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Come condurre una vita digitale sana dopo il lockdown da Covid-19

  • Durante il lockdown abbiamo scoperto quanto le tecnologie digitali possano essere importanti nelle nostre vite;
  • L’iperconnessione ha però degli effetti collaterali: il nostro cervello è sempre in allerta;
  • Ecco 5 modi per ritrovare da subito il benessere nelle nostra vita digitale.

 

Tra le misure di contenimento che abbiamo vissuto per rallentare la diffusione del Coronavirus c’è stato il social distancing, ovvero il distanziamento sociale, consistente, ad esempio, nell’isolamento domiciliare, nella restrizione degli spostamenti e nella pratica del lavoro agile.

Abbiamo la fortuna, tuttavia, di vivere in un’epoca di iperconnessione e, nonostante la distanza fisica, abbiamo avuto modo di mantenere contatto con le persone della nostra vita. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo speso del tempo in più per sfruttare l’enorme potenzialità del web: abbiamo comunicato da remoto con le più svariate applicazioni per le videochiamate; ci siamo informati su fonti di notizie più o meno attendibili; abbiamo fatto shopping online; ci siamo divertiti, magari davanti a una delle tante serie tv su servizi di streaming on demand. Abbiamo scoperto quanto Internet giochi davvero un ruolo importante nelle nostre esistenze.

Allo stesso tempo, gli effetti collaterali dall’utilizzo eccessivo di Internet si fanno sentire più forti che mai, anche ora che è terminato il lockdown da Covid-19. Tra questi, la dipendenza da smartphone o quella da shopping compulsivo online (acquisti spesso dettati dal panico), che hanno minato il benessere di molte persone creando stati emotivi fortemente ansiosi.

Non ce ne rendiamo conto, ma il nostro cervello è costantemente in uno stato di allerta quando navighiamo su Internet e in particolare sui social network: siamo continuamente in attesa di qualcosa (come un commento o una importante notizia della giornata) e ci troviamo a gestire una situazione di ansia elevata per tutta la giornata.

Come fare per ritrovare il benessere digitale dopo le misure restrittive contro il contagio da Coronavirus? Ecco, qui di seguito, cinque consigli per vivere meglio il rapporto con il web.

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Naviga attivamente

Il modo con cui ci relazioniamo al web è drasticamente cambiato rispetto al passato. Viviamo sempre più in modalità “stream” e l’esempio più eclatante è quando apriamo social network come Instagram e Tik Tok: la navigazione non è più attiva e la scoperta di immagini, video e argomenti non è più lasciata alla propria sete di informazioni e conoscenza.

Il consumo passivo di contenuti altrui e la partecipazione passiva alla rete, come afferma Carlo Mazzucchelli in La solitudine dei social networker si traduce in “minore benessere, ma anche in malessere, come noia, depressione e solitudine“.

Per condurre una vita digitale serena e ritrovare il benessere online dopo il Coronavirus è importante riacquistare un senso di controllo delle tecnologie digitali e non subirle più passivamente.

Si potrebbe, ad esempio, utilizzare il digitale per fare progetti per il futuro, per fare programmi o per organizzare qualcosa con gli altri.

Un altro consiglio è quello di valutare quanto tempo si passa in modalità passiva rispetto alla modalità attiva dove si è noi, e non il proprio schermo, ad avere il controllo del device. Esistono numerose app che misurano il tempo da noi trascorso su luoghi virtuali dove la navigazione potrebbe essere più passiva rispetto ad altri.

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Crea un ambiente di lavoro per focalizzarti al meglio

Il problema di chi si è trovato durante il lockdown, e probabilmente ancora si trova, a lavorare in smart working sono le numerose distrazioni ed interruzioni a cui si va incontro durante la giornata: chiamate, notifiche, messaggi possono minare il focus e condurre a stress, oltre che a un sovraccarico eccessivo di informazioni.

Come consiglia l’autore Alessio Carciofi in Digital Detox, la soluzione per ritrovare la concentrazione sui propri task e per ritrovare il benessere è quella di “eliminare o ridurre” le distrazioni “ridisegnando il proprio ambiente di lavoro”.

Si potrebbe, ad esempio, pensare ad una “stanza del silenzio“, una specifica stanza che viene usata solo ed esclusivamente per il lavoro. Tra le regole che ci si può imporre c’è, ad esempio, quella di non far entrare nessun componente della famiglia nella stanza dedicata al focus, magari comunicandolo con un cartello sulla porta. Soluzione semplice, ma che può “diminuire drasticamente la stanchezza ed aumentare la creatività“.

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Quando sei con qualcuno dimentica il cellulare

Ora che le misure di contenimento si sono fatte decisamente più blande e che è ritornata la possibilità di rivedere i propri congiunti ed i propri amici, bisogna godere al massimo del presente.

Un esercizio che si può mettere in pratica e che consiglia Marc Masip nel manuale “Disconnessi e felici” è quello di “dimenticare il cellulare quando si è con qualcuno“.

Si potrebbe, ad esempio, “non tenere il telefono in mano o sul tavolo per controllare eventuali chiamate e messaggi“. Anche se lo si fa, il linguaggio del nostro corpo potrebbe indicare che la nostra attenzione è indirizzata al telefono, creando disagio e poca fiducia da parte degli altri. Come fare? Bisogna sempre ricordare di dare attenzione alle persone con cui si è in quel momento.

Un altro esercizio consiste in un gioco di gruppo. Tutti i partecipanti devono lasciare il proprio smartphone al centro del tavolo per un certo periodo di tempo: chi lo tocca prima della fine del tempo incorre in una penalità. Ad esempio, può sparecchiare la tavola o lavare tutti i piatti.

L’obiettivo di questo esercizio è di far sì che si goda il presente al massimo e si ponga pienamente attenzione alla persona che si ha di fronte.

LEGGI ANCHE: 5 app per meditare e ritrovare il focus con l’aiuto dello smartphone

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Usa il digitale per aumentare le tue competenze

Per ritrovare il benessere digitale ed approcciarsi ad Internet senza ansia ed emozioni negative, si può approfittare delle numerose opportunità offerte dalla rete per fare formazione.

Questo periodo di lockdown ha visto il fiorire di webinar, seminari online che al momento sono uno dei pochi modi per continuare a fare didattica ed istruzione, appunto a distanza. Imparare nuove abilità e aumentare le competenze professionali tramite questi corsi online, può essere anche utile per aggiornare il proprio curriculum vitae.

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Riduci il consumo di informazioni

Le misure più restrittive per il contenimento del contagio ci hanno portato a passare molte ore in casa a leggere tante, troppe informazioni di attualità. Almeno una volta, in questo periodo di lockdown, abbiamo avuto a che fare con fake news, girate magari via Whatsapp o su social network come Facebook.

Un consiglio per ritrovare il benessere digitale dopo il lockdown da Covid-19 è quello di ridurre drasticamente il consumo di informazioni, magari solo ad uno o due “pasti informativi” al giorno.

Ancora più importante è cercare attivamente le informazioni, possibilmente da fonti attendibili.

Dialoghi Ribelli verso N-Conference. Segui il Ninja Talk

L’emergenza COVID-19 e il lockdown hanno generato un cambiamento rapidissimo in moltissimi settori. Tutto ciò a cui eravamo abituati è cambiato.

Anche N-Conference, l’evento ufficiale organizzato da Ninja che tanto aspettavamo, per ovvi motivi, è stato rimandato alla primavera 2021.

Ma questo non ha cancellato l’entusiasmo e la carica che attendevamo di ricevere dai due giorni live. Anzi, ci ha dato la spinta per chiederci quali nuove sfide ci attendono ora, come cambieranno mondi come quello del Retail e del Travel, quali saranno le nuove strategie di marketing post covid-19, quali mantra hanno seguito gli HR delle grandi aziende per mantenere vivo lo spirito di squadra nonostante il periodo difficile e il remote working forzato.

Per rispondere a tutte queste domande, abbiamo pensato a un Ninja Talk spin-off di N-Conference, i “Dialoghi Ribelli”, proprio durante la settimana della Milano Digital Week.

>> Iscriviti al Ninja Talk “Dialoghi Ribelli: Verso N-Conference 2021” <<

dialoghi-ribelli

Di cosa parleremo durante Dialoghi Ribelli

In live streaming oggi, 28 Maggio 2020, dalle ore 17 alle 20.30, il Founder & CEO di Ninja, Mirko Pallera, dialogherà con alcuni dei Top Speaker Ribelli che vedremo (finalmente) nella tanto attesa N-Conference 2021.

Inoltre parteciperanno con noi altri ospiti d’eccezione che ci condivideranno il loro punto di vista in termini di business, digital, travel, service design.

Riprendendo i tre Vertical di N-Conference – Technology powered by TIM, Culture powered by AW-Lab e Industry powered by GoDaddy – ci confronteremo con Marco Attisani, Founder Watly, sul tema della singolarità.

Insieme al VP Consumer Market TIM, Quang Ngo Dinh, parleremo di come le tecnologie che cambiano i mercati; con Roberto Ciacci (Marketing Director Robintur S.p.A.),  Mirco Pasqualini (VP Strategic and Innovation Design) ed Enea Roveda (Group CEO LifeGate) parleremo di cosa ci aspetta nei prossimi 18 mesi, dal mondo dei viaggi al service design e nella comunicazione d’impresa.

