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Fastly down

Internet Down: Amazon, Spotify e centinaia di altri siti sono irraggiungibili

Tantissimi siti e servizi non sono accessibili o stanno registrando rallentamenti, tra cui Reddit, Spotify, Twitch, Stack Overflow, GitHub, gov.uk, Hulu, HBO Max, Quora, PayPal, Vimeo, Shopify, Stripe.

In down anche i portali di news come CNN, The Guardian, The New York Times, BBC e Financial Times.

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La causa sarebbe un guasto a Fastly, un popolare provider CDN, secondo un product manager del Financial Times. Fastly ha confermato di avere dei problemi al momento: si tratterebbe di una global CDN disruption che riguarderebbe tutto il mondo.

Stiamo indagando sul potenziale impatto sulle prestazioni dei nostri servizi CDN“, ha dichiarato l’azienda, per poi confermare che il problema è stato indentificato e che sarà presto implementata una soluzione.

down detector

DownDetector, che monitora le prestazioni dei siti web e delle applicazioni web seguendo le segnalazioni di rallentamenti e stop sui social media, ha rivelato l’enorme portata dei problemi. Più di 4.000 persone hanno contemporaneamente segnalato problemi di accesso ad Amazon, secondo i dati del servizio.

Nel frattempo, 3.500 persone hanno affermato di non riuscire a visitare Twitch e quasi 10.000 hanno lamentato problemi di accesso a Reddit, ogni minuto.

Cosa sono le CDN

Le CDN sono una parte fondamentale dell’infrastruttura internet. Queste aziende gestiscono reti globali di server per migliorare le prestazioni e l’accessibilità dei servizi web. Le CDN agiscono come server proxy e mettono in cache alcuni dati a disposizione dell’utente finale.

Per esempio, un contenuto multimediale è spesso memorizzato nella cache di un server CDN locale in modo che non debba essere recuperato sul server originale ogni volta che un utente carica una pagina web.

Nel corso del tempo, i CDN hanno iniziato ad aggiungere altre caratteristiche, come il bilanciamento del carico, la protezione DDoS, i firewall delle applicazioni web e diverse caratteristiche di sicurezza.

I CDN popolari includono Fastly, Cloudflare, CloudFront su Amazon Web Services e Akamai.

Fastly, in particolare, è abbastanza popolare: l’azienda è diventata pubblica nel 2019 e le azioni Fastly sono attualmente scambiate a 48,06 dollari, in calo del 5,21% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.

Il problema di oggi non si limita a un data center in particolare: Fastly l’ha definita una “interruzione CDN globale” e sembra che stia colpendo la rete della società a livello mondiale.

 

barbara carfagna a N-Conference

Gli algoritmi ci privano della libertà? Intervista a Barbara Carfagna

Nel viaggio alla scoperta delle aziende e delle persone Unbreakable, che sono state in grado di reinventarsi e superare le difficoltà grazie alla tecnologia, Mirko Pallera, CEO e founder di Ninja, ha incontrato Barbara Carfagna, giornalista, conduttrice e autrice Rai, conosciuta la grande pubblico anche per la trasmissione “Codice, la vita è digitale“.

Durante la chiacchierata, Barbara ha raccontato a Mirko degli inizi della sua carriera e delle prime collaborazioni importanti, ma anche di chi e che cosa l’ha ispirata a diventare giornalista televisiva.

Ha anche svelato la sua personale formula per essere Unbreakable, che non passa per forza attraverso un percorso stabilito da seguire pedissequamente; piuttosto, dalla capacità di cambiare rotta per non infrangersi.

Mi sono fatta un’idea“, ha detto Barbara, “che non bisogna necessariamente avere le idee così chiare e stabilire un percorso immutabile da seguire. Siamo in un’epoca in cui, di fatto, molto è nella capacità di cambiare rotta. Bisogna sapere dove si vuole andare, ma poi il percorso può essere ricostruito a posteriori. Questo è un modo anche per non infrangersi“.

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In occasione di N-Conference, il Business Visionary Event targato Ninja, trasmesso online il 27 e 28 maggio dagli studi di Fandango Club, abbiamo incontrato ancora Barbara (che ha tenuto il Keynote “Il Codice della vita Digitale”) e le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua visione delle tecnologie nel mondo attuale (e per il futuro) e sull’approccio europeo ai nuovi sistemi di controllo dei dati biometrici.

Secondo te, oggi ha ancora senso fare una netta distinzione tra “vita reale” e “vita digitale”?

No, secondo me non ha senso fare questa distinzione netta, perché negli ambienti connessi, quelli che il filosofo Luciano Floridi chiama “infosfera”, in realtà noi viviamo già onlife, cioè eternamente connessi. Con il 5G avremo anche una simultaneità tra ciò che accade nel reale e ciò che accade online e, soprattutto, ogni cosa che accade nel virtuale avrà un effetto immediato sul reale e ciò che accade nel reale avrà effetto sulla vita reale.

Possiamo dire che siamo un po’ esseri “anfibi”, che vivono a metà e costantemente in una dimensione dentro e fuori internet.

