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Facebook blocca il presidente Maduro. Il Venezuela attacca: “Totalitarismo digitale”

Facebook congela la pagina del presidente venezuelano Nicolas Maduro. All’origine della scelta del Big tech la violazione delle politiche contro la diffusione di disinformazione su COVID-19.

Infatti, dalle motivazioni evidenziate dal portavoce dell’azienda, il presidente venezuelano avrebbe promosso un rimedio contro il virus, non fondato su evidenze scientifiche e non sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lo scorso gennaio Maduro ha descritto il Carvativir, una soluzione orale derivata dal timo, come un farmaco “miracoloso” o meglio come “gocce miracolose” nel neutralizzare il coronavirus senza effetti collaterali: affermazione ritenuta falsa, perchè non supportata dalla scienza.

Pagina freezata per 30 giorni e video cancellato

Facebook così ha rimosso il video in cui Maduro promuove il farmaco perché viola la politica contro le false affermazioni, con la possibilità di esporre le persone a gravi danni.

“Seguiamo la guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che afferma che attualmente non ci sono farmaci per curare il virus”,

spiega il portavoce Facebook a Reuters. “A causa di ripetute violazioni delle nostre regole, stiamo anche bloccando la pagina per 30 giorni, durante i quali sarà di sola lettura”.

Non sarà interessato dal blocco l’account di Maduro sulla piattaforma di social media per la condivisione di foto Instagram, sempre di proprietà Facebook.

Maduro, che utilizza spesso i social media, inclusi Facebook e Twitter, e talvolta trasmette discorsi su Facebook Live, non potrà postare per 30 giorni. Il presidente venezuelano avrebbe già lo scorso febbraio evidenziato come Facebook avesse “censurato” i video in cui mostrava Carvativir. Più volte si è espresso in passato sull’essere trattato ingiustamente insieme ai suoi alleati dalle società di social media, compresa quella che definisce una “sospensione arbitraria degli account”.

Totalitarismo digitale: la replica forte del governo venezuelano

Il governo venezuelano attacca Facebook di “totalitarismo digitale contro gli Stati sovrani”, dopo aver congelato la pagina del presidente Nicolas Maduro.

In una dichiarazione, il ministero dell’Informazione venezuelano ha negato qualsiasi campagna di disinformazione da parte del presidente, che starebbe invece sostenendo “contenuti volti a combattere la pandemia”.

“Stiamo assistendo a un totalitarismo digitale esercitato da aziende sovranazionali che vogliono imporre la loro legge ai Paesi del mondo”, insiste il Ministro.

LEGGI ANCHESe i social media diventano editori: il pericolo della censura. Intervista ad Alberto Mingardi

 

i social network e la censura

Foto di Bill Kerr

I precedenti fenomeni di censura applicata da Facebook nell’emergenza Covid: da Trump a Bolsonaro

Facebook ritorna con una linea dura, dopo aver bannato Donald Trump, con la chiusura degli account, generando un’ampia discussione globale sul ruolo di censura applicata dai social media e sul ruolo egemone nell’ambito della geopolitica.

Anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha dovuto affrontare azioni per i post Covid: lo scorso anno, infatti, Facebook ha cancellato un video del presidente brasiliano Bolsonaro in cui affermava che il farmaco idrossiclorochina fosse totalmente efficace nel trattamento del virus.

A ottobre, Facebook ha cancellato un post in cui Donald Trump sosteneva che il Covid-19 fosse “meno letale” dell’influenza. Un altro post rimosso in agosto, in cui l’ex presidente degli Stati Uniti  affermava falsamente che i bambini fossero “quasi immuni dal Covid-19”.

Frenare la diffusione di fake news per non mettere a rischio la salute globale

Obiettivo è frenare le fake news rispetto al Covid attraverso la rete e i social, dove la disinformazione è spesso diffusa, con migliaia di post anti-vaccino su Facebook e Twitter, secondo l’analisi del Centre for Countering Digital Hate (CCDH) con sede nel Regno Unito. A guidare un gruppo anti-vaccino anche Robert F. Kennedy Jr, nipote dell’ex presidente degli Stati Uniti.

Il presidente del Madagascar Andry Rajoelina lo scorso anno ha promosso una miscela di erbe non provata chiamata Covid-Organics, spingendo l’OMS ad affermare che i rimedi tradizionali dovrebbero avere prove scientifiche a sostegno del loro uso.

I dati del contagio

Il Venezuela ha registrato 155.663 casi confermati di coronavirus, inclusi 1.555 decessi e 144.229 guarigioni, secondo un conteggio corrente della Johns Hopkins University con sede negli Stati Uniti.

Da quando è esplosa a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019, la pandemia COVID-19 ha causato più di 2,78 milioni di vite in 192 paesi e regioni. Secondo i dati raccolti da Johns Hopkins, sono stati segnalati oltre 127 milioni di casi in tutto il mondo, con recuperi che superano i 72 milioni. Gli Stati Uniti, il Brasile e l’India rimangono i paesi più colpiti in termini di casi.

Maduro: petrolio in cambio di vaccini Covid

Non potendo disporre delle risorse bloccate dalle sanzioni Usa, nelle ultime ore Maduro ha proposto che il suo Paese sia autorizzato a pagare forniture di vaccini contro il Covid-19 con petrolio, dato che ingenti risorse finanziarie all’estero sono state bloccate dalle sanzioni unilaterali degli Usa.

“Noi – afferma in un intervento televisivo – siamo pronti e preparati a realizzare questo scambio. Abbiamo anche clienti che sono disposti ad acquistare il nostro greggio e in cambio a saldare il costo dei farmaci per immunizzare la popolazione venezuelana. Non supplicheremo nessuno. Abbiamo dignità e risorse per risolvere i nostri problemi”.

Se la richiesta sarà approvata, il Venezuela secondo Maduro potrà garantire il 100% dei vaccini per la popolazione e anche il pagamento delle 2.400.000 dosi di vaccino dall’Organizzazione mondiale della salute (Oms).

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donne da seguire su instagram

Famose, influenti e inspirational: 20 donne da seguire su Instagram

Instagram è una delle reti di social media più grandi e di maggior successo al mondo, con oltre 1 miliardo di utenti attivi ogni mese.

La piattaforma è diventata una fonte di guadagno per molti utenti: i famosi influencer.

Esperti di moda, bellezza, viaggi, design, si sono costruiti un impero mediatico (ed economico) basato sulla loro capacità di influenzare le masse e vengono sfruttati dai grandi brand per creare campagne redditizie e raggiungere sempre più followers.

Ma perché in questo articolo parliamo solo di donne? Sebbene secondo Statista il gender gap degli utenti di Instagram non sia molto marcato, quando si sente parlare di “influencer”, siamo abituati a pensare principalmente a persone del genere femminile. Quale migliore occasione, se non questa, per mettere in evidenza 20 profili di donne influenti da seguire in Italia e nel Mondo?

#1 Chiara Ferragni – Da sempre al top delle classifiche

La classifica delle influencer italiane più autorevoli vede Chiara Ferragni sul podio, forte dei suoi 14184 post e 22,7 milioni di follower su Instagram.

Figlia di Marco Ferragni e Marina Di Guardo, deve tutta la sua popolarità al suo blog “The blond salad”, un punto di riferimento per il settore fashion, lanciato nel 2009.

In soli due anni,  con oltre un milione di visite sul blog, riesce a guadagnarsi il titolo di Blogger of the Moment e da quel momento la sua ascesa è inarrestabile!

Il 2018 per Chiara Ferragni è stato un anno decisivo: diventa mamma di Leone, si sposa con il rapper Fedez e decide di gestire in prima persona entrambe le società che ha fondato, la Tbs Crew e la Chiara Ferragni Collection, decretando un ulteriore e incessante aumento di follower.

Il matrimonio è un vero e proprio evento di marketing, creato in collaborazione con alcuni dei brand più famosi (BMW, Alitalia, Versace, Dior, Prada, Diesel e Trudi) e genera un Media Impact Value di 36 milioni di dollari.

Ma nel 2020 c’è stata una svolta: la Ferragni si inserisce anche nel dibattito pubblico usando i social network per raccontare le sue opinioni riguardo la cultura patriarcale, la violenza di genere, il rispetto delle norme anti-Covid e la cultura italiana nel mondo. Un contesto in cui si innesta la recente conquista dell’Ambrogino d’Oro, donato dal Comune di Milano per lo spirito civico dimostrato durante la prima ondata di Covid-19.

 

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#2 Belen Rodriguez – Showgirl argentina amata dagli italiani

Maria Belén Rodriguez nasce a Buenos Aires il 20 Settembre del 1984, figlia di Gustavo Rodríguez e Veronica Cozzani.

È sorella maggiore di Jeremias e Cecilia, anch’essi personaggi del mondo dello spettacolo italiano. Con i suoi 9,8 milioni di followers su Instagram Belén è una delle influencer più seguite e amate dal pubblico italiano. I suoi post superano costantemente i centomila like, arrivano anche a più di trecentomila. 

La bella showgirl comincia la sua carriera a 17 anni come modella di intimo in Argentina e nel 2004 si trasferisce in Italia, dove lavora per vari marchi prestigiosi. Ma il vero e proprio trampolino di lancio è stata la sesta edizione dell’Isola dei Famosi (2008), a cui ha partecipato come concorrente.

L’anno successivo, infatti, la troviamo alla conduzione di due programmi televisivi “Scherzi a parte” e “Sarabanda”, mentre nel 2011 cavalca il palco del Festival di Sanremo insieme a Gianni Morandi ed Elisabetta Canalis. Debutta anche come attrice in alcuni film, come il cinepanettone “Natale in Sudafrica” e in qualche serie televisiva. Nel 2011 firma un contratto di esclusiva con Mediaset, conducendo in seguito, “Colorado” e “Italia’s Got Talent”.

Dimostra anche talento nei panni di imprenditrice: nel 2011 produce e commercializza due linee di profumi e nel 2013 crea due brand di abbigliamento (Imperfect e Me Fui). Nel 2014 fonda la catena di negozi di abbigliamento 4store e nel 2015 apre un ristorante con altri soci, tra cui Joe Bastianich. È anche socia di una catena di saloni di bellezza Cotril.

Se i ritmi di lavoro sono serratissimi, anche la sua vita privata è molto intensa: dopo la relazione con Marco Borriello e con Fabrizio Corona, conosce Stefano De Martino. Dal loro amore nasce, il 9 aprile 2013, il piccolo Santiago e a Settembre dello stesso anno si sposano. Dopo soli due anni la rottura: Belén ha una breve storia d’amore con il pilota Andrea Iannone, e successivamente si fidanza con Antonino Spinalbese ed ora aspettano una bambina.

E per quanto riguarda Instagram? Negli anni passati Belén ha abituato il suo pubblico a foto e stories dei suoi servizi fotografici, a scatti privati con la famiglia ed il figlio Santiago, alle foto delle sue meravigliose vacanze. Ma negli ultimi mesi suo stile è cambiato: rispetto alle foto super sexy e colorate del passato ora le immagini sono in bianco e nero, minimali e incentrate sui dettagli. Le tematiche, però, rimangono sempre le stesse: il suo lavoro, il rapporto con il figlio ed il nuovo compagno, ma soprattutto le sue passioni, in primis la moda.

