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team resiliente

30 idee per prepararsi al rientro a lavoro (anche a distanza)

Il team building aziendale assume un significato diverso dopo la quarantena per COVID-19, da attività “extra” e a volte noiosa diventa un’occasione per riprendere quello che la pandemia ci ha tolto: la possibilità di socializzare, avvicinarci ai colleghi e creare dei legami di amicizia e affetto.

Lo smart working ha sicuramente permesso a molte realtà di continuare l’attività lavorativa anche durante le restrizioni imposte dalla pandemia ma ha anche tolto molto ai lavorati. Il rapporto con i colleghi si è trasformato in call, la “pausa caffè” si fa da soli e non c’è più distinzione tra spazio personale e quello lavorativo. Risultato? Lavoratori poco motivati, stress e poca coesione aziendale.

Ecco che il team building aziendale ricopre un ruolo fondamentale per riallacciare e riscoprire i legami tra colleghi e con l’azienda. Ma funziona realmente? E quali attività di team building si possono fare da remoto?

Perché è importante farlo

Partiamo dal significato di team building: serie di attività di gruppo che ha l’obiettivo di rafforzare lo spirito di squadra, la creatività e i legami tra colleghi. Ovviamente facendoli anche divertire!

I vantaggi del team building aziendale sono molteplici sia per i dipendenti che per l’azienda. I primi si divertono, staccano dal lavoro e possono socializzare con i colleghi senza preoccuparsi di job position e flussi aziendali. Inoltre è un’ottima occasione per conoscere persone di altre aree con cui non si ha molto a che fare. Tutto questo in un contesto stimolante e, a volte, fuori dagli schemi.

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Lato azienda, invece, i vantaggi sono:

  1. Aumento delle Communication Skills dei dipendenti: uno dei problemi più frequenti in un’azienda è l’incapacità di comunicazione tra i vari dipendenti. Il team building viene pensato per abbattere questa barriera “obbligando” a collaborare e parlare con i colleghi per risolvere l’obiettivo dell’attività.
  2. Aumento della produttività: uscendo dalle logiche aziendali, i partecipanti del team building devono trovare il metodo migliore per arrivare all’obiettivo dell’attività. Staccandosi dalla realtà lavorativa, i partecipanti possono pensare con più tranquillità al problema e a come trovare una soluzione.
  3. Identificare i ruoli: chi avrebbe mai detto che il timido sviluppatore sia un leader nato in grado di far vincere la sua squadra? Le attività di team building aiutano a far identificare ruoli e propensioni che solitamente non possono o riescono ad emergere. Ecco, quindi, che il project manager è un pacificatore, l’office manager è l’animatore del gruppo, la capo reparto un leader carismatico…

team building indoor

Team building aziendale: come si organizza

Organizzare un team building aziendale non è facile come sembra. Ci sono tantissime attività e non tutte possono essere in linea con lo stile dell’azienda o con le persone coinvolte. Come un po’ tutto nella vita, è necessario pianificare le attività e procedere per step:

  • Definisci gli obiettivi: parti dalle esigenze della tua azienda, quali sono i punti deboli del team? Quali aree vogliamo stimolare? 
  • Imposta un budget: ovviamente è fondamentale per capire cosa fare e, soprattutto, cosa non fare. 
  • Scegliere un team: non è un lavoro semplice, meglio chiedere a qualche collega di darvi una mano. Anche questa è un’ottima occasione per fare team building!
  • Comunica in maniera chiara: non tutti sanno cos’è un team building, meglio comunicare ai partecipanti la cosa in maniera diretta. Ci sta non dare tutte le info (un po’ di mistero aiuta) ma ricordati di informare se ci sono spostamenti, che tipo di attrezzatura è richiesta, se è possibile portare qualcuno e, nel caso, se si soffre di particolari allergie.
  • Scegli l’attività giusta: ricorda che il team building deve essere sì stimolante ma anche divertente! Evita di trascinare i tuoi colleghi in attività troppo spericolate o lontane dai loro gusti.
  • Scegli il momento giusto, magari non quando siete carichi di lavoro! Meglio un momento di calma e tranquillità. 

30 idee per il tuo team building aziendale

Escape Room: un grande classico perfetto per il lavoro di squadra. Che sia un dungeon, una casa infestata o un caveau le escape room sono un’ottima attività per stimolare la collaborazione tra colleghi. Inoltre, recentemente, sono nate molte escape room virtuali che permettono l’attività anche da remoto.

Social Challenge: le challenge sono nate con TikTok e coinvolgono sempre più persone e brand. Allora perché non farla come attività di team? Inventatevi una challenge in linea con i valori dell’azienda ed invitate i colleghi a realizzarla pubblicandola sui loro social. Si possono anche organizzare dei premi speciali o usare i contenuti per la comunicazione corporate.

Office Trivia: divisi in squadre si devono rispondere a più domande possibili sull’azienda e sui propri colleghi. Un modo semplice e divertente per stimolare il lavoro di squadra, la competizione e far passare i valori aziendali. Anche questa attività può essere svolta da remoto con app di meeting.

Karaoke: grazie a Fiorello questo passatempo giapponese è diventato famoso anche in Italia. Un’attività perfetta che però richiede una predisposizione da parte del gruppo (non c’è niente di peggio di un karaoke dove nessuno canta). 

karaoke

Go Kart: semplici da guidare ma molto adrenalinici, i go kart sono un’ottima attività da svolgere. Accendono la competitività e permettono a tutti di partecipare alla pari.

MMO: perché non organizzare un’attività di team building in un videogame? Ci sono tantissimi videogiochi online (anche gratuiti) che supportano un gran numero di giocatori. I generi spaziano dal GDR agli sparatutto passando per i giochi di racing, basta solo trovare il genere più in linea con i partecipanti! 

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Cena con delitto: un’idea originale per movimentare le classiche cene aziendali. Durante il pasto degli attori impersonificheranno una scena di un omicidio, ai partecipanti il compito di smascherare l’assassino raccogliendo indizi, ragionando insieme e cercando di battere sul tempo gli altri tavoli.

Gara di torte: lavorare in team è come cucinare. Bisogna seguire la ricetta, collaborare e, a volte, essere pronti a improvvisare! In questa attività le squadre si sfideranno nel realizzare una torta combattendo con tempi di cottura, cioccolato plastico e utensili da decorazione.

Caccia al tesoro: un grande classico dal successo assicurato! Adattabile ad ogni contesto, può diventare un’ottima occasione per far conoscere meglio il luogo di lavoro organizzandola all’interno degli uffici oppure, se si ha disponibilità di budget, si possono organizzare anche all’interno di intere città o in location pensate ad hoc. Per rendere tutto ancora più suggestivo si può pensare ad un tema invitando i partecipanti a vestirsi seguendo lo stile.

Campeggio: natura, spirito di adattamento e collaborazione sono alla base di un’attività di team building in campaggio. Che sia selvaggio o meno, il campeggio è un’ottima occasione per staccare dall’ufficio, riconnettersi alla natura e fare attività un po’ spericolate.

campeggio

Secret Santa: micro attività a bassissimo costo ma dall’ottimo risultato. Ogni dipendente pesca il nome di un collega a cui dovrà fare un regalo di Natale… senza però farsi scoprire! Obiettivo di questa attività è quello di spingere i colleghi a conoscersi meglio e a stimolare la creatività per trovare il regalo più wow! Extra: per aumentare la difficoltà si può aggiungere un budget massimo, dei premi (regalo più bello, più kitsch, più azzeccato, etc) oppure un tema.

Corso pratico: cucina, giardinaggio, dolci, sportivo, c’è un corso per ogni cosa! Il segreto è scegliere quello più in linea con lo spirito aziendale. Un’ottima idea per far divertire il team, creare coesione e aumentare le soft skills.

Giochi di ruolo: interpretazione, spirito di iniziativa, strategia e collaborazione sono alla base di ogni gioco di ruolo. Questa attività metterà i membri del team nei panni di personaggi totalmente diversi da loro in un contesto atipico o fantastico. Obiettivo? Risolvere la missione collaborando e aiutandosi a vicenda: solo un team unito arriverà alla fine dell’avventura sano e salvo. Ottima attività per un team ridotto di persone, si può svolgere anche online su apposite piattaforme.