Quando arriverà il 6G, che ingloberà internet negli oggetti ed eliminare visori e interfacce, vivremo totalmente immersi nell’onlife.

intervista a barbara carfagna

L’Unione Europea si sta muovendo per regolamentare con accuratezza l’uso dell’intelligenza artificiale e del video controllo. Credi che sia un limite al progresso o è un aspetto positivo?

Penso che, per ora, possa essere considerata una cosa positiva. Basti vedere cosa sta accadendo in Cina con il social credit.

È come se fosse un gioco a punti: si nasce, per esempio, con mille punti e poi, man mano che si commettono degli atti, che possono essere anche solo sporcare per terra, riconosciuti da una webcam, il sistema automaticamente scala questi punti.

Ovviamente si parla di gettare una carta a terra fino ad arrivare al punteggio massimo se si uccide qualcuno, ma nel mezzo si perdono alcuni vantaggi sociali, compresa la possibilità di viaggiare. Diventa molto difficile, non so neanche se sia possibile, recuperare questi punti.

Quando si arriva a esaurire i punti, la pena è la disconnessione, che è vista come l’ergastolo perché, se viviamo nell’infosfera, e siamo eternamente onlife, essere disconnessi significa essere fuori dal mondo e dalla società.

Anche in tanti altri posti del mondo, il riconoscimento facciale può essere utilizzato per obiettivi commerciali molti spinti o anche di indirizzamento dei comportamenti, e questo non è visto dalle nostre democrazie e dalla cultura europea come un qualcosa di democratico, perché sono tutti procedimenti che avvengono in maniera poco consapevole e poco visibile.

Penso quindi che la strada intrapresa dall’Europa sia corretta, per il momento. Bisogna certamente cercare di limitare le tecnologie come il riconoscimento facciale ad alcuni casi in cui è davvero utile, come nella lotta alla criminalità, per esempio nell’individuazione dei ricercati.

Come fare per “tenere il buono e non buttare via tutto”? Questo è un problema che ancora nessuno è riuscito a risolvere.

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Cosa si intende per “datacrazia”? E che impatto ha il fenomeno per l’umanità?

Datacrazia è un termine che ha inventato il sociologo Derrick De Kerckhove, e può essere un fenomeno positivo se riusciamo a immettere concetti democratici nel digitale.

Per esempio, come ha fatto l’Europa, con la creazione del pacchetto di regole che comprende il Digital Markets Act, il Digital Services Act, Gaia X, come bacino di dati dei cittadini europei, seppur estratti da big tech straniere, e la GDPR, che ci hanno già “copiato” in diversi parti del mondo.

In questo senso, possiamo creare un mercato e una libera circolazione dei dati positiva per le industrie e per le aziende, per il valore che viene ridistribuito rispetto alla centralizzazione delle big tech che lo detengono in toto.

Invece, la Datacrazia può essere una dittatura se noi otteniamo dei sistemi che ci tolgono la libertà, un po’ come quello cinese sul social credit e un po’ come quello delle big tech che possiedono tutti i dati e che magari orientano i nostri comportamenti senza la nostra consapevolezza.

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la fine dei cookie di terze parti

Cookieless: possibili soluzioni per evitare la catastrofe

Per anni, il marketing digitale si è sviluppato prepotentemente attorno alla possibilità e all’abilità di tracciare il comportamento degli utenti attraverso le loro azioni online.

Gusti, preferenze ed abitudini di acquisto, sono diventate il pane quotidiano di un mondo fortemente basato sui dati.

E da tutto ciò le aziende hanno tratto importanti vantaggi, presentando offerte e comunicazioni sempre più mirate e cucite sull’utente.

Cosa succederebbe se in futuro tutto questo non fosse più possibile? C’è una buona e una cattiva notizia, ma iniziamo da quest’ultima: quel futuro è già oggi.

La bella notizia? Al contrario di quanto si possa pensare, non tutto è perduto.

Cosa sono i cookie?

Dovremmo già conoscerli approfonditamente, ma un ripasso ci sta.

Come definito da PCMag, un cookie è una leggerissima stringa di testo, dal peso inferiore ai 4kb, che può essere conservata temporaneamente o permanentemente nel pc dell’utente.

La sua utilità? “Riconoscere l’utente” e ricordare le sue abitudini più ricorrenti o le ultime attività durante le sessioni di navigazione o fruizione dei siti.

Per esempio, durante una sessione di acquisto su un eCommerce, nel caso in cui l’utente dovesse switchare verso un altro sito e poi ritornare sul carrello, la piattaforma lo riconoscerebbe mostrandogli i prodotti visualizzati in precedenza.

Esistono due tipi predominanti di cookie installati su un sito web: i cookie di prima parte, creati direttamente dal sito o dalla piattaforma che si sta visitando per migliorare la user experience, e i cookie di terze parti, appartenenti cioè ad altri siti o piattaforme (Facebook e Google, ad esempio), usati per individuare le abitudini e le caratteristiche dell’utente e aiutare il sito web o la piattaforma in attività di analisi e di marketing.

È semplice comprendere come i dati tracciati da quest’ultima tipologia di cookie non rimangano isolati alla semplice fruizione del sito visitato, ma entrino a far parte di un complesso ecosistema in grado di intrecciare sempre più dati per delineare le caratteristiche dell’utente allo scopo di facilitare il suo targeting nelle strategie legate alle sponsorizzazioni online.

