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Viaggio nella scuola che prepara i nativi digitali al futuro con il coding e la stampa 3D

In questo periodo complicato e condizionato da un necessario distanziamento sociale, una fra le criticità che si sono immediatamente manifestate è stata l’esigenza di garantire una formazione adeguata agli studenti, nonostante gli istituti scolastici non fossero accessibili.

La corsa all’utilizzo di piattaforme digitali per la formazione a distanza non ha fatto che mettere in luce l’arretratezza digitale non solo di alcuni istituti e di qualche docente, ma anche la scarsa informatizzazione dell’ambiente famiglia, in cui, spesso, gli unici strumenti di connessione alla rete sono smartphone e tablet.

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L’inaspettato ricorso alla DAD (Didattica a Distanza) per gli studenti di ogni ordine e grado, ha anche svelato una bassissima confidenza con la DDI (Didattica Digitale Integrata), che prevede l’utilizzo degli strumenti digitali (come Google Classroom, ad esempio), anche in presenza.

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La scarsità digitale

Insomma, ci si è trovati, lato scuola e famiglia, a dover gestire un vero e proprio problema di scarsità digitale, tanto per quanto riguarda l’hardware, quanto per l’alfabetizzazione digitale minima di docenti e discenti che, dopo un primo periodo di smarrimento, hanno saputo in realtà recuperare velocemente portando avanti le attività.

La realtà è che, come consideriamo indispensabili i servizi digitali nella vita quotidiana, come inviare email, effettuare pagamenti online, ricevere l’accredito delle stipendio sul conto corrente, e abbiamo ritenuto (a torto) che la dimensione informatica non riguardasse i più giovani e i più piccoli, non percependo a sufficienza l’importanza di fornirgli gli strumenti necessari per affrontare la routine quotidiana trovandosi a proprio agio con la tecnologia.

Per utilizzare la tecnologia con sicurezza e profitto è necessario, soprattutto, conoscerne le regole, capire come funziona e in che modo rende possibili le operazioni che diamo quotidianamente per scontate.

La soluzione più efficace per affrontare il problema e farsi trovare pronti per un mondo tanto vasto da offrire un enorme numero di opportunità (e, altrettanto, di pericoli) è quello di iniziare ad alfabetizzarsi a livello digitale, fin da piccoli. Probabilmente, il prima possibile.

Parliamo della “generazione Z” e, in misura ancora più centrata, della “generazione alfa” come nativi digitali, e non è accettabile relegare questa “digitalità” a strumenti di intrattenimento come le piattaforme di streaming o di gaming.

L’abilità di padroneggiare gli strumenti tecnologici per sfruttarli al meglio e sapere individuare quando è il momento di disconnettersi per tornare alla vita analogica, va acquisita già dalle scuole primarie e dell’infanzia.

coding e robotica a scuola

Cos’è Little Genius

A Frascati c’è una scuola privata che prepara i bambini nativi digitali dai 2 ai 12 anni al futuro, si chiama Little Genius International ed è stata la prima della tappe del Ninja Van Tour del CEO e founder di Ninja, Mirko Pallera, nel suo viaggio alla ricerca delle Unbreakable Companies.

È un progetto nato sedici anni fa e si tratta di un istituto bilingue dalla metodologia didattica innovativa e digitale, impostata sull’innovazione tecnologica, sullo studio del coding e della robotica, ma anche, da quest’anno, su lezioni di cinese e di etica.

La sede è un’avanguardistica struttura in bioarchitettura, detta “l’edificio che respira”, perché ha un sistema di purificazione che trasforma le sostanze nocive in ossigeno da immettere nell’ambiente. Un sistema che si è rivelato un alleato per la prevenzione anti Covid-19.

Little Genius Frascati

Dobbiamo insegnare ai bambini a non subire le tecnologie ma ad applicare la loro creatività e le loro capacità naturali sfruttando i mezzi tecnologici in modo corretto e intelligente”, sostiene Samia Xena Rinaldi, Governance, Compliance, Benefit Officer di Little Genius.

La scuola è anche una Benefit Corporation, tra le 10 migliori al mondo, grazie al suo altissimo impatto sociale-ambientale e a politiche di trasparenza, plastic free, paper less. E che eroga borse di studio per le famiglie che non possono sostenere le spese.

little genius scuola

Anche per i bambini che non frequentano Little Genius è possibile entrare a far parte di questo coloratissimo mondo, che ribalta un po’ l’idea degli ambienti scolastici seriosi e monocromatici a cui siamo abituati.

Nelle attività extracurricolari, infatti, gli esterni possono usufruire dei laboratori e della strumentazione della scuola, imparando a utilizzare stampanti 3D, bracci meccanici e droni.

La scuola è nata sedici anni fa, certamente perché c’era un bisogno nel mercato, ma anche perché c’era una mancanza nell’offerta didattica in termini di modalità di insegnamento, per questo abbiamo previsto e sviluppato una metodologia nuova e particolare“, afferma Ruhma Yusuf Rinaldi, co fondatrice della scuola internazionale nativi digitali insieme al marito Nicola Christian Rinaldi.

Certamente non esistono moltissime scuole come Little Genius sul territorio nazionale e, una formazione di eccellenza come questa, prevede un costo rilevante per le famiglie che decidono di affidare i propri figli a questa struttura. Ci sono però due buone notizie: la prima è che Little Genius mette a disposizione delle borse di studio per permettere a più bambini di frequentare l’istituto; la seconda, è che questo metodo innovativo basato su un approccio attivo alla tecnologia, può diventare un esempio ed essere replicato, almeno nei presupposti, in modo del tutto gratuito.

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streaming war

Streaming War, ecco chi sta vincendo la guerra degli abbonati

Complici i lunghi periodi quarantena, le piattaforme di streaming hanno raggiunto nuovi record, delineando una crescita notevole nell’ultimo anno.

Quali sono i player di mercato che si sono consolidati, oltre Netflix e Spotify? Ecco una panoramica degli abbonati dei principali servizi streaming digitali.

Non solo Netflix: i protagonisti della streaming war

Nonostante l’impatto negativo del Covid-19 su molteplici settori, incluso quello cinematografico che ha subito la chiusura globale delle sale cinematografiche, il mercato dello streaming sembra aver beneficiato degli innumerevoli periodi di lockdown.

Con una vera e propria accelerazione nel 2020, infatti, il numero di iscrizioni alle piattaforme streaming ha raggiunto nuovi record, con un incremento notevole di abbonati mensili nel 2021.

In pole position, come prevedibile, ritroviamo Netflix e Prime Video, veri e propri giganti del settore: con più di 200 milioni di abbonati.

Netflix guida la crescita esponenziale delle piattaforme di video streaming, con una presenza in più di 190 Paesi e con un catalogo che punta sempre più sull’offerta di contenuti originali (circa 70 produzioni in-house previste per il 2021).

La società fondata da Reed Hastings dimostra, ancora una volta, il suo ruolo di apripista e protagonista incontrastata nel settore.

Netflix and chill

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Alle spalle, segue Amazon con 150 milioni di abbonati a Prime Video.

Un vero e proprio balzo che si è verificato durante la pandemia, grazie all’incremento di iscrizioni al servizio Prime del colosso di Jeff Bezos, consolidando la crescita della piattaforma video accessibile come parte integrante di un bundle più ampio di servizi offerti.

Cifre interessanti arrivano anche dall’Asia, con le piattaforme cinesi Tencent Video (WeTV) e iQIYI che hanno superato i 100 milioni di abbonati.

Nell’olimpo dei player si piazza anche Spotify, la piattaforma audio di maggior successo con 144 milioni di abbonati premium, distaccandosi notevolmente dai 68 milioni di iscritti ad Apple Music.

La crescita del mondo Disney

In questa streaming war, che si combatte a suon di abbonati e contenuti, la vera sorpresa arriva da un nuovo protagonista che si fa spazio tra i colossi già consolidati pre-pandemia.

Nonostante il recente lancio nel novembre 2019 (in Stati Uniti, Canada e Paesi Bassi), Disney+ ha accelerato repentinamente l’ampliamento della libreria dei contenuti e la base di utenti, raggiungendo circa 95 milioni di iscritti solo nell’ultimo anno.

Un risultato che supera ogni previsione, surclassando gli obiettivi di crescita stabiliti entro il 2024 per la piattaforma made in USA.

