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Davide Reinecke

Spiegare l’AI alle PMI (e fare 1 milione di views). Intervista al tiktoker Davide Reinecke

Man mano che l’Intelligenza Artificiale entra a far parte delle nostre vite, impariamo ad apprezzare come le potenzialità di questa tecnologia siano applicabili alle esigenze quotidiane. Ormai lontana l’idea di super computer onniscienti in grado di prendere il sopravvento sull’umanità, lo sviluppo di sistemi di apprendimento automatico e di algoritmi intelligenti consente di velocizzare e migliorare molti aspetti legati all’analisi e all’interpretazione dei dati e all’elaborazione di strategie predittive.

Poter conoscere in anticipo l’impatto di alcune decisioni e individuare le possibili relazioni di causa-effetto diventano sempre più una possibilità reale e niente affatto fantascientifica. La cosa, assume un valore ancora più importante quando le conseguenze di una decisione sbagliata possono mettere a serio rischio un business.

Nonostante l’argomento sia avvincente, riuscire a comunicare agli imprenditori le potenzialità di strumenti specificamente progettati per questi scopi può diventare arduo, anche perché, di solito, la comunicazione B2B viene associata a qualcosa di noioso e poco avvincente.

La vera sfida è infatti riuscire a coinvolgere il pubblico su temi “complicati” con un messaggio semplice e diretto, che sia in grado di attirare l’attenzione e, perché no, di divertire e intrattenere.

@davidereineckeSono tornato… #davidereinecke♬ Scary Sounds – Bobby Cole

Davide Reinecke è sbarcato su TikTok nel 2020 e ha conquistato una community di oltre 800.000 followers con i suoi trickshot fatti in casa e il suo slogan “certo certo!” ed è anche l’Head of Social Media di Vedrai, startup innovativa fondata nel 2020 dal 26enne Michele Grazioli e specializzata nello sviluppo di piattaforme per il miglioramento dei processi decisionali.

Con video sviluppati per lo più in format di 30 secondi che raccontano in maniera originale, pratica e curiosa le molteplici applicazioni dell’Intelligenza Artificiale e tutte le sfumature della tecnologia, Davide è riuscito a far raggiungere all’azienda per cui lavora 1 milione di visualizzazioni organiche con più di 150 mila interazioni in sei mesi.

L’intento è quello di parlare non solo a un pubblico maturo, ma anche e soprattutto alle nuove generazioni, con un tone of voice fresco ma allo stesso tempo capace di comunicare temi complessi come quelli legati alle nuove tecnologie e all’AI.

Gli abbiamo chiesto come si raggiungono questi numeri ma anche, per dirla con le sue parole, come si fa “a trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico“.

LEGGI ANCHE: Artificial Mindset: cosa è cambiato (e cambierà ancora) con l’Intelligenza Artificiale

Per cominciare, cosa c’entrano i trickshot con l’intelligenza artificiale?

Come nei miei video io prevedo il numero che uscirà al lancio del dado, la riuscita di un bottle flip o l’entrata di un CD all’interno della console facendolo rimbalzare sul muro, così VEDRAI prevede l’impatto delle decisioni sul business.

Dietro tutto questo non c’è magia, ma matematica avanzata. Un esempio può essere il format  #larubricadeldottorLelli che abbiamo ideato con il dottor Lelli, Data Scientist di Vedrai,  in cui diamo una spiegazione matematica e probabilistica dei miei video su TikTok.

Quanta preparazione ci vuole per essere presenti con successo su un canale come TikTok? Come si arriva dall’ideazione alla pubblicazione di ogni video?

Tutti possono pubblicare video su TikTok, ma in pochi “spaccano”.

Secondo me ci sono tre aspetti fondamentali per avere successo:

  • avere un format proprio che ci differenzi dagli altri;
  • avere costanza, anche se la mia strategia di pubblicazione è differente rispetto alla maggior parte degli altri creator, perché pubblico pochi video ma efficaci: ogni video che faccio deve spaccare;
  • caratterizzarsi con uno slogan, un metodo super efficace per dare solidità al proprio personaggio. Molte persone, ad esempio, non sanno nemmeno come mi chiamo, ma mi gridano “certo certo!!” quando mi incontrano per strada.

Certo (a proposito!), trovare un format per una azienda è sicuramente difficile e più complesso rispetto a trovarne uno per un creator. Qui in VEDRAI, per trovare il format più adatto a noi, ci sono voluti molto impegno e tempo: abbiamo iniziato a vedere i primi numeri dopo 2/3 mesi.

Riguardo a me, ogni volta che mi viene un’idea, dal tipo di trickshot alle battute da dire, la scrivo nelle note del telefono e con il tempo cerco di elaborarla al meglio. Non pubblico mai un video se non sono soddisfatto del contenuto al 100%. Mentre, nel caso di VEDRAI, si cercano spunti leggendo articoli e notizie di intelligenza artificiale, da trasformare in video, che possano risultare interessanti anche per persone che non sanno niente di AI.

Un esempio sono i video che descrivono il ruolo dell’AI in settori produttivi che sembrano  distanti, come quello della moda, oppure quelli che spiegano perché nei videogiochi è meglio non applicare troppo machine learning.

Sempre più spesso sentiamo parlare di collab house di tiktokker. Tu credi in questo modello o pensi che si tratti di una estremizzazione?

Appena si pensa a collab house viene in mente un’unione tra creator per creare un team invincibile. Il concetto è semplice ma la realizzazione davvero complessa, a mio parere.

Mi è capitato di ricevere proposte di contratto da varie collab house in Italia. Credo che la maggior parte di questi progetti siano destinati a un flop totale, in quanto mancano organizzazione e mentalità adeguate. Tranne una in realtà, con la quale tra l’altro ho lavorato da dietro le quinte. Progetto molto figo, un sacco di sponsor e molto più internazionale rispetto alle altre house italiane. Sono forti.

Da LinkedIn a TikTok, oltre al target, come dovrebbe cambiare la comunicazione per un brand?

Noi di VEDRAI pubblichiamo gli stessi video sia su LinkedIn che su TikTok.

Chiaramente, è fondamentale per la comunicazione di un brand, capire a che tipo di pubblico ti stai rivolgendo e il tipo di linguaggio adatto alle varie piattaforme social. Infatti, ad esempio, creiamo spesso dei contenuti extra per LinkedIn, leggermente più “seri”, in cui trattiamo argomenti adatti ad un pubblico più adulto.

Uno dei nostri obiettivi su TikTok è rivolgerci ad un pubblico più giovane, cercando di trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico, in modo tale che il ragazzino possa andare a casa e raccontarlo ai propri genitori.

Come nasce una collaborazione di influencer marketing? Bastano semplicemente i numeri?

