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come cercano lavoro i giovani

Podcast e Social Media: come cercano lavoro le nuove generazioni

L’orientamento, questo sconosciuto. O meglio: non troppo riconosciuto.

Nel mondo del lavoro, troppo spesso si è confuso (e si continua tuttora a confondere) con l’adattamento. Quest’ultimo è, in realtà, una strategia di sopravvivenza degli esseri viventi che viene espressa nei contesti naturali, mentre l’orientamento dovrebbe riguardare il processo che il soggetto che lo desidera deve svolgere per diventare consapevole della propria posizione rispetto a un punto fisso (nel caso dello spazio geografico il sole e i punti cardinali).

Mai come in questo periodo storico le persone, e soprattutto i più giovani, hanno bisogno e devono necessariamente orientarsi per conferire senso alla propria esistenza in un mondo complesso, privo di confini e al contempo denso di opportunità e stimoli differenti.

Un’indagine (pre-pandemia) di Studenti.it raccontava quanto fosse indispensabile l’orientamento per i giovanissimi: non solo come supporto educativo alla crescita individuale e professionale, ma soprattutto perché oltre il 60% dei 12.000 intervistati dichiarava di non averlo ricevuto o di non esserne per nulla soddisfatti.

Gli investimenti nelle cosiddette “politiche attive” per il lavoro negli ultimi tempi sono stati messi in ombra dall’enfasi sulle politiche “passive” e da alcuni approcci più assistenzialistici del welfare state. L’orientamento invece dovrebbe essere la chiave di volta per supportare una congiuntura economica che si dimostra sicuramente difficile.

Perché orientamento al lavoro non significa necessariamente “adattamento al datore di lavoro”.

La pandemia è stata un’occasione, anche se in certi casi frustrante, infatti, di trasformare alcune insoddisfazioni in cambiamenti, e le nuove tendenze sulle nuove generazioni raccontano la voglia di distaccarsi dal lavoro come è inteso in senso tradizionale. Sono tantissimi i giovani che decidono di abbandonare dei lavori stabili per avviare nuove attività.

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Ma come fanno allora le nuove generazioni a raccogliere le informazioni utili per destreggiarsi nel labirinto della ricerca attiva di lavoro? Se gli strumenti istituzionali non sono sufficienti, la ricerca autonoma diventa favorita, sebbene possa implicare alcuni errori di metodo.

Sempre secondo la stessa ricerca, il criterio che solitamente guida la scelta del percorso accademico, ad esempio, è la scelta “di pancia” per il 49% degli intervistati; con il 19%, vengono le richieste del mondo del lavoro, per l’8% degli intervistati conta la sede dell’Ateneo mentre il 5% si affida ai consigli di parenti e amici.

Quali sono i canali con cui in Italia si trova più facilmente lavoro?

Un rapporto Inapp di qualche anno fa (2016) indicava che il , il 33,1% dei job seeker trova un lavoro puntando sul networking a partire dagli amici, dai parenti e dai conoscenti, un quinto (20,4%) riesce inviando un’auto-candidatura. Secondo questa indagine le agenzie del lavoro sono efficaci solo per un 5,6% dei lavoratori, probabilmente perché utilizzate solo da aziende medio-grandi che rappresentano solo una piccola fetta del mercato.

Non dimentichiamo che più dell’80% delle imprese in Italia sono piccole o micro-imprese con meno di 10 dipendenti.

Gli annunci di lavoro, che sono stati forse lo strumento delle generazioni del passato (e che forse sono tramandati culturalmente come mezzo di ricerca di padre/madre in figlio) riescono a permettere il match a solamente il 2,6% dei disoccupati, nonostante la stragrande maggioranza dei job seeker “applica” alle opportunità aperte.

Secondo un rapporto ANPAL che analizza dati dello stesso periodo, il canale informale (richieste a parenti, amici e conoscenti) si conferma come la principale strategia di ricerca di un lavoro, con percentuali medie di utilizzo, negli ultimi 10 anni, superiori all’80%.

La consultazione di annunci su giornali e riviste è stata, invece, definitivamente scalzata dalla diffusione dell’utilizzo di internet. Infatti, il suo utilizzo è cresciuto di ben oltre 20 punti percentuali, attestandosi, nell’ultimo anno, al 60%.

Anche per l’Employer Brand Research 2021 di Randstad, nella ricerca di un nuovo lavoro il canale privilegiato resta quello dei contatti personali: il passaparola è stato indicato dal 32% del campione come il metodo migliore per trovare un nuovo lavoro.

I datori di lavoro che cercano personale, infatti, attingono molto spesso a risorse con referenze fidate (anche perché non dispongono di una funzione HR o il budget per investire su altre tipologie di intermediazione).

Come emerge dalla ricerca, nel 52% dei casi i candidati cercherebbero prima di tutto il sito web dell’azienda, e i relativi social media, per raccogliere informazioni sul potenziale datore di lavoro. Questi spazi virtuali rimangono, perciò, la fonte di informazione principale per approfondire la conoscenza di una determinata organizzazione e, di conseguenza, arrivare preparati ad un eventuale colloquio di lavoro.

colloquio di lavoro

Già dalle analisi di Adecco del 2019 (Work Trend Study) i social media come strumento utilizzato dai job seeker crescevano di anno, in anno, con la prevalenza naturale di Linkedin (circa il 60% del campione), ma in buona compagnia di Facebook (intorno al 30%), Instagram (10%) e Twitter (4%).

Negli ultimi due anni, però, lo scenario digitale si è trasformato molto e l’affermazione di nuovi social network, esplosi ancora di più durante la pandemia, sta modificando notevolmente anche le opportunità di ricerca e conoscenza del mondo del lavoro, anche se al contempo rischia di confondere ancora di più le idee.

Instagram, Tik Tok e le frontiere digitali dei job tips

Essere in grado di rafforzare e qualificare la propria rete di conoscenze si conferma comunque un valore aggiunto, potenziato enormemente dall’effetto moltiplicatore dei social network. Linkedin e gli altri social media, sempre più in crescita, consentono di veicolare informazioni, consigli, tips&tricks che anche a solo cinque o sei anni fa non erano così disponibili alla grande maggioranza dei giovani job seekers.

Tra gli effetti del periodo dei lockdown, c’è stata la proliferazione di tantissime pagine e profili di professionisti che si sono dedicati a raccontare il lavoro e il mondo del business, a suggerire contenuti e temi propri dell’orientamento al lavoro e del mondo della selezione in azienda.

Linkedin rimane il principale social dedicato al mondo del lavoro, ma sono sempre di più le evoluzioni di questi temi sulle piattaforme più frequentate dalle nuove generazioni.

LinkedIn conta 18,6 milioni di utenti in Italia (il 57% sono uomini e il 43% donne) e più della metà ha ricevuto un’istruzione. L’età media degli utenti Linkedin però si concentra principalmente fra i 25 e i 34 anni e per i più giovani l’esperienza del social network professionale continua ad essere meno attiva rispetto alle fasce di età di junior professional.

Quali sono allora le pagine da seguire? In questa gemmazione continua di account che raccontano di crescita personale, lavoro, selezione e scelte universitarie provo a dare la mia personalissima (e non esaustiva) lista.

In primis sono le pagine Instagram quelle in cui alcuni professionisti si sono cimentati nell’ultimo periodo a dedicarsi sul piano personale a trasmettere le loro conoscenze sui processi di recruiting e sull’orientamento al lavoro, mettendosi a disposizione delle community di giovani follower che continuamente interagiscono e chiedono lumi sul mondo del lavoro.

Ecco una loro “short list”, partendo dai profili che spiegano i processi e i trucchi della selezione in azienda:

  • Fabiana Andreani (@fabiana.manager), professionista d’azienda specializzata nell’orientamento di giovani, oramai vera influencer da +100K follower che senza sosta pubblica storie e video per consigliare sulle scelte di carriera
  • Gaia Alaimo, che con la sua @yourmillennialmentor (10K followers) che supporta la community di ragazze e ragazzi attraverso il career coaching ed esperienze di mentoring tra Millennials e ZedGen
  • Sara Gigliotti, recruiter d’azienda, che sul suo profilo personale @human.recruiter (10K followers) attrae e consiglia i giovani con i segreti del mestiere HR, raccontando le peripezie e il POV aziendale delle selezioni
  • Sonia Gentile, psicologa e manager delle risorse umane in azienda, sulla pagina personale @sonia_careetips (+5K followers) si dedica a supportare la ricerca del lavoro dei più giovani anche attraverso strumenti e consigli per valutarsi e affrontare i momenti della selezione con tips&tricks di taglio psicologico
  • Martina Torri, anch’essa psicologa ed HR in azienda su @lapsicologaconlevans (+3K followers) si è data la missione di aiutare chi, come lei pochi anni prima, si trova in una fase di transizione dallo studio al lavoro
  • Sabrina Grazini, consulente del lavoro, che su @sabrine_graz (+4K followers) spiega con grande semplicità i cavilli amministrativi e le norme che riguardano la retribuzione sul posto di lavoro
  • Daniele Vezza, creator digitale, docente universitario e professionista d’azienda, su @danibisnes (+14K followers) diffonde consigli sul mondo del lavoro nelle organizzazioni e sui processi di selezione.
  • Gioia Novena, Linkedin Top Voice 2021 e sua sorella Guenda, attraverso la community @nextopp_official (3K followers), molto attiva su Linkedin, si impegnano a far migliorare lo sviluppo delle soft skills e del personal branding per la crescita professionale.

Da seguire su IG anche le pagine che riescono ad orientare nel mondo del lavoro attraverso lo storytelling delle professioni e dei mestieri. “Conosci il professionista che vuoi diventare” è in qualche modo il mantra che aiuta, attraverso interviste, dirette e coinvolgimenti social, tanti professionisti, aziendali e non, nelle pagine di:

  • @talkinpills (+30K followers), fondata da Carolina Sansoni e Ludovica Tofanelli, che fornisce quotidianamente pillole di conoscenza del mondo lavorativo, con la maestria delle competenze di digital marketing;
  • @justknock (+10K followers) di Marianna Poletti che come start-up da diversi anni mette in collegamento giovani e aziende attraverso il blind recruiting e le call for ideas;
  • @truemillennials (10K followers) di Marco Aiuto che attraverso l’ascolto di junior professionals già all’interno delle aziende ispirano e preparano alla carriera i giovani seguaci della community;
  • @smartfutureacademy (+2,5 K followers), organizzazione no-profit che si rivolge a studenti di scuola e giovani e che organizza eventi virtuali e dal vivo per orientare alle professioni su tutto il territorio nazionale.

Oltre Instagram, i nuovi confini tracciati da Tik Tok nell’interazione con le nuovissime generazioni ha portato allo sviluppo di TikTokers che si dedicano a consigliare e orientare per la carriera e le scelte personali di centinaia di migliaia di ZedGen. Oltre a Fabiana Andreani e Gaia Alaimo, già citate precedentemente, e delle altre pagine che ritrovate quasi tutte anche su TikTok, vale la pena fare un giro tra gli account della life coach Angela Papi @angela_papi (+250K follower), Maria Grazia Balducchi, consulente HR (@risorse_umane, +11K follower), Elena Davanzo (@fashionel, +15K follower) per l’interesse specifico di carriera nella moda.

