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I Trend 2023 per i Marketer, la ricerca di Spotify, l’arrivo di Bluesky e le altre news della settimana

È stata la settimana del secondo Wrap Up Ninja e abbiamo avuto modo di analizzare le notizie e i trend di questo 2023 grazie a top player del digital come Spotify e Salesforce (se te lo sei perso, tranquillo, puoi recuperarlo a questo indirizzo).

Per la nostra community questi appuntamenti mensili sono importantissimi, perché ci permettono di rimanere al passo con i cambiamenti velocissimi che riguardano il Marketing e il Digital (proprio per questo sta per partire il nostro corso dedicato all’intelligenza artificiale).

Infatti, tra le notizie importanti di questa settimana c’è l’annuncio della “versione di Meta” di ChatGPT (trovi molte info su questa AI qui e qui), che dopo l’arrivo del chatbot di Google, Microsoft ha inserito anche su Skype. Poi, l’arrivo di Bluesky, l’alternativa decentralizzata a Twitter (la firma di Jack Dorsey fa ben sperare) e la conferma che Facebook è ancora un importante punto di riferimento per le PMI italiane.

Sarà pure da boomer, ma i numeri (e i bilanci) non mentono. Mai.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

Ninja Wrap Up #2: i trend per i Marketer nel 2023

Il secondo appuntamento del Ninja Wrap Up, l’evento mensile con un condensato delle notizie più “scottanti” del mese che devi assolutamente conoscere, è stato dedicato ai Digital Trend e Tool che segneranno il 2023 dei Marketer.

notizie della settimana state of marketing slide

Due ore e mezza in diretta con Mattia Leopizzi, Manager, Solution Engineering, Salesforce; Massimo Nava, Creative Director, Artlandis Webinar; Alberto Mazzieri, Head of Sales, Spotify Southern Europe. Puoi guardarlo qui.

Arriva “Bluesky”, l’alternativa a Twitter

La piattaforma social decentralizzata fondata dall’ex capo di Twitter Jack Dorsey, sta per essere lanciata in beta privata con alcuni utenti selezionati. Il progetto ha l’obiettivo principale di sviluppare uno “standard aperto per i social media“.

ByteDance sta sviluppando una nuova piattaforma di apprendimento basata sull’AI

La società madre di TikTok sta iniziando a esplorare nuovi orizzonti dell’intelligenza artificiale per sviluppare GeniusJoy: una piattaforma edtech che sarà testata fuori dai confini cinesi.

Meta prepara la sua versione di ChatGPT…

Ha annunciato un nuovo linguaggio artificiale, un modello più semplice e democratico di GPT-3, progettato per aiutare i ricercatori a far avanzare il loro lavoro. “Meta si impegna in questo modello aperto di ricerca e renderemo il nostro nuovo modello disponibile alla comunità di ricerca dell’AI”, ha scritto Zuckerberg in un post su Facebook.

… e Mark Zuckerberg annuncia il nuovo team AI

L’azienda creerà un nuovo gruppo di prodotti incentrato sull’IA generativa. La mossa arriva mentre tutte le grandi aziende tecnologiche fanno a gara per pubblicizzare i loro progressi nelle tecniche di apprendimento automatico.

Il suono rafforza la memorabilità degli annunci

A dirlo è Sonic Science 2.0, il nuovo studio biometrico di Spotify. I risultati provano una correlazione tra la scelta di cosa ascoltare, gli ambienti fisici dove si trovano e le attività che stanno svolgendo.

sonic science - notizie della settimana

Il 93% del coinvolgimento cerebrale verso i contenuti ascoltati si è trasferito direttamente nell’engagement degli annunci, rendendo lo streaming audio più efficace di altri media.

Facebook è il network più importante per le PMI

Lo dice una nuova indagine di Skynova, secondo la quale Facebook rimane il connettore più critico per le PMI.

facebook skynova

Secondo i dati, i social media sono la piattaforma chiave per attirare nuovi clienti, ma il CRM svolge un ruolo fondamentale.

Il nuovo look di 7Up

7Up ha presentato il suo primo aggiornamento dopo 7 anni che include un nuovo posizionamento internazionale del marchio e un’identità visiva rinnovata.

7Up

Il restyling è stato effettuato dal team interno Design and Innovation con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile all’essenza di 7Up.

Durex insieme a Diesel alla Milano Fashion Week

La partnership è stata svelata durante la sfilata al Superstudio Maxi. I modelli hanno sfilato attorno a una montagna di 200 mila scatole di preservativi Durex con il logo rosso e bianco di Diesel.

Diesel

Il brand italiano di denim ha anche anticipato l’arrivo di una capsule di abbigliamento con Durex, che include magliette, jeans e cappellini in co-branding.