L’evoluzione delle tematiche legate al GDPR ha permesso di prendere sempre maggior consapevolezza rispetto ad una variabile importantissima nell’equilibrio di questo ecosistema: la privacy delle persone.

Infatti, soprattutto nell’ultimo periodo, stiamo assistendo ad una serie di novità da parte dei principali attori del mondo digital, sempre più indirizzati a mantenere saldi i principi della privacy.

È il caso di Mozilla e Apple che hanno deciso di bloccare per primi i cookie di terze parti sui propri browser (Firefox e Safari).

Proprio riguardo Apple, la bomba per tutta la categoria di marketer legati al mondo digitale è scoppiata poco più di un mese fa con l’arrivo dell’aggiornamento iOS 14.5.

Un mondo senza cookie

L’uscita del nuovo update per iPhone ha segnato un momento fondamentale nel business dell’advertising e del tracciamento online.

Fra le funzioni di questa release, una delle più importanti è l’App Tracking Transparency che introduce il consenso esplicito da parte degli utenti per permettere alle app di poter effettuare azioni di tracciamento con finalità pubblicitarie.

Cosa significa questo? Che di default un’app non può più tracciare il comportamento e le azioni svolte dall’utente al suo interno per fini pubblicitari, a meno che non sia l’utente stesso ad autorizzarlo.

Tutto ciò diminuisce, quindi, sensibilmente la mole di dati che permette di caratterizzare le abitudini di ogni utente per proporre ads sempre più performanti verso il target di riferimento, rendendo le campagne più instabili.

Ma non è tutto. Google ha annunciato che, a partire dal 2022, anche il suo browser Chrome non supporterà più cookie di terze parti, mettendo al centro una filosofia “Privacy first”.

È lo stesso colosso di Mountain View a stimare la perdita in revenue derivante dal blocco dei cookie di terze parti.

Attraverso un esperimento condotto disabilitando i cookie di terze parti su alcuni utenti, ha riscontrato che la revenue media per i top 500 publisher di Google Ad Manager si abbasserà del 52%, con punte anche del 75% per alcuni di loro.

 

 

Un risultato che desta più di qualche preoccupazione.

Quali sono le soluzioni a questa catastrofe? Ecco la bella notizia

Già nei giorni precedenti l’arrivo di queste novità, sono emerse soluzioni più o meno “eleganti”.

Un esempio è quello del CAID: la soluzione della China Advertising Association, resa nota da AdExchanger, per aggirare l’App Tracking Transparency attraverso lo sfruttamento delle impronte digitali.

Allo stesso modo Google ha annunciato che utilizzerà il metodo FLoC (Federated Learning of Cohorts), spostando l’attenzione dal singolo utente ad un cluster formato da un largo gruppo di persone con simili interessi. Sebbene questa soluzione non sia analitica quanto quello a cui siamo stati abituati fino ad oggi, può segnare una preliminare soluzione al problema.

Ma non è tutto qui. Anche la Marketing Automation, se ben utilizzata, può essere sfruttata in tal senso. Certo, il punto di partenza resta sempre quello di veicolare il messaggio giusto all’utente giusto ma, attraverso l’analisi delle attività degli stessi sul proprio sito internet e portale, è possibile delineare il comportamento di ogni utente, assegnargli un punteggio e comunicare in maniera mirata e con alti risultati.

E qui nasce un’evoluzione dalla semplice piattaforma CRM (Customer Relationship Management) verso i più moderni CDP (Customer Data Platform) in grado di incrociare tutte i dati forniti e di sessione.

In questo caso, in un mondo senza cookie di terze parti, saranno altre due tipologie di dati al centro dell’interesse dei marketers del futuro: i First-party data e i Zero-party data.

I primi altro non sono che i cookie di prima parte attraverso i quali i proprietari dei siti possono tirar fuori tutte le analisi relative alle pagine visitate, quelle di maggiore interesse, i pulsanti premuti, i download ed altri dati di questo tipo.

Il report MarketingCharts ha messo in luce come il 52% delle aziende intervistate sia interessata a far fronte a questi cambiamenti proprio attraverso l’utilizzo di First-party data.

 

 

I Zero-party data, invece, sono i dati esplicitamente forniti dagli utenti per usufruire dei servizi messi a disposizione dall’azienda. Sono i classici dati forniti attraverso un form di iscrizione oppure richiesti al momento della sottoscrizione di una fidelity card o di un acquisto.

Perché quindi la Marketing Automation può rivelarsi un valido aiuto?

Come riportato dall’indagine di SalesManago, utilizzando una tecnologia basata sui dati come la Customer Data Platform, i professionisti del marketing possono sfruttare i dati di parte zero per estrarre informazioni che possono aiutarli a fornire una personalizzazione 1 a 1 (con l’aiuto dei dati di prima parte) e quindi ad arricchire l’esperienza del cliente.

I dati vengono raccolti da numerose fonti, puliti e combinati per creare un unico profilo utente. Questi dati strutturati vengono poi condivisi con altri sistemi di marketing oltre a poter generare azioni automatiche verso gli utenti.

In generale, però, l’epilogo sulla coesistenza di tecnologia e trattamento dei dati è ben lontano da un punto finale.

