagne di marketing online. Ottimizzare l’esperienza del cliente, dall’inizio del customer journey fino alla sua fase conclusiva, così da riprodurre la miglior esperienza di brand possibile in fase di engagement, conversione e fidelizzazione.

Le aziende innovative devono essere in grado di analizzare rapidamente questa massa critica di conversazioni tra utenti online e clienti. Ottenendo così una visione a 360 gradi delle mutevoli preferenze e dei comportamenti di quelli che sono i player decisivi per la reputazione e il successo di un marchio sul web.

La Conversational Intelligence va oltre l’ascolto sociale, oltre le intuizioni dei media, oltre le tradizionali ricerche di mercato. I brand possono accelerare la loro attività online, restare rilevanti all’interno dei social trend ed essere percepiti come thought leader del proprio settore.

È il sistema perfetto per ascoltare e monitorare la voce del cliente in tempo reale. Altrimenti si rischia di restare fuori da quella che è definita l’Era del Consumatore.

Conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro

La massima di Tucidide, storiografo ateniese del 400 a.C., è ancora attuale.

La transizione da Social Listening a Conversational Intelligence è il frutto di una naturale evoluzione sociale ed economica: anche se le aziende continuano a detenere una grande rilevanza decisionale, sono i consumatori a guidare le scelte e i temi della comunicazione di brand.

Valori, identità e azioni assumono un ruolo imprescindibile nelle scelte quotidiane di ciascuno di noi. La centralità delle persone nella strategia di marketing di un’azienda sarà sempre più decisiva.

Ecco perché è bene conoscere come grandi aziende e noti brand dovrebbero comportarsi sui social media.

Cosa conta davvero nella relazione digitale con il proprio pubblico? Come direbbero negli USA, cosa separa the best from the rest del social media marketing del 2022?

>> Scarica il rapporto Social Media Trends 2022 di Talkwalker per sapere quali novità e quali certezze attendono il tuo brand nei prossimi mesi. <<

Le tendenze 2022 decisive per la sorte dei brand sui social media

Ecco alcuni dei trend che, assieme a molti altri, vengono illustrati, analizzati e rivisti in chiave strategica dal report di Talkwalker per una corretta comunicazione social a partire dal prossimo anno.

Quali saranno le tendenze che porteranno un brand al successo?

  1. TikTok leader indiscusso

TikTok diventerà il leader dei social media e le piattaforme online non potranno fare altro che adattarsi a questa egemonia.

Gli utenti chiedono sempre più contenuti personalizzati, un servizio rapido, fluido e un’esperienza di brand migliore. Le nuove generazioni esprimono un senso di urgenza senza troppi fronzoli.

Le caratteristiche tecniche di TikTok si prestano perfettamente ai nuovi canoni di comunicazione di marca tra utenti e organizzazioni.

Generare viralità, rafforzare la community e lanciare una comunicazione d’intrattenimento su TikTok funziona molto meglio che sugli altri social tradizionali.

LEGGI ANCHE: Dalla Generazione T agli insight degli utenti: tutti i dati di TikTok che devi assolutamente sapere

  1. Un nuovo sistema di fare Advertising

Il Programmatic Advertising e l’intero scenario dell’industria pubblicitaria dovranno farsi trovare pronti davanti ai cambiamenti che porterà con sé la Cookie Apocalypse.

Gli annunci social dovranno agire su meccanismi differenti man mano che i cookie avranno un margine d’azione sempre più ridotto.

I cookie stanno morendo e molti brand hanno già intonato il loro de profundis.

Quale impatto porterà questo cambiamento sul futuro della pubblicità sui social?

In che modo i brand potranno continuare a offrire servizi personalizzati e allo stesso tempo rispettare regole e disposizioni che proteggono dati e informazioni sensibili?

La Conversational Intelligence è l’elemento che ci permette di dire che la partita è ancora tutta da giocare.

  1. Accorciare il Buyer Circle sui social 

Se è vero che la pandemia ha spinto le persone a cercare online le risposte alle proprie esigenze di consumo, il Social Media Trends 2022 di Talkwalker esamina in maniera approfondita come le diverse piattaforme online stiano affrontando il tema del social commerce.

Esiste un modo per rendere ancora più fluido il customer journey di un’azienda e facilitare la vendita tramite social? Come stanno elaborando questa esigenza – sempre più evidente – le grandi piattaforme online?

Accorciare il ciclo di conversione è possibile, ed è utile farlo lì dove l’utente è più attivo e a contatto con il brand online.

  1. Il Content Marketing post-pandemico

La creazione di contenuti di marca nell’era post-pandemica è un altro elemento che non può prescindere dalle esigenze dei consumatori.

Le dinamiche di chiusura, quarantena e distanziamento hanno innalzato fortemente i livelli di consumo di contenuti online.

Social Media Trend 2022 consumer

Percentage of consumers increasing the time the spend on social media, news sites, streaming. © Forbes | Doubleverify

Si può dire che la pandemia abbia creato un mondo di consumatori di contenuti online.

Le persone nutrono maggiori aspettative nella fruizione di contenuti. Sensibilità, inclinazioni e gusti diventano sempre più raffinati.

I nuovi livelli cognitivi e una maggiore confidenza con video, dirette streaming e on demand plasmeranno il content marketing del futuro.

  1. Alla ricerca dei nostri Metaversi

Il metaverso continuerà a essere un argomento di conversazione tra il pubblico online e offline.

I diversi sviluppi hanno fatto passi da gigante sulla strada verso un un mondo virtuale online che incorpora realtà aumentata, realtà virtuale, avatar olografici 3D, video e altri mezzi di comunicazione.

Social Media Trend 2022

Man mano che lo studio sul metaverso si espande, si aprono scenari – prima impensabili – in mondi alternativi iperreali che coesistono tra loro.

Si può dire che i metaversi saranno la futura connessione tra consumatore e brand. Potremmo fluttuare a bordo della navicella di Rick Deckard e districarci nei meandri dello skyline di Blade Runner, ma a massima definizione e interagendo con i nostri brand preferiti.

Conversational Intelligence, come valutare il presente per prepararsi al futuro

Queste sono solo alcune delle tendenze chiave che Talkwalker ha analizzato nel suo report e che aziende e organizzazioni devono attendersi nel 2022.

Sebbene sia molto complesso prevedere esattamente come andranno le cose, sulla base di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni è possibile prendere coscienza di alcuni evidenti indicatori sulle tendenze che stanno influenzando il modo di comunicare online con le persone.