Ci sono poi cosmetici e profumi, in particolare quelli della Maison Chanel. E poi paesaggi, libri, elementi di design che la colpiscono. Infine, le foto di caffè con cui ama dare il buongiorno ai suoi milioni di follower.

 

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#3 Giulia de Lellis – L’influencer che tutte vorrebbero come amica

Nata a Roma il 15 gennaio 1996, Giulia De Lellis è una delle influencer più celebri d’Italia. Tezenis, Maybelline, Blumarine, Mentadent, sono solo alcune delle aziende che fanno a gara per accaparrarsela come testimonial. Divenuta popolare grazie alla partecipazione a “Uomini e Donne”, programma in cui è stata scelta dal bel DJ Andrea Damante, inizia la professione di influencer, raggiungendo in brevissimo tempo il milione di followers.

Nel suo canale promuove prodotti di bellezza e realizza tutorial di make up.

È schietta, sincera, divertente, e cerca di dispensare consigli come se fosse un’amica di tutte le donne. E forse è proprio questo che la fa avvicinare al suo pubblico.

Quasi tutti i contenuti pubblicati da Giulia, infatti, ottengono moltissime interazioni dai suoi follower (5 milioni), che la apprezzano si per la sua bellezza, ma anche per la sua simpatia e naturalezza. Sul suo profilo pubblica numerosi selfie di sè stessa, della sua amata famiglia (in particolare le nipotine Matilde e Penelope) e del suo dolcissimo cagnolino Tommy, ma anche numerose stories di makeup e hairstyling, dei suoi viaggi, la musica che ascolta, le serie TV che guarda… insomma, tantissimi attimi della sua vita.

Nell’ultimo periodo è anche stata eletta paladina della skin positive, in quanto ha deciso di mostrare la sua pelle acneica senza filtri, per dimostrare che la perfezione non esiste, e che bisogna piacersi sempre e comunque, anche quando si hanno dei difetti.

Ma non solo! Grazie alla sua autobiografia “Le corna stanno bene su tutto“, libro più venduto in Italia su Amazon nel 2019, è stata capace di creare una comunicazione social vincente, che le ha permesso di ottenere un ulteriore incremento di crescita su Instagram (+ 6.883 nuovi follower in poco più di 2 giorni!). Chissà se anche il film “Genitori&Influencer” in uscita nelle sale ad Aprile avrà la stessa fortuna!

 

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#4 Alessia Marcuzzi – “La Pinella” che tutte noi amiamo!

Nata a Roma nel 1972, Alessia Marcuzzi è una nota conduttrice televisiva, attrice, modella e showgirl amata dal pubblico per la genuinità ed energia. Foto dopo foto, post dopo post, racconta la sua quotidianità, esprime opinioni su argomenti che le stanno a cuore, sostiene i progetti che più ama, facendosi conoscere sempre più da vicino dai molti fan che la seguono ed oggi può contare su un seguito di 5mln di follower su Instagram.

Come inizia la sua carriera? Non di certo come influencer! Finite le superiori decide di frequentare la scuola “Mario Riva” di dizione e recitazione e debutta giovanissima sull’emittente televisiva Telemontecarlo come valletta di un programma calcistico. Dopo una breve parentesi in Rai, esordisce in Mediaset e inizia la sua scalata verso il successo: in appena 30 anni di carriera, infatti, può già contare la conduzione di 45 programmi TV, come Il Grande Fratello, L’Isola Dei Famosi, Scherzi a Parte, Le Iene e Temptation Island. Recita anche in spot pubblicitari e diverse serie televisive, tra cui “Carabinieri” e la sitcom “Così Fan Tutte”, ottenendo diversi premi in carriera, come due telegatti.

Ma il punto focale della sua svolta come influencer e “opinion leader” è dato da “La Pinella”, il suo blog dedicato al mondo del femminile dove, da oltre dieci anni, avvalendosi della collaborazione di un team di esperte, tratta temi come il fitness, l’alimentazione, la moda, il cinema, e tanto altro, con la spensieratezza e leggerezza di una sorella maggiore. 

 

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#5 Michelle Hunziker – Dolcezza e solarità del feed di IG

Svizzera di nascita e italiana d’adozione Michelle Hunziker, classe 1977, è una donna di spettacolo completa, che eccelle nelle doti di attrice, presentatrice, modella e persino cantante. La sua carriera decolla grazie alla provocatoria e ormai iconica pubblicità di intimo del marchio Roberta che la ritrae di spalle, con una lunga treccia bionda e un bel primo piano sul fondoschiena. Ma è solo dopo il matrimonio con Eros Ramazzotti (1998) che viene notata da diversi produttori e la sua carriera subisce un’impennata: debutta in televisione al fianco di Bonolis nel programma “I Cervelloni” e da lì non si ferma più. Negli anni conduce diversi programmi televisivi, tra cui “Paperissima Sprint”, “Zelig”, “Scherzi a Parte”, “Striscia la notizia” e “All together now”. Nel 2007 arriva anche sul palco di Sanremo, insieme a Pippo Baudo, e intanto recita in Love Bugs a fianco di Fabio De Luigi. Inoltre fonda l’associazione “Doppia Difesa”, per la tutela legale di donne vittime di abusi e violenze e “Goovie World” un brand di prodotti naturali per la cura del corpo e dei capelli.

Mentre i suoi ritmi di lavoro sono serratissimi, Michelle riesce a vivere una vita privata molto intensa: dopo il divorzio da Eros cresce la sua prima figlia Aurora e nel 2011 si lega a Tommaso Trussardi, con cui darà alla luce due splendide bambine: Sole e Celeste.

Su Instagram conquista i suoi quasi 5 mln di follower grazie ad una quotidiana ventata di dolcezza e per ogni post riesce ad ottenere anche più di 200.000 like. La TV entertainer più solare d’Italia, infatti, condivide meravigliose frasi motivazionali, dolcissimi frammenti della sua vita quotidiana, video divertenti e corsi di fitness (il famoso Iron Ciapet Workout), che vi invito assolutamente a provare.

 

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#6 Valentina Ferragni – La paladina del body shaming

Valentina è la più giovane tra le sorelle Ferragni. Nasce a Cremona, il 29 dicembre 1992, figlia della scrittrice Marina Di Guardo e dell’odontoiatra professionista Marco Ferragni. Dopo essersi laureata all’Università del Sacro Cuore di Milano in Linguaggi dei Media, ha iniziato a seguire le orme della sorella Chiara. Certo, non è facile farsi un nome quando un membro della propria famiglia è così noto, ma Valentina può già vantare più di 3,8 mln di follower su Instagram, dove condivide scatti della sua vita lavorativa e privata.

Solare, socievole e romantica, Valentina Ferragni si dimostra legatissima alla famiglia e innamorata della moda: tra le sue foto, si possono trovare numerose immagini in cui indossa outfit originali ed eleganti. Lavora, infatti, come modella per diversi brand famosi italiani ed europei, tra cui Levi’s, Guess, Dior, Estee Lauder e Etro, ma non solo. Recentemente ha lanciato un brand tutto suo “Valentina Ferragni Studio” e ha dato vita alla sua prima collezione di orecchini glamour.

Ama viaggiare: prima della pandemia si trovava spesso in giro per il mondo, tra New York, Los Angeles, Londra, Parigi, Perù, Venezia e Giappone in compagnia del fidanzato modello e fashion blogger Luca Vezil. Ma è anche una grande sostenitrice della cultura e del cibo italiano: non mancano foto in cui si ritrae in una città italiana, intenta a mangiare un piatto di pasta, una cotoletta o un gelato. Un’altra passione che mette in mostra sulle sue storie Instagram è quella per l’allenamento fisico: l’influencer riprende frammenti dei suoi workout e delle lezioni di pole dance.

Agli attacchi degli haters ci è ormai abituata e alle critiche tanto feroci quanto pretestuose nei confronti dei suoi supposti «difetti» fisici, risponde con il suo sorriso, ribellandosi con forza al body shaming di cui sono vittime numerose ragazze sui social.

 

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#7 Beatrice Valli – Una mamma amante del fashion 

Classe 1995, Beatrice Valli è una modella e influencer Bolognese molto attiva su Instagram. Conosciuta per aver partecipato come corteggiatrice al programma “Uomini e Donne”, nel corso della trasmissione era stata scelta dal tronista Marco Fantini, con cui prosegue la sua bellissima storia d’amore. A soli 25 anni è già mamma di tre splendidi bambini.

Beatrice si sente prima di tutto mamma, ma non nasconde la sua passione sfrenata per la moda. Quando può partecipa a shooting fotografici per brands famosi e ad alcune pubblicità in tv. È stata anche ospite delle ultime edizioni della Mostra Del Cinema di Venezia.

Oggi Beatrice Valli è un influencer molto seguita (2,7 milioni di followers): sul suo profilo Instagram pubblica numerosi scatti dei suoi outfit, fotografie e video dei suoi momenti in famiglia, ma anche tanti consigli per le mamme, video della sua beauty routine, diverse ricette e sessioni di workout.

Spontanea e vera, si è spesso mostrata al naturale, senza trucco e dichiarando apertamente tutte le difficoltà nell’affrontare la gravidanza e i cambiamenti del corpo, diventando un ottimo esempio di body positive.

 

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#8 Paola Turani – Esempio di forza, sensibilità e positività

Paola Turani nasce a Sedrina, in provincia di Bergamo, il 10 agosto 1987. Innamorata dell’arte e degli animali cresce con il sogno di diventare veterinaria. Tuttavia, a 16 anni, viene notata da alcuni talent scout francesi, che le propongono di diventare il volto di un’agenzia di moda. Paola accetta e si trova a sfilare per diversi brand noti come Calvin Klein, Versace, Dior e molti altri. In poco tempo diventa testimonial di marchi come L’Orèal Paris, Calzedonia, Twinset, Morellato, Tim, Sephora, Divani & Divani. Volto ricercatissimo anche dallo showbiz, nel 2020 Paola viene invitata a Detto Fatto e alla Mostra Del Cinema di Venezia. Inoltre, partecipa al doppiaggio del nuovo film Disney Pixar, Soul.

Contemporaneamente, inizia ad acquisire una forte popolarità sui social network, tanto che oggi può contare su un seguito di 1,6 mln di followers su Instagram. Perché è così apprezzata? È il mix perfetto tra bellezza, intelligenza e semplicità, una donna capace di sfruttare la sua popolarità per trasmettere messaggi positivi e costruttivi. La sensibilità e la sincerità che mette nei suoi post, le fanno collezionare una media di 100mila like.

Recentemente Paola ha utilizzato il suo canale preferito per condividere alcune testimonianze della sua vita. Ad esempio ha raccontato della malattia che l’ha travolta a soli vent’anni: il cancro al collo dell’utero contratto in seguito al Papilloma Virus, cercando di sensibilizzare le donne alla prevenzione. Inoltre, ha raccontato del duro regime alimentare a cui era costretta quando era una giovane modella. Senza contare le sue continue battaglie contro il body shaming: di recente ha mostrato il suo viso al naturale, senza un filo di trucco e le sue gambe “imperfette” per via della ritenzione idrica, schierandosi contro il mito della perfezione a tutti i costi. Insomma… un vero e proprio esempio da seguire.