Google per il turismo: arriva in Italia Destination Insights

Ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo si rivolgono a Google per cercare informazioni relative ai viaggi. Queste ricerche aiutano a mettere in contatto aziende e clienti, e allo stesso tempo ci aiutano anche a capire l’entusiasmo delle persone quando si tratta dei loro piani di viaggio e vacanza. Le persone desiderano tornare a viaggiare, e desiderano farlo in sicurezza.

Con l’avvicinarsi della stagione estiva il settore del turismo, composto da milioni di piccole e medie imprese a livello globale, sarà impegnato ad affrontare nuove sfide; nell’ultimo anno abbiamo trascorso più che mai del tempo online e il settore dei viaggi, come molti altri, avrà bisogno di farsi trovare online per mettersi in contatto con i futuri clienti, gestire le prenotazioni, le recensioni. Per questo Google ha collaborato con aziende, istituzioni ed esperti di tutto il mondo per costruire le competenze digitali necessarie per un settore dei viaggi sempre più digitale, e intende continuare a farlo.

Strumenti senza costi per cogliere le opportunità del digitale

Per andare incontro alle esigenze degli operatori del settore turistico oggi Google lancia in Italia Destination Insights, un nuovo strumento che permette di ottenere informazioni utili per esplorare come cambia la domanda turistica nel tempo e monitorare le tendenze di viaggio. Così, attraverso Destination Insights, gli imprenditori, le agenzie di viaggio e le istituzioni potranno osservare l’andamento della domanda, per poter prendere decisioni di business e di marketing sulla base di informazioni e insight consultabili in tempo reale.

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Destination Insights entra a far parte del nuovo Travel Insights with Google, da oggi disponibile anche in Italia, una guida che raccoglie informazioni e strumenti utili per raggiungere i viaggiatori, a disposizione di strutture ricettive, operatori del turismo e agenzie di viaggi.

Fa parte di Travel Insights with Google anche Hotel Insights, la piattaforma lanciata in Italia a gennaio e presentata insieme a MiC, ENIT, UNWTO e a Confindustria Alberghi, Federalberghi e Federturismo Confindustria, che offre informazioni e risorse pensate per aiutare il settore alberghiero a intercettare la domanda turistica potenziale.

Gli strumenti senza costi che Google mette a disposizione degli operatori del turismo aiutano le aziende del settore a cogliere le opportunità del digitale per farsi conoscere, comunicare con i clienti potenziali e attuali e prendere decisione di business sulla base di dati aggiornati e sintetizzati in modo chiaro.

Per esempio, l’Hotel Piazza Bellini di Napoli ha utilizzato diversi strumenti di Google, tra i quali anche Hotel Insights, per poter cogliere informazioni utili sulle preferenze dei turisti interessati alla loro zona, utilizzate poi per comunicare e promuovere la struttura in modo più preciso ed efficace.

O ancora è il caso di Club del Sole, un’azienda attiva nell’industria dell’ospitalità con ventuno villaggi nelle principali località italiane, che ha accelerato il proprio percorso di trasformazione digitale e adeguato la propria offerta in base alle esigenze dei turisti, comunicandola online.

Le tendenze in Italia attraverso Destination Insights

Ma come utilizzare Destination Insights? Prendiamo per esempio l’Italia: la tendenza delle ricerche effettuate su Google da gennaio ad aprile 2021 registra un crescente interesse verso le mete turistiche nazionali, che passa da una quota del 55% nel 2019 a una del 79% del 2021.

Se si osserva inoltre l’interesse verso le destinazioni locali, da Google Trends si nota come le ricerche di luoghi da visitare “vicino a me” nel 2021 abbiano visto una crescita dell’8% a livello mondiale rispetto al 2019.

Consultando Destination Insights è possibile osservare qual è la domanda di viaggi nazionale o internazionale, la sua provenienza, e filtrare per analizzare diversi insight in un determinato periodo di tempo. Il tutto con la possibilità di considerare l’Italia come paese di origine o di destinazione.

Per esempio, considerando come arco temporale gli ultimi trenta giorni e considerando la domanda domestica, le regioni che raccolgono maggiore interesse sono la Sicilia, l’Emilia-Romagna e il Veneto; torna il Veneto tra le regioni dalle quali proviene maggiormente la domanda, preceduto da Lombardia e Lazio. Le destinazioni più ricercate, invece, rimangono le grandi città, con Roma, Milano e Napoli tra le prime.

È possibile anche approfondire l’interesse proveniente dall’estero verso le destinazioni italiane, che negli ultimi trenta giorni è spinto dai Paesi Europei vicini, come Germania e Francia; tra i primi 10 paesi dai quali proviene l’interesse di ricerca ci sono anche gli Stati Uniti, mentre gli altri sono al momento europei.

L’impegno di Google per il turismo

Google è impegnata da tempo nel sostenere il turismo, mettendo a disposizione la tecnologia e gli strumenti che possono aiutare imprese, agenzie, operatori e istituzioni nel dare impulso a un settore così importante per l’Italia, che crea opportunità e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone. A partire dall’anno scorso collaboriamo con imprenditori, istituzioni ed esperti di tutto il mondo per sviluppare le competenze digitali necessarie ad affrontare le sfide future, all’interno di un settore che vedrà crescere l’importanza dell’online.