Stiamo ancora cercando di adattare le nostre abitudini alle evoluzioni post-pandemiche e sotto molti aspetti il momento appare decisivo e carico di cambiamenti significativi per la società, così come l’abbiamo finora considerata.

Il futuro della ripartenza potrebbe aprire nuove importanti opportunità, soprattutto per coloro che prestano attenzione all’evoluzione delle relazioni interpersonali nel mondo digitale e desiderano allinearsi con le tendenze evolutive per facilitare la crescita e l’esposizione mediatica del brand.

>> Scarica il report Social Media Trends 2022 di Talkwalker per sapere quali novità e quali certezze attendono il tuo brand nei prossimi mesi <<

gaming e criptovalute

Gaming e criptovalute si incontrano nel Metaverso (e i numeri sono da capogiro)

Il concetto di metaverso è entrato ufficialmente nel linguaggio “pop”.

Grazie a Zuckerberg e al suo cambio di nome da Facebook a Meta molti hanno iniziato a “masticare” la parola metaverso. Naturalmente il tutto non nasce con Zuckerberg, ci mancherebbe, ma il metaverso è un concetto, un progetto, che viene da molto lontano e che, pian piano, sta diventando realtà.

Insomma, ne sono passati di anni dal libro di Ernest Cline in cui si parlava di una realtà parallela e, da quel che dicono gli esperti, ne passerà ancora molto prima che diventi una realtà consolidata per utenti e sponsor.

Le varie sfaccettature del metaverso

Il metaverso è varie sfaccettature, o sarebbe più giusto dire, potrebbe avere varie sfaccettature. La più “semplice” è quella che vedrebbe la costruzione di una realtà parallela dove gli utenti potranno crearsi un loro nuovo mondo, delle relazioni virtuali e vivere una vita immersi nel nuovo social.

LEGGI ANCHE: Facebook ha deciso il suo nuovo nome: si chiamerà Meta

Insomma, basta bacheche e feed Facebook, basta cuoricini lasciati su Instagram o lunghissimi messaggi vocali su Whatsapp. Basterà entrare nel nuovo metaverso per incontrare persone, parlare, istaurare relazioni.

Questa è solo una delle idee di come sfruttare il metaverso (naturalmente, questo è il progetto di Zuckerberg dove ha deciso di investirci 5 miliardi di euro). A questa idea ne possiamo aggiungere altre legate al business, a realtà virtuali che aiutano a “vivere” un’esperienza con dei prodotti (come ha fatto la Ford presentando la prima Mustang Mach-E elettrica).

Insomma, il principio è lo stesso: creare realtà virtuali e parallele per far vivere all’utente delle esperienze lontani dalla quotidianità. Regalare un nuovo mondo dove poter entrare e vivere una “vita” nuova.

gaming e criptovalute

Il metaverso ed il gioco: una prosecuzione della realtà

Una volta capito cosa sarà il metaverso credo sia facile immaginarselo nel mondo del gaming.

Già oggi è possibile vivere realtà parallele e condivise con altri giocatori al mondo attraverso vari giochi, citiamo per esempio solamente Fortnite e Roblox. Non è un caso che proprio società di gaming come Epic Game e Roblox stiano lavorando per dar vita in tempi brevi ad una serie di metaverso per regalare ai giocatori nuove piattaforme immersive per il gioco.

gaming e criptovalute

Gaming e criptovalute

Il gaming, come del resto i social, stanno entrando in una nuova fase, esplorativa. Con una differenza però: se per quanto riguarda i social la realtà virtuale o metaverso appare come una prosecuzione naturale ma futuristica (non molto lontana) per il gaming stiamo parlando di un qualcosa di esistente, che si sta sviluppando e che si sta sperimentando già adesso.

Questa nuova realtà del gaming, infatti, è diventato terreno anche di un altro passo in avanti: stiamo parlando di unire il gaming alla realtà virtuale e alla moneta virtuale. Un’evoluzione che solo cinque anni fa sembrava impossibile ma che adesso è reale, tangibile.

In Fortnite e Roblox, per esempio, è possibile partecipare al gioco con una moneta virtuale (leggi qui quali sono le altre piattaforme che hanno anticipato questo mondo).

È possibile guadagnare dei soldi virtuali giocando al proprio video gioco, la propria partita, nel proprio metaverso.

Il gaming si trasforma in un vero e proprio mondo parallelo dove è possibile anche partecipare ad eventi, conoscere altri avatar, guadagnare o perdere soldi. Si è andati a creare un nuovo “mondo” dove regnano le criptovalute, la tecnologia blockchain, token e videogiochi.

Un mondo ancora nebuloso ma con dei numeri spaventosi

Come tutte le nuove esperienze virtuali anche questa delle criptovalute nel gaming non ha un percorso chiaro. Soprattutto non ci sono dati che attestino e certifichino che persone stiamo guadagnando soldi reali con queste nuove possibilità.

Ci sono fonti non certe, ci sono smentite, ci sono annunci ma nulla che possa certificare il controvalore economico reale di ciò che si guadagna virtualmente. In questo mondo dove è difficile muoversi proviamo comunque a dare dei numeri certi, su cui poter ragionare per capire la portata di ciò che ci sta accadendo.

Secondo DappRadar, una società che tiene traccia dei dati sulla finanza decentralizzata, ha contato a marzo circa 51mila portafogli virtuali attivi giornalieri.

Questa cifra, dopo appena tre mesi contava 360mila portafogli attivi. Un aumento di quasi il 600%. Spaventoso!

Bitcoin nel Metaverso - gaming e criptovalute

Gaming e criptovalute: anche i ricchi investono

Come abbiamo appena detto si intravede una nuova strada per il guadagno “facile”, per un investimento proficuo e nuovo.

Come tutti gli strumenti nuovi ha dei rischi, ma anche delle possibilità di guadagno alte. Noi possiamo basare le nostre riflessioni solo sui numeri (che ancora non sono chiarissimi) e su ciò che fanno gli altri. In particolar modo i ricchi. Dobbiamo dire che sono in molti quelli che hanno deciso di investire in questo nuovo settore.

Un esempio è sicuramente Justin Sun, CEO di BitTorrent e fondatore di TRON Foundation, che ha lanciato di recente un fondo da 300 milioni di dollari sul play-to-earn e GameFi (qui un approfondimento sull’operazione di Justin Sun).