 

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#9 Camilla Boniardi – Star di Instagram alternativa e ironica

Lunghi capelli rosso scuro, graziose lentiggini e occhi magnetici, Camilla Boniardi, in arte Camihawke, nasce a Monza nel 1990, sotto il segno del Cancro.

Laureata in giurisprudenza e con un passato da speaker radiofonica, diventa una star di Instagram da 1,2 mln di follower, facendosi conoscere e amare dal pubblico grazie alla sua simpatia e la sua genuinità. Oltre alla fama sul web, Camihawke riceve visibilità partecipando come conduttrice nel cooking show “Nella mia cucina”, a fianco dello chef Carlo Cracco. Nel programma televisivo, intrattiene i parenti dei concorrenti, che nella trasmissione  si mettono alla prova sfidando l’ex giudice di Masterchef. Il motivo per cui è viene scelta per questo ruolo scelta sta nella sua prima affermazione nella bio di Instagram: “La pasta al forno è il mio unico credo”.

Camilla è totalmente diversa dalle sue “colleghe” influencer: ha il septum al naso e ciò che pensa è davvero tutto, fuorché alla moda.

Sul suo profilo Instagram si è sempre distinta per la sua verve ironica e per video divertenti, in cui viene rappresentata la quotidianità. Iconiche le rubriche: “LUK Sanremo” (descrizione spassosa degli outfit del Festival), “Rece Umili“ (recensioni a film e serie tv), l“Famme magnà” (in cui vediamo una serie di ricette spiegate con ironia e simpatia) e “Oroscopo Hawke” (un oroscopo raccontato a modo suo, dove Camilla spiega il comportamento dei segni zodiacali nelle diverse occasioni). Tuttavia, sul suo profilo, si impegna molto anche nella sensibilizzazione dei giovani: ambasciatrice AIRC e dei progetti “Autostima” e “SeiSicuro”, aderisce a molte campagne di senso civico e non manca di condividere opinioni in merito a tematiche come la prevenzione, la guida sicura, il cyberbullismo e lo spreco alimentare… Camihawke è l’amica che tutte noi vorremmo avere.

 

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#10 Laura Brioschi – Influencer body-positive

Tra le influencer body-positive da seguire su Instagram c’è un altro nome tutto italiano: stiamo parlando di Laura Brioschi, una bellissima modella curvy e imprenditrice ligure, che può contare su un seguito di oltre mezzo milione di followers.

Dopo un’adolescenza passata tra insicurezze, delusioni d’amore e diete restrittive che l’hanno portata ad ammalarsi di bulimia, Laura ha deciso di condividere la sua esperienza per sensibilizzare le ragazze ad amarsi e accettarsi, indipendentemente dalla taglia o dal peso. Nonostante fosse una modella curvy, infatti, all’inizio della sua carriera le veniva chiesto continuamente di dimagrire e questo aveva contribuito a minare la sua autostima, incrementando una vera e propria grassofobia. Poi finalmente arriva la svolta, inizia un percorso per curare il disturbo alimentare e impara a non farsi più condizionare dai sensi di colpa e dalle critiche. Fondatrice del movimento “Curvy is not a crime, oggi Laura è una taglia 48 fiera del suo fisico, oltre che un’imprenditrice nel campo dei costumi da bagno con il proprio marchio di bikini omonimo.

Ovviamente, ci tiene sempre a sottolineare che body-positive non significa obesità. È importante perseguire uno stile di vita sano, senza preoccuparsi troppo di avere qualche kiletto in più. Perciò su Instagram, oltre alla sua filosofia, condivide consigli di bellezza, suggerimenti per un’alimentazione sana ed equilibrata e brevi workout per le sue fan “ciapine” che non hanno voglia di andare in palestra.

 

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… E nel panorama internazionale?

#11 Ariana Grande – Influencer sensibile ai temi sociali

Ariana Grande, attrice e pop star di fama mondiale, nasce in Florida, nella contea di Palm Beach, da una famiglia di origini italiane.

A soli 4 anni si appassiona al canto, al ballo e alla recitazione, tant’è che un anno dopo riesce ad ottenere il suo primo ingaggio da Nickelodeon. A quindici anni la ragazza muove i primi passi verso Broadway, recitando nel ruolo di Charlotte. È maggiormente nota al pubblico per l’interpretazione di Cat Valentine in Victorious e di Sophie in Scream Queens. Pubblica anche vari album di musica e collabora con grandi artisti del panorama musicale, come Andrea Bocelli, Lady Gaga, Jessie J e Nicki Minaj. Nell’ultimo periodo, l’artista ha riscosso feedback molto positivi grazie alla divulgazione della canzone ‘Position‘. Il brano tratta temi quali: rivincita, libertà ed indipendenza femminile. E così, dopo tanti successi e soddisfazioni, fra cui quella di essere stata paragonata a una piccola Mariah Carey in miniatura e di aver avuto l’occasione di cantare alla Casa Bianca, oggi Ariana è sicuramente una delle più famose artiste della scena internazionale.

La popstar oggi arriva a contare 225 milioni di followers su Instagram, un vero e proprio record che fa impallidire tutti gli influencer. Se c’è una cosa che Ariana Grande sa fare molto bene, oltre alla musica, è accendere i riflettori sulle cause sociali. L’artista sta usale sue piattaforme social per sensibilizzare i fan in merito a temi che ritiene importanti, quali le elezioni presidenziali, il cyberbullismo, i diritti LGBTQ e le malattie mentali. Lei stessa soffre di PTSD, il Disturbo Post Traumatico da Stress, per via del colpo emotivo che ha subito dopo l’attacco terroristico di Manchester e cerca di responsabilizzare le persone sulle conseguenze della malattia.

 

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#12 Kylie Jenner – Imprenditrice grazie alla popolarità su IG

Kylie Jenner, sorellastra di Kim Kardashian è considerata una tra le influencer più seguite (e ricche) al mondo. Su Instagram, ha un enorme seguito, di circa 220 follower la seguono imitando i suoi look, il make up e sognando la sua vita lussuosa.

Ha costruito il proprio patrimonio sfruttando la popolarità sui social network in un modo esclusivo: anziché farsi pagare dalle aziende per sponsorizzare abiti e trucchi su Instagram, ha deciso di fondare e pubblicizzare un’azienda tutta sua. Investì 250 mila dollari, provenienti dal lavoro di modella per produrre 15 mila kit labbra, i Kylie Lip Kits, che per mesi sponsorizzò sui social network e andarono esauriti in meno di un minuto. Con la sorella Kendall, divenuta ormai una modella affermata, ha realizzato anche una linea di d’abbigliamento, Kendall+Kylie, introdotta in Italia con una capsule collection per OVS. Un esempio da seguire per tutte quelle ragazze che hanno aspirazioni a diventare imprenditrici di successo.

Su Instagram Kylie condivide momenti della sua vita quotidiana: ricette e tutorial dei suoi piatti e dei suoi smoothies, stories delle sue nail art e dei suoi outfit mozzafiato, tutorial di make up e vari frammenti della sua vita lussuosa.

 

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#13 Kim Kardashian – La “regina di instagram”

Kim Kardashian nasce il 5 Agosto del 1980 a Los Angeles.

Divenuta popolare per il reality showAl passo con i Kardashian”, appare anche in alcuni film come “Una Notte al Museo”, “Zoolander 2”, “Ocean’s 8” e in diverse serie televisive come “90210”, “How I Met Your Mother” e “CSI:NY”. Nel 2017 produce una sua creazione, la KKW Beauty, un brand di cosmetici, andati in sold out in circa due ore, e al contempo si occupa anche di Dash, la boutique di famiglia. Nel 2019 crea l’intimo modellante Skims, un’intera famiglia di underwear capace di comprimere, modellare e appianare le curve.

Attrice, modella e imprenditrice, grazie al suo innato carisma ha saputo creare un impero mediatico, diventando la regina dei social network: Kim, infatti è in grado di influenzare le tendenze con un solo gesto. Su Instagram in particolare, può contare su un numero strabiliante di followers, ben 209 milioni. Se in passato il profilo di Kim era pieno di scatti hot e senza veli, dopo l’incontro con Kanye West ha ridimensionato il suo stile, senza rinunciare alla sua femminilità. Ma i suoi fan avranno notato che ultimamente i centimetri di pelle in bella sono diminuiti ulteriormente.

A contribuire alla nascita della “nuova Kim“, in primis la famiglia, ma anche la sua nuova ambizione lavorativa: sta intraprendendo il percorso di apprendistato per diventare avvocato.  Un’incredibile cambiamento!

 

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#14 Gigi Hadid – Un angelo ricercatissimo dalla moda

Gigi Hadid nasce il 23 aprile 1995 a Los Angeles in California.

A soli due anni Paul Marciano la sceglie per posare per i primi brand, tra cui Baby Guess. Ma la sua carriera subisce uno slancio nel 2011 quando, trasferitasi a New York per lavoro, ha firmato un contratto con una delle più famose agenzie di moda, la IMG Models. Per lei comincia una sfavillante carriera, che si divide tra campagne pubblicitarie di brand di altissimo livello (come Guess, Maybelline, Balmain, Tommy Hilfiger, e Max Mara) e le passerelle dei più importanti nomi del fashion internazionale, da Marc Jacobs a Chanel, da Jean Paul Gaultier a Prada, passando per Tom Ford, Dolce & Gabbana e Moschino. Il 2015 è stato uno dei suoi anni migliori: viene fotografata per il Calendario Pirelli e partecipa per la prima volta all’ambitissimo Victoria’s Secret Fashion Show.

Top model, angelo di Victoria’s Secret e testimonial ricercatissima, Gigi Hadid non è solo contesa per copertine e passerelle, ma è anche un influencer che conta ben 64 milioni di follower su Instagram. Sul suo profilo emergono stories di ricette, attimi tratti dalla sua quarantena, ma anche immagini del suo impegno nel sociale: Gigi, infatti, è anche ambasciatrice UNICEF e si batte per la difesa dell’ambiente.

 

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#15 Emma Watson – L’esempio del femminismo

Emma Watson nasce a Parigi il 15 aprile 1990. Vive in Francia fino all’età di cinque anni, in seguito si trasferisce in Inghilterra, nella città di Oxford.

A soli nove anni esordisce sul grande schermo nel primo film della serie dedicata al maghetto Harry Potter, nel ruolo di Hermione Granger, raggiungendo la fama mondiale. In seguito a questa importante esperienza, Emma recita in altri film di successo come “Marylin”, “Noi siamo infinito”, “Noah”, “La bella e la bestia”, “The circle” e “Piccole donne”. Femminista convinta, l’attrice britannica è molto impegnata nella lotta per l’affermazione della parità di genere: si batte per cause come l’uguaglianza salariale e la scolarizzazione delle bambine nei luoghi poveri del mondo. Inoltre sfrutta la sua visibilità per farsi portavoce del fashion eco friendly: in una foto del 2017 a Parigi la vediamo indossare un bellissimo abito firmato Louis Vuitton, realizzato in poliestere ricavato da bottiglie di plastica e in un’altra mostra con eleganza un cappotto di Stella McCartney, in cashmere e lane rigenerate.