Sulla scia Disney+ crescono altri servizi di streaming, come Hotstar ed ESPN+, che sembrano aver beneficiato dei tassi di crescita incentivati dall’effetto pandemia.

LEGGI ANCHE: Cosa è successo a Quibi, la piattaforma di streaming che non ce l’ha fatta

Infografica piattaforme streaming con più abbonati

Lo streaming ai tempi del Covid-19

Se il Covid-19 ha agito da propulsore e catalizzatore della crescita dei servizi di streaming online, quale sarà il panorama nello scenario post-pandemia?

La strategia di sviluppo sembra virare sull’investimento di contenuti originali per poter offrire un servizio sempre più diversificato e puntare al podio della streaming war.

Una battaglia senza esclusione di colpi di scena, per conquistare una base sempre più cospicua di abbonati.

Brand Purpose

Cosa e quanto rischia la tua azienda senza un purpose chiaro

Il problema dei grandi modelli teorici (a maggior ragione quelli che parlano di purpose) è che spesso vengono bollati nelle aziende come non applicabili.

Si tratta di framework anche molto ambiziosi, che puntano a rivoluzionare l’organizzazione aziendale entrando in flussi precisi, come l’acquisizione del cliente o l’impatto che la produzione ha sull’ambiente, ma che il più delle volte si scontrano con la necessità dei board di giustificare agli azionisti il perché di certe scelte, e soprattutto i risultati economici delle stesse.

Questa tacita resistenza, che coinvolge un po’ tutte le grandi sfide che il ventunesimo secolo ci sta prospettando, vale per quei tentativi di entrare in sistemi ingessati e rassicuranti che si sono stabilizzati con forza nel secolo scorso, e che non sembrano essere influenzabili da fattori seppure evidenti: basti pensare al dibattito sulla trasformazione che si sta subendo (e non guidando) nell’organizzazione del lavoro, che in un anno è stata totalmente messa in discussione dall’esplosione della pandemia da SARS-CoV-2.

In quanti, oggi, possono sostenere che il lavoro da remoto non possa funzionare o che non sia necessaria una revisione nelle normali policy di gestione del personale, nobilitando il work-life balance?

Eppure, molte aziende ancora si muovono con poca disinvoltura in una logica di resistenza al cambiamento piuttosto marcata.

Probabilmente in molti ancora tendono a negare una necessità di rimettere al centro dell’agenda la ridiscussione dei modelli precostituiti.

La necessità di assolvere un ruolo (attraverso un purpose)

Come in ogni fase di trasformazione, la pandemia ha avviato un processo di revisione totale di molti aspetti che è appena cominciato. Gli effetti che l’esperienza ha lasciato nelle società di tutto il mondo sono tangibili e irreversibili.

Al di là dei cambiamenti cui abbiamo assistito in ambito eCommerce (prevedibili visto le restrizioni), le evidenze che abbiamo raccolto riguardano una mutazione nella stessa idea di consumo da parte delle persone, più vicina a un concetto di community che non di individualità.

È dello scorso anno una dichiarazione molto interessante, a questo proposito, di David Morrisey, Director of Strategy di Camp + King: 

“Supponendo che la posta in gioco di base del valore, della disponibilità e della convenienza sia soddisfatta, i consumatori possono utilizzare un nuovo quadro quando decidono tra i marchi: fai del bene per me/noi, fai del bene alla tua gente, fai del bene al mondo.”.

Si noti quel “me/noi”.

Il consumo di prodotto è sempre stata una faccenda intima e personale: acquisto un prodotto perché va bene alle mie esigenze, tutt’al più a quelle dei miei cari. Oggi, quel “noi”, indica un passaggio di stato in cui la sfera personale si estende alla comunità che accoglie l’individuo, e si estende a tutto il pianeta.

Un approccio più consapevole e “umanista”, in continuità con l’evoluzione che stiamo vivendo che vede la persona al centro di tutti i processi di marketing. 

Secondo il rapporto “2020 Global Marketing Trends -Bringing authenticity to our digital age” realizzato da Deloitte UK, “proprio come le persone si aspettano che i marchi li trattino come esseri umani e non solo come transazioni, così essi si aspettano che i marchi agiscano in modo più umano”, muovendosi “con uno scopo attorno cui agire che possa fargli guadagnare lealtà, coerenza e rilevanza nella vita dei consumatori.”

purpose report - deloitte

Un approccio più umano, appunto, dove anche la tanto citata relazione fra individuo e azienda assume la forma di un rapporto fra due esseri emotivamente coinvolti, che vivono la produzione e il consumo di beni e servizi come azioni volte al bene singolare e collettivo, e non come un semplice gesto opportunistico che estragga valore da uno scambio di valuta.

Ciò porta una personalizzazione nel rapporto, che al di là del veicolare una customer experience che sappia deliziare il palato del consumatore, permette una maggior memorabilità della marca: a confermalo è il rapporto di Accenture Making it personal, che già nel 2018 sottolineava la necessità di personalizzare al massimo l’esperienza dell’utente allo scopo di rafforzarne l’impianto relazionale.

make it personal - accenture report

L’umanizzazione dei rapporti fra brand e consumatore è anche altro: parliamo di un evidente passaggio di stato del modo di concepire il ruolo delle aziende e anche il “perché” esse agiscano.

In una relazione che si fonda sempre di più su presupposti dove a essere centrali sono il “noi” e una visione meno “profittevole”, è chiaro che a diventare centrali diventano i fattori che “umanizzano” i brand: ed ecco rispuntare il purpose, come elemento differenziante e unificante.

Questo elemento differenziante e unificante permette lo sviluppo a livello relazionale di un percorso comune che deve condurre a un traguardo più alto, in cui ritrovarsi per uno scopo comune, innalzando la ragione per cui ci si incontra (lo scambio fra un bene o un servizio e della moneta).

Alcuni numeri per spiegare il fenomeno: secondo Forbes circa il 90% dei consumatori è più propenso a supportare le brand che dichiarano apertamente di avere uno scopo, un purpose.

Sempre secondo la rivista americana, oltre il 70% dei consumatori Millenial e GenZer preferisce marche con cui si identifica, o che, in altre parole, siano di ispirazione, perché in esse rivede ciò in cui crede.

Il principio di identificazione diventa decisivo per permettere alle persone di comprendere se ciò che i marchi fanno sia di loro gusto: una leva che si può trovare nella scelta delle amicizie, o meno poeticamente, nei partiti politici.

La scelta di un prodotto è percepita, a livello individuale, come espressione di un comportamento sociale, e come tale viene trattata: una forma di gestualità atta a rafforzare il ruolo sociale della marca e il suo impatto sulla comunità. 

Ciò che agli inizi del millennio avevamo imparato a conoscere come “sostenibilità”, con tutti gli annessi e connessi del caso, da aspetto nobilitante (ma non certo decisivo nel definire un’azienda) oggi diventa fattore indispensabile e non più derogabile. Se le aziende non agiscono secondo logiche sostenibili, semplicemente, vengono progressivamente ignorate dai consumatori a favore dei competitor.

Chiaro che la keyword “sostenibilità” si associa al tema ambientale, nonostante se ne parli anche in ambito società: e, tornando al discorso pandemia, il nostro rapporto con l’ecosistema terreste e l’inquinamento è decisamente cambiato durante la crisi del coronavirus.

Secondo una ricerca condotta dall’Institute for Business Value (IBV) pubblicata nel 2020, il 54% dei consumatori è disposto ad acquistare prodotti e servizi da marche che sono sostenibili e si accreditano come responsabili nei confronti dell’ambiente. 

Sustainability at a turning point

Source: Institute for Business Value

Questo vale anche per i talenti (e quindi per una delle aree più strategiche delle imprese, le HR): il 71% dei lavoratori sostiene di preferire aziende attente alla sostenibilità ambientale.

Il 48% degli intervistati (ben 14.000 adulti provenienti da nove paesi) è pronto addirittura ad accettare una retribuzione inferiore, se offerta da un’azienda attenta al proprio impatto ecologico.

Il punto di vista delle aziende

17 milioni di video. 159 paesi. 10 miliardi di views, e infine 220 milioni di dollari raccolti: sono i risultati dell’Ice Bucket Challenge, la sfida a colpi di secchi d’acqua gelata lanciata per raccogliere fondi contro la SLA che conquistò tutto il mondo nel 2014.