Insomma la direzione è segnata. La strada è spianata. I coraggiosi si sono buttati a capofitto. Vediamo se tutto ciò rimarrà solo un gioco “virtuale” o una opportunità “reale”.

metaverso e blockchain

Blockchain e Metaverso: come questa unione completa l’esperienza dei mondi virtuali

Chi ha scaricato i nuovi aggiornamenti delle app dell’impero di Mark lo legge ormai ben in evidenza: “meta”. Il Metaverso di Zuckerberg sta arrivando e spinge con forza l’interconnessione tra nuovi mondi virtuali in cui interagire con altre persone, comodamente dal divano, e in cui eventuali transazioni e operazioni vengono tracciate e registrate in un sistema di Blockchain. Blockchain e Metaverso sembrano essere due aspetti essenziali di un nuovo modo di intendere la relazione online.

Il Metaverso non è una novità assoluta (soprattutto per i gamer)

Anche causa della pandemia, i giochi multiplayer basati sulla creazione di un universo parallelo in cui sfidare altri giocatori e in cui comprare upgrade di personaggi o armi con  moneta virtuale propria della piattaforma, sono ormai diffusissimi.

Per esempio, Genshin Impact è un gioco multiplayer online con elementi gacha che ha registrato il record di incassi, superando, con 3,7 miliardi di dollari di introiti in un anno di vita, gli incassi di sempre di Pokemon Go e GTA V.

Il modello di gioco è di tipo freemium, cioè puoi aprire un account in modo gratuito, ma se vuoi avanzare di livello e avere successo nel gioco devi investire soldi veri: converti i tuoi euro in una moneta virtuale di proprietà della piattaforma che sostanzialmente ti permette di acquistare altra moneta con la quale finalmente avere potere d’acquisto in armi e personaggi.

La forza dell’acoppiata Blockchain e Metaverso

Se l’idea di partenza del metaverso era sostanzialmente quella di una realtà virtuale nella quale visitare luoghi lontani o incontrare gli amici attraverso un avatar, oggi il Metaverso ha aggiunto a queste possibilità la Blockchain, cioè la capacità di interazioni economiche riconosciute tra esseri “non umani”.

LEGGI ANCHE: Facebook ha deciso il suo nuovo nome: si chiamerà Meta

Analizziamo insieme le caratteristiche principale del Metaverso e qual è la “ricetta che lo compone”:

  • Internet: grazie all’utilizzo di più nodi decentralizzati , un universo meta è scollegato e non controllato da un’autorità centrale, ma condiviso da più soggetti.
  • Tecnologia digitale e linguaggio di programmazione evoluti: il Metaverso si sostiene e sembra reale perché la tecnologia utilizzata per crearlo è della più evoluta scritta per essere fluida e user friendly.
  • Hardware: tutti i devices che proiettano in una realtà virtuale come visori o Smart Glasses rendono chiaramente più fruibile il mondo nascosto.
  • Blockchain: il vero fattore che rende l’esperienza nel Metaverso la più completa possibile fornendo garanzia e trasparenza sulle transazioni effettuate.
  • Portabilità del contenuto: un contenuto creato nel Metaverso può essere “spostato” e trasferito in quell’universo in modo libero.
  • Dematerializzazione: un universo meta è un universo che va oltre i confini fisici.
  • Socialità: puoi fare tantissime cose con altre persone, anche se non le conosci, stando fisicamente a casa.
  • Persistenza: il Metaverso è sempre lì ogni volta che ci vorrai entrare e con ogni device tramite il quale vorrai farlo, ma puoi anche ogni volta modificare l’esperienza, cambiando il panorama o il tuo ruolo al suo interno.

Blockchain e Metaverso, le implicazioni

Come detto, uno dei pilastri fondamentali di un Metaverso completo è la Blockchain, una sequenza digitale che permette di registrare in modo univoco e immodificabile transazioni o scambi.

La Blockchain completa l’idea di Metaverso perché va ad agire sulla decentralizzazione del dato. Prima dell’utilizzo della Blockchain con NFT e Cryptocurrencies, tutto era immagazzinato in un’unità centrale, con evidenti limiti.

I primi esempi in cui l’idea di Metaverso + Blockchain ha preso forma è oggi quella dei giochi online, dove i player sono già abituati a vestire i panni degli avatar di gioco e interagire con gli altri in ogni parte del mondo.

LEGGI ANCHE: Scansione degli occhi in cambio di criptovalute: il reddito universale di WorldCoin è scam

La mossa di Facebook, oltre a comportare diverse implicazioni per il mondo del gaming, porterà una vera e propria rivoluzione: darà la possibilità di partecipare fisicamente, con un proprio ologramma, in riunioni o conferenze o di incontrare un amico in versione 3D.

Il rischio è che una buona fetta di popolazione mondiale venga esclusa da questo nuovo universo, che richiede in ogni caso connessioni veloci e stabili e un hardware all’altezza.

Dove ci porteranno Blockchain e Metaverso insieme

Sembra chiaro che l’obiettivo del Metaverso è quello di voler sostituire, anche in breve tempo, Internet come lo conosciamo oggi puntando tutto su una realtà virtuale senza confini fisici.

Metaverso e Blockchain, quindi, sembrano l’accoppiata in grado di cambiare il futuro delle cose come le conosciamo, non solo nell’intrattenimento e nel gaming, ma anche per quanto riguarda le community e il mondo del lavoro.

Altri aspetti che meritano di essere approfonditi separatamente sono quelli riguardanti la privacy e la regolamentazione di questi spazi. Avremo bisogno di un “governo” del Metaverso?

LEGGI ANCHE: Lavorare nel Metaverso è possibile? Lo abbiamo chiesto al mondo degli HR italiani

New G

Spotify lancia il primo video podcast originale in Italia

Finalmente il momento tanto atteso è arrivato: oggi Spotify presenta New G, il primo video podcast originale in Italia. Gli utenti potranno quindi non solo ascoltare ma anche vedere lo show, prodotto da Show Reel Agency (parte di Show Reel Media Group), i cui protagonisti sono un gruppo di content creator molto popolari su TikTok: Momo, Raissa, Nimi Abdoulaye (alias Isabo), Tasnim Ali e Dayoung Clementi

Il primo video podcast italiano

I cinque, molto diversi tra loro per storia personale e background culturale, sono uniti da un importante filo conduttore: un nuovo modo di vivere le diversità e approcciare il dibattito intorno ad essa, tipico della Generazione Z. Il mondo dei social media sarà certamente al centro delle 50 puntate di cui si compone il podcast, ma ci sarà ampio spazio per parlare di scuola e di futuro, del rapporto con la generazione dei loro genitori, di sogni, fallimenti e molto altro. 