Il suo profilo Instagram, che conta ben 59,3 milioni di followers è pieno di messaggi positivi.

 

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#16 Huda Kattan – Rendere popolare il proprio brand tramite IG

Huda Kattan è un influencer di origini irachene nata in America, nel 1983.

Dopo un insuccesso nel campo finanziario, si trasferisce a Los Angeles per studiare e diventare una makeup artist. Dopo aver lavorato per Revlon come truccatrice, nel 2010 crea un blog nel quale inizia a pubblicare tutorial, recensioni di prodotti e consigli sul mondo della bellezza. Dichiara più volte che il suo obiettivo è quello di ispirare le donne con il suo concetto di bellezza. Solo tre anni dopo dà vita al suo brand di trucchi e cosmetici Huda Beauty. I prodotti sono venduti nei negozi di tutto il mondo, ma anche nel suo eCommerce, e il best seller assoluto sono le ciglia finte, di cui anche Kim Kardashian ammette di non poter più fare a meno.

Tutti i social più conosciuti sono presidiati da Huda, ma sembra che sia proprio grazie a Instagram se il suo marchio e il suo nome siano oggi così famosi. Sul suo account vengono pubblicati all’incirca 9 post al giorno e ha un seguito di quasi 50 milioni di followers, risultato che ha raggiunto grazie alla sua autoironia e simpatia, insieme a contenuti sempre interessanti e mai banali, diversi dai competitor di settore. Per sponsorizzare i suoi prodotti sfrutta anche molto spesso i post delle micro-influencer, che poi ri-condivide sul suo profilo. 

 

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#17 Michelle Obama – Fonte di ispirazione per donne ambiziose

Nata nel 1964, Michelle Obama ha goduto di una brillante carriera accademica: si è laureata presso l’acclamata Princeton University con lode nel 1985 e poi ha proseguito gli studi in giurisprudenza ad Harvard, dove si è laureata in legge nel 1988. Ha iniziato a lavorare in uno studio legale con sede a Chicago, dove ha incontrato Barack Obama, che ha sposato nel 1992. Michelle è stata anche coinvolta con Public Allies, un’organizzazione senza scopo di lucro che si concentra sull’insegnamento delle capacità di leadership ai giovani.

Pochi anni dopo, ha ricoperto la carica di First Lady. In questo ruolo, Michelle è diventata nota come influencer e icona della moda. Ha anche spostato la sua attenzione su questioni sociali, come il sostegno delle famiglie militari e il ruolo delle donne sul posto di lavoro.

L’account della first Lady mostra al mondo diverse facce della sua vita, che comprendono le normali istantanee di mamma, ma anche di donna impegnata a portare avanti le sue battaglie in maniera indipendente. Attualmente conta su un seguito di 45,5 milioni di followers. Michelle è molto apprezzata proprio perché è autentica ed è un’ottima fonte di ispirazione, soprattutto per le donne in carriera.

 

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#18 Kayla Itsines – La personal trainer più seguita su Instagram

Kayla Itsines è una bellissima personal trainer australiana di 29 anni, diventata celebre su Instagram grazie al suo programma fitness BBG – Bikini Body Guide: questo training promette di dimagrire e avere un fisico perfetto in appena 3 mesi. La domanda è… ma funziona davvero? A quanto pare sembrerebbe proprio di sì, visto le foto pubblicate dalla stessa Kayla e dai suoi numerosissimi followers (ben 12,8 milioni) e, quello che colpisce, sono i repentini cambiamenti fisici di chi lo pratica con assiduità e costanza. 

Oltre ai risultati dei suoi allenamenti, sul suo profilo posta moltissimi selfie, praticamente sempre in tenuta ginnica e con gli addominali in bella mostra, ma anche ricette, brevi tutorial di allenamento, immagini dei suoi adorati Husky, istantanee dei momenti passati con la figlia Arna… insomma, il suo IG è degno del profilo di un’influencer.

La popolarità l’ha portata anche ad apparire in trasmissioni tv dove espone il suo metodo. Inoltre ha scritto libri, ha un canale YouTube molto seguito, app scaricatissime e un sito dove attrezzi per il fitness (dai tappetini alle borracce, dagli orologi agli asciugamani), guide di fitness e libri di ricette.

 

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#19 Joanna Gaines – Imprenditrice e designer di tendenza

Joanna Gaines (nata il 19 aprile 1978) è conduttrice televisiva, imprenditrice e designer americana. È famosa per il reality show chiamato “Una casa su misura” (Fixer Upper) dove, insieme al marito Chip Gaines (autore americano) rinnova le case di persone che non possono permetterselo. Joanna vive a Waco insieme a Chip ed ai loro cinque figli, in una favolosa fattoria che rappresenta e sintetizza perfettamente la loro semplicità.

L’impresa diventa in poco tempo un brand di successo: Magnolia. Dopo aver acquistato due vecchi silos malridotti, li hanno ristrutturati e vi hanno aperto un negozio di design: il Magnolia Market. Inoltre, hanno aperto il Magnolia Table, un ristorante che cucina alimenti freschi provenienti dall’orto di Joanna e la Magnolia House, un loro bed and breakfast.

L’Instagram di Joanna Gaines offre ai suoi fan (quasi 13 milioni) una piccola finestra sulla sua vita perfetta: amante della vita in fattoria, condivide immagini e stories della vita di coppia e familiare, delle sue ricette, della sua passione per il giardinaggio e molte foto sbalorditive del suo caratteristico stile di arredamento. Joanna è amatissima dai followers anche per il suo look country e vintage, in particolare per i suoi orecchini, che si possono, peraltro, acquistare all’interno suo Market.

 

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#20 Zoe Sugg – Esempio di genuinità e impegno sociale

Zoe Sugg è una fashion blogger inglese, nata il 28 marzo del 1990 a Lacock, in Inghilterra.

Entrata nel mondo del web nel 2009 con il suo blog di moda e bellezza “Zoella” ed un canale Youtube, è diventata una delle influencer più seguite al mondo. Successivamente ha aperto anche un secondo canale YouTube chiamato “MoreZoella” dove ha iniziato a caricare video della sua quotidianità. Nel 2013 è stata nominata dal Telegraph come una delle star Twitter più famose della Gran Bretagna. Nello stesso anno ha pubblicato il primo dei suoi romanzi, “Girl Online” ottenendo subito un altro gran successo, ma non solo, ha anche preso parte a diversi programmi TV inglesi ed ha creato una sua linea di prodotti di bellezza: “Zoella Beauty”.

Zoe è anche promotrice di diverse campagne sociali: in collaborazione con Lush e #IAMWHOLE è stata testimonial del Digital Detox Day 2020. Proprio lei è stata la prima influencer a parlare dei propri problemi di ansia e attacchi di panico, dunque non poteva esserci persona migliore per sensibilizzare sull’argomento. Inoltre è ambasciatrice agood e quindi sostenitrice di una vita green e sostenibile.

Su Instagram ad oggi conta ben 9,2 milioni di followers. Sul suo profilo pubblica diversi selfie, attimi della sua vita privata, ricette, ma anche tutorial di bellezza, consigli per la sessualità, testimonianze legate al cyberbullismo e alla salute mentale. 

Insomma, un esempio di solarità e genuinità tutta da seguire!

 

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LEGGI ANCHE: Le pubblicità più inclusive per la festa internazionale della donna

digital tool della settimana

HappyThings, SocialSize e GRID ,i digital tool della settimana

Con molte persone in smart working e tante mamme e papà alle prese con la DAD e la DDI, la giornata lavorativa può diventare stressante: figli che irrompono durante importantissime video-call e gatti che balzano sulla tastiera digitando incomprensibili formule magiche sono ormai all’ordine del giorno.

Ci è quindi molto utile far ricorso a strumenti in grado di organizzare meglio le attività e ad altri che ci aiutino a smorzare lo stress e arrivare a fine giornata con soddisfazione.

Nella selezione di oggi c’è anche un tool dedicato a Clubhouse, che può essere un ottimo strumento tanto di networking quanto di svago. Ecco a voi la nostra selezione settimanale.

LEGGI ANCHE: Mimoto, TweetIdeas e LunarCRUSH, i digital tool della settimana

Una giornata più felice

tool happy things

Semplici abitudini che possono aiutarci a vivere una giornata lavorativa in modo più semplice e rilassato. HappyThings ti guiderà nello svolgimento di semplici attività quotidiane, anche motivazionali, per migliorare il tuo umore e il tuo approccio al lavoro e tenere traccia dei tuoi progressi.

Come ampliare le capacità su Clubhouse

L’app vocale è il must del momento, ma a volte parlando si ha bisogno di mostrare le proprie idee su uno schermo. Con Brightful hai a disposizione una vera e propria lavagna per coinvolgere i tuoi ascoltatori con Q&A e sondaggi.

tool digitale brightful

La dimensione giusta in un click

social size

Ricordare le misure corrette per i diversi contenuti su tutte le piattaforme social può diventare un’impresa impossibile. Per migliorarci la vita c’è SocialSizes.io: con un click recuperi il formato corretto, per tutti – ma proprio tutti – i social.

Fogli di lavoro con i superpoteri

tool excel - grid

Hai mai sognato di trasformare un triste foglio di excel in un vero strumento web dinamico e interattivo? Grazie a GRID puoi rendere la condivisione e la presentazione di dati e modelli di fogli di calcolo intelligente, veloce e di eccezionale valore.

Una palestra per la voce

speeko

Parlare in pubblico è una attività impegnativa che richiede grande grande allenamento. Grazie all’AI di Speeko puoi ottenere feedback sul tuo stile di conversazione e seguire i progressi nel tempo. Tenendo conto dei diversi aspetti come il tono, le pause, l’articolazione e tutto ciò che ti può aiutare ad essere sempre più efficace.

 

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podcast kimbo

Come trasformare un brand grazie all’audio e ai podcast: l’esempio di Kimbo

Nell’ultimo anno il podcast è cresciuto per un valore pari al 108%, con circa 1,8 milioni di titoli su Spotify nel 2020. Un andamento più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, con un conseguente aumento anche sotto il profilo dei creator e produttori di contenuti. Contemporaneamente è cresciuto anche il numero di aziende che hanno cominciato a utilizzare podcast branded come strategia per rapportarsi al proprio pubblico, creando un rapporto più stretto.

Tra queste, anche Kimbo ha recentemente inaugurato un nuovo format editoriale destinato ai social, con lo scopo di accompagnare gli utenti in un viaggio fatto di  storie e di momenti speciali davanti un caffè.

Il progetto “Caffè Animati” punta su due elementi distintivi: lo storytelling e l’animazione, fondamentali per lo svolgimento della storia. La voce di Massimo Cotto, giornalista, speaker radiofonico di Virgin Radio e noto scrittore, trasporta gli utenti in un viaggio  che profuma di caffè, reso ancor più suggestivo da illustrazioni e musica originale del Maestro Tonino Tomeo, tra i più importanti compositori e chitarristi italiani di fingerstyle.

Un nuovo asset comunicativo per Kimbo, dunque, che lo catapulta direttamente nell’era del digitale e soprattutto dell’audio-first. La produzione continuativa di contenuti, infatti, veicolata sui profili social dell’azienda Instagram, Facebook, Twitter e Pinterest, è stata seguita anche dal lancio di un canale Spotify, dove i racconti di Massimo Cotto si possono ascoltare in versione audio.