Dietro a quest’iniziativa c’era Porter Novelli, agenzia operante nel mondo delle PR dal 1972. 

L’Ice Bucket Challenge fu una delle prime iniziative a mostrare come, se uniti da un principio unificante, le persone possono generare collettivamente valore.

In un report pubblicato lo scorso agosto sul tema, la Porter Novelli ha sottolineato in che misura l’importanza in una chiara purpose venga osservata e compresa da chi le aziende le guida: uno dei dati più indicativi è che oggi 9 leader aziendali su 10 credono che, se guidate da uno scopo, i brand abbiano un vantaggio competitivo nel mercato.

purpose benefits

Segno che anche le prime linee, executive in testa, stanno prendendo coscienza che non c’è solo un aspetto nobilitante quando si lavora secondo un purpose: il cosiddetto purpose-driven business può diventare importante anche per i fatturati.

L’85% degli intervistati, infatti, sostiene come le aziende che si muovano secondo questa visione più “ideale” riescano a generare profitti: in che modo?

Il 99% ritiene che il risultato sia possibile grazie al miglioramento della reputazione, al miglioramento del processo di reclutamento e gestione delle risorse umane (95%), con l’aumento della fiducia dei consumatori (93%), e della loro lealtà nei confronti della brand (93%), oltre che a un aumento sensibile nella propensione alla raccomandazione e alle azioni di advocacy (92%).

I vantaggi finanziari, quindi, si evidenziano da subito dalla capacità non solo di attrarre clienti, ma anche di tenerli legati a sé: una delle difficoltà maggiori che si sono registrate a maggior ragione in questi ultimi 18 mesi è stata proprio rimediare a una generale ridiscussione del concetto di lealtà verso i brand, dato che, ad esempio, secondo lo State of Consumer Behaviour il 48.7% dei consumatori, durante la pandemia, ha rimpiazzato prodotti che abitualmente acquistava nei punti vendita fisici con alternative trovate online.

comportamenti d'acquisto

Considerato che le tendenze spingono verso un consumatore meno fedele e più propenso al cambiamento, la scoperta di nuovi canali di approvvigionamento di beni e servizi è un coefficiente di difficoltà in più da considerare: per questa ragione, farsi preferire per motivi che scavalcano i vantaggi empirici come prezzo o velocità di ricezione, diventa decisivo.

Basta darsi un proposito per affermarsi sul mercato? È sufficiente scegliere una delle tante battaglie sociali per riuscire a farsi preferire dai consumatori?

Ovviamente no. Il Purpose, con la P maiuscola, è parte integrante della brand identity di una marca e non può certo definito sulla base di improvvise quanto improvvide scelte.

La necessità principale è quella di valorizzare il proprio carattere e metterlo a sistema nello sviluppo di quella che, secondo l’approccio riconducibile allo Storytelling Management, è riconducibile alla definizione di piattaforma narrativa.

Scegliere, infatti, per quale nobile scopo muoversi, come muoversi, prendendo posizione nei confronti delle grandi sfide che l’umanità (e non solo il mercato) sta affrontando, è una scelta equivalente a cambiare modello di business: una direzione da prendere strategicamente e con consapevolezza, avendo ben chiaro che il rischio è infrangere le relazioni con il proprio target.

Come capire davvero gli NFT e non perdere le opportunità di business

Ottavo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

Tema della puntata: non-fungible token (NFT), dai principali utilizzi della Blockchain per l’Arte alla differenza tra Digital Art e Crypto Art. Appassionato, curioso, visionario, abbiamo intercettato Andrea Concas, fondatore e CEO della startup dell’arte Art Backers, di Art Rights piattaforma per la gestione e certificazione delle opere d’arte. Ogni giorno sui suoi canali parla di arte e innovazione!

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cosa sono gli NFT: min 02,15
  • Quali sono i principali utilizzi della Blockchain per l’Arte: min 09,00
  • Christie’s e Beeple, asta da record: min 12,15
  • Com’è cambiato il mondo dell’arte tradizionale: min 15,50
  • Case study: Christie’s e Andy Warhol, Sotheby’s e Coinbase per Banksy: min 20,30
  • Le principali piattaforme di vendita NFT: min 25,20
  • Differenza tra Digital Art e Crypto Art: min 28,50
  • Il valore della Community e Chiara Ferragni agli Uffizi: min 34,20
  • Il mercato degli NFT e Collectible: min 38,30

Lucrezia Gialli - Terna

Un futuro alimentato da energia pulita, con Open Innovation e analisi predittive

La transizione energetica è una delle grandi sfide del mondo di oggi e identifica il passaggio da una società dipendente da fonti energetiche non rinnovabili, soprattutto fossili, ad una alimentata da energie rinnovabili più pulite.

Un tema centrale non solo nei piani europei dell’Agenda 2030, ma oggi anche nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) del governo italiano.

Se notevoli progressi nella transizione verso un futuro energetico a basse emissioni di carbonio sono stati già compiuti, grazie a fattori economici e alla pressione sociale, saranno sempre di più le nuove tecnologie a offrire risposte fondamentali per completare questo cambiamento.

Decarbonizzare il sistema energetico non è l’unica risposta a questo bisogno mondiale. Sarà necessario anche aumentare l’efficienza energetica, identificare nuove priorità di investimento, implementare nuove tecnologie, adeguarsi alle nuove situazioni di mercato.

Per saperne di più sul tema e scoprire in che modo il nostro Paese si muove già in questa direzione abbiamo interpellato Terna, il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia in Europa, nonché gestore della rete elettrica nazionale, cioè il soggetto che trasmette materialmente l’energia elettrica, e si posiziona a metà tra il produttore e il distributore.

Esercita quindi il ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica per realizzare un nuovo modello di sviluppo basato sulle fonti rinnovabili, rispettoso dell’ambiente.

Sostenibilità, innovazione e competenze distintive sono alla base della filosofia aziendale, con l’ambizioso obiettivo di garantire alle prossime generazioni un futuro alimentato da energia pulita, accessibile e senza emissioni inquinanti.

Oltre a gestire le attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete, Terna garantisce il bilanciamento, la sicurezza e la qualità del servizio elettrico. In qualità di System Operator, infatti, Terna è titolare del servizio di dispacciamento nel sistema elettrico nazionale: garantisce cioè, istante per istante, che l’energia richiesta dai consumatori (famiglie e aziende) sia sempre in equilibrio con l’energia prodotta.

Per affermare il ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica, Terna ha presentato un piano industriale quinquennale da quasi 9 miliardi di investimenti. Tra i pilastri del Piano “Driving Energy” – che è anche il claim scelto per portare avanti le attività nei prossimi anni – c’è l’innovazione.

Lucrezia Gialli lavora nella direzione Innovation e Market Solutions di Terna e, si occupa, in particolare, di Open Innovation. Ha curato una serie di progetti tra cui la collaborazione con la startup AIM, una nuova soluzione che permette di diagnosticare lo stato di salute di alcuni strumenti molto importanti per una efficiente distribuzione dell’energia.

Abbiamo fatto qualche domanda a Lucrezia sull’importanza di creare collegamenti tra le imprese e le realtà innovative e sul futuro dell’energia sostenibile nel Paese.

Lucrezia Gialli Terna

L’Open Innovation per la creazione di nuovi modelli di business

Per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità attraverso l’innovazione Terna ha scelto la strada dell’Open Innovation.

La sfida quotidiana di Lucrezia è quella di creare un ponte tra l’azienda e l’ecosistema esterno, quindi mondo startup, università, centri di ricerca e gli altri stakeholder, cercando di applicare quello che in azienda chiamano modello “as a service”, cioè mettersi al servizio del business per scovare soluzioni innovative che possano portare valore all’azienda.

«In Terna adottiamo un modello di innovazione aperto, inclusivo, distribuito e concreto – ci racconta Lucrezia. Aperto perché l’Open Innovation prevede un’apertura verso le altre realtà dell’innovazione, come le startup, le università e i centri di ricerca. Inclusivo e distribuito, perché, in un’ottica di diffusione della cultura dell’innovazione, vogliamo coinvolgere tutti coloro che sono in azienda e non solo chi si occupa direttamente di innovazione. Il modello è inoltre concreto, perché non si limita a cercare soluzioni innovative, ma permette di realizzare i progetti che abbiamo individuato».

