La scorsa settimana si è tenuta la terza edizione della Milano Digital Weekquest’anno in versione full digital, che ha visto un palinsesto di oltre 500 eventi, panel, webinar e lectio magistralis seguendo il filo rosso di un confronto aperto e inclusivo sul digitale.
Tra questi, anche un interessante webinar tenuto da Emiliano Sironi, Ricercatore in Statistica Sociale dell’Università Cattolica di Milano, sul tema delle competenze trasversali, dette anche soft skill o, in letteratura, “abilità inter e intra-personali di tipo socio-emotivo”.
Mi sono confrontata con il prof. Sironi su questo argomento, cruciale quando si parla di formazione aziendale e sviluppo delle risorse umane ma anche importantissimo se rapportato alle fasce di popolazione più giovane, come studenti o lavoratori che si stanno affacciando adesso a un percorso professionale.
Cosa intendiamo quando diciamo competenze trasversali
Buongiorno Emiliano, grazie per il suo tempo! Partiamo da una distinzione fondamentale, quella tra hard e soft skill. Le competenze sono quell’insieme di conoscenze, capacità e comportamenti utili nell’attività professionale. Le hard skill, tecnico-professionali, riguardano le conoscenze teoriche e abilità pratiche per svolgere una specifica professione e sono le competenze primarie nel mercato del lavoro. Quale potrebbe essere una definizione di competenze trasversali?
«Possiamo definire le competenze trasversali come quell’insieme di abilità comunicative e relazionali non specifiche di una particolare mansione, ma proprio per questo adattabili ad ogni compito e professione. Esse concorrono, unitamente alle competenze tecniche e in sinergia con esse, al successo professionale.
Bennet le definisce come abilità generiche che supportano lo studio di ogni disciplina e che possono essere trasferite sia in contesti di studio che lavorativi. Le classifichiamo in quattro aree: gestione del sé, dell’informazione (tra cui ci sono anche le competenze digitali), degli altri e del compito. Quindi rappresentano quel bagaglio di approccio che permette di potenziare le competenze hard».
Tra queste troviamo ad esempio il problem solving, la capacità di assumere decisioni importanti sotto pressione e di lavorare efficacemente in gruppo. In un mercato del lavoro dinamico, dove nel corso dello sviluppo della carriera si cambiano mansioni e contesti relazionali, diventa fondamentale svilupparle. Come si maturano queste competenze e quali sono gli strumenti per coltivarle?
«Le competenze trasversali maturano nell’arco dell’esperienza complessiva della vita dell’individuo. La scuola concorre in modo rilevante alla formazione di esse, attraverso la trasmissione di nozioni e la formazione della cultura. Ma anche attraverso l’insegnare a relazionarsi con adulti e con soggetti differenti dal contesto familiare e degli amici.
Tuttavia, la formazione dell’individuo nel suo insieme è un processo permanente nel quale ogni scambio relazionale con l’altro ha il suo contributo. Quindi esperienze di sport, per quello che concerne l’abilità a lavorare in gruppo, così come esperienze di volontariato o di stage e tirocinio concorrono ad affinarle in età giovanile. In età adulta il maturare di diverse esperienze professionali e l’assunzione di ruoli di responsabilità assume via via un ruolo dominante».
Soft skill, smart working e competenze T-Shaped: le parole chiave del lavoro di oggi
Passiamo ad un altro tema cruciale. Stiamo vivendo un periodo storico in cui il lavoro da remoto è ormai al cuore della business continuity. Perché le soft skill sono così fondamentali in questo scenario di remote e smart working?
«Sono importanti in contesti come quelli del lavoro agile, perché modificano, ma non annullano, la centralità dell’aspetto relazionale del lavoro e dello scambio di informazioni.
Allo stesso modo, il lavoro digitale cambia forme e contenuti del modo di lavorare, ma questo necessita un continuo spirito di adattamento a trasformazioni sempre più rapide e la capacità di far fronte all’imprevisto. Pensiero critico e capacità di governare il cambiamento sono elementi ricompresi nell’insieme delle competenze trasversali».
Cosa pensi delle competenze T-Shaped? Io le reputo imprescindibili nello sviluppo di manager e professionisti di successo.
«Le competenze T-shaped, ovvero quello che chiamavamo interdisciplinari, sono quelle sempre più rilevanti. Nelle professioni più qualificate, come la ricerca scientifica e nell’impresa, la capacità di dialogare con esperti di differenti mansioni e discipline rappresenta secondo me la sfida più ovvia ma più difficile da realizzare.
Ognuno cerca di misurare il modo di lavorare degli altri, secondo i propri paradigmi e il proprio modo di pensare. Questo va bene fino ad un certo punto, perché professionisti di altre discipline e ambiti lavorativi approcciano i problemi in modo diverso, secondo la sensibilità del proprio tratto caratteriale, della propria cultura e del contesto in cui si è cresciuti.
Il rispetto della qualità del lavoro altrui è il primo passo per dialogare alla pari. Io vedo questo elemento ancora incompleto in molti contesti lavorativi, coinvolgendo anche quelli più evoluti a ad alta professionalità».
Misurazione e sviluppo delle competenze in azienda: da dove partire
Passiamo ora ad un tema particolarmente critico. Come mai possiamo leggere dati sulle competenze richieste, ma non su quelle effettivamente possedute dai lavoratori?
«È il problema della valutazione. Sono pochi e diseguali i processi di misurazione scientifica e certa delle competenze di dipendenti e collaboratori; si tratta certamente anche di un elemento molto delicato e sensibile da affrontare, che va effettuato anche di concerto con le parti sociali. La necessità di processi di valutazione delle competenze, almeno basati su indagini a campione, sono però necessari per imprese, lavoratori e società.
Del resto alcuni lavoratori, in particolari ambiti, sono sottoposti molto spesso, a volte anche in modo eccessivo alle continue valutazioni del cliente: pensiamo alle rilevazioni di “Customer Satisfaction” ogni qual volta facciamo un acquisto online o utilizziamo un servizio. Forse possiamo fare un passo in avanti e non limitarci alla valutazione delle performance, ma passare a quelle delle competenze, dalle quali gran parte delle performance dipendono. Ma sempre con prudenza e in modo costruttivo».
Ultima domanda su un tema che mi sta molto a cuore perché in Ninja Academy gestisco la business unit dedicata al corporate training. Come dovrebbe agire un’azienda per consentire ai propri dipendenti di massimizzare lo sviluppo di queste competenze?
«Investire sui propri lavoratori, promuovendo corsi di formazione e aggiornamento e stimolando nuove e diversificate esperienze all’interno dell’impresa. Soprattutto, dovrebbe mettere in relazione persone di ambiti diversi e promuovere un clima positivo di collaborazione, proponendo, nel limite del possibile, compiti diversificati ai lavoratori. Anche affiancare persone con età e percorsi di studio e professionali diversi aiuterebbe non poco.
Ciò ovviamente è più possibile in alcuni contesti piuttosto che in altri. Ma qualcosa si può fare, a patto che non si lavori sempre in emergenza per soddisfare la necessità del domani, ma con programmi nel lungo periodo per una strategia di lavoro diversificata. Qualità del lavoro e programmazione sono essenziali. In questo il ruolo di una leadership responsabile e illuminata è fondamentale».
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/t-shaped.jpg543667Federica Bulegahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederica Bulega2020-06-09 19:09:302020-06-22 11:40:14Perché le competenze trasversali sono al cuore dello sviluppo professionale
Gucci ha lanciato oggi ilnuovo profilo Instagram e ha rinnovato il suo sito web Equilibrium per ribadire il costante impegno della Maison nel promuovere cambiamenti positivi in favore delle persone e del pianeta.
Accanto alle iniziative a sostegno della generazione di un valore sociale positivo e della tutela dell’ambiente, oggi sono stati pubblicati anche i risultati del conto economico ambientale 2019, che rivelano una sostanziale riduzione (-21%) degli impatti ambientali totali rispetto all’anno precedente.
Gucci Equilibrium
Il portale Gucci Equilibrium, originariamente lanciato nel 2018, intende stimolare una comunità di voci a partecipare a conversazioni su temi cruciali per il mondo in cui viviamo. Aprendo nuovi percorsi rispetto agli altri canali e contenuti digitali di Gucci, il profilo Instagram e il sito web Equilibrium di Gucci si rivolgono a una comunità di persone curiose, consapevoli e motivate, la #GucciCommunity. Una comunità di individui impegnati e attivi, che condividono obiettivi e prendono posizione su questioni che definiscono il modo in cui tutti noi trattiamo il nostro pianeta e i suoi abitanti.
