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Come prepararsi al Black Friday grazie al Cloud Server

Ancora oggi quando realizzano una campagna di marketing molto aggressiva o fanno una promozione importante in momenti specifici dell’anno come il Black Friday, le aziende sottovalutano l’importanza delle soluzioni web utilizzate. In queste occasioni, infatti, il portale web/eCommerce potrebbe subire in pochi minuti dei picchi di traffico, impossibili da quantificare prima dell’evento stesso.

Per molte persone la stagione delle festività natalizie è il periodo più bello dell’anno, ma per i retailer è certamente quello più intenso. Orde di desiderosi acquirenti di regali affollano negozi e siti web durante i mesi di novembre e dicembre, con una mole di vendite che può arrivare a rappresentare fino al 30% delle vendite annuali di un’azienda. E in particolare nei giorni di punta dello shopping, come il Black Friday (il prossimo 27 novembre!), i merchant online vedono un traffico tre volte superiore al solito.

Un dato destinato a crescere ulteriormente quest’anno, visto il boom dell’eCommerce legato alla pandemia.

Per trarre vantaggio da questo incremento di attività sul web (ma non solo), i rivenditori devono espandere rapidamente le loro infrastrutture e le loro operazioni per far fronte alle impennate della domanda. Non è un compito facile, ma preparandosi per tempo è possibile mettere al sicuro i propri affari, anche grazie al cloud.

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Il cloud per non perdere neanche una vendita

Si sente sempre più spesso parlare di esperienze di acquisto frictionless, per aiutare gli utenti a sentirsi a proprio agio nel completare il proprio shopping online. Immagina, quindi, la frustrazione che potrebbe provare un potenziale cliente, magari già pronto a cliccare su “Acquista ora”, nel vedere che il sito crolla e non è più raggiungibile. No, no, no. Brutto segno! E spesso questo lo porterà a desistere e a rivolgersi a un competitor.

Qual è la soluzione? I retailer più lungimiranti stanno già utilizzando il cloud server per gestire la corsa allo shopping natalizio. In realtà questi strumenti possono portare un vantaggio in qualsiasi momento dell’anno, dato che tutte le aziende che possono subire improvvisi ed estremi picchi di attività.

I vantaggi di un cloud server

Per evitare di perdere clienti e di danneggiare l’immagine del brand a causa di un blocco del sito web non pianificato, i più esperti leader tecnologici testano le le loro infrastrutture con largo anticipo. Molti si affidano alle soluzioni cloud per aggiungere dinamicamente più risorse di calcolo e di archiviazione man mano che il traffico del sito sale, per poi ridimensionarsi automaticamente quando la domanda diminuisce.

Oltre a prevenire le interruzioni, il trasferimento di traffico consente spesso di ridurre i costi di hosting dell’infrastruttura.

Un altro aspetto da non sottovalutare, inoltre, è legato al mobile. Se gli acquisti da smartphone stanno già superando quelli da desktop, tuttavia oltre il 50% dei siti viene abbandonato quando richiede più di tre secondi per essere caricato.

Per ridurre la latenza sui loro siti mobili e sulle app durante le festività, i rivenditori utilizzeranno soluzioni cloud che forniscono contenuti in tutti i punti di presenza distribuiti a livello globale.

Ma non si tratta solo delle vendite online. La tecnologia cloud, infatti, può contribuire ad abbreviare i tempi di attesa – e le lunghe code – anche per gli acquirenti in-store, ora che molti retailer hanno adottato soluzioni cloud-based che consentono agli addetti alle vendite di effettuare pagamenti con carta di credito in qualsiasi punto del negozio. Poiché le informazioni sono memorizzate nel cloud piuttosto che in locale, questi sistemi hanno l’ulteriore vantaggio di integrarsi perfettamente con altre fonti di dati, come i record del programma fedeltà e i motori di recommendation.

E questi sono solo alcuni degli aspetti da considerare e dei vantaggi da tenere in considerazione parlando di eCommerce, Retail e cloud.

Quali sono le caratteristiche del cloud server ideale

Pur avendo adeguato la potenza di calcolo del tuo cloud server o più in
generale della tua architettura per tempo, è da considerare l’importanza di un monitoraggio attento e continuo, cioè una sorta di presidio operativo.

Se la campagna che hai in mente per il Black Friday, ad esempio, dovesse riscuotere tantissimo successo, a fronte di particolari picchi di traffico, un rallentamento dei tempi di caricamento delle pagine di destinazione o addirittura una loro irraggiungibilità provocherebbe seri danni al tuo
business, con un abbandono degli utenti praticamente immediato, per non parlare della reputazione del tuo brand.

Di qui il fattore tecnico, ossia l’adeguatezza dell’infrastruttura cloud, ma anche quello umano, vale a dire l’adeguatezza del tipo di assistenza offerta dal provider. Un elemento di primaria importanza e da non sottovalutare in termini di prontezza nella risposta a qualsiasi imprevisto tecnico.

Volendole riassumere in pochi punti, le caratteristiche del cloud ideale per le campagne di marketing e la reazione ottimale ai picchi di traffico, quindi, dovrebbero essere:

  • avere una scalabilità immediata che non comporta variazioni di nessun genere: in cui basti, insomma, adeguare le risorse con upgrade verticali (dove non devo
    aggiungere altre virtual machine ma posso scalare quelle delle macchine che già compongono l’architettura web).
  • Una buona ottimizzazione /tuning dell’infrastruttura.
  • Un supporto tecnico disponibile in modo immediato (il fattore umano non va mai sottostimato, anzi!).
  • La possibilità di fruire di un servizio di presidio operativo per cui al momento della campagna, una persona dello staff del provider si occuperà di monitorare la coerenza delle prestazioni e del TTFB /tempo di caricamento delle pagine e interverrà con upgrade immediati o soluzioni laddove si noti una riduzione dei tempi di risposta dei server durante il click time.

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digital marketing per le PMI

L’importanza della presenza digitale per una piccola impresa

  • Ottimizzare la presenza digitale potrebbe aiutare le piccole imprese a raggiungere anche il rispettivo target offline: integrare le esperienze tradizionali con quelle digitali assume un’importanza sempre maggiore.
  • Anche le piccole imprese devono adattarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori e per farlo devono costruire adeguatamente una customer journey omnicanale.

 

È quasi un anno che il Covid-19 si è abbattuto sulla quotidianità di ognuno, e non ha di certo fatto sconti alle piccole imprese italiane, messe a dura prova prima dalle norme sul distanziamento sociale, poi dal lockdown e più recentemente da quella che risulta essere la seconda ondata di contagi del virus.

Le norme sul distanziamento sociale hanno, per esempio, inevitabilmente danneggiato alcuni settori: per esempio tutto quello che si concentra sulla vendita al dettaglio oppure viaggi, eventi e ristorazione, solo per citarne alcuni.


Mentre in Italia si fa di tutto per scongiurare un nuovo lockdown generale, mai come in questo momento diventa di nuovo d’attualità, per le piccole imprese, la necessità di trasformare i propri modelli di business, tentando un avvicinamento al digitale, al fine di poter essere competitivi e raggiungere serenamente un futuro (si spera quanto più vicino possibile) periodo di Post-Covid.

D’altra parte, come ricorda anche un recente articolo su ThinkwithGoogle, rispetto a qualche tempo fa il contesto tecnologico è completamente mutato: l’utilizzo dei nuovi strumenti digitali ha fatto un grande salto in avanti nei settori del lavoro, della formazione e delle relazioni sociali.

Partendo da questa crescita del pubblico online, l’idea di ottimizzare la presenza digitale potrebbe aiutare le piccole imprese a raggiungere anche il rispettivo target offline che vuol recarsi fisicamente al punto vendita: integrare le esperienze tradizionali con quelle digitali assume, di giorno in giorno, un’importanza sempre maggiore.

L’online può aiutare l’offline?

Fiere del lavoro

In un articolo di ThinkwithGoogle sul futuro del retail, si legge che nel 2024 la maggior parte degli acquisti verrà ancora realizzata offline (78%). Continua dicendo che i rivenditori che potranno contare nel 2024 su una solida offerta digitale, incrementeranno le loro vendite. Da qui l’importanza di organizzarsi con una strategia sia commerciale che di marketing integrata tra mondo online e offline, creando vari touchpoint nell’esperienza di acquisto del potenziale utente.

La pandemia da Covid-19 ha effettivamente accelerato il processo di trasformazione digitale e anche le piccole imprese si sono spinte, in velocità, su questi canali: di seguito alcune tendenze e tecnologie che potrebbero entrare a far parte stabilmente del loro futuro.

eCommerce, trasformazione digitale e strategia omnicanale

LEGGI ANCHE: La vita (digitale) che potrebbe aspettarci dopo la morte

eCommerce

Considerando il know-how acquisito dalle persone durante l’ultimo lockdown in Italia, è importantissimo dare la possibilità a un potenziale cliente di acquistare un prodotto anche su uno store online.
Anche solo per informare il cliente con il prezzo e le caratteristiche di un prodotto o con l’eventuale disponibilità in uno store fisico dello stesso: essere presenti con una piattaforma eCommerce, in un momento in cui gli utenti passano molto più tempo online e con una predisposizione crescente verso questa tipologia di acquisto, può essere utile per condurre l’utente alla definitiva conversion (on o offline).

Trasformazione Digitale

Non solo eCommerce: le piccole imprese potrebbero considerare la possibilità di sfruttare a pieno le infinite potenzialità degli strumenti digitali. Basta pianificare con attenzione.
Dai tool per lo smart working fino a quelli per la gestione delle risorse umane.