Non ho evidenza ancora di streamers italiani che siano riusciti a sviluppare con successo un canale Twitch dedicato a orientare i giovani attraverso video IRL (magari nella categoria “Just Chatting”) che permette agli spettatori di interagire direttamente, a differenza di quanto avviene sugli altri social, dando la possibilità di rispondere in diretta alle domande dei fan.

giovani che cercano lavoro

Podcasting e orientamento: imparare a cercare lavoro con l’ascolto

I recenti sviluppi del tema dell’audio a partire da ClubHouse (e tutte gli altri sviluppi di questi mesi, da dagli Spaces di Twitter, al potenziamento delle chat vocali di Telegram, alle room dedicate all’interazione vocale di Facebook e Slack) alle ultime news relative alle stanze audio di Linkedin, possono far tenere in considerazione altri canali di orientamento e job tips che possono essere seguiti per tenersi informati o cogliere spunti per le proprie scelte professionali e di carriera.

LEGGI ANCHE: LinkedIn crea la sua ClubHouse: a breve le stanze audio

Su ClubHouse, tra le room in italiano da seguire segnaliamo quelle di HR Italia Club (www.clubhouse.com/club/hr-italia), frequentate per lo più da HR Manager ed esperti di risorse umane che in alcuni appuntamenti dedicati forniscono consigli utili e “backstage” del mondo HR ai job seeker partecipanti.

Proseguendo nel mondo dell’audio, l’ascesa continua del podcasting e l’incremento esponenziali di ascolti degli ultimi anni ha permesso la nascita di serie dedicate all’orientamento al lavoro da gustare su Spotify e su tutte le altre piattaforme di ascolto. Cito i primi esperimenti di orientamento e tip&tricks sulla carriera professionale che puntano sull’ascolto come modalità per raggiungere più intimamente cuore e mente degli ascoltatori in cerca di un’occupazione:

  • Job Busters” il podcast firmato Adecco condotto dalla content creator YouTube Federica Mutti che intervista diversi professionisti per sfatare i falsi miti sul mondo del lavoro;
  • Beyond Business Podcast che racconta i dietro le quinte delle storie formative e professionali di ospiti provenienti dal mondo del lavoro e offre agli ascoltatori nuovi punti di vista per fornire strumenti utili e far trovare “la propria strada nella vita”;
  • Il Suono del Lavoro”, la serie di That’s Y che raccoglie decine e decine di voci di HR Manager, HR Director e Recruiter di grandi aziende multinazionali che offrono i loro spunti di incoraggiamento e qualche segreto per affrontare al meglio il percorso di avvicinamento dei giovani alle aziende.

LEGGI ANCHE: Come cambia il mondo del lavoro: la nuova frontiera dell’orientamento è il podcast

I metodi tradizionali e il “phygital” career guidance

Non mancano dunque le opportunità per informarsi sul mondo del lavoro e sui processi che caratterizzano la selezione in azienda.

La spinta del digitale, da Linkedin in poi, ha permesso di avvicinare molto più facilmente i protagonisti del mondo del lavoro nelle organizzazioni ai giovani, in alcuni casi senza interagire con le Università e gli altri player di intermediazione. Un conto è però la selezione vera e propria, un conto è l’orientamento utilizzato sempre di più anche dai brand come contenuto di attrattività e di awareness.

Sta di fatto che il mondo del lavoro sta subendo un’ulteriore trasformazione e un momento delicato dal punto di vista occupazionale, e la moltiplicazione delle informazioni su tanti canali, rischia di aumentare per certi versi la complessità e il filtraggio delle informazioni utili per il singolo job seeker.

Giovani, in cerca di prime occupazioni, che meditano però anche percorsi alternativi a quelli standardizzati che offrono le grandi organizzazioni.

LEGGI ANCHE: Largo al lavoro liquido: è finita l’era dei percorsi lavorativi lineari

Vanno quindi sostenute anche tutte le occasioni reali di incontro e avvicinamento al mondo del lavoro. Soprattutto quelle in grado di sostenere le persone ad affrontare e gestire i cambiamenti, che rendono gli individui autonomi nelle scelte di orientamento, che sviluppano e fanno scoprire concretamente le risorse delle persone e che sono consapevoli che la grande difficoltà è sempre quella di coniugare le progettualità personali alle esigenze, più o meno chiare, del mondo del lavoro.

Perché, come dice Tony Watts, Professore di Career Development alla Derby University,Istruzione e l’orientamento professionale fanno parte di un processo profondamente politico. Funzionano da interfaccia tra l’individuo e la società, tra sé stessi e le opportunità, tra le aspirazioni e il realismo. Facilitano l’allocazione delle life chances. In una società in cui le life chances sono distribuite in maniera diseguale, affrontano il problema di rinforzare tali disuguaglianze o ridurle”.

Come fanno, ad esempio, le start-up di Talents Venture che lavora con Università e Scuole sui temi dell’orientamento allo studio o Job Club, che sul territorio sviluppa un metodo che punta molto a livello territoriale sulla potenza del networking e la qualità delle relazioni.

Nell’era della conoscenza e dell’economia immateriale le capacità distintive dell’essere umano di sviluppare competenze generaliste e specialistiche utili nella ricerca dell’autorealizzazione si è sempre più consolidata.

L’orientamento deve diventare sempre di più un apprendimento intenzionale che supporta individui e gruppi a considerare e riconsiderare continuamente il lavoro, il tempo libero e la formazione personale alla luce di nuove informazioni ed esperienze da intraprendere.

Deve formare sempre di più alla costruzione di coscienza critica (e al riconoscimento delle fake news), al riconoscimento delle proprie vulnerabilità (ed educare al fallimento), mettere in dubbio ciò che è “normale” (e aprire alle diversità), incoraggiare le persone a lavorare insieme (cercando lavoro in team o superando le barriere di differenza generazionale) e preparare a lavorare su livelli diversi e, perché no, contemporaneamente a lavori diversi.

La grande sfida è rendere “phygital” anche l’orientamento al lavoro, affinché non sia solo ricezione di stimoli rapidi e frammentati tra stories dei social media, streaming e call to action digitali, ma anche relazione umana, crescita personale e scambio collaborativo tra persone. Giovani e meno giovani.

Affinché il senso di “libertà” data dall’euforia digitale e dalla potenza delle connessioni non diventi, come nel protagonista di “Kafka sulla spiaggia”, un rafforzamento del senso di solitudine e di smarrimento nel giovane job seeker:

Sono libero, mi dico. Chiudo gli occhi e per un po’ penso a questa mia nuova libertà. Ma non riesco a capire bene che cosa significhi il fatto che sono libero. Quello che capisco adesso è semplicemente che sono solo. Solo e in un paese che non conosco. Come un esploratore solitario che ha perso bussola e mappe. È questo che significa essere liberi? Non lo so, e allora rinuncio a pensarci” (Haruki Murakami).

facebook social commerce

Social Commerce: Facebook annuncia Shops su WhatsApp e altre novità

Facebook ha annunciato nuovi modi per fare acquisti attraverso le proprie app, insieme a soluzioni per le aziende per personalizzare lo shopping con inserzioni e investimenti in tecnologie che daranno forma alle esperienze di shopping di domani.

L’annuncio delle nuove funzioni è arrivato dal CEO di Facebook in persona, Mark Zuckerberg, durante una Live Audio, e diffuso attraverso un post nella newsroom e in un blog post su Facebook for Business con tutti i relativi dettagli.

Il modo in cui le persone fanno acquisti è cambiato negli ultimi decenni: si è passati dal visitare i centri commerciali al fare acquisti online e, ora, a provare virtualmente gli occhiali da sole dal proprio divano.

Lo shopping fa parte da anni del DNA di Facebook, con brand del mondo retail che utilizzano annunci personalizzati per raggiungere i clienti. Lo scorso anno, quando il COVID-19 ha bloccato le attività economiche locali, Facebook ha accelerato il lancio di Shops per aiutare le imprese a vendere online.

Una tendenza, quella del social commerce, su cui l’azienda di Mark Zuckerberg punta perché crede fortemente che non sia un fenomeno temporaneo: un consumatore su tre, a livello globale, afferma di voler passare meno tempo in negozio anche dopo la fine della pandemia, e quasi tre quarti dichiarano di trarre ispirazione per lo shopping da Facebook, Instagram, Messenger o WhatsApp.

Facebook è quindi intenzionata a continuare a investire in Shops, rinunciando a richiedere commissioni alle aziende fino a giugno 2022.

LEGGI ANCHE: Compreremo su Facebook e Pinterest: il Social Commerce sta rivoluzionando lo shopping

shop su whatsapp

Shops disponibile per più persone

Secondo i dati diffusi dall’azienda di Palo Alto, oggi Shops può contare su oltre 300 milioni di visitatori mensili e più di 1,2 milioni di Shops attivi mensilmente, ma l’obiettivo è quello di rendere ancora più semplice per le persone scoprire prodotti e fare acquisti sul social media, attraverso due step già previsti:

  • permettere alle aziende di alcuni Paesi selezionati di mostrare il loro Shop su WhatsApp
  • a partire dagli Stati Uniti, consentire di portare i prodotti di Shops su Marketplace, aiutando i business a raggiungere oltre 1 miliardo di persone che a livello globale che visitano Marketplace ogni mese.

shops su marketplace

Particolare attenzione verrà data anche alla soddisfazione delle persone che acquistano online: ci sarà infatti un’implementazione delle recensioni dei prodotti negli Shops su Instagram e la visualizzazione di foto e video della community. L’idea è quella di aiutare le persone a prendere decisioni più consapevoli su cosa comprare e permettere alle aziende di ricevere feedback sul loro operato.

Personalizzare il percorso d’acquisto con le inserzioni

Anche le soluzioni pubblicitarie per Shops verranno personalizzate, in modo da fornire esperienze pubblicitarie uniche basate sulle preferenze di acquisto delle persone.

Ad esempio, Facebook sta testando la possibilità per le aziende di indirizzare i consumatori dove è più probabile, in base al loro comportamento di acquisto, che comprino qualcosa, come una selezione di prodotti a cui potrebbero essere interessanti in uno Shop o sul sito web di un’azienda.

La scelta sarà possibile grazie a strumenti già a disposizione delle aziende che le aiutano a trovare il pubblico giusto, come il Pubblico personalizzato e inserzioni con tag di prodotto, che consentono ai business di indirizzare le persone al loro Shop direttamente da un annuncio. Nel complesso, questo insieme di soluzioni personalizzate per le inserzioni in Shops può aiutare le aziende a portare i clienti dalla fase di scoperta a quella di acquisto.

Nuove tecnologie per potenziare il futuro dello shopping

Anche le tecnologie come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale faranno la loro parte in questo cambiamento. Questo nuovo approccio all’acquisto sarà, con grande probabilità, il modo in cui faremo shopping in futuro.