Tra le iniziative di Open Innovation portate avanti da Terna nell’ambito della sostenibilità, c’è la “Call for Innovation Advanced Materials for Sustainability”, da cui sono nati diversi progetti che oggi si stanno concretizzando, come la costruzione di edifici di Terna con materiali sostenibili e di economia circolare.

Un altro programma cardine nel processo di innovazione di Terna è Next Energy, promosso con la collaborazione di Fondazione Cariplo e Cariplo Factory, volto a individuare progetti innovativi nel settore energetico puntando proprio sulla sostenibilità e sui rapporti tra rete elettrica e territorio.

Puntare sulle startup consente di creare nuove opportunità di business, ma per capire davvero il senso di questa collaborazione è necessaria una premessa: il processo di innovazione deve essere bi-direzionale. Da un lato la direzione azienda/ecosistema, che partendo dalle esigenze di impresa porta avanti attività di scouting volte a ricercare soluzioni e società che possano soddisfare le necessità delle aziende, arrivando a sviluppare dei proof of concept o dei progetti di innovazione.

Dall’altro lato, c’è la via che va dall’ecosistema esterno di innovazione verso l’azienda. Terna parte dai trend emergenti e ne valuta la loro potenziale applicabilità rispetto al proprio business. È soprattutto in questo ambito che il contributo delle startup può fare davvero la differenza e creare valore, proponendo soluzioni innovative, o che sono state già sviluppate in settori diversi da quello energetico. «Le startup sono snelle, versatili e innovative. Grazie a queste caratteristiche, possono riuscire ad adeguare queste soluzioni al nostro business, creando opportunità inesplorate fino a quel momento», ci spiega Lucrezia.

«Questo approccio si riflette nel nostro modello di innovazione dei progetti, il modello 70-20-10. Il 70% delle attività si riferisce ad innovazioni incrementali, che vanno ad ottimizzare processi e soluzioni interne rispondendo a bisogni presenti. In questo caso cerchiamo “soluzioni pronte” e ciò riflette lo schema azienda-ecosistema che va dai bisogni
allo scouting. Le altre due dimensioni del modello di innovazione, del 20% e del 10%, sono le cosiddette innovazioni adiacenti e disruptive, per ricercare soluzioni che superino quelle
tradizionali al momento disponibili o, addirittura, che possano rispondere a bisogni futuri o meno conosciuti, che non abbiamo ancora individuato come tali. ».

In sintesi, le startup sono catalizzatori di innovazione e l’incontro tra queste e grandi realtà come Terna è di mutuo beneficio perché va a creare opportunità da entrambe le parti.

Con le startup verso un’energia più sostenibile

Uno degli ultimi progetti di Terna è quello che vede protagonista proprio la startup AIM – Artificial Intelligence Monitoring S.r.l. – e abbiamo chiesto a Lucrezia di spiegarcelo più nel dettaglio.

«È un progetto a cui sono molto affezionata, nato nell’ambito della quarta edizione del programma Next Energy, finalizzata a valorizzare e sostenere la crescita di team di innovatori o startup che proponevano progetti innovativi sul tema “Un ruolo guida nella transizione energetica”. Il programma si articola in tre call, Call for Talent, Call for Ideas e Call for Growth che vanno a coinvolgere, rispettivamente, attori diversi: neolaureati, team di innovatori e società più mature.

Al momento della candidatura, AIM era infatti composto da un team di innovatori: 4 studenti dell’Università Federico II di Napoli. Non si trattava di una startup già costituita.

Ho avuto l’opportunità di essere il mentor di questi quattro ragazzi e di accompagnarli nel loro percorso di empowerment insieme ai miei colleghi Claudio Serafino, Responsabile Misure e Prove e PM del progetto, e Marino Sforna, Responsabile Rischi Mercato e Sistema Elettrico».

trasformatore Terna 01

«Insieme abbiamo declinato questo use case e, al termine del percorso di empowerment, visto il nostro interesse a portare avanti il progetto, il team ha deciso di costituirsi in società così da avviare la sperimentazione con Terna.

Per me questo è stato un grande motivo di orgoglio, intanto perché è un progetto in cui ho creduto fin dall’inizio, ma anche perché mi ha fatto comprendere quanto sia importante l’innovazione per la nostra azienda che la incoraggia sia internamente sia esternamente. Vorrei sottolineare, inoltre, che su questo progetto hanno lavorato persone dislocate in luoghi molto distanti tra loro: io sono basata a Roma, i colleghi tra Torino e Milano e i ragazzi della startup sono di Napoli. Nell’anno della pandemia è stato necessario un grande impegno per rendere concreto questo progetto».

Il progetto in sé ha l’obiettivo di sviluppare una metodologia e un applicativo software per l’analisi delle vibrazioni emesse dai trasformatori durante il funzionamento.

I due pilastri fondamentali per Terna sono gli asset e le persone. Terna ha più di 74.700 km di linee, circa 890 stazioni elettriche, oltre 740 trasformatori. Ecco quindi che risulta davvero molto importante la diagnostica su questo tipo di macchine.

«Naturalmente, abbiamo da sempre sviluppato metodi di diagnosi, principalmente basati su misure elettriche, oppure di natura chimica. Oggi, questi approcci, sono integrati da una
nuova metodologia di natura meccanica che si basa sullo studio delle vibrazioni e del loro evolvere nel tempo. Con questo innovativo progetto, possiamo effettuare la diagnostica con la macchina in esercizio», sottolinea ancora Lucrezia Gialli.

In questo momento è in corso la sperimentazione che consente di rilevare i dati dal campo e svolgere una serie di analisi.

Terna trasformatore 02

Oggi poter intervenire in modo predittivo sulle infrastrutture può rivelarsi un importante vantaggio. In particolare, Terna effettua prevalentemente manutenzione preventiva, su questo tipo di macchine, che rivestono un’importanza fondamentale per l’esercizio della rete elettrica.

In tale ambito, l’intelligenza artificiale ha permesso di fare un salto tecnologico perché ha consentito di integrare i dati rilevati dalla sensoristica già presente sulle stazioni elettriche di Terna, con la capacità di riconoscere i cambiamenti nei comportamenti degli asset in caso di potenziali anomalie.

«Intelligenza artificiale, robotica e IoT, sono tre dei trend emergenti per il futuro del sistema energetico italiano che abbiamo mappato, insieme a molti altri, all’interno dei quattro cluster tecnologici su cui, ad oggi, concentriamo le nostre attività di innovazione, che sono Digital, Advanced Materials, Energy Tech e Robotics».

ncoference day 2 recap

N-Conference Day 2: i momenti più Ninja e i vincitori degli Awards

Un’altra giornata di full immersion in compagnia di speaker di altissimo livello e di occasioni di networking con la ciliegina sulla torta: la premiazione dei Ninja Awards.

N-Conference, il Business Visionary Event di Ninja in collaborazione con i main partner TIM, AW LAB e Banca Sella, ha premiato simbolicamente talenti, professionisti e aziende che hanno saputo trasmettere alla collettività la filosofia Ninja.
Ed è stato proprio il pubblico a decretare i vincitori tra coloro che si sono contraddistinti nella Digital Industry per tecnologia, approccio e valori

 

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Ninja Confercence, Day 2

Anche per la seconda giornata siamo partiti con Daniela Uslenghi meditazione, visione guidata e coaching per concentrarsi al massimo e godere appieno della giornata.

La palla passa Luca Eleuteri, Co-Founder & Socio Casaleggio Associati, che con il suo talk Le Smart Company: l’evoluzione dell’azienda con la 4° rivoluzione industriale traccia un quadro nuovo su come dovranno essere le aziende del futuro: sostenibili, orientate al business ma anche alla società, flessibili, tecnologiche ed esponenziali.

Ma il presente è un’era di molteplici crisi, dal Covid-19 al cambiamento climatico, però anche stimolante per i marchi. Che per vincere, oggi, devono pensare e agire in modi nuovi. Non prepararsi alla crisi, bensì al futuro a lungo termine.

Una lezione che abbiamo imparato da Bruno Bertelli – Global CCO Publicis WW.

Il talk di Laura Fineo, Responsabile Marketing di Banca Sella, si è concentrato su come Co–creare con l’ecosistema per generare valore al cliente: challenge e matchmaking potrebbero essere i due casi concreti che sostanziano.