Le nuove destinazioni digitali di Gucci condivideranno messaggi da gruppi diversi, organizzazioni e talenti, membri di Gucci Equilibrium e non, per promuovere azioni per la salvaguardia del clima e a favore di un mondo giusto, equo e solidale per tutti. Questo appello incoraggerà a sua volta la condivisione di nuove esperienze e idee per un cambiamento trasformativo.
“L’azione di Gucci è guidata da tematiche che costituiscono le fondamenta del nostro futuro collettivo e che lo influenzano profondamente. È fondamentale costruire un futuro in cui l’ingiustizia e la discriminazione in tutte le loro forme non possano prevalere. Alla luce degli eventi attuali, il nostro impegno a combattere il razzismo e lottare per l’uguaglianza è ora ancora più forte”, ha dichiarato Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci. “Come azienda, continueremo a concentrare i nostri sforzi nel generare un cambiamento positivo per le persone e per la natura in tutte le nostre attività. Abbiamo inoltre la responsabilità, come brand globale, di assumere un ruolo attivo all’interno della comunità per farci promotori di cambiamento. Gucci Equilibrium ha la capacità di richiamare e unire una comunità di voci diverse con il compito di aiutare a percorrere al meglio la strada che ci attende”.
Definito dai pilastri Persone e Pianeta, il sito raccoglie gli impegni e le azioni intraprese da Gucci per ridurre il suo impatto ambientale e proteggere l’ambiente, sostenendo al contempo i diritti delle persone e promuovendo l’inclusività e il rispetto, affinché tutti nella comunità globale di Gucci siano liberi di esprimere la diversità autentica del proprio essere.
Queste iniziative si espandono oltre le attività dirette di Gucci, per avere un impatto più ampio e sistemico. Alcuni esempi sono la creazione di opportunità per gruppi di giovani talenti sottorappresentati nell’industria della moda, nell’ambito del programma di finanziamenti e borse di studio Gucci Changemakers, o l’invito lanciato ai leader di ogni settore a proteggere l’ambiente attraverso la CEO Carbon Neutral Challenge.
L’interconnessione tra le persone e il pianeta è rappresentata anche attraverso la nuova identità grafica del sito, curata dall’artista MP5.
Gucci ha pubblicato anche i risultati del suo conto economico ambientale, per misurare il continuo progresso della Maison rispetto agli ambiziosi obiettivi di sostenibilità che si è preposta. Tali obiettivi, propulsori della strategia decennale per la sostenibilità (2015-2025) di Gucci, includono una riduzione del 40% degli impatti ambientali totali per le operazioni dirette e lungo l’intera catena di fornitura e una riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2025 rispetto alla crescita (2015 è il valore base di riferimento).
Gucci è in anticipo sulla sua tabella di marcia e prossima al raggiungimento degli obiettivi previsti per 2025. Come riportato in dettaglio nel suo conto economico EP&L digitale interattivo, i nuovi risultati per il 2019 mostrano una riduzione del 39% degli impatti combinati della Maison, e una riduzione del 37% delle sole emissioni GHG rispetto alla crescita (valori misurati facendo riferimento al 2015). Confrontando questi risultati con l’EP&L del 2018, il brand ha ridotto il suo impatto complessivo del 21% e le emissioni GHG del 18% su base annua, rispetto alla crescita (valori misurati facendo riferimento al 2015). Questi ottimi risultati sono il frutto diretto degli sforzi compiuti da Gucci per migliorare le aree ad alto impatto lungo l’intera catena di fornitura, interventi che hanno portato a cambiamenti positivi e misurabili, tra cui:
l’incremento dell’uso di materie prime riciclate e fibre biologiche nelle collezioni, e utilizzo di metalli preziosi provenienti da fonti di approvvigionamento responsabili per gli accessori e nella gioielleria, come l’impiego di oro 100% etico per la gioielleria;
l’ estensione di processi sostenibili e efficientamenti nella produzione, come Gucci Scrap-less per la pelle e Gucci-Up per la produzione circolare;
il passaggio all’energia verde che ha portato Gucci a raggiungere un utilizzo dell’83% di energie rinnovabili nei suoi negozi, uffici, magazzini e stabilimenti, con l’obiettivo del 100% entro la fine del 2020.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/gucci-equilibrium-2.jpg606849Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-06-09 17:37:522020-06-10 13:00:23Gucci a sostegno del Pianeta con nuove piattaforme digitali
Gli esperti affermano che sia ancora possibile contrastare il continuo abbassamento della reach organica, a prescindere dal valore delle campagne ed inserzioni online.
Bisogna partire dall’enorme potenziale che risiede nella nostra community. E bisogna coltivarla ed alimentarla con contenuti dalla massima qualità, nel migliori dei modi. Ma non è tutto.
L’inarrestabile decremento della reach organica, per niente timida anche negli ultimi tempi, ha portato, specialmente per social media & digital marketer, ad essere inevitabilmente e giustamente obsédé (ossessionati) dal trovare una soluzione per contrastarla. Costi quel che costi.
Il declino della Reach Organica
Facciamo un passo indietro…
Iniziamo dalla definizione: con il termine reach organica si intende il numero delle persone che si riescono a raggiungere senza dover ricorrere ad attività di promozione, ovvero soltanto grazie alla visibilità che viene attribuita dalla piattaforma social in questione. O meglio, dal “suo algoritmo”. Tutti i contenuti, è bene precisare, godono di un minimo di portata organica, non “paid” quindi, ma una buona parte del risultato finale dipende dal continuo incontenibile abbassamento della reach organica al quale assistiamo, già da qualche anno a questa parte.
Facebook ha palesato in modo concreto, ancor più nel 2019, l’intenzione di ridurre notevolmente il numero di post pubblicati dalle pagine aziendali in relazione alla visibilità “non supportata dalle sponsorizzazioni” nei riguardi del pubblico, in modo da obbligare gli amministratori delle pagine a spendere di più in attività di advertising. Si è passati dal circa 5,4% all’ormai (ancora molto discusso) 2% circa, in relazione al concreto raggiungimento in organico dei propri post sulle proprie pagine Facebook.
Doveroso precisare che i grandi brand con un numero elevato di follower possono aspettarsi medie anche più basse.
L’algoritmo attualmente classifica letteralmente i post che ogni utente vede nell’ordine in cui è più probabile che li apprezzi, in base a una varietà di fattori, ovvero i cosiddetti segnali di classifica. A partire da quest’anno, Facebook ha dichiarato che il suo obiettivo è aiutare gli utenti a comprendere l’algoritmo e assumere il controllo di tutti quei segnali di classifica per fornire un feedback migliore e più completo possibile.
Ad esempio: le persone condividono questo post con i loro amici? Quanto spesso ti piacciono i post del tuo capo? Da tua madre? Guardi spesso video live? Qual è il tuo gruppo preferito?
I segnali di classifica si configurano come punti associati al comportamento che un utente ha avuto nel passato e sul comportamento di tutti gli altri sulla piattaforma.
Facebook presenta tre principali categorie di segnali di classifica:
chi interagisce, in genere un utente;
il tipo di contenuto/media pubblicato;
la popolarità che il post ha riscosso.
Dal “Perché vedo questo post?”, già da marzo 2019, la piattaforma di Facebook ha iniziato a porre domande agli utenti, tramite sondaggio, per ottenere maggiori dati sul contesto dei contenuti che contano di più per loro.
I sondaggi hanno chiesto agli utenti:
chi sono i loro amici più cari;
quali post (link, foto e video) trovano preziosi;
quanto è importante per loro uno specifico gruppo Facebook a cui si sono uniti;
quanto sono interessati a vedere i contenuti di pagine specifiche che seguono.
Facebook ha usato tutte queste risposte per aggiornare senza sosta l’algoritmo.
Ad esempio, le pagine e i gruppi che le persone hanno identificato come più significativi erano spesso quelli che avevano seguito per molto tempo, quelli con cui si erano spesso impegnati (con like, reaction e commenti) e quelli che avevano molti post e attività.
Consigli su come aumentare la reach organica dei post sui social
Gli esperti affermano che sia ancora possibile fare qualcosa, a prescindere dal valore delle campagne ed inserzioni online. Eccovi, di seguito, alcuni consigli validi per gran parte dei canali social media.