Creare l’ambiente digitale della propria azienda può rivelarsi una soluzione funzionale per fronteggiare questo periodo di incertezza: la capacità di mutare velocemente una strategia, la possibilità di lavorare in remoto con i propri dipendenti, avere a disposizione una suite digitale che colleghi tutti i collaboratori coinvolti, magari con un repositor dati e un ambiente di comunicazione. Strumenti, mai come in questo momento, fondamentali.

Customer journey omnicanale

Anche le piccole imprese devono adattarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori e per farlo devono costruire adeguatamente una customer journey (“viaggio del consumatore”) omnicanale: sembrerà una ripetizione, ma in questo momento storico occorre accompagnare il consumatore nel viaggio verso la conversion, attraverso molteplici touchpoint.

Altri touchpoint, oltre all’eCommerce, potrebbero essere rappresentati dagli strumenti di digital marketing (es. annunci sui motori di ricerca), la presenza sugli aggregatori di servizi (es. app di servizio per la consegna a domicilio di cibo nel caso di imprese impegnate nella ristorazione), le campagne di comunicazione e di sensibilizzazione sui social network, le campagne commerciali on e offline, la presenza sul web con un sito responsive. Sono molteplici le possibilità, l’importante è avere le idee chiare sulla strategia omnicanale da attuare e sulla customer journey da riservare al proprio target.

Il rapporto umano: il vantaggio delle piccole imprese

retail contactless

Il grande vantaggio di una piccola impresa è rappresentato dalla conoscenza del proprio target: la possibilità di fidelizzare i propri clienti, attraverso la creazione di un rapporto umano e diretto (soprattutto per le piccole imprese che operano a livello locale), resta una delle chiavi del successo.

Sempre parlando di rapporto umano, non è da sottovalutare quello che si instaura all’interno del team di lavoro: la conoscenza e l’esperienza condivisa di un team di una piccola impresa è senza dubbio un elemento importante, soprattutto in un momento delicato come questo. Per le imprese di dimensioni più piccole, il fattore umano non dovrebbe essere sostituito da quello digitale: il vero scopo è trovare la migliore soluzione per integrarli e scoprire nuovi metodi per fronteggiare le difficoltà e ottimizzare i processi.

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eCommerce e Food: in atto un cambiamento radicale delle nostre abitudini

Digital Food Strategy: le aziende dell’alimentare diventano smart. È questo il titolo dell’ultima ricerca promossa e realizzata da Casaleggio Associati dedicata alla vendita online dei prodotti alimentari che è stata presentata il 27 ottobre durante un evento digitale.

Il cambiamento radicale del mercato nel 2020 ha indotto un’accelerazione verso il digitale dei produttori alimentari italiani che stanno trasformando le loro aziende per diventare smart. Il rapporto diretto con i clienti richiede, però, numerosi cambiamenti non solo organizzativi ma di visione. Per essere forti sul web diventa sempre più importante rafforzare il brand delle aziende verso il consumatore diventando delle media company, creare servizi per fidelizzare direttamente il cliente finale, gestire anche le vendite dirette senza creare conflitti tra i canali distributivi e dimostrare il tracciamento di filiera su blockchain.

“Stiamo assistendo alla nascita di nuovi business model, a percorsi alternativi di costruzione della relazione diretta con i clienti finali attraverso nuove logiche di comunicazione e soprattutto a nuove soluzioni per gestire le vendite dirette – spiega Davide Casaleggio, Presidente Casaleggio Associati – . Attraverso la ricerca metteremo a confronto i trend in atto e i migliori casi italiani e internazionali che hanno investito e deciso di cambiare radicalmente modo di fare business”.

eCommerce e Food: come sta influendo la pandemia

Le aziende del settore alimentare italiano cambiano modello di business
e investono nei canali online. Dalla Gdo ai piccoli produttori le aziende food puntano sulla relazione diretta con il consumatore e sull’eCommerce.

La ricerca ha analizzato i dati relativi alle vendite online del 2019 del settore alimentare che registrano una crescita del 19%.
Secondo le stime di inizio anno ed escludendo il delivery e i pasti pronti, il Food & Beverage online nel 2020 in Italia avrebbe dovuto raggiungere quota 653 milioni di dollari, con una crescita del 9,8% sul 2019. Le stime più recenti che considerano l’impatto del Covid hanno invece aggiornato questa cifra a 697 milioni di dollari. E nel 2024 si prevede che il settore raggiunga i
1.013 milioni di dollari, con una penetrazione in termini di user del 20,8% (6,6% in più rispetto al 2020).

I dati del primo semestre 2020 rilevano che la pandemia ha influito in modo sostanziale sull’evoluzione della presenza online del settore alimentare italiano con un incremento di oltre 2 milioni di clienti online da gennaio a settembre 2020.

Ma sebbene il mercato online alimentare in Italia non arrivi ancora all’1% del totale, contro il 4-8% nel resto d’Europa, è evidente come i brand e i produttori italiani abbiamo radicalmente cambiato l’approccio nei confronti della rete, luogo di vendita e di fidelizzazione imprescindibile.

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Luci e ombre della crescita dell’eCommerce nel Food

Ma se in molti hanno investito e hanno avuto successo, va evidenziato come il settore della logistica legata al food sia stato messo a dura prova dovendo far fronte ad un aumento della domanda con picchi anche del 300-400%.

“L’agroalimentare italiano è il primo settore industriale italiano e vale 538 miliardi di euro, il 25% del PIL, con 3,8 milioni di occupati in circa 70.934 aziende– spiega Casaleggio – Si tratta di imprese molto frammentate delle quali l’86% ha meno di 10 dipendenti. In questi ultimi mesi sia i grandi brand che i piccoli produttori si sono accorti dell’importanza di creare una relazione digitale diretta con il cliente. Con i negozi chiusi la rete è stato l’unico contatto con l’esterno e chi lo ha capito per primo ha sofferto meno. La pandemia ha dato una grande accelerazione alla digitalizzazione del settore alimentare portando la creazione o l’ottimizzazione degli eCommerce ma ha anche messo in evidenza la frammentazione del settore e le grandi differenze tra prodotti
per ognuno dei quali si impone una riflessione rispetto alla vendita in rete”.

Food ed eCommerce: 4 modelli ricorrenti

Attraverso l’analisi del mercato italiano e interviste ai top manager delle aziende alimentari del nostro Paese la ricerca di Casaleggio Associati ha individuato 4 modelli di business ricorrenti per l’eCommerce che variano in base alla tipologia di prodotto: il prodotto autonomo, ovvero singoli prodotti capaci di soddisfare il bisogno, il paniere proprietario, il paniere in partnership e i prodotti della spesa venduti attraverso la GDO.

I quattro modelli di strategia eCommerce generano un approccio diverso in termini di relazione digitale con il cliente finale e all’attività di marketing. Agire su queste due leve consente di ottimizzare il modello di eCommerce e di puntare all’affermazione della propria presenza online.

Investire nella rete e in un canale online comporta, infatti, investimenti non solo nella logistica e nella distribuzione ma anche nel marketing per instaurare e migliorare la relazione digitale con il cliente dando valore al brand, legando il prodotto a un’esperienza, differenziando i prodotti creando dei pack scorta o regalo, proponendo acquisti facilitati attraverso una gamma di prodotti di
più brand che completano il paniere, gli abbonamenti e il riordino automatico.

“Per le aziende del Food la presenza online non è più una scelta – continua Casaleggio – ma una richiesta che arriva dal consumatore. Il cliente finale vuole una relazione diretta con il brand, conoscere la filiera produttiva ed è sempre più attento a quello che consuma”. 

modelli di membership giornalismo

Le membership sono il nuovo modello per i Media, ma quali sono i vantaggi e quando sceglierle?

  • Per risolvere con efficacia il problema della propria sostenibilità, il giornalismo deve necessariamente abbandonare i vecchi modelli di business per abbracciarne di nuovi.
  • Tra i nuovi modelli di business, quello della membership è già risultato efficace per molti progetti giornalistici, soprattutto nel mondo anglosassone.
  • I modelli di membership sono costituiti da tre componenti principali e si differenziano dagli abbonamenti, dai modelli di donazione e dal crowdfunding.

 

Il giornalismo, si sa, sta affrontando un grosso problema di sostenibilità. Mentre i tradizionali modelli di business diventano sempre meno adatti e profittevoli, si fatica a trovare nuove strade che possano garantire altrettanta efficacia economica. Alcuni tentativi – talvolta riusciti – tuttavia ci sono. È il caso delle membership, modello nato nel mondo anglosassone già alcuni anni fa e che consiste in un “contratto sociale” tra un’impresa giornalistica e i suoi membri: i membri danno il loro tempo, denaro, energia, competenza e connessioni per sostenere una causa in cui credono; in cambio, la testata giornalistica offre trasparenza e occasioni per contribuire in modo significativo sia alla sostenibilità che all’impatto dell’organizzazione.

In una parola, membership significa appartenenza. E utilizzare l’appartenenza come modello di business significa fare in modo che i lettori si sentano parte di un universo di valori condivisi. Rivolgersi a una specifica comunità offrendole un servizio utile e di qualità.

Insomma, secondo questo orientamento editoriale, i lettori sono molto più di una fonte di sostegno economico. I membri sono parte attiva di uno scambio circolare di conoscenze con i giornalisti, dinamica che permette tra l’altro alla testata di identificare i sostenitori più forti e arruolarli nella sua ricerca di impatto e sostenibilità.

In molti casi, la membership è un accordo per mantenere l’accesso agli articoli libero e gratuito per tutti. In quanto sostenitori in primo luogo di una causa, i membri hanno infatti interesse a raggiungere il maggior numero possibile di persone attraverso la testata.

modelli di membership giornalismo

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Le tre componenti dei modelli di membership per il giornalismo

Secondo la Membership Guide, i modelli di membership nel giornalismo devono essere costruiti attorno a tre componenti principali.