Il gruppo di Facebook sta quindi investendo in tecnologie immersive come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, che saranno le fondamenta del modo in cui faremo acquisti online in futuro. Con i nuovi strumenti di scoperta visuale su Instagram, stiamo aiutando i consumatori a trovare nuovi prodotti, e con le esperienze di Realtà Aumentata stiamo aiutando le persone a visualizzare gli articoli prima dell’acquisto.

instagram visual search

Su Instagram, lo shopping inizia con la scoperta visiva. Ogni giorno le persone scorrono attraverso l’app fermandosi quando vedono dei contenuti che le ispirano, un momento che diventa un punto di partenza per il percorso di acquisto.

Quest’anno il social media inizierà a testare una nuova ricerca visuale alimentata dall’Intelligenza Artificiale. La ricerca visuale aiuta le persone a trovare prodotti simili tra loro semplicemente toccando l’immagine di un abito che gli piace. In futuro sarà possibile semplicemente scattare una foto per avviare una ricerca visuale.

instagram visual search

Anche se i negozi stanno riaprendo in molti paesi, due terzi delle persone che fanno acquisti online affermano che vorrebbero provare “virtualmente” i prodotti stando comodamente a casa propria.

Per aiutare i consumatori a valutare meglio la vestibilità di un prodotto prima dell’acquisto, le app di casa Facebook stanno rendendo più facile per i brand creare esperienze di prova con la Realtà Aumentata in Shops attraverso nuove integrazioni API con Modiface e Perfect Corp e stanno anche introducendo nuovi strumenti per aiutare i brand a includere cataloghi di prodotti in Realtà Aumentata nelle inserzioni, per mostrare automaticamente prodotti rilevanti per le persone, in base ai loro interessi.

 

gaming eSports

eSport e Gaming crescono su Twitter: ecco tutti i dati anche in Italia

Nel 2020, per la prima volta nella storia di Twitter, sono stati pubblicati più di 2 miliardi di Tweet a tema gaming, e la conversazione non si è interrotta nel 2021.

Tra le leghe eSports come la Call of Duty League e il VALORANT Champions Tour, agli eventi di gioco globali come l’E3 e il Summer Game Fest, c’è stato un aumento del 18% dei Tweet sul gaming rispetto all’anno precedente.

I giocatori di tutto il mondo si ritrovano su Twitter per discutere di tutti gli ultimi avvenimenti e tendenze.

Dagli annunci di nuovi giochi, alle note sulle patch, ai momenti salienti dei principali eventi sportivi, alle scommesse su tatuaggi rischiosi, tutto avviene qui.

I dati su leghe, nazioni e team

Qui di seguito diamo uno sguardo ai paesi che hanno twittato più spesso sul gaming nel 2021 finora, fornito direttamente dal blog di Twitter.

twitter analisi gaming eSpor

Le 10 nazioni che finora hanno pubblicato più Tweet sul gaming nel 2021:

  1. Giappone
  2. Stati Uniti
  3. Corea del Sud
  4. Brasile
  5. Thailandia
  6. Filippine
  7. India
  8. Regno Unito
  9. Francia
  10. Spagna

Mentre stiamo iniziando a vedere il ritorno degli eventi sportivi dal vivo, grazie al boom dell’online gaming l’industria degli eSports non si è mai fermata durante la pandemia, con molte leghe che sono cresciute dall’inizio dell’anno.

LEGGI ANCHE: eSports e Gaming nel 2021: trend e aziende chiave del settore

Twitter continuerà a monitorare la conversazione per misurare l’impatto degli eventi eSports dal vivo, quando questi torneranno nella seconda metà dell’anno. Per il momento, ecco alcune evidenze emerse dalle conversazioni a tema esports su Twitter in questi primi mesi del 2021.

Le leghe di eSports più chiacchierate a livello globale nel 2021:

  1. CBLOL (@CBLOL)
  2. Call of Duty League (@CODLeague)
  3. Overwatch League (@Overwatch League)
  4. VALORANT Champions Tour (@VALORANTEsports)
  5. League of Legends European Championships (@LEC)

CBLOL: i team di cui si è parlato di più nella lega

  1. LOUD esports (@LOUDgg)
  2. paiN Gaming (@paiNGamingBR)
  3. Flamengo Esports (@flaesports)
  4. Furia (@FURIA)
  5. INTZ (@INTZ)

Call of Duty League: i team di cui si è parlato di più nella lega

  1. OpTic Chicago (@OpTicChi)
  2. Atlanta FaZe (@ATLFaZe)
  3. NY Subliners (@subliners)
  4. Dallas Empire (@DallasEmpire)
  5. Toronto Ultra (@TorontoUltra)

Overwatch League: i team di cui si è parlato di più nella lega

  1. Dallas Fuel (@DallasFuel)
  2. SF Shock (@SFShock)
  3. Washington Justice (@WashJustice)
  4. Shanghai Dragons (@ShanghaiDragons)
  5. Florida Mayhem (@FLMayhem)

VALORANT Champions Tour: i team più chiacchierati

  1. Sentinels (@sentinels)
  2. Crazy Raccoon (@crazyraccoon406)
  3. FNATIC (@FNATIC)
  4. Version1 (@version1gg)
  5. Team Liquid (@liquidvalorant)

League of Legends European Championship: i team più chiacchierati

  1. G2 Esports (@g2esports)
  2. MAD Lions (@madlions_lolen)
  3. FNATIC (@FNATIC)
  4. Rogue (@rogue)
  5. Schalke 04 Esports (@s04esports)

I giocatori di esports più chiacchierati a livello globale nei primi mesi del 2021:

  1. Mongraal (@Mongraal)
  2. Benjyfishy (@benjyfishy)
  3. Bugha (@Bugha)
  4. FalleN (@FalleNCS)
  5. Scump (@scump)
  6. mitr0 (@mitr0)
  7. TenZ (@TenZOfficial)
  8. Zayt (@zayt)
  9. Rekkles (@RekklesLoL)
  10. Clayster (@Clayster)

I team di esports più chiacchierati a livello globale nei primi mesi del 2021:

  1. LOUD esports (@LOUDgg)
  2. paiN Gaming (@paiNGamingBR)
  3. FaZe Clan (@fazeclan)
  4. G2 Esports (@G2esports)
  5. Furia (@FURIA)
  6. Flamengo Esports (@flaesports)
  7. Team Liquid (@TeamLiquid)
  8. Fnatic (@fnatic)
  9. T1 (@T1)
  10. Cloud9 (@Cloud9)

LEGGI ANCHE: eSport Marketing: 5 cose da sapere prima di iniziare

Il 2020 è stato sicuramente l’anno di Animal Crossing: New Horizons, ma quest’anno c’è un nuovo gioco che è sulla bocca di tutti: Genshin Impact. Qui di seguito la classifica dei videogiochi più twittati nel 2021 fino ad oggi.

I videogiochi più twittati a livello globale nel 2021 fino ad oggi:

  1. Genshin Impact
  2. Apex Legends
  3. Ensemble Stars!
  4. Final Fantasy
  5. Animal Crossing
  6. Knives Out
  7. Fortnite
  8. Monster Hunter
  9. Fate/Grand Order
  10. Minecraft

Tra i fenomeni osservati grazie alle analisi delle conversazioni su Twitter c’è anche il fatto che quest’anno stanno emergendo delle nuove personalità nel mondo gaming, insieme al ritorno alla ribalta di alcune figure già precedentemente affermate. Qui di seguito la classifica delle personalità legate al gaming più chiacchierate nel 2021 fino ad oggi.

twitter analisi gaming eSport

Le personalità legate al gaming più chiacchierate nel 2021 fino ad oggi:

  1. Colon (@Colon56N)
  2. Quackity (@Quackity)
  3. Ibai (@IbaiLlanos)
  4. Corpse Husband (@Corpse_Husband)
  5. GeorgeNotFound (@GeorgeNotFound)
  6. Dream (@Dream)
  7. Valkyrae (@Valkyrae)
  8. Technoblade (@Technothepig)
  9. El Rubius (@Rubiu5)
  10. Kiyo (@kiyo_saiore)

E3 ha fatto il suo ritorno quest’anno, in un formato completamente digitale andato in onda tra il 12 e il 15 giugno. Le conversazioni relative all’evento hanno dominato Twitter, con 26 su 30 Trend globali legati ad E3 in unico momento durante i quattro giorni dell’iniziativa.

Qui di seguito alcuni insights su #E32021.

Il video che ha totalizzato più visualizzazioni durante l’E3 di quest’anno:

I titoli più chiacchierati durante E3:

The Legend of Zelda: Breath of the Wild Sequel
Elden Ring
Battlefield 2042
Halo Infinite
Forza Horizon 5

Twitter Spaces è una funzionalità molto recente, ma la comunità dei gamer a livello globale la sta già usando dando vita a conversazioni audio molto interessanti.
Qui di seguito la top-5 degli Spaces più ascoltati ospitati dai content creator del gaming:

twitter analisi gaming eSpor

  1. Ranboo (@Ranboosaysstuff) – Secondo Spaces più ascoltato in assoluto su Twitter dal lancio della nuova funzione
  2. Tubbolive (@TubboLive)
  3. Alpharad (@Alpharad)
  4. BadboyHalo (@BadBoyHalo)
  5. Class (@Class)

I dati sul gaming in Italia

Qui di seguito le classifiche relative al gaming in Italia nei primi mesi del 2021 fino ad oggi.

I videogiochi più chiacchierati in Italia:

  1. Genshin Impact
  2. Final Fantasy
  3. Animal Crossing: New Horizons
  4. FIFA
  5. Resident Evil Village
  6. League of Legends
  7. Super Mario
  8. The Legend of Zelda
  9. Call of Duty
  10. Fortnite

I team di esport più chiacchierati in Italia:

  1. G2 Esports
  2. FNATIC
  3. T1
  4. FaZe Clan
  5. Cloud9
  6. Rogue
  7. Schalke 04 Esports
  8. Astralis
  9. TSM FTX
  10. MAD Lions
mauro rubin

Migliorare il business con la Realtà Aumentata, ecco come si fa

JoinPad è una delle società di Realtà Aumentata più avanzate nel settore industriale, e nel 2011 ha presentato, per la prima volta al mondo, una soluzione indossabile AR per il campo della manutenzione.

Il CEO dell’azienda, Mauro Rubin, è stato uno degli speaker di N-Conference, il Visionary Business Event di Ninja che ha celebrato le Unbreakable Companies, aziende e persone capaci di sopravvivere alla crisi grazie alla voglia di innovare e guardare oltre le difficoltà.

Al centro dell’evento sono state quelle realtà in grado di reinventarsi, esplorando nuovi modi di stare sul mercato. Ma è stata anche l’occasione di conoscere e imparare da chi è in grado di trasformare gli ostacoli in opportunità e agire fuori dagli schemi per dominare il futuro.

>> Iscriviti al canale Unbreakable Tour per seguire tutte le tappe del viaggio alla scoperta delle aziende indistruttibili <<

L’attività principale di JoinPad è la creazione di applicazioni che permettono il riconoscimento dell’ambiente e l’erogazione di informazioni contestuali a quel particolare ambiente, ma la sua è una visione privilegiata su tutto l’ecosistema: l’azienda ha infatti anche una filiale in Cina e la realtà che ha modo di osservare e durante i suoi viaggi di lavoro è ben distante da quella che vediamo tutti i giorni e che ci immaginiamo.