La scelta del formato vocale è dettata dalla volontà di rendere questi racconti disponibili  su più piattaforme e di alimentare il loro cammino in questo mondo sempre più digitale, attirando anche un target più giovane. Tutto verrà poi caricato anche sulle app per Amazon Alexa e Google Home di Kimbo.

A completare il tutto, una call-to-action rivolta agli utenti che potranno realizzare contenuti che saranno di ispirazione per la produzione di nuovi “Caffè Animati”.

Dov’è il caffè in tutto questo? Rappresenta il contesto e l’ispirazione di racconti di vita quotidiana posti al centro dello schema narrativo. Una sorta di sottofondo e al tempo stesso di timer di queste storie leggere che rapiscono il cuore e che durano appunto il tempo di un caffè.

Per scoprire di più sul progetto ne abbiamo parlato con Dario Volpe, Global Head of Ecommerce & Digital di Kimbo.

LEGGI ANCHE: Digital 2021, esplodono eCommerce e podcast. Il report sui nuovi trend in Italia

trend podcast Kimbo

Da tradizionale a digitale: l’evoluzione di un brand

«Kimbo è un brand che ha sempre lavorato su canali tradizionali, forte storicamente sul retail grazie ai suoi 60 anni di storia, che si è affacciato con successo anche al settore Horeca, ma che ha tardato ad approcciarsi ai canali digitali negli ultimi anni», inizia a spiegarci Dario.

Nel 2019 l’azienda ha deciso di intraprendere un percorso di sviluppo sui canali digitali, sia eCommerce sia comunicazione e social media, con un progetto su tutti i touchpoint. Il target si è così allargato: oltre ai consumatori storici, abituati ad acquistare sui canali tradizionali – ma che ora potrebbero volersi rivolgere anche ai canali digitali -, la base dei consumatori si è ampliata, andando a lavorare direttamente su un target più giovane.

Per fare questo, oltre a rinnovare piattaforme e comunicazione, il brand ha cercato di lavorare su asset poco consueti per brand tradizionali, ma con un forte trend di crescita come il podcast. «Questo è servito ad allargare l’audience, lavorando in maniera innovativa, con un progetto in cui la voce narrante è il perno centrale di tutta la costruzione».

trend podcast brand case study kimbo

Nuove sfide legate all’emergenza

Il 2020 è stato un anno sfidante, nel quale il brand – come molti altri in questo periodo – si è trovato a costruire un ecosistema digitale, sebbene le basi fossero già state poste prima della pandemia. «Ci siamo trovati in una situazione del tutto inaspettata – ci racconta Dario Volpe – e questo ha alzato ancora di più l’asticella. Se prima pensavamo di trovarci in una situazione in cui il digitale era un perno nella costruzione della relazione con i consumatori finali, sia dal punto di vista di comunicazione che di vendita, con l’emergenza abbiamo dovuto necessariamente continuare a seguire i progetti che avevamo già previsto. Questo ci ha portato su una strada nuova, però, cioè oltre i nostri limiti nel perseguire gli obiettivi digitali».

Il progetto di “Caffè Animati” è nato proprio in questo contesto, in corsa nel 2020, come occasione per capire anche il valore di un progetto che non è solo di digitalizzazione, ma è al servizio dell’azienda dal punto di vista della comunicazione e quindi multi-touchpoint e multi-canale.

Raccontare storie per entrare in contatto con le persone

La produzione di questi contenuti audio non è un punto di arrivo ma di partenza. Quello che Kimbo vuole raggiungere è il coinvolgimento degli utenti, che in una seconda fase saranno chiamati a interagire, contribuendo alla produzione di queste storie e del tessuto narrativo realizzato con la collaborazione di Massimo Cotto.

Nello sviluppare questo progetto il brand ha preso in considerazione i dati e i trend sui podcast, che nell’ultimo anno hanno conosciuto una crescita esponenziale. Un trend che però non è ancora sufficientemente valorizzato dai brand tradizionali, che stanno tardando ad avvicinarsi a questo canale. Non dimentichiamo, inoltre, la presenza sempre più massiva anche degli assistenti vocali a casa, che consentono di interagire in modo istantaneo e di avere il brand accanto nel proprio ambiente domestico, in qualsiasi momento.

«Il caffè, nel nostro caso, è presente, ma in maniera quasi educata. Fa da sfondo alle storie che vengono raccontate. Si tratta di uno degli elementi del racconto ma non ne è il principale. Anzi, diventa quasi un pretesto per raccontare delle storie che trasmettono valori più importanti. In 60 secondi i Caffè Animati riescono a sintetizzare degli stati d’animo e a creare delle emozioni importanti».

 

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La scelta dei 60 secondi è legata sicuramente all’esperienza del caffè, che tra tempo di preparazione e di consumo richiede proprio questo tempo per un espresso. Dall’altro lato i 60 secondi permettono di restare, ad esempio, all’interno del feed di Instagram, per cui il timing è stato scelto anche per la flessibilità rispetto ai vari touchpoint digitali.

Un progetto in divenire…

Dal punto di vista dei risultati Kimbo ha fatto un po’ una scommessa, perché si tratta di un ambito completamente innovativo per qualsiasi brand. Dunque il progetto è stato vissuto in ottica di test&learn, che sta dando già ottimi risultati in termini di ingaggio sui social e su Spotify.

Per lo stesso motivo non è ancora prevista una chiusura del progetto, che è ancora nella sua prima fase di sviluppo. Lo step successivo sarà l’implementazione del meccanismo di coinvolgimento delle persone attraverso un hub di contenuto. «Infine, i contenuti digitali potrebbero anche essere trasportati dal digitale al fisico, sia tramite eventi fisici (speriamo presto), sia tramite cartoline o packaging», ci racconta Dario.

brand podcast audio

… e qualche sorpresa da scoprire

I racconti di Caffè Animati sono accompagnati da musiche e illustrazioni originali. I brani sono costruiti sulle parole del racconto e non viceversa, come spesso accade per le canzoni. Ma c’è di più, infatti il brano contiene degli easter eggs, legati soprattutto alla musica napoletana, con piccole citazioni. E questo elemento punta proprio sul coinvolgimento degli utenti, che sono chiamati a scoprire queste piccole sorprese.

Il podcast come strumento per valorizzare il brand

Circa il 19% degli utenti attivi mensili di Spotify ascolta i podcast, secondo i dati diffusi dalla piattaforma lo scorso agosto. L’azienda ha dichiarato di raggiungere 286 milioni di utenti attivi mensili, che si traduce in circa 54,3 milioni di ascoltatori di podcast.

Con l’arrivo della pandemia, anche il consumo di podcast è cambiato, il tempo di ascolto intorno ad attività come cucinare e fare le faccende domestiche è improvvisamente aumentato, tanto che Spotify ha dichiarato che “Ogni giorno ora sembra il fine settimana”.

Kimbo ha saputo cogliere in modo elegante e in linea con i valori del brand questo trend, senza spingere con una comunicazione social aggressiva, ma ideando un contenuto destinato a proseguire nel tempo, che sarà in grado presto di ingaggiare anche i fruitori delle diverse piattaforme. Un esempio di come sia possibile cogliere le tendenze digitali, modificare i propri asset e allargare l’audience, senza però stravolgere l’essenza della brand identity.

Google News Showcase: nuovi accordi di licenza con gli editori italiani

Google firma in Italia nuovi accordi di licenza con una serie di editori, sia di portata nazionale che di carattere locale, tra cui RCS Media Group, Sole 24Ore, Gruppo Monrif, Caltagirone Editore, il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio, Il Giornale, Il Tempo, Ciaopeople, Edinet, Gruppo Corriere, Citynews e Varese web. 

Questi nuovi accordi, firmati su base individuale, rappresentano un importante passo avanti nella relazione di Google con gli editori italiani, remunerando gli editori aderenti per Google News Showcase.

Questi accordi per News Showcase tengono in considerazione i diritti previsti dall’Articolo 15 della Direttiva Europea sul Copyright in relazione agli usi specifici online delle pubblicazioni giornalistiche (tali diritti non si applicano ai collegamenti ipertestuali e all’utilizzo di estratti molto brevi). 

LEGGI ANCHE: Google Update Timeline: come l’algoritmo di Google ha imparato a interpretare il linguaggio umano

Google News Showcase

Google News Showcase è un nuovo programma di licenze annunciato da Google nel 2020, che offrirà ai lettori l’accesso a contenuti più approfonditi a fronte di una remunerazione per gli editori firmatari degli accordi. News Showcase permetterà agli editori di rafforzare la propria relazione con i lettori, sviluppare nuovi modelli per la monetizzazione dei contenuti e trarre beneficio dall’aumento di traffico verso il proprio sito. News Showcase sarà disponibile in Italia nei prossimi mesi. 

News Showcase si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che rappresentano l’impegno di lungo termine di Google verso il mondo del giornalismo. Oltre a programmi come la Google News Initiative e alla collaborazione in ambito pubblicitario con gli editori a livello globale, attraverso le sue piattaforme Google invia ogni mese ai siti degli editori 24 miliardi di clic, che permettono agli editori di aumentare i ricavi attraverso annunci e nuovi abbonamenti sui loro siti e app.

In Italia, dal 2015 Google ha investito 11 milioni di Euro in progetti italiani di giornalismo attraverso il Fondo per l’Innovazione della Digital News Initiative, mentre nel 2016 ha sottoscritto con FIEG un accordo triennale che ha portato l’azienda a investire oltre 16 milioni di Euro su una serie di settori strategici per l’editoria digitale. E nel 2020, con il diffondersi della pandemia di COVID-19, ha offerto supporto economico a oltre 300 redazioni italiane attraverso il suo Fondo globale di emergenza per il giornalismo locale. 

Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo accordo che, regolando anche il tema dei diritti connessi, riconosce l’importanza dell’informazione di qualità e l’autorevolezza delle nostre testate. Un nuovo tassello nella partnership con Google che valorizza i quotidiani RCS e offre un ulteriore impulso alla crescita della nostra customer base, supportando con una sempre più ampia copertura informativa.

Urbano Cairo, Presidente e Amministratore Delegato di RCS Media Group.

Il programma Showcase apre una nuova stagione di relazione con Google, perché affronta il tema dei diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, consente di promuovere il giornalismo di qualità delle nostre testate e di accelerare la trasformazione digitale dei processi editoriali e lo sviluppo dei ricavi da subscription.

Michela Colamussi, Director of Transition to Digital and Innovation Gruppo Monrif.

L’accordo con Google è un ulteriore riconoscimento del valore dell’informazione di qualità quale è quella de Il Sole 24 Ore. La remunerazione dell’informazione, inclusi i diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, è un fronte su cui il nostro gruppo editoriale è impegnato in prima linea con l’obiettivo di tutelare il nostro patrimonio di contenuti ad alto valore aggiunto. Questo accordo si inserisce in tale strategia ed è coerente con il processo di innovazione editoriale e tecnologica su cui Il Sole 24 Ore si è impegnato negli ultimi due anni. L’adesione alla GNI di Google e quella a News Showcase sono alcuni degli esempi.