New G

LEGGI ANCHE: Anche Morgan e i The Jackal tra i nuovi podcast originali di Spotify

La generazione dei protagonisti di questo video podcast è molto diversa dalle precedenti: i ragazzi e le ragazze che ne fanno parte sono cresciuti in tempi di grandi trasformazioni e hanno ridefinito ciò in cui credono, i propri valori,  ambizioni e obiettivi. Sono aperti alla diversità, consapevoli che ognuno ha un proprio bagaglio identitario e sono disposti ad esplorare contenuti di intrattenimento che superano i confini della propria cultura.

Questi sono solo alcuni degli aspetti fondamentali di uno show che permetterà agli ascoltatori di ogni età di comprendere meglio il mondo dei più giovani e scoprire cosa muove una generazione che sta dando un contributo decisivo alla creazione di un Paese più aperto e inclusivo.

Siamo molto felici di essere gli host del primo video podcast di Spotify e, soprattutto, siamo orgogliosi che questa opportunità ci abbia permesso di dare voce a ciò che conta davvero per la generazione di cui siamo parte. Siamo in cinque a parlare in New G, anche parecchio diversi uno dall’altro: non siamo, infatti, sempre d’accordo sulle cose ma è giusto che sia così perchè è importante dare spazio a tutto e rispettare tutti. Questo per noi è New G: uno sguardo di più occhi sul mondo per accendere dibattiti.

Dopo l’annuncio globale del luglio 2020, New G segna l’arrivo dei video podcast originali in Italia, un formato che ha già permesso agli ascoltatori di tutto il mondo di entrare in contatto in maniera ancora più profonda con i contenuti dei propri creator preferiti.

Commenta Eduardo Alonso, Head of Studios for Southern & Eastern Europe di Spotify.

Siamo entusiasti di annunciare finalmente anche in Italia il primo video podcast originale Spotify. Vogliamo continuare a fornire ai creator sempre più strumenti per esprimere la propria creatività e avere il controllo sui propri contenuti, oltre che a proporre agli ascoltatori esperienze uniche e all’insegna dell’interattività. New G è uno show imperdibile per chiunque voglia conoscere meglio il mondo dei più giovani, i valori che li ispirano e il loro approccio alla diversità.

Il primo episodio del video podcast, intitolato “Genitori sui social? No, grazie!” è già disponibile sulla piattaforma.

Forum HR 2021 intervista sul metaverso agli HR Director italiani

Lavorare nel Metaverso è possibile? Lo abbiamo chiesto al mondo degli HR italiani

Lavorare nel Metaverso è possibile o è soltanto una visione distopica di un’umanità sempre più connessa ma scollegata dalla realtà non virtuale?

Il mondo del lavoro è in un costante cambiamento, oggi più che mai, e la portata di questa rivoluzione è stata al centro del Forum HR 2021.

Sono molte le discussioni che è necessario affrontare ora che le sfide tecnologiche, ma anche ambientali, ci mettono davanti a scelte sempre più nette.

Digital Transformation, welfare, wellbeing, recruiting, learning e hybrid working. Questi e altri importanti temi legati al mondo HR sono stati al centro dell’edizione 2021 del Forum delle Risorse Umane, quest’anno alla sua tredicesima edizione.

L’evento è finalmente tornato dal vivo, anche se con alcune limitazioni sul numero del pubblico.

Forum HR 2021 - federica bulega

Il Forum HR 2021 è stata anche l’occasione per la redazione di Ninja di entrare in contatto con le più importanti voci del mondo HR italiano e noi di Ninja non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per fare loro qualche domanda sul futuro del lavoro in relazione a una delle tecnologie più impattanti annunciate recentemente: il Metaverso.

Le tecnologie emergenti di virtual communication e virtual collaboration promettono di unire una forza lavoro sempre più dispersa grazie ad avatar, riunioni olografiche, mondi virtuali. Molto prima dell’annuncio di Mark Zuckerberg, ne avevamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Se come si deduce dalle dichiarazioni degli esperti saranno necessari ancora diversi anni prima che questa rivoluzione abbia luogo, è importante gettare uno sguardo sui prossimi anni e anticipare i possibili sviluppi di una tecnologia così disruptive.

Lavorare nel metaverso è possibile? Diventerà presto realtà?

La domanda che abbiamo posto ai rappresentanti del panorama HR italiano è stata proprio questa: possiamo aspettarci, a breve, di lavorare in spazi virtuali, uffici nei quali muoverci con il nostro avatar e interagire con le rappresentazioni cibernetiche dei nostri colleghi? Ecco cosa ci hanno risposto.

Simona Liguoro – HR Director Italy – Nestlé Nespresso

lavorare nel metaverso simona liguoro

In futuro lavoreremo con gli avatar e sono particolarmente sicura di questo, ma per conquistare le persone e farle legare all’azienda sarà sempre necessario e fondamentale il contatto fisico.

Dal mio punto di vista i sensi sono la cosa più importante.

Serena Rossi – Human Resources Director – Stryker

serena rossi stryker

Incontrarsi di persona sarà sempre essenziale: eventi come il Forum HR 2021 lo dimostrano. Non potremo mai essere sostituiti dal nostro avatar, o almeno ci proviamo. Magari, però, il nostro avatar potrà occuparsi di cose per noi che non riusciamo a gestire.

Non credo che la sostituzione completa sia una strada da seguire: l’essere umano ha bisogno di essere fisico, toccare, guardare negli occhi, ma certamente la tecnologia potrà aiutarci semplificandoci la vita.

Guido Stratta – Direttore People & Organisation Gruppo Enel

Lavorare nel Metaverso Guido Stratta Forum HR 2021

Secondo me dobbiamo far sì che questa nuova tecnologia non ci schiacci: credo sarà una buona dimensione da gestire con equilibrio.

Io penso che la relazione umana sia ancora determinante, abbinata però a tutte queste belle novità.

Annalisa Alberti – Human Resources, Facility Management, ICT & Compliance Director – Rheinmetall Italia S.p.A.

Lavorare nel metaverso - Annalisa Alberti al Forum HR

Il contatto umano resta fondamentale: dovremmo invece ragionare un po’ fuori dagli schemi e pensare che non ci si può più limitare a “un classico orario di lavoro” dalle 8.00 alle 16.30, perché viviamo in un mondo che è interamente connesso e abbiamo bisogno di ripensare il nostro modo di lavorare focalizzandoci sugli obiettivi.

Detto questo, il contatto umano e la vicinanza faranno la differenza per le aziende.