Ci confronteremo anche sul tema della musica come il linguaggio universale per superare la crisi, insieme a Fabio Zaffagnini (Rock Band – Founder Rockin’1000) e con Domenico Romano (Marketing Manager Aw-Lab) chiacchiereremo sul tema del “Rebel Retail: guida galattica alla phygital economy”.

Infine, ci confronteremo con Guido Stratta (Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel) sulle lezioni imparate nel gestire le risorse umane durante il lockdown.

Scopri il futuro che verrà insieme ai top speaker di N-Conference. Iscriviti al Ninja Talk!

10 appuntamenti da non perdere durante la Milano Digital Week 2020

L’edizione completamente online della Milano Digital Week di quest’anno ci ha già regalato moltissimi appuntamenti interessanti, e tra quelli da non perdere fino a sabato 30 maggio, ne abbiamo raccolti dieci da segnare assolutamente nella nostra agenda digitale.

In un contesto del tutto particolare come quello attuale, Milano Digital Week riparte dalle riflessioni sulle trasformazioni del vivere quotidiano, con una possibilità ridotta di fruire fisicamente gli spazi, di vivere le relazioni interpersonali, di far parte di una comunità. Il tema centrale attorno al quale si muovono gli oltre 600 eventi con più di 200 speaker tra live talk, conferenze, webinar, lectio magistralis, Hackathon, è quello della “Città trasformata”.

La manifestazione, promossa dal Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici – e realizzata da IAB Italia, Cariplo Factory e Hublab, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, punta così a valorizzare le esperienze e gli approcci alle tecnologie che partono dai cittadini, dal sistema produttivo e da quello accademico, la promozione dell’open access, l’inclusione e l’alfabetizzazione digitale.

#1 L’identikit delle professioni del futuro

Webinar | 28 maggio – 15:15–15:45

In uno scenario di trasformazione digitale, diviene importante ripensare ai luoghi di lavoro. Marco Russomando, head of Human Resources di illimity, ci spiega l’importanza di una visione sinergica dove competenze umane e digitali, creatività e tecnologia, possono accendere il potenziale delle persone e creare luoghi di lavoro realmente inclusivi.

Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria.

#2 Le top skill per una carriera in cybersecurity

Webinar | 28 maggio – 16:00–16:30

Hai mai pensato di poter diventare un Cybersecurity Expert? Vorresti sapere quali sono le competenze digitali più richieste in uno degli ambiti lavorativi più ricercati dalle aziende? Potrai scoprirlo durante il worshop organizzato da Accenture insieme a Marilisa Del Vecchio, Cybersecurity Consultant, alla scoperta delle nuove figure professionali più quotate nel mondo della sicurezza informatica.

Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria.

#3 Dialoghi Ribelli verso N-Conference

Ninja Talk | 28 maggio – 17:00–20:30

Tutto ciò a cui eravamo abituati è cambiato. Tutto quello che fino a ieri ci sembrava impossibile è avvenuto.

N-Conference è l’evento ufficiale organizzato da Ninja e, come tutti sappiamo per ovvi motivi, è stato rimandato alla primavera 2021. Ma noi di Ninja non ci fermiamo e durante il Ninja Talk il Founder & CEO di Ninja Mirko Pallera “dialogherà” con alcuni dei Top Speaker Ribelli di N-Conference 2021.

Inoltre parteciperanno con noi altri ospiti d’eccezione che ci condivideranno il loro punto di vista in termini di business, digital, travel, service design.

Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria.

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#4 Assistenti vocali e reti neurali

Webinar | 28 maggio -17:30–18:00

Mirko Tavosanis, professore di Storia della Lingua italiana all’Università di Pisa, parlerà delle evoluzioni nel campo dei traduttori automatici e degli assistenti vocali.

Ingresso libero.

LEGGI ANCHE: Milano Digital Week, dal 25 al 30 maggio l’evento in versione online

#5 Automation, Intelligent Automation ed ora Hyper Automation

Webinar | 29 maggio – 09:30–10:00

Durante il webinar organizzato da IBM approfondiremo soluzioni in grado di incrementare la produttività delle aziende grazie all’Intelligenza Artificiale. Gli interventi di business automation ci hanno permesso di velocizzare il percorso di trasformazione digitale, aumentando efficienza, flessibilità e riducendo i costi operativi. Ora è giunto il momento di dare un’ulteriore accelerazione, incrementando la produttività di ogni “knowledge worker” ad un livello superiore grazie all’Intelligenza Artificiale e al Digital Worker.

Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria.

#6 Le competenze trasversali

Webinar | 29 maggio – 16:30–17:00

Emiliano Sironi, Ricercatore in Statistica Demografia, Università Cattolica Milano, spiega natura e importanza delle cosiddette competenze trasversali nel mondo del lavoro digitale.

Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria.

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#7 Stop agli haters: la linguistica computazionale contro l’odio online

Video

Marco Guerini, Ricercatore Fondazione Bruno Kessler, illustra il ruolo della linguistica nella battaglia all’odio online.

Ingresso libero

#8 Workin(out): Realtà Virtuale per i detenuti

Video

Paolo Strano, Presidente Associazione Semidilibertà, ci mostra l’applicazione della Realtà Virtuale per aumentare il benessere psicofisico dei detenuti.

Ingresso libero.

LEGGI ANCHE: Human vs Artificial Intelligence: l’illimity talk della Milano Digital Week

#9 L’economia generativa

Live Lectio Magistralis | 30 maggio – 12:00–13:00

La stagione di una crescita pensata come aumento indiscriminato e illimitato di possibilità è finita.

Abbiamo bisogno di una concezione diversa. Sempre di crescita si tratterà. Ma una crescita capace di trovare un nuovo (difficile e delicato) equilibrio tra le esigenze della produttività e quelle dell’ambiente; tra l’efficienza economica e la giustizia sociale; tra gli investimenti in tecnologia e quelli nelle persone; tra l’eccellenza e la fragilità; tra la quantità e la qualità; tra la competitività e la coesione. Intervento a cura di Mauro Magatti, sociologo ed economista.

Ingresso libero.

milano digital week appuntamenti

#10 Final Party MDW2020

Live talk | 30 maggio 21:00–22:30

L’incanto di un artista unico nel suo genere, Venerus. Una location iconica, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Un biglietto a un prezzo simbolico, in grado di lanciare un forte messaggio a sostegno delle produzioni dei live stream concert.

Il party finale di MDW – il primo concerto in streaming in Italia con pubblico pagante – è realizzato in collaborazione da RADAR concerti e Milano Digital Week e DICE, la piattaforma di ticketing e discovery.

Ingresso a pagamento.

Cosa ci lascia il COVID-19? Il dover ripensare agli archetipi per i brand (e i consumatori)

  • Stiamo lentamente tornando alla normalità, e si comincia a fare i conti con i nuovi profili di consumatori che il COVID-19 ci ha lasciato
  • Questi nuovi profili lasciano spazio a nuovi comportamenti, con cui marche (e aziende) dovranno confrontarsi
  • Pescando dalle teorie di marketing archetipale, vediamo come tali comportamenti potranno influenzarne l’identità

Lo scorso sei maggio, GroupM ha condiviso un’interessante ricerca dal titolo “Le nuove personas al tempo del CoronaVirus” (ne avevamo parlato qui).

La ricerca ha fotografato, partendo dalle conversazioni in rete “7 identità di persone diverse, 7 tipologie di nuovi italiani, 7 segmenti di popolazione che non esistevano a gennaio perché avevano obiettivi, risorse, pensieri, speranze molto diverse rispetto agli obiettivi, risorse, pensieri, speranze che hanno oggi“.

I sette profili hanno tutti un nome particolare, che ne identifica il carattere: i Protector, i Defender, gli Escapist, i Calm Keeper, i Committed, i Communitarian, i Surrender.

Ognuno riconduce a un comportamento che si genera come conseguenza del lockdown e della pandemia e porta le persone a interfacciarsi con modalità nuove alla propria vita, agli affetti, alla dimensione professionale e sociale: un effetto comprensibile del momento epocale che stiamo vivendo.

La lettura del documento ci offre un assist prezioso per ragionare anche sul tipo di storie e su come evolveranno gli archetipi cui consumatori e aziende hanno fatto riferimento fino ad oggi.

Il grande cambiamento cui stiamo assistendo sta obbligando le persone a scoprire nuove paure, trovato risorse impreviste, far fronte a difficoltà mai provate prima: come cambieranno le storie che da essi nasceranno?

Contro il logorio del Covid-19, riscoprire l’Archetypal Marketing e la capacità di adattarsi

In Interstellar di Christopher Nolan, Matthew McConaughey alias Cooper, dopo aver trovato un drone militare e aver detto di volerlo smontare per rimuoverne i componenti e destinarli ad altro scopo, risponde così alla figlia Murph che gli chiede perché lo stia facendo: “Deve imparare ad adattarsi, Murph. Come tutti noi.”

Probabilmente, la capacità di adattamento sarà una di quelle qualità che determineranno i risultati dei prossimi mesi di professionisti e aziende.

Chi non saprà adattarsi velocemente alle nuove condizioni imposte dalla pandemia da Covid-19, rischierà più di prima di scomparire.

Un esempio lampante si vede con le condizioni imposte dai governi per le riaperture nella cosiddetta Fase 3: in molti sostengono che, con i limiti definiti dal distanziamento sociale, non sarà più conveniente riaprire. Un tema che riguarda non solo i servizi di ristorazione, che non sono altro che la punta di un iceberg.