Una strategia di membership che definisce come questo modello si inserisce nella vision dell’organizzazione giornalistica. In che modo l’organizzazione sosterrà il proprio prodotto editoriale? Quale ruolo avranno i membri dell’audience, sia in termini economici sia più in generale?

Le cosiddette memberful routines, ovvero le dinamiche che collegano i membri dell’audience alla testata giornalistica e alle persone che la producono. Fondamentali per una strategia di membership efficace, si riferiscono anche in questo caso ai membri dell’audience in generale.

Un programma di membership, cioè il prodotto con cui il lettore interagisce per diventare membro. È una specie di contenitore per la gestione delle persone che contribuiscono all’organizzazione giornalistica. Quando si parla di membership, solitamente ci si riferisce proprio a questo aspetto, che – per capirci – comprende anche la pagina sulla quale si atterra dopo aver cliccato sulla call to action “diventa membro”.

Non tutte le testate giornalistiche che adottano il modello della membership hanno già sviluppato tutte e tre queste componenti. Inoltre, ciascuna di esse può essere approfondita in modo diverso. Tuttavia, una redazione giornalistica partecipativa e inclusiva che voglia sostenersi almeno parzialmente sulla membership necessita di tutte e tre gli aspetti.

Infine, attenzione: la membership non è per il giornalismo l’unico modello di revenue ed engagement dell’audience. Comprendere le differenti value proposition e resource demand dei diversi modelli di revenue ed engagement è la chiave per capire qual è il modello giusto per la propria comunità e quindi organizzazione.

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In cosa i modelli di membership sono diversi dai modelli di abbonamento?

In un modello di abbonamento o subscription, i membri del’audience pagano per avere accesso a un prodotto o servizio. Questo modello richiede quindi solitamente un paywall, poiché ciò che viene monetizzato è l’accesso al contenuto.

L’abbonamento può scalare molto più rapidamente della membership, poiché non necessita di un rapporto più profondo con i lettori. Ciò che richiede è invece un giornalismo eccezionalmente coerente, di alta qualità, altamente differenziato – e una buona user experience.

Per le pubblicazioni altamente specializzate, che forniscono un marcato vantaggio professionale e/o hanno una forte audience istituzionale in settori specifici, l’abbonamento può funzionare bene. Si vedano ad esempio casi come il New York Times, il Wall Street Journal, il Financial Times, il Ken e The Information, ma anche The Athletic.

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In cosa i modelli di membership sono diversi dai modelli di donazione?

In un donation model, i membri dell’audience donano il loro tempo o denaro a sostegno di una causa o di valori comuni. Si tratta quindi di una relazione di beneficenza. Molte redazioni utilizzano i termini membro e donatore in modo intercambiabile. Tuttavia, è diversa l’aspettativa di ciò che un sostenitore ottiene in cambio.

Quando si è in dubbio nella scelta tra i due modelli, occorre chiedersi di quale livello di autonomia editoriale dalla propria audience si ha bisogno per compiere la propria missione, così come quale livello di partecipazione si è disposti a offrire.

Per le pubblicazioni che coprono soprattutto questioni inerenti al bene pubblico, un donation model può funzionare bene. Allo stesso modo, questo modello può essere scelto anche quando i temi trattati non si prestano all’adozione del modello di membership o a quello dell’abbonamento. Ad ogni modo, pubblicazioni come ProPublica e Mother Jones (71% delle entrate del 2019 realizzato grazie ai lettori, 12% attraverso l’abbonamento all’edizione cartacea) sono chiari esempi di donation model.

In cosa i modelli di membership sono diversi dal crowdfunding?

In un modello di crowdfunding, i membri dell’audience donano un contributo una tantum per sostenere un progetto specifico.

Solitamente, il crowdfunding è un buon modo per testare l’entusiasmo nei confronti di un’idea e per conoscere meglio il grado di coinvolgimento della propria audience. Alcune organizzazioni, ad esempio La Silla Vacia in Colombia, hanno iniziato proprio con una campagna di crowdfunding come test e in seguito hanno optato per il modello di membership,

In altri casi – ad esempio Krautreporter in Germania e De Correspondent in Olanda – le testate giornalistiche hanno considerato i loro donatori tramite crowdfunding come i primi membri del progetto, passando così immediatamente a un programma di membership.

Come gestire Instagram dal tuo computer: istruzioni per l’uso

  • Più libertà e flessibilità per godersi un video su Instagram in streaming più a lungo, e tanti altri vantaggi.
  • Ecco come navigare e utilizzare la versione desktop di Instagram per le attività di Social Media Marketing!

 

L’obiettivo di Facebook, che negli ultimi anni ha preso sempre più piede tra nuove funzioni e aggiornamenti, è quello di cercare di unificare e semplificare la gestione dei contenuti nelle varie piattaforme di sua proprietà attraverso strumenti nativi, come Business Manager e Creator Studio.

Il tanto agognato obiettivo ha preso forma, già a partire dallo scorso anno, grazie alla possibilità di gestire il proprio flusso di lavoro, nel caso di Instagram, anche da desktop.

Ecco quindi una piccola guida illustrativa che può permettere anche a te di gestire tutto comodamente al tuo pc!

Accedi alle impostazioni del profilo Instagram dal tuo desktop

Prima di tutto, vai sul sito Instagram.com e accedi con il tuo nome utente e password, fai clic sulla foto del tuo profilo e questo ti porterà alla tua schermata: fai clic sul pulsante Modifica profilo.

come gestire instagram dal tuo computer

LEGGI ANCHE: 5 consigli, strumenti e strategie per il tuo Instagram Marketing

Ti apparirà cosa vedresti normalmente per il tuo profilo Instagram nella versione mobile: il tuo nome, nome utente, sito web, biografia e informazioni di contatto. Da qui puoi apportare modifiche al tuo profilo. Quando hai finito, fai clic su Invia per salvarli.

Ti consiglio di effettuare eventuali modifiche della tua biografia direttamente dal tuo dispositivo mobile (magari prima creando il testo dall’App Note).

come gestire instagram dal tuo computer

Puoi utilizzare le opzioni di menù sul lato sinistro di questa finestra, anche modificare la password, aggiornare le notifiche, gestire i tuoi contatti e accedere a una varietà di altre funzioni.

Cerca un account da desktop

Desideri visualizzare il profilo Instagram di qualcuno dal tuo computer?

Vai su instagram.com/ username (instagram.com/audible, ad esempio) e verrai indirizzato direttamente al suo profilo: puoi quindi navigare attraverso il contenuto proprio come faresti sul tuo smartphone.

come gestire instagram dal tuo computer

Se non conosci il nome utente esatto del profilo a cui desideri accedere, digita semplicemente il nome o quello che pensi sia il nome utente nella barra di ricerca e vedrai un elenco a discesa dei risultati. Eccoti un esempio di seguito.

come gestire instagram dal tuo computer

Dalla barra di ricerca su Instagram.com, puoi cercare praticamente qualsiasi cosa: hashtag , posizioni e persone. Qualunque cosa tu digiti nella ricerca, Instagram mostrerà tutti i risultati pertinenti che rientrano in una qualsiasi di queste categorie.

Apri Instagram ed esplora il feed dal tuo desktop

Proprio come la pagina Esplora di Instagram sui dispositivi mobili mostra i contenuti ordinati e consigliati per te, anche la pagina Esplora sul tuo desktop lo fa. L’icona è diversa ma ha tutte le stesse caratteristiche e funzionalità.

Fai semplicemente clic sull’icona della bussola nell’angolo in alto a destra dello schermo e il feed Esplora si popolerà con tutti i contenuti che normalmente vedresti sull’app mobile.

Scorri il feed dei tuoi post

Una delle parti migliori di Instagram è esplorare il feed per vedere il contenuto degli account che segui e puoi farlo altrettanto facilmente sulla versione desktop. Fai clic sull’icona Home per andare direttamente al feed e vedere tutti i tuoi contenuti ordinati come sei abituato.

Quando si tratta del feed di Instagram, la versione desktop offre le stesse funzionalità dei dispositivi mobili.

Puoi fare doppio clic per mettere Mi piace a un post o semplicemente fare clic sull’icona del cuore: puoi anche lasciare o rispondere a un commento e condividere o salvare il contenuto in una raccolta per la visualizzazione successiva.

Visualizza le stories

Le storie di Instagram sono disponibili anche sul desktop per la visualizzazione e, ancora una volta, le storie degli account che segui si popolano proprio come sei abituato sull’app mobile. Vedrai il banner delle storie nella parte superiore dello schermo.

come gestire instagram dal tuo computer

LEGGI ANCHE: Instagram celebra il suo decimo compleanno (e annuncia qualche novità)

Per guardare una storia di Instagram dal desktop, fai clic sulla storia che desideri guardare e si aprirà in una nuova finestra nel formato verticale 9:16 e verrà riprodotta come se fosse su un dispositivo mobile.

Per navigare in una storia, puoi fare clic e tenere premuto (non rilasciare) il mouse per metterla in pausa, proprio come faresti per tenere premuta una storia dal vivo. Fai clic su Avanti per vedere nuove storie.

Se fai clic nella casella dei commenti, puoi rispondere rapidamente o digitare una risposta alla storia come faresti sul cellulare.

come gestire instagram dal tuo computer

Se preferisci utilizzare la tastiera per navigare nelle storie, tocca la barra spaziatrice per mettere in pausa la storia che stai guardando, quindi toccala di nuovo per avviare la riproduzione. Usa i tasti freccia per spostarti avanti e indietro tra le altre storie.