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re-hiring cosa è

Il fenomeno del re-hiring: perché le aziende riassumono gli over 50

Viene dagli Stati Uniti la nuova tendenza che sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Si chiama re-hiring e vuol dire, letteralmente, “ri-assunzione”. Ma di cosa si tratta?

Cos’è il re-hiring?

Il fenomeno del re-hiring è la tendenza a riassumere in azienda gli over 50 che erano stati licenziati qualche anno fa, tendenzialmente prima del covid. La pandemia ha trasformato totalmente il mondo del lavoro. Il covid ha messo le aziende di fronte a nuove sfide, forse più complesse di quelle del passato.

LEGGI ANCHE: Great Resignation: l’identikit degli italiani che lasciano il lavoro

Partiamo da un presupposto (anzi più di uno): quando un’azienda è costretta a ridurre il proprio personale, è molto probabile che parta proprio dagli over 50, per una questione economica.

Tuttavia, il nuovo assetto organizzativo ed economico in cui le aziende si muovono oggi è sempre più difficile da gestire.

<<Domina i nuovi scenari HR, tra Great Resignation e GenZ: esplora il Corso Employer Branding>>

La tecnologia si evolve in modo ultra rapido, i mercati sono sempre più volatili, l’acquisizione di competenze è un elemento fondamentale per il buon funzionamento di un’impresa, ma talvolta i giovani non sono pronti – e come potrebbero esserlo? – a salire su un treno che corre veloce e che non può fermarsi neanche per farli salire.

cos'è il re-hiring

Ecco, dunque, che le aziende si trovano di fronte a un tale mismatch tra domanda e offerta. Sono portate, dunque, a rivalutare la generazione dei baby boomer, rinominati già longennials che, solo qualche hanno fa, erano stati etichettati dalle imprese e dalla società come incapaci di poter dare ancora valore al mondo del lavoro e, invece, oggi risultano elementi necessari e preziosissimi.

LEGGI ANCHE: Boomer, Zoomer, Millennial: che significano e perché li chiamiamo così

Possiedono molta esperienza, hanno bisogno di poca formazione e possono essere messi a capo di un progetto in corso d’opera immediatamente, conoscono la cultura aziendale e sono legati all’impresa per cui hanno lavorato per anni, sposandone mission e obiettivi.

È questo il profilo che tutte le aziende cercano? Probabilmente sì, specialmente in questi anni.

Cosa dicono i dati?

Una ricerca realizzata da due psicologhe di Harvard, Tessa Charlesworth e Mahzarin Banaji, evidenzia come gli stereotipi riguardanti età e disabilità siano più persistenti di quelli legati alla razza, all’orientamento sessuale e alla religione.

Addirittura, si prevede che, mentre il pregiudizio nei confronti degli omosessuali sarà definitivamente superato entro 20 anni, quello nei confronti delle persone anziane ne impiegherà 150. Un dato che va in contro tendenza rispetto al fenomeno del re-hiring che, tuttavia, sembra non essere ancora definitivamente approdato in Italia.

I percorsi di mentoring

Ma, quindi, in questo modo si smette di investire sui giovani?

Certo che no. I longennials, oltre ad essere definiti lavoratori “ready-to-go”, possiedono una skill fondamentale per far parte della realtà aziendale.

Hanno acquisito l’intelligenza organizzativa che è una capacità che si genera attraverso l’esperienza. Sapere come muoversi in relazione a un progetto, saper gestire un gruppo di lavoro, anche a distanza, interpretare le situazione e avere reali capacità di problem solving. 

Tutto questo rappresenta l’intelligenza organizzativa che ha un’importanza enorme all’interno del mondo del lavoro.

Allo stesso tempo, reinserire persone con esperienza e altamente qualificate porta valore all’azienda anche da un altro punto di vista: la possibilità di avviare dei veri e propri percorsi di mentoring

LEGGI ANCHE: Il mentoring in azienda è importante e ci sono delle regole da seguire

Troppo spesso questo è impossibile, sia per questioni economiche che per scarsità di personale.

In questo modo per un giovane è davvero difficile acquisire le competenze richieste dalle aziende e quindi crescere professionalmente. Se non in azienda, dove possono imparare i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro?

L’importanza della seniority

Ecco che affiancare ai giovani persone qualificate e di esperienza che possano seguirli in un percorso di crescita è fondamentale anche per non disperdere le competenze che sembrano essere imprescindibili per le aziende.

Dal canto loro, i longennials sono ben disposti ad intraprendere un’esperienza differente rispetto al passato e quindi sono sempre più disponibili ad una consulenza maieutica.

Se nessuno si stupisce che un libero professionista o un imprenditore proseguano il loro lavoro anche oltre l’età pensionabile, perché dovrebbe essere così in azienda?

Il fattore della seniority assume una grande importanza. Oggi, ad esempio, sono sempre di più i manager che intendono spendere gli ultimi anni di carriera assumendo posizioni in seconda linea.