Date ciò che le persone desiderano dal vostro brand
Ponetevi sempre dalla parte dei vostri utenti, non iniziate l’attività di racconto e pubblicazione dei contenuti dalla vostra concezione di qualità, sono i vostri utenti a decretare il successo del canale nel quale siete presenti. Ascolto del cosiddetto “sentiment” e attività di analisi dei dati,sono due fattori davvero importanti per la vostra attività di Social Media Marketing. Capirete ben presto cosa ha successo e cosa, invece, va eliminato, modificato, ottimizzato.
Postate meno ma meglio
Solitamente viene consigliato, per incrementare le views ai canali, di pubblicare in maniera frequente, ciò non è del tutto vero. Il segreto è di pubblicare contenuti di qualità e attenti all’audience, anche se questo dovesse significare di postare meno del solito. Meglio puntare su un maggiore coinvolgimento dei propri utenti e avere più tempo per investire in contenuti di qualità. La reach organica vi ringrazierà.
Individuate il momento migliore
Come detto prima, l’attività di Social Media Marketing non prescinde da una costante e attenta analisi dei dati di tutto ciò che succede sui canali dei vostri clienti o del vostro brand. Iniziate ad approfondire l’attività di Social Media Analysis e registrate, a partire dalle sezioni interne relative agli “insights” delle pagine e profili che gestite, tutto ciò che può tornarvi utile per capire come indirizzare al meglio i vostri contenuti ed in quale orario migliore i vostri utenti possono potenzialmente interagire.
“Video Is The King” – puntate sui video
Un recente studio effettuato da Cisco rivela che nel 2020 l’82% del traffico internet sarò interamente generato dai video digitali. E secondo eMarketer, il divario continuerà a crescere nei prossimi due anni.
I contenuti video sono in grado di coinvolgere in maniera sorprendente i tuoi utenti, facendo trascorrere loro più tempo all’interno delle piattaforme social, elemento che caratterizza fortemente i nuovi aggiornamenti degli algoritmi. Se non avete un budget corposo per inserire video professionali nella vostra strategia, non temete, ad oggi, il mercato offre numerosi strumenti per elaborare video di alta qualità con prodotti che conferiscono ottima qualità: per esperienza personale, gli strumenti della DJI Global sono davvero eccellenti. Tra tutti, Osmo Pocket e Osmo Mobile. Piccoli, maneggevoli, solidi e super mobile-friendly. Ovviamente, non sarete dei veri e propri registi, ma almeno potrete offrire contenuti con un certo grado estetico e qualitativo più che discreto.
Alcuni accorgimenti sui contenuti video per i social:
lunghezza contenuto video – max 2/ min;
concentratevi sui primi 5 sec. (al max) per stupire l’utente;
elaborate copertine per i video ricercate e dal carattere unico (soprattutto se siete Tik Tok – Addicted);
fate in modo che i vostri video possano essere fruiti anche senza audio;
puntate su una buona luminosità del video in questione, ad oggi, molti degli algoritmi dei social media fanno caso a questo elemento, su Tik Tok, ad esempio, la sua A.I. interna, penalizza i video non riconoscibili al max e con poca luminosità.
Sfruttate gli User Generated Content
I contenuti prodotti dai vostri utenti possono rivelarsi come uno degli elementi più importanti relativi alla loyalty (fiducia) ed al social engagement (interazione sui vostri canali social media) che potrete mai registrare. Utilizzateli! E non dovrete nemmeno spendere del budget per produrli, perché gli utenti avranno. Già prodotto contenuti e post ad hoc per il vostro brand o attività. Potreste utilizzare questo tipo di contenuti per promuovere o lanciare contest o giveaway e premiare i più attivi sui vostri canali. Ricordate, però, di chiedere sempre il permesso per utilizzare i loro contenuti ed eventualmente targateli nei post.
Se è vero che i video permettono un’interazione dal grande impatto visivo e qualitativo, lo è ancor di più, quando facciamo uso di stories e dirette, in questo caso su Instagram. Le dirette, così come le stories, possono fungere da supporto ad una strategia social più profonda e più sincera, nei riguardi dei nostri utenti. Stories e live streaming, offrono l’opportunità di comparire subito nel feed della nostra audience.
Non avete mai fatto caso che quando entrate nel profilo Instagram, vi compare una serie di stories degli utenti che seguite?
Lo stesso succede con le dirette, per di più, Instagram, invia una notifica ai vostri utenti, quando andrete live! Grazie all’utilizzo delle stories potrete veicolare al meglio il racconto del vostro brand, in maniera più incisiva, più immediata. Negli ultimi mesi, data l’esplosione delle stories ed il massivo utilizzo delle stesse anche da parte delle grandi realtà B2B mondiali, Instagram ha inserito numerosi stickers in grado di supportare ed incrementare l’interazione con i followers.
Eccovene alcuni:
Donazione, Iorestoacasa, Eroi in corsia e GRAZIE per supportare l’attività di informazione tema Covid-19 e valorizzare le figure professionali in prima linea contro il Coronavirus;
Challenge: presente tra le ultime features delle Stories insieme a GIF, sondaggi, countdown, … Al momento permette di selezionare una delle tante challenge presenti all’interno di una lista gestita dalla piattaforma stessa. Potrete taggare i vostri amici e sfidarli. Un’ottima idea, nata durante il Lockdown, per farsi compagnia anche da lontano, sfruttando la possibilità di incrementare l’engagement con gli utenti. Ricorda il mondo delle challenge di TikTok;
Ordini di cibo, buoni regalo e compra a km0 per supportare le PMI e le piccole attività in merito alla promozione dei propri prodotti/ripresa.
Inserite LINK IN BIO su Instagram
Su Instagram, è possibile, far godere di un upgrade davvero unico alla propria BIO. Vediamo come…
Avete mai avuto l’esigenza di aggiungere dei link in più al vostro profilo?
Al momento, nella piattaforma di proprietà di Mark Zuckerberg, potete aggiungere un solo link. Ma c’è una soluzione in grado di creare una sorta di landing page che possa racchiudere tutti i link che vi interessano di più o che rimandino alle vostre migliori attività o collaborazioni. Vediamo di cosa si tratta.
Grazie all’utilizzo di uno dei tanti tool presenti sul mercato, JotURL, è possibile creare delle accattivanti landing pages grazie all’opzione “InstaURL”. In pochissimi click avrete la possibilità di creare una pagina che racchiuda tutti i link presenti nel vostro LINK IN BIO, potrete sceglierne anche il colore, inserire la vostra foto profilo. Questo tool permette di tracciare i click effettuati su di esso, sui link inseriti nelle stories, vi è anche la possibilità di aggiungere il pixel per attività di Remarketing su Facebook ai link in questione e tanto altro! Lo trovo davvero utile!
Più link in bio possono dare l’opportunità di avere più collaborazioni ed assicurare una social media experience nettamente migliore, soprattutto per i nuovi visitatori. Darete, inoltre, la percezione di essere dei professionisti dal tono ordinato e competente. Elemento non meno importante di altri citati fino adesso. Ed infine, conferire ad attività di Brand Awareness (notorietà aziendale), il giusto tracciamento di dati utili in merito al traffico che potete generare.
Incentivate la Customer Loyalty e coltivate la community
Utilizzare i gruppi di Facebook, non è la sola strada.
Fallon Zoe (@OfficialLadyTribe) è una Organic Reach Specialist molto famosa ed incoraggia spesso a costruire la propria community all’interno di un ambiente come quello dei gruppi di Facebook. Ma non è al sola strada percorribile! Tiene a precisare come sia fondamentale tenere a mente che “l’importante sia sempre cercare di attirare le persone verso ciò che stai facendo”.
La gente ama parlare di ciò che gli piace ed ama invitare gli altri a venire a provare piacere in quelle stesse esperienze. Partite da quello.
Potrete iniziare a ricercare, ad esempio, le pagine verificate che di norma sono quelle più seguite. Cercate, quindi, di interagire nei commenti sfruttando gli ultimi trend topics, alimentate con il vostro sapere nuove ed interessanti argomentazioni, valorizzate le vostre competenze con gli altri professionisti presenti ed analizzate i profili degli altri utenti in target con le vostre passioni, cercando a sua volta di targarli in commenti effettuati in precedenza dalla pagina che seguite. Un’altra tecnica per ampliare la vostra rete, e di conseguenza, la reach organica dei vostri contenuti, è quella di interagire con i migliori fans di altre pagine aziendali. Potete trovare l’elenco dei Fan più attivi all’interno della scheda Community di una pagina aziendale.