A maggio abbiamo dato il via a una collaborazione con la Commissione Europea per il Turismo per sviluppare le competenze digitali degli operatori turistici europei e, più recentemente abbiamo annunciato una partnership globale con UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo, per supportare la ripresa del settore.

Sulla base dei risultati raggiunti dei nostri programmi di accelerazione delle competenze digitali in Africa Sub-Sahariana, in Medio-Oriente e nel Sud-Europa, i corsi organizzati da Google e dall’Organizzazione Mondiale del Turismo aiuteranno gli addetti al turismo e le agenzie turistiche a comprendere i trend di settore e ad adottare le decisioni strategiche necessarie per mettere in campo una migliore pianificazione del turismo.

Abbiamo avviato collaborazioni con le istituzioni culturali e governative per mettere in luce e stimolare i viaggi nei luoghi di interesse culturale. In Italia, abbiamo lanciato lo scorso anno Meraviglie d’Italia, il progetto di Google Arts&Culture per ispirare e favorire l’interesse nei confronti dell’Italia e del suo immenso patrimonio culturale. Mentre non era possibile varcare i confini o, addirittura, uscire dalla propria abitazione, le persone di tutto il mondo hanno potuto scoprire e visitare virtualmente un ampio numero di musei, luoghi d’interesse culturale e monumenti digitalizzati grazie alla tecnologia di Google Arts&Culture.

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Mentre i confini riaprono, il turismo interno cresce e i viaggi internazionali ripartono, lavoriamo per rimanere vicini al settore. Non importa se la ripresa sarà graduale o più rapida, ci impegniamo a supportare il mondo dei viaggi e il turismo, con tutte le persone e aziende che lo compongono.

Amazon, 3.000 assunzioni in Italia a tempo determinato nel 2021

3.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato in Italia nel 2021. Amazon annuncia il piano di reclutamento straordinario, per un investimento totale di 350 milioni di euro.

Le nuove assunzioni, distribuite su 50 sedi, saranno indirizzate soprattutto verso l’area nord del Paese, portando il numero totale dei dipendenti da 9.500 a 12.500.

Diverse le opportunità promosse dal gigante dell’eCommerce, anche per chi desidera cambiare lavoro o per chi è alla ricerca di prima occupazione, ampliando le prospettive non solo al settore imballaggi e logistica, ma anche a figure manageriali.

“Siamo aperti a tutti i tipi di talenti e di istruzione – sottolinea il Country Manager di Amazon.it e Amazon.es Mariangela Marseglia – Dai linguisti agli ingegneri, ma anche possibilità di stage per ruoli manageriali”.

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amazon

I settori in cui è possibile candidarsi

Imballaggio e spedizione delle merci, quindi, ma anche marketing, finanza e innovazione tecnologica.

«La crescita del digitale è un’occasione di ripartenza per il Paese e noi vogliamo dare il nostro contributo – aggiunge Mariangela Marseglia – Investire nella digitalizzazione del Paese significa sostenere opportunità di crescita attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro, formazione abilitante per i nostri dipendenti, e opportunità di sviluppo per le Piccole e medie imprese italiane che utilizzano i nostri servizi per vendere i loro prodotti in Italia e all’estero».

Il piano di reclutamento ha coinciso con l’annuncio dell’apertura di due centri di distribuzione a Novara e Cividate al Piano, di un centro di smistamento a Spilamberto, 11 depositi di smistamento in Piemonte, Trentino-AltoAdige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Marche.

Il piano strategico di sviluppo si accompagna alla recente presentazione dell’European Innovation Lab a Vercelli, “per sviluppare e implementare nuove tecnologie per accrescere ulteriormente la sicurezza dei propri dipendenti”.

Sicurezza, inclusione, upskilling e progetti di formazione sarebbero, secondo l’azienda, le linee guida delle politiche di gestione del lavoro, tali da garantire la certificazione “Top Employer Italia 2021” per “tutte le attività nel Paese, dai magazzini di distribuzione ai centri di sviluppo”, secondo quanto dichiarato da Mariangela Marseglia, sebbene nell’ultimo anno negli Usa e in Europa si siano verificati i primi scioperi nazionali, sostenendo la necessità di condizioni di lavoro e di salario migliori.

“Negli ultimi dieci anni, Amazon è diventata uno dei più importanti creatori di posti di lavoro in Italia”, insiste Stefano Perego, VP EU Customer Fulfillment Amazon.

E aggiunge: “In Amazon, mettiamo la sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti al centro della nostra attività, offrendo opportunità professionali stabili e ben retribuite. La diversità e l’inclusione sono una parte essenziale del nostro business e assumiamo persone con ogni tipo di esperienza e istruzione che possono accedere a opportunità di crescita”.

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Greenpeace, KLO e Burger King: i migliori annunci stampa di maggio

Molte delle campagne online in questo periodo fanno riferimento alla ripartenza: si torna a viaggiare, magari accompagnati da suggestive note che rendono più magica l’atmosfera in auto; si torna a incontrare le persone care, ai meeting di lavoro e, forse con un po’ di timore, a confrontarsi con gli spazi affollati.