No, non bastano semplicemente i numeri. Il creator deve sempre avere quel lato di serietà che lo distingue, un brand si deve fidare del creator per poter attivare una collaborazione proficua. Ci sono creator che hanno numeri molto alti ma lavorano poco, mentre altri con un pubblico più ridotto, trattando argomenti di nicchia, hanno moltissime collaborazioni.

Allora, ce lo spieghi il segreto di un perfetto bottle flip?

Ovviamente il segreto ruota attorno ad una variabile… la parola “certo” .

No, a parte gli scherzi… se volete la spiegazione fisica per fare un perfetto bottle flip, sul profilo di VEDRAI il dottor Lelli soddisferà al 100% la vostra sete di conoscenza!

4 modi in cui la pandemia ha cambiato i comportamenti di acquisto

Se sei come me, hai già abbandonato alcune abitudini nate con la diffusione del covid-19, come svaligiare gli scaffali degli alimentari o cercare allenamenti all’aperto o in casa adatti alla pandemia. Tuttavia, quel che sto continuando a fare è acquistare online, sia per la consegna della spesa che per i nuovi attrezzi per gli allenamenti. In qualità di responsabile globale per le ricerche e gli studi commerciali di Google, noto che i comportamenti come il mio sono largamente diffusi tra le centinaia di milioni di persone che fanno acquisti su Google ogni giorno. 

Per molte aziende è difficile sapere quali di questi comportamenti di acquisto dei consumatori siano soltanto transitori e quali siano destinati a durare nel tempo. Per aiutare i rivenditori a orientarsi in questa situazione, abbiamo esaminato i dati di ricerca di Google per creare la nostra guida ai cambiamenti di acquisto nel 2021 e abbiamo identificato quattro tendenze chiave per le quali tutti i commercianti dovrebbero prepararsi. Ecco cosa abbiamo scoperto.

1. L’ispirazione digitale alimenta il customer journey

Lo shopping online non è più solo un modo conveniente per acquistare prodotti con consegna a domicilio. È anche il luogo in cui i clienti scoprono nuovi prodotti e trovano ispirazione. Quando i clienti vagano per le corsie dei negozi virtuali sperano di rimanere entusiasti di fronte a ciò che vedono, cercano ispirazione o a volte la trovano per caso in posti inaspettati, quando non la stanno nemmeno cercando.

Lo vediamo sulle nostre piattaforme, dove il 70% dei consumatori ha acquistato un prodotto di un brand dopo aver visto un video su YouTube.

2. I valori dei clienti guidano gli acquisti solidali

Sempre più spesso, i clienti acquistano prodotti che rispecchiano i loro valori – che si tratti di sostenibilità, responsabilità aziendale o uguaglianza razziale. Non sorprende che l’interesse di ricerca per “marchi etici” e “acquisti etici online” nel 2020 sia cresciuto rispettivamente del 300% e del 600% rispetto al 2019. Inoltre, il numero di ricerche globali di “negozi di proprietà di persone di colore” nel 2020 è cresciuto di 9 volte rispetto all’anno precedente.

3. I consumatori guardano alla comodità più che mai

Se moltissime attività di vendita al dettaglio hanno chiuso o si trovano in grave difficoltà, il ritiro sul marciapiede e la consegna in giornata sono diventati punti fermi per molte persone. Le ricerche globali di opzioni quali “lungo il mio percorso” (+1000%) e “ritiro sul marciapiede” (+3000%) sono aumentate di anno in anno. La comodità è diventata un elemento distintivo essenziale per i rivenditori che sono riusciti a cambiare rapidamente.

I consumatori si sono abituati ad avere più opzioni di acquisto e probabilmente continueranno a utilizzarle, anche quando ritorneremo a comportarci come prima della pandemia, dando vita a un nuovo comportamento di acquisto post-pandemico.

4. L’imprevedibilità guida la domanda dinamica

Una cosa che possiamo sicuramente prevedere è che il mondo rimarrà imprevedibile. I governi di tutto il mondo si adattano ai cambiamenti locali e lavorano per riaprire in sicurezza, e i bisogni dei clienti si adattano di conseguenza. Lo abbiamo visto durante il lockdown, quando la gente ha riscoperto vecchi hobby e ha adottato nuove abitudini. Per esempio, rispetto al 2019, nel 2020 le ricerche di “kit per fare candele” sono aumentate del 300%, mentre le ricerche di “riscaldamento per esterni” sono aumentate del 600% perché la gente ha iniziato a mangiare all’aperto.

Articolo di: Sarah Bradley

Traduzione a cura di: Debora Melania Martuccio

digital tool

Spend Elon Musk’s Fortune, Search Atlas e Loomly: i digital tool della settimana

Lavorare nel digitale significa anche potersi permettere di realizzare qualche sogno nascosto. Quale? Ad esempio quello di spendere tutti i soldi di Elon Musk come se fossero i tuoi! Se stai già strabuzzando gli occhi, sappi che si tratta solo di un digital tool. Un pochino di ebbrezza, però, c’è comunque.

Tra gli altri strumenti digitali che la redazione di Ninja ha selezionato questa settimana ci sono anche quelli per automatizzare le risposte nei messaggi diretti su Instagram, per gestire il piano editoriale con piccoli social team e per trasformare l’impegno della squadra di lavoro a ritrovare la forma fisica in uno sforzo per l’ambiente.

Infine, un interessante esperimento SEO, per confrontare i risultati di ricerca su Google nelle differenti lingue e aree culturali.

LEGGI ANCHE: Forest, Flora Zebra e Praxis: i digital tool della settimana

Automazione su Instagram

Con oltre un miliardo di persone che lo usano quotidianamente e 400 milioni di messaggi inviati in media alle aziende ogni giorno, il social è un canale da valorizzare. Con Instagram DM Automation by ManyChat potrai gestire in maniera automatizzata le tue comunicazioni.

Per i piccoli social team

Calendari integrati, scadenze e flussi di lavoro condivisi rendono sia la programmazione che il brainstorming dei contenuti più semplici. Con Loomly riuscirai anche a creare idee di contenuti freschi per gli utenti sulla base di argomenti di tendenza e conversazioni su Twitter.

Da provare con la demo free.

Risultati di ricerca divergenti

Due studenti della Carnegie Mellon University e del MIT hanno sviluppato uno strumento chiamato Search Atlas, che permette agli utenti di vedere come i risultati di Google Search differiscono a seconda del paese o della lingua di origine.

Un modo per riflettere su come Internet condizioni la nostra vita.

Come spenderesti i soldi di Elon Musk?

Il web designer Nino Trivelli ha creato un sito chiamato “Spend Elon Musk’s Fortune” che ti permette di fare proprio questo. Il simulatore consente di aggiungere articoli a un carrello fittizio fino a raggiungere il patrimonio da 164 miliardi di dollari di Musk.