Giuseppe Cerbone, Amministratore Delegato Il Sole 24 Ore.

Questi nuovi accordi rappresentano un importante passo avanti e confermano l’impegno di Google verso gli editori italiani. I nostri editori partner avranno accesso a nuove opportunità per valorizzare i propri contenuti e per aumentarne la profittabilità. Siamo felici di contribuire allo sviluppo dell’ecosistema digitale per il mondo degli editori e di rafforzare il nostro impegno verso il giornalismo di qualità.

Fabio Vaccarono, Vice President di Google e Managing Director di Google Italy.

Spotify lancia in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self service

Spotify lancia oggi in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self-service che permette a chiunque di creare e gestire campagne pubblicitarie audio e video su Spotify. Fare pubblicità diventa, così, ancora più semplice, con annunci audio realizzati da zero, grazie ad un’interfaccia intuitiva, agli strumenti creativi e ai servizi offerti (doppiatori, musiche e analytics) direttamente da Spotify, leader dello streaming on demand, che ha rivoluzionato il modo di ascoltare musica.

La mission, come sempre, è quella di liberare il potenziale della creatività, anche nello scenario italiano, dove il consumo di audio digitale sta superando rapidamente la fruizione della radio: infatti il 61% degli utenti Spotify Free in Italia ascolta audio da mobile, con il trend in crescita del podcast

“Tutta l’opportunità del mercato audio non è ancora colta, soprattutto nell’advertising delle strategie media. Ad Studio è una rivoluzione”,

esordisce Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia: “È sicuramente un segmento da esplorare. L’audio digitale, lo streaming, offrono opportunità di comunicazione legate al targeting, al tracciamento e alla comprensione dell’audience attraverso i contenuti che definiscono il mood di ascolto.  Un’innovazione assoluta, perché permette di costruire messaggi sfruttando i dati, con un’efficacia superiore”.

L’intelligence Spotify a servizio delle campagne advertising per monitorare l’impatto

Gli inserzionisti Spotify Advertising potranno attingere alla Spotify Audience Network, prevedere stime di impression, reach e frequenza in base al target, ma anche tracciare e gestire tutti i report della campagna. Opzioni di targeting avanzate, per raggiungere il pubblico di riferimento, rivolte a piccole e medie imprese PMI, startup, brand in crescita, ma anche creator digitali, rispetto ad una community, che registra oltre 345 milioni di utenti Spotify in 178 Paesi del mondo, di cui 155 milioni abbonati Premium.

Una rivoluzione per l’industria della pubblicità audio, secondo Alberto Mazzieri: “Il lancio di Ad Studio rafforza il nostro impegno a fornire alle aziende e agli artisti di tutte le dimensioni le opportunità della streaming intelligence di Spotify.  Anche le realtà di piccole e medie dimensioni possono testare facilmente una campagna su Spotify, misurarne l’impatto e sfruttare la potenza dell’audio”.

A partire da un investimento minimo (250€), inserzionisti di ogni tipo e dimensione – imprese locali, concessionarie, catene di supermercati, negozi di elettronica, istituti e università per la promozione di corsi, open day o altre attività – avranno accesso alla streaming intelligence di Spotify. Inoltre, fornendo uno script, la piattaforma aiuterà nella creazione di annunci professionali in sole ventiquattro ore, senza costi aggiuntivi.

LEGGI ANCHE: Trend Audio 2021, l’innovazione Podcast. Spotify annuncia l’acquisizione di Megaphone

Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia

Dottor Alberto Mazzieri, da quale esigenza nasce Spotify Ad Studio in Italia?

“È la nostra piattaforma aperta a tutti gli advertiser, per campagne di comunicazione audio o video in autonomia, in pochi minuti e con la possibilità di raggiungere l’audience qualificata di  Spotify: dei 345 milioni di utenti globali, circa  190milioni la utilizzano in modalità free, esposti ai messaggi pubblicitari, raggiungibili attraverso Ad Studio. In Italia ci basiamo sui dati Comscore, che nell’ultimo ultimo trimestre del 2020 ci ha attribuito una media di 11,2milioni di utenti attivi ogni mese, in crescita  rispetto all’anno precedente, anche rispetto ai primi mesi dell’anno. Alla fine del prossimo quarter rilasceremo i dati aggiornati che sembrano confermare i trend in crescita”.

L’esperienza immersiva dell’audio

Audio e podcast sono tra i trend digitali dell’ultimo anno. Come si adegua e reagisce Spotify alle recenti applicazioni che fondano il proprio successo sulla voce?

“Il podcast è uno degli elementi che sta trainando la crescita, sia in termini di ore di consumo che di ascolto, nell’ultimo trimestre duplicate rispetto all’anno precedente. Ad oggi abbiamo 2,2 milioni di titoli podcast in piattaforma (erano 1,9 milioni solo nel terzo trimestre, per cui più di 300 mila in pochissimi mesi. Un trend che registriamo in ambito globale in tutte le Country. Conferma la rilevanza sempre maggiore dell’audio nella vita delle persone”.

Audio significa intimità, svincolata dal dominio dell’immagine?

“L’esperienza audio è molto immersiva e intima, molto più di qualsiasi altro mezzo. Poi si aggiunge il fattore tecnologico: lo streaming ha reso i contenuti audio disponibili in misura molto maggiore e su tantissimi dispositivi. La radio è il diffusore per antonomasia, ma il contenuto attraverso lo streaming si sta evolvendo, cresce il consumo. Spotify ha fatto della “ubiquity”, della disponibilità su più device possibili una colonna della propria strategia, non solo computer e cellulari, ma sempre più anche consolle di gaming, smart speaker, connected tv, automotive. Sono tantissimi i dispositivi che hanno integrato l’app di Spotify, permettendo alle persone di fruire di contenuti in tante situazioni diverse”.

Spotify Italia ha previsto un reparto creativo, un nuovo piano di recruiting per individuare le figure a sostegno delle campagne advertising delle aziende?

“C’è un grande investimento da parte dell’azienda, perché l’opportunità è gigantesca. Ad Studio offre a tutte le imprese, a prescindere dalla dimensione, l’opportunità di accedere alla comunicazione audio come non è mai stato fatto in passato. L’automazione e la possibilità di fare tutto in self service, permette di ottimizzare anche investimenti dal punto di vista creativo”.

Come funzionerà praticamente Ad Studio? Come si realizza uno spot in 24 ore?

“Qualora le aziende non disponessero di un asset audio, la campagna viene prodotta tramite  piattaforma,  caricando il copy (la sceneggiatura scritta) dello spot, con la possibilità di scegliere una voce e una musica poi mixate,  e nel giro massimo di quarantott’ore lo spot audio viene fornito da Spotify per essere utilizzato nella campagna adv. Dietro c’è un network di speaker e doppiatori e lo spot viene fornito gratuitamente, scegliendo la voce e il suono tra una library di generi musicali”.

Ad Studio – L’interfaccia semplice ed intuitiva

Il podcast, nuovo trend audio

Il pubblico italiano come risponde alle potenzialità audio, rispetto a quello internazionale?

“in termini di adozione di nuove tecnologie, sia il singolo utente che le aziende riescono a cogliere abbastanza rapidamente i trend e le opportunità. I numeri lo testimoniano, la piattaforma in Italia cresce in un modo significativo, non solo nell’audience, ma in termini di tempo speso e contenuti caricati. Tra gli esperimenti, abbiamo lanciato il primo podcast Spotify Original, prodotto da Spotify Italia con i The Jackal  per Sanremo, condensato in pochi minuti. Abbiamo avuto un riscontro di pubblico, in cima alla classifica dei più ascoltati in italia. Ciò che accade nella società e nel mondo reale è poi trasposto in contenuti audio”.

Spotify ha lanciato una nuova iniziativa in Usa spinta dal podcast di Obama e Bruce Springsteen. In Italia sarebbe immaginabile una simile operazione? I creator sono giovani o sono trasversali alle diverse fasce di età?

“C’è un segmento altissimo di titoli nuovi che compaiono in piattaforma, aumentano di centinaia di migliaia di mese in mese. Si va dai grandi publisher a chi ha qualcosa da dire, influencer creator, o chi è specializzato in qualsiasi disciplina. Il bello dei podcast che ha ampliato il range di contenuti, prima era solo musica. Coprono qualsiasi argomento: news, informazione, eventi di costume come Sanremo. Il targeting, il tracciamento, consentono comunicazioni efficaci, sulla definizione del mood: sapere chi ci sia dall’altra parte, che cosa stia facendo, se sia in auto o si stia allenando, con  caratteristiche socio-demografiche di utenti loggati alla piattaforma”.

Profiling, produzione dello spot e poi?

“Terzo aspetto la tecnologia avanzata, che permette di creare un’esperienza audio super immersiva. Si pensi al 3D o all’8D, che se ascoltato con auricolari o cuffie è ancora più coinvolgente. Per le aziende e tutte le industry è un’opportunità gigantesca, complementare alla strategia video. L’audio riempie i momenti della giornata in cui il video non è presente, quando si guida, ci si allena, si cucina”.

Musica, UX e bambini

Come può un singolo utente o un’impresa utilizzare la funzionalità Ad Spotify? 

“La piattaforma mette a disposizione tutte le informazioni, è user friendly. Basta usare l’applicazione da desktop o da smartphone, su Ad Studio, e seguire i vari step  per definire gli obiettivi della campagna, l’audience che si vuole raggiungere, il formato audio o video, o entrambi insieme. 1 minuto su 5 speso in piattaforma è passato sul video, sebbene siamo riconosciuti soprattutto per l’audio. Il quel 20% del tempo (su un totale di 2ore e mezzo al giorno trascorso su Spotufy), possiamo erogare messaggi advertising video, molto premium, a schermo pieno”.

Nessun testimonial in Italia per il lancio?

“Desideriamo comunicare la velocità di utilizzo e le caratteristiche tecnologiche. Il testimonial è la piattaforma in sé, che desideriamo diventi familiare a chiunque, con l’ambizione di diventare la piattaforma di comunicazione per l’audio di tutte le aziende, grandi e piccole”.

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Splio acquisisce la startup Goodfazer e potenzia il Referral Marketing

Splio è orgogliosa di annunciare l’acquisizione della startup francese Goodfazer, piattaforma SaaS per la gestione dei referral. L’innovativa soluzione permetterà ai brand di utilizzare la raccomandazione dei clienti e sfruttare la forza del passaparola per  l’acquisizione di nuovi contatti tramite l’uso strutturato ed intelligente dei canali digitali.

Splio è una piattaforma marketing di fidelizzazione che consente alle aziende di ingaggiare e fidelizzare la clientela su tutti i canali. Con questa acquisizione Splio rinforza la sua vision per cui l’engagement e la fidelizzazione rappresentano potenti leve di crescita per i marchi. Con oltre 500 clienti nel retail, eCommerce, transportation e food, Splio si conferma leader nel Martech ed esperto di trade, lavorando per fornire una piattaforma che unisca tutte le esigenze di attivazione marketing dei merchant.  

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Splio pone il cliente al centro della strategia di crescita dei brand

Il Referral Marketing è oggi al centro della trasformazione dei processi decisionali di acquisto. È una leva marketing che si basa sul forte principio della raccomandazione e della fiducia, ed è proprio questa la vision che Mireille Messine, CEO di Splio, rende accessibile grazie alla piattaforma Splio.