Solidarietà: unirsi insieme per aiutare il prossimo è un gesto tanto nobile quanto edificante per il team. Inoltre si trasforma anche in un’ottimo strumento per veicolare lo spirito e i valori dell’azienda.

Sviluppare l’empatia: letteralmente mettersi nei panni dell’altro. Una giornata in cui ci si cala nei panni di un’altra persona per capirne le difficoltà e le problematiche che affronta ogni giorno. Ad esempio provare a vivere l’esperienza del cliente per un giorno oppure fingersi uno dei dipendenti. Un’attività interessante soprattutto per i team più organizzativi o distanti dalla quotidianità del lavoro.

Viaggio aziendale: che sia al mare o in montagna, passare un po’ di tempo in “vacanza” con i colleghi aiuta a sciogliere le tensioni e a consolidare le amicizie. Durante il viaggio si possono organizzare delle riunioni aziendali oppure delle micro attività di svago e divertimento.

Parco divertimenti: ottimo per i piccoli team, si passa una giornata insieme senza il “peso del lavoro” divertendosi tra montagne russe, spettacoli e attrazioni. Attenzione a non far disperdere il gruppo! Se si è in troppi organizzate dei momenti di riunione (il pranzo ad esempio) o delle attività collettive (tutto il team sulle montagne russe!).

team building park

Orienteering: mappa alla mano, il team deve trovare tutti i punti di controllo e arrivare per primo al traguardo. Inutile dirlo: collaborazione, spirito di adattamento e problem solving vengono messe a dura prova!

Laser War: non c’è niente di più catartico che sparare un laser al collega. Queste attività, oltre ad abbassare il livello di stress, stimolano il gioco di squadra e accendono la competizione.

Talent Show: tutti hanno un talento, una particolarità, allora perché non metterle in mostra in una gara di talenti? Singolarmente o in gruppi i membri del team si sfideranno portando sul palco il loro talento: canto, danza, recitazione, comicità… non ci sono limiti di categoria! Per coinvolgere tutti possiamo far votare il migliore a chi non partecipa al talent.

Musical: dal classico Grease all’intrigante Rocky Horror passando per il mitico Chicago, il mondo dei musical è davvero vasto e tutti possono partecipare! Come extra perché non far riprendere lo show ad una troupe e farne un video ricordo?

Sport: dal classico calcetto al canottaggio passando per il rugby, fare sport insieme ai colleghi è un’ottimo modo per creare gruppo, rafforzare il gioco di squadra e, ovviamente, alimentare l’impegno di tutti per vincere!

Flash mob: sempre divertente e perfetta per sciogliere i più timidi. Per renderlo ancora più coinvolgente leghiamo il flash mob ad un messaggio sociale in linea con lo spirito aziendale.

Gara fotografica: dato un obiettivo sfidiamo i dipendenti a realizzare lo scatto più bello nel tempo stabilito. Un’attività perfetta per stimolare la creatività e premiare l’impegno dei dipendenti.

Festa in maschera: mascherarsi è sempre bello… non solo a carnevale! Dividete i partecipanti in gruppi dando ad ognuno un tema (meglio se i temi di ogni gruppo sono legati, ad esempio tema generico serie tv ed ogni gruppo ne deve interpretare una). Ovviamente invitate alla massima segretezza e non dimenticato di prevedere una photobooth! 

Yoga & Meditazione: la prima causa di tensioni tra colleghi è lo stress, allora perché non organizzare un’attività che aiuta a ritrovare l’equilibrio e la tranquillità? Lo yoga e la meditazione può aiutare a calmare gli animi e a trovare una nuova connessione con i colleghi.

Orto o giardino comune: dedicarsi al giardinaggio aiuta a diminuire lo stress e ad aumentare l’autostima. Perché non realizzare un piccolo orto o un giardino collettivo? I colleghi dovranno occuparsene e decidere insieme cosa coltivare e, soprattutto, che decisione prendere in caso di problemi.

giardino aziendale

Fantacalcio: siamo pur sempre italiani, amiamo il calcio! Organizzare un fantacalcio aziendale non è difficile, è sicuramente stimolante e si possono prevedere dei premi per i più forti (e uno di consolazione per l’ultimo posto!).

Open Day: aprire l’azienda per un giorno a familiari e amici con tour organizzati dai dipendenti. Spiegare il proprio lavoro aumenta la consapevolezza dei dipendenti rendendoli orgogliosi dell’attività che stanno svolgendo. Il segreto è non cadere mai troppo nello specifico: non bisogna raccontare la singola attività della persona ma quella più ampia del gruppo di lavoro o dell’azienda.

Giornale o Blog: che sia cartaceo o digitale, un appuntamento editoriale può diventare un’ottima attività di team building che aiuta a stimolare la creatività e il senso di responsabilità dei partecipanti.

fidal geopard

Correre insieme per evitare la solitudine: è il progetto GEOpard di FIDAL

Integrare i giovani con i loro coetanei di tutta Europa sotto l’ombrello della corsa.

È l’ambizioso obiettivo di GEOpard, la piattaforma della FIDAL per prevenire fenomeni di radicalizzazione, attraverso la corsa e la condivisione degli allenamenti.

Registrandosi sul sito, è possibile entrare in contatto con altri appassionati del mondo del running, disciplina che è sempre stata considerata uno sport “solitario” e che così si trasforma invece in uno strumento di socializzazione.

Si può infatti condividere i propri risultati con la community, ma anche foto, video e idee. Oppure diventare allenatori, per seguire e motivare i runner durante gli allenamenti. Ma anche “uscire” dal mondo virtuale e organizzare incontri dal vivo fra gli iscritti.

Luca Verrascina, Project Leader del progetto, ha risposto a qualche domanda per noi di Ninja Marketing.

geopard - Luca Verrascina

Lo sport è sempre stato un grande strumento di socializzazione. Cosa significa portare questo aspetto dello sport nel mondo digitale?

Dall’inizio dell’età moderna lo sport, insieme alla scuola, è stato una delle più grandi forme di socializzazione.

È stato il mezzo attraverso il quale i ragazzi di moltissime generazioni si sono uniti, credendo negli stessi valori e nelle stesse regole; oppure uniti semplicemente dalla passione per uno sport e dal tifo. Lo sport è sicuramente una delle più grandi forme di socializzazione.

È anche vero che negli ultimi anni, con lo svilupparsi dei social media, abbiamo scoperto nuove forme di socializzazione che hanno modalità diverse e che bisogna cercare di intercettare per evitare le radicalizzazioni. Sono quelle che vengono chiamate “le nuove solitudini” che possono nascere dal web, quando ci si chiude in una stanza con i propri pensieri fidandosi di tutto quello che ci arriva dallo schermo e può condizionare le nostre scelte culturali, religiose e politiche.

geopard homepage

Per evitare questo, attraverso il progetto GEOpard abbiamo deciso di mutuare lo sport all’interno dei social, cercando di creare una community in cui ci si riconosce e che è un’occasione per stare insieme: accendere uno schermo e trovare un amico dall’altra parte, trovare qualcuno che condivida i nostri stessi valori e abbia voglia di fare sport.

Nel nostro caso, che abbia voglia di correre, di uscire fuori e passare del tempo insieme, anche se solo virtualmente.

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Quali valori e quali modelli i social dovrebbero mutuare dallo sport?

Ci sono tanti valori che lo sport può trasferire nei social media, ma credo che quello più importante di tutti sia il rispetto.

Il rispetto dell’avversario, certo, ma anche il rispetto di un risultato sportivo.

Tantissime volte sui social assistiamo a delle vere e proprie battaglie e prese di posizione. Immediatamente, tutta una serie di persone, haters o semplicemente individui che non condividono un determinato punto di vista assalgono chi ne esprime uno.

C’è questa diffusissima tendenza a “demonizzare” l’altro solo perché non la pensa allo stesso modo. Ecco, nello sport questo non esiste, non esistono colori e razze: nello sport, semplicemente, il più forte vince.