Questo sarà probabilmente un problema che si presenterà pian piano in ogni settore merceologico.

Adattarsi, quindi. Capire che cosa stia succedendo al contesto, ed evolvere con esso, un po’ come capita ciclicamente sul pianeta Terra al cambiare delle condizioni geologiche.

Ma cosa succede a chi, fino ad oggi, ha saputo mostrarsi al pubblico con una chiave definita, un’identità specifica?

Grazie alle teorie dell’Archetypal Marketing, oggi siamo in grado di riconoscere un profilo che narrativamente sia definito.

Val la pena riproporre la matrice alla base di tali tecniche, nonostante comincino ad avere già qualche anno:

Un caro amico di Ninja Marketing, Gianluca Lisi, definisce così il Marketing archetipale: “Una tecnica di branding, che può essere utilizzata sicuramente per il posizionamento di un marchio, ergo di un’azienda. Parliamo di una tecnica che risale già agli anni 70, quando si iniziò a capire che il brand poteva essere trasmesso anche sfruttando elementi ed entità psicologiche. Il tutto basandosi sulla teoria della personalità, che classifica i brand esattamente come la psicologia junghiana classifica le caratteristiche delle persone con gli archetipi.” (per leggere l’intervista completa, potete andare qui).

Lo schema è abbastanza noto: le marche hanno un personalità, come le persone, e la esprimono attraverso un ruolo che recitano nei confronti dei propri stakeholder.

Tale ruolo definisce comportamenti e approcci, semplificando il modo di agire e di esprimersi: in altre parole, di sviluppare la propria narrative, intesa come sequenza di fatti organizzata che prefigura il contenuto narrativo. In altre parole, la propria storia.

Se osserviamo i profili della teoria jungiana che compongono la matrice, possiamo ritrovare alcune connessioni con le personas tracciate dalla ricerca di  GroupM, e probabilmente anche alcune indicazioni per il futuro.

Partiamo dalle prime.

È indubbio che alle persone serviranno le aziende, esattamente come alle seconde serviranno le prime: e attenzione, non parliamo di consumatori, parliamo di persone. Oggi l’azienda è un attore sociale più di prima, perché dalle sue scelte possono cambiare equilibri che vanno al di là del mercato e del consumo. Allo stesso modo, è necessario focalizzarsi su un punto: questa crisi ha messo in evidenza come nella crisi le aziende hanno saputo mettere le persone al centro veramente, cercando di preservarne la salute.

Facciamo un esempio: se le aziende fino a ieri si configuravano come Esploratori (cioè che promettono esperienze nuove, sfidando a provarle per imparare di più di sè) o Ribelli (agiscono senza limiti perché non si attendono ammirazione), e questo si riverberava anche sulle proprie persone, oggi quelle stesse aziende devono tener conto che si trovano ad affrontare un contesto che potrebbe minare dalla radice il proprio profilo identitario.

Riprendendo le nuove personas sopra citate, un Escapist, ad esempio (cioè coloro che hanno usato il tempo della crisi per trovare tempo per sé stessi ed approfondire i propri interessi e le proprie passioni) non sarà più disposto a concedere spazio e credibilità a una marca nella stessa misura in cui faceva prima. Probabilmente, si radicalizzerà nelle proprie convinzioni perché sarà più consapevole di sé, dando il via a una serie di trasformazioni che prima della pandemia non avrebbe avviato (e chissà, questo magari riguarda anche il rapporto con il proprio lavoro, quindi con la propria azienda!).

Stessa cosa per i Defender (cioè quelli che si sono riscoperti molto attenti alla salute e alla protezione dei propri cari), i quali hanno scelto consapevolmente di dare priorità ad alcune esperienze rispetto ad altre, privilegiando determinati modi di consumare e di relazionarsi a discapito di altri.

È probabile che per affrontare tali profili, un’azienda che si rifà ad esempio all’archetipo dell’Everyman dovrà necessariamente rivedere il proprio concetto di naturalezza e amicizia, perché con il mutare del contesto sarà decisivo interfacciarsi con persone meno disposte a relazionarsi secondo i criteri di naturalezza e amicizia che consideravamo “prima”.

In termini concreti: se prima della pandemia una persona riteneva amichevole nell’esperienza di marca trovare un contatto diretto e tangibile vis-a-vis, riscoprendosi nell’epoca COVID-19 Defender probabilmente riterrà amichevole solo un asettico contatto a distanza, mediato dal digitale, e invasivo un contatto con un altro essere umano.

Stiamo parlando degli stessi soggetti, che in due mesi devono riadattare il proprio modo di relazionarsi.

Ecco allora che la capacità di adattarsi dovrà essere più celere che in altri momenti della storia.

Se la rivoluzione digitale è arrivata sorniona nelle nostre economie, lasciando il tempo alle aziende di adattarsi, l’epoca da COVID-19 non sembra lasciare spazio a tante incertezze: è tempo da rispecchiarsi nella propria identità, e capire chi si vuole essere domani.

Riscoprire le proprie radici, proiettarle nel futuro

Rivedere il modo di interpretare l’archetipo che si è scelti è essenziale per riuscire a rimanere fedeli a ciò che si è: un’operazione essenziale e non priva di rischi.

Aggiornare la propria identità e comprendere come questa possa interfacciarsi con i tempi che cambiano non è un’operazione semplice: d’altronde, equivale a capire il proprio ruolo nel mondo.

In un tempo in cui però questo aspetto diventa centrale nello sviluppo di un’esperienza distintiva a tutti i livelli e per tutti gli stakeholder, non è possibile farne a meno. Anzi, forse è una delle cose di cui tener conto con maggior attenzione.

Gli archetipi sono uguali a loro stessi da sempre. Sono modelli ideali, che però acquisiscono importanza se inseriti in un percorso di senso. Decontestualizzarli rischia di far perdere senso alla loro funzione, proprio come succederebbe in qualsiasi storia. Per certi versi, è il contesto a renderli ciò che sono.

Ebbene, oggi il contesto è cambiato, e probabilmente potrebbe essere un cambio irreversibile.

Interpretare che tipo di archetipo si è scelto, e soprattutto come declinarlo nel presente, non è una scelta quindi secondaria o banale, ma rimane al centro dell’azione che una marca compie, perché dalla teoria ribalta i propri effetti sulla quotidianità.

Riflettere se la propria funzione è narrativamente efficace può rivelarsi un primo passo molto importante per capire come muoversi nel domani. Passaggio fondamentale in un mercato affamato sempre più di esperienza e tangibilità, dove un bene o un servizio diventa un percorso articolato che non si esaurisce con il consumo dello stesso, ma parte di uno storyworld.

Social Media Marketing

Social Media Marketing per ripartire: come continuare e quali strategie adottare

  • Secondo un recente rapporto della società di intelligence dei dati KalaGato il tempo medio trascorso su Facebook e Instagram è aumentato del 62%;
  • Nelle ultime settimane il Social Media Marketing è tornato ad essere il miglior strumento per le piccole aziende per promuoversi in un momento di profonda crisi.

 

Stiamo vivendo un periodo che ricorderemo a lungo e che andrà inevitabilmente a finire nei libri di storia.

Un cambiamento epocale nello stile di vita di tutte le persone del mondo, che ha provocato anche rivoluzioni irreversibili nel panorama dei media e soprattutto dei social media.

Avevamo vissuto anni di profonda crisi per le piattaforme social: dalla diffusione irrefrenabile di fake news, allo scandalo Cambridge Analytica, passando per i problemi legati ai nostri dati e alla privacy.

Poi durante la pandemia del Covid-19 qualcosa improvvisamente è cambiato. I social sono ritornati ad essere luogo di aggregazione, dove trovare notizie affidabili e certe, contenuti che ci permettessero di distrarci, formarci, ricongiungerci con persone fisicamente lontane.

Il Social Media Marketing è tornato ad essere il miglior strumento per le piccole aziende per promuoversi in un momento di profonda crisi, un canale per avvicinare nuovamente i brand alle persone, per comunicare in maniera semplice e diretta.

I social sono in poche settimane hanno letteralmente frantumato tutti i record per tempo trascorso sulle piattaforme.

Secondo un recente rapporto della società di intelligence dei dati KalaGato il tempo medio trascorso su Facebook e Instagram è aumentato del 62%, mentre TikTok ha registrato un aumento del 44%, LinkedIn un aumento del 27% e il tempo trascorso su Twitter è aumentato del 34% tra febbraio 5 e 29 marzo.

Un cambiamento veloce e repentino, che ha travolto i brand e le loro strategie di comunicazione. Una fase che ha richiesto capacità di adattamento alla situazione, pianificazione di nuovi contenuti e strategie, aumento della capacità di ascolto della community e nuovi servizi per gestire al meglio le richieste di utenti e clienti in maniera rapida e autorevole.

Indubbiamente questo 2020 rappresenterà per sempre uno spartiacque tra il pre e il post Covid-19 anche nel mondo della comunicazione e dell’utilizzo dei social media.

Per questo abbiamo cercato di individuare alcuni consigli utili da poter applicare nelle nostre strategie di Social Media Marketing nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.