Ad esempio, ci sono aziende dove la Industry 4.0 è ormai il passato ed esistono smart factories dove gli unici esseri umani sono i manutentori, tutto il resto è delegato a robot.

Pensate che fino a 20 anni fa, non esistevano i supermercati in Cina. Oggi, Alibaba è una delle realtà globali che fattura più di un trilione di dollari. Un’intera generazione di figli di agricoltori e pescatori è diventata una popolazione di ingegneri, una middle class che spende e può investire su una tecnologia a basso costo che noi non abbiamo ancora adottato“.

Mauro Rubin - applicazioni di Realtà Aumentata

LEGGI ANCHE: Come l’intelligenza artificiale può guidare il cambiamento della società

Come la Realtà Aumentata entrerà in diversi business

La porta di accesso privilegiata per l’ingresso dell’intelligenza artificiale nelle nostre aziende è rappresentata dai device tecnologici che ci permettono di interagire con un ambiente circostante distante anche migliaia di chilometri.

Attraverso l’utilizzo di due diversi modelli di smart glasses, Mauro ci ha mostrato una piccola parte delle grandissime potenzialità di questa tecnologia.

Immaginate di essere al lavoro e di dover risolvere una problematica su una catena di montaggio, o magari dover riparare un macchinario“, dice Mauro “e che l’unica persona in grado di farlo sia anni luce lontano da voi. Avete due opzioni: o utilizzare una delle nostre applicazioni, una sorta di assistente virtuale che, attraverso gli smart glasses riconosce la macchina ed è in grado di guidarvi passo passo nella soluzione del problema. L’alternativa, è essere in contatto in tempo reale con il tecnico a distanza che, visualizzando il vostro campo visivo, possa fornirvi tutte le informazioni“.

Ma le frontiere della Realtà Aumentata sono moltissime, basti pensare alle applicazioni di customer care, che possono permettere agli operatori di intervenire in tempo reale sulle problematiche dei consumatori grazie a una tecnologia oggi facilmente erogabile, proprio come gli smart glasses.

Grazie a uno di questi strumenti, JoinPad ha fornito assistenza gratuita a Wuhan durante la prima ondata della pandemia. Perché la forza della Realtà Aumentata sta anche nel rendere l’Intelligenza Artificiale un supporto alle operazioni degli esseri umani, affinché questi possano dedicarsi all’aspetto creativo.

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Pride Month: come i brand stanno avvicinando le community LGBTQ+

Il sostegno simbolico alla comunità LGBTQ+ è ormai diventato onnipresente, in particolare durante il Pride Month.

Le aziende sono ritenute più che mai responsabili delle loro iniziative di diversità e inclusione. Il nuovo imperativo cardine prevede che le imprese coltivino culture in grado di dare più libertà e importanza a coloro che si sono sentiti emarginati o stigmatizzati in passato.

Dal punto di vista del commercio, i consumatori LGBTQ+ sono una delle nicchie meno comprese al mondo, anche se il loro potere d’acquisto totale solo negli Stati Uniti è stimato in 830 miliardi di dollari.

Ma cosa supportano esattamente aziende e marchi? Ancora più importante, cosa succede ai soldi che spendiamo in questi prodotti? Il supporto di un marchio ai problemi LGBTQ+ ha un impatto reale o ha solo un impatto per il marchio? È solo una strategia di marketing o c’è altro?

Microsoft sostiene il Pride 2021 con una campagna globale

Con il claim “Together, we can”, Microsoft lancia una campagna globale per incoraggiare la discussione e la comprensione delle principali tematiche LGBTQIA+, per promuovere attività di supporto e aiutare le persone ad esprimere pienamente se stesse all’interno di una comunità inclusiva.

Focus della campagna il concetto di Intersezionalità, ovvero l’unione (e intersezione) di diverse identità sociali, che vanno oltre l’identità di genere e l’orientamento sessuale e che includono per esempio anche l’etnia, spesso diventata ulteriore oggetto di discriminazione e disuguaglianza.

In Italia, l’azienda partecipa alla nuova edizione del Milano PRIDE, manifestazione dell’orgoglio LGBTQIA+ che quest’anno alternerà eventi in presenza e appuntamenti digitali fino al 26 Giugno.

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Per esprimere il proprio supporto virtuale al Pride Month, Microsoft ha messo a disposizione gratuitamente degli utenti una ricca selezione di contenuti speciali per celebrare l’orgoglio LGBTQIA+ online. Una sfilata virtuale di colori con una raccolta di wallpapers firmati Microsoft, sfondi esclusivi per Microsoft Teams e personalizzazioni a tema Pride per le app di Microsoft 365.

Insieme ai dipendenti, nell’ultimo anno Microsoft ha donato più di 2 milioni di dollari alle organizzazioni che supportano le comunità LGBTQI+. Per dare valore al lancio della campagna e dei prodotti Pride 2021, il colosso del software donerà un totale di 150 mila dollari a diverse organizzazioni, inclusa la Fondazione ACLU, impegnata nella lotta per l’equità e l’uguaglianza.

LEGO progetta un set LGBTQ

Dall’inizio di giugno sono in vendita i set color arcobaleno realizzati da LEGO per il Pride Month. “Everyone Is Awesome” è il nome della speciale edizione lanciata dal marchio scandinavo.

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Il giocattolo è incentrato sugli 11 colori della bandiera del Pride, con mattoncini e figure in colori monocromatici. Un gesto simbolico a sostegno della comunità LGBTQ.
Secondo Matthew Ashton, Vice President of Design di LEGO, l’azienda voleva creare un prodotto che celebrasse la comunità LGBTQ.

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Lo stesso Ashton ha affrontato diverse sfide crescendo da bambino LGBTQ. Ha subito atti di bullismo da parte di altri bambini, ed è stato influenzato da adulti che cercavano di trasformarlo in una persona che non era. “Ero piuttosto effeminato da bambino e mi veniva costantemente detto di fare l’uomo”, dice in un video.

Ashton aveva precedentemente costruito un modello simile a Everyone Is Awesome per decorare la sua scrivania e pensava che il design potesse funzionare bene per questo progetto. Il marchio includeva deliberatamente il nero e il marrone, per riflettere le lotte delle persone LBGTQ, insieme ai colori rosa, bianco e blu della bandiera transgender.

UNO festeggia il Pride Month con un gioco legato all’inclusività

Mattel ha stretto una collaborazione con It Gets Better Project (IGB), un’organizzazione no-profit dedicata a elevare, potenziare e connettere la comunità LGBTQ+ a livello globale.

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Il risultato è UNO Play with Pride: il mazzo da 112 carte che presenta una grafica e un packaging a tema arcobaleno che si aggiunge alla vivace collezione del 50° anniversario del marchio.

Ludovic de Saint Sernin x Jack Taylor Lovatt

L’onda rainbow investe soprattutto il mondo della moda, che lancia capsule collection studiate ad hoc, iniziative speciali e accessori ultra cool da sfoggiare durante tutto l’anno, con un forte rimando a diritti e valori come uguaglianza, diversità, inclusione.

Pride Month: i brand che stanno avvicinando le community LGBTQ+ ai loro storytelling
Ludovic de Saint Sernin e Jack Taylor Lovatt hanno presentato una nuova collaborazione per festeggiare il Pride Month. È una celebrazione dell’amore, del sesso e della libertà. “Abbiamo più che mai bisogno del Pride Month, per sostenere le nostre comunità, nonché per educare e informare una società più ampia sui danni e sui danni dell’omofobia, della lesbofobia, della bifobia e della transfobia” ha dichiarato Jack Taylor Lovatt.

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Una parte delle vendite di queste t-shirt sarà devoluta a un ente di beneficenza selezionato personalmente da Jack stesso che ha la missione di aiutare i giovani a difendere l’uguaglianza LGBTQ+.

LEGGI ANCHE: Coca-Cola, IKEA e gli altri brand che si sono schierati contro omofobia, bifobia e transfobia

Gli stili Pride di Balenciaga

Balenciaga celebra il Pride Month con una nuova collezione. La maison di moda parigina continua a promuovere la visibilità LGBTQIA+ con una nuova gamma di abbigliamento.

La collezione vede t-shirt e felpe basic disponibili in due stili.

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Il primo presenta lettere in stile college che enunciano “GAY PRIDE BALENCIAGA 2021” mentre l’altro include la parola “GAY” e una bandiera arcobaleno. Il 15% della vendita di questi prodotti andrà al Trevor Project.

La Pride capsule di HUGO BOSS

Per il mese del Pride, BOSS celebra la comunità LGBTQIA+, creando una capsule collection a sostegno di ILGA World (International Lesbian and Gay Association), un’associazione globale che comprende circa 1.700 organizzazioni in oltre 160 paesi e territori che si battono per la parità di diritti per le persone LGBTQIA+.


La nuova collezione presenta i colori della bandiera del Pride e gli slogan su indumenti essential dallo stile unisex, dalle classiche t-shirt alle felpe con cappuccio fino al bodywear.

“Come azienda, vogliamo sostenere le cause che contribuiscono a una società inclusiva, e questo è ciò che sta dietro al messaggio “Love for All”. Tutti noi possiamo fare la differenza” ha dichiarato Ingo Wilts, Chief Brand Officer di HUGO BOSS AG.

Pride in my Calvins

Calvin Klein affronta la ricorrenza del Pride con una nuova campagna #proudinmycalvins.

Il racconto si arricchisce con un parterre di talent e celebrity a livello internazionale: gli artisti Arca e Honey Dijon, il poeta e attivista Kai Isaiah Jamal, il cantante e producer King Princess, l’attore di Élite Omar Ayuso, l’artista, modella e musa Raisa Flowers e infine l’artista brasiliano queer Samuel de Saboia.

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La campagna è l’occasione per Calvin Klein di consolidare la sua collaborazione, attiva già da un paio d’anni, con il progetto Trevor, l’organizzazione più grande al mondo per la prevenzione dei suicidi tra i giovani della comunità LGBTQIA+.

Come HUGO BOSS anche Calvin Klein supporta l’ILGA come voce globale per la difesa dei diritti dei membri della comunità LGBTQIA+ che subiscono discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale, del genere, dell’identità e delle preferenze sessuali.

Givenchy Parfums lancia un progetto senza precedenti

Per lasciare un segno tangibile durante il Pride Month, Givenchy Parfums dà il proprio supporto alla causa LGBTQIA+ lanciando un nuovo progetto. La Maison ha deciso di collaborare con il gallerista londinese e attivista LGBTQIA+ Amar Singh e gli artisti di Rewind Collective per creare un’opera d’arte digitale che sarà venduta per beneficienza.

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Il ricavato sarà devoluto a Le MAG Jeunes organisation, l’associazione nazionale fondata nel 1985 a Parigi come Movimento per l’affermazione di giovani gay, lesbiche, bisessuali e transgender.