Ci si ritrova insieme per gareggiare lealmente. Poi è chiaro che ci sarà un vincitore e qualcuno che sarà meno contento, ma se cerco di individuare qualcosa che lo sport può insegnare ai frequentatori dei social network è proprio il rispetto, un valore che un po’ stiamo perdendo.

Qual è l’obiettivo di GEOpard?

GEOpard si pone diversi obiettivi, alcuni ambiziosi e sfidanti. Quello che vogliamo fare è combattere le radicalizzazioni e le nuove solitudini, che molto spesso riguardano i ragazzi tra i 18 e i 35 anni.

geopard

Sono solitudini digitali, che nascono e crescono soprattutto attraverso il web. Noi siamo la Federazione Italiana di Atletica Leggera e siamo ambassador dello sport più antico del mondo, la corsa. E attraverso la corsa vogliamo dare il nostro contributo a questa battaglia, unificando i ragazzi con semplici messaggi da condividere su una piattaforma, piccole sfide, ricorrenze e situazioni che ci possono legare.

GEOpard è proprio questo: vuole legare, unire ed eliminare la necessità di considerare qualcuno diverso da noi.

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Come funziona la piattaforma?

GEOpard è la nostra casa: è la nostra piattaforma, dove si trovano notizie, riflessioni ma, soprattutto, occasioni di socialità. Iscriversi è molto semplice e si ha subito la possibilità di incontrare altri appassionati.

L’incontro è virtuale, ma sarà come farlo dal vivo: si tratta di un compagno con cui condividere occasioni di divertimento, di corsa, di allenamento o, semplicemente, per festeggiare insieme. Vuole essere la casa di tutti.

Naturalmente, non è richiesto “nessun abito”:  non c’è distinzione di sesso, religione o idee politiche, basta semplicemente bussare! Unico requisito è che si abbia voglia di correre insieme.

Ci sono già dei dati? Quali sono i numeri del progetto finora?

GEOpard è un progetto europeo. Essendo un progetto transnazionale, quindi può contare su diverse presenze straniere, oltre ovviamente a una fortissima realtà italiana. Vi sono già alcune migliaia di iscritti al portale e contiamo di incrementare continuamente questo numero.

Ovviamente, la maggior parte degli iscritti arrivano da quelli che sono i Paesi partner come il Portogallo, la Croazia, la Slovenia o la Bulgaria, ma GEOpard è aperto a tutti e, passo dopo passo, vuole arrivare in tutta Europa. E contiamo di riuscirci!

Kikkoman, McDonald’s e OBLI: i migliori annunci stampa di luglio

La creatività non va mai in vacanza, anzi: con il rallentamento delle restrizioni e il lento e progressivo ritorno alle attività quotidiane, l’advertising Out of Home sta vivendo un nuovo momento magico.

Grazie a questa situazione, anche le creatività ricominciano a essere audaci, colorando gli spazi comuni con messaggi e proposte.

Gustiamo insieme la selezione dei migliori annunci stampa di luglio, selezionati tra le campagne delle agenzie di tutto il mondo.

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Kikkoman – Kikkoman Gold Medal

Per celebrare i giochi olimpici di Toyko, l’agenzia di Zurigo Freundliche Grüsse ha ora creato un Out of Home molto speciale per la tradizionale marca giapponese: un semplice nastro di tessuto trasforma il logo Kikkoman in una medaglia d’oro. Tanto semplice che non ha bisogno di parole.

Kikkoman

Advertising Agency: Freundliche Grüsse, Zürich, Switzerland
Creative Director: Pascal Deville
Creative Director: Samuel Textor
Art Director / Concept: Norihito Iida
Copywriter / Concept: Christian Stüdi

Senda Verde – Versus

Il calcio continua ad essere lo sport più popolare del mondo e la Bolivia non fa eccezione.

Nonostante la squadra nazionale, soprannominata la squadra “verde”, non ottenga buoni risultati, può contare sul favoloso entusiasmo dei suoi tifosi.

Senda Verde è una ONG rifugio per animali di 18 anni in Bolivia, che cura e riabilita gli animali in pericolo.

In occasione della Copa América Brasil 2021, Senda Verde mette alla prova i fan del “verde”, chiedendo loro quale “verde” avrebbero sostenuto.

Una campagna di stampa e social media che cerca di rendere la popolazione consapevole dei danni che stiamo facendo alla natura e agli animali che la abitano, che senza dubbio hanno bisogno di veri tifosi.

senda verde

senda verde

senda verde

Advertising Agency: Humano, Santa Cruz de la Sierra , Bolivia
Chief Creative Officer & Partner: Ferju Cuevas
Creative Director & Partner: Rodsel Ticona
Art Director: Jorge Cobo
Designer: Ravier Endara
Copywriter: Ferju Cuevas
Digital Studio: Gonzalo.Studio

OBLI – Prison

Quando si affitta una proprietà immobiliare, il padrone di casa ha il diritto di chiedere una garanzia, per essere protetto da ritardi nei pagamenti, possibili danni alla proprietà e qualsiasi altro debito.

In Israele, gli inquilini sono tenuti a presentare una “garanzia bancaria” e per farlo, devono depositare (cioè “imprigionare”) 3 mesi di affitto in contanti, in una banca.

Oggi, grazie a OBLI, una nuova società fintech, gli inquilini possono fornire una garanzia sicura senza dover separare i loro soldi.

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

Advertising Agency: Boom!, zichron yaakov, Israel
Art Director, Creative Director: Eyal Segal
Copywriter, Creative Director: Michal Almog
Co Founder And Director: Hagit Kamin
Photoshop And Digital Illustrator: Alex Melik-Adamov
Marketing And Sales Director: Tomer Miedzigorski

McDonald’s – World Emoji Day

Cosa c’è di più iconico di un cheesburger? Il classico panino all’americana con hamburger e fetta di formaggio, simbolo di una delle più grandi catene di fast food del mondo si trasforma in un’icona in questa campagna di McDonald’s.

Esattamente come per le emoji, basta un attimo per comprenderne il significato.

McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day

Advertising Agency: ONIRIA/TBWA, Paraguay

Accidents Awareness – Bag, Mug

Piccole distrazioni, quelle che ci capitano mentre guidiamo. Ma anche sorseggiare da una tazza di caffè o cercare qualcosa con lo sguardo e frettolosamente, da una borsetta, può comportare gravi conseguenze.

Attenzione alla guida, sempre!

Accidents Awareness

Accidents Awareness

Advertising Agency: Nabaroski Ad Store
Creative Director / Art Direction: Mohamed Nabarawy
Copywriting: Ziad Waleed
Business Developer: Mohamed Zayed
Graphic Designer: Hassan Saied

La sostenibilità come leva strategica per le imprese

Dodicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la Sostenibilità: ne abbiamo parlato con Enea RovedaCEO di LifeGate. Una community che oggi conta oltre 5 milioni di persone, che ha reso possibile l’acquisizione di linguaggi, metodi e strumenti ideati per un target sensibile ai temi dello sviluppo sostenibile.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Sostenibilità, tema sempre più cruciale: min 14,40
  • La diffusione Digital: min 19,00
  • Com’è cambiato il coinvolgimento degli italiani: min 24,00
  • L’adattamento dei processi aziendali alla sostenibilità: min 30,00
  • La crisi sanitaria e gli effetti sulla sensibilità allo sviluppo sostenibile: min 37,20

presenza social della tua azienda

Come la tua impresa dovrebbe agire sui Social Media (anche se non è una Big)

50 anni fa i dipartimenti Risorse Umane spuntavano come funghi nell’organigramma delle grandi aziende.

Oggi la stessa dinamica accade per i dipartimenti di Digital Marketing e Social Media. Difficile non averne uno all’interno della struttura aziendale.

Ormai, anche i grandissimi brand si  sono convertiti al dio Social. Se anche un gigante del tech come Apple presidia quotidianamente le principali piattaforme, c’è un motivo: le persone danno per scontato che le grandi aziende siano intercettabili sui social media.