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Social Media Marketing per ripartire

Social Media Marketing: cosa fare e cosa non fare nel dopo-emergenza

Avere una chiara strategia di contenuto

I contenuti sono ritornati finalmente i veri protagonisti. Sì, gli utenti avevano più tempo per seguire i brand che amavano, ma è anche vero che durante la pandemia abbiamo assistito al ritorno della visibilità dei contenuti organici, segno che in realtà se pianifichiamo con più attenzione le nostre strategie di comunicazione sui social e creiamo contenuti che portano reale vantaggio nella vita delle persone, il gioco è fatto.

Sarà quindi ancora più importante in questi mesi pianificare con grandissima attenzione il nostro palinsesto di contenuti, individuando in maniera sempre più precisa i touchpoint e i relativi canali social da attivare.

Tenere sott’occhio tutte le news del giorno

Stiamo vivendo giorni intensi dal punto di vista delle informazioni che circolano ad una velocità impressionante su nuovi decreti, annunci o regole da seguire durante questa fase di emergenza.

È utile a tal proposito introdurre una buona pratica giornaliera, ovvero quello di revisionare ogni giorno ad inizio e fine giornata lavorativa, tutte le principali news per definire se e come alcune di queste notizie possano essere inserite nella strategia di comunicazione del nostro brand.

Questo ci permetterà di essere veloci nella produzione di eventuali contenuti per i social che possano essere interessanti per gli utenti con vantaggi significativi anche per la nostra brand reputation.

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Social Media Marketing strategie

Essere empatici

Il contesto attuale ha visto il susseguirsi di fasi che variavano tra ansia, preoccupazione, incertezza, speranza di una nuova normalità. È importante per questo motivo capire al meglio il contesto giornaliero adattando il tono di voce dei nostri contenuti.

Questo non significa necessariamente assumere un registro serio e istituzionale, ma semplicemente saper ascoltare la nostra community per avere il giusto tono al momento giusto.

Non è necessario menzionare esplicitamente il Covid-19 in tutti i nostri contenuti, ma bisognerebbe prendere in considerazione come il tono delle nostre didascalie potrebbero essere interpretate da persone che affrontano una realtà diversa da quella in cui potremmo essere noi.

Ricordiamo sempre che alcuni dei nostri follower potrebbero aver perso il lavoro o si prendono cura di una persona cara, cercano di lavorare a casa con un bambino, potrebbero ammalarsi, ecc.

Trasmettere empatia, comprensione e sensibilità verso ciò che i clienti stanno attraversando avrà enormi vantaggi per le nostre attività.

Le persone potrebbero ritardare gli acquisti, ma sono alla ricerca d una parvenza di vita normale per superare questo periodo. Secondo quanto riportato da GlobalWebIndex, il 50% dei consumatori globali afferma di preferire marchi che adottano strategie pubblicitarie “normali”.

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Empatia Social Media Covd

Tuttavia, qualsiasi attività deve essere gestita con cura. Se diffidate dalla pubblicazione di annunci “normali”, condividete più risorse didattiche anziché promozionali.

Fornire contenuti formativi gratuiti

Abbiamo imparato in questa emergenza a sfruttare appieno tutte le potenzialità che i social hanno per la formazione a distanza.

Tendenzialmente anche nei prossimi mesi gli utenti e i nostri clienti continueranno ad apprezzare contenuti come tutorial, mini corsi, articoli formativi inerenti i nostri prodotti e servizi senza chiedere nulla in cambio.

Utilizziamo questi contenuti nella nostra strategia per approfondire tematiche legate al nostro prodotto e servizio, aiutare i nostri clienti ad utilizzare al meglio un prodotto che proponiamo, ad incuriosirlo su modalità d’uso o applicazioni innovative. In questo modo non venderemo semplicemente qualcosa, ma spingeremo gli utenti a scoprire lati insoliti della nostra offerta.

Social Media Marketing engagement

Influencer Marketing più autentico

Diciamoci la verità, anche chi di noi precedentemente non apprezzava gli influencer, durante la pandemia da Coronavirus ha iniziato a seguirne molti. Si perché finalmente per la prima volta non eravamo invidiosi di osservare le loro vite perfette, i loro outfit sempre impeccabili e le location da mille e una notte.

Finalmente siamo entrati nelle loro reali vite, nella loro quotidianità, abbiamo imparato a vedere le top influencer struccate, nella loro semplicità quotidiana. Abbiamo iniziato a fidarci di loro, dei loro consigli e punti di vista. E loro hanno risposto alle nostre domande durante le live o hanno risposto alle nostre richieste sui messaggi in direct.

Mai come in questo momento, gli influencer sono ritornati ad avere maggiore credibilità presso la loro audience come dimostrato anche dalla ricerca di Ogilvy dedicata proprio al rapporto tra brand e influencer ai tempi del COVID-19.

influencer marketing covid19

Lo studio dimostra come gli influencer si siano sentiti investiti, in queste settimane di lockdown, del ruolo di portatori di messaggi di positività e speranza alle proprie community.

Potrebbe essere questa una nuova era anche per l’Influencer Marketing, fatto più di condivisione di contenuti veri e spontanei? Difficile dirlo, ma sicuramente ogni brand oggi dovrebbe pianificare una strategia ben chiara per individuare gli influencer più adatti al proprio settore per veicolare un messaggio, una filosofia, un valore della propria azienda.

Utilizzare maggiormente i social come strumento di Customer Service

Il momento di incertezza in ogni settore, ha aumentato la possibilità degli utenti di contattare le aziende attraverso gli strumenti di messaggistica offerti dai social. Diventa quindi centrale soprattutto in momenti come questi, aumentare le risorse per gestire in maniera rapida e tempestiva le richieste degli utenti, allocando più tempo o più persone a questi strumenti.

È importante ascoltare e comprendere le preoccupazioni dei clienti e affrontarle nel miglior modo possibile. Dimostrare che stai facendo del tuo meglio in tempi incerti, può fare molto.

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Social Media

Inserire nella strategia contenuti live

Parliamoci chiaro. Quanti brand prima del Covid-19 avevano inserito nelle loro strategie di social media l’utilizzo assiduo e costante di strumenti come le dirette Instagram e Facebook, IGTV, le domande e risposte live? Ben pochi. Questo momento di emergenza ha accelerato (finalmente) l’utilizzo di questi contenuti, evidenziandone le loro enormi potenzialità.

Ora che gli utenti si sono abituati a seguire le live e a ricevere risposte in diretta ai loro quesiti, continuiamo ad utilizzarle integrandoli in maniera strategica nei nostri piani di ContentMarketing sui social.

Non prevedere il futuro, ma assecondalo con il Social Media Marketing

Non possiamo prevedere il futuro, ma i brand possono certamente pianificarlo.

Settori diversi affrontano sfide diverse, quindi non esiste una soluzione unica per tutte le soluzioni su come trasformare la strategia di comunicazione sui social.

L’importante sarà essere trasparenti, coerenti, affidabili sforzandoci di mostrare il lato vero e umano del nostro brand. La parola d’ordine è pianificare e testare imparando da quello che stiamo facendo o abbiamo fatto.

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Live streaming: 5 strumenti (digitali e fisici) indispensabili per organizzare le tue dirette

  • Secondo una ricerca di StreamElements, in Italia il pubblico delle dirette streaming è cresciuto di oltre il 66%, mentre il numero dei canali streaming seguiti è quasi raddoppiato;
  • Il boom del live streaming è in parte effetto del periodo di quarantena, tuttavia non si tratterebbe di un fenomeno transitorio ma di un trend in forte espansione;
  • Per farsi trovare pronti, ecco i tool indispensabili per organizzare una diretta streaming.

 

Secondo una recente ricerca di StreamElements, in Italia il pubblico delle dirette streaming è cresciuto di oltre il 66% dalla prima settimana di febbraio, mentre il numero dei canali streaming seguiti è quasi raddoppiato

Dalle sessioni di yoga alle lezioni di cucina, da Instagram a Youtube, mai come negli ultimi due mesi, abbiamo assistito all’esplosione delle dirette streaming.

Complice l’effetto lockdown e la corsa globale verso nuovi e sempre più fantasiosi modi di condividere, tenersi in contatto e riempire le lunghe ore trascorse in casa, il live streaming non è mai stato così popolare.

live streaming tool

Credits: Depositphotos #321512232

Senza dubbio, parte del suo successo è dovuto alla maggiore accessibilità dei tool ed a un discreto abbassamento del know-how tecnico necessario per organizzare le dirette. Ma la verità è che lo streaming è divertente perché cattura un po’ del caos della vita quotidiana e lo rende alla portata di tutti. Tutto quello che dobbiamo fare è provare.

Cominciamo subito con una rassegna dei cinque strumenti (digitali e fisici) indispensabili per preparare una diretta streaming.

Scopriamoli insieme.

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1. Teleprompter

A seconda dell’evento, potrebbe essere necessario preparare uno script prima del live streaming. Per non togliere autenticità al momento, ti consigliamo di non pianificare tutto parola per parola ma di tenere una sceneggiatura minima.

Soprattutto se ci sono molti nomi o informazioni da conoscere e tenere a mente, ti suggeriamo di provare queste tre app di teleprompter per agevolare la visualizzazione dello script durante la diretta.

Teleprompter Lite

Si tratta di una delle app di teleprompter più votate su App Store. Ti consente di creare e modificare un numero illimitato di script e regolare la velocità di conseguenza. Poiché si tratta di un’app gratuita, è sicuramente utile se hai un budget limitato.

iPrompt Pro

iPrompt Pro è molto semplice. Funziona sia con dispositivi Apple che Android e per usare questa app, è sufficiente copiare e incollare lo script. Successivamente, puoi impostare qualsiasi cosa: dal carattere al colore, fino all’opzione di velocità di scorrimento.