La storia “cinese” di Olivetti, consigli utili e il mondo degli eSport

Matteo Demonte, Autore, illustratore e videomaker, ci ha appassionato con la storia di Mario Tchou, l’ingegnere italiano di origine cinese di Olivetti inventore del primo computer made in Italy.

A seguire, dall’esperienza di uno dei premi mondiali della creatività digitale, consigli, best case e insight per conquistare le vette dei Social grazie a Nick Roope – Co-founder Lovie Awards, con il suo intervento Trends in Social and Digital Creativity.

Quando il gioco si fa duro, sono i duri che iniziano a giocare! E a noi, i giochi piacciono davvero tanto: gli eSports stanno rivoluzionando il mondo dell’intrattenimento, riscrivendone le regole. In Italia gli esperti sono ancora divisi tra freddo scetticismo e acceso entusiasmo.

Grazie allo speech di Marco Soranno, Esports Product Manager PG Esports, abbiamo scoperto chi ha ragione: un giro d’affari da più di 1 miliardo non può essere considerato ancora un gioco.

E in un mondo con sempre più connessioni e meno contatti umani, il valore della gentilezza può fare la differenza nel cambiare i mindset e riscrivere i modelli di leadership.

Ce lo insegna Guido Stratta, Head of People & Organisation Enel Group.

Fare i conti con la globalizzazione e con le esigenze della formazione continua

Daniele Alberti, Co-founder & Partner Starboost, ci ha presentato: L’impresa del futuro, valori e pratiche delle aziende di domani.

Un’appassionante invito a comprendere come sfruttare l’era della globalizzazione e delle tecnologie per creare un’economia più inclusiva e sostenibile e mettere le basi per la società in cui vorremmo vivere.

Dopo Alberto, lo speech della nostra Federica Bulega, con una sorpresa finale: la presentazione di un nuovo progetto Ninja Academy dedicato alle aziende, frutto di oltre due anni di lavoro.

federica bulega

Gli outfit di Federica Bulega sono curati da ThePaac

Ha condiviso con noi Ninja, e con i partecipanti digitali all’evento, un viaggio  fra teorie, trend emergenti e tecnologie che plasmeranno il futuro dell’apprendimento aziendale.

Il tour sul benessere e la soddisfazione personale: lavoro, salute e alimentazione

Il mondo del lavoro è uno dei temi al centro degli interventi degli speaker di N-Conference, declinato in alcuni dei sui tantissimi aspetti.

Non poteva per questo mancare il riferimento all’automazione, che sta modificando diversi assetti della produzione di beni fisici e digitali.

Pietro Bonomo – Growth Hacker & Founder Viral Octopus, ci ha insegnato come tagliare fino al 90% delle operazioni ripetitive grazie alle automazioni e vivere felice. Insomma, come godersi la vita mentre i robot lavorano per noi.

Godersi la vita vuol dire anche stare bene: da soli, con gli altri e anche in forma e in perfetta salute. La tecnologia assume un ruolo centrale su questo: sono moltissime la novità del settore destinate a rivoluzionare la sanità e la cura degli individui che, prima che pazienti, sono persone. Chi meglio di Roberto Ascione, CEO & Founder Healthware Group, poteva affrontare un argomento così complesso e delicato allo stesso tempo?

Siamo andati virtualmente nello spazio, ma con i piedi ben piantati per terra: dagli importanti aspetti legati al mondo dell’healthcare, siamo passati a uno degli aspetti fondamentali per goderci la vita e vivere in salute.

Cosa mangeremo sulle navicelle spaziali, se puntiamo a diventare una specie interplanetaria? Stefano Polato ci ha raccontato cosa ha imparato cucinando per gli astronauti e ha approfondito con noi il legame fra alimentazione e performance. 

Alla fine, come il dessert, abbiamo imparato cosa la ricerca spaziale può offrire (in ambito food) a noi terrestri.

Una nuova incursione nel mondo del lavoro, con Danilo Schipani, Chief Marketing Officer di Copernico.

Oggi si sprecano definizioni, neologismi, opinioni su dove andranno gli uffici in futuro. Ecco perché, per capire la direzione del cambiamento dovremmo considerare il ruolo dello spazio di lavoro in un’azienda agile, la gestione efficiente delle risorse, la sicurezza e l’attenzione allo sviluppo delle persone.

Intanto, mentre gli eventi dal vivo iniziano, lentamente, a ripartire, è stata una buona occasione ascoltare l’intervento di Andrea Guanci – Marketing Director MSC Crociere.

Secondo lui, il processo decisionale del consumatore va interpretato come un vero e proprio viaggio che parte dal sogno per finire nei ricordi. E da questi cominciare di nuovo. Davvero suggestivo, vero?

La parte finale della mattinata

Tantissimi gli speaker che si sono alternati sul palco, reale e virtuale di N-Conference. Tra i più coinvolgenti, il Ninja Academy Wrap up di Federica Bulega – Corporate Training Manager.

Poi il consueto intervallo musicale e i saluti del nostro CEO, Mirko Pallera e via di corsa agli appuntamenti del primo pomeriggio, in attesa di conoscere i nomi dei vincitori dei Ninja Awards.

logo ninja awards

Ma prima della attesa premiazione, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la tecnica del Coaching evolutivo. Una visualizzazione guidata per permettere ai partecipanti di a creare senza limiti una visione per la loro vita, grazie a Giosé Milli – AD Istituto Hoffman ed Executive Coach.

A seguire, una vera e propria sessione di networking, un’attività dedicata a creare e coltivare relazione tra i partecipanti Premium.

Chi ha vinto i Ninja Awards di N-Conf

Una giornata molto intensa che, prima dei saluti finali di Mirko e l’esibizione di DJ DELTA, ci ha regalato anche i nomi dei vincitori dell’ambito Ninja Award.

Alle 17.00, in diretta sulla pagina Facebook di Ninja Marketing sono stati annunciati i vincitori

Ecco chi sono i premiati dal pubblico, in ogni categoria.

Ninja Celebrity

Un riconoscimento dedicato al personaggio pubblico che è stato capace di utilizzare il marketing e la comunicazione per creare autorevolezza e riconoscibilità promuovendo idee e approcci innovativi.

The Jackal

Ninja Talent

Un riconoscimento dedicato al professionista che si è distinto, soprattutto nella Community Ninja, attraverso il proprio talento e la propria passione, creando un impatto concreto con le attività svolte.

Felicia Mammone – Giornalista TV

Ninja Marketer

Un riconoscimento dedicato al Marketing Manager e al suo team che in azienda è riuscito a creare un progetto o un’attività volta a generare valore per il brand attraverso un approccio e una comunicazione distintivi.

Paolo Lorenzoni – Country Director of Marketing – NETFLIX

Ninja HR

Un riconoscimento dedicato all’HR Manager e all’azienda che nella gestione delle risorse umane si sono distinti per attività di people management e per una cultura aziendale innovativa.

A parimerito, Amelia Parente – Roche e Vittorio Maria Carparelli – Amex

Ninja Company

Un riconoscimento dedicato all’azienda che è riuscita a distinguersi per innovazione, approccio e valori, diventando un punto di riferimento nel proprio settore.

Pastificio Rummo

Ninja Leader

Un riconoscimento all’imprenditore che ha saputo creare una filosofia innovativa nella propria azienda valorizzando le risorse umane e un approccio innovativo al business.

A parimerito, Niccolò Branca – Presidente e Amministratore Delegato della Holding del Gruppo Branca International S.p.A e Renzo Rosso – Presidente di OTB

Ninja Media

Un riconoscimento alla realtà editoriale che è riuscita a creare una trasformazione concreta e positiva in ambito media e intrattenimento digitale.

Will Media

Ninja Agency

Un riconoscimento all’agenzia più innovativa che è riuscita a integrare nel suo DNA la creatività con una forte componente tecnologica per supportare il business dei propri clienti.

Caffeina

Ninja Benefit

Un riconoscimento all’organizzazione no profit (o alla società benefit) che è riuscita a creare un impatto significativo dedicandosi alla salvaguardia dell’ambiente o all’inclusione sociale.

Lifegate

Ninja Culture

Un riconoscimento dedicato alla personalità e alle idee che sono diventate di ispirazione e che portano avanti l’evoluzione sociale e spirituale della società

Michelangelo Tagliaferri – Accademia di Comunicazione

digital tool della settimana

Rasa, DOOM Captcha e Unattach: i digital tool della settimana

Come ogni settimana, ecco la lista di strumenti utili per semplificare le attività digitali, migliorare le performance e la produttività o semplicemente a ritrovare la motivazione.

