• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Yolo Economy e il coraggio di cambiare lavoro

    L'arte della felicità: rischiare per inseguire le proprie aspirazioni. Si afferma la yolo economy. Il 40% dei Millennials in ambito globale preferisce un lavoro da freenlance, in Italia solo 1 su 3

    12 Maggio 2021

    Il coraggio di rischiare e di inseguire le proprie aspirazioni. Lasciare andare la sicurezza e la routine, per realizzare i propri sogni. Un cambiamento radicale di prospettiva che stravolge il paradigma del “lavoro tradizionalmente inteso”. L’accelerazione provocata dalla pandemia, rivoluziona i layout fisici e mentali dell’habitat lavorativo. Un’economia in rapida trasformazione, non solo dal punto di vista economico o digitale, ma anche nei nuovi rapporti di potere verticali che diventano sempre più fluidi e flessibili. Smart working, lavoro agile, soft skill, isolamento e lockdown da Covid-19 incidono sul mondo delle professioni, determinando da un lato necessità di upskilling e reskilling, dall’altro disaffezione verso gli ambienti lavorativi.

    La Yolo Economy e la filosofia della felicità del “si vive una volta sola”

    Dal desiderio di evadere, di cambiare propri orizzonti si diffonde negli Stati Uniti un nuovo movimento di pensiero, la Yolo economy, acronimo della locuzione “You Only Live Once” che significa “si vive una volta sola”, che sembra affermarsi in maniera predominante tra la GenZ e i Millenial. Resa celebre dal rapper Drake dieci anni, oggi la Yolo Economy è diventata la nuova filosofia di vita di chi, stanco del vecchio lavoro, preferisce rischiare e rimettersi in gioco per realizzare i propri sogni. “Essere felici hic et nunc, qui ed ora”, quindi. Dopo un anno costretti al pc, tra call e smart working, riunioni continue, didattica a distanza, iperconnessi, con flussi orari sempre più evanescenti e meno definiti tra vita privata e lavorativa, e soprattutto ritmi sempre più stressanti, i giovani negli Usa sembrano preferire l’essere freelance alla certezza di un lavoro stabile in cui non si sentono realizzati. La nuova tendenza indica la volontà da parte delle nuove generazioni di staccarsi dal lavoro come è tradizionalmente inteso per cambiare. Questo si traduce in migliaia di giovani che si stanno interrogando sul loro futuro, decidendo di rischiare tutto, abbandonando lavori stabili e comodi per avviare una nuova attività o trasformare una passione in una nuova attività a tempo pieno. “Abbiamo avuto tutti un anno per valutare se la vita che stiamo vivendo è quella che vogliamo vivere – sottolinea Christina Wallace, docente senior presso la Harvard Business School – Soprattutto per i giovani a cui è stato detto di lavorare sodo, ripagare i prestiti e un giorno ti godrai la vita, molti di loro mettono in dubbio questa equazione. E se volessero essere felici in questo momento?”.

    Capacità di osare e desiderio di evasione

    Voglia di leggerezza, di osare, di stampe floreali e di colore, che domina anche nella collezioni del fashion retail, in cui è protagonista indiscusso è il giallo Pantone. Desiderio di evasione e di normalità diventano anche le key word per i direttori del marketing per comprendere un mercato in cui le abitudini di consumo sono fortemente cambiate, dirottandosi dagli store fisici a quelli digitali. «La yolo economy sta reinventando la vita dei più giovani – scrive il New York Times – La pandemia ha avuto un impatto, anche emotivo, su tutti. Ha alimentato l’ansia per la perdita di persone care e di posti di lavoro. Tutto questo sta spingendo molti millennial a rivalutare le proprie priorità. Alcuni stanno abbandonando lavori stabili per avviare nuove attività. Il rischio sembra essere il nuovo mantra, dopo mesi segnati da uno stato di preoccupazione ed esaurimento, incoraggiati anche dai tassi di vaccinazione e da un mercato del lavoro in ripresa». Se negli Usa, i giovani sono spinti ad intraprendere nuove attività, grazie ai risparmi accumulati durante il lockdown, grazie a stipendi superiori alla media italiana, cosa accadrà nel nostro Paese con 2 milioni di Neet, che non studiano e non cercano lavoro, e dell’alta percentuale di disoccupazione giovanile??

    Come reagirà l’Italia alla Yolo Economy?

    Neet, ma anche un tasso di disoccupazione giovanile al 31% e una ridotta quota di laureati occupati (56,5% contro la media Ue dell’81,6%). Infatti, se più del 40% della forza lavoro globale intende lasciare il proprio datore di lavoro attuale nel corso dell’anno e il 46% prevede di trasferirsi lavorando da remoto secondo il World Trend Index 2021 di Microsoft (realizzato su un campione di oltre 30mila intervistati in sinergia con LinkedIn) in Italia la percentuale scende al 33%. Solo 1 italiano su 3 cambierebbe lavoro (digitale, e-commerce e sanità i settori che mostrano più appeal), mentre il 38% immagina un trasferimento di sede. Tra i giovanissimi, solo 1 su 2 (48%) starebbe valutando l’opzione di abbandonare il proprio lavoro quest’anno, contro il 54% della Gen Z in ambito globale. Il 68% degli italiani si sentirebbe sovraccaricato, secondo Luba Manolova, direttrice di Microsoft 365 di Microsoft Italia, nell’analizzare il Work Trend Index su produttività e lavoro. L’idea, quindi, di sviluppare una cultura aziendale “ibrida”, impostata su modelli sostenibili, che protegga i più fragili in un contesto phygital, fondendo modalità digitale e fisica: “L’ibrido ci aspetta. Dobbiamo conciliare le esigenze. Questo richiede un ridisegno della cultura aziendale – spiega Luba Manolova – “Il 42% dei lavoratori si sente esausto e il 46% sotto stress: il risultato è che il 23% dichiara di essere in difficoltà, la percentuale più alta in Europa». LEGGI ANCHEI 5 giganti del tech sono cresciuti a dismisura durante la pandemia