E, più è grande l’azienda, maggiori sono le aspettative delle persone sui tempi di reattività alle loro domande. O sulla capacità di offrire argomenti di intrattenimento creativi, contenuti interessanti che diffondono i valori del brand. O ancora, porre rimedio a eventuali casi di emergenza e scivoloni sul web.

Nella maggior parte dei casi, queste aspettative non sono disattese. Nella maggior parte dei casi, appunto. C’è ancora qualcuno che pensa di poter fare a meno di questo canale di comunicazione, di cui invece ha bisogno ogni azienda, indipendentemente dalla sua dimensione.

Proviamo a identificare i motivi che spingono una grande azienda ad investire nei social media per come soddisfare (o in alcuni casi superare) le aspettative dei clienti, in modo da applicare le conclusioni anche alle nostre realtà più circoscritte.

Il dipartimento di Social Media Marketing potrebbe essere un’impresa a sé stante

Una grande multinazionale si trova spesso a gestire diversi canali social in diverse aree del mondo e lingue.

In base al mercato, le aziende possono anche gestire account separati per supporto al cliente, marketing, verticali di business, divisioni interne e persino nuove opportunità di carriera.

Social Media grandi aziende Ninja Marketing

Basta digitare la parola “Disney” nella barra di ricerca di YouTube e vedere quanti risultati vengono visualizzati.

Le attività di social media marketing coinvolgono team di grandi dimensioni, una o più agenzie di comunicazione, un supporto legale e strumenti di gestione su scala aziendale.

Per mantenere la coerenza di Tono di Voce e Brand Identity su ogni piattaforma social, le aziende si affidano a linee guida, manuali operativi e documenti di social media policy interna ed esterna.

Gli obiettivi principali delle grandi aziende sui social

1. Aumentare la consapevolezza del Brand

Anche se molte grandi aziende B2C possono già beneficiare di una solida brand awareness, i social media hanno la capacità di aumentare la percezione del marchio con determinati messaggi o specifiche campagne di marketing studiate per lanci di prodotto, eventi particolari e altre iniziative commerciali.

Anche per le aziende B2B, i social media si rivelano un mezzo per aumentare la visibilità del marchio e pubblicizzare soluzioni commerciali verso potenziali partner e clienti.

2. Entrare in connessione con un pubblico specifico

Tutto parte da un unico assioma: piattaforme social diverse sono popolate da pubblici con dati demografici diversi.

Ad esempio, per raggiungere i consumatori cinesi benestanti, i brand del luxury fashion sono stati tra i primi ad aprire account aziendali WeChat.

Viceversa, per raggiungere il pubblico più giovane, diversi grandi marchi come ChipotleBetty CrockerFruit Gushers, sono passati su TikTok.

@chipotleComing soon to a Chipotle near you… ##chipotle ##gold ##burrito ##foodtiktok ##trending ##fyp♬ original sound – Chipotle

La segmentazione avviene anche all’interno delle piattaforme stesse: tante aziende gestiscono account separati per aree geografiche e destinatari differenti.

Netflix, ad esempio, ha impostato un re-indirizzamento automatico in base alla posizione geografica dell’utente. Il targeting degli annunci sponsorizzati è un’altra tattica ben nota che i principali marchi utilizzano per raggiungere il pubblico correto.

3. Misurare il sentiment del cliente

La percezione del cliente può spostare l’equilibrio su tutto il processo di sviluppo del prodotto, la messaggistica e persino i valori aziendali.

Il feedback diretto dei consumatori attraverso sondaggi e questionari è un modo intelligente per trovare spunti di riflessione o suggerimenti creativi.

Il monitoraggio dei fan sui social media offre alle aziende un modo per interpretare i segnali, individuare le tendenze del momento, capire meglio ciò che interessa alle persone. Basta chiedere alla propria community online e i veri fan del brand si scatenano nel fornire il proprio supporto.

Come è successo nel 2014, IKEA ha collaborato con Brandwatch per aprire un Listening Hub. Da allora, il Listening and Learning è diventato il primo stadio della catena del valore del brand svedese.

Il social listening permette ai brand di essere presenti quando conta. Non sempre gli utenti sui social si ricordano di taggare le pagine o i profili ufficiali delle aziende quando parlano di loro. Ecco perché è molto importante una costante attività di monitoraggio che tenga traccia anche delle parole chiave oltre che le menzioni.

4. Fornire assistenza ai clienti

Tutti noi oggi interpelliamo i canali social quando abbiamo bisogno di supporto per un prodotto o un servizio. Secondo uno studio della Harvard Business Review, semplicemente rispondere alle persone sui social media innesca un effetto positivo verso il brand e l’azienda.

HBR

Secondo la ricerca, i clienti che hanno ricevuto un qualsiasi tipo di risposta da un referente o un social media manager dell’azienda, si sono rivelati maggiormente predisposti a spendere di più con quell’azienda.

5. Aumentare il traffico e le vendite

Dal social selling al social commerce. I social network sono una delle principali fonti di traffico e di vendita per le grandi aziende. E lo saranno sempre di più.

Le piattaforme social continuano ad implementare nuove funzionalità per rendere lo shopping ancora più facile. Dalle pagine vetrina, le dirette live dedicate alla vendita, il tag dei contenuti sullo shop e i sistemi di pagamento rapido in piattaforma.

Lo shopping in live-stream ha generato 449,5 milioni di dollari di vendite in un solo giorno in Cina il 1° luglio 2020.

Il social network è oggi un canale di marketing in cui poter praticare il principio di esclusività. Le grandi aziende premiano i clienti con anticipazioni, offerte riservate o a tempo, codici promozionali e accesso in premier.

6. Reclutare i giovani professionisti

Il social recruiting è una pratica ormai all’ordine del giorno. Soprattutto quando creatività e simpatia sono tra gli aspetti distintivi dell’azienda.

Le offerte di lavoro su LinkedIn sono senz’altro più sobrie, ma chi l’ha detto che il candidato perfetto per una nuova posizione vacante non si trovi proprio grazie ad un annuncio di lavoro pubblicato dai profili social ufficiali dell’azienda?

Social Media grandi aziende social recruiting

Per i giovani professionisti, l’immagine aziendale è più importante che mai.

E sappiamo quanto sia complesso e difficile soprattutto per le grandi aziende, mantenere un’immagine positiva di sé.

Secondo un recente sondaggio di McKinsey, gran parte dei Z Gen crede che le grandi aziende siano meno etiche delle piccole imprese.

Today's young people differ from yesterday

Un sondaggio del 2020 di Glassdoor rileva che 3 candidati su 4 in cerca di lavoro, si rivolgono ad aziende con una forza lavoro diversificata. Che prendono posizione sul Black Lives Matter, sulla diversità di genere, sull’attualità culturale e le problematiche legate al posto di lavoro. Sono topic estremamente attuali sui social media.

diversity in workplace

7. Costruire una Brand Community

Le Brand Community esistono da molto prima della nascita dei social network. Semplicemente oggi i gruppi Facebook, gli account privati e gli hashtag legati al brand sono un mezzo per comunicare ad appassionati e fan del marchio, con i club e i gruppi che fanno del brand uno stile di vita. Anche negli spazi online.

Uno studio del Journal of Business Research del ScienceDirect, afferma che la partecipazione alle community aumenta la brand loyalty verso l’azienda. Sappiamo bene quanto sia difficile costruire un rapporto di fiducia con i consumatori.

Tutti adorano scambiare quattro chiacchiere con il barista o con il parrucchiere. È il modo più semplice per restare in contatto con la realtà di tutti i giorni. I grandi brand possono raggiungere livelli di fiducia simili proprio grazie ai social media.

Ad esempio, sarebbe sufficiente rileggere la cronologia dei messaggi della chat prima di rispondere a un cliente, per comprendere la sua situazione e contestualizzarla. Sapere che è la quarta volta che qualcuno ha un problema con un servizio, o è membro di un programma fedeltà, consente di instaurare una comunicazione con prospettive migliori.

8. Rendere il tuo brand più umano

Non c’è niente da fare. Ci riesce molto più facile entrare in contatto con il nostro vicino di casa, piuttosto che con una società senza volto. Le persone vogliono avere a che fare con i volti che lavorano dietro al brand. Che si tratti di marketing, recruiting o supporto.