Questo potrebbe essere vantaggioso sia per i dipendenti che per l’azienda. Bisogna solo avere il coraggio di adottare tali soluzioni.

Dunque, se negli Stati Uniti il fenomeno del re-hiring è già un treno in corsa, quando e come rivoluzionerà anche il mondo del lavoro italiano?

<<Domina i nuovi scenari HR, tra Great Resignation e GenZ: esplora il Corso Employer Branding>>

Pregiudizi e bias: qual è il rischio delle AI che imparano dagli esseri umani

Dieci anni fa, nel 2013, uscì nelle sale “HER”, film diretto da Spike Jonze interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix. Il film, che si aggiudicò il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, parlava dell’amore tra Theodore, un uomo solitario, e Samantha, un sistema operativo, “OS 1”, basato su un’intelligenza artificiale in grado di evolvere, adattandosi alle esigenze dell’utente.

Quella nel film è un’intelligenza artificiale che impara ad amare e a provare sentimenti come farebbe una persona. Ma se le IA imparano dagli esseri umani, cosa stiamo insegnando loro? 

Intelligenza artificiale o pregiudizi umani?

L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività, mettendosi in relazione con l’ambiente e cercando di risolvere problemi. 

Spesso siamo abituati a pensare che l’intelligenza artificiale sia perfetta e infallibile senza ricordarci però che non sono libere da bias che sono contenuti nei dati con cui i modelli vengono addestrati. 

Un bias è una forma di distorsione cognitiva causata dal pregiudizio e può influenzare ideologie, opinioni e comportamenti. Ecco perché i modelli delle intelligenze artificiali possono ereditare bias basati su razza, genere, religione o altre caratteristiche dai dati che vengono forniti loro. 

Amazon, quando l’algoritmo premia i candidati di genere maschile

Nel 2014 Amazon decise di utilizzare un software di recruitment per analizzare i curriculum dei candidati e automatizzare la procedura di selezione. La cosa incredibile fu che l’algoritmo penalizzò le donne, soprattutto per le posizioni inerenti a ruoli più tecnologici.  

Colpa dell’intelligenza artificiale? Certamente no. Infatti, l’errore era dovuto ai dati reali con cui il modello era stato addestrato che riportava tra i CV dei dieci anni precedenti una prevalenza maschile, soprattutto nel settore tecnologico. 

In quel caso il modello ha acquisito un pattern che riconosceva, tra le caratteristiche ideali per i migliori candidati, il genere maschile. 

MidJourney, anche le immagini mostrano i pregiudizi 

A proposito di pregiudizi legati al genere, recentemente Wired e TBWA\Italia, hanno creato una campagna di denuncia proprio rispetto agli stereotipi che contaminano le intelligenze artificiali. 

L’indagine ha mostrato come, inserendo determinate parole su MidJourney, il sistema di AI capace di realizzare immagini grazie alle istruzioni fornite dagli utenti, il risultato fosse condizionato dai bias “umani”. 

Ad esempio, inserendo la parola inglese “manager”, le immagini rilasciate da MidJourney erano tutte di uomini cis gender bianchi, in giacca e cravatta. Con la ricerca “emotive”, invece, l’algoritmo mostrava donne bianche, giovani, in lacrime. 

Non solo di genere sono le discriminazioni mostrate da MidJourney. Infatti, i risultati per la parola “Lovers” hanno mostrato solo ritratti di uomini e donne dai tratti caucasici. Non c’era traccia di coppie omosessuali o di altre etnie. Stessa sorte per il prompt “Parents”: le coppie sono bianche ed eterosessuali. 

LEGGI ANCHE: Come creare prompt per immagini AI efficaci: la guida

Coded Bias, cosa succede se sei una donna di colore?

Joy Boulamwini è un’informatica del MIT Media Lab, è una donna di origini ghanesi. Ha fondato l’Algorithmic Justice League, un’associazione che si occupa di controllare le ingiustizie dell’intelligenza artificiale. A lei si deve lo studio dei pregiudizi del facial recognition del 2018, secondo cui gli algoritmi hanno imparato dalla nostra società patriarcale e razzista. 

La ricercatrice ghanese è la protagonista del documentario “Coded Bias”, diretto da Shalini Kantayya e disponibile su Netflix. 

Il docufilm ha inizio dal racconto dell’episodio che ha coinvolto e spinto Joy Boulamwini a studiare gli errori dell’IA.

L’algoritmo non la riconosceva, come se il suo viso di donna di colore fosse invisibile per lo strumento. Indossando una maschera bianca, nonostante fosse del tutto anonima per via dell’assenza della sua fisionomia, veniva isolata dal sistema di riconoscimento. 

Ancora una volta l’intelligenza artificiale ha appreso una storia di razzismo e sessismo che fanno parte dei bias della nostra società. 