    Il futuro sarà una cultura ibrida, che fonda digitale e fisico

    La propensione al rischio aumenta in USA, grazie ai conti correnti bancari consistenti per i risparmi di un anno: la paura cede il posto al coraggio per realizzare il proprio progetto di vita, magari più a contatto con la natura, fuori dai centri urbani, in contesti anche rurali, con un approccio alla vita differente dovuto anche all’anno di forte introspezione. La pandemia stravolge le priorità. Differente, però, è il contesto italiano che, secondo i dati emersi dai dati Istat, ha perso circa un milione di posti di lavoro nell’anno della pandemia (aprile 2021). Secondo il rapporto annuale sul mercato del lavoro, in collaborazione tra Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal, nel 2020 la pandemia ha condizionato in maniera cruciale gli sviluppi dell’economia e della società.

    Il report sul mercato del lavoro in Italia

    L’emergenza sanitaria e la conseguente sospensione delle attività di interi settori produttivi hanno rappresentato anche nel nostro Paese uno shock improvviso e senza precedenti sulla produzione di beni e servizi e, di conseguenza, sul mercato del lavoro. In particolare nel secondo trimestre 2020 si è assistito a un crollo dell’attività economica, seguito da un recupero, per certi aspetti superiore alle aspettative, nel terzo trimestre e una nuova riduzione nel quarto dovuta alla recrudescenza della diffusione dei contagi. Sempre più persone a casa senza lavoro, con un crollo equivalente a -3,9 miliardi di ore nei primi tre trimestri del 2020 (un calo del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il 19,4% lavora da casa (dato al secondo trimestre, erano il 4,6% nel 2019). Gli occupati sono calati di 470mila unità, i disoccupati di 304mila unità e gli inattivi invece sono cresciuti del +621mila. Nel 2020 la forza lavoro ha subito, quindi, un calo vertiginoso, colpendo in particolare giovani, donne e dipendenti con contratto a tempo determinato.

    Da cosa ripartire??

    Digitalizzazione, lavoro agile e made in Italy saranno le chiavi per la ripartenza secondo il 47% dei Chief marketing officer interrogati da Deloitte, ripensando la comunicazione, trainati dai cambiamenti nelle modalità di acquisto, proiettati all’eCommerce e al social commerce, oltre ad imparare ad ascoltare le esigenze dell’audience con messaggi autentici e concreti. Così, se lo smart working incide sulle relazioni lavorative provocando “disaffezione” e sviluppando nei dipendenti la consapevolezza di essere frustrati e insoddisfatti, facendo emergere nei giovani americani il desiderio di reinventarsi, aumentando la propensione al rischio d’impresa e scegliendo un lavoro da freelance, in Italia, con la perdita del lavoro in pandemia e con la necessità di resistere alla crisi, si guarda con attenzione al PNRR, il Piano Nazionale di Rilancio e Ripresa, con attenzione alla pianificazione dei fondi per lo sviluppo del Paese.

    Il Job Hopping e la trasformazione dell’insoddisfazione in opportunità

    All’orizzonte futuro si delinea, così, la possibilità del job hopping, ovvero “saltare da un lavoro all’altro”: è il nuovo trend che si diffonde tra i giovani con meno di 35 anni che, come si evince dal report dei consulenti del lavoro, sono la fascia più sensibile a trasformare in maniera radicale, ripensando le proprie priorità di vita e di carriera. Per molti la pandemia è stata un anno per fermarsi e analizzare il proprio malessere, trovando il coraggio di trasformare l’insoddisfazione in opportunità, innescando il cambiamento. eCommerce, delivery, dad, digital marketing, sostenibilità ed energie rinnovabili, benessere, mobilità elettrica, comunicazione digital e farmaceutica sono i settori in cui è possibile intravedere una ripresa delle assunzioni secondo Linkedin, in grado di offrire opportunità anche agli over 40. Sanità, finanza, tecnologie dell’informazione, digitale e finanza sono le cinque aree strategiche verso cui si proietta la Yolo Economy. Sviluppatori software e web, cyber security, esperti chimici per la realizzazione di nuovi farmaci, capacità di pianificazione finanziaria delle campagne di comunicazione, logistica per sviluppare strategie di acquisto, gestione di tutte le fase dell’eCommerce, dallo store online a campagne pubblicitarie digitali. LEGGI ANCHEWorkation, lavorare in libertà partendo in vacanza “on the road”