Tiziana Carnicelli – Group Education and HR Communication Head presso Angelini Holding

Tiziana Carnicelli

È un argomento che mi intriga molto: nell’esperienza vissuta durante il Covid, la cosa che abbiamo sofferto di più nel fare formazione era il non poter guardare negli occhi la persona e comprendere la comunicazione non verbale.

La possibilità di avere un’aula di formazione, nella quale posso dialogare con il professore anche se a distanza vedendolo come fosse dal vivo, e magari interagire con un mio collega, anche se il collega è dall’altra parte del mondo, può significare molto.

Tutto dipenderà da quanto saranno “intelligenti” questi avatar e ologrammi, se ci permetteranno davvero una reale interazione. Altrimenti, dubito che funzionerà.

Giuseppe Conte – Direttore centrale Formazione e sviluppo risorse umane · INPS

Giuseppe Conte - Forum HR 2021

Già oggi, tendenzialmente, molte riunioni che si organizzavano in presenza e che richiedevano spostamenti si possono fare tranquillamente a distanza.

Vi saranno però sempre dei momenti importanti in cui sarà utile incontrarsi in presenza, magari per appuntamenti di tipo laboratoriale o di brainstorming. Sarà sufficiente trovare un giusto equilibrio.

Fabrizio Tripodi – HR Director at Brown-Forman, the Jack Daniel’s company

Fabrizio Tripodi Lavorare nel Metaverso - Forum HR 2021

La tecnologia mi piace molto, perché si evolve velocemente, ma ho un punto fermo: deve essere al servizio dell’uomo; uno strumento attraverso il quale risparmiamo, ottimizziamo e ci concentriamo maggiormente su quello che è il valore aggiunto del contatto umano.

Tutti quelli che sono gli strumenti digitali sono benvenuti: si aggiungono e aiutano e non sostituiscono il contatto umano, ma permettono che il contatto umano sia usato nel modo migliore, laddove necessario per motivi professionali ma soprattutto per una connessione empatica tra le persone.

Accogliamo con entusiasmo il metaverso proprio considerandolo come una piattaforma di supporto e non di sostituzione del contatto umano.

Elisabetta Maiocchi – Head of HR di Siae Microelettronica

Lavorare nel Metaverso Elisabetta Maiocchi Forum HR 2021

È un percorso che considero realizzabile: per determinati tipi di funzioni aziendali, come ricerca e sviluppo e funzioni amministrative, c’è una compatibilità di fondo; per altri ambiti, come il mondo del commerciale, sarà necessario capire se la soluzione può essere valida, perché spesso l’incontro in presenza rimane la via preferibile.

Sul mondo training e academy mi sento ottimista sull’argomento: ci si può dotare di postazioni adatte allo scopo per le persone che non dispongono di strumentazione e connessioni adeguate.

Fabio Salvi – Head of HR/Team Lead People Partner Italy, Spain, Portugal, Serbia, Croatia and Romania presso FlixBus

Lavorare nel metaverso - Fabio Salvi - Flixbus

Questo scenario mi sembra un po’ una deriva dello sviluppo tecnologico, una sorta di puntata di Black Mirror.

La tecnologia, dal mio punto di vista, è uno strumento per abilitare in modi diversi le relazioni, ma la relazione è e resta umana. La tecnologia è solo uno dei canali che va sfruttato per quello che è nei suoi significati, funzionale quando ci sono team distribuiti e separati da una distanza fisica.

Quello che però è il rapporto umano è inalienabile. Se questo scenario degli avatar si realizzasse staremmo davvero ripensando alla natura stessa dell’essere umano e, almeno personalmente, non vorrei andare in questa direzione.

Federica Visioli – Head of Human Resources – CDI Centro Diagnostico Italiano

Lavorare nel Metaverso - Federica Visioli

Se ne parla molto e conosco le possibilità del metaverso. Non so però se il nostro contesto nazionale sia già pronto per arrivare a queste dinamiche.

Ritengo però che anche il mondo sanitario si stia evolvendo, per cui l’aiuto di tutti quelli che sono gli strumenti informatici è prezioso.

Pensiamo per esempio all’intelligenza artificiale, a quanto può aiutare il medico nel migliorare le logiche predittive su alcune malattie. Il rapporto tra medico e paziente rimane fondamentalmente fisico: per semplificare, talvolta è necessario toccare l’arto malato. Però ci sono degli aspetti come le consulenze e determinati momenti che possono essere gestiti in modo ottimale anche con una modalità da remoto.

Andrea Lugo – H.R. Director | Aruba S.p.A.

Andrea Lugo - Aruba - Metaverso

Spero non si arriverà a lavorare in ambienti virtuali per mezzo di avatar, anzi, spero di essere andato in pensione prima che succeda.

È un mondo che non conosco in modo approfondito, ma sul quale ho qualche dubbio: credo che per adesso l’assetto attuale nelle modalità di recruiting sia quello corretto.

Samanta Todaro – Direttrice delle Risorse Umane del Gruppo Alessi

Lavorare nel Metaverso Samanta Todaro Forum HR 2021

Io credo che l’aspetto relazionale debba rimanere, perché è quello che fa la differenza; lo comprendiamo bene anche da questo evento tornato in presenza: tutti avevano voglia di tornare a vedersi.

Penso però che la tecnologia ci possa aiutare, debba essere sfruttata come un mezzo per farci arrivare dove oggi fisicamente non possiamo. La realtà virtuale, nel lavoro, è infatti nata anni fa, per esempio nel training medico, ma può essere efficacemente utilizzata anche in altri ambiti diversi dalla formazione, per esempio nella simulazione di un investimento per valutarne il tasso di successo.

Roberta Fagotto – Chief Human Capital Officer – SIT

Lavorare nel Metaverso Roberta Fagotto - Forum HR 2021

Credo che non possiamo prescindere dalla relazione umana: nel nostro contesto latino facciamo molta difficoltà a sconnetterci completamente dall’organizzazione dal punto di vista fisico, perché la relazione umana, per esempio quelle che avviene alla macchinetta del caffè, il contatto visivo non asincrono come quello del contatto video che è sempre un filtro, per noi è ancora fondamentale.

Sia per la parte progettuale e di innovazione, che non può essere “remotizzata” completamente, ma anche perché spesso tendiamo a unire la dimensione umana del collega alla nostra quotidianità.

Ritengo che invece assumeranno maggiore importanza gli spazi di lavoro, perché saranno degli spazi in grado di valorizzare la connessione, anche da un punto di vista personale, di tutti i colleghi.