LEGGI ANCHE: 7 cose da sapere su ChatGPT prima di utilizzarlo per i contenuti e per la SEO

Cosa possiamo fare per combattere i pregiudizi dell’intelligenza artificiale?

Ninareh Mehrabi, nel suo paper “A Survey on Bias and Fairness in Machine Learning”, ha esposto come una prima difficoltà sia la mancanza di una definizione esaustiva e universale di correttezza, poiché le definizioni possono variare a seconda dei diversi contesti politici e sociali. 

Non è un caso che la stessa ChatGPT, interrogata su eventuali pericoli sul suo uso, dichiari come secondo punto i bias e i pregiudizi impliciti. 

Da tempo il tema dell’etica dell’intelligenza artificiale è al centro di un dibattito sociale che riguarda non soltanto i grandi player del mercato ma soprattutto i legislatori che devono garantire tutele in materia. 

Una cosa è certa, le intelligenze artificiali imparano da noi, ma noi ancora non abbiamo imparato a vivere in un mondo privo di pregiudizi, di stereotipi e di disuguaglianze. Risolvere i bias dell’algoritmo è facile, molto più difficile risolvere quelli delle persone. 

Come migliorare il Marketing con l’Intelligenza Artificiale

AI Marketing

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Metaverso: scopri le metapersonas Made in Italy

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è dedicato alle Metapersonas Made in Italy, scopriremo le opinioni degli italiani sul metaverso e le sue tecnologie abilitanti e capiremo come il metaverso trasformerà il modo in cui le aziende si connettono con i loro clienti.

A parlarne con noi Vincenzo Cosenza, Consulente di marketing e innovazione.

Non perderti i punti salienti del webinar:

  • Le opportunità per i Marketer
  • Il mercato italiano del Metaverso
  • Le metapersonas Made in Italy

Digital Trend & Tool: la checklist del Marketer

Il secondo appuntamento del Ninja Wrap Up – l’evento mensile con un condensato delle notizie più “scottanti” del mese che per essere un Ninja del Digital devi assolutamente conoscere – è dedicato ai Digital Trend e Tool che segneranno il 2023 dei Marketer.

Questi alcuni degli interventi che troverai:

?I take away dei marketer per il mese di febbraio con Fabio Casciabanca, Managing Editor Ninja Marketing

? Salesforce presenta lo State of Marketing 2023 con Mattia Leopizzi, PreSales Leader, Salesforce

?AI Marketing: le piattaforme che non puoi non testare se sei un… con Massimo Nava, Creative Director, Artlandis Webinar

?Sonic Science 2.0: l’audio per migliorare la vita quotidiana – un’opportunità per gli inserzionisti con Alberto Mazzieri, Head of Sales, Spotify Southern Europe

?I take away della giornata con Marian Pascariu, Instructional Designer Ninja Academy

Scarica le slide:

 Salesforce presenta lo State of Marketing 2023

AI Marketing: le piattaforme che non puoi non testare se sei un…

Sonic Science 2.0: l’audio per migliorare la vita quotidiana

Rebranding Nokia - ninja marketing

Il rebranding di Nokia che non ci farà tornare negli anni ’90

Nokia dopo 60 anni decide di proporre un rebranding del suo iconico logo. Una volontà che rispecchia un cambio del posizionamento del brand.

Nokia Connecting People

Conosciuto da tutti grazie ai suoi telefoni cellulari indistruttibili come il 3310, a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 Nokia è stato un marchio davvero iconico e popolare, dal design inconfondibile, dalle diverse personalizzazioni e dai ring tones ancora nelle nostre memorie.

Rebranding Nokia -vecchia pubblicità

Strumento innovativo per l’epoca, in cui già l’animazione dell’incontro di due mani alla sua accensione dava l’impressione di entrare nel futuro della tecnologia. Precursore dei giochi da telefono come l’indimenticabile Snake, protagonista di sfide interminabili tra amici.

 

Ma poi cosa è successo?

Nel boom del suo successo, il 1998, il fatturato delle vendite di Nokia ammontava a 20 miliardi di dollari con un profitto di 2,6 miliardi: il brand finlandese presidiava il 30% del mercato della telefonia mobile.

Nokia 3210 -rebranding - ninja marketing

Dal 2010 però tutto cambia: Symbian, il sistema operativo creato internamente, viene presto superato in termini di prestazione e tecnologia dai concorrenti Android e iOS.

Nokia preferisce investire ancora nel suo sistema invece che seguire le crescenti esigenze e le richieste in evoluzione di questo nuovo mercato. Nonostante gli sforzi, gli investimenti ed i cambiamenti attuati, Nokia non è riuscito a mantenere il passo con suoi competitor, tanto da finire negli anni nella friendzone dei telefoni cellulari.

Il rebranding, input di un vero cambiamento?