Da provare, subito!

Salute = Sostenibilità

Molte aziende stanno muovendo i primi passi verso la sostenibilità e per farlo possono coinvolgere anche tutto il team. Sādu è una soluzione ESG (Environmental, Social and Governance) per le aziende che vogliono investire in nuovi modelli attenti all’ambiente. L’applicazione mobile premia uno stile di vita attivo piantando alberi.

Sincronizza il tuo fitness tracker o inserisci il tuo ultimo allenamento nell’app per guadagnare alberi con ogni attività di fitness.

email marketing

Outreach e Digital PR: come scrivere email d’effetto ed ottenere backlink

Ottenere backlink non è un lavoro facile. Lo specialista di Outreach e di link building lo sa bene! Una cosa è però certa, un’email noiosa non ti farà ottenere mai nulla.

Prendiamo quest’email ad esempio:

Quante email simili hai letto nel corso della tua carriera come marketer? Sono quasi sicura che la risposta sia: “Troppe!”

Talmente tante che molte sono finite direttamente nel cestino perché il tempo era poco e le deadline imminenti.

Abbiamo sempre meno attenzione da dedicare alle email che riceviamo, perciò la prima email che mandiamo deve avere tutte le caratteristiche di un’email vincente.

Questa è una lezione imparata sul campo in anni e anni di esperienza come Marketing Specialist. Le mie prime email erano proprio come quella qui sopra… ammetterlo è difficile,  ma dicono che l’accettazione sia il primo passo perciò condivido questo mio errore volentieri. 

Nel nostro campo si scherza spesso dicendo che non facciamo altro che mandare email ogni giorno, e seppur ciò non sia totalmente vero… va detto, in parte lo è! 

Per questo motivo se mi capita di leggere un’email diversa, che si distingue, e mi sorprende in qualche modo, la mia giornata lavorativa diventa automaticamente più interessante.

Cosa bisogna tenere a mente per scrivere email di Outreach d’effetto? In quest’articolo affronteremo alcuni elementi chiave:

  • Consigli utili per scrivere email di Outreach migliori di quella riportata a inizio articolo
  • Per quale motivo personalizzare le email è essenziale per creare relazioni con chi le riceve
  • L’importanza dell’umorismo e del carisma

Iniziamo subito con qualcosa di essenziale.

La vita del Digital Marketer ha bisogno di humour

La nostra professione è senza dubbio la migliore al mondo, ma può sicuramente essere noiosa di tanto in tanto.  

Certo, lo stress e le deadline ci tengono sempre attivi, tuttavia alcune parti del nostro lavoro sono macchinose e non particolarmente ‘fun’. 

Io lo so bene! Lavorando da remoto come Content Writer per Packhelp, un’azienda specializzata in packaging personalizzato, passo le mie giornate nella mia stanza a fissare due schermi e creare contenuti senza poter scambiare battute frequenti con i miei colleghi. 

Non mi lamento, adoro quello che faccio! Ma ogni tanto la vita lavorativa ha bisogno di brio, di stimoli, di scambi che diano una scossa emotiva a giornate a volte blande e ben poco divertenti.

Ricevere un’email diversa, personalizzata, che si distingue, e che mi strappi un sorriso mi renderà felice! Perciò, questo è uno degli obiettivi che pongo per me stessa quando contatto altri marketer o clienti per collaborazioni di vario tipo. 

email personalizzate per outreach e ottenere backlink

Le email personalizzate hanno una percentuale maggiore sia di essere visualizzate, sia di ricevere risposta. Credits: https://sujanpatel.com/business/perfect-outreach-email/

 

Per fare ciò, l’umorismo e il non prendersi troppo sul serio sono entrambe caratteristiche essenziali. 

Abbiamo voglia di ridere, di scherzare, di onestà e trasparenza. Nella vita come a lavoro. 

Le nostre email devono rispecchiare tutto ciò e mostrare chi siamo! Del resto, se il contatto va a buon fine, avremo diverse altre email da scambiarci prima di ottenere il nostro obiettivo.. quindi dare un’immagine non veritiera di noi stessi è in realtà controproducente, non trovi?

Come scrivere email di Outreach d’effetto ed ottenere backlink: 6 consigli utili

Dopo questa introduzione decisamente troppo lunga, direi che è ora il caso di parlare dei passaggi effettivamente utili per scrivere email di Outreach che ti facciano ottenere backlink, guest post, collaborazioni con influencer o qualsiasi cosa tu voglia (nel limite del possibile, si intende!).

1. Capire chi contattare è fondamentale

È abbastanza facile oggigiorno trovare i contatti che ci servono online. Tuttavia, se il sito dell’azienda in questione non rende questo step ‘easy peasy’, ci sono diversi tool da poter utilizzare.

Il mio preferito è Hunter.io: basta inserire il link del sito e questo magico strumento ti darà un elenco di email per ogni componente di quell’azienda o dipartimento.

hunter.io gif: outreach e backlink

Hunter.io in azione

Una volta ottenuta la lista, bisogna decidere chi contattare!

Le possibilità sono spesso molteplici, ma non tutte rappresentano la scelta ideale per raggiungere il tuo scopo. Solitamente, optare per scrivere al dipartimento più affine è la cosa più adatta. Se vogliamo ottenere backlink, i dipartimenti di Marketing e PR sono ideali.

Tuttavia, i dipartimenti di Customer Service possono spesso essere una buona opzione! Infatti, questi non sono abituati a ricevere email simili ogni giorno, quindi ci sono maggiori probabilità che le notino e le passino poi a chi di competenza all’interno dell’azienda! 

Infine, se ci si sente coraggiosi, si può sempre puntare a scrivere direttamente al CEO. Funziona! È così che ho ottenuto la mia chance di scrivere un guest post qui (shoutout a Mirko per avermi messa poi in contatto con Fabio!)

Ad ogni modo, è importante tenere a mente che qualcuno troverà le tue email poco professionali, e tendenzialmente da queste persone non riceverai risposta. Tuttavia, dicono spesso che “il rifiuto è ridirezione”, perciò forse è meglio così! Del resto, chi ha voglia di collaborare con persone troppo serie che non condividono il nostro senso dell’umorismo stellare!

2. Sperimenta con il soggetto della tua email di Outreach

Secondo uno studio, il 47% delle persone decide se aprire un’email in base al suo soggetto.

Questa cosa non è sorprendente. Oggi infatti leggiamo il soggetto dell’email in primis, e da li decidiamo o meno di aprire l’email e dedicare 2 minuti della nostra giornata estremamente piena a quel testo.

Perciò, se il soggetto non funziona, avrai sprecato tempo.