Quando troverete le persone giuste da seguire ed in linea con i vostri interessi, fate clic sul loro profilo e commentate e lasciate likes in relazione a tutto ciò che vi piace e può creare una sana interazione attorno ad un interesse comune. L’obiettivo è quello di ottenere il maggior numero possibile di notifiche di nuove persone che non sono vostri attuali amici di Facebook.
Assicuratevi inoltre di creare eventi su Facebook per alimentare l’attività di Storytelling del vostro brand. Ed aumentare, così, anche la Customer Loyalty.
Ogni volta che pubblicherete un evento (statene certi) potrete alimentare al meglio la vostra Brand Awareness, permettendo di farvi conoscere di più dal vostro pubblico. Potrete, inoltre, valorizzare i vostri nuovi prodotti ed utilizzare questa tipo di attività anche per sviluppare nuovi lanci degli stessi. E non dimenticate di condividere il tutto sul vostro profilo e sul vostro gruppo. Fallon Zoe, consiglia, inoltre, di cercare di offrire valore in merito ai contenuti che proporrete nell’evento o nella serie di eventi che proporrete, già dal 1° giorno. Creerete, certamente, curiosità per i prossimi contenuti, dato che magari la maggior parte degli utenti non arriverà fino alla fine dell’evento. E perché non pre-programmare un video live e condividerlo in anticipo per l’evento che avete in mente?
Ad ogni modo, tutti i partecipanti al relativo gruppo Facebook, riceveranno una notificae di conseguenza, più utenti, probabilmente, guarderanno il vostro live.
Può essere utile analizzare ed annotare, di volta in volta, tutti i partecipanti e tutti quelli che cliccano su “Mi interessa” all’interno del vostro evento. Perché non interagire con loro cercando un feedback?
Potrebbe essere necessario, essere presenti contemporaneamente su più canali social. Per questo vi consiglio un tool davvero affidabile e che permette un’ottima presenza sulle diverse piattaforme: Streamyard. L’ho utilizzato in molte occasioni, soprattutto nel periodo del lockdown, intervistando tanti professionisti del mondo digitale e non solo. Permette davvero di essere presente su molti canali, tra cui, YouTube – Facebook (profilo, pagina ufficiale e gruppo), LinkedIn (dovrete inviare prima la richiesta per ricevere la certificazione LinkedIn Broadcaster Live, non la rilasciano a tutti, però voi tentate) ed Instagram. La versione free permette di effettuare live streaming fino a 20 ore al mese. Non male davvero.
Non siate autoreferenziali e non parlate sempre di voi stessi: rendete protagonisti del vostro brand gli utenti che vi seguono.
Concentrarsi solo su su se stessi non conviene. In quasi nessun caso. Bensì, spendete del tempo in relazione ad un maggiore qualità dei contenuti e sulla loro scelta in base a ciò che piace al vostro pubblico. Spesso, il calo della reach, dipende anche da questo elemento.
Cercate di cambiare le vostre fonti, ampliate la vostra ricerca ed incrementate ed ottimizzate l’attività di Content Curation dei contenuti proposti. Ne varrà la pena, soprattutto a lungo raggio. Dinamicità e massima qualità tra i tipi di contenuti proposti, può essere uno dei migliori metodi per incrementare l’apprezzamento nei riguardi dei vostri contenuti. Tutto ciò può comportare un aumento della reach organica e farvi apprezzare, da un pubblico sempre maggiore di utenti. Andate oltre alla vostra visione. Evidenziate i risultati ottenuti e condivideteli, oltre che con il vostro team, anche con la vostra fan base. Rendeteli partecipi di ogni cambiamento e traguardo. Il vostro successo parte da loro.
Il mio invito è farvi riflettere sull’enorme potenziale che risiede all’interno della vostra community. Dovete rispettarla, coltivarla, alimentarla nel migliori dei modi.
Dovete sempre dare un buon motivo per far ritornare gli utenti sulla vostra pagina. Le interazioni che cercate e che alimentate non devono essere fatte a caso. Non devono confidarsi come un “fastidio”.
Tenete a mente alcuni consigli e registrate, possibilmente, i dati ed i comportamenti della vostra audience per migliorare la reach organica:
rispondete al maggior numero di commenti;
argomentate nei commenti il vostro parere, cercando sempre una sana interazione;
chiedete risposte nei post ed inserite Call To Action.
Cercate di cogliere ogni gesto della vostra audience, non concepitela come un insieme di numeri in una massa informe: è il vostro bene più prezioso. Per il vostro brand ma ancor di più per la vostra credibilità.
Quali di questi consigli avete già avuto occasione di testare sulla vostra community? Penate siano validi per accrescere la portata e la qualità dei contenuti?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/reach-organica-social-media-marketing.jpg558946Luca Maggipintohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maggipinto2020-06-09 10:13:572020-06-10 22:12:33Come aumentare la reach organica sui canali social
In un momento come quello attuale è necessario che i brand facciano sentire la loro responsabilità nei confronti del pubblico.
I messaggi dei brand nelle pubblicità post-Covid si fondano su uno scenario universale: comunicando la propria vicinanza, celebrano le emozioni riscoperte, lo spirito creativo, l’adattabilità ed una forza tutta italiana, per una ripartenza consapevole.
Avete notato come è cambiato il tono delle pubblicità nelle ultime settimane? I brand stanno comunicando in modo diverso, come è diverso il momento che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Dopo il picco di emergenza sanitaria, il lockdown e i divieti imposti per oltre due mesi, entriamo nella Fase 2, una fase di progressiva riapertura in cui ci ritroviamo a fare i conti con una triste realtà emotivaed economica.
L’Italia sente l’esigenza di una spinta verso la ripresa. Ci siamo fatti forza con la solidarietà, il “sentirci vicini rimanendo lontani”, le connessioni del quotidiano. Ma ora più che mai abbiamo bisogno di identificarci con valori essenziali e con messaggi positivi ed incoraggianti per affrontare questa nuova fase. Così anche la pubblicità segue una sorta di trend del post-Covid (e non solo in Italia).
I brand che ci accompagnano ogni giorno si connettono con il momento particolare e fanno sentire la loro vicinanza – o meglio – la loro responsabilità nei nostri confronti. Le pubblicità post Covid raccontano le nostre giornate passate in casa alla riscoperta di tante emozioni che avevamo forse messo da parte. I brand riconoscono nella tecnologia il ruolo fondamentale di connessione tra affetti e condivisione alternata tra momenti di svago e attività lavorative.
In questo momento ritroviamo infatti uno scenario “universale” il cui target è ampio, al limite del generico.
Momenti e spazi condivisi
Lo spot Chiquita celebra l’originalità tutta italiana dimostrata durante il lockdown. Una serie di foto e video che dietro un momento storico difficile mostra un vissuto simpatico, espresso da ognuno attraverso i propri spazi e impegnando la propria creatività. Un ringraziamento agli italiani, che non si sono arresi e che con la stessa forza e originalità sono pronti a ripartire. (Agency: Bitmama)
Sulle note della canzone My Favourite Things, Mulino Bianco ci ricorda che la felicità è fatta di piccole cose, dai gesti quotidiani ai piccoli vizi golosi. Le immagini raccontano questi ultimi mesi, ripercorrendo quegli attimi che ci hanno reso protagonisti nelle nostre case, allo stesso modo. Sono proprio questi momenti di positività su cui il brand si fa forza per restituircela, per accompagnarci al ritornodella normalità senza dimenticare di fare tesoro delle belle emozioni riscoperte. (Agency: Publicis)
Così anche Carrefour ci fa compagnia in casa dove, per noi amanti del buon cibo, gli ingredienti non sono un semplice elenco di prodotti ma un insieme di occasioni per tenerci uniti. (Agency: Publicis)
Vicinanza ed empatia anche per Jeep che attraverso i volti dei lavoratori, l’inventiva e lo spirito combattivo degli italiani incita ad un nuovo inizio. L’augurio del brand è quello di una nuova ripartenza, la nostra e quella dell’economia italiana. (Agency: Leo Burnett)
I brand dunque ci spronano, assicurano la loro vicinanza, promettono di tenerci la mano in questa risalita. Forse per questo, per l’uso di parole rassicuranti, toni e musiche pacate, scene di convivialità, riconosciamo una certa somiglianza tra le pubblicità post Covid.