Dopo molti anni, Nokia intende dare una nuova percezione di sé. Non più azienda di telefonia mobile B2C ma azienda tecnologia e di innovazione B2B. E lo fa comunicando una nuova immagine del logo che riflette le peculiarità della sua nuova mission. Un nuovo marchio incentrato sulle reti e sulla digitalizzazione industriale che poco ha a che fare con Nokia dei nostri ricordi.

Nokia vecchio e nuovo logo

La vecchia caratterizzazione del logo è sostituita da un insieme di lettere ispirate alle forme e alla geometria. Sebbene le lettere N K e A siano state tagliate per dare un assetto pulito e più futuristico, nell’insieme non è difficile riconoscere il logo Nokia.

Rebranding Nokia 2023 ninja marketing

Presentato su sfondi colorati, sfumati e luminosi che richiamano l’energia, il rebranding attuato da Nokia, in collaborazione con la società di consulenza di design Lippincott, è accompagnato da una serie di immagini che rimandano alla tecnologia, alla trasformazione digitale e al potere che la sinergia umana genera nel mondo.

Rebranding Nokia tech - ninja marketing

Credits: Nokia & Lippincott

Tanto che il precedente payoff Connecting People non si distacca totalmente dal nuovo concept ma si evolve seguendo un panorama più contemporaneo: “Creiamo tecnologia che aiuta il mondo ad agire insieme” come afferma Pekka Lundmark, CEO di Nokia.

Nokia rebranding billboard

Credit: Nokia & Lippincott

I punti di debolezza

Nonostante il rebranding Nokia sia incentrato sulla contemporaneità e sulla digitalizzazione, la realizzazione non è piaciuta proprio a tutti.

La scarsa leggibilità e l’astrattismo concettuale tirato al limite hanno incontrato diverse critiche, tra cui l’associazione ad un altro rebranding non molto apprezzato, quello Kia.

Non apprezzato ma che ha, nel frattempo, generato sul web una grande ricerca di automobili marca KN.

C’è da dire che la decisione di inserire colori pastello e gradienti sono al momento delle scelte quasi obbligate per le aziende B2B che intendano parlare al pubblico in modo contemporaneo non distaccato.

Quello che non dovremo aspettarci di sicuro è che questo rebranding possa aiutare Nokia a tornare in auge come una volta perché con il suo nuovo posizionamento sembra aver definitivamente chiuso nel cassetto i suoi memorabili cellulari, come malinconicamente abbiamo fatto anche noi.

 

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Leggi le altre storie di rebranding:

Il nuovo look semplice ed energico di 7Up

La nuova identità visiva di Amazon Prime Video

Il rebranding di Zoom: nuova identità visiva e nuovi prodotti

Il nuovo logo di Burberry è un’ode alla britannicità

La nuova brand identity di SACE per crescere insieme alle imprese italiane

come comunicano i grandi leader

Come comunicano i grandi leader (e 10 consigli per farlo come loro)

L’epoca contemporanea è definita era della conoscenza, nella quale l’idea detiene una posizione di potere. Ma avere delle idee senza riuscire a comunicare agli altri la loro potenzialità è pressoché inutile.

Pensiamo al filosofo Cartesio che, partendo proprio dall’analisi del contenuto del pensiero, dalle “idee”, è riuscito a motivare le personali prove circa l’esistenza di Dio.

Non è importante solo quello che si dice, ma anche come lo si dice: la comunicazione non è più solo una soft skill, ma una delle capacità necessarie per il mondo del lavoro.

“Non puoi investire troppo nelle capacità di comunicazione (abilità scritte e orali), se non puoi semplificare un messaggio e comunicarlo in modo convincente. Credimi, non puoi convincere le masse”, ha sottolineato Indra Nooyi, ex CEO Pepsi e membro del Consiglio di amministrazione di Amazon.

<<Domina i nuovi scenari HR, tra Great Resignation e GenZ: esplora il Corso Employer Branding>>

Leader vuol dire comunicatore

È impossibile essere un leader senza essere un buon comunicatore.

“[…] comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. L’attività e l’inattività, le parole o il silenzio, hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri, e quest’ultimi, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro”spiegava nel primo assioma della comunicazione, Paul Watzlawick, padre della comunicazione moderna.

strategie per comunicare

Comunicare è un’arte che i leader del presente cercano di affinare per essere dei vincenti: nel 2004, Jeff Bezos (fondatore del colosso Amazon), bandì dalle riunioni aziendali il classico Power point, a favore della scrittura.

Le slide dovevano, infatti, essere sostituite da “memo strutturati narrativamente”, con titoli e frasi complete (verbo, predicato, complemento). Lo sforzo richiesto aveva la motivazione di spingere i dipendenti ad accantonare il linguaggio schematico che, complici le nuove tecnologie, sempre più ci appartiene.