Personalmente, utilizzo spesso a rotazione soggetti per email che so essere d’effetto per l’obiettivo specifico che voglio ottenere. 

In generale però, ci possono essere diversi approcci: 

  • Andare controtendenza scrivendo come soggetto (nessun soggetto) e provocare sentimenti di nostalgia in chi riceverà la tua email, che ormai non ricorderà nemmeno più i tempi in cui il soggetto dell’email non era per nulla rilevante.
  • Puoi mostrarti sicuro di te, pur restando umile: “Un’email che vale la pena leggere!” o “Ti farò una proposta che non potrai rifiutare!” sono opzioni viabili. L’ultima è perfetta per interlocutori che sapete essere grandi fan del “Padrino”! Non ho visto nessuno dei film eppure questo soggetto è un icebreaker che per me ha funzionato in diverse occasioni nel corso degli anni (‘fake it till you make it’, come dicono in inglese!)
  • La trasparenza ha sempre il suo perché: “Scambio di link reciproco” e varianti simili sono anch’esse efficaci, nella maggior parte dei casi.

3. Presta attenzione alla struttura della tua email

Il format della tua email è molto importante! Nessuno ha voglia di leggere email troppo lunghe, con un testo accorpato e per nulla invitante.

struttura email outreach e backlink

L’aspetto visivo dell’email conta, soprattutto considerando che la tua email è spesso inaspettata e non ha inizialmente valore apparente per chi la leggerà.

Perciò, per quanto ovvio, ricordati di lasciare spazi adeguati tra una frase e l’altra, dare rilevanza agli elementi importanti usando il grassetto o sottolineando le parti chiave, e assicurati che l’aspetto della tua email sia funzionale nel complesso. 

Creare una struttura per il tuo contenuto che sia invitante è essenziale! Non vorrai mica che la tua email finisca nel cestino al primo sguardo.

4. Vai dritto al punto

L’onestà e la trasparenza sono la chiave per tutto.

A questo proposito, è importantissimo rispondere a ipotetiche domande che i tuoi interlocutori avranno: 

Chi sei?

Per chi lavori?

Perchè mi stai scrivendo? 

Queste sono solitamente le prime 3 che ci balzano in testa quando riceviamo un’email da colleghi marketer. 

Perciò, dopo una breve frase introduttiva che catturi l’attenzione e imposti il tono per la tua interazione, sii chiaro e diretto. Vuoi ottenere backlink? Dillo. Vuoi scrivere un post sul loro blog? Proponilo. Qualsiasi sia l’obiettivo, rendilo c r i s t a l l i n o. 

Non c’è tempo da perdere, nè voglia di perderne. Spiega chi sei e cosa vuoi ottenere con la tua email in maniera concisa e diretta. Chi riceverà l’email te ne sarà riconoscente e probabilmente sarà più volenteroso di aiutarti ad ottenere backlink o raggiungere il tuo obiettivo, qualsiasi esso sia. 

Infine, anche in questo caso, non dilungarti. La voglia di parlare del packaging ecosostenibile che offre Packhelp, o del fatto che sia stata nominata azienda n.1 in Europa nella graduatoria Deloitte Technology Fast 50 2020 è sempre tanta. Tuttavia, questi dettagli non sono sempre rilevanti e spesso allungherebbero le mie email di Outreach, senza aggiungere valore alcuno.

5. Sii coordiale: l’umorismo non è mai sinonimo di maleducazione.

Ricorda che stai cercando di ottenere qualcosa e il tuo obiettivo è fare una bella impressione e catturare l’attenzione, strappando magari un sorriso qua e là.

Usare l’umorismo e il carisma come armi non deve mai risultare maleducato. Resta umile, ma determinato e vedrai quante porte ti aprirà il mondo!

Questo elemento è importante anche al momento dei saluti iniziali e finali. Sicuramente non vorrai optare per locuzioni tipo ‘Gentile dottore’ e simili, ma va da sè che neanche ‘Bella lì!’ o ‘Ciao cara!’ funziona…

Trova il giusto compromesso tra ‘sono una persona amichevole ed alla mano, ma al contempo un professionista di marketing che ti sta proponendo una collaborazione di valore’, mi raccomando! 

email personalizzate per outreach e ottenere backlink

Le email personalizzate vengono aperte il 26% in più di quelle standard. Credits: https://www.campaignmonitor.com/resources/guides/email-marketing-new-rules/

6. Personalizza la tua email

Le email personalizzate, di qualsiasi tipo, solitamente vengono aperte più spesso: il 26% in più secondo diversi studi sull’email marketing. 

Perciò, se puoi, rendi l’email il più personale possibile. 

Una volta deciso a chi mandare l’email, fai un po di sano internet stalking! Grazie alle piattaforme social e LinkedIn potrai scoprire dettagli interessanti da usare per la tua email, senza risultare invadente.

Questo consiglio è, a mio avviso, soprattutto rilevante per chi lavora in Influencer Marketing.

Gli influencer ricevono centinaia di email al giorno per collaborazioni di vario tipo, e dovendo scegliere, valuteranno aziende che mostrano di tenere ad avere davvero loro per sponsorizzare un prodotto, piuttosto che una figura qualunque.

Un’email generalizzata darà l’idea di un brand poco attento ai dettagli e poco interessato all’influencer in questione come individuo, oltre che come mezzo di strumento pubblicitario e potenziale collaboratore. Perciò, fai le tue ricerche e dimostra di sapere a chi ti stai rivolgendo. Farà una differenza enorme, vedrai!

Ho inviato la mia email. Ora?

Follow-up. Follow-up. Follow-up. 

Mandare email di follow-up nelle settimane successive è importante! Magari la tua email è vincente, ma la persona che hai scelto di contattare era in vacanza, o troppo impegnata con progetti e deadline imminenti e si è persa il brio di leggere la tua email. 

Ricontattali nelle settimane successive e ricorda loro che vuoi ottenere backlink, ed hai una proposta valida da fare! Secondo uno studio, solo il 30% delle persone interessate risponderà alla tua prima email. Diverse altre risponderanno alla seconda, terza, quarta o addirittura, come dimostra il grafico qui sotto, all’ottava email di follow-up. 

follow-up in outreach

Credits: https://sujanpatel.com/business/perfect-outreach-email/

Pare che rincorrere le persone non sia una strategia potenzialmente valida solo nel dating!

Il succo è, non mandare email di follow-up può precluderti dall’ottenere backlink o la collaborazione che desideri, mentre il margine potenziale di successo nel mandarle è del 70%… quindi non ci sono scuse. Va fatto! 

Ottenere backlink non è mai stato così facile

Ora che ho condiviso alcuni degli accorgimenti a mio avviso necessari per scrivere un’email d’effetto e fare Outreach nel modo efficace, non ti resta che sperimentare! 