Anche in questi giorni, caratterizzati dall’intensissimo appuntamento di N-Conference (puoi leggere qui cosa è successo durante l’evento), abbiamo voluto dare spazio ai tool che ci semplificano la vita a lavoro, pensando al marketing, ma anche all’enorme numero di email che riceviamo ogni giorno.

Oggi, tra gli altri, vi segnaliamo strumenti per dare un tocco creativo anche ai ripetitivi captcha, per creare email personalizzate in grado di catturare davvero l’attenzione e per essere un po’ più ottimisti ogni giorno.

Ecco i digital tool di questa settimana.

LEGGI ANCHE: Cover Photo, Linktree e Reface: i digital tool della settimana

eMail memorabili

Se sei stanco di inviare messaggi che non fanno felici né il tuo brand né i tuoi destinatari, puoi provare Rasa. Uno strumento che ti aiuta a creare, automatizzare e inviare email personalizzate che catturano l’attenzione dei tuoi iscritti con contenuti davvero pertinenti.

Captcha sì, ma simpatici

Quei piccoli test a cui vengono spesso sottoposti gli utenti su app e siti web, per determinare che non siano bot, non devono essere necessariamente noiosi. DOOM Captcha, ad esempio, ne offre alcune versioni davvero divertenti, basate sui classici giochi “punta e spara”.

Riprenditi i tuoi spazi

Se anche nella tua “Posta in arrivo” si accumulano messaggi su messaggi e non sai più come fare per liberare spazio utile nell’inbox, prova Unattach. Libera il tuo spazio di archiviazione su Google rimuovendo gli allegati di Gmail.

Una cosa buona al giorno

Scoprire qualcosa di buono ogni giorno può essere utile per rallegrare la tua giornata. Con One Good Thing avrai a disposizione un archivio curato di idee e pensieri per tenerti motivato nei momenti difficili, e per trovare sempre qualcosa che ti faccia sentire bene.

CV a prova di recruiter

Un nuovo formato di CV che non mostra solo ciò che hai già fatto, ma anche dove sei diretto.

L’AI di SmartMe Profile analizza la tua presenza online, dandoti preziose indicazioni su quali sono le tue reali competenze e su come sviluppare la tua carriera. Crea un profilo SmartMe, collega il tuo GitHub e altri account professionali online e vieni immediatamente abbinato ai datori di lavoro

Privacy, automazione e misurazione: le nuove funzioni di Google ADS

Privacy, automazione e misurazione: sono i tre asset strategici su cui Google Ads disegna la visione futura per sostenere inserzionisti e marketer in seguito alla profonda trasformazione indotta dallo shock pandemico. Le tre aree di intervento, su cui si concentreranno gli investimenti della company, sono state presentate durante l’evento Google Marketing Livestream, durante il quale Jerry Dischler, Vice Presidente e General Manager Ads di Google e Vidhya Srinivasan, VP of Engineering and Darshan Kantak, VP of Product Management, hanno annunciato le nuove e ampliate funzioni automatiche per l’adv, le partnership ed esperienze di vendita in ambito retail e gli aggiornamenti che riguardano i tool di misurazione.

Funzioni automatiche epr l’adv e tool di misurazione

Perfomance Max, Privacy Sandbox e Machine Learning sono alcune delle novità proposte, definendo soluzioni che si inseriscono in un ecosistema pubblicitario a tutela della privacy degli utenti, consentendo in contemporanea una modalità di pubblicità efficace che sfrutti il potere dell’internet aperto.

Google si impegna  a supportare la ripresa – dichiara Jerry Dischler, Vice President / General Manager, Ads –  Nel 2021 continuiamo a migliorare i nostri prodotti al fine di aiutare gli inserzionisti ad entrare in contatto con i clienti, anche mentre il mondo intorno a noi continua a cambiare”.

Una trasformazione irreversibile, in cui ogni “business è ormai un business online”. Secondo i dati eMarketer, lo scorso anno il tempo trascorso sui media digitali è aumentato del 15%, con un uso sempre maggiore di smartphone, smart tv connesse ad internet e computer.

La Performance Max offerta da  Google

Per raggiungere su tutti i canali Google nuovi potenziali clienti, lo scorso anno Google Ads ha avviato la fase di test su un nuovo tipo di campagna, chiamata Performance Max, che racchiude il meglio dell’automazione di Google per aiutare gli inserzionisti ad ottenere risultati migliori su tutti i canali Google: YouTube, Display, Ricerca, Discover e molti altri. A partire da oggi, le campagne Performance Max si estenderanno a migliaia di altri inserzionisti, diventando disponibili a livello globale entro la fine dell’anno.

Con questo aggiornamento, gli inserzionisti potranno avere accesso ad informazioni come i segmenti di pubblico che stanno generando conversioni, la creatività con il rendimento migliore, approfondimenti sulle aste e le categorie di ricerca di tendenza. Potrete anche vedere in anteprima come i vostri annunci migliori vengano mostrati su ciascun canale.

“Siamo sempre propensi ad adottare nuove tecnologie pubblicitarie che possano aumentare le vendite e ridurre i costi. Performance Max si allinea perfettamente ai nostri obiettivi commerciali – spiegaUgur Sennaroglu – Marketing Director – e ci aiuta ad acquisire nuovi clienti senza cannibalizzare le vendite tra le campagne”.

Jerry Dischler, Vice Presidente e General Manager, Ads di Google

Garantire la tutela della Privacy verso il cookieless

Punto cardine, sarà tutelare la privacy degli utenti. “Gli strumenti digitali sono utilizzati per gestire sempre più aspetti della propria vita. Le persone vogliono assicurarsi che la loro privacy sia protetta, preoccupazione che sarà sempre più condivisa in futuro – insiste Dischler – Un ecosistema pubblicitario sano è fondamentale per mantenere un Internet aperto e accessibile a tutti, ma dobbiamo anche garantire alle persone di sentirsi sicure quando sono online”.

Da questo presupposto, la necessità per Google di rivedere i propri metodi e intraprenda azioni coraggiose per riconquistare la fiducia delle persone: “Questo è il motivo fondamentale per cui all’inizio di quest’anno Google ha annunciato che non creerà altri tipi di identificatori una volta che i cookie di terze parti saranno eliminati”.

Incrementare la privacy, quindi, ottenendo risultati a livello commerciale con Privacy Sandbox. Si tratta di un’iniziativa open source che mira a sviluppare nuove tecnologie incentrate su tecniche per la tutela della privacy come l’anonimizzazione, l’aggregazione e l’elaborazione su dispositivo progettate per supportare soluzioni pubblicitarie come annunci basati sugli interessi, misurazioni e molto altro ancora.

Nuove strategie di misurazione attraverso il Machine learning per segmenti di pubblico, per assicurare soluzioni di misurazione rispettose della privacy, ma accessibili ad ogni attività e brand a prescindere dalle dimensioni.

“Stiamo investendo sui nostri prodotti per rendere disponibili le informazioni sul comportamento dei consumatori e sulle decisioni di acquisto usando il machine learning – continua Jerry Dischler – Presto includeremo Display e YouTube, così come le conversioni in-app, in tutti i modelli di attribuzione Google Ads, inclusa quella basata sui dati alimentata dal machine learning di Google. Tutto questo favorirà la valutazione corretta l’impatto di tutte le vostre campagne Google Ads”.

Con meno cookie a disposizione, in un mercato in transizione in cui la priorità sarà la tutela della privacy, sarà disponibile il Customer match a quasi tutti gli inserzionisti per raggiungere e coinvolgere nuovamente i clienti attraverso i vari tipi di annunci.

L’automazione con prestazioni migliori

L’automazione sarà applicata a più aspetti delle campagne degli inserzionisti, dall’assemblaggio e dalla selezione automatica delle creatività con miglior rendimento tramite annunci adattabili della rete di ricerca, al trovare più query di ricerca da effettuare con parole chiave, al definire la giusta offerta per ogni asta utilizzando Smart Bidding (un insieme di strategie di offerte automatiche che utilizza il machine learning per ottimizzare le conversioni o il valore di conversione durante ogni singola asta).