Comunicare è però anche sinonimo di ascolto: il 36% dei dipendenti intervistati da People Element, lamentano malcontento per il fatto di lavorare con una leadership sorda, poco propensa all’ascolto attivo. “La leadership non è dire agli altri cosa fare” aggiunge su Forbes, Glenn Llopis, esperto di strategie di leadership, “ma piuttosto sfruttare al meglio il pieno potenziale delle persone con un coinvolgimento totale”.

LEGGI ANCHE: Il futuro della comunicazione corporate: più strategica e di impatto sociale

Le 4 strategie per comunicare come un  leader

Un articolo dell’Harvard Business Review ha elencato quelle che possono essere considerate le strategie vincenti da mettere in atto per parlare come un leader, ma soprattutto, per essere considerato tale dagli ascoltatori:

  1. Frasi brevi per parlare di argomenti difficili: “se ti interessa essere considerato credibile e intelligente, non usar un linguaggio complesso, dove un linguaggio più semplice andrà bene” spiega l’economista Premio Nobel Daniel Kahneman. Le frasi eccessivamente lunghe sono difficili da ricordare ma, soprattutto da scrivere. La scrittura è un’attività da affinare con l’esercizio: la prima lettera scritta da Bezos nel 1997 agli azionisti di Amazon, è stata registrata come di un livello corrispondente alle capacità di terza media (secondo software come Grammarly, che valutano la qualità della scrittura generando un punteggio). Nei successivi dieci anni, l’85% delle sue lettere risultano, invece, essere state scritte con un livello proprio della nona classe del sistema scolastico americano (il corrispondente del triennio dei licei italiani). Usare parole semplici non vuol dire sminuire il contenuto, al contrario, significa essere astuti.
  2. Metafore che restano “appiccicate” nella mente: la metafora è un potente strumento per avvicinare dei concetti astratti a dei concetti familiari. Rappresentano delle scorciatoie per rafforzare i concetti chiave e comunicare frasi complesse in modo accattivante.
  3. Umanizzare i dati per creare valore: per ridurre il carico cognitivo e rendere più interessante il contenuto bisogna renderlo “umano”, cioè persuasivo e accattivante. Quando si ha a che fare con dati, numeri e statistiche, si richiede un particolare sforzo, da parte dell’interlocutore, per memorizzarli. Per parafrasare le parole dell’astrofisico Neil Degrasse Tyson, “occorre inserire il concetto in un terreno familiare”, ossia saper tradurre i dati scientifici in un linguaggio comprensibile. Lo stesso Tyson, in occasione del lancio della sonda spaziale Cassini, giustificò l’ingente spesa economica (rendendola in tal modo comprensibile ai più), sostenendo che la cifra sarebbe stata inferiore a quella spesa in totale dagli americani per l’acquisto del balsamo labbra in un anno.
  4. Comunicare per allineare il team: “la trasformazione è impossibile” ha specificato John Kotter, professore dell’Harvard Business School, a meno che centinaia o migliaia di persone non siano disposte ad aiutare spesso al punto da fare sacrifici a breve termine”. I leader ripetono continuamente i concetti, fino a crearne un mantra, che sappia far convergere intorno ad uno scopo comune l’intero team.

strategie per comunicare

LEGGI ANCHE: Employer Branding: come attirare talenti in azienda attraverso il marketing

I 10 segreti per diventare un leader della comunicazione

Mike Wyatt, inserito da Thinkers50 tra i principali esperti di leadership mondiale, ha consigliato 10 segreti per una buona comunicazione da boss:

  1. Non parlare in modo tagliente, le persone non si aprono con chi non si fidano, e la fiducia va conquista, con delle parole che stimolano calore e conducano ad ascoltare.
  2. Personalizza la comunicazione, quando si parla si deve pensare a creare un dialogo e non un monologo, il vero leader cerca di sviluppare una relazione significativa.
  3. Sii specifico, occorre comunicare con chiarezza, in modo semplice e conciso, per non confondere l’interlocutore.
  4. Concentrati sui leave-behind e non sul take-away, ossia, dare importanza alla distribuzione dei contenuti e non alla ricezioni, attraverso la proposta di idee, ispirando all’azione.
  5. Mantieni la mente aperta, il vero leader si confronta con chi ha un’opinione diversa dalla propria, con l’obiettivo di capire e non di fargli cambiare idea.
  6. Ascolto attivo, è importante capire qual è il momento di parlare e quello in cui stare zitto.
  7. Sostituisci l’ego con l’empatia, i comunicatori empatici appaiono maggiormente autentici e trasparenti.
  8. Leggi tra le righe, tenere gli occhi aperti e le orecchie pronte a recepire, ascoltando e osservando i grandi leader da cui carpire segreti.
  9. Avere una conoscenza su ciò di cui si parla, sviluppare una padronanza degli argomenti prima di parlarne è fondamentale, il leader deve avere cognizione di ciò che esprime.
  10. Parla ai gruppi come fossero individui, personalizza il messaggio come se ti rivolgessi ad un singolo.

strategie per comunicare

Il Golden Circle

In un TED Talk del 2009, il motivatore e consulente aziendale Simon Sinek, ha mostrato la strategia comunicativa del Golden Circle, adottata da politici e dirigenti aziendali.