 

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Un post condiviso da Givenchy Beauty (@givenchybeauty)

Un’iniziativa che riflette molto bene l’approccio della Maison, legato a una creatività disruptive e a continue innovazioni, unite a valori di rispetto e inclusione. Con questa campagna il brand esplora il nuovo mondo dei Non Fungible Tokens, opere digitali codificate che assicurano unicità e autenticità. Givenchy sarà quindi la prima Maison Beauty a lanciare un NFT e a mettere questa innovazione al servizio di una causa sociale.

Absolut Rainbow limited edition

Inclusività, diversità di identità e di opinione, fiducia nel cambiamento sono i valori che ispirano Absolut. Da decenni il marchio è attivo nella difesa della libertà d’espressione ed è a favore di un confronto costruttivo tra le persone.

Per il mese del Pride il brand ha lanciato la limited edition Absolut Rainbow per celebrare i suoi 40 anni di supporto alla comunità LGBTQ+.

“Il concetto del mixing people, da sempre presente nel DNA del brand, riconosce nella diversità degli individui un valore aggiunto e conferma ancora oggi l’impegno dell’azienda nell’affermare che a prescindere dal sesso, dalla religione e dal colore della pelle, siamo tutti liberi e uguali, ma con caratteristiche uniche, differenti che ci rendono chi siamo” ha dichiarato Elena Pedrazzi Brand Manager Pernod Ricard, la multinazionale francese proprietaria del marchio.

LEGGI ANCHE: Pride Month 2020, le campagne più belle dai brand quest’anno

Disney e la Rainbow collection

Se ami Disney e vuoi saperne di più sul suo sostegno alla comunità LGBTQ+, dovresti dare un’occhiata alla collezione Rainbow Disney. Un assortimento di vivaci maschere per il viso, magliette, peluche e altri gadget per tutta la famiglia.

Il marchio si è anche impegnato a supportare una varietà di organizzazioni LGBTQ nazionali e internazionali, tra cui ARELAS, un’associazione spagnola che offre risorse ai giovani trans, così come Nijiiro Diversity, altra organizzazione senza scopo di lucro in Giappone focalizzata sulla riduzione della discriminazione LGBTQ sul posto di lavoro.

Happy Socks lancia #AlwaysWalkWithPride

Gli stili color arcobaleno delle calze Happy Socks sono stati riprogettati per il Pride Month.

pride

Il marchio si è unito a InterPride per questa collezione, l’organizzazione riceverà il 10% dei profitti da ogni paio di calze venduta.

Dr. Martens: orgogliosi allora, orgogliosi ora, orgogliosi sempre

Tra gli altri brand schierati troviamo Dr. Martens che con i suoi stivali marcia a favore dei diritti LGBTQ+ da molti anni. Un vero e proprio simbolo di ribellione che continua a trarre forza dalle persone.


“Finché avranno bisogno del nostro sostegno – finché ogni singola persona non si sentirà rispettata, al sicuro e vista – continueremo a gridare e a marciare con loro. E continuando a sostenerli in ogni modo possibile” si legge sul sito ufficiale.

L’azienda sostiene varie associazioni di beneficenza LGBTQIA+ in tutta Europa. Quest’anno le donazioni andranno ad akt (Albert Kennedy Trust), un ente di beneficenza per i senzatetto LGBTQIA+, Le Refuge Foundation, un ente di beneficenza per i giovani LGBTQIA+, e Jugend Geden Aids, un ente che affronta lo stigma dell’educazione sessuale.

Reebok celebra tutte le tipologie d’amore

Altra campagna importante nel mondo footwear è quella di Reebok “Fierceness Isn’t Born. It’s Made”.

Un omaggio alla cultura della sala da ballo. Nel video Archie Burnett, Javier Madrid, Aisha Murray, ed Elizabeth Rivera nell’iconica ballroom House of Ninja indossano la nuova collezione “All Types of Love”, realizzata dalla community LGBT+ dei dipendenti Reebok Colorful Soles.

Per l’occasione il brand farà una donazione a favore del Sylvia Rivera Law Project, l’organizzazione che promuove la libertà di esprimere il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere, indipendentemente dalla condizione sociale o dall’etnia di appartenenza e senza essere oggetto di molestie, discriminazioni o atti di violenza.

riutilizzare i contenuti

9 idee per riutilizzare i contenuti e riproporli come nuovi

Ogni blogger conosce bene l’importanza di creare contenuti interessanti, aggiornati e utili.

Passiamo molte ore cercando idee, scrivendo e trovando il modo migliore per promuoverli, ma mentre concentriamo tutti i nostri sforzi nel creare nuovi contenuti, spesso non ci curiamo di cosa succede a tutti quei contenuti vecchi, lasciati nel dimenticatoio degli archivi. Quei post, non solo potrebbero non ricevere visite, ma potrebbero influire negativamente sulle performance del sito.

Una soluzione intelligente, potrebbe essere quella di trasformare un vecchio contenuto in un post attuale. Questa attività è definita “repurposing content” e fa riferimento a una particolare forma di content marketing che consiste nel reinventare e riproporre un vecchio contenuto, adattandolo a canali e formati diversi da quelli originali.

Perché è importante riproporre vecchi contenuti?

Ci sono diversi motivi: innanzitutto pensiamo a quanto tempo possiamo impiegare per scrivere un buon contenuto: documentarsi, cercare le fonti, le immagini, redigere il testo, correggerlo, si può parlare di diverse ore, ma non solo. Creare un contenuto di qualità e di valore richiede un dispendio in termini di denaro. Per questo, mantenerlo in vita il più possibile, riproponendolo su più canali potrebbe essere un buon modo per ottimizzare la spesa.

In secondo luogo, il repurposing content può aiutare anche a trasmettere comunicazioni mirate e su misura ad audience più verticali e differenziate, a patto che si sia in grado di adattare ogni messaggio al singolo canale tramite cui le si intende raggiungere. Sostanzialmente, facendo un buon lavoro di riproposizione dei contenuti, si può aiutare a rafforzare il messaggio in esso contenuto e a migliorarne la ricezione da parte del pubblico.

Inoltre, nel repurposing content, ci sono vantaggi rilevanti anche in ottica SEO: moltiplicare il numero di contenuti riguardo a un cluster di temi aumenta il traffico verso le proprie pagine e la probabilità di posizionarsi bene per uno specifico set di keyword. In più, se si ripropongono i propri contenuti al di fuori dei canali proprietari, è più facile ottenere link in entrata qualificati che fanno sì che il sito ne guadagni in termini di autorevolezza.

Infine, è possibile migliorare la credibilità e la brand reputation, dal momento che le persone vedono lo stesso marchio riproposto in diverse piattaforme. Di conseguenza si avrà la possibilità di essere riconosciuti come punti di riferimento del settore ed esperti sul tema.

Tipi di contenuto che potresti riproporre

Prima di riadattare il tuo contenuto ad un nuovo utilizzo, dovresti valutare quale materiale merita di più il tuo tempo e il tuo lavoro. Il primo passo è quello di valutare con attenzione le tue attività attuali: quali contenuti creati in passato puoi riutilizzare? 

  • contenuti evergreen, ossia quei contenuti originali, di qualità, che sono sempre validi e rilevanti, indipendentemente dal passare del tempo. Si tratta ad esempio di articoli che trattano i concetti base di un argomento, oppure guide o how-to;
  • contenuti che hanno generato maggior engagement e interazioni, in termini di traffico, condivisioni, like, conversioni, etc. (a seconda di quali sono i parametri di riferimento che stai valutando per i tuoi obiettivi);
  • vecchi contenuti che non hanno avuto il successo sperato, però, se opportunamente aggiornati, modificati, rivisti e adeguati ai nuovi canali a cui li si intende destinare, potrebbero ottenere buone performance.

I post devono essere ri-pubblicati senza essere aggiornati?

Assolutamente NO! Bisogna controllare (e aggiornare) titoli, link interni ed altri dettagli per garantire che il pezzo ri-pubblicato sia attuale e curato. Si consiglia anche di inserire una nota dell’editore che riferisce che si tratta di un post vecchio, ma aggiornato.

Idee ed esempi di repurposing content

Post del blog

Creare nuovi articoli del blog a partire dai vecchi post è forse la via più semplice per riproporre contenuti già esistenti: li si può citare o si può scegliere di approfondire singoli aspetti, specie se al contenuto originale si dà la forma di una guida o di un how to.

Creiamo un contenuto testuale completo, originale ed ottimizzato, che sia caratterizzato da un’introduzione, un corpo e una conclusione e sia arricchito di immagini ed esempi. Il titolo, ovviamente, dovrà essere curioso e d’impatto per invogliare chi legge a saperne di più. Una volta che il nostro post è pronto, abbiamo diversi canali a disposizione per la pubblicazione

  • blog aziendale 
  • altre piattaforme di blog posting (es. LinkedIn)
  • guest blogging

Slide o presentazioni visuali

Creare slide è un’ottima idea per riassumere contenuti testuali particolarmente lunghi o per dare risalto a citazioni o statistiche che si hanno in esclusiva.

Formati come questi, del resto, si adattano meglio alla condivisione sui canali e all’interno del proprio calendario editoriale sui social. Le infografiche, in particolare, si rivelano un contenuto versatile e piuttosto performante. 

E’ necessario individuare i concetti chiave che andranno esposti nelle varie diapositive, insieme ad immagini ed esempi. Per creare le diapositive si può utilizzare qualsiasi programma o piattaforma per la creazione delle slide, come SlideShare, Google Slide o PowerPoint.

LEGGI ANCHE: Perché le persone preparano pessime slide?

eBook

I contenuti testuali che riguardano la stessa tematica potrebbero essere raccolti all’interno di un eBook da rendere disponibile gratuitamente al compimento di lead significativi, oppure a pagamento. E’ possibile accorpare più post del blog riguardo a uno stesso argomento, ma è anche suggerito rimpolpare il contenuto con ulteriori esempi, immagini e spunti di riflessione.

Dove si pubblica un ebook?

Possiamo realizzarlo in formato PDF e renderlo disponibile per il download:

  • da nostre risorse (dal sito web, da una landing page, da una newsletter)
  • da risorse esterne (ad esempio da Kindle Store)

Come pubblicare un ebook su Amazon e sugli altri store | Youcanprint.itPost sui social network

I social network sono un potente strumento di comunicazione e un “megafono” che ci permette di diffondere e amplificare un messaggio o un contenuto: possiamo farlo utilizzando un contenuto già esistente (linkando un video o un post del blog, per esempio) oppure creando materiale ad hoc.

Come? Possiamo inserire i punti chiave del contenuto in un contesto grafico e aggiungere gli elementi tipici di ogni social (hashtag, menzioni, etc.), adattando i formati grafici alla piattaforma social sulla quale verrà pubblicata. Ad esempio, su Instagram dobbiamo usare immagini quadrate, mentre su Facebook è meglio il formato rettangolare stando attenti alle limitazioni sulla quantità di testo scritto che può apparire in un’immagine nel caso si voglia promuovere il post.

In questo caso, qualsiasi programma di editing di immagini può fare al caso nostro, tra i più famosi troviamo Photoshop, Canva e moltissimi altri.