Scegliere il passaparola del cliente, significa optare per una leva di sviluppo organico, che capitalizzi la clientela acquisita e conquistata, e che la ponga al centro della strategia  di crescita dei brand. Il passaparola digitale ha già dimostrato il suo valore negli Stati Uniti e ha portato al successo marchi come Uber, Airbnb e Dropbox.

Mirelle continua:

L’obiettivo di questa  acquisizione è quello di estendere le sue potenzialità e il suo utilizzo a beneficio di una fascia di brand più ampia possibile. L’arrivo di Frédéric Faivre nel team e l’integrazione della piattaforma Goodfazer, è un’ottima notizia per Splio. Apre nuove prospettive ai marketer e nuove opportunità  per i nostri clienti.

Goodfazer: da un progetto imprenditoriale a Splio

Il potere del Referral Marketing si misura nella natura esponenziale del passaparola, che trasforma il cliente in un canale di influenza e vendita. Il cliente crea valore ed è più che mai un  canale di comunicazione da non sottovalutare. L’ha ben compreso Frédéric Faivre, fondatore di Goodfazer. Fondata nel 2018, Goodfazer consente ai brand di acquisire nuovi clienti grazie alla creazione di programmi di referral e campagne coinvolgenti. 

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La piattaforma Goodfazer è nata da un’iniziativa intraprenditoriale incubata da Becoming Group, mentre Frédéric Faivre, ancora direttore associato dell’agenzia Grenade, gestiva le operazioni di referral per Sosh e Orange. Questo progetto rientrava nello sviluppo di un’innovazione al servizio della vision della società, e ha permesso a Frédéric Faivre di sviluppare la piattaforma di referral di cui i merchant avevano bisogno.  

I clienti ingaggiati e fedeli vogliono ricoprire un ruolo attivo per i brand che amano. Stiamo assistendo a una trasformazione radicale nella scelta di acquisto dei consumatori, che è meno influenzata dalla pubblicità e maggiormente dalla raccomandazione e il passaparola tra amici e conoscenti. Restituire il comando ai consumatori, rendendo la raccomandazione accessibile a tutti i commercianti, grazie a una piattaforma innovativa e di  semplice utilizzo, questa è la nostra ambizione al fine di rendere la raccomandazione una customer experience ingaggiante e fidelizzante.

La raccomandazione ingaggia e fidelizza su tutti i canali

La raccomandazione in modalità SaaS ha già guadagnato sostenitori, tra cui Sandrine Privat Pedoussaut, direttore marketing di NAF NAF, che ha sviluppato un programma di referral multicanale con Goodfazer, per ingaggiare nuovi clienti e aumentare le vendite online e offline al di  fuori dei periodi commerciali di punta:

Abbiamo integrato facilmente la piattaforma Goodfazer nel nostro ecosistema phygital, eCommerce e nei punti vendita, e implementato rapidamente campagne di referral all’interno della rete NAF NAF con ottimi risultati. 

Alla fine della sua prima campagna, NAF NAF aveva aumentato il paniere medio di 1.5 per i nuovi clienti e di 2 per i clienti ambassador.

NFT mania

NFT mania, ecco i non-fungible token che tutti vorremmo collezionare

Opere d’arte audiovisiva, quadri digitali. Ma anche meme, canzoni e interi album musicali. Sono il trend del momento, gli NFT (o non-fungible token), i gettoni digitali basati su tecnologia blockchain che stanno monopolizzando l’attenzione di collezionisti, appassionati di cripto valute (ma non sono la stessa cosa) e semplici curiosi di internet.

Jack Dorsey NFT

Abbiamo raccolto alcuni dei gettoni più strani e originali, che dimostrano l’hype che si sta generando intorno al fenomeno. Imprenditori, brand e personaggi dello showbusiness sono letteralmente ammaliati dal fenomeno NFT e desiderosi di sperimentarlo.

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Il primo tweet di Jack Dorsey

Jack Dorsey, il miliardario co-fondatore e CEO di Twitter ha messo all’asta il suo primo tweet come NFT.

Il tweet (di ben 15 anni fa) è stato vendita su una piattaforma chiamata Valuables by Cent, che consente appunto alle persone di fare offerte su tweet “autografati dai loro creatori originali”.

Per “Sto settando il mio twttr”, l’offerta più alta ha raggiunto i 2,9 milioni di dollari e si è assicurato il prezioso bene digitale Sina Estavi, CEO di Bridge Oracle.

Dorsey ha comunque dichiarato che convertirà il ricavato in Bitcoin e che in seguito lo devolverà in beneficenza.

Le GIF di Taco Bell

Taco Bell ha iniziato a servire qualcosa in più di semplici tacos: ha anche cominciato a consegnare NFT.

La catena di fast-food ha annunciato su Twitter la vendita di GIF e immagini “a tema taco” sul marketplace NFT Rarible.

Naturalmente, tutti si sono immediatamente resi conto che si trattava di un brand che cavalcava l’onda del fenomeno NFT (un trend che potrebbe essere anche potenzialmente dannoso per l’ambiente), ma i gettoni sono andati a ruba, volatilizzati in trenta minuti.

Taco Bell ha dichiarato che tutti i proventi andranno alla borsa di studio Live Más attraverso la Taco Bell Foundation. L’azienda ha anche lasciato intendere che sta progettando un’altra serie di token anche se, come ha affermato l’azienda, sebbene gli NFT siano “per sempre”, non potranno mai sostituire il gusto e la croccantezza di un taco caldo.

Le Pringles con il sapore virtuale

Anche Pringles è tra i brand del food saltati sul treno della popolarità dei non-fungible token, per sfruttare il clamore mediatico del momento.

L’azienda ha emesso 50 tubi virtuali CryptoCrisp “al sapore di NFT”, un’opera d’arte digitale dall’artista Vasya Kolotusha: un file MP4 1080×1080 che mostra una lattina Pringles dorata.

Tutti i proventi delle vendite dei 50 pezzi emessi andranno direttamente all’artista.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Vasya Kolotusha (@kolotooosha)

Il collage di Beeple messo all’incanto da Christie’s

Mike Winkelmann, un artista conosciuto al grande pubblico con lo pseudonimo di Beeple, ha venduto un collage digitale di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69,3 milioni di dollari, in un’asta da Christie’s.

Un evento storico non solo per l’oggetto messo all’incanto, ma anche perché la famosa casa d’aste fondata nel 1766, per la prima volta ha consentito di pagare l’offerta anche tramite moneta digitale.

mike winkelmann beeple collage NFT

Non-fungible token: il Badge di Montemagno per pazzi furiosi

NFT Marco Montemagno

Il noto divulgatore Marco Montemagno ha invece scelto il marketplace OpenSea per il lancio del suo NFT. Si tratta di un badge che, secondo le sue esatte parole, devi essere “un pazzo furioso” per comprarlo. Puoi vederlo qui e renderti conto della quotazione che sta raggiungendo.

Il gatto con la Pop-Tart

Nyan Cat - non-fungible token

Il famoso meme chiamato Nyan Cat, che raffigura un gatto con il corpo di una Pop-Tart, è stato acquistato per quasi 600.000 dollari.

Le cripto copertine del Time

copertine time nft

Anche il prestigioso TIME non ha resistito alla mania degli NFT e ha messo all’asta tre copertine: l’iconica “Is God Dead?” del 1996, la più recente rivisitazione “Is Truth Dead?” del 2017 e un’ultima versione nuova di zecca, mai andata in stampa, che strizza l’occhio proprio alle cripto valute, cioè “Is Fiat Dead?”

Le tre copertine sono in vendita su NFT SuperRare e l’asta durerà fino a mercoledì sera. Il prezzo base è di 10 Ether per ogni copertina (quasi 18.000 dollari), ma quella con “Fiat” ha già superato il doppio della richiesta.

L’immagine anaglifica di Marco Camisani Calzolari

Un pezzo di arte digitale tutto italiano. A uno sperimentatore come Marco Camisani Calzolari non poteva essere indifferente l’attenzione riservata agli NFT. Ecco il suo non-fungible token, che però non sarà messo in vendita.

Il “quasi NFT” di Elon Musk

Eccentrico, poliedrico, visionario. E, di certo, sempre sul pezzo. Grande sostenitore di Bitcoin e del mondo legato alle crypto, Elon Musk ha annunciato la sua intenzione di mettere in vendita, sotto forma di non-fungible token, il suo nuovo pezzo techno (sì, Elon ha tempo anche per comporre musica).

Ci ha però ripensato dopo un po’, dichiarando di aver cambiato idea con un tweet.

L’opera di Banksy bruciata (e diventata un NFT)

Un Banksy originale, che è stato bruciato e distrutto in un video in live streaming, è stato venduto come NFT per 380.000 dollari.

L’opera d’arte del 2006, dal titolo Morons (White) è essa stessa una critica al mercato dell’arte, e infatti raffigura un banditore d’asta di Christie’s.

Un video condiviso dall’account BurntBanksy ha mostrato il video di un uomo mascherato mentre dava fuoco alla stampa con un accendino.

Alcuni critici hanno però liquidato l’evento come una “trovata” per fare soldi.

Cosa sono gli NFT (se ancora non lo sai)

Gli NFT sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”.

Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificare edizioni originali per opere d’arte, album o brani musicali e anche meme.

Per questo, la definizione “non fungibili” si riferisce ai criteri di unicità e indivisibilità del token. Queste caratteristiche li rendono anche diversi dagli utility token e dalle criptovalute.

Non-Fungible Token si acquistano spesso in aste e possono poi essere pagati attraverso i consueti metodi oppure, naturalmente, in criptovaluta.

Joule4Ideas: il progetto di Eni per ripartire dalle idee sostenibili

Stiamo vivendo mesi complicati in cui è difficile programmare anche le cose più semplici e non perché non abbiamo tempo come “prima”. Prima, un periodo che ci sembra qualcosa di lontano, come se il prima risalisse a un secolo fa. Il problema in realtà è il dopo e non stiamo parlando di decenni, ma del prossimo futuro. Ci sembra qualcosa d’intangibile che non riusciamo a immaginare e che un po’ ci fa paura. Fare progetti, ipotizzare possibili scenari di vita, tutto ci appare quasi un azzardo, ma dobbiamo provarci, e non solo noi, ma anche le aziende.

Eni è una di quelle realtà che ha capito l’importanza di andare avanti e di puntare tutto sulla forza motrice più potente del mondo: la volontà di rinascita delle persone.

Startupper

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Ripartire con Eni e il progetto Joule

Il progetto di cui vogliamo parlavi è molto ambizioso e riguarda Joule, la scuola di Eni finalizzata a formare e a sostenere il percorso di crescita di chi vuole fare impresa in modo sostenibile.

La scuola è stata infatti creata per formare aspiranti startupper che vogliono dar vita a imprese sostenibili, ma non solo nel campo energetico. Il focus di Joule è sul cambiamento climatico, l’economia circolare e la decarbonizzazione.

Ma cosa indica precisamente il termine Joule?