La maggior parte delle cose in Instagram Stories sul desktop sono funzionali come nomi utente, tag, tag di posizione e persino la funzione di scorrimento. Fare clic su Vedi altro, che sostituisce lo scorrimento verso l’alto, per passare a qualsiasi collegamento fornito in una storia.

Una cosa che al momento non puoi fare sul desktop è interagire con adesivi come quiz e sondaggi. Questa funzionalità è disponibile solo sull’app mobile.

Guarda i video live

Con Instagram Live sul desktop, vedrai apparire l’icona live attorno alle storie proprio come vedresti su un dispositivo mobile.

Fai clic sulla foto del profilo della persona con il simbolo live e verrai indirizzato al suo video live. Come puoi vedere sotto, il video live si popola sul desktop in un quadrato, con il video 9:16 verticale a sinistra e i commenti a destra.

Questo layout è effettivamente carino perché i commenti non coprono il viso della persona.

come gestire instagram dal tuo computer

Quando guardi un video in diretta, puoi rispondere e lasciare commenti proprio come faresti su un dispositivo mobile. Digita il tuo commento nella casella dei commenti e premi invio e Instagram aggiungerà immediatamente il tuo commento.

Su dispositivo mobile, puoi toccare il cuore e dare Mi piace, ma non puoi farlo sulla versione desktop.

come gestire instagram dal tuo computer

Puoi portare un ospite nel tuo Instagram Live durante la trasmissione dal desktop, ma l’ospite non può partecipare al tuo streaming dal desktop. Devono usare il loro dispositivo mobile.

Allora perché dovresti preoccuparti che il video di Instagram Live sia disponibile sul desktop?

Guardare un video Instagram Live su un dispositivo mobile monopolizza il dispositivo dello spettatore in modo che non possa rispondere a messaggi di testo, ricevere telefonate o fare altre cose mentre sta guardando il tuo live streaming. Guardare sul desktop libera il loro dispositivo mobile. 

Nessuno vuole guardare un video di un’ora su un dispositivo mobile se può guardare su un desktop. Offre loro più libertà e flessibilità per godersi davvero un video in streaming più lungo. Quindi approfitta di questa opzione per convincere più membri del pubblico a guardare i tuoi video in diretta su Instagram.

Pulsanti di azione e approfondimenti di Instagram solo su dispositivi mobili

Una caratteristica comune sui profili Instagram sono i pulsanti di azione (chiamata, testo, e-mail, indicazioni stradali) o pulsanti aggiuntivi come ordinare cibo o buoni regalo.

Puoi gestire e modificare questi pulsanti di azione solo su dispositivi mobili, non su Instagram.com.

Un’altra limitazione del sito web Instagram.com è che non puoi visualizzare i tuoi approfondimenti. Questa funzione è disponibile solo sui dispositivi mobili.

Gestisci i messaggi diretti

Per i messaggi diretti su Instagram.com, fai clic sulla familiare icona dell’aeroplano di carta nella barra degli strumenti in alto per aprire la cartella dei messaggi diretti.

Noterai che la struttura delle cartelle è la stessa per i tuoi profili aziendali e creativi. Hai una casella di posta principale, una casella di posta generale e se hai richieste in sospeso, vedrai anche la cartella delle richieste.

come gestire instagram dal tuo computer

Una volta che sei in un thread di messaggi diretti, componi un messaggio semplicemente facendo clic nella casella del messaggio, digitando il tuo messaggio e premendo Invio o Invio.

Fare clic sull’icona della galleria per accedere a qualsiasi foto o video sul computer e aggiungerli al thread del messaggio diretto. Per mettere mi piace e rispondere a un messaggio che hai ricevuto, fai clic sull’icona del cuore. C’è anche un’icona emoji nella finestra del messaggio che ti consente di aggiungere qualsiasi emoji mentre usi Instagram.com.

Inoltre, facendo clic sul pulsante a tre punti accanto a un messaggio che hai inviato, vengono visualizzate le opzioni per copiare il testo o addirittura annullare l’invio del messaggio se desideri riprenderlo.

come gestire instagram dal tuo computer

Se fai clic sul pulsante a tre punti accanto a un messaggio che hai ricevuto, vedrai l’opzione per copiare il testo o segnalare quel messaggio e/o una persona.

come gestire instagram dal tuo computer

Se desideri inviare un nuovo messaggio a qualcuno a cui non hai precedentemente inviato messaggi, fai clic sull’icona a forma di matita nella parte superiore della schermata DM e digita il nome del destinatario. Ciò genera un nuovo thread di messaggi. Oppure puoi semplicemente fare clic sul pulsante del messaggio sul profilo Instagram della persona e questo ti porterà immediatamente al thread del messaggio diretto.

Nella posta in arrivo del messaggio diretto, tutto ciò che è in grassetto è un messaggio non letto. Se hai letto un messaggio sul desktop, apparirà come letto sul tuo dispositivo mobile.

Ci sono un paio di cose con i DM di Instagram che puoi fare su un dispositivo mobile ma non su Instagram.com. Sul tuo dispositivo mobile, puoi contrassegnare un messaggio e ordinare i tuoi DM per quei messaggi contrassegnati. Questo è un ottimo modo per tornare indietro e accedere a un messaggio a cui desideri rispondere in seguito. Non puoi farlo sulla versione desktop.

Inoltre, non puoi contrassegnare o richiamare quei messaggi contrassegnati.

L’enorme vantaggio di utilizzare i messaggi diretti su Instagram.com è la funzionalità di una tastiera fisica.

Puoi digitare e rispondere rapidamente utilizzando una tastiera molto più velocemente di quanto la maggior parte delle persone possa digitare una risposta sul proprio dispositivo mobile. Se la tua azienda fa molto con i messaggi diretti , avere la funzionalità di Instagram.com ti renderà la vita molto più semplice.

Sull’app mobile di Instagram, potresti essere abituato a rispondere con un video che registri o toccando e tenendo premuto per registrare un messaggio audio in risposta a un DM. Instagram.com non ha questa funzionalità. Puoi rispondere solo con testo come messaggio. Tuttavia, se sul computer è presente un file video o audio, è possibile aggiungerlo come allegato alla risposta del messaggio.

Rimuovi l’accesso ai dati delle app di terze parti

C’è un’importante funzione di sicurezza disponibile solo su Instagram.com che può aiutare a impedire agli hacker di entrare nel tuo account o a qualcuno di rubare le tue informazioni.

Ogni volta che accedi a uno strumento di terze parti con accesso a Instagram utilizzando il tuo token, questo registra i tuoi dettagli e le tue credenziali. Puoi provare nuovi strumenti o avere membri del team che si sono iscritti a strumenti diversi e ogni volta che ti iscrivi a quelli o vi accedi, quel token viene rinnovato.

Quello che potresti non capire è che quei gettoni rimangono attaccati a quello strumento finché non lo togli. Tale accesso rimane attivo anche se non utilizzi più quello strumento o se hai disabilitato quell’account; tuttavia, è davvero facile entrare e ripulirlo.

Vai al tuo profilo facendo clic sulla foto del tuo profilo, fai clic sull’icona a forma di ingranaggio e da lì fai clic su App e siti Web.

come gestire instagram dal tuo computer

Questo ti porterà in un’altra schermata in cui vedrai un elenco di strumenti che hanno accesso al tuo account Instagram. Potresti essere sorpreso da alcuni che sono lì dentro.

Per ripulirli, fai clic sul pulsante Rimuovi e cancellerà l’accesso al token. Lascia l’accesso a tutti gli strumenti che utilizzi regolarmente, come uno strumento di pianificazione o un widget del sito web.

Suggerimento: accedi e controlla l’accesso ai dati delle app di terze parti almeno ogni 6-12 mesi.

come gestire instagram dal tuo computer

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Instagram è stato originariamente progettato solo per dispositivi mobili, ma la piattaforma continua ad aggiungere ulteriori funzionalità per gli utenti desktop. Questa è una buona notizia per i professionisti del marketing. Ora che hai compreso le differenze tra l’utilizzo di Instagram sul tuo computer e l’app mobile, saprai che l’utilizzo di Instagram.com per determinati sforzi di marketing ti aiuterà a essere più efficiente.

Instagram, non consente, ancora, il caricamenti contenuti su Storie o feed. V’è un altro strumento che puoi usare: Facebook Creator Studio: lo strumento nativo di Fb per gestirne i contenuti sulle sue piattaforme.

Infine, per tutti quelli che “Come riesco a collegare l’account Instagram a Creator Studio?”. Ecco spiegato in alcuni semplici passi:

  • Assicurati che il tuo account Instagram sia di tipo aziendale o Creator;
  • Collegalo alla pagina Facebook;
  • Accedi quindi a Creator Studio e clicca sull’icona di Instagram in alto al centro;
  • Dovrai semplicemente procedere al collegamento dell’account Instagram;
  • Tieni presente che gli account Instagram collegati alle Pagine Facebook possono essere gestiti da chiunque abbia un ruolo su tali Pagine. Ricorda, quindi, di valutare ed eventualmente aggiornare i ruoli degli utenti tramite Business Manager.
flywheel model

Il Flywheel Model cambierà per sempre il tuo modo di approcciarti al marketing

  • Flywheel Model, il nuovo modello di crescita aziendale in cui le strategie di Inbound Marketing e le persone sono il fulcro.
  • E il Funnel Model? Non va in pensione, ma si focalizza sull’analisi e sulla gestione delle singole fasi aziendali.