Saving Simon Spot di Natale Apple

Guarda che bello Saving Simon: il commovente spot natalizio di Apple girato con un iPhone 13 Pro

Manca meno di un mese all’arrivo di una delle feste più magiche e attese da tutti, specialmente dai più piccoli, il Natale. E dai bambini, mai come ora, dobbiamo imparare a guardare il mondo da un punto di vista diverso e ad avere speranza e tanta, ma tanta tenacia. Ed è proprio questo il messaggio del nuovo spot di Apple, difendere i propri desideri e chi abbiamo a cuore.

saving simon spot apple per natale

Ivan e Jason Reitman, padre e figlio, entrambi registi di film come Ghostbusters e Juno, hanno realizzato questo dolcissimo spot natalizio per Apple interamente con un iPhone 13 Pro, lavorando insieme all’agenzia TBWA\Media Arts Lab

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Saving Simon: la storia di Natale per promuovere il nuovo iPhone

Lo spot è davvero originale, a tratti surreale, ma fa sorridere. “Saving Simon” racconta la storia di una bambina che cerca in tutti i modi di salvare un piccolo pupazzo di neve. Il video si apre con un ragazzo che prende a calci 3 pupazzi di neve su 4 davanti casa sua.

Poco prima di dare un calcio al quarto pupazzo di neve, l’ultimo superstite e il più piccolo del gruppo, una bambina, la sorellina che osserva la scena dalla finestra della sua camera, corre fuori e salva il pupazzo di neve mettendolo nel congelatore.

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Per tutto l’intero anno lo lascia lì accertandosi che stia bene e cerca di mantenerlo “in vita” fino all’arrivo delle prossime feste natalizie.

Ci riuscirà?

ikea elimina la plastica

Addio plastica! IKEA la eliminerà dagli imballaggi entro il 2028

IKEA è sempre stata un’azienda all’avanguardia che ha visto il potenziale in prodotti e modi di comunicare a cui nessuno aveva ancora pensato, ed è per questo che quando si tratta di sperimentare non si tira certo indietro.

Ora arriva un annuncio importante, un chiaro segno di voler impegnarsi a diventare una società sempre più sostenibile. Ha dichiarato il suo impegno nel voler eliminare gradualmente la plastica la plastica da tutti i suoi packaging preferendo imballaggi realizzati con materiali rinnovabili e riciclati.

L’impegno d’IKEA nella sostenibilità e nella lotta alla plastica

L’imballaggio è di certo un elemento chiave di accessibilità, sostenibilità e manipolazione sicura quando acquistiamo un prodotto da un rivenditore. Per combattere i rifiuti di plastica e l’inquinamento, IKEA ha già ridotto significativamente la quantità di plastica utilizzata nelle sue soluzioni d’imballaggio.

A oggi, meno del 10% del materiale da imballaggio utilizzato annualmente dall’azienda è costituito da plastica. Nel colmare il divario rimanente rimuovendola dalle soluzioni d’imballaggio di consumo, IKEA ha affermato che adotterà l’utilizzo solo di materiali rinnovabili o riciclati.

Ed è stato proprio Erik Olsen, Packaging & Identification Manager d’IKEA, a sottolineare l’impegno nell’ eliminazione graduale della plastica dagli imballaggi come un chiaro segnale nel supportare l’impegno generale per ridurre l’inquinamento puntando su imballaggi dai materiali sostenibili, e quindi rinnovabili e riciclati.

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IKEA elimina la plastica

Idee e soluzioni sostenibili

Ogni anno IKEA spende oltre 1 miliardo di euro per circa 920.000 tonnellate di materiale da imballaggio. L’abbandono della plastica richiederà la progettazione di nuove soluzioni ma soprattutto una stretta collaborazione con i team di sviluppo del prodotto e con gli stessi fornitori.

L’azienda però ha ammesso che solo alcuni imballaggi in plastica potrebbero rimanere, ma per i prodotti alimentari per garantirne la sicurezza e prevenire lo spreco alimentare. L’impegno però resta sempre quello di scovare possibili soluzioni entro la data prefissata, il 2028 appunto.

Maja Kjellberg, Packaging Development Leader d’IKEA ha ribadito il ruolo pionieristico della compagnia sottolineando che l’ingegnosità ha fatto sempre parte del patrimonio IKEA e il packaging non fa eccezioni al riguardo.

Molti nuovi pacchetti saranno realizzati con la carta, sebbene l’azienda stia sperimentando l’uso di altri materiali. E infatti molte startup stanno studiando e adoperando materiali d’imballaggio realizzati con i rifiuti dell’industria alimentare, dalle noci di cocco ai sottoprodotti della produzione della birra.

La plastica purtroppo è ovunque. È un materiale resistente, durevole e versatile ed è anche a basso costo, ma non viene smaltita in modo responsabile. Ormai le implicazioni ambientali sono disastrose. IKEA riuscirà, insieme a tanti di noi, a fare la differenza? Ci auguriamo di sì!

muore ennio doris mediolanum

Ci ha lasciato Ennio Doris, e il nuovo emozionante corto di Özpetek è il miglior saluto possibile

Ci ha lasciato Ennio Doris, l’inconfondibile volto di Banca Mediolanum e presidente fino al settembre 2021.

Il suo gesto di “tracciare il cerchio” per indicare un servizio costruito intorno alla persona, ora in un lago salato, ora in un campo di grano, si è fissato indelebilmente nella memoria delle persone grazie alle réclame dell’azienda, diventando così un punto di riferimento per la linea comunicativa successiva ma anche oggetto di imitazioni, meme e studio.

Manager, imprenditore e banchiere italiano, ma anche Cavaliere del Lavoro dal 2002 e uno tra gli uomini più ricchi d’Italia della classifica Forbes del 2018, il suo genio imprenditoriale ha trasformato Mediolanum in un impero, che già nel 2019 contava più di 8.000 dipendenti.

Ai grandi uomini di successo si accompagna spesso una visione olistica del mondo, nella quale restituire parte della propria fortuna alla comunità è un atto sentito e dovuto: a marzo 2020, infatti, aveva donato 5 milioni di euro alla regione Veneto per aiutare contro il virus pandemico Covid-19.

Ci ha lasciato Ennio Doris, ma il corto firmato da Özpetek è il più bel saluto perchè esprime i suoi valori

Banca Mediolanum ha lanciato il nuovo corto durante una serata première giovedì 18 novembre presso il Cinema Moderno The Space di piazza della Repubblica a Roma.