L’unica cosa da fare è provare: diverse combinazioni di email funzioneranno per diversi scopi e diverse aziende

Chissà, magari anche tu avrai modo di scrivere un guest post per uno dei blog che leggevi sempre da inesperto di marketing. 

Se puoi sognarlo, puoi farlo… o meglio, se ci provi, magari ci riesci!

Rap, Hip Hop e Trap: la storia di un’industria milionaria raccontata da Dj Delta

Il protagonista dell’Unbreakable Story di oggi è l’artista, Dj Delta, dj resident di N-Conference che ha accompagnato l’evento con la sua selezione musicale.

Dj Delta, che è un dj-sociologo, che racconta delle “resistenze” del contesto siciliano all’hip hop e del ritardo, rispetto ad altre zone d’Italia, nell’acquisizione di informazioni dagli Stati Uniti da cui prendere ispirazione: “Eravamo molto primordiali nel fare hip hop qui in Sicilia”.

Due linee di sviluppo dell’hip hop in Italia, quella di Jovanotti, per intenderci, e quella “anti-sistema” dei centri sociali, in realtà si sono mosse parallelamente. Jovanotti ha sfruttato una diffusione mediatiche che è arrivata prima della linea di sviluppo a contenuto politico. Lui riprendeva dall’hip hop quello che negli Stati Uniti era ‘combattere per il tuo diritto a fare festa’, l’idea dell’hip hop di passarsela bene. Solo dopo, nei primi anni ’90, è arrivato il modello legato alla contestazione”.

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Secondo Dj Delta, negli anni ’90 il legame con la musica locale era molto forte: erano tempi molto diversi da quelli di adesso quando, con internet, riesci ad accedere allo stesso bacino musicale al quale può accedere una persona che si trova dall’altro lato del mondo. I dischi li trovavi solo nel tuo negozio di quartiere e quindi il tuo stile musicale si definiva anche in base ai titoli che avevi a disposizione.

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dj delta unbreakable company

Faccio il Dj da 25 anni“, racconta Delta, “di pensiero divergente, di attitudine unbreakable, ne dovevi avere per immaginare che il giradischi, che per la maggior parte delle persone era un elettrodomestico, potesse diventare un vero e proprio strumento musicale“.

Quando avevo 10, 11 anni, andavo a lezione di chitarra e il maestro mi insegnava la pentatonica. Dietro di lui però c’era un giradischi, e io non potevo fare a meno di fissarlo. Alla fine cedetti alla tentazione di chiedergli se fosse uno strumento musicale. La risposta del maestro fu che non lo era: serviva ‘solo a riprodurre la musica“.

Così, Dj Delta ha smesso di prendere lezioni di chitarra e si è messo in testa che quella “roba lì” poteva suonare davvero. Una decisione che lo ha portato a vivere tante esperienze, nazionali e internazionali, fino alla vittoria del Red Bull Thre3Style 2016, una delle più importanti competizioni al mondo nel settore.

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meme regina mancini

Come si arriva in TV con un meme. Ecco chi ha creato Mancini-Regina

Dopo la vittoria della Nazionale Italiana di calcio agli Europei 2020, abbiamo esultato tutti.

Oggi, che il mondo è un po’ più digitale rispetto alle passate occasioni sportive, uno dei modi più semplici per esprimere un’emozione è quello di riversarsi sui social media e affidare a queste piattaforme la nostra gioia e, perché no, anche lo “sfottò” agli avversari che hanno perso.

Con le parole, certo, ma anche con le immagini.

Io non conosco “personalmente” Eman Rus. Anche se ci ho parlato al telefono e via direct message su Instagram, non conosco il suo “nome anagrafico”, ma solo la sua identità digitale. Che è ancora più seguita adesso che i suoi lavori hanno fatto, letteralmente, il giro delle piattaforme dei social network, arrivando anche sulle TV nazionali.

eman russ meme Mancini Regina

Se il nome di questo creator non vi dice molto, di sicuro lo farà l’immagine di cui parliamo oggi, il “meme” (anche se lui non li definirebbe così), in cui l’allenatore dell’Italia, Roberto Mancini, appare abbigliato con il classico outfit della Regina Madre.

 

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Un post condiviso da Eman Rus (@eman_russ)

Come si fa a proteggere la paternità di un contenuto così “veloce”, se viene manipolato e condiviso migliaia di volte da realtà grandi e piccole? Lo abbiamo chiesto proprio a lui.

Abbiamo visto il meme Mancini-Regina un po’ dovunque, anche in tv. Ci racconti cosa è successo?

Il fotomontaggio Mancini Regina è stato realizzato il giorno che abbiamo scoperto di dover disputare la finale contro l’Inghilterra, ma si è diffuso in maniera esponenziale sul web solamente dopo aver vinto la partita contro gli inglesi. Mi sono goduto i festeggiamenti e, di conseguenza, non mi sono reso conto immediatamente di cosa stava succedendo sui social.

Il fotomontaggio è stato ripostato in molteplici pagine privandolo del mio logo e della mia firma, rendendo perciò sconosciuto l’autore; è stato trasmesso anche in televisione ma naturalmente la mia firma non c’era più, è comparso ovunque.. nei social e nelle home dei siti internet di vari giornali nazionali.

Persino una nota radio nazionale lo ha pubblicato nella sua pagina Instagram e, in seguito alle centinaia di segnalazioni fatte dai miei follower, nessuna modifica è stata apportata. Il fotomontaggio era stato privato del mio logo ed è stato aggiunto quello della radio che si è così appropriata del contenuto che io avevo ideato e creato.

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Se un meme diventa virale, rischia di perdere il legame con l’autore. Come si fa a tenerne traccia?

Con questa domanda ne approfitto per sottolineare il fatto che il mio lavoro è distante dal concetto di meme. Il meme per me cosa è ?

È l’immagine della Regina Elisabetta seduta da sola durante i funerali del marito, è Sergio Mattarella che esulta dopo il gol, è l’uomo affacciato dal balcone di Matera, è Chiellini che tira la maglia del giocatore inglese.

Ecco, sono tutte queste immagini che per circa una settimana diventano iconiche, e vengono snaturate dal loro contesto originario e rielaborate per creare dei contenuti ironici.

Nella maggior parte dei casi, questa tipologia di contenuti viene accompagnata da scritte all’interno dell’immagine. Io, nella maggior parte dei casi, se non sempre, non uso questa tipologia di contenuto.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Eman Rus (@eman_russ)

Piuttosto, cerco di creare degli scenari nuovi attraverso il fotomontaggio. Faccio satira attenendomi ai fatti di cronaca estremizzando la realtà o rielaborandola secondo la mia visione. Sono delle immagini che, a differenza dei meme, hanno un’ideale ben preciso e spero abbiano un eco più duraturo.