 

Flywheel Model, il cosiddetto “modello volano”, una rivoluzione che per i marketer più tradizionalisti sarà sconvolgente. Non perché rappresenta un nuovo modo di vedere e di concepire il cliente come centripeto per la forza e la crescita del business, ma perché mostra quanto il più studiato Funnel Model vada in parte superato, o meglio confinabile alle singole fasi decisionali aziendali.

In pratica, per semplificare il concetto potremmo dire che, più Funnel Model insieme creano una base solida per il più moderno Flywheel Model.

Flywheel Model vediamolo nel dettaglio

flywheel model 1

Iniziamo con una definizione, “Flywheel Model è un modello per la crescita del business che si concentra sull’utilizzo dello slancio dei clienti soddisfatti per guidare le referenze e le vendite ripetute”.

Hubspot, la famosa società statunitense specializzata in marketing per le vendite e il servizio clienti, è così che definisce il modello volano, ossia un modello per il quale i clienti soddisfatti e fedeli sono la forza centrale che fanno crescere il business.

Rendere felice e fedele il cliente, spinta del nostro volano di crescita, deve essere l’obiettivo principale della strategia e del team. E solo un team coeso può dare al cliente, ormai diventato potente e selettivo nel suo processo decisionale, l’esperienza che desidera e l’attenzione che merita.
A differenza di quanto accade nel Funnel Model in cui il cliente entra dall’alto, percorre tutto il percorso verso il basso e, una volta fuori, ha concluso il suo processo di acquisto; nel modello volano il cliente non esce mai, ma la sua esperienza positiva lo riporta all’inizio del processo oltre che coinvolgere nuovi potenziali clienti con passaparola e recensioni positive.

Ma quindi come funziona?

Il Flywheel Model si basa su 3 aspetti fondamentali: quanto veloce va, quanto attrito ha e quanto grande è.

  1. La velocità, più il modello gira veloce più è in grado di produrre energia di crescita per l’azienda. La velocità viene incrementata man mano che il team va ad intervenire su quegli aspetti di maggior impatto sulla soddisfazione dei clienti, come, ad esempio, campagne di inbound marketing dedicate, un customer service efficiente o iniziative volte ad incrementare il passaparola;
  2. L’attrito, per definizione, è quella forza che rallenta il modello e si manifesta, soprattutto, in ambito del team: un team poco coeso e che ha difficoltà a condividere le informazioni distoglierà l’attenzione dal cliente e quindi diminuirà la velocità di rotazione del modello;
  3. Grandezza intesa come numero di soggetti e clienti, anche potenziali, che il volano è in grado di attrarre. Più questo sarà grande più il business aziendale avrà successo.

Quindi: le persone sono al centro,  Non si tratta però solo dei clienti, ma anche del team inteso come primo vero brand ambassador.

Ora passiamo alla pratica.

Strutturare un Flywheel efficace è questione di regole e tecnica, poi la componente umana sarà quella che lo farà girare se guidata al meglio.

Bisogna innanzitutto partire dalle fasi strutturali base che spaziano da come attirare il cliente a come farlo acquistare e diventare brand ambassador.

Per attirare il cliente potenziale verso la nostra azienda è necessario farsi notare, partendo, per esempio, da un sito internet ottimizzato e con user experience spiccata, oltre a pensare a prove gratuite di prodotto o di servizio, insieme ad una pubblicità targettizzata.
Una volta che abbiamo l’attenzione del nostro potenziale cliente è necessario trasformarlo da potenziale ad effettivo, portarlo quindi ad acquistare. Per fare questo si può pensare a strumenti come il miglioramento del percorso d’acquisto, a delle offerte dedicate come sconti sul primo acquisto accompagnato all’iscrizione alla nostra newsletter attraverso la quale continuare ad inviare pubblicità mirata.
Il cliente ha comprato, per la prima volta, quindi il primo passo è compiuto (top), ma adesso la partita si sposta su farlo acquistare di nuovo e far sì che parli di noi, positivamente, con la sua rete di amici e contatti. Ecco quindi che scende in campo il servizio di customer care e di post vendita in cui l’azienda si mette a disposizione del suo cliente per aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo di acquisto facendolo sentire importante ed al centro del suo processo di acquisto.

flywheel model 3

Una volta gettate le basi per la costruzione del modello è necessario pensare alle metriche di misurazione della sua efficacia sia per ogni fase, sia del modello in toto per andare costantemente a fare manutenzione sul modello e sulla sua efficacia.
Si parla quindi di CRO test (Conversion Rate Optimization Test): test in grado di valutare l’efficacia degli strumenti di marketing e delle campagne studiate per andare a modificare o concentrare la strategia su quello che si è dimostrato più o meno efficace.

Infine la tanto nominata frizione, ossia la forza che rallenterebbe il volano. È necessario individuare le fasi deboli del nostro modello e lì concentrarci. Le campagne marketing, il team, la comunicazione o il servizio clienti possono essere alcuni degli esempi nei quali individuarle.

Ma questo blasonato Flywheel Model funziona davvero?

Ecco alcuni dati: il 57% dei processi di acquisto in ambito B2B si conclude prima di arrivare al contatto con la forza vendita e l’81% dei clienti basano la loro decisione sulle recensioni di altri compratori o di amici e parenti.

Dunque anche i dati confermano che un team efficace ed un cliente soddisfatto portano a un volano di successo.

Funnel Model vs Flywheel Model, perché l’innovazione funziona

Da sempre, chi ha studiato marketing lo sa bene, il Funnel Model è stato il pilastro del marketing e delle vendite, un percorso a fasi che conduce il potenziale cliente attratto da campagne di Outbound Marketing e che lo trasforma in un acquirente vero e proprio, ma che fuori dall’imbuto chiude il suo percorso di acquisto.

Nel nuovo Flywheel Model, al contrario, il cliente non è un semplice acquirente, ma un soggetto in grado, con il suo potenziale di acquisto, di guidare le scelte di business, consapevole di questo super potere: il consumatore, oggi, basa le sue scelte su recensioni e ricerche online fatte in prima persona ed è in grado, dall’altra parte, di influenzare gli altri, ecco perché in questo ultimo decennio il cliente è considerato un vero e proprio pilastro di crescita e sviluppo.

È quindi giusto dire che oggi il modello di crescita che la tua azienda dovrà adottare è quello a volano. Ma no panic, gli imbuti non scompaiono, solo devono essere applicati a quelle fasi dove davvero possono fare la differenza ossia i singoli processi aziendali, come quello di vendita, ad esempio.

In questo processo infatti, mappare le singole fasi attraverso cui il cliente viaggia può aiutarti a capire se e quale fase è farraginosa o complicata e quindi andare a mettere in atto manovre correttive specifiche come ad esempio migliorare l’efficacia del team vendita soprattutto nella fase pre vendita oppure rinforzare il customer care per incrementare il numero di referral o di brand ambassador.

Il Funnel Model, quindi, può aiutarti ad analizzare i diversi processi aziendali e creare un team coeso che abbia focus sui processi e obiettivi aziendali, persone in grado di coinvolgere altre persone (il target).

Possiamo quindi pensare ad un Flywheel Model come un vero e proprio volano meccanico i cui ingranaggi sono composti da Funnel Model specifici per ogni fase del processo di acquisto.

Come abbiamo già detto, la sostanziale differenza tra i due modelli sta nel fatto di come il cliente venga considerato; il prodotto, infatti, non basta più.

Nel Funnel Model il cliente è considerato come soggetto passivo, tramite outbound marketing il target viene bombardato in massa da messaggi pubblicitari e da comunicazioni in quanto il brand ha l’obiettivo di farsi conoscere da più pubblico possibile che sia in target o meno. Se è interessato ai nostri messaggi allora entrerà nel Middle of Funnel dove la nostra azienda viene paragonata ad altre della lista e il nostro futuro cliente sta ancora capendo se facciamo per lui o meno. Alla fine dell’imbuto troviamo i superstiti, ossia coloro che ci hanno scelto come soluzione, ma che ci abbandoneranno tanto in fretta quanto velocemente sono entrati.

E questo è il vero limite: non esiste una fase che punta al post vendita e a creare conversazioni intorno al brand.

Nel Flywheel Model, invece, il target cliente è il centro del modello, dai suoi acquisti, consigli e passaparola dipenderà il successo del nostro brand. Ecco quindi che il servizio di customer care non può assolutamente fallire.
Il cliente viene quindi attirato con un marketing che è diventato inbound, quindi targhettizzato, dopodichè viene coinvolto dal brand che gli offre informazioni di prodotto o su se stesso per cercare di instaurare un meccanismo di fiducia e infine cerca di fornirgli la miglior esperienza di acquisto che abbia provato, così che possa parlare bene di noi alla sua cerchia e portare nuovi clienti.

Outbound ed Inbound Marketing, due modelli a confronto

Pensatela come “ad ogni marketing il suo modello”, quindi outbound marketing e funnel model sono la prima coppia e inbound marketing e flywheel Model la versione più moderna.

Per Outbound Marketing si intende quel marketing di massa, “spinto” verso il cliente attraverso i media più classici come la stampa e la tv che interrompono l’attenzione di un target considerato passivo. Ecco quindi che con un target così si è pensato ad un modello a sua volta passivo, dove il cliente attirato all’interno dell’imbuto prosegue la sua esperienza verso il basso e in cui, una volta uscito, non viene considerato come possibile forza di crescita dell’azienda stessa.

Con l’avvento del marketing digitale, invece, il consumatore accresce il suo potere e cambia di ruolo, da passivo ad attivo e selezionatore di contenuti e brand da cui lasciarsi interrompere lasciando anche un contributo verso la sua cerchia con recensioni e feedback. Le aziende, quindi, pensano a un marketing più targettizzato e in grado di fornire contenuti di valore al loro fruitore. Si parlerà quindi, anche, di Flywheel Model, il modello volano in cui il consumatore è la forza di crescita (o di decrescita) del modello stesso e di conseguenza dell’azienda a cui si riferisce.