Prompster Pro

La differenza tra questo tool e iPrompt Pro è che qui il testo utilizzato per lo streaming può essere importato tramite e-mail o iTunes. Inoltre, l’interfaccia dell’app è molto user friendly e ti permette di controllare la velocità di riproduzione e registrare l’audio.

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live streaming

2. Microfono

Un altro aspetto importante che dovrai tenere in considerazione per un live streaming è l’audio. A volte, il luogo in cui avviene la diretta è troppo rumoroso e il pubblico potrebbe avere difficoltà a seguire i dialoghi.

L’ideale sarebbe avere una stanza senza rumori di fondo, oppure portare l’intervista in un punto isolato per minimizzare i rumori.

Tuttavia, il microfono esterno rimane l’unica opzione per avere un audio di alta qualità e dare una migliore esperienza d’ascolto a chi ti segue.

3. Luci

Per garantire al tuo pubblico una migliore fruibilità dei contenuti, in termini di qualità delle immagini, ti consigliamo dedicare un piccolo budget all’acquisto di una luce ad anello da fissare sullo smartphone.

Per aiutarti a scegliere quella più adatta alle tue esigenze, sul web trovi tante recensioni sulle luci per smartphone: potresti consultarle e scoprire qual è quella che fa per te.

luci per smartphone tool per live streaming

4. Treppiedi

A nessuno piacciono i video traballanti, sono molto difficili da seguire e l’effetto vertigine è assicurato. Ecco perché è utile destinare una piccola somma all’acquisto di un treppiedi. Questo tool è generalmente accessibile a tutti e ha prezzi di partenza piuttosto bassi.

Usarlo, agevolerà molto il tuo live streaming, soprattutto se stai girando da solo.

Esistono modelli regolabili che possono rimanere fissi o piegarsi in qualsiasi angolazione e su diverse superfici. Ciò ti consente di mantenere stabile l’inquadratura dello smartphone praticamente ovunque – a volte può essere davvero una salvezza!

live streaming

5. Batteria portatile

Last but not least, i live streaming tendono a scaricare molto rapidamente la batteria del cellulare quindi è molto utile avere a disposizione una batteria portatile. Sono due le caratteristiche da considerare prima di acquistarne una: capacità e peso.

L’ideale sarebbe avere batteria portatile in grado di contenere almeno il doppio della capacità di quella dello smartphone, quindi di circa 10.000 mAh. In alternativa, nel caso tu abbia bisogno di ricaricare una sola volta, va benissimo anche una batteria più piccolo ed economica, della capacità di circa 3.000 mAh.

Quanto al peso, dato che potrebbe capitarti di essere in giro durante il live streaming, dovresti cercare una batteria leggera e poco ingombrante per agevolare le riprese.

Adesso che conosci tutti gli strumenti necessari per preparare la tua diretta non ti resta che entrare in azione. Sei pronto?

nasa lancio spacex

SpaceX porta due astronauti della NASA nello spazio (e il lancio si potrà seguire in diretta streaming)

[UPDATE: 27 maggio – ore 22.36 (ora italiana)] Causa avverse condizioni meteo, il lancio è stato rimandato a sabato prossimo. La decisione è stata resa nota in diretta dal comando della NASA ieri sera, pochi minuti dopo l’ora prevista per il “go”.
Il 30 maggio, alle 15:22 di Washington, le 21:22 in Italia, dalla rampa di lancio dello John F. Kennedy Space Center a Cape Canaveral partirà la missione Demo-2 diretta verso la Stazione spaziale internazionale. Fino ad allora i due astronauti saranno nuovamente in quarantena.

Pochi giorni fa, con un tweet, la NASA ha invitato il pubblico a contribuire a celebrare una pietra miliare nel volo spaziale umano, mentre si prepara per #LaunchAmerica – il primo volo in orbita di astronauti americani sui razzi della compagnia privata statunitense SpaceX.

Il volo di prova “Demo-2” è previsto alle 16.33 ora americana di oggi e gli astronauti della NASA che partiranno per questa avventura saranno Robert Behnken e Douglas Hurley.

Intanto, il pubblico potrà assistere al lancio virtualmente, ricevendo gli aggiornamenti della missione minuto per minuto, anche grazie a un hashtag dedicato.

Un evento storico

Gli astronauti lasceranno la Terra a bordo della capsula Crew Dragon e di un razzo riutilizzabile Falcon 9, diretti alla Stazione Spaziale Internazionale. Il volo avviene all’interno del Commercial Crew Development Program, un piano che punta a incentivare lo sviluppo di veicoli per portare gli astronauti della NASA nello spazio, a cui partecipano sia Boeing che SpaceX.

Si tratta di un evento storico per diversi motivi:

  • è la prima volta che il compito di portare degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale viene affidato a un privato;
  • gli astronauti della NASA parteciperanno al collaudo di sistemi spaziali privati direttamente in orbita.

Il lancio rappresenta la riconquista dello spazio da parte degli Stati Uniti: per la prima volta dal 2011, un veicolo spaziale  dotato di equipaggio prenderà il volo direttamente dal suolo statunitense. Dai tempi dello Shuttle, infatti, per decolli e rientri la NASA aveva dovuto rivolgersi alle navicelle Soyuz dell’agenzia spaziale russa.

Cosa accadrà dopo il lancio

In totale, il volo che porterà i due astronauti a bordo della ISS durerà circa 24 ore: la navicella infatti non raggiungerà immediatamente la stazione spaziale, ma compirà alcune manovre intorno alla Terra per posizionarsi correttamente in orbita bassa.

Una volta attraccati, Behnken e Hurley saranno a tutti gli effetti parte dell’equipaggio e completeranno i test sulla navicella Dragon, oltre ad aiutare i colleghi con una serie di esperimenti in assenza di gravità.

Non si conosce ancora la durata della missione e dunque la data di rientro della navicella: la capsula Crew Dragon si sgancerà in modo automatico dalla Stazione Spaziale per rientrare in atmosfera, riportando i due astronauti sulla Terra con uno splashdown (ossia un ammaraggio) nell’Oceano Atlantico.

Se la missione avrà successo, SpaceX avrà via libera per altre sei missioni operative verso la Stazione Spaziale Internazionale; un primo passo per Musk verso il suo vero obiettivo: Marte.

Cosa sapere sul back to work per un luogo di lavoro a prova di COVID-19

  • Il DPCM del 17 Maggio 2020 contiene le misure per la ripartenza delle attività produttive;
  • Tutte le attività che richiedono la presenza fisica in azienda devono collaborare;
  • In caso di contagio in azienda, il datore di lavoro rischia un processo penale.

 

Ormai è trascorso un po’ di tempo dal momento in cui il Premier Giuseppe Conte ha firmato il DPCM recante le misure per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Con questo protocollo il governo ha dato il via libera alla ripresa della maggior parte delle attività produttive, economiche e sociali, a partire dal 18 maggio 2020. Di conseguenza, uffici, bar, ristoranti, negozi, musei, parrucchieri, estetiste hanno potuto riaprire, ma solo nel pieno rispetto delle linee guida contenute nel decreto.

La posizione del governo, è chiara: riaprire sì, ma con la massima sicurezza per tutti. Il timore, infatti, è che il virus possa approfittare di questa nuova situazione di normalità per diffondersi nuovamente.

Perciò, la regola n.1 è: mai sottovalutare il rischio e sentirsi troppo sicuri. Qualsiasi collega, anche se apparentemente sembra essere in piena salute, è potenzialmente infetto. Esiste un’alta percentuale di persone asintomatiche e di gente che pur essendosi ammalata non ha potuto fare il tampone. Sono stati registrati casi sia in Italia, che in Cina, di persone risultate positive al virus addirittura dopo 60-70 giorni dalla guarigione.

coronavirus igiene mani

LEGGI ANCHE: La vera sfida del lavoro da remoto? E’ per i dirigenti!

Quali sono le principali raccomandazioni?

Il nuovo DPCM integra i contenuti presenti nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali. 

La parola d’ordine è ancora “smart working, una misura largamente intrapresa nei due mesi di lockdown, che il Governo invita a proseguire laddove le condizioni lo permettono. La pandemia ha imposto di sperimentare il lavoro da remoto, consentendo a moltissime organizzazioni di scoprire una nuova modalità di lavoro, che in molti casi può essere funzionale. Questo cambiamento potrebbe segnare la fine del rapporto lavorativo “subordinato”, a favore di un modello maggiormente collaborativo basato su fiducia e autonomia, con straordinari risultati in termini di benessere, efficienza e produttività. E secondo un recente sondaggio di Nomisma, il 32% delle società intervistate continuerà ad applicare lo smart working anche dopo la fase di isolamento.

In questo caso il lavoratore è tenuto a portare a casa temporaneamente l’attrezzatura che utilizza (computer, monitor, tastiera, mouse, stampante, sedia, poggiapiedi e lampada). Il datore di lavoro, invece deve stabilire dei confini salutari tra le ore lavorative e tempo libero, fornire indicazioni sulle buone pratiche ergonomiche (come una postura corretta e il movimento frequente) e invitare i lavoratori a fare pause con regolarità (all’incirca ogni 30 minuti) per alzarsi, muoversi e fare stretching.