Prima un dialogo tra Massimo Doris, il regista Ferzan Özpetek e il professor Gianni Canova, condotto dalla giornalista Costanza Calabrese e poi l’anteprima del film: “L’uomo che inventò il futuro”. 

Il nuovo corto di Ferzan Özpetek per Banca Mediolanum racconta la storia di un uomo a confronto con il proprio figlio diciassettenne, con il suo slancio verso il futuro rispecchiato nei ricordi del padre. 

Nella visione del cortometraggio, la solidità del rapporto di Ennio Doris con il figlio Massimo, amministratore delegato di Banca Mediolanum dal 2008, non può passare inosservata.

Un avvicendamento programmato, in cui Massimo ha raccolto il testimone dal padre, non solo come testimonial della comunicazione aziendale, arrivando anche a “sostituirlo” nella costruzione dei cerchi, diventati simbolo di un servizio costruito su misura intorno alle persone.

L’uomo che inventò il futuro di Ferzan Özpetek

Nella storia del regista, quello del figlio è un mondo all’interno del quale il padre non trova subito accessi e aperture, ma invece scetticismo e indifferenza, soprattutto quando si parla di futuro. Due mondi distanti e uniti dalla stessa storia. 

Il padre individua però la giusta chiave di comunicazione, rendendo il racconto una sorta di epopea e catturando così l’attenzione del figlio. Narra di un tempo in cui gli uomini non avevano contezza del futuro, un tempo brillante ma labile. Ma in realtà parla di se stesso, del tempo che passa e del futuro, che affonda saldamente le sue radici nel presente.

Le emozioni della normalità vengono sviscerate con forza e impeto, la quotidianità diventa eccezionale, rumorosa e stridente come il pianto di un bambino appena nato. L’impresa gigantesca è vivere ogni giorno, con fatica, certo, ma con una fatica giusta.

Guarda il nuovo corto L’Uomo che Inventò il Futuro

Prenderne consapevolezza ci fornisce gli strumenti per determinare il nostro destino: ogni piccolo passo verso questa meta rende la vita degli uomini libera e degna di essere vissuta, ora e per sempre. Futuro è piantare un albero. Costruire una casa. Far nascere un sogno.

Sono i valori di Ennio Doris e dell’impresa che ha fondato.

Ma futuro è anche comprendere che “viaggiare da soli”, in questo grande cammino, non ha senso, quando possiamo affidarci all’esperienza di altri uomini. Perché capire il futuro ci permette di comprendere l’importanza del passato.

muore ennio doris

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“Ho accolto la proposta di questo lavoro per due semplici ragioni: la prima perché mi è sembrata quanto mai di attualità una presa di coscienza sul tempo, il nostro tempo e quello degli altri. Di coloro che sono stati e di coloro che saranno.

Mai come in questi ultimi periodi siamo stati messi alla prova sul come e quando immaginare il tipo di futuro che ci aspetta. La continuità del tempo va salvaguardata, i suoi cicli e ricicli come li definiva il filosofo napoletano Vico a proposito del ripetersi della storia. Anche se credo in sostanza che tutto è destinato a cambiare, ad arricchire il corso della nostra esistenza”, ha commentato il regista Ferzan Özpetek, che ha aggiunto:

“La seconda ragione è una sfida direi tecnica e di linguaggio cinematografico. In mezzo a tanti film e spettacoli che ho realizzato e continuo a realizzare, la misura del cortometraggio come in questo caso mi induce a raccontare in una manciata di minuti una storia di sentimenti forti e delicati al tempo stesso, nella quale non mancano momenti di attriti e incomprensioni, emozioni suscitate dai ricordi e commozioni per il nuovo che sta nascendo”.

muore ennio doris

Dove vedere L’uomo che inventò il futuro

Il cortometraggio è visibile su Youtube e sarà disponibile anche su MediolanumPlay.it, il nuovo spazio dove trovare la selezione dei migliori contenuti video che raccontano il mondo di Banca Mediolanum. 

Una campagna di comunicazione collegata prevede il flight televisivo, on air dal 21 novembre all’8 dicembre, che vedrà la messa in onda di oltre 5.000 spot da 30’’ e 15” sulle principali emittenti televisive: Mediaset, Rai, Sky (canali tematici, sportivi, on demand e canali free to air), canali Discovery, La7, Class CNBC, Sport Italia e RTL 102.5 TV.

In affiancamento alla campagna televisiva è stata pianificata una campagna radiofonica della durata di 2 settimane che, a partire dal 22 novembre, vedrà il coinvolgimento delle principali emittenti nazionali: RTL 102.5, R101, Radio 105, Virgin, Radio Monte Carlo, Radio24, Radio Italia solomusicaitaliana, Radio Deejay, RDS e Radio Sportiva. 

Al fine di aumentare la capillarità della comunicazione sul territorio è inoltre prevista la messa in onda degli spot in uno dei principali circuiti cinematografici italiani e una campagna Out Of Home nelle città di Milano e Roma. 

Sul web la pianificazione prevede un forte utilizzo di formati video veicolati per tutto il periodo di campagna su YouTube, Facebook, Instagram e in modalità programmatic su siti e portali ad alta frequenza di visita.  

Il cortometraggio si basa su un’idea originale dell’agenzia Armando Testa. Un prodotto coinvolgente, gradevole ed emozionante, a tratti malinconico, con il quale cogliamo l’occasione per salutare Ennio Doris. Per dirlo con le esatte parole di Özpetek: “abbiamo smesso di vivere solo il presente, iniziando a vivere il futuro“.

Cosa cercano dai brand le nuove generazioni

Cosa cercano le giovani generazioni dai brand (e come avvicinarle)

Oggi più che mai, le giovani generazioni si distinguono profondamente dalle precedenti così come cambiano anche i valori di riferimento.

Rispetto ai più anziani, la Generazione Z e i Millennial parlano apertamente e si espongono in prima persona su argomenti critici per la società contemporanea, quali i cambiamenti climatici e la sostenibilità, le diversità, l’orientamento sessuale e la body positivity, sottolineando l’importanza delle azioni concrete.

Secondo uno studio condotto dal Pew Research Centre, il 32% della Generazione Z e il 28% dei Millennial hanno dato un contributo diretto (donazione di denaro, contatto con un funzionario eletto, volontariato o partecipazione a una manifestazione) per essere parte della soluzione delle maggiori problematiche contemporanee.