Il nome è stato ispirato dall’unità di misura del lavoro e dell’energia e si fonda sull’integrazione tra esperienze imprenditoriali, competenze accademiche e il vissuto di chi aderisce al progetto. La base da cui vuole ripartire Joule sono le persone e le loro idee, ma in che modo?

I programmi d’apprendimento di Joule

Human Knowledge Program è il nome del programma d’apprendimento ideato da Joule che si divide in due possibili percorsi:

  • l’HK Blended, misto in aula e distance, partito già a metà ottobre;
  • l’HK Open, l’innovativo percorso full-distance accessibile a tutti.

Lo scopo del programma Open è quello di fornire strumenti e competenze necessarie per fare crescere una startup innovativa e sostenibile focalizzando l’attenzione sul percorso di transizione energetica e sul passaggio da un modello di sviluppo economico lineare a uno circolare. 

In cosa consiste il programma Open

Il programma Open consente a tutti i partecipanti di allenare le proprie capacità imprenditoriali raccogliendo consigli e ispirazione dai racconti di chi ha già intrapreso questa strada.

Avranno a disposizione Skills Coach, la web app per esercitare le proprie soft skills e una community in cui avere un confronto aperto con una rete d’imprenditori, esperti e appassionati. 

Il progetto è stato realizzato in modo innovativo, è un format che unisce lo studio online e le serie in web streaming. Open coinvolgerà i Joulee (così si chiamano gli aderenti al programma) in un viaggio di apprendimento attraverso una web serie interattiva, “The Rising Star Hotel”.

Formata da 12 episodi, è basata sulla storia di 2 giovani imprenditori Anna e Pietro. I Joulee dovranno prendere le decisioni cruciali al posto dei protagonisti così da provare nel concreto e simultaneamente le nozioni apprese. 

Joule4Ideas

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Ma non finisce qui, perché Joule permetterà alle aspiranti imprenditrici e agli aspiranti imprenditori che vogliono lanciarsi in quest’avventura, di mettersi subito in gioco con l’iniziativa Joule4Ideas.

Che cos’è Joule4Ideas

Joule4Ideas è un’iniziativa nata da Joule, la scuola di Eni per l’impresa e supportata dal PoliHub, incubatore del Politecnico di Milano. L’idea è quella di raccogliere e portare avanti i progetti imprenditoriali più validi e che sapranno distinguersi all’interno del percorso Open.

I temi centrali di questi progetti saranno le soluzioni innovative nell’ambito della sostenibilità, dell’economia circolare e della decarbonizzazione.

Joule4Ideas

Coloro che vorranno accedere al Joule4Ideas dovranno aver accumulato 80 crediti del sistema Level Up della piattaforma Joule Open.

Il sistema Level Up traccerà il completamento da parte degli utenti su attività ed eventi formativi attivi sulla piattaforma, e attribuirà un numero di crediti in base alle attività formative svolte.

Come partecipare a Joule4Ideas

La partecipazione alla piattaforma è gratuita ed è accessibile a chiunque, basta registrarsi sul Portale Open di Joule. Le candidature saranno aperte fino al prossimo 01/04/2021.

I progetti verranno successivamente valutati da Eni Joule e PoliHub, e i migliori potranno accedere al Joule Selection Day che si terrà il 30/04/2021. Durante questa giornata, i partecipanti prenderanno parte a una selezione finale in cui verrà assegnato almeno un percorso d’incubazione Eni Joule erogato attraverso il Polihub. 

In un momento particolarmente complesso per il Paese, Eni ha scelto di supportare la nascita di nuove imprese sostenibili attraverso la modalità della formazione a distanza, con iscrizioni aperte a tutti e a tutte e che non conosce ostacoli nonostante la crisi pandemica.

Siete pronti a guardare avanti e dire sì al cambiamento?

hashtag

Hashtag 2021: la guida semplice e veloce all’utilizzo

A prescindere dai social media che hai scelto di inserire nella tua strategia di marketing, è importante conoscere la differenza tra i vari hashtag e tra le performance che puoi raggiungere utilizzando correttamente i famosi cancelletti.

Prima di entrare nel vivo di questa guida basica, fermiamoci un momento a descriverli.

Cosa sono gli hashtag

Sono costituiti dal simbolo cancelletto accompagnato da una parola chiave, solitamente un trend o un argomento, che sulla tastiera era inizialmente utilizzato per contrassegnare i numeri.

Nel 2007 furono utilizzati per la prima volta su Twitter. Chris Messina capì presto che il social media dei 140 caratteri aveva bisogno di un’idea per raggruppare insieme i tweet correlati. Da allora, gli hashtag si sono guadagnati il prezioso ruolo di meccanismo di aggregazione di argomenti.

Una sorta di tag che permette di rintracciare tutti i post che trattano gli stessi topic. L’utilizzo dello strumento si è poi evoluto, è uscito da Twitter e si è diffuso su tutti gli altri social.

Un uso consapevole di questo strumento farà guadagnare punti al tuo brand e ti permetterà di raggiungere più persone di quante immagini.

hashtag

Come utilizzare gli hashtag in modo corretto

Questo#non#è#un#buon#modo#di#utilizzare#gli#hashtag

Devono essere semplici e rilevanti

Se tu stesso hai difficoltà a pronunciare un hashtag probabilmente non avrà un buon risultato.

Opta per parole chiavi semplici. I cancelletti vengono utilizzati per categorizzare i contenuti, far seguire dei trend e aiutarti ad interagire con la community.

Per questo motivo, evita di utilizzare hashtag #InCompr#Ensi#Bili.

Utilizza hashtag di tendenza

Per far arrivare il messaggio al maggior numero di persone è buona pratica studiare i tag di tendenza e pubblicare contenuti che siano in linea con l’argomento trattato.

Prima di utilizzarli, assicurati che l’hashtag sia già esistente e che il tuo post possa portare valore alla conversazione.

Utilizza sempre lo stesso su ogni social media

Il tuo pubblico lo ricorderà più facilmente.

Cerca gli hashtag giusti prima di usarli

Per ogni social media su cui hai deciso di pubblicare i post che hai preparato, fai uno studio e, prima di pubblicare il contenuto, assicurati che quello che vuoi utilizzare sia realmente in tema con ciò che vuoi esprimere.

Non usarne troppi

L’utilizzo di troppi hashtag all’interno dei post può essere percepito come spam. Attieniti all’utilizzo del giusto numero.

Scegli quelli più adatti

Per raggiungere il giusto pubblico, utilizza hashtag mirati e specifici.

Evita di usare keyword troppo generiche e soffermati su quelle più specifiche. Usale con cura e studia la migliore strategia per inserirle nei testi dei tuoi post.

Crea engagement

Il giusto hashtag può aumentare la portata organica del post e collegarti a tante persone.

Pubblicare il giusto contenuto di valore insieme alla relativa keyword in evidenza stimola il pubblico che segue la tua azienda a interagire con il post. É importante ricordarsi di non usare gli hashtag quando si risponde a qualcuno: meglio evitare di fare marketing quando si sta instaurando una conversazione.

Usali su profili pubblici

Ricorda anche che non possono essere collegati a caratteri speciali e punteggiatura.

Gli hashtag più popolari non sono per forza i migliori

Usare hashtag come #followme non è utile in quanto non aggiungono significato ai contenuti.

Meglio usare hashtag che siano realmente in linea con il tema del tuo post invece che usare quelli popolari e super generici.

Utilizzali in lingua originale

Soprattutto se vuoi raggiungere persone del luogo in cui è scattata la foto del post o al quale si riferisce il testo.

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utilizzare gli hashtag nel modo giusto

Qual è il numero giusto di hashtag?

Ogni social media ha le sue regole e questo vale anche per la scelta degli hashtag. Qual è il giusto numero di hashtag da utilizzare?

La risposta è: “dipende”.  Nel blog di Hootsuite si legge che il numero ottimale di hashtag da utilizzare è compreso tra 5 e 10.

Un buon consiglio è di testare e provare a pubblicare post con un numero variabile di hashtag. Studiarne la portata e l’efficacia e settare il tiro con le informazioni empiriche che riesci a ricavare.

Ecco alcune indicazioni sul numero di hastag da usare a seconda della tipologia di social, di uso e di contenuto pubblicato

FACEBOOK

Su questo social gli hashtag sono utili per marcare gli argomenti e raggruppare i contenuti in gruppi privati.

Possono essere inseriti in qualsiasi parte del testo e possono essere ricercati nel feed per fare una search per tema. É difficile capire quali profili privati utilizzano i tag del marchio, ma è possibile capire quali sono i profili pubblici che lo fanno. Basta digitare l’URL facebook.com/hashtag/(#del brand).

INSTAGRAM

Benché Instagram permetta di aggiungere massimo 30 hashtag per post, alcuni blog consigliano di usarne da 5 a 10. Nelle stories è possibile inserire fino a 10 hashtag.

É possibile seguire alcuni hashtag per restare aggiornati circa le pubblicazioni di post in tema. Per evitare che i tuoi follower si annoino leggendo tanti hashtag, si può valutare la possibilità di inserirli nel primo commento del post. Anche la bio di Instagram può ospitarli, così come le altre sezioni del social.

LINKEDIN

È il social professionale per eccellenza. Di certo non ha senso utilizzare hashtag come faresti su Instagram. Hai mai letto un post con #followforfollow su LinkedIn? Sicuramente no.

Ricorda di tenere un profilo professionale usandoli solo per indicare l’argomento che stai trattando nel post. Puoi utilizzare la barra di ricerca per trovare gli hashtag e gli argomenti da seguire. Li ritroverai elencati in basso a sinistra nella home del tuo LinkedIn.

TWITTER

Su Twitter conviene usarne uno o due, per enfatizzare il concetto espresso dal tweet oppure per evidenziare l’argomento di discussione.
Gli hashtag possono essere aggiunti anche nei commenti (con parsimonia!) e nella bio. Se vuoi creare un nuovo hashtag assicurati che non sia già in uso per indicare altro.

PINTEREST

Su Pinterest puoi usarli quando descrivi il pin che stai pubblicando, quando condividi un pin postato da qualche altro utente o azienda e nella barra spaziatrice per fare una ricerca.

YOUTUBE

Su questo social è consigliabile usare massimo 3 cancelletti. Anche in questo caso l’hashtag permette di indirizzare il contenuto in un flusso dove sono stati categorizzati altri video. Inoltre, gli hashtag possono essere inseriti anche nella descrizione del video.

TIKTOK

Anche sull’app di video musicali è possibile inserirsi in un flusso di pubblicazione raggruppando e classificando i video tramite l’utilizzo degli hashtag. Puoi inserire tutti quelli che vuoi nella descrizione del video da postare, a patto che rientrino nei 150 caratteri concessi nella caption.

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Come scovare il giusto hashtag

Per usare gli hashtag giusti dovrai sicuramente fare delle ricerche.

  1. Monitora gli hashtag usati da influencer e competitor sui social media.
  2. Usa strumenti e tool adeguati per ricercare gli hashtag.
  3. Scopri quali sono gli hashtag di tendenza.
  4. Usa strumenti che ti permettono di aggregare i flussi di ricerca sui social.
  5. Trova gli hashtag correlati.
  6. Analizza gli hashtag che hanno avuto più successo nei tuoi post precedenti.

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