“Le persone non comprano ciò che fai, ma come lo fai”perché per comunicare con successo è necessario aumentare il coinvolgimento emotivo. L’idea di fondo di Sinek è che, una serie di azioni, se perseguite con amore, porteranno alla costruzione di una leadership forte.

Lo scopo della comunicazione non è vendere un prodotto (what), ma un ideale (why), per questo prima di comunicare occorre avere le idee chiare e consapevolezza delle proprie motivazioni. È sufficiente porsi delle semplici domande nel giusto ordine: perché, come, cosa, proprio come ritiene abbiano fatto grandi leader del passato, ad esempio, i fratelli Wright, Martin Luther King e Steve Jobs.

L’idea di Sinek viene rappresentata dal modello d’oro dei tre cerchi concentrici, da lui descritti:

  • WHY esprimere le motivazioni e dove si vuole arrivare, ossia la vision e la mission
  • HOW spiegare come viene esplicata la proposta di valore
  • WHAT descrivere il servizio che si intende offrire al destinatario
chatgpt su skype

Microsoft porta ChatGPT anche su Skype

Bing Chat, il chatbot AI alimentato da ChatGPT, è uno dei prodotti più interessanti di Microsoft e lo sviluppatore di Windows non perde tempo e incorpora l’intelligenza artificiale in altri suoi prodotti, tra cui tre delle sue app mobili: Skype, Bing mobile ed Edge.

Microsoft ha annunciato la novità in un post sul blog. Il browser Edge e l’app Bing sono le scelte più ovvie per l’aggiunta della ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale e gli utenti con accesso anticipato inizieranno presto a vedere Bing Chat in queste app.

LEGGI ANCHE: Google potenzia i suoi prodotti con l’AI: arriva la ricerca Multipla

ChatGPT su Skype

È un po’ una sorpresa che Microsoft stia portando questa funzione AI anche su Skype. L’azienda ha sottolineato che oltre 36 milioni di persone utilizzano Skype ogni giorno per telefonare e chattare.

E questo numero potrebbe crescere in modo significativo con l’aggiunta di Bing Chat come copilota.

Le domande che sorgono durante una chat di Skype possono trovare una risposta rapida con l’aiuto di Bing Chat, senza interrompere il flusso della conversazione per aprire la pagina di un browser web.

bing chatgpt su skype

Come usare il nuovo Bing con ChatGPT

Per provarlo in anteprima, se non l’avete ancora fatto, è necessario iscriversi alla lista d’attesa di Bing Chat per ottenere le nuove funzionalità AI.

Bing Chat è apparso per la prima volta in anteprima limitata alla waitlist il 7 febbraio 2023. Microsoft si sta muovendo rapidamente, ma ci vorrà del tempo prima che sia disponibile per tutti.

L’introduzione lenta è una mossa saggia perché l’intelligenza artificiale ha mostrato un comportamento irregolare nei primi test e molti utenti hanno condiviso screenshot e conversazioni non propriamente incoraggianti.

LEGGI ANCHE: 7 cose da sapere su ChatGPT prima di utilizzarlo per i contenuti e per la SEO

Google non sta a guardare

Da Google era già arrivata giorni la risposta a ChatGPT con Bard che, a differenza del prodotto di OpenAI, è ancora in fase di test e sarà rilasciato al grande pubblico nelle prossime settimane.

Google Bard vs ChatGPT

Google Bard verrà integrato nel motore di ricerca per contrastare le intenzioni di Microsoft di integrare ChatGPT in Bing, e consentirà di sintetizzare query di ricerca complesse, ma non è proprio un prodotto “nuovo” realizzato da zero dai ricercatori di Mountain View; la sua importanza è legata al fatto che alle sue spalle si cela un sistema informatico chiamato LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), di cui abbiamo parlato anche in altri articoli, che fece scalpore perché il suo ingegnere in Google, Blake Lemoine, affermò che i programmi di intelligenza artificiale stavano diventando “coscienti”.

Come migliorare il Marketing con l’Intelligenza Artificiale

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notizie della settimana 20-26 febbraio

ChatGPT su Skype, la spunta blu di Meta e le altre notizie della settimana

Andiamo veloci verso un futuro senza cookie di terze parti e la fidelizzazione assume un aspetto sempre più importante, lo vediamo anche nelle notizie che abbiamo raccolto questa settimana.