Per tutte quelle attività che prevedono una presenza fisica in azienda, invece, è richiesta la massima collaborazione, sia da parte del datore di lavoro, che dei dipendenti, per tutelare e promuovere la salute, la sicurezza e il benessere di tutti. In questo momento storico, parlare di sicurezza non è sufficiente: mai come ora le persone richiedono standard elevati di pulizia e controlli. Di seguito, le principali norme da rispettare.

Informazione

L’azienda deve informare chiunque entri in azienda delle disposizioni imposte dalle autorità, consegnando e/o affiggendo depliants nei luoghi maggiormente visibili, oltre ad un’apposita segnaletica per garantire il corretto flusso delle persone all’interno dell’ambiente di lavoro.

Tra le informazioni principali da comunicare:

  • l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza (di almeno un metro), di adottare tutte le precauzioni igieniche consigliate dalle Autorità e dal datore di lavoro;
  • l’obbligo di rimanere presso il proprio domicilio se si manifesta febbre superiore ai 37.5 gradi o altri sintomi influenzali (tosse secca, dolori muscolari, congestione nasale, mal di gola, congiuntivite o diarrea) e di informare tempestivamente sia il datore di lavoro, che il medico di famiglia.

Accesso alla sede di lavoro

Il personale, e chiunque intenda fare ingresso in azienda, non potrà accedere se negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o presenta una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi. I casi sospetti, cioè le persone che hanno avuto sintomi riconducibili al virus, devono attenersi alle disposizioni del medico curante. I lavoratori risultati positivi, invece, possono rientrare al lavoro solo dopo esser stati sottoposti al doppio tampone, su convocazione del Dipartimento di Sanità Pubblica.

Per quanto riguarda i dipendenti, vanno favoriti orari di ingresso/uscita scaglionati e un’adeguata turnazione, sia per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto, che negli ambienti di lavoro. Questo vuol dire che se per esempio un’azienda ha 30 dipendenti può pensare di farne lavorare solo una decina dall’ufficio e una ventina da casa, a settimane alterne. 

Al fine di ridurre le possibilità di contatto con il personale, anche l’accesso di eventuali fornitori esterni (ad esempio addetti alle pulizie) deve essere regolato, attraverso l’individuazione di procedure di ingresso, transito e uscita ben definite. L’accesso ai visitatori esterni (ad esempio clienti), invece, dovrà essere limitato al massimo: qualora fosse necessario, gli stessi dovranno sottostare a tutte le regole aziendali.

coronavirus e lavoro

Igiene in azienda

L’azienda deve garantire la pulizia giornaliera delle superfici con disinfettanti a base di cloro o alcool e la sanificazione degli ambienti di lavoro, delle aree comuni e di svago. Inoltre, bisogna tenere controllata la qualità dell’aria, grazie a sistemi di ventilazione e di ricircolo.

Bisogna mettere a disposizione gel disinfettante per le mani: i detergenti devono essere accessibili a tutti, grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili dell’azienda. Ma non solo. Qualora non si riesca a mantenere una distanza interpersonale superiore ad un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è necessario fornire mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, come guanti, occhiali, tute, camici, conformi alle disposizioni delle autorità.

Per i fornitori ed il personale esterno occorre installare servizi igienici dedicati, differenti da quelli messi a disposizione per i propri dipendenti e all’interno dei quali deve essere garantita un’adeguata pulizia giornaliera. 

Sicurezza dei lavoratori

Gli ambienti di lavoro devono essere trasformati e ripensati per mantenere le distanze tra le persone: si potranno perciò spostare le scrivanie o, in mancanza di spazio, utilizzare pannelli di plexiglass tra una postazione e l’altra. 

Gli spostamenti all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile. L’accesso agli spazi comuni (bar, mensa, aree fumatori, zone dedicate ai distributori di bevande e/o snack, spogliatoi, servizi igienici etc.) è contingentato: le persone devono evitare lunghe soste in queste zone e devono mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone presenti. Inoltre è necessario garantire una ventilazione continua di questi ambientiAlcune aziende si sono anche attrezzate di un servizio delivery, al fine di limitare gli spostamenti dei lavoratori nell’ora di pranzo.

Le riunioni in presenza, invece, non saranno consentite. Se proprio necessarie ed urgenti, dovranno essere ridotte al minimo nel numero di partecipanti e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale, un’adeguata pulizia del locale e aerazione continua. Sono sospesi e annullati anche tutti gli eventi, i congressi e le attività di formazione aziendale.

smartworking coronavirus

LEGGI ANCHE: Investire sul benessere dei propri dipendenti fa bene alle aziende

Adempimenti da rispettare per ogni specifico settore

Il documento in allegato al DPCM prevede la regolamentazione dei singoli settori produttivi. Le indicazioni in esse contenute si pongono in continuità con le indicazioni di livello Nazionale spiegate in precedenza. Inoltre, a tutte le attività, è consentito rilevare la temperatura corporea dei propri clienti e dipendenti, impedendone l’accesso in caso di valori superiori a 37,5°C

Uffici aperti al pubblico

Le principali indicazioni che devono rispettare uffici pubblici e privati, studi professionali e servizi amministrativi con accesso al pubblico sono:

  1. privilegiare il contatto con i clienti tramite modalità di collegamento a distanza, oppure contingentare l’accesso agli uffici tramite prenotazioni, consentendo la presenza contemporanea  di  un  numero  limitato di clienti in base alla capienza del locale;
  2. riorganizzare gli spazi, in modo da assicurare il distanziamento sociale, che deve essere di almeno 1 metro, sia tra i dipendenti, che con il pubblico. In alternativa è possibile installare delle barriere divisorie in plexiglass e vetri di protezione;
  3. mettere a disposizione dei dipendenti e dei clienti soluzioni idro-alcoliche per procedere con una frequente igienizzazione delle mani, in particolare dopo il contatto con materiale informativo. Assicurare un’adeguata pulizia delle superfici e la disinfezione di tutte le attrezzature.

Esercizi per la cura della persona (acconciatori ed estetisti)

Le prescrizioni che devono attuare acconciatori, barbieri ed estetisti sono:

  1. accettare solamente i clienti che hanno prenotato esplicitando il tipo di trattamento da effettuare, in modo da  ottimizzare i tempi di attesa ed evitare assembramenti all’interno del locale;
  2. riorganizzare gli spazi in ragione delle condizioni logistiche e strutturali del locale, per assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di distanza tra i singoli clienti. L’area di lavoro deve essere arieggiata e può essere delimitata da barriere fisiche adeguate a prevenire il contagio. Inoltre, deve essere costantemente igienizzata e sanificata;
  3. dotare i propri dipendenti di adeguati dispositivi di protezione individuale, come mascherine FFP2, FPP3 e visiere protettive, guanti, grembiuli monouso, gel igienizzante, etc. da utilizzare, in particolare, quando non è possibile rispettare il distanziamento sociale con i clienti previsto dalla legge.

Esercizi di somministrazione di cibo e bevande

Qualsiasi esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie, oltre ad applicare le misure di contenimento generali deve:

  1. privilegiare l’accesso tramite prenotazione, per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale, bandire l’uso di buffet per servire il cibo e consentire la consumazione al banco solo se è possibile garantire la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i presenti;
  2. riorganizzare tavoli e posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato e prevedendo uno spazio di distanza di almeno 1 mt tra ogni cliente, fatta salva la possibilità di adottare misure extra, come per esempio le barriere divisorie in plexiglass; dove possibile, sono da favorire gli spazi esterni del locale (ad esempio terrazze, e giardini);
  3. dotare il proprio personale di servizio di dispositivi di protezione individuale (mascherine) e invitarlo ad igienizzare frequentemente le mani con le soluzioni idroalcoliche. Inoltre, deve areare il locale e posizionare i dispenser dei prodotti igienizzanti in diversi punti strategici (ad esempio all’entrata, oppure nei pressi dei servizi igienici, vicino alla cassa, etc.).

Commercio al dettaglio

Il settore del commercio al dettaglio deve:

  1. prevedere regole di accesso, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti;
  2. fornire al cliente guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere la merce in autonomia e soluzioni idroalcoliche per la corretta igienizzazione delle mani;
  3. assicurare la pulizia e la disinfezione quotidiana delle aree comuni. Favorire il regolare e frequente negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria.

coronavirus sanificazione

LEGGI ANCHE: Da Gucci a FCA: i brand che hanno riconvertito la produzione

E se il lavoratore si ammala?

Ripartire in sicurezza: è il grande dilemma degli imprenditori. Da un lato è necessario proteggere i dipendenti dal rischio contagio, dall’altro ci si potrebbe trovare di fronte a responsabilità civili e penali. Marina Calderone, infatti, ha dichiarato che i datori di lavoro rischiano di subire un processo penale (con lunghe indagini e sequestri) per la violazione degli art. 590 [lesioni personali colpose] o 589 [omicidio colposo], nell’ipotesi in cui un proprio dipendente contraesse l’infezione da COVID-19 sul lavoro.

Il pubblico ministero, però, potrà esercitare l’azione penale in danno del datore di lavoro solo nel caso in cui emerga che lo stesso non abbia adottato tutte le misure necessarie per prevenire il rischio di contagio. La mancata osservanza di queste disposizioni può comportare la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza e una sanzione che può variare da un minimo di 400 euro ad un massimo di 3 mila euro e nei casi più gravi la detenzione. 