Ad esempio, uno studio della Harvard Business Review ha scoperto che anche qualcosa di futile come la firma di un messaggio o di una e-mail, con il nome del referente o dell’operatore che ha svolto il servizio, migliora la percezione del cliente verso l’azienda.

9. Guidare le scelte attraverso i valori

Dai barattoli per le donazioni, ai menu sostenibili, i segnali di etica delle piccole imprese sono spesso posti in bella evidenza. Da questo punto di vista, le imprese multinazionali devono lavorare un po’ di più per diffondere i valori aziendali.

Una recente ricerca dell’Università di Toronto rivela che le persone esprimono giudizi su un’azienda già solo in base alle sue dimensioni. Ugualmente, i consumatori puntano sempre più ad allineare le proprie decisioni di acquisto ai valori dichiarati ed espressi dal brand. Perciò è essenziale che le posizioni delle grandi aziende siano chiare, oneste ed espresse. Come si legge all’interno del rapporto:

La storia che racconta il marchio deve essere fedele alla tua attività e tener conto delle aspettative dei tuoi clienti

Ed è quello che fa Patagonia nelle sui suoi canali social, come in questo video YouTube.

10. Restituire alla comunità

Le persone acquistano a chilometro zero per supportare la comunità locale. Le multinazionali, viceversa, devono confrontarsi quotidianamente con lo spettro della fama di sfruttatrici.

Quasi la metà delle aziende globali valutate nel Corporate Human Rights Benchmark 2020 non supera gli standard dei diritti umani delle Nazioni Unite.

I social media sono un luogo in cui le aziende che restituiscono alle comunità in cui operano, hanno l’opportunità di distinguersi da quelle che non fanno altrettanto. I brand internazionali dovrebbero condividere sui social media le attività messe in pratica per reinvestire nella comunità di riferimento dei consumatori o in quelle in cui operano.

customer expereince

Customer Experience: 7 best practice per migliorarla

La customer experience assume oggi sempre di più un ruolo cruciale nelle logiche aziendali e diventa quindi essenziale l’utilizzo di nuove tecnologie e di best practice precise che vadano incontro all’ottimizzazione della stessa attraverso il miglioramento della customer satisfaction, ovvero la percezione del cliente che il sistema di offerta di un’​azienda ha raggiunto o superato le proprie aspettative.

Per creare esperienze cliente rivoluzionarie e ottenere clienti felici attraverso il miglioramento della customer experience la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. 

I chatbot, disponibili ogni giorno e 24 ore su 24 per i clienti o l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP), grazie al quale è possibile aumentare il livello di comprensione rispetto ai messaggi di testo scritti dalle persone, sono solo alcuni esempi del tipo di tecnologie su cui le aziende possono oggi contare per ottenere nuove prospettive e soluzioni capaci di migliorare la customer experience

Queste nuove tecnologie sono infatti oggi sempre di più in forte sviluppo, perché sempre maggiore è il numero delle realtà aziendali che ne sta facendo già uso o intende farne nel prossimo futuro.

Ma oltre alle nuove tecnologie oggi a disposizione delle aziende ci sono anche molteplici best practice utili da seguire per migliorare la customer experience.

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7 tecnologie e best practice per migliorare la customer experience

Tra le tecnologie da adottare e le best practice da seguire per l’ottimizzazione della customer experience in grado di attirare maggiormente l’attenzione delle aziende nell’ambito dei loro progetti di digitalizzazione ne possiamo elencare sette. 

Ecco allora alcuni suggerimenti:

  • Adotta una mentalità omnichannel. I canali digitali sono aumentati con il passare del tempo. Messaggi di testo, chat web, video, social media e messaggistica in-app per i dispositivi mobili si sono infatti aggiunti ai limitati canali tipici del passato ed i  clienti sono soliti utilizzare una moltitudine di canali offline e online sempre diversi per connettersi con le aziende, passando da un canale all’altro e aspettandosi una continuità nella comunicazione ed un collegamento tra questi. 

Per soddisfare questa aspettativa adottare la l’omnicanalità, tecnologia infatti molto gettonata nei piani di investimento 2021, diviene essenziale per offrire una buona customer experience. 

Importante è però prima di tutto la scelta di presenziare su molteplici canali e di usare i chatbot nella propria comunicazione aziendale, ovvero assistenti virtuali capaci di guidare i clienti fino a trovare la risposta cercata, uno strumento anche questo in forte crescita.

  • Ottimizza il servizio clienti. Diversi dati confermano che le persone sono portate ad acquistare da un marchio non solo per i prodotti che offre, ma anche per il supporto che garantisce loro. Sarebbero inoltre disposti a spendere anche fino al 17% in più con aziende che offrono un supporto al cliente ottimale, secondo una ricerca realizzata da American Express

Per ottimizzare il servizio clienti alcuni suggerimenti da seguire sono: offrire più canali di supporto attraverso la omincanalità e ottimizzare la tempistica inerente ad attesa e risposta attraverso un unione tra supporto offerto digitalmente e di persona.

  • Usa agent analytics.  Le tecniche di Natural Language Processing (NLP), Intelligenza Artificiale o sentiment analysis  sono gli attori principali per l’ottimizzazione della gestione dei rapporti con i clienti, consentendo di rispondere più velocemente ed efficacemente alle esigenze degli stessi, ma possono allo stesso tempo rappresentare un ottimo supporto anche per l’addestramento del personale o attraverso l’elaborazione del linguaggio naturale permettono di carpire le informazioni utili per identificare un cliente come un buon candidato per un nuovo prodotto così da agire  mostrando il prodotto all’utente attraverso un popup. 

Inoltre grazie al supporto di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, è possibile anche decidere di intraprendere azioni come l’invio di chiamate che restituiscono la maggiore probabilità di risolvere il problema nel miglior modo.

  • Personalizza la comunicazione verso i clienti. Una comunicazione personalizzata è ormai assodato che sia preferita dai clienti. Le persone infatti non possono fare a meno di essere coinvolte da qualcosa di personalizzato appositamente per loro. 

Gli sforzi delle aziende per personalizzare la customer experience (CX) sono guidati da una comprensione delle routine di comportamento resa oggi possibile  attraverso soluzioni di machine learning stabilendo le azioni in base ai dati in possesso che restituiscono un identikit del cliente. 

Secondo una ricerca di Accenture Strategy si ha infatti un’ulteriore conferma del desiderio dei consumatori italiani di avere una customer experience personalizzata come mostrano i dati dell’infografica sottostante.

infografica accenture

Source: Accenture

Tra le metodologie per personalizzare la comunicazione verso i clienti è possibile includere: l’uso della tecnologia di geolocalizzazione al fine di personalizzare in base alla posizione, l’offerta di consigli basati su acquisti fatti dal cliente in passato e adattare il sito web per offrire contenuti dinamici in base alle preferenze dell’utente.

  • Usa traduzioni e trascrizioni vocali in tempo reale. Eseguire traduzioni linguistiche in tempo reale durante qualsiasi tipo di interazione è una funzionalità molto utile in grado di aumentare le potenzialità degli addetti al customer service che non avrebbero più bisogno di parlare più lingue. 

Allo stesso modo, la trascrizione vocale in tempo reale permetterebbe agli addetti del customer service di avere gli appunti necessari in merito ad una chiamata con un notevole risparmio di tempo evitandone la scrittura manuale.

  • Utilizza la sentiment analisys. Interpretare lo stato d’animo dei clienti per il miglioramento della customer experience è un aspetto fondamentale tra le best practice utilizzabili e grazie all’Intelligenza artificiale è un processo facilmente realizzabile. 

Alcuni modi per farlo sono ad esempio attraverso il riconoscimento dei toni della voce durante una telefonata o nelle lettere maiuscole usate durante una webchat.

  • Usa la mappatura del percorso del cliente per comprendere le loro percezioni durante l’interazione con il tuo marchio. Incrociando le mappe di viaggio con le metriche principali, è infatti possibile ottimizzare la comprensione della customer experience ed è altresì possibile stabilire dove possono esserci problemi e dove è invece possibile cogliere delle opportunità. 