Oggi, più dell’80% degli inserzionisti Google usa le offerte automatiche per ottimizzare e massimizzare i profitti, senza doversi più basare su ipotesi per raggiungere i propri obiettivi di rendimento, in maniera sinergica su più canali Google, tra cui annunci Discovery e campagne video per azione, collegando il feed di Google Merchant Center agli annunci Discovery e alle campagne video per azione. Questo permetterà di usare immagini e video per far scoprire i prodotti e di incrementare gli acquisti di dei prodotti in catalogo.

Performance Max di Google Ads

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I nuovi prodotti Google Ads

Customer Match consente agli inserzionisti di utilizzare i dati proprietari online e offline per raggiungere e coinvolgere nuovamente clienti su Ricerca, scheda Shopping, Gmail e YouTube.

  • Utilizzando le informazioni che i clienti hanno condiviso volontariamente con l’inserzionista, Customer Match mostra gli annunci a quei clienti e ad altri clienti simili.
  • Disponibilità: ora disponibile per tutti gli inserzionisti a livello globale.

Hotel ads, gli annunci di hotel vengono visualizzati quando un viaggiatore cerca un hotel su Ricerca o Maps. Questi annunci vengono visualizzati in un modulo di prenotazione che può mostrare foto dell’hotel, servizi, prezzi e un link per prenotare. Tre nuovi prodotti per aiutare i partner Google a catturare la domanda di viaggi repressa.

  • Le estensioni di prenotazione di hotel amplificano le campagne di ricerca dell’inserzionista e aiutano a espandere la copertura di queste campagne.
  • Case vacanze nella pagina dei risultati Hotel per una determinata destinazione.
  • Miglioramento delle offerte su commissione (per soggiorno) per facilitare la ricerca di clienti più qualificati a un costo inferiore.

Insight Page. La pagina degli approfondimenti mostra le tendenze su misura per l’attività di un inserzionista, in modo che possa vedere se stanno tenendo il passo con la domanda di prodotti o servizi di tendenza. Lo strumento è disponibile a livello globale per tutti gli inserzionisti e lo ha capacità self-service.

Local Ads. Le campagne locali sono progettate per aiutare le aziende a fornire ai loro potenziali clienti le informazioni che devono decidere quando e come visitare i loro negozi e anche facilitare la promozione da parte degli inserzionisti i loro negozi nelle più grandi proprietà di Google, tra cui la rete di ricerca di Google, Maps, YouTube, e la Rete Display di Google. Stiamo lanciando tre nuovi formati per le campagne locali.

Local inventory ads. La funzione degli annunci di prodotti disponibili localmente consente agli inserzionisti di mostrare i propri prodotti e di archiviare le informazioni acquirenti nelle vicinanze che effettuano ricerche con Google. Quando gli acquirenti fanno clic su un annuncio o su una scheda gratuita che mostra un locale prodotto, arrivano su una pagina ospitata da Google per il negozio di quel rivenditore, chiamata vetrina locale.

Performance Max sono un nuovo modo per acquistare annunci Google: campagne completamente automatizzate per operatori di marketing di app, rivenditori e attività con sedi fisiche per ottenere risultati su tutte le superfici di Google. Prestazioni massime campagne sfrutta l’automazione per fornire una soluzione completa che funziona per tutti inserzionisti in una gamma più ampia di obiettivi di marketing.

Product Feeds. I feed dei prodotti si collegano a Google Merchant Center, consentendo agli inserzionisti di sfruttare i loro cataloghi di prodotti per creare annunci più dinamici. I feed dei prodotti estraggono informazioni e immagini sui prodotti da una pubblicità account Google Merchant Center del rivenditore e visualizzare queste informazioni come parte di una campagna pubblicitaria.

tROAS è una strategia di offerta automatica basata sul valore che sta per ritorno sulla spesa pubblicitaria target. Questo La strategia Smart Bidding di Google Ads aiuta gli inserzionisti a ottenere più valore di conversione o entrate in base al target ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS) impostati. Le offerte vengono ottimizzate automaticamente al momento dell’asta, consentendo agli inserzionisti di personalizzare le offerte per ciascuna asta.

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n conf

Gli highlights (e i goal) della prima giornata di N-Conference

Un evento completamente digitale per raccontare le Unbreakable Stories di persone e aziende che hanno saputo superare le difficoltà e reinventarsi.

Ma non solo: N-Conference rappresenta anche la voglia di ripartire che ci accomuna tutti, ricominciare a viaggiare (per piacere e per lavoro), incontrarsi e crescere insieme.

I punti salienti della prima giornata

La prima parte della giornata è dedicata a un contenuto verticale sulla Technology, per scoprire insieme le nuove opportunità dell’AI e del Machine Learning per il business, il Martech e l’Automazione dei processi di vendita e customer support e familiarizzare con parole chiave del futuro presente come Blockchain, Cryptocurrency, AR & VR, powered by TIM.

Una partenza col botto grazie all’apertura di Mirko Pallera, CEO e Founder di Ninja, accompagnata dall’esibizione di Dj Delta. Il ritmo giusto per affrontare una giornata così intensa e impegnativa.

 

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Anche per questo, il primo speech di Daniela Uslenghi è focalizzato su come sfruttare al massimo le proprie capacità grazie a meditazione, visione guidata e coaching.

È stato poi a Ivan Ortenzi, Chief Innovation Evangelist Gruppo BIP, a condurci in un viaggio attraverso gli scenari e le tecnologie in grado di cambiare il mondo, plasmando la società, le aziende, ma anche le nostre vite nel prossimo futuro e Gianluca Mauro – Founder AI Academy, ci ha spiegato cos’è e come funziona davvero l’AI? Cosa può e cosa non può fare e quali sono i settori in cui si aprono incredibili opportunità di business.

L’impatto disruptive di Blockchain e Bitcoin

Bitcoin non ha un padrone” ha detto Leonardo Maria De Rossi, Direttore del corso “The Blockchain Journey” in SDA Bocconi, “non è personalizzata da nessuno e non è controllabile da nessuno. Blockchain in generale, e tutti gli altri progetti che in realtà hanno dietro sviluppatori, compagnie e società, possono essere manipolate. Bitcoin, invece, no“. N-Conference è stata l’occasione ideale per approfondire alcuni aspetti legati all’argomento.

Come puntualizzato dallo stesso Leonardo, Bitcoin ha bisogno di molta energia elettrica per funzionare. Ed è proprio di elettricità che ci ha parlato Massimo Temporelli – Fisico e Co-founder TheFabLab, nel sui Keynote “Nikola Tesla, il genio della rivoluzione elettrica”, tutto incentrato sullo scienziato che ha cambiato la storia della scienza e della tecnologia a tal punto che le sue invenzioni sono considerate dall’Unesco patrimonio universale dell’umanità.

La nostra vita onlife

Non possiamo più fare una distinzione netta fra vita reale e vita digitale, secondo Barbara Carfagna, Giornalista TG1 RAI e autrice di “Codice”. “In realtà noi viviamo già onlife, cioè eternamente connessi. Con il 5G, assisteremo proprio a una simultaneità tra ciò che accade nel reale e ciò che accade online. Siamo un po’ esseri anfibi, che vivono contemporaneamente dentro e fuori da internet

 

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Quang Ngo Dinh, VP Consumer Market TIM, ci ha invece raccontato di come la pandemia abbia stravolto le abitudini quotidiane, ridefinendo i confini tra lavoro, studio e vita privata e come il 5G avrà una funzione abilitante su tutta una serie di nuove tecnologie, in grado di cambiarci la vita.

Tecnologie come AR e VR, le stesse oggetto del Keynote di Mauro Rubin, CEO JoinPad, che ha tracciato un quadro davvero affascinante sulle tecnologie immersive e sul modoin cui potenziano la nostra capacità di assimilare e usare in modo efficiente le informazioni nel lavoro e nella vita quotidiana, incrementando la nostra intelligenza e creatività.

Vincenzo Riili  VIDEO, Chief Marketing Officer di Google Italy ci ha confermato questa nuova tendenza sottolineando l’accelerazione della trasformazione digitale dovuta (anche) alla pandemia e in che modo le nuove spinte tecnologiche possano supportare le nostre strategie di Business.

Dopo i saluti dell’Assessore alla Formazione e lavoro, Melania De Nichilo Rizzoli, l’atteso Ninja Academy Wrap up con Federica Bulega, Corporate Training Manager Ninja Academy.