Vedo infatti che i miei fotomontaggi vengono utilizzati dalle persone come immagine profilo dei propri account; altri li stampano e se li appendono in camera, molti addirittura ne fanno delle magliette. Non so… credo che il mio lavoro sia molto distante dai meme.

Per rispondere alla tua domanda, per tenere traccia di un contenuto diventato virale è innanzitutto necessaria la firma o il logo riconducibile all’autore. Poi ti devi affidare al buon senso e correttezza delle persone o delle pagine che ripostano il tuo contenuto.

Basta una persona che rimuove la firma dall’immagine e il contenuto è andato perso. Ed è quello che è successo con Mancini Regina. Per tutta questa serie di ragioni sono nati gli NFT.

Dal tuo punto di vista, per un brand, quale sarebbe la procedura corretta per condividere un meme diventato virale?

É molto semplice: basta rendere onore al lavoro dell’autore citandolo nella caption, mantenendo il logo originario, senza l’aggiunta di loghi secondari.

I tag devono essere mirati. Se un’artista viene taggato in una sua foto riportata in un’altra pagina, ma nei tag ci sono altre 15/20 persone, penso che a quel punto il tag perde di valore. Lo stesso meccanismo dovrebbe verificarsi in tv o su altre piattaforme. Citando sempre chi c’è dietro quel contenuto e chi ha speso del tempo per crearlo.

Cosa c’è dietro la creazione di un meme virale? Qual è il processo creativo?

Il processo inizia con l’identificazione di un evento o di un tema con particolare rilevanza a livello nazionale o internazionale. Dopodiché, butto giù una serie di appunti e faccio delle prime simulazioni a mano. La fase ,forse più complicata, del mio lavoro è la ricerca delle immagini. Occorrono quelle con l’angolatura ben precisa, quelle con i colori giusti, servono le espressioni dei personaggi selezionati adatte, felici piuttosto che tristi.

A quel punto arriva il lavoro vero e proprio: collego la mia tavoletta grafica, apro Photoshop e “dedico il mio tempo ai livelli” ( i livelli di Photoshop, appunto). Termino il fotomontaggio, lo salvo e me lo invio nel telefono. Una volta visionato da lì, mi accorgo se il lavoro è soddisfacente o se è necessaria qualche altra modifica.

 

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Le piattaforme social puntano sempre più sui creator. Come monetizzi la creazione dei tuoi contenuti?

Un creator potrebbe monetizzare come monetizzano gli influencer, con la differenza che gli influencer ci mettono “solo” la faccia e la fama già consolidata, mentre un creator dovrebbe metterci un lavoro artistico alla base e un’idea originale. Si può monetizzare anche attraverso lavori su commissione per singoli o aziende, o creando contenuti esclusivi per altre pagine.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera come la tua?

Il consiglio che posso dare a chi vuole avvicinarsi a questo mondo è di lavorare tutti i giorni per arrivare a un proprio stile riconoscibile, quello che esprime al meglio se stesso. L’attenzione al dettaglio è una componente fondamentale, stare sempre sul pezzo e anticipare le mosse degli altri e creare una visione differente che gli altri non hanno immaginato.

E poi, inutile dirlo, metterci sempre passione.

Ninja Marketing sta cercando due Junior Business Development & CRM Specialist: candidati subito!

Ninja Academy, storico punto di riferimento per gli innovatori del marketing, è in fase di profonda evoluzione e trasformazione. La Digital Business School di Ninja Marketing che ha già formato al digitale oltre 100.000 persone e più di 500 aziende, è alla ricerca di nuove risorse.  Il nostro team giovane, appassionato e sempre un passo avanti, è in continua crescita! 

Abbiamo aperto due posizioni per Junior Business Development & CRM Specialist che possano aiutarci a sviluppare nuove opportunità di business e veicolare sempre meglio i valori di Ninja in tutta Italia con entusiasmo ed energia. La risorsa sarà inserita in un contesto giovane, dinamico e fortemente innovativo, sarà coinvolta nelle attività di vendita dei prodotti formativi aziendali, di supporto al cliente ed assistenza telefonica.

Lo Junior Business Development & CRM Specialist è una figura di vendita interfunzionale che opera a stretto contatto con le unit B2B e B2C della nostra Digital Business School.

CRM & Outbound Sales

Nel ruolo di outbound sales, lavora come primo contatto con i lead generati dalle campagne marketing (sia consumer che business) per fissare appuntamenti consulenziali con i nostri Learning Expert. Si occupa inoltre di qualificare e contattare proattivamente (al telefono, via mail e attraverso i social media), aziende e professionisti che hanno bisogno di nuove competenze, modelli e strumenti per affrontare sempre meglio le sfide del digitale.

Le responsabilità e i compiti dello Junior Business Development & CRM Specialist:

  • Contatto diretto telefonico e via mail ai database di lead forniti dal team Marketing con lo scopo di promuovere l’offerta Ninja Academy e pianificare appuntamenti di consulenza e analisi del fabbisogno formativo;
  • Sviluppo di nuove opportunità di business per l’area Corporate Training;
  • Assistenza dedicata a clienti business e consumer in supporto al team CRM.

Cerchiamo una persona motivata, con una buona attitudine commerciale, appassionata per il settore digitale e che sia in possesso dei seguenti requisiti:

  • Forte motivazione ed energia;
  • Buona attitudine commerciale;
  • Esperienza professionale anche minima come business developer, sales outbound, customer support telefonico;
  • Ottima dialettica, capacità espressiva, spiccate doti relazionali;
  • Passione e interesse per il digital marketing, la tecnologia, la formazione, le risorse umane;
  • Capacità di autorganizzazione e di lavoro per obiettivi;
  • Attitudine al lavoro in team;
  • Eccellente conoscenza della lingua italiana, parlata e scritta;
  • Laurea o diploma.

 Cosa ti offriamo: 

  • Un ambiente stimolante sempre al cuore dell’innovazione digitale e proiettato al futuro
  • RAL commisurata alla tua esperienza e potenzialità
  • Lifelong learning: l’offerta formativa Ninja Academy sarà a tua completa disposizione
  • Opportunità di accrescere il tuo network di relazioni: entrerai da protagonista nella community Ninja
  • Possibilità di crescita continua al raggiungimento dei tuoi obiettivi
  • Tanto divertimento: in Ninja lavoriamo sodo ma amiamo celebrare i nostri successi!
  • Offriamo al team attività di team building ed esperienze indimenticabili: le nostre convention annuali si svolgono in luoghi incredibili e sono intensi momenti di sviluppo personale.