Attraverso la Customer Journey Map , ovvero un diagramma che illustra ogni step affrontato dai nostri clienti entrando in contatto con la nostra organizzazione, è inoltre possibile creare un rapporto di fidelizzazione con i clienti grazie a:

  • la comprensione dell’esperienza del cliente
  • la conoscenza del percorso dei prodotti offerti
  • il miglioramento della relazione 

Conclusioni

Le nuove tecnologie oggi a disposizione grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale consentono alle aziende di avvalersi di una serie di soluzioni e strumenti che unitamente a precise best practice permettono l’ottimizzazione della customer experience.

Un fattore questo, che dalle ricerche risulta essere fondamentale per l’acquisizione e la fidelizzazione dei clienti da parte delle aziende.

Utilizzarle diviene dunque imprescindibile oggi per qualunque tipo di azienda al fine di migliorare il proprio business.

Aperte le iscrizioni per la IV edizione del master in Strategy Innovation di Ca’ Foscari

Essere innovatori strategici è la combinazione di un atteggiamento mentale e di un approccio strategico che porta, innanzitutto, a individuare le opportunità di business offerte da nuove tecnologie e da nuovi bisogni e, successivamente, a trasformare tali opportunità in progetti imprenditoriali concreti, dando loro significati spesso radicalmente nuovi.

“L’obiettivo del Master  – spiega il Direttore scientifico, prof. Carlo Bagnoli, ordinario di Innovazione Strategica presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari – è trasmettere un cambio di prospettiva dal punto di vista dell’innovazione strategica, per formare manager preparati alle sfide legate alla ridefinizione dei modelli di business e al management dell’innovazione aziendale”.

Il Master Executive di II livello in Strategy Innovation – SIM, è stato supportato da partner storici quali tra gli altri De’ Longhi, Crédit Agricole, Stiga, MAW, SuperJet International, Arper, Everel, Wartsila e ha visto la partecipazioni di esperti come Francesco Morace, Alessandro Garofalo, Ernesto Ciorra. Intende esplorare in modo sistematico l’intero processo di innovazione strategica a partire dalla generazione di un’idea nuova, fino alla creazione di nuove imprese (startup) o alla radicale ridefinizione del modello di business di imprese esistenti (re-startup).

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Attraverso 300 ore di lezione e una faculty mista di docenti e manager, i partecipanti avranno modo di esplorare i diversi approcci all’Innovazione Strategica, come:

Strategy innovation competencies: questa sezione è funzionale a superare il paradosso competitivo tra aumentare il valore offerto al cliente e abbassare il costo di produzione, attraverso una nuova proposta di valore, all’interno di un nuovo spazio di mercato;
Strategy innovation sources: questa sezione è funzionale allo sviluppo sistemico e coordinato di Market-Pull, Technology-Push e Design-Driven Innovation al fine di alimentare la capacità  innovativa delle imprese, unico modo per combattere la naturale tendenza di quest’ultime a focalizzarsi su una specifica fonte di innovazione
Strategy innovation tools: questa sezione è funzionale a rendere operativo il processo di innovazione attraverso l’impiego di specifici strumenti e metodologie, riguardanti le attività di “anticipazione” del futuro, le tecniche di creatività, le potenzialità trasformative della digitalizzazione, il ruolo centrale della comunicazione, lo sviluppo di competenze finanziarie e organizzative per la creazione di uno Strategy Innovation Lab.
Strategy innovation project work: questa sezione è funzionale a testare sul campo le competenze apprese nel Master.

La IV edizione di SIM – Master di II Livello Executive inizierà a novembre 2021.
Le iscrizioni sono aperte e chiuderanno il 20 settembre.
Qui tutte le informazioni e dettagli per l’iscrizione

analisi del pubblico su Twitch

Chi sono gli italiani che usano Twitch? L’analisi del pubblico

Piattaforma di streaming nata nel 2011 e di proprietà di Amazon, Twitch è oggi leader nella trasmissione di contenuti di gaming, Esports e altre forme di intrattenimento.

Twitch sta assumendo sempre più rilevanza per i brand come canale di marketing: ma com’è composto il suo pubblico?

Analisi demografica del pubblico di Twitch

Si può sfatare subito un mito: Twitch non è un canale solo per ragazzini.

In Italia le fasce d’età spaziano dai 18 ai 34 anni, di cui il 77% è di sesso maschile. L’utilizzo è concentrato principalmente in Lombardia e nelle tre principali città italiane: Milano, Roma e Napoli.

Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca condotta da SOPRISM, società specializzata nella Digital Consumer Intelligence,  per l’Osservatorio Italiano Esports.

Il report fa parte del Centro Studi sugli Esports dell’OIES, e approfondisce in modo sistematico i profili psicografici dei consumatori italiani di Twitch.

Sono tre le principali personas che identificano gli utenti-tipo della piattaforma: l’attivista attento alla propria immagine, l’ambientalista economicamente autonomo e lo stacanovista amante degli animali.

principali profili utente Twitch

Attraverso un puntuale incrocio di oltre 6000 criteri sociodemografici, comportamentali e psicografici, la ricerca svela che sono più di 2,3 milioni gli italiani che guardano più o meno regolarmente contenuti su Twitch.

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Adrenalina, sport e animali

Che cosa amano gli spettatori di Twitch? Adrenalina, sport e animali, combinati ad un forte orientamento al lavoro e alla gestione delle proprie ricchezze.

Tra i valori dominanti della community di Twitch troviamo il confronto su questioni sociali legate alla sostenibilità ambientale, parità sociale e LGBT Community. Sono utenti che si dimostrano proattivi nel partecipare e sostenere discussioni collettive.

Tali gusti si riflettono non solo negli argomenti più discussi ma anche nei brand e categorie merceologiche preferite dagli utenti.

relazione con i brand degli utenti di Twitch

Infatti, la passione tecnologica si ritrova in marchi come Sony e Logitech mentre l’amore per l’adrenalina si conferma con Monster Energy e Red Bull. Patagonia è invece il brand testimone dell’attenzione dimostrata verso l’ambiente e la tua tutela.

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Call of Duty e League of Legends si confermano i più guardati

Tuttavia, sono gli eSports a suscitare il maggior interesse e coinvolgimento negli spettatori, che amano vedere i propri player e streamer preferiti trasmettere sessioni di gioco. In tal senso, i titoli più guardati sono Call of Duty, Overwatch, Counter-Strike e League of Legends.

relazione con i brand utenti twitch gaming

Tra i social media è Instagram a farla da padrone con l’87% di utenti iscritti contro il 38,3% di Facebook.  Fairy TailDragonball Z e the Simpson fanno invece parte dei programmi tv più seguiti che testimoniano l’interesse precedentemente identificato con cartoni animati e disegni.

La ricerca svela, per la prima volta in Italia, le caratteristiche salienti degli utenti Twitch, dati cruciali che rivelano il profilo psicografico così come gusti, attitudini e preferenze che spaziano dal gaming fino a questioni di natura sociale.

Quello di Twitch è un target eterogeneo che rispecchia le tendenze e le aspirazioni dell’attuale periodo storico.

Attraverso l’inserimento armonioso dei brand all’interno dei format tipici della piattaforma, Twitch diventa lo strumento ideale per intercettare questo tipo di pubblico dai gusti e dai valori unici.

migliorare la reach su instagram

9 consigli per migliorare la reach organica su Instagram

Raggiungere un elevato numero di persone sui social media è sempre più difficile.

L’iscrizione alle piattaforme social non significa automaticamente visibilità. Bisogna impegnarsi pubblicando con frequenza contenuti interessanti per il pubblico di riferimento, interagire il più possibile e testare a più non posso cosa funziona per la propria community e cosa no.

Instagram, il quarto social network più utilizzato in Italia, è un ottimo canale per promuovere i propri prodotti e servizi, ottenere interazioni e costruire una community che condivida i valori del proprio brand.