In particolare in relazione all’Inbound Marketing applicato al modello volano si studieranno campagne marketing in grado di alimentare l’attenzione del cliente in ognuna delle tre fasi fondamentali:

  • Attract, creo contenuti e conversazioni interessanti;
  • Engage, costruisco relazioni durature con il mio target;
  • Delight, delizio il mio pubblico con un’esperienza unica e tailor-made.

Alcuni esempi di strategie possono essere:

  • Fase attrattiva (attract): articoli propri su blog o social media, usare dei testimonial, ottimizzare i nostri contenuti per la SEO e le ricerche online
  • Fase di coinvolgimento (engage): mostrare all’utente perchè siamo la scelta per lui e che vantaggi avrebbe scegliendoci anche attraverso delle chiamate dirette, ma studiate a tavolino e che non sembrino le classiche chiamate da Call center
  • Fase di soddisfazione (delight): customer care anche online, canali per feedback e supporto anche su Facebook o Whatsapp, dare risposte tempestive

Con il cambiamento di modello cambiano anche le logiche dei team verso il cliente, se prima i venditori erano le figure chiave per trattenere un consumatore, oggi tutto il team deve essere in grado di attrarre e fidelizzare il cliente, ma ancor più importante è il servizio post vendita e customer care.

Se nel Funnel Model, insomma, era l’inizio del percorso la tappa più importante, con il Flywheel Model avviene tutto il contrario, è la fine quella che conta.

natale 2020

Natale 2020: tips per una strategia efficace durante la pandemia di Covid19

  • Il 44% dei consumatori prevede di spendere più o meno la stessa cifra degli anni scorsi per gli acquisti di Natale 2020.
  • Il 58% dei consumatori preferisce fare acquisti online piuttosto che in negozio, in particolare la Generazione Z (52%).
  • Una media del 74% degli acquirenti globali cerca regali per se stesso durante le festività natalizie, oltre che per gli altri.

 

Sentite anche voi nell’aria quel profumo di biscotti allo zenzero? Avete già sentito passare alla radio “All I want for Christmas is you”? State cercando di ricordare se le decorazioni sono chiuse in cantina o in garage?

Se la risposta è sì, allora ci siamo: è arrivato il momento di prepararsi al Natale!

Sicuramente state pensando “ma mancano ancora due mesi” però sappiate che, per un marketer, questo è il momento giusto per progettare la campagna natalizia

Una campagna che, quest’anno, sarà ancora più difficile da pianificare per colpa dei continui cambiamenti causati dalla pandemia di Covid19, che rendono incerto il futuro di tutti, dai consumatori ai brand.

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Da dove iniziare?

Prima di tutto, è fondamentale analizzare i dati per capire quali sono le previsioni di acquisto da parte dei consumatori.

Covid-19 effect on Christmas shopping

Secondo una ricerca condotta a giugno negli Stati Uniti e nel Regno Unito da GlobalWebIndex, il 44% dei consumatori afferma che prevede di spendere più o meno la stessa cifra degli anni scorsi per gli acquisti di Natale di quest’anno, mentre un terzo dei consumatori prevede inoltre di acquistare i regali di Natale in anticipo per risparmiare.

L’anno scorso, una media del 54% dei consumatori globali ha acquistato qualcosa durante un mega evento di svendita mentre più del 43% ha fatto acquisti durante il Black Friday.

Quest’anno invece grazie a nuova ricerca di Rakuten Advertising condotta su 8.673 adulti in tutto il mondo, sappiamo che che il 57% dei consumatori intende acquistare qualcosa durante le giornate promozionali, nonostante il 40% ammetta una diminuzione del reddito familiare a causa di Covid19.

Possiamo quindi prevedere che anche per il 2020 momenti come il Black Friday e il Cyber Monday che si terranno alla fine di Novembre saranno fondamentali per gli acquisti natalizi dei consumatori.

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eCommerce al primo posto

Cross-demographic appeal of online Christmas shopping

Dalla stessa ricerca emerge che, a livello globale, il 58% dei consumatori preferisca fare acquisti online piuttosto che in negozio (42%). Nello specifico, la generazione che predilige l’eCommerce è la GenZ (52%) seguita dai Millennial (48%).

Senza dubbio questa tendenza è dettata anche dalla costante preoccupazione per la propria salute da parte dei consumatori, con un terzo degli acquirenti (32%) che afferma di voler evitare di stare in mezzo a grandi folle – esempio in un centro commerciale – pensiero che spinge i consumatori a fare acquisti online.

Questi dati suggeriscono quindi che lo shopping natalizio di quest’anno avverrà principalmente su piattaforme di eCommerce e social media, tendenza accelerata senza ombra di dubbio dalle conseguenze della pandemia di Covid19.

Natale 2020: l’importanza del self-care in tempo di crisi

Un altro aspetto da non sottovalutare, sottolineato nello studio “The 2020 Facebook Holiday Package” pubblicato appunto da Facebook, è l’importanza del self-care durante la pandemia di Covid19.

Sono sempre di più, infatti, le persone che in momenti di incertezza, di crisi e di difficoltà in generale cercano in qualche modo di consolarsi e di rimanere positive concedendosi qualche auto-regalo.

Vediamo infatti come una media del 74% degli acquirenti globali intervistati cerca regali per se stesso durante le festività natalizie, oltre che per gli altri ovviamente.

Recensioni e UGC guidano le decisioni di acquisto

Un articolo pubblicato da Internet Retailing consiglia inoltre di prestare particolare attenzione alle recensioni e ai contenuti creati dagli utenti, in relazione a un prodotto o servizio.

Sembra che Luglio abbia registrato uno dei più alti tassi di interazione con gli UGC, evidenziando che gli acquirenti sono influenzati da recensioni, foto, domande e risposte dei clienti durante il processo di acquisto online.

Il 48% dei consumatori afferma infatti che prediligono per i loro acquisti i brand che rispondono alle recensioni degli utenti. 

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Quali sono i principali takeaway del Natale 2020 per i brand?

  • Pianificare una mini-strategia in occasione del Black Friday e del Cyber Monday per anticipare i bisogni dei consumatori ed arrivare preparato al Natale.
  • Investire maggiormente nell’eCommerce e nello shopping online, senza dimenticare totalmente l’esperienza in-store. Infatti, per adattarsi alle nuove aspettative, le aziende dovrebbero considerare il BOPIS (Buy Online, Pick-up in Store) per agevolare i consumatori e rendere più facile lo shopping dell’ultimo minuto.
  • Concentrarsi sui bisogni di auto-compiacimento dei consumatori e offrire prodotti o esperienze in grado di soddisfarli.
  • Considerare gli UGC nella strategia di comunicazione natalizia, dato che per gli acquirenti si tratta di un contenuto fondamentale per prendere decisioni di acquisto.

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In generale il 2020 è stato un anno assurdo e continuerà ad essere imprevedibile anche nei suoi ultimi mesi. Per questo i brand dovranno comunque continuare a prestare attenzione a tutti i cambi improvvisi nelle abitudini dei consumatori per adattare rapidamente la loro strategia Natalizia.

single's day cina ecommerce

eCommerce in Cina 2020: oltre al Single’s Day c’è di più

  • Il mercato eCommerce cinese vale il 50% delle vendite online mondiali e fattura il triplo degli USA, ma per penetrarlo sono necessari dei “must” digitali.
  • Alibaba è un colosso eCommerce con prodotti retail, wholesale, in border e cross border. Taobao, Tmall, Youku e DingTalk fanno parte del gruppo.
  • Ma oltre ad Alibaba e al Single Day ci sono una serie di altri player (JD.com, Vip.com, Secoo, WeChat) e di eventi marketing da conoscere.

 

La più grande festività commerciale in Cina è in arrivo e i brand sono in fibrillazione. Lavoro in un’agenzia che supporta le aziende in Cina e mai come in questi giorni ho pensato di darmi all’ippica. Scherzi a parte, il lavoro è quadruplicato. Per immaginare fino a che punto, vi invito a pensare alla preparazione pre-Black Friday. Ma con un lavoro massivo di traduzione linguistica e culturale dietro.

Però mica ci possiamo lamentare. Mentre noi precipitiamo verso il prossimo lockdown, in Cina il futuro pare un po’ più roseo. Mai come oggi, “Vendere in Cina” è diventato un ibrido tra un mantra e un diktat per aziende che vedono la Cina come un paradiso di consumatori alto-spendenti che salverà i loro bilanci aziendali. A torto o ragione (la Cina non è per tutti), c’è un po’ di background da conoscere prima di pensare al Single Day. Facciamo un po’ di chiarezza in questo articolo.

eCommerce in Cina: un mercato grande quanto la Spagna

Partiamo con un paio di dati impressionanti: la Cina, da sola, copre il 50% delle vendite online mondiali e supera di tre volte il fatturato eCommerce degli Stati Uniti (1.5 trilioni versus 566 miliardi, $). Per condividere un’ultima iperbole, il peso del mercato eCommerce cinese è maggiore del PIL spagnolo.

Siamo quindi tutti d’accordo se dico che la Cina oggi ha un fascino che va ben oltre la grande Muraglia per l’occidente, no? Approcciarla, però, non è così semplice.

L’ingresso digitale in Cina. I must have

Per farla molto breve, per poter vendere (o anche solo comunicare) in Cina ci sono dei must. Prima di tutto: l’awareness. I più fortunati l’hanno già (come Salvatore Ferragamo per le scarpe, Flexform per i mobili, Ferrero per le merendine), altri la devono costruire. Costruirla è un processo che richiede tempo, possono volerci anni per costruire un forte ricordo di immagine nella mente dei consumatori e soprattutto sforzi, perché quello cinese è il target a cui occorre adattare maggiormente il proprio marketing.