Disponibilità oraria: full time

Sede di lavoro: preferiamo valutare candidati su Salerno, ma consideriamo anche figure per la sede di Milano. Offriamo inoltre una politica flessibile di Smart Working.

Amiamo farci stupire da chi ha talento e da chi non si accontenta mai dei risultati che ottiene ma cerca sempre nuove opportunità di crescita personale e professionale: un vero guerriero Ninja non si sazia mai!

Tipologia Contrattuale: inquadramento e retribuzione saranno commisurati a competenze e potenzialità del candidato.

Candidature dal sito di Virvelle qui. 

step per validare un prodotto

Dall’idea alla realizzazione: come validare un prodotto in 4 step

Negli ultimi anni, due settori interni alle aziende hanno iniziato a interfacciarsi sempre più spesso.

Chi si occupa di marketing viene sempre più spesso chiamato a interfacciarsi con chi crea il prodotto, in parte anche per via della nuova forma mentis che il growth hacking invita a seguire, cercando di abbattere i silos invisibili in cui stanno stipati i vari impiegati senza possibilità di comunicare tra loro.

La contaminazione delle idee e il continuo scambio di flussi tra reparti diversi è diventata una pratica affermata specialmente dopo i tantissimi case study in cui gli effetti positivi erano di gran lunga superiori rispetto al dispendio di tempo delle riunioni.

Quando si crea un nuovo prodotto (o servizio) l’azienda spesso non può conoscere in anticipo i risultati: venderà? Raggiungerà nuovi clienti? Avrà un ritorno sull’investimento?

Sono tutte domande che spaventano chiunque voglia mettere su un nuovo business, specialmente quando le risorse sono limitate. Per fare delle previsioni, il supporto degli esperti di marketing è essenziale perché i marketer sanno bene che la domanda fondamentale a cui rispondere è “questo nuovo prodotto soddisfa un bisogno?

Il processo che descriveremo oggi si può mettere in atto non solo per progettare un nuovo prodotto, ma anche per ideare dei servizi o implementarne di nuovi a prodotti/servizi già in attività e rodati.

Infatti, per semplicità, parleremo sempre di “prodotto” anche se, scambiandolo con servizio o funzione, il sistema rimane valido. Ciò è riproducibile sia per nuovi business che per aziende con molti anni di servizio.

LEGGI ANCHE: Funzionale non basta: come un’impresa può fare propri i principi de-sign

Cos’è la validazione di un prodotto e quali sono gli step

Come dicevamo poco più su, proviamo a rispondere alle domande che un imprenditore che rischia un capitale si pone, prima di lanciarsi in un nuovo progetto.

Il processo di validazione di un prodotto permette di avere delle risposte, anche se parziali, e specialmente di assumere consapevolezza se l’idea verrà apprezzata dal pubblico o meno.

Ciò permette di risparmiare molte risorse, evitando di creare un prodotto che alla fine potrebbe non piacere, di conseguenza non vendere. Questi piccoli step devono essere eseguiti con elasticità mentale e produttiva. Non dobbiamo innamorarci dell’idea ma essere pronti a cambiarla in corso d’opera, aggiustando il tiro quando nasce una nuova criticità.

Per semplicità divideremo il processo in quattro step:

  • la raccolta delle informazioni
  • realizzazione del prototipo
  • la fase di testing
  • il rilascio.

La raccolta delle informazioni: analisi dei dati quantitativi

Pensiamo di aver avuto un’idea geniale, ma quello che dobbiamo davvero comprendere è se il mercato ne abbia bisogno. Esiste già una richiesta? Da chi viene soddisfatta? Questa è una delle fasi più lunghe ma allo stesso tempo sottovalutate del processo di validazione.

Abbiamo quasi sempre una percezione indicativa delle risposte, ma dobbiamo ottenere numeri per capire se il nostro progetto sia utile o meno alle persone, e quindi comprendere se rientreremo nell’investimento. Inoltre, difficilmente saremo gli unici ad aver pensato a un servizio simile, quindi sarà necessario individuare i nostri competitor e capire osa ci differenzia da loro.

Andiamo con ordine: il nostro prodotto a chi si rivolge?

Stendiamo le nostre buyer persona (per scoprire come, leggi la guida dedicata), scriviamo nero su bianco quale bisogno risolve il nostro nuovo prodotto in base a ciò che conosciamo di queste persona.

Facciamo un esempio pratico: le mie buyer persona sono uomini e donne dai 25 ai 40 anni che non hanno tempo per cucinare ma vogliono tenersi in forma, il mio prodotto sono dei pasti pronti che siano sani e gustosi. Aver accoppiato il prodotto alla buyer persona non conclude la raccolta delle informazioni, anzi è solo l’inizio.

Ritornando al nostro esempio, i nostri amici che vogliono tenersi in forma, perché non hanno tempo? Siamo sicuri che il problema sia legato proprio al tempo di cucinare? Non diamo nulla per scontato, poniamoci più domande possibili e poi chiediamo a loro.

Attraverso un sondaggio riusciremo a prevedere quale potrebbe essere la nostra value proposition, ovvero quella caratteristica che ci distingue dai competitor, il motivo per il quale il pubblico dovrebbe scegliere noi e non loro.

Di ristoranti e bar che realizzano insalate da asporto ce ne sono tanti, ma dopo il sondaggio potremmo scoprire, ad esempio, che il problema è trovare materie prime di alta qualità e che diano sapore a piatti che tendenzialmente sembrano poco gustosi.

Ciò ci indica che ricette poco replicabili in casa e che siano costruite da chef attenti al tema potrebbero essere vincenti, rispetto alla classica insalata in mille forme.

I sondaggi inoltre sono ottimi per fare lead generation, possiamo quindi già da qui formare un database di potenziali clienti, profilandoli per esigenze in modo da associare il prodotto alle persone giuste. Costruire un sondaggio ad alto tasso di conversione è fondamentale per ottimizzare la spesa effettuata per portare gli utenti a rispondere ed avere dati quantitativi a sostegno delle nostre scelte.

Se il sondaggio non ci sembra abbastanza, possiamo anche optare per un quiz. Ciò è ideale per testare la conoscenza degli utenti per un dato argomento e capire in cosa noi dovremmo operare per potenziare le loro capacità. L’inserimento di un premio in cambio della partecipazione è un’ottima leva psicologica per gli utenti che vogliono essere stimolati per rispondere.

Realizzazione del prototipo

Dopo aver studiato i competitor e aver avuto più chiare le esigenze dei nostri potenziali clienti, si passa alla realizzazione essenziale del prodotto. Soffermiamoci sull’essenziale. Il prodotto non dovrà avere tutte le funzioni che abbiamo in mente, non dovrà essere perfetto ma dovrà possedere la funzione essenziale per rispondere al bisogno che abbiamo raccolto in fase di analisi.