Come abbiamo visto nel report di Salesforce, State of Marketing, le sfide per i marketer riguarderanno soprattutto le nuove strategie per raggiungere le persone, permettendo loro di fidarsi e “concedere” i propri dati.

Tutto questo mentre l’Intelligenza Artificiale mette radici dovunque: supera esami all’università, arriva su Bing, poi anche su Skype e Google parte al contrattacco con tutta una serie di nuovi servizi AI based e lanciando Bard, “il suo ChatBot“.

In ritardo, forse, sul tema che sta monopolizzando le conversazioni, il buon vecchio Zuckerberg sposta l’attenzione tirando fuori la spunta blu verificata (a pagamento, ma il loro utilizzo rimarrà gratuito) anche per Facebook e Instagram.

Non si tratta sicuramente di una rivoluzione tanto forte quanto il cambio di nome in Meta ma, per il momento, può essere utile a non scomparire tra un’immagine generata con Midjourney e un articolo scritto da ChatGPT.

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I marketer puntano alla fidelizzazione

Secondo un sondaggio di Advertiser Perceptions e ripreso da MarketingDive, i responsabili marketing mostrano un limitato ottimismo per l’anno a venire grazie a budget in leggero aumento, ma l’inflazione sta avendo un certo impatto.

Oltre un terzo degli intervistati si concentrerà maggiormente sulla fidelizzazione dei clienti esistenti piuttosto che sull’acquisizione di nuovi.

Notizie sull’intelligenza artificiale: Bing progetta annunci pubblicitari con l’AI

Microsoft ha iniziato a discutere con le agenzie pubblicitarie su come intende guadagnare dal suo rinnovato motore di ricerca alimentato dall’AI generativa.

L’azienda, secondo Reuters, avrebbe detto che intende consentire link a pagamento all’interno delle risposte tra i risultati di ricerca.

Gli annunci pubblicitari all’interno del chatbot di Bing potrebbero anche godere di una maggiore evidenza sulla pagina rispetto agli annunci di ricerca tradizionali.

Spunta blu a pagamento anche per Meta

Ad annunciarlo è stato Mark Zuckerberg in persona che ha spiegato che “questa settimana verrà implementato il programma Meta Verified, un servizio in abbonamento che consente di verificare il proprio account, offrendo agli utenti il badge blu di verifica e l’accesso diretto all’assistenza clienti.

Microsoft porta ChatGPT anche su Skype

Dopo la presentazione del nuovissimo motore di ricerca supportato dall’intelligenza artificiale, la società di Redmond continua a spingere sulla tecnologia del momento.

Per Skype, gli utenti potranno aggiungere Bing a una chat di gruppo “come farebbero con qualsiasi contatto Skype“. Il chatbot è integrato nella funzione di chat in modo che chiunque possa fargli delle domande.

Scrivere Prompt perfetti per le immagini di AI

Abbiamo raccolto diversi consigli per realizzare immagini con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Oltre a mantenere una descrizione semplice, per un risultato accurato è utile scegliere una tavolozza di colori che l’AI utilizzerà per la generazione dell’immagine. Infine, è bene avere pazienza e non demordere.

La CX è fondamentale per la creazione di valore

A dirlo è una nuova analisi di Kantar, secondo la quale un’ottima Customer Experience deve soddisfare le aspettative dei clienti attraverso i punti di contatto fisici e digitali e trasmettere i valori del marchio per favorirne la crescita.

notizie della settimana CX

Fino al 75% della costruzione del brand proviene da touchpoint esperienziali. L’esperienza del prodotto o del servizio e il passaparola sono i touchpoint esperienziali che figurano tra i primi cinque di maggior impatto a livello globale.

Meta introduce i Canali su Instagram

Il CEO Mark Zuckerberg ha annunciato giovedì scorso l’introduzione su Instagram dei canali broadcast, simili a quelli già presenti su Telegram. Con il nuovo formato, i creatori possono trasmettere messaggi e aggiornamenti a un ampio pubblico di follower che scelgono di seguire il canale. I follower non potranno postare nei canali, ma potranno reagire con le emoji.

La nuova identità visiva di Amazon Prime Video

Negli ultimi mesi Amazon Prime Video ha aggiornato il suo look.

Amazon Prime Video

La nuova identità mira a differenziare la piattaforma video in un panorama sempre più affollato.

Notizie di adv: 150 anni di Levi’s 501, le adv memorabili

Levi’s celebra i 150 anni dei suoi mitici jeans 501 e ci ricorda quanto sia uno dei brand più iconici e conosciuti in tutto il mondo.

flat eric - pubblicità levis

Per festeggiare questo importante traguardo Levi’s si è affidato all’agenzia Droga5 New York che ha realizzato tre diverse campagne che raccontano storie reali legate alla storia dei 501.

Guarda qui la gallery con gli spot indimenticabili.

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