Nessuno di noi è impressionato da annunci “banali”: siamo più colpiti quando il messaggio ci raggiunge e ci provoca emozioni come entusiasmo e allegria, ma anche come smarrimento o con la classica sensazione del “pugno nello stomaco“.

Forte, fortissima è, in questo caso, la potenza delle immagini: il successo di un annuncio stampa sta tutto lì, nel riuscire a catturare la nostra attenzione con un accostamento vincente di rappresentazioni grafiche e parole. E quando la creatività esplode, non possiamo fare a meno di fermarci a osservarla.

Ecco la nostra selezione di annunci stampa del mese di maggio, raccolti in giro per il mondo proprio per voi.

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KLO – Pump up the horses

Visual molto accattivante per la campagna di KLO, gestore di oltre 60 stazioni di servizio per il rifornimento in Ucraina. La campagna strizza l’occhio agli amanti della forma fisica: come noi amiamo un corpo atletico e muscoloso, così possiamo “pompare i cavalli” del nostro veicolo con il carburante adeguato.

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klo oil campaign 04Advertising Agency: Michurin creative agency, Kyiv, Ukraine
Creative Production Agency: Looma

Burger King – Feeling uncomfortable?

Che sensazioni ti suscita l’idea di trovarvi in mezzo alla folla? Beh, se ti senti a disagio, è perfettamente normale, secondo la campagna spagnola di Burger King.

Le foto degli annunci stampa sono, per fortuna, di qualche tempo fa: oggi, per assaggiare il miglior panino della città ed evitare l’affollamento, è sufficiente ordinare comodamente dall’auto.

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Advertising Agency: DAVID Madrid, Spain
Global CCO & Partner: Pancho Cassis
Global COO: Sylvia Panico
Executive Creative Director: André Toledo, Saulo Rocha, Edgard Gianesi
Creative Director: Fred Bosch, Rogério Chaves, Fabrício Pretto
Copywriter: Guilherme Pinheiro, Tito Rocha
Art Director: Pedro Sattin
Account: Luiza Prata Carvalho, Carolina Vieira, Lucila Mengide, Rafael Giorgino, Juliana Chediac
Media: Márcia Mendoça, Felipe Braga, Renata Oliveira
Strategic Manager: Patricia Urgoiti
Producer: Diego Baltazar

Greenpeace – Save My Soul

La campagna di Greenpeace diffusa in Austria mostra il grande, grandissimo potere che si nasconde dietro un dito. Si può combattere contro l’estinzione delle specie, e lasciare il segno, contribuendo con un semplice SMS.

Gli animali in pericolo ci ameranno per questo.

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Advertising Agency: DDB Wien, Vienna, Austria
Executive Creative Director: Thomas Tatzl
Executive Creative Director: Andreas Spielvogel
Creative Director: Babette Brunner
Art Director: Marina Mrvka
Copywriter: Jakob Paulnsteiner

Océano FM – Music Drives You

Nonostante i progressi nel campo delle vetture driverless, guidare è ancora una delle attività manuali più frequentemente associate alla libertà, al cambiamento, all’avventura e al viaggio.

E, come ogni avventura che si rispetti, ha bisogno della sua colonna sonora. La campagna di Océano FM in Uruguay utilizza alcuni famosissimi volti del panorama musicale mondiale come compagni di viaggio per i nostri spostamenti.

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Advertising Agency: Amén, Montevideo, Uruguay
Ccd: Nacho Vallejo
Cd: Mathias Gamarra
Cd: Carolina Gelfont
Copywriter: Rodrigo Gastan
Art Direction: Felipe Garat
Producer: Mikaela Corengia
Photography: Eugin Cöre
Chief Planner: Milena Guillot
Head Accounts: Joaquina Iribarren
Accounts: Lucia Mainardi

OYO Hotels & Homes – Every Jab Bridges The Gap

Uno dei settori più colpiti dalle restrizioni è, senza dubbio, quello dell’hospitality.

L’annuncio di OYO Hotels è un invito alla vaccinazione, così da riprendere più velocemente a incontrare le persone che amiamo e da cui siamo dovuti rimanere a distanza, ma anche i colleghi di lavoro per far ripartire gli affari. Ogni vaccinazione “ci avvicina” agli altri.

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Copywriter: Jatin Sangwan
Art Director: Tanushree Majumder
Creative Director: Rajat Agarwal
Copywriter: Satabisha Bhaumik
Creative Head: Prateek Suri
Copy Lead: Anissha Majumder
Global Brand Head: Mayur Hola

digital tool della settimana

Jove, Google Cemetery e: i digital tool della settimana

Anche questa settimana la redazione Ninja ha selezionato una lista di strumenti utili per semplificare le attività digitali, migliorare le performance e la produttività o semplicemente conoscere esempi e case study, come nel caso del “Cimitero di Google”.

Possiamo imparare tantissimo dai successi delle grandi aziende, ma anche dai loro insuccessi. Ecco quindi che ci viene in aiuto Failory, con la raccolta di tutti i servizi ormai dismessi del colosso del web.

Tra gli altri, vi segnaliamo anche strumenti per trovare la giusta palette per i vostri progetti digitali, per eliminare le distrazioni mentre si lavora, o per gestire al meglio i lead su Facebook.

Senza esitare oltre, ecco i digital tool di questa settimana.