Il lavoro al tempo del COVID-19

Mettete in pratica adeguamenti nella disposizione del luogo di lavoro e nell’organizzazione del lavoro che ridurranno la trasmissione di COVID-19 (nel caso di dubbi potete farvi aiutare da un consulente in materia di salute e sicurezza). Nel farlo, prestate particolare attenzione ai dipendenti ad alto rischio (persone anziane, con problemi cronici o in gravidanza). Valutate di mettere in atto misure di supporto per i lavoratori che potrebbero soffrire di ansia o stress, che hanno subito eventi traumatici o che si trovano in difficoltà economiche.

In rete esiste una gran quantità di informazioni legate al COVID-19 e può essere difficile distinguere le informazioni affidabili dalle fake news. Se avete dubbi vi invitiamo a consultare fonti di informazioni qualificate, visitando i siti ufficiali:

immagini social 2020

Dimensioni immagini social 2020: Facebook, Instagram, Twitter e YouTube

  • Le nuove dimensioni delle immagini social 2020 per Facebook possono essere insidiose. Vediamo insieme landscape, portrait, square e immagini 3D;
  • Altre novità riguardano Instagram: formati dei post, immagini, stories e video che modificano l’impatto e il design;
  • Ottimizza la tua presenza anche su Twitter e YouTube con una copertina adeguata, immagini e video nei post.

 

I social network non smettono mai di evolversi per rendere l’esperienza utente sempre più piacevole e immersiva, al punto da diventare molto simili tra loro. Esistono, però, differenze sostanziali da notare, ed è questo il motivo per cui l’immagine utilizzata come copertina su Facebook potrebbe non essere adatta, per esempio, a YouTube.

LEGGI ANCHE: Dimensioni immagini social 2023: la guida aggiornata

Qui di seguito le dimensioni ottimali delle immagini social 2020 per Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Quelle consigliate sono disposte in modo ordinato, per riuscire a immaginare come appaiono nelle interfacce dei principali social network.

Facebook – Dimensioni immagini social 2020

immagini social 2020

Il “big brother” dei social network è in costante aggiornamento, per cui occorre fare attenzione a come usarlo – anche in termini di impatto visivo – per non risultare “old school” nel nostro digital marketing.

Anche se abbiamo già pronta un’immagine sorprendente, appena caricata sui social potrebbe apparire in modo totalmente diverso da come ce l’aspettavamo. Per questo, (almeno) una volta all’anno è buona regola accertarsi della presenza di eventuali variazioni che possono ostacolare la nostra brand awareness.

Foto profilo

Partiamo dalla classica foto profilo di Facebook. La foto presente sulla pagina Facebook aziendale vi rappresenta: meglio quindi preferire il solo logo alle foto, tranne che in alcuni casi particolari, per evitare l’effetto “cugino”.

Dimensione: 170 x  170 px (min.)
Dimensione di upload consigliata: 180 x 180 px
Grandezza massima: 100 KB
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG

Immagine di copertina

L’immagine di copertina può essere utilizzata per parlare di te su una pagina personale, o per raccontare il tuo brand. Una parte dell’immagine, però, scompare da mobile, “tagliando” di fatto i bordi laterali. Ecco perché è necessario calibrare bene il centro dell’immagine e i contenuti al suo interno, tenendo conto della porzione che sarà coperta dalla foto profilo.

Dimensione: 820 x 360 px
Aspect ratio: 16:9
Formato: JPG, PNG

La foto verrà visualizzata nei seguenti formati:
Desktop: 820 x 312 px
Smartphone: 640 x 360 px

Sulla copertina di Facebook è possibile caricare anche una serie di immagini (slideshow) o un video, rispettando ovviamente precisi canoni. Maggiori informazioni sono disponibili sulla guida ufficiale.

Evento Facebook

La scheda dedicata ad un evento aiuta a catturare l’attenzione e a renderla visibile al maggior numero di utenti. Quindi, anche qui, scegli attentamente l’immagine.

Dimensione consigliata: 1200 x 628 px
Aspect ratio: 16:9Formato JPG, PNG

Quando pubblichi su Facebook, preferisci sempre il formato PNG piuttosto che JPG, specialmente se le immagini contengono testi o loghi. Se vuoi utilizzare la promozione automatica del tuo post, verifica che il testo non occupi più del 20% dell’immagine, altrimenti Facebook non lo farà.

LEGGI ANCHE: Come creare una video copertina per la tua pagina Facebook

Immagini e video nel feed

Le immagini pubblicate nella bacheca o nel nostro feed di notizie possono essere condivise in 3 differenti formati:

  • Portrait post (selfie)
  • Square post (immagine quadrata)
  • Landscape post (immagine rettangolare o link condiviso)

Portrait post

Un’immagine verticale che viene spesso usata per mettere in risalto una o più persone, inquadrate da vicino nello scatto.

Dimensione consigliata: 1500 x 1200 px
Aspect ratio: 9:16
Formato: JPG, PNG

Square post

La classica immagine 1:1 non rischia mai di apparire tagliata o accorciata, perché Facebook la mostra nella sua interezza grazie alla sua ratio che resta sempre fissa (froma quadrata).

Dimensione consigliata: 1080 x 1080 px
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG

Non sai creare immagini 3D? Da pochissimo Facebook ha reso automaticamente disponibile questa funzione per creare effetti 3D con la riconversione automatica di foto 2D. Ti basterà caricare qualunque foto dal tuo desktop (con mappa di profondità) o smartphone, e poi utilizzare l’apposita opzione.

Landscape post

Un’altra tipologia di contenuto da condividere su Facebook è il link ad un contenuto esterno. Funziona come per l’immagine, e consente di visualizzare un’anteprima della pagina esterna. Quando si condivide un link, a volte possono sorgere problemi di visualizzazione. L’immagine di anteprima può avere margini grigi ai lati, oppure è tagliata o decentrata.

Per questo, una volta verificati i parametri impostati nel sito web da cui proviene il link (quando possibile), è bene usare il debugger di condivisione per evitare sorprese e migliorare la resa.

Dimensione consigliata: 1200 x 1500 px
Aspect ratio: 1.9:1
Formato JPG, PNG

Per quanto riguarda i video, invece:

  • Video nel feed
  • Facebook video ads

Ricorda che puoi pubblicare post anche allegando dei video con ampia durata.

Facebook Video

Dimensione consigliata: 1280 x 720 px
Dimensione minima: 600 px
Aspect ratio: 16:9 (landscape), 9:16 (portrait)
Grandezza massima: 4 GB
Formato: mp4, mov
Durata massima: 4h (240 min.)

Facebook Video Ads

Dimensione consigliata: 1280 x 720 px
Dimensione minima: 600 px
Aspect ratio: 16:9 (landscape), 9:16 (portrait)
Grandezza massima: 4 GB
Formato: mp4, mov
Durata massima: 4h (240 min.)

Facebook Stories

Le stories sono contenuti temporanei in formato verticale, visibili per 24h in cima alla tua homepage, che possono essere decorati in vari modi e arricchiti da link, adesivi, gif animate e molto altro.

Dimensione consigliata: 1080 x 1920 px
Dimensione minima: 500 x 500 px
Aspect ratio: da 1.91:1 a 9:16
Grandezza massima: 4 GB
Dimensioni per testo nell’immagine: 1080 x 1420 px (centrato)
Formato: JPG, PNG

Per i video da pubblicare nelle stories:
Formato consigliato: mp4, mov
Durata massima: 15 sec.

Instagram – Dimensioni immagini social 2020

Foto profilo

La foto del profilo Instagram viene visualizzata in alto a sinistra e sopra la biografia. Se cattura l’attenzione, attirerà più click su “follow”.

immagini social 2020, Instagram

LEGGI ANCHE: Dopo Instagram, Facebook e WhatsApp, in arrivo le Stories su LinkedIn

Dimensione minima: 180 x 180 px
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG

Instagram post

Square post
Dimensione consigliata: 1080 x 1080 px
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG, GIF

Portrait post
Dimensione consigliata: 1080 x 1350 px
Aspect ratio: 1:1.25
Formato: JPG, PNG

Landscape post
Dimensione consigliata: 1080 x 608 px
Aspect ratio: 1.91:1
Formato: JPG, PNG, GIF

Video per Instagram

Instagram Feed Video

Dimensione consigliata: 1080 x 1080 px
Dimensione minima: 600 x 600 (Square), 600 x 315 (Landscape), 600 x 750 (Portrait)
Aspect ratio: 1:1, 1.9:1, 4:5
Grandezza massima: 4 GB
Formato: mp4, mov
Durata massima: 1 min. (60 sec.)

Instagram Stories

Anche qui le stories possono contenere immagini o video e contenere link, approfondimenti all’interno di Instagram TV e perfino effetti AR.

Dimensione consigliata: 1080 x 1920 px
Dimensione minima: 500 x 500 px
Aspect ratio: 9:16
Grandezza massima: 4 GB
Dimensioni per testo nell’immagine: 1080 x 1420 px (centrato)
Formato: JPG, PNG

Per quanto riguarda i video nelle stories:
Formato consigliato: mp4, mov
Durata massima: 15 sec.

LEGGI ANCHE: In Italia arriva Twitter Fleet, la nuova funzione con post che scompaiono dopo 24 ore

Twitter – Dimensioni immagini social 2020

immagini social 2020, twitter

Famoso per i suoi brevi “cinguettii”, Twitter è spesso il social network che anticipa le notizie provenienti da brand e politici in forma di “brevi” dichiarazioni. Inoltre, è usato dalle aziende anche per fornire servizi di assistenza in tempo reale.