Infatti, sul blog ufficiale del social si legge che:

  • il 90% delle persone su Instagram segue un’azienda
  • 2 persone su 3 sostengono che Instagram agevoli l’interazione con il brand
  • il 50% delle persone dichiara di essere più interessato a un brand se lo vede pubblicizzato su Instagram.

Come fare breccia nei cuori dei follower e aumentare la copertura organica

La copertura organica è la visibilità gratuita del post, ovvero quella generata automaticamente senza ricorrere a sponsorizzazioni di alcun tipo.

La copertura di ogni post non viene generata a caso, ma segue le regole dettare dell’algoritmo del social.

Alcune settimane fa, Adam Mosseri, CEO di Instagram, ha rivelato che il social non sarà più solo una piattaforma di condivisione foto, ma prossimamente saranno implementate nuove funzionalità che porteranno gli utenti a ottenere il massimo dalla propria esperienza prediligendo le aree relative ai creator, ai video, allo shopping e ai messaggi.

instagram

1.Aggiornati sulle nuove feature e usale TUTTE nella tua strategia di engagement

Scatta foto, pubblica caroselli, fai dirette streaming, condividi video sulla IGTV, crea guide, racconta cosa succede attraverso le storie, aggiungi domande, link, sondaggi, tagga prodotti e persone.

Divertiti a testare ogni tipo di contenuto e concentrati su quelli che funzionano meglio per i tuoi follower.

Studia i trend del momento e come lavorano i concorrenti del tuo marchio. Rendi il social listening parte integrante della strategia di social marketing della tua azienda.

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2.Usa hastag pertinenti, tagga le persone giuste e non dimenticare la caption

Su Instagram è possibile seguire gli hashtag per restare aggiornati su un certo tipo di argomento.

Pubblicare un post con l’hashtag giusto ti permetterà di entrare nel feed di qualche sconosciuto che potrebbe incuriosirsi e iniziare a seguire la tua pagina. Ricorda che il post deve essere accattivante e l’immagine di buona qualità.

Per le caption, non è importante la lunghezza del testo. Quella dipenderà dal tono di voce dell’azienda e dal post che hai preparato. Una bella didascalia può incuriosire il follower e spingerlo ad agire, commentando e condividendo il post.

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3. Rendi i contenuti accessibili e condivisibili a un pubblico più ampio

Abilita l’IGTV a pubbicare sottotitoli automatici e non dimenticare di compilare il testo alternativo.

Questo genere di attenzioni piace molto all’algoritmo in quanto premia i contenuti fruibili per il maggior numero possibile di utenti, compresi quelli che hanno delle diverse abilità.

Dai a tutti la possibilità di interagire, condividere e commentare i post, le storie e gli altri tipi di contenuto.

Non c’è niente di meglio della visibilità gratuita che può portare un follower condividendo un tuo post con la sua community. Ricorda di condividere i contenut creati dagli utenti che hanno taggato il brand, il suo prodotto o servizio.

Abilita i remix per i reel. In questo modo gli utenti saranno più propensi a creare duetti mostrando la tua clip insieme alla loro.

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4. Aggiungi i tag

Sia che si tratti di post che di storie, geolocalizzare il contenuto gli permetterà di entrare in un flusso di visibilità legato a quel luogo. Se la tua azienda lavora in local e ha un punto fisico, non potrai fare a meno di localizzare il post per apparire nelle ricerche degli utenti.

Aggiungi anche i tag dei contenuti brandizzati, ovvero permetti alle altre pagine di taggarti nei loro annunci Instagram e nei post sponsorizzati. In questo modo potrai sfruttare la visibilità portata dagli altri brand.

5. Crea storie in evidenza

Le stories sono contenuti che piacciono molto al pubblico del social.

Sono di semplice fruzione, veloci e divertenti. All’interno delle storie è possibile condividere un post, creare un sondaggio, fare delle domande, aggiungere contenuti informativi, preparare dei quiz, pubblicare meme e stimolare la discussione su un certo argomento.

Lo svantaggio/vantaggio di questo genere di content è che dura solo 24 ore. Quindi, per aumentare la portata organica di alcune stories è bene metterle in evidenza sul profilo del brand creando appunto delle Storie in Evidenza raggruppate per un certo argomento.

6. Testa i tempi di pubblicazione

Intercettare il pubblico nell’orario giusto può far aumentare le view dei tuoi contenuti.

Diciamolo insieme ad alta voce: non esiste l’orario giusto per pubblicare un certo contenuto. Esiste l’orario giusto per la tua community!

Grazie alle statistiche fornite da Instagram potrai facilmente capire quali sono i giorni e gli orari in cui i tuoi follower sono presenti e attivi.

Ricorda di non eccedere con il numero di pubblicazioni perché potresti sovraccaricare i tuoi follower e non renderli felici.

Ogni pagina è diversa l’una dall’altra pertanto dovrai provare più e più volte qual è il momento giusto per entrare in contatto con la community.

copertura organica instagram

7. Interagisci con i follower

Non dimenticare che i social media sono network relazionali e per funzionare bene hanno bisogno che si creino legami.

Invita i tuoi follower a condividere i post del brand, fai loro delle domande e chiedi la loro opinione. Chiedi alle persone di taggare i loro amici o aggiungere un commento a quanto postato. Ricorda di ricambiare mettendo like ai post dei follower, commentando i loro contenuti e condividendo nel feed aziendale gli user generated content che riguardano il marchio.

Per entrare nella sezione Esplora hai bisogno di un buon tasso di interazione quindi cerca di creare una community di follower realmente interessati ai tuoi prodotti e servizi. Non comprare follower! Non serve a nulla.

8. Mostra i dietro le quinte e le realizzazioni dei prodotti

Le persone adorano partecipare ai backstage. Mostra i dietro le quinte della costruzione di un prodotto o dello shooting.

Crea curiosità e induci la voglia di scoprire di cosa si tratta. Se stai organizzando un evento, ad esempio, fai storytelling raccontando i retroscena, la scelta della location, gli ospiti che interverranno.

Rendi i follower partecipi della cosa.

shooting instagram

9. Sfrutta la portata organica di altri account

Uno dei modi per aumentare la copertura organica di un post è sfruttare la portata generata da altri account.

Se il tuo brand è abbastanza coraggioso da sfruttare i trend divertenti del momento puoi creare e condividere meme.

Altrimenti, puoi preparare immagini ispiratrici e citazioni che hanno un elevato tasso di condivisibilità. Potresti sfruttare anche delle giornate mondiali o degli eventi che aiutano il marchio ad amplificare la propria portata valoriale, l’importante è che siano specifiche rispetto agli argomenti che tratti.

Come al solito, non c’è una ricetta giusta che sia valida per tutti. Bisogna testare e sperimentare formati e orari, ma soprattutto avere pazienza, un po’ come in una relazione amorosa.

marketin plan sostenibile

Perché la tua azienda ha bisogno di un Marketing Plan sostenibile

L’investimento globale in aziende sostenibili (noto anche come ESG, cioè Environment, Social, Governance) è cresciuto esponenzialmente negli ultimi sette anni.

Nel 2014, la cifra si attestava a meno di 20 trilioni di dollari. Nel 2020, questo era salito a oltre 30 trilioni di dollari.

Allo stato attuale, c’è una quantità maggiore di investimenti su aziende che possono certificare la propria sostenibilità rispetto a quelle che non lo sono e questo aumento dell’interesse degli investitori per la sostenibilità non mostra segni di arresto.

Si tratta di un indicatore davvero importante, che impone di prendere in considerazione la creazione di un piano di marketing sostenibile per la propria azienda.

Secondo le stime di Bloomberg, entro il 2025 saranno investiti più di 50 trilioni di dollari in asset ESG. L’affermazione dell’ESG come sistema di misurazione universale per la sostenibilità è stato un fattore chiave nell’aumento della fiducia degli investitori.

ESG e sviluppo sostenibile

Quando parliamo di crescita economica, non stiamo considerando lo sviluppo nel suo complesso e il concetto rimane incompleto.

Ogni azienda, così come la società, ha certamente bisogno di puntare alla crescita economica, ma questo non basta: sono necessari anche miglioramenti nella qualità della vita e negli standard di vita.