Digitalmente l’adattamento si traduce in un sito in lingua, con un hosting locale (altrimenti ciao velocità in Cina) e una manciata di account ufficiali sui social locali più importanti, primo tra tutti WeChat.

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Un’infografica che racchiude solo una parte di tutte le piattaforme per fare marketing in Cina (Sekkeistudio 2020)

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Dopo aver costruito una presenza solida (possibilmente anche offline), si può pensare alla strategia eCommerce. E anche qui le possibilità sono immense.

eCommerce in Cina = marketplace

Le abitudini di acquisto online in Cina sono molto diverse. Gli utenti non hanno nessun interesse a comprare un prodotto sul sito ufficiale del brand: spesso il sito si carica lentamente, non è interamente tradotto e ha meno comodità di un multistore come Tmall, del gruppo Alibaba. Ma oltre ad Alibaba (e il suo Single Day) c’è tutto un mondo di piattaforme (più o meno) emergenti che potrebbero rispecchiare maggiormente il target. Vediamo le percentuali di mercato.

Amazon Luxury Stores_China Marketplace

Quote di mercato dei marketplace in Cina (Statista 2020)

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Padrone indiscusso della piazza è Tmall, che possiede più del 50% delle quote di mercato (statista, 2020). A seguire, il rivale storico JD.com (entrambe sono nate come piattaforme generaliste) e il newbie Pinduoduo, che troppo novellino non è (287 milioni di visite al mese – Webretailer, 2020)

Taobao e Tmall: gli assi nella manica di Jack Ma

Permettetemi di ripetermi: non solo eCommerce in Cina, oltre ad Alibaba c’è di più, ma anche Alibaba, oltre a Tmall c’è di più. Se ci si addentra tra le parole chiave del marketing in Cina per i non addetti ci si può accorgere che tutte convertono ad Alibaba – Tmall – Single Day. Come se la grandezza di un mercato tale potesse trovare una spiegazione esaustiva in questi tre passaggi.

Prima di tutto, Alibaba è un ecosistema. Ha un core di attività legate all’eCommerce comunemente inteso: Tmall è il leader per il B2C, cui si accompagna Taobao (C2C e B2C), Freshippo (per il segmento food), AliHealth (healthcare) e Tianmao Chaoshi, che tradurrei letteralmente come il market di Tmall (à la Amazon Prime Now).

E-commerce in Cina_Alibaba

L’ecosistema Alibaba (Chozan 2020)

Questo per quanto riguarda l’in-border: per tutto il mondo cross-border (che tradotto per i non addetti è quello di chi non ha una sede o stock in Cina) ci sono poi Tmall Global e AliExpress tra i più conosciuti.

Accanto ai marketplace retail ci sono poi quelli wholesale: dedicati al B2B. Per i locali c’è 1688 (che sarebbe, peraltro, la forma originale di Alibaba, che era nato per connettere le imprese, non i consumatori) e per i forestieri Alibaba.com.

Ci vorrebbe un articolo solo per spiegare ognuna delle piattaforme del mondo Alibaba, ma basti dire che in aggiunta a tutte le piattaforme nominate poi ce ne sono altre complementari e che coprono altre industry: Alipay è insieme a WeChat Pay il metodo di pagamento digitale più diffuso; Youku la piattaforma video leader in Cina, DingTalk una sorta di chat aziendale ma più complessa e Ele.me il Just Eat orientale (di cui ammetto di aver fatto largo uso back in times).

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JD.com, Pinduoduo e tutti gli altri

Le altre piattaforme, che – disgraziatamente – negli articoli generalisti di eCommerce (e in questo) hanno sempre meno spazio, si distribuiscono più o meno equamente il target cinese.

JD.com, tuttavia, merita una menzione speciale in quanto rivale storico di Alibaba e marketplace che comunque ridendo e scherzando raccoglie quasi il 30% delle quote di mercato in Cina (Statista, 2020). Nato anch’esso come piattaforma generalista, oggi JD.com è forte in qualità di retailer e conosciuto per la sua rete distributiva pressoché onnipresente in Cina (ha più di 750 warehouse).

Tra gli altri marketplace che meritano una menzione ci sono Pinduoduo, focalizzato sugli acquisti di gruppo, Secoo e VIP.com, dedicati entrambi al segmento Fashion & Luxury e i miniprogram WeChat, dell’altro grosso gigante cinese Tencent (proprietario di WeChat, WeChat Pay, Tencent Video, Sougou e via dicendo).

Il Single’s Day e i mega festival commerciali in Cina

Paese che vai, calendario che trovi. Credo che ormai lo sappiano tutti: la Cina non segue il calendario gregoriano, bensì quello lunare. Che a mio modesto avviso è ricco di festività molto più interessanti degli onomastici di nomi che non ho mai nemmeno sentito. Questa differenza, unitamente alle tradizioni storiche e culturali cinesi altre, comporta un forte discostamento del calendario commerciale cinese rispetto a quello occidentale.

Il calendario lunare in Cina

Prima di tutto il Capodanno: qui è sempre il 31 dicembre, in Cina cade a cavallo tra gennaio e febbraio e varia data ogni anno. La sua celebrazione dura circa una settimana ed è seguita da ulteriori festività: la Festa delle Lanterne, San Valentino (quello internazionale e quelli cinesi – Qixi Festival e 520 Festival), la Festa delle Dragon Boat, quella di Mezzo Autunno e infine la Festa della Repubblica (studiata appositamente per lasciare la popolazione cinese in vacanza e permetterle di spendere).

E-commerce in Cina_calendario

Le festività (commerciali e non) cinesi sono numerosissime e diverse da quelle occidentali. Una marketing strategy vincente opera secondo il calendario del target, non il proprio. (East Media 2020)

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Tra Single Day e 618 Festival: il calendario eCommerce in Cina

In questo ventaglio di feste tradizionali, si inseriscono anche i mega festival commerciali. Il più famoso è ovviamente il Single Day, che nel 2019 ha generato 1482 miliardi di RMB in un giorno, di cui 10 in un minuto e mezzo (KR Asia 2019). Questo solo per Alibaba, perché anche su JD.com nonostante l’evento sia originariamente targato Jack Ma ha avuto ottimi risultati: 205 miliardi RMB.

Al Single Day JD.com ha comunque risposto con un altro festival commerciale branded: il 618, che sarebbe la data di fondazione della piattaforma e ha una crescita annua del 100%, 2.000 brand partecipanti e risultati altrettanto sorprendenti: 100 milioni di RMB, in 2 minuti, tramite Live Streaming (Chozan 2020).

Oltre a questi due eventi di portata gigantesca, ci sono poi eventi “minori” (tra virgolette, perché muovono comunque milioni di RMB) dedicati alle varie industry (il Food & Wine Festival si è appena concluso, ad esempio) e il National Day, con i brand che ogni anno vendono l’11,5% in più yoy.

Che dire? Manca meno di un mese al Single’s Day, ma in case you miss that, direi che potete ripiegare su tanto altro. E farcela per il prossimo.

splio contactless mobile wallet

Le potenzialità della tecnologia contactless per il rilancio del Retail, online e offline

La crisi sanitaria ha inevitabilmente accelerato la trasformazione digitale dei brand, in media dai 6 ai 7 anni, ponendoli davanti a nuove sfide necessarie per rispondere alle esigenze mutate del consumatore post-lockdown.

I consumatori hanno colto l’occasione per cimentarsi in nuove abitudini di acquisto: primo tra tutti troviamo l’esplosione dell’eCommerce, con una crescita stimata del 26% nel 2020. E un trend crescente di tutte quelle modalità di acquisto strettamente connesse agli acquisti online, come il Click & Collect, il Food Home Delivery, il Proximity Commerce e il reso dei prodotti indipendentemente dal canale utilizzato per l’acquisto.

La sicurezza ha fatto il suo ingresso nella customer experience: se da una parte i consumatori desiderano sentirsi sicuri nelle loro esperienze di acquisto, dall’altra il successo in-store è fortemente legato alla digitalizzazione del punto vendita.

Di fronte a questi consolidati cambiamenti, hai già pensato a come gestire la relazione con la clientela in questo periodo di nuova normalità?

Prova l’esperienza interattiva del Mobile Wallet e scopri come raccogliere i dati dei tuoi prospect grazie a Splio!

La tecnologia contactless, oltre a soddisfare le esigenze sanitarie, può accompagnare la tua strategia CRM. Il Mobile Wallet ti consente infatti di ottimizzare i costi di acquisizione, raccogliendo i dati dei tuoi prospect già dalla prima interazione, avvenuta online o in negozio. Splio, a tal proposito, ha creato un’esperienza interattiva per mostrare nel dettaglio come funziona il Mobile Wallet, sia per l’eCommerce che per il punto vendita fisico. L’esperienza offerta è unica, poiché l’utente è messo nei panni del consumatore e può avvertire immediatamente e in prima persona gli innumerevoli vantaggi di questa tecnologia.

Cos’è il Mobile Wallet?

Un vero e proprio portafoglio digitale, il Mobile Wallet è un’applicazione nativa che abbiamo tutti nei nostri smartphone: Apple wallet per l’iPhone e Google Pay per i telefoni Android. Sono applicazioni che non possono essere disinstallate, che non hanno bisogno della rete internet per funzionare e che sono attive automaticamente per le impostazioni del telefono.