Del resto in questo particolare momento, l’insight che ritroviamo è lo stesso per tutti, per i diversi brand e anche per noi.
Alcuni spot però, almeno nella narrazione sono riusciti a distinguersi dagli altri, distaccandosi da una esagerata ricerca dell’effetto empatico e da una rincorsa ai buoni sentimenti.
Pibblicità post-covid: ripartire consapevoli di emozioni riscoperte
Milano è una delle città sfortunatamente protagoniste di questa pandemia. Ma Milano non si ferma: come un leone colpito si rialza fiera, un passo alla volta, con la voglia di rialzarsi ancora più forte.
Il rapper Ghali, tra i diversi quartieri, ci racconta una città ferita, ferma ma impaziente di ricominciare, che si adatta, aspetta, si reinventa. L’alba è quella tanto attesa da una metropoli che si sveglia ancora assonnata ma con la determinazione di ripartire con le sue mille attività. Perché dopo il buio arriva sempre l’alba che si apre in “quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello” (cit. Manzoni, Promessi Sposi). (Agency: TBWA)
Mentre il mondo è andato in pausa, le emozioni e le esperienze hanno continuato ad esistere in casa con ognuno di noi. Uno specchio di vita, di preoccupazioni, di cambiamento, di amore, di riscoperte raccontate proprio dai nostri spazi più familiari.
Ed è da lì che Ikea ci sprona a ripartire e continuare, anche se in modo diverso, quella vita che almeno dentro casa non si è mai fermata. (Agency: DDB)
Lavazza inneggia al sentimento di un’umanità ritrovata, alla sensibilità individuale che fa eco nella comunità. Il rispetto e la responsabilità verso ciò che è diverso, verso il nuovo e quello che già esiste grazie anche al ruolo della tecnologia e della scienza: queste sono le parole tratte dal discorso finale di Charlie Chaplin nel suo film “Il Grande Dittatore”.
La ricerca di ciò che è giusto per tutti attraverso un consapevole annullamento degli stereotipi e delle prevaricazioni. Sembra strano realizzare che queste parole, attuali più che mai, siano state pronunciate nel 1940. (Agency: Armando Testa)
C’è chi dice basta alla pubblicità post-Covid
Eppure, c’è sempre un rovescio della medaglia. Dopo esser stati bombardati da messaggi rassicuranti, ringraziamenti e celebrazioni di una nuova fase c’è qualcuno che mal sopporta queste pubblicità.
Sui social, da qualche settimana è diventata sempre più forte l’insofferenza verso questa retorica nella comunicazione. C’è infatti tutto un altro pubblico che non si riconosce in queste esagerate coccole dei brand. Un pubblico che prende voce e si rivolge ai brand, sgridandoli.
La campagna si riferisce all’esasperazione spettacolare di molte pubblicità ideate già prima del Covid ma che per alcuni, calza perfettamente con questo momento. (Agency: 5hort)
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/lavazza-spot.jpeg462738Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2020-06-08 16:59:362020-06-10 22:12:43Qualcosa unisce le pubblicità post Covid dei brand (e le rende tutte un po' simili)
Questo articolo è stato scritto da Sadie Thoma, Director, Creative Development at Google.
Le agenzie pubblicitarie non sono nuove ai cambiamenti radicali. Sono loro gli esperti cui si affidano i brand per avere una guida attraverso i mutamenti culturali, economici e tecnologici. In questo periodo, sono in molti a vantarsi di essere disruptor, in quanto mettono in discussione lo status quo e sanno orientarsi in questa nuova situazione.
Mentre l’epidemia da Coronavirus si evolve come la forza più dirompente mai vista in tempi moderni, le agenzie stanno aiutando i brand ad affrontare una nuova realtà senza precedenti. In mezzo a tanti rapidi cambiamenti, ora è più importante che mai restare al passo. Per chi si occupa di strategia, questo significa raccogliere i dati in tempo reale, scoprire nuovi comportamenti, ridefinire obiettivi e successi e trovare e creare nuove prospettive veicolate dai dati.
Sei esperti di strategia e leader di agenzie hanno spiegato quali sono le differenze nei modi di affrontare la pianificazione tattica e gli approfondimenti sui dati in questo momento, offrendo alcuni utili consigli per i brand.
Sfrutta le opportunità di un totale cambiamento di mentalità
“Molti dei brand che stanno registrando sell-through da record devono passare rapidamente da una mentalità che predilige ‘l’aumento delle vendite dalla sera alla mattina’ a una che si concentra sullo ‘sviluppo del brand nel tempo’. Non si tratta di una sfida nuova, ma la situazione corrente richiede un cambio di prospettiva“, spiega Aki Spicer, Chief Strategy Officer di Leo Burnett.
Trovo che siano i brand con fondamenta solide, vale a dire una forte motivazione e un punto di vista definito, a poter superare questa transizione con facilità. È giunto il momento di dimostrare la nostra motivazione ai nuovi clienti, che forse interagiscono con noi per la prima volta dopo tanto tempo”.
Adatta la tabella di marcia interna in modo che misuri il successo
“Oltre a trovare le parole giuste, aiutiamo i clienti a capire che cosa è meglio fare, esplorando modi significativi di offrire valore concreto.
In questo momento tutti desideriamo ottenere un impatto che richieda il superamento delle misure tradizionali del patrimonio di marca e rifletta il feedback dei clienti, a indicare che abbiamo fatto realmente la differenza. Le misure del successo devono riflettere questo obiettivo”, indica Jonathan Lee, Chief Strategy Officer di Grey.
Investi in “conversazioni autentiche” con persone reali
Christine Chen, Partner, Head of Communication Strategy di Goodby Silverstein & Partners, aggiunge: “Siamo sommersi da dati strutturati riguardanti argomenti seri quali perdita del lavoro e diffusione della malattia. Gli approfondimenti più interessanti, che vertono sulle speranze e sulle emozioni personali, sono più difficili da misurare e spesso ci pervengono sotto forma di ‘focus group di una sola persona’.
Abbiamo bisogno di un maggior numero di dati come questi, ma la loro acquisizione richiede colloqui con i consumatori a scadenza regolare. Le domande da porre devono poi essere simili a quelle che gli intervistati si aspetterebbero da parte di amici o familiari, non da ricercatori di tipo tradizionale”.
Utilizza la strategia di marketing per creare valore là dove è maggiormente necessario
“La triste verità è che la pandemia ha messo in luce le differenze sociali. Ci sono intere comunità e parti della forza lavoro che vivono un’esperienza molto diversa da quella di chi, come noi, ‘lavora da casa’.
Concentrarci su questi gruppi e cercare di entrare in sintonia con i loro sentimenti e il loro modo di esprimersi è forse la cosa più importante che possiamo fare per capire che cosa succede. Una profonda comprensione dei segmenti di pubblico consentirà ai nostri partner di adottare misure che abbiano un vero impatto e apportino un reale valore”, racconta Kelsey Hodgkin, Head of Strategy di Deutsch LA.
I test sulla creatività ci aiutano a orientarci tra le sfide poste dalla scelta dei messaggi
“Capire come parlare ai consumatori durante un periodo di panico senza precedenti dà la sensazione di camminare sulle uova, ma restare in silenzio è ugualmente rischioso”, spiega Stephanie Bohn, Chief Brand Officer di VidMob.
“È difficile prevedere le reazioni dei consumatori anche in situazioni normali, figuriamoci durante una pandemia. È fondamentale, quindi, affidarsi ai test sulle creatività. I brand hanno bisogno di indicatori in tempo reale per capire che cosa ha maggiore risonanza, in modo da dare forma alle strategie creative e convalidarle oppure, se necessario, aggiustare il tiro”.
Osserva gli indicatori del pubblico per scoprire la nuova normalità
“Ci affidiamo massicciamente ai dati di ricerca come fonte di approfondimento. Di solito possiamo affidarci ai trend anno su anno o al comportamento di ricerca più recente per avere buone indicazioni sul futuro. Purtroppo quando sopraggiunge una crisi dobbiamo reagire in tempo reale alle variazioni del comportamento di ricerca.
La corsa agli acquisti dettata dal panico, ad esempio, causa massicce fluttuazioni e irregolarità. La natura di questa crisi protratta sul lungo periodo rende difficile prevedere l’aspetto della nuova ‘normalità’.