LEGGI ANCHE: Come riciclare un contenuto sui social mediaContenuto audio-video

I contenuti audio-video sono strumenti molto potenti: sono immediati, coinvolgenti e riescono a spiegare con facilità anche argomenti complessi. Secondo le statistiche sono apprezzati dall’85% degli utenti.

Per questo, può essere utile creare un video partendo da un contenuto già esistente. Possiamo aggiungere immagini, spezzoni di altri video, esempi, grafici interattivi e musica.

La creazione di un video può spaventare in termini di risorse da investire: tuttavia al giorno d’oggi è possibile fare video molto belli utilizzando semplicemente lo smartphone e qualche accessorio in più. Una volta creato il video, la piattaforma per eccellenza sulla quale caricarlo è, ovviamente YouTube, creando un canale dedicato.

I video possono essere pubblicati in diverse sezioni di un sito web: nelle pagine principali, nelle pagine prodotto, all’interno di landing page, etc.

Il materiale visuale funziona molto bene anche sui social network: in questo caso è meglio caricare il file del video direttamente sulla piattaforma (e non condividere semplicemente il link di YouTube) perché i video nativi vengono premiati in termini di visibilità sulle varie piattaforme social.


Newsletter

Anche le newsletter tematiche sono un buon modo per far rivivere diversamente contenuti già veicolati altrove. Ad esempio si possono inviare mail di recap con i post del blog più letti nell’ultimo trimestre, semestre o nell’ultimo anno.

La newsletter è un messaggio che viene recapitato direttamente nella casella di posta degli utenti: dobbiamo quindi fare in modo che l’oggetto della mail sia interessante e invogli i destinatari a voler saperne di più (aprendo quindi la mail).

All’interno della mail non è necessario dilungarsi troppo con il contenuto: possiamo creare una breve introduzione in cui evidenziamo i passaggi principali del messaggio, per poi inserire una Call To Action che rimanda al contenuto originale (post del blog, video, ebook da scaricare, etc.).

Per inviare una newsletter si può utilizzare uno dei tanti servizi di email marketing: uno dei più conosciuti è MailChimp, ma ce ne sono davvero molti (ad esempio Sendinblue o Sendgrid); di solito queste piattaforme sono gratuite fino a un determinato numero di invii e passano ad essere a pagamento una volta oltrepassate queste soglie


Webinar e Corsi online

Se abbiamo creato una presentazione a slide, possiamo pensare di proporre il contenuto anche sotto forma di webinar, inserendo ulteriori esempi e casi pratici per essere maggiormente d’aiuto a chi è interessato all’argomento.

Questi seminari online, che possono essere anche registrati e riproposti in un secondo momento, sono disponibili apposite piattaforme gratuite come LiveWebinar.

Nel caso, invece, volessimo fare qualcosa di più strutturato e articolato, possiamo pensare di creare un vero e proprio corso online, ulteriormente arricchito con letture aggiuntive, esercizi pratici, etc. Dopo aver preparato il materiale e registrato le lezioni è necessario caricare il tutto su una piattaforma di Learning Management System, come Google Classroom, Docebo, Eduflow, etc.

 

Webinar – cos'è, come organizzarlo e come usarlo per attrarre nuovi clienti? - Traduzione professionale per ogni azienda

Podcast

Questo formato, almeno in Italia, non è ancora molto sfruttato, tuttavia alcune realtà hanno capito il potenziale dei podcast. I podcast possono essere una piattaforma per fornire contenuti “pesanti” in modo digeribile, inoltre sono maggiormente pratici ed accessibili, in quanto possono essere ascoltati anche mentre una persona guida, corre o svolge le faccende domestiche.

Se vogliamo trasformare il nostro contenuto in un file audio, comunque, dobbiamo fare attenzione a “compensare” con gli esempi ciò che le immagini non possono aiutarci a trasmettere.

Una volta registrato, un podcast può venire caricato sul sito internet aziendale o su una particolare landing page; in alternativa, possiamo caricarlo su piattaforme dedicate in modo tale che sia a disposizione degli utenti in qualsiasi momento. Gli strumenti più conosciuti per registrare e caricare podcast sono Anchor e Spreaker.


Quiz, sondaggi e test

Possiamo utilizzare i concetti chiave del contenuto che abbiamo creato per realizzare un quiz, un test o un sondaggio con diverse domande sull’argomento: in questo modo gli utenti possono testare la loro conoscenza sul tema interagendo attivamente con il contenuto e imparando dalle risposte sbagliate.

Ci sono vari strumenti per creare questo tipo di contenuto, tra i più conosciuti troviamo:

  • SurveyMonkey, (a pagamento)
  • Google Form o Microsoft Form (gratuiti)

Come diffondere questo tipo di contenuto? Ci sono tantissimi modi per farlo: pubblicando il link in una newsletter, sui social network, oppure nel blog.

La migliore forma di repurposing content

Non ci sono strade predefinite per fare repurposing content, anzi, originalità e creatività sono necessari per riuscire nel farlo, ricorsivamente.

La prima cosa da fare è identificare i canali attraverso i quali vogliamo distribuire il contenuto che abbiamo prodotto e sapere come adattare quel contenuto ai diversi canali che abbiamo scelto. Perché un contenuto va “adattato”? 

  • ogni piattaforma ha le sue peculiarità: sono nate per condividere foto (Instagram), altre permettono di pubblicare solo video (TikTok), altre ancora consentono di catalogare collezioni tematiche (Pinterest), e così via;
  • ogni piattaforma ha la sua audience: sempre meno giovani, ad esempio, passano il proprio tempo su Facebook, che invece viene scoperto da un numero crescente di persone più adulte;
  • ogni piattaforma ha il suo linguaggio e le sue regole, ad esempio su Twitter gli hashtag sono elementi fondamentali, molto importanti anche su LinkedIn, mentre su Facebook, nonostante esistano, vengono usati pochissimo.

Come tracciare il traffico dei social network su Google Analytics - Web Marketing e Turismo

In conclusione

Riutilizzare i contenuti può essere un grande risparmio di tempo per i creatori di contenuti, inoltre è un’attività che consente di ottenere il massimo in termini di visibilità e utilità.

Quando vogliamo adattare un contenuto già esistente, però, dobbiamo sempre tenere a mente alcune cose fondamentali:

  • bisogna definire i propri obiettivi
  • bisogna scegliere i canali giusti da presidiare
  • bisogna individuare i contenuti da riproporre
  • bisogna creare materiale che si adatti con facilità alla singola piattaforma
bionano genomics

Bionano Genomics è l’azienda che mappa il DNA umano da tenere d’occhio

Inutile dire che la pandemia di questi due ultimi anni ha messo sotto i riflettori finanziari, e non, tutte le più importanti company mondiali impiegate nel settore sanità ed innovazione scientifica: da chi ha brevettato sistemi di tracciamento e trasmissione del virus, a chi, più di recente, ha lanciato sul mercato i tanto temuti e chiacchierati vaccini.

Gli esperti non hanno dubbi: investire sul comparto salute oggi è la scelta migliore da fare con un mercato che vale circa 1 miliardo e 300 milioni di dollari.

Sul podio delle aziende e dei titoli a cui prestare attenzione troviamo al primo posto Abbott Laboratories specializzata nel mercato diagnostico.

Il brand ha fatto successo con i sistemi di individuazione del Covid-19; seconda è Johnson & Johnson la compagnia di ricerca scientifica più importante al mondo e tra le prime a lanciare il proprio vaccino anti Covid-19; terza, la bio-tech company Moderna, da sempre impegnata nello studio di vaccini antinfluenzali, pandemici compresi; segue, ma comunque con risultati degni di nota, Vertex Pharmaceuticals da sempre impiegata nella lotta alla fibrosi cistica.

Sulla scia di questi big names troviamo Bionano Genomics, una delle aziende tecnologicamente più avanzate al mondo in materia di studio del DNA umano, con tecnologie in grado di tracciarne ogni minima variazione con l’obiettivo ambizioso di combattere malattie come cancro e SLA.

Bionano Genomics, cosa fa l’azienda che mappa il DNA umano

Potremmo definire Bionano Genomics come un’azienda di tecnologia e innovazione scientifica, in cui la prima è al servizio della seconda per la creazione di strumenti sempre più evoluti e precisi in grado di indagare ed individuare ogni piccola variazione del DNA umano, andando a prevedere lo sviluppo di malattie genetiche come il cancro, l’alzheimer o la sclerosi multipla.

Uno degli ultimi prodotti di casa Genomics, e quello che secondo le stime porterà la maggior fetta di utili con numeri che vanno da 2 miliardi e 600 fino a 3 miliardi e 800 dollari, è Saphyr una delle tecnologie più affidabili al mondo di analisi genetica che l’azienda punta a vendere a ospedali, cliniche e centri studi nei prossimi anni.

Saphyr, infatti, è uno strumento in grado di analizzare campioni cellulari contenenti DNA e di indagare, esaminando la genetica delle cellule prelevate, l’eventuale presenza di malattie degenerative.

L’azienda californiana conta, oltre all’ultimo arrivato, anche questi prodotti:

  • Bionano Chips: chip studiati per la registrazione e l’uso dei macchinari del brand trasformando gli input ricevuti direttamente in immagini di output.
  • Bionano Sample Prep Kits: Isolation & Labeling: kit disponibili per il prelievo sterile di campioni di DNA, ottimali per predisporre tutto il materiale da analizzare.
    Tali kit possono essere usati su cellule vegetali, animali o umane, ossa comprese.
  • Software di elaborazione a supporto in grado di colloquiare con i diversi sistemi tecnologici di Bionano Genomics.

La forza di Bionano Genomics, non risiede solo nell’alto profilo tecnologico, ma anche nel fornire ai clienti un servizio completo di chip e software per il funzionamento e servizi di consulenza, analisi e test del risultato, anche grazie alla recente acquisizione di Lineagen, che è subito diventata una divisione dedicata all’interno del brand.

Il 4 maggio di quest’anno Bionano Genomics ha anche annunciato di aver brevettato negli Stati Uniti il proprio sistema di etichettatura di molecole di DNA, dopo che questo è stato linearizzato in nanocanali.

Tale brevetto comprende particolari tecniche di mappatura ed analisi genetiche di parti del genoma messo sotto indagine. L’obiettivo è quello di continuare a creare e brevettare tecniche proprietarie per l’indagine genetica andando, così, a salvaguardare la proprietà intellettuale.

BNGO, Bionano Genomics al Nasdaq: crescita e previsioni

Definita “meme stock”, cioè tra le azioni che sono diventate famose e in continua crescita non tanto per le performaces dell’azienda che le emette, ma più per la viralità delle stesse, BNGO (Bionano Genomics) si è rivelato un valido investimento, sebbene fosse partito con un prezzo per stock di 17 centesimi.

La crescita di interesse e di valore di Bionano Genomics è cresciuta tra la fine del 2020 e gennaio 2021, quando l’azienda ha lanciato Saphyr e le sue applicazioni, puntando non solo sul campo delle mutazioni genetiche, ma anche sull’indagine dell’evoluzione dei virus (come il COVID-19) e le differenti conseguenze sui malati, spesso diametralmente opposte.