LEGGI ANCHE: Rasa, DOOM Captcha e Unattach: i digital tool della settimana

Il cimitero di Google

google cemetery

Pensi di essere l’unico a non riuscire a portare a termine tutti i progetti iniziati? Se questo può consolarti, anche il colosso del web più utilizzato in Occidente ha collezionato una serie di fallimenti. Puoi vederli tutti nel Google Cemetery di Failory.

Annunci che funzionano

jove

Tutti sanno fare pubblicità sui social oggi, ma come capire quali funzionano davvero? Jove si sincronizza con i tuoi account pubblicitari e ti permette di vedere tutti i tuoi annunci in un unico posto, mostrandoti poi quale creatività performa meglio per i diversi obiettivi della campagna, su tutte le piattaforme.

Eliminare le distrazioni

unplug

Rimanere concentrati su ciò che davvero conta può essere complicato. Unplug blocca tutte le distrazioni con un solo clic, combinando la funzione con tecniche cognitive per ottimizzare la concentrazione.

Lead su Facebook

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Stai perdendo lead a causa di risposte e follow-up troppo lenti? L’automazione dei processi è il modo migliore per risolvere questo problema. Con l’app mobile di Hashgrow, puoi facilmente collegare i tuoi moduli FB Lead Forms per ottenere notifiche istantanee di nuovi lead e inviare follow-up via WhatsApp, Email o SMS da modelli preimpostati. Puoi anche chiamare i tuoi lead e tracciare le attività.

Il colore giusto

digital tool

Ogni progetto ha bisogno di una palette colori adatta, ma non sempre siamo abbastanza creativi per individuare quella più adatta. Mobile Palette Generator è uno strumento semplice ma potente che ti permette di creare combinazioni di colori con un clic del mouse.

Quang Ngo Dinh

Perché la connessione a banda larga è vitale per l’economia e per la ripresa economica

N-Conference, il Business Visionary Event targato Ninja, ha celebrato le Unbreakable Companies, aziende e persone capaci di sopravvivere alla crisi grazie alla voglia di innovare e guardare oltre le difficoltà.

L’evento è stato trasmesso in diretta il 27 e il 28 maggio 2021 dagli studi di Fandango Club Creators.

Al centro dell’evento sono state quelle realtà in grado di reinventarsi, esplorando nuovi modi di stare sul mercato. Ma è stata anche l’occasione di conoscere e imparare da chi è in grado di trasformare gli ostacoli in opportunità e agire fuori dagli schemi per dominare il futuro.

La prima parte della prima giornata è stata dedicata a contenuti verticali sulla Technology, powered by TIM, per scoprire insieme le nuove opportunità dell’AI e del Machine Learning per il business, il Martech e l’Automazione dei processi di vendita e customer support, e familiarizzare con parole chiave del “futuro presente”, come Blockchain, Cryptocurrency, AR & VR.

Quang Ngo Dinh, VP Consumer Market TIM, ha partecipato a N-Conference con uno speech dal titolo “Gigabit Society & Smartlife, l’eredità della pandemia sulle abitudini quotidiane“, durante il quale ha analizzato come la pandemia abbia stravolto per sempre le abitudini quotidiane, ridefinendo i confini tra lavoro, studio e vita privata, dallo smart working alla didattica a distanza fino al tempo libero.

Quang Ngo Dinh

Per noi è stata l’occasione perfetta per intercettarlo e fargli qualche domanda sulle potenzialità della connessione come fattore abilitante di altre tecnologie.

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Secondo te, come avremmo vissuto questo periodo di restrizioni senza il digitale e la possibilità di rimanere in contatto attraverso le connessioni?

Difficile dirlo, perché ormai il digitale fa parte delle nostre vite, ma ho paura che questo periodo sarebbe stato molto simile alla grandi epidemie del passato.

Invece, questo è stato sicuramente un periodo molto difficile per tutti, ma il digitale ha consentito alle persone di portare avanti molti aspetti della propria vita: lavorare, studiare, rimanere in contatto con i parenti e magari ricevere assistenza medica a distanza, grazie alla connessione. E abbiamo avuto la possibilità di non abbandonare anche aspetti più ludici, come guardare film e serie tv in streaming, acquistare oggetti online, fare la spesa. Insomma, gesti quotidiani che sarebbero stati totalmente impossibili senza la connessione.

In qualche modo, il digitale ci ha aiutato a continuare a vivere in un contesto molto difficile.

realtà virtuale

Dal tuo punto di vista, quali sono le tecnologie che il 5G sarà in grado di abilitare, e cosa possiamo aspettarci per dopo?

Il 5G abilita certamente settori più tecnologici, come l’immersive gaming, che consente di giocare in modo più immersivo con esperienze tutte nuove, e come l’e-health, con la possibilità di eseguire interventi chirurgici a distanza.

Ma impatta anche su settori considerati più tradizionali, come il manufactoring e l’agriculture, perché grazie al 5G si possono applicare tecnologie che rivoluzionano settori che tecnologicamente sono più indietro. Tutto questo è già realtà, come la guida da remoto e altre tecnologie in fase di sperimentazione.