Per aiutarci, cerchiamo di impostare una soglia per queste fluttuazioni e definire in base a questo standard la ‘nuova normalità’, o almeno la ‘prossima normalità’, una volta che le irregolarità tornino a essere considerate alla stregua di anomalie”, conclude Aaron Levy, Group Director, SEM di Tinuiti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/Depositphotos_10731672_s-2019-min.jpg6451000Think with Googlehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngThink with Google2020-06-08 15:02:172021-01-05 15:54:27Orientarsi ai tempi del Coronavirus: come i leader di 6 agenzie stanno ridefinendo la strategia di brand
TikTok è la piattaforma del momento per giovani e giovanissimi e i suoi numeri sono in continua crescita.
Anche le testate giornalistiche hanno iniziato a sfruttare TikTok per aumentare la propria audience.
L’età media degli utenti di TikTok è di 34 anni, un dato che indica quanto questo social network sia interessante per raggiungere un pubblico altrove meno presente.
Oltre 700 milioni di iscritti in tutto il mondo. Seconda app più scaricata in assoluto nell’ultimo trimestre del 2019, seconda solo a WhatsApp. Questi i dati della crescita di TikTok, social network cui anche le testate giornalistiche hanno iniziato a guardare con interesse per aumentare la propria audience.
Nato nel 2018 dall’unione con musical.ly e di proprietà della società cinese Bytedance – così come Toutiao, la principale app di informazione in Cina, e News Republic – TikTok è la piattaforma del momento per i giovanissimi, ma non solo. Se è vero infatti che un suo utente su tre ha tra i 16 e i 24 anni, l’età media è invece di 34 anni, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Influencer Marketing.
Un’audience più giovane rispetto agli altri social network – dove l’età media è di 40 anni – ma non per questo meno interessata ai contenuti informativi. Moda, videogiochi, beauty e celebrità sono i temi che predilige, ma ogni testata giornalistica può trovare comunque il modo di raggiungerla e coinvolgerla, sfruttando così un’opportunità unica per allargare la propria audience di oggi e di domani.
Francesco Zaffarano, senior social media editor al Telegraph, sta raccogliendo attraverso una directory pubblica le testate giornalistiche già presenti su TikTok. Un elenco che attualmente ne conta 135, di cui solo sette in Italia.
Abbiamo scelto per voi tre esempi internazionali e due italiani per mostrare cinque diverse strategie di presenza su TikTok da parte delle testate giornalistiche.
Quasi 535 mila follower e più di 23 milioni di like. Bastano questi numeri per capire quanto ilWashington Postabbia deciso di investire nella propria presenza su TikTok. Con un marchio rivisto nei colori per apparire meno formale e il link all’articolo del giorno in biografia, la storica testata giornalistica statunitense si presenta con queste semplici ed essenziali parole: “We are a newspaper”.
Sempre in biografia, anche un indirizzo e-mail dedicato. È quello di Dave, protagonista della maggior parte dei post: è lui a intervistare opinionisti e giornalisti della testata, tenere il diario della quarantena e interpretare l’attualità in chiave ironica e divertente.
Un chiaro e brillante esempio di infotainment.
2. The Telegraph
Decisamente meno ironico il Telegraph, che ha scelto per la propria presenza su TikTokun tono amichevole, ma comunque autorevole. “Think haead” è il claim scelto per il proprio profilo, un invito rivolto ovviamente alla giovane audience. Inalterato il marchio, mentre il link presente in biografia rimanda di volta in volta a “great stories”.
Variegati i contenuti dei post: fatti d’attualità anche lontani, semplici tutorial e ricette, storie particolari di adulti, giovani e giovanissimi. Ma i più riusciti sono forse i video in cui gli stessi social media manager spiegano tematiche complesse in modo semplice, usando ad esempio i cereali per la colazione e ritagli di giornale per dare vita a motion graphic… cartacee.
Un tentativo creativo e ben studiato di avvicinare i più giovani all’informazione giornalistica, suscitando interesse attraverso nuovi formati.
3. Cosmopolitan
“Yup, we’re just as obsessed with this thing as you are”. Cosmopolitan usa queste parole per accorciare fin da subito la distanza col proprio pubblico. Niente link agli articoli nella biografia invece: solo il collegamento all’home page.
Nei post si parla soprattutto di bellezza, benessere e cibo, ma anche più in generale dell’essere donna. I contenuti spaziano dai prodotti per la pelle al tutorial per realizzare il proprio curriculum, dai pancake colorati ai consigli per far durare il più possibile i profumi. Più rare le incursioni nell’attualità, ultimamente frequenti più che altro per il movimento Black Lives Matter.
Insomma, il mondo beauty è uno dei più apprezzati su TikTok e Cosmopolitan ha saputo non perdere l’occasione.
4. Fanpage
Con più di 317 mila follower e 5 milioni di like, Fanpage è la realtà giornalistica italiana più seguita su TikTok. Essenziale la sua biografia, che presenta la testata come “un giornale indipendente” e rimanda all’home page per le notizie del giorno.
Omogenea la grafica dei post, video dei quali è possibile intuire l’argomento fin dalle anteprime, grazie a titoli colorati. A raccontare l’attualità sono direttamente i protagonisti delle storie stesse oppure i membri del team social della testata.
La strategia? Parlare al pubblico in modo diretto ed emotivo, in continuità con lo stile dei contenuti del proprio sito web.
5. GQ Italia
“Il magazine maschile di Condé Nast Italia. Dal 1999”. Così GQItalia si presenta ai suoi quasi 160 mila follower. Con 18 milioni di like, in termini quantitativi è la seconda testata giornalistica italiana su TikTok.
In questo caso, i protagonisti dei post sono soprattutto cantanti, attori e uomini del mondo dello sport, ma non mancano neppure i consigli per lo smart working, le recensioni di prodotti tecnologici e le ricette, così come video dedicati ai nuovi numeri della rivista in uscita. Nelle ultime settimane invece spazio a parole e fotografie per raccontare il lockdown e celebrare i compleanni dei vip.
Una strategia che punta a trasferire nei brevi video di TikTok la linea editoriale e i contenuti del magazine.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/testate_giornalistiche_tiktok.jpg8361254Elisa Bertolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElisa Bertoli2020-06-08 12:24:422020-06-08 12:24:435 testate giornalistiche che usano TikTok per aumentare la propria audience
La tecnologia spinge oggi le aspettative dei clienti a nuovi livelli e in questo contesto professionisti e responsabili del marketing diventano promotori di relazioni significative ben oltre il primo acquisto.
Sulla scia della pandemia di COVID-19, gli standard di coinvolgimento dei clienti stanno cambiando ancora una volta e i marketer sono in prima linea nell’innovazione, come mostrano i dati raccolti da Salesforce nella sesta edizione della ricerca “State of Marketing”.
Le aspettative e i comportamenti dei consumatori, delle imprese e della società in generale stanno cambiando con una velocità e una portata senza precedenti. I marketer sono sotto un’enorme pressione per rivedere i loro modelli organizzativi e l’uso della tecnologia, per questo l’innovazione è la priorità numero uno nel settore.
Mentre i clienti imparano una serie di “nuove norme”, personalizzazione ed empatia non sono mai state così importanti. La consegna di messaggi e offerte in linea con le esigenze e le aspettative uniche di ciascun cliente richiede una profonda comprensione.
I responsabili marketing stanno cambiando il modo in cui si procurano e gestiscono i dati e stanno incrementando l’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale che li aiutano a sfruttarli al meglio. La crescita nell’adozione dell’AI è pari al 186% dal 2018.
Man mano che le aziende passano dalla comprensione di questa crisi alla ripresa e all’adattamento, i marketer hanno l’opportunità unica di trasformare le relazioni con i clienti in valore commerciale. Tenendo sempre più traccia di metriche come la soddisfazione del cliente, l’impegno digitale e il valore del cliente possono oggi ottenere un quadro olistico di ciò che funziona e ciò che non funziona nel customer journey.
I marketer B2B, infine, hanno un ruolo particolarmente importante nella crescita del business attraverso l’Account-Based Marketing (ABM).
Per scoprire più nel dettaglio gli insight del settore, Salesforce Resarch ha intervistato quasi 7.000 leader del marketing in tutto il mondo.
“Le interviste risalgono a gennaio e febbraio, prima dell’emergenza Covid-19, ma pensiamo che i risultati, alla luce di ciò che è successo, oggi abbiano ancora più valore”, ha spiegato in una conferenza stampa Stefano Cassola, Head Corporate Communications Italia e Spagna di Salesforce.