In altri termini, la tecnologia contactless del Mobile Wallet rappresenta un’enorme opportunità per i marketer che desiderano stare al passo con i consumatori mobile first e iper-connessi. Costituiscono un nuovo canale di comunicazione, conforme alla GDPR, per ingaggiare e offrire ai tuoi prospect un’esperienza unica e di fidelizzazione a partire dall’inizio della vostra relazione.

Il mercato è in piena trasformazione e sono proprio i consumatori a guidarlo, ed è grazie al mobile che questo avviene. Il 93% degli italiani possiede uno smartphone, ciò significa che 9 italiani su 10 hanno accesso al mobile wallet.
Ma quali sono le opportunità per i marketer con questa tecnologia contactless?

Secondo Splio il Mobile Wallet è una leva di acquisizione, di fidelizzazione e di sicurezza dei punti vendita da sfruttare per il rilancio dell’attività retail, online e in negozio.

Una nuova esperienza in-store contactless

Il negozio è il canale di vendita e il CRM per eccellenza del settore retail: il 62% degli italiani infatti preferisce effettuare il primo acquisto in-store, per l’esperienza che solo il negozio fisico è in grado di offrire.

Il distanziamento sociale e le misure sanitarie sono oggi fondamentali e comportano una trasformazione dei punti vendita. I consumatori post-lockdown si recano in negozio per acquistare ciò per cui sono venuti, cercando di limitare le visite in negozio. Il drive-to-store assume quindi un’importanza chiave.

Ma quale esperienza in-store offrire oggi per stimolare le visite e le vendite?

In passato la fedeltà era rappresentata da una carta fisica nel portafoglio, che bisognava estrarre e mostrare in cassa. L’adesione al programma fedeltà avveniva compilando un form cartaceo, che comportava necessariamente il contatto fisico.

Oggi è divenuto imperativo sfruttare la tecnologia, per trasformare questi processi ormai obsoleti: la digitalizzazione del tuo negozio e l’utilizzo del mobile come interfaccia con il cliente possono aiutarti a rispondere sia alle esigenze sanitarie che ai nuovi bisogni del cliente post-lockdown.

Digitalizzando la carta fedeltà sul Mobile Wallet, risparmierai del tempo in cassa poiché il cliente dovrà semplicemente mostrare il suo smartphone al personale di vendita che scansionerà il codice. Inoltre, il cliente fidelizzato avrà accesso in tempo reale ai punti loyalty e ai vantaggi offerti, visualizzando una vetrina interattiva del brand.

Grazie al QR code esposto nel punto vendita, sulle pareti o in cassa, l’acquisizione di nuovi clienti in-store sarà semplicissima. Il cliente potrà facilmente scansionare il QR code con il suo smartphone e verrà reindirizzato a una pagina web, con un breve modulo precompilato da convalidare. Verrà generata automaticamente una carta fedeltà che il cliente aggiungerà al suo Mobile Wallet. Il brand avrà così acquisito in-store un nuovo membro al suo programma loyalty.

Generare lead da mobile nell’era del digital

L’mCommerce, ovvero lo shopping online effettuato tramite smartphone, è in rapida ascesa e conferisce crescente importanza al mobile. Durante il lockdown, il 50% degli acquisti online è avvenuto da mobile, evidenziando che i consumatori acquistano con lo smartphone anche comodamente dal proprio divano.

Nell’era del digital e dei social network è per i brand necessario considerare nuovi strumenti per attirare l’attenzione dei consumatori e ingaggiarli direttamente da mobile. La tecnologia contactless del Mobile Wallet consente di coinvolgere fin da subito i consumatori online.

In aggiunta alla digitalizzazione della carta fedeltà sullo smartphone, il Mobile Wallet consente di dematerializzare i coupon e ticket dei brand sul telefono.

Con il Mobile Wallet puoi raggiungere un prospect sui social network e instaurare con lui una relazione unica fin da subito. Il brand inserisce per esempio su Instagram un post sponsorizzato, per comunicare un buono sconto. Il consumatore clicca l’Ads e compila un breve form. Automaticamente si crea un coupon sconto digitale, che il prospect aggiungerà al suo Mobile Wallet. Il brand ha acquisito così un nuovo cliente fidelizzato sui social network.

Le nuove priorità dei marketer per adattarsi alla nuova normalità

È evidente che la crisi sanitaria ha reso indispensabile parlare di un prima e di un post-covid, sia dal punto di vista economico sia relativamente alle abitudini di consumo. Secondo Splio, i marketer per avere successo oggi in questa nuova normalità dovranno necessariamente mettere sotto una nuova luce il CRM, l’omnicanalità e la fidelizzazione. Poiché sono fattori di importanza chiave per implementare piani marketing di successo e aumentare la fiducia del consumatore.

Il CRM post-lockdown valorizza la conoscenza del cliente poiché la sua fiducia dipende proprio dalla segmentazione e dalla personalizzazione. Il successo delle campagne può avvenire solo tramite una gestione intelligente di KPI realistici, come la frequenza di acquisto.

L’omnicanalità non è più opzionale e deve rispondere a nuove abitudini di consumo, che rendono indispensabile ripensare ai canali di vendita in un’ottica integrata. I brand possono avere successo solo mettendo il cliente al centro e rispondendo alle esigenze e alla personalizzazione in tempo reale direttamente sullo smartphone dei consumatori.

La fedeltà post-lockdown deve ricompensare anche l’engagement, poiché se i premi del programma fedeltà stimolano il riacquisto, l’engagement influenza la fedeltà. Le interazioni social e web divengono quindi nuovi punti fedeltà da tenere in considerazione nel programma fedeltà, in aggiunta ai punti transazionali.

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accelerazione digitale

Affiliate Marketing: come aumentare le vendite online grazie all’affiliazione

L’affiliate marketing oggi vale oltre 13 miliardi di euro a livello globale, eppure sono ancora molti i brand che potrebbero scegliere questo canale, uno dei tanti all’interno del digital marketing.

L’affiliate marketing, infatti, si inserisce nel panorama dell’online advertising e si fonda su un concetto di “condivisione dei ricavi” per così dire, con un beneficio sia per i publisher, detti anche editori o affiliati, che per i merchant, advertiser o brand. A ognuno, insomma, la sua parte.

I recenti avvenimenti hanno costretto sempre più consumatori e aziende a rivolgersi al mondo online e non a caso tutto il mondo dell’eCommerce sta vivendo una crescita rapidissima. Come affrontare al meglio questa crescita? Lo scopriremo durante la Free Masterclass con Awin, che fornirà una panoramica dettagliata sul mondo dell’affiliazione, prendendo in considerazione sia il punto di vista dei brand che quello degli editori

L’affiliazione è la tecnica pubblicitaria prediletta già dall’80% dei player americani, proprio perché permette di remunerare a performance e non solamente alla visualizzazione di un annuncio pubblicitario.

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Come funziona l’Affiliate Marketing

Gli attori principali coinvolti nel processo sono tre:

  • i brand – detti anche advertiser
  • i publisher – ovvero gli editori
  • i network – che li mettono in contatto e permettono la creazione delle partnership

Il marketing di affiliazione (affiliate marketing in inglese), permette ai publisher di guadagnare commissioni sulle vendite effettuate a partire dalla promozione di prodotti e/o servizi dei merchant partner. A entrambe le parti viene garantita trasparenza, misurabilità dei ritorni sugli investimenti e un modello di pagamento basato solo sui risultati ottenuti.

L’Affiliate Marketing consiste sostanzialmente in un accordo commerciale tra una azienda che ha come obiettivo vendere un suo servizio o prodotto e un affiliato che promuove il servizio o prodotto dell’advertiser, spesso attraverso una piattaforma di affiliazione, che clusterizza e coordina gruppi di publisher.

A differenza delle attività di Display Adv classiche, può garantire volumi minimi di acquisizione ed ottimizzazione del CPA medio di campagna.

Essendo basato su un meccanismo piuttosto semplice, inoltre, tutte le aziende possono tecnicamente creare un programma di affiliazione, dalle grandi realtà alle piccole imprese.

Durante la Masterclass scoprirai il mondo dell’affiliazione, prendendo in considerazione sia il punto di vista dei brand che quello degli editori. Si mostrerà come il canale sia accessibile a qualsiasi tipologia di business, piccolo o grande che sia, rivelandosi una strategia di marketing a basso rischio e assolutamente sostenibile, specie in un momento di grande incertezza come questo.

Analizzeremo anche case study B2C, di diversi settori merceologici, dal fashion al finance, insieme a Daiana Iacono e Diego Nebuloni, rispettivamente Client Services Director e Head of New Business di Awin.

Affiliate Marketing

Credits: Depositphotos #129596810

Cosa imparerai durante la Free Masterclass

Questa Masterclass è rivolta a imprenditori, Digital Strategist, eCommerce Manager e in generale agli specialisti del digitale, per scoprire di più su:

  • Come funziona l’affiliate marketing
  • Alcuni dati di scenario
  • Diversi eCommerce, diverse necessità
  • Le diverse tipologie di publisher esistenti
  • Alcuni dei tool offerti dai network di affiliazione
  • Esempi e case history

La Free Masterclass è online e gratuita, iscriviti adesso per prenotare il tuo posto in prima fila! Ma se proprio non ce la fai a seguirla in diretta, potrai recuperarla on demand, attraverso la tua area utente.

RICAPITOLANDO

Free Masterclass “Affiliate Marketing Masterclass powered by Awin”
con Daiana Iacono e Diego Nebuloni di Awin

mercoledì 4 novembre 2020 dalle ore 13 alle 14

ISCRIVITI ORA ALLA FREE MASTERCLASS GRATUITA: RISERVA SUBITO IL TUO POSTO PRIMA CHE FINISCANO!