14.30, via alla seconda parte della prima giornata di #NConf21

La seconda parte della giornata è il contenuto verticale Culture, , per esplorare come la tecnologia sta plasmando generazioni sempre più connesse e digitali, attente ai valori e alla sostenibilità e critiche verso le tradizionali regole del lavoro e modalità di consumo, powered by AW LAB.

Si parte con Alessia Zampano, Consumer Culture Specialist, e la sua “Nuova Stra-ordinarietà”.
Quali sfide attendono brand e aziende nell’era post-Covid? Alessia ci ha regalato una panoramica sui cambiamenti innescati e accelerati dalla pandemia che stanno trasformando i nostri stili di vita e ridefinendo lo scenario globale dei consumi.

Antonio Marrari, Head of Marketing AW LAB, ci ha fornito spunti davvero utili e interessanti sul rapporto tra brand e GEN Z. Quali aspetti dovrebbe considerare un brand per entrare davvero in connessione con la Generazione Z? Dovrebbe intanto comprendere la sua ragion d’essere e stabilire una visione chiara per entrare in risonanza con le persone“.

Siamo quello che mangiamo

Sentir parlare di cibo Marco Marchetti, Head of Digital Marketing Despar Nordest, ti fa comprendere subito che l’argomento lo appassiona, e molto. Secondo lui, sul cibo è vietato scherzare. Non è più solo piacere, ma assume nuovi valori: ambiente, comunità, persone e sostenibilità.

In passato il marketing è stato usato come modello per escogitare trappole, oggi serve per guardare in faccia le sfide e fare qualcosa di buono per tutti.
Essere gli esempi di nuove scelte alimentari e adottare nuove abitudini è l’unica via per lasciare un segno positivo.

Alle 15.35 abbiamo seguito l’appassionato talk di Domenico Romano – CEO Fandango Creators, intitolato
“Live a Life you will remember”. Secondo Domenico, un uomo è un uomo fino a quando ha una storia da raccontare e qualcuno disposto ad ascoltarlo.

La Masterclass e il Q&A di Fernando Machado

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Da molti, è stato uno dei momenti più attesi della prima giornata di N-Conference: la Masterclass di Fernando Machado, Chief Marketing Officer Activision Blizzard, Be Afraid. Be Very Afraid. But Do It.

Porsi degli obiettivi impossibili e come raggiungerli. Questo il tema dell’intervento del CMO che ha portato le campagne Burger King sulla bocca di tutti, prima di avventurarsi in una nuova sfida, completamente diversa.

Certo, è normale avere paura e tentennare, davanti alle difficoltà, ma quello che conta è trovare il coraggio e buttarsi, senza farsi paralizzare dai dubbi.

Secondo Machado, il nuovo vantaggio competitivo è il coraggio di quei brand che non hanno paura di osare, grazie alla tecnologia e alla creatività.

Al termine della Masterclass, una imperdibile sessione di Q&A, in cui scoprire tutti “i segreti” di un CMO così coraggioso.

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Gli outfit di Mirko Pallera e Federica Bulega sono curati da Antony Morato e ThePaac

La storia siamo noi

La prima giornata di N-Conference è andata avanti con altri contenuti di grande livello: Alfredo Accatino, Chief Creative Officer di Filmmaster Events ha presentato Unbreakable: Storie di grandi Artisti.

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Una storia dell’arte parallela a quella mainstream per far vincere, almeno una volta, quelli che non hanno vinto mai. “Di certo governi e organizzazioni sono in grado di creare grossi movimenti, ma io credo che siamo tutti noi, ogni giorno, a creare la storia“.

Dopo Alfredo, è stato il giornalista ed esperto di comunicazione Daniele Chieffi ad appassionarci con le storie di aziende for profit che hanno la forza di cambiare il mondo.

C’è una energia inesauribile che si muove nella società. Quella stessa energia permette ai brand di restare rilevanti e di ri-connettersi con il pubblico al di là di ogni cambiamento tecnologico. Su questo tema, Mirko Pallera, CEO di Ninja ha intervistato Paola Zukar, Hip hop Manager e Founder TRX Radio, insieme ai giovanissimi Emiliano Marini, Color Caster, e Daniele Davì, Content Creator. 

Prima dell’esibizione musicale finale di DJ DELTA, ha chiuso la giornata Federica Bulega, con il Ninja Academy Wrap up.

Una densa, densissima giornata ricca di contenuti e innovazione, di analisi di scenario e spunti per il futuro. Il tutto, in diretta streaming trasmesso dagli studi di Fandango Club Creators.

Domani ci aspetta il DAY2, con altri favolosi speaker e appassionanti contenuti con la verticale Industry powered by Banca Sella.

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James Bond cambia casa di produzione: Amazon acquisisce MGM Studios

Sembra inarrestabile l’espansione di Amazon, che oggi ha firmato un accordo per acquistare gli MGM Studios, la Metro Goldwyn Mayer, per un importo di 8,45 miliardi di dollari. Un’acquisizione che permette ad Amazon, colosso dell’eCommerce, di rafforzare ulteriormente la propria offerta su Prime Video, divenendo un competitor sempre più forte rispetto a Netflix e Disney+, aprendo una vera sfida sul fronte dello streaming video.

La Metro Goldwyn Mayer, con un catalogo di oltre 4.000 pellicole, tra cui James Bond, Rocky, musical e film cult come Cantando sotto la pioggia, con i suoi oltre 100 anni di storia cinematografica, fondata ad Hollywood nel 1924, sarà fondamentale per gli Amazon Studios, nella produzione di show per la tv. A ciò si aggiungono circa 17.000 le serie e gli show tv nel catalogo di MGM, con di più di 180 Oscar e 100 Emmy.

“Il vero valore finanziario di questo accordo è il tesoro di proprietà intellettuale del catalogo”, afferma Mike Hopkins, senior vice presidente di Prime Video e Amazon Studios, in una nota diramata da Amazon.

“Amazon aiuterà a preservare il patrimonio e il catalogo di film di MGM e fornirà ai clienti un maggiore accesso a queste opere esistenti”, insiste Hopkins.

“Sono molto orgoglioso che MGM’s Lion, che ha a lungo evocato l’età d’oro di Hollywood, continuerà la sua storia leggendaria, e l’idea nata dalla creazione di United Artists vive nel modo originariamente previsto dai fondatori, guidati dal talento e dal loro visione. L’opportunità di allineare la storia leggendaria di MGM con Amazon è una combinazione stimolante “, dichiara Kevin Ulrich, presidente del consiglio di amministrazione di MGM.

I film che diventeranno patrimonio del catalogo di Prime Video

Le trattative, secondo quanto riportato da Bloomberg nei giorni scorsi, sarebbero state in corso per diverse settimane. Metro-Goldwyn-Mayer, il cui fondo Anchorage Capital rappresenta il principale azionista, era in cerca di un acquirente da mesi.

Mike Hopkins, nell’annunciare l’accordo, ha citato anche una serie di titoli di MGM che diventano parte integrante del catalogo di Prime: 12 Angry Men, Basic Instinct, Creed e Rocky, La rivincita delle bionde, Stregata dalla luna, Poltergeist, Toro Scatenato, Robocop, Il silenzio degli innocenti, Stargate, Thelma & Louise, Tomb Raider, I magnifici 7, La Pantera Rosa, Il caso Thomas Crown e, naturalmente, tutta la saga di James Bond. Per quanto riguarda le produzioni televisive, Hopkins ha citato Fargo, The Handmaid’s Tale (prodotta insieme a Hulu, di proprietà Disney) e Vikings.

Tra i prossimi film prodotti dalla MGM, invece, anche House of Gucci di Ridley’s Scott, Soggy Bottom di Paul Thomas Anderson e Project Hail Mary, adattamento del romanzo di Andy Weir in cui ci sarà Ryan Gosling.

MGM è la seconda più importante acquisizione del gigante dell’eCommerce

L’accordo MGM è la seconda più grande acquisizione di Amazon, dopo l’acquisto di Whole Foods da 13,7 miliardi di dollari nel 2017. Amazon non ha detto quando prevede di chiudere l’acquisizione di MGM, che è soggetta alle approvazioni normative e ad altre condizioni di chiusura di routine; tuttavia, gli addetti ai lavori ritengono che il patto sarà approvato entro la fine del 2021. Il prezzo di acquisto include l’assunzione del debito di MGM, che continuerà a operare come etichetta con il marchio Amazon.

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