Sono questi i due aspetti che mettono oggi sotto pressione i marketer. Mentre le aziende cercano di connettersi con le persone e di costruire la fiducia in tempi incerti, l’esperienza del cliente è diventata più importante che mai.
L’84% dei clienti afferma che l’esperienza che un’azienda fornisce è importante quanto i suoi prodotti e servizi – in aumento rispetto all’80% del 2018.
Oggi l’88% degli high performer marketer guida iniziative di customer experience nelle organizzazioni, rispetto al 68% degli underperformer. Ma il cambiamento di mentalità e l’esecuzione sul campo sono due cose molto diverse, e molti marketer faticano a far corrispondere le operazioni alle aspirazioni. Meno della metà delle organizzazioni di marketing tiene traccia del customer lifetime value (LTV).
Innovazione significa fondamentalmente adattamento al cambiamento e questo è un punto critico nel momento storico nel quale ci troviamo. Già prima della pandemia COVID-19 , i responsabili del marketing riconoscevano nell’innovazione la loro massima priorità.
L’impegno innovativo in tempo reale non è un’impresa facile, per questo strumenti e tecnologie migliorate completano le principali priorità di marketing del 2020. Tuttavia, i responsabili del marketing riconoscono che raggiungere i loro ambiziosi obiettivi sarà una sfida.
Una rivalutazione dei budget per una nuova era
I budget di marketing erano costituiti da una gamma diversificata di attività che andavano ben oltre la pubblicità. Come tutti i leader aziendali, i CMO stanno ora rivalutando le voci di spesa.
“Ogni leader deve essere adattabile in tempi senza precedenti come questi, quando si pensa alla strategia e al budget. […] Nel breve termine, tattiche come fiere e pubblicità potrebbero essere ridotte o messe in pausa, ma gli investimenti in tattiche come l’ABM, il content marketing e la tecnologia rimangono fondamentali“, osserva Phil B. Clement Chief Marketing Officer di Johnson Controls.
“Ora è il momento di riaffermare i fondamenti del brand ai consumatori che si sono fidati di voi prima di COVID-19. Questo è ciò che dovrebbe guidare qualsiasi strategia di budget e tutte le decisioni di aggiustamento”, spiega Doug Zarkin Chief Marketing Officer di Pearle Vision.
Guardare avanti, ecco i prossimi marketing trend
I marketer – insieme al resto del mondo – si trovano oggi ad affrontare una crisi. Ma con il passare del tempo, il business si riprenderà, la fiducia aumenterà, e un ritrovato apprezzamento per l’innovazione si farà strada. I professionisti del settore si aspettano che i prossimi 10 anni portino grandi impatti di trasformazione dal punto di vista delle nuove tecnologie e ma anche degli sviluppi della società.
“La crisi Covid-19 sta costringendo i marketer italiani a ripensare ogni aspetto della propria attività, dalla definizione delle priorità e delle sfide strategiche, alle competenze tecnologiche e di team di cui avranno sempre più bisogno per migliorare sempre più la customer experience nella nuova normalità”, ha dichiarato Andrea Buffoni, Regional VP di Salesforce Marketing Cloud.
Da un punto di vista tecnologico, i marketer si aspettano che le reti wireless 5G avranno il maggiore impatto sul loro lavoro, ma anche la legislazione e i cambiamenti sociali sono destinati a trasformare ulteriormente il marketing.
Vuoi saperne di più sullo Stato del Marketing e sui trend del settore? Approfondisci conil sesto report “State of Marketing” di Salesforce.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/marketing-trend-salesforce.jpg466942Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-06-08 11:00:322020-06-09 18:05:25State of Marketing: trend e insight da un'era di cambiamento globale
Iniziamo giugno con una ventata pre-estiva di novità. Mentre Trump continua a dividere sui social, Instagram testa nuovi sticker, messaggistica e newsfeed, e Facebook apre alla possibilità di inviare marketing email dalle proprie pagine. Queste, e molte altre novità da Pinterest, Snapchat e YouTube, nella nostra Week In Social.
Instagram, tra BlackOutTuesday, sticker, messaggistica, eventi e newsfeed
L’evento più importante della settimana è stato di certo il #blackouttuesday. Pensa che solo su Instagram, mentre scriviamo questo articolo, 28.900.980 post sono stati pubblicati sotto questo hashtag e i numeri continuano a crescere.
Quanto alle novità, la piattaforma ha confermato che sta lavorando su tre feature. La prima riguarda la fusione di Facebook Messenger ai Direct Message di Instagram: pare che nei messaggi privati di Instagram potrebbero convergere quelli di Facebook Messenger.
Come puoi vedere dallo screenshot, su Instagram potrebbe arrivare anche lo sticker ‘Plans’, per pianificare online meeting.
E, in ultimo, alcuni utenti hanno riportato un cambiamento nella visualizzazione del feed, che sembra includere due tab, con i post “Suggested” e “Older“. Una volta scrollato tutto il newsfeed, e ricevuta la notifica “You’re All Caught Up”, in futuro, potrebbe essere possibile accedere a una doppia schermata, con post suggeriti e post già visti. Non sappiamo se e quando il formato verrà rilasciato, ma potrebbe essere interessante per quei business che usano Instagram in ottica eCommerce.
Sarà possibile inviare marketing mail da Facebook
Dopo aver lanciato l’app ‘Venue‘, pensata per aumentare l’engagement degli eventi in real time, negli ultimi giorni alcuni utenti di Facebook hanno notato una nuova funzione, che permetterà alle persone di mandare marketing email direttamente dalle pagine Facebook. Per usare il nuovo sistema, dovrai prima autenticare la mail della tua pagina, aggiungere i tuoi contatti al database e poi potrai creare la tua mail all’interno della piattaforma, che si comporterà come un qualunque altro CRM.
Pinterest sempre più verso l’eCommerce
Pinterest continua il suo viaggio nel mondo dell’eCommerce, introducendo un nuovo tab “Shop” ai risultati di ricerca visiva di Lens. Come funzionerà? Basterà caricare o scattare una foto usando la fotocamera interna di Pinterest, e la piattaforma ti suggerirà tutti gli articoli in stock identificati nella tua immagine. Ogni pin suggerito includerà un link alla pagina di acquisto dell’articolo sul sito del venditore.
Snapchat chiude a Trump e realizza ads dinamiche
Ricordi la polemica sollevata dagli ultimi tweet di Trump, segnalati da Twitter? Te ne avevamo parlato la scorsa settimana. Sull’onda delle ultime dichiarazioni del Presidente degli US in merito alle proteste antirazziali, mentre Facebook ha deciso di non prendere alcun provvedimento a riguardo, Snapchatlimiterà l’esposizione dell’account di Trump nella sezione “Discover”. Trump potrà continuare a postare e la piattaforma non bloccherà i suoi contenuti, ma ne limiterà la viralità.
Inoltre, pare che Snapchat stia realizzando “Annunci dinamici“ per consentire alle aziende di creare semplici campagne di annunci Snap caricando le informazioni del loro catalogo prodotti.
Come puoi vedere, gli annunci dinamici ti permetteranno di formattare le immagini dei tuoi prodotti e caricarle in formati compatibili con la piattaforma. Non solo, se alcune caratteristiche o il prezzo dei prodotti cambierà, l’annuncio verrà aggiornato in tempo reale.
Nuovi display e live alert su YouTube
YouTube aggiunge un paio di funzionalità. La prima riguarda il display in Creator Studio che riporta le performance del canale e raccoglierà in un’unica pagina display views, subscriber count, watch time e revenue performance. La seconda feature si chiama “Live Alerts for Merch“, realizzata per mostrare, durante gli streaming, gli acquisti effettuati dagli utenti nel Teespring store. In pratica, durante il live, nei commenti, apparirà un alert con l’oggetto acquistato, corredato di link per procedere all’acquisto. Un nuovo modo per aiutare i creator a promuovere i propri prodotti tra i fan, e aumentare la revenue attraverso i tool di YouTube.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-marketing.jpg563939Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-06-06 12:42:092020-06-08 13:53:32Week in Social: dalla fusione di Messenger con Direct alle ads dinamiche di Snapchat
Campari ha siglato un accordo con gli azionisti – inclusi il CEO, Marco Magnocavallo, P101 Sgr e Boox Srl – per acquisire una partecipazione del 49% di Tannico, la piattaforma eCommerce per la vendita online di vini.