Foto Profilo Twitter

Anche su Twitter, la foto profilo è l’immagine centrale del tuo account, che apparirà molto spesso nello stream dei tuoi follower. Quindi, evita le immagini che appaiono poco riconoscibili nella miniatura. Se hai un brand, limitati a pubblicare il tuo logo, ben proporzionato.

Dimensione: 400 x 400 px
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG, GIF non animata

Immagine di copertina

L’immagine di copertina occupa uno spazio importante, al di sopra di tutti i tweet che pubblichi. Inoltre è reattiva, e appare più grande o più piccola a seconda dello schermo su cui la visualizzi. Per questo, è fondamentale che sia in alta definizione. Ma puoi sostituirla ogni volta che c’è una promozione in corso, un po’ come se fosse il “cartellone pubblicitario” del tuo profilo.

Dimensione consigliata: 1500 x 500 px
Grandezza fine massima: 10 MB
Aspect ratio: 3:1
Formato: JPG, PNG, GIF

Immagini e video nei tweet

Anche su Twitter puoi allegare foto ai tweet, e perfino aggiungere del testo alternativo per rendere le immagini facilmente accessibili a tutti gli utenti. Un tweet contenente un’immagine ha maggiore appeal rispetto a quelli con solo testo.

Le immagini vengono adattate allo schermo dell’utente. Assicurati che Twitter mostri la porzione di foto che vuoi rendere visibile, centrandola orizzontalmente.

Dimensione consigliata: 1200 x 675 px
Formato: JPG, PNG, GIF

Per i Twitter landscape video:
Dimensione consigliata: 1280 x 1024 px
Dimensione minima: 32 x 32 px (Square video)
Aspect ratio: tra 1:2.39 e viceversa 2.39:1
Grandezza massima: 512 MB
Formato consigliato: mp4 (web), mov (mobile)
Durata massima: 2,20 min. (140 sec.)

YouTube – Dimensioni immagini social 2020

immagini social 2020, youtube

E infine YouTube, il “Google” dei video. Qui l’impianto grafico è molto importante: attenzione soprattutto alle immagini che presentano i vostri canali e video brandizzati.

Foto profilo del canale

La foto profilo del canale (quella che compare anche sull’account del brand Google+ per G Suite) è molto simile a quella di Facebook: deve rappresentare il brand con un logo, foto riconoscibile o immagini rappresentative.

Dimensione: 800 x 800 px
Aspect ratio: 1:1
Formato: JPG, PNG

Immagine di copertina del canale

La visualizzazione dell’immagine di presentazione del canale varia sensibilmente su desktop, tablet e smartphone. Attenzione, quindi, all’anteprima visibile prima della pubblicazione.

Dimensione consigliata: 1546 x 423 px
Dimensione massima desktop: 2560 x 423 px
Dimensioni minime (per desktop e mobile): 1546 x 423 px
Visualizzazione Full TV: 2560 x 1440 px
Visualizzazione per tablet: 1855 x 423 px
Formato: JPG, PNG, GIF

Thumbnails

Le immagini di anteprima dei video determinano, nella maggior parte dei casi, un click immediato oppure lo “scrolling” indifferente dell’utente. Ecco perché è importante prepararle con cura, anche se YouTube consente di selezionare un frame del video come anteprima dopo averlo caricato.

Dimensione consigliata: 1280 x 720 px
Formato: JPG, PNG

YouTube Video

Dimensione consigliata: 1920 x 1080 px
Dimensione minima: 426 x 240 px (Landscape)
Aspect ratio: 16:9, 4:3
Grandezza massima: 128 GB
Formato consigliato: mp4, mov, avi, wmv, flv, 3gpp, webm
Durata massima: 12 h

Video Ads

Stai pensando di creare video ads? YouTube è sicuramente il tuo ambiente ideale. Assicurati di ottimizzare il formato, e il gioco è fatto. I tuoi video promozionali possono essere visualizzati prima del video ospitante (con la possibilità di “skippare” se non hanno breve durata), oppure al suo interno (mid-roll), o con altre modalità che potrai consultare sulla guida ufficiale.

immagini social 2020

Dimensione consigliata: 1920 x 1080 px
Dimensione minima: 426 x 240 px (Landscape)
Aspect ratio: 16:9, 4:3
Formato consigliato: mp4, mov, avi, wmv, flv, 3gpp, webm
Durata massima: 12 h (Skippable), 30 sec. (Mid-roll), 20 sec. (Non-skippable), 6 sec. (Bumper)

illimity talk milano digital week

Human vs Artificial Intelligence: l’illimity talk della Milano Digital Week

Il digitale è stato un grande alleato per privati e aziende durante l’emergenza sanitaria: dal lavoro alla formazione fino alle relazioni, sono molti gli aspetti della vita quotidiana e lavorativa che non si sono mai interrotti, grazie alla tecnologia.

Per raccontare questo cambio di paradigma, illimity, banca ad alto tasso tecnologico quotata all’MTA di Borsa Italiana, partecipa alla Milano Digital Week, la manifestazione promossa dal comune di Milano sul tema della “Città trasformata”.

Nel dettaglio, il 26 maggio sarà possibile assistere al terzo illimity talk, il format della banca pensato per guardare oltre gli schemi, ispirare e dare forma al proprio potenziale.

>>> Guarda il talk di illimity “Let’s talk about: Human Vs Artificial Intelligence”.

illimity bank talk milano digital week

Il rapporto tra uomo e tecnologia nel talk di illimity

Il talk coinvolgerà Roberto Cingolani – Chief Technology and Innovation Officer del gruppo Leonardo, nonché ex direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova – e Corrado Passera, che nelle sue molte vite è stato, tra l’altro, AD di Poste Italiane e Intesa, Ministro dello Sviluppo Economico e adesso CEO della banca tecnologica che ha fondato, illimity.

I due si confronteranno sul rapporto tra tecnologia, uomo e filosofia in un’era sempre più guidata da algoritmi di deep learning, robot e relazioni digitali che stanno trasformando le nostre vite, rimodellando la stessa condizione umana.

Con questa pandemia abbiamo cominciato a vedere i primi robot che consegnano i pasti negli ospedali e disinfettano le corsie. O le intelligenze artificiali che cercano molecole per nuovi farmaci o che tengono traccia dei possibili contagi. Di certo l’emergenza Coronavirus ha messo in chiaro una cosa: per il nostro futuro, per le sfide che abbiamo davanti, è di automazione e algoritmi che avremo sempre più bisogno in ogni ambito della nostra vita. E la loro diffusione sarà in ogni caso inarrestabile.

man robot illimity bank

Dove ci porteranno le macchine

Cosa rappresentano queste realtà così difficili da classificare? Una nuova specie? Soltanto macchine e software dotati di grandi potenze di calcolo o qualcosa che un giorno potrebbe evolvere, magari provare le nostre stesse emozioni? E noi umani, poi? Dovremmo averne paura, porci problemi di natura etica o arrenderci rassegnati alla loro avanzata?

L’essere umano ha impiegato 3 miliardi di anni di evoluzione per arrivare a una perfetta armonia tra mente e corpo, che gli permettono di affrontare i problemi con agilità, immediatezza ed efficienza. I robot esistono da poche decine di anni e provano a imitare questi meccanismi perfetti. Ai robot, però, manca la flessibilità degli esseri umani.

Quando si parla di quarta rivoluzione industriale, bisogna stare attenti a distinguere le cose. Un conto sono le automazioni che si limitano a velocizzare i processi, un altro le tecniche evolute delle intelligenze artificiali – come il machine learning o i software di autoapprendimento – che, ad esempio nel settore bancario, stanno offrendo contributi essenziali.

Questi stessi algoritmi, tuttavia, possono sfuggire di mano e arrivare a conclusioni imprevedibili, o discriminanti, su cui occorre invece trasparenza.
Il paragone uomo-macchina come misurazione di potenza di calcolo e consumo energetico è una visione che non tiene conto di tante caratteristiche dell’essere umano, come l’autocoscienza, la percezione di sé, la curiosità.

Partendo da queste premesse, i protagonisti del talk parleranno anche di creatività e gestione tecnologica di queste macchine, delle paure legate al loro avvento e di come dovremmo prepararci a questo nuovo futuro.

Guarda il talk di illimity della Milano Digital Week: “Let’s talk about: Human Vs Artificial Intelligence” 

Live dal 26 maggio alle ore 11.00

illimity talk

Lavoro, professioni e futuro

Dopo il primo talk, l’appuntamento è con gli altri due webinar organizzati da illimity.

Il primo, “Il futuro del lavoro tra UX, algoritmi, neuromarketing e open banking, si terrà il 27 maggio alle 16.00. Le diverse figure della banca in veste di Data Scientist, Digital Strategist e Designer partiranno dal concetto del design thinking per riflettere sull’importanza dei numeri, della creatività e della condivisione delle idee.

Il secondo, “L’identikit delle professioni del futuro: tra digital transformation e human touch”, sarà in diretta il 28 maggio alle 15.15. Il webinar di Marco Russomando, head of Human Resources, permetterà di approfondire il tema dei nuovi lavori e dell’importanza di una visione sinergica tra creatività e tecnologia per accendere il potenziale delle persone e creare luoghi di lavoro realmente inclusivi.

Guarda tutti i Webinar!

 


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