In questa fase, il reparto marketing dovrà comunicare i risultati della ricerca al reparto che progetta e crea il prodotto e questi dovranno realizzare un prototipo del progetto.

Il prototipo ti permette di passare velocemente alla fase successiva, testare se i dati raccolti e le ipotesi fatte siano corrette e, nel caso andasse male, modificare ulteriormente il progetto prima dell’uscita ufficiale sul mercato.

La fase di testing: analisi dei dati qualitativi

La “prova del 9” avviene adesso, si mette a disposizione il prototipo di un numero limitato di utenti. In questa fase dobbiamo chiedere dei feedback per ricevere dati qualitativi, comprendere cosa va bene e cosa no per modellare il progetto finale.

Possiamo coinvolgere il database di chi ha partecipato al sondaggio iniziale, in una strategia di fidelizzazione a lungo termine.

Ciò che è importante è rendere consapevoli gli utenti che si tratta di un prototipo e che il loro contributo è davvero importante. Il reparto marketing potrà sfruttare questa relazione per campagne successive, richiedere recensioni il giorno del lancio ufficiale, creare pubblici simili e altre attività.

Quando si raccolgono i feedback, la squadra dovrà essere pronta a rimodulare il prodotto, in modo da realizzare il prodotto finale in linea con il target che ha partecipato.

Il rilascio

Queste fasi portano direttamente al lancio del prodotto sul mercato, con la consapevolezza che esiste una nicchia di utenti interessata. Il lavoro non è finito qui: siamo solo all’inizio. Ogni nuova funzione rimette in moto il processo di validazione che, questa volta, coinvolge una community che ci conosce e già utilizza il nostro prodotto.

digital tool della settimana

Forest, Flora Zebra e Praxis: i digital tool della settimana

Anche se le giornate più calde sono ormai arrivate, la vita in ufficio continua e una nuova selezione di strumenti digitali è l’ideale per velocizzare i task e rendere la giornata lavorativa più produttiva.

Tra i digital tool scelti per questa settimana, uno strumento per allenarsi con efficacia anche a casa e qualche utile idea per scegliere il gadget giusto per la nostra gita fuori porta del fine settimana.

Completano la lista, un repository per aumentare le nostre skill digitali e un’app per concentrarci meglio con la gamification.

LEGGI ANCHE: ReadBit, HashTrends e Dollo: i digital tool della settimana

Fuga all’aperto

picnic digital tool

Dopo più di un anno di vita al chiuso, non abbiamo voglia di altro che di spiagge, escursioni e vita all’aria aperta. Per vivere questi momenti all’insega del digitale e della tecnologia, The Verge ha raccolto una serie raccomandazioni e strumenti utili. Buon pic nic!

Concentrati con la gamification

forest digital tool

Se il tuo problema è quello di non riuscire a restare focalizzato su ciò che fai per il tempo necessario, puoi provare Forest. Un’app che pianta un albero ogni volta che hai bisogno di concentrarti su qualcosa e che lo fa crescere se riesci a rispettare il tempo necessario. Per ogni gettone guadagnato, inoltre, viene piantato un vero albero.

Machine learning per principianti

machine learning digital tool

Se nel tuo curriculum manca questa competenza, un buon modo per cominciare è quello di seguire il corso di Azure Cloud Advocates di Microsoft. In questo repository 24 lezioni, che includono quiz, compiti e altro per imparare mentre si testa su campo.

Make Clubhouse great again

floral zebra

Se trovi che la mancanza di una chat testuale sia uno dei problemi insormontabili di questo social vocale, puoi provare Floral Zebra, l‘app che permette agli utenti di avere una conversazione di testo su una chat audio. Intanto, il sistema di upvoting mostra le domande o i commenti più interessanti e importanti.

Sempre in forma (anche online)

Praxis digital tool per allenarsi

Ti sei mai chiesto se ti stai allenando correttamente quando segui il tuo trainer preferito su YouTube? Gli Skeleton Overlays di Praxis e tracciano i tuoi movimenti e ti mostrano i tuoi allineamenti in tempo reale.

richard branson volo spaziale virgin galactic

Richard Branson va nello spazio: segui la diretta su Ninja

Benvenuti alla corsa allo spazio, edizione miliardari!

Richard Branson, il fondatore di Virgin Galactic, è pronto al lasciare (temporaneamente) il pianeta Terra, domenica alle 15.00, ora italiana.

sir richard branson

Se la missione avrà successo, Branson batterà il concorrente Jeff Bezos, che si è recentemente dimesso da CEO di Amazon da pochi giorni. La rocket company di Bezos, Blue Origin, aveva annunciato il suo primo volo nello spazio per il 20 luglio. A bordo ci saranno Bezos, suo fratello Mark, l’ospite d’onore di Wally Funk e un passeggero di cui ancora non si conosce il nome che si è aggiudicato un’asta da 29,7 milioni di dollari per un biglietto, a giugno.

LEGGI ANCHE: New Space Economy, un’opportunità di business per le imprese

Amazon

Sembra che il CEO di Virgin lo batterà sul tempo tagliando per primo il traguardo. Eccellente escluso dalla bagarre, l’eccentrico Elon Musk con la sua SpaceX.

elon musk #lasereye

Se le condizioni meteo rimarranno favorevoli come previsto, due piloti e quattro specialisti di missione, tra cui proprio Richard Branson, viaggeranno tra gli 80 e i 100 chilometri di distanza dalla Terra.

Anche se la battaglia per il primato spaziale assomiglia sempre più a un botta e risposta a colpi di marketing, utile a gasare anche investitori e azionisti, il vero premio non sarà un badge per il primo uomo in orbita, ma la fetta più grande nel sostanzioso mercato dei viaggi spaziali commerciali e turistici.

Come guardare il volo di Richard Branson nello spazio

Il volo della VSS Unity partirà domenica alle 9.00 ora locale e lo streaming del lancio sarà trasmesso sul sito web di Virgin Galactic e sulle piattaforme social dell’azienda, ma puoi seguire la diretta anche da questa pagina, nel video qui sopra.

La capsula VSS Unity non può raggiungere la velocità necessaria per il volo orbitale, per questo punterà a un volo suborbitale che offrirà a passeggeri ed equipaggio una breve opportunità di guardare la Terra dall’alto e sperimentare la gravità zero.

Dopo il lancio dal suo aereo vettore, l’Unity si libra verso il confine dello spazio. Nel suo volo di prova del 22 maggio ha raggiunto una velocità di Mach 3, pari a tre volte la velocità del suono. I passeggeri sperimenteranno circa 4 minuti di assenza di peso prima di planare di nuovo verso la terra.