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  • Come si arriva in TV con un meme. Ecco chi ha creato Mancini-Regina

    Come si fa a proteggere la paternità di un contenuto così "veloce" se viene condiviso migliaia di volte da realtà grandi e piccole?

    15 Luglio 2021

    Dopo la vittoria della Nazionale Italiana di calcio agli Europei 2020, abbiamo esultato tutti. Oggi, che il mondo è un po’ più digitale rispetto alle passate occasioni sportive, uno dei modi più semplici per esprimere un’emozione è quello di riversarsi sui social media e affidare a queste piattaforme la nostra gioia e, perché no, anche lo “sfottò” agli avversari che hanno perso. Con le parole, certo, ma anche con le immagini. Io non conosco “personalmente” Eman Rus. Anche se ci ho parlato al telefono e via direct message su Instagram, non conosco il suo “nome anagrafico”, ma solo la sua identità digitale. Che è ancora più seguita adesso che i suoi lavori hanno fatto, letteralmente, il giro delle piattaforme dei social network, arrivando anche sulle TV nazionali. eman russ meme Mancini Regina Se il nome di questo creator non vi dice molto, di sicuro lo farà l’immagine di cui parliamo oggi, il “meme” (anche se lui non li definirebbe così), in cui l’allenatore dell’Italia, Roberto Mancini, appare abbigliato con il classico outfit della Regina Madre.

     
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    Come si fa a proteggere la paternità di un contenuto così “veloce”, se viene manipolato e condiviso migliaia di volte da realtà grandi e piccole? Lo abbiamo chiesto proprio a lui.

    Abbiamo visto il meme Mancini-Regina un po’ dovunque, anche in tv. Ci racconti cosa è successo?

    Il fotomontaggio Mancini Regina è stato realizzato il giorno che abbiamo scoperto di dover disputare la finale contro l’Inghilterra, ma si è diffuso in maniera esponenziale sul web solamente dopo aver vinto la partita contro gli inglesi. Mi sono goduto i festeggiamenti e, di conseguenza, non mi sono reso conto immediatamente di cosa stava succedendo sui social. Il fotomontaggio è stato ripostato in molteplici pagine privandolo del mio logo e della mia firma, rendendo perciò sconosciuto l’autore; è stato trasmesso anche in televisione ma naturalmente la mia firma non c’era più, è comparso ovunque.. nei social e nelle home dei siti internet di vari giornali nazionali. Persino una nota radio nazionale lo ha pubblicato nella sua pagina Instagram e, in seguito alle centinaia di segnalazioni fatte dai miei follower, nessuna modifica è stata apportata. Il fotomontaggio era stato privato del mio logo ed è stato aggiunto quello della radio che si è così appropriata del contenuto che io avevo ideato e creato. LEGGI ANCHE: Coca-Cola celebra i vincitori di UEFA EURO 2020

    Se un meme diventa virale, rischia di perdere il legame con l’autore. Come si fa a tenerne traccia?

    Con questa domanda ne approfitto per sottolineare il fatto che il mio lavoro è distante dal concetto di meme. Il meme per me cosa è ? È l’immagine della Regina Elisabetta seduta da sola durante i funerali del marito, è Sergio Mattarella che esulta dopo il gol, è l’uomo affacciato dal balcone di Matera, è Chiellini che tira la maglia del giocatore inglese. Ecco, sono tutte queste immagini che per circa una settimana diventano iconiche, e vengono snaturate dal loro contesto originario e rielaborate per creare dei contenuti ironici. Nella maggior parte dei casi, questa tipologia di contenuti viene accompagnata da scritte all’interno dell’immagine. Io, nella maggior parte dei casi, se non sempre, non uso questa tipologia di contenuto.
     
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    Piuttosto, cerco di creare degli scenari nuovi attraverso il fotomontaggio. Faccio satira attenendomi ai fatti di cronaca estremizzando la realtà o rielaborandola secondo la mia visione. Sono delle immagini che, a differenza dei meme, hanno un’ideale ben preciso e spero abbiano un eco più duraturo. Vedo infatti che i miei fotomontaggi vengono utilizzati dalle persone come immagine profilo dei propri account; altri li stampano e se li appendono in camera, molti addirittura ne fanno delle magliette. Non so… credo che il mio lavoro sia molto distante dai meme. Per rispondere alla tua domanda, per tenere traccia di un contenuto diventato virale è innanzitutto necessaria la firma o il logo riconducibile all’autore. Poi ti devi affidare al buon senso e correttezza delle persone o delle pagine che ripostano il tuo contenuto. Basta una persona che rimuove la firma dall’immagine e il contenuto è andato perso. Ed è quello che è successo con Mancini Regina. Per tutta questa serie di ragioni sono nati gli NFT.

    Dal tuo punto di vista, per un brand, quale sarebbe la procedura corretta per condividere un meme diventato virale?

    É molto semplice: basta rendere onore al lavoro dell’autore citandolo nella caption, mantenendo il logo originario, senza l’aggiunta di loghi secondari. I tag devono essere mirati. Se un’artista viene taggato in una sua foto riportata in un’altra pagina, ma nei tag ci sono altre 15/20 persone, penso che a quel punto il tag perde di valore. Lo stesso meccanismo dovrebbe verificarsi in tv o su altre piattaforme. Citando sempre chi c’è dietro quel contenuto e chi ha speso del tempo per crearlo.

    Cosa c’è dietro la creazione di un meme virale? Qual è il processo creativo?

    Il processo inizia con l’identificazione di un evento o di un tema con particolare rilevanza a livello nazionale o internazionale. Dopodiché, butto giù una serie di appunti e faccio delle prime simulazioni a mano. La fase ,forse più complicata, del mio lavoro è la ricerca delle immagini. Occorrono quelle con l’angolatura ben precisa, quelle con i colori giusti, servono le espressioni dei personaggi selezionati adatte, felici piuttosto che tristi. A quel punto arriva il lavoro vero e proprio: collego la mia tavoletta grafica, apro Photoshop e “dedico il mio tempo ai livelli” ( i livelli di Photoshop, appunto). Termino il fotomontaggio, lo salvo e me lo invio nel telefono. Una volta visionato da lì, mi accorgo se il lavoro è soddisfacente o se è necessaria qualche altra modifica.
     
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    Le piattaforme social puntano sempre più sui creator. Come monetizzi la creazione dei tuoi contenuti?

    Un creator potrebbe monetizzare come monetizzano gli influencer, con la differenza che gli influencer ci mettono “solo” la faccia e la fama già consolidata, mentre un creator dovrebbe metterci un lavoro artistico alla base e un’idea originale. Si può monetizzare anche attraverso lavori su commissione per singoli o aziende, o creando contenuti esclusivi per altre pagine.

    Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera come la tua?

    Il consiglio che posso dare a chi vuole avvicinarsi a questo mondo è di lavorare tutti i giorni per arrivare a un proprio stile riconoscibile, quello che esprime al meglio se stesso. L’attenzione al dettaglio è una componente fondamentale, stare sempre sul pezzo e anticipare le mosse degli altri e creare una visione differente che gli altri non hanno immaginato. E poi, inutile dirlo, metterci sempre passione.