Bionano Genomics non è rimasta esente dalle fluttuazioni azionarie tipiche del mercato borsistico, con previsioni che vedono alti e bassi nel breve termine, ma che sul lungo possono portare a una buona remunerazione.

LEGGI ANCHE: I 5 giganti del tech sono cresciuti a dismisura durante la pandemia

I dati 2020 parlano di una crescita del valore nominale del titolo da 3.08 dollari a inizio anno fino ad un massimo, raggiunto in febbraio, di 15.69 dollari.

Le performance in un anno, per sottolineare la bontà del titolo sul lungo periodo, è quindi di +1703,32%.

Bionano Genomics ha dichiarato che il 2020 è stato l’anno di semina con il lancio di Saphyr, ma il 2021, grazie ad una stabilità finanziaria più decisa, sarà l’anno dell’espansione, con una raccolta nel primo trimestre di 335 milioni di dollari.

A maggio sono stati pubblicati i risultati relativi al primo trimestre 2021.

  • La revenue dichiarata è di 3 milioni e 200 dollari, con un incremento del 179% sull’anno: il doppio delle stime previste
  • La perdita netta è stata di 9,9 milioni di dollari, inferiori ai 10 milioni e mezzo dello stesso periodo nel 2020
  • La liquidità di cassa ha subito una variazione positiva di 362 milioni, che comparata ai 38 milioni della fine 2020 ha nettamente registrato un rialzo
  • Il margine lordo, se comparato al margine lordo 2020 nello stesso periodo, è salito dal 25 al 33 percento.

Il campo dell’innovazione medica si conferma ancora tra i settori su cui l’attenzione degli investitori di borsa si fa più attenta.

Le fluttuazioni azionarie di BNGO sono consultabili qui

Bionano Genomics, parola agli esperti e news per il futuro

BNGO è davvero l’El Dorado che sembra per gli investitori? Sicuramente, è innegabile che il valore delle azioni e dell’azienda sia cresciuto negli ultimi anni.

LEGGI ANCHE: Sono le tecnologie le armi per combattere il Covid-19

L’annuncio di maggio di un brevetto per la tecnologia di Bionano Genomics rende già l’azienda più protetta dagli attacchi del mercato e dà al brand la possibilità di sperimentare e lanciare nuovi prodotti sul mercato, come Cytopia, un progetto tutto nuovo.

Cytopia è la nuova tecnologia di Bionano Genomics che permette l’esplorazione del DNA, non solo delle disfunzioni, ma della mappatura vera e propria, con l’analisi di più campioni cellulari nel modo più veloce e preciso possibile.

Sfrutta la citogenica, cioè l’analisi “a microscopio” di ogni cromosoma contenuto nelle diverse cellule, su cui verificare ogni piccola anomalia o modifica presente.

Ninja pro information

Audio & subscription: le 400 puntate di Ninja PRO Information

Quando nel 2019 è nata Ninja PRO Information, l’idea era quella di fornire ai lettori di Ninja un’esperienza ancora più completa di informazione sui temi del Tech, del Digital e del Marketing, con una selezione quotidiana di notizie, ma anche con Insight e Analisi degli esperti.

Accanto ai testi è subito arrivato anche l’audio, con la versione speakerata ogni giorno della Morning PRO e con i Webinar PRO, un trend intercettato dal CEO di Ninja Mirko Pallera, che è poi esploso anche nel settore social media, con dati e previsioni incredibili.

Oggi siamo ancora più sicuri di aver intrapreso un viaggio importante e centrato sui lettori e la community Ninja, che si è arricchito sempre di più di contenuti utili e interessanti e di contributi autorevoli.

Per questo vogliamo celebrare insieme a tutti voi la puntata 400 di Ninja PRO Information. Un bel traguardo, ma anche un punto di partenza per offrirvi contenuti sempre più ricchi e coinvolgenti.

Dedichiamo questa occasione ai tanti abbonati di Ninja PRO, ma anche a chi ancora non conosce la subscription Ninja e vuole iniziare a testarla ora. A chi ama seguirci su Apple Podcast, Google Podcast, Spotify, Spreaker e gli altri servizi di podcasting, con la nostra versione audio free quotidiana. E ancora, a chi proprio non può cominciare la giornata se prima non ha ascoltato le Ninja News con la skill di Alexa dedicata.

Ninja PRO News: le puntate memorabili

400 puntate sono lunghe da ripercorrere, ma ci sono alcuni episodi tratti dalla nostra Ninja News nella versione free che non possiamo non citare.

La prima puntata

Speakerata da Mirko Pallera, la prima puntata raccontava un’iniziativa di VISA dedicata all’imprenditoria femminile. Ma parlavamo anche di Uber e delle sue auto a guida autonoma, un settore poi parzialmente abbandonato dalla compagnia, che proprio alla fine dello scorso anno ha ceduto la sua divisione self driving.

Elettrico e food delivery, tra gli altri trend seguiti già a partire dalla puntata n. 1.

3 febbraio 2020

Lo scorso anno, a inizio pandemia, le notizie dal mondo di Ninja News ci hanno permesso di comprendere subito che qualcosa di sconvolgente stava per avvenire. Gli uffici delle Big Tech in Cina cominciavano a chiudere e la voce di Alessio Galea iniziava a raccontarci uno scenario di cronaca destinato a investire salute, business, consumi, e più in assoluto la vita delle persone. Abbiamo assistito con le nostre newsletter quotidiane all’esplosione globale dell’eCommerce, ma anche al lancio di nuovi servizi di streaming come Disney+ e ancora a quello che nel marketing è stato inizialmente definito come New Normal.

E abbiamo parlato tanto anche di remote e smart working, con approfondimenti e guide su Ninja PRO.

29 maggio 2020

“Il terremoto Trump” si intitolava la puntata che ha dato inizio a un nuovo capitolo nella storia dei social media, ponendo interrogativi importanti sul ruolo delle aziende nella moderazione dei contenuti e degli utenti. Devono essere considerate a tutti gli effetti media responsabili dei contenuti che su di esse vengono pubblicati o devono essere considerate solo come piattaforme? Insomma abbiamo cercato di seguire e vederci chiaro su una vicenda che è culminata con il ban di Trump dai social, ma anche con quello di alcune piattaforme come Parler dai server su cui erano collocate.

Il fenomeno NFT

Abbiamo iniziato a parlare di crypto e blockchain da subito nella Ninja PRO Information, ma quest’anno in particolare abbiamo seguito l’esplosione del fenomeno NFT (una bolla, secondo qualcuno), che ha coinvolto addirittura una parrocchia italiana, il cui sacerdote ha deciso di trasformare il patrimonio artistico della chiesa in token non fungibili, con lo scopo di tutelarlo.

mike winkelmann beeple collage NFT

Clubhouse e l’opinione di Fernando Machado

Nell’ultimo anno, infine, abbiamo assistito all’ascesa di un nuovo social audio, Clubhouse, che ha aperto la strada a decine di sperimentazioni copia su tutte le maggiori piattaforme, da Twitter a Facebook. Abbiamo atteso con ansia l’apertura anche agli utenti Android e ora ne seguiamo i numeri per capire la strada che prenderà l’audio nel prossimo futuro. A commentare ai nostri microfoni il nuovo modello di social, un ospite di eccezione: Fernando Machado, all’epoca CMO di Burger King, oggi passato ad Activision Blizzard.

Per seguirne gli sviluppi più da vicino abbiamo anche aperto un Club Ninja su Clubhouse e ogni mattina alle ore 9 commentiamo insieme alla redazione le notizie della Morning di Ninja PRO Information.

clubhouse

5 buoni motivi per non perderti mai più una puntata e diventare PRO

Insomma, come vedi ogni giorno attraverso le notizie selezionate per Ninja PRO Information raccontiamo l’evoluzione del settore Tech, Digital e Marketing, ma in sintesi analizziamo tutto quello che sta accadendo nel mondo con la lente di ingrandimento del business e del digitale tipica di Ninja.

Ecco perché crediamo davvero che Ninja PRO sia un’occasione imperdibile per dare i super poteri alla tua informazione quotidiana.

1. Ogni giorno le news riassunte per te

Se l’audio è il trend del momento non è un caso: ascoltare significa avere le mani libere da ogni ingombro per poter fare contemporaneamente altro. Le notizie della Morning PRO arrivano nella tua casella di posta ogni mattina  alle 5, corredate del formato audio con l’inconfondibile voce del nostro Alessio Galea. In circa 3 minuti ascolterai il meglio delle news del giorno.

2. Il plus del podcast Ninja News

Testo, immagini e audio. Tre ingredienti indispensabili oggi per avere tutto, ma proprio tutto quello che ti serve per essere informato. Il podcast quotidiano, infatti, ti permetterà di arricchire l’esperienza di ciò che puoi leggere nella tua mail, grazie a musica, suoni e imperdibili quote audio direttamente dai protagonisti delle news.

3. Gli insight di Ninja PRO Information

Ma Ninja PRO Information non è solo Morning! Oltre alle notizie infatti, potrai accedere a una sezione del sito, Ninja PRO, interamente dedicata a te, con articoli di approfondimento ricchi di informazioni, dati e analisi utili per il tuo lavoro.

4. Le raccolte di fonti

Tra i contenuti a disposizione nella Ninja PRO, anche un repository con la raccolta di tutti i più interessanti report dell’anno su Social Media, Business, Marketing, Digital, e tanto altro.

5. I tool utili per il tuo lavoro e gli eventi della settimana

Ogni giorno, oltre alle notizie più importanti, riceverai direttamente nella nostra newsletter anche i tool consigliati da Ninja per te, e ogni lunedì i tre eventi imperdibili della settimana.

Se vuoi essere sempre al passo e non perderti mai una notizia dal mondo del Tech, del Digital e del Marketing, scegli Ninja.

Ti auguriamo una felice puntata 400 insieme a Ninja PRO Information!

professiioni più richieste

Ingegneri, informatici e le altre professioni di cui le aziende hanno bisogno

I fattori globali che stanno profondamente cambiando il mercato del lavoro (come progresso tecnologico, invecchiamento della popolazione, globalizzazione e digitalizzazione) incidono in modo considerevole sul gap tra domanda e offerta riguardo alle professioni richieste e le skill acquisite.

Il risultato dell’azione di questi fattori è la “distruzione” di alcune tipologie di lavoro e la creazione di lavori totalmente nuovi. Anche le professioni “tradizionali” che sopravviveranno al cambiamento dovranno confrontarsi con un cambiamento di competenze richieste e una contrazione della domanda.

Già oggi, ma ancora di più nel prossimo futuro, al centro dell’attenzione non vi sarà solo il tema dell’occupazione, ma anche e soprattutto quello della competenze: riuscire ad anticipare e interpretare le tendenze del mercato del lavoro diventa essenziale per gettare le basi di una migliore corrispondenza tra offerta e domanda nel mercato del lavoro.

Il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a breve termine (2019-2023)” dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, ci fornisce utili indicazioni in questo senso.

report occupazione

Il modello di stima prevede che lo stock nazionale di occupati possa crescere in una misura compresa tra 374.000 e 559.000 unità, a un tasso medio annuo che potrà quindi variare tra lo 0,3% e lo 0,5%; A e B corrispondono al valore minimo e massimo che potranno assumere le variabili considerate.