Per il futuro, è molto difficile immaginare cosa accadrà: può essere rischioso azzardare delle previsioni. Basti pensare a cosa è successo con il 3G, prima, (chi si sarebbe aspettato prodotti come l’iPhone e l’ecosistema delle app?) e il 4G, poi, con innovazioni come YouTube e i Social Media che hanno abilitato tutto il mondo a sfruttare tecnologie che neppure immaginavamo.

È un po’ il bello di ogni salto tecnologico.

In che modo una connessione veloce può diventare un fattore abilitante per altre tecnologie, ma soprattutto per la ripartenza economica del Paese?

La connessione è ormai vitale per l’economia e anche per la ripresa economica.

Intanto perché mette in contatto aziende, imprese e persone, ma soprattutto digitalizza processi, fa nascere nuovi modelli di business, nuovi modelli di intrattenimento e, se vogliamo, nuovi modelli di vita.

Ormai è quindi una necessità a cui non si può rinunciare, un bene primario quanto l’acqua e l’elettricità. La connessione digitale a banda larga è ormai essenziale per noi, per la nostra impresa, per il nostro Paese, per tutto il mondo.

Come si può superare la crisi del settore eventi secondo Alfredo Accatino

Tra i settori più colpiti della pandemia del 2020, quello degli eventi emerge inesorabilmente, trascinando con se numerosi problemi economici. Non potendosi svolgere da presenza, molte manifestazioni non sono state annullate ma trasferite su piattaforme digitali, favorendone il cambiamento.

Durante l’Unbreakable tour di N-Conference in giro per l’Italia con il Ninja Van, Mirko Pallera ha fatto tappa a Roma da un creativo, organizzatore di eventi: Alfredo Accatino, Direttore Creativo di Filmmaster, in particolare ci racconta come si è reinventato durante lo stop forzato.

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Reinventarsi con gli eventi

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Il mese di marzo dello scorso anno è stato sorprendentemente tragico, già dal primo giorno di lockdown, ho passato un momento di sconforto. Sono sempre stato abituato a ragionare in avanti, a pianificare con lo sguardo rivolto al futuro. Ci ho messo un po’ per rasserenarmi nuovamente.

Inizia così, la chiacchierata con Mirko, a casa di Alfredo, immersi in un salotto colmo di storia dell’arte e vissuto. Ripercorrendo l’anno nefasto racconta come ha messo sù una vera e propria campagna di comunicazione, per proteggere la categoria del settore eventi, farsi riconoscere dal governo, facendo capire che esiste un lavoro che non è propriamente riconosciuto, un’organizzazione che racchiude tante persone che fanno cose diverse: dall’intrattenimento, alla location, tutta la filiera di realtà piccole e importanti che arriva a coinvolgere circa 600.000 persone.

Come fare a superare la crisi?

Fermare l’industria eventi vuol dire fermare risorse che hanno difficoltà.

La prima soluzione per sopravvivere a questa incombenza, è stata la corsa digitale, con l’utilizzo di piattaforme che hanno abbassato la qualità e gli investimenti. Il digitale è un mezzo, ma c’è bisogno soprattutto di contenuto e linguaggio.

Ci siamo trovati in una situazione difficile perché abbiamo chiuso il vecchio ufficio e cambiato sede proprio nei mesi peggiori, ma abbiamo vissuto il tutto come un’opportunità, dando un taglio al passato. Nel frattempo abbiamo prodotto a gennaio un evento a Milano, organizzato tutto in digitale, con modalità ibrida.

Quest’anno, però, ci ha lasciato due insegnamenti:

1. Il rischio delle piattaforme digitali

Il rischio del digitale sembra essere una brutta televisione, fatta male, con piccoli studi e conduttori improvvisati. Certamente permette di fare molte cose, con condivisione ampia di contenuti, memorizzazione, interazione con chi è a casa. Trovare linguaggi nuovi sulla spettacolarizzazione. Ho cominciato ad occuparmi di storie di artisti che hanno perso ma hanno avuto una vita ricca, che hanno sfidato le convenzioni e si so messi contro tutti.

2. Dare credito a una categoria precaria

Ho organizzato dei webinar in cui è emerso che c’è addirittura confusione sul codice ateco, non si capiva cos’era l’industria eventi” dice Alfredo.

Non esisteva il concetto del mondo eventi, un’industria che ha professionalità distinte: dal regista all’artista. Noi di Filmmaster lavoriamo con molti registi, importanti al pari di tante altre risorse. Mi sento ottimista ora, dopo la depressione iniziale, ma c’è possibilità di cambiare e fare cose positive, un momento di cambiamento sano, per chi ha capacità e voglia c’è possibilità di fare tante cose

alfredo accatino

Nuovi format digitali

Il concetto di comunicare con il pubblico di riferimento, è stata la vera innovazione. Sarebbe bello poter immaginare una produzione che mette in rete podcast, video produzione tv, unendo questo sistema ancora un po’ magmatico. Anche la piattaforma Twitch rischia di perdere contenuti e masticarli troppo velocemente. Le tecnologie ancora non sono arrivate alla raffinatezza e semplicità, occorre far pulizia in maniera chiara.

La vera tecnologia è quella semplice, se non riparte il sistema è un problema reale. Sono fiducioso, nonostante gli eventi saranno minori, perché c’è sempre il rischio di saltare all’ultimo momento.