L’accordo da 23,4 milioni di euro prevede la possibilità per il Gruppo di incrementare la partecipazione al 100% a partire dal 2025, in base a determinate condizioni.
Il perfezionamento della transazione è previsto entro la fine di luglio.
Per saperne di più sull’operazione abbiamo parlato direttamente con Marco Magnocavallo.
Fondata nel 2013, Tannico ha una quota di mercato superiore al 30%. Con oltre 7 milioni di visitatori unici negli ultimi 12 mesi, il portale offre una scelta di oltre 14.000 vini provenienti da ben 2.500 cantine italiane ed estere. Oltre ai vini, l’offerta comprende spirit di fascia alta.
Lo scorso anno Tannico ha realizzato vendite nette pari a 20,6 milioni e il cagr delle vendite nette negli ultimi tre anni (2016-2019) è stato pari al 50% circa. Complice il lockdown, il trend è cresciuto in modo significativo nel primo trimestre 2020, raggiungendo un sostanziale break even gestionale.
Il deal tuttavia non è frutto della crescita di quest’ultimo periodo: «I primi contatti sono avvenuti prima del lockdown, che non ha avuto impatto rispetto a questo accordo», spiega il CEO.
Dal 2017 la società ha ampliato la propria presenza a oltre 20 mercati, tra cui Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia. «Nei prossimi anni seguiremo un progetto di internazionalizzazione ed espansione all’estero ancora più rapido», sottolinea Magnocavallo. «Il canale B2B è già dall’anno scorso una delle nostre priorità per il futuro e con maggiori energie e capitali potremo sicuramente spingere l’acceleratore in modo più pesante», aggiunge. L’interesse del Gruppo Campari sembra infatti essere motivato anche da questa doppia possibilità: rivolgersi sia al b2c che al b2b attraverso un’unica acquisizione.
«Il modello di Tannico si è formato mano a mano che scoprivamo e capivamo il mercato. Intelligence, WinePlatform, B2B, Tannico Flying Schoole wine bar non erano previsti all’inizio».
Cosa succederà dopo a Tannico
In base all’accordo al Gruppo Campari è garantita anche la possibilità incrementare la partecipazione al 100% a partire dal 2025. Abbiamo chiesto al CEO cosa accadrà dopo questa data: «Tannico sarà un brand sempre più affermato e conosciuto e le persone saranno ancora più felici di essere servite e guidate dalla nostra azienda», conclude.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/tannico-campari.jpg605950Daria D'Acquistohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaria D'Acquisto2020-06-06 09:59:012020-06-08 17:17:02Campari acquisisce il 49% di Tannico per puntare sull'eCommerce
Nathan Furr, docente di strategie all’INSEAD ha condotto uno studio sulla reazione delle persone di fronte ad un periodo di incertezza improduttiva.
Lo studio fornisce un grado generale sulla situazione e viene arricchito da consigli utili per superare anche in momenti di ansia.
Di fronte a una situazione carica di ansia e ambiguità – che si tratti di una pandemia come quella in cui ci troviamo attualmente, una recessione, la perdita di lavoro, un cambiamento familiare indesiderato – la maggior parte di noi non è in grado di immaginare una possibilità, un vantaggio. La prima sensazione è la paralisi, cadiamo cioè vittima di uno stato di incertezza produttiva. Tuttavia queste situazioni possono – se pensate attraverso un pensiero positivo – aiutarci ad eccellere. Come?
I soggetti dello studio, apparso anche su HBR (Harvard Business Review), includevano innovatori, imprenditori, amministratori delegati e premi Nobel, insieme a giocatori d’azzardo, paramedici e surfisti. Ciò che veniva fatto durante lo studio era identificare gli approcci che usavano questi soggetti per resistere alle situazioni di incertezza e scoprire il potenziale nascosto al loro interno.
Tre peculiari abitudini sono state identificate come migliori per il nostro scopo. Vediamole insieme.
Incertezza improduttiva? Apri gli occhi su tutte le opzioni, presenti e future
Se siamo minacciati da incertezza improduttiva cerchiamo di concentrarci su ciò che è immediato, tralasciando le possibilità che – diversamente – saremmo in grado di cogliere facilmente.
Questo tipo di comportamento, afferma Furr, non solo crea inquietudine, ma può anche portarci a prendere decisioni avventate o a rinunciare alle opportunità che ci si presentano perché non le riconosciamo nemmeno: un po’ come la storia del pesce che per diventare “grande” abbandona l’oceano per andare a nuotare in uno stagno.
Questo tipo di comportamento – secondo Furr – avviene molto frequentemente nella fase di scelta dei futuri studenti universitari. Molti di questi infatti scelgono di non intraprendere percorsi di studi scientifici a causa dei loro punteggi SAT (il famoso test attitudinale necessario per l’accesso alle università americane).
Secondo lo studio – in cui si mettono a paragone gli studenti di scuole superiore e universitari di Harvard – gli studenti i cui punteggi SAT li collocano tra i primi tre della loro scuola hanno il 50% di possibilità di perseguire un titolo scientifico, mentre quelli con un punteggio inferiore hanno solo il 15% di probabilità di farlo. Queste statistiche creano nella mente di chi ha avuto un punteggio inferiore una sensazione di inappropriatezza che li mette nella condizione di pensare di non essere abbastanza intelligenti come i loro coetanei, e quindi di scegliere università più facili.
Lo stesso comportamento avviene per gli studenti di Harvard, perché la natura umana ci porta a prendere decisioni sulla base della nostra esperienza vissuta piuttosto che con un occhio al quadro più ampio. Gli studenti di Harvard con il punteggio più basso sono sicuramente abbastanza intelligenti da riuscire nelle discipline scientifiche, ma non riescono a vedere quel quadro più ampio e quindi non si danno una possibilità.
Se riusciamo a ricordare che esiste un contesto più vasto di quanto avremmo potuto pensare, pieno di possibilità più di quanto avremmo potuto immaginare, avremo molte più probabilità di raggiungere un risultato ottimale.
Ancora più importante, saremo in grado di resistere al disagio dell’incertezza improduttiva con maggiore ottimismo e calma.
Durante periodi di incertezza improduttiva, spesso ci blocchiamo ad immaginare quali saranno i risultati dei nostri dubbi. Gli innovatori esperti nella gestione di questo stato d’animo pensano in termini di probabilità.
L’emergenza COVID-19 ci viene in soccorso in questo caso per presentare un esempio calzante. Nel momento in cui la pandemia stava iniziando a diffondersi, ciascuno di noi ha iniziato a preoccuparsi della chiusura dei confini territoriali per fare in modo che la pandemia non si espandesse velocemente. Tuttavia pensare in termini binari – chiusura dei confini o non – crea inevitabilmente ansia.
Tutti volevamo che avvenisse in fretta per frenare questo fenomeno, considerata la mancanza di informazioni utili a capire come reagire.
In casi come questi valutare l’intera gamma dei possibili risultati ed assegnare loro delle probabilità, dà sollievo e ci permette di spalmare determinate percentuali di “liberazione” anche in un momento di terribile indecisione.
Ricorda che esistono sempre possibilità
Esistono sempre delle possibilità, anche tra l’incertezza improduttiva più dolorosa? O la capacità di trovarle è un privilegio per pochi? E ancora: la teoria regge in tempi di grave difficoltà?
Siamo in un periodo molto particolare, dove l’esitazione è una sensazione comune. L’Italia ha risposto bene: eppure, se ci dovessimo descrivere attraverso uno dei cinque organi di senso, questo sarebbe certamente il tatto. Gli italiani sono per loro natura accoglienti, gioiosi, necessitano di contatto, di stringersi la mano ma sono storicamente anche in grado resistere, di fare di necessità virtù e trasformando le loro incertezze produttive in possibilità.
Basti pensare alle tante aziende di moda (e non solo) che hanno convertito, temporaneamente, la loro produzione di indumenti in dispositivi di protezione individuale per ricordarci che siamo tra gli stati del mondo più adattivi e fantasiosi.
Una dimostrazione che anche dalle peggiori crisi possono nascere nuove strade e che l’incertezza si vince percorrendole.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/incertezza-improduttia-2.jpg603946Federico Gambinahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederico Gambina2020-06-05 14:24:022020-06-08 17:17:12Come non farsi paralizzare dall'incertezza improduttiva (e cogliere le opportunità anche in tempo di crisi)
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.