LEGGI ANCHE: VR e AR come tecnologie trasformative e le potenzialità per la formazione

I fabbisogni occupazionali

La “Digital Trasformation” e l’Ecosostenibilità avranno un peso determinante nel caratterizzare i fabbisogni occupazionali dei diversi settori economici, arrivando a coinvolgere circa il 30% dei lavoratori di cui imprese e Pubblica Amministrazione avranno bisogno nei prossimi anni.

In particolare, si stima che imprese e PA ricercheranno un numero di lavoratori compreso tra circa 270.000 e circa 300.000 unità con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a “Industria 4.0”.

Fra le figure professionali emergenti maggiormente richieste sul mercato ci saranno gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi di mercato.

In particolare, le sarà molto importante padroneggiare queste competenze:

  • Capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative;
  • Capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie robotiche, Big Data analytics, Internet of things, ai processi aziendali.

Le nuove professioni emergenti in questo campo saranno:

  • Data Scientist
  • Big Data Analyst
  • Cloud Computing Expert
  • Cyber Security Expert
  • Business Intelligence Analyst
  • Social Media Marketing Manager
  • Artificial Intelligence Systems Engineer

Inoltre, la richiesta di competenze digitali non sarà limitata alle aree funzionali “tecniche” (Information technology, Progettazione e Ricerca e sviluppo), ma sarà sempre più presente anche nelle altre aree: quella amministrativa, le risorse umane, i servizi generali e le funzioni di staff.

Al momento, per oltre 9 profili su 10 è prevista la richiesta di competenze digitali.

Fenomeni come la Digital Transformation sono in gradi creare una discontinuità con il passato, introducendo nuovi paradigmi produttivi e nuovi modelli organizzativi e non interessano solo l’industria, ma puntano a creare un ecosistema digitale diffuso reso possibile dallo sviluppo di tecnologie avanzate che si estendono lungo tutta la filiera, dalla progettazione alla produzione, dalla logistica ai servizi post-vendita.

Anche in tema di economia circolare, saranno ricercati dalle imprese italiane tra 518.000 e 576.000 lavoratori con competenze green fino al 2023. Nel futuro, il dato è destinato a crescere e le competenze green riguarderanno, in maniera trasversale, tanto le professioni ad elevata specializzazione che le professioni tecniche.

Le altre filiere del lavoro

L’aggregazione di alcuni tradizionali settori economici consente  di individuare altre cinque filiere produttive che fanno da traino alla domanda di lavoro:

• salute e benessere: sanità e assistenza sociale, settore farmaceutico, industrie ottiche e medicali, servizi sportivi e altri servizi alle persone;
• education e cultura: istruzione e servizi formativi, servizi dei media e della comunicazione, servizi culturali;
• meccatronica e robotica: fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, attività di installazione, riparazione e manutenzione, industrie elettriche ed elettroniche;
• mobilità e logistica: servizi di trasporto e logistica;
• energia: industrie petrolifere e chimiche e Public utilities.

Il fabbisogno occupazionale delle imprese della filiera “meccatronica e robotica” potrà riguardare tra 69.000 e 83.000 lavoratori entro il 2023.

Le figure più richieste saranno i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico.

In particolare, la meccatronica è il comparto manifatturiero centrale per il passaggio alle nuove modalità produttive, sinteticamente riassunte con il termine “Industria 4.0”, e con esso giocano naturalmente un ruolo di primo piano i comparti terziari dell’informatica e dei servizi avanzati e i principali utenti non sono più solo le grandi imprese, ma soprattutto le piccole e medie imprese che ricercheranno un maggior numero di figure professionali legate alla trasformazione della catena produttiva.

La prima domanda da affrontare alla luce di questi dati è: possiamo contare su un numero adeguato di specialisti, tecnici, pronti a entrare nel mercato del lavoro perché opportunamente orientati dalla scuola, prima, e dall’università, poi?

Già nel 2017, oltre un quinto delle figure richieste risultava di difficile reperimento, con quote sensibilmente più elevate per le professioni specialistiche (37%), tecniche (33%) e operaie specializzate (31%).

Forbice che si allarga ulteriormente per le figure professionali maggiormente coinvolte nei processi di trasformazione in atto.

In un mercato del lavoro in cui già si registra un elevato mismatch fra domanda e offerta di lavoro, il rischio che si corre è che i cambiamenti radicali in atto nel mercato del lavoro amplino ulteriormente questo disallineamento.

Dai grafici di Unioncamere è possibile estrapolare due dati molto importanti:

  1. il numero delle immatricolazioni e dei laureati diminuirà entro il 2023. Non è un buon segnale nella direzione di colmare l’evidente gap tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, che richiederà figure sempre più qualificate e con competenze trasversali. Appare, tuttavia, una buona notizia per chi intenda seguire questo tipo di indirizzo: un numero minore di soggetti in grado di ricoprire specifiche posizioni tecniche agevolerà l’ingresso di tecnici, laureati e specializzati con migliori condizioni di lavoro e retribuzioni più alte.
  2. il fabbisogno totale dei laureati si concentra principalmente su profili economici, sanitari, ingegneristici e legati alla formazione. Occupano comunque una buona posizione anche le richieste legate alla formazione relativa ai campi scientifico, matematico e fisico, della geologia e della bio-tecnologia e al campo chimico-farmaceutico.

Le discipline STEM

In Italia, solamente 1 studente universitario su 4 è iscritto a facoltà STEM (il 27% del totale), e queste risorse non mostrano un incremento significativo negli anni.

Inoltre, secondo il report “RiGeneration STEM, le competenze del futuro passano da scienza e tecnologia” di Deloitte, di questi studenti, solo 1 su 10 è iscritto alle facoltà che rispondono appieno alle esigenze professionali emergenti.

Profili stem

Nonostante esista un potenziale bacino di studenti interessati alle materie tecnico-scientifiche, una percentuale rilevante di questi ultimi ha cambiato rotta nel momento decisivo di iscrizione: 2 studenti NON STEM su 5, e 1 giovane occupato su 3, hanno infatti dichiarato di avere avuto un interesse verso le discipline STEM, che non si è mai concretizzato.

Tra i fattori che influenzano le scelte scolastiche dei ragazzi, il primo posto è occupato dalla famiglia, mentre i servizi di orientamento hanno un impatto marginale: solo 1 studente su 6 è stato guidato dai centri di orientamento nella scelta dell’indirizzo scolastico. Gli studenti si troverebbero quindi un po’ soli, al momento della scelta, fattore che porterebbe ad una percezione distorta dell’effettiva offerta formativa e delle potenzialità della stessa.

Ma quali sono i motivi che allontanano i giovani dalla scelta di percorsi formativi STEM? Chi si iscrive a scuole secondarie NON STEM, lo fa principalmente perché ritiene che questi percorsi siano maggiormente in linea con le proprie capacità.

Nel passaggio all’Università, invece, la passione per le materie e la coerenza con le proprie capacità, vengono integrati anche dalla valutazione circa la possibilità di raggiungere la professione ambita. I giovani, infatti, associano al percorso STEM delle professioni evidentemente poco ambite, in particolare il professore sottopagato, lo scienziato premio Nobel, o l’informatico nerd.

Gli stereotipi di genere

Questi bias risultano ancor più marcati all’interno dell’universo femminile, presso cui vi è un’elevata percezione di disallineamento di interesse rispetto ai contenuti (per il 66% delle donne contro il 59% degli uomini) e di inadeguata formazione (per il 24% donne contro il 16% degli uomini). E se aziende e professori non riscontrano alcun gap di genere nelle performance, ben 1 giovane occupato in ambito STEM su 3 ritiene che il proprio lavoro sia più adatto alle capacità degli uomini.

deterrenti allo studio STEM

Le accelerazioni legate alla pandemia

Nonostante le previsioni del report di Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior investano un arco temporale individuato tra il 2019 e il 2023, l’imprevedibilità dell’emergenza pandemica ha contribuito a rafforzare la visione sulla necessità di una formazione specializzata in campo tecnologico, sulla robotica e sulle discipline STEM in generale.

Iniziare a lavorare per ridurre il gap tra offerta e domanda di ingegneri, informatici, matematici, professionisti del martech e le altre professioni individuate in questa analisi, significa aprire la strada a una maggiore competitività per il Paese e a un migliore equilibrio sui dati dell’occupazione.

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digital tool strumenti digitali

Storydoc, Icons8 e Daily Gratitude Journal: i digital tool della settimana

Lo sappiamo bene: ci sono giornate stressanti, in cui tutto sembra andare storto. Questo capita tanto nella sfera personale della vita, quanto in quella professionale.

A fare la differenza, può essere un approccio positivo. Una buona abitudine è ringraziare ogni giorno per quello che abbiamo: ci permette più facilmente di renderci conto che, ogni problema è tuttavia superabile e possiamo riprendere a vivere con serenità la nostra vita.

Certo, qualche piccolo aiuto in ufficio non guasta: oggi vi presentiamo alcuni strumenti per migliorare l’aspetto grafico delle presentazioni e dei fogli di calcolo, ma anche strumenti per non dimenticare nessun appuntamento importante.

In più, un diario per annotare quotidianamente perché dovremmo essere felici ogni giorno.

LEGGI ANCHE: Jove, Google Cemetery e: i digital tool della settimana

Quel tocco in più

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Vuoi migliorare le tue presentazioni, ravvivare i tuoi fogli o coinvolgere i lettori dei tuoi documenti di Google? Le icone sono sempre la risposta giusta! Con Icons8 puoi aggiungere centinaia di immagini in stili differenti ai tuoi file, per renderli riconoscibili e accattivanti.

Un coach per le conference-call

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Non ti senti abbastanza sicuro durante le riunioni in diretta? Anche questa abilità va allenata e puoi farlo con Poised, un “personal trainer” di comunicazione digitale che fornisce un feedback in tempo reale durante le riunioni online. Il tool funziona con Zoom, Slack, Microsoft Teams e Google Meet.

Lascia il segno

storydoc

Per dare un tocco in più alle tue presentazioni e trasformare diapositive statiche di vendita e marketing in bellissimi slideshow interattivi, puoi provare Storydoc. Aumenterai il coinvolgimento dei clienti e i tassi di conversione, senza aver bisogno di sviluppare nuove competenze di design o coding.

Ricorrenze virtuali

koya digital tool

Sei sei super organizzato ma ti capita spesso di dimenticare compleanni o anniversari che vorresti celebrare, KOYA è il tool che fa per te. Puoi programmare messaggi personali che includano ricordi, url e addirittura regali digitali. Per fare sempre bella figura anche online.

Felici a partire da quello che si ha

daily gratitude journal

Essere grati e ringraziare l’universo può avere incredibili benefici per la salute fisica e mentale.

Aumenta la felicità, aiuta a dormire meglio e allevia la depressione. Ci sono molti modi per praticare allenarsi a provare gratitudine ogni giorno, ma il diario quotidiano è uno dei modi più semplici ed efficaci. Per questo scopo, esiste Daily Gratitude Journal.