La crescita economica non accompagnata da un contributo al miglioramento delle condizioni di vita risulta incompleta ed egoista. Questo dipende, in gran misura, dal fatto che lo sviluppo economico è sempre stato preferito alla crescita a tutto tondo.

A livello governativo, la situazione è in evoluzione: ci sono trilioni di dollari investiti nella sostenibilità dei processi. Ad esempio, nel dicembre 2020, l’Unione Europea ha concordato un Green Deal da 1,82 trilioni di euro per sostenere una maggiore attenzione ai fattori ambientali e una “ricrescita verde”.

Nel febbraio 2021, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato un Green New Deal da 2.000 miliardi di dollari.

Il Governo britannico si è impegnato in obiettivi legalmente vincolanti nella sua legge sul cambiamento climatico del 2008 e mostrerà i suoi sforzi alla conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP26 a Glasgow, in Scozia, questo novembre.

C’è anche una rara cooperazione tra i governi occidentali e la Cina, proprio sui temi legati alla sostenibilità.

Anche le persone comuni stanno contribuendo a fare la loro parte, forzando il cambiamento.

Un recente rapporto di Growth for Knowledge (“L’eco-attivismo nel FMCG è in aumento”), ha mostrato come la consapevolezza ambientale e l’eco-attivismo stiano aumentando considerevolmente tra i consumatori globali.

Per esempio, il 24% dei consumatori sta prendendo misure immediate per ridurre la produzione personale di rifiuti di plastica.

Inoltre, la pandemia di Covid-19 ha sostenuto un aumento della consapevolezza ambientale, in quanto le persone hanno cominciato a farsi domande sulla qualità dell’aria che respirano e si sono mossi verso la riscoperta di una vita più naturale.

growth for knowledge

Questi cambiamenti stanno spingendo le aziende verso pratiche più sostenibili in tutte le catene di approvvigionamento.

Nell’area B2B, i team stanno lavorando su come migliorare e misurare con efficacia la sostenibilità della catena di approvvigionamento.

Unilever, ad esempio, è un’azienda che sta investendo moltissimo per rendere la sua catena di approvvigionamento sempre più sostenibile e, tra le tante attività in programma, ha recentemente annunciato che chiederà ai suoi fornitori di aggiungere la loro impronta di carbonio alle fatture.

Programmi di questo tipo sono in corso in molte industrie allo scopo di ridurre la quantità di rifiuti totali prodotti nelle diverse fasi della vita dell’azienda.

Per i consumatori B2C e i clienti B2B, la sostenibilità sta diventando un’esigenza chiave insieme a bisogni come il costo e l’esperienza del marchio.

Perché la sostenibilità deve essere presa sul serio dai marketer

La sostenibilità sta rimodellando il panorama del marketing, perché le esigenze dei clienti sono cambiate.

Una ricerca di GfK (Crisis as Catalyst report, 28 Apr 2021, by Growth From Knowledge) suggerisce che le esigenze dei consumatori si stanno orientando su temi come la riduzione dei rifiuti, la conservazione e il rispetto della natura, e una maggiore efficienza energetica stanno aumentando di importanza.

Aziende come Unilever iniziano a chiedere ai fornitori migliori piani di marketing e proiezioni più accurate su come diventeranno più sostenibili. L’incapacità di produrre piani fattibili e di seguire i progressi dell’implementazione potrebbe portare alla rinuncia di un fornitore a vantaggio di player più pronti in merito.

La sostenibilità sta cambiando la domanda dei clienti

Un esempio evidente di come le attenzioni dei consumatori alla sostenibilità stiano cambiando la domanda è rappresentato dal mercato dei veicoli elettrici, per il quale è previsto un aumento di 13 volte del numero di EV sulle strade a livello globale, entro la fine del decennio.

Ma il cambiamento non sta avvenendo solo nel settore automobilistico: secondo un rapporto di Deloitte del 2020, una percentuale compresa tra il 28 e il 45% delle persone ha già acquistato prodotti a chilometro zero o scelto di acquistare da marchi sostenibili o etici. Oppure, ha smesso di utilizzare prodotti di un determinato brand a causa di motivazioni legate all’etica o alla sostenibilità.

Questi cambiamenti stanno guidando la comparsa di nuovi segmenti, nuovi prodotti e servizi e nuovi concorrenti.

obiettivi sostenibili

Nel mondo del marketing, è necessario che il cambiamento parta dai CEO e dai CFO, per tradursi, a cascata, in un adeguamento della catena di approvvigionamento e della supply chain, passando per la nuova figura del Chief Sustainability Officer.

Le aziende “peggiori” in questo senso, creano strategie di marketing intorno ai magri investimenti nella sostenibilità con operazioni di puro greenwashing, con il misero compito di comunicare al pubblico e agli altri stakeholder il presunto impegno dell’impresa.

Nelle aziende più impegnate, invece, come Unilever e Pepsi, anche il marketing gioca un ruolo centrale nel rimodellare la strategia di mercato in chiave più sostenibile per l’azienda e per l’intera catena di fornitura.

Stephen Mangham, esperto di Branding del Masters of Scale International, riassume bene questa visione quando dice: “Lo scopo del marketing è sempre stato quello di produrre crescita. Il ruolo dei CMO oggi è quello di produrre una “buona crescita” dove la sostenibilità è un imperativo strategico misurabile e guidato dal cliente“.

Perché abbiamo bisogno di piani di marketing sostenibile

Dopo tutto l’impegno e gli sforzi economici profusi nel marketing che la tua azienda ha affrontato negli anni, quanto credi che il tuo marchio sia “convincente” in termini di sostenibilità?

Secondo il rapporto GfK, solo il 25% dei consumatori è convinto che le aziende dicano loro la verità, mentre il 64% delle persone si fida degli accademici e il 34% si fida dei media.

Il 25% è una percentuale superiore di appena due punti alla fiducia che le persone ripongono in VIP e celebrità. Davvero molto poco.

È ora che i marketer smettano di essere gli spin doctor del marchio e diventino i coraggiosi sostenitori della sostenibilità.

I marketer devono aiutare la loro azienda a trovare i migliori segmenti eco-sostenibili, introdurre e far crescere nuovi prodotti e servizi più verdi, cambiare purpose e raccoglierne i frutti dai clienti, dagli investitori e dagli incentivi governativi disponibili.

L’esperienza di aziende leader come Unilever e Pepsi è che essere veramente sostenibili non è un compromesso tra i profitti e il pianeta, è un viaggio reciprocamente inclusivo che guida una crescita più forte.

Pooja Khosla, vicepresidente dello sviluppo clienti di Entelligent Smart Climate Investing, insiste su questo punto: “Molte aziende stanno lottando per definire l’impatto reale e misurabile delle loro offerte sull’ambiente e sulla società. I marketer possono aiutare a raggiungere questo obiettivo e potenziare la sostenibilità“.

Il pensiero sostenibile deve essere presente nella maggior parte delle aree del piano di marketing: nella mission, nelle proiezioni finanziarie, nella panoramica del mercato, nella SWOT, nell’analisi dei concorrenti, negli obiettivi, nelle strategie, nelle strategie di marketing digitale, nelle risorse, nellle azioni e nella misurazione dei risultati.

Così facendo, si sviluppa un percorso di crescita migliore per l’azienda in grado di produrre effetti positivi per il cliente, per l’azienda stessa, per il brand, per la catena di approvvigionamento e, soprattutto, per il pianeta.

Sviluppare competenze nella sostenibilità può rappresentare per i marketer anche una svolta professionale: la domanda di personale con competenze specifiche sulla sostenibilità è infatti alle stelle.

Conclusione

I marketer possono giocare un ruolo enorme in questa transizione agendo come i leader del vero cambiamento sostenibile. Devono spostarsi dal bordo al centro della scena impegnandosi nella costruzione di aziende realmente sostenibili e basate su una “buona crescita”.

In tal senso, lo strumento chiave per raggiungere l’ambizioso obiettivo, è partire dalla creazione di un piano di marketing sostenibile.