L’attivismo che caratterizza le giovani generazioni si riflette anche nel rapporto tra il brand e il consumatore, in quanto i membri della Generazione Z e della generazione Millennial hanno alte aspettative verso brand che amano in termini di trasparenza e etica.

Ma cosa cercano quindi le nuove generazioni dai brand? In che modo i brand possono personalizzare le proprio iniziative per rivolgersi in maniera diretta alle nuove generazioni?

Visha Naul, Director of Business Marketing for EMEA di Pinterest

Ninja Marketing ne ha parlato con Visha Naul, Director of Business Marketing for EMEA di Pinterest.

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Perché per chi si occupa di marketing è importante conoscere che cosa interessa al loro pubblico? Saperlo come influenza l’engagement?

Coloro che si occupano di marketing stanno affrontando un’incredibile serie di sfide nel post pandemia. Quella di nuova ‘normalità’ probabilmente è un’espressione inflazionata, ma così come i consumatori stanno cercando di capire che cosa significa per le loro vite, anche chi lavora nel mondo del marketing deve capirne le implicazioni per il proprio brand – prima che lo facciano le persone.

Quando capiscono veramente a cosa sono interessati i consumatori, hanno l’opportunità di sfruttare le loro esigenze in campagne attuabili per raggiungere il pubblico giusto al momento giusto, per avere un impatto reale sulla vita delle persone. Sono necessarie nuove prospettive, piattaforme e approcci; i dati, poi, mai come ora sono importanti per definire nuove strategie in simili circostanze inesplorate.

Inoltre, molti settori – come quello del retail – sono sottoposti a un’enorme pressione per sviluppare un business a prova di futuro.

Su Pinterest i brand possono scoprire gli interessi delle persone e senza esitazione possono entrare a far parte della conversazione: i contenuti dei brand non creano un’interruzione – danno ispirazione.

Più di 400 milioni di persone utilizzano Pinterest ogni mese in tutto il mondo per trovare idee e trovare ispirazione per il loro prossimo acquisto.

I brand che entrano nel modo corretto in questo flusso, hanno la possibilità di raggiungere un pubblico ad alto tasso di engagement, dato che l’83% degli utenti settimanali afferma di aver fatto un acquisto basato su contenuti che hanno visto dai brand su Pinterest  (GfK, Pinterest Path to Purchase Study among Weekly Pinners who use Pinterest in the Category).

In che modo gli insight di Pinterest possono essere rilevanti per i brand?

Il 97% delle ricerche più inflazionate su Pinterest non comprendono un brand, il che significa che la maggior parte dei consumatori non sta cercando un marchio specifico e le aziende, di qualsiasi dimensione esse siano, hanno le stesse possibilità di essere scoperte.

pinterest image nuove generazioni

Pinterest aiuta i brand a comprendere meglio il comportamento dei consumatori e anticipare le tendenze, ma è anche il luogo in cui le tendenze crescono più velocemente – e durano più a lungo, rispetto a qualsiasi altro luogo di internet.

Ad esempio, Pinterest Predicts riporta la previsione annuale delle tendenze che decolleranno nel prossimo anno sulla base delle ricerche degli utenti su Pinterest. Le nostre intuizioni forniscono a chi si occupa di marketing una preziosa visione di ciò che sta ispirando i loro consumatori.

Quest’anno i trend che si sono avverati e che avevamo previsto hanno registrato una crescita di circa il 56% nei loro primi sei mesi – mentre i trend individuati altrove sono cresciuti nello stesso lasso temporale solo di circa il 38%.

Che cosa cercano gli utenti su Pinterest?

Le persone si rivolgono su Pinterest per cercare ispirazione. Vengono con una mentalità aperta, alla ricerca di idee, liberi di essere se stessi e di scegliere le migliori idee e prodotti che li rendono felici. Ed è così per tutte le generazioni.

Pinterest ha recentemente pubblicato un report per l’Italia – Pinterest ispira gli italiani di tutte le età a trovare il proprio stile – che mostra come a prescindere dall’età, gli utenti italiani di Pinterest si rivolgono alla piattaforma per trovare ispirazione per vari momenti di vita e per trasformare le idee che scoprono in realtà.

Abbiamo scoperto che i Pinner di tutte le generazioni si interessano a progetti fai da te: se gli utenti più giovani prediligono creazioni più semplici (le ricerche per “anelli fai da te” sono aumentate fino a 7 volte), le persone più avanti con gli anni si cimentano in progetti molto più complessi (le ricerche per “idee vestiti fai da te” hanno registrato aumento di 3 volte per la fascia d’età dei trentenni, “idee vestiti fai da te” e “tutorial vestito cucito” sono in aumento rispettivamente di 3 e 2 volte per la fascia d’età dei cinquantenni).

Lo stesso succede per il genere: Pinterest ha scoperto che anche gli uomini, soprattutto tra i 20 ei 40 anni, usano la piattaforma per ispirazioni di moda per scoprire il proprio stile.

Per l’uomo prevale decisamente il trend vintage, con ricerche per “abbigliamento uomo vintage” in aumento di 3 volte, sia per i ventenni che per i trentenni, e di 2 volte per i quarantenni, a dimostrazione di come anche il pubblico maschile desideri stare al passo con le mode.

nuove generazioni su Pinterest cosa vogliono dai brand

Quali suggerimenti dareste ai brand che vogliono raggiungere un pubblico più ampio su Pinterest?

Le persone su Pinterest fanno propri i trend, plasmano le idee in modo unico a partire dal loro gusto personale in un ambiente positivo e inclusivo: 8 utenti su 10 si rivolgono a Pinterest per le sensazioni positive.

Pinterest ha fatto scelte concrete per garantire che i sentimenti positivi e l’ispirazione siano sempre parte di ciò che accade sulla piattaforma: non solo proteggiamo gli utenti da contenuti dannosi, ma mentre scoprono prodotti e fanno acquisti gli permettiamo di vivere un’esperienza unica. La cosa migliore che un brand può fare per raggiungere un pubblico più ampio è quello di accogliere questa positività e inclusività.

In altre parole, non dimenticare l’inclusione. Perché quando il pubblico si sente rappresentato, è più probabile che sceglierà il tuo brand, lo acquisterà e troverà i tuoi prodotti più velocemente.

Un altro focus importante è instaurare una connessione con gli utenti. L’empatia è cruciale ed è semplice da mostrare, ad esempio utilizzando un linguaggio inclusivo o tenendo conto della diversità e dell’inclusione.

Un Pinner che sente un legame con il brand e si sente accettato e incluso, sarà più propenso ad acquistarlo.